Scintilla n. 60 - giu 15

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Sfiduciamo nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze il governo neoliberista e autoritario di Renzi Giugno 2015 Numero 60 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Lottiamo per un Governo operaio e di tutti gli sfruttati! La stampa borghese esulta per un 0,3% di PIL dopo otto anni di profonda crisi capitalistica, di cui gli ultimi tre in costante recessione. Un misero 0,3% (senza un vero aumento dell’occupazione) con il petrolio a prezzi stracciati, con un fiume di droga monetaria iniettata dalla BCE, con il cambio dell’euro ai minimi e l’Expo in corso, significa che il polso dell’imperialismo italiano è debolissimo. Significa che il malato, nonostante tutte le terapie, non si riprende. Anche la medicina neoliberista prescritta da Renzi, l’imbroglione Amerikano, non risolve la malattia ma la peggiora, favorendo esclusivamente i gruppi monopolisti più parassiti e accelerando il declino italiano. Il perché di questa situazione va ricercato nelle insolubili contraddizioni del sistema imperialista-capitalista. Questo sistema in agonia è come una batteria esaurita che non può essere ricaricata, ma solo eliminata dalle leggi della lotta di classe rivoluzionaria, quando la classe operaia prenderà il potere politico. Mentre si avvicinano grandi tempeste finanziarie (quando esploderanno le bolle del buyback e dei bond ne vedremo delle belle, specie nell’UE…), la questione che si pone è: dare contenuto socialista all’esigenza di cambiamento che emerge dagli strati profondi degli sfruttati e degli oppressi, dalla loro lotta quotidiana. Per farlo serve l’organizzazione del reparto di avanguardia del proletariato: il Partito. Se non si risolve questo problema - attraverso la fusione dei comunisti che sono rimasti fedeli al marxismo-leninismo e degli operai avanzati, più energici e capaci – la situazione imputridirà ancor più. A questo scopo lavoriamo, per aiutare gli elementi migliori del proletariato a separarsi definitivamente dall’opportunismo in tutte le sue forme e conquistarli al comunismo, futuro dell’umanità.

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Organo di Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaSfiduciamo nellefabbriche, nelle scuolee nelle piazze ilgoverno neoliberista eautoritario di Renzi

Giugno 2015 Numero 60 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Lottiamo per unGoverno operaio e ditutti gli sfruttati!

La stampa borghese esulta perun 0,3% di PIL dopo otto anni diprofonda crisi capitalistica, di cuigli ultimi tre in costante recessione.

Un misero 0,3% (senza unvero aumento dell’occupazione)con il petrolio a prezzi stracciati,con un fiume di droga monetariainiettata dalla BCE, con il cambiodell’euro ai minimi e l’Expo incorso, significa che il polsodell’imperialismo italiano èdebolissimo. Significa che ilmalato, nonostante tutte le terapie,non si riprende.

Anche la medicinaneoliberista prescritta da Renzi,l’imbroglione Amerikano, nonrisolve la malattia ma la peggiora,favorendo esclusivamente i gruppimonopolisti più parassiti eaccelerando il declino italiano.

Il perché di questa situazioneva ricercato nelle insolubilicontraddizioni del sistemaimperialista-capitalista. Questosistema in agonia è come unabatteria esaurita che non può esserericaricata, ma solo eliminata dalleleggi della lotta di classerivoluzionaria, quando la classeoperaia prenderà il potere politico.

Mentre si avvicinano granditempeste finanziarie (quandoesploderanno le bolle del buyback edei bond ne vedremo delle belle,specie nell’UE…), la questione chesi pone è: dare contenuto socialistaall’esigenza di cambiamento cheemerge dagli strati profondi deglisfruttati e degli oppressi, dalla lorolotta quotidiana.

Per farlo servel’organizzazione del reparto diavanguardia del proletariato: ilPartito. Se non si risolve questoproblema - attraverso la fusione deicomunisti che sono rimasti fedeli almarxismo-leninismo e degli operaiavanzati, più energici e capaci – lasituazione imputridirà ancor più.

A questo scopo lavoriamo,per aiutare gli elementi migliori delproletariato a separarsidefinitivamente dall’opportunismoin tutte le sue forme e conquistarlial comunismo, futuro dell’umanità.

La legge elettorale è la leggepiù politica. La suaformulazione è una delleprerogative tipiche delParlamento borghese.

Matteo Renzi ponendo lafiducia sull’Italicum, come feceMussolini sulla fascistissimaLegge Acerbo, ha violato lenorme e la pratica parlamentareborghese, ha per tre voltevergognosamente calpestato laCostituzione antifascista.

Dopo la beffa del Jobs Act,il nuovo colpo di forza hachiarito a milioni di lavoratorila natura del governo di Renzi,una marionetta tanto arrogante eprepotente quanto al servizioesclusivo dei gruppi dominantidel capitale finanziario, che lohanno applaudito alla Borsa diMilano.

L’Italicum serve aconcentrare il potere nelle manidel premier del partito vincente.Con la sua approvazione lecontroriforme istituzionali e dellavoro accelereranno. Il ricattodi Renzi, l’erede di Gelli eBerlusconi, sulla vita politica sifarà più forte.

La nuova legge-truffaelettorale soddisfa le esigenzedei monopoli finanziari chepuntano a rafforzare la lorodittatura per affrontare laspasmodica concorrenzainternazionale.

Grazie al premio dimaggioranza, all’imposizionedi capolista e tirapiedi eletti “aprescindere”, alle soglied’accesso, l’Italicum vanifica ilconcetto di rappresentanza nelsistema borghese e vorrebbesegnare la fine dellapartecipazione delle masse allavita politica.

Con il nuovo sistemaelettorale verranno formatigoverni oligarchici più stabili eferoci, che approverannorapidamente leggi antoperaie,colpiranno duramente le nostrecondizioni di vita e di lavoro,comprimeranno ancora le nostrelibertà e diritti, avanzerannonella repressione della protestasociale e nella politica di guerra.

Si prepara il passaggio da unregime democratico-borghesecostituzionale a un regimeautocratico presidenziale,guidato dalla volontà del leaderdi un unico partito.

Un Parlamento di figurantisarà l’appendice obbediente del

comitato di affari di PalazzoChigi.

Se il ducetto Renzi incarnaquesto disegno, le“opposizioni” parlamentari nonsono in grado di organizzareuna lotta contro latrasformazione reazionariadello Stato e non rappresentanonessuna alternativa.

Il M5S non è disturbato piùdi tanto dall’Italicum. SEL nonva oltre l’offerta floreale aBoschi.

La sbriciolata minoranzasocialdemocratica del PD èsempre più marginalizzata eimpotente.

Nessuna di queste forzeimbevute di pregiudizi borghesie riformisti vuole mobilitare eorganizzare le masse sfruttate eoppresse. Hanno più paura dellalotta di queste masse che delgoverno Renzi, perciò letengono passive e sipropongono di utilizzarle soloper raccolte di firme e comemassa di manovra elettorale alcarro dell’ennesimo pastrocchioopportunista e laburista.

E’ in sostanza la stessaposizione dei vertici sindacaliriformisti che invece diproseguire e indurire la lottaoperaia contro il Jobs Actl’hanno fermata. I risultati dellaresa li abbiamo visti: piùsfruttamento, più precarietà epiù attacchi ai sindacati inquanto centri di organizzazionee lotta dei lavoratori.

Il bulletto fiorentino puòfare il bello e il cattivo tempo,può forzare la mano proprio perl’assenza di una veraopposizione politica esindacale.

Sebbene Renzi abbia basisociali limitate, la sua forza stanella debolezza enell’inconcludenza dei partiti di“opposizione” rappresentantidelle classi medie, che nonsanno nemmeno quello chevogliono; sta nelcollaborazionismo palese e inquello mascherato degli“aventiniani” che illudono eparalizzano le masse.

I fatti degli ultimi mesihanno chiarito che Renzi nonentrerà in crisi per le manovreparlamentari, ma sul versantedelle lotte operaie e sociali.

Nessuna illusione puòessere nutrita sulle forzeborghesi liberali e riformiste. I

nodi politici che abbiamo difronte possono essere scioltisolo dalla classe operaia, laclasse più rivoluzionaria dellasocietà.

Per far saltare i pianireazionari e i propositiliberticidi del governo Renzi edi chi lo sostiene, per rovesciarequesto governo, bisognaorganizzare anzitutto il fronteunico di lotta del proletariato.

La chiave di volta sta nellacostruzione e diffusione degliorganismi di massa nellefabbriche, nei quartieri, neiterritori (Comitati di unitàproletaria, Comitati di sciopero,etc.) per realizzare l’unità diazione di tutti i lavoratori, ditutti coloro che si oppongonoall’offensiva del capitale, allareazione politica e alle minaccedi guerra.

Questi organi realmenterappresentativi di tutta la massa,dal carattere politico, vannopreparati attraverso le diverseesperienze e formeorganizzative che oggi sisviluppano, anche a livellospontaneo, nel movimentooperaio, in quello sociale, etc.,come risposta all’esigenzasentita da vaste masse sfruttatee oppresse di trovare proprieforme di espressione politica.

Si pone dunque allariflessione dei militanti piùconsapevoli di questimovimenti il problema delleforme organizzative idonee adare realmente forza, stabilità econtinuità nel tempo all'azionedelle masse, a far prevalerel’egemonia del proletariato (enon quella della piccola-borghesia), a svilupparle versocontenuti rivoluzionari piùavanzati.

Ma pensare di risolvere icompiti dell’oggi, basandoci sui

vecchi e nuovi partitirevisionisti e socialdemocraticisignifica votarsi alla sconfitta.

Finchè i settori diavanguardia del proletariatonon si saranno liberati dalleconcezioni, dalle pratiche,dall’influenza borghese epiccolo borghese sullaquestione decisiva del Partito,finchè gli sfruttati combattivi eavanzati non faranno proprio ilconcetto di “Partitoindipendente e rivoluzionariodella classe operaia” saràimpossibile avanzare sul terrenodella lotta politica per il potere.

Il nostro lavoro è volto adaiutare questo sviluppo dellacoscienza e dell’organizzazionecomunista, per porre le basidella formazione di un veroPartito comunista delproletariato. Operai e giovanirivoluzionari, cooperate!

Battere Renzi sul terreno della lotta!2 Giugno 2015

A chi dare il5 per mille?Lavoratori, pensionati, nondate il 5 per mille ai falsibenefattori legati allemultinazionali farmaceutichee al Vaticano. I milioni di euro che questisciacalli ricevono non vannoalla ricerca scientifica e aimalati, ma alla speculazionefinanziaria e immobiliare!Date il 5 per mille a chi lottaper la causa del proletariato! Nella CU, 730 o Modello unicofirmate e fate firmare nelriquadro "Sostegno delvolontariato e delle altreorganizzazioni non lucrative di utilitàsociale", scrivendo il codicefiscale di Scintilla Onlus: 976 637 805 89

3Giugno 2015

Nonostante la forte contrarietà dimolti operai, l’accordo persaturare la produzione, e passareda 15 a 20 turni alla Sata Fca diMelfi – sottoscritto da padrone,quadri e sindacaticollaborazionisti - è oraapplicato sulle linee della 500Xe della Jeep Renegade (vendutenegli USA) che producono circa1.000 autovetture al giorno, piùcirca 400 Punto. Sui due nuovi modelli lavoranoquasi 4 mila operai mentre 2mila rimangono sulla Punto.Col passaggio a 20 turni Melfi èdiventato il primo stabilimentoex Fiat a ciclo continuo. Lo schema a 20 turni non eramai stato adottato nel settoredell’auto in Europa perché haconseguenze devastanti sullasalute operaia. La spinta ai 20 turni(praticamente un ciclo continuo)deriva da una precisa esigenzacapitalistica: quella di non farrestare inattivi i mezzi diproduzione, che per i padronisarebbe una perdita. Ma vediamo come funziona ilnuovo sistema dei turni, perchéciò che accade nel tempio dellosfruttamento capitalisticoriguarda tutti gli operai.Prendiamo ad es. il “profilo B”.Si lavora 6 mattine di seguito,dalle h. 6 alle 14, dal lunedì al

sabato. Poi si riattacca domenicasera dalle 22 alle 6, per 4 notti diseguito. Quindi due giorni diriposo. Poi 3 pomeriggi-sera dilavoro dalle 14 alle 22, compresauna domenica. Quindi 2 giorni diriposo. Poi altre 3 notti di lavoro.Quindi altri due riposi. Poi altri 4pomeriggi di lavoro. Infine unadomenica di riposo. Il lunedì alle6 si ricomincia. “È come viverein un continuo cambio di fusoorario”, dice una operaia. Quanti anni può vivere unoperaio con questi turni senzaammalarsi o uscire di senno? Inrealtà, al capitale non importa unfico secco della salute e delladurata della vita dell’operaio.Quello che interessa aMarchionne e ai suoi compariamericani è torchiare al massimola forza-lavoro per 24 ore algiorno, tutti i giorni.Ovviamente l’accordo-truffa nonprevede alcuna riduzione diorario di lavoro, e nemmenosabati e domeniche di riposoconsecutive. Come se nonbastasse, sono stati tagliati dieciminuti di pausa per turno persingolo operaio. Dieci minuti al giorno perseimila operai, fanno centinaia dimigliaia di ore di lavoro gratisper il padrone ogni anno, cioèmaggiore sfruttamento e tantafatica in più per gli operai.

“Accordo storico” è statodefinito dai venduti che l’hannofirmato, con il pretesto dei milleoperai in più (senza tutele), cheservono al padrone per spremereil massimo plusvalore possibiledalla loro forza-lavoro.Col “just in time” i carichi e iritmi sono aumentati. Zero tempimorti. Nella pratica è difficilemantenere la postazioneassegnata in linea e per qualsiasiinconveniente gli operai sonocostretti a risalire la corrente“come i salmoni”. Intanto isorveglianti stanno lì a ricordareche in fabbrica vige l’autocraziae il ricatto no-stop del capitale.Quando c’è crisi e il padronedecide di fermare i mezzi diproduzione, gli operai sonolicenziati o sbattuti in cassaintegrazione a fare la fame;quando il mercato tira il padronevuole che i mezzi di produzioneassorbano ogni goccia di lavorovivo senza interruzioni, e dunquegli operai tornano a casa sfiniti.Per le operaie va anche peggio,perché a casa sono loro alavorare di più.I micidiali effetti della dittaturacapitalistica in fabbricacominciano a non essere piùsostenuti dalla massa operaia diMelfi. Il clima che si respira è pesante,c’è paura, ma anche malcontentoe tensione. Nelle assemblee suiturni sono uscite forti protestecontro i sindacalisti venduti alpadrone. Da parte sua Renzi, il burattinodi Marchionne, appoggiapienamente il modello Melfi e siprepara a visitarlo per dare il unsegnale politico: il governo èschierato dalla parte deicapitalisti più intransigenti ereazionari e fa del suo meglio peraiutare i loro interessi. Anche

favorendo quel sindacato unicodi regime su cui sta lavorandosottobanco Marchionne. Ma gli operai sono stufi diingoiare rospi. Ci vuole unanuova lotta “dei 21 giorni”, cheprima o poi esploderà senza econtro i bonzi sindacali. Protagonisti ne saranno i giovanioperai senza diritti assieme ai piùanziani ed esperti, uniti inorganismi rappresentativi cheraccolgano e organizzino lamassa operaia (Comitati operai)nei quali si realizzi il fronteunico proletario contro i vampiricapitalisti. Lotta per la cancellazionedell’accordo sui turni, per lariduzione dell’orario di lavoro aparità di salario, per il ripristino el’aumento delle pause, per lariduzione dei carichi e dei ritmidi lavoro, forti aumenti salariali:questi i punti di partenza perazioni politiche di più largosviluppo nella prospettivarivoluzionaria.

Manca un turno, il 21°, alla Sata Fca di Melfi per realizzarecompletamente il ciclo continuo di produzione. Perché 20 turnisettimanali e non 21? Vi sono ragioni tecniche insuperabili? Noi pensiamo che la mancanza del 21° turno sia la cambialepagata da Marchionne alla Chiesa cattolica, la quale ha unafunzione importante, specie nel meridione, per mantenere ilcontrollo ideologico e politico (attraverso i sindacati cattolici)della classe operaia.Questa lettura ce la convalida il vescovo di Melfi che inun’intervista ha così benedetto l’accordo: «Cosa penso del lavorodomenicale? Mi pare che una settimana ogni otto sia sopportabile,e chi vuol venire alla funzione il modo lo trova, anche perché lelinee sono ferme la domenica dalle sei alle quattordici.” Una magnifica dimostrazione di come i dogmi cattolici divengonoflessibili di fronte alle superiori ragioni dell’estrazione delplusvalore: una Jeep Renegade val bene una messa!L’accordo dunque salva capra - la deregulation neoliberistafunzionale al massimo profitto - e cavoli - il terzo comandamentotanto caro ai preti nell’epoca del capitalismo: “ricordati disantificare il lavoro salariato”. Oppressione economica e oppressione religiosa hanno trovato unpunto di equilibrio ai danni degli operai nell’accordo sui turnidella Sata Fca di Melfi. Sarà la lotta di classe degli sfruttati a farsaltare entrambe.

Melfi: il vampiro capitalista succhia ognigoccia di sangue del lavoro vivo

“Ricordati di santificare il lavoro salariato”

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 27.5.2015 - stampinprop.

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Scintilla Onlus

Il 5 maggio, gli insegnanti e glistudenti sono scesiunitariamente in piazza per direil proprio NO alla riformaRenzi/Giannini dell’istruzione,pomposamente chiamata “Labuona scuola”. Si è trattato delpiù grande sciopero generaledella scuola realizzato in Italia.E’ stato il prodotto di una forte eprolungata mobilitazione. Ilfronte sindacale è scesocompatto in piazza dopodecenni: grandi manifestazioniin 30 città, milioni di lavoratoridella scuola e di studenti hannosfiduciato il governo Renzi e lasua controriforma neoliberista eautoritaria della scuola. Di fronte a questa grande lotta,la riforma è stata approvata dicorsa alla Camera, con le“opposizioni” incapaci di unminimo di risposta decente e leminoranze PD che chiedono algoverno alcuni ritocchi per dareil loro voto a favore. La mobilitazione di insegnanti estudenti comunque non siarresta: dopo lo sciopero del 5/5e il massiccio boicottaggio deitest INVALSI, riuscito oltreogni previsione, tutti i sindacatihanno indetto lo sciopero –seppur parziale – degli scrutini,e il 7 giugno è stata proposta

una grande manifestazionenazionale. Comitati, struttureautorganizzate, etc. sono sorte espingono per una mobilitazioneunitaria e radicale. I punti più odiosi dellacontroriforma scolasticariguardano: la mancanza dichiarezza circa la coperturafinanziaria per la assunzione deiprecari; la figura del cosiddetto“preside-manager”; i metodi divalutazione. La logica di fondo dellacontroriforma è evidente:ulteriore massacro della scuolapubblica (compreso lo stornodei fondi pubblici) a vantaggiodelle scuole private eun’istruzione sempre piùsubalterna agli interessi delleimprese capitalistiche. La riforma Renzi/Giannini è untassello della trasformazionereazionaria dello Stato e dellasocietà borghese. Punta a fare della scuola unapparato a completo serviziodella classe dominante performare una forza-lavoroancora più sfruttabile,perfettamente inquadrataall’interno del sistema disfruttamento capitalistico.Nuove generazioni senza alcunspirito critico, esistenti solo per

far ingrassare sempre più ipadroni e i loro manutengoli. La lotta di queste settimane, conla discesa in campo di lavoratorie studenti uniti, e la lorocapacità di “reggere” lo scontro,è importante, contiene in sé unaindubbia carica antigovernativache va valorizzata. Da essapossiamo già trarre alcuneindicazioni. Contrariamente ai precedentimovimenti di lotta nella scuolain cui il movimento studentescogiocava il ruolo trainante, oggii principali protagonisti sono gliinsegnanti. Segno evidente chei lavoratori pubblici, compresialcune componentitradizionalmente vicine al PD,duramente colpiti in questi anni(blocco dei contratti, tagli allepensioni, ecc.) cominciano adaverne abbastanza dellepolitiche governativeantipopolari e scendono in lottapiù convintamente e conmaggiore radicalità. Pur con i suoi limiti e debolezzeintrinseche, uno per tutti l’otticaancora “separata” dellamobilitazione dal resto deglialtri settori sociali che resistonoalle politiche neoliberiste, lalotta contro la “Buona scuola”conferma che questo governoha il proprio tallone di Achillenei movimenti di lotta e diprotesta sociale. Il governo Renzi non va inaffanno con le manovretteparlamentari, ma sotto la spintadelle lotta di massa. Inoccasione del voto sulla “buonariforma” Renzi non ha posto lafiducia (come ha fattosull’Italicum), e sotto la spintadella mobilitazione sta facendouna parziale e lenta retromarcia,costretto dalla lotta a riaprire ilconfronto.Il governo Renzi e le suepolitiche antipopolari ereazionarie possono essererigettate e sconfitte dalla lottaunitaria e di massa. Occorre

dunque proseguire e rafforzarela lotta fin dalle prossimescadenze, senza attendismi esenza legari al carro di qualcheammucchiata “laburista”(vecchia o nuova che sia). Contro i tentativi diaffossamento della lotta incorso, è importante parteciparein massa alle prossime giornatedi mobilitazione rivendicando elottando per il ritiro in bloccodella controriformaRenzi/Giannini, per la difesa edil rilancio della scuola pubblica,l’assunzione certa di tutti iprecari. L’unità di lotta dei lavoratori edegli studenti deve esseremantenuta e sviluppata, le lottedevono crescere nel modo piùunitario possibile, fino al ritirodel DdL. Contro la scuola deipadroni va rimessa in campouna carica di contestazione e diforme assembleari dal livellolocale a quello nazionale.Ciò però ancora non basta. Perfar saltare la riforma ènecessario evitare che ilmovimento di lotta della scuolarimanga isolato e distante dallalotta della classe operaia control’offensiva capitalista egovernativa. E’ infatti un grave erroreritenere che il progettoreazionario di Renzi possaessere sconfitto dallamobilitazione di un singolosettore, sia pure numeroso comequello della scuola. Dunque, è necessario lavorareper una risposta di lotta unitariae combattiva, che veda a fiancodella classe che produce tutta laricchezza sociale gli altrilavoratori oppressi dal capitale.Poniamoci come obiettivo darealizzare lo lo scioperogenerale politico di tutti ilavoratori contro il governoRenzi e i suoi progettireazionari, da realizzarsi quantoprima.

Bocciamo in tronco la scuola-aziendadei presidi-manager

Giugno 20154

Secondo i dati diffusi dall’Ocse, l’1% della popolazione italianapossiede il 14,3% della ricchezza nazionale, praticamente il triplodel 40% più povero che ne possiede solo il 4,9%. Il 20% più ricco possiede il 61,6% della ricchezza, dunque alrestante 80% della società ne rimane solo il 38,4%. Questi dati significano che lo sfruttamento capitalistico crescecontinuamente e l’abisso tra la classe lavoratrice e la borghesiadiviene sempre più profondo. La legge generale dell’accumulazione capitalistica generacostantemente concentrazione della ricchezza nelle mani di unaminoranza sfruttatrice ed accrescimento della miseria deilavoratori. L’ampliamento del fossato fra le classi è cresciuto senza soste inquesti ultimi anni a causa della crisi capitalistica e delle criminalipolitiche dei governi borghesi - come quello neoliberista eautoritario di Renzi - che hanno rapinato il salario e pensioni, persalvare profitti, interessi e rendite dei monopoli capitalistici.La lotta rivendicativa della classe operaia può frenare la tendenzaall’immiserimento, ma non può cambiare la direzione di questoprocesso.Per farlo ci vuole la rivoluzione sociale, l’espropriazione deicapitalisti, la demolizione del loro apparato statale, ci vuole ilsocialismo!

Un abisso sociale sempre piùprofondo e odioso

Giugno 2015 5

La UE alza il muro e prepara interventimilitari contro i migranti e i popoliDi fronte al dramma dellamigrazione fra Africa e Europa– conseguenza diretta dellapovertà, della politica disaccheggio di materie prime eforza-lavoro, degli interventi edelle guerre provocati dallepotenze imperialiste e dallecricche reazionarie a loroasservite – la Commissionedell’Unione Europea (UE) haapprovato un piano cheprevede, oltre all’ipocritasistema delle “quote” (unagoccia nel mare dei richiedentiasilo), anche l’opzione militare. Cioè invio di navi da guerra etruppe nei paesi da dovepartono i migranti per impedireloro di sfuggire da miseria,guerre e brutalità di ogni tipo. Dapprima hanno fattodell’Africa un immenso campodi sterminio, ora ne sigillano levie di uscita prevedendo «l’altorischio di danni collaterali»:così i banditi imperialistichiamano le vittime dei lorobrutali interventi militari attuatiin spregio al dirittointernazionale. Eppure secondola Mogherini l’UE avrebbecompiuto “passi da gigante”.Sicuramente verso la barbarie!Mentre la NATO alza il suomuro a est, la UE lo alza a sud,nel Mediterraneo. USA e UEnelle loro campagne mediatiche

insistono sui criminali scafistiper farne dei capri espiatori eschivare le loro responsabilitànella tragedia migratoria, cosìcome per legittimare nuoviinterventi militari in Libia.Nell’intento di respingere imigranti, di negare l’asilopolitico e i diritti a tutti irifugiati, di perpetuare la rapinadelle risorse dei paesidipendenti fanno sempre piùricorso a strumenti illegali,violenti e repressivi, allapolitica di guerra. I partiti e i gruppi nazionalisti,xenofobi e razzisti, come laLega di Salvini, tirano la volataa questa infame politica rivoltacontro i migranti e i contro ipopoli. Responsabile del genocidio edella tragedia migratoria è ilcapitalismo imperialista, sono imonopoli internazionali chesaccheggiano il pianeta, ipadroni che accumulano profittimediante lo sfruttamento dellaforza-lavoro africana a prezzistracciati, i nuovi mercanticapitalistici di schiavi. Denunciamo le responsabilitàpolitiche dell’UE e del governoitaliano per le stragi deimigranti nel Mediterraneo e perla politica di guerra esaccheggio contro i popoliafricani.

Basta con le misure razziste,guerrafondaie e repressive diun’Unione Europea sempre piùreazionaria, antipopolare eantidemocratica. Esigiamo una politica rispettosadei migranti, dei loro diritti, acominciare dal diritto di asilo. Esigiamo l’abrogazione delleleggi, dei regolamenti e degliaccordi razzisti. Diciamo Sì alpermesso di soggiorno e aidocumenti di viaggio per imigranti, alla regolarizzazione ealla parità dei salari e dei dirittiper le lavoratrici e i lavoratoriimmigrati. Opponiamoci e mobilitiamocicontro il nuovo intervento

militare imperialista in Libia!Rivendichiamo il diritto deipopoli di uscire dalla UE!Partecipiamo allemanifestazioni e alle iniziativedi protesta che si svilupperanno.La politica antimigranti e quelladi guerra sono rivolte control’insieme dei lavoratori sfruttatie oppressi, perciò devonotrovare la risposta più unitaria eampia possibile. I nemici non sono i migranti chearrivano per sfuggire alle guerree alla miseria impostedall’imperialismo e dalle suecricche locali; il nemico èdentro casa, è la borghesia e isuoi governi.

Un secolo fa lo straccioneimperialismo italiano entravanella I guerra mondiale - generatadagli antagonismi del regimecapitalistico - spinto dalla volontàdi una minoranza di elementireazionari, avventurieri,sciovinisti e interventisti asservitiagli interessi delle classipossidenti. Dopo la guerra libica, laborghesia italiana continuava aperseguire una politica espansivae mirava alle “terre irredente”sotto dominio austriaco. La sceltadi uscire dalla neutralità e dischierarsi con la Francia el’Inghilterra, contro la Germaniae l’Austria, fu dettatadall’opportunità di sedersi altavolo della spartizione delbottino e conquistare territori. Gli industriali videro nella guerral’occasione per lauti profitti, gliagrari il modo per liberarsi dalla

pressione dei contadini poveri.Tutte le classi dirigenti fecero delpaese una grande caserma neltentativo di trovare all’esterno lasoluzione della crisi della societàitaliana. La guerra fu pagatainteramente dalle masse popolari,col massacro di circa 1,2 milionidi contadini e operai, soldati ecivili, con rovine e distruzioni.I partiti e gli intellettualiborghesi, la stampa, la chiesa, sitrovarono in prima linea asostenere le posizioni“patriottiche” delle potenzeimperialiste, a istigare l’ingannonazionalista e la frenesiaguerrafondaia. In Italia il PSI si distinse perun’opposizione alla guerra dalcarattere equivoco e illusorio.Dapprima non mobilitò néorganizzò seriamente la classeoperaia che era contro la guerra.Successivamente si dimostrò

incapace di sfruttare la crisi e diappoggiarsi sui movimenti operaie popolari del dopoguerra, dalmomento che non aveva posto,né risolto, nessuno dei problemifondamentali dell’organizzazionepolitica del proletariato. Diconseguenza entrò ben presto inuna situazione di disgregazione eincapacità programmatica,organizzativa, strategica e tattica,che l’avanguardia del proletariatorisolse con la fondazione delP.C.d’I. - Sezione della IIIInternazionale comunista.A cento anni dalla sua entratanella prima guerra mondialeimperialista, la corrotta borghesiaitaliana fa della preparazionedella guerra di rapina al carrodella NATO sul piano esterno edella trasformazione reazionariadello Stato sul piano interno glielementi fondamentali della suapolitica.

Dovere del movimento operaio ecomunista è opporsi e sabotare intutti i modi possibili i piani diguerra imperialisti denunciandoil vero carattere di queste guerre,smascherando senza pietà lemenzogne e gli inganni sulla“difesa della libertà” e gliobiettivi “umanitari” diffusi dallaborghesia, lottando anzituttocontro il proprio imperialismo. Non a caso nel maggio 1915, inoccasione dell’entrata in guerradell’Italia, Karl Liebknechtconcludeva il suo appello conqueste parole: “Il principalenemico è nel nostro paese!”, cheoggi i comunisti e i proletariavanzati devono far proprie.Il 2 giugno manifestiamoovunque contro la guerraimperialista, per il ritiroimmediato delle truppe inviateall’estero e l’uscita dell’Italiadalla NATO!

Il principale nemico è sempre nel nostro paese

Il Partito come parte integrante edirigente della classe operaiaLa borghesia non ha maisopportato negli ultimi duesecoli l’esistenza del Partitocomunista come partitoindipendente e rivoluzionariodella classe operaia. Il punto centrale della lotta delcapitale contro gli operai èsempre consistito nel colpire laloro parte più avanzata ecombattiva per impedire laformazione del Partito. Le forme di questa lotta sonostate molteplici: dalloschiacciamento violentodell’avanguardia di classe,all’appoggio fornito allaaristocrazia operaia e alletendenze conciliatrici, fino allemanovre revisioniste dentro iPartiti comunisti. La ragione di ciò è semplice:non c’è altra forza che possaabbattere il capitalismo,conquistare il potere politico ecostruire il socialismo al difuori del proletariato diretto dalsuo reparto di avanguardia,organizzato e cosciente. Il problema del Partitoindipendente e rivoluzionariodel proletariato è dunquedeterminante nella teoria e nellaprassi della rivoluzione sociale.Una delle conseguenze dellasconfitta transitoria, assaiprofonda, del socialismo è statoil rifiuto del concetto e della

pratica del “partito indipendentee rivoluzionario” da parte deglioperai avanzati, cioè la perditadi fiducia nella loro stessaorganizzazione.Molti di questi operai sono statiinfluenzati da correntisocialdemocratiche, riformiste,nonché ultrasinistre, piccoloborghesi nella loro essenza.L’antipartitismo proletario,l’economicismo, il laburismo, ilm o v i m e n t i s m o ,l’avanguardismo esterno allaclasse, sono alcunecaratteristiche deteriori diqueste correnti.Finchè gli operai avanzati nonavranno regolato i conti conqueste correnti e posizioni nonsarà possibile per la classeoperaia formare un vero partitorivoluzionario che sia ilrappresentante politico dellamassa lavoratrice. Non ci stancheremo mai diripetere alcuni concetti-base: laclasse operaia, in quanto classepiù rivoluzionaria della società,può e deve partecipare alla lottapolitica attraverso il suo Partito,può vincere contro la borghesia,abbattere il capitalismo ecostruire la società pianificatadei lavoratori grazie alladirezione del suo Partitocomunista.Questo Partito può sorgere solo

dall’unione, dalla fusione deisettori avanzati del movimentooperaio e del movimentocomunista (marxista-leninista). Senza questo Partito la classeoperaia è alla mercè deipoliticanti asserviti alla classedei capitalisti o alle espressionipolitiche della piccolaborghesia oscillante. Senza questo Partito non si puòsviluppare la coscienza politicadi classe, non si può invocare unvero movimento rivoluzionarioe non si può parlare di lotta peril potere. In quanto marxisti-leninisti, ilnostro ruolo e la nostra

responsabilità sta appunto nellavorare e lottare condeterminazione, a livelloteorico, politico,programmatico e organizzativo,per aiutare il distacco deglioperai avanzati, specialmentedei giovani operai, i più ricettivie aperti al nuovo, dalle correntiborghesi e piccolo borghesi efavorire il loro riaggruppamentoin Partito comunista. L’adesione alla nostraorganizzazione è la sceltamilitante da compiere perdirigere e portare avanti, conl’attività collettiva, ordinata epianificata, questo processo.

6 Giugno 2015

Alzare il livello della vigilanza antifascista!Negli ultimi tempi abbiamonotato la preoccupante tendenzada parte di gruppi e singolicompagni ad abbassare il livellodi vigilanza nei confronti deifascisti camaleonti rossobruni ecomunitaristi, a usareaddirittura toni concilianti neiconfronti di questi pericolosisoggetti. I fascisti come è noto sinascondono bene, tendono adissimularsi e infiltrarsi a“sinistra”, si definiscono“ n a z i o n a l - b o l s c e v i c h i ” ,“socialisti patriottici”,“antiamericani”, persino“anticapitalisti militanti”, etc.Ciò è perfettamente in linea conle caratteristiche del nazional-“socialismo”, che ha assuntoquesto nome proprio peringannare la classe operaia.

Ma è sufficiente dare unaocchiata ai loro triti argomentiper capire che non hanno nulla ache spartire con l’analisileninista dell’imperialismo, conl’internazionalismo proletario,ma ne sono irriducibiliavversari poiché mirano asoffocarlo in nome dell’“euroasiatismo”, della stoltaesaltazione di Stati borghesi“antimperialisti” e dell’onorenazionale borgese.Del resto, chiunque può capireche il presunto“internazionalismo” (nonproletario) di questi farabutti èuna lurida menzogna perchécostoro non lottano control’imperialismo italiano eeuropeo, ma vorrebberosemplicemente un loro diversoschieramento sull’arena

internazionale, passando dalcampo dell’imperialismo USA aquello dell’imperialismo russo. Eppure vi sono compagni chedefiniscono “documentiinformativi interessanti” leanalisi dei fascisti mascherati ele fanno persino circolare,confondendo l’analisi marxista-leninista con geopoliticareazionaria. Vi è persino chi sostienel’assurdo ragionamentosecondo cui i nemici (i fascisti“rossobruni” che si presentanocome “internazionalisti”) deinostri nemici (i revisionisti)sono nostri amici. Ciò èassurdo, antidialettico, e varifiutato in tutti i campi, daquello nazionale a quellointernazionale.I compagni devono mantenere

ben ferma la discriminanteantifascista e alzare il livello divigilanza. Tutti i comunisti e gliantifascisti sono chiamati acondurre un’attività costantevolta a smascherare edenunciare senza esitazioni ifascisti e gli altri elementireazionari, contrapponendo loroil marxismo-leninismo el’internazionalismo proletario.Purtroppo l’assenza di unautentico Partito comunista nonci permette ancora di dare unarisposta completa e militante alproblema dei rossobruni e deitentativi di provocazione einfiltrazione fascista a sinistra. Ma ciò non ci esime dal lottareapertamente contro questirottami e contro chi ha posizioniaccomodanti nei loro confronti.

7Giugno 2015

(Ampi stralci delladichiarazione del PCB)All'indomani dellaproclamazione, da parte dellaCorte Costituzionale, deirisultati delle elezionilegislative, Boni Yayi invia unosquadrone contro un deputato. Ilpopolo di Cotonou si sollevaper tutta la giornata del 4maggio, prende a bersaglioBoni Yayi e tutti i suoi simbolie, fino alle 23, i giovani sibattono per le strade e siripromettono di continuare ilgiorno dopo. Boni Yayi devebattere in ritirata annunciandola "sospensione" della denunciaassassina da lui presentata.Vittoria del popolo! Se il popolodi Cotonou non si fossesollevato, se avesse rimesso lasoluzione del problema nellemani di deputati e di altreautorità politiche e morali, oggiCandide Azannai sarebbesemplicemente scomparsocome Urbain Dangnivo, osarebbe in carcere o in esilio. ....Lezione principale: i problemifondamentali di un paese, di unpopolo, sono risolti - indefinitiva - solo dalla ribellioneche si sviluppi fino allasollevazione di quel popolo.

I grandi borghesi, marci ecorrotti, spaventati perché sisentono minacciati dallasollevazione popolare,invocano la pace di fronte a unpopolo che è assalito da ogniparte da una quantità diproblemi: problema dell'acquae dell'elettricità, a cui si èaggiunto quello del carburante;problema della rovina dellascuola; problema delladisoccupazione e delladisperazione dei giovani; rovinadei contadini, degli artigiani,delle donne commercianti; e, aldi sopra di tutto, la corruzione,la frode, il saccheggio dellerisorse del paese, eretti asistema di governo.Mentre il paese è senz'acqua,Boni Yayi e i suoi principaliministri Barthélemy Kassa,Komi Koutché, Marcel deSouza sono colti in flagrante peril delitto di sottrazione dei fondiforniti dai Paesi Bassi per dare

acqua alle popolazioni. Lesovrafatturazioni non bastanopiù, bisogna semplicementeportar via la cassa, far sparire ifondi. ..... Yayi Boni si riveladunque come una nuovacalamità nazionale.Fare semplicemente appello allapace mentre, come tutti sanno,centinaia di migliaia di franchisono stati distribuiti dai grandiborghesi per comprare glielettori; fare semplicementeappello alla pace mentre BoniYayi getta il discredito el'obbrobrio sul paese e sulladiaspora, significa rendersicomplici del ladro,dell'affamatore, del dittatore.I giovani e il popolo imparanocosì, dalla loro pratica, chequesti consigli di "pace" sonoinoperanti dinanzi ai lorofondamentali problemi. Il nuovo parlamento eletto, conle sue modalità elettorali basate

sulla massiccia compravenditadegli elettori e sulla frode, con isuoi membri ben conosciuticome protagonisti del sistema difrode e di corruzione che, negliultimi venticinque anni, hacondotto il paese alla rovina,non può risolvere i problemidella fame, della corruzione,dell'impunità, delladisoccupazione, della difesa delpatrimonio nazionale.È la ribellione del popolo che sisviluppi fino alla sollevazionepopolare quella che sicuramentepuò risolvere i problemi difondo e instaurare un nuovogoverno.Popolo e giovani del Benin,Sollevatevi, organizzatevi persalvare il paese e l'avvenire.ABBASSO BONI YAYI!AVANTI PER UN NUOVOGOVERNO! 11.5.2015 Partito Comunista del Benin

Benin: solo la sollevazione popolarepuò risolvere le grandi sfide attuali

Documenti del XX Plenum dellaCIPOMLE’ disponibile in versionecartacea e digitale un opuscolocontenente quattro importantidocumenti approvati dal XXPlenum della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML), svoltosi inTurchia nel novembre 2014.Essi sono: 1) 20 anni di Lotta eUnità per la Rivoluzione e ilSocialismo (dichiarazione del XX Plenum della CIPOML); 2) La situazione internazionale e i compiti dei rivoluzionariproletari; 3) Sui Fronti Popolari; 4) Documento di discussionesul lavoro tra le donne. L’opuscolo contiene, inoltre, il saluto pronunciato dal compagnoRaul Marco, a nome della CIPOML, durante l’incontrointernazionalista svolto a Istanbul.Il prezzo dell’opuscolo in formato cartaceo è di 3 euro.Richiedetelo alla redazione!

Libertà per Samer Issawi, Ahmad Sa’adat e pertutti gli altri prigionieri politici palestinesi!Samer Issawi, l’eroicopalestinese che ha sfidato ilsionismo con uno sciopero dellafame di 277 giorni, è di nuovo ingalera, condannato a 30 anni perla sua resistenza all’occupante.Il tribunale militare israeliano haripristinato la condannaprecedente. Una vendetta controun prigioniero che con la sualeggendaria protesta haconquistato i cuori di milioni didemocratici e progressisti nelmondo intero.Il precedente rilascio di Samer,in seguito alle pressioni locali edinternazionali, fu un passoobbligato, ma non definitivo perle forze occupanti. Nel giugno del 2014, Samer èstato ri-arrestato, dopo che eranostati messi in prigione la sorellaShireen e i fratelli Medhat eShadi. Un piano diabolico per

togliere ogni sostegno a Samer.I sionisti stanno cercando difiaccare la resistenza deiprigionieri palestinesi in tutti imodi. Prove false, rifiuto dellevisite dei familiari, allungamentodel periodo tra una visita el’altra, trasferimenti arbitrari,negligenza medica, incursioninotturne, permesso di vederesolo canali Tv israeliani….larepressione ha però soloaumentato la fermezza deiprigionieri e la loro volontà dilottare per la vita e la libertà.Assieme a loro chiediamo ilritiro di tutte le misure repressivee punitive, cure mediche, la finedella detenzione amministrativasenza né accusa né processo, lalibertà per Samer Issawi, perAhmad Sa’adat e per tutti iprigionieri politici palestinesi. Palestina libera!

Nel paese andino il movimentopopolare si è riattivato,l’opposizione di sinistra crescein quanto a iniziativa politica, ilcampo dei settori socialimalcontenti si amplia e siqualifica nell’espressione dellasua protesta. Tutto ciò determina uncambiamento nei rapporti diforza sociali e politici fra ilmovimento popolare e il regimeautoritario e prepotente diCorrea, che scarica la crisi sullespalle dei lavoratori e beneficiala borghesia. Nella giornata del 1° Maggio ilmovimento sindacale e

popolare ha offerto una nuovadimostrazione di compattezza edi combattività. Ledimostrazioni convocate indiverse città dalleorganizzazioni popolari hannosuperato notevolmente quelleorganizzate dal governo,nonostante gli enormiinvestimenti compiuti da Correaper mobilitare i suoi sostenitori,nonostante la pressione e leminacce agli impiegati pubblicie ad altri settori sociali.L’aspetto importante di questagiornata non sta tanto neinumeri di coloro che sono scesiin piazza a favore o contro il

governo, quanto nel suosignificato: la bilancia politicainclina contro il correismo. Questo è il risultato di unevidente processo didecomposizione del regime, chesi è accelerato negli ultimi mesicome conseguienza delledifficoltà economiche (cadutadei prezzi delle materie prime) edelle politiche antipopolariadottate per affrontare iproblemi fiscali del paese, chehanno determinato la rispostadei lavoratori e del popolo nellestrade. Da alcuni mesi i compagni delPartito Comunista Marxista

Leninista dell’Ecuador(PCMLE) avevano segnalatoche il governo aveva toccato ilsuo tetto. Ora è cominciata lasua discesa, il calo dipopolarità. Ciò non significa che si è giàaperta una crisi di governo, mache è necessario continuare alottare per metterlo all’angolo.Questo è il compitodell’opposizione popolare.A tal fine, la realizzazione delloSciopero del popolo èfondamentale. Verso taleobiettivo le organizzazionipopolari e di sinistra stannoorientando i loro sforzi.

Giugno 20158

Ecuador: verso lo sciopero del popolo

I portuali norvegesi, aderentialla Federazione dei Lavoratoridel Trasporto (NTF) sono inconflitto ormai da più di 18mesi. La lotta che stanno portandoavanti è di grande importanza,perché pone rivendicazionifondamentali per il movimentosindacale, come la difesa delContratto Collettivo di lavoro.Questo non solo in Norvegia,ma anche a livello europeo edinternazionale. I primi blocchi sono cominciatia Stavanger nel novembre 2013.Successivamente i blocchi sisono estesi nelle città

settentrionali di Tromsø eMosjøen. Nel febbraio diquest’anno ancora altreiniziative di boicottaggio sonoiniziate nel porto di Oslo. Sia pure con differenze locali,tutti i blocchi devono fare iconti con le pretese dei padroniche vogliono utilizzare forzalavoro non specializzata, aprezzi stracciati. L’anno scorso, la polizia haarrestato 40 lavoratori cheeffettuavano picchetti a Tromsøed affibbiato loro multe pesanti.I portuali hanno ricevuto unampio appoggio da quasi tuttele unioni sindacali a livello di

base. Hanno ricevuto anche un“appoggio morale” dai verticidella Confederazione deiSindacati. Comunque, idirigenti riformisti stannotradendo i portuali perché leloro parole non conducono anessuna azione. Attacchi simili ai portuali sonostati lanciati negli altri paesi eporti: in Grecia, in Portogalloecc. Dappertutto i lavoratori deibacini portuali stanno lottandoper la realizzazione dellaConvenzione ILP 137 checonferisce loro determinateprerogative. In Europa e a livello

internazionale i portualioccupano un ruolo di rilievoall’interno della classe operaia,per via della loro coscienza diclasse e del loro spiritointernazionalista. La necessità di una più vastaazione di solidarietà è urgente. I lavoratori e i sindacati chevogliono esprimere solidarietà esostegno possono scrivere (ininglese possibilmente) aicompagni dell’organizzazionecomunista m-l “Revolusjon” ( [email protected] )che si faranno carico di portarela comunicazione direttamenteai portuali.

Grecia: basta con i ricatti dell’UE!Da quando il popolo greco si èespresso con le lotte e col votorifiutando la politica di austerità eil Memorandum, non sono maicessati, da parte della Troikaimperialista, le pressioni, i ricattie le ingerenze per piegare la suaresistenza e far accettare ilproseguimento di questa infamepolitica. L’offensiva contro i diritti dellaclasse operaia, la riduzione dellespese sociali, è una costante dellapolitica applicata dallaCommissione di Bruxelles, dallaBCE e dal FMI, funzionale agliinteressi del grande capitale. Ciò dimostra, una volta di più lanatura reazionaria dell’UE, la cuipolitica antipopolare va rigettatacompletamente, sostenendo esolidarizzando con le ragionidelle masse lavoratrici greche.In particolare sosteniamo larivendicazione della sospensione

unilaterale e completa delpagamento del debito greco, cheper i proletari dei paesiimperialisti significa esigere conuna campagna politica di massala cancellazione dei creditiposseduti dagli Stati e dalleistituzioni finanziarie, fra cuiquelle italiane.Il governo Tsipras si trova a unbivio. Non si tratta di versare unmiliardo in più o in meno. Sitratta di rompere con le politichecriminali imposte dalla Troika,pena svenarsi. Ma Tsipras ed il gruppo dirigentedi Syriza non si sono dimostratidecisi ad eliminare la dipendenzapolitica, economica e militaredella Grecia dall’imperialismo. Hanno solo cercato dirinegoziaziare la dipendenza, diridurre la pressione e il dannoderivante dall’applicazione dimisure di austerità estreme.

Syriza ha compiuto la sceltastrategica di sostenerel'appartenenza della Greciaall'UE e all'Eurozona, cercandodi riformarla al suo interno: unalinea illusoria e perdente. Il casogreco dimostra che la costruzioneeuropea in regime capitalistico èimpossibile o reazionaria!Non si può pensare di resisterealle minacce dell’UE deimonopoli, di far prevalere gliinteressi e le ragioni del popologreco, “accettando gli impegni” esenza mobilitare effettivamente

la classe operaia e le masselavoratrici, ma affidandosi solo ainegoziati. Ma ormai si avvicinano momentidecisivi: o si pagano i debiti aicapitalisti, o si pagano i salari ailavoratori. Solo un potente movimento dimassa rivoluzionario in Grecia,solo la solidarietà internazionaledei lavoratori e dei popoli potràsconfiggere la brutale politicadell’oligarchia finanziaria eaprire la via a una Greciasocialista!

Solidarietà con i portuali norvegesi in lotta