giornalino febbraio 2011
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Mensile dell’Oratorio Salesiano
di Bova Marina
Anno II, numero 9 - Febbraio 2011
Se Dio mi regalerà un pezzo di vita...
Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta
di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto
quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che val-
gono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei
di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando
gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come
gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un
pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole la-
sciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia
anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul
ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con
un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e
una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io
avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno sen-
za dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli
uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato
dell'amore. Continua a pag. 2
Carissimi,
non c’è mese che arrivi e che non ci offra l’opportunità di
riflettere su temi importanti e cruciali…
Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia, tutti infatti,
dai single alle coppie, ricordano cosa si festeggia il 14… e
poi, se proprio lo volessimo dimenticare, a risvegliare la no-
stra memoria ci pensano i vari cartelloni pubblicitari che ci
invitano a regalare al nostro lui o alla nostra lei una romanti-
ca cenetta a lume di candela o qualche prezioso gioiello…
“Ma San Valentino deve essere tutti i giorni, perché rele-
gare l’amore ad un'unica festa?” Beh, effettivamente come
dar torto a quanti la pensano così, ma mi chiedo: che c’è di
male a festeggiare in maniera più plateale il sentimento che
ci lega ad un'altra persona, ad impazzire nella ricerca di un
regalo che possa soddisfare i gusti dell’altro/a, a fremere
per sapere quale sarà invece il nostro di regalo, a sentirci al
centro dell’attenzione almeno per una volta l’anno? E se poi
capiterà di festeggiare san Valentino anche tutti gli altri
giorni, ben venga… intanto godiamoci questo giorno!! E per
i single? C’è una frase che mi è ritornata alla mente proprio
in questi giorni “Per essere felici non bisogna essere inna-
morati di un uomo o di una donna, basta essere innamorati
della vita!!”
E la vita è proprio l’altro leitmotiv del mese di febbraio.
Anche quest’anno, in occasione della “Giornata per la vi-
ta”, abbiamo dedicato su queste pagine ampio spazio
all’avvenimento.
La vita è sempre più messa in pericolo e poco si fa per tute-
larla. Dall’aborto all’eutanasia, dalle guerre al terrorismo,
dalla fame all’abbandono, la vita e sminuita, è ignorata, quasi
fosse un incomodo. Essa è un dono, è “IL DONO”, e
come tale dobbiamo amarla, difenderla, promuoverla; dob-
biamo avere la consapevolezza che in quanto dono di Dio è
sacra. E’ l’atto d’amore più grande di Dio verso l’uomo e
per essa dobbiamo combattere; ci deve fremere il cuore ogni
volta che è turbata dagli eventi negativi del mondo.
SABATO SABATO SABATO
19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011
ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00
presso la presso la presso la
Chiesa Don BoscoChiesa Don BoscoChiesa Don Bosco
presentazione presentazione presentazione
della Strenna della Strenna della Strenna
del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore
per l’anno 2011per l’anno 2011per l’anno 2011
Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio
Continua dalla prima pagina...
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invec-
chiano quando smettono di innamorarsi. A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli an-
ziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scar-
pata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene
stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve
aiutarlo ad alzarsi. Gabriel García Márquez
Il 16 ottobre 1978 il Santo Padre Giovanni Paolo II è il 263° successore di Pietro, il pri-
mo papa. Il pontificato di Wojtyla diviene oggi il quarto più lungo della storia: 24 anni,
6 mesi e 8 giorni. Durante quasi un quarto di secolo di Pontificato, il Santo Padre ha
realizzato statistiche senza precedenti: 98 viaggi fuori Italia e 142 visite pastorali in
Italia più altre visite varie a Roma per un totale di quasi tre quarti di un milione di mi-
glia percorsi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha realizzato diversi “primati” nel corso
del suo lungo regno, è stato il primo a: visitare una Sinagoga ed una Moschea; tene-
re conferenze stampa in aereo, soggiornare in albergo, pubblicare libri di prosa e di
poesia, aggiungere cinque nuovi Misteri al Santo Rosario, a celebrare la Santa Messa
a più di 350 Km a nord del Circolo Polare Artico.
il Pontefice più giramondo della storia diverrà BEATO! La Consulta medica della
“Congregazione delle cause dei santi” si è espressa favorevole sul miracolo attribui-
to all’intercessione di Papa Wojtyla. Si tratta della guarigione di suor Marie Simon-
Pierre , una religiosa francese di 44 anni affetta da una forma aggressiva di morbo di
Parkinson. Uno degli specialisti coinvolti aveva manifestato iniziali perplessità così
che la Congregazione aveva affidato anche una seconda e una terza perizia speciali-
stica riguardo il caso e, dopo le dovute le dovute ricerche il parere della Consulta
medica è stata favorevole.
La beatificazione di Wojtyla sarà una cerimonia con notevoli problemi organizzati-
vi, vista la quantità di persone che potrebbe riversarsi quel giorno a Roma.
Durante il suo funerale erano stati srotolati in piazza San Pietro degli striscioni con
lo slogan”santo subito” invece che beato. Benedetto XVI dopo aver valutato ogni
proposta ha deciso nel giugno 2005 di non attendere i previsti 5 anni, che devono
trascorrere dalla morte del candidato agli altari, per far partire immediatamente il
processo di beatificazione. Dovrebbe esserci d'esempio colui che affermava
che "una parola non è veramente accolta se non quando passa negli atti, se non
quando viene messa in pratica" ...nonchè colui che amava i giovani parlando loro
così: "spendete bene la vita, è un tesoro unico" . Francesca Autelitano
“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”
Giovanni Paolo II
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 3
31 gennaio 2011… cosa succede?!!!! Noi tutti appartenenti alla Famiglia
Salesiana ricordiamo il nostro papà S. Giovanni Bosco, il santo dei giovani,
grazie al quale, ogni giorno, ogni istante che passiamo in oratorio respiriamo
un’aria salubre, aria di famiglia. Ma sarebbe riduttivo fare festa un solo, unico
e solitario giorno. Sono certamente migliori tre giorni di allegria e felicità!!
Iniziamo con il 29 gennaio!! Un corteo di bambini, giovani, animatori,
catechisti, cooperatori salesiani, FMA e SDB, passando per le strade del nostro
paese ha fatto sentire la sua voce, la sua voglia di gridare al mondo che “CI SIAMO ANCHE NOI”.
La silenziosa, pomeridiana Bova Marina ha sentito, sulle note di don Giosy Cento, che anche noi vogliamo
volare, liberi come i gabbiani, e tracciare la nostra rotta, seguendo Gesù.
Tutti i ragazzi si sono successivamente radunati presso il Tempio don Bosco per
l’Accademia in onore del nostro santo, alla quale tutti i gruppi e le associazioni
hanno partecipato con scenette, balli e canti. Si è tenuta anche la premiazione
del concorso artistico letterario “Dream with me. Dal sogno dei nove anni
di don Bosco ai tuoi sogni”. Al primo posto per la categoria Miglior opera
LETTERARIA, la poesia “Amore” di Sonia, Eliana e Caterina (che potete leggere
a pag.5), per la categoria FOTOGRAFICA/VIDEO ad aggiudicarsi il primo posto
è stato il video di Pasquale Tuscano, mentre per l’area ARTISTICO/MUSICALE è
stata la volta del coreografico cartellone realizzato dalle ragazze di quarta ele-
mentare. Premio opera più originale la canzone realizzata da Maria Antonel-
la Nucera sulle note di “Domani”.
Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato con i piccoli artisti per la realiz-
zazione di questi capolavori, dai catechisti agli insegnanti, ai genitori.
Al termine dell’Accademia, come di consueto, panini per tutti!!
Passiamo al 30, vero nucleo della nostra festa. In questa ultima domenica di
gennaio il cielo nuvoloso aveva dato un presagio di pioggia, ma l’allegria che
avevamo nel cuore e la voglia di stare insieme hanno scacciato anche il mal
tempo. Ed eccoci quindi tutti catapultati nel Don Bosco Day. A darsi sfida su di
un campo ancora un po’ umidiccio oltre le varie categorie delle squadre di cal-
cio del nostro Oratorio anche le squadre di Brancaleone, Palizzi, Condofuri ,
Melito P.S. e Pellaro. Non sono mancate, come nostra consuetudine, le lasagne
preparate amorevolmente dalle mani delle nostre mamme.
Tutti i ragazzi hanno giocato e si sono divertiti ed è stata una gioia per noi sapere, a conclusione della gior-
nata, che quella era stata per molti “la più bella giornata dell’anno”. Non c’è felicità più grande che sapere di
aver reso felice il nostro “vicino”.
La conclusione dei nostri festeggiamenti è stata il 31, festa ufficiale di San Giovanni Bosco. Il tempo, che ci
aveva sorriso fino al giorno prima, si è lasciato un po’ andare e la pioggia è caduta abbondante. Partecipan-
do alla Santa Messa ci siamo augurati l’un l’altro che il carisma di don Bosco ci accompagni sempre nella no-
stra missione!!
“Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai
giovani!”
Pagina 4 Quelli de… l’ Oratorio
I GIOVANI…I GIOVANI…I GIOVANI… Don Giosy Cento
Facciamo del nostro meglio Facciamo del nostro meglio Facciamo del nostro meglio
per amarli come fai tu!per amarli come fai tu!per amarli come fai tu!
I giovani sono belli. Tu li ami, Gesù.
I giovani sono ribelli. Tu li ami.
A giovani sono strani. Tu li ami.
E giovani si perdono. Tu li vai a cercare.
I giovani se ne vanno lontano. Tu li aspetti.
I giovani amano. Tu vivi nel loro amore.
I giovani sono confusi nell'amore. Tu hai compassione.
I giovani sparano cavolate. Tu dici... "cresceranno".
I giovani hanno immense potenzialità. Tu ne favorisci lo sviluppo.
I giovani sono infantili. Tu non li condanni.
I giovani hanno dentro ogni vocazione. Tu li chiami.
I giovani ti offendono. Tu li perdoni.
I giovani hanno le ali. Tu gli offri l'azzurro dell'immenso cielo.
I giovani ti abbandonano. Tu vai a morire da solo.
I giovani si drogano, bevono, fanno sesso.
Tu pazienti e proponi una vita esigente.
I giovani fanno compromessi. Tu li inviti alla radicalità.
I giovani sono provocatori. Tu mantieni la calma.
I giovani vanno fuori di testa. Tu mantieni l'equilibrio.
I giovani sono menefreghisti. Tu ti interessi di loro.
I giovani sono entusiasti. Tu apri loro le vie dell'universo.
I giovani perdono tempo. Tu li apri all'eterno senza tempo.
I giovani fanno peccati. E tu non scagli la pietra.
I giovani sono gioia. Tu la moltiplichi nel loro cuore.
I giovani cantano, ballano, sono musica. Tu sei la loro danza.
I giovani sbagliano. Tu li capisci.
I giovani sono GIOVANI. Tu sei il loro Dio Giovane.
Tu fissi il tuo sguardo d'amore su ogni generazione e Li ami.
E io, Signore?
E noi...
Numero eseguito
dall’Associazione
dei Salesiani Coope-
ratori di Bova Mari-
na,
durante
l’Accademia in ono-
Don Bosco
amava i GIOVANI
Noi
amiamo i GIOVANI
Noi
amiamo DON BO-
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 5
Sono nata in una stanza piena di rocchetti di filo nero, aghi, forbici e ditali nella sartoria
del maestro Andrea Fanelli di Chieri, fornitore ufficiale dei seminaristi. Capii subito che
ero destinata ad una alta dignità e che il mio colore scuro, così elegante, significava la
rinuncia al mondo e ai suoi piaceri.
Sarei stata la barriera che difende e separa il sacerdote dal resto della gente. Una fortezza
del decoro e dell’onorabilità, la magica cornice in cui avrei trascorso tutta la vita.
Sarei stata sempre circondata da gente seria, ricca di preghiere e opere buone, ordinata
come la lunga fila dei miei bottoni. Un’orgogliosa soddisfazione tendeva le mie cuciture.
Tutto questo pregustavo, quando rivestii quel giovane seminarista che si chiamava Gio-
vanni Bosco. Mi indossò con grande rispetto e venerazione.
Ma non andò come immaginavo. Anzi. Invece dei salotti dei signori, mi trovai nelle maleodoranti celle di un
carcere minorile. Le prime volte, fui insultata, presa in giro e sputacchiata. «Cominciamo bene» pensai.
Quel giovane prete però seppe guadagnarsi la confidenza dei giovani carcerati, con la forza del rispetto e della
comprensione. Gli addii diventarono tanti arrivederci. Non godevo di aristocratica onorabilità, ma avevo le ta-
sche piene di caramelle, cioccolatini, tabacco da distribuire a piene mani.
Spesso, durante la giornata, venivo poco dignitosamente arrotolata alla vita, quando lui si lanciava a giocare
con i ragazzi. E in quei momenti sembrava non avesse nient’altro di più importante al mondo. Ho dovuto sop-
portare gli aloni bianchi del sudore, i sacchi di calce e di sabbia, gli strattoni.
Conservo, nel mio bel tessuto, cicatrici di cento mestieri e rattoppi poco dignitosi.
Mi buscai pure una pallottola che per fortuna sfiorò solo il pove-
ro don Bosco!
Non dimenticherò mai le migliaia di mani piccole e grandi che si
sono aggrappate a me, sfilacciandomi l’orlo. Condividevo un po’
dell’affetto che il giovane prete dispensava a tutti.
Un giorno, per le insistenze della mamma, don Bosco acquistò
un’altra veste talare.
Pensavo a un tranquillo pensionamento e invece don Bosco, con
un gesto commosso, prese forbici ed ago e mi trasformò nel vestito
nero di una vecchia contadina piemontese.
Serviva un costume per un teatrino che aveva scritto per i suoi
ragazzi. Ed eccomi qui sul palcoscenico, a raccogliere le ultime bri-
ciole di rispettabilità, insieme agli applausi e alle risate.
Tratto dalle pagine del Bollettino
Salesiano - Febbraio 2011. LA STORIA
Don Bosco ricevette l’abito talare il 25 otto-
bre 1835 dalle mani di don Antonio Cinza-
no, professore di teologia morale al semina-
rio di Chieri e parroco di Castelnuovo d’Asti.
In quell’occasione il ventenne seminarista
formulò sette importanti propositi. La veste talareLa veste talareLa veste talare
AMORE
In ogni cosa che faccio ci sei tu!!
In ogni persona che incontro ci sei tu!!
In ogni mio progetto ci sei tu!!
BASTA CHE SIATE GIOVANI
PERCHE’ VI AMI ASSAI
Voglio essere sempre giovane…
Così da essere sempre riempito del tuo Amore
e dare anch’io Amore,
quell’Amore che avvicina gli altri a Gesù!
E’ questo il mio sogno più grande!
Sonia L., Caterina M. Eliana C.
Di JOSÉ J. GÓMEZ PALACIOS a cura di Antonella Iaria
Pagina 6 Quelli de… l’ Oratorio
A Buchenwald, nel corso della Grande Guerra, come in altri campi di sterminio ven-
nero uccisi molti bambini. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze che fin da subito su-
birono una violenza sempre uguale: la distruzione della loro giovinezza. Questa poesi-
C’è un paio di scarpette rosse
numero 24 quasi nuove:
sulla suola interna
si vede ancora la marca di fabbrica,
Schulze Monaco.
C’è un paio di scarpette rosse
In cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald,
Più in là c’è un mucchio
di riccioli biondi
E ciocche nere e castane
a Buchenwald
serviranno a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.
C’è un paio di scarpette rosse,
di scarpette rosse
per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
Lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare,
scarpa numero 24
per l’eternità,
Perché i piedini dei bambini morti
non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
A Buchenwald,
Quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
Non consumano le suole…
(JOYCE LUSSU)
L’Olocausto spiegato ai ragazzi... A cura del Gruppo Missiona-
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 7
Il 27 Gennaio 1945 vennero abbattuti i cancelli di
Auschwitz e l’orrore fece il giro del mondo...
Dachau, Mathau-
sen, Auschwitz,
Chelmno, Fossoli,
furono nomi u-
guali agli altri sul-
le carte geografi-
che e sulle guide
turistiche. In real-
tà essi nascosero
un terribile segre-
to: campi di lavo-
ro forzato, di tor-
tura e di morte,
nei quali scompar-
vero milioni di
esseri umani e tra
essi bambini e ra-
gazzi. Molti di
loro sono scom-
parsi dalla faccia
della terra senza
lasciare traccia e
nemmeno il no-
me; di altri ci re-
sta un frammento
di storia o una
fotografia sbiadi-
ta. Pochi sono i
sopravvissuti.
OLOCAUSTO: La parola deriva dal
greco holos, “completo” e Kaustotos,
“rogo”: TUTTO BRUCIATO. E’ un sacrifi-
cio nel quale ciò che si sacrifica è completa-
mente arso. Nella Bibbia è un termine ricor-
rente, specialmente in occasione di sacrifici
religiosi, tesi a sancire un rinnovo
dell’alleanza tra Dio e Israele. Dalla seconda
metà del XX secolo, con il termine
“Olocausto” si richiama il genocidio com-
piuto da Adolf Hitler, Terzo Reich di Ger-
mania, a danno di tutte quelle persone ed
etnie ritenute “indesiderabili” dalla dottrina
nazista (ebrei, omosessuali, oppositori poli-
tici, rom, sinti, testimoni di Geova, penteco-
stali, malati di mente, portatori di handicap,
SHOAH: termine tratto dalla lingua
ebraica, significa “catastrofe”. Definisce, dal
1938, anno in cui fu adottato per la prima
volta, il genocidio della popolazione e-
braica d’ Europa.
NOTTE DEI CRISTALLI: è la
notte tra il 9 e il 10 Novembre del 1938,
in cui venne condotta dalle SS tedesche la
spedizione in Germania, Austria e Cecoslo-
vacchia. Complessivamente in quella notte
furono uccise circa 400 ebrei, rase al suolo
dal fuoco 267 Sinagoghe e devastati 7500
negozi. Viene così definita in riferimento al
gran numero di vetrine distrutte, ai
danni degli ebrei.
ANTISEMITISMO: il termine
venne coniato nel XIX secolo da in Ger-
mania e sta ad indicare i pregiudizi e gli
atteggiamenti persecutori nei confronti
degli ebrei. Nel corso della storia gli Ebrei,
accusati di tramare contro gli interessi dei
paesi che li ospitavano, subirono violenze
e discriminazioni.
LEGGI RAZZIALI: sono l’insieme
dei provvedimenti legislativi ed ammini-
strativi, varati in Italia nel 1938, contro le
persone di religione ebraica. Il fondamen-
to della loro promulgazione fu la conside-
razione che stabiliva come la razza italiana
appartenesse al gruppo delle così dette
“razze ariane”, come diceva lo stesso
Hitler, le razze più creative, più valorose,
a cui spetta il diritto di dominare il
Mappa dei principali
Campi di Concentramento nazisti.
L’Olocausto spiegato ai ragazzi...
Pagina 8 Quelli de… l’ Oratorio
27 Gennaio 2011
che, accompagnato da un dolce
tappeto di violino e voce, è riusci-
to a coinvolgere il pubblico presen-
te e a trasmettere quelle forti emo-
zioni che portano a comprendere
fino in fondo l’atrocità delle tortu-
re, delle umiliazioni, delle punizio-
ni inflitte ai prigionieri, costretti a
sopravvivere di stenti, in condizio-
ni indescrivibili e con l’incubo co-
stante della morte. Le lacrime sgor-
ganti dagli occhi dello stesso atto-
re, nella parte finale della lettura,
sottolineavano l’importanza di far
rientrare con forza nel corredo
spirituale individuale di ognuno,
esperienze umane/disumane come
questa.
L’Amministrazione comunale, sotto
la cura del Consigliere delegato alla
Cultura Tito Squillaci, ha aperto la
serata con la presentazione e la
proiezione del video fotografico
dal titolo “PIOVE A SARAJEVO”
di Luciano Bovina. Un racconto in
immagini per far riflettere sul fatto
che situazioni come quella
dell’Olocausto ai danni degli Ebrei,
purtroppo sono ancora attuali,
sebbene in forme diverse. Un rac-
conto struggente di luoghi che non
sono più tali e rapporti umani in-
franti e dispersi per sempre.
La Corale Polifonica “Don Ruggero
Coin”, sempre partecipe alle inizia-
tive di una certa sensibilità messe in
atto sul territorio, ha allietato la
serata e incantato, come di consue-
to, attraverso l’esecuzione di due
brani facenti parte della tradizione
ebraica.
A 66 anni dall’Olocausto, nel
giorno dedicato alla memoria
dello scempio che il Nazismo at-
tuò contro l’ umanità, il Cine
Teatro Don Bosco, in collabora-
zione con l’Amministrazione Co-
munale di Bova Marina, l’Ass.
“Punto Zero” e la Corale Polifoni-
ca “Don Ruggero Coin”, ha por-
tato sotto i riflettori, la lettura
scenica “Nessuno mai ci chiese”, a
cura dell’attore napoletano Enzo
De Liguoro - protagonista della
stessa - sulla cruda testimonianza,
riportata nell’omonimo libro, del
bolognese Armando Gasiani, de-
portato ancora 17enne nel campo
di concentramento di Mauthau-
sen, insieme al fratello Serafino.
Di grande stile l’interpretazione,
l’immedesimazione di De Liguoro
ENZO DE LIGUORO
Audiovisivo vincitore del Circuito
Nazionale Audiovisivi 2008 e vincitore
della Coppa DIAF 2009.
“Negli ultimi anni del famoso
programma “Jonathan” di A. Fo-
gar, avevo come assistente un tecni-
co slavo. Il suo nome era Slobodan
Boba Mihajlovic, lo chiamavo Libe-
ro come il suo nome. Alla fine di
ogni registrazione si firmava sem-
pre: “Freebird” (uccello libero).
Era un giovane di Belgrado, ma
abitava insieme alla famiglia a Sara-
jevo. Tante volte ho trascorso gior-
ni spensierati nella sua casa. Una
famiglia meravigliosa dove sua ma-
dre, padre e sorella erano tutti mu-
sicisti. Poi venne il silenzio...buio
completo. All’inizio del 2000, tro-
vandomi in Bosnia per un servizio,
provai a rintracciarlo personalmen-
te. Dopo tante difficoltà incontrai
la sorella. A stento mi raccontò che
in quella guerra assurda aveva per-
so i genitori e il marito, di Libero
non ebbe mai nessuna notizia. A
Sarajevo ripercorrendo luoghi già
visitati, non ritrovato le persone
conosciute anni prima, ma solo visi
anonimi e diversi. Tra le migliaia di
tombe, in quelli che erano i Parchi
di Sarajevo, quante volte ho guar-
dato in alto...nulla...nemmeno un
passero”. LUCIANO BOVINA
Ass. Culturale
G.C.S. ELPIDA
Nessuno mai ci chiese
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 9
INNO ALLA VITA (Madre Teresa di Calcutta)
La vita è amore,
Donala!
“… lieta notizia, è stato trovato il midollo per Benedetta!!”
La vita è una lotta,accettal!. “(…) E allora l'uomo trova
nella sua sofferenza la pace interiore
e perfino la gioia spirituale”
Giovanni Paolo II
La vita è un dovere,
Compilo!
La vita è bellezza,
Ammirala!
(…) Laudato sii, o mio Signore,
per tutte le creature,
specialmente per messer Frate Sole,
il quale porta il giorno che ci illumina
ed esso è bello e raggiante con grande splendore:
di te, Altissimo, porta significazione.(…)
S. Francesco d’Assisi
La vita è la vita, difendila!
Nuovo attentato contro i soldati italiani
Uccisi quattro alpini.
«l'Italia onora il sacrificio di questi
nostri soldati coraggiosi, l'ennesimo pesante tribu-
to di sangue che il nostro Paese paga in quelle
terre lontane in una missione che difende la demo-
crazia e la pace nel mondo».
Corriere della sera, 9.10.2010
La vita è beatitudine,
Assaporala!
Beati i puri di cuore, perché
vedranno Dio.
Beati quelli che hanno il cuore sincero perché possono
accostarsi a Dio. Beato chi è autentico nei pensieri e nei
fatti perché è accolto da Dio. Matteo 5, 6
a cura di Daniela Callea
La vita è una ricchezza,
Conservala!
Aiuta i bambini cardiopatici.
Con un sms da telefono cellulare al numero 45508 è possibile donare,
dal 7 al 27 febbraio, due euro a favore della campagna “Cuore dei bimbi”; i fondi verranno destinati per salva-re 350 bambini cardiopatici che vivono in Cambogia.
www.aiutareibambini.it, febbraio 2011
La vita è un sogno, fanne una realtà!
La vita è preziosa,abbine cura!
Il bambino chiama la mamma e domanda:
"Da dove sono venuto?
Dove mi hai raccolto?"
La mamma ascolta, piange e sorride
mentre stringe al petto il suo bambino.
"Eri un desiderio dentro al cuore."
Tagore
Milioni di bambini continuano a
morire a causa dell'aborto. La
strage degli innocenti non è av-
venuta soltanto dopo la nascita
di mio Figlio. Si ripete ancora
oggi, ogni giorno."
Medjugorje - Messaggio del
02.02. 1999
Inappagati da quello che abbiamo,
noi vaghiamo per cercare il di più,
noi gridiamo questa sete
che abbiamo di Te...
E ti cerchiamo...
vogliamo vederti, Gesù!
VOGLIAMO VEDERTI GESU’ Claudia I.
La vita è un mistero, scoprilo!
Pagina 10 Quelli de… l’ Oratorio
"Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che
si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e,
se non le trovano, le creano." (George Bernard Shaw)
“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le
strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven com-
poneva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazza-
re le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e
della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un
grande spazzino che faceva bene il suo lavoro."
(Martin Luther King Jr.)
"Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette,
ma è meglio prendere decisioni imperfette che esse-
re alla continua ricerca di decisioni perfette che non
si troveranno mai." (Charles De Gaulle)
"...Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiun-
que tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una
cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato dall'Ani-
ma dell'Universo. E quando tu desideri qualcosa,tutto l'Uni-
verso cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio..."
( P. Coelho )
“ Com’è bello essere vivi. Se imparassimo ad esser con-
tenti per il solo fatto di essere vivi. Capiremmo fino in
fondo il piacere di lavarsi la faccia con un bicchiere di
acqua, e pazienza se nell’uniforme ci hai dormito sudato,
se il sacco a pelo puzzava, se trovare un gabinetto è stato
un’impresa drammatica…” (Oriana Fallaci)
a cura di Claudia Iiriti
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 11
“Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamo-
rarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e sce-
gliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio
passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia,
incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre.
Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non
dover parlare di me, sempre di me come se fossi un ma-
lato terminale e loro fossero alle prese con una visita
noiosa eppure inevitabile”. (Roberto Saviano)
“La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere,
ma la gioia che hai nel cuore può essere sol-
tanto offuscata: per tutta la vita tornerà a ren-
derti felice.” (Anna Frank)
“Forse a volte non si può scegliere il nostro destino, com’è capi-
tato ai milioni di ebrei uccisi nella Shoah, però non esiste nel
mondo nessun potere, nessuna forza che possa trionfare sulla no-
stra vitalità e sul nostro amore! Dopo che ho fatto “La vita è bel-
la” ho ricevuto centinaia di lettere di testimoni e di sopravvissuti
e donne che mi hanno detto che, mentre le mamme accompa-
gnavano i bambini nelle camere a gas, cantavano e giocavano
con loro per distrarli. Questo voglio dire: forse non si può sce-
gliere il nostro destino, ma si può dare un senso alla nostra vita!”
(Roberto Benigni)
“L’idea di un sogno è qualcosa che tieni stretto nel cuore.
Nulla può succedere a un sogno a meno che non sei tu a
consentire che qualcosa succeda. Devi proteggere i tuoi
sogni. Se vuoi una cosa vai e prendila”.
(Will Smith - La ricerca della felicità)
“Illumina il tuo volto con la gioia
Nascondi ogni traccia di tristezza.
Questo è il tempo in cui devi continuare a tentare,
Sorridi, che senso ha piangere?
Scoprirai che vale ancora la pena di vivere
Se solo sorridi”. (Charlie Chaplin)
Pagina 12 Quelli de… l’ Oratorio
I colori della mia vita....beh direi un rosso porpora, un giallo in-
tenso, un verde mischiato col marrone...un pò, e non a caso,
come i colori dell'autunno! I miei colori son quelli delle foglie
spazzate dal vento che lastricano i viali...un pò come i ricordi che
faticosamente mi trascino dietro, come se fossero un tappeto sul
mio cuore...mentre un soffio di vento gelido ammutolisce tutto,
e il silenzio, tanto amato, mi avvolge col suo mantello....
Rosita
Per me, a rappresentare meglio la vita, sono i colori dell'arcobaleno perché ogni sfumatura simboleggia i di-versi stati d'animo, ma soprattutto gli ostacoli che la vita ci porta giorno dopo giorno ad affrontare...e poi si sa, che dopo ogni momento brutto torna sempre il sereno, proprio come l'arcobaleno dopo la pioggia! Maria Teresa Latella
Fino a qualche anno la mia vita era tinta di ROSA, un
rosa antico ma pur sempre rosa, il colore delle cose bel-
le, della fanciullezza, dei momenti spensierati, tutto ad
un tratto il rosa si tinse di NERO perché vi era il buio
attorno a me, non riuscivo a vedere nulla se non qualche
sfumatura di GRIGIO, era il nero il colore che avevo nel
cuore, la tristezza la solitudine, non vi era colore attorno
a me… Poi ad un tratto al nero si aggiungevano altri co-
lori, qualche volta l’ARANCIONE frizzante e entusia-
smante che mi donavano i miei amici, a volte il GIALLO
per i miei colpi di testa, seguito subito dal BLU, la calma
e la riflessione dei momenti in cui ero anche una spalla
su cui piangere e una saggia per dare consigli, quindi il
nero non era più nero ma era diventato VIOLA, perché in
me qualcosa si era trasformato e i colori cominciavano a
mischiarsi tra loro. Il ROSSO, anche se non mi è mai
piaciuto, credo che prima o poi arriverà nella mia vita, e
chissà forse anche il BIANCO. Adesso però scelgo il
VERDE perché è il colore della speranza, e io spero ve-
ramente che la vita si colori tutti i giorni di sfumature che
solo chi ha Fede può cogliere.
Dolce Luna
Per me giallo…perché è bella, luminosa… anche quando tutto è buio c’è sempre uno spiraglio di luce
a cui aggrapparsi e k ci fa andare avanti… Mariateresa F. La vita non è di un solo colore… la vita è un arcobale-
no… può assumere tanti colori e sfumature diverse… a
volte possiamo ritrovarci in una fascia un po’ più scura,
cupa, ma basterà cambiare un po’ prospettiva, allonta-
narci un po’ x rivedere l’arcobaleno nel suo complesso e
scoprire l’armonia che le varie vicende della vita con i
loro diversi colori sono riuscite a creare! M.
La vita è bianca perché contiene
in se tutti i colori…. Rosalba
Il colore della vita x me è rosso… rosso cm il tramon-to nelle calde sere d’estate, rilassante e piacevole ti prepara all’arrivo della luna… rosso cm l’amore in
tutte le sue sfaccettature, inteso cm amore x il pros-simo… amore x il compagno di una vita … amore x
l’amico… amore x la famiglia…Veronica
Verde come la speranza in qualcosa di migliore…
Francesca S.
Se penso alla vita, la mia visuale si colora di un rosso intenso!
Il rosso che richiama la passione. La passione che dovremmo
mettere nel portare a termine gli impegni presi e nel raggiun-
gere gli obiettivi prefissi...la passione che dovremmo utilizzare
nella cura dei rapporti con gli altri...la passione che ci aiuta ad
andare avanti nonostante tutto intorno appaia contorto,
sbagliato...la passione che ci spinge a non fermarci, mai!
E poi il rosso del semaforo. Perché nella vita una sosta bre-
ve serve sempre. Serve a far riflettere prima di agire, prima di
parlare, prima di scegliere... Claudia I.
Una vita senza colori non è una vita. Preferisco il rosso
perché mi da un senso di vitalità, di gioia, di entusiasmo.
Tuttavia una vita tutta rossa mi farebbe impazzire. Così
come una vita tutta azzurra mi rilasserebbe troppo e una
tutta nera mi farebbe paura. Ho deciso di colorare le
mie giornate con colori diversi per poter scoprire sempre
il gusto del nuovo. Daniela
Quando la luna piena, solitamente
a metà novembre, rischiara il cielo
notturno, in tutto il Regno di Thai-
landia centinaia di migliaia di kra-
thong, tradizionali lanterne galleg-
gianti, finemente decorate con fo-
glie di banano, vengono sospinti
alla deriva lungo fiumi e corsi
d’acqua in un’incantevole cerimo-
nia chiamata Loi Krathong – da
“loi “galleggiare e kratong
“coppa” - una delle tradizioni più
antiche e meglio conservate del
Paese.
Il Festival delle luci viene cele-
brato nel giorno di luna piena del
12° mese lunare. In questa occasio-
ne, la gente si raduna nelle località
fluviali più famose del paese per
offrire il krathong (che abitual-
mente contiene un fiore, una can-
dela accesa, incenso e una mone-
ta) in segno di ringraziamento ver-
so Khongkha, la madre delle ac-
que, per la sua generosità, e chie-
dendo contemporaneamente per-
dono per la negligenza dell’uomo
e per l’inquinamento delle acque
che sono fonte di vita per
l’umanità.
I Krathong sono costruiti con ma-
teriali semplici che si reperiscono
facilmente nei villaggi e rispecchiano
lo stile di vita semplice che si condu-
ce al di là delle mura del Palazzo.
Di solito hanno la forma tipica del
fiore di loto (i più diffusi), del cigno,
della pagoda, e del Monte Meru
che appartiene alla mitologia buddi-
sta. Il lancio delle lanterne per molti
rappresenta l’allontanamento delle
sofferenze, della cattiva sorte. Le
giovani coppie con lo stesso gesto
esprimono il desiderio di una vita
felice insieme.
Gli usi e i costumi del festival riflet-
tono la fede locale.
In alcune regioni si possono ammi-
rare interessanti variazioni sul tema.
Nella provincia di Tak per esempio,
le lanterne di foglie di banano sono
sostituite da gusci di cocco legati tra
loro e lanciati contemporaneamen-
te sul Fiume Ping. Nelle province
del Nord della Thailandia, si lancia-
no lanterne cilindriche, come offerta
a Buddha.
Si tratta di una delle tradizioni più
antiche e meglio conservate del re-
gno.
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 13
Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena
in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn
sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia
di lanterne?di lanterne?di lanterne?
PER SAPERNE DI PIU’...
Ass. Culturale
G.C.S. ELPIDA
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 14
In occasione della GIORNATA DELLA VITA, che si celebra ogni
anno la prima domenica di Febbraio, volevo condividere con voi
tutti, la testimonianza resa, attraverso le pagine di questo libro, dal-
la più nota giornalista italiana dei nostri tempi, Oriana Fallaci, ed
DEDICA DELLA SCRITTRICE:
A chi non teme il dubbio,
A chi si chiede i “perché”
senza stancarsi
e a costo di soffrire, di morire.
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla.
Questo è un libro dedicato
da una donna
per tutte le donne.
“Stanotte ho saputo che c’eri:
una goccia di vita scappata dal
nulla. Me ne stavo con gli occhi
spalancati nel buio e d’un tratto
in quel buio, s’è acceso un lampo
di certezza: si, c’eri. Esistevi…”
E’ con questa affermazione che
l’autrice apre le porte di un’ ope-
ra che celebra la vita! Meno di
100 pagine per raccontare le
paure e le gioie di una donna che
ha dovuto affrontare la scelta di
essere madre. Dare la vita o no?
Questo il dubbio struggente.
Non è semplice darsi una risposta
subito, soprattutto se la gravi-
danza non rientra nei program-
mi...Per una donna sola, poi, la
scelta di portarla avanti potrebbe
addirittura essere un ostacolo alla
propria indipendenza. Mettere al
mondo un figlio è una responsa-
bilità. Seguire la mente o il cuore,
dunque?
Della donna non si sa assoluta-
mente nulla, né il nome, né il
volto, né l’età, né la città in cui
vive, ma quello che si deduce tra
le righe è che si tratta di una
donna del nostro tempo, sola,
moderna e anticonformista.
Il racconto si snoda attraverso il
dialogo tra la protagonista e il
bambino. Dialogo, da un lato
fatto di affetto, amore, complici-
tà, dall’altro di litigi, contrasti e
rimpianti. Perché far nascere un
figlio in un mondo corrotto, vio-
lento, in cui la giustizia non esi-
ste, l’amore ha un significato am-
biguo, la libertà è un sogno…?
L’uomo che le stava accanto l’ha
abbandonata; la sua amica la in-
vita a fare ciò che appare più
comodo, il suo datore di lavoro
non è comprensivo...Che fare?! Il
bambino non può aiutarla, deve
fare tutto lei. Ed ecco, arriverà
ad una decisione: “Davvero ci fu
un momento in cui desideravo la
morte? Pazza. E’ così bella la vita
(…).La vita è una comunità per
darci la mano, consolarci, aiutar-
ci. (…)Sbrigati! Trascorri alla svel-
ta i mesi che ti rimangono (…) Io
mi pento d’averti fornito solo
esempi brutti, di non averti mai
raccontato lo splendore di
un’alba, la dolcezza di un bacio,
il profumo di un cibo. Io mi pen-
to di non averti fatto ridere mai”.
Ho letto questo libro diverse vol-
t e
ed
o -
gni volta ne ho colto una sfuma-
tura diversa. E’ un libro che incu-
riosisce, affascina, commuove. Le
parole ti proiettano direttamente
nella storia narrata, fino a farti
immedesimare nella protagoni-
sta...fino a farti provare le sue
stesse emozioni, i suoi stessi stati
d’animo…Ne consiglio vivamen-
te la lettura a tutti, donne e uo-
mini, perché prima di essere tali,
nella diversità fisica, dice la stes-
sa Oriana, siamo persone!
di Claudia I.
Pagina 15 Mensile dell’Oratorio Salesiano
La forza della Vita Paolo Vallesi
Anche quando ci buttiamo via
per rabbia o per vigliaccheria
per un amore inconsolabile
anche quando in casa il posto è più invivibile
e piangi e non lo sai che cosa vuoi credi...
C'è una forza in noi amore mio
più forte dello scintillio
di questo mondo pazzo e inutile
è più forte di una morte incomprensibile
e di questa nostalgia che non ci lascia mai.
Quando toccherai il fondo con le dita
a un tratto sentirai la forza della vita
che ti trascinerà con sé
amore non lo sai
vedrai una via d'uscita c'è.
Anche quando mangi per dolore
e nel silenzio senti il cuore
come un rumore insopportabile
e non vuoi più alzarti
e il mondo è irraggiungibile
e anche quando la speranza
oramai non basterà...
C'è una volontà che questa morte sfida
è la nostra dignità, la forza della vita
che non si chiede mai cos'è l'eternità
anche se c'è chi la offende
o chi le vende l'aldilà.
Quando sentirai che afferra le tue dita
la riconoscerai la forza della vita
che ti trascinerà con sé
non lasciarti andare mai
non lasciarmi senza te.
SPAZIO MUSICALE
Anche dentro alle prigioni
della nostra ipocrisia
anche in fondo agli ospedali
della nuova malattia
c'è una forza che ti guarda
e che riconoscerai
è la forza più testarda che c'è in noi
che sogna e non si arrende mai.
Amore mio è la forza della vita
che non si chiede mai
cos'è l'eternità
ma che lotta tutti i giorni
insieme a noi
finché non finirà...
Quando sentirai
che afferra le tue dita
la riconoscerai
la forza della vita!
La forza è dentro di noi
amore mio, prima o poi
la sentirai
la forza della vita!
Che ti trascinerà con sé
che sussurra intenerita :
"GUARDA "GUARDA
ancora quanta ancora quanta VITA c'è!" VITA c'è!"
a cura del
Coro dei Giovani dell’Oratorio!
Pagina 16 Quelli de… l’ Oratorio
Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…
. . . ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di
Amore e Psiche!Amore e Psiche!Amore e Psiche! La fiaba di Amore e Psiche
nell’opera letteraria e artistica è
l’argomento dell’articolo dedica-
to alla festa di San Valentino. A
esser celebrato è l’amore …
cinque lettere unite per formare
una parola piccola ma con un
significato grandissimo, ricco di
tante sfaccettature. Il più famoso
tra i simboli di San Valentino è
Cupido, dio dell’amore e figlio
di Venere secondo la mitologia
romana (nell'antica Grecia era
conosciuto, invece, con il nome
di Eros, giovane figlio di Afrodi-
te) che ha sempre avuto un ruo-
lo importante nelle celebrazioni
dell'amore e degli innamorati.
Da sempre è raffigurato come
un bambino dispettoso e alato,
le cui frecce causano a chi ne è
colpito un profondo ed imme-
diato innamoramento. E’ pro-
prio lui, il dio dell’amore, a es-
sere il protagonista della storia
con Psiche. La storia di Amore e
Psiche, una delle più belle storie
d’amore che ci sono state mai
raccontate, è inserita in un lungo
romanzo dal titolo
“Metamorfosi” composto dallo
scrittore latino Apuleio. Roman-
zo che in seguito fu intitolato da
sant’Agostino“L’asino d’oro”.
“C'erano una volta, in una città,
un Re e una Regina, che aveva-
no tre figlie. L'ultima, Psiche, era
bellissima, tanto da suscitare la
gelosia di Venere, la quale prega
Cupido di ispirare alla fanciulla
una passione disonorevole per
l'uomo. Ma Amore si invaghisce
della ragazza, e la trasporta nel
suo palazzo, dove viene servita
ed onorata come una regina da
ancelle invisibili e dove, ogni
notte, il dio le procura indimen-
ticabili visite. Psiche era costretta
a non vedere il viso del miste-
rioso amante, perché correva il
rischio di rompere l'incantesimo.
Per consolare la sua solitudine,
la fanciulla ottiene di far venire
nel castello le sue due sorelle;
ma queste, invidiose, le suggeri-
scono che il suo amante è in re-
altà un serpente mostruoso: al-
lora, Psiche, spinta dalla curiosi-
tà, armata di pugnale, si avvici-
na al suo amante per ucciderlo.
Ma il dio Amore, dormiente,
le si rivela nel suo fulgore, coi
capelli profumati di ambrosia, le
ali rugiadose di luce, il candido
collo e le guance di porpora.
Dalla faretra del dio, Psiche trae
una saetta, dalla quale resta
punta, innamorandosi, così,
perdutamente, dell'Amore
stesso. Dalla lucerna di Psiche
una stilla d'olio cade sul corpo
di Amore, e lo sveglia. L'amante,
allora, fugge da Psiche, che ha
violato il patto. L'incantesimo,
dunque, è rotto, e Psiche, dispe-
rata, si mette alla ricerca dell'a-
mato.
Deve affrontare l'ira di Venere,
che sfoga la sua gelosia impo-
nendole di superare quattro dif-
ficilissime prove, l'ultima delle
quali comporta la discesa nel
regno dei morti e il farsi dare da
Perséfone un vasetto. Psiche a-
vrebbe dovuto consegnarlo a
Venere senza aprirlo, ma la cu-
riosità la prende ancora una vol-
ta. La fanciulla viene allora av-
volta in un sonno mortale, ma
interviene Amore a salvarla; non
solo: il dio otterrà per lei da
Giove l'immortalità e la farà sua
sposa. Dalla loro unione nascerà
una figlia, chiamata Voluttà. “
Amore e Psiche - Museo di Lou-
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 17
“Se vuoi essere felice, anima mia, “Se vuoi essere felice, anima mia,
non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”
La fiaba rappresenta il destino dell'anima, che, per
aver commesso il peccato di tracotanza, tentando
di penetrare un mistero che non le era consentito
di svelare, deve scontare la sua colpa con umilia-
zioni ed affanni di ogni genere prima di rendersi
degna di ricongiungersi al dio. Da essa è possibile
trarre una grande lezione a livello spirituale, reli-
gioso soprattutto nell'intervento finale del dio A-
more, che, prende l'iniziativa di salvare chi è cadu-
to, e lo fa di sua spontanea volontà, non per i me-
riti della creatura umana.
La storia ci insegna che l’Amore è qualcosa da spe-
rimentare e da fruire; l’amore si deve “sentire”,
non possiamo teorizzarlo; nel momento in cui lo
descriviamo, lo rimpiccioliamo, lo banalizziamo e
questo perché l’amore non appartiene alla condi-
zione dell’umano ma appartiene al divino e al
mondo del trascendente: esso è uno strumento
che il divino ha messo a disposizione dell’uomo
perché egli si possa elevare possa condividere
qualcosa di immenso, vivendolo e sperimentando-
lo.
Ecco, dunque, la morale di questa attraente storia
sentimentale a lieto fine che appassiona e coinvol-
ge tutti gli amanti del mondo: “Se vuoi essere
felice, anima mia, non devi sapere com’è fat-
to il tuo amore”. Molti scrittori si ispireranno ad
essa: Perrault ne La bella e la bestia, i Fratelli
Grimm in Biancaneve e stimolerà anche la fantasia
di Shakespeare nel suo Sogno d’una notte di mezza
estate, e l’estro di alcuni artisti, tra i quali Antonio
Canova. E’ di quest’ultimo l’opera scultorea Amo-
re e Psiche oggi conservata al Museo di Louvre a
Parigi. Ne esiste una seconda versione esposta
all’Ermitage di San Pietroburgo in cui i due perso-
naggi sono raffigurati in piedi e una terza, sempre
esposta al Louvre, in cui la coppia è stante.
Delle tre versioni, la prima, cronologicamente par-
lando, è la più famosa e acclamata dalla critica.
L’opera, realizzata in marmo bianco, rappresenta
il dio Amore mentre contempla con tenerezza il
volto della fanciulla amata, ricambiato da Psiche
da una dolcezza di pari intensità.
E' una fusione che, a mio parere, bisogna vedere
di persona per riuscire a capirla pienamente. Una
sinergia armoniosa, un incastro casto e delicato
eppure avvolgente. L'incanto, come il primo amo-
re, ferma il tempo. La dolcezza, come un amore
consolidato, sfiora le membra mortali che il tem-
po inghiotte.
VITTORIA LABA-Amore e Psiche - Ermitage, San Pietroburgo.
Ti amo sempre di Giosy Cento
SPAZIO MUSICALE
RAGAZZO
Le mie notti sempre uguali,
tu sei l'unico pensiero,
ho deciso la mia vita,
solo tu sei la mia donna.
RAGAZZA
Ti ho sentito, mi hai parlato,
eri forse emozionato,
ma negli occhi c'è un bagliore,
e vi ho letto il vero amore,
ho deciso sono tua!
RAGAZZO
Ogni attimo che vivo
è un silenzio di parole,
sveli tutti i miei pensieri,
condividi i miei progetti.
RAGAZZA
Sento un brivido di cielo
e ti guardo nel profondo,
e davvero tutto il mondo
non è grande come te!
Ti amo sempre e ti ame-
rò,
senza te non so volare,
sei la vita che darò,
sei la vita che non ho.
TI amo sempre e ti ame-
rò,
salirò a rubare il sole,
sei l'azzurro dell'amore,
a cura del
Coro dei Giovani
dell’Oratorio!
RAGAZZO
Entra pure in casa mia,
tu sei il solco, madre, terra,
e raccoglierai quel seme
che germoglia in un bambino.
RAGAZZA
Sentirò quel primo pianto
e tu sarai lì accanto
e noi due una persona
e ci abbracceremo in Dio.
Ti amo sempre e ti amerò,
senza te non so volare,
sei la vita che darò,
sei la vita che non ho.
Ti amo sempre e ti amerò,
respirando insieme a te
ogni attimo è follia!
Quante volte sei la neve,
sento freddo e sei lontano,
ma c'è il fuoco di una donna
che ti fa ricominciare
e per me non puoi invecchia-
re,
Stupirsi nel comprendere che
non è poi impossibile guarda-
re nella stessa direzione, oltre
le
difficoltà, oltre le differenze
caratteriali...La vita di coppia è
fatta continuamente di sfide!
E noi quanto coraggio abbiamo
Pagina 18 Quelli de… l’ Oratorio
Presto sbarcherà in rete il nuovo portale multime-
diale di notizie vaticane. Ad
annunciarlo è il Presidente del
Pontificio Consiglio, mons.
Claudio Maria Celli. Inizial-
mente il sito sarà in italiano e
in inglese, poi in altre lingue,
farà riferimento anche alle tra-
smissioni della Radio Vaticana
e a tutto il servizio del Centro
Televisivo Vaticano.
Probabilmente sarà operativo per Pasqua.
L’attenzione del Vaticano ai nuovi media digitali è
sempre maggiore. Nel maggio 2009 la Santa Sede
è approdata su Facebook, con una
pagina di Benedetto XVI a cui man-
dare messaggi ricevendo discorsi e
fotografie, mentre
il link dedicato soprattutto ai giova-
ni, cui ci si col lega anche con
l ' i . P h o n e , è a l l ' i n d i r i z z o
www.pope2you.net. Altri servizi va-
ticani di comunicazione via Internet
sono su www.resources.va, mentre
sono attivi sei canali Twitter multilingue, di cui
quello italiano è news_va_it. Alessandra Branca
IL PAPA: SOCIAL NETWORK, NUOVO MODO DI COMUNCIARE
A cura di Angela Zavettieri
Don Bosco continua a parlare a tutti noi del suo Sistema Preventivo...
4) La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono
reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza. Non obbligare mai i
giovanetti alla frequenza dei santi sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di
approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rileva-
re la bellezza, la grandezza, la santità di quella religione che propone dei mezzi così facili, così utili
alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell'anima, come appunto i santi sacramenti.
In questo modo i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosta-
no volentieri, con piacere e con frutto.
5) Si usi la massima sorveglianza per impedire che nell'Istituto siano introdotti compagni, libri o per-
sone che facciano cattivi discorsi. La scelta d'un buon portinaio è un tesoro per una casa di educazio-
ne. Ogni sera dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il Direttore, o chi per
esso, indirizzi alcune affettuose parole in pubblico dando qualche avviso o consiglio intorno a cose da
farsi o da evitare e studi di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell'Istituto o fuori; ma il
suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon anda-
mento e del buon successo dell'educazione. 6) Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione ad
un'età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a
danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare
ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella comunione pasquale.
Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano am-
messi per tempo alla santa comunione. Quando un giovanetto sa distinguere
tra pane e pane e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all'età e venga
il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta. 7) I catechisti raccomandano la frequente comunione, S. Filippo Neri la consi-
gliava ogni otto giorni ed anche più spesso. Il Concilio Tridentino dice chiaro
che desidera sommamente che ogni fedele cristiano quando va ad ascoltare la
santa Messa faccia anche la comunione. Ma questa comunione non sia solo
spirituale, bensì sacramentale, affinché si ricavi maggior frutto da questo au-
gusto e divino sacrificio (Concilio Trid., sess. XXII, cap. VI). (… Continua)
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 19
Pagina 20 Quelli de… l’ Oratorio
Nell’anno in cui a fare notizia è anche la
sconfitta dei “Cinepanettone” battuti a Nata-
le dal trio Aldo Giovanni e Giacomo, cele-
briamo i record del cinema di casa nostra,
con “ C he b e l l a g io r n a ta” d i
Nunziante/Zalone! Tanto atteso nelle sale,
dopo l’uscita di “Cado dalle nubi” il film
continua a far ridere di gusto! Anche la più
scontata delle battute, recitata con quell’aria
stralunata e cafona al tempo stesso di Chec-
co, acquista una forza esilarante davanti a
cui poco si può fare. La sua maniera funzio-
na sempre! Anche perché fa quello che gli
riesce bene, intrattenere il pubblico, certo,
ma anche comporre brani musicali ai limiti
del surreale.
Il film è genialmente originale, grazie alla
maniera in cui vengono rappresentati i mali
della nostra società, e alle caratteristiche del
personaggio che si muove all’interno di que-
sti contesti cercando una collocazione. Altro
punto di forza sono poi i personaggi secon-
dari, i quali enunciano, suggeriscono, urlano
amare verità. Siamo di fronte, dunque, ad
una commedia di situazione, che finisce col
diventare una vicenda collettiva, un cori in
cui una voce, dice qualcosa di intelligente,
fresco, divento e politicamente scorretto al
punto giusto!
Ritorna sul grande schermo, a due anni dal suo
primo film “Parlami d’amore”, Silvio Muccino.
Ancora una volta osa con un film dai senti-
menti forti. Adattando un romanzo di Carla
Vangelista, con la quale collabora per la realiz-
zazione della pellicola, il regista racconta, da
protagonista, il viaggio di Andrea, traghettato
da una vita dissoluta e svogliata ad una nuova
consapevolezza, grazie all’AFRICA, alle sue
ricchezze, alla sua gente e soprattutto al fratel-
lino inaspettato.
E’ un film di buoni sentimenti, di crescita e
avvicinamento all’altro. Bella prova, dunque,
per il giovane regista, che riesce a toccare il
cuore dello spettatore il quale assiste alla ma-
turazione emotiva dei personaggi che, dal do-
versi prendere cura di un bambino si trovano
ad aver bisogno di lui, per sbloccare e risolvere
quelle situazioni che fino ad allora li avevano
tenuti lontani dalla vita vera. Bellissima la fo-
tografia dell’Africa! Vista con gli occhi di chi
non vuole solo mostrarne la povertà, ma an-
che la ricchezza d’animo di chi è lì e fa di tutto
per cercare di cambiare le cose.
Le scene spesso - direbbe qualcuno - sono gira-
te con fin troppa semplicità, ma guardare il
film in profondità, immergersi nella storia e
viverla, vi farà salire quelle emozioni che non
sono esprimibili in giudizi scritti o orali.
DOMENICA 13 Febbraio
ORE 21:15
Proiezione Gratuita per tutti
i giovani di età compresa tra
i 16 e i 35 anni!
CHE BELLA GIORNATA
Ven 4 - Sab 5 - Dom 6 - Lun 7 Mart 8 - Merc 9
Quando “comicità”
non fa rima con “volgarità”!
UN ALTRO MONDO
Ven 11 - Sab 12- Dom 13
Lun 14 - Mart 15 - Merc 16
FEBBRAIO
Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 21
IMMATURI
Ven 25 - Sab 26 - Dom 27
Ass. Culturale
G.C.S. ELPIDA PROIEZIONI GIORNALIERE: Ore 18:15
Ore 21:15
Cineforum 13 Febbraio
Ore 21:15
Che sia un eroe con il quale identificarsi, un
antieroe che incarna le nostre paure più atro-
ci, Cetto La Qualunque è senza dubbio una
delle maschere teatrali e televisive più riuscite
di sempre. Graffiante, malevolo, beffardo ed
ingombrante è diventato, dal 2003 ad oggi,
lente di ingrandimento dei nostri tempi e po-
tente strumento di messa in ridicolo di com-
portamenti e modelli. Strumento comico e
non satirico, tuttavia, perché nella satira ci
sono sempre il giudizio e il moralismo, e An-
tonio Albanese, che del politico calabrese è
l’inventore, più che giudicare ha sempre desi-
derato rappresentare.
Il film di Albanese e Manfredonia non va
scambiato per un film di intrattenimento, né
per una tragicommedia. Piuttosto è un film
violento, che non fa sconti e regala al cattivo
una vittoria su tutta la linea. Il qualunquismo
di questo imprenditore prestato alla politica,
sempre allegro e in movimento da un potere
di abuso all’altro, menefreghista in teoria e in
pratica, dovrebbero essere qualcosa di cui
ridere per isteria dettata dalla paura, non per
spasso o per piacere di guardarci allo spec-
chio. E’ un film di “denuncia”, che ha scelto la
via della satira anziché quella della tragedia.
Prendendo spunto da una malinconia di
fondo e da scanzonati ricordi di gioventù, il
regista dell'ultimo “Aldo, Giovanni e Giaco-
mo” ha voluto cavalcare l'onda del successo
dei film corali italiani e ha diretto una com-
media nostalgica in cui il divertimento tra-
volgente cede il passo al sorriso. E’ una com-
media veloce e coinvolgente capace sia di
strappare risate allo spettatore che di rega-
largli emozioni e momenti di poesia. Il film
fa emergere un indispensabile confronto tra
le vecchie e le nuove generazioni, infarcito
con un evidente pizzico di nostalgia, tanto
che è possibile trovare anche il tempo di
permettere a qualche lacrima di scendere
dagli occhi!
IL CINETEATRO
DON BOSCO
VI AUGURA UNA
BUONA VISIONE!
Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco
QUALUNQUEMENTE
Ven 18 - Sab 19 - Dom 20
Lun 21 - Mart 22 - Merc 23
Pagina 22 Quelli de… l’ Oratorio
L’Italia recepisce una direttiva
europea! L’abolizione dei sac-
chetti di plastica, tanto attesa
e già slittata di un anno, final-
mente, giunge anche nella no-
stra penisola. Dal 1 gennaio
2011, i sacchetti di plastica
sono ufficialmente fuori legge!
Per portare a casa la spesa,
infatti, bisogna servirsi di bu-
ste biodegradabili, involucri di
carta o borse in tessuto.
“Una grande vittoria per
l’ambiente. Una grande batta-
glia per la civiltà” afferma Le-
gambiente, che ormai da tem-
po si batte per il raggiungi-
mento di questo obiettivo.
Agg i unge i l M in i s t ro
dell’Ambiente Stefania Presti-
giacomo “E’ una grande inno-
vazione quella introdotta dal
Governo, che segna un passo
in avanti di fondamentale im-
p o r t a n z a n e l l a l o t t a
all’inquinamento, rendendoci
tutti più responsabili in tema
di riuso e di riciclo”. Cambia-
no, dunque, le abitudini degli
italiani che, si sa, non vanno
molto d’accordo con le novi-
tà! Tutti - produttori, distribu-
tori, consumatori - devono
adeguarsi in fretta al nuovo
stile di trasporto della spesa.
“Cambiando stile di vita
cambieremo il mondo”
PER SAPERNE DI PIU’
Il motivo per cui i sacchetti di
plastica sono stati messi al
bando è di carattere ambienta-
le. Secondo alcuni dati gli ita-
liani sono fra i massimi utiliz-
zatori europei di buste di pla-
stica, ne consumano media-
mente 300 a testa ogni anno.
Quasi il 30% di questi sacchet-
ti diventa rifiuto e per smaltirli
ci vogliono circa 200 anni.
In Italia, inoltre arriva anche
un quarto di 100 miliardi di
buste utilizzate in Europa, im-
portate dalla Cina, dalla Thai-
landia, dalla Malesia. La vita
di questi sacchetti è veramente
breve, sebbene per produrli
occorrono grandi quantità di
petrolio. Secondo uno studio
dell’Agenzia per l’ambiente
del Governo Australiano, 1 kg
di sacchetti di plastica provoca
emissioni di CO2(anidride car-
bonica) per circa 2.109 kg. Le
stesse buste spesso finiscono in
mare e vengono ingerite da
uccelli e mammiferi marini,
cetacei, che muoiono per sof-
focamento, per blocchi intesti-
na l i . S e condo l ’Unep
(Programma delle Nazioni U-
nite per l’ambiente) sono circa
100mila gli animali che
s’imbattono in questa morte.
DIVIETO SACCHETTI DI
PLASTICA NEL MONDO
- SUD AFRICA
2006
- ERITREA, RUANDA,
2005
SOMALIA
- KENIA, UGANDA 2007
- SAN FRANCISCO 2007
(USA) - CALIFORNIA
- PARIGI (Francia) 2007
- HONG KONG
2007
- MELBOURNE 2007
- TAIWAN (ASIA) 2003
- CINA 2008
- AUSTRALIA 2008
- DHAKA (Bangladesh)
2002
- MUMBAI (India) 2000
- REPUBBLICA 2002
IRLANDESE
- FRANCIA 2010
- BELGIO 2007
- GRAN BRETAGNA 2007
- SPAGNA 2009
- SVIZZERA: ormai da tempo,
chiede di far pagare di più ai consu-
matori che le richiedono.
- O- LANDA, GER-
MANIA: da
tem- po ormai si
STOP AI SACCHETTI STOP AI SACCHETTI STOP AI SACCHETTI
DI PLASTICADI PLASTICADI PLASTICA
G R U P P OG R U P P OG R U P P O
M I S S I O N A R I OM I S S I O N A R I OM I S S I O N A R I O
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 23
X SAN VALENTINO VOGLIO FARE GLI AUGURI A TUTTI VOI CON LA FRASE DI
UNA CANZONE DI UN CANTANTE CHE A ME PIACE TANTISSIMO:
E ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto dentro tanto amore
che ho capito perché non si comanda al cuore. Vasco Rossi
Dolce Luna
Carissimi ragazzi dell’oratorio salesiano di Bova Marina,
scrivo a tutti voi ed in particolare a quelle persone a me molto care che, con il loro aiuto e il loro so-
stegno e soprattutto con il loro sorriso, sanno rendermi la vita cosi serena!!
Avevo appena 18 anni quando ho deciso di lasciare l’oratorio, la chiesa e forse anche la fede, per in-
traprendere una nuova strada, pieno di aspettative e sogni per il futuro… Ci volle ben poco a capire
che quella strada non mi avrebbe permesso di raggiungere nessuna meta. Ben poco per capire, ma
tantissimo tempo per decidere di abbandonarla e ritornare sui miei passi!! Ma, non è mai troppo tardi
per rimediare… basta affidarsi alla Provvidenza, così cara ad un mio caro amico (Don Bosco!!). Ed
ecco che per fortuna oggi, dopo tante sofferenze, dopo tantissimi e lunghissimi anni, mi ritrovo a far
parte di un gruppo davvero fantastico, quel gruppo che avevo lasciato alle mie spalle in quel posto
chiamato oratorio salesiano. Al mio fianco tanti vecchi amici ma anche tanti ragazzi nuovi, ragazzi
che sanno capirti nel momento delle difficoltà, ragazzi che con una semplice parola ti fanno sentire
bene, ti sanno far sorridere anche quando sembra che tutto ti cada addosso!!
Forse vi sembrerà strano che io stia qui a raccontarvi tutte queste cose della mia vita, ma finalmente
dopo tanto tempo sento una gran voglia di vivere, che voglio condividere con voi, quella voglia di
quand’ero bambino, la voglia di tirare calci al pallone, la voglia di esultare dopo un goal, l’emozione
infinita di una vita.
DON BOSCO DICEVA: “La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l'amore”. Ed è
la gioia, la felicità che rendono questa mia vita, da un mese a questa parte, meravigliosa.
Potrei stare ore e ore a trascrivere i nomi di tutte le persone che mi circondano dentro e fuori le mu-
ra dell’ oratorio e che arricchiscono le mie giornate di gioia e felicità … Ma so che queste poche e
semplici parole basteranno a ringraziarle per tutto quello che fanno ogni giorno per me … Ed un rin-
graziamento immenso va soprattutto al direttore dell’ oratorio DON NATALINO, che oltre ad essere
un grandissimo prete (forse sarebbe stato meglio dire sacerdote, ma prete rende di più l’idea!!) è an-
che una persona meravigliosa, una persona che ti fa sentire sicuro delle tue risorse e delle tue poten-
zialità, che ti fa credere nuovamente in te come persona che ha tanto da dare agli altri e a se stesso …
A lui devo tutto questo … GRAZIE DON NATALINO … Grazie a tutti voi …
VI VOGLIO BENE RAGAZZI : E RICORDATE … CI SONO ANCH’IOOOOOOOOO!!!!
Andrea P.
La posta delle pestiLa posta delle pestiLa posta delle pesti
Pagina 24 Quelli de… l’ Oratorio
“Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora crescuito.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto”
Nazim Hikmet
...Io ti porterò nei miei progetti
che non posso sbagliare… tu che parli
di vita, tu che sei la vita…
1 Febbraio: Antonella Arconti
2 Febbraio: Piera Iiriti, nonna Tita
3 Febbraio: Don Lindo, Mauro Cuomo, Rossella Morabito, Giovanni Palamara
5 Febbraio: Mimma Criseo , Vincenzo Ligato, Simone Natoli, Maria Benno, Samuela Tommasini
6 Febbraio: Filippo Alagna, Carolina Bova, Giovanna Favasuli
7 Febbraio: Daniela Callea, Alessia Tedesco, Antonia Fiumanò
8 Febbraio: Domenico Callea, Domenico Squillaci, Carmela Legato
9 Febbraio: Filippo Rodà, Zuleika Palamara
11 Febbraio: Loredana Marcianò, Giovanna Scorsa
13 Febbraio: Giuseppe Tuscano
14 Febbraio: Silvio Cacciatore, Giuseppe Spinella, Carmela Zavettieri, Veronica Petrulli
15 Febbraio: Fortunato Mentana
17 Febbraio: Loredana Maisano
18 Febbraio: Tiziana Nucera, Sergio e Silvia Zavettieri, Mario Micheletta, Danilo Rubertà
20 Febbraio: Antonio Serranò, Sabrina Serranò, Annunziato Zavettieri
21 Febbraio: Sabrina Ligato
22 Febbraio: Aldo Gurnari, Seby Modaffari
23 Febbraio: Daniele Giovanni Vadalà, Maria Zavettieri, Annunziato Saladino
24 Febbraio: Carmen Altomonte
25 Febbraio: Davide Mafrica
26 Febbraio:Francesco Plutino
27 Febbraio: Chiara Ficara, Valeria Pangallo
28 Febbraio: Chiara Anghelone, Giovanni Cilione, Giuseppe Oliverio,
Marco Leuzzo, Marcella Criseo, Mario Liuzzo
(…)“Allora vieni qui,
accanto a me.
Appoggia la testina
su questo guanciale,
così.
Dormiamo insieme,
abbracciati.
Io e te, io e te…
Nel nostro letto
non entrerà
mai nessun’altro”.(…)
(ORIANA FALLACI)
Che l'amore sia tutto, è tutto ciò
che sappiamo dell'amore.
Emily Dickinson
Ci sono due modi di vivere la tua vita. Una e' pensare che niente e' un miracolo. L'altra e' pensare che ogni
cosa e' un miracolo
Albert Einstein