Newsletter n.89

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Anno IV - numero 88| 7 marzo 2012 |Supplemento al Periodico di approfondimento politico Agorà - Registro Stampa del Tribunale di Latina n.877 del 9/3/2007 Armando Cusani NEWSLETTER Comunicazione politica e attività amministrativa del Presidente della Provincia di Latina continua a pagina 2 LAVORO E FORMAZIONE a pagina 5 Al via l’avviso pubblico per nuovi tirocini formativi DAL MANIFESTO SULLA SANITÀ ALL’AUDIZIONE IN CONSIGLIO PROVINCIALE DEL MANAGER ASL RENATO SPONZILLI a pagina 4 REPORT AGGIORNATO SULLO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI A RIO MARTINO a pagina 5 Delegati del presidente Cusani a costo zero e produttivi PROVINCIA DI LATINA Cusani: «È nostro interesse consegnare “Rio Martino” prima possibile alla fruizione dei cittadini e alle aziende del settore, perché lo riteniamo uno dei luoghi fondamentali per la ripresa socio-economica del litorale latinense e dell’intera provincia» L e visite operative al cantiere di Rio Marti- no, da parte del presidente della Provin- cia di Latina, si susseguono ormai a ritmo serrato. Ciò dimostra l’interesse riposto dal presiden- te Armando Cusani e della sua maggioran- za di centro destra per giungere presto al pieno rilancio di Rio Martino, luogo eviden- temente ritenuto fondamentale anche per la ripresa socio economico dell’intero litorale latinense e provinciale.

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Comunicazione politica e attività amministrativa del presidente della Provincia di Latina

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Anno IV - numero 88| 7 marzo 2012 |Supplemento al Periodico di approfondimento politicoAgorà - Registro Stampa del Tribunale di Latina n.877 del 9/3/2007

Armando Cusani NEWSLETTER

Comunicazione politica e attività amministrativa del Presidente della Provincia di Latina

continua a pagina 2

LAVORO E FORMAZIONE

a pagina 5

Al via l’avviso pubblico per nuovi tirocini formativi

DAL MANIFESTO SULLA SANITÀ ALL’AUDIZIONEIN CONSIGLIOPROVINCIALE

DEL MANAGER ASL RENATO SPONZILLI

a pagina 4

REPORT AGGIORNATO SULLO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI A RIO MARTINO

a pagina 5

Delegati del presidente Cusani a costo zero e produttivi

PROVINCIA DI LATINA

Cusani: «È nostro interesse consegnare “Rio Martino” prima possibile alla fruizionedei cittadini e alle aziende del settore, perché lo riteniamo uno dei luoghi fondamentali

per la ripresa socio-economica del litorale latinense e dell’intera provincia»

Le visite operative al cantiere di Rio Marti-no, da parte del presidente della Provin-

cia di Latina, si susseguono ormai a ritmo serrato. Ciò dimostra l’interesse riposto dal presiden-te Armando Cusani e della sua maggioran-

za di centro destra per giungere presto al pieno rilancio di Rio Martino, luogo eviden-temente ritenuto fondamentale anche per la ripresa socio economico dell’intero litorale latinense e provinciale.

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2 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

REPORT AGGIORNATO SULLO STATO DELL’ARTE DEI LAVORI A RIO MARTINOCusani: «È nostro interesse consegnare “Rio Martino” prima possibile alla fruizione

dei cittadini e alle aziende del settore, perché lo riteniamo uno dei luoghi fondamentali per la ripresa socio economica del litorale latinense e dell’intera provincia»

Nei giorni scorsi il presidente Cusani ha compiuto un nuovo sopralluogo al

cantiere di Rio Martino, questa volta ac-compagnato dall’ing. Alberto Noli e dai componenti dello staff tecnico (anche della Provincia) che sta curando la realizzazione delle opere.Rispetto a tre settimane orsono c’è da riferire che sono state completate le opere di fonda-zione delle nuove strutture di armatura della foce da parte dell’impresa Marcello Rossi, e realizzate due travi di banchina in cemento armato.Dopo l’esecuzione, nel mese di gennaio, dei getti per la trave di banchina posta in si-nistra idraulica (lato Sabaudia) si è potuto procedere, nel mese di febbraio, alla messa in opera dei tiranti a trefoli che costituisco-no l’elemento strutturale di ancoraggio della banchina. Dal mese di febbraio, anche in destra idraulica (lato Latina), sono iniziati i lavori per la costruzione, al di sopra dei pali di

fondazione, della trave di banchina con la predisposizione delle armature e delle lastre prefabbricate.Nella mattinata del 3 marzo, invece, è stato eseguito il getto per i primi 40 m della trave di banchina, consentendo entro la metà di marzo di iniziare anche i lavori di esecuzio-ne dei tiranti.Dall’ultima settimana di febbraio, eseguite le pratiche autorizzative e la messa in opera dei sistemi di delimitazione e segnalazio-ne marittima, lato Sabaudia, sono iniziate anche le lavorazioni per la costruzione del-la nuova scogliera di sbocco a mare e la contestuale demolizione e salpamento della vecchia struttura di banchina. Adesso la nuova scogliera ha raggiunto in sezione provvisoria la progressiva di 60 m (sul totale di 120 m) mentre le operazioni di demolizione interessano il tratto prospicien-te la nuova struttura di banchina appena completata. Salvo avverse condizioni meteo marine,

lato Sabaudia, si prevede di raggiungere la progressiva di testata della nuova scogliera entro la fine del mese di aprile, terminando nel contempo, le operazioni di demolizione della vecchia struttura di banchina. Per il lato Latina i tecnici prevedono che i la-vori per la costruzione della nuova scogliera e la demolizione delle vecchie opere avran-no inizio entro la fine del mese di marzo, dopo il completamento dei tiranti di anco-raggio della nuova struttura di banchina.Le lavorazioni attinenti le due nuove strutture di banchina, ormai in fase di completamen-to, riguardano circa il 43% dei lavori ap-paltati, mentre le lavorazioni di demolizione delle vecchie strutture e contestuale realizza-zione delle nuove scogliere, che assommano a circa il 45% dei lavori appaltati, sono in uno stato di avanzamento dell’ordine del 20% e, salvo avverse condizioni meteo ma-rine, dovrebbero essere completati entro il mese di maggio. Dopo la pausa estiva per le esigenze della

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37 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

balneazione e della nautica che gravitano sull’ambito di Rio Martino, i lavori riprende-ranno con gli interventi di escavazione dei fondali e le finiture di dettaglio relative alla sistemazione dei nuovi piani di banchina e i piazzali retrostanti. Al riguardo la direzione dei lavori sta esa-minando la fattibilità di varianti migliorative finalizzate alla realizzazione, lato Latina, di una rotatoria in corrispondenza del punto di accesso dalla strada del mare, con la pa-vimentazione dell’attuale piazzale sterrato con tecniche di ingegneria naturalistica, la disposizione lungo tutto lo sviluppo delle nuove banchine di una gradonata in bloc-chetti di tufo abbinata ad una staccionata, al fine di assicurare un’ampia passeggiata e dei punti di seduta.

Everardo LongariniPortavoce del Presidente Armando Cusani

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4 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

Per queste ragioni l’Assise provinciale da qual-che tempo ha aperto un dibattito critico nei

confronti del documento di riassetto della sanità regionale, offrendo però a questo anche spunti di riflessione e contributi importanti.In settimana l’ultimo approfondimento per cono-scere lo stato dell’arte della sanità pontina si è avuto con l’audizione in Consiglio provinciale del manager dell’Asl Latina, Renato Sponzilli.«La presenza del direttore generale della Asl - af-ferma Cusani - segna un’altra tappa nella quale il consiglio continua ad occuparsi, non di sanità nel termine tecnico e neanche nel termine più le-gato ai ruoli e ai compiti istituzionali, ma come fondamentale servizio per creare le condizioni di benessere connesse alla qualità della vita nei nostri cittadini. Sull’argomento sanità qualche tempo fa abbia-mo tutti insieme approvato un documento chiaro e la presenza in aula consiliare oggi del direttore Sponzilli è importante, ma per il ruolo che eserci-ta non ha competenze specifiche sugli assetti del funzionamento del sistema sanitario regionale, che dipendono dal consiglio regionale, meglio dal commissario regionale, visto che la sanità del Lazio è in mano ad un commissario, ed è con questi che dobbiamo fare i conti. Sulla qualità dell’offerta di sanità pubblica in Re-gione Lazio abbiamo avuto modo di analizzare i dati di una ricerca dell’Upi regionale, dove i numeri prodotti parlano chiaro: il 57% dei citta-dini intervistati boccia gli ospedali della regione, mentre il 60% ha fiducia nel personale medico e infermieristico. Segnali che vanno letti con attenzione e sui quali noi concentriamo l’attenzione quando chiediamo ai vari soggetti interessati che hanno responsabi-lità di interloquire con noi. È anche però vero - prosegue Cusani - che a diciotto anni dall’ultima riforma del sistema sani-tario, sono ancora in atto tentativi di riorganiz-zazione, senza aver tuttavia individuato dei punti fermi, degli elementi di certezza da cui procedere con interventi razionali e quindi efficaci. Forse la risposta è nel fatto che tutte le teorie orga-nizzative sono in realtà il prodotto di procedimen-ti induttivi, cioè dei tentativi di generalizzazione di modelli effettivamente osservati sul campo. Allora appropriata al contesto del quale si discute ci pare la parafrasi di una nota frase di Gramsci, che ben si applica a situazioni come quella che abbiamo descritto per le quali “Il pessimismo del-la ragione porterebbe a prognosi negative, che debbono tuttavia essere corrette in positivo dal-

l’ottimismo della volontà”. Una volontà che la Provincia di Latina ha inserito all’inter-no del documento “Manifesto sulla Sanità” (votato all’unanimità dal Consiglio provin-ciale) che ci vede critici verso una proposta che non condivide nessu-no.E allora viene da domandarsi quale modello di sanità ci si propone?Aziendalistico, ove le risorse sono razionate piuttosto che razionalizza-te? Umanistico, a salvaguardare il diritto fondamen-tale della salute a tutti equamente?Com’è determina-to questo valore di assistenza per il cittadino della Provincia di Lati-na, Frosinone o di Roma? Queste sono le do-mande alle quali il commissario di governo deve poter rispondere con i decreti adot-tati. Non si può accettare nessun taglio indiscriminato se non prima aver chiarito l’opportunità, l’appro-priatezza di quel taglio, consapevoli che la ridu-zione dei posti letto o un accorpamento tra aree omogenee non cambia la sostanza, laddove re-stano intaccati i livelli essenziali di assistenza. È questo che il commissario deve garantire ai cit-tadini della Provincia di Latina, non il posto letto tout court se a fronte di più posti letto non ho ser-vizi, prestazioni e risorse appropriate. Ed è a questo punto che fanno con decisione il loro ingresso, nell’ambito della gestione della ri-duzione ed erogazione di un servizio pubblico di grande peso sociale come la sanità, principi

quali “efficienza”, “efficacia”, “economicità”, “qualità”. Consapevoli della necessarietà di tagliare la spesa - termina Cusani - si insiste affinchè questa venga piuttosto riqualificata, responsabilizzando gli attori del settore sui risultati, focalizzando l’at-tenzione sui costi, impostando un sistema di pia-nificazione e programmazione a livello regionale che sia capace di perseguire la tutela pubblica della salute, non ad ogni costo, ma compatibil-mente alle risorse disponibili, tuttavia salvaguar-dando livelli essenziali accettabili senza discrimi-nazione tra territori».

Everardo LongariniPortavoce del Presidente Armando Cusani

DAL MANIFESTO SULLA SANITÀ ALL’AUDIZIONE IN CONSIGLIO

DEL MANAGER ASL RENATO SPONZILLI

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57 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

AL VIA L’AVVISO PUBBLICOPER NUOVI TIROCINI FORMATIVI

”Governance Innovativa per contrastare i fenomeni di disoccupazione”

L’applicazione alle buone pratiche ammini-strative permettono ai cittadini, soprattutto

quelli alla ricerca di una professionalità o di un reingresso nel mondo del lavoro, di guar-dare alla pubblica amministrazione con più fiducia.Questo per affermare in via preliminare, che sul piano della formazione professionale e il sostegno per chi ha perso il lavoro, la Pro-vincia di Latina è un modello guardato con interesse anche dalle altre province laziali.Del resto sono i numeri e non le chiacchiere che attestano la bontà del percorso intrapreso per il miglioramento del siste-ma di competenze professio-nali poste al servizio dello svi-luppo economico regionale.E i risultati conseguiti dalla Provincia di Latina negli anni dal 2008 al 2011, nell’at-tuazione del Piano Esecutivo Triennale FSE, hanno evi-denziato livelli qualitativi e quantitativi di assoluto rilievo, garantendo il pieno raggiun-gimento degli obiettivi stabiliti dalla programmazione regio-nale.In buona sostanza la Provin-cia di Latina in collaborazio-ne con l’Agenzia “Latina For-mazione e Lavoro SpA”, gli organismi di rappresentanza del sistema produttivo loca-le, le parti sociali e il sistema universitario, ha promosso e attivato i Tirocini Formativi in azienda della durata di 6 mesi, con corresponsione di una “borsa lavoro” pari ad 800 euro mensili.Dei tirocini ne hanno beneficiato 957 fra la-voratori disoccupati per effetto del fenomeno crisi e soggetti disoccupati/inoccupati di età superiore ai 45 anni e privi di copertura ne-gli ammortizzatori sociali;Rispetto ai 957 avviati al tirocinio formati-vo, 859 ha completato il periodo e che fra questi circa 200 sono stati poi confermati dalle aziende con un contratto di lavoro, sia a tempo determinato sia indeterminato, con una significativa ricaduta occupazionale.Il sistema di “governance” già ampiamente

sperimentato negli anni precedenti dalla Pro-vincia di Latina, ossia un comune tavolo di lavoro a cui hanno preso parte, non solo in maniera concertativa ma anche e soprattutto a livello partecipativo e decisionale tutte le associazioni datoriali e le parti sociali, oltre all’Università e l’Agenzia Provinciale Latina Formazione e Lavoro, ha raggiunto piena-mente gli obiettivi prefissati dal progetto an-ticrisi e prodotto risultati quantitativamente e qualitativamente di ottimo livello.

Con l’aggravarsi della crisi economica e oc-cupazionale la Regione Lazio e la Provincia di Latina stanno sostenendo un nuovo inter-vento denominato “Governance Innovativa per contrastare i fenomeni di Disoccupazio-ne”.Un progetto caratterizzato da tirocini forma-tivi d’inserimento lavorativo della durata pari a 6 mesi e con la corresponsione di una bor-sa lavoro di 800 euro al mese per giovani di età compresa tra 27 e 35 anni, iscritti presso i Centri per l’Impiego quali disoccupati/inoc-

cupati alla data del 31/12/2011, dunque soggetti che dichiarano di essere alla ricerca attiva e incondizionata di occupazione.Ma è un progetto utile anche per i lavoratori over 45, il cui status di disoccupazione sia direttamente o indirettamente collegato al fenomeno “crisi”, ma anche per tutti coloro che hanno definitivamente risolto il proprio rapporto di lavoro nel corso dell’anno 2011 e che non beneficiano, al 31/12/2011, di alcun genere di ammortizzatore socia-

le, sia per via ordinaria che in deroga o di altre forme di sostegno al reddito statali e/o regionali.Le domande di ammissione ai Tirocini Formativi d’inseri-mento lavorativo, redatte in carta semplice, con allegato curriculum vitae e tutta la do-cumentazione riguardante il possesso dei requisiti, posso-no essere presentate esclusiva-mente a mano e direttamente dalla persona interessata (non inviate quindi attraverso il servizio postale di Stato), presso gli sportelli provinciali suddetti che garantiranno ido-neo servizio di accoglienza e ricezione delle domande fino al 20/03/2012, salvo pro-roghe eventualmente stabilite dalla Provincia di Latina.Le domande di partecipazio-ne al tirocinio formativo, sia da parte dei candidati che da parte delle aziende disponi-bili ad ospitare i tirocinanti, potranno essere consegnate tutti i giorni (escluso saba-to, domenica e giorni festivi)

dalle ore 9,00 alle ore 13,00 utilizzando gli appositi moduli disponibili presso gli stessi sportelli provinciali, i Centri per l’Impiego, le organizzazioni datoriali e sindacali, sul sito web della Provincia di Latina e dell’Agenzia Latina Formazione e Lavoro SpA, oltreché presso il settore lavoro e formazione della Provincia in Via Umberto I n. 37 Latina.

Luigi ParisellaPresidemte della Commissione Lavoro

e Formazione Professionale

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6 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

UN MOMENTODELLA LOTTA DELLE IDEE

L’anno scorso le celebrazio-ni del centocinquantesimo

anno dell’Unità d’Italia ha vi-sto le esaltazioni agiografiche e le rievocazioni oleografiche sprecarsi, anche perchè ca-deva in un momento politico in verità assai interessante per le sorti future del nostro Stato.Da ogni parte si sono fatti convegni e cerimonie e sono stati versati litri di inchiostro su riviste e quotidiani, ma nes-suno, ci pare, (nemmeno da parte di coloro che dicono di essere schierati su posizioni antisovversive) ha saputo, o voluto, considerare il proces-so unitario per quel che real-mente rappresentò e significò nel contesto della secolare lot-ta delle idee, che in quel tem-po si andava combattendo tra le forze della sovversione e quelle della Tradizione.Noi oggi che quelle celebra-zioni sono terminate, vorremmo soffermarci proprio sul significato ideologico del processo unitario e sulla colorazione che hanno assunto, di conseguenza, le succitate celebrazioni.Insomma cosa significò ed ancora ora cosa significa l’Italia unita per certe forze politiche, che, ieri, operavano dietro le quinte della storia ed oggi si sono manifestate alla ribalta, non essendo più nessuno capace di contrastarle e contenerle efficacemente e validamente.Roma capitale segnò, ad esempio, la fine del processo di unificazione nazionale che, inizia-tosi e sviluppatosi nei primi decenni del secolo decimonono non solamente con le guerre di in-dipendenza, ma anche e soprattutto con i moti liberali e democratici, che erano esplosi nei sin-goli stati italiani, si concludeva clamorosamente con la caduta del potere temporale dei Papi.Con Roma capitale, d’altro canto, finì l’assalto metodico e puntiglioso, alle volte sotterraneo ed occulto, altre volte palese e diretto, delle forze giacobine, atee e democratiche contro le ultime roccaforti dei principi tradizionali di gerarchia, ordine, autorità, onore e fedeltà; e simultanea-mente iniziò prima il dilagare e l’affermarsi incontrastato delle dottrine del terzo stato, il costituzionalismo, il liberismo e la democrazia

e poi l’attacco frontale alla società tradizionale ed alla religione di quelle del quarto stato, il socialismo ed il comunismo.È inutile ripetere, ancora una volta, in questa sede, che non si pensa neppure mettere in di-scussione l’unità d’Italia in quanto tale (fatto, in-vero, necessario, indispensabile ed improroga-bile) quanto piuttosto le basi culturali ed ideali sulle quali tale unità fu realizzata. Un’unità, che è bene ripeterlo, era voluta da tutti, anche dai sovrani borbonici, anche dai controrivoluzio-nari come Solaro della Margarita, anche dai pensatori tradizionalisti come Joseph Maistre, il quale, a proposito dei moti per l’indipenden-za, esclamerà, riscuotendo, per questo, le sim-patie dei neoguelfi: «Così tutti i popoli si sono accordati nel porre in primo piano tra gli uo-mini grandi quei fortunati cittadini che ebbero l’onore di strappare il loro paese al giogo stra-niero. Eroi se riuscirono, martiri se fallirono, i loro nomi attraverseranno i secoli».In sostanza, quello che si temeva, da parte dei sostenitori «del trono e dell’altare», era che l’unità si facesse non per l’unità fine a se stessa, ma per affermare quei principi egualitaristici e sovversivi propri della rivoluzione francese ed a totale vantaggio delle logge massoniche.

E che questi timori fossero fondati lo dimostra, se an-cora ve ne fosse bisogno, e lo conferma uno storico che certamente non può essere tacciato di simpatie a favore dei conservatori e che è noto a tutti essere stato di orienta-mento liberale, Adolfo Omo-deo, il quale nei suoi «Aspetti del Cattolicesimo della Re-staurazione», parlando del-l’atteggiamento dell’Austria nei confronti di Murat, scrive: «neppure l’Austria, che vo-leva consolidare la sua ege-monia nella penisola, poteva convenire la presenza nella penisola di quel re (Murat n.d.r.) che da un momento all’altro poteva mettere fuoco alle polveri col programma alimentato dalle logge mas-soniche, “dell’Italia unita”; e poi ancora, Murat per di-fendersi dalla Restaurazione:

«rispose preparando una contrapposta levéé de bocliers, una vasta cospirazione nelle logge massoniche di tutti i malcontenti della Restaura-zione col programma dell’Italia unita». Perciò nessuno nasconde più che il tema, il mito e la bandiera dell’unità d’Italia non furono altro che la molla per muovere ambienti ed uomini in funzione antitradizionale, che, altrimenti, non si sarebbero gettati in un’impresa, che per quei tempi ebbe un indubbio carattere di sovversi-vismo.Del resto, non vi sarebbe più la ragione per-chè si debba nascondere o travisare il motivo fondamentale che dette luogo alla unificazione d’Italia. Infatti, tutte quelle forze che operarono, ieri, dietro le quinte, oggi, con l’avvento della tecnocrazia, sono uscite allo scoperto.La verità è che da quel momento e per la prima volta nel corso degli ultimi secoli si apriva una crisi tra lo Stato italiano e la Chiesa che non solo avrebbe sottratto allo Stato una gran mas-sa di energie cattoliche, ma creava una que-stione che si sarebbe riproposta ad ogni gover-no italiano come un’insormontabile impasse che sarebbe stata superata soltanto dopo circa 60 anni, nel 1929, con i patti Lateranensi, che chiudono la questione romana definitivamente

Il bilancio delle celebrazioni per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia

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77 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

e dignitosamente tra lo Stato e la Chiesa.La Chiesa vede soddisfatte le sue ragioni di principio e si accorge che lo Stato ha superato quasi del tutto le sue pregiudiziali anticlericali e filomassoniche, ponendosi sullo stesso piano della Chiesa per quanto riguarda il rifiuto delle tradizioni giacobine.Lo Stato italiano, e per esso il fascismo, pur non rifiutando del tutto la tradizione liberale (e questo secondo noi fu una delle insufficienze del regime), che aveva portato all’unità ed alla presa di Roma, respinge i miti della rivoluzione francese e tutto l’impianto ideologico che aveva dato vita ai moti unitari, coltivando l’idea che la presa di Roma era stata una necessità, affin-ché l’Italia potesse avere un ubi consistam a cui riferirsi, delle tradizioni a cui ancorarsi, delle vestigia di un passato seppur lontano, che solo a Roma si potevano ritrovare; e suggerendo l’idea che perchè Roma assolvesse con dignità ai suoi compiti di grandezza religiosa ed anche politica era necessario che avesse come inter-land non un piccolo Stato, ma una grande nazione, con un grande popolo ed un grande stato così come i tempi richiedevano.Ambedue gli Enti ormai si reggevano sugli stessi prin-cipi culturali ed ideologici, salvo poche eccezioni; i principi egualitaristici e democratici che nel risor-gimento li aveva contrap-posto, furono soppiantati dai principi di autorità e gerarchia.Con la conclusione del-l’ultima guerra mondiale, invece, essendo riemer-se tutte quelle forze, che erano state per 20 e più anni imbrigliate se non eliminate, rifece ca-polino da parte dello stato italiano, che aveva costituzionalizzato gli accordi del Laterano, l’interpretazione democratica del risorgimento e della Presa di Roma; e si parlò di secondo risorgimento a proposito della resistenza (non con tutti i torti) e si dette la prevalenza non più al momento politico unificatorio della presa di Roma, ma al momento ideologico egalitarista ed antitradizionale.La stessa Chiesa iniziò a rivedere le sue po-sizioni, a fare l’autocritica, ad adeguarsi al mondo che la circondava, mettendo in ombra i principi per i quali si ora battuta nei secoli precedenti. E questo processo di revisione è giunto a tanto che, proprio in occasione delle celebrazioni commemorative dei 150 anni del-l’unità d’Italia si sono visti alti prelati esaltare il processo unitario senza un minimo distinguo e senza alcuna riserva sulle basi culturali ed ideologiche che lo avevano caratterizzato.In effetti si è verificato nel corso dell’ultimo mezzo secolo del Novecento, dal punto di vista

delle idee, una vera e propria frana in senso sovversivo.Nel 1870, infatti, lo Stato italiano era pregno di impostazioni anticristiane ed antitradiziona-li, mentre la Chiesa restava ferma, solida ed irremovibile sulle sue posizioni antiliberali ed antidemocratiche. Nell’ultimo scorcio del se-colo scorso invece, la Chiesa «si adegua» ed assume la stessa Weltaschauung. che prima, in ogni modo, aveva, cercato di combattere.Ecco perchè la celebrazione dell’anno scorso ha visto uniti ed in pieno accordo i rappresentanti dell’una e dell’altra parte; trascurando quello che in realtà l’Italia e Roma avrebbero potuto e dovuto rappresentare per gli italiani e per i cattolici. Tutto questo perchè ci troviamo di fronte ad uno stato che trova la sua legittimità non dall’alto e che intende essere solamente un’amministrazio-ne di beni e di interessi materialistici, giammai rappresentare un’idea superiore e trascenden-te.

Tutto questo perchè ci troviamo di fronte ad una parte della Chiesa, che intende essere sempre meno cattolica e romana e sempre più demo-cratica e popolare; tanto da diventare, in que-sto sì, sempre più «conciliante» e «sensibile alle esigenze del mondo e della società».Per tutte queste ragioni abbiamo sempre letto il processo unificatorio italiano, che prima o poi doveva pur avvenire, (ma non è detto che era necessario avvenisse e si compisse sulla base di dottrine che non hanno nulla di «romano» e tantomeno di «cattolico») come una fase del-l’immane, secolare scontro, di due dottrine, di due concezioni del mondo: quella tradizionale e quella sovversiva. Sarebbe stato bene, perciò, prima di tuffarsi a capofitto in indiscriminate celebrazioni che si fosse operata una distinzione e si fossero giudicati quegli avvenimenti per quel che in realtà sono stati e per quello che hanno rap-presentato o rappresentano per la storia della nostra nazione e soprattutto per la storia della battaglia delle idee che da secoli si sta combat-

tendo tra le forze del caos (disordine) e quelle del cosmos (ordine). Si consideri, quindi, senz’altro positiva l’unità d’Italia e con essa la presa di Roma nella misu-ra in cui questi avvenimenti vollero significare e significano per noi il tentativo di unificare più genti aventi la stessa lingua, la stessa religione, le stesse tradizioni in un unico stato e quindi in un’unità di forze e di destini che abbiano un disegno storico da realizzare, una idea, come si diceva una volta, imperiale da affermare,Si consideri, però, senz’altro negativa tutta la vicenda, se si esamina dal punto di vista «del-le idee che muovono il mondo»; ed in questo caso non possiamo esimerci dal constatare che coloro che vollero l’unità non erano altro che agenti, spesso inconsapevoli, del movimento antitradizionale, operante sul piano interna-zionale, contro il quale anche noi ci saremmo battuti. L’unitarietà e la sintonia che sono emerse dalle celebrazioni dei 150 anni non significano, dun-

que, che si sia ripristinato l’antico rapporto organico tra Stato e Chiesa e tanto-meno che lo Stato abbia rinunciato alle sue prero-gative giacobineggianti, convertendosi ed abbeve-randosi ai principi della Chiesa di Pio IX, di Leone XIII, di Pio XII, di Giovani Paolo II e di Benedetto XVI.E che questa valutazione sia la giusta lo dimostra il fatto che tutte le cele-brazioni dell’anno scorso sono state caratterizzate dalle forze laiciste e radi-cali.Invece noi avremmo prefe-rito, ad esempio, almeno

una messa per ricordare tutti indistintamente i protagonisti di quel periodo storico; i bersa-glieri caduti per prendere Roma ed i soldati pontifici caduti per difenderla; i martiri cadu-ti per l’unità d’Italia in buona fede ed i legit-timisti caduti in nome del loro re e della loro religione; l’intellettuale liberale che si immolò volontario nelle guerre di indipendenza e per il contadino borbonico e i giovani alfieri che, seguendo il loro re a Gaeta, morirono senza alcun riconoscimento.Solo in questo modo si sarebbero potute evitare le speculazioni di parte e si sarebbe potuto inse-rire tutta la vicenda dell’unità d’Italia nel solco di una tradizione sicuramente antisovversiva che affonda le sue radici nella storia d’Europa e che ha i suoi fondamenti nei principi di onore e fe-deltà. Una tradizione che da questi avvenimenti, invece che distrutta e vilipesa, sarebbe stata rin-vigorita ed attualizzata, perchè fecondata dal sangue di tutti gli eroi ed i martiri caduti sulle due barricate. Vincitori e vinti insieme.

Riccardo PedrizziSenatore della Repubblica

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8 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

LA PROVINCIA SOSTIENEL’INIZIATIVA DEL COMITATO ‘NO PARCO’

Presentazione informale in Commis-sione bilancio del neo assessore

Fulvia Frallicciardi.L’incontro, organizzato dal vice presi-dente della Provincia di Latina Renzo Scalco, ha permesso ai componenti della commissione bilancio, ma anche ai consiglieri di Gaeta Mauro Sasso e Salvatore Di Maggio presenti all’incon-tro, di scambiare opinioni sul metodo di lavoro che la stessa Commissione ha sostenuto nel corso dei questi primi tre anni di consiliatura.In seguito, ha raggiunto il luogo del-l’incontro anche il presidente Armando Cusani, il quale aveva modo di porre l’accento sulle ottime qualità tecniche e di mediazione politica del neo asses-sore.Il colloquio terminava con un aperitivo offerto dal vice presidente della Pro-vincia e presidente della Commissione bilancio, Renzo Scalco.

“No al Parco di Campo Soriano”

«A seguito del sopralluo-

go effettuato ieri con l’architetto Fabio Zaccarelli e l’ingegner Ame-rico Iacovacci dell’ufficio tecnico dell’Ente, unita-

mente al sindaco di Norma e avendo rice-vuto dichiarazione di assenza di pericolosità per quanto riguarda la caduta massi da parte di Domenico Roco, responsabile dei lavori per il Comune di Norma, la strada provinciale Norbana verrà riparte al traffico

veicolare controllato, a senso unico alterna-to, a partire dalle ore 6 di lunedì 27 febbraio 2012, fino alle ore 18.Questa disposizione di disciplina del traffico veicolare rimarrà in vigore fino al termine dei programmati lavori per la definitivamen-te messa in sicurezza del versante interessato dalle frane.Credo che ancora una volta la Provincia di Latina si sia dimostrata sensibile alla tutela degli automobilisti e alla collaborazione istituzionale, salvaguardando gli interessi di tutti cittadini di Norma».

Salvatore De MonacoAssessore ai Lavori Pubblici

Presieduta dall’assessore provinciale al-l’Agricoltura, Caccia e Pesca Enrico Tie-

ro, alla presenza di un folto pubblico e alla presenza del delegato provinciale Roberto Migliori, degli assessori Longo, De Angelis e De Grego-rio (Comune di Terraci-na), Pecchia (Comune di Monte S. Bia-gio), del Pre-sidente del Comitato No Parco Prof. Sanalitro, or-ganizzatore della riunio-ne che si è tenuta nella sede di Cam-po Soriano. «La Provincia di Latina tramite il Presidente Cusani e il mio assessorato - ribadisce l’assessore Tie-ro - tiene a cuore tale problematica e si è impegnata a risolverla. Tanto che ha già risposto alla proposta di legge con la quale se ne chiede l’abroga-zione della stessa che ha costituito il Parco. Siamo sempre più convinti che il territorio

va vissuto e che porteremo avanti le nostre proposte anche in consiglio provinciale, visto che la maggioranza dei consiglieri è d’accordo. Ma dico di più, lo stesso presidente Cusani

ha già interes-sato lo stesso CAL, ovvero il Consiglio A u t o n o m i e Locali. Questa che sta portando avanti il Co-mito No Par-co è una bat-taglia giusta e saremo loro vicino perché non è possi-bile ingessare il territorio, fermo restan-

do che lì dove si deve va salvaguardato». «Questo Comitato - tiene a sottolineare dal canto suo il Presidente Prof. Sanalitro - propende per ridimensionare dei confini riportando al monumento naturale di Cam-po Soriano, come tutti i siti di importanza nazionale, perché siamo i depositari e guardiani di questi luoghi».

PRESENTAZIONE IN COMMISSIONE BILANCIO DEL NEO

ASSESSOREFRALLICCIARDI

DALLE 6 DI LUNEDI 27 FEBBRAIORIAPRE LA PROVINCIALE NORBANA

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97 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

LA DISCUSSIONE SI SPOSTAIN CONSIGLIO PROVINCIALE

Nell’attesa che il prossimo 9 marzo sia porta-ta all’attenzione del Consiglio provinciale la

proposta denominata “Le Vie del Mare - Portua-lità, Retroportualità e Inland Terminal del Basso Lazio: Sviluppo dei Mercati della Logistica e dei Trasporti con riferimento alla Provincia di Lati-na”, riprende l’interesse, anche mediatico, su un tema importante per l’economia della Provincia di Latina, del Basso Lazio e dell’Italia Meridionale. La Provincia, come si ricorderà, partì nei primi mesi del 2011con una missione internazionale per capire come alcuni porti e interporti del Me-diterraneo stessero affrontando la crisi, per poi commissionare una ricerca ad hoc all’Università’ Federico II di Napoli, oggetto di discussione del Consiglio provinciale del 9 marzo 2012. Dalla ricerca sono emerse una serie di interessan-ti indicazioni per una vasta area geografica che comprende oltre la Provincia di Latina anche quel-le di Frosinone, Campobasso e Caserta, dove il porto di Gaeta insieme al potenziamento dei suoi spazi retroportuali, assi viari e collegamenti ferro-viari, potrà avere un ruolo strategico.A questo positivo attivismo nel predisporre studi di fattibilità da parte della Provincia di Latina, ha fatto da contraltare negli ultimi giorni la presunta volontà della Regione Lazio di realizzare un di-stretto logistico a nord di Roma, dove a differenza delle province di Latina e Frosinone non esiste una significativa e giustificabile presenza industriale per far nascere un distretto logistico.Notizia che se confermata porta a dedurre che

forse nella Capitale non conoscono a fondo quelli che sono gli indici di riferimento, sia economici sia produttivi della nostra regione.La Provincia di Latina è dunque consapevole che sul suo territorio esistono tutte le condizioni per fare bene, per questo ha intrapreso un percor-so che pone al centro il rilancio della questione intermodale nel Sud Lazio, guardando con forte interesse alle vie del mare sia per il traffico crocie-ristico sia per le Autostrade del Mare.Del resto alle spalle del porto di Gaeta vi sono interessanti realtà produttive: le auto, il farmaceu-tico, il chimico, l’ortofrutta, da sempre alla ricerca di uno sbocco a mare.«A rafforzare la bontà del nostro lavoro - afferma il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani - vi è inoltre uno studio dalla Svimez sul-la Ripresa economica e ruolo del Mezzogiorno, presentato nei giorni scorsi alla V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Tra le principali aree di un programma di sviluppo identificate dalla Svimez vi sono le filiere territoriali logistiche, che ipotizzano un’area vasta che con-templi un porto commerciale, spazi retroportuali e attività economiche che presentino un forte orien-tamento alle esportazioni. Perché - afferma Svimez - le attività presenti nel-l’area possono avere notevoli vantaggi, qualora le aree prossime ai porti fossero idoneizzate “a retroporti”, cioè ambiti attrezzati dal punto di vista infrastrutturale e collegati alle attività economiche presenti nell’area.

In altri termini ciò significa “produttivizzare” il ter-ritorio in senso logistico per promuovere un au-mento dell’occupazione e delle esportazioni. I luoghi individuati nel lavoro svolto da Svimez sono: area vasta dell’Abruzzo meridionale; area vasta del Basso Lazio e dell’alto casertano, area vasta Torrese-Stabiese, area vasta Pugliese Bari-Taranto-Brindisi, area vasta della Piana di Sibari, area vasta Catanese (Sicilia orientale); area vasta della Sardegna settentrionale. I settori delle Filiere Territoriali Logistiche individua-ti fanno capo prevalentemente all’agroalimenta-re di eccellenza (pasta, vino, olio, conserviero, caseario, ecc.) e ai settori dell’utensileria e della meccanica che trovano nel mezzogiorno alcune presenze significative. È chiaro, però, che il settore del trasporto maritti-mo e della logistica portuale per essere competiti-vo necessita di efficaci interventi di potenziamento della capacità concorrenziale del territorio e delle imprese.Per questo - conclude Cusani - stiamo portando avanti efficaci azioni per il rilancio dei trasporti ferroviari area merci su alcuni scali presenti sul territorio e costituendo una vera e propria cabina di regia tecnica, che abbracci la logistica portuale e tutte le attività legate all’economia del mare.Un percorso che nasce da una forte base scienti-fica e di mercato che si arricchisce ogni giorno di contenuti ed esperienze».

Everardo LongariniPortavoce del Presidente Armando Cusani

Sviluppo dei Mercati, della Logistica e dei Trasporti

Stiamo portando avanti efficaci azioni per il rilancio dei trasporti ferroviari area merci su alcuni scali presenti sul territorio e costituendo una cabina di regia tecnica, che abbracci la logistica portuale e tutte le attività legate all’economia del mare

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10 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

LINEE GUIDA PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI COORDINAMENTO REGIONALE DEI PORTI

D’Arco: «Le azioni politiche e progettuali della Provincia di Latina hanno smosso le acque stagnanti delle politiche regionali in materia di portualità turistica»

Apprendiamo dagli organi d’informa-zione che la Presidente Polverini, dopo

circa 2 anni di governo, ha presentato final-mente le “Linee Guida del Piano regionale di coordinamento dei porti e della costa laziale”. Allo stato attuale non conosciamo ancora gli indirizzi e i contenuti della pro-posta della Giunta regionale. Tuttavia non abbiamo alcuna esitazione ad esprimere il nostro giudizio positivo solo per il fatto che si apre final-mente una discussione seria su un tema strategico e di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e occupazionale della nostra regione. Si tratta di tematiche, sulle quali la Provincia di Latina si è fortemente impegnata sia con importanti progetti strategici sia con iniziative politiche e istituzionali, an-che fortemente critiche, nei confronti della Regione La-zio e dell’Autorità Portuale. In tale contesto, come Pro-vincia di Latina, siamo riu-sciti a produrre importanti studi scientifici e strumenti di programmazione territoriale che metteremo a disposizione della Regione Lazio senza alcuna esitazione. Mi riferisco in particolare alla promozione del Distretto produttivo della Nautica, allo studio delle Autostrade del Mare elaborato dalla Uni-versità Federico II di Napoli ed al Piano di Sviluppo Integrato dell’Economia del Mare,

condiviso ed approvato da tutti i comuni co-stieri della provincia di Latina. Mi auguro sinceramente che le “linee guida regionali” annunciate dalla presidenti Pol-verini non restino solo annunci ma si tra-sformino al più presto in atti amministrativi lineari ed in progetti veramente operativi in grado di coinvolgere pienamente le Auto-nomie Locali e l’insieme del sistema delle

imprese che ruota attorno all’economia del mare. Nelle more della definizione dell’aggior-namento del Piano regionale dei porti ci aspettiamo però , dalla Regione Lazio, atti amministrativi e risposte coerenti in merito alle problematiche attualmente aperte ed alle diverse iniziative progettuali già con-cretamente in atto sul territorio provinciale.

In particolare ci aspettiamo il rapido sbloc-co dei finanziamenti ministeriali concernen-ti il Porto di Rio Martino, l’attivazione degli interventi urgenti per la salvaguardia delle spiagge in erosione a Gaeta, Minturno, Sabaudia e Latina. Ci aspettiamo risposte chiare sui regolamenti regionali relativi ai pontili e i punti di approdo nelle Isole di Ponza e Ventotene. Ci aspettiamo infine

l’accelerazione delle Con-ferenze di Servizi relative ai progetti dei porti e degli approdi turistici già nelle fasi avanzate nei comuni di Formia, Gaeta, Terracina e San Felice Circeo. Si tratta di risposte possibili e concrete che possono es-sere date in tempi relativa-mente brevi , anche al fine di ridare fiducia a speranza al sistema imprenditoriale ed alla necessaria ripresa economica e occupazio-nale del nostro territorio. Diversamente le “linee gui-da” annunciate dalla pre-sidente Polverini rischiano

di rimanere sulla carta o peggio ancora di trasformarsi in uno spot elettoralistico inutile e dannoso. Per quanto ci riguarda siamo pronti a collaborare fattivamente, non a chiacchiere ma con atti amministrativi chia-ri e progetti concreti alla mano.

Silvio D’ArcoAssessore provinciale allo Sviluppo Economico

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IL BLOGDEL PRESIDENTE

DELLA PROVINCIA

ARMANDOCUSANI

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117 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

DELEGATI DEL PRESIDENTE CUSANI,A COSTO ZERO E PRODUTTIVI

Ho letto con attenzione su “Latina Oggi” l’articolo dal titolo “Delegati, questi sconosciuti”, dove è raccontata una realtà non veritiera.

Quindi diciamo subito che i delegati non sono oggetti misteriosi spuntanti non si comprende bene da quale pianeta, ma tutti ottimi professionisti espressione del territorio, con una grande volontà di impegnarsi nell’in-teresse dei cittadini pontini.Detto questo possiamo affermare, avendone contezza diretta, che il pre-sidente della Provincia ha scelto i suoi delegati senza tener conto del manuale Cencelli o rispondendo a ordini di partito, ma esclusivamente in virtù di competenze specifiche e voglia di lavorare dei soggetti coinvolti a sostenere il suo programma di mandato. È chiaro che al di là di questi fattori la scelta non può che essere stata fatta anche per il comune idem sentire politico e amministrativo tra i delegati e il presidente Cusani.Per quanto riguarda il mio impegno nei cinque mesi di delegata alla valorizzazione dei prodotti locali, marketing e promozione territoriale, questo ha comportato un lavoro di ascolto di tante aziende pontine: da quella che fabbrica bulloni a quella che produce oblò per imbarcazioni.Un impegno finalizzato nello stilare una lista prioritaria di fiere a cui far partecipare, con cognizione di causa, le tante realtà produttive della provincia pontina.Lista redatta e nella quale sono entrate fiere importanti come quella che si tiene ogni anno in Russia a discapito di quelle che si tengono in Spagna, che è la maggior concorrente di mercato per le nostre eccellenze locali, ad esempio.Contestualmente ho lavorato nell’organizzare un evento fieristico di spes-sore da tenersi all’interno dell’ex Rossi Sud. Progetto che non è continuato per la mia concomitante elezione a Consigliere regionale.Un’ultima considerazione di tipo economico: prima dei miei cinque mesi da delegata la Provincia di Latina aveva per la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali un budget di 350 mila euro.Attraverso la mia razionalizzazione la spesa è scesa a 250 mila euro, con un risparmio secco di 100 mila euro l’anno.Sappiano, infine, i cittadini della Provincia di Latina, che ai delegati del presidente Cusani non spetta alcun compenso. Come non spetta loro ave-re il telefonino pagato dall’ente o prebende varie.

Cetrone:«Nei cinque mesi da delegata ho fatto risparmiare alla Provincia 100 mila euro»

Per il dodicesimo anno consecutivo anche per il 2011-2012 la Polizia di Stato, in collaborazione con il Miur e l’Uni-

cef, ha indetto il concorso-progetto “Il poliziotto un amico in più” rivolto ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, da quelle dell’infanzia a quelle superiori. Anche quest’anno la Provincia di Latina (che nella scorsa edizione ha ottenuto il primato in due categorie) ha sottoscritto il concorso che, lunedì 5 marzo alle 10.30, verrà presentato ufficialmente ai ragazzi dell’Istituto Agrario San Benedetto di Borgo Piave grazie all’intermediazione della Delegata alle Pari Opportu-nità della Provincia di Latina, Filomena Sisca.Alla presenza del Questore di Latina, Alberto Intini, e del Provveditore agli Studi di Latina, Maria Rita Calvosa, il con-corso dal titolo “Tutti liberi, nessuno escluso nel rispetto del-le regole” verrà presentato agli alunni, un progetto inserito nell’ambito degli interventi volti a favorire lo sviluppo di una cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolle-ranza, della solidarietà e dei valori in genere su cui si fonda la società civile: «Mai come in questo momento storico - ha dichiarato Filomena Sisca - si rende necessario sensibilizzare i ragazzi al rispetto delle regole, presupposto indispensabile per garantire la libertà di ognuno di noi all’interno di una società civile. Abbiamo il dovere, come istituzioni, di far ca-pire ai giovani che sentirsi migliori facendo i bulli non porta a niente di buono, né per sé né per gli altri ma bisogna, piut-tosto, imparare il rispetto dell’altro per garantire il rispetto di noi stessi. Della formazione e della ricerca di qualità nell’inse-gnamento ho fatto le bandiere del mio impegno come politico e come insegnante, sta a noi far capire ai ragazzi che violare le regole sulla strada, a scuola, a casa, abusare di alcol e assumere droghe sono tutti comportamenti che ledono agli altri ma prima di tutto a noi stessi».

IL QUESTORE INTINIE FILOMENA SISCA

PRESENTANO IL CONCORSO“IL POLIZIOTTO,

UN AMICO IN PIU”

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12 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

TRE CENTRI DIALISI, 100 POLEMICHECetrone: «La pochezza politica di Alessandro Aielli e Roberto Reginaldi è sconfortante»

Al di là delle parole in li-bertà proferite dal duo

Aielli – Reginaldi, sui quali riferirò avanti, vorrei porta-re a conoscenza dei cittadi-ni una serie di interrogativi che mi sono stati posti da diversi ammalati di reni e dai loro parenti nei giorni che approfondivo il pro-blema: «a noi non importa – mi riferivano - avere uno ospedale sotto casa se la struttura rischia di caderci in testa mentre facciamo la dialisi, oppure ci tagliano i turni perché manca il per-sonale infermieristico spe-cializzato. A noi interessa avere un servizio puntuale, profes-sionale, per rendere meno amara la sfortuna di essere ammalati di una patologia cronica».Queste le inquietudini che hanno ispirato il mio in-tervento, certamente con-fliggente con gli interessi della mia rappresentanza politica in Regione Lazio. Sicuramente non comodo, anzi scomo-dissimo per chi deve essere strumento di governo del territorio e deve casomai per piccoli interessi di bottega essere ecumenico e minimizzare le eventuali difficoltà che si riscontrano.Ma con certe storie, come quella che vede coinvolti i dializzati di Sezze, Priverno e Terracina, bisogna aver il coraggio prima umano, poi civile e infine politico di dire come stano le cose e provare, se ve ne sono le condizioni, a cambiarle o a far sì che dal tema sul tappeto della discussione se ne esca con il minore danno possibile per chi ne è coinvolto.Questo per dire cosa? Per dire che è facile estrapolare, come ha fatto la strana coppia di Alleanza per l’Italia setina, poche frasi da un ragionamento serio per attaccarci sopra l’etichetta “di becera e scandalosa manovra politica che mira a favorire alcuni comuni a discapito di altri …”.Oppure, ricorrere in vista delle imminenti elezioni amministrative, al qualunquismo più retrivo e di memoria “frattocchiana”

dopo aver dormito il sonno dei giusti per quattro, cinque anni, svegliandosi di colpo e riscoprendo tutti i valori delle buone cause da combattere, compresa la sacra del car-ciofone.Per questo sono sicura che i cittadini - let-tori hanno compreso appieno la pochezza politica di Alessandro Aielli e Roberto Regi-naldi, capaci solo di sfruttare il disagio di persone che soffrono pur di ottenere, qui sì, 2 becere righe in cronaca. Per ritornare al problema dei dializzati in difficoltà a Sezze, Priverno e Terracina per la mancanza di personale e per Sezze e Pri-verno anche perché ospitati in sedi non cer-tamente idonee sotto il profilo strutturale, la soluzione che ho proposto: il trasferimento degli ammalati, dei dottori e del personale paramedico in quel di Priverno, permette di ottimizzare in un sol colpo il servizio che viene offerto anche per Terracina.Mi si permetta anche di dire che questa idea non è soltanto di chi scrive, ma è condivisa con chi oggi lavora con impegno nello spe-cifico settore, e nessuno ha mai detto che possa essere l’unica praticabile.

È chiaro che se poi si vuo-le difendere ad oltranza lo status quo del centro dialisi di Sezze, allora ogni ra-gionamento è fuori luogo, inopportuno, blasfemo, e hanno ragione Aielli e Re-ginaldi, ma anche Stefano Pariselli e Giorgia Bordoni, coordinatori del circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Terracina, i quali dimen-tichi dei disastri combinati da Marrazzo e soci hanno ancora il coraggio di aprire bocca sulla questione sani-tà.Se poi devo essere sincera, giacché tra poco a Sezze ci saranno le elezioni ammi-nistrative, mi domando con quale dignità e coerenza politica Aielli e Reginaldi si presenteranno al corpo elettorale per chiedere il voto.Due individui che hanno fatto il giro delle sette chie-se: Aielli, nato politicamen-te democristiano transitato

poi nel Partito Popolare Italiano, in seguito entrato nella Margherita poi confluito nel PD e infine approdato all’Api di Rutelli.Reginaldi invece lo abbiamo visto affaticar-si nel sostenere l’ex sindaco Lidano Zarra, dopo soltanto due mesi diventare un gran-de alleato del candidato a sindaco di Forza Italia Serafino Di Palma, per entrare poi nel Pdl dove insoddisfatto lo abbandona (?) e passa a Nuova Area, che lascia per appro-dare sulle ali dell’Api. Sì, l’Api, il partito di Rutelli, altro soggetto interessante al quale fregano milioni di euro sotto il naso senza neanche emettere uno starnuto.

P.S.Al responsabile dell’associazione dei dia-lizzati non posso che ribadire di stare tran-quillo, perché nessuno rema contro i diritti dei malati di Sezze o dell’intera Provincia di Latina. Anzi, tutt’altro!

On. Gina CetroneConsigliere regionale del Lazio

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137 marzo 2012 Armando Cusani NEWSLETTER

LSU: LE PROMESSE MANCATE E GLI ATTIAMMINISTRATIVI PASTICCIATI DELLA REGIONEGli assessori provinciali D’Arco e Martellucci sollecitano

il confronto politico-istituzionale con la Presidente Polverini

Sulla vicenda dei Lavoratori Socialmente utili impiegati nei diversi Enti Locali e territoriali

della provincia di Latina, assistiamo ad una in-comprensibile chiusura sia di ordine politico che amministrativo. Infatti da oltre 4 mesi lavoratori LSU, Sindacati , Sindaci e Amministratori loca-li, sono alle prese con una estenuante trattativa regionale finalizzata alla stabilità di oltre 100 lavoratori che hanno svolto le loro attività lavo-rative presso le Amministrazioni Pubbliche locali da circa un ventennio. L’Assessore regionale al Lavoro aveva promesso, dinanzi ai sindaci e sin-dacati, che nessuno di questi lavoratori sarebbe rimasto a “piedi” e che La Regione Lazio, entro il 31 dicembre 2011, avrebbe adottato tutti gli atti amministrativi e finanziari necessari per con-sentire concretamente agli Enti interessati di poter procedere alla definitiva trasformazione dei con-tratti a tempo determinato, nella prospettiva di un graduale e definitivo inserimento nelle piante organiche delle Amministrazioni pubbliche locali. Invece da 2 mesi i lavoratori LSU si trovano senza lavoro e senza alcun reddito, mentre all’orizzonte

non si intravvede alcuna prospettiva occupazio-nale davvero seria e credibile. Gli Uffici regionali, ignari delle normative fi-nanziarie che regolano le assunzioni negli Enti locali, continuano imperterriti a proporre atti e procedure amministrative pasticciate di dubbia legittimità che di fatto non trovano alcuna appli-cazione ai diversi livelli locali. A fronte delle inac-cettabili chiusure regionali il 23 febbraio scorso i sindaci interessati e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, attraverso il tavolo provinciale di concertazione, hanno approvato all’unanimità la richiesta di aprire urgentemente un confronto politico-istituzionale con la Presidente Polverini al fine di superare le incongruenze burocratiche e finanziarie che impediscono di avviare concreta-mente il corretto percorso per la stabilizzazione dei LSU. In tale contesto le mancate partecipazione del-la Regione Lazio, principale interlocutore, alle riunioni del tavolo di concertazione stanno im-pedendo lo svolgimento di un sereno e proficuo tra le parti sociali e istituzionali. A tutt’oggi, no-

nostante le sollecitazioni scritte e verbali inoltra-te sia dagli Enti Locali che dalle forze sindacali, non si registra alcun cenno di risposta da parte della Regione Lazio. Si tratta, affermano D’Arco e Martellucci, di comportamenti politici e istitu-zionali gravi e incomprensibili che certamente non aiutano la necessaria coesione, sia sociale che istituzionale. Per tutti questi motivi riteniamo essenziale, nell’esclusivo interesse dei lavoratori e delle istituzioni locali, sollecitare nuovamente e con urgenza l’apertura di un confronto politico-istituzionale serio e costruttivo con la Presidente Polverini.

Fabio Martellucci e Silvio D’ArcoAssessori provinciali

La giunta provinciale di Latina guidata dal Presidente Cusani ha licenziato le seguen-

ti delibere riguardanti i lavori pubblici per lo sviluppo locale, le opere scolastiche, la pesca marittima e la caccia. Si tratta di lavori di rea-lizzazione di una rotatoria in corrisponden-za dell’intersezione tra S.P. Fondi-Sperlonga e la S.P. Selvavetere (casotto rosso) redatto dall’arch. Medea Pinto per un importo di € 845.515,47; lavori di ampliamento del sot-tovia ferroviario al Km 138,045 della S.P. S. Sebastiano per un importo di € 1.210.630,00 redatto dall’ing. Giuseppe Chiota; lavori di completamento di pubblica illuminazione tratti dal km 0+350 al km 1+400 e dal km 1+500 al km 2+620 lato sinistro Migliara 45 redatto dall’ing. Domenico Gasbarrone per un impor-to di € 258.542,92; lavori di rifacimento pon-te sulla strada provinciale 102 “Selvavetere” al km 3+400; autorizzazione del pagamento dell’1° Certificato di Pagamento per un im-porto complessivo di € 78.696,20 in favore dell’Impresa Nomentana Srl di Roma per la-vori di messa in sicurezza di alcune strade co-

munali nel Comune di Aprilia; autorizzazione di pagamento dell’1 Certificato di Pagamento per un importo complessivo di € 164.553,92 in favore all’Impresa Papa Umberto SRL di Itri per lavori di sistemazione area polivalente nel Comune di Itri; autorizzazione del pagamento dell’6° e 1° Bis Certificato di Pagamento per un importo complessivo di € 37.537,97 in fa-vore dell’Impresa EDILTEAM srl di Latina per lavori di realizzazione incubatore di impresa con annessa espositiva all’ex Rossi Sud di Lati-na; autorizzazione del pagamento del residuo credito allo Stato Finale di Lavori di realizza-zione delle opere accessorie nel Complesso Parrocchiale S. Stefano Protomartite di Gaeta per un importo complessivo di € 9.045, 09 in favore dell’Impresa D.R. Costruzioni srl ; au-torizzazione del pagamento dell’3° Certificato di Pagamento per la quota relativa al capitolo finanziato con i suddetti fondi regionali per un importo complessivo di € 25.583,41 in favore dell’Impresa Sistema Srl di Roma; au-torizzazione del pagamento dell’9° Certificato di Pagamento per un importo complessivo di

€ 170.582,19 e di € 130.910,91 in favore dell’A.T.I GRAL Costruzioni Srl di Bracciano e Poduti Renzo di Roma. Ripartiti i fondi de-stinati all’acquisto di scuolabus ecologici per l’anno scolastico 2011/12 al Comune di Roc-casecca dei Volsci per interventi da realizzare nell’ambito del diritto allo studio ed assistenza scolastica; lavori di straordinaria manutenzio-ne presso la sede dell’Istituto Magistrale “A. Manzoni” di Latina; lavori di manutenzione straordinaria presso la sede del Liceo Classico “Vitruvio Pollione” di Formia; lavori di ristrut-turazione edilizia del complesso alberghiero dell’I.P.S.S.A.R “A. Celletti” di Gianola di For-mia. Approvato il documento formulato dal tavolo di partenariato sulla pesca marittima dando mandato al competente Settore Attivi-tà Produttive della Provincia e di trasmettere lo stesso alla Regione Lazio ed al Ministero delle Politiche Agricole (MIPAF) per l’esame e le eventuali determinazioni di competenza. Approvato i corsi per coadiutori per il controllo numerico di popolazione selvatiche.

LA GIUNTA CUSANI DELIBERA

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Storicamente la Donna ha sempre saputo interpretare bene e in maniera evolutiva

il suo ruolo all’interno della società, con suc-cessi nella professione, nel lavoro, nella vita culturale, con una crescita sempre costante.A tutto questo però, ancora oggi, non fa ri-scontro un’effettiva parità di genere. Il nostro rimane in ogni modo un universo dinamico, ricco di personalità coraggiose e meritevoli, con tanti modelli di Donna da seguire per la grande ricchezza umana e professionale che trasmettono.Un mondo all’interno del quale noi Donne siamo riuscite a strappare, con difficoltà, po-sizioni di primo piano in settori storicamente maschili e non solo nel panorama della im-prenditoria, del sociale e della politica.Dai dati statistici si evince chiaramente che le attività che le Donne sostengono e portano avanti sono più efficienti, efficaci, innovative, dinamiche, aperte alle nuove tecnologie e alle idee cosmopolite. Capaci, inoltre, anche di anticipare il futuro.Lo possiamo affermare a voce alta: noi ab-biamo capacità, doti relazionali, sensibilità di genere, che rappresentano la chiave di volta dello sviluppo sociale, culturale ed economi-co, soprattutto in un momento di profonda cri-si economica e sociale come quella attuale. Oggi possiamo rimarcare con forza e or-goglio il prezioso contributo che offriamo all’interno della società, rivendicando con coraggio un’effettiva parità di genere che non vuol dire solo pari condizioni di acces-so nella politica, nel lavoro, nel sociale, ma anche e soprattutto pari dignità e rifiuto di ogni forma di discriminazione, di violenza e soprusi.Violenze morali e fisiche che sono ancora troppo diffuse anche in paesi che si definisco-no civili e democratici come il nostro: troppe donne infatti sono sottoposte quotidianamen-te a forme di violenza inaccettabili.Spesso, però, la Donna non se ne rende conto perché la sofferenza diventa abitudi-ne e stile di vita, mentre nessuno denuncia o si ribella ad una violenza che i tecnici della materia definiscono multidimensionale.Una sorta di coacervo di violenza fisica e psicologica consumata soprattutto all’interno delle mura domestiche, che giunge fino ad atti di primitiva violenza sessuale da parte di

singoli o gruppi di criminali individui. È un grave fenomeno sociale che ha la sua immonda rappresentanza anche in nazioni cosiddette evolute, come in altre del terzo mondo e che coinvolge in maniera trasver-sale tutte le classi sociali.Un problema globalmente accertato a par-tire dal 1975 e certificato dall’ONU come reato più diffuso nel mondo.Peccato però che l’Onu riproponeva il dram-matico tema all’incirca 20 anni dopo quella dichiarazione d’intenti all’Assemblea gene-rale delle Nazioni Unite, che emanava la risoluzione n.54/134 istituendo la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, che si celebra ogni anno il 25 novembre.Dal 1999 la questione è diventata un proble-ma che si manifesta come paradigma delle varie culture e civiltà, travalicando ogni dif-ferenza geografica, religiosa e politica. Ed è e rimane una sfida ancora aperta che tutte noi abbiamo il dovere di continuare a combattere.Rilevo, dati alla mano, che il nostro terri-torio, rispetto alle altre regioni d’Italia, è quello dove è più elevato il nume-ro delle denunce per reati com-messi a danno delle Donne.Il Lazio è stato la prima regione a legiferare per fronteggiare questa vera e propria emer-genza sociale e culturale, da considerare poi che il primo intervento legislati-vo in materia risalga alla legge regionale n. 64 del 1993, diretta a garanti-re solidarietà, sostegno e soccorso alle vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di stupri e abusi sessuali.A questo primo passaggio ha fatto seguito la leg-ge regionale n.16 del 2009, che ne ha allargata la portata introducendo il principio fondamentale, che considera la violenza contro le donne una violazione dei diritti umani fonda-

mentali e ostacolo al godimento del diritto a una cittadinanza sicura, libera e giusta.La legge regionale n.3 del 2010 ha poi previsto uno stanziamento annuale per prevenire e contrastare lo stalking, e recen-temente la mozione n.170 (della quale an-ch’io sono firmataria), è riaffermato l’impe-gno della Regione Lazio nei confronti della preoccupante problematica.Come rappresentante istituzionale, ma an-cor prima come donna e madre, non posso accettare che nel 2012 una donna su cin-que subisca abusi fisici o sessuali da parte di un uomo e nel mondo è uccisa una don-na ogni otto minuti (dati OMS).Ricordare oggi l’Otto Marzo significa non solo porre l’accento sull’ordinaria straordi-narietà del lavoro che ogni donna svolge quotidianamente, ma anche contribuire a stratificare nell’immaginario collettivo la Cultura delle Pari Opportunità.Ricordo a noi stesse e a tutti che “I diritti delle donne sono diritti umani, il loro rispet-to qualifica le società come democratiche e ne definisce il grado di effettiva parità, di sviluppo e di civiltà”.

On. Gina CetroneConsigliere regionale del Lazio

Il Lazio è stato la prima regione a legiferare per fronteggiare questa vera e propria emergenza sociale e culturale, da considerare poi che il primo intervento

legislativo in materia risalga alla legge regionale n. 64 del 1993, diretta a garantire solidarietà, sostegno e soccorso alle vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di stupri e abusi sessuali

14 7 marzo 2012Armando Cusani NEWSLETTER

“DA DONNA A DONNA...OLTRE L’8 MARZO”

I diritti delle Donne sono diritti umani, il loro rispetto qualifica le società come democratiche e ne definisce il grado di effettiva parità, di sviluppo e di civiltà