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1 / 6 Data Pagina Foglio 11-2019 114/19 Vörïtagne bni testo di Pamela Lainati Cime misteriose Dalle esplorazioni di Gilbert alla prima alta via dolomitica, una ricca letteratura è dedicata alle Marmarole, quasi antitetica alla scarsa frequentazione. Un viaggio che parte da Tiziano Vecellio e approda ai delicati equilibri della montagna contemporanea. . 4 16047AC0 CQirAwu CV.Krict ETIPBCTAXdIJ t7J^1MUNIT. GIDG`BRII Mieti Mietili* NcalCn ittCQMFpa{¢dK( tlobid Ama /i6blleCC t ieerrCpeln,urlt,e4 tubgtoün+t oopperrtNRpROnm immurtct[+tt donala.- la ehioyn5i arseintntum J%et D tNauui btamfw,sl 4. - -• 41' y~~L4ie PRO/Z" l;I YRGlI --z; CiAllGlj. 114 Montagne Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. 029879 Bimestrale Cierre Edizioni

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bnitesto di Pamela Lainati

Cime misterioseDalle esplorazioni di Gilbert alla prima alta via dolomitica, unaricca letteratura è dedicata alle Marmarole, quasi antitetica allascarsa frequentazione. Un viaggio che parte da Tiziano Vecellioe approda ai delicati equilibri della montagna contemporanea.

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A destra, il Gruppo delleMarmarole in un'incisione del

1881 di Alberto della Valle,conservata nella Veneranda

biblioteca ambrosiana diMilano. A sinistra, il Cadore

in un'antica mappa.

La "catena per eccel-

lenza delle Dolomi-ti". Così Luca Vi-

sentini descrive le Mar-

marole nella sua accurataguida, quasi una rarità og-gi, Antelao Sorapiss Mar-marole (Athesia, 1986; pp.213, € 40). Montagne in-

differenti alla "ricercadella notorietà", tanto cheAntonio Berti, autoredelle più celebri guide

delle Alpi Orientali, le da-va ancora per poco notenel 1908, mezzo secolodopo che Paul Grohmannaveva scalato molte im-portanti vette dolomiti-che, fra le quali il vicinoAntelao (1863). Del resto,scrive Visentini "per an-dare in Marmarole biso-gna rinunciare alle garan-

zie dell'escursionismo ar-tificiale e sponsorizzato.Bisogna saper andare inmontagna".Decanta le bellezze delleMarmarole e di tutte leDolomiti cadorine UgoScortegagna, autore diDolomiti patrimonio

dell'umanità (Cai-Duck,2011; pp. 439, € 25). L'au-tore parla della storia al-pinistica delle Marmarolepartendo da una frase diItalo Zandonella Calle-gher, alpinista, scrittore eaccademico del Cai: "Sequesti monti si scuotesse-ro, sputerebbero pochichiodi". Eppure le primeimprese risalgono a fineOttocento: Luigi Cesalettisalì per primo la Torre deiSabbioni (1877), ma il ve-

ro pioniere fu il cacciatore

di camosci Gìovan Batti-

sta Toffoli, soprannomi-nato Tita Petòz, di Calal-zo, conquistatore della ci-

ma più alta del gruppo, ilCimon del Froppa (1867).Anche se poi il risultato

fu messo in dubbio e lasalita ripetuta nel 1872 daUtterson Kelso e De

Falkner con alcune guide(vedi a pag. 77).

I monti di Tiziano?Nel cuore di Pieve di Ca-dore si erge la statua di Ti-ziano Vecellio, opera di

Antonio Dal Zotto: cele-bra il più illustre figlio delpaesino del Bellunese, na-to lì sul finire del Quattro-cento, padre, con Giorgio-

ne, della pittura tonale,così definita perché atten-

ta all'osservazione dei co-

lori e al loro rapporto con

la luce. L'inventore delrosso Tiziano fu pittore

ufficiale di Carlo V e tito-

lare di una fiorente botte-

ga a Venezia, come spiega

Stefano Ardito in Guida

curiosa delle Dolomiti

(Newton Compton, 2019;pp. 448, € 12). Chissà se le

brillanti Marmarole han-no influito sulla sensibili-

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ALTRI VOLUMICONSIGLIATI

Fabio Anderfuig,

Le Marmarole: valichi

e sentieri (Cierre, 2008;

pp. 175, € 11,50)

Marco Ferraiolo, Trekking,

passeggiate e ferrate

a Cortina e dintorni

(ViviDolomiti, 2016;

pp. 200, € 29,50)

Escurr<lon. in Caa«e

~A,~ ß ) L]4~Jilr~.

Denis Perilli e Andrea

Greci, Escursioni in Cadore

(Idea Montagna, 2019;

pp. 239, € 24)

Roberto Giri e Denis Perilli,

Escursioni ad anello

nelle Dolomiti Orientali

(Idea Montagna, 2019;

pp. 463, € 29).

Emiliano Zorzi, Luca Brigo

e Carlo Piovan, IV Grado.

Dolomiti Orientali 2

(Idea Montagna, 2018;

pp. 432, € 28)

Enrico Raccanelli e Luca

De Antoni, Mountain Bike

in Dolomiti (Versante Sud,

2013; pp. 304, € 29)

STEFANO ARDITO

GUIDACURIOSA DELLEDOLOMITI

uN VIAGGIO ALIDI SCOPERTADEI LUOGHI PIO mSOMn DELLE Mi/MAGHE

PIU FAMOSE DEL MONDO

tà artistica del Maestro.Di certo facevano parte diun paesaggio a lui moltofamiliare: per la gente delCadore non c'è dubbioche esse siano "i monti diTiziano". Ne era convinto

anche il pittore e artistainglese Josiah Gilbert, che

I i vizio degli anni Ses-

santa dell'Ottocento, conl'amico scienziato e natu-

ralista George CheethamChurchill, si avventurò traIc Dolomiti. Da quelle pe-

regrinazioni, oltre al su-perclassico The DolomiteMountains (1864), vide laluce Cadore or Titian'sCountry (1869), pubblica-to in Italia con il titolo

Cadore. Terra di Tiziano

(Nuovi Sentieri, 1990; pp.274, € 20). Anche diversi

autorevoli critici vedonole Marmarole sullo sfon-

do del dipinto La presen-tazione della Vergine altempio (1534-38), che sa-rebbe anche la prima rap-presentazione delle Dolo-miti. E infine, come ricor-da Luca Alessandri in Lamontagna nella letteratu-ra italiana. Da Petrarca aCognetti (Aracne, 2018;pp. 288, € 18), perfinoGiosuè Carducci le ha im-mortalate come "care al

Vecellio" nell'ode Cado-re, nata per celebrare nontanto i monti, quanto legesta del patriota Pier

Fortunato Calvi, uno deimartiri di Belfiore. "Care

al Vecellio? E perché?"scrive Dino Buzzati in Ifuorilegge della monta-gna (a cura di Lorenzo Vi-ganò, Mondadori, 2010; 2

voll., pp. 664, € 19). Il cro-nista del Corriere dellaSera tuona contro il frain-tendimento tutto roman-

oM1. !NUMI ( I NNiRgRa emA mOMRoVD.,-. .. LaW.,e

tico dietro a quella che

pure definisce "un'espres-sione fortunata".-Ai tem-pi di Tiziano" spiegaBuzzati "le montagne,Dolomiti comprese, non

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interessavano, non esiste-vano neanche si può dire

[...] Sono stati i romantici

a scoprirle". Come Gil-

bert. Prova ne è, per

Buzzati, che nei quadri

del Vecellio le Dolomitinon ci sono affatto, e chivede le Marmarole nel di-

pinto La presentazione

della Vergine al tempionon sa cosa siano le Dolo-miti, e ancor peggio dubi-

ta del Maestro perché, af-ferma il giornalista conveemenza, "delle vere

Marmarole, quelle generi-

che montagne non hanno

[...] né la forma, né il co-

lore, né lo spirito".

L'Alta Via n° 5

Che il nome di Tiziano sia

indubbiamente legato al-

le Marmarole, comunque,

è fuori discussione. Tantoche la prima alta via dolo-

mitica, nata nel 1946, ven-

ne intitolata proprio a Ti-

ziano. A idearla il foresta-

A sinistra, il villaggio diPieve di Cadore e, sullosfondo, le Marmarole, inun'illustrazione di JosiahGilbert per il suo volume

Cadore or Titian'sCountry, pubblicatoa Londra nel 1869 da

Longmans, Green & Co.A destra, la statua

in bronzo raffiguranteTiziano, a Pieve

di Cadore, realizzatanel 1880 da AntonioDal Zotto. Il pittore

è rappresentato conlo sguardo rivolto verso

la vicina casa natale.

le, di origine emiliana, tra-sferitosi ad Auronzo negli

anni Trenta, Antonio San-marchi, detto Toni o, pergli amici, Capitan Baran-cio, termine dialettale che

indica il pino mugo, ri-chiamando così la suagrande tenacia nell'esplo-

rare le alte quote. San-

marchi amava inerpicarsi

per crode, cenge, canaloniimpervi. Un giorno vennea sapere della vicenda didue ragazzi, uno tirolese el'altro bellunese, che alla

fine della Prima guerra

mondiale si erano messi a

perlustrare, fianco a fian-

co, l'area fra le Tre Cimedi Lavaredo, il Popera e la

Croda dei Toni alla ricer-

ca dei resti dei loro padri,caduti in battaglia nel

1916. Non li trovarono,ma tra loro nacque unagrande amicizia. Colpito

da questa storia, nel 1942,nel pieno della guerra,Sanmarchi concepì un'al-

ta via "dove correvano gliantichi fronti di guerra"per lanciare "un messag-

gio di fratellanza ", scriveMarco Albino Ferrari nelvolume Nel Castello delleStorie (Hoepli, 2019; pp.232, € 22,90). "Una super-ba traversata che con-

Nel Castello

dello Storie

giunge, in segno di pace edi incontro, la provincia

di Bolzano con quella di

Belluno, la Pusteria al

Cadore", come la descris-se a suo tempo lo stesso

Sanmarchi. L'itinerario sisviluppa in sette tappe e90 chilometri, per buona

parte in alta montagna enelle Marmarole, dove i

sentieri, altrove solita-

mente ben segnalati, si

fanno invece "esili trac-

ce". Così avvertono all'i-

nizio della loro guida, Al-

ta Via di Tiziano (Tamari,

2° edizione 1989; pp. 188,

€ 12,95), Italo ZandonellaCallegher e Toni Sanmar-

chi. Dove, inoltre, si legge

che l'intitolazione a Tizia-

no, in realtà, fu imposta

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ALTRI VOLUMICONSIGLIATI

Francesco Vascellari, Loris

De Barba, Davide D'Alpaos e

Tiziano Canal, Scialpinismo

e ciaspole in Marmarole,

Antelao e Sorapiss

(ViviDolomiti, 2019;

pp. 180, € 29)

Paolo Grosso e Domenico

Vascellari, Scialpinismo

in Comelico-Sappada

(ViviDolomiti, 2013;

pp. 240, € 24,50)

LUNGO ü UNEA_MI FANTI_

iN

Giovanni De Donà e

Giuseppe Teza, Lungo

la linea del fronte (DBS,

2017; pp. 280, €15)

Antonella Fornari,

Tra Val Comelico e Val

Pusteria. Escursioni per

un'estate nell'incanto

della natura (Zanetti, 2011;

pp. 92, € 6)

l3AION

Giovanni De Donà e Walter

Musizza, Baion: una

casera, un rifugio (Ribis,

1992; pp. 109, €10,33)

Due immagini dal volume Dolomiti patrimonio dell'umanità: qui, 25 settembre1898: si inaugura il rifugio Tiziano; a fronte, inizio Novecento, la strada che daAuronzo sale a Misurina. In basso, gli effetti della tempesta Vaia (ottobre 2018)nella Costa dei Pennoni, nella Riserva di Somadida.

da Mario Brovelli, il me-

dico che istituì il Soccorso

alpino a Pieve, nel 1955,nonché grande sostenito-re e divulgatore delle alte

vie dolomitiche (vediMontagne n° 50, 56, 62).

Un equilibrio fragileC'è da credere che nelle

sue scorribande Sanmar-chi sia finito anche nella

Riserva naturale orientatadi Somadida, da secoli ri-

tenuta fra i boschi più bel-li del Cadore, sul versantenord delle Marmarole. La

comunità cadorina la do-nò nel 1463 alla Serenissi-

ma Repubblica di Vene-

zia, che la ribattezzò Vizzadi San Marco, perché nericavava il legno per i pen-noni e le antenne delle na-vi, tanto che ancora oggiuna parte di Somadida sichiama Costa dei Penno-ni. Anche in questi luoghi,

fra il 28 e il 29 ottobre2018, la tempesta Vaia hafatto sentire la sua poten-

za devastatrice, ma per

fortuna le Marmarole

hanno frenato la sua corsaverso nord. Vaia in totaleha divelto 42mila ettari dibosco e il vento, arrivato

fino a 160 km/h, ha schian-

tato al suolo nove milioni

di metri cubi di alberi, dal-le Prealpi alle Dolomiti.Di questo "evento bibli-co", come lo definisce Pa-olo Rumiz nel recente Ilfilo infinito (Feltrinelli,2019; pp. 176, € 15), parla-no Paola Favero e Sandro

Carniel nel corposo volu-me C'era una volta il bo-sco. Gli alberi raccontanoil cambiamento climatico

(Hoepli, 2019; pp. 278, €

19,90), inquadrandolo co-

me un sintomo di males-sere del pianeta, spiegan-done le dinamiche, ma so-prattutto individuandonealcune cause, da cui parti-re per una ricostruzionesostenibile. "Quello che èaccaduto" scrive Paola Fa-

vero, "è il chiaro, indiscu-

tibile segnale che gli anti-chi equilibri sono in crisi.[...] È la fine di un'era.Non solo naturale, ma an-che culturale". Un libro

ricco di approfondimentida parte di esperti. Un te-

sto che dovrebbe essere

letto in tutte le scuole.

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Unesco, un patrimonio...esclusivo

Forse le Marmarole nonfurono care al Vecellio,mentre è certo che il bel-lunese Dino Buzzati ave-va nel cuore le Dolomiti

di casa. E seppe cogliere,in tempi non sospetti, il ri-

schio del turismo di massae la fragilità dell'ambientemontano (si pensi alla po-lemica estiva sul concertodi Jovanotti a Plan de Co-rones). Nel 2009 è però ar-rivato il riconoscimentoUnesco delle Dolomiti co-me Patrimonio dell'uma-nità, assegnato tuttavia so-

Mutui AlbinoFerrari

lpi «egr•te

ITALO ZANDONELLA CALLCGIIER

LA RAGAZZADEL MULO

lo alle "aree più spettaco-lari. [...] preservate dal ce-mento. Ossia le rocce e lecime maggiori", scriveMarco Albino Ferrari inAlpi segrete. Storie di uo-mini e di montagne (La-terza, 2012; pp. 186, € 16).L'autore si interrogasull'esclusione di zone co-

me il Comelico, con le suebelle montagne. "Eppure,cos'ha da invidiare allevicine Dolomiti di Se-

sto? ". Lo rileva, in La ra-gazza del mulo. 1915-1917:il massacro sulla Cresta di

Confine (Mursia, 2012; pp.372, € 19), anche Italo

Zandonella Callegher,che del Comelico è l'indi-scutibile cantore, circon-dato da monti che "stan-no umilmente sulla sogliadelle Dolomiti e non pos-sono entrare in quel re-

gno incantato perché nonsono considerati 'patri-

monio dell'umanità".Con il paradosso che l'U-nesco ha incrementato ilturismo in zone già messea dura prova dai "collezio-nisti" senza passione dellabellezza da cartolina, pre-servando dall'assaltoquelle circostanti, fra cuiproprio il Comelico, alleprese oggi con il problema

dello spopolamento. Unaconseguenza del decadi-mento della fiorente indu-stria dell'occhiale, ma an-

che della debolezza dei

governi locali, denuncianoAlberto Di Gioia ed Er-win Dubiano nel volume acura di Federica Corrado,Giuseppe Dematteis e Al-berto Di Gioia Nuovi

montanari. Abitare le Al-pi nel XXI secolo (Fran-

Federica Corrado,Gia.eppr Dematteis, Alberto Di Gioia

NUOVI MONTANARIaa,a u Aea: teir.o

coAngeli, la edizione2014, ristampa 2019;pp. 224, € 34). Una man-canza compensata dallavoglia di fare della gentelocale, e dalla bellezza del-

le abitazioni, circa il 70%

delle quali disabitate.

PamelaLainatiNata a Milanonel 1979,pubblicista,lavora da 15

anni nel settore editoriale.Metropolitana per necessità,alpinista per passione.

Si ringrazia per la gentilecollaborazione la libreria Monti in cittàdi Milano (wowlihridimotnagna.net)

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