giornalino febbraio 2011

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Anno II, numero 9 - Febbraio 2011 Se Dio mi regalerà un pezzo di vita... Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che val- gono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole la- sciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno sen- za dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore. Continua a pag. 2 Carissimi, non c’è mese che arrivi e che non ci offra l’opportunità di riflettere su temi importanti e cruciali… Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia, tutti infatti, dai single alle coppie, ricordano cosa si festeggia il 14… e poi, se proprio lo volessimo dimenticare, a risvegliare la no- stra memoria ci pensano i vari cartelloni pubblicitari che ci invitano a regalare al nostro lui o alla nostra lei una romanti- ca cenetta a lume di candela o qualche prezioso gioiello… “Ma San Valentino deve essere tutti i giorni, perché rele- gare l’amore ad un'unica festa?” Beh, effettivamente come dar torto a quanti la pensano così, ma mi chiedo: che c’è di male a festeggiare in maniera più plateale il sentimento che ci lega ad un'altra persona, ad impazzire nella ricerca di un regalo che possa soddisfare i gusti dell’altro/a, a fremere per sapere quale sarà invece il nostro di regalo, a sentirci al centro dell’attenzione almeno per una volta l’anno? E se poi capiterà di festeggiare san Valentino anche tutti gli altri giorni, ben venga… intanto godiamoci questo giorno!! E per i single? C’è una frase che mi è ritornata alla mente proprio in questi giorni “Per essere felici non bisogna essere inna- morati di un uomo o di una donna, basta essere innamorati della vita!!” E la vita è proprio l’altro leitmotiv del mese di febbraio. Anche quest’anno, in occasione della “Giornata per la vi- ta”, abbiamo dedicato su queste pagine ampio spazio all’avvenimento. La vita è sempre più messa in pericolo e poco si fa per tute- larla. Dall’aborto all’eutanasia, dalle guerre al terrorismo, dalla fame all’abbandono, la vita e sminuita, è ignorata, quasi fosse un incomodo. Essa è un dono, è “IL DONO”, e come tale dobbiamo amarla, difenderla, promuoverla; dob- biamo avere la consapevolezza che in quanto dono di Dio è sacra. E’ l’atto d’amore più grande di Dio verso l’uomo e per essa dobbiamo combattere; ci deve fremere il cuore ogni volta che è turbata dagli eventi negativi del mondo. SABATO SABATO SABATO 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 ALLE ORE 18.00 ALLE ORE 18.00 ALLE ORE 18.00 presso la presso la presso la Chiesa Don Bosco Chiesa Don Bosco Chiesa Don Bosco presentazione presentazione presentazione della Strenna della Strenna della Strenna del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore per l’anno 2011 per l’anno 2011 per l’anno 2011

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oratorio salesiano bova Marina

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Page 1: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano

di Bova Marina

Anno II, numero 9 - Febbraio 2011

Se Dio mi regalerà un pezzo di vita...

Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta

di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non

direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto

quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che val-

gono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei

di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando

gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come

gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un

pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole la-

sciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia

anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul

ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con

un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e

una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle

loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io

avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno sen-

za dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli

uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato

dell'amore. Continua a pag. 2

Carissimi,

non c’è mese che arrivi e che non ci offra l’opportunità di

riflettere su temi importanti e cruciali…

Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia, tutti infatti,

dai single alle coppie, ricordano cosa si festeggia il 14… e

poi, se proprio lo volessimo dimenticare, a risvegliare la no-

stra memoria ci pensano i vari cartelloni pubblicitari che ci

invitano a regalare al nostro lui o alla nostra lei una romanti-

ca cenetta a lume di candela o qualche prezioso gioiello…

“Ma San Valentino deve essere tutti i giorni, perché rele-

gare l’amore ad un'unica festa?” Beh, effettivamente come

dar torto a quanti la pensano così, ma mi chiedo: che c’è di

male a festeggiare in maniera più plateale il sentimento che

ci lega ad un'altra persona, ad impazzire nella ricerca di un

regalo che possa soddisfare i gusti dell’altro/a, a fremere

per sapere quale sarà invece il nostro di regalo, a sentirci al

centro dell’attenzione almeno per una volta l’anno? E se poi

capiterà di festeggiare san Valentino anche tutti gli altri

giorni, ben venga… intanto godiamoci questo giorno!! E per

i single? C’è una frase che mi è ritornata alla mente proprio

in questi giorni “Per essere felici non bisogna essere inna-

morati di un uomo o di una donna, basta essere innamorati

della vita!!”

E la vita è proprio l’altro leitmotiv del mese di febbraio.

Anche quest’anno, in occasione della “Giornata per la vi-

ta”, abbiamo dedicato su queste pagine ampio spazio

all’avvenimento.

La vita è sempre più messa in pericolo e poco si fa per tute-

larla. Dall’aborto all’eutanasia, dalle guerre al terrorismo,

dalla fame all’abbandono, la vita e sminuita, è ignorata, quasi

fosse un incomodo. Essa è un dono, è “IL DONO”, e

come tale dobbiamo amarla, difenderla, promuoverla; dob-

biamo avere la consapevolezza che in quanto dono di Dio è

sacra. E’ l’atto d’amore più grande di Dio verso l’uomo e

per essa dobbiamo combattere; ci deve fremere il cuore ogni

volta che è turbata dagli eventi negativi del mondo.

SABATO SABATO SABATO

19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011

ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00

presso la presso la presso la

Chiesa Don BoscoChiesa Don BoscoChiesa Don Bosco

presentazione presentazione presentazione

della Strenna della Strenna della Strenna

del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore

per l’anno 2011per l’anno 2011per l’anno 2011

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Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio

Continua dalla prima pagina...

Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invec-

chiano quando smettono di innamorarsi. A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli an-

ziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!

Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scar-

pata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene

stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve

aiutarlo ad alzarsi. Gabriel García Márquez

Il 16 ottobre 1978 il Santo Padre Giovanni Paolo II è il 263° successore di Pietro, il pri-

mo papa. Il pontificato di Wojtyla diviene oggi il quarto più lungo della storia: 24 anni,

6 mesi e 8 giorni. Durante quasi un quarto di secolo di Pontificato, il Santo Padre ha

realizzato statistiche senza precedenti: 98 viaggi fuori Italia e 142 visite pastorali in

Italia più altre visite varie a Roma per un totale di quasi tre quarti di un milione di mi-

glia percorsi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha realizzato diversi “primati” nel corso

del suo lungo regno, è stato il primo a: visitare una Sinagoga ed una Moschea; tene-

re conferenze stampa in aereo, soggiornare in albergo, pubblicare libri di prosa e di

poesia, aggiungere cinque nuovi Misteri al Santo Rosario, a celebrare la Santa Messa

a più di 350 Km a nord del Circolo Polare Artico.

il Pontefice più giramondo della storia diverrà BEATO! La Consulta medica della

“Congregazione delle cause dei santi” si è espressa favorevole sul miracolo attribui-

to all’intercessione di Papa Wojtyla. Si tratta della guarigione di suor Marie Simon-

Pierre , una religiosa francese di 44 anni affetta da una forma aggressiva di morbo di

Parkinson. Uno degli specialisti coinvolti aveva manifestato iniziali perplessità così

che la Congregazione aveva affidato anche una seconda e una terza perizia speciali-

stica riguardo il caso e, dopo le dovute le dovute ricerche il parere della Consulta

medica è stata favorevole.

La beatificazione di Wojtyla sarà una cerimonia con notevoli problemi organizzati-

vi, vista la quantità di persone che potrebbe riversarsi quel giorno a Roma.

Durante il suo funerale erano stati srotolati in piazza San Pietro degli striscioni con

lo slogan”santo subito” invece che beato. Benedetto XVI dopo aver valutato ogni

proposta ha deciso nel giugno 2005 di non attendere i previsti 5 anni, che devono

trascorrere dalla morte del candidato agli altari, per far partire immediatamente il

processo di beatificazione. Dovrebbe esserci d'esempio colui che affermava

che "una parola non è veramente accolta se non quando passa negli atti, se non

quando viene messa in pratica" ...nonchè colui che amava i giovani parlando loro

così: "spendete bene la vita, è un tesoro unico" . Francesca Autelitano

“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”

Giovanni Paolo II

Page 3: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 3

31 gennaio 2011… cosa succede?!!!! Noi tutti appartenenti alla Famiglia

Salesiana ricordiamo il nostro papà S. Giovanni Bosco, il santo dei giovani,

grazie al quale, ogni giorno, ogni istante che passiamo in oratorio respiriamo

un’aria salubre, aria di famiglia. Ma sarebbe riduttivo fare festa un solo, unico

e solitario giorno. Sono certamente migliori tre giorni di allegria e felicità!!

Iniziamo con il 29 gennaio!! Un corteo di bambini, giovani, animatori,

catechisti, cooperatori salesiani, FMA e SDB, passando per le strade del nostro

paese ha fatto sentire la sua voce, la sua voglia di gridare al mondo che “CI SIAMO ANCHE NOI”.

La silenziosa, pomeridiana Bova Marina ha sentito, sulle note di don Giosy Cento, che anche noi vogliamo

volare, liberi come i gabbiani, e tracciare la nostra rotta, seguendo Gesù.

Tutti i ragazzi si sono successivamente radunati presso il Tempio don Bosco per

l’Accademia in onore del nostro santo, alla quale tutti i gruppi e le associazioni

hanno partecipato con scenette, balli e canti. Si è tenuta anche la premiazione

del concorso artistico letterario “Dream with me. Dal sogno dei nove anni

di don Bosco ai tuoi sogni”. Al primo posto per la categoria Miglior opera

LETTERARIA, la poesia “Amore” di Sonia, Eliana e Caterina (che potete leggere

a pag.5), per la categoria FOTOGRAFICA/VIDEO ad aggiudicarsi il primo posto

è stato il video di Pasquale Tuscano, mentre per l’area ARTISTICO/MUSICALE è

stata la volta del coreografico cartellone realizzato dalle ragazze di quarta ele-

mentare. Premio opera più originale la canzone realizzata da Maria Antonel-

la Nucera sulle note di “Domani”.

Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato con i piccoli artisti per la realiz-

zazione di questi capolavori, dai catechisti agli insegnanti, ai genitori.

Al termine dell’Accademia, come di consueto, panini per tutti!!

Passiamo al 30, vero nucleo della nostra festa. In questa ultima domenica di

gennaio il cielo nuvoloso aveva dato un presagio di pioggia, ma l’allegria che

avevamo nel cuore e la voglia di stare insieme hanno scacciato anche il mal

tempo. Ed eccoci quindi tutti catapultati nel Don Bosco Day. A darsi sfida su di

un campo ancora un po’ umidiccio oltre le varie categorie delle squadre di cal-

cio del nostro Oratorio anche le squadre di Brancaleone, Palizzi, Condofuri ,

Melito P.S. e Pellaro. Non sono mancate, come nostra consuetudine, le lasagne

preparate amorevolmente dalle mani delle nostre mamme.

Tutti i ragazzi hanno giocato e si sono divertiti ed è stata una gioia per noi sapere, a conclusione della gior-

nata, che quella era stata per molti “la più bella giornata dell’anno”. Non c’è felicità più grande che sapere di

aver reso felice il nostro “vicino”.

La conclusione dei nostri festeggiamenti è stata il 31, festa ufficiale di San Giovanni Bosco. Il tempo, che ci

aveva sorriso fino al giorno prima, si è lasciato un po’ andare e la pioggia è caduta abbondante. Partecipan-

do alla Santa Messa ci siamo augurati l’un l’altro che il carisma di don Bosco ci accompagni sempre nella no-

stra missione!!

“Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai

giovani!”

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Pagina 4 Quelli de… l’ Oratorio

I GIOVANI…I GIOVANI…I GIOVANI… Don Giosy Cento

Facciamo del nostro meglio Facciamo del nostro meglio Facciamo del nostro meglio

per amarli come fai tu!per amarli come fai tu!per amarli come fai tu!

I giovani sono belli. Tu li ami, Gesù.

I giovani sono ribelli. Tu li ami.

A giovani sono strani. Tu li ami.

E giovani si perdono. Tu li vai a cercare.

I giovani se ne vanno lontano. Tu li aspetti.

I giovani amano. Tu vivi nel loro amore.

I giovani sono confusi nell'amore. Tu hai compassione.

I giovani sparano cavolate. Tu dici... "cresceranno".

I giovani hanno immense potenzialità. Tu ne favorisci lo sviluppo.

I giovani sono infantili. Tu non li condanni.

I giovani hanno dentro ogni vocazione. Tu li chiami.

I giovani ti offendono. Tu li perdoni.

I giovani hanno le ali. Tu gli offri l'azzurro dell'immenso cielo.

I giovani ti abbandonano. Tu vai a morire da solo.

I giovani si drogano, bevono, fanno sesso.

Tu pazienti e proponi una vita esigente.

I giovani fanno compromessi. Tu li inviti alla radicalità.

I giovani sono provocatori. Tu mantieni la calma.

I giovani vanno fuori di testa. Tu mantieni l'equilibrio.

I giovani sono menefreghisti. Tu ti interessi di loro.

I giovani sono entusiasti. Tu apri loro le vie dell'universo.

I giovani perdono tempo. Tu li apri all'eterno senza tempo.

I giovani fanno peccati. E tu non scagli la pietra.

I giovani sono gioia. Tu la moltiplichi nel loro cuore.

I giovani cantano, ballano, sono musica. Tu sei la loro danza.

I giovani sbagliano. Tu li capisci.

I giovani sono GIOVANI. Tu sei il loro Dio Giovane.

Tu fissi il tuo sguardo d'amore su ogni generazione e Li ami.

E io, Signore?

E noi...

Numero eseguito

dall’Associazione

dei Salesiani Coope-

ratori di Bova Mari-

na,

durante

l’Accademia in ono-

Don Bosco

amava i GIOVANI

Noi

amiamo i GIOVANI

Noi

amiamo DON BO-

Page 5: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 5

Sono nata in una stanza piena di rocchetti di filo nero, aghi, forbici e ditali nella sartoria

del maestro Andrea Fanelli di Chieri, fornitore ufficiale dei seminaristi. Capii subito che

ero destinata ad una alta dignità e che il mio colore scuro, così elegante, significava la

rinuncia al mondo e ai suoi piaceri.

Sarei stata la barriera che difende e separa il sacerdote dal resto della gente. Una fortezza

del decoro e dell’onorabilità, la magica cornice in cui avrei trascorso tutta la vita.

Sarei stata sempre circondata da gente seria, ricca di preghiere e opere buone, ordinata

come la lunga fila dei miei bottoni. Un’orgogliosa soddisfazione tendeva le mie cuciture.

Tutto questo pregustavo, quando rivestii quel giovane seminarista che si chiamava Gio-

vanni Bosco. Mi indossò con grande rispetto e venerazione.

Ma non andò come immaginavo. Anzi. Invece dei salotti dei signori, mi trovai nelle maleodoranti celle di un

carcere minorile. Le prime volte, fui insultata, presa in giro e sputacchiata. «Cominciamo bene» pensai.

Quel giovane prete però seppe guadagnarsi la confidenza dei giovani carcerati, con la forza del rispetto e della

comprensione. Gli addii diventarono tanti arrivederci. Non godevo di aristocratica onorabilità, ma avevo le ta-

sche piene di caramelle, cioccolatini, tabacco da distribuire a piene mani.

Spesso, durante la giornata, venivo poco dignitosamente arrotolata alla vita, quando lui si lanciava a giocare

con i ragazzi. E in quei momenti sembrava non avesse nient’altro di più importante al mondo. Ho dovuto sop-

portare gli aloni bianchi del sudore, i sacchi di calce e di sabbia, gli strattoni.

Conservo, nel mio bel tessuto, cicatrici di cento mestieri e rattoppi poco dignitosi.

Mi buscai pure una pallottola che per fortuna sfiorò solo il pove-

ro don Bosco!

Non dimenticherò mai le migliaia di mani piccole e grandi che si

sono aggrappate a me, sfilacciandomi l’orlo. Condividevo un po’

dell’affetto che il giovane prete dispensava a tutti.

Un giorno, per le insistenze della mamma, don Bosco acquistò

un’altra veste talare.

Pensavo a un tranquillo pensionamento e invece don Bosco, con

un gesto commosso, prese forbici ed ago e mi trasformò nel vestito

nero di una vecchia contadina piemontese.

Serviva un costume per un teatrino che aveva scritto per i suoi

ragazzi. Ed eccomi qui sul palcoscenico, a raccogliere le ultime bri-

ciole di rispettabilità, insieme agli applausi e alle risate.

Tratto dalle pagine del Bollettino

Salesiano - Febbraio 2011. LA STORIA

Don Bosco ricevette l’abito talare il 25 otto-

bre 1835 dalle mani di don Antonio Cinza-

no, professore di teologia morale al semina-

rio di Chieri e parroco di Castelnuovo d’Asti.

In quell’occasione il ventenne seminarista

formulò sette importanti propositi. La veste talareLa veste talareLa veste talare

AMORE

In ogni cosa che faccio ci sei tu!!

In ogni persona che incontro ci sei tu!!

In ogni mio progetto ci sei tu!!

BASTA CHE SIATE GIOVANI

PERCHE’ VI AMI ASSAI

Voglio essere sempre giovane…

Così da essere sempre riempito del tuo Amore

e dare anch’io Amore,

quell’Amore che avvicina gli altri a Gesù!

E’ questo il mio sogno più grande!

Sonia L., Caterina M. Eliana C.

Di JOSÉ J. GÓMEZ PALACIOS a cura di Antonella Iaria

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Pagina 6 Quelli de… l’ Oratorio

A Buchenwald, nel corso della Grande Guerra, come in altri campi di sterminio ven-

nero uccisi molti bambini. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze che fin da subito su-

birono una violenza sempre uguale: la distruzione della loro giovinezza. Questa poesi-

C’è un paio di scarpette rosse

numero 24 quasi nuove:

sulla suola interna

si vede ancora la marca di fabbrica,

Schulze Monaco.

C’è un paio di scarpette rosse

In cima a un mucchio

di scarpette infantili

a Buchenwald,

Più in là c’è un mucchio

di riccioli biondi

E ciocche nere e castane

a Buchenwald

serviranno a far coperte per i soldati.

Non si sprecava nulla

e i bimbi li spogliavano e li radevano

prima di spingerli nelle camere a gas.

C’è un paio di scarpette rosse,

di scarpette rosse

per la domenica

a Buchenwald.

Erano di un bimbo di tre anni,

forse di tre anni e mezzo.

Chi sa di che colore erano gli occhi

bruciati nei forni,

ma il suo pianto

Lo possiamo immaginare,

si sa come piangono i bambini.

Anche i suoi piedini

li possiamo immaginare,

scarpa numero 24

per l’eternità,

Perché i piedini dei bambini morti

non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse

A Buchenwald,

Quasi nuove

perché i piedini dei bambini morti

Non consumano le suole…

(JOYCE LUSSU)

L’Olocausto spiegato ai ragazzi... A cura del Gruppo Missiona-

Page 7: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 7

Il 27 Gennaio 1945 vennero abbattuti i cancelli di

Auschwitz e l’orrore fece il giro del mondo...

Dachau, Mathau-

sen, Auschwitz,

Chelmno, Fossoli,

furono nomi u-

guali agli altri sul-

le carte geografi-

che e sulle guide

turistiche. In real-

tà essi nascosero

un terribile segre-

to: campi di lavo-

ro forzato, di tor-

tura e di morte,

nei quali scompar-

vero milioni di

esseri umani e tra

essi bambini e ra-

gazzi. Molti di

loro sono scom-

parsi dalla faccia

della terra senza

lasciare traccia e

nemmeno il no-

me; di altri ci re-

sta un frammento

di storia o una

fotografia sbiadi-

ta. Pochi sono i

sopravvissuti.

OLOCAUSTO: La parola deriva dal

greco holos, “completo” e Kaustotos,

“rogo”: TUTTO BRUCIATO. E’ un sacrifi-

cio nel quale ciò che si sacrifica è completa-

mente arso. Nella Bibbia è un termine ricor-

rente, specialmente in occasione di sacrifici

religiosi, tesi a sancire un rinnovo

dell’alleanza tra Dio e Israele. Dalla seconda

metà del XX secolo, con il termine

“Olocausto” si richiama il genocidio com-

piuto da Adolf Hitler, Terzo Reich di Ger-

mania, a danno di tutte quelle persone ed

etnie ritenute “indesiderabili” dalla dottrina

nazista (ebrei, omosessuali, oppositori poli-

tici, rom, sinti, testimoni di Geova, penteco-

stali, malati di mente, portatori di handicap,

SHOAH: termine tratto dalla lingua

ebraica, significa “catastrofe”. Definisce, dal

1938, anno in cui fu adottato per la prima

volta, il genocidio della popolazione e-

braica d’ Europa.

NOTTE DEI CRISTALLI: è la

notte tra il 9 e il 10 Novembre del 1938,

in cui venne condotta dalle SS tedesche la

spedizione in Germania, Austria e Cecoslo-

vacchia. Complessivamente in quella notte

furono uccise circa 400 ebrei, rase al suolo

dal fuoco 267 Sinagoghe e devastati 7500

negozi. Viene così definita in riferimento al

gran numero di vetrine distrutte, ai

danni degli ebrei.

ANTISEMITISMO: il termine

venne coniato nel XIX secolo da in Ger-

mania e sta ad indicare i pregiudizi e gli

atteggiamenti persecutori nei confronti

degli ebrei. Nel corso della storia gli Ebrei,

accusati di tramare contro gli interessi dei

paesi che li ospitavano, subirono violenze

e discriminazioni.

LEGGI RAZZIALI: sono l’insieme

dei provvedimenti legislativi ed ammini-

strativi, varati in Italia nel 1938, contro le

persone di religione ebraica. Il fondamen-

to della loro promulgazione fu la conside-

razione che stabiliva come la razza italiana

appartenesse al gruppo delle così dette

“razze ariane”, come diceva lo stesso

Hitler, le razze più creative, più valorose,

a cui spetta il diritto di dominare il

Mappa dei principali

Campi di Concentramento nazisti.

L’Olocausto spiegato ai ragazzi...

Page 8: giornalino febbraio 2011

Pagina 8 Quelli de… l’ Oratorio

27 Gennaio 2011

che, accompagnato da un dolce

tappeto di violino e voce, è riusci-

to a coinvolgere il pubblico presen-

te e a trasmettere quelle forti emo-

zioni che portano a comprendere

fino in fondo l’atrocità delle tortu-

re, delle umiliazioni, delle punizio-

ni inflitte ai prigionieri, costretti a

sopravvivere di stenti, in condizio-

ni indescrivibili e con l’incubo co-

stante della morte. Le lacrime sgor-

ganti dagli occhi dello stesso atto-

re, nella parte finale della lettura,

sottolineavano l’importanza di far

rientrare con forza nel corredo

spirituale individuale di ognuno,

esperienze umane/disumane come

questa.

L’Amministrazione comunale, sotto

la cura del Consigliere delegato alla

Cultura Tito Squillaci, ha aperto la

serata con la presentazione e la

proiezione del video fotografico

dal titolo “PIOVE A SARAJEVO”

di Luciano Bovina. Un racconto in

immagini per far riflettere sul fatto

che situazioni come quella

dell’Olocausto ai danni degli Ebrei,

purtroppo sono ancora attuali,

sebbene in forme diverse. Un rac-

conto struggente di luoghi che non

sono più tali e rapporti umani in-

franti e dispersi per sempre.

La Corale Polifonica “Don Ruggero

Coin”, sempre partecipe alle inizia-

tive di una certa sensibilità messe in

atto sul territorio, ha allietato la

serata e incantato, come di consue-

to, attraverso l’esecuzione di due

brani facenti parte della tradizione

ebraica.

A 66 anni dall’Olocausto, nel

giorno dedicato alla memoria

dello scempio che il Nazismo at-

tuò contro l’ umanità, il Cine

Teatro Don Bosco, in collabora-

zione con l’Amministrazione Co-

munale di Bova Marina, l’Ass.

“Punto Zero” e la Corale Polifoni-

ca “Don Ruggero Coin”, ha por-

tato sotto i riflettori, la lettura

scenica “Nessuno mai ci chiese”, a

cura dell’attore napoletano Enzo

De Liguoro - protagonista della

stessa - sulla cruda testimonianza,

riportata nell’omonimo libro, del

bolognese Armando Gasiani, de-

portato ancora 17enne nel campo

di concentramento di Mauthau-

sen, insieme al fratello Serafino.

Di grande stile l’interpretazione,

l’immedesimazione di De Liguoro

ENZO DE LIGUORO

Audiovisivo vincitore del Circuito

Nazionale Audiovisivi 2008 e vincitore

della Coppa DIAF 2009.

“Negli ultimi anni del famoso

programma “Jonathan” di A. Fo-

gar, avevo come assistente un tecni-

co slavo. Il suo nome era Slobodan

Boba Mihajlovic, lo chiamavo Libe-

ro come il suo nome. Alla fine di

ogni registrazione si firmava sem-

pre: “Freebird” (uccello libero).

Era un giovane di Belgrado, ma

abitava insieme alla famiglia a Sara-

jevo. Tante volte ho trascorso gior-

ni spensierati nella sua casa. Una

famiglia meravigliosa dove sua ma-

dre, padre e sorella erano tutti mu-

sicisti. Poi venne il silenzio...buio

completo. All’inizio del 2000, tro-

vandomi in Bosnia per un servizio,

provai a rintracciarlo personalmen-

te. Dopo tante difficoltà incontrai

la sorella. A stento mi raccontò che

in quella guerra assurda aveva per-

so i genitori e il marito, di Libero

non ebbe mai nessuna notizia. A

Sarajevo ripercorrendo luoghi già

visitati, non ritrovato le persone

conosciute anni prima, ma solo visi

anonimi e diversi. Tra le migliaia di

tombe, in quelli che erano i Parchi

di Sarajevo, quante volte ho guar-

dato in alto...nulla...nemmeno un

passero”. LUCIANO BOVINA

Ass. Culturale

G.C.S. ELPIDA

Nessuno mai ci chiese

Page 9: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 9

INNO ALLA VITA (Madre Teresa di Calcutta)

La vita è amore,

Donala!

“… lieta notizia, è stato trovato il midollo per Benedetta!!”

La vita è una lotta,accettal!. “(…) E allora l'uomo trova

nella sua sofferenza la pace interiore

e perfino la gioia spirituale”

Giovanni Paolo II

La vita è un dovere,

Compilo!

La vita è bellezza,

Ammirala!

(…) Laudato sii, o mio Signore,

per tutte le creature,

specialmente per messer Frate Sole,

il quale porta il giorno che ci illumina

ed esso è bello e raggiante con grande splendore:

di te, Altissimo, porta significazione.(…)

S. Francesco d’Assisi

La vita è la vita, difendila!

Nuovo attentato contro i soldati italiani

Uccisi quattro alpini.

«l'Italia onora il sacrificio di questi

nostri soldati coraggiosi, l'ennesimo pesante tribu-

to di sangue che il nostro Paese paga in quelle

terre lontane in una missione che difende la demo-

crazia e la pace nel mondo».

Corriere della sera, 9.10.2010

La vita è beatitudine,

Assaporala!

Beati i puri di cuore, perché

vedranno Dio.

Beati quelli che hanno il cuore sincero perché possono

accostarsi a Dio. Beato chi è autentico nei pensieri e nei

fatti perché è accolto da Dio. Matteo 5, 6

a cura di Daniela Callea

La vita è una ricchezza,

Conservala!

Aiuta i bambini cardiopatici.

Con un sms da telefono cellulare al numero 45508 è possibile donare,

dal 7 al 27 febbraio, due euro a favore della campagna “Cuore dei bimbi”; i fondi verranno destinati per salva-re 350 bambini cardiopatici che vivono in Cambogia.

www.aiutareibambini.it, febbraio 2011

La vita è un sogno, fanne una realtà!

La vita è preziosa,abbine cura!

Il bambino chiama la mamma e domanda:

"Da dove sono venuto?

Dove mi hai raccolto?"

La mamma ascolta, piange e sorride

mentre stringe al petto il suo bambino.

"Eri un desiderio dentro al cuore."

Tagore

Milioni di bambini continuano a

morire a causa dell'aborto. La

strage degli innocenti non è av-

venuta soltanto dopo la nascita

di mio Figlio. Si ripete ancora

oggi, ogni giorno."

Medjugorje - Messaggio del

02.02. 1999

Inappagati da quello che abbiamo,

noi vaghiamo per cercare il di più,

noi gridiamo questa sete

che abbiamo di Te...

E ti cerchiamo...

vogliamo vederti, Gesù!

VOGLIAMO VEDERTI GESU’ Claudia I.

La vita è un mistero, scoprilo!

Page 10: giornalino febbraio 2011

Pagina 10 Quelli de… l’ Oratorio

"Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che

si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e,

se non le trovano, le creano." (George Bernard Shaw)

“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le

strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven com-

poneva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazza-

re le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e

della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un

grande spazzino che faceva bene il suo lavoro."

(Martin Luther King Jr.)

"Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette,

ma è meglio prendere decisioni imperfette che esse-

re alla continua ricerca di decisioni perfette che non

si troveranno mai." (Charles De Gaulle)

"...Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiun-

que tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una

cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato dall'Ani-

ma dell'Universo. E quando tu desideri qualcosa,tutto l'Uni-

verso cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio..."

( P. Coelho )

“ Com’è bello essere vivi. Se imparassimo ad esser con-

tenti per il solo fatto di essere vivi. Capiremmo fino in

fondo il piacere di lavarsi la faccia con un bicchiere di

acqua, e pazienza se nell’uniforme ci hai dormito sudato,

se il sacco a pelo puzzava, se trovare un gabinetto è stato

un’impresa drammatica…” (Oriana Fallaci)

a cura di Claudia Iiriti

Page 11: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 11

“Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamo-

rarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e sce-

gliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio

passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia,

incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre.

Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non

dover parlare di me, sempre di me come se fossi un ma-

lato terminale e loro fossero alle prese con una visita

noiosa eppure inevitabile”. (Roberto Saviano)

“La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere,

ma la gioia che hai nel cuore può essere sol-

tanto offuscata: per tutta la vita tornerà a ren-

derti felice.” (Anna Frank)

“Forse a volte non si può scegliere il nostro destino, com’è capi-

tato ai milioni di ebrei uccisi nella Shoah, però non esiste nel

mondo nessun potere, nessuna forza che possa trionfare sulla no-

stra vitalità e sul nostro amore! Dopo che ho fatto “La vita è bel-

la” ho ricevuto centinaia di lettere di testimoni e di sopravvissuti

e donne che mi hanno detto che, mentre le mamme accompa-

gnavano i bambini nelle camere a gas, cantavano e giocavano

con loro per distrarli. Questo voglio dire: forse non si può sce-

gliere il nostro destino, ma si può dare un senso alla nostra vita!”

(Roberto Benigni)

“L’idea di un sogno è qualcosa che tieni stretto nel cuore.

Nulla può succedere a un sogno a meno che non sei tu a

consentire che qualcosa succeda. Devi proteggere i tuoi

sogni. Se vuoi una cosa vai e prendila”.

(Will Smith - La ricerca della felicità)

“Illumina il tuo volto con la gioia

Nascondi ogni traccia di tristezza.

Questo è il tempo in cui devi continuare a tentare,

Sorridi, che senso ha piangere?

Scoprirai che vale ancora la pena di vivere

Se solo sorridi”. (Charlie Chaplin)

Page 12: giornalino febbraio 2011

Pagina 12 Quelli de… l’ Oratorio

I colori della mia vita....beh direi un rosso porpora, un giallo in-

tenso, un verde mischiato col marrone...un pò, e non a caso,

come i colori dell'autunno! I miei colori son quelli delle foglie

spazzate dal vento che lastricano i viali...un pò come i ricordi che

faticosamente mi trascino dietro, come se fossero un tappeto sul

mio cuore...mentre un soffio di vento gelido ammutolisce tutto,

e il silenzio, tanto amato, mi avvolge col suo mantello....

Rosita

Per me, a rappresentare meglio la vita, sono i colori dell'arcobaleno perché ogni sfumatura simboleggia i di-versi stati d'animo, ma soprattutto gli ostacoli che la vita ci porta giorno dopo giorno ad affrontare...e poi si sa, che dopo ogni momento brutto torna sempre il sereno, proprio come l'arcobaleno dopo la pioggia! Maria Teresa Latella

Fino a qualche anno la mia vita era tinta di ROSA, un

rosa antico ma pur sempre rosa, il colore delle cose bel-

le, della fanciullezza, dei momenti spensierati, tutto ad

un tratto il rosa si tinse di NERO perché vi era il buio

attorno a me, non riuscivo a vedere nulla se non qualche

sfumatura di GRIGIO, era il nero il colore che avevo nel

cuore, la tristezza la solitudine, non vi era colore attorno

a me… Poi ad un tratto al nero si aggiungevano altri co-

lori, qualche volta l’ARANCIONE frizzante e entusia-

smante che mi donavano i miei amici, a volte il GIALLO

per i miei colpi di testa, seguito subito dal BLU, la calma

e la riflessione dei momenti in cui ero anche una spalla

su cui piangere e una saggia per dare consigli, quindi il

nero non era più nero ma era diventato VIOLA, perché in

me qualcosa si era trasformato e i colori cominciavano a

mischiarsi tra loro. Il ROSSO, anche se non mi è mai

piaciuto, credo che prima o poi arriverà nella mia vita, e

chissà forse anche il BIANCO. Adesso però scelgo il

VERDE perché è il colore della speranza, e io spero ve-

ramente che la vita si colori tutti i giorni di sfumature che

solo chi ha Fede può cogliere.

Dolce Luna

Per me giallo…perché è bella, luminosa… anche quando tutto è buio c’è sempre uno spiraglio di luce

a cui aggrapparsi e k ci fa andare avanti… Mariateresa F. La vita non è di un solo colore… la vita è un arcobale-

no… può assumere tanti colori e sfumature diverse… a

volte possiamo ritrovarci in una fascia un po’ più scura,

cupa, ma basterà cambiare un po’ prospettiva, allonta-

narci un po’ x rivedere l’arcobaleno nel suo complesso e

scoprire l’armonia che le varie vicende della vita con i

loro diversi colori sono riuscite a creare! M.

La vita è bianca perché contiene

in se tutti i colori…. Rosalba

Il colore della vita x me è rosso… rosso cm il tramon-to nelle calde sere d’estate, rilassante e piacevole ti prepara all’arrivo della luna… rosso cm l’amore in

tutte le sue sfaccettature, inteso cm amore x il pros-simo… amore x il compagno di una vita … amore x

l’amico… amore x la famiglia…Veronica

Verde come la speranza in qualcosa di migliore…

Francesca S.

Se penso alla vita, la mia visuale si colora di un rosso intenso!

Il rosso che richiama la passione. La passione che dovremmo

mettere nel portare a termine gli impegni presi e nel raggiun-

gere gli obiettivi prefissi...la passione che dovremmo utilizzare

nella cura dei rapporti con gli altri...la passione che ci aiuta ad

andare avanti nonostante tutto intorno appaia contorto,

sbagliato...la passione che ci spinge a non fermarci, mai!

E poi il rosso del semaforo. Perché nella vita una sosta bre-

ve serve sempre. Serve a far riflettere prima di agire, prima di

parlare, prima di scegliere... Claudia I.

Una vita senza colori non è una vita. Preferisco il rosso

perché mi da un senso di vitalità, di gioia, di entusiasmo.

Tuttavia una vita tutta rossa mi farebbe impazzire. Così

come una vita tutta azzurra mi rilasserebbe troppo e una

tutta nera mi farebbe paura. Ho deciso di colorare le

mie giornate con colori diversi per poter scoprire sempre

il gusto del nuovo. Daniela

Page 13: giornalino febbraio 2011

Quando la luna piena, solitamente

a metà novembre, rischiara il cielo

notturno, in tutto il Regno di Thai-

landia centinaia di migliaia di kra-

thong, tradizionali lanterne galleg-

gianti, finemente decorate con fo-

glie di banano, vengono sospinti

alla deriva lungo fiumi e corsi

d’acqua in un’incantevole cerimo-

nia chiamata Loi Krathong – da

“loi “galleggiare e kratong

“coppa” - una delle tradizioni più

antiche e meglio conservate del

Paese.

Il Festival delle luci viene cele-

brato nel giorno di luna piena del

12° mese lunare. In questa occasio-

ne, la gente si raduna nelle località

fluviali più famose del paese per

offrire il krathong (che abitual-

mente contiene un fiore, una can-

dela accesa, incenso e una mone-

ta) in segno di ringraziamento ver-

so Khongkha, la madre delle ac-

que, per la sua generosità, e chie-

dendo contemporaneamente per-

dono per la negligenza dell’uomo

e per l’inquinamento delle acque

che sono fonte di vita per

l’umanità.

I Krathong sono costruiti con ma-

teriali semplici che si reperiscono

facilmente nei villaggi e rispecchiano

lo stile di vita semplice che si condu-

ce al di là delle mura del Palazzo.

Di solito hanno la forma tipica del

fiore di loto (i più diffusi), del cigno,

della pagoda, e del Monte Meru

che appartiene alla mitologia buddi-

sta. Il lancio delle lanterne per molti

rappresenta l’allontanamento delle

sofferenze, della cattiva sorte. Le

giovani coppie con lo stesso gesto

esprimono il desiderio di una vita

felice insieme.

Gli usi e i costumi del festival riflet-

tono la fede locale.

In alcune regioni si possono ammi-

rare interessanti variazioni sul tema.

Nella provincia di Tak per esempio,

le lanterne di foglie di banano sono

sostituite da gusci di cocco legati tra

loro e lanciati contemporaneamen-

te sul Fiume Ping. Nelle province

del Nord della Thailandia, si lancia-

no lanterne cilindriche, come offerta

a Buddha.

Si tratta di una delle tradizioni più

antiche e meglio conservate del re-

gno.

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 13

Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena

in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn

sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia

di lanterne?di lanterne?di lanterne?

PER SAPERNE DI PIU’...

Ass. Culturale

G.C.S. ELPIDA

Page 14: giornalino febbraio 2011

Quelli de… l’ Oratorio Pagina 14

In occasione della GIORNATA DELLA VITA, che si celebra ogni

anno la prima domenica di Febbraio, volevo condividere con voi

tutti, la testimonianza resa, attraverso le pagine di questo libro, dal-

la più nota giornalista italiana dei nostri tempi, Oriana Fallaci, ed

DEDICA DELLA SCRITTRICE:

A chi non teme il dubbio,

A chi si chiede i “perché”

senza stancarsi

e a costo di soffrire, di morire.

A chi si pone il dilemma

di dare la vita o negarla.

Questo è un libro dedicato

da una donna

per tutte le donne.

“Stanotte ho saputo che c’eri:

una goccia di vita scappata dal

nulla. Me ne stavo con gli occhi

spalancati nel buio e d’un tratto

in quel buio, s’è acceso un lampo

di certezza: si, c’eri. Esistevi…”

E’ con questa affermazione che

l’autrice apre le porte di un’ ope-

ra che celebra la vita! Meno di

100 pagine per raccontare le

paure e le gioie di una donna che

ha dovuto affrontare la scelta di

essere madre. Dare la vita o no?

Questo il dubbio struggente.

Non è semplice darsi una risposta

subito, soprattutto se la gravi-

danza non rientra nei program-

mi...Per una donna sola, poi, la

scelta di portarla avanti potrebbe

addirittura essere un ostacolo alla

propria indipendenza. Mettere al

mondo un figlio è una responsa-

bilità. Seguire la mente o il cuore,

dunque?

Della donna non si sa assoluta-

mente nulla, né il nome, né il

volto, né l’età, né la città in cui

vive, ma quello che si deduce tra

le righe è che si tratta di una

donna del nostro tempo, sola,

moderna e anticonformista.

Il racconto si snoda attraverso il

dialogo tra la protagonista e il

bambino. Dialogo, da un lato

fatto di affetto, amore, complici-

tà, dall’altro di litigi, contrasti e

rimpianti. Perché far nascere un

figlio in un mondo corrotto, vio-

lento, in cui la giustizia non esi-

ste, l’amore ha un significato am-

biguo, la libertà è un sogno…?

L’uomo che le stava accanto l’ha

abbandonata; la sua amica la in-

vita a fare ciò che appare più

comodo, il suo datore di lavoro

non è comprensivo...Che fare?! Il

bambino non può aiutarla, deve

fare tutto lei. Ed ecco, arriverà

ad una decisione: “Davvero ci fu

un momento in cui desideravo la

morte? Pazza. E’ così bella la vita

(…).La vita è una comunità per

darci la mano, consolarci, aiutar-

ci. (…)Sbrigati! Trascorri alla svel-

ta i mesi che ti rimangono (…) Io

mi pento d’averti fornito solo

esempi brutti, di non averti mai

raccontato lo splendore di

un’alba, la dolcezza di un bacio,

il profumo di un cibo. Io mi pen-

to di non averti fatto ridere mai”.

Ho letto questo libro diverse vol-

t e

ed

o -

gni volta ne ho colto una sfuma-

tura diversa. E’ un libro che incu-

riosisce, affascina, commuove. Le

parole ti proiettano direttamente

nella storia narrata, fino a farti

immedesimare nella protagoni-

sta...fino a farti provare le sue

stesse emozioni, i suoi stessi stati

d’animo…Ne consiglio vivamen-

te la lettura a tutti, donne e uo-

mini, perché prima di essere tali,

nella diversità fisica, dice la stes-

sa Oriana, siamo persone!

di Claudia I.

Page 15: giornalino febbraio 2011

Pagina 15 Mensile dell’Oratorio Salesiano

La forza della Vita Paolo Vallesi

Anche quando ci buttiamo via

per rabbia o per vigliaccheria

per un amore inconsolabile

anche quando in casa il posto è più invivibile

e piangi e non lo sai che cosa vuoi credi...

C'è una forza in noi amore mio

più forte dello scintillio

di questo mondo pazzo e inutile

è più forte di una morte incomprensibile

e di questa nostalgia che non ci lascia mai.

Quando toccherai il fondo con le dita

a un tratto sentirai la forza della vita

che ti trascinerà con sé

amore non lo sai

vedrai una via d'uscita c'è.

Anche quando mangi per dolore

e nel silenzio senti il cuore

come un rumore insopportabile

e non vuoi più alzarti

e il mondo è irraggiungibile

e anche quando la speranza

oramai non basterà...

C'è una volontà che questa morte sfida

è la nostra dignità, la forza della vita

che non si chiede mai cos'è l'eternità

anche se c'è chi la offende

o chi le vende l'aldilà.

Quando sentirai che afferra le tue dita

la riconoscerai la forza della vita

che ti trascinerà con sé

non lasciarti andare mai

non lasciarmi senza te.

SPAZIO MUSICALE

Anche dentro alle prigioni

della nostra ipocrisia

anche in fondo agli ospedali

della nuova malattia

c'è una forza che ti guarda

e che riconoscerai

è la forza più testarda che c'è in noi

che sogna e non si arrende mai.

Amore mio è la forza della vita

che non si chiede mai

cos'è l'eternità

ma che lotta tutti i giorni

insieme a noi

finché non finirà...

Quando sentirai

che afferra le tue dita

la riconoscerai

la forza della vita!

La forza è dentro di noi

amore mio, prima o poi

la sentirai

la forza della vita!

Che ti trascinerà con sé

che sussurra intenerita :

"GUARDA "GUARDA

ancora quanta ancora quanta VITA c'è!" VITA c'è!"

a cura del

Coro dei Giovani dell’Oratorio!

Page 16: giornalino febbraio 2011

Pagina 16 Quelli de… l’ Oratorio

Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…

. . . ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di

Amore e Psiche!Amore e Psiche!Amore e Psiche! La fiaba di Amore e Psiche

nell’opera letteraria e artistica è

l’argomento dell’articolo dedica-

to alla festa di San Valentino. A

esser celebrato è l’amore …

cinque lettere unite per formare

una parola piccola ma con un

significato grandissimo, ricco di

tante sfaccettature. Il più famoso

tra i simboli di San Valentino è

Cupido, dio dell’amore e figlio

di Venere secondo la mitologia

romana (nell'antica Grecia era

conosciuto, invece, con il nome

di Eros, giovane figlio di Afrodi-

te) che ha sempre avuto un ruo-

lo importante nelle celebrazioni

dell'amore e degli innamorati.

Da sempre è raffigurato come

un bambino dispettoso e alato,

le cui frecce causano a chi ne è

colpito un profondo ed imme-

diato innamoramento. E’ pro-

prio lui, il dio dell’amore, a es-

sere il protagonista della storia

con Psiche. La storia di Amore e

Psiche, una delle più belle storie

d’amore che ci sono state mai

raccontate, è inserita in un lungo

romanzo dal titolo

“Metamorfosi” composto dallo

scrittore latino Apuleio. Roman-

zo che in seguito fu intitolato da

sant’Agostino“L’asino d’oro”.

“C'erano una volta, in una città,

un Re e una Regina, che aveva-

no tre figlie. L'ultima, Psiche, era

bellissima, tanto da suscitare la

gelosia di Venere, la quale prega

Cupido di ispirare alla fanciulla

una passione disonorevole per

l'uomo. Ma Amore si invaghisce

della ragazza, e la trasporta nel

suo palazzo, dove viene servita

ed onorata come una regina da

ancelle invisibili e dove, ogni

notte, il dio le procura indimen-

ticabili visite. Psiche era costretta

a non vedere il viso del miste-

rioso amante, perché correva il

rischio di rompere l'incantesimo.

Per consolare la sua solitudine,

la fanciulla ottiene di far venire

nel castello le sue due sorelle;

ma queste, invidiose, le suggeri-

scono che il suo amante è in re-

altà un serpente mostruoso: al-

lora, Psiche, spinta dalla curiosi-

tà, armata di pugnale, si avvici-

na al suo amante per ucciderlo.

Ma il dio Amore, dormiente,

le si rivela nel suo fulgore, coi

capelli profumati di ambrosia, le

ali rugiadose di luce, il candido

collo e le guance di porpora.

Dalla faretra del dio, Psiche trae

una saetta, dalla quale resta

punta, innamorandosi, così,

perdutamente, dell'Amore

stesso. Dalla lucerna di Psiche

una stilla d'olio cade sul corpo

di Amore, e lo sveglia. L'amante,

allora, fugge da Psiche, che ha

violato il patto. L'incantesimo,

dunque, è rotto, e Psiche, dispe-

rata, si mette alla ricerca dell'a-

mato.

Deve affrontare l'ira di Venere,

che sfoga la sua gelosia impo-

nendole di superare quattro dif-

ficilissime prove, l'ultima delle

quali comporta la discesa nel

regno dei morti e il farsi dare da

Perséfone un vasetto. Psiche a-

vrebbe dovuto consegnarlo a

Venere senza aprirlo, ma la cu-

riosità la prende ancora una vol-

ta. La fanciulla viene allora av-

volta in un sonno mortale, ma

interviene Amore a salvarla; non

solo: il dio otterrà per lei da

Giove l'immortalità e la farà sua

sposa. Dalla loro unione nascerà

una figlia, chiamata Voluttà. “

Amore e Psiche - Museo di Lou-

Page 17: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 17

“Se vuoi essere felice, anima mia, “Se vuoi essere felice, anima mia,

non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”

La fiaba rappresenta il destino dell'anima, che, per

aver commesso il peccato di tracotanza, tentando

di penetrare un mistero che non le era consentito

di svelare, deve scontare la sua colpa con umilia-

zioni ed affanni di ogni genere prima di rendersi

degna di ricongiungersi al dio. Da essa è possibile

trarre una grande lezione a livello spirituale, reli-

gioso soprattutto nell'intervento finale del dio A-

more, che, prende l'iniziativa di salvare chi è cadu-

to, e lo fa di sua spontanea volontà, non per i me-

riti della creatura umana.

La storia ci insegna che l’Amore è qualcosa da spe-

rimentare e da fruire; l’amore si deve “sentire”,

non possiamo teorizzarlo; nel momento in cui lo

descriviamo, lo rimpiccioliamo, lo banalizziamo e

questo perché l’amore non appartiene alla condi-

zione dell’umano ma appartiene al divino e al

mondo del trascendente: esso è uno strumento

che il divino ha messo a disposizione dell’uomo

perché egli si possa elevare possa condividere

qualcosa di immenso, vivendolo e sperimentando-

lo.

Ecco, dunque, la morale di questa attraente storia

sentimentale a lieto fine che appassiona e coinvol-

ge tutti gli amanti del mondo: “Se vuoi essere

felice, anima mia, non devi sapere com’è fat-

to il tuo amore”. Molti scrittori si ispireranno ad

essa: Perrault ne La bella e la bestia, i Fratelli

Grimm in Biancaneve e stimolerà anche la fantasia

di Shakespeare nel suo Sogno d’una notte di mezza

estate, e l’estro di alcuni artisti, tra i quali Antonio

Canova. E’ di quest’ultimo l’opera scultorea Amo-

re e Psiche oggi conservata al Museo di Louvre a

Parigi. Ne esiste una seconda versione esposta

all’Ermitage di San Pietroburgo in cui i due perso-

naggi sono raffigurati in piedi e una terza, sempre

esposta al Louvre, in cui la coppia è stante.

Delle tre versioni, la prima, cronologicamente par-

lando, è la più famosa e acclamata dalla critica.

L’opera, realizzata in marmo bianco, rappresenta

il dio Amore mentre contempla con tenerezza il

volto della fanciulla amata, ricambiato da Psiche

da una dolcezza di pari intensità.

E' una fusione che, a mio parere, bisogna vedere

di persona per riuscire a capirla pienamente. Una

sinergia armoniosa, un incastro casto e delicato

eppure avvolgente. L'incanto, come il primo amo-

re, ferma il tempo. La dolcezza, come un amore

consolidato, sfiora le membra mortali che il tem-

po inghiotte.

VITTORIA LABA-Amore e Psiche - Ermitage, San Pietroburgo.

Page 18: giornalino febbraio 2011

Ti amo sempre di Giosy Cento

SPAZIO MUSICALE

RAGAZZO

Le mie notti sempre uguali,

tu sei l'unico pensiero,

ho deciso la mia vita,

solo tu sei la mia donna.

RAGAZZA

Ti ho sentito, mi hai parlato,

eri forse emozionato,

ma negli occhi c'è un bagliore,

e vi ho letto il vero amore,

ho deciso sono tua!

RAGAZZO

Ogni attimo che vivo

è un silenzio di parole,

sveli tutti i miei pensieri,

condividi i miei progetti.

RAGAZZA

Sento un brivido di cielo

e ti guardo nel profondo,

e davvero tutto il mondo

non è grande come te!

Ti amo sempre e ti ame-

rò,

senza te non so volare,

sei la vita che darò,

sei la vita che non ho.

TI amo sempre e ti ame-

rò,

salirò a rubare il sole,

sei l'azzurro dell'amore,

a cura del

Coro dei Giovani

dell’Oratorio!

RAGAZZO

Entra pure in casa mia,

tu sei il solco, madre, terra,

e raccoglierai quel seme

che germoglia in un bambino.

RAGAZZA

Sentirò quel primo pianto

e tu sarai lì accanto

e noi due una persona

e ci abbracceremo in Dio.

Ti amo sempre e ti amerò,

senza te non so volare,

sei la vita che darò,

sei la vita che non ho.

Ti amo sempre e ti amerò,

respirando insieme a te

ogni attimo è follia!

Quante volte sei la neve,

sento freddo e sei lontano,

ma c'è il fuoco di una donna

che ti fa ricominciare

e per me non puoi invecchia-

re,

Stupirsi nel comprendere che

non è poi impossibile guarda-

re nella stessa direzione, oltre

le

difficoltà, oltre le differenze

caratteriali...La vita di coppia è

fatta continuamente di sfide!

E noi quanto coraggio abbiamo

Pagina 18 Quelli de… l’ Oratorio

Page 19: giornalino febbraio 2011

Presto sbarcherà in rete il nuovo portale multime-

diale di notizie vaticane. Ad

annunciarlo è il Presidente del

Pontificio Consiglio, mons.

Claudio Maria Celli. Inizial-

mente il sito sarà in italiano e

in inglese, poi in altre lingue,

farà riferimento anche alle tra-

smissioni della Radio Vaticana

e a tutto il servizio del Centro

Televisivo Vaticano.

Probabilmente sarà operativo per Pasqua.

L’attenzione del Vaticano ai nuovi media digitali è

sempre maggiore. Nel maggio 2009 la Santa Sede

è approdata su Facebook, con una

pagina di Benedetto XVI a cui man-

dare messaggi ricevendo discorsi e

fotografie, mentre

il link dedicato soprattutto ai giova-

ni, cui ci si col lega anche con

l ' i . P h o n e , è a l l ' i n d i r i z z o

www.pope2you.net. Altri servizi va-

ticani di comunicazione via Internet

sono su www.resources.va, mentre

sono attivi sei canali Twitter multilingue, di cui

quello italiano è news_va_it. Alessandra Branca

IL PAPA: SOCIAL NETWORK, NUOVO MODO DI COMUNCIARE

A cura di Angela Zavettieri

Don Bosco continua a parlare a tutti noi del suo Sistema Preventivo...

4) La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono

reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza. Non obbligare mai i

giovanetti alla frequenza dei santi sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di

approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rileva-

re la bellezza, la grandezza, la santità di quella religione che propone dei mezzi così facili, così utili

alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell'anima, come appunto i santi sacramenti.

In questo modo i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosta-

no volentieri, con piacere e con frutto.

5) Si usi la massima sorveglianza per impedire che nell'Istituto siano introdotti compagni, libri o per-

sone che facciano cattivi discorsi. La scelta d'un buon portinaio è un tesoro per una casa di educazio-

ne. Ogni sera dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il Direttore, o chi per

esso, indirizzi alcune affettuose parole in pubblico dando qualche avviso o consiglio intorno a cose da

farsi o da evitare e studi di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell'Istituto o fuori; ma il

suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon anda-

mento e del buon successo dell'educazione. 6) Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione ad

un'età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a

danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare

ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella comunione pasquale.

Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano am-

messi per tempo alla santa comunione. Quando un giovanetto sa distinguere

tra pane e pane e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all'età e venga

il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta. 7) I catechisti raccomandano la frequente comunione, S. Filippo Neri la consi-

gliava ogni otto giorni ed anche più spesso. Il Concilio Tridentino dice chiaro

che desidera sommamente che ogni fedele cristiano quando va ad ascoltare la

santa Messa faccia anche la comunione. Ma questa comunione non sia solo

spirituale, bensì sacramentale, affinché si ricavi maggior frutto da questo au-

gusto e divino sacrificio (Concilio Trid., sess. XXII, cap. VI). (… Continua)

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 19

Page 20: giornalino febbraio 2011

Pagina 20 Quelli de… l’ Oratorio

Nell’anno in cui a fare notizia è anche la

sconfitta dei “Cinepanettone” battuti a Nata-

le dal trio Aldo Giovanni e Giacomo, cele-

briamo i record del cinema di casa nostra,

con “ C he b e l l a g io r n a ta” d i

Nunziante/Zalone! Tanto atteso nelle sale,

dopo l’uscita di “Cado dalle nubi” il film

continua a far ridere di gusto! Anche la più

scontata delle battute, recitata con quell’aria

stralunata e cafona al tempo stesso di Chec-

co, acquista una forza esilarante davanti a

cui poco si può fare. La sua maniera funzio-

na sempre! Anche perché fa quello che gli

riesce bene, intrattenere il pubblico, certo,

ma anche comporre brani musicali ai limiti

del surreale.

Il film è genialmente originale, grazie alla

maniera in cui vengono rappresentati i mali

della nostra società, e alle caratteristiche del

personaggio che si muove all’interno di que-

sti contesti cercando una collocazione. Altro

punto di forza sono poi i personaggi secon-

dari, i quali enunciano, suggeriscono, urlano

amare verità. Siamo di fronte, dunque, ad

una commedia di situazione, che finisce col

diventare una vicenda collettiva, un cori in

cui una voce, dice qualcosa di intelligente,

fresco, divento e politicamente scorretto al

punto giusto!

Ritorna sul grande schermo, a due anni dal suo

primo film “Parlami d’amore”, Silvio Muccino.

Ancora una volta osa con un film dai senti-

menti forti. Adattando un romanzo di Carla

Vangelista, con la quale collabora per la realiz-

zazione della pellicola, il regista racconta, da

protagonista, il viaggio di Andrea, traghettato

da una vita dissoluta e svogliata ad una nuova

consapevolezza, grazie all’AFRICA, alle sue

ricchezze, alla sua gente e soprattutto al fratel-

lino inaspettato.

E’ un film di buoni sentimenti, di crescita e

avvicinamento all’altro. Bella prova, dunque,

per il giovane regista, che riesce a toccare il

cuore dello spettatore il quale assiste alla ma-

turazione emotiva dei personaggi che, dal do-

versi prendere cura di un bambino si trovano

ad aver bisogno di lui, per sbloccare e risolvere

quelle situazioni che fino ad allora li avevano

tenuti lontani dalla vita vera. Bellissima la fo-

tografia dell’Africa! Vista con gli occhi di chi

non vuole solo mostrarne la povertà, ma an-

che la ricchezza d’animo di chi è lì e fa di tutto

per cercare di cambiare le cose.

Le scene spesso - direbbe qualcuno - sono gira-

te con fin troppa semplicità, ma guardare il

film in profondità, immergersi nella storia e

viverla, vi farà salire quelle emozioni che non

sono esprimibili in giudizi scritti o orali.

DOMENICA 13 Febbraio

ORE 21:15

Proiezione Gratuita per tutti

i giovani di età compresa tra

i 16 e i 35 anni!

CHE BELLA GIORNATA

Ven 4 - Sab 5 - Dom 6 - Lun 7 Mart 8 - Merc 9

Quando “comicità”

non fa rima con “volgarità”!

UN ALTRO MONDO

Ven 11 - Sab 12- Dom 13

Lun 14 - Mart 15 - Merc 16

FEBBRAIO

Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco

Page 21: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 21

IMMATURI

Ven 25 - Sab 26 - Dom 27

Ass. Culturale

G.C.S. ELPIDA PROIEZIONI GIORNALIERE: Ore 18:15

Ore 21:15

Cineforum 13 Febbraio

Ore 21:15

Che sia un eroe con il quale identificarsi, un

antieroe che incarna le nostre paure più atro-

ci, Cetto La Qualunque è senza dubbio una

delle maschere teatrali e televisive più riuscite

di sempre. Graffiante, malevolo, beffardo ed

ingombrante è diventato, dal 2003 ad oggi,

lente di ingrandimento dei nostri tempi e po-

tente strumento di messa in ridicolo di com-

portamenti e modelli. Strumento comico e

non satirico, tuttavia, perché nella satira ci

sono sempre il giudizio e il moralismo, e An-

tonio Albanese, che del politico calabrese è

l’inventore, più che giudicare ha sempre desi-

derato rappresentare.

Il film di Albanese e Manfredonia non va

scambiato per un film di intrattenimento, né

per una tragicommedia. Piuttosto è un film

violento, che non fa sconti e regala al cattivo

una vittoria su tutta la linea. Il qualunquismo

di questo imprenditore prestato alla politica,

sempre allegro e in movimento da un potere

di abuso all’altro, menefreghista in teoria e in

pratica, dovrebbero essere qualcosa di cui

ridere per isteria dettata dalla paura, non per

spasso o per piacere di guardarci allo spec-

chio. E’ un film di “denuncia”, che ha scelto la

via della satira anziché quella della tragedia.

Prendendo spunto da una malinconia di

fondo e da scanzonati ricordi di gioventù, il

regista dell'ultimo “Aldo, Giovanni e Giaco-

mo” ha voluto cavalcare l'onda del successo

dei film corali italiani e ha diretto una com-

media nostalgica in cui il divertimento tra-

volgente cede il passo al sorriso. E’ una com-

media veloce e coinvolgente capace sia di

strappare risate allo spettatore che di rega-

largli emozioni e momenti di poesia. Il film

fa emergere un indispensabile confronto tra

le vecchie e le nuove generazioni, infarcito

con un evidente pizzico di nostalgia, tanto

che è possibile trovare anche il tempo di

permettere a qualche lacrima di scendere

dagli occhi!

IL CINETEATRO

DON BOSCO

VI AUGURA UNA

BUONA VISIONE!

Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco

QUALUNQUEMENTE

Ven 18 - Sab 19 - Dom 20

Lun 21 - Mart 22 - Merc 23

Page 22: giornalino febbraio 2011

Pagina 22 Quelli de… l’ Oratorio

L’Italia recepisce una direttiva

europea! L’abolizione dei sac-

chetti di plastica, tanto attesa

e già slittata di un anno, final-

mente, giunge anche nella no-

stra penisola. Dal 1 gennaio

2011, i sacchetti di plastica

sono ufficialmente fuori legge!

Per portare a casa la spesa,

infatti, bisogna servirsi di bu-

ste biodegradabili, involucri di

carta o borse in tessuto.

“Una grande vittoria per

l’ambiente. Una grande batta-

glia per la civiltà” afferma Le-

gambiente, che ormai da tem-

po si batte per il raggiungi-

mento di questo obiettivo.

Agg i unge i l M in i s t ro

dell’Ambiente Stefania Presti-

giacomo “E’ una grande inno-

vazione quella introdotta dal

Governo, che segna un passo

in avanti di fondamentale im-

p o r t a n z a n e l l a l o t t a

all’inquinamento, rendendoci

tutti più responsabili in tema

di riuso e di riciclo”. Cambia-

no, dunque, le abitudini degli

italiani che, si sa, non vanno

molto d’accordo con le novi-

tà! Tutti - produttori, distribu-

tori, consumatori - devono

adeguarsi in fretta al nuovo

stile di trasporto della spesa.

“Cambiando stile di vita

cambieremo il mondo”

PER SAPERNE DI PIU’

Il motivo per cui i sacchetti di

plastica sono stati messi al

bando è di carattere ambienta-

le. Secondo alcuni dati gli ita-

liani sono fra i massimi utiliz-

zatori europei di buste di pla-

stica, ne consumano media-

mente 300 a testa ogni anno.

Quasi il 30% di questi sacchet-

ti diventa rifiuto e per smaltirli

ci vogliono circa 200 anni.

In Italia, inoltre arriva anche

un quarto di 100 miliardi di

buste utilizzate in Europa, im-

portate dalla Cina, dalla Thai-

landia, dalla Malesia. La vita

di questi sacchetti è veramente

breve, sebbene per produrli

occorrono grandi quantità di

petrolio. Secondo uno studio

dell’Agenzia per l’ambiente

del Governo Australiano, 1 kg

di sacchetti di plastica provoca

emissioni di CO2(anidride car-

bonica) per circa 2.109 kg. Le

stesse buste spesso finiscono in

mare e vengono ingerite da

uccelli e mammiferi marini,

cetacei, che muoiono per sof-

focamento, per blocchi intesti-

na l i . S e condo l ’Unep

(Programma delle Nazioni U-

nite per l’ambiente) sono circa

100mila gli animali che

s’imbattono in questa morte.

DIVIETO SACCHETTI DI

PLASTICA NEL MONDO

- SUD AFRICA

2006

- ERITREA, RUANDA,

2005

SOMALIA

- KENIA, UGANDA 2007

- SAN FRANCISCO 2007

(USA) - CALIFORNIA

- PARIGI (Francia) 2007

- HONG KONG

2007

- MELBOURNE 2007

- TAIWAN (ASIA) 2003

- CINA 2008

- AUSTRALIA 2008

- DHAKA (Bangladesh)

2002

- MUMBAI (India) 2000

- REPUBBLICA 2002

IRLANDESE

- FRANCIA 2010

- BELGIO 2007

- GRAN BRETAGNA 2007

- SPAGNA 2009

- SVIZZERA: ormai da tempo,

chiede di far pagare di più ai consu-

matori che le richiedono.

- O- LANDA, GER-

MANIA: da

tem- po ormai si

STOP AI SACCHETTI STOP AI SACCHETTI STOP AI SACCHETTI

DI PLASTICADI PLASTICADI PLASTICA

G R U P P OG R U P P OG R U P P O

M I S S I O N A R I OM I S S I O N A R I OM I S S I O N A R I O

Page 23: giornalino febbraio 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 23

X SAN VALENTINO VOGLIO FARE GLI AUGURI A TUTTI VOI CON LA FRASE DI

UNA CANZONE DI UN CANTANTE CHE A ME PIACE TANTISSIMO:

E ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto dentro tanto amore

che ho capito perché non si comanda al cuore. Vasco Rossi

Dolce Luna

Carissimi ragazzi dell’oratorio salesiano di Bova Marina,

scrivo a tutti voi ed in particolare a quelle persone a me molto care che, con il loro aiuto e il loro so-

stegno e soprattutto con il loro sorriso, sanno rendermi la vita cosi serena!!

Avevo appena 18 anni quando ho deciso di lasciare l’oratorio, la chiesa e forse anche la fede, per in-

traprendere una nuova strada, pieno di aspettative e sogni per il futuro… Ci volle ben poco a capire

che quella strada non mi avrebbe permesso di raggiungere nessuna meta. Ben poco per capire, ma

tantissimo tempo per decidere di abbandonarla e ritornare sui miei passi!! Ma, non è mai troppo tardi

per rimediare… basta affidarsi alla Provvidenza, così cara ad un mio caro amico (Don Bosco!!). Ed

ecco che per fortuna oggi, dopo tante sofferenze, dopo tantissimi e lunghissimi anni, mi ritrovo a far

parte di un gruppo davvero fantastico, quel gruppo che avevo lasciato alle mie spalle in quel posto

chiamato oratorio salesiano. Al mio fianco tanti vecchi amici ma anche tanti ragazzi nuovi, ragazzi

che sanno capirti nel momento delle difficoltà, ragazzi che con una semplice parola ti fanno sentire

bene, ti sanno far sorridere anche quando sembra che tutto ti cada addosso!!

Forse vi sembrerà strano che io stia qui a raccontarvi tutte queste cose della mia vita, ma finalmente

dopo tanto tempo sento una gran voglia di vivere, che voglio condividere con voi, quella voglia di

quand’ero bambino, la voglia di tirare calci al pallone, la voglia di esultare dopo un goal, l’emozione

infinita di una vita.

DON BOSCO DICEVA: “La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l'amore”. Ed è

la gioia, la felicità che rendono questa mia vita, da un mese a questa parte, meravigliosa.

Potrei stare ore e ore a trascrivere i nomi di tutte le persone che mi circondano dentro e fuori le mu-

ra dell’ oratorio e che arricchiscono le mie giornate di gioia e felicità … Ma so che queste poche e

semplici parole basteranno a ringraziarle per tutto quello che fanno ogni giorno per me … Ed un rin-

graziamento immenso va soprattutto al direttore dell’ oratorio DON NATALINO, che oltre ad essere

un grandissimo prete (forse sarebbe stato meglio dire sacerdote, ma prete rende di più l’idea!!) è an-

che una persona meravigliosa, una persona che ti fa sentire sicuro delle tue risorse e delle tue poten-

zialità, che ti fa credere nuovamente in te come persona che ha tanto da dare agli altri e a se stesso …

A lui devo tutto questo … GRAZIE DON NATALINO … Grazie a tutti voi …

VI VOGLIO BENE RAGAZZI : E RICORDATE … CI SONO ANCH’IOOOOOOOOO!!!!

Andrea P.

La posta delle pestiLa posta delle pestiLa posta delle pesti

Page 24: giornalino febbraio 2011

Pagina 24 Quelli de… l’ Oratorio

“Il più bello dei mari è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli non è ancora crescuito.

I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto”

Nazim Hikmet

...Io ti porterò nei miei progetti

che non posso sbagliare… tu che parli

di vita, tu che sei la vita…

1 Febbraio: Antonella Arconti

2 Febbraio: Piera Iiriti, nonna Tita

3 Febbraio: Don Lindo, Mauro Cuomo, Rossella Morabito, Giovanni Palamara

5 Febbraio: Mimma Criseo , Vincenzo Ligato, Simone Natoli, Maria Benno, Samuela Tommasini

6 Febbraio: Filippo Alagna, Carolina Bova, Giovanna Favasuli

7 Febbraio: Daniela Callea, Alessia Tedesco, Antonia Fiumanò

8 Febbraio: Domenico Callea, Domenico Squillaci, Carmela Legato

9 Febbraio: Filippo Rodà, Zuleika Palamara

11 Febbraio: Loredana Marcianò, Giovanna Scorsa

13 Febbraio: Giuseppe Tuscano

14 Febbraio: Silvio Cacciatore, Giuseppe Spinella, Carmela Zavettieri, Veronica Petrulli

15 Febbraio: Fortunato Mentana

17 Febbraio: Loredana Maisano

18 Febbraio: Tiziana Nucera, Sergio e Silvia Zavettieri, Mario Micheletta, Danilo Rubertà

20 Febbraio: Antonio Serranò, Sabrina Serranò, Annunziato Zavettieri

21 Febbraio: Sabrina Ligato

22 Febbraio: Aldo Gurnari, Seby Modaffari

23 Febbraio: Daniele Giovanni Vadalà, Maria Zavettieri, Annunziato Saladino

24 Febbraio: Carmen Altomonte

25 Febbraio: Davide Mafrica

26 Febbraio:Francesco Plutino

27 Febbraio: Chiara Ficara, Valeria Pangallo

28 Febbraio: Chiara Anghelone, Giovanni Cilione, Giuseppe Oliverio,

Marco Leuzzo, Marcella Criseo, Mario Liuzzo

(…)“Allora vieni qui,

accanto a me.

Appoggia la testina

su questo guanciale,

così.

Dormiamo insieme,

abbracciati.

Io e te, io e te…

Nel nostro letto

non entrerà

mai nessun’altro”.(…)

(ORIANA FALLACI)

Che l'amore sia tutto, è tutto ciò

che sappiamo dell'amore.

Emily Dickinson

Ci sono due modi di vivere la tua vita. Una e' pensare che niente e' un miracolo. L'altra e' pensare che ogni

cosa e' un miracolo

Albert Einstein