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LE RAGIONI DELLA SCELTA ENERGIA NUCLEARE No. 1 / Marzo ‘10 Il ritorno nel mix elettrico coinvolge istituzioni, capacità industriali, ricerca e formazione. FOTO: CANTIERE NUCLEARE EDF - ENEL DI FLAMANVILLE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET PER CAPIRE IL NUCLEARE 8 IDEE Sicurezza La garanzia delle nuove tecnologie Sviluppo Un’opportunità per le imprese italiane Ambiente Un’energia a zero emissioni di gas serra VALVOLE, ATTUATORI, RACCORDI E FLANGE per impiego nel settore elettronucleare www.valvitalia.com daniela.borraccino MEDIAPLANET Group Srl Scajola: gli obiettivi del Governo Prestigiacomo: l’impegno per Kyoto Di Amato: una spinta all’economia

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LE RAGIONI DELLA SCELTA

eNerGiaNUCleare

No. 1 / Marzo ‘10

Il ritorno nel mix elettricocoinvolge istituzioni, capacità industriali, ricerca e formazione.

Foto: Cantiere nuCleare edF - enel di Flamanville

uno speciale realizzato da Mediaplanet

PER CAPIRE IL NuCLEAREPER CAPIRE

8IDEE

sicurezzala garanzia delle nuove tecnologie

sviluppoun’opportunità per le imprese italiane

ambienteun’energia a zero emissioni di gas serra

VALVOLE, ATTUATORI, RACCORDI E FLANGEper impiego nel settore elettronuclearewww.valvitalia.com

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IL NuCLEARE

scajola:gli obiettividel governo

prestigiacomo:l’impegnoper Kyoto

di amato:una spinta all’economia

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2 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

ai parametri definiti dall’Agen-zia. Il processo autorizzativo sarà condiviso con le Regioni e gli en-ti locali e avverrà con la piena in-formazione dei cittadini.

Il ritorno al nucleare è un’esigenza avvertita da tut-

ti i Paesi. Oggi ci sono nel mondo 439 centrali in funzione, 50 in co-struzione e 60 in progettazione. E anche Paesi che non investivano da decenni in questa fonte ener-getica ci stanno rientrando. L’ul-timo esempio è quello degli Sta-ti Uniti, con la decisione del pre-sidente Barack Obama di avviare due nuove centrali nucleari, che si andranno ad aggiungere alle 104 già in funzione che erano sta-te realizzate fino agli Anni Settan-ta. Come ha detto Obama nel di-scorso sullo Stato dell’Unione del 28 gennaio al Congresso, il nucle-are è un pilastro dell’”economia verde”, una fonte energetica indi-spensabile per combattere il cam-biamento climatico.

S icurezza degli approvvigiona-menti, minori emissioni di gas a effetto serra, prezzi dell’ener-gia più bassi per

cittadini e imprese, visto che og-gi paghiamo l’elettricità il 30% in più della media europea. Ecco gli obiettivi del piano energetico del Governo Berlusconi che prevede un forte impulso alle energie rin-novabili e il ritorno al nucleare.

Il rilancio del nucleare pre-vede che nel 2013 possa co-

minciare la costruzione della prima centrale nucleare per con-sentire al Paese di produrre il 25% dell’energia elettrica da nuclea-re dal 2020. La riduzione dei com-bustibili fossili inquinanti sarà conseguito con un ulteriore 25% di energia prodotta da fonti rin-novabili (solare, eolico, biomas-se, geotermico). Nucleare e fonti rinnovabili sono due facce del-la stessa medaglia, per portare l’Italia in linea con gli altri Pae-si, e soprattutto per rendere più competitive le nostre imprese, grazie a costi energetici allinea-ti a quelli medi europei, evitando

nuovi casi Alcoa, la multinazio-nale americana dell’alluminio che voleva lasciare l’Italia perché non sopportava più gli alti costi energetici.

Lo sviluppo del nucleare, dove fino agli Anni Settan-

ta l’Italia è stata all’avanguardia – basta ricordare Enrico Fermi! - si caratterizza, secondo quan-to stabilito dal Decreto Legislati-vo recentemente approvato, per stringenti obblighi di trasparen-za e per la creazione di una speci-fica Agenzia per la sicurezza na-zionale, che svolgerà attività di regolamentazione, gestione e vi-gilanza sulla radioprotezione nel rispetto delle norme e delle pro-cedure nazionali, comunitarie e internazionali. Il primo compito che spetterà all’Agenzia, attual-mente in corso di costituzione, sarà l’elaborazione dei parametri tecnici che dovranno avere i ter-ritori per poter ospitare impianti nucleari.

Saranno poi le imprese energetiche ad avanzare ri-

chiesta di autorizzazione per co-struire una centrale in un deter-minato territorio, che risponda

“sicurezza de-gli approvigio-namenti, minori emissioni di gas a effetto serra, prezzi dell’energia più bassi per cit-tadini e imprese.”

Claudio ScajolaMinistro dello sviluppo economico.

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Nuovo quadro normativo e priorità

“nel nostro paese è l’enea l’ente responsabile del presidio scientificoe tecnologico nazionale in temadi nucleare.”

in evidenzaStefania Baccarodir. impianto diirraggiamento calliope - enea

pagina 12

nucleare.priMa edizione, Marzo 2010

Managing Director: Mattias rentnerEditorial Manager: gianluca còDesigner: daniela Borraccino

Project Manager: giulia Mon-delli Telefono: + 39 02 36 26 94 27E-mail: [email protected]

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editoriale

Qual è il ruolo dei gruppi di ■■lavoro richiesti dal Ministero dello Sviluppo in ambito nor-mativo internazionale?

A seguito della riunione del-la Commissione Tecnica UNI “Energia nucleare” allargata ai major stakeholders nazionali svoltasi a Roma il 18 Marzo 2009 presso il Ministero dello Svilup-po Economico, è stato richiesto all’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) di potenziare le attività della Commissione stes-sa al fine di aggiornare ed elabo-rare la normativa tecnica in am-bito nucleare. In tale occasione si sono costi-

tuiti dei gruppi di lavoro coor-dinati dall’ing. Noviello, Vice-Presidente della Commissione Tecnica UNI “Energia Nuclea-re” per un’attività di prenorma-zione. FOMAS, società specializ-zata nella produzione di forgiati in acciai speciali è presente nei due gruppi di lavoro GdL2 “Si-stemi di gestione per la qualità” e GdL7 “Tecnologie dei compo-nenti meccanici”.

Il settore nucleare richie-■■de una maggiore attenzione alla cultura della sicurezza. Quali sono i punti focali ne-cessari allo sviluppo della

normativa italiana sulla si-curezza nucleare?

Partendo dall’analisi della so-lida base normativa internazio-nale da: ISO 9001:2008, ISO 14001, BS OHSAS 18001, IAEA (Interna-tional Atomic Energy Agency ) GS-R3, ASME NQA1 (Quality Assu-rance Requirements for Nucle-ar Facitilty Application), WENRA (Western European Nuclear Re-

gulation Association) ai requisi-ti EUR European Utility, è in fase di elaborazione la normativa ita-liana. Il filo conduttore di questa normativa è la costante attenzio-ne alla “Safety Culture”, che rive-ste una notevole importanza per gli addetti ai lavori; infatti in es-sa sono stabiliti i requisiti e le li-nee guida alle quali le società do-vranno conformarsi, sulla base di regole ben definite, disponendo di “robusti “sistemi di competen-ze, conoscenze ed esperienze in Qualità, Ambiente e Sicurezza.

Che tipo di competenze ■■sono richieste alle aziende?

Nella mia esperienza di Di-rettore della Qualità di FOMAS Group, la produzione per il set-tore nucleare (in cui siamo pre-senti a livello mondiale da più di 40 anni) richiede un’organiz-zazione strutturata che operi in un ambito di Sistema Integra-to Qualità, Sicurezza e Ambien-te certificato. Tali competenze richiedono investimenti su im-pianti sempre più tecnologica-mente avanzati per il controllo del processo e sulla competen-za/formazione di personale qua-lificato e certificato.

l’attività dei Gruppi di lavoro impegnatinella “prenormativa” in ambito nucleare

GiancarloGobbiQuality system director diFoMas group

claudio scajola

Ministro dello sviluppo economico

henry borzi

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EnErgia nuclEarE · 3uno speciale realizzato da Mediaplanet

Perché il nucleare rap-■■presenta un’opportunità nel superamento degli at-tuali problemi ambientali?“L’energia nucleare rappre-senta parte del mix energetico di tutti i paesi industrializza-ti, solo l’Italia ne è priva e paga questa scelta in termini di co-sti dell’energetica e di inquina-mento da combustibili fossili. Anche Obama ha recentemente ribadito la scelta americana per il nucleare. Io credo che dire di no alle centrali di nuova gene-razione sia una scelta antisto-rica. Oggi l’Italia ha bisogno di energia e il nucleare è un’ener-gia che non emette gas serra e ormai pienamente sicura. Inol-tre, i combustibili fossili non sono una fonte inesauribile ed avranno un costo crescente nei prossimi decenni. La scelta del nucleare per l’Italia è una scel-ta per l’ambiente, per la compe-titività della nostra economia e per la sicurezza energetica na-zionale. Il decreto legislativo re-centemente approvato dal Con-siglio dei Ministri conferma la scelta del governo di puntare sulla massima sicurezza e sulle più attente tutele dell’ambiente.

Daremo ai cittadini garanzie di grande affi dabilità e trasparen-za del sistema Paese: il gestore, le autorità di controllo, le istitu-zioni locali che presidiano il ter-ritorio, i servizi di emergenza. Nel frattempo, stiamo investen-do su più fronti con l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 del nostro Paese e dare un impor-tante contributo nella battaglia globale contro i cambiamenti climatici”.

Quali proposte ha avan-■■zato il Ministro a proposito di energia?“Stiamo investendo molto sul-le fonti rinnovabili e sul rispar-mio energetico. Abbiamo emana-to diversi bandi proprio a favore di questo tipo di energia pulita e dell’effi cienza energetica, abbia-mo attivato il “Fondo di rotazio-ne per Kyoto” che ha la fi nalità di contribuire al superamento di parte delle diffi coltà fi nanziarie che ancora ostacolano la diff u-sione delle rinnovabili e dell’ef-fi cienza energetica grazie a un fondo di rotazione di 600 milio-ni di euro gestito dalla Cassa De-positi e Prestiti e dal Ministero dell’Ambiente, che può mobilita-

re investimenti per 3 miliardi di euro. Inoltre abbiamo siglato uno strumento signifi cativo in grado di collegare l’impegno istituzio-nale a quello privato in una dire-zione condivisa di tutela dell’am-biente e di sviluppo sostenibi-le: il ‘Patto per l’Ambiente’, una grande intesa quadro che rende Governo e aziende protagoniste della grande battaglia del nostro Paese per l’effi cienza energetica e la riduzione degli inquinanti e dei gas serra. Undici imprese im-portanti hanno fi rmato il Patto nel luglio scorso, innescando in-vestimenti ambientali per 12 mi-liardi di euro, altre diciassette lo fi rmeranno prossimamente e co-sì metteranno in moto ulterio-ri, notevoli investimenti, inqua-drando in una cornice strategi-ca nazionale l’impegno per l’am-biente e candidandosi a protago-nisti della green economy”.

henry borzi

NewS

AMBIENTE

uno speciale realizzato da Mediaplanet

AMBIENTE

1IDEA

obiettivo ambiente: ridurre le emissioni di gas a effetto serra

le regioniIl successo del percorso verso il nucleare dipen-derà anche dall’atteggia-mento e dalla partecipa-zione delle Regioni. Ascoltiamo la Direzione di ARPA Lombardia.

Con la loro esperienza e visio-■■ne territoriale, le Regioni sono il riferimento primario per l’in-dividuazione di principi dav-vero condivisibili e sostenibili, così come le conoscenze locali saranno essenziali per le proce-dure di valutazione strategica e autorizzazione integrata.

Dal punto di vista dei con-■■trolli ambientali, le competen-ze maggiori attualmente sono collocate in alcune Agenzie Re-gionali per l’Ambiente. Solo un tale patrimonio di conoscen-za ed esperienza potrà disse-minare quelle capacità di con-trollo che i cittadini avvertono tanto più valide quanto più vi-cine alla propria realtà.

Giuseppe Sgorbatidirettore dip.provinciale di Milano arpa (agenzia re-gionale per la prote-zione dell’ambiente) lombardia

henry borzi

in Breve

“la scelta del nu-cleare per l’italia è una scelta per l’ambiente, per la competitività del-la nostra econo-mia e per la sicu-rezza energetica nazionale.”

Stefania PrestigiacomoMinistro dell’ambiente e della tutela del territorio e del Mare

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4 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

NewS

A livello mondiale la quantità di uranio estraibile dalle miniere a co-sti inferiori a 130 $/kg è stimata in circa 5,5 milioni di tonnellate, men-tre l’uranio estraibile a costi supe-riori è stimato in circa 10,5 milioni di tonnellate (dati ONU-IAEA).Al tasso attuale di utilizzo, e con i reattori dell’attuale generazione, queste risorse sono suffi cienti per circa 250 anni. In aggiunta alle ri-sorse minerarie, l’acqua degli oce-ani contiene 4,5 miliardi di ton-nellate di uranio, che attualmente viene estratto con processi speri-mentali (in Giappone) ad un costo di circa 220 $/kg. Non ci sono quin-di problemi di durata delle risorse minerarie di uranio.Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, i reattori veloci della quar-ta generazione (previsti intorno al 2040) consentiranno di utilizzare meglio l’uranio esistente moltipli-cando la durata delle risorse mine-rarie di un fattore 60. I reattori del futuro potranno inoltre utilizzare come combustibile il torio, che sul-la Terra è tre volte più abbondante dell’uranio. Le risorse di combusti-bile nucleare sono quindi pratica-mente infi nite.

Federica sacchi giuseppe carissimi

FBM HUDSON ITALIANA

Negli anni settanta e ottanta, l’impulso all’industria ener-getica legata al nucleare, coincide con la svolta di FBM a presentarsi, non solo con le sue tipologie di apparec-chiature, ma anche come fornitore di sistemi e ed im-pianti chiavi in mano; da qui le esperienze fatte con EDF presso il “SUPER PHOENIX” di Cray-Melville e per la centrale di Bugey per l’ impianto di raf-freddamento a sodio liquido, con ENEL presso la centrale del Garigliano per la fornitura di vessels per stoccaggio uranio impoverito e di quattro unità di pre-riscaldo acqua alimen-to, presso la centrale di Trino Vercellese per la fornitura di

un’unità di pre-riscaldo acqua alimento e vessels per stoccaggio uranio impoverito, presso la centrale di Ca-orso per la fornitura turn-key di un impianto concentra-zione delle acque refl ue della centrale (licenza UNITECH U.S.A), presso la centrale di Montalto di Castro per la

fornitura di scambiatori di calore per il circuito di raff reddamento di emergenza.

In questo periodo 1973-75, FBM ha operato in accordo alle procedure GE (GETSCO) che certifi cava la co-noscenza e capacita nella proget-tazione e costruzione di apparec-chiature per installazione in ambito nucleare.

Occorre anche ricordare la stretta collaborazione con l’ENEA e NIRA per la fornitura di un sistema di raff redda-mento a sodio per il centro del Brasimone, ed un impianto per il test delle valvole di sicurezza per il centro della Ca-saccia.

Negli anni del boom dell’industria nucleare, FBM capì immediatamente l’ importanza dei controlli e dell’uti-lizzo di un sistema di qualità, che sfocio nella redazione del primo manuale di Quality Control (QA manual) di Quality Assurance (QC manual).

FBM Hudson Italiana SpA è da annoverare fra i pionieri nella costruzione di componenti a pressione per il settore nucleare. I primi componenti, scambiatori di calore e vessels, risalgono a fi ne anni ’60. I primissimi clienti furono Electricité de France (EDF) e FRAMATOME (Società d’ ingegneria nel settore energetico). Già allora la complessità dei lavoro era legata ai controlli da eff ettuare sulla costruzione e soprattutto sulla do-cumentazione; è alla fi ne degli anni sessanta che si incomincia a parlare di Qualità e Procedure di Qualità.

Quale ruolo ha avuto l’Ita-■■lia nella storia del nucleare?Il primo reattore nucleare della storia fu realizzato da Enrico Fer-mi nel 1942. Nel ‘46, per iniziativa della Edison, fu fondato a Milano il primo centro di ricerca nucleare, il CISE, e nel ‘52 fu costituito il Comi-tato Nazionale per le Ricerche Nu-cleari (CNRN). Nel ‘57 l’Italia fu il più convinto promotore del tratta-to Euratom, che diede vita alla Co-munità Europea dell’Energia Ato-mica. Nei primi anni Sessanta en-trarono in funzione le tre centrali di Trino (VC), Borgo Sabotino (LT) e Garigliano (CE). Negli anni Settan-ta l’ENEL realizzò la centrale di Ca-orso (PC), mise in cantiere la cen-trale di Montalto di Castro (VT) e partecipò con il 33% alla realizza-zione della centrale Superphénix in Francia. Nei primi anni Ottan-ta l’ENEL elaborò il Progetto Unifi -cato Nucleare, che avrebbe dovuto dare vita a tutte le centrali nuclea-ri previste dal Piano energetico na-zionale del 1981. Si trattava del pro-getto più avanzato e sicuro allora esistente a livello mondiale. Poi la politica energetica del paese mutò bruscamente.

Qual è stato il percorso ■■evolutivo degli impianti nu-cleari?Dagli anni Cinquanta a oggi so-

no state messe a punto tre diverse generazioni di reattori. La prima, avente una potenza di alcune cen-tinaia di MW, equipaggiò le centra-li degli anni Cinquanta e Sessanta; la seconda generazione (realizzata all’inizio degli anni Settanta) svi-luppava da 800-1.000 MW; la terza è entrata in funzione all’inizio de-gli anni Novanta e alla fi ne del de-cennio USA, Francia e Germania hanno sviluppando la cosiddet-ta “terza generazione avanzata”: l’AP1000 americano e l’EPR franco-tedesco, attualmente gli impianti più avanzati in assoluto.

Quali sono gli organi di ■■sorveglianza e sicurezza nucleare a livello nazionale ed internazionale?A livello internazionale la sicurez-za degli impianti e dei materiali nucleari è disciplinata da una serie

di convenzioni obbligatorie stipu-late sotto l’egida dell’ONU. In par-ticolare, gli impianti nucleari civi-li di tutto il mondo sono sottopo-sti al regime di controllo ispettivo dell’IAEA (International Atomic Energy Agency) attuato nel quadro del trattato di non proliferazione nucleare (TNP). In Europa il regi-me di controllo ispettivo dell’ONU-IAEA è affi ancato da quello previ-sto dal Trattato e dalle Direttive Euratom.

A livello nazionale ogni paese è tenuto a dotarsi di un’autorità di sicurezza nucleare (in Italia si chiama ASN) cui compete la fun-zione autorizzativa e di controllo degli impianti.

A livello di approvvigio-■■namento, qual e’ la reale di-sponibilità di combustibile nucleare nel mondo?

“il primo reattore nucleare della storia fu realizzato da enrico Fermi nel 1942.”

Ing. ugo Speziasegretario generale dell’associazioneitaliana nucleare (ain)

l’evoluzione del nucleare e le sue nuove garanzie

È■■ stato fatto il suo no-me, insieme a quello del Prof. veronesi, per pre-siedere l’ASN, l’Agenzia nazionale per la sicurez-za nucleare e la radio-protezione. Perché un medico alla guida?

è un onore che sia stato fat-to il mio nome e penso che la mia attività professiona-le, che ha al centro l’interesse per la salute pubblica, come quella ancora più illustre del Prof. Veronesi, sia suffi ciente a rispondere agli interrogati-vi sul nucleare. Il nucleare è sicuro e pulito. Ci sono centi-naia di centrali nel mondo e alcune proprio a ridosso dei nostri confi ni. In pratica il nu-cleare ce lo abbiamo già. Per convincere anche i più scetti-ci li porterei in visita agli im-pianti esistenti per farli par-lare con la popolazione. Sco-prirebbero, senza ombra di dubbio, che il nucleare è an-che conveniente

parla l’oncologoumberto Tirellidirettore del dipartimento di oncologia Medica dell’istituto nazionale tumoridi aviano.

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2IDEA

SICuREZZA

Botta & riSPoSta

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EnErgia nuclEarE · 5uno speciale realizzato da Mediaplanet

Un ruolo strategico nel mix produttivo elettrico

NewS

Come si spiega la ten-■■denza internazionale al “ri-nascimento” del nucleare?Nel corso degli ultimi 10 anni la popolazione mondiale è cresciu-ta del 12% e i consumi elettrici del 30%; la produzione di elettricità è quindi sempre più importante, considerando anche che 1,6 mi-liardi di persone ne sono ancora privi. Di fronte a tale scenario il nucleare rappresenta una valida opportunità all’interno del mix produttivo elettrico mondiale. Le ragioni sono da ritrovare nel-la sicurezza degli approvvigiona-menti, nella assenza di emissio-ni di CO2 e nel confronto vincen-te rispetto alla volatilità dei prez-zi del kWh da combustibili fossi-li. Per questi motivi il nucleare è stato oggetto di una forte ricon-siderazione a livello globale con

una serie di iniziative sia nei pae-si che già lo posseggono sia in al-tri ricchi di altre fonti energeti-che (recente ordine di 4 reattori negli Emirati Arabi), come appa-re nell’elenco dei reattori in ser-vizio e in pianifi cazione, nella co-lonna qui a destra.

A parte i programmi ne-■■gli altri continenti, quali sono i progetti europei?In Inghilterra, 3 gruppi di cen-trali proposti da EdF, Eon-RWE ed Iberdrola – Gas de France per 16.000 MW; in Russia 20.000 MW in 10 anni; Repubblica Ceca e Slo-vacchia (2 reattori); in Finlandia (tre gruppi di investitori in com-petizione per la sesta centrale), in Svizzera, Slovenia, Romania e Bulgaria in autorizzazione va-rie centrali; in Francia a seguito

del gruppo di Flamanville è sta-ta ordinato un altro reattore e ne saranno ordinati circa 20 per so-stituire quelli che usciranno dal servizio dal 2020 al 2040.

Quali sono le caratteri-■■stiche dell’attuale sistema elettrico italiano e quali cambiamenti potrà appor-tare il nucleare?Come mostra la tabella 1, l’Italia senza nucleare si è legata ai ci-cli combinati a gas caratterizzati da alti rendimenti e basse emis-sioni, bassi costi di investimen-to ma con un costo del kWh “ca-ro”, come illustra la tabella 2, e che varia quasi linearmente con il prezzo del gas, ancorato a quel-lo del petrolio; inoltre si hanno problemi per la sicurezza degli approvvigionamenti.

Per le centrali nucleari il costo del kWh è fondamentalmente le-gato all’investimento; un piano nucleare evita quindi una spesa all’estero per i combustibili (gas in primis) a favore di forniture da industrie italiane, adeguatamen-te qualifi cate a lavorare in garan-zia di qualità. In sintesi nessuna fonte energetica deve essere ido-latrata o demonizzata e nucleari e rinnovanbili non sono in anti-tesi. Il nucleare fornisce l’indi-spensabile energia programma-bile per sopperire con continuità alle richieste di industrie e fami-glie mentre le rinnovabili danno energia se c’è vento o sole e ne-cessitano, quindi, di adeguata ri-serva. “

Alessandro Clericipresidente onorario Wec (World energy council) italia - presidente Fast

uno speciale realizzato da Mediaplanet

3IDEA

GruppoAturia

Nel 2006 il “Gruppo Aturia” entra nel settore delle pom-pe per l’Industria Nucleare attraverso le acquisizioni delle società del “Gruppe Rütschi”. Le prime forni-

ture per i reattori nucleari in Svizzera risalgono al

1967. Negli anni successivi Rütschi diventa “Leader” di settore installando pom-pe in più di 150 impianti

nucleari. La nostra Società è stata prescelta per i reattori AREVA di 3^ generazione in

costruzione a Flamanville (EDF - FRANCIA) e a Taishan

(CGNPC - CINA).

Federica sacchi

COMPETITIvITÀ

USA 104 1 11 19Francia 59 1 1 1Giappone 54 1 13 1Russia 31 9 8 37Germania 17 0 0 0Corea del Sud 20 6 6 0

Ucraina 15 2 2 20Canada 18 0 4 3India 18 5 23 15Gran Bretagna 19 0 4 6

Cina 11 20 37 120Svezia 10 0 0 0Spagna 8 0 0 0Belgio 7 0 0 0Taiwan 6 2 0 0Repub-blica Ceca 6 0 0 2

Svizzera 5 0 0 3Finlandia 4 1 0 1Bulgaria 2 2 2 0Ungheria 4 0 0 2Sud Africa 2 0 3 20Brasile 2 0 1 4Slovacchia 4 2 0 1Messico 2 0 0 2Romania 2 0 2 1Argentia 2 1 2 1Slovenia 1 0 0 1Olanda 1 0 0 1Pakistan 2 1 2 2Armenia 1 0 1 0Iran 0 1 2 1Bangladesh 0 0 0 2Bielorussia 0 0 2 2Egitto 0 0 1 1Indonesia 0 0 2 4Israele 0 0 0 1Italia 0 0 0 8Kazakistan 0 0 2 2Corea del Nord 0 0 1 0

Polonia 0 0 0 6Thailandia 0 0 2 4Turchia 0 0 2 1Emirati Arabi Uniti 0 0 4 10

Vietnam 0 0 2 8

in numeri

reattorinuclearinel mondoNumero di centrali:

in esercizioin costruzionepianificaticonsiderazione

Oggi, l’80%delle centrali

nucleari del mondo utilizza i prodotti

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CoSto del KWHINVESTIMENTO

€/KW1

ORE ANNUALI DI UTILIZZO

CAPITALE €/MWH

FUEL4 €/MWH

O&M+ ALTRI3 €/MWH

CO2€/MWH2

TOTALE■€/MWH

Gas CC 600-800 4500-6500 9-18 40-110 3-5 9,5-19 62-152 Carbone 1200-1700 5000-7500 16-34 16-48 6-10 19-38 57-121 Nucleare 2500-3500 7600-8000 31-46 5-7 7,5-14 0 44-67 Eolico 1300-1700 1800-2100 62-95 0 4-6 0 66-101 FV 3000-5000 1000-1400 215-500 0 5-7 0 220-507 CSP 5000-7000 2000-2700 185-350 0 8-12 0 193-362

Produzione 2008 da:

MONDO EUROPA ITALIACarbone 40% 32% 16%Gas 17% 21% 53%Idro 17% 9% 15%Nucleare 14% 30%Petroliferi 7% 4% 10%Eolico 1,3% 4% 2%FV 0,08% 0,1% 0,01%Altri 4% 4,2%

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6 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

MW) e questo permette di ottimizza-re gli investimenti. È concepito per una durata di vita di 60 anni. Il noccio-lo del reattore è progettato per sfrut-tare meglio l’uranio e di produrre fino al 15 % in meno di rifiuti radioattivi,a parità di energia prodotta.

Ha un rendimento termico del 37 % ri-spetto al 30-33 % degli impianti della generazione precedente. L’insieme di tali caratteristiche permette di avere un costo di generazione molto com-petitivo rispetto alle fonti fossili in praticamente tutti gli scenari di evo-luzione a medio e lungo termine dei prezzi relativi, in particolare degli idrocarburi.

Quale sarà il ruolo dell’in-■■dustria nazionale nei progetti Enel-Edf in Italia?Una larga parte degli investimenti sa-ranno oggetto di gare per le quali l’in-dustria italiana è ben piazzata. Al ri-guardo, vorrei ricordare che una qua-rantina di imprese italiane sono già presenti sul sito di Flamanville.

Quali paesi hanno già adotta-■■to la tecnologia EPR o si appre-stano a farlo?In Francia,EDF dirige attualmente, in qualità di architetto industriale e di futuro esercente, la costruzione del reattore EPR di Flamanville. Enel de-tiene una partecipazione del 12,5 % nel progetto. La costruzione di un se-condo EPR in Francia deve iniziare nel 2012 a Penly, nel Dipartimento della Senna Marittima. Anche in questo ca-so, Enel sarà uno dei partners, se lo de-sidera e conformemente agli accordi sottoscritti nel 2007.Il Gruppo EDF conduce anche diversi progetti di costruzione di reattori EPR al di fuori della Francia, sul modello di quello di Flamanville. In Cina, la Joint Venture detenuta per il 30% da Edf e

per il 70% dal suo partner cinese CN-GNP ha in corso il cantiere EPR di Tai-shan, nella provincia di Guangdong, sul quale la costruzione dell’isola nu-cleare è iniziata a fine 2009. In Gran Bretagna, EDF prevede la costruzione di 4 EPR attraverso una joint venture 80-20 con Centrica. Insieme ad Are-va, EDF ha già presentato all’autorità di sicurezza britannica una doman-da per ottenere la certificazione del-la tecnologia EPR. Negli Stati Uniti, le ultime dichiarazioni del Presidente Obama in favore del nucleare rappre-sentano un progresso rilevante per lo sviluppo in quel paese di un’ener-gia non emettitrice di CO2. Attraver-so Unistar, la joint venture detenuta congiuntamente con Constellation Energy, Edf sviluppa attualmente il progetto di costruzione di un EPR sul sito di Calvert-Cliffs, nel Maryland.Come vede,l’Italia sarà in buona com-pagnia e potrà sfruttare il ritorno di esperienza dei progetti già lanciati.

Oltre che di SNI, lei è anche ■■presidente della filiale italiana di EDF Energies Nouvelles. Le due attività non sono in conflitto di interessi?Assolutamente no!Non bisogna con-trapporre nucleare e rinnovabili. Al contrario,sono energie comple-mentari. Insieme, senza dimentica-re l’efficienza energetica, permet-tono di dare risposte all’altezza del-le grandi sfide alle quali l’umanità è confrontata:sostenibilità ambientale, sicurezza di approvvigionamento, svi-luppo economico e accesso all’energia di vaste regioni del mondo che ne so-no ancora sprovviste.

Federica sacchi

Domanda: Quali sono i vantaggi dell’ EPR? Risposta: L’EPR si iscrive nella continuità della tecnologia più utilizzata a livello mondiale e integra tutti i progressi recenti per una produzione elettrica sicura, competitiva ed eco-compatibile

Lei è stato appena nominato ■■presidente di Sviluppo Nucleare Italia.Quali sono gli obiettivi del-la società?Come è organizzata?Nel febbraio 2009, Italia e Francia hanno sottoscritto un accordo di col-laborazione nucleare che copre l’in-sieme delle attività e delle compe-tenze coinvolte nel rilancio nel no-stro Paese di questa fonte energetica. In tale quadro,Enel e Edf hanno cre-ato nell’estate scorsa la Joint Venture paritetica “Sviluppo Nucleare Italia” (SNI), che ha l’obiettivo di condurre gli studi di fattibilità per la costruzio-ne di almeno quattro unità nucleari di tecnologia EPR, la metà circa del pro-gramma previsto dal governo italiano per raggiungere all’orizzonte 2030 un mix di generazione equilibrato e so-stenibile. Gli accordi tra le due socie-tà prevedono che, una volta termina-ti gli studi di fattibilità e prese le con-seguenti decisioni sul programma di realizzazione, saranno create delle so-cietà di investimento, una per proget-to, per la costruzione e l’esercizio del-le centrali, detenute maggioritaria-mente da Enel ed Edf, ma aperte alla partecipazione di altri investitori. SNI ha sede in Roma ed è una struttura di project management che utilizza sul piano tecnico le competenze e il know how dei due soci.La collaborazione tra Enel ed Edf, due dei maggiori operatori energetici mondiali, può dare un contributo de-terminante al successo di questo im-portante progetto.

Quali sono i vantaggi della ■■tecnologia EPR?L’EPR (European Pressurized Reac-tor) rappresenta la terza generazione avanzata della tecnologia più utiliz-zata per le centrali nucleari, quella ad acqua pressurizzata (PWR).I due ter-

zi circa degli impianti nucleari attual-mente in funzione nel mondo appar-tengono a questa filiera, che ha finito per imporsi sulle altre per le sue ca-ratteristiche di sicurezza e di econo-micità. L’EPR si iscrive nella continui-tà delle tecnologie esistenti ed integra tutti i progressi recenti per offrire una produzione di elettricità sicura, com-petitiva e non emettitrice di gas a ef-fetto serra.

La sicurezza rappresenta ov-■■viamente la principale preoccu-pazione quando si parla di nu-cleare. Potrebbe darci qualche dettaglio sui vantaggi dell’EPR?Il reattore EPR è dotato di un livello di protezione molto elevato.Mi limiterò a citare due caratteristiche partico-larmente rilevanti. Il reattore è dota-to di un edificio a doppio involucro: il primo,interno, in calcestruzzo arma-to precompresso e dotato di un rive-stimento in acciaio, è progettato per evitare la fuoriuscita di radioattività in caso di incidente di qualunque ti-po; il secondo,esterno,è dimensiona-to per resistere ad ogni tipo di aggres-sione esterna, compreso l’impatto di una aereo di linea. I sistemi di salva-guardia, che garantiscono in caso di incidente il controllo della reazione nucleare e il raffreddamento del noc-ciolo, hanno una “ridondanza quat-tro”, come si dice in gergo nucleare, sono cioè replicati quattro volte, an-che se uno solo di essi è sufficiente a garantire tali funzioni vitali.

E dal punto di vista dei costi e ■■della competitività del nucleare rispetto alle altre fonti?Come per la sicurezza, anche in que-sto campo le migliorie sono moltepli-ci e di grande importanza. L’EPR ha una potenza sensibilmente superio-re ai reattori della generazione prece-dente (1650 MW rispetto a circa 1300

Un grande partenariato per un grande progettoleader to leader

”costruire-mo alme-no quattro unità nucleari di generazio-ne avanza-ta.”Bruno D’Onghia presidente di sviluppo niucleare italia,direttore edF italia

iNSpiratioN

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Tali contatti si sono concretizzati in una serie di accordi commerciali, quali la partecipazione di Enel al pro-getto di Flamanville 3, sia in termini finanziari (12,5% dell’investimento), sia per partecipazione diretta di in-gegneri Enel alle fasi di progetto e co-struzione del’impianto. Attualmen-te circa 60 tecnici sono inseriti nelle strutture EDF e partecipano concre-tamente alle attività. Enel ha acquisi-to anche l’opzione a partecipare alle ulteriori realizzazioni EPR di EDF in Francia, la prima delle quali sarà quel-la di Penly 3, che inizierà nel 2012.Questi accordi rappresentano la pre-messa del progetto industriale che ha portato alla creazione di SNI, per lo sviluppo del progetto nucleare in Italia. A fronte, infatti, di una previ-sione del governo di circa 13.000 MW nucleari per esigenze nazionali stra-tegiche (competitività economica, diversificazione delle fonti, riduzio-ne delle emissioni di CO2), Enel e EDF vogliono realizzare almeno 4unità da 1600 MW. L’obiettivo è quello di arri-vare in rete con il primo reattore nel 2020, per poi proseguire con 18 mesi di passo alla messa in servizio delle altre tre unità.

Con una partecipazione co-■■sì forte di EDF nel progetto, alcuni adombrano il rischio di una “colonizzazione” tecno-logica dell’Italia da parte del-le industrie francesi. Cosa può dire al riguardo?Enel ed EDF condividono l’obietti-vo di massimizzare la partecipazio-ne dell’industria italiana nel proget-to per evidenti motivi di efficienza e di economicità, sia nelle fasi della co-struzione sia durante l’esercizio de-gli impianti, quando sarà necessario poter disporre sul territorio naziona-le delle necessarie competenze per la manutenzione e l’assistenza tecni-

ca. Per questo, in coordinamento con Confindustria, è stato già avviato un percorso di informazione per le im-prese potenzialmente interessate. Il primo Supply Chain Meeting si è te-nuto il 19 gennaio e verso metà anno sarà realizzato un secondo step, con un programma ancora più focalizza-to sugli obiettivi indicati. Tenuto con-to che l’investimento complessivo si aggira tra i 18 ed i 20 miliardi di euro, è evidente che questo progetto rap-presenta una tra le più grandi oppor-tunità industriali per il paese, oltre che un’occasione unica sotto il pro-filo del contenimento dei costi nella bolletta energetica e della riduzione del rischio di possibili sanzioni per lo sforamento dei tetti di emissione di CO2 nel medio e lungo periodo.

Ma dopo tanti anni di abban-■■dono, le nostre imprese non hanno perso ormai le compe-tenze indispensabili per ge-stire una tecnologia così com-plessa?Anche se le Centrali sono state chiuse nel 1987, oggi l’Italia ha professiona-lità e competenze che probabilmen-te sono ignote alla generalità della popolazione. Abbiamo, infatti, azien-de che hanno continuato ad operare in campo nucleare, tanto che oltre 40 imprese italiane, a vario livello, sono impegnate nella costruzione dell’im-pianto EPR di Flamanville 3. La storia recente dell’Enel stessa ne è testimo-nianza, essendo non solo una tra le più grandi utility elettriche al mon-do, ma oggi è anche una tra le più im-portanti nel settore nucleare, con una potenza istallata di a 5.500 MW,che è 4 volte superiore a quella dei reattori fermati nel 1987. Siamo convinti che questo sia il migliore biglietto da visi-ta per il futuro.

Federica sacchi

Domanda: Come sarà accolto il nucleare in Italia? Risposta: Il percorso possibile è uno solo: dare a tutti un’informazione autorevole, trasparente e completa sui vantaggi del nucleare

Lei è l’Amministratore Dele-■■gato di Sviluppo Nucleare Ita-lia. Come vive questo ruolo in un paese che ha abbandona-to da più di vent’anni fa l’indu-stria nucleare?Gli obiettivi di Sviluppo Nucleare Ita-lia sono certamente sfidanti, ma an-che di grande interesse strategico per le Società capofila e per il Paese. Guar-dando al recente passato, solo tre – quattro anni fa nessuno avrebbe pen-sato possibile che si potesse avvia-re un discorso sul nucleare in Italia; invece ora esiste un quadro normati-vo in via di completamento e anche il confronto tra le due parti, quella a favore e quella contro, si sta svolgen-do in un clima di grande civiltà. Sono, quindi, ottimista, senza nascondermi le difficoltà che dovremo superare.

Per ora siamo però solo al-■■le fasi preliminari. Come pen-sa che le cose verranno accol-te quando si passerà concre-tamente a proporre i siti e ad avviare il progetto di costru-zione?La formazione di un consenso mag-gioritario intorno alla realizzazione di qualunque grande infrastruttura è sempre un processo delicato, che deve contemperare le esigenze pro-grammatiche e strategiche del Pae-se, con il rispetto l’attenzione dove-rosa ai diritti delle minoranze e della popolazione locale. Il percorso possi-bile è uno solo: predisporre un’infor-mazione trasparente ed autorevole, in grado di rendere il pubblico consa-pevole delle variabili in gioco, soprat-tutto se le scelte, in modo o nell’altro, avranno un impatto importante sulla qualità della vita e sull’ambiente del-le prossime generazioni.Nel caso del nucleare, questa esigen-

za è ancora più forte, per il vuoto in-formativo, o peggio, per una informa-zione non adeguata che ha caratteriz-zato il nucleare in Italia negli ultimi due decenni e che ha avuto come di-retta conseguenza che l’Italia ha ab-bandonato tale tecnologia, unico tra i Paesi industrializzati, inclusi quelli molto più vicini a Chernobyl, come la Svezia, la Finlandia, la Germania.In Europa oggi l’energia nucleare è ancora la fonte principale nella ge-nerazione di energia elettrica (cir-ca il 30% del totale), ci sono decine di reattori intorno ai nostri confini, im-portiamo il 15% dell’energia elettrica dall’estero che è per gran parte di ori-gine nucleare, esistono piani di rilan-cio in praticamente tutte le nazioni; è difficile pensare che abbiano tutti sbagliato modello di sviluppo e noi, noi soli, abbiamo intrapreso la dire-zione giusta. Questa è una prospettiva che, sono certo, la parte più consape-vole della popolazione comprenderà.

Qual è quindi il progetto in-■■dustriale di SNI e su che basi si esplica la collaborazione tra Enel ed EDF?I primi contatti tra Enel ed EDF per una collaborazione in campo nucle-are risalgono al periodo 2005-2006, in parallelo al rientro di Enel in tale set-tore industriale, come diretta conse-guenza della necessità di allargare i propri orizzonti oltre i confini nazio-nali. Era necessario, infatti, recupe-rare all’estero le quote di mercato e le spinte propulsive alla crescita, cui Enel aveva dovuto rinunciare in Ita-lia a seguito del processo di liberaliz-zazione. Si avviarono così l’acquisto di Slovenske Elektrarne e, successi-vamente, di ENDESA, che portarono in dote ad Enel 5.500 MW nucleari, e i primi contatti con EDF, che, ricordia-mo, è la più grande Utility nucleare del mondo.

il nucleare attiverà 20 miliardi di euro di investimentileader to leader

”solo 4 anni fa nessuno avrebbe pensato di costrui-re centrali nucleari in italia”.Francesco De Falco amministratore delegato sviluppo nucleare italia

iNSpiratioNEnErgia nuclEarE · 7uno speciale realizzato da Mediaplanet

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8 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

L’atomo targato Enel è già ■■una realtà in Europa

In Italia centinaia di im-■■prese saranno coinvolte nel-la rinascita nucleare

Sicurezza, qualità, innova-zione ed esperienza: sono queste le caratteristiche che fanno di Enel uno dei candidati cardine per lo sviluppo del nucleare ita-liano. Forte della sua storia, di una capacità nucleare in-stallata di 5500 MW e di una capacità nucleare in sviluppo-costruzione di 7630 MW, Enel è uno dei principali operatori euro-pei per l’energia tomica e il 13% della sua produzione deriva da fonti nucleari (41 TWh).

Enel in EuropaLa mappa del nucleare tar-gato Enel include già una buona fetta del territo-rio europeo: in Francia – a Flamanville – l’azienda sta partecipando alla costru-zione del primo reattore di terza generazione avanzata di tecnologia francese, in Spagna – ad Almaraz, Asco, Garona, Trillo e Vandellos – Enel, tramite la control-lata Endesa, gestisce cen-trali nucleari di tecnologia americana, in Slovacchia – a Mochovce – gestisce e svi-luppa reattori di tecnologia russa e in Romania – a Cer-novoda – è parte di un con-sorzio per il raddoppio di una centrale, che utilizzerà una tecnologia canadese.

Il progetto italianoE in Italia? Gli attuali obiet-tivi del Governo prevedono che almeno un quarto del-la domanda nazionale di energia elettrica attesa per il 2030 faccia ricorso al nu-cleare. Con un po’ di calco-li, ipotizzando che tra dieci anni la domanda di energia elettrica si attesterà attor-no ai 400 TWh/anno, sarà necessario realizzare una nuova capacità nucleare per circa 13 mila MW, pari a otto nuovi reattori da 1600 MW ciascuno.Per questo, nel luglio dell’anno scorso, Enel ha costituito con EDF una Joint Venture paritetica, a cui è stato affidato il com-pito di effettuare gli studi di fattibilità necessari per la costruzione in Italia di 4 nuove unità nucleari con reattori EPR.

Il giro di affari per la rea-lizzazione degli impianti avrebbe un impatto signi-ficativo sul sistema paese: ciascun reattore, infatti, richiede investimenti per circa 4 miliardi e mezzo di euro (18 miliardi in totale), con un indotto pari a 12-13 miliardi e le imprese italia-ne coinvolte nella costru-zione e nella gestione delle centrali, molte delle quali già attive in Francia, sareb-bero circa 400.

Il supply chain è proprio alle aziende del Bel Paese che si è rivolto, lo scorso gennaio, il primo “supply chain meeting” per il nucleare italiano, presieduto da Enel e Con-

findustria. Oltre 400 le imprese pre-senti, più di 30 i miliardi di investimenti annunciati e circa 2500 i nuovi posti di lavoro previsti, a cui se ne aggiungono oltre 600 tra ingegneri e tecnici quali-ficati, oltre alle migliaia di persone che saranno coin-volte nelle fasi di cantiere.

L’esperienza acquisita da Enel sia nel settore nucle-are, grazie alle sue attività all’estero, sia nel sistema energetico italiano, gra-zie al suo impegno nelle tecnologie convenzionali, fanno di questa azienda un punto di riferimento ideale per tutte quelle industrie italiane che vogliono ini-ziare, estendere o rafforza-re le proprie attività all’in-terno del settore dell’ener-gia atomica.

All’estero la filiera nucle-are ha già coinvolto mol-te imprese del Nord Italia (Lombardia, Friuli e Veneto in particolare), ma l’obiet-tivo primario del program-ma atomico del Governo è quello di estendere al mag-gior numero di attività e di persone possibile i benefici che possono derivare dalla costruzione di nuove cen-trali.

NewS

NUCLEARE MADE IN ITALY

uno speciale realizzato da Mediaplanet

4IDEA

Federica sacchi

ESPERIENZA

n. unità 7

Capacità installata ~ 3.640 mW

Produzione annua ~ 26 tWh

tecnologia PWr -WestinghouseBWr - Ge

Spagna - Endesa

Reattori operativi

Capacità centrali in esercizio 5.500 MW

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EnErgia nuclEarE · 9uno speciale realizzato da Mediaplanet

NewS

400 TWh/anno la doman-da di energia elettrica sti-

mata nel prossimo decennio in Italia

25% la quota di energia elettrica che secondo il

governo italiano dovrà derivare da fonte nucleare entro il 2030

77% la percentuale di ener-gia elettrica che in Fran-

cia deriva da fonte nucleare

16 le centrali nuclearei in costruzione in Cina

13000 MW la capacità nu-cleare richiesta dal Gover-

no entro 2030

1600 MW la potenza di ciascun reattore EPR

8 le nuove centrali da co-struire secondo il governo

entro i prossimi 20 anni

4 i reattori EPR che Enel vuole contribuire a realiz-

zare in Italia entro il 2030

25 milioni di euro all’an-no gli incentivi destinati

agli Enti locali che accetteran-no di ospitare gli impianti

60 anni il ciclo di vita de-gli impianti

18 i miliardi di euro d’in-vestimenti per i 4 reatto-

ri EPR

30 i miliardi di euro d’in-vestimenti complessivi

70% la quota di investi-menti che riguarderebbe

l’indotto italiano

2500 i posti di lavoro che si creeranno con la costru-

zione delle 4 centrali Enel

oltre 400 le imprese pre-senti al supply chain mee-

ting Enel /Confindustria

10-15 anni i tempi dell’ope-razione nucleare

in numeri

n. unità 4

Capacità installata 1.840 mW

Produzione annua ~ 12 tWh

tecnologia PWr -russia

Slovacchia - Slovenske

Disponibilità di 800 MW

in Francia (2009)

Reattori operativi

CANTIERE NuCLEARE DI EDF ED ENELA FLAMANvILLE IN FRANCIA

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10 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

Nel nostro Paese il man-tenimento della cultura e delle competenze nel settore nucleare è affida-to a ENEA, responsabile del presidio scientifico e tecnologico nazionale in tema di energia, che pro-muove e svolge attività di ricerca, di base e appli-cata, per le quali esplica il ruolo di advisor tecni-co-scientifico a supporto del Sistema Paese.

Quanto è importante ■■il processo di qualifica-zione di sistemi e com-ponenti in ambito nu-cleare? Ne parliamo con Stefania Baccaro, Diret-tore dell’Impianto di Ir-raggiamento Calliope dell’ENEA.“Un aspetto fondamentale nel-la realizzazione delle centra-li elettriche nucleari è rappre-sentato dalla sicurezza e quindi dall’affi dabilità dei componen-ti e sistemi installati, la cui va-lutazione accompagna le diver-se fasi costruttive (progettazio-ne, realizzazione ed esercizio) e le cui problematiche sono ri-gidamente classifi cate e rego-

lamentate a livello nazionale e internazionale. Il processo di qualifi cazione nucleare consi-ste nel sottoporre tutti i siste-mi, i componenti e le strutture, rilevanti ai fi ni della sicurezza nucleare, a un complesso siste-ma di prove sperimentali, alle specifi che condizioni ambien-tali dovute a un incidente o a un rischio esterno, per verifi -care che essi continuino a svol-gere le funzioni per le quali so-no stati progettati con la mas-sima affi dabilità, consentendo di mantenere sotto controllo la centrale in qualunque condi-zione”.

I laboratori e le com-■■petenze dell’ENEA co-me possono supportare e guidare l’industria ita-liana nel difficile proces-so di qualificazione nu-cleare?“Data la complessità del proces-so di qualifi cazione, è determi-nante per l’industria italiana che opera in questo settore, po-ter eseguire contestualmente l’intero iter procedurale. In tal senso, la presenza contempo-ranea, presso i Centri di Ricer-ca ENEA, di impianti idonei alle

qualifi che nucleari, alcuni unici in Italia e tra i pochi in Europa, pone l’ENEA in una condizione di leadership nell’ambito del ri-lancio del nucleare e costitui-sce una grande opportunità per l’Agenzia: ruolo peculiare rive-ste pertanto il complesso di la-boratori e infrastrutture speri-mentali di prova, presenti pres-so il Centro Ricerche ENEA della Casaccia (Roma), dov’è possibile condurre, in un unico sito, l’in-tero processo di qualifi cazione nucleare di componenti, dispo-sitivi e sistemi. Il mantenimen-to e il costante aggiornamento e approfondimento delle mol-teplici competenze tecnico-scientifi che e dei laboratori di ricerca, consentono all’ENEA di mettere a disposizione dell’in-dustria nazionale un notevole ventaglio di attività che vanno dalle prove a supporto sino alla verifi ca funzionale di compo-nenti e sistemi, accompagnan-do e supportando l’industria nel diffi cile processo della qualifi -cazione nucleare”.

henry borzi

Luciano Maianipresidente cnr.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge e promuovere attività di ricerca per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese. Abbiamo chiesto al Presidente quali pro-grammi coinvolgano il CNR in ambito nucleare.

“Il CNR è attivamente coin-■■volto nel programma interna-zionale sulla costruzione del re-attore di ricerca per la fusione nucleare ITER (International Thermonuclear Experimen-tal Reactor) insieme all’ENEA e l’INFN, e al momento non ri-copre alcun ruolo uffi ciale per quanto riguarda la costruzione di nuove centrali in Italia. Ma con il Ministero dello Sviluppo economico è allo studio la pos-sibilità che il CNR possa eff et-tuare ricerche al fi ne di suppor-tare e ampliare il know how nel settore nucleare, poiché gli an-ni di inattività di ricerca nucle-are hanno notevolmente ridot-to la base scientifi ca di cui il no-stro paese necessiterebbe. Con la costruzione delle prime cen-trali ci aspettiamo che l’Italia riacquisti una piattaforma di competenze che le permetterà di partecipare più attivamen-te alla ricerca nucleare per le prossime generazioni. è neces-sario recuperare quelle cono-scenze che negli anni ’60-’70 fa-cevano dell’Italia una delle na-zioni più avanzate nell’energia nucleare”.

Pillole

CNr: potenziare il know how sulla ricerca nucleare

henry borzi

NewS

IMPIANTO CALLIOPE ENEA

eNea: ricerca e qualifi cazione

QuALIFICAZIONE

uno speciale realizzato da Mediaplanet

QuALIFICAZIONE

5IDEA

henry borzi

Stefano MontiPresidente di SIET S.p.A. e Responsabile ENEA della defi nizione dei programmi R&S sul nucleare da fi ssione

Ascoltiamo un’azienda che si occupa di test e certifi -cazioni. Fondata nel 1983 dall’ENEA e dal Centro In-formazioni Studi Esperien-ze (di ENEL) con lo scopo di eff ettuare test per la si-curezza di componenti e sistemi nucleari.

Che ruolo ha Siet oggi?La società è ad oggi par-tecipata da ENEA, ENEL, Ansaldo Finmeccanica, Ansaldo ENERGIA, Tectubi Raccordi e Politecnico di Milano, e ha raggiunto la leadership nazionale nel settore delle prove per lo sviluppo e la certifi cazione di componenti e sistemi innovativi destinati agli impianti di produzione dell’energia elettrica, in particolare elettronuclea-re. Gestisce impianti speri-mentali indirizzati alla Ri-cerca e Sviluppo nel campo della termoidraulica e della termomeccanica e riveste un ruolo di primaria im-portanza come laboratorio di taratura e consulenza metrologica.

Quali sono i vostri princi-pali clienti?Oltre ai tipici clienti nazio-nali (ENEA, ENEL, Ansaldo, ecc.) forniamo qualifi cate compagnie straniere quali Toshiba-Westinghouse, General Electric e Mitsub-ishi.

Test di sicurezzae certifi ca-zioni

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Qualità fa rima con sicurezza Sono molte le aziende che esportano la quali-tà italiana anche nel nu-cleare. Perché di qualità e sicurezza ha bisogno il settore. Ne parliamo con la Direzione STF.

Come si arriva a opera-■■re nel nucleare?Creando relazioni industria-li con l’estero, visto che in Ita-lia avevamo deciso di dire no all’atomo. Per una realtà co-me STF ciò è avvenuto anni fa e questo ci ha permesso di con-centrare e sviluppare parte del-le nostre attività sul nucleare.

I prodotti tecnologici ■■italiani sono richiesti?Indubbiamente sì. L’Italia è se-conda in Europa, solo dopo la Germania, nel manifatturie-ro, con punte di eccellenza al-tissime. Questa qualità è rico-nosciuta da tutti e nel nucle-are non si può pensare a com-

ponenti provenienti da paesi terzi, poiché gli standard so-no in generale molto più bassi. Noi siamo in grado di produrre qualità, ad altissimo livello in sicurezza.

Si riesce a produrre in ■■Italia?Dipende sempre da cosa si pro-duce. Nel nostro settore, una componente di delocalizzazio-ne deve essere per forza presa in considerazione, per restare competitivi sui mercati mon-diali. Oggi è importante. Ma la componentistica ad alto conte-nuto tecnologico viene comun-que prodotta tutta qui, visto l’al-to peso del knowhow e dei pro-cessi produttivi sul prodotto fi-nale. Il distretto del milanese ha così fatto della sua tradizio-ne d’eccellenza un Polo Termo-elettromeccanico composto da più di 12 mila addetti. STF è tra i fondatori di Energy Cluster che è un sistema per trovare rispo-

ste a problemi comuni, per mi-gliorare e fare sviluppo, per cre-scere dal punto di vista tecnico e produttivo.

E del possibile ritor-■■no al nucleare, cosa pen-sate?Aiuterebbe lo sviluppo indu-striale nel suo complesso. Favo-rirebbe la crescita, in termini di realtà produttive e di occasio-ni di lavoro a livello nazionale, poiché oggi i player più impor-tanti sono tutti esteri. Investi-re in risorse economiche e pro-fessionali è ormai un dovere per le scelte che hanno bisogno di una risposta immediata. Si è aspettato già troppo tempo.

Le scelte politiche inci-■■dono su quelle aziendali?Certamente. Tutti i nostri pro-getti sono soggetti ad autoriz-zazioni nazionali, internazio-nali, e questo fatto determina e condiziona assolutamente le

nostre scelte di mercato. Sono complicate analisi di business development che, nel setto-re nucleare, non possono pre-scindere dalle considerazioni governative in materia ener-getica.

Quanto bisogna inve-■■stire per essere competi-tivi sul nucleare?Moltissimo. Un azienda deve essere dotata di particolari ac-corgimenti, anche per gli am-bienti di lavoro e lo staff tecni-co per garantire la qualità e la sicurezza che nel nucleare spe-cialmente non sono un optio-nal. Si entra proprio in un al-tro livello di cultura azienda-le. Ogni manufatto deve passa-re molteplici fasi di sistemi di controllo e collaudo, ben di più di quanto richiesto per la pro-duzione tradizionale.

profeSSioNal

giuseppe carissimi

La tecnologia per il nu-cleare viene controllata e certificata in ogni sin-golo aspetto. Ecco cosa succede negli Stati uniti e in Francia.

NRC – Nuclear regula-tory commission, è l’au-

torità americana che rispon-de direttamente al presiden-te e al senato. Il suo modello di prevenzione ha fatto scuo-la. Si tratta del “safety goals”, ovvero del rischio associato al nucleare, che deve esse-re 1.000 volte inferiore al ri-schio di morte accidentale e di tumore che corre il norma-le cittadino.

ASN - Autorité de Sûre-té Nucléaire, è l’autorità

che vigila in Francia. Per po-ter operare nel settore, ogni singola azienda subappalta-trice deve possedere una cer-tificazione UTO, Unité Tech-nique Opérationnelle, rila-sciata dall’autorità dopo se-verissimi controlli sulle line-ee produttive.

ASME III e RCC-MSono gli standard di

qualità e sicurezza più cono-sciuti e riconosciuti a livello internazionale. La certifica-zione ASME III è richiesta per tutti i componenti che ven-gono utilizzati negli stabili-menti nucleari di Stati Uniti, Canada e altri 80 paesi. RCC-M, invece, è la metodologia francese per la progettazione e la costruzione di apparec-chiature a pressione per im-pianti nucleari.

Pillole

Standard francesi eamericani

EnErgia nuclEarE · 11uno speciale realizzato da Mediaplanet

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12 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

NewS

SvILuPPO

0TIP/STEP

NewSuno speciale realizzato da MediaplanetTIP/STEP

SvILuPPO

06IDEA

L’introduzione del Nucle-■■are in Italia quali ricadute apporterà all’indotto ita-liano?

In qualità di Presidente della Federprogetti ritengo che il nu-cleare, oltre a essere una grande opportunità per lo sviluppo del sistema energetico nazionale, sa-rà un volano per tutta la fi liera del settore, dall’ingegneria alla com-

ponentistica, a condizione che il sistema delle regole defi nito in sede istituzionale garantisca una pluralità nell’utilizzo delle tecno-logie e quindi una libera concor-renza di tutti i soggetti economi-ci coinvolti.

Quali caratteristiche ■■qualitative necessiterà la supply chain?

Per le imprese della fi liera Fe-derprogetti quella del nucleare sarà una grande opportunità di crescita nella qualità, a partire dal grande tema della sicurezza, secondo gli elevati standard in-ternazionali.

In tutte le fasi del sistema, nel-la gestione, nella fornitura, nella costruzione delle opere civili, tut-ti i soggetti avranno una grande occasione di miglioramento delle proprie competenze, da poter gio-care sia all’interno del program-ma nucleare italiano, sia all’este-ro, nei molti mercati che già adot-tano questa tipologia di impianti.

In che senso il nuclea-■■re potrà rappresentare una reale opportunità di svi-luppo e rilancio economico nell’interesse nazionale?

L’introduzione del nucleare in

Italia – introducendo più fl essibi-lità e stabilità nel sistema ener-getico, contribuirà a mantenere un costo più basso dell’energia e soprattutto in un’ottica di lungo periodo, poiché la vita media di un impianto di questo tipo e’ di 60 anni.

Di questo calo del costo dell’energia benefi cerà tutto il sistema delle imprese e in parti-colare il settore manifatturiero, che potrà essere più competiti-vo a livello internazionale.

Il nucleare sarà inoltre un’occa-sione di valorizzazione dell’espe-rienza dei General Contractor italiani, che negli anni hanno sviluppato all’estero un grande know-how in termini di coordi-namento e gestione di progetti complessi.

Supply chain“il nucleare sarà un volano per tutta la fi liera del settore.”

Fabrizio Di Amatopresidente Federprogetti.

henry borzi

La qualità pagaIdee e produzione di qualità per essere primi.Ma in Italia manca ancora un piano energetico coerente. Ecco il punto di vista di Leo-nardo Bersani, amministra-tore delegato della Bassi Luigi spa.

Come si diventa leader sul mercato?Con una continua politica di idee e investimenti, e senza avere avuto aiuti o contributi. Oggi la nostra produzione è arrivata alla terza generazione e la messa a punto del WP92, il nuovo acciaio “supercritico”, è il nostro fi ore all’occhiello. Il made in Italy quindi fun-ziona?In questa momento l’eccellenza italiana ha indubbiamente suc-cesso. Ma parliamo di un mer-cato molto dinamico e quello che vale oggi potrebbe non valere tra pochissimo tempo. Bisogna sempre investire e stare al passo con le evoluzioni del mercato. La vostra attività, dove si concentra?Operiamo in 98 siti nel mondo, ma quando si parla di nucleare, la lista dei committenti diventa molto ristretta. Siamo natu-ralmente presenti nel nuovo megaprogetto di Flamanville in Francia e oggi la nostra lead-ership è riconosciuta anche in Cina. Stiamo infatti fornendo i nostrri manufatti a ben 12 cen-trali di nuova costruzione sul territorio cinese. Sul nucleare in Italia, cosa pensa?Sicuramente il fatto è posi-tivo, anche se abbiamo perso troppo tempo. Ma è altrettanto vero che bisogna attuare un piano energetico serio.Che deve prendere in conside-razione ogni aspetto della pro-duzione di energia. Mi dispiace dover dire che, mentre si parla di nucleare tra almeno dieci anni, ci sono già pronte due centrali a carbone sul nostro territorio e non sono state an-cora attivate.

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EnErgia nuclEarE · 13uno speciale realizzato da Mediaplanet

a possibilità di raggiungere l’indipendenza dagli idrocar-buri come fonte di energia e di

ridurre le emissioni di CO2 sta rilan-ciando in tutto il mondo i settori in-dustriali a maggior valore aggiunto ed input tecnologico, ed in partico-lare il nucleare. Entro il 2020, solo in Cina sono previsti 49 nuovi reattori nucleari e molti altri sono in fase di realizzazione nel resto del mondo.Prysmian, gruppo leader mondia-le nel settore dei cavi e sistemi per l’energia e per le telecomunicazio-ni, può vantare un’esperienza unica nel settore del nucleare in termini di progettazione, produzione e for-nitura, maturata grazie al ruolo pri-mario svolto nei diversi programmi nucleari nazionali a partire dagli anni ’60 e alla sua partecipazione ai gruppi di lavoro di definizione degli standard di costruzione e di sicurez-za dei cavi.

Oggi l’intera gamma prodotti di Prysmian è omologata dall’ EDF Nu-clear Certification Board e da Areva e copre il 100% della domanda di cavi nucleari,quali i K3, K2, K1, nel ri-spetto delle vigenti norme interna-zionali di sicurezza, e i cavi speciali rispondenti a richieste specifiche.Il processo di globalizzazione intra-preso da Prysmian, a partire dalla realizzazione delle centrali nuclea-ri su territorio italiano, dall’utilizzo rilevante di cavi di sua produzione per il reattore di Flamaville in Fran-cia e per il reattore Oilkiluoto in Fin-landia, ha portato alla fornitura per 12 reattori in Cina, nell’area di Ho-gyanhe, nella provincia di Ningde e nell’area di Yangjian. Le forniture hanno già avuto inizio e si prevede si concluderanno nel 2015. Questi contratti rivestono un’importanza strategica particolare perchè coin-volgono cavi disegnati e prodotti utilizzando la tecnologia di proprie-tà di Prysmian, sviluppata nel corso degli ultimi due decenni grazie alla collaborazione con i principali pro-gettisti di centrali elettriche nucle-ari al mondo.Prysmian, sul nostro territorio con 7 stabilimenti e con il suo principale centro di ricerca, intende supporta-re attivamente il ritorno italiano al nucleare.

Cavi high tech Prysmian per il nucleare

L

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14 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

parola aGli eSpertiMario Lazzaridirettore Commerciale d’appolonia

Siting e analisi strutturali delle centra-li nucleari, sono queste alcune delle applica-zioni dell’Ingegneria per il nucleare. Sono anche le specializzazioni della società D’Ap-polonia. Dal 1956, anno della sua fondazio-ne, non ha mai interrotto le proprie attività nel settore ed ha partecipato, anche recente-mente, a numerosi progetti internazionali di costruzione di centrali nucleari, riuscen-do pertanto a mantenere all’interno della propria struttura tecnica tutto il know-how e le competenze necessarie per supportare la ripresa del nucleare italiano.

Le aziende produttici di pompe for-niscono prodotti differenziati in funzio-ne delle diverse aree dell’impianto nuclea-re. Nel nostro caso, il Gruppo Aturia realiz-za pompe per i circuiti ausiliari del reatto-re nucleare, garantendo un servizio manu-tenzione e ricambistica in una logica di vita dell’impianto estesa oggi a 60 anni.Negli ultimi anni abbiamo investito signi-ficativamente nella progettazione di “nuo-ve pompe nucleari” al fine di soddisfare i re-quisiti imposti dalla tecnologia di 3^ gene-razione (alta affidabilità anche in condizio-ni estreme).

L’impiego di valvole è sostanziale. La nostra società da molti anni è produttrice di valvole di intercettazione e regolazione per fluidi, vapore e gas. Le esperienze ac-quisite in 35 anni di attività, con impor-tanti forniture in Italia e all’estero (non ultimo l’impianto nucleare in Romania di Cernavoda), ci hanno indotto a decide-re, visto le potenziali opportunità di lavo-ro, di affrontare il percorso di qualifica-zione per proporsi come potenziali forni-tori di valvole e sistemi di attuazione per i nuovi progetti EPR che saranno realiz-zati da ENEL / EDF.

Per le industrie produttrici di valvolel’opportunità di qualificarsi per le nuove realizzazioni potrà essere una ulteriore oc-casione di ricrescita qualitativa nella pro-duzione di valvole altamente performan-ti. Certamente, se il nucleare in Italia, cau-sa retromarce politiche non dovesse proce-dere secondo i piani presentati durante il” Supply chain Meeting” visto i costi che le industrie interessate andranno a sostene-re per l’ottenimento delle qualifiche, sarà una forte penalità per molte aziende.

La richiesta rivolta ai costruttori di pom-pe da parte del mondo nucleare e delle so-cietà di ingegneria, quali AREVA e WESTIN-GHOUSE, è il miglioramento dell’affidabili-tà dei prodotti, non solo nelle normali con-dizioni operative, ma anche in presenza di eventi sismici e accidentali. Il nostro con-tributo alla “Sicurezza Nucleare” passa at-traverso lo sviluppo di pompe canned che assicurano perdita nulla di liquido in qua-lunque condizione operativa.

Per l’ingegneria italiana prevediamo che la rinascita del nucleare aprirà impor-tanti prospettive. Vale per la nostra socie-tà, così come per i settori della progettazio-ne civile ed impiantistica, della protezione dell’ambiente, dell’affidabilità e sicurez-za in generale. L’importante è continuare negli anni ad investire in ricerca e svilup-po, nella formazione del personale, conso-lidando partnership internazionali nel set-tore del nucleare per poter essere pronti al-le prossime sfide.

Domanda 1:Come il vostro settore industriale partecipa alla supply chain del nucleare?

Domanda 2:Quali novità prevedete per il futuro?

Roberto Rovetaitalvalv s.n.c.

Marino Puglieseamministratore delegato Gruppo aturia S.p.a.

Le fusioni in acciaio sono utilizzate ampiamente nella realizzazione di impian-ti per la produzione di energia nucleare. è proprio in questo contesto che si situa la grande esperienza del Gruppo SAFAS, ini-ziata negli anni ’70: a partire dalla produ-zione di componenti impiegati nei circui-ti secondari delle centrali Europee da 900 e 1300 MW fino alla produzione di Giranti e Diffusori Pompa e corpi di raffreddamen-to per i circuiti primari della maggior parte delle centrali Francesi, Tedesche, Coreane e di altre con siti in India, Slovenia, Sud Afri-ca e Brasile.

La robotica è in grado di partecipare al supply chain fornendo soluzioni per il con-trollo di processo, la manutenzione robo-tizzata e remota, i sistemi autonomi e di monitoraggio ambientale. In ambito na-zionale, il settore di riferimento è, chiara-mente, quello del decommissioning, dove l’intervento remotizzato e il monitoraggio ambientale sono attività rilevanti. Il Polo della Robotica di Genova, in questo senso, raccoglie esperienze e know how in grado di rispondere a esigenze specifiche del set-tore nucleare.

Il monitoraggio delle radiazioni è un ambito che tocca il tema della sicu-rezza. Esistono software che consento-no di rilevare, identificare e comunicare i dati relativi a radiazioni, fornendo infor-mazioni indispensabili ed in tempo reale per la protezione della popolazione e del-le infrastrutture critiche. La NBCSystem opera in questo contesto fornendo inoltre Kit di protezione individuali e collettivi, strumenti di rilevamento ed identifica-zione fissi e mobili, sistemi di decontami-nazione radiologica.

Con l’aumento dell’utilizzazione dell’energia nucleare, aumenta la domanda di sicurezza. In questo ambito, la gestione ed il controllo del territorio da parte di ammi-nistrazioni pubbliche e di grandi realtà in-dustriali, comporteranno l’acquisizione di strumenti che consentano la reale soddisfa-zione a questo compito, ed è in questa realtà che anche i nostri sistemi troveranno le ap-plicazioni per le quali sono stati sviluppati.

Il Polo della Robotica ha recentemente avviato una collaborazione scientifica con ENEA Brasimone e con il Dipartimento di Ingegneria Nucleare dell’Università di Pa-lermo per la qualifica di componenti ro-botici resistenti alle radiazioni (rad-hard). Il polo, inoltre, si è candidato a partecipa-re alla realizzazione del progetto ITER, so-no di prossima pubbicazione le gare per la fornitura dei sistemi robotici, e IFMIF, per supportare ENEA Brasimone nello svilup-po dei sistemi di intervento remoto sul tar-get assembly, cuore dell’esperimento.

Il crescente fabbisogno mondiale di energia elettrica unitamente alla confer-ma dell’assoluta garanzia degli impianti Nucleari di 2a e 3a generazione spinge a im-plementare sempre più le performance. Oltre a poter fornire supporto nella realiz-zazione delle nuove centrali Nucleari Ita-liane, ci rivolgiamo anche a coloro che nel mondo necessitano di particolari in accia-io fuso altamente qualitativi e garantiti nel rispetto delle più severe normative inter-nazionali. Siamo inoltre convinti che il ns. know-how possa servire di sicuro supporto per le nuove centrali.

Domanda 1:Come il vostro settore industriale partecipa alla supply chain del nucleare?

Domanda 2:Quali novità prevedete per il futuro?

Riccardo Ambrosidirettore Commerciale Safas

Pietro CanepaConsigliere delegatoPolo robotica

Giorgio Cinquantinititolare nBCSystem

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l nuovo piano energetico nazionale, orienta-to alla realizzazione di Centrali Nucleari, trova nella TMP SpA Termomeccanica Pompe un candidato qualificato ed affidabile per la for-

nitura di pompe centrifughe nei vari servizi che tali impianti richiedono.

La Termomeccanica Pompe, azienda 100% italia-na, da molti decenni è infatti leader riconosciuta, in Italia e nel mondo, nella progettazione e pro-duzione di pompe centrifughe di medie e grandi dimensioni, per molteplici applicazioni industriali, che coprono il mercato della produzione di ener-gia, quello della dissalazione dell’acqua di mare, il mercato petrolchimico e quello dei grandi impianti per l’irrigazione ed il trasporto dell’acqua.

Nel settore della produzione di energia, l’azienda vanta un estesa gamma di prodotti installati su centinaia di centrali termiche a combustibili fossili e ciclo vapore tradizionale, centrali a ciclo combi-nato con turbina a vapore e turbina a gas, centrali geotermiche che sfruttano l’alta temperatura del vapore presente negli strati profondi della crosta terrestre. Per le esigenze dei mercati principali sui quali l’azienda opera, le pompe fornite sono nor-malmente di considerevole potenza e vengono progettate di volta in volta in accordo alle specifi-che richieste dai vari clienti.

Questa particolarità ha consentito alla Termomec-canica Pompe di mettere a punto metodi e criteri di progettazione molteplici, ed un processo produtti-vo estremamente flessibile che si completa sempre con le prove funzionali delle macchine, prove che vengono effettuate nel Centro Prove dell’azienda,

dotato di postazioni per portate fino 60.000 m3/h, potenze fino a 12.000 kW, e temperature massime di 200°C.

Il successo della Termomeccanica Pompe nel mer-cato dell’energia deriva anche in misura sostanzia-le dall’esperienza che l’azienda ha maturato negli anni 70-80 quando l’azienda, appunto, ha avuto un ruolo primario nella fornitura di unità di pompag-gio per centrali Nucleari Italiane quali l’impianto prototipo di Latina (reattore GCR Magnox) , quello del Garigliano (reattore BWR), e la centrale di Alto Lazio (reattori BWR DA 982 Mw). Per quest’ultimo impianto la Termomeccanica ha fornito, oltre a tut-te le pompe per i servizi principali del ciclo secon-dario anche le High Pressure Core Spray Pumps, le pompe di emergenza per lo spegnimento del reat-tore in caso di guasto accidentale.

Sempre in quegli anni la Termomeccanica Pompe si è rivolta anche all’estero fornendo un numero ri-levante di pompe negli impianti di Arricchimento Uranio di Crey Malville e Tricastin in Francia nonché molte delle pompe o sistemi principali delle centra-li Termonucleari di Cordoba e Atucha in Argentina e Cernavoda in Romania.

Questi progetti hanno consentito all’azienda di consolidare a tutti i livelli una cultura di alta spe-cializzazione e professionalità, e implementare un Programma di Garanzia di Qualità che ha permesso all’epoca di acquisire la qualifica “N- Stamp”.

Lo stop italiano al nucleare ed il rallentamento in genere della costruzione di impianti di questo tipo nel mondo, ha costretto l’azienda a rivedere il pro-

prio portafoglio prodotti, ma la cultura di quegli anni è rimasta nel DNA aziendale, mentre il Siste-ma di Garanzia di Qualità si è andato mano a mano evolvendo e migliorando adeguandosi alle norma-tive internazionali più recenti.

L’azienda non ha tuttavia rinunciato a mantenere una particolare attenzione al mercato delle centrali Nucleari, ed ha cercato all’estero, nei paesi in via di sviluppo, di creare accordi locali di co-manufactu-ring che permettessero al partner locale di acquisi-re parte del know how necessario.

È in quest’ottica che negli ultimi anni, grazie ad uno di questo accordi, sono state fornite dalla Termo-meccanica Pompe grandi pompe centrifughe per il raffreddamento del condensatore delle centrali nucleari indiane di Tarapur (2x 540 MW ) e Bhavini (2x 660 MW) commissionate dalla NPCIL che è l’au-torità indiana per l’energia nucleare.

È pertanto un dato incontestabile che la Termo-meccanica Pompe possiede tutti i requisiti per can-didarsi sin da oggi ad un ruolo di protagonista nella filiera italiana dei fornitori dei macchinari principali per applicazione negli impianti nucleari previsti dal nuovo piano energetico nazionale.

In tal senso l’azienda ha già dato avvio alle procedu-re di qualificazione con ENEL/EDF (tecnologia EPR) e con Ansaldo / Westinghouse (tecnologia AP1000) al fine anche di un adeguamento del prodotto alle specificità delle due tecnologie, nella certezza che l’esperienza accumulata consentirà facilmente alla Termomeccanica Pompe di posizionarsi in questo mercato su un livello di eccellenza.

Heavy Duty Boiler Feed Water for Nuclear Applications Condensate Cooling Water Pumpfor Nuclear Applications

I

TM.P. SPA – Termomeccanica PompeVia del Molo, 319126 La Spezia – ItalyTel. +39 0187- 5521Fax +39 0187- 552506www.termomeccanica.come-mail: [email protected]

TM.P. Termomeccanica Service Sud SrlVia dei Maestri Artigiani (S/N)74016 Massafra (TA) – ItalyTel. +39 099 885 7360Fax +39 099 880 4435e-mail: [email protected]

S. C. TM.P. Termomeccanica Romania SrlSector 2, str. Vasile Lascar nr 18Etaj 3, Ap.19 - 020501 Bucharest – RomaniaTel. +40 21 3117087Fax +40 21 3117088e-mail: [email protected]

Termomeccanica Saudia Co. Ltd.P.O. BOX 4430 – Riyadh 11491Kingdom of Saudi ArabiaTel. +966 1 4653510Fax. +966 1 4624486e-mail: [email protected]

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16 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

Entriamo nel dettaglio tec-nico del tema rifiuti con l’Ing. Carlo Zanelli.

In cosa consiste la mes-■■sa in sicurezza dei rifiuti ad alta radioattività? Le strategie adottate sono volte a stoccare i rifi uti radioattivi in si-ti protetti. I rifi uti liquidi, in par-ticolare, spesso necessitano di essere resi inerti mediante il me-scolamento con del calcestruzzo. Spetta alle autorità competen-ti, mediante analisi approfondi-te sul territorio, l’individuazione dei siti più idonei e sicuri atti ad alloggiare questi materiali.

Come avviene la trasmu-■■tazione dei rifiuti e qual’è la sua finalità?La trasmutazione è la trasforma-zione di un elemento chimico in un altro attraverso una reazione nucleare. Tale processo consiste quindi nel trattare i rifi uti nucle-ari trasformandoli ad esempio da rifi uti liquidi, diffi cili da contenere e con elevati gradi di acidità, in ri-fi uti solidi addizionati con del ma-

teriale (vetro, calcestruzzo) che ne permette un più facile trattamen-to e ne può ridurre il volume.

Come può essere recupe-■■rato il combustibile esaurito per essere riutilizzato? Si chiama riprocessamento ed è quella tecnologia che permette di utilizzare il combustibile esaurito di una centrale nucleare per recu-perare materiale fi ssile utile a for-nire combustibile nuovo per at-tuali e future centrali nucleari. Ta-le procedura, sotto lo stretto con-trollo dell’IAEA e in ottemperan-za ai trattati di non proliferazione nucleare, può essere eff ettuata so-lo in alcuni paesi che dispongono di idonei impianti di riprocessa-mento quali Gran Bretagna, Fran-cia, Russia, India (gli Usa hanno deciso di non ritrattare il combu-stibile esausto).

Come poter maneggiare ■■e analizzare in totale sicu-rezza questi materiali pe-ricolosi? Per il trattamento e l’analisi dei materiali pericolosi è necessario poter disporre di idonee apparec-chiature atte a migliorare e garan-tire la sicurezza degli operatori.Ad esempio, i rifi uti liquidi stoc-cati nei siti di Saluggia (VC) e in Basilicata, provenienti da reatto-ri di ricerca smantellati da ora-mai un ventennio, necessitano di essere gestiti mediante pro-cessamento e inertizzazione. Ta-li operazioni richiedono, pertan-to, l’utilizzo di apposite appa-recchiature che assicurino sia la protezione Alfa (garantita da una box interna a tenuta d’aria realizzata in acciaio) sia la prote-zione Gamma (garantita da una schermatura esterna in piom-bo) che permettano la campio-natura dei liquidi mediante aspi-razione e analisi approfondite in totale sicurezza per gli operatori e i tecnici.

Ing. CarloZanellipresidente eFondatorecomecer.

henry borzihenry borzi

Scorie e rifi uti

Sogin è l’operatore nazio-nale incaricato dallo Stato per la gestione del combu-stibile esaurito e le attivi-tà di smantellamento del-le centrali nucleari non più produttive.

Quali scorie produce una ■■centrale nucleare? è necessario distinguere tra “sco-rie nucleari” e “rifi uti radioattivi”. Con il termine “scorie” si intende propriamente il residuo derivante dal riprocessamento del combusti-bile ovvero dal processo che con-sente di dissolvere chimicamen-te il combustibile per recuperare il materiale riutilizzabile (Uranio e Plutonio). Con il termine “rifi u-to radioattivo” si intende materia-le di varia natura che, in superfi cie o al suo interno, contiene, in misu-ra più o meno rilevante, radioatti-vità. A loro volta i rifi uti radioatti-vi si distinguono in rifi uti a bassa, media o alta attività a seconda del-la quantità e della tipologia di ra-dioattività presente.

Si parla tanto di deposito ■■nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti. Di cosa si tratta?è un deposito destinato a smaltire in forma defi nitiva i rifi uti a bassa e media attività. Sarà una struttu-ra superfi ciale o sub-superfi ciale

che consenta di “isolare” il mate-riale radioattivo dall’ambiente cir-costante. Tale “isolamento” assicu-ra il confi namento della radioatti-vità per un tempo suffi ciente a ga-rantire il decadimento spontaneo della radioattività.Sullo stesso sito dovrà essere poi realizzata una struttura per lo stoc-caggio di lunga durata dei rifi uti radioattivi ad alta attività - inclu-se le scorie derivanti dal riproces-samento. L’obiettivo è di realizza-re un Parco Tecnologico destinato ad ospitare, oltre al deposito vero e proprio, laboratori di ricerca e spe-rimentazione, attività di formazio-ne, strutture per il trattamento e il condizionamento dei rifi uti, dan-do vita ad un centro di eccellenza e ad un polo di ricerca importante per il Paese e per il territorio che lo ospita. Il processo di localizzazione del sito e di autorizzazione e realiz-zazione della struttura, sarà condi-viso e vedrà la partecipazione delle diverse realtà territoriali coinvolte.

In cosa consiste lo ■■smantellamento di una centrale nucleare? Si chiama decommissioning ed è l’ultima fase di vita di un impian-to nucleare. Con questo termine si riassumono le attività di smantel-lamento, decontaminazione, mes-sa in sicurezza e gestione dei rifi u-ti, incluso il loro condizionamento (processo destinato a immobiliz-zare, all’interno del rifi uto, la com-ponente radioattiva). Si conclude quando nell’impianto non vi sono più vincoli radiologici.

Luigi Brusaresponsabile ingegneriasogin s.p.a.

NewS

RIFIuTI uTILI

uno speciale realizzato da Mediaplanet

RIFIuTI uTILI

7IDEA

la messa in sicurezza e la trasmutazione

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EnErgia nuclEarE · 17uno speciale realizzato da Mediaplanet

il trasporto di materie nucleari

L’esercizio del traspor-■■to di materie nucleari è molto rigoroso e discipli-nato sia a livello interna-zionale (ADR-RID-IMO- ICAO) che nazionale (Leg-gi e Circolari) .

Per poter trasportare in Italia materie nucleari il Vettore deve essere autorizzato con apposi-to Decreto Interministeriale ri-lasciato dal Ministero delle At-tività Produttive controfirmato dal Ministero dei trasporti senti-to i pareri dell’I.S.P.R.A. e del Mi-nistero dell’Interno. Il Decreto è a soglia può, cioè, autorizzare il Vettore a trasportare solo alcune materie radioattive e non altre.

La Mitnucleare, che rappre-senta in Italia tutti i grandi grup-pi che si occupano dei trasporti di combustibile, è il Vettore Au-torizzato nazionale che negli ul-timi venti anni si sia occupato di tutti i trasporti delle materie nucleari da e per i vari Esercenti Nucleari (Sogin, CCR, ENEA).

Nel nostro Paese i Vettori Au-torizzati a soglia sono parecchie decine, nella maggior parte con-centrate nell’attività di traspor-to dei radiofarmaci destinati agli ospedali dotati di medicina nucleare e nei controlli non di-struttivi.

Federica sacchi

Monitoraree gestire laradioattività

Dai processi industriali ■■alle tecnologie che salva-no la vita. La radioattivi-tò esiste e non deve spa-ventare. Ne parliamo con un’azienda specializzata.

Il territorio campano è 5 vol-te più radioattivo di quello lom-bardo. San Pietro 10 volte più di una piazza di provincia. Anche se le centrali nucleari sono sta-te dismesse, la radioattività esi-ste nel nostro paese. è naturale, è generata da fonti diverse, è par-te del nostro quotidiano. è fonda-mentale quando ci salva la vita. Il problema, tutto italiano, è che l’addio al nucleare si è tradotto in vuoti legislativi, in mancanza di siti idonei per la gestione dei ri-fiuti radioattivi. In poche parole si è persa la cultura dell’atomo e i problemi sono rimasti.

Controllare le radiazioni■■La radioattività va sicuramen-

te monitorata e controllata, e le soluzioni non mancano. Esisto-no infatti aziende, come L’ACN di Cerro Maggiore (Mi), specia-lizzate nella produzione di mac-chinari utili a questo scopo. Si utilizzano nel settore ecologico per controllare discariche o ter-movalorizzatori. Nella sanità, do-ve l’utilizzo degli isotopi Tc-99m e I-131 sono la norma e si deve evitare la contaminazione degli ambienti e delle persone. E poi nell’industria, compresa quella alimentare. Insomma, il nuclera-re c’è già.

giuseppe carissimi

NewS

Stefano MontiPresidente di SIET S.p.A. e Responsabile ENEA della definizione dei pro-grammi R&S sul nucleare da fissione

Esperienze nel nucleare delle società del GRUPPO S.R.S.Le società del Gruppo S.R.S. lavorano fin dal 1976 in ricerca, sviluppo e realizzazione impian-tistica nucleare. L’espe-rienza di alcuni senior del gruppo risale all’inizio del Programma Nucleare Italiano (anni ‘60).Prime attività sono state progetto, messa in ope-ra e collaudo di Impianti Nucleari di Potenza ita-liani con ENEL. Il Gruppo S.R.S. ha partecipato al progetto della centrale nucleare BWR di Alto Lazio con ENEL ed al pro-getto dell’impianto PEC.Il Gruppo S.R.S. ha colla-borato allo sviluppo di reattori a fusione (FTU, NET, IGNITOR, JET, ITER) e di bruciatori di attinidi,

con ENEA e con Fusion For Energy. Con ENEL ed ENEA, ha lavorato al Progetto Unificato di im-pianto Nucleare realizza-zione interrotta con Re-ferendum dell’87. Negli anni ‘90 il Gruppo S.R.S. ha lavorato nella ricerca, nello sviluppo e nella progettazione di sistemi per impianti nucleari di potenza di nuova gene-razione, con alto grado di sicurezza “intrinseca” e passiva. Con l’Univer-sità di Roma “Sapienza” (DINCE) ha sviluppato l’impianto PWR innova-tivo basato su sistemi di sicurezza passivi (MARS). In tempi recenti sono stati realizzati impianti sperimentali per lo svi-

luppo della tecnologia dei metalli liquidi presso l’ENEA (impianto TRIEX, per la estrazione di Trizio da metalli liquidi e im-pianto EBBTF, vedi foto n. 2, per test su rilascio di metalli liquidi, nello sviluppo di reattori a fu-sione e di reattori nucle-ari a piombo). Dagli anni ‘90, i progetti e le attività operative hanno riguar-dato principalmente il decommissioning delle centrali nucleari italiane e delle installazioni del ciclo del combustibile; le attività svolte hanno riguardato tutte le fasi del progetto, incluse modifiche agli impianti esistenti per l’effettiva partenza del decommis-sioning, iter autorizzativi al decommissioning, co-struzione di depositi per rifiuti radioattivi.Nel 2005 è stato com-missionato da Areva lo sviluppo di una catena di codici di calcolo per il progetto speditivo dei noccioli dei futuri reat-tori. Importanti attività sono state svolte nella robotica industriale, in particolare nel settore dei macchinari innovati-

vi operanti in ambiente radioattivo (per reattori a fusione). Realizzati robot che hanno operato nel reattore a fusione FTU (ENEA), nell’impianto Dphne (INFN), oltre ad un prototipo di robot per lo smantellamento della centrale di Latina.Il Gruppo S.R.S. ha in es-sere una collaborazione con Ansaldo Nucleare; in passato su un progetto per il trattamento di rifiu-ti nucleari solidi previsto in Andreeva Bay nell’am-bito del Global Partner-ship (G8), mentre attual-mente allo sviluppo del progetto dell’impianto nucleare AP1000.La S.R.S. Servizi di Ricer-che e Sviluppo (foto n. 2) ha partecipato al pro-gramma comunitario Vella ed è partner nei nuovi programmi co-munitari per lo sviluppo di reattori di IV gen. (a piombo – “LEADER” e a gas – “GoFastR”).Può contare su una for-za lavoro di 100 tecnici (dottori di ricerca ed ingegneri), distribuita su 5 sedi (Torino, Roma, Maranello, Pomigliano d’Arco, Colleferro).

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18 · EnErgia nuclEarE uno speciale realizzato da Mediaplanet

Su quali finanziamenti po-■■tete contare?Provengono da società estere, aziende italiane e dall’Unione Eu-ropea. La percentuale dei fondi va-ria in base ai progetti che propo-niamo. Le nostre università sono d’eccellenza, i nostri programmi competitivi e partecipiamo spes-so a cordate internazionali.

Qual è la risposta degli ■■studenti?C’è stata negli scorsi anni una in-

dubbia diminuzione degli iscrit-ti. Nell’88 avevamo 300 laureati in Ingegneria Nucleare, mentre nel 2005 si è scesi a 100. Però negli ul-timi due anni la prospettiva di un ritorno al nucleare ha innalzato le iscrizioni.

E quella delle aziende?■■Tutto il settore è in crescita e l’università deve saper risponde-re in fretta. Ansaldo, Mangiarot-ti ed Enel, per fare alcuni esempi, oggi arrivano ad assumere anche 50 ingegneri all’anno.

Cosa manca ancora ■■all’università italiana?Mancano fondi, perché la ricerca, nel campo ingegneristico, ha biso-gno di impianti, di acciaio, di mac-chinari assai costosi. E manca un ricambio generazionale. Ci voglio-no più giovani, gli unici in grado di proiettare l’università nel futuro.

Quali iniziative recenti?■■Abbiamo istituito un Master in Science and Nuclear Enginee-ring. Per accedervi, bisogna aver conseguito la laurea e aver som-mato un certo numero di crediti internazionali.

Perché gli studenti oggi ■■

si avvicinano al nucleare?Se ieri era il fascino della novità, oggi si mischiano diversi fattori, insieme alla possibilità di un la-voro certo e stimolante.

I nostri laureati sono infatti con-tesi dal mercato. Anzi, sta succe-dendo che diverse aziende abbia-no assunto nostri studenti anco-ra prima di discutere la tesi.

Perché ancora si teme il ■■

nucleare?Studi che dimostrano che le ra-diazioni naturali, o generate da altre fonti, sono superiori a quel-le nucleari hanno dato una spin-ta al nostro settore, ma non basta. Partiamo svantaggiati. Ci siamo fermati e questo gap è diventato culturale. Se la gente avesse visto in questi anni delle centrali fun-zionare, e bene, non avrebbe così tanti pregiudizi. L’80% dell’ener-gia francese è nucleare, in Spa-gna si stanno facendo la guerra per avere depositi di scorie nu-cleari, perché sicuri ed economi-camente vantaggiosi. Allora ce da chiedersi: sono loro gli stupidi?

Giuseppe Forasassipresidentedel cirten.

Bruno Panellaresponsabile enen per l’italia.

A vele spiegate verso il futuro dell'energia.I nostri punti di forza: risorse umane qualificate per progettare e costruire un futuro più pulito.

Il nostro obiettivo: giovani talenti per la nuova generazione di energia.

www.ansaldonucleare.it

Towards a better world.

1/2 Pagina Efficienza Nucleare:efficienza nucleare 05/02/10 15:37 Pagina 1

NewS

FORMAZIONE

uno speciale realizzato da Mediaplanet

FORMAZIONE

8IDEA

Università di eccellenza

giuseppe carissimi giuseppe carissimi

Domanda:■■ il cirten è il consorzio interuniversitario per la ricerca tecnologica nu-cleare. Qual è la sua storia?

Risposta:■■ È nato nel 1994 per coordinare le attività di docenza e ricerca, e l’acces-so ai fi nanziamenti internazio-nali. se oggi si riapre la pro-spettiva del nucleare, grazie anche al cirten l’italia è pron-ta, anzi all’avanguardia.

Domanda:■■ l’enen è un’as-sociazione che abbraccia l’in-tero orizzonte universitario europeo in tema di nucleare. Qual’è la vostra prospettiva?

Risposta:■■ pensiamo che si debba favorire lo scam-bio di docenti e studenti tra università europee. in enen l’università italiana è presen-te attraverso un’unica voce, il cirten.“le nostre

università sono d’ec-cellenza, i nostri programmi competitivi e parteci-piamo spessoa cordate internazio-nali”

“i nostri lau-reati sono contesi dal mercato. diverse aziende hanno addirittura assunto studenti an-cora prima di discuterela tesi”

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Gli obiettivi■■Le Facoltà di Ingegneria dell’Uni-versità di Genova e l’Istituto Nazio-nale di Fisica Nucleare (INFN) stan-no realizzando, grazie al supporto di Ansaldo Nucleare, un rilancio dell’attività legata sia alla forma-zione didattica che alla ricerca nel settore nucleare. Il polo universita-rio genovese ha infatti intenzione di lanciare una Laurea magistrale nel settore nucleare interfacoltà.

Le attività in corso■■Attualmente presso il nostro Ate-

neo è in corso un Master in scien-ze e tecnologie nucleari realizzato in collaborazione con Ansaldo Nu-cleare, INFN,un comparto di azien-de genovesi e il RINA. Quest’ultimo è firmatario di un importante con-tratto di collaborazione con Ansal-do Nucleare per la fornitura esclu-siva di servizi di quality assurance, quality control, ispezioni e collau-di per lo sviluppo di impianti nu-cleari sia nel territorio nazionale che estero. Nel campo della Quali-tà per gli impianti nucleari il RINA ha saputo mantenere e sviluppare nel corso degli anni una significa-tiva esperienza e professionalità, necessario supporto alle Imprese nel processo di qualifica per il pro-gramma nucleare Italia.

Come si articola questo ■■Master?Il Master prevede tre indirizzi di specializzazione: Fluid Dynamics & Non-linear Systems, per formare

Progettisti di processo, Specialisti di termo-fluidodinamica ed Esper-ti in Safety & reliability analysis; Reactor Core & Radiation Protec-tion, per Esperti in Decommissio-ning, Core design e Radiation pro-tection; Structural Mechanics, che forma strutturisti di componenti speciali ed esperti in Lay-out e Pi-ping.

Le strategie adottate■■Abbiamo attivato una rete di col-laborazioni con Università di pae-

si in cui la ricerca nucleare non ha mai subito arresti. In particolare con l’Università di Pitesti in Roma-nia, con la quale abbiamo stipulato una convenzione quadro realizzata anche grazie alla preesistente col-laborazione di Ansaldo Nucleare che sta lavorando alla realizzazio-ne della centrale di Cernavoda. Pre-vediamo inoltre di avviare ulterio-ri collaborazioni con il Centro di Ri-cerca Europeo sul nucleare a Karl-sruhe. In definitiva l’obbiettivo che ci prefiggiamo è quello di rendere ancora più internazionale e qualifi-cato il corpo docente e di ricerca de-dicato al nucleare, in sintonia con l’internazionalizzazione già com-piuta dalle aziende locali attive nel settore. In questo modo vogliamo contribuire a far tornare Genova il polo italiano d’eccellenza nel set-tore industriale dell’energia, ed in particolare dell’energia nucleare.

PAOLA GIRDINIOPreside della Facoltàdi Ingegneria,università di Genova.

Domanda:■■ Quali mete si pone l’università di genova?

Risposta:■■ creare un po-lo di eccellenza per l’ener-gia nucleare e formare figure con competenze tecniche nel campo della tecnologia, della progettazione, della qualità e della sicurezza degli impianti nucleari.

profeSSioNal

Sinergie tra formazione e impresa

henry borzi

Novità alPolitecnicodi Milano

Nasce il nuovo Master “Nu-■■cleare per professional” pro-mosso da Animp (Associazio-ne Nazionale di Impiantisti-ca Industriale). Il Master, ri-volto ai dipendenti/quadri aziendali di estrazione in-gegneristica non-nucleare, prevede lo sviluppo di cono-scenze di base sul nucleare e sulle specificità del setto-re (engineering, manufactu-ring, construction). Avrà una durata tra i 12 e i 18 mesi con impegno part-time. L’avvio è previsto dopo l’estate del 2010 e la sede della 1a edizione sarà a Milano, presso il Consorzio MIP (Politecnico di Milano).

Pillole

EnErgia nuclEarE · 19uno speciale realizzato da Mediaplanet

henry borzi

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