15 Giorni - Numero 14 - 24 Aprile 2014

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quindicinale d’informazione Giovedì 24 Aprile 2014 Anno II Numero 14 GUBBIO Gubbio - Via dell’Arboreto Gualdo Tadino - Via V. Veneto presso ANDATE A PALAZZO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE SI SENTONO LE PROMESSE PIÙ DISPARATE SU FINANZIAMENTI NAZIONALI ED EUROPEI PER RILANCIARE L’ECONOMIA DEPRESSA. MA C’È IL NODO INTRICATO DEI PROGETTI INESISTENTI E DEI PRIVATI CHE VENGONO OSTACOLATI. BLOCCATI I LAVORI PER I NUOVI CENTRI COMMERCIALI E LE LOGGE DEI TIRATORI, CON LE MAGGIORI AZIENDE IN CRISI, NON RESTA CHE RIVOLGERSI ALLA POLITICA INTESA COME UFFICIO DI COLLOCAMENTO VOLETE IL LAVORO ?

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Torna puntuale come sempre dopo le festività pasquali 15 Giorni, distribuzione presso oltre 450 locali pubblici del comprensorio eugubino. In questo numero apertura dedicata alla politica e alle imminenti consultazioni amministrative, con un... modulo (e un monito) rivolto ai futuri amministratori da parte dei tanti eugubini che cercano risposte e lavoro. Poi attenzione sempre ai grandi fatti d'attualità: dalla questione dei progetti bloccati agli sviluppi dell'inchiesta Trust, da un primo bilancio del commissariamento agli exploit dei giovani sportivi eugubini di danza e calcio locale. E poi come sempre tante rubriche e curiosità. 15 Giorni lo trovi in distribuzione in tutti i locali pubblici, bar, edicole, nelle scuole e nelle attività del Comune di Gubbio

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quindicinale d’informazione

Giovedì 24 Aprile 2014 Anno II Numero 14

GUBBIOGubbio - Via dell’ArboretoGualdo Tadino - Via V. Veneto

presso

ANDATE A PALAZZODURANTE LA CAMPAGNA

ELETTORALE SI SENTONO LE PROMESSE

PIÙ DISPARATE SU FINANZIAMENTI

NAZIONALI ED EUROPEI PER RILANCIARE

L’ECONOMIA DEPRESSA. MA C’È IL NODO

INTRICATO DEI PROGETTI INESISTENTI E DEI

PRIVATI CHE VENGONO OSTACOLATI. BLOCCATI I

LAVORI PER I NUOVI CENTRI COMMERCIALI E LE LOGGE DEI TIRATORI,

CON LE MAGGIORI AZIENDE IN CRISI, NON RESTA CHE RIVOLGERSI ALLA POLITICA INTESA

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FAIR PLAY NEI DIBATTITI MA DIVISI SU TUTTOÈ PARTITA LA CORSA ELETTORALE TRA I CINQUE CANDIDATI A SINDACO: AGLI INCONTRI DOVE CI SONO TUTTI PREVALGONO I TONI BASSI E NESSUNO SI SBILANCIA, MA NELLE RIUNIONI DI PARTITO E COALIZIONE LA MUSICA CAMBIA ED EMERGONO VISIONI CONTRAPPOSTE

La volata è lunga ma siccome in mezzo ci sono i Ceri, che si sa oscurano la politica e tutto il resto, si può ben dire che i giorni a disposizione per catturare i voti, almeno per il primo turno, non sono poi molti. Il 25 maggio è dietro l’angolo al netto dei giorni di campagna elettorale. I cinque candidati a sindaco, in rigoroso ordine alfabetico Francesco Gagliardi, Pavilio Lupini, Ennio Palazzari, Rodolfo Rughi, Filippo Mario Sti-rati, si fronteggiano apertamente in incontri pubblici e si ci-mentano nelle riunioni di partito, lista o coalizione.I toni cambiano e le promesse pure: quando sono tutti assie-me entrano poco nel merito tenendosi sul vago per promette-re senza prendere posizioni nette, mentre nei singoli incontri elettorali si aprono molto di più ed emergono profonde diffe-renze tra l’uno e l’altro. I più esperti di campagna elettorale

sono sicuramente Lupini e Stirati. È invece una novità assolu-ta per Gagliardi, Palazzari e Rughi.Palazzari è favorevole al progetto di riqualificazione delle Logge dei Tiratori e ai nuovi poli commerciali, mentre è as-solutamente contrario Lupini. Gagliardi assicura che se eletto si dice pronto a rispolverare il progetto per la nuova curva allo stadio Barbetti. Stirati punta tutto sul turismo e i fondi europei. Rughi professa un nuovo modo di gestire il Comune attaccando a testa bassa il vecchio sistema dei partiti. C’è il rischio che i programmi siano dei libri dei sogni, soprattutto perché le risorse finanziarie vanno trovate e dai privati con l’aria che tira (polemiche comprese) non è lecito attendersi granché.

di MASSIMO BOCCUCCI

POLITICA

Francesco Gagliardi Pavilio Lupini Ennio Palazzari Rodolfo Rughi Filippo Mario Stirati

Un sistema di potere che avrebbe piegato l’azione amministrativa a palazzo Pretorio secondo voleri e in-teressi personali. Non una storia di “mazzette” o arric-chimento con loschi intrecci tra affari e politica, ma un sistema di esercizio del potere e di alimentazione del consenso elettorale per garantirsi ruoli politici ben più vantaggiosi, anche e soprattutto a livello economico, della professione di maestro elementare, peraltro mantenendo il posto e i benefici della pensione accanto a quelli dei vitalizi. Di 21 capi d’imputazione (un altro è andato in prescrizione) dovrà ri-spondere l’ex sindaco Orfeo Goracci nel processo che comincerà il 10 febbraio 2015 secondo quanto deciso dal Gup Luca Semera-ro. L’accusa più infamante nel rinvio a giudizio, chiesto e ottenuto dalla Procura (passato fin qui al vaglio di otto giudici dall’inizio delle indagini all’arresto del 14 febbraio 2012 fino ai successivi passaggi), è rimasta: l’associazione per delinquere.Di episodi sostanziali, tra assunzioni e presunti favoritismi, do-vranno rendere conto al processo l’attuale consigliere regionale e il suo gruppo, dall’ex prosindaco Maria Cristina Ercoli agli ex as-sessori Lucio Panfili (definito l’ideologo della compagnia) e Gra-ziano Cappannelli, ai funzionari comunali Nadia Ercoli e Lucia Cecili. Sul fronte delle accuse, rimangono anche alcuni episodi di concussione e di abuso d’ufficio, compreso il tentativo di concus-sione nei confronti dell’ex dirigente comunale e attuale funziona-

ria Nadia Minelli. Restano coinvolti, per altri reati, l’ex segretario comunale Paolo Cristiano e il funzionario dell’ufficio protocollo Umberto Baccarini. Sono stati prosciolti l’ex presidente del consiglio comunale An-tonella Stocchi e il messo notificatore Marco Ottavia-ni, mentre aveva patteggiato a 16 mesi l’ex assessore Marino Cernicchi.

L’impianto accusatorio si è ridotto alla sostanza rispetto ai 39 capi d’imputazione di partenza. Goracci è stato prosciolto dalla vio-lenza sessuale, che aveva fatto rumore ma non ha mai rappre-sentato la sostanza dell’impianto accusatorio perché il discorso dei rapporti con le donne, nelle relazioni extraconiugali emerse dalle intercettazioni e testimonianze, riguarderebbe semmai la presunta eventuale connessione tra i rapporti e la concessione di benefici in termini di incarichi e lavoro. L’impianto accusatorio dei pubblici ministeri Duchini e Mario Formisano è rimasto nella sostanza e sarà dunque messo alla prova dell’aula tra documenti e testimonianze di accusa e difese. “Finalmente inizia a esserci giustizia per Goracci”, ha commentato Franco Libori, legale di Go-racci. Per l’avvocato Nicola Di Mario, che rappresenta il Comune di Gubbio costituitosi parte civile, la sussistenza dell’associazio-ne per delinquere dimostra come all’interno di palazzo Pretorio agisse una cricca - il gruppo Goracci - che piegava alle sue volontà l’azione amministrativa del Comune. M.Boc.

Goracci a processo per il sistema di potereTRUST Associazione per delinquere e concussione sono le accuse più gravi a carico dell’ex sindaco rinviato a giudizio con 21 capi d’imputazione. Si comincia nel 2015. Prosciolti Stocchi e Ottaviani

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Lanciamo una provocazione. Grossa, impietosa, decisa. Chi cerca lavoro, potrebbe fare subito una cosa, appena le elezioni avranno consegnato a Gubbio la nuova Amministrazione Comunale: recar-si nell’ufficio del nuovo sindaco, senza appuntamento sia chiaro, e rivendicare il diritto all’occupazione sancito dalla Costituzione italiana. Chi ha bisogno dovrà per forza trovare terreno fertile, magari all’interno dello stesso Comune oppure nel partito o nella lista elettorale di appoggio al sindaco. Se non si vuole parlare con il sindaco, potrebbe tornare utile il modulo, che pubblichiamo, attraverso cui chiedere esplicitamente un posto di lavoro. Trove-rete tutte le istruzioni del caso e potrebbe essere un modo per scuotere la coscienza della politica nostrana, impegnata in una campagna elettorale attraversata da promesse e illusionismi.È una provocazione la storia del modulo, che però induce a tro-vare la forza per reagire di fronte alla drammaticità della crisi economico-occupazionale che travolge Gubbio. Provochiamo e lo facciamo a ragion veduta. Siamo alle prese con una politica eugubina che gioca con le paure della gente (l’incenerimento dei rifiuti) e con l’invidia sociale (gli imprenditori dipinti come i pa-droni) per attrarre consensi politico-elettorali nelle fasce anche più semplici e vulnerabili.La politica dei no cerca di conquistare i cittadini elettori con una raffica di veti, rispolverando la vecchia logica della lotta di clas-se che la storia ha condannato ma evidentemente non a Gubbio. Tutto questo elargendo, come soluzioni alternative, una serie di favole raccolte nel libro dei sogni. Sono le stesse favole che nel

decennio Goracci-Goracci, per esempio, ci hanno fatto aspettare reclamizzate come operazioni del secolo i due fallimenti pubblici più eclatanti della storia come il Puc 1 di San Pietro bloccato da quattro anni e il Puc 2 dell’ex ospedale mai decollato con la resti-tuzione di sei milioni alla Regione.La politica che blocca le iniziative dei privati è la stessa che fallisce quando si mette a fare impresa promettendo progetti faraonici irrealizzabili (si lasci da parte l’ospedale di Branca: furono decisi-vi il Governo e l’Inail, con l’impresa che fece presto perché avreb-be ricevuto i soldi solo a lavori conclusi). Ci sono forze politiche e coalizioni che sanno dire soltanto no e al contempo promettono la luna senza dire però dove e come la vanno a prendere.Per reagire, allora, sarà bene rivolgersi in modo diretto al pros-simo sindaco: non c’è modo migliore che chiedergli un lavoro. E lui dovrà provvedere. Come fare lo deciderà lui, ma se avrà la fila davanti al suo ufficio, oppure troverà un bel pacco di moduli sul proprio tavolo, forse si convincerà che non conviene dire di no a tutto senza avere uno straccio di soluzione concreta alternativa. Serve una coscienza civica e popolare per guardare in faccia il po-tere. Fa comodo ai politici di professione parlare di poteri forti, riferendosi alla società civile. Gli ultimi anni, e le inchieste giudi-ziarie, hanno dimostrato un’altra cosa: il vero potere ce l’hanno i politici che si sentono legittimati dal voto a fare e dire tutto quel che vogliono. Anche se Gubbio da questa politica è uscita troppo spesso danneggiata, svilita e più povera.

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DISOCCUPATI SUL PIEDE DI GUERRA LA POLITICA GIOCA CON IL FUOCO: C’È CHI PENSA

SOLTANTO ALLA POLTRONA, ALLA RICERCA DEL CONSENSO O A RIVALSE IDEOLOGICHE BLOCCANDO

TUTTI I PROGETTI DEI PRIVATI CHE POTREBBERO RILANCIARE LA DISASTRATA ECONOMIA EUGUBINA. LE FAMIGLIE SONO IN APPRENSIONE PER IL FUTURO

DEI PROPRI FIGLI, MENTRE SI DISPERA CHI CERCA OCCUPAZIONE IN UNA CITTÀ FERMA PERCHÉ CONDIZIONATA DA VELENI E VETI INCROCIATIdi MASSIMO BOCCUCCI

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MODULO DA COMPILARE, CONSEGNARE DIRETTAMENTE A MANO PRESSO L’UFFICIO PROTOCOLLO DEL COMUNE DI GUBBIO IN PIAZZA GRANDE OPPURE ATTRAVERSO SPEDIZIONE POSTALE

Residenza MunicipalePiazza Grande

06024 Gubbio (PG)VISTA la profonda crisi economico-occupazionale che investe il territorio comunale di Gubbio. VALUTATA la cassa integrazione e i cali occupazionali nelle più importanti aziende del territorio comunale di Gubbio.CONSIDERATE le vicende di crisi consolidata alla Merloni e all’ex Sirio Ecologica. VISTO il blocco dei progetti per l’attivazione di nuovi poli commerciali con investimenti per circa 33 milioni di euro, con il coinvolgimento delle imprese locali per i lavori e la prospettiva di circa 120 posti di lavoro (Fontecese con la seconda sede di Coop, marchio Emisfero di via della Piaggiola, marchio Conad in via Perugina).VISTO il blocco del progetto di riqualificazione delle Logge dei Tiratori con un investimento di 2,7 milioni di euro da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia intenzionata a coinvolgere le imprese locali per i lavori. RITENUTO devastante l’impatto sull’economia locale derivato dalle fallimentari operazioni pubbliche, gestite dal Comu-ne, del Puc 1 di San Pietro, i cui lavori sono fermi da quattro anni, e del Puc 2 dell’ex ospedale e piazza 40 Martiri mai decollato.ACCERTATO che non ci sono fondi pubblici disponibili in un bilancio comunale condizionato negativamente da minori entrate, soprattutto per la problematica legata alla discarica di Colognola praticamente disattivata e sotto inchiesta giudiziaria, con conse-guenti minori risorse economiche disponibili e l’aumento di spesa per lo smaltimento dei rifiuti in altri siti fuori comune. APPURATO che non ci sono opportunità professionali nel settore privato.

RICHIEDEche il Sindaco si faccia carico di garantirmi un posto di lavoro nelle forme che riterrà opportune,

all’interno del Comune, del partito o lista elettorale di riferimento. In fede (firma) Si allega curriculum vitae

IL/LA SOTTOSCRITTO/A ……….…………………………………………………nato/a il ……………………… a ……………………………………………………..residente in …………………………………………………………………………...Via/Piazza/Frazione ……………………………………………………………….Comune ……………………….. Provincia ……………………....................Codice Fiscale ………………………………………………………………………..

Al Sindacodel Comune di Gubbio

In un modulo la sf ida e la provocazioneVi proponiamo questo modulo con il quale appellarsi, e se volete sfidare, il prossimo sindaco. Una risposta alla crisi dilagante che ha ormai raggiunto tutti i gangli vitali della città. Non c’è azienda, grande e pic-cola, che non stia pagando gli indicatori in rosso: il problema deriva dallo scenario in-ternazionale e nazionale, ma sul territorio eugubino la situazione è peggiore perché si scontano l’arretratezza (culturale e stra-tegica), l’ideologia vecchia e improduttiva, l’invidia sociale.

Immaginiamo che la politica possa rivendi-care tutta l’autorevolezza e l’autonomia: lo dimostri con i fatti, non si limiti al consenso elettorale e a trovare gratificazione nelle pol-trone spesso ben remunerate aggravando la spesa pubblica. Lo faccia dando risposte concrete e con la ricaduta sul territorio. Fin qui abbiamo assistito a un confronto sem-pre pacato tra i cinque candidati a sindaco, abbiamo sentito tantissimi buoni propositi. Si parla di progetti ambiziosi, e di finanzia-menti per sostenersi che da qualche parte

arriveranno, senza poter garantire come e soprattutto quando. Gubbio ha perso ogni competitività e ha tutti gli indicatori prin-cipali in netto calo, dal fronte degli investi-menti a quello occupazionaleQuesto modulo può essere letto con atten-zione per farsi una ragione di più sul presen-te e su quello che potrebbe essere il futuro. Un sindaco che dovesse riceverlo capirebbe quanto la misura sia colma. I politici romani sono nel mirino da un pezzo, quelli eugubini potrebbero finirci.

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Resta poco o niente del commissariamento

DOPO UN ANNO STA PER TORNARE LA POLITICA E, IN CONCRETO, RIMANGONO IRRISOLTE TUTTE LE GRANDI QUESTIONI: PROGETTI SOSPESI E NESSUNA OPERAZIONE SIGNIFICATIVA PER FAVORIRE LA RIPRESA ECONOMICA. CI SI RICORDERÀ SOLO DELLA CITTADINANZA ONORARIA A TERENCE HILL

Si avvia stancamente alla fine il commissariamento del Comune, cominciato il 27 maggio 2013 quando venne nominata il vicepre-fetto Maria Luisa D’Alessandro a distanza di appena tre giorni dalla caduta della Giunta Guerrini. Il clima è di smobilitazione con l’ombra delle incompiute: il progetto di riqualificazione delle Logge dei Tiratori (dirottati a Perugia i 2,7 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia); la questione sospesa dei nuovi poli commerciali (33 milioni di investimenti al momen-to congelati di cui 19 per l’operazione Fontecese); la protezione del muretto di piazza Grande (c’è la delibera ma si vedrà per il 15 maggio la protezione sarà installata).La dottoressa D’Alessandro, sempre elegante e sorridente con un alto senso della funzione istituzionale, ha sostanzialmente lascia-to aperte le questioni più importanti cedendo nei fatti alle posi-zioni di singoli soggetti, comitati ristretti e nonostante il sostegno nelle grandi questioni (soprattutto sul fronte degli investimenti) venuto dal cosiddetto tavolo delle forze sociali con 16 sigle tra sin-dacati e associazioni di categoria. Torna tutto in mano alla politica in mezzo ai veleni, le polemiche, una crisi economica sempre più acuta. Dal commissario ci si aspettavano realizzazioni concrete ma negli ultimi tempi, ovvero quando era atteso il raccolto dopo la semina, c’è stata una brusca frenata. Potrebbero aver inciso le pressioni da più parti che hanno incrociato la ragion di stato e i percorsi personali (aspetta la nomina a prefetto). Anche per

questo ha cercato sempre di tenere lontane le polemiche, come sulle scuole lasciate aperte in occasione di una nevicata, oppure sui focaroni vietati per la festa di San Giuseppe (il cerino è finito in mano ai vigili urbani), fino alle querelle sulle scuole Montessori a San Pietro e di Semonte. Chi glielo fa fare? Qualcuno ironizza, alludendo alle motivazioni dietro una ritirata da tutti i fronti.Alla luce di quel che resta, si può ben dire che la dottoressa D’Ales-sandro verrà ricordata per la cittadinanza onoraria concessa a Te-rence Hill, avendo ignorato quella prospettata precedentemente dal disciolto consiglio comunale per il regista Franco Zeffirelli. È stata lei stessa a proporre il riconoscimento per Terence Hill con-vocando il tavolo delle forze sociali, che ha accolto l’idea di premia-re il popolare attore della fiction DonMatteotraslocata a Spoleto. La cittadinanza onoraria è stata letta dai più come un tentativo per riallacciare i rapporti e tentare di sanare una ferita ancora aperta.Per capire la differenza sostanziale dei percorsi, si ricorderà la precedente esperienza di Mario Tria, commissario prefettizio nel 1967 per 18 mesi: la sua impronta è rimasta con l’adozione di piani particolareggiati nel Prg di Astengo che era stato bloccato da inda-gini giudiziarie, la ripavimentazione di svariate vie pubbliche del centro storico coinvolgendo le maestranze locali, la sistemazione del Teatro Romano per migliorarne la fruibilità in occasione delle stagioni estive teatrali. Altri tempi, si dirà. Altro coraggio e lungimi-ranza, aggiungiamo noi.

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1515VERSO LE ELEZIONI Si avvia a conclusione l’anno di reggenza

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ATTUALITÀ L’udienza è già slittata due volte: ora è fissata per il prossimo 14 maggio

TRE FAMIGLIE EUGUBINE SI OPPONGONO ALLA COSTRUZIONE DEL POLO COMMERCIALE. TUTTO È IN MANO AL DIRIGENTE DEL SETTORE URBANISTICO, FRANCESCO PES, PER LA

FIRMA DELLA CONVENZIONE. È SOSPESA UN’OPERAZIONE DA 19 MILIONI DI EURO CON IL COINVOLGIMENTO DI ALMENO 30 IMPRESE LOCALI PER 70-80 NUOVI POSTI DI LAVORO

L’udienza al Tar dell’Umbria, per trattare il ri-corso di tre famiglie eugubine che si oppon-gono alla costruzione del polo commerciale di Fontecese, è stata fissata al 14 maggio. Ci sono già stati due rinvii: è stata aggiornata la prima seduta del 26 marzo e anche quella del 9 apri-le. I legali delle famiglie hanno presentato ul-teriore documentazione che il tribunale ammi-nistrativo regionale ha messo agli atti. Questa procedura, ovvero la possibilità di integrare i documenti, determina di fatto uno slittamento dei tempi. Il Comune si è costituito in giudizio per sostenere la correttezza dell’iter tecnico-burocratico seguito, ma al contem-po ha congelato il protocollo da sottoscrivere con Stefano Rossi, l’imprenditore di Carbonesca che è il capofila dell’operazione. Il Comune si espone a un grosso rischio: avendo già incassato 430mila euro di oneri, dalla cessione della Suc (Superficie utile coperta), rischia di dover restituire la somma con gli interessi oltre a dover fronteggiare una possibile richiesta di risarcimento danni che avrebbe ripercussioni pesanti sul bilancio. La pratica è in mano all’ingegnere Francesco Pes, dirigente del settore ur-banistico.Il commissario straordinario Maria Luisa D’Alessandro ha de-liberato l’incarico all’avvocato perugino Lietta Calzoni per con-trastare il ricorso presentato dalle tre famiglie, rappresentate dall’avvocato Mario Bruto Gaggioli Santini, che vivono nell’area

del polo commerciale di circa diecimila metri quadri, su quattro ettari complessivi, nella zona est della città dove sono previste la seconda sede della Coop e il McDonalds, oltre a quattro catene della grande distribuzione, altri tredici esercizi commerciali e un distributore di benzina a basso costo.Il Tar si pronuncerà nel merito o sull’eventuale sospensiva richiesta dai ricorrenti. Rossi, rappre-sentato dagli avvocati perugini Mario Rampini e Alarico Mariani Marini, guida un’operazione

con capitali esterni, il previsto coinvolgimento di trenta imprese locali per i lavori, e l’attivazione di 70-80 posti di lavoro. Il Co-mune incasserà oneri per 4,1 milioni di euro, comprese le opere di urbanizzazione della vasta area e la sistemazione nella stessa zona di via Benedetto Croce che da decenni versa in condizioni pietose.Nella delibera del commissario D’Alessandro si fa riferimento al ricorso notificato al Comune il 20 febbraio scorso dalle tre fami-glie che vogliono ottenere l’annullamento dell’operazione. Nel mirino c’è Fontecese collocato in un programma generale che prevede, per favorire gli investimenti e la nuova occupazione, anche il marchio Emisfero del gruppo Cestaro in via della Piag-giola e la Conad in via Perugina. Tutto questo sulle aree previste del piano regolatore adottato nel 2007 dall’Amministrazione Go-racci e in un percorso avviato dalla Giunta Guerrini. M.Boc.

Quante possibilità ci sono che la festa dei Ceri riesca a rientrare nella rete delle grandi macchine a spalla italiane con Nola, Pal-mi, Sassari e Viterbo per avere un posto nell’elenco dei beni im-materiali dell’Unesco? I tentativi ci sono, le diplomazie si sono attivate, ma la questione è molto complessa. I tempi rischiano seriamente di non essere brevi e soprattutto ci sarà da faticare parecchio perché la decisione del 2010 di rinunciate all’alleanza per correre in proprio ha nei fatti certificato una strategia falli-mentare difficile da sanare.Orfeo Goracci e Maria Cristina Ercoli, d’intesa con le istituzioni ce-raiole soprattutto attraverso i propri riferimenti, fecero una scelta rivelatasi nei fatti sbagliata e che ha danneggiato la città. Ora non basta la disponibilità di Nola, Palmi e Sassari a riaccogliere Gubbio, al di là del fatto che “tecnicamente” la città non è mai uscita dal protocollo della rete. Non è neanche un problema insormontabile la freddezza mostrata da Viterbo (non un veto ma una critica aper-

ta alla decisione del 2010 e il dietrofront delle ultime settimane).Adesso dipende dall’Unesco e particolarmente dalle pressioni che potranno essere esercitate dal governo italiano, con i mini-steri dei Beni Culturali e degli Esteri, anche attraverso la com-missione nazionale italiana per l’Unesco, l’istituto centrale per il catalogo e la documentazione, le soprintendenze ai beni sto-rici, artistici ed etnoantropologici regionali, l’unione nazionale delle pro loco italiane.Tutti questi soggetti istituzionali hanno concorso alla promozio-ne della rete delle grandi macchine a spalla. Si è detta possibilista quanto prudente Patrizia Nardi, coordinatrice del progetto avviato nel 2005 con Gubbio in prima linea fino alla sorprendente scelle-rata decisione di chiamarsi fuori. Nel 2011 è partita la corsa che da dodici concorrenti, Gubbio compresa, ha visto prevalere l’alleanza tra Nola, Palmi, Sassari e Viterbo. è partita la corsa disperata per riprendere il filo del discorso.

Festa dei Ceri e Unesco, la strada è in salita

FESTA DEI CERI 2014

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Fontecese, il Tar allunga i tempi

PROGETTO Il centro di Fontecese

Diplomazie al lavoro per riannodare i fili con Nola, Palmi, Sassari e Viterbo per far rientrare la tradizione eugubina tra i beni immateriali dell’umanità. Il rapporto non va ripreso solo con le città della rete delle grandi macchine a spalla: il nodo è l’iter tortuoso per convincere l’organismo internazionale

indipendente e libero•radicato tra la gente e nelle tradizioni democratiche della •nostra Cittàsensibile al nostro patrimonio storico-artistico, culturale e •ambientale ed alle sue notevoli potenzialità turisticheautorevole per ridare credibilità a Gubbio e sostegno ad una •ripresa economica fondata su innovazione e nuove tecnologieimpegnato a ricostruire il tessuto sociale della nostra •comunità

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MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

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Giovedì 6 febbraio 2014, nell’articolo pubblicato da questa rivi-sta, l’articolista in modo più che enfatico ha esaltato il suo amico sacerdote con le testuali parole: “Don Angelo, il sacerdote che dovrebbe essere osannato per avere negli anni 70 con infinita fatica e sofferenza messo su una comunità di disabili… Un vero samaritano, viene invece trattato come un intollerante”. Mi chie-do: perché deve essere osannato, chi ha risposto al suo dovere cristiano? E tutti quei sacerdoti che spendono la loro vita nei confessionali, a visitare le famiglie sui monti, o i malati nelle cor-sie degli ospedali, chiedono forse di essere osannati? Conosco una donna di Gubbio che per diversi anni ha accudito in casa sua sia i genitori che i suoceri infermi. Quando si sentiva stanca e stressata, veniva all’eremo a sfogarsi. Poi, scaricate le tensioni accumulate durante la settimana, ritornava al suo lavoro di buo-na samaritana, senza pretendere di essere osannata da alcuno. A Gubbio chi se n’è accorto? Occorre proprio mettere in piazza il bene che si compie a favore del prossimo?Leggo sul Corriere dell’Umbria di lunedì 31 marzo, a pag. 8, un articolo dal titolo: “La pedata di Dio”, in cui l’autore, si rammari-ca perché il suo amico d’infanzia, don Luigi Ciotti, considerato dal giornalista Paolo Rodari: “Il prete più amato dall’altra Ita-lia”, viene evitato da una parte “di un certo mondo cattolico; lui che dovunque va riesce a riempire zeppe le sale, non raramente viene ignorato proprio dai rappresentanti “ufficiali” della chiesa locale”. Ma in quale pagina del Vangelo è scritto che tutto il mon-do debba compatto osannare colui che “è il più amato dall’altra Italia”? Ho lavorato insieme per alcuni anni con don Sandro Ceccarelli presso la parrocchia di Montanaldo. Si era appena creata in quel territorio la Comunità Incontro formata da giovani tossicodipendenti. Con molta generosità don Sandro aveva pre-mura di fornirli di tutto l’occorrente utile a rendere abitabile lo stabile in cui vivevano. Un giorno portò loro una stufa a legna,

perché non riusciva a sopportare di vederli dormire al freddo. Dopo averla installata, rivolgendosi al responsabile della comu-nità, disse: “Sei contento?”. L’altro, senza scomporsi più di tanto, gli rispose: “E adesso che vuoi che ti dica anche grazie?”. Il viso di don Sandro divenne paonazzo, e, con gli occhi stravolti, gli disse: “Ma come, neanche grazie?”. “E chi te l’ha chiesta la stufa - proseguì il responsabile -. Hai deciso tu di portarcela, no?”. Don Sandro uscì dalla comunità amareggiato. Io lo fermai e gli dissi: “Scusa, don Sandro: ma tu il gesto lo hai fatto per quei giovani o per Dio?”. “Per Dio”. “E allora il grazie lo devi pretendere da Lui e non da loro. Piuttosto ringraziali perché ti hanno chiarito le idee sul perché si debba donare. Non ti pare?”. L’articolista del Corrie-re troverà strano forse che non tutti gli eugubini apprezzavano certi gesti di bontà fatti da don Sandro, spesso in modo rude e da qualcuno criticabile? Non essere apprezzato non è strano, ma è il prezzo da pagare per chi vuole essere seguace di Gesù Cristo.Fa riflettere quanto sta avvenendo nel mondo da tempo! Come cristiani siamo stati scelti da Gesù per servirlo da servi inutili, e, senza accorgercene, ci stiamo lasciando trasformare da pro-tagonisti apparentemente indispensabili. Abbiamo dimenticato l’ammonimento che Gesù ci ha lasciato come metro di valuta-zione del nostro operare: “Guai - disse - quando tutti parleranno bene di voi” (Lc. 6,26). Perché allora certe persone, dobbiamo a tutti i costi e in modo unanime osannarle come eroi? Gesù non è venuto sulla terra per creare come seguaci dei superuomini, ma per condurre alla casa Paterna dei figli che lo riconoscano, lo ser-vano e seguano le sue vie. Gli applausi e gli osanna lasciamoli alle folle di questo mondo disposte a riempire le piazze e le strade di Gerusalemme nella domenica delle palme, e il cortile di Ponzio Pilato nel giorno del venerdì santo, ma assenti poi sul Golgota, ai piedi dell’Uomo giusto, il Crocifisso.

Padre Basilio Martin

La posta dei lettori all’indirizzo [email protected]

Sventurato il mondo che ha bisogno di eroi

LETTERE IN REDAZIONE

In risposta all’articolo con medesima intestazione del prof. Gir-landa, sottoscrivo ogni parola delle argomentazioni che Luigi ha magistralmente illustrato nel numero 12 di 15Giorni. Soltanto una considerazione mi sento di dover esprimere.A parte un certo disagio, che mi è sembrato di cogliere tra le ri-ghe dell’articolo, nei confronti del “mondo cattolico postconcilia-re” (che, ad esempio, è refrattario al Motu Proprio di Benedetto XVI sulla Messa in latino, perfetta, a mio avviso, in caso di ce-lebrazioni con assemblee multietniche o ecumeniche, ma meno alla portata di chi vuol capire a fondo - senza conoscere il Latino - il messaggio sacrificale del Kerigma, che inizia con la Dabar e prosegue anche dopo la risurrezione), sono profondamente con-vinto, insieme a Luigi, che sia terribile lo slogan “meno messe e più messa”, quando a diffonderlo e praticarlo siano i sacerdoti.Vengono i brividi se s’immagina un presbitero che celebra una volta con convinzione e altre volte, magari, per dovere o svo-gliatamente. Sappiamo, comunque, che la Transustanziazione si compie in ogni caso, a valido appannaggio dei fedeli, anche se il celebrante fosse in peccato mortale.Considerando, però, che è purtroppo molto diffusa una parteci-pazione sacramentale (ad ogni tipo di sacramento, dal battesi-mo all’estrema unzione) basata sulle motivazioni più disparate

(l’obbligo cristiano, la messa come contenitore della recita del rosario, la messa “passatempo”, quella per compiacere un amico o un’amica, il funerale di un parente o conoscente - e in questo caso è d’obbligo comunicarsi, con o senza confessione - e chi più ne ha più ne metta), è più che legittimo esortare i fedeli a par-tecipare magari a “meno messe”, per privilegiare la consapevo-lezza che i due momenti fondamentali della “Santa Messa” sono la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica, tramite le quali inscindibili componenti “dialogiche” il Padre ci chiama per mez-zo del Figlio nello Spirito Santo.Nel Sacro Rito, dunque, il Signore c’interpella dapprima con le Sacre Scritture, quindi con il Corpo e il Sangue del suo Unigeni-to e, infine, ci chiede la nostra testimonianza nello Spirito Santo, prolungando la Santa Messa nella vita quotidiana per guadagna-re i nostri fratelli all’unitaria Trinità. Non credo che, vivendo secondo i voleri del Padre la Santa Mes-sa, sia necessario partecipare a più di un rito nell’arco della giornata. Al contrario, è indispensabile che siano numerose e ra-zionalmente distribuite le celebrazioni giornaliere, proprio per offrire a tutta la comunità ecclesiale la possibilità di far diventare adulta la propria fede.

Saverio Benedetti

Il paradosso di una Chiesa che celebra meno messe

Avete mai pensato a una casa che anziché “consumare” e far spendere produce e fa risparmiare? Pensate che sia un concet-to impossibile? Evidentemente non avete ancora fatto cono-scenza de Il Girasole. Una rivoluzione bioecologica che fa del rispetto dell’ambiente il suo primo “mattone”, un modo nuovo di intendere la propria abitaziono, reso possibile grazie a un’in-vidiabile eccellenza costruttiva e architettonica. Il Girasole è un complesso progettato in maniera biocompatibile, integrando cioè l’organismo edilizio con l’ambiente nel quale viene inserito, utilizzando materiali non inquinanti e riciclabili, impianti a basso consumo energetico e sfruttando al massimo le risorse naturali del luogo. Situato in località Spada a Gubbio, si compone di 16 abitazioni unifamiliari, ribattezzate Eco-Unità e tutte caratteriz-zate da una struttura a due piani con ingresso autonomo, orto, giardino privato, garage, ed ampio parcheggio. A proporre per la prima volta sul territorio eugubino questa af-fascinante sfida a contatto con la natura è Ceccarelli Biocasa, impresa che fa parte della grande famiglia di GM Costruzioni, che nella stesura del progetto si è avvalsa di tutte le conoscen-ze possibili in materia di bioedilizia. Quattro sono i punti cardi-ne sui quali l’impresa esecutrice ha deciso di puntare, partendo dai quattro elementi essenziali alla base della vita: terra, acqua, fuoco e aria, rivisitati opportunamente per consentire loro di fondersi e produrre risultati capaci di migliorare la vita degli in-dividui senza alternarne l’ambiente circostante e garantendo al tempo stesso un’energia pulita e rinnovabile. TERRA Le strutture abitative sono dotate di impianti geotermi-ci, che sfruttano il calore proveniente dal sottosuolo (che dopo pochi metri di profondità si mantiene già ad una temperatura costante) per cederlo all’ambiente da climatizzare. Così in inver-no il calore assorbito dal terreno (più caldo rispetto alla tempe-ratura esterna) verrà trasferito all’abitazione, mentre in estate, essendo più bassa la temperatura del sottosuolo, provvederà a renderlo più fresco. Tutto ciò garantisce un elevato risparmio energetico, evitando il pericolo di incendio o emissioni gassose (non essendo prevista alcuna combustione di materiale fossile), nonché un’indipendenza da fonti come petrolio e gas con un’evi-dente abbassamento dei costi sulla bolletta tradizionale.

ACQUA Attraverso la raccolta delle acque piovane, metodo an-dato progressivamente in disuso negli ultimi decenni ma ancora oggi di straordinaria validità ed efficacia, si evitano sprechi non-ché il progressivo impoverimento delle falde acquifere, andan-do a coprire gran parte del fabbisogno giornaliero di acqua non potabile, quella utilizzata comunemente per irrigare giardini, ri-sciacquare i WC o alimentare lavatrici, avvalendosi di una fonte rinnovabile e locale.FUOCO L’energia prodotta dal sole, catturata attraverso pannel-li fotovoltaici o solari termici, garantisce un notevole risparmio sulla bolletta dell’elettricità se trasformata in energia utile e ca-lore per le attività dell’uomo. È calcolato che un buon impianto solare arriva a coprire fino a quasi l’80% del fabbisogno annuo di acqua calda, abbattendo oltre che le spese in bolletta anche le immissioni di gas nocivi nell’atmosfera.ARIA Il confort termico, ovvero la sensazione di benessere fisico e mentale che l’individuo prova stando in un ambiente, è garanti-to dal mantenimento di una temperatura uniforme all’interno di tutta l’area abitativa, senza sbalzi nemmeno in prossimità delle finestre o delle pareti perimetrali. Il tutto è reso possibile grazie ad una sviluppata concezione di isolamento termico (una sorta di “coperta” posta all’esterno della struttura che impedisce la di-spersione di calore), dall’installazione di una finestratura termoi-solante e dall’esposizione e ubicazione delle unità abitative in un corretto orientamento adatto sia per sfruttare l’irraggiamento solare nei mesi invernali, sia l’ombreggiamento in quelli estivi.Le Eco-Unità de Il Girasole sono state realizzate in legno, mate-riale ecologico, sostenibile, unico e insostituibile, strumento vita-le che si presta alla creatività e alle esigenze dell’uomo. L’impiego di una moderna tecnologia domestica accresce il valore del pro-dotto casa e contribuisce inoltre a ridurre al minimo il consumo di energia a favore della protezione dell’ambiente, incrementando allo stesso tempo la produzione da fonti di energia rinnovabili e sicure. Non a caso il villaggio Il Girasole vanta la certificazione in Classe A Energetica delle proprie strutture, con un fabbisogno di calore richiesto di appena 29kwh/h al metro quadrato.Meno consumi, meno inquinamento, più risparmio: il modo migliore per incrementare il proprio investimento nel tempo.

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Rossi e il Ventinella vedono l’Eccellenza

CALCIO Il bomber eugubino protagonista

C’è un eugubino che a suon di gol sta spingendo il Ven-tinella nel gotha del calcio regionale. Stefano Rossi, del resto, non s’è mai fat-to troppi problemi quando ha dovuto prendere altre strade pur di tenere fede alla sua vena di bomber. A Gubbio magari lo conosco-no in pochi, anche perché a

differenza di molti suoi coetanei non ha avuto la possibilità di misurarsi sul palcoscenico delle giovanili rossoblù. Ma sui campi dell’Umbria intera sanno con chi hanno a che fare. Una promozione dalla Seconda alla Prima Categoria con il Fontanelle-Branca di Massimo Cerbella (2005-06), un’altra con la Pietralunghese dalla Prima alla Promozione (2009-10, con gol nella finale play-off contro il Cerqueto), e adesso la prospettiva di un favoloso tris proprio con il Ventinella, ormai ad un passo dalla matematica conquista dell’Eccellenza a soli 180’ dalla fine del campionato di Promozione. “Sarebbe dav-vero il coronamento di una grande annata”, spiega Rossi (che nella foto è ritratto in un’esultanza). Che ogni volta che sente odore… di mondiale fiuta la grande impresa, se è vero che tra una promozione e l’altra passano sempre 4 anni. “Penso sia una coincidenza, ma sono davvero felice di quel che stia-mo facendo al Ventinella. In estate ho accettato la proposta della società convinto di poter trovare l’ambiente giusto per esprimermi e così è stato. Non ho mai giocato in Eccellenza, a onor del vero non perché non siano mai arrivate proposte, ma per motivi di lavoro ho sempre preferito giocare in cam-pionati meno “esigenti” dal punto di vista dell’impegno set-timanale. Ora vediamo, dovesse capitare l’occasione giusta a 30 anni un pensierino lo farei”. Intanto ha pensato bene di sfondare il muro della doppia cifra anche quest’anno (sono già 15 le reti a referto), confermandosi come uno dei bomber più prolifici del panorama regionale (oltre 70 gol nelle ultime 5 stagioni, di cui 26 nel 2011-12 a Pietralunga). R.Bar.

LUPATELLI VERSOGLI ASSOLUTI DI

BALLO ACROBATICOS’avvicina la bella stagione e s’av-vicina l’appuntamento con i cam-pionati italiani di danza sportiva. Un evento che sul calendario di Francesco Lupatelli è segnato col circoletto rosso, perché il gio-vane ballerino eugubino è pronto a regalare a se stesso, oltre che al pubblico presente, una performan-ce meritevole di attenzione e per-

ché no, magari anche di un bel piazzamento nei primi posti della classifica finale. È molto più di una passione quella che da qualche anno ormai ha letteralmente “rapito” Francesc, facendone uno dei talenti locali del ballo. Una passione che durante la sua permanenza in Russia nei mesi scorsi ha po-tuto coltivare e rendere ancor più emozionante e avvincente, certificata anche dagli ottimi piazzamenti ottenuti in alcune competizioni di ballo acrobatico (una capatina presso il ne-gozio di famiglia in via Michelangelo potrà soddisfare la cu-riosità di tanti, con le coppe esposte in bella mostra). E non è un caso allora che appena è tornato in Italia ha ripreso su-bito a vincere: il 15 marzo, nelle finali regionali organizzate dalla FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva), in coppia con Laura Becchetti ha sbaragliato la concorrenza, conqui-stando il titolo sia nel Rock Tecnico che nel Boogie Woogie. Successi che hanno consentito alla coppia della Free Dance Gubbio di guadagnarsi l’accesso alle finali nazionali, in pro-gramma a Rimini nella seconda settimana di luglio. A segui-to dei risultati ottenuti già negli anni precedenti, Francesco ha ricevuto direttamente dal comitato regionale della FIDS una targa celebrativa, consegnata in una serata di gala tenu-ta a Corciano a inizio marzo. Eppure, visti i risultati ottenuti nelle settimane successive, c’è da credere che a breve la tar-ga dovrà essere aggiornata con i nuovi trionfi del ballerino eugubino. Che assieme agli amici di Free Dance presso il sa-lone di Casamorcia ogni settimana va caccia di nuovi talenti nei corsi che lo vedono impegnato nelle vesti di istruttore. E che istruttore…

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La confessione dietro una grata e non come

dallo psicanalistaNessuno sembra volerlo dire apertamente, ma ca-pita sempre più spesso che i fedeli cattolici siano privati di un loro diritto fondamentale: l’anonima-to durante la confessione dei propri peccati. Non è una questione da poco, visto che la confessione è uno dei sacramenti più importanti e al contempo maggiormente in crisi nella Chiesa postconciliare. Da un lato si denuncia da più parti la perdita del senso del peccato, ma poi ci si ostina a non voler prendere atto che uno dei motivi per cui i fedeli, soprattutto i gio-vani, non si accostano più alla confessione è proprio il fatto che i sacerdoti hanno smesso di stare dentro al confessionale.Guardiamo cosa accade anche nella diocesi di Gubbio. Salvo ra-rissime eccezioni, i sacerdoti amministrano questo sacramento guardando il fedele in faccia. Si è trasformato il rito della peniten-za in una sorta di “colloquio amichevole”, e in una specie di con-fronto dialogico tra pari che finisce per assomigliare più a una seduta psicanalitica che non a uno dei sacramenti di cui il mondo ha maggiormente bisogno. Eppure il sacerdote, come ricordava Benedetto XVI durante l’anno sacerdotale, “non è uno psicologo dell’anima, in quanto la psicologia è portata a giustificare e cerca-re attenuanti, mentre il senso di colpa resta”.Proprio la Chiesa postconciliare, che ripete come un mantra la sua volontà di essere vicina all’uomo e ai suoi bisogni, finisce in questo modo per non tenere minimamente in considerazione la difficoltà che ciascuno di noi avverte nel “confessare le proprie colpe”. Non solo, capita costantemente che anche quando un fe-dele particolarmente fortunato trova un sacerdote dentro al con-fessionale, se prova a inginocchiarsi dietro la grata (come è suo diritto), viene immediatamente invitato a spostarsi per essere visto in volto, subendo una violenza psicologica che finisce per

condizionare la celebrazione del sacramento.Quante persone, una volta “scoperte”, si difendono attenuando o, addirittura, nascondendo volontaria-mente alcuni peccati? La cosa è molto grave, anche perché la possibilità di confessarsi dietro alla grata è un diritto del fedele riconosciuto espressamente dal Codice di diritto canonico, che al canone 964 afferma: “Relativamente alla sede per le confes-sioni, le norme vengano stabilite dalla Conferenza

episcopale, garantendo tuttavia che su trovino sempre in luogo aperto i confessionali, provvisti di una grata fissa tra il penitente e il confessore, cosicché i fedeli che lo desiderano possano libera-mente servirsene”.Nel motu proprio “Misericordia Dei” su alcuni aspetti della ce-lebrazione del sacramento della penitenza firmato da Giovanni Paolo II il 7 aprile 2002, si chiede alle Conferenze Episcopali di emanare disposizioni in cui si garantisca che i confessionali sia-no collocati “in luogo visibile” e siano provvisti anche “di grata fissa”.Il Cardinale Bertone parlò di “disposizione saggia a garanzia di non essere riconosciuti quando ci si va a confessare”. Perché que-sto diritto viene impunemente violato nella diocesi eugubina? Abbiamo testimonianza di molti giovani che si accosterebbero volentieri alla confessione se avessero la garanzia dell’anoni-mato. Con un piccolo sforzo si potrebbe porre rimedio a questa situazione. Perché non pensare a una chiesa cittadina in cui, un giorno della settimana, viene garantita la presenza del sacerdote dietro la grata di un confessionale? Ci sentiamo di rivolgere un appello al Vescovo Mario Ceccobelli, affinché nulla rimanga in-tentato per permettere a chiunque di poter sperimentare la gioia di essere riconciliati con Dio e con la sua Chiesa.

LA ROCCA

a cura di LUIGI GIRLANDA

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Centralino Comunale 075.92371Centralino Osp. Branca 075.9270801Pronto Soccorso 075.9270744Emergenza Sanitaria 118Numero Verde Farmacie 800.829058Guardia Medica 075.9239468Sez. Croce Rossa 075.9273500Gubbio Soccorso 075.9277779Carabinieri 075.9235700Vigili del Fuoco 075.9273722Vigili Urbani 075.9273770Cimitero Civico 075.9237690IAT 075.9220693Servizio Taxi 075.9273800Guardia Forestale 075.9272585Guardia di Finanza 075.9273789Centrale ENEL 800.900.800Canile 075.9274963ACI Soccorso Stradale 075.9274162Curia Vescovile 075.9273980

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Direttore Responsabile Roberto Barbacci

Collaboratori: Luigi Girlanda, Emanuele Grilli

Chiuso in redazione: Martedì 22 Aprile 2014Aut. Tribunale di Perugia n. 21 dell’11 ottobre 2013

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GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2014

Scrutatori, si va al sorteggio tra le promesse dei politici

IL CASO Il prossimo 30 aprile si conosceranno i nomi seggio per seggio

I politici nostrani pro-mettono un posto da scrutatore al seggio,

come si sono abituati a fare facendosi scudo di una legge che lascia margini grossi all’interpretazione e all’utilizzo con tornaconto. Ma stavolta c’ha messo le mani il com-missario straordinario, Maria Luisa D’Alessandro, che ha deciso di ricorrere al sorteggio per assegnare i 136 posti complessivi nei 34 seggi del Comune (4 per ciascuna se-zione). È stata convocata per il 30 aprile a mezzogiorno la commissione elettorale comunale presso la sede in piazza Bosone a San Martino. È la commissione rimasta in carica anche dopo lo scioglimento del consiglio comunale di palazzo Pretorio al di là del commissariamento del Comu-ne. Questa commissione, di nomina politica, venne istituita dall’assemblea consiliare dopo l’elezione del sindaco Diego Guerrini nel 2011.

È composta da Marino Cernicchi e Alessia Tasso, designati dall’allora maggioranza (rispettivamente da Rifondazione Comunista e dal Pd), e Angelo Riccardini (Pdl) per la mino-ranza (il segretario è il funzionario comunale Gaetano Me-nichetti dell’ufficio elettorale e statistica). Il gettone econo-mico è di circa 150 euro (circa 200 euro per il presidente), con un’altra chiamata per l’eventuale ballottaggio. Con la crisi economico-occupazionale anche le elezioni rappresen-tano un’occasione per tenersi occupati e guadagnare.I criteri per la nomina degli scrutatori, secondo la legge in materia, danno la facoltà ai politici di procedere a proprio piacimento, scegliendo dall’albo comunale dove attual-mente figurano 1.574 iscritti. Anche questa facoltà può diventare, insomma, un’occasione per coltivare il consenso elettorale. Gli interessati possono iscriversi all’albo durante l’anno fino a tutto novembre, ed essere nominati per le tornate elettorali a partire dall’anno successivo.

DALLA FONDAZIONE CARISP SOLDI BUONI PER GUBBIOTanti progetti finanziati con un’attenzione costante per il territo-rio eugubino: gli interventi e i numeri parlano chiaro, rivelando che la Fondazione Cassa di Risparmio, presieduta da Carlo Colaiacovo, ha sostenuto delle operazioni importanti come le recenti ristrutturazioni che hanno riguardato il complesso con-ventuale di Sant’Ubaldo. In un incontro pubblico, presso il palaz-zo dei Conti della Porta in via Savelli, con il presidente Colaiaco-vo e Antonio Lanuti membro eugubino del comitato d’indirizzo, presente Maria Luisa D’Alessandro commissario straordinario del Comune, si è tracciato un bilancio e si è guardato al futuro. Tra gli impegni della Fondazione c’è lo stanziamento di 500mila euro per restaurare l’antico coro di pregio della chiesa di San Do-menica a San Martino e il potenziamento tecnologico dell’ospe-dale di Branca. C’è l’intenzione di portare in Umbria (ad Assisi o Gubbio) la grande tela “San Francesco in estasi” del Caravaggio,

custodita negli Stati Uniti al Wadsworth Atheneum di Hartford nel Connecticut.Si guarda anche alla candidatura di Peru-gia-Assisi a capitale europea della cultu-ra per il 2019; si mostra attenzione verso

l’aeroporto; si riservano fondi per la ricerca medico-scientifica (tre milioni di euro in tre anni) con i finanziamenti per i dotto-rati di ricerca e fino agli incentivi per gli studenti dell’università di Perugia che vanno all’estero. Le associazioni eugubine, del volontariato e ceraiole, hanno ricevuto un contributo significa-tivo sulla base delle iniziative prospettate. Fa da contraltare la rinuncia, per ora, all’attuazione del progetto di riqualificazione delle Logge dei Tiratori, di proprietà della stessa Fondazione. Nonostante il via libera a livello di Soprintendenza e ministeria-le, oltre all’appoggio del cosiddetto tavolo delle forze sociali, il commissario D’Alessandro ha deciso di non autorizzare i lavori lasciando che sia la politica dopo le elezioni a decidere. “Prendia-mo atto delle decisioni - spiega Colaiacovo - e restiamo convinti che pochi soggetti, che si nascondono dietro qualche sigla, non possono bloccare un’intera città”.

PILLOLE

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MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO