15 Giorni - Numero 27 - 20 Novembre 2014

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quindicinale d’informazione Giovedì 20 Novembre 2014 Anno II Numero 27 GUBBIO Gubbio - Via dell’Arboreto Gualdo Tadino - Via V. Veneto presso CASTAGNE- EXPRESS , CHE IDEA PER GUADAGNARE! SIMONE PIERGENTILI S’È INVENTATO UN MEZZO PER CUOCERE E VENDERE CALDARROSTE ASSEMBLANDO IL TELAIO DI UNA BICICLETTA E UN CASSONE ESCLUSIVA

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Non ci fermiamo di fronte a nulla: tanti provano a copiarci, ma 15 Giorni resta oggi più che mai la voce del territorio, pronto a mostrarsi alla collettività in vista delle ormai imminenti festività natalizie. Da noi trovate curiosità e notizie sempre fresche. La storia di copertina del numero 27 è figlia dell'estro e della bravura di Simone Piergentili, che si è inventato un modo alternativo per cuocere le castagne... a domicilio, utilizzando un telaio di una vecchia bici e un cassone. All'interno però trovate molto altro: la situazione (sempre critica) della viabilità, un'intervista ad ampio raggio con l'assessore Ancillotti (e non mancano sfiziose curiosità), i temi caldi della politica e dell'attualità, ma anche dello sport e della cultura. Un numero ancora una volta pronto a soddisfare tutti i gusti. 15 Giorni viene distribuito in oltre 450 tra locali pubblici, bar, edicole, nelle scuole e nelle attività del Comune di Gubbio.

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quindicinale d’informazione

Giovedì 20 Novembre 2014 Anno II Numero 27

GUBBIOGubbio - Via dell’ArboretoGualdo Tadino - Via V. Veneto

presso

CASTAGNE-EXPRESS,CHE IDEA PER GUADAGNARE!

SIMONE PIERGENTILI S’È INVENTATO UN MEZZO PER CUOCERE E VENDERE CALDARROSTE ASSEMBLANDO IL TELAIO DI UNA BICICLETTA E UN CASSONE

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COPERTINA

LA VOGLIA DI RISCOPRIRE UN MESTIERE ANTICO DA UN LATO, LA NECESSITÀ DI FAR QUADRARE I CONTI DALL’ALTRO. SIMONE PIERGENTILI HA UNITO LE DUE COSE COSTRUENDO UN MEZZO COL QUALE È PRONTO AD ANDARE IN GIRO PER LA CITTÀ A CUOCERE E VENDERE CALDARROSTE

di ROBERTO BARBACCI

PEDALA, PEDALA, POITI GODI LA CASTAGNA

Mettete sullo stesso piano una bicicletta e una vecchia cuccia che avevate com-prato per trasportare con voi i cani da un posto all’altro. Che cosa vi viene in men-te? Difficile trovare ispirazione, a meno che non abbiate tanta fantasia da smuo-vere le montagne. A Simone Piergentili, del resto, l’estro non è mai mancato. Non è il tipo al quale piacciono i progetti con-venzionali: quando si fissa su una cosa non le toglie gli occhi e i pensieri di dos-so finché non la vede ultimata. E l’ultima sua invenzione è di quelle che strappano un sorriso e riportano alla mente un modo d’essere, oltre che di vivere, lontano ormai anni luce dalla contemporaneità.QUESTIONE D’INGEGNO Anche Simone, come tanti eugu-bini, oggi deve fare i conti con gli strascichi della crisi. Così ha pensato di crearsi un mestiere rifacendosi proprio a un mestiere ormai dimenticato. Decenni addietro capitava di vedere per le vie o nelle piazze tanti venditori di caldarroste piazzati un po’ in tutti gli angoli. Ma a nessuno era forse ve-nuto in mente di creare un mezzo per la cottura adibito su… due ruote. Anzi tre, perché per sorreggere il peso del vano an-teriore (dove ci sono bracere, cilindro per la cottura e spazio per inserire la legna o la carbonella) Simone ha pensato bene di piazzare due ruote. “L’idea mi è venuta in mente notando come in tante città ci siano ancora oggi molti venditori di ca-stagne. E poi ho sempre avuto un debole per i mestieri antichi.

Con i tempi che corrono c’è la necessità di ingegnarsi per sbarcare il lunario e allora ho studiato il modo per reinven-tare un mestiere e renderlo al passo con i tempi”. Appunto costruendo da zero un “impianto” (se così si può chiamare) per cuocere le castagne montato su una bicicletta. “Così posso muovermi senza troppi problemi da un posto a un altro a seconda delle esigenze del momento. Mi son dato da fare e ho cercato di la-vorare per conto mio, rivolgendomi ad amici per completare il tutto. Il risultato

è davvero soddisfacente e nei prossimi giorni vorrei uscire per le vie di Gubbio a vedere l’effetto che fa, sperando che la cosa possa piacere a quante più persone”.VECCHIE ABITUDINI Il progetto studiato da Simone è detta-gliato in ogni sua parte ed è destinato a stuzzicare la curiosità di molti. Per rendere il mezzo ancor più particolare ha pensato bene di dotarlo di una verniciatura verde fiammante (con tanto di brillantini) e di molti accessori d’epoca. Le castagne, invece, le porterà semplicemente in spalla: “Chiunque vorrà prendersi un momento di relax si troverà davanti agli occhi un bracere per cuocerle al momento. Capisco che per molti può sembrare un’idea un po’ folle, ma in realtà ciò che faccio altro non è, se non un omaggio a un mestiere di cui si sente la mancanza. Solo mi piace pensare di renderlo un po’ più alternativo”. Il debutto è previsto sabato 22 novembre alle 16 in piazza 40 Martiri.

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ATTUALITÀ

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SI VA COMPLETANDO L’ITER TECNICO-BUROCRATICO PER IL SUPERMERCATO IN VIA PERUGINA DOPO LA SECONDA SEDE DELLA COOP NEL POLO COMMERCIALE DI FONTECESE. NUOVI

INVESTIMENTI MILIONARI PER RILANCIARE ECONOMIA E OCCUPAZIONE NEL TERRITORIO

ARRIVA ANCHE CONAD,ALTRI 7 MILIONI INVESTITI

Il centro Conad in via Perugina si farà. Tut-to è deciso e definito, con il completamento dell’iter tecnico-bu-rocratico. Si tratta di un’operazione da cir-ca 7 milioni di euro. Sono state completate le procedure urbani-stiche, con le relative

autorizzazioni, e manca solo il varo della convenzione che è in via di predisposizione e a breve verrà sottoscritta dalle parti. Anche in questo caso, come per il polo commerciale di Fonte-cese e il previsto insediamento Emisfero del gruppo Cestaro in via San Lazzaro, il percorso è risultato lungo, tortuoso, intri-cato sia sul piano politico-amministrativo che per le procedu-re degli uffici tecnici comunali.Per la Conad è arrivato il placet dopo pressanti tentativi in passato, in una vicenda resa complicata anche per gli effetti della gara d’asta comunale sulla vendita della superficie utile coperta (Suc). Non è stato semplice comporre tutto il mosaico,

ma adesso l’operazione può dirsi andata in porto. I passaggi sono stati espletati, e il Comune pure da questo investimento ricava risorse per le proprie casse, oltre ai riflessi in chiave economica nel difficile rilancio del territorio sempre più mor-so dalla crisi.Se la seconda sede della Coop con il polo commerciale di Fon-tecese e la Conad in via Perugina sono partiti, restano in sospe-so altre due vicende di cui al momento si sono perse le tracce: l’approdo del marchio Emisfero in via San Lazzaro (il gruppo Cestaro era stato il primo richiedente) e un hotel nella zona del bivio Contessa dell’imprenditore Sauro Notari, da tempo autorizzato prevedendo perfino una modifica del progetto di ammodernamento della strada di collegamento con il pesare-se. Per quanto si sa, la realizzazione dell’hotel nella zona della Contessa risulta conge-lato. Di sicuro, questa operazione è partita sin dai tempi di Orfeo Go-racci sindaco, ma all’at-to pratico le ruspe non sono ancora mai state messe in moto.

di MASSIMO BOCCUCCI

PROGETTO Uno scorcio di Fontecese

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VIABILITÀ Il 24 novembre riunione decisiva per avviare la gara d’appalto

PRONTI 74 MILIONI PER IL TRATTO DA MOCAIANA A PIETRALUNGA, MA LA REGIONE ORA CHIEDE ALL’ANAS DI FARSI CARICO DEL MILIONE CHE LO STUDIO TECNICO RPA DI PERUGIA RIVENDICA PER LA PROGETTAZIONE

Pian d’Assino, la grana del progetto da pagare 15

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di MASSIMO BOCCUCCIC’è una strada da completare, ovvero il tratto a ovest della Pian d’Assino, e un progetto da pagare con lo studio Rpa di Perugia che rivendica un milione di euro. C’è la Regione che ha chiesto all’Anas di farsi carico delle spese per la progettazione e l’Anas che non ne vuole sapere considerando quel progetto una donazione. Ci sono 74 milioni da spendere per il tratto da Mocaiana a Pietralunga di circa 4 chilometri, dopo l’inaugura-zione nell’ottobre 2013 del percorso da Madonna del Ponte a Mocaiana (5,9 chilometri), e aspettando sviluppi sul restante tratto di circa 14 chilometri fino a Montecorona e all’allaccio con la E-45.SUMMIT DECISIVO Il 24 novembre è in programma la riu-nione decisiva per adottare il progetto definitivo e avviare la gara d’appalto del tratto Mocaiana-Pietralunga. La faccenda però si è complicata proprio perché la Regione dell’Umbria ha bussato a denari e vorrebbe che l’Anas preveda quel milione di euro da corrispondere allo studio Rpa per la progettazione che risale al 2005 e che è stata poi modificata per adeguarsi alle norme e agli stralci. La Regione si aspetta anche la restituzione dei 25 milioni di euro anticipati per realizzare l’ammodernato tracciato fino a Mocaiana, con la disponibilità a stornarli per il proseguimento, ma l’Anas a proposito delle somme antici-pate ricorda come prima vi siano in ballo i milioni anticipati all’Umbria per la viabilità, come per l’area di Sant’Andrea delle Fratte.ROMETTI ASSICURA L’assessore regionale alle Infrastruttu-re, Silvano Rometti, ha fatto sapere che la Regione non inten-dere chiedere all’Anas “la restituzione delle spese sostenute per la progettazione dei lavori della Pian d’Assino”, e che il progetto “viene consegnato del tutto gratuitamente all’Anas, salvo eventuali oneri per adeguamenti ai fini dell’appalto a se-guito delle modifiche normative intervenute”. Proprio il riferi-mento agli oneri per le modifiche è il nodo economico aperto e intricato. “Il completamento della nuova Pian d’Assino - spiega Rometti - è stato inserito dalla Regione come prioritario in tutti gli atti della programmazione regionale. L’impegno che abbia-

mo profuso è stato coronato dal via libera del Cipe al contratto di programma dell’Anas, in cui è ricompreso, e dall’inserimen-to di questa opera nell’allegato infrastrutture del documento di economia e finanza del governo”.L’IMPEGNO DI GIRLANDA Lo stanziamento per la Mocaia-na-Pietralunga di 74 milioni di euro risale ai tempi del Governo Letta, con l’impegno diretto dell’allora sottosegretario al mini-stero delle Infrastrutture e Trasporti, Rocco Girlanda che ora sta seguendo l’iter essendo rimasto come consigliere del ministro Maurizio Lupi confermato da Renzi. Nei due tratti successivi, Pietralunga-Camporeggiano e Camporeggiano-Montecorona, si è aperta invece la prospettiva di una riformulazione del pro-getto che preveda un abbattimento dei costi, dai 175 milioni complessivi previsti fino a scendere a una settantina. La Fon-dazione Cassa di Risparmio si è detta disponibile a finanziare il nuovo progetto che la Regione dovrebbe mettere a punto a stretto giro per creare i presupposti di fattibilità. Attualmente il piano tecnico, predisposto al tempo di Orfeo Goracci sindaco, prevede in dettaglio una spesa di 125 milioni per il primo tratto contrassegnato da gallerie e 50 per l’ultimo anello di collega-mento con la E-45. Questi costi sono troppo alti, praticamente insostenibili e senza alcuna possibilità di finanziamento.STIRATI SI MOBILITA Da qui la mobilitazione, che vede in prima linea il sindaco Filippo Mario Stirati. “Riprenderemo il progetto per la Mocaiana-Montecorona - ha detto il sindaco - con la volontà di cambiarlo per renderlo finanziabile e attua-bile. Così com’è, per i costi altissimi, non verrebbe mai realizza-to”. Girlanda fa notare come siano stati spesi “circa 25 milioni di euro per il tratto da Madonna del Ponte a Mocaiana e ora non se ne possono spendere 250 per arrivare a Montecoro-na. È un importo insostenibile. Sono previste perfino le galle-rie con pietre della zona, una soluzione fin troppo costosa”. Il progetto verrà ripensato per portare il costo dell’operazione a circa 90 milioni di euro, con la possibilità di approntare due stralci cercando fondi alla portata rispetto alla faraonica cifra dell’attuale progetto.

Tiene banco il rifacimento di via dell’Arboreto, traversa nevralgica di via Leonardo da Vinci che immette nell’area dove sta sorgendo la nuova caserma dei vigili del fuoco e dove ci sono già svariate abitazioni e attività commerciali, com-presi un ipermercato e un polo sanitario, oltre ad alcuni magazzini del Comune. La via è inte-ressata dai lavori di sistemazione, previsti dal piano regolatore con l’attivazione di una seconda strada di col-legamento. Si sono riversati sul tratto circa cinquemila quintali di catrame e la carreggiata è stata ampliata con la previsione del senso unico in risalita. Alimenta dubbi e discussioni questa nuova configurazione della via, con l’intervento interamente sostenuto a livello economico delle imprese private interve-nute nel comparto. Ci sono timori che possano manifestar-

si problemi per il transito veicolare, specie di mezzi molto pesanti che riforniscono l’ipermer-cato. Qualche segnale di preoccupazione ha raggiunto palazzo Pretorio ed è stato oggetto di approfondimento all’interno della coalizione del sindaco Filippo Mario Stirati, così come ne-gli uffici tecnici comunali. Si stanno sollevando perplessità sulla funzionalità e la tenuta della

strada, sebbene le imprese impegnate sul posto sono portate a far risaltare la ristrutturazione che cambia volto rispetto agli anni passati quando si facevano i conti con gli insidiosi restrin-gimenti e le buche. Il piano urbanistico, adottato ai tempi di Orfeo Goracci sindaco, non sembra reggere alla trasformazio-ne. C’era la proposta di abbattere alcune piante per struttura-re la strada in modo più agevole e funzionale.

Via dell’Arboreto, novità e problemiDISAGI E PROTESTE In una zona sempre più trafficata c’è troppo poco spazio a disposizione

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POLITICA

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L’ASSESSORE ALLA CULTURA DELINEA L’ORIZZONTE DOPO I PRIMI MESI DI INCARICO: “POCHE REALTÀ HANNO TANTO SPIRITO DI INIZIATIVA, MA QUI SI VANIFICANO GLI SFORZI PER MANCANZA DI COOPERAZIONE”. SULLE LOGGE: “POSIZIONE STRATEGICA, SI FACCIANO LE VALUTAZIONI DEL CASO MA L’OCCASIONE È UNICA”. PROPOSTA PER UNO SPAZIO DEDICATO AGLI ANTICHI UMBRI

di ROBERTO BARBACCITutte le strade portano a Roma. Non nel caso di Augusto Ancillotti: gira che ti rigira la sua, di destinazione, è sempre stata Gub-bio. Una cittadina della quale s’è innamorato transitando durante un viaggio con il pul-mino dei Pipers, cioè del gruppo musicale ufficiale del Piper di Roma, la discoteca nella quale è decollata la carriera musicale di Pat-ty Pravo. “Pochi sanno che nella registrazio-ne di Ragazzo Triste la traccia della chitarra l’ho suonata io. Ma mi parlate di una vita che ho abbandonato da quasi 50 anni. Nel 1967 capii che la musica non era ciò che volevo fare, almeno non quel tipo di musica dove erano i discografici a dirti cosa dove-vi fare. Eravamo bravi, anche pionieristici per l’epoca, ma mi stancai in fretta. E vi giuro che oggi non ricordo più nemmeno come si suona una chitarra”.A vederla, però, non sembra proprio un Ragazzo Triste. Nonostante il suo amico e collega Stirati gli abbia tirato un bello scherzo nel volerla con sé in Giunta…“Tutto avrei pensato in vita mia, mai di ritrovarmi su questa poltrona. Che volete che vi dica? L’ho fatto e lo faccio tuttora per amicizia e per amore di una città che porto nel mio cuore. Venni ad abitare a Gubbio nei primi anni ’70, trasferendomi assieme a tutta la mia famiglia che individuò la zona di Casti-glione Aldobrando per avviare un’azienda di zootecnia. Fui io a suggerire il luogo, perché quando visitai per la prima volta Gubbio ne rimasi troppo affascinato. Avrei lasciato Milano solo per una destinazione simile. Poi tornai a fare l’insegnnte universitario e chiesi di essere trasferito a Perugia. E così non me ne sono più andato”.Come si fa a conciliare l’attività istituzionale con i tanti impegni e incarichi che ancora ricopre?“È la parte difficile del mio lavoro, ma svolgo tutto con en-tusiasmo e dedizione. Diciamo che giorno dopo giorno sto ancora imparando cosa significhi essere assessore e quali im-plicazioni tutto ciò comporti”.Che città ha trovato una volta assunto l’incarico?“Ho sempre percepito di Gubbio come una città abbastanza chiusa in se. Da un lato questa cosa ha una valenza positiva, perché affascina e crea curiosità nell’osservatore esterno. Ma al tempo stesso il tutto rappresenta un danno per chi la vive da dentro. Gubbio di per se è un luogo vivace, talvolta però troppo “litigioso”. Non c’è voglia di collaborare per paura di perdere la propria identità. In questi mesi ho collaborato con almeno 12, se non più associazioni ed entità culturali. È un numero molto elevato per un comune di 33.000 abitanti. Proprio per questo motivo è importante cooperare e aprirsi a nuovi orizzonti guardando anche fuori dal proprio recinto, altrimenti si viene giudicati con diffidenza dall’esterno. Noto insomma una spiccata propensione ad esprimere il proprio vissuto artistico, ma è difficile con queste premesse renderlo operativo”.

Il turismo da più parti viene indicato come la maggior risorsa di crescita per il terri-torio: cosa ritiene che sia carente, oggi, nell’offerta di promozione turistica?“Rilevo un problema di comunicazione. Man-ca cioè il canale per consentirci di accedere ai punti nevralgici della comunicazione. Pro-muovere un’offerta variegata come quella eugubina richiede sforzi economici ingent, ma tutti sanno che non ci sono risorse dispo-nibili. La mia proposta è molto semplice: ho viaggiato tanto e dovunque sono andato ho

avuto a che fare con la cosiddetta “tassa di soggiorno”. Mol-ti operatori eugubini sono contrari, ma la ritengo uno stru-mento semplice ed efficace per reperire risorse da destinare unicamente alla promozione turistica. Se a Gubbio ogni anno transitano 600mila turisti, di cui solo 100mila pernottano in città, significa che la promozione non è sufficiente. Chiedendo anche un solo euro a ognuno di questi 100mila che soggior-nano nelle strutture si potrebbero garantire risorse impor-tanti da investire nei media nazionali, soprattutto nelle tv che restano il principale veicolo di promozione, entrando “senza invito” in tutte le case a tutte le ore della giornata”.Ha parlato di televisione: dobbiamo rassegnarci all’idea che Don Matteo non tornerà a Gubbio?“È evidente che la città sia stata scippata di una vetrina di inestimabile valore, ma ad ogni modo Don Matteo un giorno doveva pur finire. L’importante è studiare altre soluzioni, ed è quello che lontano dai riflettori si sta tentando di fare”.Nelle ultime settimane si fa un gran parlare delle Logge dei Tiratori: che idea s’è fatto della vicenda?“Ogni cosa che induce a creare nuove prospettive di attrazio-ne è ben accetta. Non entro nel merito del piano di intervento, al quale hanno già provveduto importanti tecnici e architet-ti. Dico che un contenitore per mostre e quant’altro situato all’ingresso della città potrebbe rivelarsi strategico, nonché di interesse collettivo”.A dicembre compirà 70 anni e buona parte della sua vita l’ha passata a decodificare e tradurre le tavole eugubine. Non pensa che Gubbio abbia fatto poco in passato per va-lorizzarle e renderle più “produttive” per la città?“Credo che siano state sfruttate troppo poco per quello che è il loro reale valore. Ma le tavole in se da sole non bastano: da anni ho in mente l’idea di creare uno spazio dedicato pro-prio alla civiltà umbra dell’epoca. Grazie anche alle moderne tecnologie si potrebbero ricreare quegli ambienti e far vive-re agli utenti un’esperienza unica in una dimensione multi-sensoriale. Ho notato con piacere che alcune associazioni e insegnanti locali hanno deciso di approfondire il tema degli antichi umbri portandolo a conoscenza della città. Bisogna infatti prima “formare” gli eugubini e poi aprirsi all’esterno, creando un’offerta che ad oggi non c’è ma che solo Gubbio potrebbe avere”.

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VARIE

Un istituto di garanzia a supporto della pic-cola e media impresa e dei professionisti. Questa la nuova sfida di Confartigianato con il coinvolgimento della sezione eugubi-na presieduta da Giampietro Rampini. Un soggetto nuovo che consente l’emissione di garanzie eligibili e in quanto tali capaci di ridurre l’assorbimento di capitale delle banche e di conseguenza il costo dei finan-ziamenti per le imprese. Si tratta di Hape Bank che ha ottenuto l’approvazione del prospetto informativo da parte della Con-sob. Un progetto fortemente voluto da Sergio Bova, segretario regionale di Con-fartigianato Imprese Perugia, e condiviso da Raffaele Galano, professore di finanza e risk management, che ha redatto il piano industriale e il prospetto informativo, assumendo il ruolo di presidente del comitato promotore della banca. Giampietro Rampini, presidente Confartigianato Gubbio, è membro del comitato promotore di Hape Bank.Il professor Galano ha spiegato anche a Gubbio le linee e gli obiettivi del nuovo istituto che sono anche stati presentati

anche in una serie di incontri avuti con im-prenditori e professionisti nelle principali città dell’Umbria. Hape Bank è una banca di garanzia: oggi e l’unica iniziativa del genere a livello nazionale proponendosi di essere uno strumento a supporto della piccola e media impresa locale. Si pone, al tempo stesso, come elemento aggregatore di tutti i confidi della regione operando come un confidi di secondo livello con l’emissione di cogaranzie eligibili. La vocazione è quella di fare da strumento di aiuto alle piccole e medie imprese per quanto concerne le at-tività di assistenza, consulenza, nelle scelte economiche e finanziarie, nelle operazioni

di private equity e nell’internazionalizzazione. Svolge anche attività bancarie di tipo tradizionale come la raccolta del ri-sparmio e i finanziamenti alle imprese associate. Il comitato promotore di Hape Bank ha sede a Perugia in via Pontani n. 33, con tutte le informazioni dettagliate sul sito internet www.comitatopromotorehapebank.it.

Confartigianato apre Hape BankUn nuovo strumento per le imprese

ECONOMIA E DINTORNI Iniziativa in Umbria per assistere la piccola e media impresa

Da sinistra Sergio Bova (segetario regionale di Confartigianato), Gianni Smacchi (pre-sidente Confartigianato di Gualdo Tadino),

Raffaele Galano (docente di finanza e redat-tore piano Hape Bank), Giampietro Rampini

(presidente Confartigianato di Gubbio)

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CONTRASTI E POLEMICHE SU UN CONTO DI 60MILA EURO PER ENERGIA ELETTRICA E GAS DOPO CHE IL COMUNE SI ERA IMPEGNATO A SUO TEMPO A PAGARE LA GESTIONE DELL’IMPIANTO

REALIZZATO CON SOLDI PRIVATI. C’È IL RISCHIO CHE INTERVENGA ANCHE LA CORTE DEI CONTI

BOLLETTE, STANGATAAL CVA DI SAN MARCO

Il conto è salatissimo e a San Marco è scoppiata la rivolta. Ora si chiedono chi debba pagare le bollette di energia elettrica e gas, che con gli arretrati di anni hanno raggiunto l’iperbolica cifra di 60mila euro. Una botta mica da ride-re. Nella frazione si sono autotassati a suo tempo, raccogliendo soldi a destra e manca per realizzare il Cva con la pa-lestra e una serie di servizi che rendo-no viva e vitale la zona. L’associazione locale si era adoperata, mettendo in campo uomini e mezzi, e come al solito all’inaugurazione nel dicembre 2010 era arriva-ta la sfilata dei politici amministratori a fare passerella. L’allora pro-sindaco Maria Cristina Ercoli aveva promesso pubblica-mente che il Comune si sarebbe fatto carico di pagare le bol-lette visto che non aveva messo un euro per le strutture. Solo che a quella promessa non è seguito alcun atto ufficiale, tanto che adesso si è fatto avanti l’ufficio tributi e rivendica le somme arretrate rivolgendosi direttamente a chi l’impianto lo gestisce. La registrazione di quella cerimonia, con tanto di promessa, è stata conservata e potrebbe finire in un contenzioso legale se non si troverà una via d’uscita, col cerino finito in mano all’at-tuale sindaco Filippo Mario Stirati che magari potrà chiedere

aiuto e lumi a chi come Aldo Caccia-mani di Liberi e Democratici all’epo-ca dei fatti stava in maggioranza e in giunta.Ci sono rimasti malissimo a San Marco dove la tensione è salita. Non hanno dubbi a San Marco: le bollette arretra-te e future devono essere onorate dal Comune che si ritrova proprietario di un polo attrattativo senza aver inve-stito soldi. Se la frazione ha un Cva im-

portante punto di riferimento lo si deve al forte generoso im-pegno dei promotori che si sono autotassati e hanno bussato alle singole porte per realizzarlo. La copertura delle spese di gestione da parte del Comune sembrava il modo per sostenere in qualche modo l’iniziativa privata. Quell’impegno a pagare le utenze non è stato però mai formalizzato in delibere, e questo è il grosso problema ereditato dalla Giunta Stirati. Come giusti-ficare adesso quelle bollette? E come fare per il futuro? L’ammi-nistrazione comunale teme l’intervento della Corte dei Conti, mentre il gruppo di San Marco che gestisce il Cva è pronto a far valere la documentazione degli investimenti fatti e le promesse volate al vento.

di MASSIMO BOCCUCCI

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DIVERTIMENTO Ragazzi in festa al CVA di San Marco

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LUCIO COSTANTINI, PRESIDENTE DEL COMITATO “ALBERO DI NATALE PIÙ GRANDE DEL MONDO”, SPIEGA PERCHÈ SI È VOLUTO IL PONTEFICE PER L’ACCENSIONE IL PROSSIMO 7 DICEMBRE:

“INCARNA BENE IL MESSAGGIO CHE VOGLIAMO MANDARE”. LA CERIMONIA PER LA PRIMA VOLTA SI SPOSTA IN PIAZZA 40 MARTIRI PER UN LEGAME PIÙ STRETTO CON LA CITTÀ

L’EVENTO

“PAPA FRANCESCO SCELTOCOME PROMOTORE DI PACE”

L’accensione dell’albero di Natale più grande del mondo è sempre un mo-mento di grande emozione per tut-ta la città. È un evento che la rende unica, oltre che meravigliosa, e che da diversi anni viene affidato a per-sonaggi che travalicano i consueti confini locali. Nel 2014 è Papa Fran-cesco il “designato”, e dei motivi che hanno portao a questa scelta ce ne parla direttamente Lucio Costanti-ni, attuale presidente del comitato degli alberaioli: ”È da un po’ di anni che l’albero cerca di dire qualcosa, di sottolineare un valore che accomuna e unisce tutta la nostra società. Per esempio con Papa Benedetto XVI parlammo di condivisione, mentre l’anno scorso con il presidente della Caritas mons. Sod-du cercammo di veicolare il tema dell’accoglienza. Quest’anno vogliamo parlare di pace e riconciliazione, e la persona che più rispecchia questi valori è senza dubbio Papa Francesco, che è un promotore della riconciliazione. Siamo contenti che abbia deciso di partecipare a questo importante evento accettando il nostro invito, anche perchè speravamo tanto che lo facesse.”Come avverrà quest’anno la cerimonia di accensione?“Avverrà come di consueto nella giornata del 7 dicembre, con la variante che alle 18 ci ritroveremo in piazza 40 Martiri e non più nel piazzale dei locali della Madonna del Prato. Qui come di consueto ci sarà il saluto degli ospiti istituzionali che avremo con noi, con la presenza degli Sbandieratori, del corteo

storico delle Associazioni di Quar-tiere e della corale Cantores Beati Ubaldi. Poi intorno alle 18,30-18,45 ci collegheremo con il Vaticano per l’accensione.”Perché si è cambiata la location dal piazzale della Madonna del Prato a piazza 40 Martiri?“Nonostante l’albero non sia nato assolutamente per promozione tu-ristica della città o del territorio, alla

fine abbiamo visto che questo è diventato un effetto “colla-terale”. Di conseguenza abbiamo pensato che fosse più bello avere sullo sfondo la bellezza della città piuttosto che alberi o strutture. Comunque chi vorrà vedere l’evento in televisione potrà farlo benissimo perché abbiamo intenzione di mettere telecamere in ottimi posti per permettere una migliore visio-ne dell’evento”.Quanto è importante l’albero per la città di Gubbio?“Da eugubino posso dire che ormai l’albero è diventato una cosa che connota il nostro Natale, e quando non c’è sentiamo che manca qualcosa. Per Gubbio è importante e lo vediamo an-che quando chiedendo collaborazioni di ogni tipo la risposta è sempre positiva, e questa cosa la città la gradisce. Ci tengo a sottolineare che chi ha pensato l’albero l’ha fatto innanzitutto per devozione al Patrono e per stupire gli abitanti. Poi l’effetto turistico e di promozione per la città è venuto di conseguenza, ma non era questo lo scopo principale”.

di EMANUELE GRILLI

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1515Non c’è Misericordia senza Verità

“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Con queste poche pa-role, Lucia Mondella - nel capolavoro di Alessandro Manzoni - cambierà per sempre il cuore dell’Innominato, dando il via a quella notte d’inferno che lo condurrà dalla perdizione del

peccato alla pace della salvezza. Basterebbe questo esempio letterario di due secoli fa per far comprendere a tanti cattolici odierni che la Chiesa non ha certo scoperto la “misericordia” solo negli ultimi decenni. In effetti, dal Concilio Vaticano II ad oggi, molti credono che su questo tema ci sia stato un radicale cambio di rotta da parte della Chiesa, quasi che nel passato ci sia stato solo un impietoso rigore dottrinale e poi, grazie al Concilio, si sia scoperta finalmente la medicina della miseri-cordia. Colpa forse dell’interpretazione equivoca delle paro-le che Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Vaticano II (“quanto al tempo presente - disse - la Sposa di Cristo prefe-risce usare la medicina della misericordia invece di imbrac-ciare le armi del rigore”), sta di fatto che mai come oggi nella Chiesa sia stato frainteso, quando non proprio mistificato, il significato autentico della misericordia nella vera prospettiva cattolica. Sarà bene fare un po’ di chiarezza, visto che anche in città - come purtroppo nella maggioranza del clero e del laica-to mondiale - non mancano equivoci ed errori dottrinali che finiscono per generare perplessità nel popolo cattolico. L’errore consiste nel contrapporre indebitamente, per la pri-ma volta in duemila anni di storia, “verità” e “carità”; “dottrina” e “misericordia”; “fermezza nei principi” e “amore verso chi sbaglia”. Molti oggi ritengono che continuare ad annunciare la dottrina cattolica senza accomodamenti e senza sconti sia anacronistico e fuori luogo e che si corra il rischio di allonta-nare la gente dalla Chiesa piuttosto che attirarla alla bellezza della vita cristiana. Basterebbe però una conoscenza elemen-tare del catechismo per capire quanto questa prospettiva siaprofondamente contraria alla dottrina. In effetti, da sempre il

cattolicesimo ha insegnato che accanto alle opere di miseri-cordia corporale (dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi, visitare gli infermi ecc.) esistono quelle di misericor-dia spirituale, che in una prospettiva di fede sono addirittura più importanti in quanto riguardano la salvezza eterna delle anime. Tra queste si trova anche quella di “ammonire i pec-catori”. Annunciare le esigenze del Vangelo ed essere inflessi-bili dal punto di vista dottrinale, quindi, è una vera e propria opera di misericordia. Non esiste misericordia senza verità. È un’illusione e un errore sentirsi “misericordiosi” perché non si condanna il peccato o perché si usano parole accomodanti su temi dottrinali e morali. Il cattolicesimo ha sempre inse-gnato a dosare con saggezza il rigore dottrinale con la dove-rosa misericordia e comprensione verso chi sbaglia, dicendo: “Bisogna essere inflessibili dal pulpito e misericordiosi nel confessionale”. Oggi si assiste a un vero e proprio ribaltamen-to di prospettiva. Capita sempre più spesso di sentire “dal pul-pito” omelie accomodanti e sdolcinate per non infastidire o turbare nessuno, mentre in confessionale, con l’inspiegabile e dannosa scomparsa della grata, ci si ritrova imbarazzati e fru-strati a dover raccontare faccia a faccia le proprie mancanze. Contrapporre verità e carità è antievangelico. Lo stesso Gesù, per fare solo un esempio, usò misericordia all’adultera (“nep-pure io ti condanno”), ma non fece sconti sulla dottrina che condanna il peccato (“va’ e non peccare più”). Anche sul tema fondamentale della misericordia assistiamo oggi a una vera e propria resa della Chiesa ai principi del mon-do. Sarà utile tornare quindi a meditare sulle parole di P. Règi-nald Garrigou-Lagrange: “La Chiesa per principio è intran-sigente, perché crede; nella pratica è tollerante, perché ama. I nemici della Chiesa sono tolleranti per principio, perché non credono, e intransigenti nella pratica, perché non amano”.

LA ROCCA

a cura di LUIGI GIRLANDA

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L’importanza di stare bene con se stessi. Ma anche con ciò che ci circonda. È la mission che sta alla base di Abita, il nuovo marchio cre-ato da Edilcemento Spa, che punta a una crescita e a uno sviluppo delle persone e del territorio integrato con l’ambiente, volto alla valo-rizzazione soprattutto del-le risorse umane. “Ciò che c’ha spinto a creare questo brand – spiega il presiden-te di Edilcemento Spa, Luca Colaiacovo – è l’esigenza di

rappresentare idee, obiettivi, strumenti e soluzioni adatte alle esigenze del cliente. Abita abbraccia il senso dell’abitare, del creare spazi e valori per le persone con spirito nuovo e aperto. Nasce soprattutto dall’esigenza condivisa di voler continuare a essere un’impresa presente sul territorio che ha dato e conti-nuerà a dare lavoro e reddito per il bene della comunità”. Ide-

ato assieme a SediciStudio, il brand Abita presuppone almeno quattro ambiti di riferimento: “Strutture prefabbricate, real estate, general contractor e riqualificazione degli edifici esi-stenti. Da sempre la nostra azienda è sinonimo di qualità nel-la prefabbricazione industriale e non solo. Con questo nuovo marchio ci poniamo di fronte a una sfida che investe il nostro futuro e che interesserà i più svariati ambiti: professionalità, responsabilità, creatività, funzionalità, stile, design e confort saranno i nostri cavalli di battaglia. Vogliamo porci una volta di più come azienda leader nel nostro settore, con significative ricadute per tutto il territorio”.Alla presentazione del brand Abita era presente anche Padre Natale Brescianini, Priore della Comunità Monastica di Monte-giove, che ha introdotto la cerimonia parlando proprio del con-cetto di “abitare” legato soprattutto allo star bene con se stessi: “È fondamentale guardare le cose con occhi diversi e aprirsi a nuove esperienze, mantenendo un equilibrio in una dimensione di armonia. E la casa è il primo tassello di questo percorso”. “Il mercato della prefabbricazione - ha concluso Colaiacovo - è sem-pre stato complesso. Ogni volta che s’è posta una nuova sfida, però, Edilcemento ha risposto nel modo più adeguato e al passo coi tempi. Proprio come successo oggi con Abita”.

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emozioni vissute il 15 maggio, proseguendo con la travolgente corsa

dei Ceri Mezzani e dall’allegra e baldanzosa Festa dei Ceri Piccoli.

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Quello che resta di ogni 15 maggio, più delle emozioni e dei lividi lasciati sulle spalle dal peso delle barelle, a volte è proprio una semplice immagine. Momenti di vita che restano indelebili e che scandiscono, essi si, il cammino di ogni ceraiolo. Spesso una foto racconta molto più di quanto un semplice gesto è in grado fare. Anche a distanza di anni è facile rivivere le sensazioni del momento, perché consegnate a un vissuto che fa parte dell’animo più profondo di ogni singolo individuo che almeno una volta in vita sua ha assistito al rito collettivo tanto caro al popolo eugubino, sentendosi piccolo e inerme di fronte alla grandezza e al maestoso incedere dei tre Ceri e dei tre santi issati alla loro estremità.

Ecco perché davanti a un racconto fotografico dedicato alla Festa dei Ceri gli occhi non potranno mai stancarsi. Sono immagini che restano e che rivivono grazie ai ricordi e ai racconti di chi le ha vissute in quello stesso istante in cui l’obiettivo ha fermato il tempo. Proprio come avviene a Gubbio ogni 15 maggio.

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CULTURA Anche protagonisti eugubini sul palcoscenico e numerose le iniziative collaterali

Artemisia rivive al Teatro Comunale15

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Rivive Artemisia Gentileschi, pittrice del 1600 diventata simbo-lo dell’emancipazione femminile, eroina nel volere la propria indipendenza e affermazione artistica tra difficoltà e pregiudizi dell’epoca, nel musical prodotto da Mondo Musica, la cui an-teprima recital-concerto è in programma il 28 novembre, alle ore 21.15, al Teatro Comunale. L’allestimento, per la regia di Enrico Zuddas e le musiche di Marco Rosati, è un viaggio alla scoperta di questa affascinante protagonista della nostra sto-ria. Nel cast di “Artemisia il Musical” brilla la venticinquenne folignate Eleonora Lombardo nei panni della pittrice. Con lei il milanese Simone De Rose (nella foto) che interpreta Agostino Tassi, amico e collaboratore di Orazio Gentileschi, maestro di prospettiva, influente nelle accademie dell’epoca. È una figura ambigua, intimamente in contatto con i potenti e animato da propositi perversi nei confronti di Artemisia. L’assisate Emanue-le Pirinei è sulla scena Orazio Gentileschi, il padre di Artemisia, uomo sicuro, esigente e ligio alle regole della sua posizione, in vista nella vita artistico-culturale della Roma di fine ’500, punto cardine della carriera della figlia. L’eugubina Sara Nardelli (nel-la foto) è Tuzia Medaglia, amica di Artemisia, inquilina della famiglia Gentileschi, che grazie alla disinvoltura, brillantezza e saggezza si distingue dalla borghesia. Appare come una figura influente e autorevole, che rafforza il carattere già temprato di Artemisia. Il perugino Davide Corrado interpreta Caravaggio, personaggio complesso che cambia repentinamente umore e nel dialogo alterna fasi di euforia a stati di completa apatia tra occhi spiritati e voce calda. Il bolognese Stefano Colli è sulla scena Galileo Galilei che ha con Artemisia un rapporto pater-no, seppur poco presente nella storia e nella vita della donna. Usa sempre parole autorevoli in maniera diretta e schietta nei confronti della giovane.

APPUNTAMENTO IL 28 NOVEMBRE, ALLE ORE 21.15, CON L’ANTEPRIMA RECITAL-CONCERTO DEL MUSICAL DI MONDO MUSICA PER LA REGIA DI ENRICO ZUDDAS E LE MUSICHE DI MARCO ROSATI.

IN CALENDARIO UNA SERIE DI INCONTRI E MOSTRE SUL TEMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNEQuesta è una operazione culturale a cui si legano una serie di iniziative, tra incontri e mostre, sulla tematica della violenza alle donne. Ecco tutti gli appuntamenti:

VENERDÌ 21 NOVEMBRECaffè Ducale (piazza Grande), ore 21

“Il dono”, con la scrittrice Francesca ScartoniDOMENICA 23 NOVEMBRE

Biblioteca Sperelliana, sala ex Refettorio (complesso di San Pietro), ore 18

Presentazione del libro “Silenziosamente” di Luca Cini e Luca Saracino (Ed. Meridiana), in collaborazione con Terracomunica

MARTEDÌ 25 NOVEMBRECinema Astra (corso Garibaldi), ore 21

Proiezione del film “Miss Violence” di Alexandros Avranas (ingresso gratuito)

VENERDÌ 28 NOVEMBREBiblioteca Sperelliana (complesso di San Pietro), ore 17.30Presentazione del libro “Il sangue delle donne” di Alvaro Fiorucci, caporedattore di Rai Tre sede regionale Umbria,

con la collaborazione della libreria FotolibriLE MOSTRE

17-27 NOVEMBREPalazzo dei Consoli, sala dell’Arengo, orario di apertura del museo civico

“Artemisia il Musical” in mostra (bozzetti delle scenografie e dei costumi e degli abiti di scena.

18-30 NOVEMBREBiblioteca Sperelliana (orario di apertura della biblioteca)

“Ti amo troppo - No al Silenzio! Basta violenza sulle donne!” (vignette satiriche, raccolte in 99 tavole autografe del satirist

e artista multimediale Furio Sandrini).

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LA PROMOZIONE SUL CAMPO DEL FEDELISSIMO DI NOTARI, GIÀ CON LUI AL SEMONTE, RIPORTA TUTTI A QUANDO L’UOMO DI FIORITI FECE PRECEDENTEMENTE L’ANALOGA STRADA FIGURANDO NELL’ORGANIGRAMMA INIZIALE COME CONSIGLIERE DELEGATO

La cabina di regia del nuovo Gubbio si sta consolidando nelle funzioni e nelle strategie: Sauro Notari è il plenipotenziario, impegnato in questa fase soprattutto a saldare le pendenze eco-nomiche in ordine sparso cercando di stringere con sconti e ra-teizzazioni; Luciano Ramacci è il primo fedelissimo promosso direttore generale di fatto, al di là del ruolo formale che resta almeno per ora quello di team manager; Giuseppe Pannacci è il direttore sportivo dopo aver atteso la partenza di Stefano Giammarioli per cambiare ruolo, avendo ricoperto nell’èra Fio-riti all’inizio quello di consigliere delegato e poi quello di diret-tore generale. In posizione più defilata, ma sempre al corrente di tutto, restano Marco Fioriti (ex presidente ora amministra-tore delegato) e Rodolfo Mencarelli. Ha sorpreso non poco la puntualizzazione societaria sull’organigramma nel ricordare la qualifica precisa rivestita da Ramacci, che con l’avvento di Notari è di fatto diventato il direttore generale per le varie funzioni che svolge di tipo anche amministrativo e gestionale, fino ad avere un ruolo attivo a livello di mercato (direttori sportivi e giocatori lo sentono molto volentieri per sondaggi e movimenti pure a li-vello di settore giovanile). È considerato una risorsa Ramacci, at-tivissimo a tutto campo e uomo di fiducia di Notari. È stato pro-prio Ramacci a spingere e convincere l’ex patron del Semonte dapprima a rientrare nel Gubbio, dopo i tuoni e fulmini di metà giugno, e poi ad assumere la presidenza.CONSIGLIERE DELEGATO La puntualizzazione sull’organi-gramma ufficiale da parte della società è giunta a sorpresa per-ché non è la prima volta che il Gubbio ha un direttore generale di fatto, la cui nomina venne poi resa formale con il passare del tempo. Fioriti quando divenne presidente ebbe subito a fare del suo amico Pannacci il consigliere delegato, come evidenziato nel calendario tascabile ufficiale del club di quelle stagioni. Ma per le funzioni che svolgeva, venne quasi subito identificato e chiamato direttore generale. Non ci fu alcuna smentita, anzi la piena con-

sapevolezza - per primo dello stesso Pannacci - che l’inquadra-mento in termini di carica viene dato dai compiti effettivamente svolti. Oggi non si capisce perché lo stesso Pannacci evidenzi le cariche ufficialmente ricoperte e non quelle effettive. In buona sostanza: Ramacci è oggi con Notari quel che Pannacci è stato fin dall’inizio con Fioriti. Entrò (anzi rientrò) successivamente Ra-macci nel Gubbio, dopo il veto di Fioriti con l’esilio durato anni, occupando un ruolo operativo ampliato nel tempo fino a diven-tare oggi un riferimento insostituibile per Notari.IL GIOVANE LUCARONI Una novità c’è: un nuovo collaborato-re per la segreteria. Si tratta del giovane Leonardo Lucaroni che, per quanto è dato sapere, è destinato a raccogliere il testi-mone di segretario dallo storico Antonio Cecchetti che dopo una lunghissima onorata militanza è pronto a passare la mano. Lucaroni già da un po’ di settimane si rivela una presenza co-stante all’interno della palazzina del “Barbetti”, dove lo stesso Tonino e il segretario amministrativo Fabio Cecchetti lo stan-no aiutando a entrare nell’attività della sede.

DA PANNACCI A RAMACCILA PARABOLA DEI DIRETTORI GENERALI

di MASSIMO BOCCUCCI

PRECEDENTE Pannacci consigliere delegato nell’organigramma 2006-07

Verso la fusionecon l’Atletico

GIOVANILI Si delineano le strategie future

C’è un universo che sta per cam-biare volto. È quello del setto-re giovanile rossoblù, tallone d’Achille (sin qui) di un’annata nella quale nemmeno un gioca-tore cresciuto nel vivaio rossoblù indossa la maglia della prima

squadra. Un modo di agire in totale controtendenza con quelle che sono diventate le abitudini di molti club profes-sionistici, che un po’ per le esigue risorse a disposizione, un po’ per cercare di limitare al massimo le spese, si affidano sempre di più a giocatore cresciuti nel proprio settore giova-nile. La politica del Gubbio va invece all’opposto: non sono ancora finiti gli anni dei prestiti “selvaggi”, con tanti giovani valorizzati ma a beneficio dei club proprietari del cartellino. Quest’anno tocca ai vari Marchionni (Chievo Verona), Rego-lanti (Frosinone), Mancosu e Vettraino (Trapani), Casiraghi (Parma) e via dicendo, tutti elementi destinati a fare rientro alla base a fine stagione. E i giovani eugubini? Quei pochi che hanno svolto tutta la fase di lavoro estivo hanno già fatto le valigie, illusi dalla prospettiva di un contratto che per loro non s’è mai avverata. L’Eccellenza allora è divenuta la casa di Lorenzo Benedetti e Paolo Tomarelli, finiti rispettivamente a Deruta e Nocera. E tra i 20 elementi utilizzati da Acori in cam-pionato non figura nessun elemento cresciuto nel vivaio.POLEMICHE A proposito di giovanili: la Berretti di Belardi-nelli, che un po’ come la prima squadra ha messo alla porta tanti ragazzi del posto (giocano quasi solo elementi prove-nienti da fuori sede e non mancano i mugugni), è reduce da 7 ko. di fila e sin qui non ha visto affacciarsi alcun elemento sulla ribalta della prima squadra, eccezion fatta per il ’97 Ba-diali (che ha esordito in Coppa Italia). Vanno un po’ meglio gli Allievi di Bove, che lavora però con un gruppo già in parte rodato nella passata stagione. Nei Giovanissimi invece hanno fatto più parlare le dimissioni lampo del tecnico Luchetti che non i risultati sin qui ottenuti, che pure sembrano in cresci-ta.FUSIONE IN VISTA Intanto la società pensa già al futuro. È al vaglio un accordo con l’Atletico Gubbio per far confluire le tre squadre che partecipano ai campionati nazionali sot-to un’unica bandiera, sancendo di fatto una vera e propria fusione tra le due realtà. Di fatto scomparirebbe l’Atletico, che fino alla metà degli anni ’90 si chiamava Edilcemento e che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per tanti giovani calciatori. Dovesse concretizzarsi l’accordo il Gubbio vedrebbe allargarsi il proprio raggio d’azione a tutta l’attività di base. Ad avallare l’ipotesi della fusione ci sono i buoni rapporti con Filippo e Fernando Barbetti, che pur ri-nunciando a entrare nel direttivo sono rimasti molto vicini alla società oggi guidata da Notari. R.Bar.

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Chiuso in redazione: Martedì 18 Novembre 2014Aut. Tribunale di Perugia n. 21 dell’11 ottobre 2013

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Il prossimo numero sarà in distribuzione da

MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE 2014

L’OPERA DELL’ARTISTA PILLOLE

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Vendesi appartamento al secondo piano di una palazzina quadri-familiare sito in Gubbio, via dell’Arte dei Sarti n. 16, in zona Zap-pacenere: soggiorno-pranzo, cucina, 3 camere, 2 bagni, disim-pegno e 2 balconi per una superficie coperta di circa 100 metri quadrati; garage e cantina di 22 metri quadri; soffitta sovrastante l’appartamento semipraticabile di circa 40 metri quadri; giar-dino di 8 metri quadri. Prezzo 140mila euro. Per informazioni: 335.7772674.

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L’immagine dell’Umbria all’appunta-mento fieristico internazionale Expo Milano 2015 attraverso una tela del fotografo eugubino Gianfranco Gavira-ti, che scopre sempre di più la passione per la pittura. Questa opera acrilico su

tela, di 40x50 centrimetri, è stata volutamente acquistata dal professor Roberto Bellucci, eugubino residente a Terni che può considerarsi il suo maestro e ha definito l’opera “un quadro feli-ce per la composizione e i colori”. Gavirati ha voluto un omaggio speciale per l’Umbria, con un segno di profondo attaccamento, cercando di rappresentare le importanti tradizioni rurali che si ispirano alle origini e ai riti per la dea Cerere.

APPUNTAMENTO AL BOSONE GARDEN

Una ricorrenza speciale che va festeggiata come si deve: la classe 1984 si ritroverà per brindare all’am-bito traguardo dei 30 anni il pros-simo 22 novembre, con una serata organizzata presso il Bosone Garden. Biglietti ancora disponibili presso Dafne in via Matteotti (infoline: 335.7282081 o 349.2840681).

L’omaggio di Gavirati all’Umbria dell’Expo

Centralino Comunale 075.92371Centralino Osp. Branca 075.9270801Pronto Soccorso 075.9270744Emergenza Sanitaria 118Numero Verde Farmacie 800.829058Guardia Medica 075.9239468Sez. Croce Rossa 075.9273500Gubbio Soccorso 075.9277779Carabinieri 075.9235700Vigili del Fuoco 075.9273722Vigili Urbani 075.9273770Cimitero Civico 075.9237690IAT 075.9220693Servizio Taxi 075.9273800Guardia Forestale 075.9272585Guardia di Finanza 075.9273789Centrale ENEL 800.900.800Canile 075.9274963Curia Vescovile 075.9273980 075.9220795 333.5224537

NUMERI UTILI COMUNALEPiazza 40 Martiri 10075.9272243CECCARELLIPiazza Giordano Bruno 2075.9221158LUCONIVia Perugina 151/B075.9273783PIEROTTIVia Campo di Marte 46075.920581CARDINALILoc. Casamorcia075.9255131MONACELLIFrazione Padule075.9229123BRANCAVia Ponte Rosso075.9256122TOMARELLILoc. Scritto075.920134

FARMACIE

ACI Soccorso Stradale

C’è una moneta da riportare a casa. L’appello, lanciato proprio da queste colonne nel numero 26, non è rimasto inascoltato. La notizia ha fat-to il giro della città in fretta e anzi è arrivata anche all’orec-chio di qualche eugubino che risiede fuori sede e anche

all’estero, pronto a contribuire in prima persona alla “colletta” che va delineandosi grazie all’iniziativa di un gruppo di privati. L’amministrazione comunale segue la vicenda con attenzione, pur avendo già fatto capire di non poter essere in grado di contribuire alle spese per l’asta. La moneta, risalente al III secolo a.C., fa parte di una serie molto rara che venne coniata a Gubbio e di non esistono esemplari simili esposti nel museo del Palazzo dei Consoli. Verrà battuta all’asta il prossimo 29 novembre a Vienna nella sessione Arte-mide XLI, con prezzo base fissato a 10.000 euro (cui va aggiunto un 18% di diritti d’asta). L’auspicio dei tanti eugubini che si sono interessati alla vicenda è quello di raggiungere una cifra attorno ai 15.000 euro attra-verso una vera e propria sottoscrizione popolare, con figure professionali che si sono proposte per garantire la massima trasparenza e regolarità dell’operazione. E un aiuto verrà chiesto anche alle aziende locali, invita-te a fungere da veri e propri mecenati dell’iniziativa.Per info: 347.6834705 e [email protected].

Si muovono i privati per l’antica moneta

DOPO LA NOSTRA SEGNALAZIONE

La classe 1984 in festaLA SCUDERIA CITTÀ DI GUBBIO CON ANGELO ROGARI VOLA AD ABU DHABIRibalta internazionale per la Scuderia Città di Gubbio, invitata a prendere parte alle finali del campionato mondiale Maserati World Series 2014, in programma dall’11 al 13 dicembre sul circuito di Yas Marina di Abu Dhabi. A condurre la Maserati GT numero 21 il pilota eugubino Angelo Rogari, in tandem con Cangani.

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BeiCioccolato

PRENOTA LO SCARPONE DI SAN NICOLÒ - 6 DICEMBRE

Vieni a portare la Lettera a Babbo Natale

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ARTIGIANALI ITALIANIVia Perugina 2 - 06024 Gubbio (PG)

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