La Voce del Popolo 2013 10

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ǯ° Ǥ “Sarà vero? Dopo Miss Italia, avere un Papa nero”. Così canticchiava alcuni anni fa il gruppo musicale dei Pitura Freska. Ed ora, alla vigilia del conclave, impazza sui giornali e nelle televisioni di tutto il mondo il toto Papa. Anche la “febbre” dei bookmaker, cioè le raccolte delle scommesse, è ormai alle stelle. Secondo i dati ufficiali dell’agenzia Paddy Power, la “battaglia” è tra Italia e Africa date rispettivamente a 2,75 e 3,00 dai quotisti. Un testa a testa che troverebbe conferma anche nella lista dei nomi: il nigeriano Francis Arinze è la prima scelta a 2,90, seguito a 3,25 dal ghanese Peter Turkson e dal canadese Marc Ouellet (6,00). Il primo ǯ italiano invece è Angelo Scola a 8,00, seguito da Tarcisio Bertone a 13,00 e da Angelo Bagnasco a 14,00. Si punta anche sul nome del prossimo Pontefice: Pietro è avanti a 5,00, Pio segue a 6,00, Giovanni Paolo e Giovanni sono a 7,00, mentre un altro Benedetto si gioca a 9,00. Dopo i nomi i bookmaker danno anche le quote su quanto durerà il conclave. Secondo molti tutto si risolverà nell’arco di 48 ore. Poco importa. Ma oltre le scommesse, lo sport dei retroscena circa alleanze, opposizioni e convergenze durerà fino all’elezione e non solo sui media, ma nelle sacrestie, tra i laici, i preti e le suore, nei bar e su Facebook (dove qualcuno si chiede anche se il vescovo Luciano potrebbe essere eletto Papa o dovrebbe essere cardinale). Insomma ce n’è per tutti i gusti e se da un lato c’è solo da sperare che quello che i cardinali devono fare, lo facciano presto, dall’altro tutto questo interesse sul Papa che verrà dice la vitalità e le attese che sono nel cuore di tanti e l’attenzione che in ogni caso è riservata alla Chiesa cattolica nel mondo. E qui entra la responsabilità di noi cristiani di questo tempo. La percezione, infatti, che ciò che accadrà non è un evento mondano, ma un evento di grazia non è semplice. Il conclave è un’occasione unica per proclamare il primato dello Spirito Santo che guida la Chiesa nel tempo. Immagino e vorrei che tutti percepissero i cardinali riuniti a Roma non come in un parlamento, ma in un clima e nello stile degli esercizi spirituali. Sono tutti uomini di Dio, hanno donato la loro vita al servizio della Chiesa; si sono impegnati ad annunciare il Vangelo fino all’effusione del sangue (questo significa il colore rosso che li distingue); sono intelligenti e provengono da ogni parte del mondo offrendo sensibilità e ricchezze singolari di fede e vita cristiana. Sono a Roma per eleggere il vicario di Cristo. Di questo segnale il mondo ha bisogno da parte della Chiesa. Penso ai cardinali soprattutto in ascolto dello Spirito Santo, ma anche della loro storia e della loro spiritualità. Magari in un tempo futuro lo faranno ancor più ampiamente attraverso il contributo di tutte le Chiese, delle associazioni, dei movimenti e dei cristiani che (anche attraverso la tecnologia) faranno giungere la loro voce per dare ancor maggior visibilità al “sensus fidelium”, ma oggi la preghiera della Chiesa è tutta per loro e per il futuro Papa. E se un pronostico proprio non ce lo possiamo far mancare io tiferei per un quasi sconosciuto, così come lo era Wojtyla, ma sono certo che la fantasia del buon Dio non ci deluderà. ǡ ǫ ǡ 8 marzo. Se da festeggiare è rimasto ben poco... Brescia. Laura Castelletti: passione per la città ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Junior Tim cup: dall’oratorio alla serie A Manager: riconoscere il merito, ma con equità La lezione ancora attuale di Dossetti ǤǤ Chiara Luce Badano, una vita che parla a tutti /$ 92&( '(/ 3232/2 Gli animali da compagnia, cani, gatti, uccelli e persino pesci sono importanti e vanno considerati: indifesi, bisognosi di cure, utili, in certi casi quasi indispensabili, in particolare per le persone sole. Gli animali sono capaci di donare af- fetto e fedeltà. Ciò detto e molto di più ancora si potrebbe dire, non sono d’accordo sulla pratica comunemente usata di sterilizzare questi poveri animali, maschi o femmine che siano. Si dice che è per impedire la nascita dei cuccioli, che poi non si sa a chi darli e che quindi bisogna sopprimere. Con tutto il bene che vogliamo all’amico animale, con questa pratica lo priviamo del suo piacere più grande, quello che Madre Natura gli ha dato, quello di perpetuare la specie. Vietiamo al nostro ani- male “di compagnia” di esercitare, nell’atto d’amore, vecchio come il mondo, la ragione della vita, nel mondo. So di andare contro corrente e non intendo scandalizzare nessuno, ma preferisco tribolare per collocare la cucciolata o, al limite (orrore) non sapere come fare a collocarla. La rondi- ne, quando i rondinotti sono troppi, butta fuori dal nido quelli in sovrappiù. È un gesto che fa soffrire, ma è più naturale di una castrazione chirurgica. Ǥ Ǥ Ǥ G s c c p p f f d d d si s poi p tutto t lo priv l gli ha d g male “di c m mondo, la ra m non intendo sca no cucciolata o, al ne, quando i ron È un gesto che f ǯ ° Ǥ ǯ Ǥ Ǥ

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Brescia c'é e cerca soluzioni utilizzando la nuova metropolitana e correndo per le vie della città lungo il percorso della maratona

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“Sarà vero? Dopo Miss Italia, avere un Papa nero”. Così canticchiava alcuni anni fa il gruppo musicale dei Pitura Freska. Ed ora, alla vigilia del conclave, impazza sui giornali e nelle televisioni di tutto il mondo il toto Papa. Anche la “febbre” dei bookmaker, cioè le raccolte delle scommesse, è ormai alle stelle. Secondo i dati ufficiali dell’agenzia Paddy Power, la “battaglia” è tra Italia e Africa date rispettivamente a 2,75 e 3,00 dai quotisti. Un testa a testa che troverebbe conferma anche nella lista dei nomi: il nigeriano Francis Arinze è la prima scelta a 2,90, seguito a 3,25 dal ghanese Peter Turkson e dal canadese Marc Ouellet (6,00). Il primo

italiano invece è Angelo Scola a 8,00, seguito da Tarcisio Bertone a 13,00 e da Angelo Bagnasco a 14,00. Si punta anche sul nome del prossimo Pontefice: Pietro è avanti a 5,00, Pio segue a 6,00, Giovanni Paolo e Giovanni sono a 7,00, mentre un altro Benedetto si gioca a 9,00. Dopo i nomi i bookmaker danno anche le quote su quanto durerà il conclave. Secondo molti tutto si risolverà nell’arco di 48 ore. Poco importa. Ma oltre le scommesse, lo sport dei retroscena circa alleanze, opposizioni e convergenze durerà fino all’elezione e non solo sui media, ma nelle sacrestie, tra i laici, i preti e le suore, nei bar e su Facebook (dove qualcuno si chiede anche se il vescovo Luciano potrebbe essere eletto Papa o dovrebbe essere cardinale). Insomma ce n’è per tutti i gusti e se da un lato c’è solo da sperare che quello che i cardinali devono fare, lo facciano

presto, dall’altro tutto questo interesse sul Papa che verrà dice la vitalità e le attese che sono nel cuore di tanti e l’attenzione che in ogni caso è riservata alla Chiesa cattolica nel mondo. E qui entra la responsabilità di noi cristiani di questo tempo. La percezione, infatti, che ciò che accadrà non è un evento mondano, ma un evento di grazia non è semplice. Il conclave è un’occasione unica per proclamare il primato dello Spirito Santo che guida la Chiesa nel tempo. Immagino e vorrei che tutti percepissero i cardinali riuniti a Roma non come in un parlamento, ma in un clima e nello stile degli esercizi spirituali. Sono tutti uomini di Dio, hanno donato la loro vita al servizio della Chiesa; si sono impegnati ad annunciare il Vangelo fino all’effusione del sangue (questo significa il colore rosso che li distingue); sono intelligenti e

provengono da ogni parte del mondo offrendo sensibilità e ricchezze singolari di fede e vita cristiana. Sono a Roma per eleggere il vicario di Cristo. Di questo segnale il mondo ha bisogno da parte della Chiesa. Penso ai cardinali soprattutto in ascolto dello Spirito Santo, ma anche della loro storia e della loro spiritualità. Magari in un tempo futuro lo faranno ancor più ampiamente attraverso il contributo di tutte le Chiese, delle associazioni, dei movimenti e dei cristiani che (anche attraverso la tecnologia) faranno giungere la loro voce per dare ancor maggior visibilità al “sensus fidelium”, ma oggi la preghiera della Chiesa è tutta per loro e per il futuro Papa. E se un pronostico proprio non ce lo possiamo far mancare io tiferei per un quasi sconosciuto, così come lo era Wojtyla, ma sono certo che la fantasia del buon Dio non ci deluderà.

8 marzo.Se da festeggiareè rimasto ben poco...

Brescia.Laura Castelletti:passione per la città

Junior Tim cup:dall’oratorioalla serie A

Manager: riconoscere il merito, ma con equità

La lezioneancora attualedi Dossetti

Chiara Luce Badano,una vita che parlaa tutti

Gli animali da compagnia, cani, gatti, uccelli e persino pesci sono importanti e vanno considerati: indifesi, bisognosi di cure, utili, in certi casi quasi indispensabili, in particolare per le persone sole. Gli animali sono capaci di donare af-fetto e fedeltà. Ciò detto e molto di più ancora si potrebbe dire, non sono d’accordo sulla pratica comunemente usata di sterilizzare questi poveri animali, maschi o femmine che siano. Si dice che è per impedire la nascita dei cuccioli, che

poi non si sa a chi darli e che quindi bisogna sopprimere. Con tutto il bene che vogliamo all’amico animale, con questa pratica

lo priviamo del suo piacere più grande, quello che Madre Natura gli ha dato, quello di perpetuare la specie. Vietiamo al nostro ani-

male “di compagnia” di esercitare, nell’atto d’amore, vecchio come il mondo, la ragione della vita, nel mondo. So di andare contro corrente e

non intendo scandalizzare nessuno, ma preferisco tribolare per collocare la cucciolata o, al limite (orrore) non sapere come fare a collocarla. La rondi-ne, quando i rondinotti sono troppi, butta fuori dal nido quelli in sovrappiù. È un gesto che fa soffrire, ma è più naturale di una castrazione chirurgica.

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l mondo femminile è quello che sta pagando il prezzo più alto della crisi economica in at-to. L’affermazione di Giovanna Mantelli, della segreteria gene-

rale della Cisl di Brescia, è categorica, di quelle che non ammettono repli-che. Partire da questa constatazione per parlare di 8 marzo e di festa della donna può essere un azzardo. “No – afferma ancora la sindacalista – per-ché l’8 marzo con l’attenzione che ge-nera può diventare un’occasione pro-pizia non tanto per festeggiare ma per riflettere su una situazione ormai gra-vissima che richiede risposte urgenti ed efficaci”. D’altra parte a suggerire questa particolare angolatura da cui trattare una data come quella dell’8 marzo sono tante statistiche, tante analisi autorevoli che “certificano” lo stato di difficoltà, quasi di agonia, del rapporto donna-lavoro in Italia (e Brescia non fa certo eccezione!). Eu-rostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, nelle scorse settimane ha messo in risalto il persistente divario fra i livelli di occupazione di uomini e donne che in Italia si presenta molto più evidente rispetto alla media euro-pea. Da una comparazione tra livelli occupazionali maschili e femminili con altri quattro Paesi dell’Unione (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito) l’Italia presenta il più basso tasso di occupazione femminile per ogni anno del campione. Secondo l’in-dagine di Eurostat le donne italiane hanno risentito di più del freno occu-pazionale imposto dalla crisi rispetto alla componente maschile. Ma c’è di più, purtroppo. Nonostante altri studi condotti dall’Unione europea confer-mino che le donne italiane sono più brillanti degli uomini negli studi (nel 2010 il 59% dei laureati italiani è sta-to costituito da donne), continuano a persistere evidenti differenze per quel che concerne la retribuzione. In media una donna percepisce un sala-rio inferiore del 20% a quello di un uo-mo. Per raggiungere la parità salariale (guadagnare tanto quanto un uomo) una donna deve lavorare 59 giorni in più dei colleghi maschi. Si tratta di dati esemplari che, sempre secondo Giovanna Mantelli della Cisl (nella fo-to), non danno la giusta misura della drammaticità della situazione quando

Se da festeggiare è

poi un ulteriore elemento che sinda-calista porta a riprova del drammati-co rapporto donna-lavoro anche nel Bresciano. “La richiesta alla famiglia di una compartecipazione sempre più pesante ai costi di erogazione di alcuni servizi assistenziali – afferma Giovanna Mantelli – ha aumentato an-che nel Bresciano il numero dei rien-tri in famiglia con il peso della cura e dell’assistenza addossato a donne che sono così costrette a lasciare il posto di lavoro”. Per tutti questi motivi la sindacalista della Cisl non esita a defi-nire quella attuale come una stagione in cui il diritto al lavoro della donna è sottoposto a pesanti attacchi, sen-za che si cerchino rimedi praticabili a questo problema. La ricorrenza dell’8 marzo potrebbe diventare occasione per prestare la dovuta attenzione a quelle buone prassi che pure esisto-no per garantire la donna che lavora, ma che pochi conoscono. È ancora Giovanna Mantelli a fornire gli esem-pi. “La Regione Lombardia – afferma – ha emesso recentemente due ban-di sugli elementi di conciliazione, con una dotazione complessiva di 8,3 mi-lioni di euro. Metà di questa dotazione è stata destinata alla conciliazione”. A tutte le donne che rientrano nel posto di lavoro entro il compimento del pri-mo anno di vita del figlio, hanno a di-sposizione un contributo di 1600 eu-ro, erogabile in otto rate di 200 euro, per pagare alcuni servizi. “Il secondo bando – continua Giovanna Mantelli – è destinato invece alle aziende per progetti di welfare aziendale. Sono poche però le realtà che approfitta-no di questa occasione, rinunciando a una serenità delle dipendenti che si traduce, dati alla mano, in maggiore produttività”.

dal generale si passa al particolare. La “lacuna” è colmata dalla stessa sinda-calista: “Solo nel Bresciano – afferma – anche se il dato è del 2011, sono sta-te 871 le donne che si sono licenziate entro il primo anno d’età del figlio. Un numero impressionante in una stagio-ne in cui si dovrebbe fare di tutto per tenersi ben stretto il posto di lavoro. Un numero dovuto alla mancanza sul territorio di servizi efficaci di soste-gno alla maternità e, soprattutto, ai costi molto alti per l’accesso a quelli esistenti”. Se 871 sono le donne “vo-lontariamente” costrette a lasciare il posto di lavoro, quante sono quelle che lo perdono per effetto della crisi? “Tantissime – è la risposta di Giovan-na Mantelli – perché la donna è quella più esposta ai rigori della crisi”. C’è un comparto che più di altri ha subito gli attacchi della stagione di grande diffi-coltà che il Paese sta attraversando: ed è quello dei servizi alla persona e della cooperazione sociale. “Si tratta di un settore – continua la sindacalista

– in cui è storicamente prevalente il li-vello di occupazione femminile”. Con uno Stato che in tre anni ha ridotto del 70% i fondi per le politiche sociali e con i Comuni che, per via del vincolo costituito dal rispetto del patto di sta-bilità, sono stati costretti ad attuare drastici tagli il settore dei servizi alla persona e della cooperazione è stato il primo a essere investito da questo tsunami, con la fuoriuscita dal merca-to del lavoro di tante donne. “Per la prima volta nel Bresciano – è la con-ferma di Giovanna Mantelli – abbiamo dato assistenza a tante cooperative nei percorsi per l’accesso alla cassa integrazione e a quella in deroga”. C’è

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istituti di ricerca che certificano nel Paese l’esistenza di elementi di chia-ra discriminazione tra la donna e l’uo-mo? “Se da un lato – afferma l’asses-sore Taurisano – mi conforta sapere che altri Paesi sono stati in grado di compiere questo cammino che è pri-ma di tutto culturale, dall’altro mi con-ferma nella convinzione che servano anche politiche nuove: quelle per la famiglia, per un nuovo welfare che non si limiti soltanto all’assistenziali-smo ma che sia più partecipato con la valorizzazione del territorio, politiche capaci di coinvolgere anche il tessu-to produttivo”. Forte delle sue espe-rienze l’Assessore al coordinamento

e organizzazione dei tempi e degli orari della città è convinto infatti che quando si pensa alla famiglia e, alla doppia fatica che molto spesso toc-ca alla donna “bisogna pensare a un coinvolgimento complessivo del ter-ritorio, aziende comprese, nella defi-nizione di tempi a misura di famiglia. È necessario mettere in campo una riflessione complessiva che metta al centro la persona”. È un tema su cui negli anni della sua esperienza in Log-gia ha avuto modo di tornare più vol-te, chiedendo alla politica la capacità di scelte integrate “perché – afferma – non c’è ambito delle politiche ammini-strative che debba essere escluso dal-la costruzione di una città che sappia mettere al centro la persona, uomo o donna, bambino o anziano, sano o ma-lato che sia”. Proprio su questo fronte Claudia Taurisano ha sperimentato la solitudine e la mancanza di capacità di coordinamento della politica che spesso si è rilevata più competitiva che collaborativa. Sollievo, confron-to e aiuto, anche nella configurazione di una città capace di mettere al cen-tro la persona le sono giunti però dal mondo delle associazioni e del non profit che ha potuto incontrare grazie alla delega alla sussidiarietà.

“Brescia a livello nazionale è realtà di eccellenza e rispetto a tante altre zone del Paese ed è più vicina al raggiungi-mento degli obiettivi di Lisbona”. Ad affermarlo è Claudia Taurisano (nella foto) assessore della giunta Paroli e ti-tolare delle deleghe al coordinamento e organizzazione dei tempi e degli ora-ri della città in attuazione della legge regionale 28 del 2004. Nella giunta di Palazzo Loggia si occupa di questio-ni da cui dipende la piena attuazione delle pari opportunità tra uomo e don-na, dal cui mancato rispetto anche nel Bresciano, dipende molto di quella si-tuazione di disagio denunciata anche in queste pagine. “Personalmente – è la precisazione dell’assessore Tauri-sano – oltre ai temi dell’occupabili-tà femminile, della discriminazione salariale ancora esistente, mi piace parlare di pari responsabilità, di quel passaggio culturale che consenta di andare oltre gli stereotipi, i ruoli”. Un passaggio che ha sperimentato anche sulla sua persona riuscendo a conci-liare i tempi della politica, con quel-li della professione (è impegnata nel campo dell’imprenditoria) e della fa-miglia (è infatti madre di tre figli). Ma come si conciliano le pari responsabi-lità con le indagini dell’Istat e di altri

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erremoto, maremoto e danno nucleare. L’11 marzo 2011 il Giappone veniva sconvolto da un terremoto di magnitudo

9.0 dal successivo tsunami. La scossa e le onde causarono seri danni a tre reattori della centrale atomica di Fu-kushima, tanto da spingere l’Agenzia per la sicurezza nucleare e industria-le del Giappone a dichiarare il grado 7 della scala Ines, il massimo, come era avvenuto nel 1986 con il disastro di Chernobyl. A fine gennaio al Cine-ma Sereno di Brescia è stato presen-tato “Fukushame”, docu-film del fo-toreporter italiano Alessandro Tesei.Cosa ti ha colpito del Giappone?Mi ha colpito come in Giappone an-dassero avanti senza preoccuparsi. A Tokyo c’era qualcuno che non sapeva nulla. Questo mostra come i media giapponesi siano completamenti as-serviti al potere o silenti. Fukushima come Chernobyl...Ci sono differenze. A Chernobyl c’era una situazione di povertà maggiore. La popolazione a ridosso della cen-trale ha subito una contaminazione pesantissima per le carenze nutritive con l’assorbimento di iodio radiottivo. Le conseguenze sono state devastanti e si vedono ora. Quelle che avevano sei anni oggi sono madri e portano nel loro corpo le conseguenze di quel disastro. Si tratta di un aspetto che il Giappone non ha conosciuto perché

A livello emotivo e di spettacolariz-zazione è più forte. Tutto è toccato con mano. Le radiazioni, invece, non si vedono. È più complesso. Non ci sono ancora morti.Eppure nella zona proibita il li-vello di radiazioni è ancora mol-to alto...Il contatore geiger iniziava a suonare già da fuori. Poi immagina dentro. Lì ho cominciato a pensare: Ma cosa ci sto a fare qui? Stavo tanto bene. Ho cominciato a temere per la mia salute. E tutt’ora non si sa. È come se avessi preso coscienza in quel momento. A livello emotivo, sai che lì c’è il male.

lo iodio nella dieta non manca. Si ve-dono le prime conseguenze nella ti-roide dei bambini. Si è parlato più dello tsunami... Perché è stato una forza dirompen-te. Ha azzerato la vita in un attimo.

In Mali è in atto un conflitto “alta-mente irregolare” e “complesso” che rischia di essere lungo e “senza esi-to”, perché non è solo con un inter-vento di polizia internazionale che si costruisce la “governance” dei Paesi africani coinvolti. È questo il pare-re di Pasquale Ferrara (nella foto), segretario generale dell’Istituto uni-versitario europeo, con sede a Fie-sole. L’operazione “Serval”, guidata dalla Francia e appoggiata dalla co-

munità internazionale in Mali, è ini-ziata l’11 gennaio scorso e da allo-ra filtrano pochissime informazioni. Una delle ultime notizie è la probabi-le uccisione, non ancora confermata dalle autorità francesi, di due leader di gruppi islamisti coinvolti, Moktar Belmoktar e Abdelhamid Abou Zeid. La Francia ha motivato l’inter-vento armato con l’avanzata del terrorismo nella regione. Un ri-schio reale?

“Certamente in Mali c’è una chia-ra matrice di islamismo violento, frammista però ad una serie di altri fattori che complicano la vicenda regionale. Non dimentichiamo che stiamo in una zona del mondo ab-bastanza complessa, in cui il coin-volgimento degli altri Paesi è im-portante”.Per la comunità internaziona-le qual è il vero obiettivo geo-strategico?

“È lo stesso obiettivo al centro del-la politica degli Stati occidentali nei confronti dell’Africa: evitare l’insta-bilità e il fallimento di interi Stati, con situazioni che ricordano il caso della Somalia. Come si potrà decretare la fine di un conflitto così complesso?“Rispondo con una domanda: in Iraq abbiamo vinto o perso? Nello stes-so modo in cui si passa dalla guerra senza limite alla guerra senza esito.

Appena dentro avevo un mal di testa tremendo. Mi sembrava di vivere uno sogno: avevo la maschera che mi fa-ceva respirare malissimo, gli occhiali di gomma che si appannavano… una specie di situazione surreale. Lì ho de-ciso: ci sono venuto una volta e porto a casa il massimo possibile.Come sta il Giappone a distanza di due anni?Hanno riaperto alcuni villaggi, ridu-cendo la zona proibita di qualche chi-lometro. Li considerano normali; le persone possono passarci il giorno, ma non la notte. I livelli di radiazione sono scesi, perché nell’aria non c’è più il boom iniziale. Sembra che la situa-zione stia migliorando, ma se il conta-tore lo appoggi in terra ti accorgi che-non è così. Per saperlo bisognerebbe infilare il contatore sottoterra, perché la radiazione è scesa con le precipita-zioni e c’è il rischio che abbia conta-minato le falde acquifere dell’area. Il governo sta attuando un piano di de-contaminazione balordo: si limita ad asportare 500 metri di terra da attorno alle case, pulirle con stracci bagnati e mandare la popolazione a vivere lì. In questo modo non li risarcisce. Se rifiutano, non li risarcisce.Cosa deve imparare il mondo?Il discorso nucleare è serio, perché è una bomba a orologeria. Mi auguro che si cominci a ragionare sull’am-biente come portatore di salute. Mio padre diceva che la salute è l’unità che dà valore agli zeri, profitti, della vita. Se ti ammali di tumore, conto in banca non ti serve a nulla.

Nonostante il lavoro della diplomazia internazionale (con il nuovo segretario di Stato americano John Kerry impegnato in un tour tra Europa e Medio Oriente per trovare le vie di uscita da una crisi che dura da troppo tempo) la situazione in Siria è sempre più grave. Difficile tenere il bilancio della vittime. Troppe le persone che ogni giorno perdono la vita nei sobborghi di Damasco e in tutte le altre città in cui il conflitto tra le truppe fedeli al presidente Assad e i ribelli continua

a imperversare. La città di Raqqah, nel centro del Paese, finita sotto il controllo dell’opposizione. Le immagini della conquista hanno fatto il giro del mondo, segno eloquente di un potenziamento del fronte degli oppositori, che hanno avuto nuovamente l’appoggio degli Stati Uniti. Dall’Arabia Saudita John Kerry ha infatti ribadito il sostegno all’opposizione, pur spingendo per una soluzione politica che preveda l’uscita di scena di Assad.

Nel frattempo il conflitto ha anche conosciuto uno sconfinamento verso l’Iraq dove 48 soldati siriani e nove militari iracheni sono stati uccisi nel corso di un’imboscata. Il ministero della Difesa di Baghdad ha puntato il dito contro un non meglio precisato gruppo terroristico siriano. Infiltrazione possibile, in un’area in cui i confini sono inesistenti ed in cui l’instabilità di una guerra civile va ad impattare su un Paese in transizione.

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a data della prima convo-cazione del nuovo Parla-mento si avvicina (è fis-sata per il 15 marzo) ma per ora la matassa della

politica sembra sempre molto ingar-bugliata. Se ne vedono i capi (le po-sizioni dei diversi partiti), ma resta complicato se non impossibile (allo stato attuale) trovare il modo per scio-gliere i troppi nodi causati dalle urne. Da una parte c’è il Pd di Bersani che ha sì la maggioranza (stragrande alla Camera e talmente risicata al Senato da non permettere l’autosufficien-za) che rivendica il diritto alla prima mossa (il mandato di Napolitano per tentare la formazione del governo) ma che trova costantemente chiu-sa la porta del Movimento 5 stelle. Da giorni Bersani bussa alla porta di Grillo (vero dominus della corposa truppa che ha mandato in parlamen-to) ma la risposta che riceve è sem-pre la stessa: no. Il segretario Pd, pe-rò, non ne vuole sapere (almeno per ora) di volgere lo sguardo verso il Pdl di Berlusconi che invece non manca di perorare la causa di un governo di larghe intese per scongiurare l’ipote-si di un ritorno immediato alle urne. Da “buon secondo” il Pdl non si pre-occupa più di tanto delle chiusure di Grillo. D’altra parte la prima mossa tocca al Pd e la scelta di chiamare il popolo del centro-destra a una gran-de manifestazione di piazza il 23 mar-

disporre Bersani e il Pd alla ricerca delle larghe intese. In quella che per ora si sta giocando come una partita a tre sembra essere escluso il centro di Monti, penalizzato in questa fase della ricerca della fiducia al governo da numeri che non possono essere decisivi. A concludere il quadro (che per il Paese è inquietante) c’è il Mo-vimento 5 stelle che per ora, tramite blog, dice no a tutto e a tutti in tema di passaggi necessari per dare avvio alla legislatura. L’unica ipotesi su cui sembra disponibile all’apertura è quel-la di un mandato dato allo stesso Gril-lo per un “monocolore” 5 stelle. Intan-to il tempo passa e il Paese non trae certo beneficio da questa situazione d’incertezza. Certo c’è sempre il Pre-sidente della Repubblica a richiamare al senso di responsabilità, alla neces-sità di trovare una soluzione perché non c’è altra via praticabile che l’avvio della legislatura e la nascita del nuo-vo governo per consentire poi anche la più drastica delle misure: il ritorno alle urne. La sensazione, però, è che al di là delle dichiarazioni di facciata (tutte hanno a cuore il bene del Pa-ese, anche se sono evidenti i diversi concetti di bene), tutti, vecchi e nuovi, siano più impegnati a massimizzare il consenso ricevuto, a mettere al sicuro le proprie posizioni, o a cercare di tap-pare evidenti falle create dal voto che avviare un serio confronto su cosa sia realmente meglio oggi per l’Italia.

Lo scorso 6 marzo è stata celebrata la prima Giornata europea dei giusti, istituita dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012, su proposta, tra l’altro, del Comitato Foresta dei Giusti-Gariwo, onlus nata nel 2001 “al servizio della memoria”, che si propone di accrescere e approfondire la conoscenza e l’interesse verso le figure e le storie dei giusti, con iniziative pubbliche. I “giusti” sono coloro che si sono impegnati a soccorrere i perseguitati durante

i genocidi e il termine è nato dall’elaborazione del memoriale dell’olocausto dello Yad Vashem, a Gerusalemme, per ricordare i non ebrei che aiutarono gli ebrei durante gli anni del nazismo. Capofila delle celebrazioni è stata la città di Milano che ha ispirato con Gariwo le iniziative in contemporanea in tutta Europa. Anche a Brescia la Giornata ha trovato un suo momenti di celebrazione. Al parco Tarello è stato inaugurato un Giardino

dei giusti bresciano, uno spazio commemorativo per ricordare chi ha lottato contro ogni forma di totalitarismo e genocidio. Il Giardino dei giusti di Brescia è stato promosso dall’associazione Filosofi lungo l’Oglio, in collaborazione con la Casa della memoria. Durante la cerimonia sono state ricordate le figure di Teresio Olivelli, partigiano cattolico e Medaglia d’oro alla Resistenza bresciana, di mons. Carlo Manziana, sacerdote della Pace e

vescovo di Crema che denunciò l’incompatibilità del fascismo con i valori del cristianesimo, di Raphael Lemikin, giurista ebreo polacco che dedicò la sua vita allo studio dei crimini contro l’umanità, di Hetty Hillesum, filosofa e scrittrice olandese di origine ebraica, di Jan Patocka, pensatore e filosofo protagonista della primavera di Praga, e dei valtrumplini Angelo e Caterina Rizzini che salvarono da Auschwitz due prigionieri mettendo a repentaglio la propria vita.

zo prossimo contro una magistratura che nutrirebbe nei confronti di Berlu-sconi un vero e proprio accanimento, non sembra il viatico migliore per ben

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Riprendiamo un discorso, altra volta interrotto. “Perché, noi cattolici, dobbiamo interessarci delle questioni sociali?... Queste han di mira il benessere materiale. La nostra religione, invece, deve mirare solo agli interessi eterni, spirituali. Dunque, cosa c’entra?” Rispondo. Noi cattolici dobbiamo e vogliamo intervenire, con lo studio, la discussione e l’azione, nelle questioni sociali: perché non si potrà mai formare una buona società con dei cattivi cittadini; perché non è una società ben ordinata quella in cui ogni uomo non trova rispettati i suoi diritti; perché una morale società è sempre fondata sulla morale individuale e su un’esatta mozione del valore della personalità umana; ma soprattutto perché limitare alla vita individuale l’applicazione della morale cattolica è mutilare e falsare la morale cattolica stessa. È una responsabilità che ha pesato sulla generazione dei cattolici che ci ha preceduto: quando i problemi sociali si fecero pressanti e appassionati, proprio allora è mancata, per parte di molti cattolici, – non tutti, grazie a Dio – la nozione della gravità di tali problemi, è mancata la coscienza di un dovere grave che a tutti

Cristianesimo mutilato

La Scuola diocesana di musica Santa Cecilia nell’ambito del progetto “Far musica consapevolmente” avviato con ilsostegno della Fondazione Asm A2A, della Fondazione della comunità bresciana edella Fondazione Conte Gaetano Bonoris, promuove sette lezioni introduttive allo studio del violoncello (docente il M° Gabriele Miglioli). La proposta si colloca nel contesto del percorso di propedeutica musicale rivolto a

bambini in età scolare e avviato sin dal mese di ottobre delloscorso anno. L’adesione alle lezioni introduttive è comunque possibile anche a quanti non hanno seguito. Il coordinamento didattico è a disposizione per fornire qualsiasi informazione in merito a queste e alle altre attività organizzate dalla scuola (030 3712233 - [email protected]). Ulteriori indicazioni sono reperibili sul sito internet www.santaceciliabrescia.it.

incombeva: far convergere tutte le forze e gli sforzi affinché – nella teoria e nella pratica – la soluzione (o le soluzioni) dei problemi sociali fossero compenetrate dai principi dello spirito del Vangelo. Non noi lo constatiamo. Ma gente che, più di noi, poté vedere e patire. “Nel corso della storia moderna una gran parte dei cristiani ha tradito clamorosamente il senso sociale del Vangelo”. Si è formato, da molti, un cristianesimo mutilo, un cristianesimo privato

Al via in questi giorni un’importante iniziativa che il gruppo Emergency Brescia e la cooperativa Solidarietà hanno ideato per l’acquisto di un’asciugatrice per il Centro chirurgico e pediatrico di Goderich in Sierra Leone, uno dei Paesi più poveri dell’Africa in cui dal 2001 a oggi i medici e gli infermieri di Emergency hanno offerto cure gratuite e di elevata qualità a più di 400mila persone. La cooperativa Solidarietà ha deciso di mettere in vendita presso le

sue botteghe di Brescia, Rovato, Ghedi, Rezzato e Gavardo un pacco contenente prodotti di alta qualità del circuito equo-solidale al prezzo di 15 euro. Per ogni pacco venduto la cooperativa devolverà all’iniziativa il corrispettivo di 2 euro. Per partecipare all’iniziativa bisogna entrare nel sito www.bottegadeipopoli.org, o recarsi presso una delle Botteghe e prenotare l’acquisto del pacco.Le prenotazioni si chiuderanno lunedì 8 aprile 2013.

del Vangelo nel socio-temporale, di cui “albeggia appena la preistoria”. Essere in prima fila là dove un diritto è calpestato, dove un uomo, poiché indifeso, soffre, per protestare contro l’ingiustizia è missione del Cristianesimo: nella essenza come nella storia. Il mondo prende oggi una nuova piega, che sarà, forse, definitiva per secoli: dai sistemi individualisti, ai sistemi comunitari (non dico comunisti, ch’è un’altra cosa). Non è un male. Anzi è il frutto di una più profonda, anche se incosciente, penetrazione dei sentimenti cristiani nel cuore degli uomini d’oggi in confronto con gli uomini di ieri. Noi non dobbiamo, non possiamo essere assenti dalla faticosa gestazione dell’ordine nuovo. Il Vangelo noi portiamo. E il Vangelo formerà la nuova società come, nei tempi precedenti, ha formato l’individuo: illuminandone il pensiero; rendendone più vigile ed austera la coscienza. La formerà con gli stessi mezzi: con la sua carità, la sua sapienza, la sua forza soprannaturale. La formerà se avrà ancora dei santi e dei sapienti. Se avrà ancora degli uomini volti all’azione sociale tra i suoi santi.

del suo fattore sociale e che è, di fatto, eresia. Non la Chiesa ha tradito, che ha ogni giorno spiegato il Vangelo, ma quei cristiani che hanno storto il Vangelo ai propri fini egoistici: quelli che, in cuor loro, non ancora perdonano al Papato la Rerum Novarum o la Quadragesimo Anno. O che fingono di ignorarle. Il Cristianesimo, che nella sua essenza procede dalla giustizia sociale e dalla carità, è sembrato così lasciare agli altri il monopolio

della protesta contro l’ingiustizia sociale. Il fatto di ieri, non deve ripetersi domani. È necessario dirlo: una certa viltà, una certa insipienza si sono insinuate in mezzo a noi. Obbligata a partecipare alla vita di un mondo capitalistico fino all’eccesso, la Chiesa ha cercato di correggere le deficenze e di raddrizzarne l’indirizzo. Ma la responsabilità di noi cattolici è questa: di non attenuare i punti deboli di un sistema discutibile. Troppi cristiani vogliono far credere di difendere, col sistema capitalista, la propria fede, mentre, anche se rifuggono dal confessarlo perfino a se stessi, non difendono che il proprio benessere e i propri capitali. La Chiesa non è legata a nessun sistema economico: prende il bene dovunque c’è e condanna il male dovunque si trovi. Di fronte all’attivismo neo-pagano, un problema si pone con tutta urgenza: quello di “uno stile di santità volta al temporale”, uno stile d’azione cristiana che cominci, in ciascuno, da se stesso, nel modo di pensare, di agire, di vivere; che abbia come principali mezzi e strumenti la giustizia e la carità, e come termine ultimo terreno quella riparazione effettiva

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ra atteso da tempo, se non altro perché nel-le intenzioni dovrebbe ridurre i tempi biblici dell’iter adottivo. Stiamo

parlando della sottoscrizione del “Protocollo per la costituzione di una rete a sostegno delle adozioni” tra il Tribunale per i minorenni e le Asl di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e Valle Camonica-Sebino. Si è arrivati a questo risultato dopo un lungo percorso di formazione e di confronto. In sostanza sono state individuate, per quanto riguarda le adozioni nazionali e internazionali, delle linee operative nei passaggi di informazioni sulle coppie aspiranti adottive oltre che nelle comunica-zioni interistituzionali. Cosa signifi-ca? Si cercano di evitare fraintendi-menti e tensioni. L’obiettivo duplice era di assicurare nello stesso tem-po risposte qualitativamente omo-genee alle coppie aspiranti adotti-ve ma anche un’adeguata tutela al bambino adottabile; il risultato è di rafforzare il rapporto di fiducia tra famiglie e istituzioni. La collabora-zione, avviata già nel 2011, ha di-mezzato nell’ultimo anni i tempi di risposta alle domande delle coppie che hanno richiesto la dichiarazione di idoneità all’adozione internazio-nale. Per essere ancora più chiari, il percorso adottivo ha diverse fasi: fase informativa e della formazio-

Asl competente; istruttoria svolta dal giudice onorario del Tribunale; la fase dell’attesa nell’adozione na-zionale e nell’adozione internaziona-le; la fase di accompagnamento nel-la fase del post adozione. Il pubblico potenzialmente interessato da que-sto servizio è costituito dalle circa 450 coppie che, in media, avanzano ogni anno domanda di adozione na-zionale e dalle circa 220 coppie che, sempre in media, avanzano doman-da di idoneità all’adozione interna-zionale. Un dato positivo che rivela anche una sostanziale apertura alla vita è quello che dice che nel ter-

ne delle coppie; la presentazione in Tribunale della domanda di adozio-ne nazionale e della disponibilità all’adozione internazionale con una modulistica agevolata; lo svolgimen-to delle indagini da parte del servizio

Sabato 9 e domenica 10 marzo, in tutto il territorio lombardo e nazio-nale, si terrà la manifestazione Admo (Associazione donatori midollo os-seo) “Una colomba per la vita”: per ridare slancio alla ricerca di nuovi potenziali donatori di midollo, mol-to spesso l’unica speranza di guari-gione per i malati di leucemia e di altri tumori del sangue. Nella città di Brescia i volontari Admo saranno a disposizione sabato 9 marzo in cor-

so Zanardelli (dalle 15 alle 19.30) per chi vorrà, con un’offerta minima, ac-quistare una colomba (prodotto ar-tigianale Maina), simbolo della pace e in questo caso anche della speran-za; in provincia il 9 e il 10 i volontari saranno in particolare anche in Val-le Camonica dalle 9 alle 12: Saviore, Berzo Demo, Sellero, Ceto, Niardo, Breno, Esine, Paspardo). Il ricavato sarà interamente devoluto ai proget-ti di sensibilizzazione e alle struttu-

re medico-sanitarie impegnate nella lotta contro la leucemia, i linfomi, il mieloma e le altre neoplasie del san-gue. La giornata è anche l’occasione per incontrare nuovi potenziali do-natori e trasmettere il valore del sal-vare una vita, soprattutto in questa fase storica in cui molte persone, per ragioni di età, stanno uscendo dal registro nazionale dei potenziali do-natori senza trovare un corrispettivo ricambio nelle nuove generazioni.

ritorio di competenza (Bergamo, Brescia, Crema, Cremona, Manto-va) del Tribunale per i minorenni di Brescia il fenomeno delle ado-zioni non registra particolari fles-sioni, ma nell’ultimo triennio si è mantenuto stabile. Qualche nume-ro? A Brescia ogni anno vengono adottati 60 bambini su un totale di 1300 domande. Per quanto riguarda il territorio che fa riferimento all’Asl di Brescia nel 2012 i minori adottati sono stati 11 (adozione nazionale) e 31 (internazionale); nel 2011 c’era-no state 16 adozione nazionali e 54 internazionali.

Il progetto “Strada facendo” dell’Asl di Brescia volto alle persone emarginate e poco consapevoli dei rischi sanitari a cui sono esposte cresce grazie alla nuova collaborazione con “La Tenda di Abramo onlus”. Il protocollo tra l’Asl e l’Associazione prevede che l’unità mobile e il personale del Servizio di medicina del disagio, ogni primo martedì del mese per tre mesi, siano presenti presso il cortile dell’Associazione ubicata in viale Venezia 116 per incontrare persone

in grave disagio, al fine di accogliere domande di assistenza, orientarle verso servizi socio-sanitari territoriali e per prestare attività infermieristica di primo livello. I prossimi appuntamenti sono: giovedì 7 marzo dalle 8.30 alle 12.30 in piazzale Miro Bonetti (Freccia Rossa); martedì 12 marzo dalle 8.30 alle 10.20 in via S. Faustino (piazzetta antistante Sala Piamarta) e dalle 10.30 alle 12.30 presso la Mensa Menni; giovedi 14 marzo dalle 13.15 alle 15.45 in Piazzale

Miro Bonetti (Freccia Rossa); martedì 19 marzo dalle 8.30 alle 10.20 in Via S. Faustino (piazzetta antistante Sala Piamarta) e dalle 10.30 alle 12.30 presso la Mensa Menni; giovedì 21 marzo dalle 13.15 alle 15.45 nel piazzale del Freccia Rossa; martedì 26 marzo dalle 8.30 alle 10.20 in via S. Faustino (Piazzetta antistante Sala Piamarta) e dalle 10.30 alle 12.30 presso la Mensa Menni; giovedì 28 marzo dalle 13.15 alle 15.45 in piazzale Miro Bonetti (Freccia Rossa).

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rescia per passione”. Lau-ra Castelletti è l’anima del-la lista civica e, anche se non ha ancora sciolto le riserve (manca solo l’uf-

ficialità), sarà il candidato sindaco. “L’avvicinarsi della scadenza eletto-rale ci sottopone a ritmi più frenetici, ma in verità – spiega – continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto in questi cinque anni di opposizione: stiamo preparando una lista e un pro-gramma con proposte che siano im-portanti, significative e utili per dare risposte ai bisogni della città”.A Brescia il centro-sinistra con una candidatura civica come quel-la di Ambrosoli è maggioranza… è una strada percorribile?I risultati ci hanno mostrato un Pae-se e una città in grande sofferenza. Il

dato cittadino racconta di una mag-gioranza in affanno; chi vive la città sente il disagio e la contrarietà per tante scelte fatte dall’amministrazio-ne e per le promesse non mantenute. Oggi è difficile individuare una figu-ra capace di guidare una coalizione: il suggerimento dell’esperienza di Am-brosoli di una guida civica potrebbe essere una soluzione.Tutti dovranno fare i conti anche con il Movimento 5 stelle che alle

regionali sembra avere praticato il voto disgiunto?Leggo nel dato del M5s un segnale di forte di disagio e di desiderio di cam-biamento. Porrei molta attenzione a cosa sono gli eletti e a che cosa sono gli elettori che hanno evidenziato una voglia di cambiamento e di risposte ai problemi della quotidianità. L’elettora-to del M5s non è intruppato: ha un’as-soluta capacità di scegliere e di deci-dere cosa sia meglio per la Regione ma anche per la città. Una gran parte di questo elettorato è ben disposto a dare il proprio supporto a un’area di centrosinistra a guida civica: il Pd do-po due anni di strategia consolidata forse deve rivedere le proprie scelte.Una parola sulla giunta Paroli...Non ha saputo esprimere delle eccel-lenze e non ha mantenuto le promes-

Una forza da non sottovalutare. I principali partiti sanno bene che alle prossime amministrative dovranno tenere in debita considerazione quanti hanno scelto e votato per il Movimento 5 stelle in quest’ultima tornata elettorale. Non si può neppure liquidare con la sola e semplice ondata di antipolitica il successo del Movimento fondato da Beppe Grillo. In città alle recenti elezioni ha conseguito il 16,66% alla Camera e l’11,76% alle Regionali; molto probabilmente nella corsa al

Pirellone i “grillini” hanno optato per il voto disgiunto, favorendo la candidatura di Umberto Ambrosoli.Il Movimento sarà in campo anche alle amministrative con i candidati che hanno superato la prova delle primarie. In attesa dell’ufficializzazione, il candidato sindaco dovrebbe essere Laura Gamba, madre di due bambine e avvocato 38enne che si occupa prevalentemente di diritto penale; folgorata nel 2006 al PalaBrescia da uno spettacolo di Beppe Grillo, non

riesce “a tollerare che la città sia ridotta in queste condizioni”.Nel frattempo a livello nazionale il Movimento è al centro di molte attenzioni. Il nuovo capogruppo al Senato del Movimento è il bresciano Vito Crimi (nella foto), nato a Palermo ma residente a Brescia da 13 anni; cresciuto negli scout, lavora come impiegato presso il Ministero della Giustizia con la qualifica di assistente giudiziario presso la segreteria di Presidenza della Corte d’Appello di Brescia.

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Il Pd a Brescia ha tenuto, si è confer-mato il primo partito, non ha cono-sciuto quell’emorragia di consensi che si è abbattuta su altre forze politiche, ma ha avuto anche la conferma che la corsa in solitaria per la conquista di Palazzo Loggia non è praticabile. “Si tratta di un dato per noi consolidato – afferma Giorgio De Martin, segretario cittadino del Pd – sapevamo di avere i numeri per essere il primo partito ma non per vincere da soli le amministra-

tive del prossimo mese di maggio. Per questo abbiamo l’assoluta necessità di allargare lo schieramento per dare ri-sposte alla città”. Un allargamento che De Martin ipotizza verso il mondo ci-vico e verso il centro. Il risultato delle primarie, dentro e fuori il Pd, sembra però avere ridato fiato a chi chiede di rimettere al centro della discussione il tema delle primarie. “Quello delle pri-marie – afferma De Martin – non è uno di quei temi che ci possono togliere il

sonno. D’altra parte proprio il recente voto dimostra che le primarie non ga-rantiscono matematicamente la vitto-ria. Primario diventa invece definire convergenze, prima programmatiche per rispondere ai bisogni della città, e poi alleanze”. Per il conseguimento di questo duplice questo traguardo, con-tinua ancora il segretario, il Pd mette sul tavolo un lavoro importante di ap-profondimento dei bisogni della città e delle urgenze da affrontare. Insieme

alla candidatura forte e autorevole di Emilio Del Bono che, dopo cinque anni di opposizione propositiva, ha tutte le carte di regola, come il Pd ha indicato da tempo, per guidare la città. I mesi che mancano al voto amministrativo, come per altro aveva anticipato lo stes-so candidato sindaco in un recente in-contro con la stampa, vedranno il Pd e il suo segretario cittadino impegnati nel dialogo con la lista Castelletti e con quella di Onofri.

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se: doveva essere l’anno dello sport, ma non è stato fatto nulla, doveva partire il parco dello sport ma non è stato così… Ci sono state scelte stra-tegiche sbagliate come spostare gli uffici comunali lontano dalla metro.Quali sono le vostre priorità?Sono legate al lavoro sul quale l’am-ministrazione può incidere attraver-so un’azione di supporto dei servizi sociali e nella capacità di mediare le situazioni di conflittualità e di dare servizi e infrastrutture alle realtà che stanno nascendo. Ci sono aspetti che possono sembrare banali ma che in-cidono nella quotidianità: per il pri-mo anno abbiamo chiesto un abbo-namento gratuito alla metro per ogni famiglia perché da una parte le aiuta e dall’altro incentiva l’utilizzo della me-tro. Abbiamo, inoltre, delle situazioni di grande criticità a livello ambientale. Poi c’è il tema delle opportunità cul-turali e turistiche: il tempio capitoli-no, Santa Giulia, tra poco è pronta la Pinacoteca… dobbiamo imparare a mettere in rete queste realtà musea-li e culturali (come il Teatro Grande) e dobbiamo veicolarle all’esterno. Il quarto punto è la qualità nella scuola, aiutando le famiglie e crescendo con i cittadini: diventa il più grande inve-stimento per il futuro.

Ultimo appuntamento per “I cristiani e la città” (www.icristianielacitta.it), l’iniziativa nata a maggio da un gruppo di preti e di laici che si sono ritrovati con l’idea di provare a organizzare riflessioni su temi amministrativi in vista delle elezioni. “Non avevamo intenzione – spiega Roberto Rossini (nella foto) – di entrare nello specifico di un problema, ma di cercare di immaginare quali potessero essere le ferite della città (negli ambiti indicati: ambiente, cultura, welfare

e famiglia e scuola) e capire quali potessero essere le vie d’uscita”. La parabola del Buon Samaritano che incontra il suo prossimo e cura le sue ferite ha fatto da sfondo all’iniziativa. Il quinto incontro è in programma lunedì 11 marzo alle 20.30 al Centro pastorale Paolo VI. La presenza dell’economista Marco Vitale si affianca alla riflessione che verrà portata dai coordinatori dei quattro laboratori: Andrea Re per l’ambiente, Massimo Pesenti per la cultura, Enzo Torri per il

welfare e Davide Guarneri per la famiglia e la scuola. Queste sintesi verranno elaborate e proposte, successivamente, anche ai candidati per la Loggia; Vitale parlerà, invece, della finanza come elemento che ha messo in discussione la tenuta economica. Quali sono le ferite maggiormente sottolineate nel corso di questi quattro incontri? “L’ambiente con il tema dell’inquinamento e della mobilità è stato molto sottolineato. Per il welfare sono emersi gli argomenti

relativi all’immigrazione e al lavoro; è stata evidenziata una mancanza d’identità nella cultura con le Grandi Mostre che non hanno lasciato nulla in una città che vanta una storia importante nell’educazione”. Ogni serata ha visto la partecipazione di più di 100 persone, cosa vuol dire? “Abbiamo trovato molta attenzione nelle parrocchie. Nelle comunità si ha la percezione che la politica divida e quindi non se ne parla, ma le persone hanno bisogno di parlare”.

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Orgoglio bresciano. Sono in tanti quelli che non hanno voluto perdersi l’appuntamento con la storia del 2 marzo 2013, cioè del primo giorno della metropolitana. Resta innegabile il fatto che sia un appuntamento storico per la nostra città che viene così proiettata nel futuro con un percorso di 13,7 km suddiviso in 17 stazioni molto belle anche a livello architettonico. Dopo 10 anni di lavoro (6.500 le persone impiegate) ha preso il via l’opera

più complessa e più costosa di Brescia. La programmazione cominciò nel lontano 1985 con il sindaco Pietro Padula, giustamente ricordato nel corso della cerimonia inaugurale. Sabato i protagonisti erano tutti in prima fila al taglio del nastro: da chi come Paolo Corsini ha posato la prima pietra a chi come Adriano Paroli ha contribuito a portare a termine i lavori. Sono tanti, dicevamo, i bresciani che hanno voluto “provare la metro” nelle prime due

giornate. Qualcuno ha lamentato l’assenza della direttrice da ovest a est, altri hanno sottolineato la troppa vicinanza di alcune stazioni, la maggior parte si è però divertita (c’è chi ha completato più volte il percorso solo per il gusto di andare e tornare dal Prealpino a Sant’Eufemia) grazie anche alla musica nelle stazioni e in Piazza Loggia (gremita per Renga che ha dedicato “Angelo” a Benedetto XVI) alla Fiera del cioccolato in corso Zanardelli.

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e tematiche del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili sono sempre più un settore fonda-mentale anche nel cam-

po dell’edilizia, arrivando a rappre-sentare in un certo modo il traino di tutto il comparto. Tuttavia non sempre l’argomento è conosciuto a fondo, specie dal privato cittadino, che non ha l’esatta percezione per esempio delle norme che regolano il sistema. Per questo motivo è sta-to attivato da Legambiente Brescia un progetto apposito, al quale pros-simamente aderirà anche il Comune di Orzinuovi. Si tratta di uno “eco-sportello energia” che verrà attiva-to al fine di fornire ai cittadini in-formazioni chiare e complete sui vantaggi e sui benefici ambientali ed economici di un’abitazione a basso consumo energetico. Nello speci-fico lo sportello si occuperà di da-re informazioni su norme e regola-menti, in particolare sulle procedu-re per ottenere incentivi fiscali. Più precisamente verranno illustrate le normative tecniche che regolano il settore e che stimolano il miglio-ramento dell’efficienza energetica degli edifici, quelle leggi cioè che si occupano di razionalizzare l’uso delle fonti primarie e di premiare interventi che riducono i consumi e utilizzano fonti rinnovabili, oltre e stimolare il mercato attraverso la

mento termico dell’abitazione e sui miglioramenti impiantistici possi-bili. L’iniziativa è finalizzata a dif-fondere una più ampia cultura sul risparmio energetico ed efficienza energetica nell’edilizia per favorire stili di vita responsabili che siano in grado di ridurre le emissioni, gli sprechi e anche i costi tariffari. Tut-to questo tramite l’informazione sul-le possibilità di intervento per il con-tenimento dei consumi energetici degli edifici. L’attività dello sportello è calendarizzata in quattro incontri a cadenza mensile: sarà infatti aperto nei venerdì del 29 marzo, del 26 apri-le, del 24 maggio e del 7 giugno, dal-le 10.30 alle 12. La sede sarà presso la sala della giunta comunale, l’ac-cesso è libero e gratuito. L’apertura dello sportello, inoltre, sarà prece-duta da un seminario dedicato alle tematiche ambientali, che si terrà sempre nella sala della giunta il 22 marzo dalle ore 20.30. Nel semina-rio sarà analizzato lo stato di fatto del patrimonio edilizio esistente, si focalizzeranno le cause che deter-minano alti consumi energetici e si analizzeranno le possibilità di inter-vento sul sistema impiantistico degli edifici per il contenimento dei con-sumi energetici. Si farà, infine, una breve analisi delle “buone pratiche” quotidiane che è possibile per chiun-que mettere in atto per raggiungere quest’obiettivo.

Formare dei padri? A Pontoglio è... Missione possibile! La notizia è fresca di comunicazione da parte della locale Associazioni genitori, che ha pensato di farsi promotrice di un corso rivolto esclusivamente agli uomini per approfondire insieme a loro alcune tematiche e situazioni che li riguardano nella vita di tutti i giorni. “Il percorso educativo – specificano gli organizzatori – si pone come duplice obiettivo quello di mettere a fuoco l’importanza

della presenza dei padri di famiglia per la sana crescita dei propri figli e insieme di aiutare i padri a mettere in gioco sia la loro personale affettività, che quella normativa, meritevole di attenzioni particolari. Quest’ultima, infatti, viene spesso disattesa o, al contrario, espressa talvolta esclusivamente in modalità autoritarie, piuttosto che regolative o autorevoli”. Il calendario degli incontri prevede un primo appuntamento fissato per martedì 12 marzo, quando ci si

ritroverà per parlare “Dalla parte dei papà: perché c’è bisogno di te”. Si proseguirà poi martedì 19 marzo, discutendo sul tema “Stasera lo dico a papà: i sì e i no che fanno bene ai figli”; fino a terminare con la serata conclusiva dal tema “Papà devo dirti una cosa: una buona comunicazione, ascoltare e farsi ascoltare”. Tutti gli incontri avranno luogo nella sede della scuola primaria di Pontoglio con inizio alle 20.30. L’iniziativa rientra a far parte del progetto “Famiglie

in ascolto”, inserito nel percorso del “Patto di corresponsabilità educativa”, avviato dalla comunità di Pontoglio e che vede coinvolte le maggiori agenzie educative all’attività lavorativa. Tra le tante realtà attive nel paese e collaborative al progetto meritano di essere citate la promotrice Age, ma anche scuola, parrocchia e Comune. Per informazioni e iscrizioni è possibile rivolgersi alla scuola, ai genitori dell’Age, oppure in Comune. (a.s.)

certificazione energetica delle case. Inoltre darà una prima consulenza sulle soluzioni tecniche da adottare e relativi costi per i sistemi di isola-

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Berzo, piccolo paese adagiato sulle monta-gne della Valle Camo-nica, a metà dell’Ot-tocento visse un sa-

cerdote e frate di grande carisma: padre Innocenzo. Per ricordarlo, il Gruppo musical di Berzo Inferiore ha realizzato lo spettacolo “Occhi al cielo”, una rappresentazione ine-dita che vuole raccontare la vita del Beato, attraverso i momenti di vita quotidiana e le persone semplici. Giacomo, personaggio di fantasia, è una di queste paersone umile che hanno potuto conoscere il frate nel-la quotidianità e diventa il narratore delle gesta di Innocenzo.Sabato 9 marzo alle ore 21 (ingres-so libero), grazie alla collaborazio-ne di Cassa Padana, sarà possibile assistere alla replica dello spetta-colo presso il Teatro dell’Oratorio San Luigi di Leno in via Re Deside-rio 35, gentilmente messo a dispo-sizione dalla parrocchia. Lo spetta-colo è intenso e coinvolgente e si rivolge a tutti: infatti, contempora-neamente e in parallelo alla parte storica, si snoda il racconto sceni-co della vita di una famiglia odier-na. Marco, ragazzo adolescente, attraverso la scoperta e la lettura del diario di Giacomo, l’amico del Beato, compie un viaggio al centro delle sue giornate e dei sui pensie-ri più intimi.Con lui, saranno trascinati in que-sto viaggio i suoi genitori Carlo e Luisa e la sua ragazza Sara. Con-tribuiranno a dare forza a queste esperienze, altri personaggi, un

danze sono curate dalla coreografa Angela Bettoni. Padre Innocenzo nasce a Niardo nel 1844; divenne sacerdote nel 1867 e fu inviato a svolgere il suo servizio alla chiesa a Berzo Inferio-re. Tuttavia la sua vocazione non era quella di essere sacerdote, ben-sì frate e nel 1873 entrò nell’Ordi-ne dei Frati Minori Cappuccini nel Convento dell’Annunciata assu-mendo il nome di Padre Innocenzo da Berzo. Durante la sua breve vita, scomparse a soli 46 anni, si distinse per numerosi fenomeni mistici. Al-la sua morte, le spoglie furono tra-slate – con un corteo che interessò circa 12.000 persone – da Bergamo a Berzo Inferiore, circondate già da una vasta fama di santità.

giovane sacerdote ed una giovane suora. La sceneggiatura, le musi-che, i canti, le coreografie e i costu-mi che allieteranno lo svilupparsi della storia sono totalmente origi-nali, scelti e ideati appositamente per rendere omaggio all’umile Be-ato. La sceneggiatura, inedita, e la regia, sono di Patrizia Comensoli. Le canzoni sono scritte e musicate dal cantautore Silvano Mazzoli e le

Cinque giorni in Francia in Norman-dia e Bretagna con la Lum, la Libera università di Manerbio. Partenza da Manerbio in pullman per Macon lune-dì 6 maggio cena e pernottamento a Parigi. Martedì 7 partenza per Rouen e visita guidata della città, ammiran-do gli esterni della cattedrale di No-tre Dame, una delle più belle chiese di Francia, la Piazza del vecchio merca-to e la via del grande orologio. Pranzo in ristorante a Rouen e proseguimen-

to per l’incantevole porto di Honfleur, dalle case alte e strette. Quindi prose-guimento per la regione del calvados e sistemazione in hotel. Mercoledì 8 partenza per Arromanches e visita al-le spiagge dello sbarco alleato duran-te la Seconda guerra mondiale. Sosta sulla terrazza panoramica. Prosegui-mento per la Pointe-du-Hoc, località dello sbarco tra Omaha e Utah beach. Giovedì 9 visita guidata dell’Abbazia gotica di Mont Saint Michel. Pran-

zo in ristorante e proseguimento del viaggio per i bastioni e le fortificazio-ni di Saint Malo (nella foto), città dei corsari. Venerdì 10 visita della Bre-tagna. Partenza dal centro storico di Quimper, con la cattedrale gotica di St. Corentin e le antiche case a gratic-cio. Proseguimento per Pleybem, che ospita uno dei più importanti recinti parrocchiali della regione, e quindi per il villaggio di pescatori di Cama-ret. Sabato 11 partenza per Carnac per

ammirare i menhir, megaliti piantati in verticale. Breve tappa a Vannes, con il centro medievale cinto da mura e stretto intorno alla cattedrale. Dome-nica 12 il rientro a Manerbio. La quota è di 1.210 euro (minimo 25 persone), 1.080 euro (minimo 35 persone). Le iscrizioni si ricevono presso il Picco-lo Teatro nei giorni di lezione dalle 15 alle 17 oppure contattando Vanna (0309938827) o Bruno (0309383443) fino al 21 marzo 2013.

L’associazione “Insieme” di Montichiari si occupa da tempo dell’importante attività ludico-ricreativa destinata agli anziani della locale Casa albergo. Grazie a una passione e a un impegno encomiabili i volontari del gruppo, circa una trentina, si mettono a disposizione per rendere le giornate degli ospiti più serene e creative: c’è chi si occupa della lettura dei giornali, chi li aiuta nelle piccole incombenze quotidiane, chi invece si dedica a preparare

feste e torte per i compleanni o le ricorrenze religiose. A guidare l’associazione è stata chiamata Gabriella Pastori (nella foto), assistita da Carla Malpetti in qualità di vicepresidente; il supporto nell’attività di comunicazione è riservata a Nanni Tisi, fine ricercatore e storico monteclarense. “La nostra è una realtà partita da poco – ricorda lo stesso Tisi – ma è solo nello scorso gennaio che ci siamo dati una struttura vera e propria come

sodalizio. Il gruppo si propone di compartecipare alle aspettative del soggetto anziano che abbisogna di una qualsiasi attenzione da parte nostra ed ecco perché, tra i fini del gruppo, rientra quello di collaborare fattivamente con tutto il settore della casa di riposo, a partire dai vertici della struttura aziendale della Casa albergo sino agli operatori delle varie aree di lavoro”. Recentemente “Insieme” ha tenuto la sua prima riunione assieme ai rappresentanti dell’ente

di via Marconi nella quale si è fatto il punto della situazione programmando gli obiettivi del futuro: tra questi fondamentale sarà incrementare il numero di soci anche in virtù della collaborazione che si instaurerà con il Forum della salute, sigla dietro la quale si riunisce un nutrito gruppo di associazioni monteclarensi. Per prendere contatti con “Insieme” o proporsi come nuovo collaboratore si può chiamare Gabriella allo 030/964724. (f.m.)

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I l concorso è organizzato dal Serviz io C.E. I . per la promozione del sostegno economico al la Chiesa cattol icain co l laboraz ione con l ’Uff ic io Naz iona le C.E. I . per l ’educaz ione, la scuola e l ’un ivers i tà e con i Caf Ac l i .

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Nel pieno della crisi sono tante le intuizioni per cercare di alleviare i momenti difficili. In questo caso il Comune si rimbocca direttamente le maniche con un gesto che ha come scopo principale quello di aiutare le persone in difficoltà e come scopo secondario quello di creare una mentalità di attenzione all’altro. Come? Raccogliendo e distribuendo viveri. Il mercoledì è il giorno di raccolta: pasta, riso, olio, sale,

biscotti e scatolette. Nell’arco della settimana i volontari, tra i quali i dipendenti comunali, distribuiscono settimanalmente gli alimenti a circa 35 famiglie in difficoltà. Il 23 marzo, inoltre, il Comune allestisce una raccolta di generi alimentari davanti al Simply in collaborazione con la Consulta giovanile e il circolo Acli. Anche queste manifestazioni esteriori sono un’occasione per sensibilizzare tutta la popolazione al problema

delle famiglie bisognose. Famiglie bisognose che, va anche detto, sono prevalentemente italiane: solo il 2% di queste sono straniere. Ma chi sono? 45/50enni che perdono il lavoro...La raccolta, in verità, è partita quattro anni fa su iniziativa del supermercato Simply che ogni giorno riforniva e rifornisce i mezzi comunali impegnati nella raccolta, ma negli ultimi mesi, complice la crisi, l’intervento si è ampliato.

l turismo a Collio in questi anni di crisi sembra avere ritrovato le condizioni per ritornare essen-ziale nel futuro del paese: alla base il silenzioso, sorprenden-

te, ricambio generazionale avvenuto negli operatori, quasi tutti sotto i 40 anni. Vale in questo momento almeno 150 posti di lavoro anche se in parte stagionali o legati al fine settimana, comunque importanti in un Comune di 2300 abitanti. Occasione e volano per l’intera filiera è stata la coraggiosa iniziativa sette anni fa dei Lucchini di Sarezzo con la Maniva-Ski per la ria-pertura e ampliamento della stazione sciistica dell’Alta valle, premiata dal tutto esaurito di questa stagione. Ma i giovani hanno intuito l’occasione: si va così riscoprendo l’antica vocazio-ne “evaporata” nel dopo guerra do-po gli anni “d’oro” iniziati ai tempi di Giuseppe Zanardelli. E il fenomeno, già consolidato nella realtà manifat-turiera locale, tocca anche l’agricol-tura di montagna dopo il prestigioso riconoscimento europeo Dop al No-strano Valtrompia. Ci sono riuscite successioni in famiglia come al Dosso Alto al Passo Maniva, all’agriturismo Nadia e all’Albergo Pineta appena sot-to, al Formaggi Tre Valli, Stella, Cicla-mino, Belvedere, Naanì, Cantoni a S. Colombano. Nella stessa Manivaski sulle piste e nella ristorazione (Cha-let Maniva e Hotel Bonardi) sono im-pegnati i figli poco più che ventenni

dei Lucchini. Ma non va dimenticata la chiusura degli impianti della Pezze-da e il fatto che le realtà che avevano tirato giù le serrande sono ripartite per opera di operatori venuti da fuori: è successo per gli storici Albergo Ma-niva e il Seggiovia, senza dimentica-re il nuovo Hotel Cristal, rinato sulle

ceneri del vecchio Albergo Cantoni. Esemplare spicca a Collio capoluo-go, unica novità negli ultimi decenni, la trattoria “Tamì”, diventata di moda, con la sua entrata che ricorda quella dei “bistrot” parigini, i piccoli locali sovrapposti inframmezzati da muri secolari, i bicchieri colorati sui tavoli, cucina che mescola vecchio e nuovo, seguendo la legge antica delle stagio-ni coi prodotti freschi locali, con un piccolo spazio vendita e una saletta dove si gode fuoco e spiedo antico che gira sulle braci. L’hanno realizzata i due fratelli Michele e Mauro Lazza-ri, quarantenni Tamì (il trisnonno era Tamo e loro Tamì), cresciuti a Gardo-ne e figli del maestro Egidio, storico collaboratore del Giornale di Brescia scomparso nel 1997. Avevano eredi-tato lì sul limitare di piazza Zanardelli il secolare edificio dove la zia Luigina aveva una merceria e lo zio Peppino faceva il fabbro con sul retro una cu-cina ospitale. Hanno deciso di giocar-si il loro avvenire. Hanno acquistato l’edificio attiguo ristrutturato: un in-vestimento di 400mila euro. A monte una solida preparazione. Mauro, di-plomato all’Alberghiero di Gardone Riviera, ha fatto esperienze ad alto livello: dal Miramonti l’Altro, alla ge-stione di un ristorante italiano a New York e a Londra. Il fratello, direttore commerciale, ama cantina e vini e lo aiuta nei fine settimana. Il tutto, affer-mano, memori dell’ospitalità antica.

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’apertura circa un mese fa del nuovo tratto Nord della superstrada, da Na-dro di Ceto a Forno Al-lione, è stato un evento

per tutta l’Alta Valcamonica. Pen-dolari a scendere e turisti a salire hanno preso a sfrecciare, felici di raccorciare il percorso di una de-cina di minuti e le code di qualche mezzoretta. Per gli alto-camuni la sensazione è quella di essere un po’ meno “fuori dal mondo”. Nel frattempo prende forma il “dopo”. Il che significa prima di tutto la ne-cessità per aziende e Anas di dare una risposta, visto che finora hanno nicchiato, alle famiglie di Nadro di Ceto e Capo di Ponte che hanno se-gnalato danni alle loro abitazioni a seguito dei lavori per il nuovo trat-to, cui si aggiungono le lesioni subi-te dalla struttura ricettiva del Graf-fitiPark in territorio capontino e di proprietà pubblica. Le proteste e gli atti legali finora avviati fanno te-mere estenuanti contenziosi. Ma il dopo riguarda anche il vecchio trat-to, ora ex-Ss42, passato in gestione alla Provincia. Vista la recente non proprio lodevole vicenda che ha ri-guardato la precedente dismissio-ne del segmento Breno-Nadro, con tanto di udienze in tribunale, le cui spese ovviamente sono andate in conto allo Stato, il Broletto, Anas e i quattro Comuni coinvolti (Capo

provvederà allo spazzamento della neve fino a primavera, spendendo 540mila euro. Sei milioni arriveran-no invece da Brescia per sistemare e adeguare l’arteria, cominciando, a quanto pare, con due rotonde a Nord e a Sud dell’abitato di Cede-golo. Certo è che nel frattempo la qualità della vita per chi ha la ca-sa che si affaccia sulla ex-Statale è migliorata moltissimo: il calo del flusso di traffico, particolarmente evidente negli orari e nei giorni di punta, si calcola si aggiri attorno all’80%. Capo di Ponte, la Scianica di Sellero, Cedegolo, Demo e il Sa-letto di Berzo si sono visti cambia-re i ritmi e i rumori nel giro di po-che ore. In alcuni momenti paiono paesi “fantasma”, anche se resta il traffico locale. Qualche commer-ciante, specie nei bar e panetterie, si lamenta, ma altri puntano su un ritorno positivo della maggiore vi-vibilità. E, infine, il ‘dopo’ compor-ta anche che si pensi a dove inter-venire ulteriormente per rendere sempre più scorrevole il traffico in direzione Ponte di Legno-Tona-le. Pare che la nuova frontiera sia un tunnel che oltrepassi le stretto-ie del ponte e della ottocentesca piccola galleria in centro a Edolo e che permetta di convogliare diret-tamente i gitanti sulle piste di sci. Già effettuati i primi sopralluoghi per la progettazione preliminare.

Già negli anni ‘80, il Gruppo Ana di Fucine di Darfo ha iniziato a raccogliere i cimeli che molti soci portavano a valle al ritorno dalle loro escursioni in alta montagna. Nello stesso tempo, la sede del Gruppo diventava sempre più stretta per i soci perché andava riempiendosi di foto e materiali vari, donati dai Comandanti dei vari Battaglioni e Gruppi, ormai in procinto di sciogliersi a causa della riorganizzazione dell’esercito italiano. Negli anni 2001-2002,

quando le Truppe Alpine erano comandate da Roberto Scaranari (attuale presidente del Museo), si fece largo l’idea di trasformare quella raccolta in un Museo vero e proprio, regolarmente riconosciuto e costituito con atto notarile depositato. Il 13 luglio 2003 venne ‘inaugurata una parte importante del Museo, nella sede della ex-scuola elementare di Fucine. Nel 2008 nacque una prima ipotesi di ristrutturazione che prese corpo alla fine del 2009 con un nuovo

piano per aumentare la superficie espositiva di almeno il 40% con l’idea di realizzare un “Vero Museo”, fruibile anche da parte dei diversamente abili e adatto a ricevere le numerose scolaresche. Oggi la parte fondamentale del Museo è pronta e sarà inaugurata con una cerimonia in due distinti momenti: sabato 16 marzo alle ore 20.45 al Teatro San Filippo di Darfo, alla presenza delle Autorità, di tanti Alpini e della popolazione, ci sarà il Concerto della Fanfara

di Vallecamonica e del Coro Vallecamonica. Domenica 17 marzo alle ore 9.30 il Ritrovo di benvenuto in piazza S. Anna a Fucine, cui seguirà la S. Messa celebrata da mons. Monari, accompagnata dal Coro Vallecamonica; alle 11.15 l’alza-bandiera e la deposizione della corona d’alloro ai Caduti presso il Museo; alle 11.30 l’inaugurazione del Museo degli Alpini della Città di Darfo Boario Terme con visita guidata della struttura. (Franco Garattini)

di Ponte, Sellero, Cedegolo e Berzo Demo) hanno raggiunto un accordo per la riqualificazione; Anas riasfal-terà i tratti in cattive condizioni e

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l Franciacorta varca i confini nazionali e cerca di farsi cono-scere e apprezzare in tutto il mondo. E questo primo passo verso il successo, che si basa

indubbiamente sulla qualità del vino Franciacorta, è solo l’inizio. “Ti rendi conto che il Franciacorta in Italia è or-mai un marchio conosciuto, all’estero − racconta Michele Bozza, marketing manager de ‘La Montina’ − pochissi-me persone conoscono dov’è la Fran-ciacorta e cosa faccia. È un lavoro pioneristico il nostro. Nostro perché ci sono altre aziende della Francia-corta che sono in giro per il mondo a portare il messaggio di questo picco-lissimo territorio”. La Montina, forte dell’ultimo riconoscimento ricevuto, il premio “5 Grappoli” con il suo Vin-tage 2006, insieme ad altre realtà ita-liane partecipa al tour Tre bicchieri organizzato dal Gambero rosso. Si è conclusa da poco la tappa negli Sta-ti Uniti. “C’è tanta voglia di imparare e il Made in Italy è sempre una ga-ranzia, interesse poi confermato con l’assaggio dei prodotti” racconta an-cora Michele. L’America rappresenta potenzialmente il primo mercato per l’azienda della famiglia Bozza perché “c’è una cultura del vino più vicina a noi. Abbiamo iniziato a collaborare con un importatore che è nel mondo del food da anni che collabora con i mastersommelier, persona di riferi-

mento nel mondo del vino. Il 2012 è stato un anno significativo con 13mi-la bottiglie. È un numero rilevante se consideriamo che nel 2011 non ne ab-biamo venduta nemmeno una e dove il Franciacorta non era conosciuto

passato, di scelte fatte sulla qualità − conferma Michele Bozza − e an-che le guide più importanti d’Italia stanno riconoscendo che ci siamo. La prima vendemmia era di 25 an-ni fa, ma nel mondo del vino non si deve avere fretta”. E poi lo sguardo va al futuro che non può non guar-dare all’estero, senza dimenticare il mercato italiano: “Serate, eventi e degustazioni sono l’unico mondo per far conoscere alla gente che in Franciacorta c’è tanta buona qua-lità. Lo scorso anno come Monti-na abbiamo chiuso con un 13% di vendite sull’estero. Il 2011 era il 3%, quindi è ovvio che con programma-zione e impegno qualcosa si ottiene. Per 13% si intende circa 40mila bot-tiglie”, chiude Michele Bozza. Il de-siderio è quello di aumentare e cre-scere fino a raggiungere il 25%. Per il futuro immediato intanto si guar-da al Prowein, fiera internazionale del vino in Germania e al Vinitaly.

assolutamente”. Il nome Franciacor-ta in America ormai pare essere co-nosciuto. Ma il mondo è grande e non si può non guardare all’oriente. “Do-vremmo essere più uniti, come pro-duttori. Perché dobbiamo far sentire la nostra voce nel mondo e creare un ‘Gusto Franciacorta’ nel mondo per il nostro futuro. L’importante è far cre-scere il territorio non la Montina”. Ne-gli anni la qualità delle cantine del-la Franciacorta si è distinta anche grazie ai riconoscimenti nazionali. Anche La Montina non fa eccezio-ne, inanellandoli ormai da alcuni an-ni. “Stiamo raccogliendo i frutti del

Fino all’1 giugno prosegue la 21ª Primavera culturale della Franciacorta e del Sebino organizzata dal Centro culturale artistico di Franciacorta e del Sebino che ha sede a Bornato. Venerdì 15 marzo alle 20.30 a Iseo la Sala Palazzo dell’Arsenale ospita “La leggenda di Carlo Magno nel cuoredelle Alpi” con i relatori Giorgio Azzoni, Mauro Pennacchio, Gianfranco Bondioni e Virtus Zallot. Venerdì 22 marzo a Iseo,

sempre alle 20.30, nella Sala civica al Castello Oldofredi si parla, con Ivana Venturini, di “Chiari da villaggio a città, la storia attraverso l’archeologia”. In aprile (il 3), invece, alle 20.30, Rosarita Colosio affronta la tematica “Donne e territorio” nella cantina “Al Rocol” di via Provinciale 79 a Ome. Giovedì 11 aprile a Bornato nella Sala civica di Palazzo Bornato in via Vittorio Emanuele Wanda Ielasi, vicepresidente dell’associazione di promozione

sociale “Psicologi per i popoli nel mondo” affronta racconta “L’etica dell’umiltà ovvero l’arte di vuotare la tazza per fare posto all’altro”. Sabato 20 aprile alle ore 16 a Sarnico al Centro culturale sebinia di via Vittorio Veneto 42/A viene esposta da Massimo Rossi “La breve estate: Giuseppe Sommaruga e lesuggestioni del liberty internazionale”. La chiusura della 21ª Primavera culturale è, l’1 giugno, a Pisogne

nella chiesa della Neve con “Memorie nel sottosuolo. Alla scoperta del patrimonio minerario delle valli bresciane e bergamasche”: interviene Francesco Lanza. Seguirà la presentazione della 12ª Biennale diFranciacorta e Sebino: “Il tessuto della memoria. Dalla seta alla lana, per uno studio dell’espressione tessile in Franciacorta e sul Sebino”.Per informazioni, telefonare al numero 0307255014.

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Vallio Terme sarà rea-lizzato un parco per la “camminata nordica”, quella con i bastoncini. Il “Nordic walking” è il

nuovo metodo di praticare sport che si sta affermando in tutto il mondo. Si pratica all’aria aperta, fa bene al cuore e alla circolazione, rafforza braccia e spalle, migliora la postura della schiena e tonifica glutei e ad-dominali. Sport per tutti e per tut-to l’anno offre agli appassionati di fitness un modo facile, economico e divertente per gustare uno stile di vita sano e attivo. Nato nei Paesi scandinavi era inizialmente pratica-to dagli atleti dello sci di fondo du-rante la preparazione a secco estivo-autunnale. Successivamente, venne perfezionato e sviluppato in un vero e proprio esercizio di fitness. Il prin-cipio fondamentale è quello di coin-volgere il maggior numero possibile di muscoli e, di conseguenza, aumen-tare il dispendio energetico a parità di velocità e di distanza percorsa e migliorare al contempo la forma fisi-ca. E può rappresentare l’inizio di un circolo virtuoso che oltre a portare innumerevoli benefici alla salute ser-

ve a ridare entusiasmo, a far ritrovare fiducia, a dare nuovi stimoli alle per-sone e ad insegnare loro ad ascoltare e godere della natura. Il parco che si va disegnando a Vallio Terme sarà composto da tre sentieri di diversa lunghezza – 3,5, 8 e 12 chilometri – e difficoltà che partiranno tutti dallo stesso punto e rappresenta un pro-getto pilota da esportare anche in altre zone della provincia. L’iniziati-va è curata dalla Pro loco con il so-stegno tecnico della Scuola italiana Nordic Walking Lago di Garda. Alla presentazione sono intervenuti Ugo Favalli, presidente della Pro loco di Vallio, Sabrina Medaglia, consigliere regionale Unpli Lombardia e dirigen-te dell’Assessorato provinciale al tu-rismo e alla cultura, Diego Beda, co-ordinatore delle Pro loco del Bacino del Chiese e Gianzeno Marca, presi-dente dell’Agenzia territoriale per il

turismo di Valle Sabbia e Lago d’Idro. Concordi nel sottolineare l’importan-za dell’iniziativa perché abbraccia la crescente richiesta di turismo spor-tivo e insieme preserva e valorizza il territorio nell’ottica del cosiddetto “slow tourism”. Da qui la proposta di estendere la creazione di percor-si anche in altri Comuni compresi tra il Garda e la Valsabbia per creare una rete con una maggiore capacità di attrazione dall’esterno. Un primo appuntamento per testare l’idoneità dei sentieri è in programma l’1 apri-le, lunedì di Pasquetta. Una volta ot-tenute le necessarie approvazioni i percorsi saranno tracciati definiti-vamente, posizionando le frecce e la cartellonistica. L’inaugurazione è prevista per l’inizio di maggio con una festa di due giorni dedicata inte-ramente alla conoscenza e alla prati-ca del Nordic walking.

Tecnologia e turismo: binomio per-fetto. Sirmione, perla turistica della provincia, incoronata dagli ultimi da-ti relativi agli arrivi (oltre il 5% in più, 307.544 il totale) e alle presenze (at-testate a 1.156.982, con oltre il 6% in più), si prepara alla prossima stagione intensificando i propri servizi. Dopo le guide turistiche vocali arriva nella penisola catulliana “iTown”, la guida turistica on line. La nuova applicazio-ne, la prima per un comune brescia-no, offrirà informazioni e aiuti nella ricerca di alloggi, ristoranti, manife-stazioni, occasioni di divertimento e di shopping. L’applicazione, con testi in italiano, inglese e tedesco, è dispo-nibile, in modo del tutto gratuito, per smartphone e tablet e consente ai tu-risti di fruire in modo completo delle offerte della cittadina termale e ai re-sidenti di essere informati sui fatti del-la vita quotidiana. In una parola, co-me recita lo slogan che accompagna il progetto, sarà possibile avere “tutto il tuo Comune alla portata di un sem-plice tocco”. Sarà possibile trovare le informazioni su dove soggiornare, su cosa mangiare, su come muoversi, su dove bere un aperitivo e su dove pas-sare la serata. E ancora dove pratica-re attività sportive, cercare la spiaggia ideale, il cantiere nautico o il porto in cui trovare un natante per un’escur-sione o per ormeggiarlo, una cantina vinicola di eccellenza, un’agenzia im-mobiliare, gli stabilimenti termali. E per organizzare al meglio le giornate è possibile avere in palmo di mano anche le notizie meteo. Infine sono indicati siti e indirizzi utili per tro-

vare artigiani, professionisti, luoghi di cultura e scuole. Le informazioni sono arricchite da dettagliate schede descrittive. Uno spazio sarà dedicato agli eventi, alle manifestazioni e alle promozioni delle attività commercia-li che consentirà ai partner di attirare nuovi potenziali clienti. L’iniziativa, sostenuta dall’Assessorato provin-ciale al turismo e alla cultura guidato da Silvia Razzi, verrà presentata il 15 marzo alle 16 nella biblioteca comu-nale, in via Alfieri a Colombare. (v.b.)

L’occasione è più unica che rara. Nel 2013 si incrocia per Gabriele D’An-nunzio un duplice anniversario: il 150° della nascita e il 75° della mor-te avvenuta al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. E le celebrazio-ni dannunziane per rendere omag-gio allo spirito fervente di un uomo che, anche grazie alla sua lungimi-ranza e all’amore per l’Italia, seppe imprimere un sigillo di modernità alla storia del Paese, hanno preso il via in quella che fu la sua ultima di-mora affacciata sul Garda. Giordano

Bruno Guerri, presidente della Fon-dazione del Vittoriale, ha inaugurato il calendario delle celebrazioni che porteranno il nome di D’Annunzio in giro per l’Italia, l’Europa e il mon-do restituendo all’antico splendore il Laghetto delle Danze e le Vallette, salutando la muta di cani donata da Velasco Velardi, il dolce ritratto of-ferto da Vincenzo Maugeri, i doni di Augusta Tarina e del gioielliere-ar-tista Buccellati. Al Vittoriale si con-centrano diversi appuntamenti. Mar-tedì 12, giorno della nascita avvenu-

ta a Pescara, c’è il “Buon comple-anno, Gabriele” a partire dalle 14. A seguire, fino a ottobre, sono previsti incontri e rievocazioni che toccano diversi aspetti e passioni della av-venturosa vita del Poeta, tra impre-se, motori, musica e sport. Iniziative editoriali, la pubblicazione di saggi, e-book e di un’agenda-almanacco, ricostruita a partire dagli archivi del-le Fondazioni Il Vittoriale e Lunario Barbanera, che ripercorre, nei 365 giorni dell’anno dannunziano, la sua vita colta nelle sfumature della quo-

tidianità. La messa in scena di uno spettacolo “Gabriele D’Annnuzio, tra amori e battaglie” in cui si rende omaggio alle sue donne, attraverso i versi più famosi mixati con le grandi arie di Wagner e Débussy. Al Salone Internazionale del Libro di Torino, quest’anno a lui dedicato, saranno mostrati in anteprima testi autogra-fi di recente ritrovamento. E con il Ministero degli esteri i festeggia-menti sbarcheranno in modo impor-tante negli Stati Uniti, in occasione dell’Anno della cultura italiana.

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Il settore primario bresciano ha fatto registrare nel 2012 un aumento della produzione lorda vendibile pari al 3,06% rispetto al 14,50 del 2011. Il fatturato complessivo è stato di 1.336,139.875 euro. Il comparto zootecnico rappresenta l’89,12% dell’intera produzione lorda vendibile, confermandosi il pilastro dell’economia agricola provinciale.Come sempre al primo posto, quale elemento nella formazione della

produzione vendibile lordatroviamo il latte con oltre 479 milioni di euro (35,85%), seguito dai suini con quasi 295 milioni di euro (22,07%), dagli avicoli con 245 milioni di euro (18,33%) e dagli allevamenti bovini con 170 milioni di euro (12,72%). Stabile il comparto cunicolo e quello dei prodotti ittici. Nel corso dell’assemblea dell’Upa è stata confermata la situazione di crisi in cui versa l’agricoltura bresciana. L’aumento dei costi di produzione,

che ha interessato in particolare i cereali e la soia, necessari per l’alimentazione del bestiame, insieme a quello delle spese energetiche, in particolare il gasolio ha fatto sentire i suoi effetti più pesanti sulle imprese zootecniche, che hanno visto crescere vertiginosamente i costi di alimentazione, e su quelle di coltivazione, che oltre all’aumento del prezzo del gasolio hanno subito l’incremento del prezzo dei concimi e dei prodotti fitosanitari.

’Unione agricoltori di Bre-scia ha celebrato la sua 97ª assemblea, aperta dal-la relazione di Francesco Martinoni sull’universo

agricolo economico. Sul palco con il vice presidente dell’Unione Luigi Barbieri, il presidente di Confagri-coltura Mario Guidi, l’on. Paolo De Castro (presidente della Commissio-ne agricoltura dell’Unione europea), Paolo Baccolo direttore generale dell’Assessorato all’agricoltura re-gionale e Andrea Peri, presidente dei Giovani agricoltori Anga. Nel corso dell’Assemblea Italo Platto, impren-

ditore di Verziano , è stato nomina-to “Galantuomo dell’agricoltura”. Ai dipendenti Rossana Pasini e Pierlu-igi Tomasoni è stata consegnata la medaglia d’oro per i 30 anni di lavo-ro nell’organizzazione. Martinoni ha

aperto la sua relazione manifestando preoccupazione per lo stallo politico derivante dall’esito delle elezioni e ha invitato i politici a non essere sordi alle istanze del mondo agricolo, esor-tandoli a lavorare insieme. Il Presi-dente Upa ha rilanciato la necessità di fare sistema per affrontare un mer-cato che deve esser visto in un’ottica internazionale. “Saremmo dei per-denti – ha affermato – se ci acconten-tassimo di vendere i nostri prodotti a chilometro zero, iniziativa peraltro apprezzabile ma è contrario al fatto che questa diventi la nostra politica agricola nazionale o bresciana. Noi

produciamo il Grana Padano il cui Consorzio è nella nostra Provincia, i suini che forniscono le cosce per il Parma e il San Daniele, produciamo il Franciacorta e il Lugana… per fa-re il nome di alcune produzioni che esportiamo e dovremo sempre più vendere nel mondo se vorremo cre-scere e rafforzarci. L’intero sistema economico nazionale dovrà sempre più essere orientato verso l’espor-tazione per portare in Italia nuova ricchezza”. Lo sforzo più grane, ha continuato il Presidente Upa, deve essere quello per la creazione di un sistema di imprese capace di aggre-

dire i nuovi mercati. Martinoni non ha sottaciuto il rischio che la nuova Pac, in discussione in questi tempi al Parlamento europeo, e che entrerà in vigore dal 2015 , possa risolversi in una jattura per l’agricoltura italiana, lombarda e bresciana in particolare. Preoccupa l’atteggiamento per quan-to concerne la zootecnia da latte. “È fondamentale – ha affermato Marti-noni – che la nuova Pac tenga conto delle nostre realtà aziendali, degli in-vestimenti fatti per l’acquisto di quote latte e che preveda un supporto alla produzione di latte legato alle quote di produzione detenute dall’azienda”..

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In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tuttii pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”.Ed egli disse loro questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: ‘Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta’. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontanoe là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto,sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci;ma nessuno gli dava nulla.Allora ritornò in sé e disse: ‘Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati’.Si alzò e tornò da suo padre. (...)

Una vecchia giapponese una volta mi ha confidato quale sia la prima cosa da chiedere a Dio: “Chiedi la forza della ragione” mi ha detto. “La forza non è nelle armi o nelle mani degli uomini”. Nel film “Alexandra”: Alexandra Nikolaevna (“Vittoria Benedetta” è il significato del suo nome) è una nonna russa che si re-ca in Cecenia, dove si trova il nipo-te Denis ufficiale dell’esercito. Per giungervi ha attraversato un campo minato e viaggiato con altri soldati in un vagone merci. Giunta al cam-po militare passa di tenda in tenda, cammina con le sue gambe stanche lungo le passerelle per curiosare, guardare, capire e vi coglie tutto il non senso di una guerra che spegne i giovani obbligandoli alla violenza

parte è venuto quel senso di soffo-camento che gli ha fatto cercare al-tre strade. L’esasperazione può venir fuori dagli atteggiamenti più che dal-le parole; dal rimprovero muto di chi fa tutto quello che gli viene ordinato e non disobbedisce mai. E che, senza parole, è capace di accusare chi non ha questo rigore nel fare. Non importa se il suo fare obbediente è senz’anima e nel padre vede solo un padrone e si sente meno di un salariato perché non si può permettere un capretto da mangiare con gli amici. Non è il padre che glielo nega: è lui che se lo nega per essere giusto, martire, vittima. “Io ho fatto sempre tutto quello che mi hai ordinato” gli dice. Ma non si è accor-to che il padre non ordinava e il suo fare per obbedienza diventava esaspe-rante per l’altro fratello. Il figlio che se ne va non capisce il fratello; non capi-sce la sua dedizione; non vuole esse-re come lui. E quello ancor peggio a diventare modello di virtù, col padre che ne loda la docilità perché – è vero – lui fa quello che deve fare. Ma non basta perché la sua virtù è intaccata

dalla volontà di essere libero di quel fratello che se ne va. Fosse per lui il padre avrebbe dovuto metterlo alle strette, costringerlo a fare quello che doveva. Dovere. È l’unico modo per essere certi di non sbagliare. Il dovere è chiaro, bianco o nero, giusto o sba-gliato. Non guarda dentro: vede i risul-tati. Si chiama fedeltà. E alla lunga si chiama diritto. Ma non nel presente: nemmeno un capretto per far festa con gli amici. Suo fratello se ne va per cercare il suo presente e lui aspetta il suo riscatto, non il suo futuro. Ma lui sa di essere l’unico a poter servire suo padre meglio di tutti. E può permet-tersi di essere più duro di suo padre. Perché ne ha diritto. Perché il regno è suo o almeno lo sarà. E se suo pa-dre è troppo tenero ci sarà lui a dire cosa pensa e cosa fa il padre. Perché il padre può aspettare quanto vuole ma è lui quello che non se n’è andato. Glielo deve. Non c’è festa per il figlio che ritorna nella testa del fratello che sa e ha già tutto. Non c’è spazio per un padre così. Per lui l’amore di Dio è bianco o nero.

Andata e ritornosasperazione. Perché il fi-glio se ne va? Non dev’es-sere per le pressioni del padre. Anche se stilizzata la figura del padre rive-

la il profilo di un uomo che sa intu-ire profondamente quello che acca-de ai suoi figli e per questo non ha esitazioni nel dividere il patrimonio, nell’attendere, nel ridare dignità, nel convincere. Il figlio se ne va esaspera-to da qualcun altro, non dal padre. E quando torna in se stesso si accorge che il male l’ha fatto al padre perché ha fatto soffrire la persona che non aveva colpa. Per questo lo chiama peccato verso il Cielo e davanti al pa-dre: perché non è semplicemente una fuga ma il rifiuto di qualcuno. Che lui ha identificato nel padre perché era il più facile da vedere. Quando torna in se stesso si accorge di aver sbagliato a partire dalle cose più semplici. Ca-pisce da lì che ha accusato la persona sbagliata. Che se suo padre è giusto con gli operai non può essere ingiusto con i figli. Ma da qualche parte gli è nata quell’esasperazione. Da qualche

e ad una vita svuotata per servire le logiche del potere. Alexandra è de-terminata, una mattina fa alzare la stanga e va nel villaggio ceceno. Lì scatta subito la solidarietà femmi-nile: una sua coetanea la accoglie in casa (quello che ne rimane per-ché tutti i palazzi sono bombarda-ti) le offre del te. Tra le donne non c’è rivalità. Diventano amiche e co-sì quello che nel mondo maschile è segnato dall’odio e dalla divisione, nella solidarietà femminile diviene subito gesto naturale di amicizia e di pace. Il regista Alexandr Sokurov così ha commentato il suo lavoro: “In questo film la vittoria è innan-zitutto di una madre, e se vogliamo in un certo senso questa donna è simbolo della Madonna. Penso che

se Maria dovesse rivivere la sua si-tuazione drammatica non potrebbe sopravvivere al dolore che oggi in-fliggiamo a Cristo”. La drammatici-tà del tempo presente, segnato da una grave crisi spirituale, ha come conseguenza il degrado morale nella politica, nell’economia, nelle fami-glie e nella Chiesa stessa. Dobbiamo ritornare a chiedere a Dio: “la forza della ragione”. Per noi la ragione è la Sapienza e questa sapienza è Cri-sto: “Noi abbiamo il pensiero di Cri-sto” dice San Paolo (1Cor 2,16). E la logica di Cristo è l’unica forza che ci permette di vincere nella costru-zione della pace, perché è la logica dell’amore, dell’amicizia, del servi-zio, del donarsi attraverso i gesti semplici della vita.

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ervono i lavori delle Con-gregazioni generali. Quei cardinali che tra qualche giorno, come fu nel 2005, si affacceranno dai log-

giati di San Pietro a far corona con le loro vesti rosse, dopo l’elezione del nuovo Papa, in un clima di festa, sono al lavoro. Si confrontano sullo stato della Chiesa e cominciano a deline-are il profilo di chi tra pochi giorni eleggeranno. Discutono, ascoltano, pregano. È un processo unico, guar-dato con interesse e rispetto da tutto il mondo. L’istituzione più universale di questo mondo pure “globalizzato”, rinnova così, e anzi se possibile ap-profondisce e mostra a tutti, la sua dinamica di unità e di collegialità. I cardinali stanno discutendo degli affari della Santa Sede e dei diversi dicasteri e i loro rapporti con gli epi-scopati, del rinnovamento della Chie-sa alla luce del Concilio Vaticano II, dello stato della Chiesa e delle esi-genze della nuova evangelizzazione

La comunità cristiana apprezza e valorizza il risveglio della coscienza ecologica, la crescente consapevolezza ambientale e dell’uso di energie rinnovabili e pulite, la revisione degli stili di vita e dei consumi improntati a sobrietà e responsabilità sociale: sono alcuni dei “valori” di cui si è parlato al convegno “La fede nel Creatore per abitare la terra”, tenuto ad Assisi (1-2 marzo). Al convegno di Assisi le riflessioni sono state condotte – spiega uno dei coordinatori dei

lavori, Ernesto Diaco – “tenendo presenti sia le istanze che emergono dalla cultura contemporanea, sia collocandole dentro un percorso di ricerca sulla teologia della creazione e della ‘custodia del creato’ aperta al contributo di ulteriori discipline, teologiche e non, sia degli esponenti di altre religioni”. “La custodia del Creato – prosegue – appare come un fecondo terreno di incontro anche all’interno del mondo religioso, il cui contributo per la promozione di una cultura

rispettosa verso l’ambiente non può essere dimenticato. La stessa scelta di incontrarsi ad Assisi, dedicando una serata a vegliare in preghiera sulla tomba di San Francesco, mostra come l’attenzione verso il creato sia un elemento tutt’altro che secondario o accessorio nella spiritualità cristiana e una risorsa per la nuova evangelizzazione a cui siamo chiamati”. Obiettivo specifico del convegno è stato la messa a fuoco del tema del “male”, che nell’esperienza umana si manifesta

anche attraverso gli eventi naturali, “volendo gettare su di essi la luce che proviene dalla fede in un Dio Creatore onnipotente e premuroso”, spiega Diaco. “La bellezza del creato sembra ogni giorno contraddetta dal male, dalla sofferenza, dalla corruzione. Eppure, anche nell’oscurità di certi momenti, non è impossibile scorgere attraverso le creature una bellezza ancora più profonda e così giungere a “toccare la mano di Dio, ascoltare la Parola e vedere l’Amore”. (l.c.)

questo Anno della fede e dei 50 an-ni del Concilio più partecipato della storia, risaltano le parole di uno dei documenti più ispirati e importanti del Vaticano II, la costituzione dog-matica Lumen Gentium, sulla Chie-sa: “Questo collegio – è detto a pro-posito del collegio episcopale –, in quanto composto da molti, esprime la varietà e l’universalità del popolo di Dio; in quanto poi è raccolto sotto un solo capo, significa l’unità del greg-ge di Cristo”. È l’identità della Chiesa, realtà visibile e spirituale, come sem-pre la definisce il Concilio, che opera nella storia, ma non può che poggiare sulla fede. “Quantunque per compiere la sua missione abbia bisogno di mez-zi umani”, si legge nel Concilio, Paolo VI affermava che è la fede il “segreto” della Chiesa. Già il documento con-ciliare era ben consapevole che non mancavano i problemi. E questi non sono solo le persecuzioni. Oggi la cat-tolica è la religione più vessata sul pia-no universale.

nel mondo e nelle diverse situazioni culturali. Il collegio cardinalizio, che pure ha una sua storia peculiare, le-gata proprio alla realtà del papa come vescovo di Roma, di fatto rappresen-ta il collegio episcopale. E proprio in

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i si può commuovere. “Raggi di luce” tocca il cuore perché la storia di Chiara Luce Badano (1971-1990) è una storia

straordinaria ma vera. Ecco perché il PalaBrescia gremito da tante fa-miglie si è lasciato catturare dalle parole e dalla musica in un pome-riggio di festa dove il nodo alla gola per la triste vicenda di Chiara si tra-sforma in gioia per la consapevolez-za di una vita donata. Al termine del musical, la gente in sala che prima si era commossa aveva il sorriso di chi sa di essere un po’ più ricco, di avere imparato qualcosa in più. La vita di Chiara è una testimonianza molto forte di come si possa affron-tare il dolore senza perdere il sorri-so, continuando a regalare affetto e speranza. Nella pagina ufficiale su Facebook (Raggi di luce: il Musi-cal) sono raccolti anche molti com-menti, fra questi piace citare quello di Marta Menolfi: “Bello spettaco-lo... Per non parlare del messaggio. Ti obbliga a riflettere sulla vita, su come la si vive, dando importanza alle cose futili senza apprezzare e valorizzare le cose che davvero con-tano! Chiara Luce è uno splendido esempio per i nostri ragazzi, per noi giovani, per gli adulti... è un bellis-simo esempio per tutti!!! Grazie per avermi raccontato di lei”. Sulla stes-sa lunghezza d’onda anche Chiara

te che l’Amore divino fa grandi cose e che non si ferma al capolinea!”. È giusto sottolineare che lo spettacolo è il frutto del progetto che vede im-pegnati, dal 2011, oltre 120 ragazzi del Movimento dei Focolari di tut-ta la Lombardia dai nove ai 30 an-ni. Davanti a quasi 2000 spettatori è stata proposta in due atti la storia di Chiara Luce: il primo atto racconta la vita della giovane sino alla diagno-si della malattia che l’ha colpita; il secondo, gli ultimi mesi prima della sua morte. La vita di Chiara è sem-plice e straordinaria come quella di tante ragazzine della sua età. Aderi-

Tambalotti: “Siete stati fortissimi come fortissime e indelebili sono e resteranno le emozioni che ci avete regalato! Bravi bravi bravi! E grazie, grazie per essere così luminosi, veri e appassionati: siete la prova viven-

L’Ufficio per la spiritualità e le vo-cazioni ha messo a punto il pro-gramma (nei prossimi numeri del settimanale entreremo nel dettaglio delle proposte) per la 50ª Giornata mondiale di preghiera per le voca-zioni che si terrà a Brescia sabato 20 e domenica 21 aprile. In parti-colare nel pomeriggio di sabato 20 aprile (dalle 16 alle 19) è organizza-to, nell’aula magna della Facoltà di medicina, il convegno “A tu per tu

con la Santità”. Saranno presentati i messaggi di speranza di Paolo VI e saranno portate alcune testimo-nianze su figure significative come don Pino Puglisi, Giulia Gabrieli, la beata Chiara Badano e Santa Gian-na Beretta Molla (nella foto). Ci sa-rà spazio anche per i flash di spe-ranza: la fede giovane in universi-tà, le nuove speranze in Albani e la speranza nella sofferenza. Sabato sera, invece, alle 20.30 la Basilica

delle Grazie in diretta su Tv2000 ospita la Veglia di preghiera per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni presieduta dal vescovo Monari; dal termine della veglia fi-no all’una del mattino, “Luce nella Notte”, la proposta di evangelizza-zione per i giovani nella parrocchia di S. Afra.Domenica 21 la Messa delle 11 celebrata dal vescovo Luciano in Cattedrale sarà trasmessa in di-

retta anche da Rai 1. Dalle 16 alle 17.30 l’Istituto Paolo VI di Conce-sio ospita la tavola rotonda “In dia-logo su Paolo VI”. Dalle 15.30 alle 18 in Duomo Vecchio, l’adorazio-ne eucaristica e l’evangelizzazione di strada prima della Messa delle 18.30 presieduta in Cattedrale da don Guido Pietrogrande. In Duo-mo Vecchio, dalle 20.30 alle 22.30, l’adorazione eucaristica di interces-sione per le vocazioni.

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sce fin da piccola al Movimento dei focolari fondato da Chiara Lubich, ma a 17 le viene diagnosticato un tumore diffuso: è l’inizio del viaggio di Chiara verso una meta diversa da quella sognata da ragazzina, ma al-trettanto straordinaria. La sua vita, il suo modo di affrontare la malattia, è una sfida per tutti. La stessa Chia-ra nel suo diario invitava i giovani a essere protagonisti in positivo: “I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare lo-ro la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene”.

Sabato 9 marzo presso il Seminario diocesano (via delle Razziche 4) alle 14 breve incontro di presentazione dell’Apostolato della preghiera. L’incontro è aperto a tutti, specialmente agli studenti della Scuola di teologia per laici. Mercoledì 13 marzo, dalle ore 17 alle 18, presso la Cappella delle Suore Ancelle della Carità, in Brescia, via Moretto 35: Ora di adorazione per le vocazioni. Sono gli ultimi giorni utili, inoltre, per iscriversi al pellegrinaggio Adp in Terra Santa.

Vivere momenti di spiritualità in preparazione alla Quaresima. Proseguono gli appuntamenti e le proposte all’Eremo di Bienno. Sabato 9: ore 20, corso per fidanzati; ore 20.30 Ufficio delle letture al Monastero.Domenica 10: ore 9.15 ritiro per gli adultiMercoledì 13: ore 6, al monastero, Ufficio delle letture, lodi e Santa messa presieduti da don Cristian Favalli, curato di Breno; ore 20, Incontro di

spiritualità per gli adulti.Giovedì 14: ore 9.15, ritiro per sacerdoti; ore 20, Gruppo “Galilea”.Sabato 16: ore 9, ritiro per religiose e consacrate; ore 16.30, Santa Messa per i “figli in cielo”; ore 20, corso per fidanzati; ore 20.30 Ufficio delle letture al MonasteroMartedì 19: ore 10.15 Uac.Mercoledì 20: ore 6, al monastero, Ufficio delle letture, lodi e Santa Messa presieduti

da don Pierangelo Pedersoli, curato di Pisogne; ore 9, ritiro per le donneMercoledì 27: ore 6, al monastero, Ufficio delle letture, lodi e Santa MessaGiovedì 28: ore 18, Messa in Coena Domini al monasteroVenerdì 29: ore 7.15, Lodi al monastero; ore 15: celebrazione della Passione del Signore al monastero.Sabato 30: ore 7.15: lodi al monastero; ore 17.30: Vespri

al monastero; ore 22: Veglia Pasquale al monastero.Domenica 31: Domenica di Pasqua. ore 7.15, Lodi al monastero; ore 8 Santa Messa al monastero; ore 16.30 Santa Messa solenne all’EremoLunedì 1° aprile: ore 8 Santa Messa al monastero.Dal mese di aprile la Santa messa festiva dell’Eremo sarà celebrata alle ore 17.Altri appuntamenti su www.eremodibienno.it.

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a Quaresima è un tempo donato ai cristiani per ri-flettere sulla propria vita e convertirsi in vista del-la Pasqua. Ognuno di noi

è dunque chiamato alla conversio-ne del cuore e invitato a riflettere su vari aspetti della propria vita, personale, familiare e lavorativa. Come da tradizione, la diocesi di Brescia ha così promosso e orga-nizzato una mattinata di ritiro e riflessione dedicata ai politici e a coloro che sono impegnati nel sociale, tenutasi sabato 2 marzo presso il Centro pastorale Paolo VI. L’incontro che si è aperto con la celebrazione della S. Messa, è poi proseguito con una lectio divina tenuta dal vescovo Luciano Monari e con una riflessione del prof. Ful-vio De Giorgi, che ha preceduto la consegna del mandato ai presenti. De Giorgi, docente di storia della pedagogia e dell’educazione pres-so l’Università di Modena e Reggio Emilia, già membro del Consiglio pastorale diocesano di Milano, ha quindi parlato del ruolo della figu-ra dei cristiani laici, partendo dai documenti del Concilio Vaticano II. Il Concilio Vaticano II è stato il 21° e ultimo Concilio ecumeni-co della Chiesa cattolica, durante il quale furono prodotti quattro costituzioni, nove decreti e tre di-

dello Spirito Santo alla Chiesa con-temporanea”. Lo stesso Concilio invita i fedeli a leggere i segni dei tempi, cercando di comprendere a fondo il contesto sociale nel qua-le stiamo vivendo: un contesto, il nostro, segnato sempre più da for-me di secolarismo e di palese in-dividualismo e dalla diffusione di una cultura che esalta il singolo individuo e minimizza il rapporto che ogni uomo dovrebbe intesse-re con i fratelli. In questo scenario, la Chiesa è ancor più chiamata a compiere la missione di diffondere

chiarazioni. Per questo il Conci-lio assunse per la Chiesa cattoli-ca un’importanza pari al Concilio di Nicea. Il beato Giovanni Paolo II, parlando di questo importante incontro lo definì “il grande dono

ªla Buona Novella, attraverso i suoi ministri, ma anche attraverso i nu-merosi fedeli laici, senza cercare gloria e ricchezze, ma in assoluta umiltà e povertà. Ad ogni battez-zato Cristo stesso chiede di vivere la propria umanità nella coerenza evangelica, amando il Signore e i fratelli. Tre quindi le indicazioni del Concilio ad ogni cristiano: la coerenza tra parole e comporta-menti, perché per raggiungere fini evangelici è necessario usare mez-zi evangelici, senza mai mettere in primo piano il proprio interesse; l’impegno socio-politico come for-ma di carità vissuta nella giustizia e, infine, il coraggio di contrastare con ogni mezzo il crescente e dif-fuso individualismo. In un conte-sto come quello odierno, i cristia-ni sono chiamati quindi a sentirsi pellegrini sulla terra e a rinunciare adogni forma di materialismo per aiutare la Chiesa a diffondere il Vangelo libera da ogni fardello ma-teriale che allontana la gioia vera.

Un’importante occasione per conoscere maggiormente la figura di don Primo Mazzolari viene offerta giovedì 14 marzo, ore 17.30, alla Libreria Paoline di Brescia dove verranno presentate le edizioni critiche di due opere di Mazzolari: “La via crucis del povero” e “Dietro la croce – Il segno dei chiodi”. Interverranno i curatori di tali edizioni critiche: il prof. Giorgio Campanini e il prof. Saverio Xeres, due fra i maggiori studiosi italiani della storia della

Chiesa e del pensiero cristiano del Novecento. Introdurranno l’incontro il prof. Anselmo Palini, autore di diverse pubblicazioni su don Mazzolari, e don Pierantonio Lanzoni, vice postulatore della causa di beatificazione di Paolo VI e appassionato studioso del parroco di Bozzolo. Questo importante incontro è organizzato dalla Libreria Paoline in collaborazione con la Fondazione Mazzolari di Bozzolo, con le edizioni Dehoniane di Bologna e con la Cooperativa

cattolico-democratica di cultura. La presentazione dell’edizione critica, da poco pubblicata, di questi due volumi di Mazzolari è quanto mai opportuna, dato che entrambi i libri riguardano il tempo quaresimale. Nella vasta produzione di Mazzolari, “La via crucis del povero” occupa un posto particolare perché da una parte riflette la prolungata meditazione del parroco di Bozzolo sulla passione, dall’altra pone al centro della sua visione del cristianesimo

il povero, che è insieme Cristo e, dopo di lui, ogni uomo che viene in questo mondo. Nel secondo volume che viene presentato in edizione critica, le due opere di Mazzolari “Dietro la croce” e “Il segno dei chiodi” sono presentate unitamente. Le due opere di Mazzolari sono un commento ai giorni della Settimana Santa, con i rispettivi contenuti evangelici e liturgici, dalla domenica delle Palme alla veglia pasquale e la notte del Sabato Santo.

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’insopportabilità del do-lore deriva dal fatto che la vita terrena termina con la morte”, afferma-va Albert Camus, premio

Nobel per la letteratura, nel suo celebre romanzo “La Peste”, per bocca del protagonista Bernard Ri-eux. Parlare di morte tuttavia, non significa necessariamente riferirsi al naturale termine ultimo dell’esi-stenza; all’interno dell’esperienza di dolore, di qualsiasi tipo essa sia, sussiste infatti la reale e vera espe-rienza della morte: nella malattia, ad esempio, si vive l’esperienza del

ma anche dal suo modo di perce-pirla e di reagire. Oggigiorno, riflet-tere su una tematica come questa assume particolare importanza; per questo, l’Ufficio diocesano per la salute e l’Azienda ospedaliera Spe-dali civili di Brescia, con il patroci-nio dell’Università Statale cittadina hanno organizzato un ciclo di quat-tro incontri sul tema “Culture e re-ligioni accanto al malato”, rivolti a studenti e docenti universitari, ope-ratori delle professioni sanitarie e cittadinanza tutta. Giovedì 28 feb-braio, in una gremita aula magna di Medicina, ha preso quindi la parola il prof. Salvatore Natoli, docente di filosofia teoretica presso la Facoltà di scienze della formazione all’Uni-versità di Milano Bicocca. Natoli ha guidato i presenti in una riflessio-ne sull’esperienza del dolore e del malato nella cultura occidentale, secondo il punto di vista non reli-gioso. La relazione curata dal no-to docente ha preso il via con una

“morire” in quanto la condizione nella quale ci si trova non permet-te più di vivere appieno nel mondo e nella quotidianità. Ogni malato è dunque personalmente segnato dal decorso clinico della sua malattia

descrizione della sofferenza: “La sofferenza in sé ha molte facce” ha detto Natoli; “c’è la sofferenza fisica, quella psicologica, detta an-che angustia o tristezza e, infine, la dolorosa sofferenza per la perdita di un affetto”. “La società odierna è caratterizzata da una sempre più larga diffusione di una cultura che censura il dolore e la morte” ha poi proseguito. “Tutti quanti, infat-ti, siamo candidati alla sofferenza, ma quando si sta bene la tendenza è quella di non pensarci: anzi, ge-neralmente si tende a non guarda-re nemmeno alla sofferenza altrui, che non ci riguarda, anche perché risveglia in noi il ricordo di come siamo candidati, in un certo qual modo, ad essa. Il dolore provato può essere generalmente di due ti-pi: da un lato, esso può essere vivo e straziante, dall’altro, sordo e la-tente. Nel primo caso ne sentiamo lo spasmo che non ci permette di pensare al nostro dolore in sé; nel

Venerdì 8 marzoOre 6.50 - Brescia - Santa Messa presso il Seminario minore.Sabato 9 marzoOre 9.30 - Brescia - Incontro con Confcooperative nel 60° di presenza a Brescia presso il Centro pastorale Paolo VI.Ore 16.30 - Mompiano - Santa Messa di ringraziamento per la beatificazione di fra Giovanni Bodei presso la chiesa di SanGaudenzio.

Domenica 10 marzoOre 8.30 - Brescia - Santa Messa in Cattedrale.Martedì 12 marzoOre 16 - Brescia - Incontro e S. Messa presso il Seminario maggiore.Mercoledì 13 marzoOre 21 - Brescia -Santa Messa in ricordo di don Luigi Giussani presso la chiesa dei Santi Faustino e Giovita.Giovedì 14 marzoOre 20.30 - Brescia -Scuola di preghiera in Cattedrale.

secondo, invece, in base alla co-stanza e all’insistenza dello stesso esso provoca in noi inquietanti do-mande: il dolore, infatti, non è ab-bastanza forte da oscurare i nostri pensieri. Entrambe le tipologie di dolore, tuttavia, sono accomunate dal danno: il dolore infatti inchio-da, blocca e impedisce l’apertura al mondo, causandoci danno. Com-prendere l’altro tuttavia è fonda-mentale: mettendosi sulla sua lun-ghezza d’onda e sentendosi parte di una comune umanità, infatti, tutti potremmo essere d’aiuto a chi ci circonda.

La Cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario:

La nomina a parroco della parrocchia di Magno di Gardone Val Trompia, del rev.do don Davide Ferrari, già amministratore parrocchiale della medesima.

La nomina a presbitero collaboratore delle parrocchie

di Carzano, Peschiera Maraglio e Siviano di Monte Isola del rev.do don Francesco Turla già parroco di Lumezzane Pieve.

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na pessima legge elet-torale ha prodotto una pessima situazione po-litica. Toccherebbe al-la politica far sintesi

delle molte libere opinioni, con gli strumenti di cui dispone: questa leg-ge elettorale non lo fa, non produce maggioranze chiare. Rimpiangiamo di non aver adeguatamente sostenu-to il doppio turno, che consentirebbe alle forze in campo di misurarsi (nel primo) e di scegliere chi governa (nel secondo). Con la legge elettorale at-tuale, in vigore dal 2005 quando il po-ker Berlusconi, Casini, Bossi e Fini spadroneggiava, non ne uscirà nulla di buono: nessuno si assume respon-sabilità perché nessuno si sente inca-ricato. E questo è un problema vero (e costoso). Le elezioni dicono che gli italiani non si fidano del tutto del Pd (o forse di Bersani). Terminate le primarie nessuno ha più fatto una vera campagna elettorale, prodotto un’idea-guida, una classe dirigente

un elettorato più di centrodestra. Il futuro di questa lista non è più nel-le sue mani. Con la fine dell’agenda Monti si aprirà una nuova agenda: speriamo con una copertina più so-ciale. Vincitori morali sono i grillini del M5S. Non hanno un’idea di Pa-ese ma una serie di proposte (pe-raltro anche condivisibili, alcune) e – grazie al suo leader – un’ottima capacità di comunicazione, che rap-presenta il disagio crescente di chi si sta spazientendo (si pensi ai gio-vani). Questo Paese ha rimandato alcune riforme: non quelle decora-tive, ma quelle vitali. Quelle che ri-guardano la vita delle persone. Se i principali attori politici non danno segni di vera vita politica, ecco al-lora che la protesta prende questa via (peraltro meglio questa via che la via greca di Alba dorata...). I grilli-ni mostrano senso di popolarità e di innovazione, ma si farà molta fatica a condividere un pensiero col loro leader: chi viene dal mondo dello

nuova: certe candidature una volta erano onorevoli, oggi sono stucche-voli. Bene l’idea di un’Italia “giusta”, ma poi? Non è statisticamente vero che Berlusconi abbia recuperato: ha perso voti (così come il Pd). È inve-ce politicamente vero che in Italia manca una destra seria, conserva-trice e liberale. Il tentativo di Fratelli d’Italia non è andato. Resiste la Lega ma non può utilmente raccogliere la destra nazionale. Il paragone con Cameron o con Sarkozy dà la misura di una distanza. Fallito anche il ten-tativo di Monti, ovvero di una lista con candidati più di centrosinistra e

spettacolo limita la politica a una somma tra comunicazione e ammi-nistrazione. Entrambe servono, ma se manca una solida cultura politica che esprima una buona idea di Pa-ese saremo destinati a diventare la periferia dell’Europa. Confidiamo su una legge, non elettorale, ma al-meno storica: l’Italia, quando è in difficoltà, dà il meglio di sé. Bisogna anzitutto smentire il noto aforisma di Flaiano, secondo cui in Italia la situazione politica è sempre grave, ma non seria. Ecco cosa servirebbe: serietà e responsabilità.

Da pochi giorni si è conclusa una lunga campagna elettorale (anche se non sono poche le probabilità di ritornare alle urne nell’arco di pochi mesi). Le Acli provinciali si sono impegnate soprattutto per sollecitare la partecipazione dei cittadini con la campagna “Io voto”. Sono stati stampati e distribuiti migliaia di volantini per ricordare quanto sono importanti le elezioni per la nostra democrazia. Sempre con questo spirito i Giovani delle Acli hanno proposto alcune serate

dedicate ai giovani che si recavano al voto per la prima volta. I tempi per organizzare l’iniziativa erano veramente stretti, considerando anche il periodo particolarmente intenso da molti punti di vista (Carnevale, inizio Quaresima, San Faustino ecc.). Durante le serate che sono state organizzate in diversi paesi della provincia, spesso in collaborazione con i locali circoli Acli, i giovani hanno spiegato perché votare sia un gesto importante, partendo poi

dalla Costituzione (in particolare dall’articolo 48) per arrivare alla legge elettorale, ai partiti e ai candidati, passando per alcuni criteri di scelta libera e consapevole. L’intenzione è che questo possa diventare un appuntamento fisso per i Giovani delle Acli in occasione dei vari appuntamenti elettorali, possibilmente in collaborazione con gli oratori e altre agenzie educative presenti nei territori. (Roberto Toninelli)

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La macchina organizzativa si è ormai messa in moto da parecchio tempo; sì, perché le cose da fare sono parecchie affinché tutto funzioni a meraviglia in una manifestazione grande e complessa come “Seridò”. La grande festa dei bambini e delle famiglie, che l’Adasm-Fism di Brescia promuove per il diciassettesimo anno consecutivo al Centro Fiera del Garda di Montichiari aprirà i cancelli dal 25 aprile al 5 maggio nei giorni 25, 26, 27, 28 – 30 aprile e 1,

4, 5 maggio. con orario continuato dalle 9.30 alle 19.Confermati gli oltre 100 spazi gioco: aree attrezzate dove divertirsi, costruire, disegnare, saltare, giocare nella massima sicurezza… A Seridò si può anche assistere ad uno spettacolo teatrale (scegliendo fra le proposte dei teatri che aprono al pubblico varie volte nell’arco della giornata), leggere un libro nell’apposito stand di “Libera un libro”, saltare sui gonfiabili (quelli per i bimbi grandi o quelli per i più

piccoli), salire sul treno di Seridò per fare un giro e tanto altro in oltre 51mila mq coperti. A Seridò tutto è a misura di bambino e all’interno si può giocare gratuitamente con tutto e con tutti aiutati da oltre 300 animatori.Se hai meno di 12 anni entrare a Seridò per te è gratis. Gli adulti invece pagano 10 euro ma all’interno anche per loro spettacoli, attrazioni e burattini sono gratis. Segui tutte le novità fino alla nuova apertura su www.serido.it

e scuole dell’infanzia ade-renti alla Fism da sem-pre, sia per quanto le ri-guarda in quanto scuole, sia nell’attuale contesto

culturale e sociale, sono chiamate a svolgere il loro irrinunciabile compito educativo verso i bambini e di accom-pagnamento delle famiglie per quan-to loro compete. Più che mai oggi si evidenzia un troppo di “confusione” intorno al mondo dell’educazione e della scuola: le famiglie, nel momento della scelta della scuola dell’infanzia per i propri figli, chiedono di essere sempre più informate sulla scuola e sul progetto educativo che persegue, sui servizi che stanno scegliendo per i propri figli. Le scuole, da parte loro, sono chiamate a rendere più visibile la propria proposta, a presentarsi con la dote di buona prassi educativa e di servizio di qualità alta. Da qui la neces-sità di potenziare azioni e percorsi per sensibilizzare, informare le comunità, proponendo “il mondo Fism”, l’iden-tità valoriale, la competenza pedago-gica, la capacità di fare scuola oggi, così che i genitori scelgano in mo-do più consapevole le “nostre scuo-le nella convinzione di compiere la migliore scelta ” per i propri figli. Pertanto, a partire dalle prossime settimane, verrà attivato un primo “percorso attivo” articolato in tre momenti. Il 21 marzo 2013 è in pro-gramma una “giornata Fism” in tut-te le scuole Fism della Lombardia, per coinvolgere bambini, famiglie, comunità, e per richiamare l’atten-zione dei media sulla nostra grande realtà (vedi articolo a fianco). Dal 25

un grande spazio gioco dove, oltre ad accogliere bambini e famiglie con attività e proposte, distribuirà mate-riale informativo e riviste ai genito-ri. Il 4 maggio, infine, verrà propo-sto un convegno pedagogico Fism, sempre a Montichiari, al quale sono invitate le educatrici delle nostre scuole provenienti da tutta la Regio-ne; l’appuntamento – di cui parlere-mo dettagliatamente più avanti – è l’occasione per veicolare progetti e contenuti, non solo verso l’interno dell’associazione (scuole, educatri-ci ecc.) ma anche verso l’esterno, attraverso l’attenzione che il conve-gno, insieme alle altre due iniziative del percorso di comunicazione, può “catturare” nei confronti dei media.

aprile al 4 maggio 2013, come tradi-zione, riapre alla Fiera del Garda di Montichiari Seridò, che da 17 anni è espressione della festa delle fami-glie delle scuole. Quest’anno verrà vissuto anche come “evento Fism”, grazie alla presenza della Fism re-gionale, che, in collaborazione con la Fism nazionale, a Seridò gestirà

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a padre costituente a monaco, dalla politica attiva alla spiritualità. È la strada seguita da Giuseppe Dossetti, uno

dei più grandi interpreti della figura del cattolico impegnato nel sociale e nel politico, la cui vita è stata trat-teggiata, in un incontro all’oratorio della parrocchia di Santa Maria in Silva, da Giovanni Bianchi, già pre-sidente nazionale delle Acli e parla-mentare del Partito popolare, fon-datore del “Circolo Dossetti”.Muovendo dalla stretta attualità, Bianchi ha ricordato la figura di Dossetti, ne ha evidenziato le prin-cipali caratteristiche, raccontando anche episodi vissuti insieme. A cominciare dal modo in cui si so-no conosciuti. “Da presidente delle Acli mi avevano fissato un incontro con il Papa. Non sapevo con che parole presentare l’associazione a Giovanni Paolo II e perciò chiesi aiuto a Dossetti. Dopo tanti tenta-

tivi riuscii a parlare con lui a Mon-te Oliveto una mattina all’alba. Lui mi disse di raccontare al Pontefice questa frase: ‘Le Acli sono un’asso-ciazione di lavoratori cristiani nota e non disconosciuta dalla Chiesa’. Da allora ci siamo incontrati nume-rose volte”. Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Dosset-ti, venuto al mondo il 13 febbraio 1913 a Genova. Dopo la laurea in giurisprudenza a Bologna l’azione pubblica di Dossetti comincia du-rante la Resistenza, “quando passò due anni da partigiano sull’Appen-nino emiliano – ha osservato Bian-

chi – partecipando alle azioni mili-tari senza armi. Lì capì che poteva spendersi attivamente in politica”. Sul punto Dossetti amava ripe-tere: “Chi vuol fare politica deve occuparsi della storia e non della cronaca e soprattutto deve capire i cambiamenti. La cosa più impor-tante è proprio la coscienza del cambiamento, un aspetto difficile perché molto spesso ci accorgia-mo dei cambiamenti quando sono già avvenuti”. Per fare ciò bisogna studiare, raccogliere dati, infor-marsi. Insomma, secondo Dosset-ti “per fare politica bisogna essere preparati” e soprattutto bisogna considerarla come un fatto occa-sionale. “Dossetti – ha continuato Bianchi – non considerava la poli-tica come una professione perché riteneva che bisognava essere im-pegnati solo fino a quando si era in grado di dire qualcosa”. Dato che la politica va vista come un impegno limitato nel tempo, Dossetti rima-

se in campo soltanto sette anni. “Un periodo – ha chiosato Bianchi – breve ma intenso, durante il qua-le ebbe modo di partecipare all’As-semblea costituente. Dossetti fu il vero regista della Costituzione ita-liana, perché capì che per scrivere la Carta bisognava trovare l’ideo-logia comune a tutti i costituenti: ossia il personalismo”. Infatti “i costituenti erano tutti anti-fascisti o a-fascisti. Pertanto se il fascismo era stato il prevalere dello Stato rispetto alla persona, nell’Assem-blea doveva prevalere la persona rispetto allo Stato. Di conseguenza il personalismo, un valore di chiara matrice dossettiana, è stato posto alla base della Costituzione. Pro-prio perché il principio di base è il personalismo, la nostra Carta co-stituzionale non stabilisce i diritti, ma li riconosce”.Bianchi ha raccontato anche lo sforzo fatto da Dossetti per inse-rire nella Carta sia il principio di

laicità (“L’articolo 7 fu scritto da Dossetti a Botteghe Oscure davanti a Togliatti”), sia il riconoscimento dei Patti Lateranensi: “Dossetti rite-neva che ciò potesse costituire una garanzia per l’impegno attivo dei cattolici, ma durante la sua azione non ha mai chiesto consiglio Oltre-tevere”. L’ex parlamentare ha poi evidenziato: “La figura di Dosset-ti è poco conosciuta, anzi lui è più noto per il livore dei detrattori che per la passione degli affezionati. A volte il termine dossettiano suona quasi come un insulto”. In conclu-sione, Bianchi ha osservato come Dossetti si sia sempre confrontato con la storia sia da politico sia da monaco, e ha citato la frase che Dossetti pronunciò nel 1994 a Por-denone qualche mese prima di mo-rire: “Durante la mia vita ho contri-buito a elevare la cultura democra-tica del popolo italiano. Questa è la cosa più importante che un politico possa fare”.

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opo qualche anno di chiu-sura per la realizzazione di un progetto di recupe-ro e valorizzazione, i bre-sciani possono tornare

a visitare il Capitolium, con un nuo-vo percorso museale, sia nell’allesti-mento delle grandi aule, sia nelle in-novative modalità di comunicazione, frutto delle più moderne tecnologie. Una installazione multimediale per-metterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva pre-sentarsi in origine, valorizzando l’am-biente e consentendo di comprende-re meglio il significato del Tempio e rendendo la visita indimenticabile. Il sito archeologico sarà visitabile sino al 30 giugno prossimo. La riapertura del Capitolium coincide con l’inaugu-razione della mostra, negli spazi del complesso di Santa Giulia, “Novecen-to mai visto”, un progetto che rilancia Brescia grazie all’esposizione dei ca-polavori dalla Daimler Art Collection, “From Albers to Warhol to (now)” e e di opere dalle collezioni bresciane, “Da de Chirico a Cattelan e oltre”. La mostra, che il pubblico potrà visitare da venerdì 8 marzo, rappresenta una occasione unica per conoscere una

fra le collezioni d’arte contemporanea più importanti d’Europa e che per la prima volta viene presentata in Italia. La collezione Daimler, infatti, conta quasi 2000 opere di oltre 700 artisti internazionali: un percorso di gran-de interesse, che spazia dai classici dell’arte astratta, del costruttivismo e dell’arte concreta, alle tendenze mi-nimaliste e concettuali degli anni ‘60 e ’70, fino ad arrivare ai giorni nostri e ai lavori su commissione dedicati all’automobile. Completa la nuova proposta una mostra che apre uno spiraglio interessante su un aspetto poco conosciuto della città. Brescia, infatti, può contare su importantissi-me collezioni private, che vanno ad arricchire il patrimonio della pre-stigiosa raccolta civica. Proprio da questo due canali arrivano le opere della mostra collaterale “Da de Chi-rico a Cattelan e oltre”. Il complesso

museale di Santa Giulia torna così ad accogliere molte delle opere che nei suoi spazi furono esposte dal 1964 al 1972, in quella che all’epoca era la Galleria d’arte moderna e con-temporanea poi chiusa e trasferita nei depositi per lasciare spazio alle collezioni archeologiche e medieva-li che hanno reso celebre il museo bresciano. La visita alle due propo-ste di “Novecento mai visto” è ab-binata anche a quella del Capitolium che sarà fruibile solo per alcuni mesi per presentare ai cittadini il primo di una serie di interventi di scavo, studio e restauro che hanno già coinvolto, e continueranno a coinvolgere, l’inte-ro complesso archeologico a ridosso del Museo di Santa Giulia, ambito che per la sua importanza è stato ricono-sciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Per informazioni www.bresciamusei.it.

Con “Il principe di Homburg” di Heinrich von Kleist, in scena al So-ciale sino a domenica 10 marzo, fa il suo ritorno a Brescia Cesare Lievi, che allo stabile cittadino ha legato una lunga parte della sua vicenda artistica. Lievi cura la traduzione e la regia di uno spettacolo frut-to della collaborazione tra Teatro Nuovo Giovanni da Udine e Css Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. In uno spazio neoclassico, sospeso e irreale, die-ci attori sempre in scena daranno vita, con la fluidità, la precisione e la vaghezza tipica dei sogni, a una vicenda fortemente drammatica e incalzante, in cui l’immaginazione (e l’inconscio che la determina) si presenta come forza fondamentale per decidere la vita, il suo senso e il suo destino.Cesare Lievi affronta il testo di Kleist dando alla vicenda del Prin-cipe di Homburg un tono onirico, sospeso, antirealistico, intessuto di immagini splendide, ma che nel contempo rende evidente la tenu-ta culturale e umana della poesia di uno tra i più sconvolgenti e con-tradditori poeti tedeschi del passa-to. La messa in scena vuole rispon-dere a queste domande e per farlo punta non tanto sul dramma di chi si trova dilaniato tra sentimento e legge, libertà e obbedienza, incon-scio e norma, ma sulla proposta kleistiana tutt’ora moderna di una possibile soluzione: da ogni conflit-to si esce grazie a un sogno. Senza sogno, senza la sua forza, non c’è

vita. “Il principe di Homburg” è in scena al Sociale, per la stagione di prosa del Ctb, sino a sabato 9 marzo alle ore 20.30. La replica conclusi-va, quella di domenica 10 marzo è, invece, alle ore 15.30. I biglietti sono in vendita alla bi-glietteria del Teatro Sociale, via Felice Cavallotti, 20 con il seguen-te orario: feriali dalle 16 alle 20, do-menica dalle 15 alle 18. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.ctbteatrostabile.it

L’Ensemble del Teatro Grande nato lo scorso anno per volontà della Fondazione del massimo cittadino per portare sul territorio bresciano alcuni tra i più prestigiosi musicisti del panorama italianoriuniti in una formazione da camera flessibile che possa prevedere anche la partecipazione di giovani artistiemergenti, inaugura domenica 10 marzo la stagione 2013. Tre i concerti in programma per

quest’anno; il primo ha come titolo “Omaggio a Rachmaninoff” e prevede l’esecuzione della Romanza per violino e pianoforte op.6 n.1, della Sonata in Sol minore per violoncello e pianoforte op.19 e del Trio elegiaco n.1 in Sol minore per violino, violoncello e pianoforte. Si esibiranno la giovane violinista Laura Marzadori (nella foto), Sandro Laffranchini primo violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

nonché coordinatore dell’Ensemble del Teatro Grande, e Andrea Rebaudengo pianistadell’Ensemble Sentieri Selvaggi. Gli altri concerti della stagione, che, come quello inaugurale, saranno ospitati dal ridotto del Grande, si terranno il 7 e il 21 aprile. Anche con la stagione 2013 l’Ensemble del Teatro Grande continua il percorso intrapreso per affermarsi come una tra le formazioni più poliedriche delcontesto musicale italiano e si

caratterizza per la ricerca del bel suono, il fraseggio fluido e fantasioso inseriti in un contesto di pulizia formale. I biglietti per il concerto inaugurale del 10 marzo e per tutti gli altri appuntamenti dell’Ensemble sono in vendita alla biglietteria del Teatro Grande (dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19, il sabato dalle 15.30 alle 19) e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.it. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.teatrogrande.it.

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Le riflessioni del card. Carlo Maria Martini sul Salmo 50, registrate durante le sue meditazioni di “Scuola della Parola” nel Duomo di Milano nell’anno pastorale 1983-84, sono presentate su quattro cd raccolti in un cofanetto (euro 12,50). Il modo del Cardinale di spiegare la Bibbia, frutto non solo di una profonda cultura biblica, ma anche della sua esperienza personale, rivela la sua straordinaria capacità comunicativa e il suo rapporto vivo

con la Parola, da cui nascono le domande che pone e che ciascuno può riconoscere come proprie. Sono riflessioni profonde, sempre attuali, da ascoltare dalla viva voce di questa importante figura della Chiesa. Indicata per il periodo quaresimale, ma apprezzabile in ogni momento dell’anno, “Cammino di riconciliazione” valorizza il percorso di approfondimento biblico e umano di Carlo Maria Martini, e rappresenta anche un omaggio alla sua memoria. (m.b.)

nche se mancano anco-ra alcuni dettagli, tanto che la presentazione ufficiale dell’edizione numero 16 si terrà solo

fra qualche giorno, “Crucifixus”, il più importante festival italiano di teatro sacro ha messo in moto la sua mac-china, lanciando la seconda edizione del concorso di disegno riservato agli studenti della scuola primarie di Bre-scia e provincia. “E quindi uscimmo a rivedere le stelle” è il tema scelto per l’edizione 2013 di un concorso che lo scorso anno ottenne un succes-so che sorprese gli stessi promotori dell’iniziativa. Forte di quel risultato l’associazione “Festival di primavera” (anima e motore instancabile di Cru-cifixus, Comune di Brescia e Ufficio per le comunicazione sociali della dio-cesi di Brescia hanno indetto così la seconda edizione del concorso, sce-gliendo per tema i versi con cui Dan-te chiude la cantica dell’Inferno della Divina Commedia. L’iniziativa punta per il secondo anno alla promozione dello sviluppo dell’arte e della cre-atività giovanile. La tematica scelta permette un lavoro trasversale con gli insegnanti di religione, scienze, disegno, italiano e vuole sensibilizza-re i giovani studenti all’osservazione

perché proprio attraverso questa at-tività imparino a interpretare il mon-do e a catturare le sue immagini con sensibilità e rispetto. Come previsto dal bando, gli studenti possono par-tecipare al concorso singolarmente o come gruppo classe, inviando un dise-gno (realizzato con qualsiasi tecnica) completato dal titolo. Termine ultimo per la partecipazione al concorso, che quest’anno ha anche il sostegno del-le edizioni Paoline, è quello delle 12 di venerdì 29 marzo. Gli elaborati do-vranno essere inviati o consegnati in busta chiusa riportante la dicitura “E quindi uscimmo a riveder le stelle” a “Camera con vista”, in via dei Mille 22/a, 25122 a Brescia. Una apposita giuria procederà poi alla selezione dei vincitori. Il lancio della seconda edi-zione del concorso di disegno è stata anche occasione per lanciare alcune novità dell’edizione 2013 di Crucufi-xus, a partire dall’immagine ufficiale del festival. Abbandonate le straor-dinarie immagini sacre delle prime edizioni e il forte simbolismo laico adottato lo scorso anno, per il festival 2013 che prende il via il 1° aprile pros-simo il direttore artistico Carla Bino e i suoi più stretti collaboratori hanno puntato su un’immagine altamente simbolica e che si sposa alla perfezio-

ne con quel “Ri-nascere” scelto come filo conduttore del festival. La nuova immagine ufficiale ritrae una bambi-na immortalata nell’atto di rimettersi in piedi all’interno di una fabbrica di-smessa. “In una forte atmosfera di di-struzione e rovina – ha spiegato Carla Bino – emerge un forte segnale di ri-nascita che con la volontà di ricostrui-re la realtà è il filo conduttore dell’edi-zione 2013 di Crucifixus”. Quella che prenderà il via tra poche settimane è un’edizione del festival che segna una sorta di ritorno alle origini. Cru-cifixus 2013, infatti, si svilupperà tra il lago d’Iseo e la Valle Camonica. “La città – ha affermato ancora il direttore artistico – non è stata dimenticata. È entrata a fare parte di una importan-te progettualità che troverà pienezza nel prossimo anno con il lancio di una proposta innovativa che vede la col-laborazione di più soggetti”.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Come ogni anno Radio Voce offre agli ascoltatori una serie di dirette speciali in occasione dei Quaresimali e della Scuola di preghiera. Giovedì 7 alle 20.30 in collegamento dalla Cattedrale è in programma la terza serata della Scuola di preghiera con il vescovo Monari. Venerdì 8 marzo, sempre alle 20.30 in collegamento diretto dalla Cattedrale, la riflessione di padre Giovanni Cavalcoli sul tema “Giona, il profeta nel ventre della terra”, all’interno dei Quaresimali.

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Spesso in tv le inversioni di tendenza altro non sono che la conferma del perpetuarsi di un’immutabile realtà più grande e complessa. I cambia-menti che sembrano novità contro-corrente sono solo il risultato di un lento lavorio sotterraneo e allo stesso tempo sotto gli occhi di tutti, sono la conferma che nulla può cambiare ve-ramente se le decisioni prese a mon-te sottostanno alle solite dinamiche economico-culturali.Verdiana Zangaro, una giovane can-tante che nel 2003 si esibì sul palco del Festival di Sanremo, quest’anno partecipa ad “Amici di Maria De Fi-lippi”. Il pubblico, abituato a vedere i

vincitori dei talent di turno misurarsi con l’istituzionale Festival, ora deve ricalcolare le prospettive: qual è or-mai il punto di partenza e qual è la meta finale? In realtà la domanda che tutti do-vremmo farci è un’altra: nel 2013 c’è differenza fra i ruspanti talent show e la kermesse canora italiana per an-tonomasia?A quanto pare, sembra proprio di no, visto che ormai la realtà della musi-ca in televisione è una sola: fare soldi. Questo diktat vale sia per chi fa musi-ca, sia per chi la diffonde: in tv è l’uni-ca strada percorribile, l’unica tenden-za. E quando ci sono in mezzo i soldi,

la realtà diventa morbida, malleabile. I generi si mischiano, il pubblico di-venta eterogeneo, i musicisti devono essere innanzitutto personaggi popo-lari. Non basta più fare musica, biso-gna farla come tv comanda. Fra i numerosi esempi che il piccolo schermo ci offre, arriva questa setti-mana su Rai Due “The Voice”, l’enne-simo talent di successo planetario. La tv ci concede un’altra possibilità di dimostrarle quanto siamo allineati allo show-pensiero, quanto aneliamo a stare nella sua pancia per rinasce-re con i suoi connotati. L’inventore di “The Voice”, l’olandese John De Mol, diede i natali al “Grande Fratello”, e

conosce bene il rapporto fra umanità-fama-immagine. La novità del format canoro è la totale priorità alla voce, tanto che i giudici (quattro vip della musica) danno le spalle a chi si esibisce. Spazio al vero talento? È un aspetto irrilevante. Il vero problema è la mentalità che sta dietro a questi show: chi vi partecipa sta chiedendo il permesso alla tv, ele-mosina una gratifica per una cosa che sa fare bene. Stare al centro dell’enor-me agorà televisiva, essere per pochi istanti una stella del firmamento, spet-tacolo per il mondo. È chiaro che in quest’ottica la realtà quotidiana del pubblico si trasforma in una gabbia.

La notorietà è ormai diventata una di-vinità, e i suoi adepti sono disposti a sacrificare tutto pur di possederne un po’. Nel 1968 l’artista Andy Warhol af-fermò che in un futuro ognuno avreb-be avuto i suoi “15 minuti di fama”. La tv lo sta dimostrando: quei 15 minuti non sono misurabili nel tempo, ma appartengono a un’altra dimensione, un luogo spirituale, una grotta segre-ta dentro la quale noi ci vediamo co-me ci vedono gli altri, e viviamo per la nostra immagine, per la proiezione che diamo di noi al mondo. È già fati-coso vivere in questa grotta. Sarebbe un grave errore metterci dentro anche un televisore.

A 50 anni di distanza dal pellegrinaggio diocesano del 1963 per incontrare il nuovo papa Paolo VI, dal 21 al 23 giugno i fedeli bresciani torneranno a Roma guidati dal vescovo Luciano Monari, in occasione dell’Anno della fede. Il pellegrinaggio sarà anche l’occasione per i fedeli di salutare il nuovo successore di Pietro. In Primo Piano (ore 9.20) intervista a don Claudio Zanardini. In marzo la rubrica Ecclesia è in collaborazione con l’Ufficio per

l’impegno sociale: alle 11 don Marco Mori illustra il progetto dei Tirocini aziendali, nell’ambito delle iniziative di Spes at work.Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito radiovoce.it.

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notizia” apre con il servizio “Raggi di luce”, il musical sulla focolarina Chiara Luce Badano (nella foto). A seguire: “Accanto al malato”, il ciclo di incontri che si tiene presso la Facoltà di medicina; “Fede e politica in Dossetti” straordinario interprete della figura del cattolico impegnato nel sociale e in politica; “La festa con il Beato” a Berzo Demo. La rubrica “4 parole...” è con don Claudio Zanardini sul

viaggio a Roma in occasione del 50° dell’elezione di Paolo VI al soglio pontificio. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche lo speciale di introduzione alla Scuola di teologia per laici con relatore mons. Monari.

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Sapore internazionale per un film Made in Italy. Il cinema italiano può ancora aspirare a qualcosa di più della commedia, spesso campione d’incassi ma che cade nei, che siamo soliti vedere marcata con il marchio di fabbrica del Bel Paese. A firmare questo tentativo di internazionalizza-zione è Gabriele Salvatores. Nessuno come lui, tra i registi italiani, è capace di cambiare pelle e forma ogni volta che si siede dietro a una macchina da presa. “Educazione siberiana”, ispi-

Giunge al traguardo dei 30 anni la “Proposta” dell’associazione Treatro terrediconfine, che propone il suo progetto teatrale nei Comuni di Bovezzo, Nave, Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Gardone, Lodrino, Marcheno, Tavernole. Il progetto avrà come filo conduttore quella poesia definita da Alda Merini come “magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”. Le prime due date (14 e 15 marzo)

saranno un ritorno alle origini, con un nuovo riallestimento di “Miei colori amati”, produzione di Treatro su Pasolini messa in scena per la prima volta nel 1994, mentre la terza serata prevede una festa vera e propria, ispirata agli anni Ottanta. Tra i nomi illustri di quest’anno Bebo Storti con l’ironico viaggio “Banche - Un ladro in casa” e Laura Curino (nella foto) con l’omaggio a De Andrè “Ho visto Nina volare”. Per informazioni www.treatro.it.

rande evento sabato 9 marzo: il Teatro Grande (i biglietti sono già tut-ti esauriti) ospiterà una tappa del nuovo tour dei

Baustelle, gruppo attualmente sulla cresta dell’onda, dopo un percorso che li ha visti crescere gradualmente, attraversando nella loro fase iniziale il sentiero della musica indipenden-te. Nel novembre 2003, in occasione del Mei, i Baustelle ricevettero infatti il Premio musica indipendente come “Miglior gruppo dell’anno”: il ricono-scimento alla prima edizione fu vota-to da un ampio gruppo di giornalisti e addetti ai lavori del mondo musi-cale italiano. Dopo il sorprendente esordio con “Sussidiario illustrato della giovinezza” (2000) e la replica nel 2003 con “La moda del lento”, nel 2005 approdano alla dimensio-ne della musica mainstream, con la pubblicazione del disco “La malavi-ta” etichettato Warner Music Italy / Atlantic. La conferma delle loro no-tevoli qualità avviene con i due di-schi successivi, “Amen” e “I mistici dell’occidente”, disco della maturità, pubblicato nel 2010. Possiamo quindi considerare i Baustelle (termine te-desco che significa “cantiere in co-struzione”) come il nuovo che avan-za nella musica italiana, anche se il

loro equilibrio intellettuale li porta a non “rottamare” il passato, ma anzi a rivalutarlo trasformandolo secon-do la loro sensibilità in seme buono per la musica di oggi. Nei loro brani sono infatti frequenti i richiami a suo-ni post punk, speziati con la canzone francese alla Serge Gaingsburg e me-scolati con la canzone d’autore italia-na in un tragitto che va da De Andrè ad Adriano Celentano. Il concerto

di provocazione (ma anche abbon-danti dosi di poesia) temi “difficili”, legati alla morte e a una visione che qualcuno definisce pessimistica ma che i Baustelle considerano invece densa di realismo: “I pessimisti so-no dei realisti e spesso hanno una capacità critica che i positivi non hanno”. Dell’album il leader France-sco Bianconi dice: “‘Fantasma’ è un disco a tema, un viaggio sonoro con un inizio e una fine. Abbiamo cercato di ricreare l’idea del percorso anche nel concerto. Proponiamo una pri-ma parte composta esclusivamente dalle canzoni meno ritmiche e più sinfoniche del disco, per poi prose-guire, in crescendo, con i brani tratti dai dischi precedenti che ci sembra-vano più adatti per essere inseriti in un discorso sul tempo”. Per il tour teatrale i Baustelle non saranno ac-compagnati dall’orchestra ma avran-no con sé una sezione fiati. Questa la formazione completa: Francesco Bianconi (voce/chitarre), Claudio Brasini (chitarre), Rachele Bastre-ghi (voce/tastiere), Ettore Bianco-ni (tastiere), Alessandro Maiorino (basso), Diego Palazzo (chitarre), Paolo Inserra (batteria), Sebastiano De Gennaro (percussioni), Roberto Romano (sassofono, flauto traver-so), Paolo Raineri (tromba).

bresciano è l’occasione per ascol-tare il recente “Fantasma”, album registrato a Montepulciano, paese d’origine della band, utilizzando l’im-ponente struttura della Fortezza Me-dicea oltre ad altre importanti loca-tion cittadine e con l’ausilio dell’En-semble Symphony Orchestra diretta da Enrico Gabrielli. “Fantasmi” è un disco oscuro, molto apprezzato dal-la critica e dai fan, che affronta con la consueta carica di irriverenza e

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rato al successo editoriale di Nicolai Lilin e riadattato da Rulli e Petraglia, è la storia di due ragazzi che passa-no dall’adolescenza alla maturità. Ma il contesto in cui crescono è quello particolare dei guerrieri Urca, indo-miniti criminali onesti della Russia, nemici di ogni autorità e con un lo-ro codice: “Ricorda. Dobbiamo ave-re rispetto per ogni creatura vivente tranne poliziotti, banchieri e usurai” dice nonno Kuzja, dal volto di John Malkovich. Ma il codice di questi cri-

minali non si esaurisce qui; sempre Malkovich ricorda “un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare” e ancora niente droga, solo rapine e soprattuttto contro il Sistema. La comunità Urca si rifugiò in Siberia, da qui il titolo, per fuggire alla persecuzione comunista. L’edu-cazione siberiana è impartita a Koli-mà e Gagarin (Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius da ventenni). E l’uno e l’altro svilupperanno un pro-prio percorso di crescita.

Nella ricostruzione di Salvatores il film si discosta a tratti dal romanzo, principalmente quando quest’ultimo dava più spazio alla violenza. Salvato-res, e forse in questo non si allontana dal suo essere, indaga più sulla cresci-ta dei protagonisti, sul loro percorso interiore e esteriore di maturazione. E per questo clan, che prega Maria perché possa guidare la mano arma-ta, la propria storia personale è in-cisa sulla pelle. Ogni tatuaggio, oggi così di moda da noi, racconta la vita

della persona. Ogni episodio crimi-nale diventa un simbolo da portarsi addosso. “Educazione siberiana” è un film non perfetto, ma che prova, seppur rac-conti la crescita in un contesto ben preciso, a rendere internazionale il film italiano così come internazionale è la fatica di crescere. E quanto que-sto si debba fare cercando una guida. Ed è una denuncia internazionale che spesso sono solo i cattivi maestri a sforzarsi di farlo.

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ragionevole pagare al ca-po di un’azienda uno sti-pendio mille volte supe-riore a quello di un suo impiegato? Ed è ragione-

vole, per un’azienda, impiegare una simile quantità di risorse con le qua-li, appunto, si potrebbe stipendiare un’intera fabbrica invece che un uo-mo solo? La logica di un bimbo direb-be di no; la logica di quest’ultimo de-cennio, invece, ha detto sì. I top mana-ger (o “gatti grassi” come li chiamano oltreoceano) di molte, troppe aziende e banche, guadagnano in un anno quel che un colletto bianco percepisce in una ventina di vite lavorative. Si dirà: sono manager eccezionali, oppure è il frutto del loro merito. E qui sta la logica che ha portato gli svizzeri per primi (con un referendum popolare) a mettere un freno agli stipendi dei su-permanager. Perché nemmeno Super-man avrebbe capacità proporzionate a tali stipendi, che vengono pagati anche se le cose vanno male, o così così. Per non parlare delle splendide buonuscite accordate a manager in-capaci pur di riuscire a rimuoverli. E magari, per far quadrare i conti, quelle stesse aziende licenziano o mettono in cassa integrazione anche migliaia di persone. Questo andazzo ha da an-ni travalicato le Alpi e trovato terre-no fertile pure nel tessuto economi-co italiano. Non è solo questione di giustizia, che pure… Il meccanismo

per ingrassare i felini, magari senza dare troppo nell’occhio, è semplice: si chiama “stock option”. Oppure, il vecchio premio di produzione. Al raggiungimento di determinati obiet-tivi, scattano bonus da favola. O, nel caso di “stock option”, si assegnano azioni aziendali che si potranno ven-dere dopo un tot di tempo o quando la quotazione in Borsa arriverà a un certo livello. Quest’ultimo meccani-

smo ha portato, negli anni scorsi, a “drogare” i corsi azionistici e, in de-finitiva, l’operatività aziendale tutta concentrata sui risultati del prossimo trimestre, e non su una sana crescita valutata nell’arco di diversi anni. Tut-to e subito, e ancora oggi il mondo sta pagando questa ingordigia. Perché la crisi finanziaria non nasce dal niente, ma dalla voglia di fare enormi profitti subito, con strumenti finanziari che

Nelle scorse settimane la Filca bresciana, il settore della Cisl che si occupa del comparto edile, ha celebrato negli spazi del museo della Mille Miglia il suo primo congresso unitario. Brescia e la Valle Camonica, all’interno di quel processo di riorganizzazione che sta interessando la Cisl, si sono ritrovate per mettere al centro della discussione i problemi di quello che è uno dei comparti maggiormente colpiti dalla crisi economica. Il nuovo “esercito” degli edili della

Cisl conta oggi su 9500 iscritti. Il segretario della Filca Brescia Roberto Bocchio (alla fine del congresso riconfermato alla guida della categoria) ha ricordato le difficoltà attraversate dal settore edile nel Bresciano con 100 imprese che ogni giorno chiudono i battenti. “Siamo pronti ad affrontare una sfida senza precedenti per rilanciare il settore – ha aggiunto il sindacalista – e per chiedere alle parti sociali uno sforzo ancora maggiore di coraggio e azione”.

Dal 25 febbraio, i cittadini europei, le organizzazioni e le autorità possono dire la loro in tema di tassazione. La Commissione europea ha infatti in-detto due consultazioni pubbliche (ht-tp://ec.europa.eu/taxation_customs/common/consultations/tax/2013_tpcode_en.htm e http://ec.europa.eu/taxation_customs/common/consulta-tions/tax/2013_eutin_en.htm) per de-finire quali politiche fiscali rispondo-no ai reali bisogni degli Stati Membri

e della popolazione. Fino al 17 maggio i cittadini potranno esprimersi sull’in-troduzione del numero fiscale iden-tificativo per i contribuenti dell’Ue, una sorta di codice fiscale europeo, e sulla stesura di un codice europeo di tassazione. Questi due strumenti serviranno a contrastare l’evasione fiscale, indica la Commissione. Più in dettaglio, la prima consultazione affronta il tema dell’identificazione dei contribuenti. Con l’aumento del-

la mobilità e delle attività economi-che interstatali, i cittadini si trovano sempre più a dover far fronte a regole che variano da Paese a Paese. Istitu-ire un numero fiscale identificativo a livello europeo faciliterebbe i compiti delle amministrazioni nazionali, e per-metterebbe loro di scambiarsi i dati in maniera automatica. In linea con questa proposta, il codice europeo oggetto della seconda consultazione raggruppa linee guida per semplifica-

re e standardizzare le pratiche fiscali all’interno dell’Unione europea. Que-sta crescente omogeneità dovrebbe ridurre il margine d’errore nel calcolo delle imposte e incoraggiare all’adem-pimento degli obblighi fiscali. Non è la prima volta che la Commissione fa ricorso a consultazioni pubbliche per dare la possibilità ai cittadini e ai soggetti interessati di esprimere il proprio parere sui temi oggetto di fu-ture proposte legislative.

hanno inquinato l’intera economia mondiale. Gli svizzeri, ma sono solo i primi, hanno deciso di dire basta. I mega-compensi dovranno essere de-cisi dalle assemblee degli azionisti e valutati secondo i risultati ottenuti di anno in anno. Non si tratta di una logi-ca che boccia il merito. Tutt’altro. Chi ha grandi responsabilità deve avere adeguati compensi e i manager delle aziende statali non possono essere pa-gati 10 volte meno di quelle private, al-trimenti i migliori se ne andranno via. Bisogna fare però in modo (cosa mai avvenuta in Italia) che il principio del merito vada contemperato con quello dell’equità e della sana gestione azien-dale. Strapagare non è solo iniquo, ma anche dannoso. Per dare a uno, si sa-crificano cento: cioè chi l’azienda la fa realmente camminare, chi produce, vende, amministra. Sono tutti gli altri lavoratori a sobbarcarsi il peso di si-mili emolumenti, perché quando poi i costi si sono rivelati eccessivi, ecco che il nuovo top manager invoca il “taglio dei costi”.

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tanno proseguendo in questa stagione gli appun-tamenti legati alla Junior Tim, il Torneo organizza-to in collaborazione tra

Lega serie A, Tim e Csi. L’iniziativa consiste in un torneo di calcio a 7 riservato agli under 14, alcune partite del quale si dispu-teranno nel prepartita dei match di serie A. Il torneo infatti si volge nelle 16 città che ospitano il cam-pionato di serie A. La scelta degli oratori che si af-frontano negli stadi avviene con un’estrazione a sorte fatta dai rap-presentanti delle due squadre della massima serie.L’ultima partita della fase a gironi si disputerà il 7 aprile allo stadio Olimpico di Roma, dove si affronte-ranno, prima del derby tra Roma e Lazio, le squadre dell’Acqua Aceto-sa e San Girolamo Emiliani, mentre la fase finale sarà ospitata sempre dallo stadio Olimpico in occasio-ne della finale della Tim Cup 2013. L’iniziativa che vuole sottolineare la potenzialità educativa dello sport più praticato in Italia, anche ai suoi massimi livelli, dove purtroppo in-vece spesso si assiste ad episodi tutt’altro che edificanti. I campioni in erba hanno così l’oc-casione di calcare il campo dei lo-ro idoli, giocando poco prima del-le gare di serie A e contribuendo

a riavvicinare un mondo che negli ultimi tempi si era fatto sempre più ostile e persino pericoloso per le famiglie. Invece, se sfruttato a dovere, questo potrebbe essere un primo passo verso una “riconcilia-zione” vera, a patto che i protago-nisti del calcio adulto comincino a cambiare certi atteggiamenti. In un momento di crisi globale, in cui il

calcio sembra quasi forzatamente riscoprire i propri vivai, la scelta di far giocare i bambini negli stadi dei “grandi” può forse diventare l’ulti-ma occasione per il riscatto di uno sport che, nonostante le sue brut-ture, continua ad essere il più ama-to perché è il più diretto e in fondo democratico, nel senso che a volte premia squadre meno dotate tec-

Il Salone dell’Auto di Ginevra è sta-ta la prestigiosa cornice entro la quale è stata presentata l’edizione 2013 della Mille Miglia, un’edizione caratterizzata da numeri importan-ti e un’interessante novità. “Abbia-mo deciso – ha detto il presidente della Mille Miglia srl Roberto Ga-burri – di inserire 25 macchine in una lista speciale per arricchire la qualità delle vetture al via. Sono auto straordinarie che conquiste-

ranno il pubblico e che non potran-no fare classifica. Siamo orgogliosi di avere al via 130 auto anteguerra, più dello scorso anno”.Sempre parlando di numeri, rispet-to al passato sono cresciute anche le auto che effettivamente hanno corso la Mille Miglia storica pas-sando da 58 a 76 esemplari. Per una panoramica generale sulle iscrizioni basti pensare che le re-gistrazioni sul nostro sito di equi-

paggio e vettura sono state 1.575; escludendo quelle incomplete o non valide, le iscrizioni sottoposte al vaglio della commissione esami-natrice sono state 620. Di queste ne sono state accettate infine 400, con l’aggiunta appunto delle 25 vetture “fuori competizio-ne”. Si tratta di dati che testimo-niano l’attrazione che la Freccia Rossa continua ad esercitare su-gli appassionati di tutto il mondo.

La corsa coprirà il classico tragit-to di andata e ritorno tra Brescia e Roma (che vedrà anche una de-viazione nei luoghi interessati dal sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna) nei giorni dal 16 al 19 maggio, preceduta dalle verifiche tecniche il 15.Molti sono i vip annunciati alla partenza, tra di essi, spiccano i nomi di Matteo Marzotto e Seba-stian Coe.

Tutto pronto per domenica 10 marzo quando si correrà la Brescia art marathon, manifestazione arrivata all’11ª edizione.Al di là dell’aspetto sportivo, la corsa sarà anche l’occasione per due interessanti iniziative correlate. La prima di esse riguarda il Metrobus da poco inaugurato: tutti i maratoneti, infatti, nella giornata di domenica, potranno usufruire del nuovo servizio della metropolitana gratuitamente. Al ritiro del pettorale ogni runner

riceverà un biglietto omaggio per poter godere del servizio e raggiungere le zone interessate dalla competizione con la nuova metropolitana. Inoltre nella stessa data è stata proclamata la giornata ecologica: la città rimarrà interamente chiusa al traffico e l’unica deroga verrà fatta per i partecipanti alla Maratona, esponendo un documento di partecipazione alla gara, potranno raggiungere le zone di partenza e di uscita delle competizioni. (f.u.)

nicamente o economicamente, che però nella partita sanno lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Far tornare gli oratori nei “santuari del calcio” potrebbe davvero rappresentare un’iniezione di entusiasmo e di fre-schezza, con tante mamme e papà nuovamente invogliate con i loro bimbi a riconquistare quegli stadi oggi sempre più vuoti, in ostaggio di violenze assortite. Intanto, con queste premesse, la Junior tim cup farà tappa domeni-ca 10 marzo a Milano, in occasione di Inter Bologna: ad affrontarsi le compagini dei Santissimi Chiara e Francesco e San Giulio Barlassina.Nel corso della presentazione dell’evento sono intervenuti i rap-presentanti di Inter e Milan, oltre ai vertici di Tim e Lega Calcio, men-tre per il mondo oratoriano erano presenti don Marco Mori, presiden-te del Forum oratori italiani e don Alessio Albertini, assistente Csi.

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argo ai giovani. Il Csi Bre-scia sceglie la linea verde e lancia un progetto che prenderà il via a partire dalla stagione 2013/2014.

Per il calcio dei più piccoli lo stile è “sudamericano”: Apertura e clau-sura? Qualcosa del genere. I cam-pionati under 8, 10 e 12 saranno suddivisi in due fasi distinte: inver-nale e primaverile. I re del ghiaccio accederanno alle finali provinciali, che daranno il pass per i regionali e, in caso di successo, ai nazionali. Per gli altri possibilità di rivincita con l’arrivo della bella stagione e la seconda fase di sola andata. Diffe-rente la struttura tecnica delle gare. Nell’under 8 si giocherà a 5, nell’un-der 10 passaggio a 7 con campo ri-dotto e salto di “maturità” nell’un-der 12. Confermatissime le catego-rie under 14, allievi, juniores e top junior. La possibile novità ventilata è un campionato giovanile esclusi-vamente femminile. Per la pallavolo si parla di un percorso perfeziona-to: le più piccole saranno le under 8, uniche ad adottare il sistema della palla rilanciata di avviamento al vol-ley. Dall’under 10, infatti, si passerà alla pallavolo vera e propria, ma a 4 giocatori e con campo ridotto. Co-me nel calcio il percorso tradiziona-le partirà dalle under 12, eccezion fatta per l’altezza della rete, porta-ta ai 2,15 nell’under 14 per poi sta-bilizzarsi sui 2,24 per juniores e top

Polisportività al centro dell’incontro di lunedì sera alla cascina Foret, dove si è parlato della sua importanza per lo sviluppo tecnico e umano degli atleti di domani. Sul palco Paolo Iervolino (ex pallavolista di serie A e insegnante), Luca Rinaldi ed Enrico Baresi dell’associazione Movimentiamo e il dirigente del San Pancrazio Gigi Loda. Moderatore don Marco Mori, responsabile ecclesiastico ciessino. L’intento dell’approccio polisportivo è di far confluire più

discipline per arricchire l’esperienza dei bambini. Questa strategia può prendere forma già in allenamento o in giornate a tema. Importanti i risvolti educativi: possibilità di coinvolgere più bambini possibili e di combattere l’abbandono precoce. Sul tema si esprime così Rinaldi: “Non dobbiamo coltivare campioni, ma adulti che restino sportivi a vita”. Servono dirigenti e genitori convinti del valore della polisportività, ma anche istruttori formati.

junior. In tutte le categorie saranno gli allenatori a valutare il possibile inserimento in squadra di giocatrici più giovani del previsto. Mentre nel calcio si cerca di incentivare il fem-minile qui avverrà l’esatto contrario, e si lavorerà per avviare campionati maschili. Nei momenti di stop il co-mitato organizzerà tornei di calcio a 5, beach volley e beach soccer aper-

ti a tutti. La polisportività non verrà messa in soffitta, ma sarà valorizza-ta con altri metodi. Nessun obbligo per le società, ma la certezza di po-ter partecipare ad eventi multisport con in palio premi importanti finaliz-zati a valorizzare chi lavorerà in que-sta virtuosa direzione. La formazio-ne giocherà un ruolo decisivo, con corsi specifici per istruttori. Al via anche sinergie con lo sport di verti-ce per portare più bambini negli sta-di e, viceversa, più campioni al Csi nel ruolo di ambasciatori. Ad apri-le, invece, si alzerà il sipario sulla grande scommessa del Csi Brescia per il prossimo futuro: la rinascita del basket giovanile.

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Un’occcasione perduta

Egr. direttore,come cittadine bresciane e cattoli-che attive nella realtà ecclesiale, di fronte ai risultati elettorali ci ponia-mo una seria e amara riflessione: la Lombardia ha scelto di essere gover-nata dal vecchio Umberto invece del nuovo. Il vecchio Umberto è Maroni (non è un refuso!), con tutta la com-pagnia di prima; il nuovo avrebbe potuto essere Umberto Ambrosoli.Molti, recandosi alle urne, non han-no fatto memoria del motivo per cui siamo andati a votare in antici-po di due anni: la causa della cadu-ta del governo regionale è stata il coinvolgimento in pesanti vicende giudiziarie di 60 esponenti tra Pdl e Lega! Maroni è l’icona di chi è con-vinto che il fine giustifica i mezzi e che per raggiungere i suoi obiettivi è disposto non solo a tacere e soppor-tare le tante disonestà e malefatte a cui abbiamo assistito, ma a stringere nuovamente un patto di interesse. Umberto Ambrosoli è invece l’icona di chi sostiene che il fine deve essere perseguito nella legalità, nell’onestà e nella trasparenza. E questi valori sono per Ambrosoli non solo “belle parole”, ma frutto di scelte maturate sotto il peso della croce personale e familiare.Sostenere Ambrosoli era un’occa-sione per tutti, anche per i cristiani, di dare il proprio contributo alla ri-costruzione di una mentalità civica che ha come obiettivo quello di pro-muovere l’inclusione piuttosto che l’esclusione, il bene comune invece del localismo esaltato politicamen-te, il rigore etico anziché l’opportu-nismo affaristico! L’occasione è sta-ta persa. Anche la maggioranza dei

cristiani ha votato per il già visto. La spropositata percentuale di voti a destra dei cattolici infatti la si può dedurre dai dati di numerosi Comu-ni delle valli e della bassa bresciana, nei quali la partecipazione alla vita ecclesiale sembra avere ancora una soddisfacente tenuta. Con quali no-bili motivazioni i cristiani si sono col-locati in questa parte politica?L’amarezza viene anche guardando al percorso che ci ha portato a que-sti risultati e allargando la riflessione anche a livello nazionale. Non pos-siamo sottacere come anche la ge-rarchia della Chiesa e gli intellettuali del mondo cattolico abbiano prima appoggiato il tentativo di riproporre un partito dei cattolici (esperienza di Todi); poi hanno lasciato traspa-rire simpatie per liste improvvisate a sostegno di chi ha salvato dal pre-cipizio il Paese, che avrebbe potu-to in altri modi servire l’Italia, e ha ottenuto un vero flop; hanno conti-nuamente ribadito i tradizionali va-lori non negoziabili (sacrosanti), ma non hanno aiutato la gente comune a leggere con intelligenza la realtà, non hanno denunciato con forza al-tri valori, non meno negoziabili, at-tinenti al 7° comandamento.Ovviamente tutti come cristiani sia-mo corresponsabili della situazione difficile, ma spesso mancano luoghi e modi per un sereno confronto an-che interno alle comunità cristiane.Ci auguriamo che tanto sostegno a “memores domini”, Compagnia delle Opere, strutture sanitarie religiose, scuole cattoliche ecc. non sia stato solo un opportunismo non diverso da quello delle alleanze politiche. Con il rischio che la Chiesa stessa venga così identificata come un in-sieme di interessi da difendere. Nel

frattempo alcune proposte serie e costruttive, pur con tanti limiti e fa-tiche, si sono delineate sulla scena politica e sociale nazionale, ma co-me hanno risposto molti cattolici? La sensazione è che possono esse-re paragonati a quei bambini di cui il Vangelo dice: “A chi dunque posso paragonare la gente di questa gene-razione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, grida-no gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. Non sarebbe bene in-vece accogliere l’invito al confronto per incoraggiare il positivo che sta maturando?

Giovanna Foresti Arrighini e Lucia Ferrari Pendoli

Operazione riuscita

Egr. direttore,il 25 novembre 2011, anche dalle pagine di “Voce” lanciai pubblica-mente al sindaco di Brescia Adria-no Paroli la proposta di intitolare al compianto mons. Antonio Masetti Zannini, scomparso improvvisa-mente il 4 agosto del 2006, una via della città. Nelle scorse settimane ho ricevuto dal sindaco una rispo-sta alla mia proposta. Nella lettera il primo cittadino, pur ricordando che quello per l’intitolazione di una via è un iter burocratico lungo e com-plesso, condividendo la proposta di dedicare una via alla memoria di mons. Masetti Zannini, comunica di aver trasmesso la proposta all’uffi-cio toponomastica del Comune, per-ché, compatibilmente con la dispo-nibilità di vie da intitolare, si possa dar corso a quanto richiesto.

Carlo Sabatti

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

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