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UNA MIGLIORE QUALITÀ DI VITA MALATTIE OSTEOARTICOLARI Sconfiggere il dolore e scegliere la terapia più appropriata UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET Osteoporosi Ossa più forti e minor rischio di fratture Chirurgia protesica I vantaggi della tecnica mini-invasiva PER MUOVERSI LIBERAMENTE 5 IDEE DIEGO DALLA PALMA Esperto di Immagine, Scrittore FOTO: MARCO MARRÈ BRUNENGHI FOTO: CARLA FRACCI DI GRAZIANO FERRARI QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO No 1./Giugno 2010

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UNA MIGLIOREQUALITÀ DI VITA

MalattieosteoartiColari

Sconfiggere il dolore e sceglierela terapia più appropriata

uno speciale realizzato da Mediaplanet

osteoporosiossa più forti e minor rischio di fratture

chirurgia protesicai vantaggi della tecnica mini-invasiva

PER MUOVERSI LIBERAMENTE

osteoartiColari

PER MUOVERSI

5IDEE

DIEGO DALLA PALMAEsperto di Immagine, Scrittorefoto: MarCo MarrÈ BrUnengHi

FOTO: Carla FraCCi Di GrazianO Ferrari

QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

no 1./Giugno 2010

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2 · Malattie OsteOarticOlari uno speciale realizzato da Mediaplanet

eDitoriale

Malattie del nostro tempo

In Italia più di 6 milioni di persone sono aff ette dapatologie reumatiche e circa 5 milioni da osteoporosi. L’informazione è il primo passo per una diagnosi precoce.

l’osteoporosi, le ma-lattie metaboliche dello scheletro e le malattie articolari sono aff ezioni par-ticolarmente fre-quenti nella popola-

zione, soprattutto nelle età avan-zate. L’osteoporosi si caratterizza per la fragilità dello scheletro che predispone all’insorgenza di frat-ture per traumi di minima entità. Tale condizione dipende non sol-tanto da una riduzione della mas-sa ossea, ma anche da un’altera-zione qualitativa del tessuto sche-letrico. Si stima che in Italia circa 5 milioni di persone siano aff ette da osteoporosi, il 70-80% delle qua-li sono donne in menopausa. Inol-tre, ogni anno, si registrano circa 80.000 fratture di femore, il 75% delle quali occorre nella popola-zione femminile e, di queste, più del 90% avviene nelle donne al di sopra dei 65 anni.

Osteoporosi e invecchia-mento della popolazione

Oltre alle fratture del femore, rivestono notevole impor-

tanza anche quelle vertebrali, del

polso, dell’omero e della caviglia. Nel prossimo futuro, in relazio-ne al progressivo invecchiamen-to della popolazione, fenomeno questo particolarmente evidente in Italia, ci attendiamo un aumen-to notevole delle fratture osteopo-rotiche, specie quelle del femore. A ciò conseguirà un forte incremen-to delle problematiche correlate alle fratture, quali il peggioramen-to della qualità della vita, l’aumen-to dei costi sociali e sanitari, la di-sabilità cronica. Anche le altre ma-lattie metaboliche dello scheletro, quali ad esempio il morbo di Paget e l’iperparatiroidismo primitivo, sono patologie relativamente fre-quenti e spesso misconosciute.

Gli specialisti del settoreLa comunità scientifi ca che in Italia aff ronta le temati-

che correlate a queste malattie si riconosce all’interno della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Me-tabolismo Minerale e delle Ma-lattie delle Scheletro (SIOMMMS). Tale società raccoglie tutti gli spe-cialisti che, in diversi settori e at-traverso varie angolazioni si oc-cupano di queste aff ezioni, qua-

li internisti, reumatologici, orto-pedici, ginecologi, endocrinologi, nefrologi, fi siatri. La SIOMMMS può essere certamente considera-ta l’organo uffi ciale che in Italia si occupa di promuovere l’informa-zione culturale e scientifi ca nel campo delle malattie metaboliche dell’osso e in particolare dell’oste-oporosi.

Prevenzione e linee guidaLa recente pubblicazione delle linee guida italiane per

la prevenzione, diagnosi e terapia dell’osteoporosi sottolinea lo sfor-zo della società nell’identifi cazio-ne dei soggetti a rischio per la ma-lattia prima che essa si compli-chi con la frattura. Anche le ma-lattie reumatiche sono molto fre-quenti e invalidanti; stime recen-ti indicano che nel loro comples-so queste malattie colpiscono più di 6 milioni di persone, di cui cir-ca 700.000 aff ette da reumatismi infi ammatori. Il 50% circa dei pa-zienti aff etti da malattie reuma-tiche va incontro a un’invalidità permanente se queste condizio-ni non vengono curate adeguata-mente e nei tempi giusti.

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“la pubblicazione delle linee guida italiane per la prevenzione, diagnosi e terapia dell’osteoporosi sottolinea lo sforzonell’identifi cazione dei soggetti a rischio.”

Salvatore Minisola, presidente sioMMMs

“l’artrosi e l’osteo-porosi sono oggi la più grande sfi da per il medico chirurgo del terzo Millennio.”

UmbertoTarantinoprof. ordinario direttore u.o.c.di ortopedia e traumatologia, Fon-dazione policlinico tor Vergata, roma

in eViDenza

paGina 08

Vitamina D, supporto contro l’osteoporosi p. 04

Malattie reumatiche in punta di piedi p. 07

Malattie osteoarticolari,priMa edizione, GiuGno 2010

Managing Director: Mattias rentner

Editorial Manager: Gianluca cò

Designer:daniela Borraccino

Project Manager: Gaia BenvenutiTelefono: +39 02 36 26 94 26E-mail: [email protected]

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L’artroscopia dell’anca. Nuove possibilità nella terapia della coxalgiaL’artroscopia dell’anca è diventata una tecnica di grande successo per la diagnostica più precisa e la terapia minin-vasiva di molte patologie che provocano disturbi funzio-nali e dolore dell’articolazione coxo-femorale.Con strumenti speciali viene inserita una sonda endosco-pica con la quale si può visualizzare l’intera articolazione e confermare eventuali alterazioni patologiche responsabili della coxalgia (artroscopia diagnostica).

Le più frequenti cause di tali disturbi sono:- lesioni del labbro acetabolare- corpi liberi- la sindrome da contatto femoro-acetabolare (FAI – femo-ro – acetabular –impingement)- lesioni della cartilagine- sinovite- detrito articolare causato da artrosi.Una volta individuata la speci� ca causa si possono succes-sivamente curare questi problemi durante lo stesso inter-vento con la tecnica adeguata (artroscopia terapeutica):- si asportano o riparano lesioni del labbro acetabolare- si asportano corpi liberi

- si abradono parti eccessive responsabili del contatto pa-tologico tra testa del femore ed acetabolo (FAI)- si abradono lesioni della cartilagine e si attua la pratica tecnica di microfratturazione per stimolare la formazione di nuova cartilagine- si pratica la sinoviectomia- si praticano lavaggi del detrito artrosico responsaibile della dolorosa in� ammazione dell’articolazione.L’artroscopia dell’anca, con l’ampia visualizzazione dell’in-tera articolazione, permette nel caso di artrosi una più si-cura decisione, se proseguire con cure conservative oppu-re sottoporsi a intervento chirurgico di sostituzione delle parti consumate con impianti di artroprotesi.L’intervento chirurgico dell’artroprotesi dell’anca viene ef-fettuato con la più moderna tecnica mininvasiva che per-mette l’impianto stabile dell’artroprotesi con minimo dan-no dei tessuti e cicatrici piccole e poco visibili.Il rischio infettivo è minimizzato grazie all’impiego intrao-peratorio di un sistema di ultra� ltrazione sterile dell’am-biente.La deambulazione è possibile molto precocemente così come il ritorno alle normali attività quotidiane e lavorative.

Arthro Surgery GroupDirettore Prof. Dr. med. W. Thomas

opera all’interno della Casa di Cura European Hospital, Via Portuense 700 – 00148 Roma

Tel.: 06-6571541 - 06-65975641Fax: 06-65975620

www.as-group.it [email protected]

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Malattie OsteOarticOlari · 3uno speciale realizzato da Mediaplanet

L’osteoporosi è un’alterazione nel-la mineralizzazione del tessuto osseo: la struttura ossea si fa più porosa, diventando fragile e sog-getta a fratture anche a seguito di traumi molto lievi; da qualche an-no però esistono terapie in gra-do di prevenire le fratture sia ver-tebrali che femorali. Ne parliamo con la Professoressa Luisa Bran-di, Docente Ordinario di Endocri-nologia all’Università di Firenze e Presidente della Fondazione Ita-liana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO).

Osteoporosi e frattura al fe-moreSono oltre 80.000 le fratture di fe-

more in Italia ogni anno e la mag-gior parte causate dall’osteoporo-si, che colpisce oltre 5 milioni di persone, soprattutto donne. “Tra le pazienti fratturate, una su cin-que muore entro un anno per cau-se post-operatorie, come trombosi o embolie e il 40% è inabile alla de-ambulazione dopo un anno dall’in-cidente – aff erma la Prof.ssa Brandi - provocando un forte stato depres-sivo, con progressiva riduzione del-le capacità cognitive”.

Importanza dell’aderenza al-la terapiaNei casi di osteoporosi conclamata, per prevenire le fratture, è fonda-mentale l’utilizzo di terapie come i bisfosfonati. “Sono farmaci per uso cronico che riequilibrano il rimo-dellamento osseo, un processo bio-logico dell’osso che nell’osteoporo-si risulta alterato – spiega l’endocri-nologa –. Risulta fondamentale che il farmaco impiegato sia davvero effi cace e che il paziente lo assuma

eff ettivamente nei tempi e nei do-saggi prescritti dal medico: ciò di-pende dalla comodità, dalla versa-tilità del farmaco stesso e dalla sua tollerabilità”.

Risedronato: flessibilità ed efficaciaOrmai in commercio da circa 10 anni, il Risedronato è un bifosfona-

to di eccellenza in quanto garanti-sce proprio tollerabilità, effi cacia e comodità: studi tra i quali il RE-AL (RisEdronate and Alendronate) condotto su oltre 33.000 donne in post-menopausa con osteoporo-si, hanno dimostrato che si è avu-ta una riduzione del 43% dell’inci-denza di fratture di femore rispetto a un altro farmaco, l’alendronato. Inoltre “la sua fl essibilità miglio-ra l’aderenza alla terapia – spiega Maria Luisa Brandi – infatti Rise-dronato è disponibile per uso quo-tidiano, settimanale e mensile e tale fl essibilità deve essere decisa insieme al medico, a seconda delle esigenze. Ciò è fondamentale per-ché se il paziente smette di curar-si non solo la terapia non fa eff etto ma ci rimette anche il Servizio Sa-nitario Nazionale che rimborsa sia questo tipo di farmaci che i ricoveri per gli interventi chirurgici”.

LUISA BRANDIDocente Ordinario di Endocrinolo-gia all’Università di Firenze e Presi-dente della Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO).

vanessa salzano

[email protected]

Domanda:■■ da cosa di-pende il successo di un trat-tamento cronico come per l’osteoporosi?

Risposta: ■■ da due elementi fondamentali: completa effi -cacia e aderenza alla terapia.

neWs

osteoporosi: come prevenire le fratture

in BreVe

Gerolamo Bianchidirettore dipartimento di locomotor systemdirettore divisione di reumatologia,azienda sanitaria Genovese

Altribisfosfonati

Etidronato e Clodrona-■■to sono bisfosfonati di vec-chia generazione, disponibi-li in Italia, per il trattamen-to dell’osteoporosi. Due nuo-vi arrivi nella scuderia, Iban-dronato e Zoledronato, han-no invece aperto una nuova era nel trattamento dell’oste-oporosi. L’Ibandronato è di-sponibile in formulazione orale mensile o endovenosa trimestrale, lo Zoledronato viene somministrato per via endovenosa una volta all’an-no. Entrambi sono effi caci nel ridurre le fratture verte-brali, non vertebrali e femo-rali; inoltre lo Zoledrona-to ha dimostrato di ridurre la mortalità dopo la frattura del femore. La possibilità del-la somministrazione endove-nosa rende possibile una mag-giore fl essibilità nell’utilizzo di questi farmaci, con miglio-ramento dell’aderenza alla te-rapia da parte dei pazienti.

Malattie OsteOarticOlariuno speciale realizzato da Mediaplanet

1IDEA

Casa di cura Solatrix. Prevenzione, terapia e riabilitazioneSolatrix è una casa di cura polispecialistica convenzionata, dispone di unità operative di medicina interna e RSU oltre a numerosi servizi ambulatoriali accreditati. La clinica ada-giata su un lieve pendio nei pressi di Rovereto, dispone di 135 posti letto di cui 44 di lungodegenza destinati a terapia riabilitativa estensiva e 17 per la riabilitazione intensivo mo-toria ed articolare per pazienti so� erenti di artrosi o artrite alle ginocchia o alle anche. Per questo tipo di patologie la casa di cura Solatrix svolge anche interventi chirurgici nel-la locale unità operativa di ortopedia. L’unità operativa di reumatologia nata negli anni ‘80 e fondata dal Dott. Com-per ha uno sta� composto da sette � sioterapisti, un aiuto medico reumatologo specialista in medicina interna e reu-matologia, un consulente � siatra in contatto con l’Universi-tà di Ferrara e con il reparto di reumatologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Tale reparto ha sviluppato negli anni un settore dedicato all’osteoporosi dotandolo di moderni densitometri a raggi x e densitometri a ultrasuoni per la densitometria del calcagno. Se si pensa che il rischio di an-dare incontro ad una tipica frattura osteoporotica a carico del polso, corpi vertebrali o femore è del 15% circa per ogni sito e del 40% per un qualsiasi sito, si intuisce quanto l’inda-gine densitometrica sia fondamentale. Ad oggi infatti è la principale tecnica che consente di misurare in modo accu-rato e preciso la massa ossea ed in particolare la densità mi-nerale di super� cie ossea. L’attività di densitometria ossea

presso la Casa di Cura Solatrix svolge circa 2000 diagnosi all’anno ed ha come principale obiettivo quello di o� rire un servizio integrato che prenda in considerazione non solo il dato densitometrico, e quindi la valutazione del rischio di osteoporosi, ma che vada a strati� care il più ampio rischio fratturativo. Il laboratorio in dotazione, dedicato esclusi-vamente all’osteoporosi, sarà utilizzato sempre più per la cura e diagnosi di pazienti oncologici, sopratutto, donne, in terapia con farmaci per il tumore alla mammella e uomini, in terapia con farmaci per la cura del tumore alla prostata. Tali farmaci, infatti, spesso, sono proprio la principale causa dell’osteoporosi. Il complesso radiologico della casa di cura Solatrix permette di realizzare indagini a 360° sia nel cam-po della radiologia tradizionale che per quanto riguarda TAC e risonanze magnetiche di ultima generazione.

Paolo ComperPrimario Reparto Reumatologiae Riabilitazione MotoriaCasa di cura Solatrix

foto: iStoCKPHoto

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4 · Malattie OsteOarticOlari uno speciale realizzato da Mediaplanet

neWs

Vitamina D, supportocontro l’osteoporosi

Indispensabile fi n dall’infanzia per raggiungere una massa ossea adeguata, la vitamina D è necessa-ria negli anziani per ottimizzare la risposta ai farmaci per l’osteo-porosi, per migliorare la forza mu-scolare e ridurre la tendenza a ca-dere, fattori importanti per la pre-venzione delle fratture. “Fortuna-tamente oggi abbiamo a disposi-zione numerosi farmaci in grado di ridurre il rischio di frattura e di migliorare la qualità del tessu-to scheletrico e – chiarisce il Prof. Salvatore Minisola, Presidente della Società Italiana dell’Osteo-porosi, del Metabolismo Minera-le e delle Malattie delle Scheletro (SIOMMS) – la terapia è obbligato-ria in tutti i malati nei quali si sia già verifi cata una frattura o che presentino una notevole riduzio-ne della massa ossea o che abbia-no dei fattori di rischio molto for-ti, come l’utilizzo cronico di corti-costeroidi”.

Alimentazione e vitami-na DLa vitamina D assunta con gli ali-menti è insuffi ciente perché è contenuta in quantità veramente irrilevanti e la sua maggiore fon-

te deriva dalla sintesi cutanea do-po l’esposizione solare. “Tuttavia, anche in questo caso la produzio-ne è insuffi ciente in rapporto alle nostre abitudini di vita, all’utiliz-zo di fi ltri solari e ad altri svariati fattori. Di conseguenza, il supple-mento di vitamina D, attraverso i prodotti presenti in commercio risulta obbligatorio, è peraltro di minimo costo, assolutamente si-cura sul piano farmacologico e di facile gestione clinica”.Il dosaggio raccomandato VIT D è di 800-1000 U.I./die (linee guida SIOMMMS-2009).

AlendronatoL’Alendronato è certamente il far-

maco maggiormente studiato in casistiche estremamente nume-rose di pazienti e soprattutto per un periodo di tempo molto lungo tanto che oggi sono presenti nella letteratura internazionale studi con questo farmaco della durata di dieci anni. “Inoltre l’Alendrona-to ha rappresentato il farmaco di riferimento per tutti gli altri studi che sono stati condotti con diff e-

renti terapie per l’osteoporosi. Infine – conclude il Presiden-te - dato questo di non poco pe-so, l’Alendronato è l’unico farma-co attualmente in commercio che nella sua formulazione presenta in aggiunta anche la vitamina D”.

”l’alendronato nella sua formu-lazione presen-ta in aggiunta la vitamina d.”

Salvatore Minisola, presidente sioMMMs

vanessa salzano

[email protected]

in BreVe

Ranuccio Nutidirettore Medicina internauniversità degli studi di siena

Farmaci attivi sulla formazione ossea

Il trattamento dell’osteoporo-■■si prevede anche la possibilità di utilizzare farmaci in grado di sti-molare la componente osteobla-stica del tessuto osseo così da fa-vorire la neoformazione.

I farmaci che possiedono que-sta caratteristica sono il Parator-mone 1-34, noto come Teriparati-de, l’Ormone paratiroideo 1-84 e, in parte, il Ranelato di stronzio.

La somministrazione del Teri-paratide e del Paratormone 1-84 avviene per via sottocutanea ed è giornaliera, alla dose di 20 mcg e 100 mcg, rispettivamente: en-trambi, secondo la nota 79, han-no l’indicazione in presenza di un’osteoporosi severa. Il Teripa-ratide ha dimostrato di incre-mentare sia la componente cor-ticale sia soprattutto quella tra-becolare dello scheletro con una riduzione dopo 18 mesi di tera-pia del rischio di frattura a livel-lo vertebrale e non vertebrale ri-spettivamente del 65% e 35%. Il periodo di trattamento consi-gliato è di 24 mesi ed è stata os-servata anche una signifi cativa riduzione della sintomatologia dolorosa. Per quanto riguarda il Paratormone 1-84 la riduzione del rischio di frattura vertebra-le è stato del 61%, con un incre-mento signifi cativo, sotto il pro-fi lo istomorfometrico, del nume-ro delle trabecole della spongiosa e del loro spessore.

Il meccanismo d’azione del Ranelato di stronzio è riconduci-bile da un lato a un’azione anti-riassorbitiva, attraverso la ridu-zione della diff erenziazione de-gli osteoclasti, e dall’altro, grazie a una ridotta attività del sistema RANKL, a una stimolazione del processo di neoformazione oste-oblastica. Studi dedicati hanno dimostrato che il farmaco è in grado di ridurre signifi cativa-mente in pazienti con osteopo-rosi post-menopausale il rischio di frattura a livello vertebrale e non vertebrale, sia in tempi pre-coci (dopo un anno) sia a lungo termine: dopo 5 anni il rischio di frattura vertebrale e di femore si è ridotto del 24 e 43 %, rispettiva-mente. Il Ranelato di stronzio si assume giornalmente per os, al-la dose di 2 g. Buona è risultata la tollerabilità.

uno speciale realizzato da Mediaplanet

2IDEA

Domanda:■■ Quale è il ruo-lo della vitamina d nella pre-venzione e nel trattamento dell’osteoporosi?

Risposta:■■ È un ormone fondamentale per la salute scheletrica, ma la produzione autonoma del corpo umano è spesso insuffi ciente.

foto: iStoCKPHoto

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foto: iStoCKPHoto

Il Polimetilmetacrilato im-piegato da più di 40 anni come cemento ortopedico ha trova-to la sua indicazione anche nel trattamento delle fratture ver-tebrali sintomatiche per via percutanea con la vertebropla-stica. Il Polimetilmetacrilato è

un materiale non riassorbibi-le, la ricerca allo stato attuale ha sviluppato nuovi materiali sintetici riassorbibili in grado di sostituire il cemento consen-tendo di rimodellare la verte-bra in pazienti con crolli verte-brali sintomatici da osteoporosi – aff erma il Prof. Salvatore Ma-sala, Responsabile dell’U.O. di Diagnostica per Immagini, Ra-diologia Interventistica, Ima-ging Molecolare e Radiotera-pia Diretta dal Prof. Giovanni Simonetti presso il Policlinico dell’Università Tor Vergata di

Roma. Attualmente è disponi-bile un cemento biologico ri-assorbibile, specificatamente studiato per la vertebroplasti-ca; si tratta di un materiale bio-attivo molto simile alla spon-giosa umana nelle caratteristi-che chimico-fi siche. La tecnica e l’approccio sono sempre gli

stessi, ciò che cambia è il ma-teriale utilizzato che rinforza e stimola la ricrescita di nuovo osso a distanza di tempo. Sono questi gli elementi tecnologica-mente avanzati che consento-no, dopo un’accurata anamnesi, di eff ettuare simili interventi in anestesia locale e in day ho-spital, garantendo la mininva-sività e lavorando su più verte-bre nell’arco dello stesso inter-vento.

Un materiale innovativo per le fratture vertebraliDomanda:■■ Quando va uti-

lizzato il nuovo cemento orto-pedico?

RIsposta: ■■ È consigliato nei pazienti con crollo vertebrale sintomatico.

vanessa salzano

[email protected]

neWs

Un nuovo cemento biologico per la cura dell’osteoporosiLa Bio.Tis srl è una società di recente costituzione, nata dall’esperienza di oltre 20 anni del suo Amministratore e azionista di maggioranza, Dr. Vincenzo Angelucci, nel campo della distribuzione in Italia di nuovi “Biomateria-li” a elevato contenuto tecnologico, per il trattamento chirurgico riparativo e rigenerativo dei tessuti ossei sog-getti a patologie o traumi, in ambito Ortopedico/Trau-matologico, Neurochirurgico e del distretto MaxilloFac-ciale. In particolare, recentemente, la società Bio.Tis srl

ha chiuso un contratto con la società BoneSupport con base a Lund, Svezia, per la commercializzazione in esclusiva per l’Italia, di un nuovo e innovativo sostituto osseo sintetico riassorbibile, denominato “Cerament™”, autorizzato per l’uso percutaneo, per il trattamento di fratture ossee, in particolare su base osteoporotica. L’osteoporosi è una patologia in costante aumento nel-la popolazione, legata anche all’innalzamento dell’età media delle persone. Una conseguenza di questa condi-zione, è l’elevato rischio di fratture in vari distretti dello scheletro osseo, e in particolare nel collo del femore e

nella colonna vertebrale. Fino a oggi, il trattamento di queste fratture vertebrali avveniva mediante l’utilizzo di cementi non riassorbibili su base acrilica (PMMA: poli-metilmetacrilati), che tolgono il dolore ma rimangono nel tessuto osseo per sempre,- a� erma il Dr. Angelucci-. Il “Cerament™”, o� re il vantaggio di un trattamento più biologico, stabilizzando la vertebra fratturata, riducen-do o eliminando il dolore, con il suo consolidamento im-mediato post-iniezione, e stimolando successivamente la ricrescita di nuovo tessuto osseo, con la guarigione della frattura, grazie alla sostituzione del materiale iniet-tato, da parte del nuovo osso prodotto dal paziente. Con una semplice iniezione di questo “Cemento Biolo-gico”, in anestesia locale, si dà la possibilità ai pazienti, di un pronto ritorno alle normali attività dopo solo 2 ore dall’intervento.

BioTis srl.Piazza della Serenissima 20/6, 31033 Castelfranco Veneto

Tel. 04231952410 Fax. 04231952411 email: [email protected]

Vincenzo AngelucciAmministratore Delegato

SalvatoreMasalaresp. dell’u.o. di diagnostica per immagini, radiolo-gia interventistica, imaging Molecola-re e radioterapia

L’impiego protratto dei corti-■■sonici comporta svariati eventi avversi il più temibile dei quali è legato alla fragilità scheletrica con comparsa di fratture, anche spontanee. I cortisonici eserci-tano eff etti negativi su tutte le cellule dello scheletro inducen-do un aumento transitorio del riassorbimento osseo, una ridu-zione protratta della formazio-ne di nuovo osso, nonché una profonda alterazione qualitati-va che compromette la resisten-za scheletrica. Le fratture da fra-gilità interessano soprattutto le vertebre, le coste e il collo femo-rale e si verifi cano precocemente in almeno il 40% dei pazienti di entrambi i sessi, indipendente-mente dai valori di densità ossea e anche per bassi dosaggi. L’eff et-to scheletrico è dose-dipenden-te ed è più grave quando si asso-ciano altri fattori di rischio per osteoporosi come la menopausa, la magrezza, uno scarso apporto in calcio, la ridotta attività fi sica o una malattia cronica. In tutti i pazienti deve quindi essere ri-cercata la minima dose utile e il trattamento deve essere inter-rotto non appena possibile. La prevenzione delle fratture im-piega in tutti i pazienti una sup-plementazione con calcio e vita-mina D e, dove indicato, l’uso di farmaci come gli aminobisfosfo-nati o il paratormone 1-34.

LuigiSinigagliadirettore del dip. di reumatologiaistituto ortopedico Gaetano pini, Milano.

in BreVe

Malattie OsteOarticOlari · 5uno speciale realizzato da Mediaplanet Malattie OsteOarticOlariuno speciale realizzato da Mediaplanet

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6 · Malattie OsteOarticOlari uno speciale realizzato da Mediaplanet

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Gianfranco Ferraccioliordinario di reumatologiadirettore divisione di reumatologiauniversità cattolica del sacro cuorecomplesso columbuspoliclinico Gemelli - roma

Artrite Reumatoide

L’artrite reumatoide (AR) è la ■■più comune di tutte le artriti in-fi ammatorie e colpisce circa lo 0.4-0.5 % della popolazione adul-ta, in tutto il mondo, con un pic-co di incidenza tra i 30 ed i 50 an-ni. L’incidenza in Italia è stimata del 1.42 per 1000 nel sesso fem-minile e 0.51 per 1000 nel sesso maschile. La severità del quadro morboso è dimostrata in manie-ra inequivocabile dal fatto che se mal controllata dal punto di vi-sta terapeutico, il 20-30 % dei pa-zienti perde l’attività lavorativa e, come da recente studio CEN-SIS, oltre il 30% dei pazienti è sta-to costretto al pensionamento anticipato al momento della va-lutazione specialistica.

I sintomi che devono far so-spettare una AR iniziale si posso-no riassumere in alcune bandie-re rosse che il Medico di Famiglia deve saper interpretare e poi uti-lizzare per indirizzare i pazien-ti in tempo utile dallo speciali-sta Reumatologo: tumefazione a carico di tre o più articolazioni per oltre sei settimane; dolore a livello di piccole articolazioni di mani e piedi; rigidità al risveglio per più di 30 minuti.

La AR è una malattia che ini-zia nelle articolazioni piccole o grandi, ma che è defi nita siste-mica, ossia coinvolge tutti gli organi ed apparati. Le manife-stazioni sono molteplici: ema-tologiche, muscoloscheletriche, cardiovascolari. polmonari, va-scolari, oculari, salivari, cutanee.

Gli studi eff ettuati negli ulti-mi dieci anni hanno dimostra-to che la percentuale di pazien-ti con AR i cui sintomi datano da oltre 12 mesi, che vengono porta-ti in remissione completa con le terapie più effi caci si aggira tra il 20 ed il 30 %. Invece una diagnosi entro 3-6 mesi ed una terapia ag-gressiva entro 6 mesi dall’esor-dio dei sintomi, consente di ar-rivare ad una remissione clinica completa nel 40-60 % dei casi. Ec-co perché diventa fondamentale una diagnosi precoce e una tera-pia corretta e tempestiva entro 6 mesi. Fondamentale è il ruo-lo dei Medici di Famiglia nel so-spettare la AR in presenza delle bandiere rosse segnalate.

L’osteoartrosi (solo in Italia ne sono aff etti circa 4 milioni di persone) è una patologia che prevede la parte-cipazione di fattori meccanici, am-bientali, genetici, biochimici etc. Il suo carattere multifattoriale ren-de tale malattia molto diversifi cata

da paziente a paziente: questo in funzione sia del profi lo clinico ge-nerale del malato, sia della sede ar-ticolare interessata (ginocchio, an-ca, colonna vertebrale, mani etc).

L’idrokinesiterapiaIl trattamento ottimale dell’osteo-artrosi richiede una combinazione di trattamenti farmacologici e non farmacologici. Fra i secondi sono valorizzati soprattutto l’esercizio fi sico sotto guida medica e l’idroki-nesiterapia. Particolare rilievo è poi affi dato al recupero del peso ideale nei pazienti in sovrappeso e con di-sordini metabolici complessi, il cui riequilibrio è procedura da porre in atto con estrema rigorosità.

CondroprotezioneOltre al trattamento del dolore con gli analgesici, esistono programmi terapeutici fi nalizzati al rallenta-mento della progressione del dan-no cartilagineo. Questi farmaci de-fi niti Sysadoa, come Glucosamina Solfato, Condroitinsolfato, estratti di soia ed avogado, diacereina, aci-do ialuronico, hanno sicuramen-te un eff etto sintomatico ad azio-ne lenta ma ambiscono a realizza-

re un eff etto protettivo sulla carti-lagine.

Terapia chirurgicaLa chirurgia può intervenire sia nelle fasi iniziali della malattia ar-trosica a scopo preventivo o rico-struttivo, sia nella fase delle sosti-tuzioni protesiche che diventano obbligatorie quando la gravità del danno e la compromissione della qualità di vita del paziente sono insostenibili. È comunque auspi-cabile che vengano redatte linee guida per la protesizzazione ar-ticolare, sebbene, valga sempre il concetto della personalizzazione del trattamento.

Una malattia cronica multifattorialeL’osteoartrosi è una malat-tia cronica a carattere de-generativo che interessa la cartilagine articolare: essa va incontro a un progressi-vo deterioramento che al-tera la funzionalità artico-lare, genera dolore cronico con, talora, severe riacutiz-zazioni per fasi infiamma-torie della malattia.

L’osteoartrosi può esse-■■re molto invalidante. Qua-li sono le conseguenze sul-la qualità di vita dei pazienti affetti da questa malattia?

L’invalidità causata dall’Osteo-artrosi ha conseguenze inevita-bili sulla qualità di vita di entità variabile in rapporto alla durata della malattia, all’età del soggetto colpito, al numero e alla localizza-zione delle sedi coinvolte e all’en-tità dell’interessamento articola-re. Poichè l’Osteoartrosi comin-cia generalmente a manifestarsi in età lavorativa è inevitabile che condizioni tutti gli aspetti della quotidianità di chi è colpito, da quelli personali a quelli famiglia-ri, lavorativi e sociali. La qualità di vita viene compromessa dal dolo-re e dalla limitazione funzionale, due caratteristiche dell’Osteoar-trosi con risvolti economici rile-vanti per il soggetto malato e per la collettività; mi riferisco non solo ai costi assistenziali diretti ma anche a quelli indiretti, come la perdita di giornate lavorative e il lucro cessante.

Chi soffre di una malattia ■■osteoarticolare è costretto a restare in terapia per mol-

to tempo, ma spesso inter-rompe i farmaci perché è in-soddisfatto. Per quale moti-vo? Qual è la ragione per cui i malati non riescono a con-tinuare la terapia così come dovrebbero?

Le malattie reumatiche sono in grande maggioranza malattie cro-niche che necessitano di tratta-menti protratti e, pertanto, diven-ta fondamentale l’aderenza piena al trattamento per periodi anche lunghi, nel rispetto delle modali-tà di assunzione previste. Nel caso dell’Osteoartrosi vengono impie-gati i farmaci anti-infi ammatori non cortisonici, noti come FANS. Si tratta di farmaci che risultano effi caci sui sintomi e sulla funzio-ne articolare, ma che possono cau-sare eff etti collaterali, specie di ti-po gastrointestinale. La comparsa di eff etti collaterali è un ulteriore elemento di compromissione del-la qualità di vita.

Quando si prescrive una ■■terapia farmacologia sinto-matica, una considerazio-ne fondamentale è quella di fornire un farmaco efficace con effetti collaterali mini-mi. Quali sono al momen-

to le soluzioni terapeutiche che possono offrire sia ef-ficacia che buona tollera-bilità?

In realtà le problematiche di si-curezza gastrointestinale sono particolarmente frequenti quan-do si fa ricorso ai vecchi FANS. At-tualmente sono a disposizione della classe medica e dei malati i nuovi FANS, denominati COXIB, i quali si caratterizzano per un’effi -cacia sovrapponibile a quella dei vecchi FANS, ma con un profi lo di sicurezza gastrointestinale deci-

samente superiore. Questa parti-colarità permette di programma-re somministrazioni per periodi prolungati in condizioni di mag-giore sicurezza.

Esistono studi clinici che ■■possano dimostrare l’effi-cacia di questi farmaci?

Certamente. Etoricoxib, ad esempio, l’ultimo dei COXIB com-mercializzati in Italia, ha dimo-strato di coniugare effi cacia e si-curezza d’impiego in esperienze su oltre 30.000 pazienti, che han-no partecipato a studi clinici con-dotti con estremo rigore scientifi -co in tutto il mondo.

Un’altra malattia molto in-■■validante è la spondilite an-chilosante. Sul fronte delle terapie, c’è qualche novità per il suo trattamento?

La Spondilite Anchilosante è l’ultima delle malattie per le qua-li sono state riconosciute l’effi -cacia e la sicurezza di impiego di Etoricoxib, già dimostratosi vali-do strumento terapeutico per il controllo dei sintomi di altre ma-lattie reumatiche, quali l’Artrite Rematoide e la Gotta.

osteoartrosi e qualità della vita

Giovanni Minisoladirettore u. o.. complessa di reumato-logia ospedale di alta specializzazione “san camillo” - roMa

neWsuno speciale realizzato da Mediaplanet

4IDEA

LuigiDi Matteodirettore dell’ u.o.c. di reumatologia asl di pescara

I disturbi ai tendini prendono il nome di tendinopatie e possono colpire soprat-tutto chi pratica sport, sia a livello agoni-stico che amatoriale. Le tendinopatie originano, spesso, da un uso eccessivo dei tendini – cosiddetto overuse – oppure dalla ripresa dell’attivi-tà � sica dopo un periodo di inattività e possono coinvolgere uno o più dei 267 tendini presenti nel corpo umano.

L’overuse, ad esempio, determina la ri-petizione cronica di micro-sollecitazioni che a lungo andare alterano la normale struttura del tendine che si trova a essere meno irrorato dal sangue e quindi meno nutrito, a ciò si può associare l’in� am-mazione che provoca dolore, � no alla progressiva degenerazione che ne può provocare la rottura sotto stress anche di intensità non eccessiva.

Tenosan è un integratore alimentare che, con un equilibrato apporto di nutrienti, contrasta tutti gli aspetti delle Tendino-patie: Arginina e Vinitrox® per migliorare l’apporto di Ossigeno e il nutrimento del tessuto, Metilsulfonilmetano e Bromelina per contrastare l’in� ammazione, Collage-ne di Tipo I, il principale costituente dei tendini sani, per ridurre il rischio di dege-nerazione strutturale.

Novità dal mercato

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Malattie OsteOarticOlari · 7uno speciale realizzato da Mediaplanet

Una testimonial d’eccezione per diffondere la conoscenza, prevenire e combattere le malattie reumatiche. Carla Fracci, la regina della danza, ha accettato di sostenere la Fira (Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite) in un’importante campagna di sensibilizzazione.

Qual è stata la molla che ■■l’ha spinta a diventare il vol-to di questa iniziativa? Le malattie reumatiche sono mol-to spesso la causa che costringe ad abbandonare il lavoro. Quando, con grande gentilezza, mi è stato chiesto di aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica con una mia testimonianza, la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il bel-lissimo volto, ma le mani sofferen-ti e deformate della mia amatissi-ma nonna Argelide, una contadina che viveva a Volongo, in provincia di Cremona.

I cosiddetti “dolori reumatici” hanno avvilito e hanno trasforma-to duramente la vita di tante perso-ne, specialmente quelle che si ado-perano nel mondo operaio e quelle che sono a contatto con la durissi-ma vita dei campi. Perciò ringrazio coloro che mi hanno chiesto di essere il volto di questa importante campagna di

sensibilizzazione. Lo faccio prin-cipalmente per dare una mano a informare chi ancora non sa che si possono comunque combattere e prevenire le malattie reumatiche e nel mio pensiero ho visto quelle mani bellissime e forti della mia cara nonna come tornare indietro nel tempo, piene sì di calli, è vero, ma senza quelle dolorose defor-mazioni.

Vorrei che questa campagna ri-uscisse a informare le classi socia-li che sanno meno e che hanno più bisogno.

Il 28 marzo 2010 ha de-■■dicato lo spettacolo “Heu-re Exquise” alla Fira. Pensa che arte e scienza dovrebbero collaborare più spesso per supportare la ri-cerca?Per tutti quelli che si occupano di lavoro “artistico”, dovrebbe essere obbligatorio adoperarsi per rive-stire artisticamente tutto ciò che può sembrare rustico, doloroso,

inaccettabile, ma che serve invece alla ricerca.

La ricerca è la strada principale per arrivare a traguardi oltre i qua-li l’umanità intera riceve tanti be-nefici.

Sono felice che sia stato proprio L’”Heure Exquise”, spettacolo trat-to dallo scritto di Samuel Beckett “Giorni felici” a essere presentato di fronte alla Fira. Samuel Beckett è senza dubbio lo scrittore che si è occupato maggiormente di procu-rare una vita interiore per tutti gli uomini e le donne che passano in quell’oltre dove la vita deve segui-tare ad essere vissuta, con l’anima a fior di pelle.

Come étoile e simbolo in-■■discusso della danza clas-sica, la sua carriera è stata caratterizzata da uno sti-le di vita rigoroso che le ha consentito di mantenere una perfetta forma fisica e di preservarsi dall’insorge-re di patologie reumatiche.

Secondo la sua esperienza, quali sono i principali alleati della salute e le semplici re-gole da seguire quotidiana-mente per prevenire dolori e malattie osteoarticolari?

Innanzitutto una dieta equili-brata adatta al fabbisogno quo-tidiano di calorie: un atleta, uno sportivo, un danzatore deve cer-tamente mangiare di più e in ma-niera diversa da chi svolge una professione sedentaria e quindi brucia poche calorie.

Lo stile di vita deve essere ade-guato, prevedere il giusto spazio non solo per il lavoro ma anche per il riposo, per un’attività fisi-ca consona all’età, possibilmente all’aperto.

Mantenere un giusto peso cor-poreo e un buon tono muscola-re è fondamentale per preservare le nostre articolazioni, per ritar-darne l’inevitabile degenerazione causata dall’età.

Malattie reumatichein punta di piedi

[email protected]

la mia esperienza

”la ricerca è la strada principale per arrivare a traguardi oltre i quali l’umani-tà intera riceve tanti benefici.”Carla Fraccifoto: graziano ferrari

inspiration

La Warner Chilcott è una compagnia leader nel settore specialistico farmaceutico attualmente focalizzata nella cura della salute della donna, nella gastroenterologiae nell’urologia, presente nel mercato Nord Americano, Europeo ed Australiano.La Warner Chilcott è una società farmaceutica integrata, poichè dotata al suo interno delle risorse per la ricerca e lo sviluppo,la produzione e la commercializzazionedei propri farmaci.

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8 · Malattie OsteOarticOlari uno speciale realizzato da Mediaplanet

L’innalzamento dell’età media sta comportando il dilagare di una serie di patologie a caratte-re degenerativo, che troppo spes-so si esplicano a carico dell’appa-rato locomotore. Oggi l’artrosi e l’osteoporosi sono sicuramente tra le cause principali di consul-to medico.

E non è sempre colpa dell’età: oggi non risulta neppure indi-spensabile essere anziani per am-malarsi di artrosi. L’uso di auto-veicoli e motoveicoli sempre più potenti, guidati in maniera spre-giudicata e talvolta in stato di eb-brezza fa sì che il resoconto quo-tidiano delle vittime del traffi co assuma le connotazioni di un bol-lettino di guerra. E tante di que-ste vittime riportano lesioni che, danneggiando irreparabilmente la cartilagine articolare, evolve-ranno in esiti degenerativi per-manenti in età precoce.

Anche l’attività sportiva ama-toriale non fa sempre bene alle articolazioni quando praticata in modo inconsulto. Oltre una certa soglia di impegno fi sico e agoni-

stico, infatti, possono prevalere fenomeni infi ammatori.

Lo stesso eff etto è esercitato da attività lavorative usuranti, che sottopongono le articolazioni a sollecitazioni compressive in-tense e prolungate. D’altra par-te, la sedentarietà comporta dan-ni analoghi a quelli di un’attivi-tà fi sica usurante e contribuisce all’impoverimento della strut-tura del tessuto osseo, che ha bi-sogno di sollecitazioni meccani-che nella giusta misura per man-tenersi effi ciente e ritardare per quanto possibile la progressio-ne età-correlata dell’osteoporo-si. Quest’ultima condizione, poi,

è un’autentica emergenza. Con l’avanzare dell’età e dopo la me-nopausa, il tessuto osseo subisce un progressivo deterioramento.

E l’impegno del Medico Chirurgo di fronte alle fratture da osteopo-rosi cresce sia quantitativamente che qualitativamente. Quantitati-vamente non solo perché aumen-tano gli anziani e quindi l’inciden-za dell’osteoporosi e delle frattu-re correlate, ma anche perché nei confronti delle fratture da fragili-tà si è sempre più indirizzati ver-so l’indicazione chirurgica. Cresce la quantità di fratture da fragilità operate, ma aumenta anche l’im-pegno qualitativo del trattamento

chirurgico.Di fronte a questa emergenza,

il Medico Chirurgo si deve impe-gnare in prima persona: mante-nere l’effi cienza e la resistenza dello scheletro il più a lungo pos-sibile, individuando tempestiva-mente i soggetti a rischio ed in-tervenendo con tutte le misure conservative di cui è a conoscen-za, dai cambiamenti dello stile di vita, all’alimentazione, alla tera-pia fi sico-riabilitativa, alla tera-pia farmacologica. L’identifi ca-zione dei soggetti a rischio e di tutti i fattori che cooperano a cre-are una condizione di osteoporosi e a complicarla non può prescin-dere da indagini epidemiologi-che accurate ed attendibili: pur-troppo c’è ancora tanto da fare sotto questo aspetto. Uno sforzo organizzativo in tal senso sareb-be sicuramente impegnativo, ma sarebbe premiato da un riscon-tro anche economico, considerati i costi esorbitanti con cui le frat-ture da osteoporosi gravano sulla società.

Dunque l’invecchiamento, fi -siologico o precoce, dell’apparato muscoloscheletrico con le corre-late problematiche in termini di artrosi ed osteoporosi è probabil-mente la più grande sfi da per il Medico Chirurgo del Terzo Mil-lennio. Per aff rontarla al meglio è indispensabile partire da un cor-retto inquadramento semeiologi-co, clinico e strumentale di que-ste condizioni.

artrosi e osteoporosi patologie attuali

UMBERTO TARANTINOProf. Ordinario Direttore U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma

Domanda:■■ le malattie osteoarticolari colpiscono so-lo le persone anziane?

Risposta:■■ in prevalenza, ma non soltanto. sono in au-mento casi in cui la patologia è generata da fattori stretta-mente legati al tipo di lavoro e allo stile di vita.

neWsuno speciale realizzato da Mediaplanet

artrosi e osteoporosi 5

IDEA

in BreVe

l’evoluzione delle protesi ortopediche

Le protesi ortopediche ■■hanno migliorato la vita del-le persone negli ultimi 50 an-ni. Più di recente sono stati sviluppati dispositivi medici in grado di aiutare il chirur-go ad aff rontare una tra le più gravi complicanze associate, l’infezione. Ogni anno in Ita-lia vengono riscontrate cir-ca 2500 nuove infezioni, il cui trattamento richiede in gene-re la rimozione della protesi e la sua sostituzione tempora-nea con dispositivi spaziato-ri. Questi mantengono spazio e mobilità, e al contempo for-niscono una terapia antibio-tica locale di supporto sup-plementare alla necessaria terapia antibiotica sistemi-ca. Purtroppo i patogeni sono sempre più resistenti agli an-tibiotici e può accadere che i normali trattamenti risulti-no ineffi caci. L’impegno del-le aziende permette oggi di aff rontare anche questi casi estremamente complessi. Re-centemente infatti sono stati introdotti nel mercato nuo-vi dispositivi spaziatori con una combinazione antibioti-ca (gentamicina e vancomici-na) effi cace anche nei casi di infezioni sostenute da batte-ri antibiotico-resistenti. Una innovazione attesa, un suc-cesso per la chirurgia di revi-sione settica.

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i vantaggi delle protesi inceramica

neWsneWs in BrieF neWs in BrieF

Tasso di revisione in relazione ■■all’accoppiamento (Registro Protesi Emilia Romagna 2008):Metallo-Polietilene: 2,7%Ceramica-Ceramica: 2,1%Ceramica-Polietilene: 2,1 %Metallo-metallo: 2,7 %

Teste e inserti in ceramica ven-■■dute in Italia nel 2009Testine 36.400 (+ 27% rispetto al 2008)Inserti: 15.800 (+ 18% rispetto al 2008)

Numero Impianti Protesi 2009 ■■Primarie circa 90.000Revisioni circa 10.000

protesi sotto la lente

Nonostante la protesizzazione sia oggi una pratica molto diff usa e avanzata, le infezioni, le reazioni allergiche, l’osteolisi e l’usura so-no ancora fra le maggiori cause di fallimento delle protesi. Per que-sti motivi la ricerca si è focalizzata sull’utilizzo di materiali biocompa-tibili come l’allumina, anche detta volgarmente o semplicemente ce-ramica, che non crea alcuna rea-zione nel corpo ospite e garantisce un’usura bassissima se paragonata al metallo o al polietilene. L’artico-lazione rimane così integra e fun-zionale nel tempo senza incorre-re nel rischio di fallimento dovu-to allo sviluppo di reazioni indotte dalle particelle di usura. “Le prime protesi in ceramica sono state di-sponibili alla fi ne degli anni ’70 e nel 1994 è stata emanata una nor-mativa europea che ha dettato le caratteristiche tecniche che devo-no avere le ceramiche per uso bio-medico – spiega il Dott. Renato La-forgia, Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia della Cli-nica Santa Rita di Bari -. Oggi la ce-ramica viene utilizzata soprattut-to per le protesi dell’anca, dove ci sono due superfi ci sferiche a con-tatto fra loro, in quanto una virtù di questo materiale è il basso coef-fi ciente di attrito, anche senza al-cuna lubrifi cazione”. La ceramica si posiziona come scelta più ido-nea in chi ha lunghe prospettive di vita: l’attività e l’aspettativa di vi-ta del paziente sono parametri ir-rinunciabili nella valutazione di quale protesi usare.

E i limitiOltre ad avere il più basso coeffi -

ciente di attrito, la ceramica è iner-te e ciò signifi ca che i piccolissimi frammenti di usura della ceramica sono biologicamente non dannosi non suscitano reazioni avverse da parte dell’organismo. “In passato, il limite all’utilizzo della cerami-ca era la fragilità – chiarisce il dott. Laforgia – perché le testine poteva-no rompersi, invece oggi le cerami-che prodotte sono dette composite e cioè, in termini tecnici, smorza-no la rottura: questi materiali han-no permesso di diminuire gli spes-sori della componente cava e au-mentare il diametro delle teste in modo da minimizzare il rischio di rottura”.

vanessa salzano

[email protected]

Domanda:■■ per quali tipo-logie di protesi è consigliata la ceramica?

Risposta: ■■ per le prote-si dell’anca e in particolare quando il paziente è giovane o presenta intolleranza ad alcuni materiali metallici.

Che cosa è CeramTec e qual è il suo ruolo nel mondo delle protesi?La CeramTec è un’azienda tedesca che da sempre ha investito nella ricerca e nello sviluppo della ceramica tecnica e che oggi produce per nove di� erenti divisioni ap-plicative. La divisione medicale produce e vende alle aziende di protesi ortopediche di tutto il mondo, testine e inserti in cera-mica (anche detta allumina), il cui nome commerciale è BIOLOX®forte o allumina rin-forzata BIOLOX®delta).La ceramica BIOLOX® è ormai molto a� da-bile e di elevata qualità come dimostra la quantità sempre maggiore di componen-ti impiantate. Oggi, nel mondo, più di sei milioni di componenti BIOLOX® sono stati impiantati mostrando eccellenti risultati cli-nici. CeramTec, tramite le aziende che com-mercializzano protesi d’anca e propongono un accoppiamento sia ceramica-ceramica che ceramica-polietilene, ha raggiunto una posizione leader nel mercato anche grazie al continuo confronto con i chirughi orto-pedici (opinion leaders) e le aziende prote-siche per fornire il migliore prodotto possi-bile per le reali esigenze del paziente.

Che cos’è BIOLOX® e perché si usa la cera-mica nelle protesi articolari.È molto importante chiarire che stiamo parlando di ceramiche tecniche ad alte pre-stazioni e non di ceramiche di normale uti-lizzo: BIOLOX® è il nome commerciale della ceramica a base di allumina più usata nel mondo per l’accoppiamento del movimen-to articolare delle protesi dell’anca. La ce-ramica di allumina è un materiale biocom-patibile e la sua estrema resistenza ai gra� , nonché l’elevata lubri� cabilità, assicurano un’usura (consumo del materiale) bassissi-ma se paragonata a quanto accade con le super� ci in metallo o plastica (polietilene). L’articolazione dell’anca con le super� ci di scorrimento in ceramica rimane invariata e biomeccanicamente funzionale nel tempo riducendo i rischi di insuccessi dovuti allo sviluppo di reazioni indotte dalle particelle

di usura, dato che quelle di ceramica sono inerti per l’organismo umano. Il giusto po-sizionamento delle componenti protesiche sull’osso (cotile e stelo), associato al corretto inserimento delle componenti ceramiche su entrambe, permette di assicurare lon-gevità e a� dabilità all’impianto. Laddove è evidente l’intolleranza dell’uomo alle parti-celle di usura di alcuni materiali metallici e il relativo rischio di utilizzo nei pazienti giova-ni che hanno una più lunga prospettiva di vita, la ceramica si posiziona in alternativa come scelta elettiva e idonea. Oggi l’attività e l’aspettativa di vita di tutti i pazienti, an-che quelli anagra� camente più avanti negli anni, sono di qualità e pretese più elevata rispetto al passato e questo condiziona la scelta delle componenti dell’impianto. Ecco allora che la ceramica trova spazio anche in queste applicazioni e se il chirurgo non rite-nesse idoneo un accoppiamento ceramica-ceramica, è possibile un accoppiamento ceramica-plastica (polietilene tradizionale o reticolato) che comunque ha mostrato una ridotta usura nel tempo.

Quali sono i limiti di questo materiale?Dai primi utilizzi nel 1970, la ceramica ha sempre mostrato buoni risultati, ma anche limiti dovuti all’iniziale fragilità del materia-le. Infatti la ceramica è un materiale de� nito fragile, cioè che giunge alla rottura senza una deformazione plastica. Questo signi� ca che, qualora si superasse il minimo carico di rottura, può fratturarsi. Si tratta di un even-to ormai rarissimo grazie agli sviluppi e alle nuove tecniche produttive. La resistenza del primo BIOLOX® (1974) è stata incrementata del 50% con il BIOLOX®forte (Allumina pura), introdotto nel 1995, e raddoppiata rispetto a quest’ultimo con il BIOLOX®delta (Allumi-na composita), dal 2003, che rappresenta oggi l’ultima frontiera tecnologica.Per garantire l’a� dabilità e la qualità del prodotto, CeramTec ha sviluppato una com-pleta procedura di test con le protesi abbi-nate ai prodotti BIOLOX®.Dalle statistiche elaborate in base ai casi di

frattura riportati, la ceramica ha mostrato di avere il più basso tasso di complicanze nelle protesi totali dell’anca, ben al di sotto delle percentuali di fallimento più comuni dovute a cause quali infezioni e mobilizzazione de-gli impianti. Un altro limite è certamente il costo iniziale, ma gli studi di farmacoecono-mia hanno mostrato che nel lungo periodo la ceramica è in realtà quella che permette di contenere la spesa globale perché fa ri-durre drasticamente il numero di revisioni (cambio) dei primi impianti.

Quale il futuro della ceramica nelle pro-tesi?L’uso della ceramica BIOLOX® in Italia (ma anche nel resto d’Europa) negli ultimi 5 anni ha mostrato un continuo incremento. Oggi più del 50% delle testine impiantate sono in ceramica e la metà di queste sono un ac-coppiamento ceramica-ceramica (testina e inserto). Un trend questo che mostra dati di ulteriore incremento nel 2010. La ragione è legata allo sviluppo e alla realizzazione da parte della CeramTec della nuova ceramica BIOLOX®delta che ha permesso applicazioni prima impossibili a vantaggio della stabili-tà e del range di movimento, preservando quanto più osso possibile e rendendo così meno invasivo l’impianto. Un’altra appli-cazione possibile che già ha fatto il suo in-gresso nel mercato, è quella della protesi di ginocchio in ceramica. Altre nuove applica-zioni sono in fase di studio e sviluppo per permettere l’uso della ceramica in campi innovativi. Per altre informazioni potete consultare il nostro sito.

Prestazioni eccezionaliTutti tentiamo di ottenere la perfezione. Per riuscire, abbiamo bisogno di precisione, delle tecnologie e dei materiali avanzati. Questo è fon-damentale per i componenti delle protesi articolari dell’anca. È qui che la ceramica per gli inserti e le teste femorali BIOLOX® continua a dare un contributo certo da oltre 35 anni.

CeramTec: a� dabilità ed eccellenza

BIOLOX® Market leader per gli inserti e le testine femorali in ceramica.

CeramTec AG · CeramTec-Platz 1-9 · 73207 Plochingen · Germanywww.biolox.com

In Italia, sono oltre un milione gli italiani che ■■hanno subito un intervento per l’inserimento di un’articolazione artifi ciale. Questo è quanto emer-so in occasione del 94° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia te-nutosi lo scorso novembre a Milano. L’Italia, con 100.000 interventi all’anno, si pone tra i primi po-sti in Europa per il numero di protesi d’anca im-piantati, con un fattore di crescita del 5% annuo.

Malattie OsteOarticOlari · 9uno speciale realizzato da Mediaplanet

Fabrizio MacchiIngegnere BiomedicoBusiness ManagerSud Europa e IndiaCeramTec AG,Medical Product Division

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10 · Malattie OsteOarticOlari uno speciale realizzato da Mediaplanet

l’opinione professionale

la chirurgia protesica

“Le nuove frontiere della chirurgia mini-invasiva: grazie a biomateriali innovativi e all’utilizzo di strumenti informatici, oggi, in alcuni centri specia-lizzati, è possibile eseguire gli interventi con maggiore precisione e ridurre il dolore post-operatorio”.

Dire “chirurgia mi-ni-invasiva” per indicare un inter-vento vantaggioso per il paziente sol-tanto perché poco invasivo è ormai

troppo generico quando si trat-ta di tecniche di chirurgia che ri-sparmiano tessuto osseo e musco-lo-tendineo o di chirurgia com-puter-assistita. Ne parliamo con il Dott. Michele Ulivi, Responsa-bile dell’Unità Operativa di Orto-pedia degli Istituti Clinici Zucchi di Monza e con il Dott. Renato Ce-rioli, Presidente degli Istituti Cli-nici Zucchi di Monza nonché Pre-sidente di Confindustria Monza e Brianza, per sondare il punto di vi-sta medico-scientifico e ammini-strativo delle nuove tecniche per l’inserimento di protesi.

Chirurgia a risparmio di tessuto e Chirurgia computerizzata

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nell’eseguire protesi d’anca e ginocchio con piccolissi-me incisioni: “Il concetto di mi-ni-invasività in chirurgia prote-sica prevede l’inserimento di una protesi attraverso una minima in-cisione cutanea e – spiega il dott. Michele Ulivi – grazie a design e nuovi biomateriali, le protesi sono diventate più conservative, preve-

dono una minore asportazione di tessuto osseo e determinano una minore perdita ematica, un ri-dotto dolore post-operatorio, un più rapido recupero e dunque una precoce dimissione ospedaliera”. In cosa consiste, invece, la chirur-gia computerizzata?

“Un hardware e un softwa-re consentono la ricostruzione geometrica e tridimensionale dell’anca o del ginocchio da opera-re e trasmettono in tempo reale al chirurgo informazioni per il rag-giungimento di una precisione ot-timale – risponde il Responsabile – è il chirurgo che esegue l’inter-vento ma con l’ausilio del compu-ter che sorveglia il suo operato in modo da rendere più preciso il po-sizionamento della protesi.

Inoltre, usando il computer in sala operatoria non sono necessa-ri particolari esami pre-operatori: basta una normale preparazione del paziente perchè è il computer a ricostruire tutte le immagini e i tempi chirurgici non risultano al-lungati”.

L’importanza di una strut-tura tradizionalmente inno-vativa

Gli Istituti Clinici Zucchi di Monza sono ufficialmente Cen-tro di Riferimento Nazionale per la Chirurgia Mini-invasiva e Com-puterizzata: tecniche innovative

che, aldilà dell’aspetto medico-scientifico, presentano vantaggi e svantaggi.“Gli svantaggi sono di tipo economico e organizzati-vo a causa di una curva di appren-dimento davvero ampia legata all’utilizzo di queste metodolo-gie: basti pensare che il nostro Re-sponsabile si reca da diversi anni per due mesi nei migliori Centri negli Stati Uniti – spiega il Presi-dente Renato Cerioli - e questo al-dilà dell’acquisto dei materiali in-novativi che sono più costosi. D’al-tro canto viene ridotta la degenza post-operatoria oltre che il peso dell’assistenza necessaria durante la fase di ricovero”. I vantaggi sono a lungo termine? “Indubbiamen-te: nel lungo periodo si prevede un risparmio per il Sistema Sanita-rio – risponde il Dott. Cerioli -. Ora affrontiamo questa fase come un investimento ma nel tempo ritor-nerà perché le curve di apprendi-mento si accorceranno così come il costo dei materiali si abbasse-rà, allora saremo davvero più ef-ficienti e all’avanguardia rispetto alle altre aziende. Per un Centro di Eccellenza questo è un atto dovu-to e associare la tecnica ordinaria con qualcosa di sofisticato è fon-damentale per una maggiore sod-disfazione del nostro paziente”.

“il concetto di mini-invasivitàin chirurgia protesica prevede l’inserimento di una protesi attraverso una minima incisione cutanea”

Michele Uliviresponsabile dell’u.o. di orto-pedia degli istitu-ti clinici zucchi di Monza.

Renato Ceriolipresidente degli istituti clinici zucchi di Monza.

I vantaggi della tecnica mini invasivaRispetto alle tecniche chirur-giche convenzionali, quella mini invasiva (MIS Minimal-ly Invasive Surgery) presenta numerosi vantaggi. Vediamo i principali:

Poiché viene praticata una piccola incisione cu-

tanea, è limitata l’aggressio-ne chirurgica ai tessuti e sono notevolmente ridotte le perdi-te ematiche. In più si ha anche un vantaggio estetico in quan-to la cicatrice sarà di minime dimensioni.

Rispetto alle altre tecni-che chirurgiche, è un tipo

di operazione intermuscolare ed internervosa, si interviene cioè tra i muscoli senza tagliar-li o danneggiarli e non vengono provocate lesioni ai nervi.

Il dolore post- operatorio è fortemente limitato.Poiché non viene compro-messa la stabilità artico-

lare, l’arto operato non necessi-ta di essere mantenuto in una posizione fissa. Il paziente è già in grado di alzarsi in piedi dopo poche ore dall’intervento.

I tempi di degenza e recu-pero sono minori. Già dalla

terza giornata dopo l’intervento, il paziente può camminare sen-za stampelle e dopo 4-5 giorni generalmente viene dimesso.

Si accorciano anche i tem-pi di riabilitazione. In bre-

ve, il paziente può riprendere tranquillamente le attività del-la vita quotidiana e l’attività la-vorativa.

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Duis autem vel eum iriure dolor in Un terzo della propria vita dedicato al riposo: un periodo indispensabi-le per ritrovare le forze utili a con-trastare stress e dolori della vita quotidiana, ma solo se “riposiamo” davvero. Ne parliamo con Diego Dalla Palma, Esperto di Immagine, che utilizzando il materasso giusto ha risolto parte dei propri proble-mi derivanti da dolori di cervicale e osteoporosi.

La qualità del sonnoDormire bene dà la possibilità di recuperare le energie spese du-rante la giornata, sia a livello fi si-co che mentale, in caso contrario stress e stanchezza compromet-tono la qualità della vita. “Il sonno

è davvero fondamentale per tut-ti ma soprattutto per chi vive la propria quotidianità in modo fre-netico e stressante come me, inol-tre – racconta Diego Dalla Palma – soff ro di problemi di cervicale e di osteoporosi da circa 15 anni e sol-tanto quando ho cambiato modo

di dormire, abbandonando mate-rasso troppo rigido e cuscini bassi, ho davvero capito quanto eff ettiva-mente un buon riposo possa infl ui-re sulla propria vita”.

L’importanza del materassoAlcuni dolori legati all’ernia al di-sco, alla parte cervicale o i dolori di tipo lombare si accentuano quan-do siamo sdraiati e fermi per mol-te ore e per questo motivo i mate-rassi sono anche riconosciuti come ‘presidio medico chirurigico’. “È ri-saputo che il materasso non deve essere né troppo soffi ce né troppo duro. Inoltre non deve trasmette-re inutili pressioni su parti del cor-po doloranti o delicate che devono essere supportate armoniosamen-te – aff erma Dalla Palma -; perso-nalmente utilizzo soltanto mate-rassi di un certo tipo e in partico-lare i materassi Fabricatore da cir-ca 14 anni. Francamente non li ho più cambiati perchè ho meno pro-blemi”. Tutte le persone sono di-verse e perciò non dovrebbe esiste-

re un letto che sia buono per tutti, ma l’uso del lattice come materia-le per la costruzione di un materas-so, viene incontro proprio a questo problema.

Il latticePrivo di sostanze chimiche danno-se all’organismo, il lattice presenta tutte le caratteristiche per garanti-re un buon risposo: in primis la re-sistenza alla deformazione. Questa fi bra naturale infatti ha una strut-tura molecolare che può subire un forte allungamento per poi recupe-rare velocemente la forma origina-le e per questo aiuta il sonno dando ai materassi l’importante caratte-ristica di non deformarsi nel tem-po e di non essere né troppo rigidi, né troppo morbidi. Inoltre il lattice è traspirante, antibatterico e antia-caro, caratteristiche non trascura-bili per un buon riposo.

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Dormire bene edimenticare i dolori

Diego Dalla Palmaesperto di immagine, scrittorefoto: MarCo MarrÈ BrUnengHi

Domanda: ■■ Quanto tempo trascorre in media un uomo a letto?

Risposta:■■ Quattro mesi all’anno, un tempo da valoriz-zare per vivere bene.

la mia esperienza

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La scelta del giusto materassoOltre a quello in lattice, sul mercato sono pre-senti diverse tipologie di materasso. Ecco le prin-cipali:

Materasso di lana

1 è il tradizionale materasso confezionato artigianal-

mente. È caldo, assorbe l’umidi-tà corporea, ma non segue la co-lonna vertebrale, si usura rapi-damente ed è sconsigliato a chi soff re di allergie.

Materasso a molle

2 la sua struttura off re un ot-timo sostegno per il corpo.

È un materasso confortevole anche per chi ha una corporatu-ra robusta ed è traspirante.

Materasso in poliuretano

3 è un tipo di materasso er-gonomico, resistente, ela-

stico e privo di sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente.

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