Scintilla, febbraio 2011

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista Supplemento a Teoria & Teoria & Prassi Prassi Febbraio 2011 Scintilla Dopo la Tunisia, anche l’Egitto ha voltato pagina. La pressione popolare, che si è espressa nelle ultime tre settimane con enormi manifestazioni di massa, ha determinato la caduta di Mubarak. Centinaia di morti, migliaia di feriti e di arrestati sono il prezzo pagato per liberarsi da un regime che ha ridotto il popolo alla miseria, alla disoccupazione, all’emigrazione, mentre governanti e funzionari assai utili alle multinazionali si ingrassavano, grazie alla complicità degli USA e dell’UE. Ora la rivoluzione deve proseguire il suo corso, per realizzare i profondi cambiamenti democratici, politici, economici e sociali, richiesti dalle masse. Le rivoluzioni in Tunisia e in Egitto sono un esempio per altri popoli. Non solo il Nord Africa, ma anche il Medio Oriente, la penisola arabica, l’Africa centrale, si sono messi in movimento. Cosa dimostrano le rivoluzioni democratiche che si sviluppano sotto i nostri occhi, quali insegnamenti dobbiamo trarre da esse? Esse sono la dimostrazione più lampante delle capacità rivoluzionarie dei popoli dei paesi dipendenti dall’imperialismo. Queste potenzialità, rimaste latenti per anni, si sono rivelate sotto i colpi della crisi capitalistica, che in quei paesi si è tradotta nel rapido aumento della miseria e della fame. Nessun regime borghese, per quanto reazionario e protetto da battaglioni di polizia, può reggere di fronte alla lotta decisa delle masse che vogliono farla finita con secoli di sfruttamento, dominazione, oppressione, neocolonialismo e imperialismo. I movimenti di liberazione dei popoli oppressi hanno un carattere obiettivamente rivoluzionario, spesso hanno una base democratica e vedono l’esistenza di partiti comunisti e progressisti alla loro testa (ad es. in Tunisia ha un ruolo importante il PCOT, nostro partito fratello). La grande maggioranza dei lavoratori e dei giovani oppressi e sfruttati dei paesi dipendenti, costituiscono un alleato prezioso del proletariato nella lotta contro l’imperialismo. Il proletariato dei paesi imperialisti ha tutto l’interesse a far sì che queste rivoluzioni vadano fino in fondo, perché spazzando via i regimi corrotti al servizio dell’imperialismo, indeboliscono il capitale monopolistico finanziario che sfrutta e rapina i paesi dipendenti, e trasformano le grandi masse diseredate dei paesi arabi da riserve e fonte di forza della borghesia imperialista a riserve e fonte di forza della rivoluzione proletaria. Prendiamo l’Egitto: alleato degli USA e di Israele, questo paese ha finora giocato un ruolo strategico nella regione. La lotta del popolo egiziano, oppresso dall’imperialismo, non conduce solo a un miglioramento delle sue condizioni di vita, ma anche a un cambiamento nei rapporti di forza internazionali fra il proletariato e la borghesia. Da qui la necessità di manifestare la nostra solidarietà e il nostro appoggio attivo, diretto e deciso alle masse sfruttate e alle forze progressiste e rivoluzionarie dei paesi africani nella loro lotta contro l’oppressione e la povertà, contro in tiranni e i loro padrini occidentali. In particolare contro il “nostro” imperialismo che con le sue ingerenze e la sua politica di rapina sostiene i regimi reazionari e sfrutta i popoli arabi (Ben Alì e Mubarak sono stati sostenuti da tutti i governi italiani). Le difficoltà a dispiegare la solidarietà e questo appoggio, finora riscontrate nel nostro paese, sono dovute alla politica ed alla influenza dei “sedicenti democratici”, assai più interessati agli interessi imperialisti che alle aspirazioni dei popoli. Al contrario di costoro, noi comunisti m-l pensiamo che è necessario far convergere l'attenzione della classe operaia, dei lavoratori sulle questioni di politica estera e saldare questi problemi con le questioni urgenti della politica interna e con il movimento operaio. La vittoria del proletariato in Europa non è possibile senza l’alleanza con il movimento rivoluzionario dei popoli dei paesi dipendenti dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Asia, dei paesi oppressi e saccheggiati dall’imperialismo statunitense, tedesco, francese, cinese, inglese, italiano, russo, etc.; allo stesso tempo le questioni poste dalla lotta dei popoli africani non possono essere risolte senza la lotta contro l’imperialismo, senza il legame con la rivoluzione proletaria nei paesi imperialisti. L’interesse del movimento proletario dei paesi a capitalismo avanzato e del movimento democratico di liberazione dei paesi dipendenti sta dunque nel rafforzare i legami di lotta, sta nell’unione di queste due forme del movimento rivoluzionario per la formazione e il consolidamento di un fronte rivoluzionario comune contro il nemico comune, contro l’imperialismo.

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

Supplemento aTeoria &Teoria &

PrassiPrassiFebbraio

2011

Scintilla

Dopo la Tunisia, anche l’Egitto havoltato pagina. La pressionepopolare, che si è espressa nelleultime tre settimane con enormimanifestazioni di massa, hadeterminato la caduta di Mubarak.Centinaia di morti, migliaia diferiti e di arrestati sono il prezzopagato per liberarsi da un regimeche ha ridotto il popolo allamiseria, alla disoccupazione,all’emigrazione, mentre governantie funzionari assai utili allemultinazionali si ingrassavano,grazie alla complicità degli USA edell’UE. Ora la rivoluzione deve proseguireil suo corso, per realizzare iprofondi cambiamenti democratici,politici, economici e sociali,richiesti dalle masse.Le rivoluzioni in Tunisia e inEgitto sono un esempio per altripopoli. Non solo il Nord Africa,ma anche il Medio Oriente, lapenisola arabica, l’Africa centrale,si sono messi in movimento. Cosa dimostrano le rivoluzionidemocratiche che si sviluppanosotto i nostri occhi, qualiinsegnamenti dobbiamo trarre daesse? Esse sono la dimostrazione piùlampante delle capacitàrivoluzionarie dei popoli dei paesidipendenti dall’imperialismo.Queste potenzialità, rimaste latentiper anni, si sono rivelate sotto icolpi della crisi capitalistica, che inquei paesi si è tradotta nel rapidoaumento della miseria e della fame. Nessun regime borghese, perquanto reazionario e protetto dabattaglioni di polizia, può reggeredi fronte alla lotta decisa dellemasse che vogliono farla finita consecoli di sfruttamento,dominazione, oppressione,neocolonialismo e imperialismo. I movimenti di liberazione deipopoli oppressi hanno un carattereobiettivamente rivoluzionario,spesso hanno una base democratica

e vedono l’esistenza di partiticomunisti e progressisti alla lorotesta (ad es. in Tunisia ha un ruoloimportante il PCOT, nostro partitofratello). La grande maggioranza deilavoratori e dei giovani oppressi esfruttati dei paesi dipendenti,costituiscono un alleato preziosodel proletariato nella lotta control’imperialismo. Il proletariato deipaesi imperialisti ha tuttol’interesse a far sì che questerivoluzioni vadano fino in fondo,perché spazzando via i regimicorrotti al serviziodell’imperialismo, indeboliscono ilcapitale monopolistico finanziarioche sfrutta e rapina i paesidipendenti, e trasformano le grandimasse diseredate dei paesi arabi dariserve e fonte di forza dellaborghesia imperialista a riserve efonte di forza della rivoluzioneproletaria. Prendiamo l’Egitto: alleato degliUSA e di Israele, questo paese hafinora giocato un ruolo strategiconella regione. La lotta del popoloegiziano, oppressodall’imperialismo, non conducesolo a un miglioramento delle sue

condizioni di vita, ma anche a uncambiamento nei rapporti di forzainternazionali fra il proletariato e laborghesia. Da qui la necessità di manifestarela nostra solidarietà e il nostroappoggio attivo, diretto e decisoalle masse sfruttate e alle forzeprogressiste e rivoluzionarie deipaesi africani nella loro lotta control’oppressione e la povertà, controin tiranni e i loro padrinioccidentali. In particolare contro il“nostro” imperialismo che con lesue ingerenze e la sua politica dirapina sostiene i regimi reazionarie sfrutta i popoli arabi (Ben Alì eMubarak sono stati sostenuti datutti i governi italiani).Le difficoltà a dispiegare lasolidarietà e questo appoggio,finora riscontrate nel nostro paese,sono dovute alla politica ed allainfluenza dei “sedicentidemocratici”, assai più interessatiagli interessi imperialisti che alleaspirazioni dei popoli. Al contrariodi costoro, noi comunisti m-lpensiamo che è necessario farconvergere l'attenzione della classeoperaia, dei lavoratori sullequestioni di politica estera e

saldare questi problemi con lequestioni urgenti della politicainterna e con il movimentooperaio. La vittoria del proletariato inEuropa non è possibile senzal’alleanza con il movimentorivoluzionario dei popoli dei paesidipendenti dell’Africa, del MedioOriente, dell’Asia, dei paesioppressi e saccheggiatidall’imperialismo statunitense,tedesco, francese, cinese, inglese,italiano, russo, etc.; allo stessotempo le questioni poste dalla lottadei popoli africani non possonoessere risolte senza la lotta control’imperialismo, senza il legamecon la rivoluzione proletaria neipaesi imperialisti. L’interesse del movimentoproletario dei paesi a capitalismoavanzato e del movimentodemocratico di liberazione deipaesi dipendenti sta dunque nelrafforzare i legami di lotta, stanell’unione di queste due forme delmovimento rivoluzionario per laformazione e il consolidamento diun fronte rivoluzionario comunecontro il nemico comune, control’imperialismo.

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Lo sciopero generale deimetalmeccanici indetto dallaFIOM il 28 gennaio scorso, estesodai sindacati di base ad altrisettori, ha visto in piazza centinaiadi migliaia di operai, lavoratori,pensionati, studenti. Il dato piùrilevante è stata la partecipazionedegli operai metalmeccanici,specie dei giovani operai, allosciopero. L'adesione è stata inmedia del 70%, con punte del 90%in alcune importanti fabbriche. Laforte ed estesa adesione allosciopero degli operaimetalmeccanici è tanto piùsignificativa se si considera ilricatto occupazionale che colpiscel’intero settore. La parola d’ordinedella sconfitta dei piani padronali(FIAT in testa) e della cacciata conla lotta del governoultrareazionario di Berlusconi èstata ben presente nei cortei. Se laclasse operaia ha manifestatoanche in questa occasione forza evolontà di lotta, tanto più i capiriformisti si sono dimostratiindegni di essa. Nelle settimaneprecedenti lo sciopero i burocratidella CGIL hanno fatto poco onulla per creare un vero stato diagitazione. Le rivendicazioni sonostate le più blande possibili. Icomizi infarciti di demagogia e disuppliche alle istituzioni. Allarichiesta di sciopero generale cheveniva dalla piazza ancora unavolta si è opposto il silenzio. La questione è politica: sono ingioco interessi di classe cheesigono determinazione efermezza politica per affrontaretutto un sistema che funziona pergli interessi di un’oligarchia disfruttatori e di parassiti, legata aicorrotti al potere. Il PD e i vertici sindacali nonvogliono scuotere questo blocco dipotere perché si preparano atornare al governo ai suoi servigi.Dopo il congresso i vertici della

CGIL si sono spostati su posizioniancora più moderate. Il loro scopoè di ricucire con i sindacatiapertamente collaborazionisti, innome della politica del PD. Ma laricerca del “dialogo sociale” nonporterà a nulla. I capitalistiandranno ancora più avanti neltentativo di cancellare i dirittifondamentali dei lavoratori,appoggiando la trasformazionereazionaria e autoritaria dello statoperseguita da Berlusconi. Ciòdeterminerà contraddizioni piùprofonde dentro il maggioresindacato italiano. La base sitroverà a un bivio: o rientrarenell’ovile o sviluppare unacoerente opposizione di classe.Siamo dunque chiamati a darseguito allo sciopero del 28gennaio, incitando i lavoratori anon fermarsi nella lotta per nonpagare la crisi, ad aumentare lapressione dentro i sindacati e nellostesso tempo a mobilitarsi fuori dalcontrollo dei vertici sindacali,senza aspettare le loro scadenzesempre più diradate e al ribasso.Allo stesso tempo occorre metterein campo la massima unitàd’azione della classe operaia. Nonservono scioperetti di sigla, cheporterebbero solo a maggioridivisioni. Serve un vero fronteunico di lotta dal basso. In questasituazione, riteniamo auspicabilela convocazione di una assembleanazionale dei delegati di fabbrica,di posti di lavoro, dei movimenti dilotta, che si ponga l’obiettivo dellosviluppo a livelli più alti dellamobilitazione unitaria e losciopero generale. Essacostituirebbe un passaggiofondamentale per il prosieguodella lotta contro l’offensivacapitalista e la reazione politica.Senza dimenticare che il problemafondamentale è sempre quellodella direzione politica di classe,del Partito.

L'Italia capitalista attraversa unacrisi economica e politicagravissima. Le varie fazioniborghesi si combattono senzariuscire a trovare una via di uscitaai problemi esistenti, anziaggravandoli. Le destre liberistehanno fallito completamente, e lesinistre borghesi non solo nonrappresentano un'alternativapolitica, ma non sono nemmenocapaci di rispondere ai progettireazionari e ai ricatti diBerlusconi. I conflitti fra i poteri (esecutivo,legislativo, magistratura,Presidenza della Repubblica,Corte costituzionale, etc.) sonolaceranti: il berlusconismo haportato alla paralisi istituzionale,al conflitto permanente fra gliapparati statali. La situazione èpeggiorata dal ruolo giocato dalVaticano e dalla Mafia cheimpediscono ogni progressosociale, economico, civile econdizionano l'intera vita politica.La borghesia è sempre meno classedirigente. Più perde consenso, piùaumenta la corruzione, la frode etende ad esercitare la sola funzionedi dominio.. Mentre le difficoltà economiche siacuiscono cresce anche l'instabilitàpolitica, ed allo stesso tempo ilmalcontento, la sfiducia e la lottaoperaia e popolare. Si fa strada la necessità di unarottura politica radicale eprofonda, di un cambio di classe alpotere.Le condizioni affinchè si producauna sollevazione della classeoperaia e dele masse popolari – oall'opposto una reazione ancorapiù sfrenata - esistono

obiettivamente. Esse consistono,essenzialmente, nel declino, neldegrado e nella decomposizionedel sistema imperialista, che nelnostro paese procedonorapidamente per via delledebolezza del capitalismomonopolistico e della pochezza deigruppi dirigenti borghesi che nonhanno più nulla da proporre. Nonostante gli sforzi dei riformisti,non è lontano il momento in cui siprodurrà una crisi rivoluzionariain Italia. E' fondamentale che i comunistisiano capaci di affrontare questomomento storico preparati eorganizzati, per prendere la testadella lotta di classe. Tutti i nostrisforzi e tutti i nostri mezzi devonoessere volti a questo fine. A tal fine dobbiamo sviluppare frale masse la politica di fronte unico,infondendo al loro interno gliideali comunisti. A tal finedobbiamo basarci sul marxismo-leninismo e liquidare ognideviazione e settarismo,raggiungere un superiore livello diunità fra i comunisti. A tal finedobbiamo formare quadririvoluzionari e una direzioneproletaria rivoluzionaria capace diguidare milioni di lavoratori versolotte decisive. La rivoluzione socialista è unanecessità storica, ed i suoiprotagonisti sono milioni di operaie lavoratori sfruttati, di giovani edonne del popolo. Ma essa non siproduce spontaneamente, deveessere organizzata. Questo lavorospetta al partito rivoluzionario delproletariato, al partito marxista-leninista che vogliamo ricostruire.

V o l o n t à d i l o t t a e d e b o l e z z a p o l i t i c a

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Chi accetta oggi i 10 punti d i L ivorno?1. Nell'attuale regime socialecapitalistico si sviluppa un semprecrescente contrasto fra le forzeproduttive ed i rapporti diproduzione, dando origineall'antitesi di interessi ed alla lottadi classe tra il proletariato e laborghesia dominante.2. Gli attuali rapporti di produzionesono protetti dal potere dello Statoborghese, che, fondato sul sistemarappresentativo della democrazia,costituisce l'organo per la difesadegli interessi della classecapitalistica.3. Il proletariato non puòinfrangere né modificare il sistemadei rapporti capitalistici diproduzione da cui deriva il suosfruttamento, senza l'abbattimentoviolento del potere borghese.4. L'organo indispensabile dellalotta rivoluzionaria del proletariatoè il partito politico di classe. IlPartito comunista, riunendo in sé laparte più avanzata e cosciente delproletariato, unifica gli sforzi dellemasse lavoratrici, volgendoli dallelotte per gli interessi di gruppi e perrisultati contingenti alla lotta per laemancipazione rivoluzionaria delproletariato; esso ha il compito didiffondere nelle masse la coscienzarivoluzionaria, di organizzare imezzi materiali di azione e didirigere nello svolgimento dellalotta il proletariato.5. La guerra mondiale, causatadalle intime insanabilicontraddizioni del sistema

capitalista, che produsserol'imperialismo moderno, ha apertola crisi di disgregazione delcapitalismo in cui la lotta di classenon può che risolversi in conflittoarmato tra le masse lavoratrici edil potere degli Stati borghesi.6. Dopo l'abbattimento del potereborghese dominante con ladistruzione dell'apparato stataleborghese e con la instaurazionedella propria dittatura, ossiabasando le rappresentanze elettivedello Stato sulla sola classeproduttiva ed escludendo da ognidiritto politico la classe borghese.7. La forma di rappresentanzapolitica dello Stato proletario è ilsistema dei consigli dei lavoratori(operai e contadini), già in attonella rivoluzione russa, inizio dellarivoluzione proletaria mondiale eprima stabile realizzazione delladittatura proletaria.8. La necessaria difesa dello Statoproletario contro tutti i tentativi

controrivoluzionari può essereassicurata solo col togliere allaborghesia ed ai partiti avversarialla dittatura proletaria ogni mezzodi agitazione e di propagandapolitica, e con la organizzazionearmata del proletariato perrespingere attacchi interni edesterni.9. Solo lo Stato proletario potràsistematicamente attuare tuttequeste successive misure diintervento nei rapportidell'economa sociale con le quali sieffettuerà la sostituzione delsistema capitalistico con lagestione collettiva dellaproduzione e della distribuzione.10. Per effetto di questatrasformazione economica e delleconseguenti trasformazioni di tuttele attività della vita sociale,eliminando la divisione dellasocietà in classi andrà eliminandosila necessità dello Stato politico, ilcui ingranaggio si ridurrà

progressivamente a quello dellarazionale amministrazione delleattività umane.Questo programma in dieci puntifu approvato, il 21 gennaio 1921,dal Congresso di fondazione delPartito Comunista d'Italia -Sezione della Terza InternazionaleComunista, e inserito nell'art. 1dello Statuto del Partito. Su questipunti fondamentali erano d'accordotutti: Terracini, Bordiga, Gramsci,Fortichiari, Parodi, Polano,Repossi, Gennari e gli altricompagni che, a Livorno,fondarono allora il Partito comedelegati di 58.000 operai elavoratori comunisti.Noi compagni di PiattaformaComunista ci riconosciamopienamente e senza riserve inquesti princìpi rivoluzionari, checonsideriamo un ineludibile puntodi partenza per una ricostruzionedel Partito comunista nel nostropaese sulla base del marxismo edel leninismo.Si sta riaprendo, in questi ultimitempi, in Italia, una discussione eun confronto tra varie forze diclasse che si pongono l'obbiettivodi una ricostruzione del Partitocomunista. In occasione del 90°anniversario del Congresso diLivorno, lanciamo una sfida a tuttii sinceri comunisti italiani: percominciare, siamo tutti d'accordonell'accettare anche oggi, senza see senza ma, questi fondamentali 10punti?

Ai primi di febbraio, in occasionedel ventesimo anniversario di quelCongresso di Rimini nel quale, il 4febbraio 1991, venne liquidato ilPartito Comunista Italiano, è statatenuta in Roma, alla Casadell'Architettura, nientemeno cheuna lectio magistralis.L'altisonante denominazione concui la cosa era stata pubblicamenteannunciata faceva pensare chel'oratore dovesse essere un insignecattedratico, un luminare diqualche eccelsa disciplinascientifica.Si trattava, invece, di un mediocrepersonaggio politico, il sig. AchilleOcchetto, il quale, anche se contacome il due di briscola nel partitodi cui attualmente fa parte, siguadagnò - vent'anni or sono -fama imperitura di voltagabbana e

di liquidatore di quello che erastato, a suo tempo, un grandepatrimonio di speranze, di sacrificie di lotte della classe operaiaitaliana.La «parte centrale» della lectioocchettiana è stata riportata da«l'Unità» del 4 febbraio (pp. 36-37): «Alla Bolognina esuccessivamente al congresso diRimini nella sostanza che cosa èsuccesso?», si chiede ilvoltagabbana. E risponde: «Se siguarda al fatto storico nella suaessenzialità è successo che con lasvolta si è spostato il più grandepartito comunista dell'Occidentedal campo teorico e politicodell'Internazionale comunista e delmarxismo-leninismo al campodell'Internazionale Socialista. […]Il 4 febbraio 1991 il Pds nasce

come partito dell'Internazionalesocialista, collocato nel grupposocialista del parlamento europeoe cofondatore del Pse». […] «Iostesso, assieme a Napolitano eFassino, ho incontrato i grandidella socialdemocrazia, da WillyBrand a Kinnock, passando perMoroy, Gonzales fino a Mitterand,per chiedere loro» (col cappello inmano, evidentemente) «l'ingressonell'Internazionale socialista». «Io stesso», proclama con tronfiavanagloria questo nanerottolopolitico gonfiandosi come la ranadella favola, «sono cofondatore delPartito del socialismo europeo».Dopo le stupide vanterie, lafalsificazione della storia: il neo-socialdemocratico Achille affermadi aver «caldeggiata» la nascita di«una nuova formazione politica,

che andasse oltre le culture del'900, pur riconoscendo che nelloscontro storico tra comunismo esocialismodemocratico aveva vintoquest'ultimo»: una vittoria cheviene da lui presentata comeepocale e definitiva.No, signor liquidatore, la partitanon è finita, il moderno Termidoronon ha vinto definitivamente. Migliaia di comunisti, e decine dipartiti comunisti, sono vivi nelmondo e lottano con raddoppiataenergia per la liberazione dellaclasse operaia e dell'umanità dallosfruttamento e dall'oppressione. Ilproletariato, i popoli, marcianoverso la rivoluzione. Questa è la lezione magistrale daapprendere, non certo quella deirinnegati e dei traditori.

Un pigmeo in cattedra rimane pur sempre un pigmeo

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ScintillaScintillaOrgano di espressione

di Piattaforma ComunistaSupplemento al n. 21 di Teoria & Prassi.

Reg. Trib. CT n. 14/2003. Dir. resp. E. Massimino.

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intestata a Aldo Serafini

Bankitalia dice che le prospettivedi ripresa economica sono piùsolide. Il FMI taglia invece lestime. La verità è che finora ilritmo complessivo dell’economia èfiacco e si osservano divergenzesignificative (ad es. fra leeconomie capitaliste “emergenti” ela Germania da un lato, l’Italia e laSpagna dall’altro). La ripresa èparziale e fragile. Al capitalismomanca una locomotiva in grado ditrascinare fuori dalla crisi l’interotreno del capitalismo mondiale.Questo aspetto (così come altriaspetti sul terreno politico,diplomatico, militare, ambientale,ideologico, morale, etc.) ha delleripercussioni sulla durata e lagravità della crisi. Fino a un decennio fa gli USAerano quella locomotiva (la Cina,seconda potenza capitalistamondiale ancora non ha questacapacità). Ora invece arrancano:gli investimenti ristagnano, ilsettore immobiliare è fermo, ladisoccupazione cresce e diventa dilunga durata, i salari scendono e iconsumi non sono più quelli di unavolta. Come pensa di ripartire lasuperpotenza in declino? Una dellecondizioni dell’enorme potereUSA è quella di essere i padronidel dollaro, che è imposto comemoneta mondiale. Ciò permette lasua emissione senza alcun

controllo, quando vieneconsiderato necessario. E’ quello che è accaduto negliultimi mesi con la politica dellaFederal Reserve (FED). Lo scorsonovembre ha iniziato a pomparealtri 800 miliardi di dollari perstimolare l’economia, soprattuttocon misure a favore dei capitalisti edei ricchi. Questo secondo round di iniezionedi capitale monetario (definitoQE2) preoccupa taluni economistiborghesi. Non solo aumenta adismisura il debito USA, arrivato acifre da capogiro, ma rischia diinnescare l’inflazione a livellomondiale. Infatti il prezzo di mercifondamentali (petrolio, generialimentari) è rapidamente salito ele classi oppresse ne stannopagando le conseguenze. In pratica stiamo pagando il contoa Zio Sam, che socializza a blocchile perdite a livello mondiale,esportando povertà. E’ chiaro che gli USA stannobruciano le loro ultime possibilità.La perdita della funzione deldollaro come monetainternazionale è solo una questionedi tempo. Questi aiuti consentononell’immediato di somministrareun po’ di droga all'economia e disostenere il dollaro, seppure in unaposizione pericolosa, ma preparanoanche il terreno per problemi

ancora più gravi. La FED stacreando una grande bolla di debitofinanziario, e ciò pone nuoviproblemi al sistema imperialistache, come ha affermato ilpresidente della FED, Berrnanke,“rimane vulnerabile a repentinisviluppi”. A buon intenditore...Per quanto riguarda l’UEimperialista, nonostante il rimbalzodelle banche zombie (salvate daigoverni con il denaro pubblico)vediamo che l’inflazione rialza e isalari diminuiscono; la Germanianon ne vuole sapere di finanziare ilfondo salva-stati, mandando infrantumi la sbandierata solidarietàeuropea. Le forti divergenze delleeconomie pongono dilemmi allapolitica monetaria: una strettamonetaria necessaria per laGermania metterebbe alle cordePortogallo, Irlanda, Italia, Grecia eSpagna.La paura del contagio innescato dalcrack di qualche stato continua adagitare i sonni dell’oligarchia, chepreme per il “risanamento deiconti” sulle spalle dei lavoratori.Una cosa è certa: l’imperialismonon è riformabile. Tutto è comeprima del 2007, anzi peggio diprima. Il sistema finanziario èmarcio fino al midollo, l'attivitàspeculativa prosegue più di prima.Banche come Bank America eMerryl Lynch sono fogne chevengono salvate a spese della

collettività per non far crollare labaracca. Secondo un noto economistamalese, Chiang, le banche di tuttoil mondo hanno migliaia dimiliardi di dollari di titoli tossicinei loro bilanci e sono insolventi.Inoltre gli anelli deboli dell’eurosono sempre sull’orlo delfallimento. Se a ciò aggiungiamo il rialzo deiprezzi alimentari e delle materieprime, la crescita dei tassi diinteresse che faranno cadere gliinvestimenti, la disoccupazionestrutturale e di lungo periodo, letendenze protezionistiche e la crisidella stessa politica economica,capiremo che i problemi per ilcapitalismo sono tutti sul tappeto.La crisi è lungi dall'essere risolta, ele sue conseguenzedetermineranno il risveglio e larivolta di masse lavoratriciimmense. Il capitalismo va verso la sua finestorica. Ciò ci deve spingere acontinuare la lotta per elevare lacoscienza e l'organizzazione diclasse. L'attuale sistemaeconomico però non lascerà ilposto al socialismospontaneamente; esso saràeliminato dalle leggi della lottarivoluzionaria, quando la classeoperaia prenderà nelle propriemani il potere politico edeconomico.

Corrispondenza

Cosa non si fa per per il bene dellepopolazioni meridionali! I duesegretari generali collaborazionistidi CISL e UIL, Bonanni eAngeletti, hanno compiuto neigiorni scorsi un’opera altamente“meritoria”. Hanno viaggiato perdue giorni in treno e autobus lungole strade del meridione per - comeha detto Bonanni - “denunciaresimbolicamente la fatiscenza dellarete dei trasporti ferroviari estradale”, anche per responsabilitàdelle istituzioni nazionali e locali.

Bene, ma dove sta la notizia?Eccola: il terzo compare dellaallegra scampagnata e della fermadenuncia era il ministro Tremonti,proprio l’uomo di fiducia dellaLega Nord e colui che - comeministro dell’Economia - è ilresponsabile della politica dei taglie quindi in massima parte delmalgoverno e dell’affossamentodel sistema viario del nostro paese.Insomma, i pendolari, chi viaggiaper lavoro e le masse popolari nonsolo devono sopportare disagi

indegni di un paese civile, maanche questi squallidi teatrini chevedono per protagonisti governo ei suoi portaborse sindacali.Prima i falsi rappresentanti edifensori degli operai e del popoloverranno mandati a casa a suon dilotte nelle fabbriche e nelle piazze,e prima le masse popolari delnostro paese potranno veramenteaspirare a vedere realizzati i lorodiritti ed aspirazioni.Un lavoratore pendolare

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Nel quadro del Centesimoanniversario della primacelebrazione della GiornataInternazionale della Donna, che fuistituita in omaggio alle operaietessili di New York - assassinateperchè lottavano per la riduzionedella giornata di lavoro - dal 4 all'8marzo 2011 si realizzerà a Caracas,in Venezuela, la ConferenzaMondiale delle Donne di base.La Conferenza, che riuniràmigliaia di donne di tutti i paesi, èaperta alla partecipazione di tutte ledonne e delle organizzazioni chevogliono essere protagoniste delprocesso di trasformazione socialeche si sviluppa nel mondo. È unaConferenza di operaie, dicontadine, di abitanti dei quartieripoveri, di donne dei popoli nativi,di giovani ribelli, di intellettualiprogressiste, di artiste del popolo,di tutte coloro che sono disposte adavanzare nella liberazione delledonne e nella costruzione di unasocietà senza sfruttamento edoppressione. Ad organizzare la Conferenza, cheavrà numerosi temi di dibattito, è ilComitato Mondiale Preparatorio,composto da organizzazioni didonne della Germania, delVenezuela, dell’Ecuador e

dell’Argentina. Oggi questoComitato ha rappresentanti deiComitati preparatori continentali,regionali e nazionali dell'America,dell’Asia, dell’Europa, dell’Africa,del Medio Oriente.

Il motivo che ha spinto allaconvocazione della Conferenza ècomprensibile. La crisi del sistemacapitalista sta determinando unmaggiore sfruttamento ed unamaggiore oppressione deilavoratori e dei popoli dei paesidipendenti. Come conseguenza di ciò, lagrande maggioranza delle donne ditutto il mondo è sottoposta acondizioni di maggioresfruttamento e violenza. Le donnesono le prime ad essere licenziate o

escluse dal mercato del lavoro,sono private dei servizi pubblicibasilari (consultori, case diaccoglienza, nidi e asili che sonodiventati un lusso per pochi),vengono mandate in pensione più

tardi e sit r o v a n osempre più indifficoltà con iconti dellaspesa. Mentreuna minoranzasi arricchiscesempre più,milioni didonne inAfrica, Asia,A m e r i c a ,O c e a n i a ,

Europa patiscono la fame, nonhanno accesso alla sanità, alla casa,all’educazione, al lavoro, allasicurezza sociale, ad una vitadignitosa.In tal modo si aggrava la dupliceoppressione che grava sul generefemminile e si deteriorano semprepiù le condizioni delle donnelavoratrici. Questa è una delle espressioni piùevidenti di un sistema disumano. Come risposta il mondo vede unarianimazione ed una ripresa della

lotta delle lavoratrici e deilavoratori contro lo sfruttamentocapitalista e di molti paesi e popolioppressi per la loro liberazione eindipendenza. Le masse siribellano contro l'imperialismo,contro le corrotte oligarchie alpotere. In queste lotte le donne si trovanoalla testa e ne costituiscono unelemento fondamentale. Ilmovimento mondiale delle donnelavoratrici e delle classi sfruttate èvivo e sta combattendo per le suerivendicazioni più importanti,contro le discriminazioni, per lapiena uguaglianza di diritti, permisure e ordinamenti sociali chetutelino realmente le donne,camminando assieme almovimento operaio e popolare, aimovimenti di liberazione. La Conferenza Mondiale delleDonne di Base si inserisce inquesto percorso di lotta, ed ha perobiettivo l'unificazione delmovimento internazionale delledonne, il progresso nella lotta perla liberazione delle donne in unasocietà senza sfruttamento eoppressione. Viva l'Otto Marzo, viva laConferenza mondiale delle Donnedi base!

Successo del 7° Congresso del partito fratello

Comunicato del Partito Comunista degli Operai di Francia (PCOF)Accompagnato dalle notizie delprocesso rivoluzionario in Tunisiaed alla presenza di variedelegazioni di partiti edorganizzazioni d’Europa, membridella Conferenza Internazionale diPartiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti, il nostro Partito hatenuto, lo scorso gennaio, il suo 7°Congresso. Avendo luogo dopo 4anni di intensa attività politicadella nostra organizzazione, in uncontesto dove la lotta di classe si èacutizzata ed ha conosciuto unadecisa accelerazione, ciò hapermesso di fare un bilancio dellavoro svolto sui differenti fronti edi sintetizzare così l’esperienzaacquisita in modo da farne un’armaper le battaglie future.Ma l’essenziale dei lavori è statodedicato all’analisi della situazioneed alla discussione del nostroprogetto di programma immediato:“Per un fronte rivoluzionario ora!”.E’ stato un congresso di lavoro cheha effettivamente permesso diapprofondire dei punti importanti

dell’analisi della situazione, permeglio comprendere e giungerealla convinzione della giustezza edell’importanza di lavorare fin daoggi a creare le condizioni di unfronte popolare rivoluzionario.Se la necessità di un fronte e delsuo carattere popolare s’imponeoggi come una evidenza, noirivendichiamo, da parte nostra, ilsuo orientamento rivoluzionario.Rivoluzionario perché l’esperienzaaccumulata dalle masse popolari, especialmente dalla classe operaianella sua resistenza alla politicaneoliberista oltranzista di Sarkozye del suo governo, ha visto crescerela coscienza della necessità, nonsoltanto della rottura con questapolitica, ma anche della rottura conun sistema capitalista in crisi cheproduce questa politica. Lemobilitazioni contro la riformadelle pensioni hanno, inparticolare, messo in evidenza atutti gli interessati, che questacontro-riforma opponeva duecampi e due modi di concepire la

società. Il processo rivoluzionario in corsoin Tunisia, la rivolta popolare inEgitto e in diversi paesi arabi peresigere la cacciata di despoticorrotti alleati dell’imperialismo,mettono all’ordine del giorno, perle grandi masse, la necessità dicambiamenti profondi in questipaesi, certamente, ma anche danoi! Il congresso ha discusso anche dicome il nostro partito andava alavorare alla costruzione di questofronte. Esso è giunto allaconclusione che il fronte dacostruire è prima di tutto unprocesso di unità politica dellaclasse operaia e del popolo, unitàda forgiare nelle battaglie contro lapolitica reazionaria del governo,per portarvi le nostre esigenze dirottura. Questa battaglia perl’unità politica deve condursianche negli incontri, nellediscussioni e negli scambi con ledifferenti forze della sinistra ditrasformazione sociale, ma

ugualmente e soprattutto, nellelotte da condurre insieme sulleesigenze politiche che giàcondividiamo.Il congresso ha dunque adottato ilprogramma che il partito proponeper costruire questo frontepopolare rivoluzionario. E’ ciò cheandiamo a far conoscere ediscutere con i nostri simpatizzanti,gli amici, e tutti coloro con cuilavoriamo nelle fabbriche, neiquartieri, negli uffici, in città enella campagna; è questoprogramma che ci serviràd’orientamento per lavorare neimesi e negli anni a venire nellemobilitazioni operaie e popolari.Questo testo ci servirà anche dariferimento negli incontri e neidibattiti con altre forze politichecon le quali lavoriamo e vogliamocontinuare a lavorare per dareanche a questo fronte, quandosaranno raggiunte le condizioni,una cornice organizzata.Avanti dunque, per un frontepopolare rivoluzionario, ora!

Scintilla

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Page 6: Scintilla, febbraio 2011

Il popolo e la gioventù tunisina,con la loro ribellione che dura giàda diverse settimane, hanno scossola dittatura di Ben Alí. La fuga deldittatore è una prima vittoria delpopolo tunisino. La ribellione e lavittoria dei lavoratori e dellagioventù costituiscono unimportante esempio, una preziosaesperienza per i popoli di tutto ilmondo. Una volta di più si dimostra cheperfino i regimi che si basanosull’apparato repressivopoliziesco, apparentementeindistruttibile, capitolano di frontealla forza, alla ferma volontà diresistenza del popolo e della suagioventù. La sconfitta di Ben Alí, la fuga conla sua cricca, la fine dei suoiprivilegi, la pratica dissoluzionedel partito al potere (il RCD), cheper decenni ha diretto col pugno diferro il paese, la liberazione deiprigionieri politici, l’esercizio dilibertà democratiche, come lalibertà di stampa, di associazione e

di espressione, sono risultati moltoimportanti. Si tratta dicambiamenti inimmaginabili finoad alcuni giorni fa. Tuttavia, il popolo tunisino puòavanzare ancor più su questastrada. Può consolidare questaprima vittoria con misure come: laformazione di un governoprovvisorio democratico;l'organizzazione di libere elezioniper un’Assemblea Costituente;l'elaborazione di una nuovaCostituzione e di leggi basilari delnuovo regime democratico;l’adozione di misure concrete,economiche, a favore deilavoratori, e provvedimenti abeneficio dei disoccupati, deisindacalisti e dei militanti politici;il riconoscimento di tutti i partitipolitici; l’abbattimento dei simbolie delle istituzioni del passatoregime, etc. Il popolo tunisino puòportare avanti la sua lotta con lavittoria della rivoluzionedemocratica. Queste sono le prime

rivendicazioni che il partitofratello, il Partito Comunista degliOperai di Tunisia (PCOT) esponeed in base alle quali organizza lalotta. La Conferenza Internazionale diPartiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti, esprime: - pieno appoggio al processorivoluzionario e alla ribellionegiustificata e legittima del popolotunisino, di cui saluta le vittorie;- congratulazioni ai militanti e alladirezione del PCOT, per il ruolodecisivo che svolgono alla testadella lotta popolare per la libertà, lademocrazia e la giustizia sociale,ed auguri per maggiori successi. Viva la ribellione e la vittoria delpopolo tunisino! Viva la solidarietà internazionaledei lavoratori e dei popoli!

Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML)23 gennaio 2011

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-LeninistiMarxisti-Leninisti

visita il sitohttp://www.cipoml.org

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Scintilla

Confermiamo il nostro impegnocon la rivoluzione del nostropopolo che lotta per il suo dirittoalla libertà e alla dignità nazionaleed ha compiuto grandi sacrifici,con decine di martiri, migliaia diferiti e di arrestati, al fine diconseguire la vittoria contro inemici interni ed esterni e diopporsi ai tentativi, abortiti, dischiacciare tale sacrificio. Perciò siè costituito il "Fronte 14 gennaio"come ambito politico determinatoa dare impulso alla rivoluzione delnostro popolo per raggiungere isuoi obiettivi ed affrontare le forzedella controrivoluzione. In questoFronte si riuniscono i partiti, leforze e le organizzazioni nazionaliprogressiste e democratiche.I compiti urgenti del Fronte sono:1 - Abbattere l'attuale governo diGhannuchi o qualunque altrogoverno che mantenga i simbolidel vecchio regime, il quale haseguito una politica anti-nazionalee anti-popolare al servizio delpresidente deposto.2 - Scioglimento del RCD,confisca delle sue proprietà, beni efondi finanziari, che appartengonoal popolo.3 - Formazione di un governoprovvisorio che abbia la fiducia del

popolo e delle forze politicheprogressiste,delle associazioni, dei sindacati edella gioventù.4.- Dissoluzione della Camera deiRappresentanti del Senato, degliattuali organismi fittizi, delConsiglio Superiore dellaMagistratura e smantellamentodella struttura politica del vecchioregime, preparazione delle elezioniper un'assemblea costituente chenel termine massimo di un annoelabori una costituzionedemocratica e crei un sistemagiuridico per dare un assetto allavita pubblica garantendo i dirittipolitici, economici e culturali delpopolo.5 – Dissoluzione della poliziapolitica e sviluppo di una politicadi sicurezza basata sui diritti umanie la supremazia della legge.6 - Giudizio dei responsabili delfurto di denaro del popolo, deicrimini e della repressione contro ilpopolo.7 - Espropriazione della famigliache dominava, dei suoi soci ecomplici che hanno utilizzato laloro posizione per arricchirsi aspese del popolo.8 - Creazione di posti di lavoro peri disoccupati e misure urgenti per

sovvenzionare i licenziati, unamaggiore protezione sociale el’aumento del potere d'acquisto deisalariati.9 - La costruzione di un'economianazionale al servizio del popolonella quali i settori vitali estrategici siano sotto il controllodello Stato, nazionalizzando dinuovo gli enti privatizzati,formulando una politicaeconomica e sociale di rottura conil neoliberismo capitalista.10 - Garanzia delle libertàpubbliche e individuali, inparticolare della libertà diespressione, dimanifestazione, diinformazione, di stampa,liberazione dei detenuti epromulgazione di una legge diamnistia.11 - Il Fronte saluta l’appoggiodelle masse popolari e delle forzeprogressiste del mondo arabo e ditutto il mondo, ed incoraggia acontinuare il sostegno con tutti imezzi.12 - Resistenza allanormalizzazione delle relazionicon il sionismo, che vacondannato, ed appoggio aimovimenti di liberazione nazionalenel mondo arabo e dovunque.13 - Il Fronte chiama le masse

popolari e le forze progressiste enazionaliste a continuare lamobilitazione e la legittima lotta eprotesta, in particolare nelle strade,al fine di raggiungere gli obiettiviposti.14 .- Il Fronte saluta i comitati, leassociazioni e le forme di auto-organizzazione popolari e liincoraggia ad ampliare il loroambito di intervento su tutte lequestioni che si riferiscono allavita pubblica e ad altri aspettidella vita quotidiana.Gloria ai martiri dell’ "intifada" evittoria alle masse rivoluzionariedel nostro popolo!Tunisi, 20 gennaio 2011*Lega della Sinistra del Lavoro*Movimento unitario Nasseriano*Movimento dei NazionalistiDemocratici (Al-Watad)*Corrente Basista*Sinistra Indipendente*Partito Comunista degli Operaidi Tunisia (PCOT)*Partito del Lavoro Patriottico eDemocratico (PLDP)

Tunisia

COSTITUZIONE DEL FRONTE «14 GENNAIO»