No 4./Giugno 2010 LA SALUTE DEL BAMBINO 5doc.mediaplanet.com/all_projects/5196.pdf · No 4./Giugno...

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IL SUO BENESSERE A 360° LA SALUTE DEL BAMBINO Consigli utili e suggerimenti pratici per il futuro della nostra società. Anafilassi provocata da vari fattori può essere curata efficacemente La pelle del neonato i rimedi per contrastare la dermatite da pannolino Stili di vita crescere sani grazie a una corretta alimentazione e all’attività fisica Medicina rigenerativa l’importanza delle cel- lule staminali del cordone ombelicale PER ALLEVARE AL MEGLIO TUO FIGLIO 5 IDEE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET No 4./Giugno 2010 QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

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IL SUO BENESSERE A 360°

LA SALUTE DEL BAMBINO

Consigli utili e suggerimenti pratici per il futuro della nostra società.

Anafi lassiprovocata da vari fattori può essere curata effi cacemente

La pelle del neonatoi rimedi per contrastare la dermatite da pannolino

Stili di vitacrescere sani grazie a una corretta alimentazione e all’attività fi sica

Medicina rigenerativa l’importanza delle cel-lule staminali del cordone ombelicale

PER ALLEVARE AL MEGLIO TUO FIGLIO

DEL BAMBINO5

IDEE

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

No 4./Giugno 2010

QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

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2 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET LA SALUTE DEL BAMBINO · 3UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

messo di debellare (almeno per il momento) alcune gravissime malattie e ci consentono di pro-teggere il nostro bambino e an-che tutti quelli che sono a con-tatto con lui.

L’ambiente idealeDobbiamo poi stare molto attenti all’ambiente in cui

crescono i nostri fi gli, se voglia-mo prevenire i disturbi più co-muni. Specialmente nelle aree metropolitane, infatti, sono in aumento le allergie, e le patolo-gie più frequenti fra i bambini sono l’asma e l’obesità. È impor-tante quindi che siano protetti dal fumo passivo e dall’esposi-zione all’inquinamento, che vi-vano in spazi puliti e non umidi. Così come sono importantissi-mi la loro alimentazione e il loro stile di vita: a questo proposito il nostro Ministero, in collabora-zione con il Ministero dell’Istru-zione, ha studiato la campagna “Forchetta e Scarpetta” per inse-gnare ai bambini quanto è bello mangiare sano e fare movimen-to, per poter essere bambini (e futuri adulti) in salute.

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EDITORIALE

I bambini sono il futuro della nostra società

I bambini in salute, si dice, diverranno più facilmente adulti in salute. Ed è vero: prendersi cura del benessere dei più piccoli signifi ca aiutarli a crescere meglio e investire sul nostro futuro.

Prima di tutto co-me donna e co-me madre, so che è importan-te prendersi cura della salute dei propri fi gli fi n da

quando sono ancora nel grembo materno. E come Sottosegreta-rio alla Salute, poi, ritengo che in questo ambito sia fondamenta-le un approccio integrato a tutti i livelli, dalle strutture ospedaliere alla famiglia, dalla scuola al me-dico. Le campagne di informazio-ne e i corsi ad hoc rivolti ai futuri genitori si sono rivelati nel corso degli anni uno strumento prezio-so per prevenire molte complica-zioni successive e per ridurre dra-sticamente la mortalità infantile. Un esempio sono i consigli alle mamme sull’assunzione dell’aci-do folico in gravidanza, le cam-pagne sulla dannosità del fumo e dell’alcol e tutti quei piccoli gesti di prevenzione che sono preziosi per la futura salute del piccolo.

Un legame magicoSubito dopo la nascita, un primo grande regalo alla

salute del bambino e della mam-ma è l’allattamento al seno, che non soltanto aiuta il bambi-no a crescere forte, ma crea an-che un rapporto unico e magi-co fra la madre e suo fi glio. Pro-prio per questo abbiamo istitui-to un Comitato per la promozio-ne dell’allattamento al seno, che quest’anno, il 9 maggio, in occa-sione della Festa della Mamma, ha girato a bordo di un camper alcune città del sud Italia (pro-prio le Regioni meridionali sono infatti quelle dove le percentuali di allattamento al seno sono più basse). Questa campagna ha ri-cordato che “il latte della mam-ma non si scorda mai”, è infat-ti importante sia sotto il profi -lo nutrizionale che psicologico e che tutte le donne, se aiutate, possono allattare.

ProteggiamoliUn altro sistema che ab-biamo per proteggere i no-

stri bambini sono le vaccinazio-ni, che non devono essere viste come un “obbligo” pericoloso: al contrario, sono un diritto e una necessità. I vaccini ci hanno per-1

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“È importante proteggerli dal fumo passivo e dall’inquinamen-to, che vivano in spazi puliti e asciuttti.”

Eugenia RoccellaSottosegretario alla Salute

La anafi lassi è una reazione al-lergica che, anche in campo pe-diatrico, può determinare una vera emergenza che, se non trattata tempestivamente, può esitare in un quadro di shock. È infatti una reazione che è rapi-da nell’esordio e può essere fa-tale. È causata da liberazione di mediatori da mastociti e baso-fi li conseguente a reazione IgE mediata. In età pediatrica gli alimenti sono responsabili del 50% dei casi di anafi lassi ma la reazio-

ne può essere determinata an-che da farmaci, vaccini, veleno di imenotteri, latex, etc.Tra gli alimenti vanno ricorda-ti latte e derivati, uovo, pesce, e noccioline.Ricordare la possibilità di ana-fi lassi per comunanza antige-nica tra cibi ed altre sostanze come ad es. il latex e le banane o il kiwi. L’età adolescenziale sembrereb-be essere più a rischio in campo pediatrico. Per quanto riguar-da la sintomatologia il tem-po di insorgenza è variabile in funzione delle vie di penetra-zione a seconda cioè che l’anti-gene venga ingerito (2h circa) o iniettato (5’ – 30’). Più l’esordio è precoce e più la reazione è grave. È importante conoscere i sintomi che si ma-nifestano precocemente co-sì da attivare subito il sistema territoriale del 118 o recarsi al più vicino P.S.

Sintomi precoci:Formicolio/prurito palmo ■

plantare e cuoio capelluto; pru-rito nasale; edema e prurito pe-riorbitale

Congestione nasale ■Sensazione costrizione in ■

gola (il piccolo bambino gratta le labbra, la parte anteriore del collo e le orecchie)

Raucedine ■La patologia, dopo i sintomi ■

precoci, può rapidamente evol-vere con il manifestarsi di orti-caria, angioedema, grave di� -

coltà respiratoria, ipotensione fi no all’ arresto cardiorespira-torio.La terapia si basa sulla som-ministrazione di adrenalina per via i.m. (faccia esterna del-la coscia) che è farmaco salva-vita. Utile la somministrazio-ne di antistaminico e cortisoni-co. In caso di ipotensione è in-dispensabile ripristinare una adeguata volemia con liquidi e con inotropi (farmaci di soste-gno del circolo) e.v.Al soggetto che ha presentato

un episodio di shock deve es-sere prescritta adrenalina con auto iniettore. In tal senso è re-centemente comparso un in-teressante articolo su una pre-stigiosa rivista (Pediatrics) che riportava come in un certo nu-mero di casi (circa il 13%) era stata necessaria una seconda somministrazione di adrena-lina per la risoluzione del pro-blema. Sarebbe auspicabile una capacità di intervento anche in comunità (asilo, scuola) previo attività di istruzione e forma-zione con possibilità di avere a disposizione un kit farmacolo-gico per l’emergenza anafi lassi.Va infi ne ricordato che pres-so strutture allergologiche pe-diatriche di 3° livello è possibi-le procedere a un tentativo di desensibilizzazione orale verso alimenti come ad esmpio latte e uovo.

Domanda: ■ Come evitare che l’anafi lassi diventi un ri-schio per la vita del bambino?

Risposta: ■ Grazie alla som-ministrazione di adrenalina, antistaminico o cortisonico.Presso le strutture allergolo-giche pediatriche di terzo li-vello è possibile procedere ad un tentativo di desensibi-lizzazione orale.

Shock anafi lattico in età pediatrica”È auspicabile una capacità di intervento anche in asili e scuole.”

Pasquale Di PietroDEA Pediatrico - IRCCS Istituto G. Gaslini di Genova

In che cosa consiste il ■metodo dell’aspirazione nasale?L’ aspirazione nasale rappresen-ta un’ evoluzione del normale la-vaggio consigliato dalla gran par-te dei pediatri ai bambini con il “naso chiuso”. Si tratta infatti non solo di lavare le fosse nasali con soluzione fi siologica ma al-tresì di aspirare con un apposito aspiratore il muco spesso infetto, presente nel naso del bambino.

Per che cosa e per chi è ■indicata?Tale aspirazione è indicata in tut-te quelle condizioni nelle quali c’è ristagno di muco e ne posso-no trarre vantaggio i bambini di qualsiasi età.

Che vantaggi ha l’aspira- ■zione nasale rispetto ad al-tri trattamenti come le so-luzioni saline?Il metodo con aspiratore risulta

molto più e� cace nella rimozio-ne delle secrezioni dalle fosse na-sali rispetto alla semplice som-ministrazione di soluzione fi sio-logica.

Naturalmente, poichè l’ ostru-zione nasale può favorire disturbi più importanti quali rinosinusite e otite, l’ aspirazione viene sicu-ramente suggerita per i bambini che più vanno soggetti a tali pa-tologie.

Come viene effettuata? ■La procedura consiste in tre fasi : prima di tutto si e� ettua un’irri-gazione del naso con soluzione fi -siologica, poi si aspirano le secre-zioni e successivamente si e� et-tua un nuovo lavaggio con solu-zione fi siologica. È opportuno ri-petere tale procedura almeno tre volte al giorno e per più giorni (in genere una settimana).

Il metodo varia a secon- ■da dell’età e del peso del bambino?Non esistono sostanziali di� e-renze in rapporto all’ età e al peso del bambino.Il consiglio è di consultare il ne-onatologo per neonati al di sotto dei due mesi.

Ci sono delle controindi- ■cazioni?Le condizioni sono in realtà mol-to rare e consistono sostanzial-mente nella presenza di patolo-gie congenite del naso, di patolo-gie acute o traumatiche, di facili-tà al sanguinamento del naso.

Nasino chiuso?L’aspirazione nasale

GIUSEPPE MONTANARI. Responsavile Attività Scientifica Federazione ItalianaMedici Pediatri Friuli Venezia Giulia

Il lavaggio nasale ■ per es-sere effi cace non ha bisogno solamente del prodotto giusto, ma anche dei gesti corretti. Può succedere che, le prime volte, il bambino si metta a piangere. In realtà, non sente dolore, ma solo un lieve solletico. Per puli-re in modo corretto il nasino del tuo bambino, mettilo disteso su una superfi cie piana e immobi-lizzalo. Il modo migliore è quello di tenere fermo un suo braccio con il gomito e l’altro con l’an-ca, abbassandoti in modo da arginare i suoi movimenti anche con il proprio torace.

Ruota dolcemente la testa ■del bambino su un lato e tienila ferma con una mano. Introduci delicatamente l’erogatore nel-la narice destra, se la testa del piccolo è inclinata a sinistra, e nella narice sinistra se è piegato a destra. In questo modo si ren-de più facile il passaggio della soluzione da una narice all’altra.

! Notizie dal web:

www.pianetamamma.itwww.acp.itwww.salute.gov.itwww.pediatria.it

Domanda: ■ Allergie, rini-ti e infezioni nasali minaccia-no ogni giorno il benessere dei nostri bambini: come si può intervenire contro l’ostruzio-ne nasale ed evitare che que-sta favorisca disturbi più im-portanti quali la rinosinusite e l’otite?

Risposta: ■ Per la rimozio-ne delle secrezioni delle fosse nasali il metodo più effi cace è quello dell’aspirazione nasa-le. Dai due mesi in poi è adatto a qualunque età ed è un’evo-luzione del normale lavaggio con soluzione fi siologica con-sigliato dalla maggior parte dei pediatri.

ANNA PELLIZONE

[email protected]

FOCUS

NEWSLA SALUTE DEL BAMBINOUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

1IDEA

Comunicato promozionale

Novartis Consumer Health presenta

Il Metodo Narhinel® Il problema del nasino chiuso La cavità nasale è una struttura anatomica-mente complessa e particolarmente vulnerabi-le, soprattutto nei bambini. Nei mesi più fred-di, la congestione nasale è un problema diffu-so e all’origine di molti disagi. Con i sintomi di raffreddamento, il nasino chiuso o il naso che cola, tutto diventa diffi coltoso: è diffi cile non solo parlare ma anche deglutire, ma-sticare e respirare, ma soprattutto addor-mentarsi e riposare, a causa dei frequenti risvegli per l’impossibilità a respirare bene du-rante il sonno.A soffrirne maggiormente sono i bambini più piccoli, che si risvegliano spesso durante le ore del riposo e, sempre più stanchi, si abbandonano facilmente a crisi di pianto. Non si tratta solo di un fastidio temporaneo: la congestione nasale può favorire l’insorgen-za di infezioni piu’ serie, come la sinusite e l’otite. Ogni bambino al di sotto dei 10 anni d’età può contrarre alcuni episodi di rinite (in-fi ammazione del naso) l’anno, che possono es-sere più frequenti nei bambini che frequentano asili e asili nido.

Soluzione Novartis Narhinel® è la linea di prodotti di Novartis Consumer Health dedicati ai più piccoli contro la congestione nasale: risultato e soddisfazio-ne sono da sempre le parole chiave della linea. Narhinel offre un metodo completo per ammor-bidire rapidamente il muco e facilitarne l’aspi-razione: così il bambino sarà libero di respirare, per il suo benessere e la tranquillità dei genitori.

Narhinel Aspiratore Nasale Soft e RicambiPer i bambini che non sono ancora in grado di soffi arsi il nasino, aiuta a liberare il nasino chiu-so consentendo una buona respirazione, faci-litando la poppata ed il sonno. Si utilizza facil-mente perché è la mamma stessa, o il papà, a controllare l’intensità dell’aspirazione e il suo beccuccio morbido, con fi ltro assorben-te che trattiene il muco, permette un contatto soft con il nasino.

Narhinel Soluzione FisiologicaSterile, pronta all’uso e senza conservanti, ri-stabilisce il giusto grado di idratazione del-

le mucose nasali secche e incrostate. Permet-te una facile aspirazione del muco, e può essere usata anche in aerosolterapia.

Narhinel Spray Umidifi cante NasaleSoluzione isotonica di acqua di mare senza con-servanti, pratica e maneggevole. Ammorbidi-sce le secrezioni e favorisce la rimozione del muco. Dotato di beccuccio con cappuccio protettivo e con getto a nebulizzazione delicata, è indicato per i nasini dei bambini più grandi.

Sono dei dispositivi medici CE (n. 0459 per soluzione fi -siologica e spray). Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso. Autorizzazione del 21/04/2010

“Il benefi cio per la salute dev’es-sere chiaramente identifi cato.”

Prof. LorenzoMorelliPreside della Da-coltà di Agraria Università Cat-tolica del Sacro Cuore. Sede di Piacenza

IN EVIDENZA

PAGINA 10

Hai già messo il primo dentino? p. 041. Cosa si può fare per alleviare il fastidio?

Mamma che latte p. 042. I benefi ci e gli ostacoli dell’allattamento al seno

LA SALUTE DEL BAMBINO,QUARTA EDIZIONE, GIUGNO 2010

Managing Director: Mattias Rentner

Editorial Manager:Gianluca Cò

Designer: Daniela Borraccino

Project Manager: Maria MorettiTelefono: + 39 02 36 26 94 28E-mail: [email protected]

Distribuito con: Il Sole 24 OreGiugno 2010Stampa: Il Sole 24 Ore

Contatti Mediaplanet: Telefono: + 39 02 36 26 94 1Fax: +39 02 36 26 94 99E-mail: [email protected]

Quali sono i dispositivi ■per la sicurezza dei bambi-ni in auto?

! Si dividono in tre grandi categorie: i gruppo-speci-

fi ci, i multigruppo e gli Isofi x.I gruppo-specifi ci si suddivido-no, sulla base del peso del bam-bino, in tre gruppi: quello 0+ va dagli 0 ai 13 chili, quello 1 va dai 9 ai 18 chili e quello 2-3 fi no a cir-ca 36 chili. I multi-gruppo, inve-ce, pur essendo omologati, co-prono più di un gruppo e sono quindi meno specifi ci. I seggio-lini con sistema Isofi x si divi-dono anch’essi in gruppi e sono i più sicuri perché si legano di-rettamente ai sedili attraverso dei connettori previsti dal 2008 in tutte le macchine omologate.

Che cosa prevede la leg- ■ge italiana?

! Secondo la legge italiana fi no a 1 metro e 50 tutti i

bambini devono sedere su un seggiolino auto. L’omologazione dei seggiolini auto avviene in-vece sulla base del peso.

Questa legge è rispettata ■in Italia?

! Le persone che non utiliz-zano i seggiolini sono an-

cora molte. Per questo in Italia sulla sicurezza dei bambini in auto c’è ancora molto da fare e da comunicare.

BOTTA & RISPOSTADaniela CastelliGroup Product Manager Juvenile, Chicco

La sicurezza dei bambini in auto

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4 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Neonati per la pelle

NEWSIN BREVE

La supplementazione di fl uoro è utile per mi- ■gliorare la formazione dello smalto e la resistenza alla carie. Ciò è vero se si evitano eccessi che pos-sono produrre e� etti negativi. Innanzitutto occor-re prestare attenzione alla presenza di fl uoro nella normale alimentazione; bisogna, inoltre, seguire le dosi corrette: 0,25 mg al giorno fi no ai 2 anni, 0,5 mg fi no ai 4 anni, 1 mg al giorno nei più grandi.FONTE: Gabriele Floria, www.mammaepapa.it

Il fluoro fa male?

IN BREVE

L’esposizione al sole durante le vacanze ■estive deve seguire alcune regole per evi-tare l’insorgenza di danni alla pelle del ne-onato; ciò vale sopratutto nel primo anno di vita.

Come comportarsi?È, innanzitutto, importante evitare l’espo-sizione ai raggi solari durante le ore più

calde della giornata. Qualora ciò non fosse possibile si può ricorrere all’utilizzo di cap-pellini a tesa larga e magliette di cotone.È necessario esporsi al sole gradualmente, abituando così la pelle proteggendola, co-munque, con fi ltri solari a fattore di pro-tezione elevato, anche durante le giornate nuvolose.FONTE: www.pediatra.it

I bambini e il sole

Chi almeno una volta ha visto un bambino a poche ore dalla sua na-scita sa bene che i neonati, appena usciti dalla pancia della loro mam-ma, hanno tutto fuorché una bella pelle. Se è vero infatti che il parto rappresenta per il bambino il pri-mo trauma, lo stesso vale per la sua pelle, l’involucro che fi n dai primi istanti di vita lo metterà in comu-nicazione con l’ambiente esterno. La pelle è formata da diversi stra-ti sovrapposti, ognuno con un suo ruolo preciso: lo strato più super-fi ciale è l’epidermide, la barriera che controlla la penetrazione di so-stanze estranee come microrgani-smi o inquinanti all’interno dell’or-ganismo, mentre più in profondità si trovano il derma, con le ghian-dole sudoripare e sebacee e, ancora più internamente, l’ipoderma. Nei primi mesi di vita, però, la pelle del bambino non è ancora completa-mente formata, l’epidermide è an-cora molto sottile (ha uno spesso-re che è all’incirca la metà di quello dell’età adulta) e il suo potere im-munitario è molto modesto.

Le irritazioniProprio per questa ragione la

pelle dei neonati è più delicata ed è facilmente soggetta alle irritazio-ni. Il contatto con qualunque tipo di sostanza chimica (a partire dai saponi e dai detersivi per arrivare alle feci e alle urine), con gli organi-smi patogeni, con i pannolini o con i vestiti può diventare nei neonati una fonte di arrossamento e bru-ciore. La zona più critica in questo senso è sicuramente quella dell’in-guine e delle natiche, dove i panno-lini possono creare un alto grado di umidità che incrementa i proces-si di macerazione cutanea e por-ta alla formazione delle cosiddette “dermatiti da pannolino”.

I rimediPer la prevenzione dell’eritema

nell’area del pannolino è necessa-rio lavare la pelle con acqua tiepida ad ogni cambio e pulirla in ogni pie-ga, possibilmente preferendo agli asciugamani, ricettacoli di sporco, batu� oli di cotone. Nella fase acu-ta della dermatite è buona norma non ricorrere all’uso di saponi ed evitare ogni strofi namento. Una volta superata la fase acuta si pos-sono poi applicare prodotti e creme in grado di stimolare la riparazione dei tessuti, magari ad azione anti-microbica. Parola di pediatra.

ANNA PELLIZZONE

[email protected]

Domanda: ■ Perché la pelle dei bambini, specialmente di quelli più piccoli, ha bisogno di maggiori cure?

Risposta: ■ Nei primi mesi di vita la pelle dei bambini non è ancora completamente for-mata, è molto sottile e molto più soggetta alle irritazioni.

Equilibrato, completo e “su mi-sura” il latte materno è l’alimen-to migliore per ogni bambino. Ric-co di cellule, ormoni e anticorpi, contribuisce a consolidare il rap-porto che si crea tra madre e fi glio ed è l’unica fonte di nutrimento a “centimetro zero”.

I vantaggi del latte materno so-no ormai universalmente rico-nosciuti e l’Organizzazione Mon-diale della Sanità lo raccomanda come alimento esclusivo fi no al sesto mese di vita del bambino e come alimento principale fi no al primo anno. Ma non solo: una ri-cerca americana rivela che se tut-te le mamme degli Stati Uniti al-lattassero al seno si risparmiereb-bero, solo negli Usa, 13 miliardi di dollari all’anno.

Gli ostacoliConsiderati gli innumerevoli van-

taggi medici, psicologici ed eco-nomici dell’allattamento al seno, che cosa può dunque indurre una mamma in normali condizioni fi -siche a non allattare? Oltre a una serie di freni di natura prettamen-te sociale, come l’inadeguatez-za degli spazi o dei ritmi lavorati-vi, o culturale, come i pregiudizi nei confronti dell’allattamento in pubblico, un nemico molto di� u-so sono le ragadi al seno, dei graf-fi che possono comparire sul ca-pezzolo fi n dai primi giorni dopo il parto. Per prevenirne la formazio-ne è necessario osservare alcune

regole come assumere una posi-zione che consenta al bambino di attaccarsi al capezzolo prendendo in bocca l’intera areola, alternare i capezzoli e non allattare per più di un quarto d’ora per mammel-la. Le ostetriche, poi, suggerisco-no un’altra pratica: il massaggio dei capezzoli con prodotti specifi -ci prima dell’allattamento. Serve a prepararli alla poppata di un bam-bino a� amato.

Mamma che latte!Domanda: ■ Perché allattare

al seno?Risposta: ■ Il latte materno

è l’alimento migliore per ogni bambino e fa bene anche alla mamma.

ANNA PELLIZZONE

[email protected]

NEWSUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

2IDEA

IN BREVE

ANNA PELLIZZONE

[email protected]

Hai già messo il primo dentino?

Anche se non mancano i ca- ■si di neonati che escono dalla pancia della loro mamma con già qualche dentino in bocca, la maggior parte dei bambini co-mincia la dentizionetra ilquarto e il sesto mese circa. Momento spesso vissuto con partecipazio-ne da parte di famigliari e amici, quello del primo dente che sbu-ca può essere in realtà fonte di stress sia per il bambino, sia per i genitori. Alla dentizione, infat-ti, sono spesso associati sintomi come lieve irritabilità, desiderio da parte del bambino di morde-re oggetti duri, aumento della necessità succhiare e presen-za, talvolta, di piccole ecchimo-si sulle gengive. Ma cosa si può fare per alleviare il fastidio o, in alcuni casi, il dolore del pro-prio bambino? Anche se pazien-za e gioco sono le parole d’ordi-ne, l’aiuto di analgesici e di ap-positi oggetti da mordicchiare possono senz’altro essere rime-di e� caci.

Novità by Mister BabyLinea “Dermorigenerante” Mister Baby con Colostrum H1*

Dalla natura, un ingrediente esclusivo per 3 problemi di mamma e bambino

Oltre a tanta gioia e infi nita dolcezza, nella vita di mamma e bambino ci sono dei problemi fastidiosi e ricorrenti a cui bisogna dare una risposta specifi ca. Nei bambini i problemi più comuni sono eritema da pan-nolino e irritazione alle gengive quando spuntano i primi dentini, mentre nella mamma possono insorgere fastidiose ragadi al seno. Tutti questi problemi sono accumunati dall’irritazione e alterazione dello stato della pelle.

I laboratori di Ricerca Mister Baby hanno realizzato una innovativa linea di creme a base di un ingrediente unico ed esclusivo: il Colostrum H1 aiuta a ripristinare la barrie-ra cutanea e svolge anche un’azione antibatterica. Il colo-stro è il liquido prodotto dalle ghiandole mammarie nelle prime fasi dopo il parto, è ricco di principi attivi in grado di portare nutrimento, idratazione e ripristinare lo stato ot-timale del derma. Il Colostrum H1 è un colostro bovino che, grazie a una fi liera tecnologica all’avanguardia, viene

raccolto entro un’ora dal parto per ottenere la massima concentrazione dei fattori attivi.Il Colostrum H1 svolge 6 importanti azioni sulla pelle: rigenerante, antibatterica, lenitiva contro gli arrossamenti, protettiva contro le irrita-zioni, normalizzante e nutriente.Grazie alle proprietà del Colostrum H1, ingrediente esclusivo di Mister Baby, e ad un mix di ingredienti specifi ci, la linea Dermorigenerante aiuta a reintegrare la pelle alterata e garantisce un sollievo immediato e duraturo.

La nuova linea “Dermorigenerante” protegge la pelle de-licata della mamma e del bambino con due ristrutturanti cutanei: la crema cambio TOP ROSSORE specifi ca con-tro eritema e gli arrossamenti da pannolino e la crema ca-pezzoli TOP RAGADI aiuta a prevenire le ragadi al seno. La gamma si completa con il gel gengivale lenitivo TOP DENTINI che allevia velocemente il fastidio delle gengi-ve infi ammate dei più piccoli.

Top Rossore - Crema Cambio Top Dentini - Gel gengivale

Top Ragadi - Crema capezzoli

LA SALUTE DEL BAMBINO · 5UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

I bambini e il sole

LA SALUTE DEL BAMBINOUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

3IDEA

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6 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET LA SALUTE DEL BAMBINO · 7UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

L’obesità infantile, la forma di malnutrizione più di� usa nei pa-esi industrializzati, è in continuo aumento, tanto che nei Paesi a più elevato tenore socio-econo-mico l’obesità essenziale rappre-senta “il problema nutrizionale”. Recenti dati forniti dal Ministe-ro della Sanità indicano in Italia una prevalenza del sovrappeso del 23,6% e di obesità del 12,3% in bambini in età scolare. Tra i prin-cipali fattori correlati all’instau-rarsi del sovrappeso e dell’obesi-tà, la genetica è senza dubbio uno dei più importanti. Tuttavia an-che fattori ambientali possono essere responsabili dello svilup-po di sovrappeso e obesità in età pediatrica; questi ultimi, in quan-to modifi cabili, devono essere at-tentamente conosciuti e valutati per attuare eventuali strategie di prevenzione. L’allattamento ma-terno riduce il rischio di obesità in età scolare del 16-28%, rispetto all’alimentazione con formula.

L’effetto protettivo del latte materno può essere spiegato al-meno in parte dal minor appor-to di proteine che si associa al lat-te materno rispetto alle formule.

Inoltre le indagini nutrizionali dimostrano che, al divezzamento o all’introduzione del latte vacci-no nell’alimentazione del lattan-te, l’intake di proteine subisce un incremento molto elevato. L’ipo-tesi è che un elevato e precoce in-take di proteine nei primi anni di vita possa aumentare il rischio di sviluppo di obesità negli anni successivi (“ipotesi delle protei-ne”).

Quindi in termini di preven-

zione sembra ragionevole racco-mandare la prosecuzione dell’al-lattamento materno anche durante il divezzamento, in man-canza di latte materno ricorrere a formule ad apporto proteico ade-guato ed posporre al termine del primo anno o addirittura dopo il 2° anno l’utilizzo del latte vacci-no, per evitare di incorrere in ec-cessi proteici. Dopo i primi anni di vita, la prevenzione si basa sul-la riduzione delle sedentarietà, la promozione di una vita attiva e di abitudini nutrizionali che privi-legino la qualità nutrizionale del-la dieta.

Il trattamento dell’obesità es-senziale in età evolutiva deve es-sere articolato a più livelli e poter incidere positivamente e in mo-do persistente su alimentazio-ne, in modo che il bambino segua una dieta normocalorica bilan-ciata, comportamento e attività

fi sica. L’attività fi sica quotidiana è l’elemento chiave per il mante-nimento di una buona salute e di un corretto rapporto tra peso e al-tezza.

La promozione di uno stile di vita attivo e della riduzione del-le occasioni di sedentarietà de-ve pertanto iniziare durante l’età evolutiva. La precocità del tratta-mento incrementa le possibili-tà di successo perché col cresce-re dell’età aumentano sia il ri-schio che l’obesità persista in età adulta che la di� coltà di ottene-re equilibrate modifi cazioni delle abitudini nutrizionali. Allo scopo di promuovere cambiamenti am-bientali e� caci e duraturi è indi-spensabile coinvolgere non sola-mente il paziente, ma anche l’in-tera famiglia e tutti quelli che si prendono cura del bambino.

La parola chiave è “insegnare ed educare”, non “prescrivere”.

Sovrappeso in età pediatrica

Domanda: ■ Come si pre-viene il problema nutriziona-le delll’obesità nei bambini? L’allattamento materno è un fattore determinante?

Risposta: ■ Attraverso l’inse-gnamento e l’educazione alla sana alimentazione e all’attivi-tà fi sica.

NEWSUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

4IDEA

Adottare una sana alimentazione signifi ca assicurarsi che la qua-lità degli alimenti e la loro com-

binazione e preparazione siano adeguate. Signifi ca inoltre presta-re attenzione a� nché la quantità di cibo assunto sia commisurata ai fabbisogni per età e sesso. Una dieta normocalorica bilanciata si fonda sui seguenti principi.L’apporto calorico deve essere pa-ri a quello indicato per sesso ed età staturale e deve essere suddi-viso in 4/5 pasti con la seguente ripartizione calorica:

colazione + spuntino: 20% ■pranzo: 40% ■merenda: 10% ■

cena: 30% ■L’intake proteico è stabilito tra il 10-12%, l’intake glucidico tra il 60-65%. L’intake lipidico dopo i primi 2 anni di vita deve essere ridotto progressivamente dal 30 al 25% delle calorie totali. L’apporto di fi bre tra i 5 e i 10 an-ni corrisponde idealmente a 10g/1000 kcal.

Il ruolo della prima cola-zione in un’alimentazione equilibrataLe linee guida italiane per una

corretta alimentazione (INRAN, 2003) suggeriscono di assumere con la prima colazione circa il 15-20% delle calorie giornaliere (il 15% se la colazione è abbinata ad uno spuntino di metà mattina, il 20% in caso contrario). Numerosi studi dimostrano che i consumatori regolari di prima colazione sono meno predisposti al sovrappeso e all’obesità, e che anche gli adolescenti normopeso che saltano spesso la prima cola-zione vanno più facilmente in-contro all’aumento dell’indice di

massa corporea in età adulta.La prima colazione può contri-buire al controllo dei fattori di rischio delle malattie croniche (specie le cardiovascolari) anche infl uenzando, sia direttamente che indirettamente, la composi-zione della dieta in generale. Infatti i consumatori regolari della prima colazione assumono macro e micronutrienti in quan-tità più adeguate rispetto ai sog-getti che non hanno questa abi-tudine.

Le caratteristiche di una corretta alimentazioneAdottare una sana alimen-tazione significa assicu-rarsi che la qualità degli alimenti e la loro combina-zione e preparazione siano adeguate. Significa inoltre prestare attenzione affin-ché la quantità di cibo as-sunto sia commisurata ai fabbisogni per età e sesso.

”La promozione di uno stile di vita atti-vo e della riduzione di sedentarietà deve iniziare durante l’età evolutiva.”Marcello GiovanniniDirettore Scuola di Specializzazione di Pediatria, Università di Milano.

IN BREVE

Per una sana alimentazione

Più volte al giorno CEREA- ■LI: pasta o riso sia a pranzo che a cena, pane (prima colazione, pranzo, cena)

Non meno di 2 volte al giorno ■VERDURA E FRUTTA

4 volte alla settimana PESCE ■4 volte alla settimana LEGUMI ■non più di 4 volte alla setti- ■

mana CARNE1 volta alla settimana FOR- ■

MAGGI 1 volta alla settimana UOVA ■

Riduzione dell’apporto di grassi e proteine di origine

animale: in particolare limitare il consumo di formaggio, carne, salumi, creme a favore di quelle del pesce.

Aumento dell’apporto di cereali, specie integrali

(determinando in tal modo un maggior intake di fi bre e di zuc-cheri a basso indice glicemico, es pasta cotta al dente)

Limitazione degli zuccheri ad elevato indice glicemi-

co (riso, dolci, succhi di frutta, frullati): tali carboidrati, infatti, non danno sazietà e sono re-sponsabili di elevati livelli di glicemia e, se associati a protei-ne e grassi producono un anco-ra maggiore rilascio di insulina

Aumento di intake di fi bra alimentare (verdura, frut-

ta, legumi)

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8 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Il riparo dei tessuti danneggiati da patologie degenerative o tumo-ri è la sfi da della cosiddetta medi-cina “rigenerativa”. In campo car-diovascolare, ad esempio, ci si pre-fi gge di utilizzare cellule stamina-li come medicamento “biologico” per formare nuovi vasi e cellule muscolari cardiache e quindi li-mitare le conseguenze dell’infar-to. La ricerca in quest’ambito ha già dato buoni frutti. Per restare nel campo cardiovascolare, è stato mostrato che cellule del midollo osseo originano vasi che miglio-rano l’apporto di sangue nel cuore colpito da infarto. Questi risultati sono stati recentemente trasferi-ti nell’uomo con la realizzazione di sperimentazioni cliniche che hanno o� erto buone speranze di applicabilità su larga scala per la cura dell’ infarto e dell’ insu� -cienza cardiaca.

Il sangue di cordone ombelica-le è stato trascurato dalla pratica scientifi ca e clinica fi no alla fi ne degli anni ottanta, quando ven-ne dimostrata l’e� cacia del tra-pianto di cellule staminali cordo-nali in pazienti a� etti da tumori del sangue. L’uso in medicina ri-generativa delle cellule staminali cordonali è molto attraente. Infat-

ti, l’ uso “personalizzato” di cellu-le staminali prodotte dall’ indivi-duo stesso durante la gestazione avrebbe l’indubbio vantaggio di o� rire un’opzione terapeutica per futuri adulti che necessitino di un trapianto di cellule staminali sa-

ne aventi corredo genico e antige-nico proprio, e quindi esenti da ri-getto.

Gli entusiasmi, allo stato attua-le delle conoscenze, non sono tut-tavia pienamente giustifi cati; in-fatti resta da valutare secondo cri-

teri rigorosamente scientifi ci il reale vantaggio dell’ uso delle cel-lule staminali cordonali rispetto ad altre fonti di cellule stamina-li tissutali. Inoltre, uno sforzo sa-rà anche necessario per elaborare normative chiare che indirizzino l’impiego clinico di queste cellu-le attraverso la valutazione dei ri-schi/benefi ci e secondo criteri di qualità, sicurezza, economicità ed eticità.L’Italia è uno tra i paesi europei nei quali la ricerca sulle cellule cordonali è maggiormente avan-zata. Ciò è testimoniato dalla pre-senza di numerose banche di cor-done ombelicale pubbliche, de-putate a raccogliere e conservare il sangue cordonale nel rispetto delle normative nazionali ed eu-ropee. Nonostante ciò, resta rela-tivamente scarsa l’adesione del-le future mamme ai programmi di raccolta del sangue cordonale. Questo rappresenta uno dei prin-cipali ostacoli che limitano le ri-cerche volte a convalidarne l’im-piego terapeutico. A questo propo-sito, è da ricordare che la raccolta del sangue cordonale non com-porta so� erenze per il bambino e per la mamma e che l’adesione ai programmi di raccolta avviene su base volontaria. Solo attraver-so un chiaro messaggio di incen-tivazione alla donazione del san-gue cordonale per scopi di ricer-ca sarà dunque possibile valutare se cellule provenienti dal nostro passato aiuteranno ad assicurarci un futuro migliore.

1988, primo trapianto ■di cellule staminali di cordo-ne ombelicale è realizzato in Francia.

2000 ed anni a seguire, ■vengono identifi cate nel san-gue di cordone ombelicale cel-lule staminali multipotenti con capacità di differenziare in tipi cellulari di interesse per la me-dicina rigenerativa.

18 banche ■ di sangue cor-donale a controllo pubblico istituite sul territorio nazionale ad oggi.

20.000 unità ■ di sangue cor-

donale raccolte sul territorio nazionale fi no al 2008 (del-le 400.000 totali raccolte nel mondo)

800 trapianti ■ per malattie ematologiche effettuati con unità provenienti dall’ Italia (dei circa 10.000 effettuati a livello mondiale)

FOCUS

! Notizie dal web:

www.cardiologicomonzino.itwww.salute.gov.itwww.centronazionalesangue.it

Medicina rigenerativa:speranze dal passato?

MAURIZIO PESCE, Ricercatore Senior, Centro Cardiologico Monzino - IRCCS, Milano

GIULIO POMPILIO, Cardiochirurgo, Centro Cardiologico Monzino - IRCCS, Milano

Domanda: ■ Come si posso-no utilizzare le cellule staminali del cordone ombelicale?

Risposta: ■ Per la cura di gravi malattie che insorgono anche in età adulta

NEWS

Giornali del settore medico come Biomedreports e gi-ornali economici come Fox-business hanno riportato la notizia dell’attivazione da parte di Hal Broxmeyer e di altri studiosi di una banca per la conservazione privata delle cellule staminali cor-donali: come è stata accolta questa notizia dagli esperti del settore?È una notizia molto importan-te: la banca pubblica ame-ricana Corduse ha deciso di promuovere anche la conser-vazione privata e l’appoggio a questa operazione da parte dei più importanti esponenti della ricerca sulle cellule sta-minali dovrebbe indicare che la strada da percorrere in fu-turo è la massima collabora-zione tra banche pubbliche e private.

Perché è importante conser-vare le cellule staminali del cordone ombelicale?Le cellule staminali del cor-done ombelicale non sono specializzate, sono in grado di replicarsi inde� nitamente e possono generare diversi tipi

di cellule. Le cellule staminali emato-poietiche sono le più studiate e applicate a livello terapeu-tico per la cura di malattie come le leucemie, le immuno-de� cienze e le talassemie. Ma nel sangue cordonale sono presenti altre 5 popola-zioni cellulari che se di� eren-ziate in vitro possono dar vita ad esempio a cellule nervose, cardiomiociti e osteoblasti. È la medicina rigenerativa delle cellule staminali. Sempre più spesso i ricercatori a� ermano che in futuro non si e� ettu-eranno trapianti di organi ma di cellule staminali.

Che contributo dà il vostro laboratorio nella conserva-zione delle cellule stamina-li?Famicord è una società spe-cializzata nella conservazione delle cellule staminali cordo-nali e collabora con una delle banche del sangue più presti-giose al mondo la Community Blood Services, una delle po-che banche a livello mondiale che conserva le cellule stami-nali cordonali sia per uso pub-

blico sia per uso privato. Pos-siede diversi programmi di formazione sia per i genitori, sia per il personale medico, promuove la donazione del cordone tra le minoranze et-niche negli USA e partecipa ai vari programmi di ricerca e sperimentazione.Ha oltre 50 anni di esperienza come Banca del Sangue, oltre 15 nella preparazione e con-servazione delle cellule sta-minali cordonali e possiede certi� cati di qualità dell’AABB e della FDA. Conserva oltre 30mila campioni di cellule staminali ed ha donato oltre 170 campioni di cellule stami-nali cordonali per trapianti in tutto il mondo.

LA SALUTE DEL BAMBINO · 9UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET8 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Conservazione delle staminali cordonali

Il nuovo servizio Farmicord per-mette di conservare in un’uni-ca sacca il campione delle cel-lule staminali cordonali diviso in due porzioni. Anche se una porzione viene scongelata per un eventuale trapianto, l’altra porzione resta congelata e in-tatta. Nell’ottica di un utilizzo delle cellule staminali cordo-nali nella medicina rigenera-tiva, questa è un’opportunità molto importante. FamiCord Italia è regolarmente iscritta al “Registro delle Imprese ita-liano”, rispetta le normative � -scali e legali italiane FamiCord lavora secondo un preciso codice etico che garantisce ai genitori il diritto di rimborso e recesso in caso in cui il cam-pione raccolto risulti dal punto di vista quantitativo e qualita-tivo non idoneo alla conser-vazione. Famicord garantisce la disponibilità immediata del campione di cellule staminali cordonali conservato, in caso di necessità anche per le tera-pie sperimentali.

Nel 1988 Primo trapianto di sangue del cordone ombeli-cale su un paziente di 5 anni a� etto da anemia di Fanconi. Il sangue proveniva dal cordone della sorella.Nel 1989 Broxmeyer dimo-strò che il sangue cordonale contiene una quantità consi-stente di cellule progenitrici emopoietiche, e quindi una singola unità di sangue cordo-nale può essere su� ciente al trapianto.Nel 1990 Wagner e i suoi col-laboratori e il gruppo di ricer-catori di Vilmer e� ettuarono i primi trapianti di cellule stami-nali del sangue cordonale in bambini a� etti da leucemia.Nel 1993 è stata raccolta e conservata la prima unità di sangue cordonale al mondo, al New York Blood Center.Nel 1997 le unità di san-gue cordonale conservate nel mondo sono superiori a 10.000 e iniziano le prime pro-ve cliniche sulle cellule stami-nali emopoietiche del sangue cordonale espanse.Nel 1998 è stato e� ettuato in Brasile il primo trapianto auto-logo di sangue cordonale con-servato in una banca privata.Nel 2006 si stima un numero di trapianti di cellule staminali emopoietiche del sangue cor-donale su pazienti adulti mag-giore di quello su bambini.Nel 2007 avviene negli USA la prima sperimentazione clinica per la terapia del diabete tipo I con cellule staminali in bam-bini di età compresa tra 2 e 7 anni utilizzando cellule cordo-nali autologhe.Nel 2009 si è stimato un nu-mero di oltre 20.000 trapianti di cellule staminali del sangue cordonale e� ettuati in tutto il mondo.

NUOVOSERVIZIO

Storia delle cellule staminali cordonali

Renata ZbiecGeneral Manager FamicordItalia

Il cammino scientifico è solo agli inizi

La conservazione del san- ■gue cordonale potrebbe rap-presentare un’opzione tera-peutica per futuri adulti che necessitino di un trapianto di cellule staminali sane aventi il proprio corredo genico e an-tigenico, e quindi esenti da ri-getto. La possibilità di un uso “personalizzato” di cellule sta-minali prodotte dall’ individuo stesso durante la gestazione ha stimolato un non sempre giu-stifi cato entusiasmo nell’ opi-nione pubblica. Infatti, mentre le numerose ricerche nel cam-po della cosiddetta “medicina rigenerativa” hanno mostra-to le potenzialità delle cellu-le cordonali di supplire cellule di ricambio per la cura di im-portanti patologie degenerati-ve, oncologiche e cardiovasco-lari, è doveroso ricordare che il cammino scientifi co in que-sto campo è solo agli inizi. Sa-rà dunque indispensabile un rigoroso impegno per valuta-re il reale vantaggio dell’ uso di cellule cordonali per la terapia rispetto ad altre fonti di cellule staminali tissutali. Inoltre, uno sforzo sarà anche necessario per l’elaborazione di normati-ve chiare che consentano di in-dirizzare l’uso clinico di queste cellule attraverso la valutazio-ne dei rischi/benefi ci per cia-scuna patologia e di assicurar-ne la qualità, l’economicità e l’indispensabile eticità.

IN BREVE

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

5IDEA

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10 · LA SALUTE DEL BAMBINO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Pratici e facili da utilizzare, permettono di estrarre il latte velocemente e in modo natu-rale con un’e� cacia pari a quella dei tiralatte professionali.

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regolare senza traumi o dolori. Oltre al Tiralatte manuale, sono disponibili i Tiralatte elettronici, ovvero i tiralatte “intelli-genti”, cioè dotati di memoria elettronica: ba-sta azionare il tiralatte manualmente e, una volta trovato il ritmo desiderato, il tiralatte lo memorizza e riproduce automaticamente. Philips AVENT o� re alla mamma un’ampia scelta di Tiralatte con lo scopo di aiutarla du-rante l’allattamento e permetterle di allatta-re il più a lungo possibile. La sua semplicità d’uso ne ha fatto il “preferito delle mamme” oltre che dei professionisti, che sempre più ne apprezzano la funzionalità. Clinicamente testato.

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Fra ricerca e normativa

Troppo spesso la parola probiotico è associata a signifi cati e idee fuorvianti, dovuti all’infl uenza subita dalle pubblicità dei tanti prodotti che usano questo termine come loro caratteristica in modo improprio.Pensiamo solo al supermercato quando ci troviamo di fronte a cartelloni pubblicitari che applicano que-sta terminologia. Ma in realtà che cos’è un probiotico? Ci sono delle normative che ne regolano l’uso?

“Nei prossimi anni si potrà fi nalmente chiarire il reale ruolo benefi co dei probiotici.”

Prof. Lorenzo MorelliPreside della Facoltà di AgrariaUniversità Cattolica del Sacro CuoreSede di Piacenza

Le informazioni che arrivano al consu-matore sotto la vo-ce probiotici sono spesso contraddit-torie: da “una nuo-va speranza per ri-

solvere la patologia XX” a “sono solo pubblicità e… aria fritta” Il mondo scientifi co, vede un au-mento vertiginoso di articoli di ricerca concernenti l’uso di bat-teri vivi per ottenere benefi ci per la salute (i probiotici, appunto). Ma la valutazione della loro e� -cacia da parte dell’Autorità Euro-pea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, con sede a Parma) vede, fi -no a oggi, solo pareri negativi.

Come spiegare questa contrad-dizione?Partiamo dalla valutazione scientifi ca dei claims che si basa

sui tre punti di seguito trattati.

Caratterizzazione del probioticoLa prima valutazione e� ettua-ta dal panel concerne una detta-gliata caratterizzazione dell’ali-mento/ingrediente.Esistono metodi (a esempio quello della cosiddetta “sequen-za nucleotidica del DNA codifi -cante per il gene 16S rRNA”) che potranno, nelle maggior parte dei casi, risolvere con successo il problema dell’identifi cazione della specie, mentre tecniche più sofi sticate potranno fornire dati per l’identifi cazione dei ceppi.

Rilevanza nei confronti della salute umanaSecondo il Regolamento, il be-nefi cio per la salute deve essere chiaramente identifi cato e non

può fare riferimento a concetti generici, quali ad esempio “im-munità generale”, “riequilibrio della microfl ora” e deve basarsi su parametri misurabili; in que-sto contesto appare essenziale correlare il claim a variazioni di biomarkers riconosciuti e misu-rabili.Questi dati sono in realtà dispo-nibili nella letteratura scientifi -ca ma si riferiscono a prove d’ef-fi cacia in cui i soggetti trattati erano a� etti da patologie; tutta-via, purtroppo, per ragioni di ti-po normativo, queste prove non possono essere prese in conside-razione dall’EFSA; da questa re-strizione nasce quindi una pri-ma situazione contradditoria.

Validazione scientifica La validazione deve essere otte-nuta con studi condotti sull’uo-

mo, cosa che fi no all’approvazio-ne del regolamento sui claims non sembrava sempre possibile in quanto alcuni comitati etici (le commissioni che autorizzano la sperimentazione sull’uomo) non ritenevano di dover autoriz-zare sperimentazioni di e� cacia per gli alimenti su soggetti sani.Si è venuto cosi a creare un col-lo di bottiglia tale per cui l’e� ca-cia poteva esser provata solo su soggetti a� etti da patologie; tut-tavia queste dimostrazioni oggi non sono prese in considerazio-ne per confermare l’e� cacia su soggetti sani.Nei prossimi anni ci sarà un in-tenso sforzo di ricerca sulla “po-polazione” generale e si potrà fi -nalmente chiarire il reale ruolo benefi co dei probiotici.

INSPIRATIONLA SALUTE DEL BAMBINO · 11UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

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