Scintilla, dicembre 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Dicembre 2012 1 euro Scintilla Contro la politica di austerità e di guerra Avanti verso lotte più ampie e più dure! Di fronte al perdurare della crisi e al continuo aggravamento delle condizioni economiche e sociali del proletariato, della piccola borghesia lavoratrice e di una parte di quelle classi medie legate alla borghesia dominante, la situazione politica italiana vede, da un lato, il risveglio combattivo di settori importanti della classe operaia e della gioventù studentesca, e, dall'altro, i tentativi convulsi della borghesia di superare la profonda crisi di credibilità dei partiti che la rappresentano nel quadro dell'attuale democrazia parlamentare. Sta maturando il passaggio alla cosiddetta "Terza Repubblica". Alcune trasformazioni sono già in atto da tempo, in primo luogo l'assunzione di un ruolo di continuo intervento e di supplenza politica da parte di una Presidenza della Repubblica sempre più invadente. In secondo luogo, la riduzione del Parlamento a un ruolo completamente subalterno rispetto al governo, che è ormai diventato il vero "legislatore" (attraverso la pratica dei decreti-leggi, della ricatto della "fiducia" su ogni provvedimento importante che esso presenta. La formazione del governo di "tecnici" (dei veri incompetenti) di Mario Monti segna un passaggio non reversibile: esso è stato imposto all'Italia dall'oligarchia finanziaria. Ogni altro governo che gli succederà dovrà in primo luogo rispondere del proprio operato ad autorità antidemocratiche e antipopolari come la Commissione europea, la BCE, il FMI, che sovrintendono alle sorti del capitale monopolistico finanziario, il quale vede acutizzare al suo interno le contraddizioni a causa dello sviluppo ineguale fra potenze imperialiste e capitaliste. L'attuale sistema dei partiti politici italiani è in crisi profonda: ha perduto la fiducia non solo di larga parte delle masse proletarie e popolari, ma anche dei cosiddetti "poteri forti" (la Confindustria, il sistema bancario italiano, la massoneria, il Vaticano) che, dopo la fine del berlusconismo, stanno muovendosi per mettere in campo nuove "formazioni" politiche su cui puntare per la difesa dei loro fondamentali interessi reazionari e antipopolari. La "discesa in campo" di Montezemolo in nome della cosiddetta "società civile" è significativa al riguardo: oltre a un buon numero di imprenditori c'è dietro il Vaticano, con Bonanni, le Acli, il ministro Riccardi e la comunità di Sant'Egidio. Un accordo politico di costoro con Casini dovrebbe essere nella logica delle cose: puntano entrambi a una prosecuzione dell'esperienza Monti dopo le elezioni politiche di Marzo; lo stesso Alfano, con quanto resta del partito berlusconiano, potrebbe andare nella stessa direzione. Bersani, che fino a poco tempo fa credeva di avere la vittoria in tasca, vede ora profilarsi un Monti-bis che potrebbe essere sostenuto da una maggioranza di moderati, cioè una maggioranza di destra organica agli interessi reazionari della borghesia dominante. L'appoggio di Vendola, di Diliberto e del partitello di Donadi, potrebbero non essere sufficienti a Bersani per vincere. Ma, per l'effettiva governabilità molto dipenderà dalle proporzioni del successo del Movimento (piccolo-borghese) 5 Stelle e dal tipo di legge elettorale con cui si terranno le elezioni. Vedremo. Sappiamo, però, che la borghesia dovrà fare sempre più i conti con la crescita, promettente da quanto abbiamo visto negli ultimi mesi, del suo antagonista di classe: il movimento proletario al quale potrà unirsi quello della gioventù in lotta per conquistarsi un futuro. Questo movimento creando propri organismi di lotta rivoluzionaria (consigli e comitati) e con la direzione dei comunisti, può abbattere il barbaro regime capitalista e costruire una nuova società. Una società in cui non vi siano crisi in cui la produzione e la distribuzione siano pianificate, in cui i mezzi di produzione e di scambio siano proprietà collettività, in cui il consumo sia gestito socialmente e l’ambiente rispettato, in cui il potere politico sia saldamente nelle mani della classe operaia in alleanza con le masse lavoratrici. Insomma, una Repubblica realmente democratica e popolare. All’interno ampio spazio ai documenti del XVIII Plenum della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti- Leninisti Terza Repubblica o Repubblica popolare?

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Dicembre 2012

1 euro

ScintillaContro la politica di austerità e di guerraAvanti verso lotte più ampie e più dure!

Di fronte al perdurare della crisi e alcontinuo aggravamento dellecondizioni economiche e sociali delproletariato, della piccola borghesialavoratrice e di una parte di quelleclassi medie legate alla borghesiadominante, la situazione politicaitaliana vede, da un lato, il risvegliocombattivo di settori importantidella classe operaia e della gioventùstudentesca, e, dall'altro, i tentativiconvulsi della borghesia disuperare la profonda crisi dicredibilità dei partiti che larappresentano nel quadrodell'attuale democraziaparlamentare. Sta maturando il passaggio allacosiddetta "Terza Repubblica".Alcune trasformazioni sono già inatto da tempo, in primo luogol'assunzione di un ruolo di continuointervento e di supplenza politicada parte di una Presidenza dellaRepubblica sempre più invadente.In secondo luogo, la riduzione delParlamento a un ruolocompletamente subalterno rispettoal governo, che è ormai diventato ilvero "legislatore" (attraverso lapratica dei decreti-leggi, dellaricatto della "fiducia" su ogniprovvedimento importante cheesso presenta. La formazione del governo di"tecnici" (dei veri incompetenti) diMario Monti segna un passaggionon reversibile: esso è statoimposto all'Italia dall'oligarchiafinanziaria. Ogni altro governo chegli succederà dovrà in primo luogorispondere del proprio operato adautorità antidemocratiche eantipopolari come la Commissioneeuropea, la BCE, il FMI, chesovrintendono alle sorti del capitalemonopolistico finanziario, il qualevede acutizzare al suo interno lecontraddizioni a causa dellosviluppo ineguale fra potenze

imperialiste e capitaliste.L'attuale sistema dei partiti politiciitaliani è in crisi profonda: haperduto la fiducia non solo di largaparte delle masse proletarie epopolari, ma anche dei cosiddetti"poteri forti" (la Confindustria, ilsistema bancario italiano, lamassoneria, il Vaticano) che, dopola fine del berlusconismo, stannomuovendosi per mettere in camponuove "formazioni" politiche su cuipuntare per la difesa dei lorofondamentali interessi reazionari eantipopolari. La "discesa in campo"di Montezemolo in nome dellacosiddetta "società civile" èsignificativa al riguardo: oltre a unbuon numero di imprenditori c'èdietro il Vaticano, con Bonanni, leAcli, il ministro Riccardi e lacomunità di Sant'Egidio. Unaccordo politico di costoro conCasini dovrebbe essere nella logicadelle cose: puntano entrambi a unaprosecuzione dell'esperienza Montidopo le elezioni politiche di Marzo;lo stesso Alfano, con quanto restadel partito berlusconiano, potrebbeandare nella stessa direzione.Bersani, che fino a poco tempo facredeva di avere la vittoria in tasca,vede ora profilarsi un Monti-bis chepotrebbe essere sostenuto da unamaggioranza di moderati, cioè unamaggioranza di destra organica agliinteressi reazionari della borghesiadominante. L'appoggio di Vendola, di Dilibertoe del partitello di Donadi,potrebbero non essere sufficienti aBersani per vincere. Ma, per l'effettiva governabilitàmolto dipenderà dalle proporzionidel successo del Movimento(piccolo-borghese) 5 Stelle e daltipo di legge elettorale con cui siterranno le elezioni. Vedremo.Sappiamo, però, che la borghesiadovrà fare sempre più i conti con lacrescita, promettente da quantoabbiamo visto negli ultimi mesi, delsuo antagonista di classe: ilmovimento proletario al qualepotrà unirsi quello della gioventù in

lotta per conquistarsi un futuro.Questo movimento creando propriorganismi di lotta rivoluzionaria(consigli e comitati) e con ladirezione dei comunisti, puòabbattere il barbaro regimecapitalista e costruire una nuovasocietà. Una società in cui non vi siano crisiin cui la produzione e ladistribuzione siano pianificate, incui i mezzi di produzione e discambio siano proprietà collettività,in cui il consumo sia gestitosocialmente e l’ambiente rispettato,in cui il potere politico siasaldamente nelle mani della classeoperaia in alleanza con le masselavoratrici. Insomma, una Repubblicarealmente democratica e popolare.

All’internoampio spazio aidocumenti delXVIII PlenumdellaConferenzaInternazionaledi Partiti eOrganizzazioniMarxisti-Leninisti

Terza Repubblica oRepubblica popolare?

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2 dicembre 2012

Lo sciopero del 14 novembre ha dimostrato la disponibilità alla lotta in tutta l’Unione EuropeaIl 14 novembre si è svolta in 23paesi dell’UE la giornata europeadi mobilitazione e solidarietà. InSpagna, Portogallo, Italia, Grecia,Malta e Cipro si è svolto unosciopero generale sugli stessicontenuti.La giornata di lotta si è espressain varie forme e con differenteintensità da paese a paese. L’obiettivo centrale delle protestedel 14N è stata la politica diausterità, imposta da UE-BCE-FMI ed applicata dai governipraticamente in tutti i paesidell’UE. Una politica antioperaia eantipopolare che distrugge leconquiste ottenute con decenni dilotte e sacrifici, smantella i dirittie le libertà dei lavoratori, gettanella povertà le masse lavoratrici,nega il futuro ai giovani, persalvare gli interessi e i privilegidell’oligarchia finanziaria. Di fronte allo sciopero e alleproteste nessun governo dell’UEha mostrato segnali di cambio dirotta. Da Monti a Merkel, daRajoy a Samaras, il ritornello èsempre lo stesso: capiamo leragioni della protesta, ma ciò cheè necessario va fatto lo stesso. Queste arroganti parole sono laprova che la classe dominantenon ha alcuna intenzione diinvertire la rotta dell’offensiva. La strada reazionaria che haimboccato è irreversibile. E inItalia qualunque altro governoche succederà al governo Monti -

quali che ne siano le"componenti" partitiche - sarà ungoverno di eversionecostituzionale, un governotecnico-politico condizionatodagli oligarchi dell'UnioneEuropea, della Banca CentraleEuropea e del Fondo MonetarioInternazionale.In questo quadro la lotta di classedegli sfruttati e degli oppressicontro il capitalismo, le sueistituzioni, i suoi governi e i suoiservi, è destinata a intensificarsi. Il 14 novembre ha segnato unpassaggio importante nelprocesso di ripresa delmovimento operaio su scalainternazionale. Ora si deve andareavanti organizzando semprmeglio la resistenza dei proletari.Negli scioperi - come quello delprossimo 5 e 6 dicembre deimetalmeccanici - la classeoperaia, i lavoratori sfruttati, igiovani comprendono la veranatura del capitalismo,smascherano le posizionicollaborazioniste, affermanonuovi metodi di lotta, esigendoche la crisi e i debiti siano pagatida chi li ha causati: la borghesia. L’acutizzazione dellecontraddizioni dell’imperialismo,le continue aggressioni chestiamo soffrendo spingonosempre più verso l’unità di azionedel proletariato e, sulla sua base,verso un ampio fronte popolarecontro l’offensiva capitalista, lapolitica reazionaria e le minacce

di guerra imperialista. Occorre dunque rafforzare ilprocesso unitario tra le tutte lerealtà politiche, sindacali, sociali,che si oppongono alle politiche diausterità, ai diktat di UE-BCE-FMI, alle aggressioni dellaNATO, lavorare per dar vita apiattaforme unificanti, creareComitati e Consigli cheraccolgano le masse sfruttate eoppresse, avanzare nellaconvergenza e nel coordinamentodelle lotte a tutti i livelli.Un obiettivo importante oggi èfar saltare nelle fabbriche e nellepiazze il “patto sulla produttività”voluto dal governo, dai padroni edai collaborazionisti peraumentare i profitti e ridurre isalari, cancellare i CCNL e idiritti degli operai.Il periodo che abbiamo davantisarà di intensi attacchi economicie politici, di battaglie più aspre. La realtà dimostra che le piaghedel capitalismo come lo

sfruttamento dei lavoratori, ladisoccupazione, la miseria,l’oscurantismo religioso,l’oppressione dei popoli, leguerre di rapina, la devastazioneambientale, non sono curabili. Il riformismo è fallito. Ilcapitalismo dev’essere rovesciatoe sostituito da un’alternativasicura: il socialismo, che significaabolizione del lavoro salariato,piena occupazione, benesseresociale, democrazia per ilavoratori, piena libertà edeguaglianza per le donne, culturadi massa, tutela della natura.Per affermare questa alternativa èindispensabile costruire un fortePartito comunista, basato suiprincipi del marxismo-leninismoe dell’internazionalismoproletario, che sviluppi una giustapolitica rivoluzionaria. I comunisti e gli operai avanzatidevono organizzarsi e agire uniti,per avanzare in questo compito!

Per un fronte popolare contro l’oligarchiaAbbiamo alle spalle un altro annodi battaglie e di resistenza allapolitica antioperaia di austerità,alla criminalizzazione dellaprotesta sociale. In questo periodo è stato algoverno un gruppo di “tecnici”imposto dal capitale finanziario,che ha realizzato quello cheBerlusconi non era riuscito a fare. Dentro questo scenario abbiamocominciato a costruire un fronte dimobilitazione alternativo ai duepoli borghesi, che ha avuto una suaespressione significativa nel NoMonti Day.Secondo noi occorre consolidare eradicare questo fronte nelle masse,farlo diventare un fattore della vitapolitica del paese, per aprire ilcammino ad un’alternativarivoluzionaria al neoliberismo e al

social-liberismo.Per avanzare su questa strada èindispensabile un concretoprogramma di azione, cheabbracci le esigenze fondamentalidelle masse lavoratrici. Al centro di questa piattaformaunificante vi devono essere leesigenze vitali della classe operaia. Per cominciare: il blocco deilicenziamenti, la riduzionedell’orario e della vita lavorativaper lo sviluppo dell’occupazione,forti aumenti salariali, CIG al100%, la difesa dei CCNL, latassazione dei capitalisti e deiricchi, l’uscita dall’UE edall’euro...altro che “patto per laproduttività”! Il punto di partenza dev’esserel’unità di azione della classeoperaia, la ripresa generale della

lotta contro l’offensiva capitalista,per difendere i nostri interessieconomici e politici, le nostrelibertà e diritti, per rovesciare leconseguenze della crisi sulle spalledelle classi dominanti. Su questa base occorre formareuna coalizione che comprenda leforze politiche, sindacali, sociali,di sinistra, che lottano control’offensiva del capitale e la politicadi austerità e di guerra, portataavanti dall’oligarchia finanziaria.Dunque un fronte politico dellemasse lavoratrici per il lavoro, peril pane, per la salute e l’istruzione,per la pace e la democrazia deilavoratori. Un fronte popolare imperniato sucomitati locali, che abbia unastruttura nazionale permanente erappresentativa.

Quanto alle discriminantipolitiche: rottura completa con chiappoggia il governo Monti, l’UEdei monopoli e i suoi strumenti,come il Fiscal compact. Nessuna alleanza con chi hacancellato le pensioni di anzianitàe l’art.18, con chi ha mantenutol’art.8 e costituzionalizzato ilpareggio di bilancio, con chidistrugge scuola e sanità pubblica,precarizza il lavoro e si impegna arispettare gli eurotrattati. Enemmeno con chi li fiancheggia.L’obiettivo non è spostare l’agodella bilancia dal neoliberismo alkeynesismo, ma unire il bloccosociale antagonista, rafforzarel’opposizione di classe e di massanella lotta contro le politicheborghesi, indirizzandola su unaprospettiva rivoluzionaria.

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La pratica, fattore essenziale per l’unità dei comunistidicembre 2012

Karl Marx ci ha lasciato unadescrizione del comunismo come“movimento reale che abolisce lostato di cose presente”.Altrettanto nota è la tesi secondocui “I filosofi hanno solointerpretato il mondo in modidiversi; si tratta però ditrasformarlo”. In ciò possiamo cogliere unacaratteristica fondamentale delmovimento comunista: quella diessere un movimento di criticapratica della società borghesesvolto dalla sola classe realmenterivoluzionaria della società, ilproletariato.La rivoluzione sociale è unmovimento storico concreto, chevede come protagonista le grandimasse sfruttate ed oppresse. Sonoqueste masse che spezzano ivecchi rapporti di proprietà,aboliscono lo sfruttamentodell’uomo sull’uomo,distruggono le istituzioniborghesi e al tempo stessoedificano il nuovo ordineeconomico e sociale, le nuoveistituzioni del potere proletario. Questo carattere reale, concreto,del nostro movimento si esprimee si riflette in tutti i campi e lesfere di attività dei comunisti.Dunque anche nel processo checonduce alla loro unità, allaformazione del Partitocomunista.

Vi sono invece dei compagni chetrattano le questioni teorichecome se avessero valore di per sestesse, indipendentemente dallepratiche politiche e sociali. Perloro unità significa coerenzaformale, collazione fra tesi eposizioni astratte, scisse dallosviluppo storico e dallasituazione reale. Ve ne sono altri checoncepiscono il marxismo e illeninismo come interpretazionisoggettive di fenomeni sociali,interscambiabili con altreinterpretazioni, dunque prive difondamento oggettivo. Questielementi invece di lottare per latrasformazione rivoluzionariadella società, trasformano ilcomunismo nel suo opposto: inqualcosa di pensabile, ma di nonrealizzabile, degradandolo a unlivello puramente spirituale,ideale. Vi sono poi dei compagni cheritengono preliminare eprioritario sgombrare il terrenoda problemi interpretativi e dibilancio di carattere storico-teorico prima di affrontarequalsiasi attività politica voltaalla ricostruzione del Partito. E' questa un'impostazione che haa suo fondamento la convinzionedel carattere paralizzantedell'ideologia borghese edell'ideologia revisionistasull'attività pratica delproletariato e delle masselavoratrici, e sulla stessa attivitàpolitica dei comunisti. Anche in questo caso si tratta diun modo di pensare che non è ilnostro, e che combattiamo. Senza dubbio l’analisi storica,l’elemento teorico, hanno unagrande importanza nel processodi unificazione delle forzecomuniste. Ma ad unacondizione: che siano suffragati everificati dalla pratica sociale,senza la quale rimangono cosaastratta, libresca e morta. Per i comunisti le teorie, le idee,

le analisi, devono servire allapratica, devono rispondere allequestioni che si pongono nellalotta politica rivoluzionaria.Senza questo collegamento nonvalgono nulla. Il tentativo di dissociare teoria epratica conduce inevitabilmenteall’idealismo, alla passività,oppure al pragmatismorevisionista.I marxisti-leninisti hanno basiideologiche e organizzative moltochiare e salde, forgiate sulpensiero e l’opera di Marx,Engels, Lenin e Stalin. Ma è ungrave errore scambiare il primopiano per l’attico, così come è unagrave deficenza non assumerefino in fondo, nella situazioneattuale, l’unità dei comunisti peril Partito come compito urgente efondamentale, pur mantenendodifferenze di opinioni su questionistoriche (cosa ben diversa dal nonsaper riconoscere il socialismodal capitalismo, o spacciare ilsecondo per il primo). Mantenere inchiodato ilmovimento comunista susfumature per ostacolare ilprocesso di formazione di unautentico partito comunistarivoluzionario della classeoperaia, fossilizzarsi suragionamenti speculativi astratti,

mettere sullo stesso piano la lottaper il Partito e quella perrivendicazioni immediate, non èda marxisti-leninisti, ma è tipicodel revisionismo e delbizantinismo. La questione dell’unità deicomunisti deve oggi trovare unpotente volano nell’incontro,nell’unione e nella lotta frontalecontro l’offensiva di unaborghesia in crisi profonda e delrevisionismo, nella capacità didelineare un programma politicoe una corrispondente azione inseno alle masse, nei loroorganismi, nelle piazze, peraccumulare forze e avanzarenella prospettiva del Partito. Chi vuol limitarsi a un“coordinamento” in cui viga ilcontrario del centralismodemocratico, chi nega l’unitàorganica dei marxisti-leninisti,in realtà vuole solo far prevalereil proprio “particolare sesamo”.Tale autoreferenzialità finisce perinficiare anche l’utilità del fattorepratico, capace di trasformarsi asua volta in un fattore ideologicoe politico, in antidoto contro ildogmatismo e il settarismo, inbanco di prova per l’unione deicomunisti e la formazione delPartito. C’è da lavorare e lo faremo.

No alla repressione, continuiamo a scendere in piazza!Le brutali e premeditateviolenze poliziesche, i pestaggi,gli arresti e i fermi di operai,studenti, disoccupati – a cui vala nostra piena solidarietà -sono la dimostrazione che ilgoverno Monti e i partiti che loappoggiano non hanno nessunarisposta da offrire di fronte alleesigenze e alle rivendicazioni

delle vittime della crisicapitalistica, al di fuori delleintimidazioni e dellarepressione della protesta.Le elezioni si avvicinano e ipoliticanti borghesi pensanosolo alla loro sopravvivenzapolitica e ai loro privilegi.Rafforzano perciò il carattereoppressivo dello Stato

borghese, contando sull’apportodei soliti apparati “deviati”, deimafiosi annidati nelle istituzionie dei fascisti, sempre utili persoluzioni reazionarie. Malgrado ciò, le lotte odierneesprimono una volontà: quelladi non rassegnarsi, di unirsi perlottare, rifiutando la politica didivisione fra “buoni e cattivi”.

Ciò deve concretizzarsi innuove azioni di lotta generaleper cacciare il governo Monti. Non lasciamoci ricacciareindietro, non facciamociparalizzare dal clima pre-elettorale. Continuiamo ascendere in piazza, denunciandogli abusi polizieschi, esigendo ilcastigo per i responsabili.

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Il prossimo 14 novembre è convocato unosciopero generale in Spagna, Portogallo,Italia, Grecia, Cipro e Malta, contro lepolitiche di austerità, per il lavoro e lasolidarietà. Inoltre, nell'insieme dei paesidell'Unione Europea si svilupperannoimportanti mobilitazioni. In questa giornatasi va ad esprimere l'aspirazione dei lavoratoriad una risposta unita a livello internazionalecontro tali politiche. I capi dei governi dell'UE hanno impostotutta una serie di misure neoliberiste, come il"Fiscal Compact", che hanno scaricato lacrisi sulle spalle dei lavoratori e dei popoli.Ora, di fronte alla nuova recessione, esigono:diminuzione dei salari, prolungamentodell’orario di lavoro, maggiore flessibilità,tagli alle pensioni e ai servizi sociali,aumento delle imposte, nuoveprivatizzazioni, smantellamento dei contrattidi lavoro e ulteriore soppressione dei diritticontrattuali, sociali e politici dei lavoratori.Tutto ciò porterà a licenziamenti di massa,all’ottenimento del massimo profitto daparte dell'oligarchia finanziaria. Questa giornata è perciò un importantemomento per far convergere le lotte esviluppare la solidarietà internazionale deilavoratori e dei popoli colpiti dalla stessa

politica al servizio esclusivo dei monopolicapitalisti. Il 14 novembre scendiamo in piazza perrespingere l’attacco e difendere i nostriinteressi con la lotta e l'unità. Chiamiamo glioperai, i lavoratori, i disoccupati, i giovani, imigranti, le donne degli strati popolari apartecipare ed essere soggetti attivi nellosciopero generale e nelle mobilitazioni, acostruire l'unità della classe operaia e l'unitàpopolare con tutte le vittime di questepolitiche. Uniamoci in una grande fronte di lotta control'offensiva capitalista, la reazione politica ele minacce di guerra imperialista, contro ilsaccheggio delle risorse naturali, per unarottura rivoluzionaria col neoliberismo esocial-liberalismo, col sistema che genera lecrisi. Denunciamo i governi e le istituzioni delcapitale finanziario ed affermiamo il dirittodei popoli ad uscire dall'UE dei monopoli,della reazione e della guerra, così come dallaNATO, braccio armato dell'imperialismo. Il 14 novembre è un primo passo per nuovi emaggiori passi. Viva la lotta della classe operaia e lasolidarietà internazionale dei lavoratori edei popoli!

Organizzazione per la costruzione delPartito Comunista di Germania Partito Comunista del Benin Partito Comunista Rivoluzionario, Brasile Partito Comunista Rivoluzionario Voltaico,Burkina Faso Partito Comunista Rivoluzionario dellaCosta D’Avorio Partito Comunista degli Operai diDanimarca Partito Comunista Marxista Leninistadell'Ecuador Partito Comunista di Spagna (Marxista-Leninista) Partito Comunista degli Operai di FranciaMovimento per la riorganizzazione del KKE(1918-1955)Piattaforma Comunista, Italia Via Democratica, Marocco Partito Comunista del Messico (marxista-leninista)Organizzazione Marxista-LeninistaRevolusjon di Norvegia Partito Comunista del Lavoro dellaRepubblica Dominicana Partito Comunista Rivoluzionario di Turchia Partito dei Lavoratori di Tunisia Partito Comunista Marxista Leninista delVenezuela

CONTRO LA POLITICA DI AUSTERITÀE PER LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE!

dicembre 2012

Appello CIPOML

Conferenza Internazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti

XVIII PlenumNel mese di novembre si è svoltocon successo, in Tunisia, il XVIIIPlenum della ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML). L’evento ha dimostrato la vitalità,il dinamismo, la capacità diiniziativa politica e la salda unitàideologica dele forze comunisteche ne fanno parte.Fra le multiformi attivitàinternazionaliste realizzate sottol’egida della CIPOMLricordiamo le riunioni regionali,il Seminario di Quito, l’Incontrodei Sindacalisti dell’AmericaLatina e del Caribe, ilCampeggio Internazionale dellaGioventù Antifascista eAntimperialista, la Conferenza diIstanbul sul Medio Oriente, ilSeminario marxista di economia,la pubblicazione della rivista“Unità e Lotta”, etc.

La CIPOML ha registrato inquesto Plenum il suorafforzamento, con l’ammissionedi nuovi partiti.Il bilancio delle molteplici attivitàsvolte nell’ultimo anno hadimostrato l’avanzamento dellavoro della Conferenza in tutti icontinenti, all’interno degliscenari provocati dalla crisicapitalistica.Al centro dei lavori tre questioniprincipali: la situazioneinternazionale, il lavoro nellagioventù e fra le donne. Dal ricco dibattito su taliimportanti questioni, che si èsvolto in un clima di fraternità ecalore militante, con lafranchezza propria deicomunisti, sono scaturiti deidocumenti che pubblicheremointegralmente sul nostro sitointernet e sulla rivista “Teoria ePrassi”.

Nelle pagine di questo numero diScintilla pubblichiamo invecealcune delle risoluzioni adottatedalla plenaria uno stralcio deldocumento sui giovani.Sottolineiamo l’importante ruolosvolto dal partito fratello diTunisia, che ha garantitocondizioni ottimali per losvolgimento del Plenum. Il potenziale rivoluzionario inquel paese è tutt’altro cheesaurito e per svilupparlo icompagni stanno rafforzando ilFronte popolare.

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5dicembre 2012

L’UE non è un progetto dipace. L’UE non è ”l’Europadei popoli”. L’UE è ed èsempre stata l’Europa deimonopoliIl Comitato norvegese per ilNobel continua imperterrito aoffendere il premio Nobel perla pace e il testamento di Nobela un livello che evocaagitazione ed imbarazzoall'estero come in casa. Sotto laguida dell'ex leader del Partitolaburista di Norvegia, nonchéattuale Segretario Generale delConsiglio d'Europa, ThorbjørnJagland, il Comitato si è resogià colpevole di consegnare ilpremio Nobel al bellicistapresidente degli Stati Uniti,Obama. E ora all'UnioneEuropea!Ufficialmente, il motivo perl'assegnazione del premio perl'UE è che "l'Unione e i suoipredecessori hanno speso piùdi sei decenni per aiutare apromuovere la pace e lariconciliazione, la democraziae i diritti umani in Europa."Questo significa sputare in

faccia ai popoli d'Europa.Quali "diritti umani”? Più di 25milioni di persone in tutta l'UEsono colpiti dalladisoccupazione di massa. Lametà dei giovani è senza lavoroe paesi come la Grecia e laSpagna sono colpiti dai tagli alwelfare e dalla miseria inmisura rilevante, con laprospettiva di attacchi anchepeggiori nei prossimi tempi. Igoverni "nazionali" negli Statimembri più colpiti dalla crisisono diventati meri organiamministrativi. Essi sonominacciati e ricevono diktatdalla Troika - la Commissioneeuropea, la Banca CentraleEuropea e il Fondo MonetarioInternazionale – al fine diridurre fino all’osso i fondi perle scuole, gli ospedali, lepensioni e i salari.

Un progetto di guerraSi presuppone che l'UE hacreato la "pace" nei Balcani.Qui stiamo parlando dellastessa UE, con la Germaniacome soggetto particolarmente

attivo, che ha incoraggiato e haprovocato la guerra civile inJugoslavia negli anni '90! Daallora abbiamo visto come inparticolare Francia e GranBretagna, ma anche altrepotenze europee, sono stati iprincipali aggressori inrelazione al bombardamentodella Libia nel 2011. In questomomento stanno usando unasimile minacciosa retoricacontro la Siria.Il Comitato norvegese per ilNobel prende in giro ilavoratori ed i popoli europei.Ma prende in giro anche ilpopolo e i lavoratori diNorvegia, che non consideranoin alcun modo l'UE come unprogetto di pace. Questo è unadelle ragioni per cui il 70% deinorvegesi dice no all’adesionedella Norvegia all'Unioneeuropea.Chiediamo scusa ai popolid'Europa e del mondo intero eli preghiamo di comprendereche l'élite politica e la classedirigente della Norvegia nonrappresentano né rispettano il

popolo norvegese, marispettano e obbediscono soloal grande capitale, agli StatiUniti e ai boss dell'UnioneEuropea.L'Europa dei monopoli è unastruttura imperialista con duepossibili sbocchi. Potrebbedivenire un’unione imperialista“di successo" sotto la direzionetedesca che sfrutta i lavoratoriin casa e fuori e porta avanti laguerra contro altri stati epopoli; oppure, lecontraddizioni tra gli Statimembri dell'Unione e i gruppimonopolistici porteranno afratture, a guerre commerciali eprobabilmente anche allaguerra aperta tra le stessegrandi potenze.Qualunque sia il risultatofinale, l'Unione Europea ètutt'altro che un progetto dipace.

(Dichiarazione presentatadall’Organizzazione m-lRevolusjon di Norvegia eadottata dalla presidenza delPlenum)

Il premio Nobel all’UE è un insulto ai popoli d’Europa e del mondo

(Stralci dal documentoapprovato dal XVIII Plenum)Il mondo dei nostri giorni èsconvolto da una crisi profondadel sistema capitalista-imperialista che si sviluppa inmaniera disuguale nei diversipaesi, colpendo specialmente, informa negativa, la classeoperaia, la gioventù ed i popoli. La distruzione delle forzeproduttive causata per la crisi ègigantesca. Secondol'Organizzazione Internazionaledel Lavoro (OIL), i disoccupatinel mondo superano già i 205milioni e 1.600 milioni dilavoratori si trovano insituazione di impiego precario. La gioventù è una delleprincipali vittime della crisi. Igiovani senza lavoro sono più di75 milioni, 4 milioni più che nel2007......Succede quello cheosservavano K. Marx e F.Engels nel Manifesto del PartitoComunista, nel 1848: laborghesia “è incapace diassicurare al suo schiavol’esistenza persino nei limitidella sua schiavitú"......Gli ideologi borghesi danno la

colpa alla gioventù per ladisoccupazione, affermando chei giovani non sono preparati, nonhanno esperienza né formazioneprofessionale adeguata e, per talimotivi, non ottengono impiego.Si tratta di una gran menzogna,perché per il sistema capitalista èessenziale l'esistenza di ungrande esercito di riserva perridurre ancora più il valore dellaforza-lavoro......Contro questa politica e ilsistema dominante, la gioventùnon smette di lottare per i propridiritti, contro la politica deigoverni capitalisti che scaricanosulle sue spalle e su quelle deilavoratori tutto il peso della crisieconomica. Dall'inizio della crisi, si sonosvolte manifestazioni in 85 paesicontro questa politica volta alsacrificio dei popoli e dellagioventù, per salvare i banchieried i monopoli. Come risultatodell'indignazione di milioni digiovani disoccupati, senzaaccesso all'educazione e senzadiritti, le rivolte della gioventù siestendono in tutto il mondo......Tutte queste mobilitazioni elotte rafforzano l'enorme

potenziale di combattimentodella gioventù e rendonoevidente la necessità, da partedei partiti e delle organizzazioniche lottano e difendono larivoluzione proletaria, didedicare gran parte dei lorosforzi verso i giovani, cercandodi dirigere il loro malcontento indirezione della rivoluzione ed ilsocialismo......Uno dei compiti deirivoluzionari nei confronti dellagioventù è realizzareun'offensiva contro l'ideologiaborghese e le sue false promessedi un mondo di ricchezza e paceper tutti, di un'economiademocraticamente pianificata esenza crisi, combattendo confermezza tutte quelle forme dicooptazione e di alienazionedella gioventù. In altre parole ènecessario dimostrare che solocon l'organizzazione e conun'intensa lotta rivoluzionariaper trasformare la società, lagioventù si potrà liberare dallosfruttamento e dall’oppressionedel capitale.......Per raggiungere questoobiettivo riguardo la gioventù, èindispensabile la creazione in

ogni paese di un'organizzazionepolitica che aggreghi i giovanirivoluzionari. Come sappiamo,la rivoluzione non si produce informa spontanea e senza unmovimento di masse che abbiauna direzione rivoluzionaria.D'altra parte, le classi dominantinon cedono mai il potere inmodo pacifico. Al contrario, piùprofonda è la crisi, più siaggrappano al potere e lottanoper mantenerlo......La formazione e lo sviluppodelle organizzazioni politicherivoluzionarie che agiscono inmaniera costante e profonda tra igiovani, con un programmachiaro, sono fondamentali...

Sulla questione della gioventù

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Dal 2010 la regionedell'Africa occidentale,particolarmente la zonasubsahariana, è sottoposta alleingerenze ed agli interventimilitari delle potenzeimperialiste. Gli obiettivi diquelle azioni sono:

politici, geostrategici emilitari, in connessione con lalotta per la ripartizione delmondo e del continenteafricano.

economici: accesso alpetrolio del Golfo dellaGuinea, della Costa d’Avorio;all'uranio del Niger ed aimetalli preziosi cheabbondano nella regione;all'energia solare; al cacao, alcaffè, etc.

la lotta degli imperialistianglosassoni (USA, GranBretagna) e francesi perimpedire la penetrazione nellaregione di nuovi attori comeCina, India, Brasile, etc.

la volontà delle potenzeimperialiste di schiacciarequalunque tipo di protestadelle masse popolaricondannate alla miseria eprive di libertà politica, cosìcome soffrono la repressioneesercitata da poteri fantocci ecorrotti, e l’intento disconfiggere qualsiasimovimento insurrezionalerivoluzionario. Bisogna situare in questocontesto la crisi politico-militare iniziata col colpo diStato militare del ComitatoNazionale della Difesa eRestaurazione dello Stato(CNRDS) del 22 marzo 2012,

così come l'occupazionemilitare del nord del Mali,iniziata il 22 gennaio 2012 eche raggiunge i due terzi delterritorio nazionale, portataavanti dal MovimentoNazionale di Liberazione diAZAWAD (MNLA), e dagli"jihaidisti" (AQMI, ANSAR,DINE, MUJAO,BOKO,HARAM etc.). La crisi politico-militare inMali ha gravi ripercussioni pertutti i paesi vicini,concretamente Algeria, Niger,Burkina Faso, Costa d’Avorio,Mauritania, etc., e nell'insiemedei paesi del regionedell’africa occidentale dovec’è destabilizzazione di Stati,proliferazione di armi,trasferimenti massicci dipopolazioni verso il sud delMali, e migliaia di rifugiati inaltri paesi vicini. La crisi politico-militare delMali è anche una minaccia pergli interessi dell'imperialismo,particolarmente quellofrancese, in quel paese ed intutta la regione. Per talemotivo si succedono lemanovre preparatorie di unintervento militare aperto chepuò essere portato avanti dalletruppe messe a disposizionedai paesi membri dellaComunità Economica degliStati dell'Africa dell'ovest(CEDSAO), col consenso el'appoggio logistico dellegrandi potenze imperialiste(Francia, USA) e dell'ONUsotto il pretesto di "renderesicura la transizione", di"ristabilire la vita

costituzionale” e “l'integritàterritoriale del Mali". Si trattadi un piano reazionario dellepotenze imperialiste e dei loroalleati della regione permantenere e rinforzare la lorodominazione. Di fronte a questa gravesituazione, la ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML):

Denuncia e condanna i poterifantoccio che hanno aperto ilterreno, particolarmente inMali, Burkina Faso, Costad’Avorio, Niger, Mauritania,Senegal, alle truppe diaggressione imperialiste.

Denuncia e condanna laproclamazione diindipendenza dello Stato diAZAWAD da parte delMNLA, strumentodell'imperialismo francese.

Denuncia e condanna icrimini perpetrati contro i

popoli del nord del Mali daparte del gruppo terroristicoAQMI e dai gruppi islamistiANSAR-DINE, Mujao eMNLA.

Appoggia la coraggiosaresistenza dei popoli, inparticolare della gioventù,contro l'oppressione e lepratiche medievali edoscurantiste.

Denuncia e condanna ilpiano reazionario dellaCEDSAO in Mali.

Chiama il proletariato ed ipopoli dei paesi imperialisti,particolarmente della Francia,ad appoggiare il popolomaliense sulla sua lotta perun'uscita rivoluzionaria dellacrisi politico-militare. Chiama alla solidarietà edall’appoggio della lotta deipopoli della regioneoccidentale africana contro ladominazione imperialista ed isuoi lacchè africani.

Risoluzione sull’Africa occidentale e sul Mali6

Solidarietà con i prigionieri politicidella sinistra rivoluzionaria in EcuadorRisoluzione della CIPOMLIn Ecuador la classe operaia, icontadini, la gioventù e i popoliindigeni sono impegnati, dadecenni, nella battaglia controil saccheggio e la dominazioneimperialista, per la sovranitànazionale, il progresso sociale eper un vero cambiamentorivoluzionario. Le forze che si sono poste allatesta dei grandi movimentipopolari hanno sempre svoltoun ruolo fondamentale nellasconfitta dei governi reazionari,fantocci dell’imperialismo. Oggi il governo di Correa,mentre concede alle

multinazionali lo sfruttamentointensivo delle risorse naturali,specialmente le miniere, cheprovoca la devastazionedell’ambiente, criminalizza laprotesta sociale e politicaquando proviene dai settoridella sinistra rivoluzionaria. Manifestiamo, pertanto, lanostra totale solidarietà e ilnostro appoggio ai militantipopolari e indigeni, airivoluzionari e ai comunistiprigionieri politici in Ecuador.In particolare ai militantiarrestati nella propagandisticaoperazione "Sol rojo”. La loro carcerazione è avvenuta

per il solo motivo de avereopinioni contrarie al regime diCorrea e di difendere in modoconseguente gli interessi e idiritti popolari. Esigiamo perciò la loro libertàimmediata. Non si tratta diterroristi ma di lottatoripopolari! Facciamo appello ai lavoratorie ai popoli, alle organizzazioniche difendono le libertàdemocratiche, ai progressisti,agli amanti della libertà, adalzare la loro voce, esprimendosolidarietà alle forze chelottano per l’emancipazionesociale e nazionale in Ecuador.

dicembre 2012

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Page 7: Scintilla, dicembre 2012

7dicembre 2012

Grazie all’ospitalità africana, iPartiti e le Organizzazionimarxisti-leninisti membri dellaCIPOML hanno affrontato ildibattito sulla situazioneinternazionale, le politichedell'imperialismo, delle forzereazionarie e dei padroni, cosìcome sullo sviluppo della lottadei lavoratori e dei popoli, suiproblemi e le prospettive dilotta dei nostri partiti. Osserviamo l'esistenza di unacrisi profonda del sistemacapitalista-imperialista che sisviluppa in modo ineguale neidifferenti paesi, colpendospecialmente, in formanegativa, la classe operaia, lagioventù ed i popoli. Nonostante le misureneoliberiste per "uscire" dallacrisi, a cui danno impulso imonopoli e le classi dominanti,che pretendono di farci credereche per questa via la crisi verràsuperata definitivamente, i fattisono ostinati e gli effetti dellacrisi persistono. L'imperialismo statunitenseintensifica le guerre diaggressione, mantiene le suetruppe in Afghanistan e in Iraq.Continua il feroce assaltocontro il popolo libico,minaccia l’Iran ed altri popoli,con l'obiettivo di appropriarsidelle loro ricchezze edoccupare posizioni strategiche.Appoggia apertamentel'occupazione militare sionistain Palestina. Gli imperialisti dell'UnioneEuropea, malgrado i lorointeressi specifici, nellequestioni fondamentaliagiscono come alleati deglistatunitensi nel loro confrontocon Russia e Cina. Le pretese dell'imperialismostatunitense e dell'UnioneEuropea di controllare la Siriaminacciano di sfociare inun'aggressione militare direttadalla NATO. Il prodursi di talesituazione può ravvivare lefiamme di una guerra regionaleche potrebbe degenerareperfino in una nuovaconflagrazione generalizzata. I marxisti-leninisti respingonodecisamente l'interventoimperialista, difendono ilprincipio diautodeterminazione dei popoli.I problemi della Siria devonoessere risolti dai lavoratori edal popolo di quel paese. Con l’acutizzarsi di tutte le

contraddizioni, inevitabilmenteandranno a cozzare gli interessidelle potenze imperialiste,alcune delle quali voglionoconservare le loro zone diinfluenza, altre cercano spaziall’interno di una nuovaripartizione del mondo. Lepotenze imperialisteoccidentali pretendono dimantenere intatto il lorodominio e le loro aree dicontrollo, mentre, d'altra parte,le potenze imperialisteemergenti pretendono disvolgere un ruolo di maggioreleadership e di controlloterritoriale nel mondo. Questoconflitto che coinvolge tra diloro i paesi imperialisticonduce progressivamente ascontri, a volte diplomatici, avolte violenti, tuttavia semprenella forma di aggressioni e dispoliazione dei paesidipendenti e di maggioresfruttamento della classeoperaia. La Cina si sta trasformando nelprincipale esportatore dicapitali verso i paesidipendenti dell'Asia,dell’Africa e dell’AmericaLatina, alla ricerca di materieprime e dell'ampliamento deipropri mercati; ma anche in unconcorrente aggressivo nelmercato e negli investimentinegli stessi USA e nei paesiimperialisti d'Europa. LaRussia sta rafforzando la suaeconomia, le sue capacità erisorse energetiche, così comeil suo potere militare,assumendo un ruolo aggressivonella nuova ripartizione delmondo. Le posizioni di Russiae Cina, che si sono opposte nelConsiglio di Sicurezza Onuall'intervento militare in Sirianon hanno nulla a che vederecon la sovranità nazionale ed idiritti del popolo siriano, macorrispondono ai loro interessidi contendere l'egemonia aipaesi imperialisti occidentali. La classe operaia ed i popoli siesprimono con mobilitazioni,scioperi generali, soprattutto inGrecia, Spagna, Portogallo,Italia, tra gli altri, a difesa deiloro diritti ed in opposizionealle misure del capitale, chescarica il peso della crisi sulleloro spalle. In Nord Africa e nel MedioOriente continuano le rivoltedei popoli contro la tirannia, indifesa della libertà e della

democrazia. Proseguono iprocessi rivoluzionari apertidai lavoratori e dai popoli inEgitto e specialmente inTunisia, ponendo la prospettivadi un cambiamento del regimedi oppressione e dellaliberazione definitiva. In America Latina la lotta deipopoli e dei lavoratori contro ilsaccheggio dei monopoliminerari internazionali, indifesa della sovranità nazionalee dell'ambiente naturale,mobilita centinaia di migliaiadi persone. Le lotte dei lavoratori, dellagioventù e dei popoli peropporsi alle conseguenze dellacrisi, per condannare ladominazione imperialistacapitalista, si esprimono adiversi livelli in ogni paese eregione. In queste battagliecresce la fiducia della classeoperaia nel cammino della sualotta, si chiarisce la natura delcapitale e della reazione, sistrappa la maschera alleposizioni dellasocialdemocrazia edell’opportunismo; allo stessotempo si manifestano i limiti ele debolezze esistenti perfermare l'offensivadell'imperialismo e dellareazione, dei padroni e deigoverni al loro servizio. Ai rivoluzionari proletarispetta dare una rispostaideologica, politica edorganizzativa. Ci assumiamoperciò la responsabilità diinserirci più a fondonell'organizzazione e nel vivodella lotta della classe operaia,della gioventù e dei popoli; didare impulso con l'iniziativa edil coraggio comunista percondurre in modo conseguentele mobilitazioni e soprattutto,per indicare il cammino sicurodella rivoluzione e delsocialismo. Il rafforzamento dei nostripartiti, l’accrescimento del lorolegame con le masse, ilcompito di porre il nostroprogramma nelle piazze, aportata delle masse combattive,di metterci alla testa delle lotte,di promuovere e irrobustire ilfronte popolare, sono gliorientamenti generali cheemergono da questaConferenza. L’apporto di ognipartito ha arricchito il dibattitoe dimostra che il marxismo-leninismo si va rafforzando nel

mondo. Ciò pone nelle nostremani una straordinariaresponsabilità, che accettiamocon decisione. L'acutizzazione della crisigenerale del capitalismo,l'aggressione imperialista ed ilpericolo di una nuova guerragenerale, lo sviluppoaccelerato delle forzeproduttive generato dallarivoluzione tecnica-scientifica,la crescita delle lotte deilavoratori, della gioventù e deipopoli, pongono nuove sfideper i nostri partiti eorganizzazioni; dovremocercare nel corso stesso degliscontri di classe nuove formedi organizzazione e di lotta. La liberazione dei lavoratori edei popoli è opera di questestesse forze e responsabilitàirrinunciabile dei nostri partitied organizzazioni. SÌ, È POSSIBILECAMBIARE QUESTOMONDO! IL MARXISMO LENINISMOÈ LA NOSTRA GUIDA!

Tunisi, novembre 2012

Organizzazione per lacostruzione del PartitoComunista di Germania Partito Comunista del Benin Partito ComunistaRivoluzionario, Brasile Partito ComunistaRivoluzionario Voltaico,Burkina Faso Partito ComunistaRivoluzionario della CostaD’Avorio Partito Comunista degliOperai di Danimarca Partito Comunista MarxistaLeninista dell'Ecuador Partito Comunista degliOperai di Francia Piattaforma Comunista, Italia Via Democratica, MaroccoPartito Comunista delMessico (marxista-leninista)Organizzazione Marxista-Leninista Revolusjon diNorvegia Partito Comunista delLavoro della RepubblicaDominicana Partito Comunista di Spagna(marxista-leninista) Partito dei Lavoratori diTunisia Partito ComunistaRivoluzionario di Turchia Partito Comunista MarxistaLeninista del Venezuela

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A Gaza un precario “cessate ilfuoco” è succeduto a lunghi giornidi attacchi aerei e navali scatenatidal governo di Netanyahu,rappresentante dell’estrema destrae dei coloni. I raid hannoprovocato centinaia di morti emigliaia di feriti - molti dei qualibambini - decine di migliaia disenza casa fra la popolazionepalestinese. Con questo attacco Israele volevaconseguire alcuni obiettivi: ladistruzione del potenziale militaredella resistenza palestinese; ladelegittimazione di MahmoudAbbas e l’aumento della pressionedel ricatto a pochi giorni dalladiscussione all’ Onusull’ammissione della Palestinacome Stato “non membro”; ilrafforzamento della destra sionistain vista delle elezioni di gennaio. In prospettiva, l’aggressionesionista mirava all’Iran, conl’indebolimento del suo alleatoHamas e il test sul campo delloscudo antimissile “Iron Dome”. Tutto ciò con la benedizione degliUSA di Obama, che hanno datopiù volte dichiarato che nonriconosceranno mai lo statopalestinese e hanno appoggiato“senza riserve” e senza alcunimbarazzo gli assassini mirati e lamattanza sionista. La strategia sionista, come sempresi è basata sul terrore, sulrazzismo, sui crimini di guerra,sulla negazione di qualsiasi normaumanitaria e legale, sullostrangolamento dell’economia

palestinese e sul furto di terre. E’ in questo modo barbaro cheIsraele cerca di piegare laresistenza palestinese. Questa politica guerrafondaia si vaapprofondendo con il perduraredella crisi economica capitalisticae l’acutizzazione dellecontraddizioni interimperialiste. Di fronte a ciò, è necessarioorganizzare la mobilitazione deilavoratori e dei popoli. Diciamo basta alle aggressioni eall’ìmpunità dei sionisti, aldisumano blocco a cui è sottopostaGaza. Rivendichiamo sanzioniimmediate contro Israele!Ribadiamo la nostra solidarietàcon il popolo palestinese, checontinua ad affrontarecoraggiosamente il sionismo el'imperialismo. Se Israele non èpassata all’invasione di terra è soloperché si è trovata di fronte unaaccanita resistenza. Sosteniamo dunque la legittima ederoica lotta contro la brutaleoccupazione dei territori, per lacostruzione di uno Statopaelstinese democratico e laico,per l'indipendenza, la libertà e lasovranità nazionale, per il ritornodi tutti i rifugiati. Appoggiamo gli sforzi pergiungere a un fronte unificato didifesa del popolo e della terrapalestinese.Esigiamo la cancellazione deitrattati di cooperazione militare fraItalia e Israele. Via Monti e il suo ministro Terzi,fedele alleato di Israele.!

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Basta con le aggressioni sioniste-imperialistedicembre 2012

E’ noto che il socialdemocraticoAlexis Tsipras, leader diSYRIZA, è apertamente a favoredella permanenza della Grecianell'Unione Europea, posizioneche è in completo allineamentocon l’attuale scelta strategicadegli imperialisti e del capitalelocale. Tsipras non perde l'opportunità diripetere ogni volta che ritieneconveniente e necessaria laseguente posizione: "non è unobiettivo o meta di SYRIZAl’uscita del paese dall’euro",come ha detto in un'intervista inANT1 (10/15/2012). Ha ancheavvertito che "le conseguenzedelle notevoli vibrazionitettoniche derivanti dalla rottura

dell'euro sarebbero senzaprecedenti ed estremamenteimportanti per l'economiaglobale intera, non solo per laGrecia". Un'affermazione chechiarisce che lo scopo diSYRIZA è la stabilitàdell'economia capitalista globaleed il suo allineamento con gliinteressi degli imperialisti. Tale affermazione èessenzialmente la continuazionedi diverse affermazioniprecedenti. In un'intervista conCNBC Network e la AssociatedPress infatti ha detto: “Un'uscitadella Grecia dalla zona dell’eurosarebbe disastrosa" ("Ethnos",5/11/2012). L'elemento nuovo èil tentativo di Tsipras di

convincere il popolo greco che lalotta per uscire dall’eurozona o èfutile o avrebbe conseguenzecatastrofiche per lavoratori grecie i disoccupati. "Sfortunatamente" per Tsipras, lesue affermazioni sono stateprecedute da corrispondentiaffermazioni della "coppia"social-democratica Papariga("K"KE)-Kouvelis (DHMAR),entrambi provenienti dallo stessocentro di potere ideologico epolitico, quello del revisionismodi Kruscev. Aleka Papariga:“Una soluzione fuori dall'Euro eil ritorno alla dracma nellepresenti circostanze sarebbecatastrofico" ("Rizospastis",31/5/2011 p.6.) e Fotis Kouvelis:

“l’uscita dall'eurosignificherebbe la più grandedistruzione" ("le Vere Notizie",4/12/2011). Le asserzioni di Papariga-Tsipras-Kouvelis puntano asmussare la lotta di classe controgli effetti distruttivi dellapermanenza del paese nell’UE-EUROZONA e servono sia gliinteressi dell'UE imperialista, siaquelli del grande capitale locale eriflettono la loro attuale sceltastrategica. Traduzione da Anasintaxi,numero 377 (1-31/10/2012 B),organo del Comitato Politico del"Movimento per laRiorganizzazione del PartitoComunista di Grecia 1918-55"

Affermazioni di Papariga-Tsipras-Kouvelis di pieno allineamento con la sceltastrategica del grande capitale per far rimanere la Grecia nell'UE e nell’Euro

SOLIDARIETA’ AL PARTITO COMUNISTA DELLAVORO DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

Condanniamo l’assassinio dellacompagna prof. Angela MéndezMoquete, perpetrato dalla PoliziaNazionale nel corso dellarepressione delle proteste popolaricontro il “paquetazo fiscale”. Inviamo le nostre più sincerecondoglianze per la morte dellacompagna e la nostra piena

solidarietà internazionalista con lalotta della classe operaia e delpopolo dominicano, che staaffrontando coraggiosamente labrutale offensiva dei suoi sfruttatoried oppressori. VIVA LA LOTTA DELPOPOLO DOMINICANO! VIVA IL PCT!