Spagine della domenica 03

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della domenica 03 - 10 novembre 2013 - anno I n. 0 Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri s p a g i n e Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Rina Durante siede sulle tribune del teatro di Epidauro in Grecia - La fotografia è di Caterina Gerardi

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Rina Durante sulla copertina delle Spagine della domenica 03

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Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verrispa gine

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òdaro e A.Verri

Rina Durante siede sulle tribune del teatro di Epidauro in Grecia - La fotografia è di Caterina Gerardi

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Ricordare

Oggi, prima dome-nica dopo il IV no-vembre, farà capo-lino a Lucugnanola Storia; si ferme-rà, dalle ore 10,30

in poi, ad ascoltare, accanto al mo-numento ai caduti, la voce di chi nondimentica i suoi caduti in guerra, suicampi di battaglia.

Anche questo paese, come tutti,ha avuto i suoi eroi e non li dimenti-ca, soprattutto se di loro non ha avu-to più notizie; anzi l’unica notizia èracchiusa in un “disperso” e non sisa come né dove; e poi un nome sen-za tomba su una lapide di una stele.

Ad oltre settant’anni di distanzasi cerca ancora dove è caduto An-drea De Marco; Stefania, la nipote, è

Una messa, per il suo eroe disper-so; ogni mese una messa, ma soprat-tutto da allora la messa ogni primadomenica dopo il IV novembre, pernon intralciare cerimonie ufficiali,ma per continuare a ricordare e apregare per Andrea e per tutti.

Lei, la Giuditta, a suo modo, haistituito una occasione per ritrovarsie per aiutare Andrea a ritrovarsi e atornare, dovunque egli fosse.

All’ombra di una fotografia e diun rito sacro e di pensieri e di me-morie sono vissuti Antonio e Lucia,i figli e poi i nipoti; quando Giudittaè andata via per sempre, ha lasciatoin eredità alla sua famiglia un baga-glio di storia e l’impegno di un com-pito, quello che lei aveva assolto peruna vita, che è diventata una istitu-zione per Lucugnano, che si ripete

puntuale, perché non vinca dimenti-canza.

E oggi, prima domenica dopo ilIV novembre, ci saranno tutti, ai pie-di del Monumento ai Caduti che An-tonio e Lucia ornano di fiori, da de-cenni ormai, piccolo e tenero, conalle spalle la cappella di Santa Crocee il parco giochi dei bimbi a rallegra-re l’atmosfera. Ci sarà la preghieradi don Rocco che giungerà in pro-cessione chierichetti in testa, dopo lamessa, quella che la Giuditta deside-ra sia celebrata; ci sarà il saluto delsindaco Antonio Coppola; parteci-peranno le autorità e la gente di Lu-cugnano, a ricordare che vive An-drea, che vivono i caduti di tutte leguerre nel desiderio e nel bisognosempre più forte che finalmente pa-ce sia.

Lecce, 10 novembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 03

Storia e storie

pagina n° 2

di Giuliana Coppola

Un’immagine dal fronte russo

Oggi a Lucugnano una cerimonia per il soldato Andrea De Marcoapparteneva al IX Battaglione Mortai, la neve lo travolse nel lontano dicembre 1942in una località incerta della Russia sterminata.

riuscita a sapere che apparteneva alCorpo IX BTG Mortai, che neve lotravolse, forse, in quel lontano di-cembre 1942, in una località incertadella Russia sterminata.

L’ultima lettera, quella scritta alpadre il 17 settembre 1942 e Andreanon sapeva certo che non avrebbepiù rivisto la sua famiglia, Giudittasua moglie, Lucia e Antonio, figlipiccolissimi; aveva 28 anni e nonsarebbe più tornato nella sua terra aLucugnano.

Una storia come tante, ma lui,Andrea, è un disperso; si è dispersala sua voce nella neve e nel sangue,non nella memoria di Giuditta suamoglie a cui nessuno ha saputo darenotizie; si è affidata al silenzio e alrito che diventa speranza per chi hauna fede.

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/Diario

“La culla dell’arte,il bel paese, è una

Costa Concordiagovernata da tanti piccoli Schettino”

Éscritto sul NewYork Times, l’Italiaspezza il cuore(Fonte: http://www.il-sole24ore.com/art/noti-zie/2013-10-30/l-italia-

spezza-cuore-new-york-times-e-anche-noi-143755.shtml?uuid). E lo fa an-dando a fondo per inerzia, cono-sce i suoi problemi ed ha una po-litica che si è arresa alla stupidi-tà.

In particolare l’autore dell’ar-ticolo, per citare un simbolo del-la mancanza di capacità di orien-tamento, cita i segnali stradaliricoperti e nascosti da frasche erami. Scommetto che non è maistato in Salento quel giornalista,altrimenti sarebbe arrivato sul-l'orlo del suicidio. Un incrocio atre strade con tre stop (succede aVignacastrisi e a Seclì), nessunoha la precedenza. Roba che solouna grande coalizione può salva-re.

Già, perchè la culla dell’arte,il bel paese, il patrimonio del-l’umantià stracolmo di opere im-mense, città che dovrebbero (ilcondizionale corre d’obbligo)essere salotti, penso a Firenze,Lecce, Pisa, Venezia, Genova,Torino e ancora e ancora, questopaese è una Costa Concordia go-vernata da tanti piccoli Schetti-no che stanno a palpare il culoalla biondina di turno mentre gliscolgi incombono. Paese di la-dri, come altro definire chi co-struì le new town rubò e fece le-vitare i prezzi? Lo dice la rela-zione del commissario europeovenuto a verificare: “Ogni ap-partamento è costato il 158 percento in più del valore di merca-to, il 42 per cento degli edifici èstato realizzato con i soldi deicontribuenti europei (e non conquelli del governo italiano, co-me ha sempre sostenuto l’ex pre-mier Silvio Berlusconi), solo ilcalcestruzzo è stato pagato 4 mi-lioni di euro in più del previsto.E 21 milioni in più i pilastri deipalazzi. Cifre ufficiali della Cor-te dei Conti europea, tutte ri-chiamate nel report di Sønderga-ard. Dove si censura il silenziodell’Europa che è stata a guarda-re mentre qui si sperperava, do-ve si «deplora » l’invio di dati«apparentemente non corretti»trasmessi a Bruxelles dal Dipar-timento della Protezione Civile,dove si elenca minuziosamentetutto ciò che lui stesso ha riscon-trato nelle sue missioni. Su pre-fabbricati, acciaio, ammortizza-tori sismici, bagni chimici, con-tratti a imprese. Sempre oltreicosti preventivati, soprattuttoquelli fissati dai «manuali». E

anche di tanto”.(Fonte:http://giacomosalerno.com/2

013/11/04/laquila-1-arriva-il-dossier-di-bruxelles-sprechi-e-inf i l trazioni-mafiose-attilio-bolzoni/)

E soprattutto dove lavorarono,è acclarato, imprese legate allemafie. Questo è un paese norma-le o spezza il cuore?

E potremmo proseguire e ri-trovarci ancora e ancora in in-croci senza alcun diritto di pre-cedenza, neppure per la cultura.Una nazione che taglia le speseper l’istruzione cos'è se non cri-minalmente colpevole del suodeclino? "Un Paese che distrug-ge la sua scuola, non lo fa maiper i soldi o perché le risorsemancano o i costi sono eccessi-vi.

Un Paese che demoliscel’istruzione è già governato daquelli che dalla diffusione delsapere, hanno solo da perdere"Diceva Italo Calvino.

Eppure che facciamo nel belpaese? Discutiamo per quattrolunghissimi mesi se un fuorileg-ge può rimanere in senato o devetornare dal suo stalliere.

Quale sia la ricetta per uscirenon è facile dire, le industrievengono comprate a prezzi disaldo, l’ultima in ordine di tem-po, prossima ventura alla distru-zione, è la stessa che qualcuno(lo stesso che diede lavoro allemafie a l’Aquila) volle “vende-re” ai suoi sodali, tenendo i de-biti per i contribuenti tutti e la-sciando agli acquirenti il me-glio. Neppure a queste condizio-ni ci sono riusciti. Capitalismoaccattone, altro che saggi inve-stitori, altro che manager. Spez-za il cuore veramente tutto ciò.Spezza il cuore dover dire ai ra-gazzi di andarsene altrove se vo-gliono avere una possibilità.Siamo il paese che inventò l’eli-cottero, il computer, i pannellisolari. Siamo il paese di Pompei.I primi li abbiamo lasciati faread altri, Pompei che non poteva-mo contrabbandare fuori, la fac-ciamo decadere. Fino a quandopermetteremo tutto ciò? Fino aquando continueremo ad accet-tare che un parlamento di inca-paci non faccia uno straccio dilegge elettorale nonostante lepromesse fatte da almeno trecampagne elettorali? Accendi ilTG e il dibattito è sul partito se-dicente progressista che regalatessere per le correnti interne.Come succedeva negli anni ’70 e’80. In perfetto stile Fanfani eGava. Perchè dovrei votare allaprimarie di questi qui? Siamo ilpaese dove cambia tutto perchènulla cambi, succede con le ma-fie, succede con la politica.

di Gianni Ferraris

sp aginepagina n° 3Lecce, 10 novembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 03

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Diario Che il popolo rimanga bue e consumatore inconsapevole!

Voce del verbo segretareS

ul sito www.voceper-tutti.it troviamo unprimo ed assoluta-mente provvisorioelenco di aziende de-dite allo smaltimento

illegale di rifiuti tossico nocivi. Oggi escono le dichiarazioni di

vari pentiti che ammettono dove,come e quando hanno seppellito fu-sti e altre porcate, ultimamente èstata desecretata quella di Schiavo-ne che disse alla commissione anti-mafia quel che conosceva, aggiun-gendo “entro vent'anni là morirannotutti per cancro”. La politica si presela briga di segretare tutto quanto.Forse perché il popolo deve rimane-re bue. Da Napoli al Salento il meri-dione è stracolmo di rifiuti interratiche provocano cancro. E’ infatticonclamato l’aumento di tumori interra salentina, come evidenziano ri-cerche e dati. Anche un pentito dellaSacra Corona Unita ha dichiarato diessere stato autore di seppellimentiin zona Casarano.

Neppure le proteste delle popola-zioni della terra dei fuochi sono sta-te ascoltate, è stato necessaria lapubblicazione delle rivelazioniSchiavone per creare un “minimo”scandalo.

Le parole del camorrista pentitole troviamo sul link: https://www.drop-

box.com/s/2bgys8sh51jfprn/schiavone.pdf

Una prima domanda:perchè il deputato Gianfranco Sa-

raca (Udeur), i senatori GiovanniLubrano Di Ricco (Verdi, l’Ulivo),Roberto Napoli (Udeur) e GiuseppeSpecchia (An), presentiall'interro-gatorio Schiavone hanno deciso disegretare tutto?

Dall'elenco pubblicato da “voceper tutti” si evince che i tossico no-civi arrivavano da tutte fabbrichedel nord, compresa l’ACNA di Cen-gio, già tristemente nota alle crona-che sanitarie piemontesi. Leggere ememorizzare quell'elenco è istrutti-vo. Insegna come certo capitalismonon guarda in faccia a nessuno, co-me per quei signori e per le mafie siaimportante solo ed esclusivamente ilguadagno. In estrema sintesi, si im-para come siano identici esecutori emandanti, stessa vis mafiosa. Peravere un termine di misura possia-mo dire che un fusto interrato al sudcostava al mafioso dirigente del-l’ACNA, la somma oggi quantifica-bile in 500 euro, contro i 2000 eurodello smaltimento legale. A questopunto chi è più mafioso di chi?

Ancora stiamo ad ascoltare glieredi di Renzo Bossi che dicono cheil meridione è una palla al piede? Lamafia al nord esiste da sempre, per-chè questi sono comportamenti ma-fiosi a tutto tondo. A dimostrazionedei comportamenti collusi e vili cito

i cinque ammazzamenti dell’ultimomese a Milano e nel suo hinterland,dove edilizia, molti centri commer-ciali, sale gioco, compro oro, movi-mento terra, finanziarie ecc. senzageneralizzare, per carità, ci sono an-che finanziarie non mafiose, com-pro oro non collusi, però esiste unazona grigia che passa attraverso al-cune di quelle attività, sono la linfache nutre le mafie. A fronte dellesparatorie milanesi la risposta è sta-to il silenzio, come silenziosi sono itaglieggiati. A nord come e forsepeggio che a sud. Peggio perchè sicontinua a dire da molte parti che lamafia non riguarda il nord. Peggioperchè i rifiuti maledetti provengo-no dal profondo nord.

Altro capitolo è la politica. Quan-do finalmente venne chiusa l’ACNAdi Cengio che colorava ogni giornodi tinte diverse il Torrente Bormida,ci fu la bonifica. Chi, come, e dovesi bonificò? A chi vennero affidati ifanghi da smaltire? Chi pagò e chiprese mazzette per non vedere? Eancora, nei comuni dove si sonoseppelliti tossico nocivi in meridio-ne come in settentrione, gli ammini-stratori mai si accorsero di centinaiadi camion che vagavano la notte perle campagne? Chi prese mazzetteper non vedere?

Perchè è stato ammazzato il con-sigliere comunale di Ugento Peppi-no Basile che denunciava movimen-ti strani?

L’impressione è che ci siano col-lusioni talmente ampie da sembrareinvincibili, la certezza rimane inve-ce che a crepare di cancro siano i cit-tadini tutti. Chi mangia i pomodoridistribuiti a livello nazionale? Chi ipesci pescati nello stesso mare dovele mafie affondavano navi cariche difusti? E le mozzarelle di bufala cam-pane da dove arrivano? Quale erbabrucano le bufale? Quella delle caveriempite e ricoperte forse? E ancora,sotto le autostrade del nord, nellefondamenta delle nuove costruzioniper l’expo, sotto i grandi centri com-merciali, cosa c’è? Chi si è occupatodel movimento terra? E’ un caso chela camorra e la ‘ndrangheta in Emi-lia, in Lombardia, Piemonte e Ligu-ria si occupassero proprio di quelsettore? Chi fa buche e poi deveriempirle, cosa ci mette dentro? Chicontrolla?

E ancora una domanda sorgespontanea: come può rimanere inSenato un ex premier che aveva allesue dipendenze il signor Manganopoi condannato per mafia? E’ possi-bile tollerare questi intrecci senzache neppure un piccolo sospettosorga? E come mai nessuno si sentein dovere di dimettersi e di lasciareil posto a persone senza sospetti?

Rubens, Saturno divora i suoi figli

di G.F.

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Da Napoli al Salento il meridione è stracolmo di rifiuti interrati

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Qui si superaoltre ogni limite la media nazionaledei tumoriche colpisconoi polmonie le vie respiratorie

La provincia più devastata non è quella di Taranto, ma quella di Lecce

Pollution

Vieni a ballare inPuglia, qui trove-rai accoglienza,mare, sole e diver-timento. Già, manon è tutto.

Qui troverai anche la più altaemissione di anidrite carbonicad’Italia, ossia il 21,23 %, una re-gione come la Lombardia ne pro-duce solo il 13,24% ,una come ilLazio il 6,07%. Qui troverai an-che il 91,96% di tutte diossineprodotte in Italia. Si, hai letto be-ne: il 91,96% della TOTALITA’prodotta in Italia! In Lombardiasolo il 4,32%.

Ed ancora in Puglia troverai il95,48% di IPA, seconda l’Umbriacol suo 2,98%.

Hai letto bene?Rileggi per favore!Non ti basta?Bene, allora preparati, perché

siamo solo all’inizio: emissioni

di Monossido di Carbonio,81,11% in Puglia, seconda laLombardia con il 3,69%. Capito?Lo 3,69% la Lombardia!

Emissioni di Particulate Mat-ter: Puglia 62,23%, secondaclassificata la Sardegna, con il7,91%.

Emissioni di Benzene: primaclassificata la Puglia, col46,13%, segue la Sicilia col26,16%, terza la Lombardia col9,87 %.

Ossidi di azoto: prima la Pu-glia, col 19,63%, seguita da Sici-lia, con l’11,65%.

Ossidi di zolfo, chi sarà pri-ma? Ma la Puglia ovviamente,con il 23,27%.

E visto che vi piace il Salento,sappiate che la provincia più de-vasta non è Taranto, ma quellaleccese: qui si supera oltre ognilimite che possiate immaginare la

media nazionale dei tumori checolpiscono i polmoni e le vie re-spiratorie.

Vi stupiscono questi dati?Beh, anche a me, eppure pare

sia da vent’anni che alcuni si-gnori ignorati da tutti lo denun-ciano, il problema è che nessunoli vuol sentire nelle grandiose re-gie delle Istituzioni dello StatoItaliano.

Qua ci stanno ammazzando dadecenni, altro che rifiuti tossiciinterrati e quel maledetto ether-nit con cui riempiono le campa-gne migliaia di ignoranti figli dip.!

Al primo link i dati ufficiali cheho usato, il secondo link per gliamanti di Lecce!

http://www.affaritaliani.it/static/upl/epi/epidemiologia-tumori-salento.pd

fhttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/salento-e-emergenza-tumore-ai-polmoni-ma-a-nessuno-interessa-sapere-motivi/726641/

Lecce, 10 novembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 03

Ambiente In numeri dell’inquinamento in Puglia

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di Pier Paolo Tarsi

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Scìoscia

Nell’edicola di nottedi San Donato,Giuseppe Greco, inuna installazionerappresenta qua-rantacinque anni di

vita poetica. La mostra si apre conuna “Poisia” del 1968 composta dalpoeta in pullman per finire ai versipiù recenti come quelli della poesia“Cantu”.

La mostra segue il filo del tempoartistico del pittore-poeta e i quadrie gli acquerelli sono intimamente le-gati alle immagini di una poesia chesi manifesta sempre come una di-chiarazione d’amore verso la natura.

La poesia di Greco non è soltantoil piacere del poeta di dare voce alpaesaggio e parole alle emozioni: èmolto di più. I versi sapientemente

recitati dal poeta-dicitore in dialettosalentino non sono mai banali esempre svelano una profondità den-sa di echi e di rimandi.

Una poesia dell’oralità destinataall’orecchio e al sentire dell’ascolta-tore, dove le immagini più intimedell’inconscio - vivo e ricco di forzacreativa - si affidano alle parole sa-pientemente organizzate nel ritmodel verso tutto volto a proclamare ilfascino del creato. Una dichiarazio-ne d’amore verso la natura quelladel poeta parabitano per una poesiasempre vocata alla ricerca della bel-lezza nella figura degli angeli e nelladonna affermata come misura di unsentimento desiderato e sempre vis-suto.

Una poesia circolare: il sè, la na-tura, il pronome “tie” che rappresen-

ta la presenza della figura femmini-le.

Il messaggio si anima e si costrui-sce coinvolgendo sempre i tre sog-getti: poeta, natura e donna uniti dal-la forza del desiderio che diventapoesia d’amore nell’orizzonte delpaesaggio dell’anima come un cantoa cuore aperto. La poesia di Grecovive della bellezza della natura, masi esalta per la forza della voce delmare.

Giuseppe Greco è poeta del Me-diterraneo. Nella sua poesia, nelleatmosfere autunnali di nebbia e dimare non ci sono le foglie gialle adindicare l’odio, ma quelle rosse araccontare le passioni di volti e deiluoghi di una terra generosa che maidelude.

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Poesia

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di Luigi Mangia

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Una poesiascritta

nel dialettosalentino

densa di sonoritàdestinate

all’orecchioe al sentire

dell’ascoltatore

Ad illustrare un disegnodi Giuseppe Greco

Fino al 4 dicembre l’Edicola di Notte di Largo Chiesa vecchia a San Donatodi Lecce, ospita l’installazione di poesia e pittura del poeta Giuseppe Greco

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Al Nuovo Cinema Paradiso, lunedì 18 novembre, alle 21.00, la proiezione del film “Il Tramontana” di Adriano Barbano

Il mestieredel narrare

Rina (Caterina) Durantenasce il 29 ottobre 1928a Melendugno (Lecce)da Francesco, sottouffi-ciale di marina, e LuciaMancarella; è l’ultima di

quattro figlie, Italia, Pia e Marinella:«Noi eravamo una famiglia dalle originicontadine, di quelle che, con infiniti sfor-zi, ad un certo punto, si staccarono dallamatrice contadina per elevarsi al rangodella piccola borghesia».

Il lavoro del padre costringe la fami-glia a continui trasferimenti, dapprima aBrindisi, quindi nell’isola militarizzatadi Sazan (Saseno), avamposto dell’eser-cito italiano in Albania, dove i Durante sistabiliscono per ben nove anni, fino alprimo aprile del 1939: «Vivevamo su uncolle, al centro di una vallata: le case de-gli ufficiali, che erano le più vicine, di-stavano cinque chilometri. Vedevamocosì poca gente».

Nell’isola non vi sono scuole pubbli-che, per cui la sua prima istruzione è affi-data o alle lezioni casalinghe della madreo ad altre insegnanti occasionali: «…io ele mie sorelle fummo mandate a prende-re lezioni di francese dalla madre del co-mandante. Il risultato fu che a sei-setteanni parlavo correttamente francese e ci-tavo a memoria Corneille, mentre igno-ravo Pascoli e De Amicis, e soprattutto ladottrina fascista».

Conseguito il diploma magistrale daprivatista, s’iscrive dapprima a Medicinapresso l’Università di Bari, facoltà fre-quentata per appena un anno, e poi a Let-tere, laureandosi con Mario Sansone.

Nel 1951, poco più che ventenne,pubblica la sua prima raccolta di poesiedal titolo Il tempo non trascorre invano,prefata dal poeta e italianista franceseEugène Bestaux.

Rientrata in Salento, si avvicina agliintellettuali che gravitano attorno a “IlCritone”, autorevole rivista giuridico-letteraria diretta dall’avvocato liberaleTommaso Santoro, la cui redazione cul-turale è affidata al poeta leccese VittorioPagano. È segretaria di redazione dal nu-mero di ottobre-dicembre 1961 fino al-l’ultimo numero apparso nel 1966, magià prima di allora aveva pubblicato sullarivista alcune liriche d’impianto intimi-stico e neo-ermetico. In questo periodoallaccia rapporti più o meno duraturi conesponenti di spicco del mondo letterariosalentino: conosce e frequenta VittorioPagano («Vittorio è mio amico, anzi, ilmio amico, da oltre vent’anni»); Girola-mo Comi, Oreste Macrì, Vittore Fiore,Marti Marti, Giovanni Bernardini.

Nel 1963, sempre sulle pagine de “IlCritone”, pubblica Tramontana (menzio-ne speciale al Premio Teramo 1963), rac-conto da cui è stato tratto un omonimofilm di Alessandro Barbano del 1966.

Rina Durante sulla scena ad Epidauro - La fotografia è di Caterina Gerardi

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Lunedì 18 e martedì 19 novembre, tra Melendugno Lecce e Calimera due giornate di studio dedicate a Rina Durante

Lecce, 10 novembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 03

trice tornerà su questa sua attività, ritenu-ta comunque collaterale, anzi funzionaleal “mestiere” di narratrice: «Io non sonouna ricercatrice. Io sono moderatamenteantropologa, al servizio di qualcosa chenon ha niente a che vedere con l’antropo-logia. Tutte queste ricerche mi servivanoper arricchire il mio repertorio di storie,di immagini, di fatti, di personaggi di cuimi sarei servita come narratrice; io sonouna scrittrice, una raccontatrice».

Nel 1975 è una delle fondatrici delCanzoniere Grecanico Salentino, ungruppo di musica popolare per cui cura Icanti di Terra d’Otranto e della Grecìa sa-lentina (Fonit Cetra, 1977).

Nel 1977 pubblica Il sacco di Otranto(Bari, Adda) che diventerà anche il pri-mo sceneggiato per la radio prodotto dal-la RAI di Bari, andato in onda nel lugliodello stesso anno.

Dagli anni Ottanta in poi, il suo carat-teristico interesse per i costumi e la cul-tura popolare salentina si manifesta attra-verso una serie d’interventi sulle attratti-ve del territorio e sulla cultura eno-ga-stronomica locale: esce nel 1981 Lecce ela sua Provincia (Bari, Adda); nel 1985Tavole e bottiglie eccellenti di Puglia,Molise e Basilicata; nel 2001 Cerere eBacco a piene mani. Una civiltà da salva-re (Fasano, Schena); e, nel 2005, il po-stumo L’oro del Salento (Nardò, Besa).

Si interessa di politica dapprima nellefile del PSI (consigliera comunale a Me-lendugno) e quindi del PCI (candidatasenza successo al Consiglio comunale diLecce). Negli anni Ottanta è segretariaregionale pugliese del Sindacato Nazio-nale Scrittori.

La sua lunga attività di giornalista laporta a collaborare con “La Gazzetta delMezzogiorno” (fra l’aprile e il dicembre1979, e, prima ancora, con alcuni raccon-ti pubblicati fra il 1966 e il 1970), “Quo-tidiano di Lecce” (fra il 1980 e il 1986;dopodiché fu estromessa in seguito a uncambio di proprietà), “Il Paese Nuovo” e“Corriere del Mezzogiorno”, in una co-spicua serie d’interventi che denotano lasua versatilità intellettuale: nei suoi arti-coli, infatti, la Durante si occupa, oltreche di letteratura, di cultura popolare,scuola, sanità, turismo, teatro, cinema,musica, reportage di viaggi, enogastro-nomia.

Nel 1996 pubblica Gli amorosi sensi(Lecce, Manni), una raccolta di raccontie di testi autobiografici, da cui emergo-no, fra l’altro, anche la sua omosessualitàe il suo rapporto di amicizia con VittorioPagano e con altri grandi protagonistidella cultura salentina.

Nel 2004 fa parte della giuria del Pre-mio Strega.

Dopo una lunga malattia, si spegne aLecce nella notte di Natale del 2004.

spagine

L’anno successivo pubblica il suo la-voro più noto, il romanzo La malapianta(Milano, Rizzoli; Premio Salento 1964,assegnatole da una giuria composta, fragli altri, da Mario Sansone, Sandro DeFeo e Maria Bellonci). È proprio in que-st’opera che appare più evidente la suacifra letteraria, e cioè un realismo d’ispi-razione verghiana coniugato con «unavaria psicologia di situazioni e di umanicomportamenti soffusi da un sorriso chesta fra l’ironia e il paradosso. L’imposta-zione del linguaggio, la scelta stilisticasempre di alta tenuta formale anchequando accede alle espressioni più co-muni e popolari, rivelano una sensibilitàe una capacità elaborativa che sono giu-stificate dalla consapevolezza di inserirsinel filone di un canone letterario consoli-dato dalla tradizione».

Fra il 1967 e il 1970 si trasferisce aRoma, dove inizia la sua carriera d’inse-gnante nelle scuole superiori. Nella Ca-pitale si avvicina ai movimenti studente-schi e alla cultura di contestazione e hal’occasione di conoscere e frequentareGiovanna Marini, una delle principalistudiose e interpreti del folk revival:«Nascevano strutture associative per co-ordinare le esperienze sparse sul territo-rio, come l’Istituto Ernesto de Martino eIl Nuovo Canzoniere Italiano. Roma aquel tempo era tutto un fervore di risco-perta. Si aveva la sensazione che il nuo-vo stesse proprio lì, nella stampa under-

ground che diffondeva materiali fino adallora inediti, che aprivano una breccianella cultura orientale, grande scono-sciuta, e nei modi della creatività popola-re, unica alternativa alle banalità dellacanzonetta commerciale e della TV».

La parentesi romana le permette disviluppare la sua inclinazione per l’etno-antropologia e la cultura popolare, che,una volta rientrata in Salento, la porterà asvolgere numerose ricerche e inchiestesul campo, contribuendo così, nel solcodegli studi avviati da De Martino, alla ri-scoperta del tarantismo e alla valorizza-zione del griko e delle tradizioni etno-culturali del territorio: «Noi avevamo unintento che era politico, studiavamo lacultura popolare alla luce di questo inte-resse politico sui canti di lotta, sui cantidi lavoro. La nostra riproposta aveva ilfine di suscitare interesse verso il mondopopolare e la sua possibilità di riscatto».

A Lecce, la Durante prosegue la suacarriera d’insegnante presso l’IstitutoTecnico Industriale “Enrico Fermi” (rile-vante una sua antologia di scritti d’autoresulla questione meridionale, pensata ap-punto per le scuole superiori: Da Verga aBalestrini. Antologia della condizionemeridionale, Lecce, SAEDI, 1977) e tie-ne corsi di sceneggiatura nell’ambitodell’insegnamento di Storia del Teatro edello Spettacolo alla Facoltà di Beni Cul-turali dell’Università salentina. Più vol-te, negli scritti e nelle interviste, la scrit-

In copertina

di Simone Giorgino