Spagine teatro 03 riccardino iii di francesco aprile
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teatrospaginePeriodico culturale dell’Associazione Fondo Verri
Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri
Lecce, dicembre 2013 - anno I
RICCARDINO III
di Francesco Aprile
per le fotografie di Lorenzo Papadia
Ci sta un sipario. Unteatro. "Fatevi da-re un teatro" –scriveva AntonioVerri –, poi una se-ra, il freddo segna
i passi sulla pietra gialla che da Por-ta Napoli conduce al Teatro Paisiel-lo. Lecce.
Giovedì 28 novembre, era discena il Riccardino III prima operateatrale scritta e diretta da DavideMorgagni, con lui, sul palco, l'at-trice Luciana Franco.
* * *«Ormai l’inverno del nostro tra-
vaglio s’è fatto estate sfolgorante airaggi di questo sole di York». L'in-vidia. Il corpo del Riccardino, co-me il Riccardo shakespeariano, èmonco. Gobbo. Ancora l'invidia, ètrasposta sulla scena nell'ironia chea braccetto con le musiche – PerezPrado ad esempio – e la performan-ce attoriale di Luciana Franco chepare conferire leggerezza al risenti-mento, acuendolo rendendolo ta-gliente, indica una linea che tieneinsieme le fila, lo svolgersi del-l'opera sempre teso sulla catastrofe,immane, che un potere scellerato,immenso, genera, e le sue vie di fu-ga, gli ammonimenti.
Il tessuto shakespeariano è sem-pre lì, a portata di mano, a tracciaree setacciare gli sguardi del pubblicoin sala, ma è scomposta, l'opera diShakespeare, nella deformità stessadel corpo del Riccardino, l'incom-piutezza come variazione.
Le vie di fuga, ancora, scapparedall'orrore, «Un cavallo, un caval-lo, il mio regno per un cavallo».L'invidia personale sconfina nelpubblico. Il regno, come estensione
della propria volontà sul mondo,sulle cose, sulla affermazione oriaffermazione di sé.
* * *Ma è l'oggi il terreno di scavo
della riscrittura di Davide Morga-gni, che attualizza Shakeaspeareattraverso una serie di inserimentitestuali, citazioni, rimandi, cheoperano chirurgicamente la trage-dia originale. Il corpo del testo èuno spazio d'azione prim'ancoradel palco, prim'ancora che s'apra ilsipario.
La parola che precede la parola.Ginsberg urla, urla, urla letteral-mente sulla scena irrompendo conle sue «strade di negri all'alba incerca di droga rabbiosa» segnandoil passo della follia che il risenti-mento di Riccardo porta in scena, ilsuo non essere compiuto, social-mente, il suo annaspare dietro om-bre e nell'incavo di queste, mutare,orchestrare, tagliare teste e taglian-do testa al rancore, amplificandoloe cadendone vittima.
Le strade di Ginsberg sfocianosulla scena con la stessa aggressivi-tà poetica con cui sono scritte, svi-luppandosi negli approcci irrive-renti e sovversivi di Rimbaud, per-ché «la teologia è una cosa seria»,fino agli inserimenti della scritturafiume di Joyce.
Santo è il mondo, così gli inseri-menti da Ginsberg a Rimbaud aJoyce ci trasportano in una realtàche è la scena, ma anche il nostromondo, in cui gli ammonimentidell’opera di Shakespeare trovanoposto in questa società connotandola riscrittura di Morgagni di un tes-suto civile, impegnato.
Spagine n°0 - Teatro 03
Al debutto, giovedì 28 novembreal Teatro Paisiello di Lecce, Riccardino III opera prima di Davide Morgagnicon lui in scena Luciana Franco di Francesco Aprile
Lecce, dicembre 2013 - anno I
L'oggi è il terreno di scavo della riscritturadi Morgagni, che attualizza Shakeaspeareattraverso una serie di inserimenti testuali,citazioni, rimandi, che operano chirurgicamentela tragedia originale.