Popolis - Novembre 2011

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Periodico di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa anno 9 • n. 6 NOVEMBRE 2011 Educare al risparmio: il codice etico delle Bcc Il viaggio del Torrone

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Popolis è l'house organ di Cassa Padana BCC

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Periodico di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa

anno 9 • n. 6

novembre 2011

Educare al risparmio:il codice etico delle BccIl viaggio del Torrone

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4-5Cassa Padana guarda avanti. Con ottimismo e determinazione.Per i nostri figli e per migliorare il mondo”. A ruota libera con il direttore generale Luigi Pettinati

6Core banking Cassa Padana Tecnologia e innovazione per le operazioni di tutti i giorni

7Assicurazione sulla casa: la giusta tutela è Famiglia Confort

som

mar

ioQRCode, nuovi contenuti multimediali su PoPolis

Se sfogliando la rivista trovate questo “disegno”

avrete scoperto un QRCode che vi permetterà, grazie al vostro cellulare, di vedere un video, leggere un testo in Internet, sfogliare un sito web.

Ma CoMe SI fa? Il vostro telefono cellulare o smartphone deve avere un programma gratuito di lettura. I più comuni sono Nokia Reader, QR app e QR Launcher (per Iphone), KaywaReader, Barcode Scanner (per android). Una volta scaricato il programma, “mostrate” al vostro cellulare, inquadrandolo con la fotocamera, il QRCode. Il gioco è fatto.Il nome QR è l’acronimo dell’inglese Quick Response (risposta rapida) poiché il codice fu sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto.

edito

riali identità, ParteciPazione, imPegno diretto

Cari soci,richiamare una frase di 17 secoli fa forse ci può essere utile un pochino ad illuminare il contesto attuale in cui viviamo.Diceva Sant’Ambrogio: “Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi”.È un approccio sicuramente positivo. Le crisi prima o poi passano, si superano, l’umanità va avanti.Dall’altro canto è un invito pressante ad utilizzare questi momenti per rinsaldare sentimenti di unità, sobrietà di stile di vita, partecipazione, impegno diretto, facendo leva sui valori fondamentali.Cassa Padana affronta questi anni forte di un assetto di base ottimale dal punto di vista delle risorse umane, organizzative e patrimoniali di cui è dotata, ma soprattutto con un’idea importante, chiara, condivisa di ciò che è e di ciò che vorrà essere ancora di più in futuro per le comunità locali dove è radicata.Sono i nostri elementi centrali che ci aiutano a vivere “bene” questa fase. Ci guidano nelle scelte strategiche che stiamo compiendo e che effettueremo in futuro.

vittorio biemmi

presidente Cassa Padana Bcc

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per i libri scolastici

14-15In Cassa Padana il Nobel dei missionari 2011

16Un tempio per la comunità

17Da Cassa Padana un aiuto al Servizio di Diabetologia dell’Ospedale di Esine18Padernello, al via il restaurodella Sala Rossa

19Sull’altare di Verdi e della musicaIncontro con Eddy Lovaglio, presidente

dell’associazione Parma OperArt

20-21Da Torrazzo a Torrazzo, in bicicletta nella campagna cremonese

22Un Maestro, mille MaestriL’imponente opera del cremonese Virginio Lini in onore di Giuseppe Verdi

8-9A Sissa si respira aria di cassa rurale

10Un cd per “La messa dell’uomo disarmato”

11Riabilitazione a Leno: fra speranza e incertezza 12-13La seconda volta della Lubes Villa Badia, corsi per tutti i gusti

Professione spettacolo: al via il Teatro di desiderio

Master glocale: dal 2012 nuove edizioni

Chi cerca trova: un mercatino online

i due PoPolis

La rivista, che da ottobre esce ogni mese, per questo numero di novembre raddoppia.I soci ricevono uno speciale dedicato al progetto di fusione con Banca Veneta 1896, nel quale in modo semplice, dettagliato, ne vengono delineati obiettivi e dettagli operativi. Più importante però è l’esplicitazione, speriamo argomentata chiaramente, dell’idea forte di fondo sottesa a questa scelta. Costruire una banca di credito cooperativo dimensionalmente più grande e forte, attrezzata nei valori umani, organizzativi e patrimoniali, per svolgere ancora meglio in futuro la sua funzione positiva a favore dei territori dove opera.Nel Popolis “ordinario” fra l’altro si parla di sviluppi progettuali della banca in campo sociale (il progetto di Villa Giuseppina), di mutualità internazionale (viaggio soci in Ecuador), di educazione al risparmio, di possibilità per piccole e medie imprese.La rivista diviene così sempre di più un modo tangibile per rappresentare la visione strategica della banca, non con alta filosofia ma nel divenire degli eventi, attraverso il concreto dispiegarsi nel tempo delle azioni effettivamente realizzate.Crediamo che, pur nella varietà, diversità e complessità dei tanti “cantieri” aperti, il lettore nel tempo riesca a cogliere la sintesi e a ricondurre tutto ad una visione unitaria di ciò che la banca intende essere.

luigi Pettinati

direttore generale Cassa Padana

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I N P R I M o P I a N o

Che la nostra sia una socie-tà di anziani lo si sente ri-

petere continuamente e anche il nostro Paese deve fare i conti con

questo dato di fatto. Per molti stu-diosi, questa sembra essere una delle

verità indiscusse degli inizi del nuovo secolo, un’assoluta novità che contrasta

con una minore fecondità delle giovani coppie che, per motivi diversi, aggravati in

questo periodo dai pesanti effetti della cri-si economica sopratutto sui giovani, metto-

no al mondo sempre meno figli. Tanti anzia-ni quindi, ma pochi neonati: anziani più visi-

bili non solo perché in calo la natalità ma an-che perché sono effettivamente di più di quan-

to non fossero qualche decennio fa.Da una relazione al Parlamento sulla condizio-

ne dell’anziano curata dal Dipartimento per gli Af-fari Sociali apprendiamo che la dinamica della po-

polazione anziana nel nostro Paese è, per intensità e velocità ma anche per

durata temporale del pro-cesso, una delle più si-

dI MaRIo faPPaNI Presidente di SOLCO Brescia - Consorzio di Cooperative Sociali

il 21 novembre aPre a gottolengo, nella bassa bresciana,

VILLa GIUSePPINa, comunità residenziale Per anziani

sostenuta da Cassa Padana. La Comunità nasCe da un

accordo di Programma fra asl di brescia, assemblea dei

sindaCi dei venti Comuni deL distretto s.s. n. 9, Cassa Padana

bcc ed è gestita dalla cooPerativa sociale genesi.

La questione anziana

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ruolo specifico e prezioso si contrappone nel tempo attuale un sentimento nuovo che sta lentamente maturando all’in-terno della nostra società, e perfino nelle nuove generazioni, che porta ad una diversa considerazione del passato. Si trat-ta a questo proposito di vincere la sfida per una cultura nuo-va e aperta che tenga nella giusta considerazione un partico-lare spesso dimenticato e cioè che l’allungamento della vita è un fenomeno non confrontabile con nessun’altra esperienza vissuta dall’uomo nel corso della sua storia. Una sfida di ci-viltà questa che è ben sintetizzata nella mission di tante On-lus e Cooperative Sociali che gestiscono i più diversi servizi assistenziali, socio-sanitari e sanitari per anziani e che recita: “non solo più anni alla vita, ma più vita agli anni”.

Per Conseguire questo impegnativo traguardo è natu-ralmente necessario porre in atto da parte dello Stato e del-le sue articolazioni, Parlamento, Governo, Regioni ed Enti Locali, in sinergia con enti privati, in particolare con le re-altà del Terzo settore, tutti quei servizi sanitari, socio-sani-tari, assistenziali ed quegli aiuti economici che garantiscano anche agli anziani una buona qualità della propria esistenza. Particolare attenzione va naturalmente dedicata ai vecchi che non godono di una condizione di vita autonoma o presenta-no uno stato di fragilità psico-fisica. È un diritto questo che è garantito dalla Carta Costituzionale per la cui attuazione il nostro Paese è andato dotandosi negli anni di una legislazio-ne tra le più avanzate del mondo occidentale. Per quanto at-tiene la condizione degli anziani, una norma fondamentale è la legge 8/11/200, n.328 che, all’art. 1, comma 1, recita: “La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema in-tegrato di interventi e sevizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discrimi-nazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina e riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e famigliare, derivati da inadeguatezza di reddito,difficoltà so-ciali e condizioni di non autonomia”.

Nella stessa legge si stabilisce all’art. 14, che: “per realiz-zare la piena integrazione delle persone disabili i Comuni e le ASL predispongono un progetto individuale nell’ambito delle risorse disponibili. Il progetto individuale comprende la valutazione diagnostica funzionale, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del servizio sanitario nazionale, i servizi alla persona a carico dei Comuni e le misure econo-miche per il superamento della marginalità”.

Naturalmente le buone leggi non bastano, sono l’indi-spensabile base sulla quale costruire il complesso di iniziati-ve concrete per costruire il “bene comune” della società. Be-ne comune che è la vita buona della comunità politica, dove i doveri e diritti sono rispettati, dove le persone trovano un ambiente favorevole al loro sviluppo umano; il bene comu-ne si può realizzare attraverso l’impegno morale della volon-tà e della costruttività degli uomini e, per questo, è necessa-rio che tutta la comunità, quotidianamente, contribuisca, se-condo le proprie capacità, ad alimentarlo e migliorarlo. Solo da una società fortemente tesa alla solidarietà possiamo al-lora attenderci una piena valorizzazione delle enormi risorse degli anziani ancora in grado di offrire contributi importan-ti alla comunità e una tutela di quelli fra loro che vivono la loro ultima stagione in stato di disabilità. ¬

gnificative nel mondo intero. Già adesso l’Italia sarebbe il primo, e per ora unico, Paese al mondo in cui la popolazio-ne di ultrasessantacinquenni (16%) ha superato quella dei ragazzi con meno di 15 anni (15%). Ma non meno impor-tante sarà la dinamica dei decenni a venire, soprattutto per la attesa forte divaricazione fra andamento della popolazione con più di 60 anni e quella con meno di 60 anni.

Nei prossimi 45 anni infatti è possibile un aumento di 7 milioni negli ultrasessantenni e una diminuzione di circa 17 milioni di coloro che hanno meno di 60 anni. Questa di-namica deriva dall’attuale speranza di vita alla nascita e a 65 anni, che è significativamente aumentata nelle ultime deca-di, dalla longevità e dalla fecondità delle generazioni attual-mente in vita. Infatti la longevità della popolazione italiana è una delle più elevate del mondo, mentre la fecondità è in assoluto la più bassa (1,2 per donna). E seppure importan-te, la prevista immigrazione dall’estero non potrà cambiare in modo decisivo le tendenze di fondo. Inoltre studi appro-fonditi del fenomeno prevedono che la composizione per età della popolazione anziana è destinata ad invecchiare ulterior-mente e già alla fine del prossimo decennio “i grandi vecchi”, con più di 75 anni di età, diverranno numerosi quanto i 65-74enni e ciascuna delle due fasce di età raggiungerà e supe-rerà il 10% del totale della popolazione italiana.

Le donne rappresentano la grande maggioranza della po-polazione anziana e molte di esse vivono sole e in stato di vedovanza. La più alta mortalità che colpisce gli uomini in tutto l’arco della vita giustifica la forte proporzione di don-ne nell’età anziana: basti pensare che si calcola che la proba-bilità di un uomo di raggiungere i 65 anni è intorno all’80% e al 90% per una donna.

oltre al dato quantitativo non può non risaltare eviden-te nella nostra riflessione il dato assodato nella comune per-cezione dell’essere anziano oggi rispetto ad un recente passa-to. Basti pensare ai sessantenni, quelli che pochi anni fa erano considerati anziani: oggi non lo sono più. La maggior parte di loro, grazie alla crescita del benessere generale, vivono nel pie-no delle loro forze, spesso ben inseriti nella realtà quotidiana, del lavoro e della famiglia, tanto che la loro esperienza può ri-sultare di fondamentale sostegno allo sviluppo della società. Quanto effettivamente gli anziani possano essere utili alla so-cietà e quale ruolo debba essere loro assegnato è una doman-da che troviamo nelle analisi di natura sociologica ed economi-ca che, a scadenze regolari, vengono effettuate. Si inizia sem-pre col dare per scontato che il problema degli anziani resta fra quelli più importanti ai nostri giorni: infatti, mentre si dà molto rilievo alla produttività, alla velocità, alla giovinezza, ai cambiamenti costanti di gusti e di opinioni, si corre il perico-lo di escludere dal contesto sociale delle nostre comunità chi non riesce ad adeguarsi ai valori dominanti.

Va inoltre ricordato che, quando si parla di “Terza Età”, capita anche curiosamente di incappare in due diverse rap-presentazioni dell’anziano: felice, saggio e dispensatore di buoni consigli nel primo caso; triste, emarginato, quasi d’im-paccio nel secondo. Ne consegue che siamo talvolta mes-si di fronte a uno stravolgimento dei ruoli che non può cre-are profonda amarezza. Tuttavia per fortuna alle interpreta-zioni che negano all’anziano il diritto-dovere di svolgere un

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le notevoli trasforma-zioni del contesto so-

ciale ed in particolare delle strutture famigliari nonché la crisi economica che sta investendo i vari livelli del-la società stanno creando forti criticità nella rete di assistenza agli anziani. Le dinamiche demografiche e sociali su espresse sono chia-ri indicatori della situazione in cui ci troviamo, aspetti preoccupanti non solo di un limitato territorio ma del Pa-ese intero. Non vi è dubbio che le Residenze Sanitarie Assistenziali costituiscano

un tassello determinante per una soluzione di elevata qualità ai problemi delle persone anziane con proble-mi socio-sanitari complessi, tuttavia non possono rap-presentare l’unica risposta residenziale ai problemi legati all’invecchiamento e non solo per problemi di tipo economico ma soprat-tutto per fattori logistici e di ricettività, nonché aspetti legati alla scelta ed alla qua-lità di vita.

Il dovere di cercare delle risposte per il territorio della Bassa Bresciana Centrale è

di barbara crottiDirettore sanitario di Genesi impresa sociale cooperativa sociale onluse

benedetta cherubini

responsabile ufficio Sviluppo sostenibile e coesione sociale Cassa [email protected]

Villa Giuseppina,una risposta concreta

dal 21 novembre una nuova struttura a gottolengo

I N P R I M o P I a N o

stato fortemente avvertito da diversi anni a questa par-te e – dopo mesi di attente valutazioni dell’intero siste-ma assistenziale rivolto alle persone anziane ed alle loro famiglie – l’ASL di Brescia, l’Assemblea dei Sindaci dei venti Comuni del Distretto S.S. n. 9 e Cassa Padana Banca di Credito Cooperati-vo sono giunti nel settembre 2010 alla firma di un Ac-cordo di Programma volto a sperimentare una nuova modalità residenziale di sostegno socio-assistenziale: la Comunità Residenziale. Si tratta di un modello di vita comunitaria in grado di permettere a persone con limitazione dell’autonomia più o meno grave di conti-nuare la propria esistenza in un ambiente meno istitu-zionalizzato e più vicino alle caratteristiche del domicilio dove, attraverso un maggior coinvolgimento dei fami-gliari e delle reti sociali, si possono realizzare percorsi di vita che valorizzano le potenzialità della persona.

La Comunità Residen-ziale del territorio della Bassa Bresciana Centrale Villa Giuseppina aprirà il 21 novembre a Gottolengo, presso una dimora messa a disposizione per finalità so-ciali da Cassa Padana, pron-ta ad accogliere a partire dal

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21 novembre sotto la cura gestionale della Cooperativa Sociale Genesi i primi 24 ospiti.

La struttura di Villa Giuseppina – caratterizzata da una soluzione abitativa fortemente indirizzata a cre-are momenti aggregativi e di vita comune – è dedicata a persone anziane con an-cora discrete capacità psico-fisiche, che conservano una buona capacità di parteci-pare attivamente alle scelte quotidiane della vita, ma che non sono più in grado – anche solo per un periodo limitato – di continuare a vivere al proprio domicilio. Queste persone – talvolta prive di un supporto fami-liare – potranno giovarsi presso questa nuova struttu-ra di una soluzione abitativa

GeNeSI - IMPReSa SoCIaLe - SoCIeTà CooPeRaTIVa SoCIaLe oNLUS nasce nel lontano 1999 quando il Consorzio Sol.co Brescia si aggiudica la gestione della Residenza Socio-Sanitaria assistenziale (RSa) “Tilde-Luigi Colosio”, realizzata dal Comune di Rodengo Saiano – con il contributo dei Comuni di ome, Paderno franciacorta, Provaglio d’Iseo e Castegnato – quale struttura per persone anziane disabili, non autosufficienti o parzialmente tali, bisognose di cure sanitarie e di assistenza continua nelle attività della vita quotidiana. La Cooperativa Genesi a partire dal 2000 è altresì la referente del servizio semiresidenziale di Centro diurno Integrato (CdI) sito all’interno della RSa, e dal gennaio 2010 la “Casa albergo f.lli Zini” di Paderno franciacorta, quale struttura socio-assistenziale per persone autosufficienti o bisognose di minima assistenza alla loro persona. Con il bagaglio di esperienze in ambito geriatrico acquisito, a partire dal novembre 2011 Genesi si approccia alla gestione della sperimentazione socio-assistenziale per il distretto della Bassa Bresciana Centrale di Villa Giuseppina a Gottolengo.

di tipo familiare e di un’organiz-zazione che mira al mantenimento delle loro auto-nomie, all’indivi-dualità, alla priva-cy, alla dignità, al piacere ed alle re-lazioni sociali con l’obiettivo di favorire sicu-rezza e benessere psicofisico. Un ambiente amichevole, domestico e familiare, uno spazio di vita individuale (la camera da letto con il servi-zio igienico collegato), una serie di spazi e di servizi in comune con gli altri ospiti residenti ed il supporto del personale di assistenza pre-sente nelle 24 ore.

Gli ospiti saranno ac-compagnati nell’assistenza ai bisogni di vita quotidiana, come per la preparazione dei pasti, l’assistenza al-la vestizione e nelle cure igieniche, secondo i Piani di assistenza Individuali progettati da un’ équipe composta dal Direttore Sanitario della struttura, dal medico di medicina generale e dall’Unità di Continuità Assistenziale Multidimen-sionale dell’ASL, stesi all’at-to dell’ingresso dell’ospite presso la Comunità e perio-dicamente rivalutati. Ogni ospite usufruirà del Servizio di Continuità Assistenziale, quale la Guardia Medica, e sarà libero di decidere se mantenere il proprio medi-co di famiglia oppure ap-poggiarsi al medico di base disponibile per la struttura. Inoltre, se le condizioni di salute dell’anziano residente in Comunità necessiteranno di una prestazione riabilita-tiva o infermieristica, sarà cura della Genesi attivare l’ADI ed il voucher, secondo le modalità previste dal siste-ma sanitario locale.

Gli ospiti potranno sem-pre muoversi ed uscire dalla

struttura come fossero a casa propria, con l’esclusività dell’avere il supporto, presso la struttura, del personale sempre presente che garanti-sce ad ogni istante la vigilan-za, la sorveglianza e/o l’aiuto che l’anziano richiederà. Inoltre anche gli stessi fami-liari, se presenti, potranno partecipare alle decisioni inerenti la cura della persona ed all’organizzazione delle attività giornaliere, insieme all’èquipe ed agli operatori della struttura.

Villa Giuseppina potrà offrire all’anziano un’ac-coglienza temporanea o rappresentare per lui una soluzione residenziale de-finitiva ed alternativa, che ricalca le caratteristiche del contesto domestico. L’ac-coglienza in struttura potrà rispondere ad una criticità sociale – per l’assenza di una rete familiare, un’emergenza abitativa, l’assenza di una badante – oppure garantire un sollievo ai familiari – per una vacanza o per coprire as-senze dovute a causa di forza maggiore quali malattie e impegni di lavoro.

Villa Giuseppina si pre-senta quindi una concreta risposta per diverse criticità che pervengono quotidia-namente ai servizi socio-assistenziali locali, ma non possono dare accoglienza a persone che presentano dipendenza per la deambu-lazione o deficit cognitivi di grado moderato-severo e disturbi del comportamento caratterizzati da aggressività, irritabilità e stati di agitazio-

ne tali da creare criticità nella convivenza con gli altri ospiti e/o gli operatori socio-assisten-ziali all’interno della Comuni-tà.

La Coope-rativa Genesi vuole creare presso Villa Giuseppina una ‘grande casa’, dotata di una forte dimensione famigliare del personale dedicato che vi opera, in grado di coinvolge-re gli ospiti in un percorso di relazioni stabili, di cura delle proprie attitudini, garanten-dogli una sana percezione di sicurezza, con lo scopo di esercitare un’influenza positiva sulle condizioni psicofisiche degli ospiti, riscontrabili nel migliora-mento del tono dell’umore, nel rallentamento del de-terioramento funzionale e cognitivo. Il personale spe-cializzato sarà affiancato da un gruppo di volontari che collaboreranno attivamente nella parte dell’animazione e della gestione della quo-tidianità, occupandosi della spesa personale degli ospiti che ne faranno richiesta, dei trasporti, delle piccole ma-nutenzioni, del guardaroba e della lavanderia, e di tutte quelle grandi azioni che possono sostenere le loro piccole necessità al fine di promuovere quelle attività che favoriscono la socializza-zione per rendere l’ambiente “un focolare” accogliente, piacevole ed il più conforte-vole possibile. ¬

PeR INfoRMaZIoNI

Genesi - Impresa Sociale-Società Cooperativa Sociale onlusvia Biline n. 74/76 rodendo saiano (brescia)tel. 030 [email protected]

aSL distretto Socio Sanitario n. 9ucam (unità continuità assistenziale multidimensionale)tel. 030 [email protected]

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l a B a N C a a l t u o s e r v i z i o 1

Presidente della Cooperativa Scalvenzi di Pontevico, nel bresciano, industria metalmeccanica produttrice di macchinari per la compattazione dei rifiuti; consigliera della BCC di Verolavecchia; componente il Consiglio provinciale di Confcooperative per il settore Produzione e Lavoro. dal 2008 Nerina Carlotti è vice presidente del Comitato per l’Imprenditoria femminile di Brescia in Camera di Commercio in rappresentanza di Confcooperative Brescia. È stata docente al Master Post diploma in esperto di Credito Cooperativo Glocale di Cassa Padana.

Cassa Padana ha organizzato un Corso sul ManageMent al feMMinile Per le donne Che riCoProno ruoli di resPonsabili-tà in banCa. si è Parlato di “soffitto di vetro”, una sorta di barriera invisibile Che non PerMetterebbe alle donne di sa-lire ai Piani alti. il tuo è l’eseMPio di una donna Che questo soffitto l’ha sfondato.

La prima barriera da abbattere è dentro noi stesse. Spesso amia-mo stare in seconda fila, lavoriamo tanto, ma non vogliamo tra-durre il nostro impegno in incarichi ufficiali e nomine. In secondo luogo, se abbiamo una famiglia dobbiamo imparare a gestire i con-fini della vita privata e di quella lavorativa e convivere con i “sensi di colpa”. Non gioca a favore l’organizzazione ai “piani alti” anco-ra basata su modelli maschili. La conciliazione fra vita lavorativa e privata è un processo in continua evoluzione, non è mai acquisita una volta per tutte. Vedo cambiare le mie esigenze di anno in anno, a seconda dell’età dei figli e della salute dei genitori. Fondamentale è avere l’appoggio e la condivisione del proprio compagno. Se que-sto è pressoché scontato nelle donne al fianco di uomini impegna-ti, non lo è altrettanto nei mariti delle donne in carriera.

a ProPosito di ConCiliazione, esistono degli struMenti legi-slativi Che erogano Contributi a fondo Perduto Per agevolare la ConCiliazione dei teMPi vita/lavoro.

Sì, ce ne sono sia nazionali che regionali. Devo dire che ulti-mamente ci sono molte opportunità che hanno tutte il limite del

finanziamento “a bando”, finanziano cioè progetti precisi con un inizio e una fine e non sono strutturali. Non permettono cioè di stabilizzare nel tempo una serie di agevolazioni necessarie ad invertire la ten-denza a non fare figli a favore della carrie-ra o a non fare carriera a favore dei figli. Ben venga comunque ogni iniziativa so-prattutto se serve a far ragionare le azien-de sulle politiche di conciliazione e benes-sere aziendale.

quote rosa. federCasse suggerisCe alle bCC di favorire la Presenza di alMeno una donna nei Consigli di aMMinistra-zione, Mentre il ParlaMento ha aPProva-to la legge Che obbliga le aziende quo-tate e le soCietà a ParteCiPazione Pub-bliCa ad avere entro il 2015 un Consi-glio di aMMinistrazione CoMPosto Per il 33,3% da donne. Cosa ne Pensi?

Me lo avessi chiesto dieci anni fa avrei risposto che è meglio la persuasione, ma i dati sulla presenza delle donne in ogni ambi-to decisionale sono stati talmente insignificanti che non ci possia-mo più permettere di aspettare: le leggi che “forzano la mano” sa-ranno necessarie fino a quando l’azione femminile non emergerà in modo spontaneo.

quest’anno sCade il tuo Mandato di viCe Presidente del Co-Mitato Per l’iMPrenditoria feMMinile di bresCia. hai inten-zione di riCandidarti?

No. Questo era il mio secondo mandato: è venuto il momen-to di lasciare che un’altra donna della cooperazione prenda il mio posto.

qual è stata la tua Più grande soddisfazione in questi anni all’interno del CoMitato?

Aver testimoniato alle altre rappresentanti delle associazioni di categoria che la cooperazione esprime imprenditoria in tutti i cam-pi, non solo in quello sociale, e viceversa. Aver portato i temi della conciliazione e della visibilità delle donne nella cooperazione. Da quest’anno esiste il tavolo intersettoriale di Confcooperative Bre-scia sulla imprenditoria femminile: un luogo dove le donne della cooperazione si incontrano per approfondire temi e lavorare insie-me a progetti di conciliazione. Invito a farne parte anche le don-ne del Credito Cooperativo bresciano. ¬

di flavia vighini

[email protected]

Il “soffitto” di Nerina Carlotti

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Mirate alla luna:se sbaglierete vi troverete tra le stelle

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in Cassa Padana il 30% dei ruoli di responsabilità è ri-

coperto da donne. Una per-centuale presumibilmente in crescita, considerato che at-tualmente il personale di-pendente è composto per il 42% da donne. Tuttavia, la crescita professionale femmi-nile spesso si scontra contro quello che tecnicamente vie-ne chiamato “glass ceiling”, soffitto di vetro: le donne cozzano contro una barrie-ra invisibile che non permet-te loro di arrivare ai piani più alti dell’organizzazione azien-dale. L’assunzione di ruoli di responsabilità, che compor-ti la gestione di una qualche forma di potere, rappresenta infatti per le donne una sfida difficile. Brave e competen-ti come professioniste, spes-so si sentono distanti dai mo-delli comportamentali, dagli stili relazionali e dai modelli proposti che per millenni so-no stati cuciti su misura per l’universo maschile. Si trova-no escluse o si autoescludono dai ruoli di potere.

Anche in Cassa Padana i

di flavia vighini

[email protected]

ruoli apicali sono coperti per la quasi totalità da uomini. Per capire i motivi di questo dato di fatto, l’ufficio forma-zione ha organizzato per le responsabili e le vice respon-sabili di filiale e di ufficio un corso di formazione sui temi della leadership e dell’empo-werment femminile. Visto il successo, una seconda edizio-ne si terrà a dicembre.

Entrando nel mercato del lavoro solo da qualche decen-nio, le donne hanno trovato degli ostacoli alla loro carrie-ra imputabili sia a questioni di costruzione culturale di-genere sia a questioni di pa-trimonio biologico. È un da-to inconfutabile: in Italia solo il 19% delle donne ricopre ruoli dirigenziali.

Alla domanda “Cosa si-gnifica per una donna espri-mere la propria leadership in un contesto organizzativo?” posta dalla docente Laura Gi-relli, psicoterapeuta e studio-sa delle differenze di genere, le partecipanti al corso hanno risposto che significa espri-mere autorevolezza, carisma

e competenza oltre che farsi carico di responsabilità. Ve-ro. Ma nessuna ha collegato la leadership alla dimensio-ne combattiva del lottare per raggiungere il potere. È subi-to emersa una tendenza tipi-ca delle donne: evitare i con-flitti deriva dall’educazione ricevuta da bambine che ha soffocato l’aggressività, an-che quella positiva. Quando il gioco si fa duro le donne preferiscono ritirarsi.

Il potere, inoltre, entra in collisione con la loro emoti-vità. E faticano a trovare dei modelli femminili di riferi-mento rischiando di imita-re in modo ridicolo esempi maschili e mettendo da parte un elemento del patrimonio biologico che mediamente posseggono in modo supe-riore agli uomini: l’empatia.

Interpretare il manage-ment esprimendo la leader-ship comporta che le donne facciano pace con le loro fra-gilità acquistando consape-volezza delle loro aspirazio-ni, dei loro sogni e dei loro meriti. È vero che l’inclusio-

ne femminile può essere più o meno favorita dalla cultura organizzativa, ma è vero an-che che devono essere le stes-se donne ad appropriarsene.

Si aggiunge quindi un terzo ed ultimo fattore: il co-raggio di desiderare. Ciò im-plica l’esporsi a fallimenti, a smacchi, allo svincolarsi dalle aspettative e dal giudizio de-gli altri. Quante volte le don-ne hanno rinunciato alla car-riera per non sentirsi madri snaturate o mogli poco os-sequiose?.

La donna che rompe il soffitto di vetro sa esporsi al rischio di diventare impo-polare. Sa scindere i rappor-ti personali da quelli di lavo-ro e non soffre la solitudine del palcoscenico. Sa dire di no e non ha nemmeno pau-ra di ricevere questi no. Non ha timore a chiedere perché è consapevole del suo valore.

Il corso si è concluso con un bellissimo e stimolante invito dedicato alle donne di Cassa Padana: “Mirate al-la luna. Se sbaglierete vi tro-verete tra le stelle”. ¬

ManageMent al feMMinile: corsi per le donne di cassa padana

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l a B a N C a a l t u o s e r v i z i o 3

di laura simoncelli

[email protected]

Educare al risparmio:il codice etico delle Bcc

MarCo, 35 anni, un’entrata fissa, un mutuo trentennale sulla pri-

ma casa, un finanziamento per televi-sione, computer e cellulare, un fido per pagare le tasse a fine anno e le vacanze al mare di agosto. Con un solo stipen-dio – e sei comodissime rate mensili – può permettersi tutto, senza rinunce. Certo, ci sono gli interessi da calcolare e la speranza di non rimanere disoccu-pato prima di aver saldato il debito con le banche…

Il profilo appena descritto è, pur-

IL fIdo

Il fido bancario, o affidamento, è la somma che la banca mette a disposizione del proprio cliente, sia esso privato o impresa. Il fido può concretizzarsi in varie forme tecniche a seconda delle esigenze del cliente. Tra le principali forme tecniche a breve termine ci sono:

1. fidi di cassa o scoperto di conto corrente.Consente di avere un’apertura di credito sul proprio conto corrente da utilizzarsi in qualsiasi momento. È una linea di credito comoda per il cliente, utile per favorire l’elasticità di cassa o per sopperire a momentanei scompensi di liquidità.

2. Smobilizzo di crediti o castelletto bancario. Tale procedura consente lo smobilizzo di crediti commerciali che il cliente vanta su soggetti terzi. Questo consente all’azienda di finanziare il proprio capitale circolante tramite lo sconto SBf (concessioni salvo buon fine) delle ricevute bancarie e l’anticipo sulle fatture. In questo modo l’imprenditore può ottenere subito dalla banca l’importo degli effetti senza attendere la loro scadenza (smobilizzo del credito) entrando, così, in possesso dei crediti commerciali derivanti dall’esercizio dell’attività economica. È un validissimo strumento per le aziende che incassano a tot giorni dal ricevimento fattura (60-90-120 giorni, a volte fino a sei mesi) e concedono, allo stesso tempo, pagamenti “a respiro” ai propri clienti.

3. Il mutuo. La più usata delle forme tecniche a medio/lungo termine è, invece, il mutuo bancario che può avere varie durate ed essere a tasso fisso o tasso variabile. Lo scopo principale del mutuo è

troppo, tra i più comuni. La facilità con cui si ha avuto accesso al credito ha fatto sì che negli ultimi anni il cliente (privato e azienda) rimanesse impigliato tra i tentacoli di prestiti e finanziamen-ti.Un vero e proprio stillicidio finan-ziario che ha fatto perdere la percezio-ne del valore delle cose. Il momento di crisi che stiamo vivendo rende ora ne-cessario un ritorno a quella che era la mentalità dei nostri genitori. Al rispar-mio e al rischio calcolato in base al pro-prio portafoglio.

“Il nostro dovere, come banca del territorio, è far fruttare al meglio i ri-sparmi dei nostri clienti ed evitare in ogni modo che il risparmiatore si trovi in difficoltà in seguito ad un’operazione bancaria che mal potrebbe sopportare” – sottolinea Andrea Lusenti, vicediret-tore di Cassa Padana –. “L’educazione al risparmio e alla previdenza sono tra i capisaldi che ispirano lo Statuto della nostra banca, che, come Bcc, si distin-gue proprio per la scelta di costruire il bene comune”.

La strada da percorrere deve basar-si, quindi, sulla trasparenza e sulla fidu-cia reciproca tra cliente e istituto di cre-dito: “Noi dobbiamo gestire i risparmi dei nostri clienti, soldi che sono il frut-to di una vita di lavoro e sacrificio. È un’enorme responsabilità: il cliente si affida a noi, a noi sta il compito di di-fendere quel capitale dall’inflazione e, al tempo stesso, studiare come farlo ren-dere. Si ‘gioca’ con la vita delle perso-

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quello di finanziare l’acquisto di beni durevoli per le famiglie (casa, automobile) e per le aziende (immobili, impianti, attrezzature, macchinari). L’effetto perverso del fido: la facile disponibilità di denaro non deve indurre il cliente ad usufruire in maniera sconsiderata delle risorse finanziarie che gli sono state messe a disposizione poiché i debiti contratti, sotto qualsiasi forma tecnica, devono prima o poi essere restituiti.

Come si apre un fido? Il primo passo per chiedere un fido è l’apertura di un’istruttoria, un’accurata analisi con la quale la banca valuta la posizione reddituale e patrimoniale del cliente al fine di stabilire la capacità di restituzione del credito concesso. Le aziende richiedono ed utilizzano le diverse linee di credito (mutuo/fido) a seconda delle esigenze da finanziare e a seconda della struttura e della strategia finanziaria pianificata. È quindi necessario individuare, con la consulenza del responsabile di filiale, quali siano le forme tecniche che meglio soddisfano le esigenze reali del cliente. fondamentale è, inoltre, definire l’importo del fido, che deve sì essere coerente con i bisogni del cliente, ma deve anche tener conto della capacità di rimborso del cliente stesso. ecco perché concedere un mutuo o un fido di importo elevato, che comporterà una rata onerosa e difficilmente sopportabile dal cliente, non è una saggia indicazione. Spesso i “no” della banca sono proprio nell’interesse del cliente e rappresentano la migliore consulenza.

UN ReGaLo Per la scuola mariotto di alPo

Una fotocopiatrice per festeggiare il sesto compleanno dell’ampliamento della scuola d’infanzia Mariotto di alpo, nel veronese. Un omaggio di Cassa Padana, in un periodo di grandi difficoltà economiche per la scuola, che potrà contribuire al miglioramento dell’attività didattica.La scuola dell’infanzia Mariotto è il punto di riferimento della comunità di alpo e ospita 110 bambini di cui 27 al nido.

Guida multilingueper l’informazione bancaria e l’educazione al risparmiodi Paola zani

[email protected]

da Molti anni Cassa Padana promuove progetti di mutualità internazionale non solo all’estero co-

me il Progetto Ecuador che quest’anno compie 10 anni, ma anche a livello loca-le con collaborazioni con associazioni di stranieri e, più nel concreto, assumendo colleghi di varia nazionalità. E questo per noi ha un grande valore perché proprio con questi ragazzi è nata l’idea di creare uno strumento multilingue che possa es-sere di utilità alle filiali nel relazionarsi alla clientela, alle aree per proporre incon-tri con comunità straniere sui temi dell’educazione al risparmio e all’uso corretto e consapevole del denaro e agli stranieri per poter capire meglio gli strumenti pro-posti dalle banche e perché a volte la non concessione di determinate condizioni non dipenda dal colore della pelle o dalla lingua parlata ma dall’assenza di deter-minate caratteristiche tecniche e bancarie.

Le lingue in cui verrà presentata la pubblicazione testo a fronte sono l’inglese, il francese, l’arabo, lo spagnolo, l’albanese, il pakistano e l’indiano.

Nella prefazione il direttore generale di Cassa Padana scrive: “Cassa Padana da diverso tempo ha sviluppato in proprio, o in partnership con altre realtà terri-toriali, iniziative volte a favorire l’integrazione delle persone delle nostre comuni-tà locali di provenienza extracomunitaria. La promozione di bene comune e coe-sione sociale sono obiettivi aziendale per una banca di credito cooperativo, sanciti dall’articolo 2 dello statuto.Un elemento importante per l’integrazione è rappre-sentato dalla conoscenza e dall’accesso ai servizi di natura bancaria. Cassa Padana negli ultimi anni ha assunto personale di origine extracomunitaria. L’obiettivo è di utilizzare queste risorse anche come ponte per le iniziative verso le comunità di riferimento e gradualmente formare così all’interno mediatori culturali che favo-riscono l’integrazione e la bancarizzazione. Questo opuscoletto è realizzato da lo-ro. Pensiamo sia uno strumento di conoscenza semplice, che permette una facile consultazione e acquisizione di nozioni utili”. ¬

Guida ai prodotti bancari

GUIDE TO THE BANK PRODUCTS

ITALIANO - ENGLISH

ne e per questo è necessario operare in un’ottica di prudenza e parsimonia, dif-fidando da quella valanga di messaggi pubblicitari su finanziamenti prodigio-si, specchietti per allodole che spesso ce-lano l’imbroglio”.

“L’indebitamento generale di fami-glie e aziende è la cattiva eredità di mo-menti in cui si è troppo elargito” – prose-gue –; “ecco perché le nuove generazioni devono essere istruite per affrontare la nuova situazione, secondo il concetto guida dell’investimento ponderato. Un insegnamento da trasmettere ai più gio-vani fin dall’età della scuola, per ricordar-ci che l’Italia è, ed è sempre stato, un pae-se prudente che vive sul risparmio”.

Per meglio affrontare le problema-tiche legate a questa nuova fase eco-nomica, Popolis dedicherà uno spazio speciale a una rubrica di formazione fi-nanziaria. Forniremo strumenti, lessico e conoscenze di base per meglio orien-tarsi. ¬

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andrea Giorgetti, 40 anni e residente a Vescovato (in provincia di Cremona) è il responsabile della filiale di Cella dati di Cassa Padana. andrea è sposato da undici anni con francesca – collega di lavoro in forza nella filiale di Pescarolo – da cui ha avuto filippo (8 anni) e le due gemelline Ginevra e Sofia (3 anni).

di benedetta cherubini

[email protected]

è risaPuto che Andrea sia un appas-sionato di caccia e pesca, che pratica

sia in Italia che all’estero con i suoi quat-tro cani, a cui si aggiungerà a breve una ‘fuoriclasse’, figlia del campione europeo ‘Picasso’. Ma non sono solo i cani la sua passione. Dopo molti anni impiegati a reperire i migliori pappagalli da mezza Europa, arrivando a un allevamento di trenta soggetti, Andrea oggi ha due soli soggetti da compagnia, una ara rarauna ed un poicephalus robustus.

Una passione che invece condivide con la sua famiglia sono i viaggi, e no-nostante la sua giovane età, si può ve-ramente dire che ha viaggiato per tut-to il mondo!

Andrea si è diplomato all’Istituto Agrario Statale Itas Stanga di Cremona e sin da ragazzo si è rimboccato le ma-niche nel mondo del lavoro, prima co-me operaio in un’industria dolciaria e poi come am-ministrativo in un’agen-zia assicurativa. È datato dicembre 1992 l’ingresso in Cassa Padana, che An-drea ricorda come fosse ie-ri, rammentando ancora i colleghi (Lorenzo Zanoni, Stefano Boffini, Vincenzo

l a B a N C a a l t u o s e r v i z i o 4

Cella Dati, fra Oglio e Po

da sinistra: ?????

»

Censi) che quel giorno erano con lui alla firma del contratto di assunzione.

“Dall’assunzione sino al novem-bre del 1998 sono stato occupato pres-so quello che allora era chiamato Ufficio Mutui. Che bei tempi, uno dei periodi più belli in Cassa Padana… Di quegli anni ricordo sempre con affetto e rico-noscenza un gruppo di giovani molto af-fiatato, una squadra coesa che mi ha per-messo di crescere sia professionalmente che come persona. Un’esperienza signi-ficativa che ancora oggi tiene vive delle bellissime amicizie” dice Andrea parlan-do dei suoi primi passi in cassa rurale, quando ancora non faceva parte della struttura commerciale della banca.

Dopo sei anni di sede, ad Andrea si è presentata l’opportunità di addentrar-si in un nuovo percorso e vista la sua na-tura spiccatamente portata alla relazio-ne con il pubblico è stato trasferito in filiale a Cella Dati, dove in pochi anni ottenne l’incarico di vice responsabile affiancando il collega Gian Marco Fa-rina. Dal 2010 diviene il responsabile di filiale, ed ora lavora con una squadra giovane e molto unita. “Marzia Caval-li, la donna di filiale nonché vice re-sponsabile è rientrata da un anno dalla seconda maternità e mi sostiene nel-la gestione nella filiale in genere ed in particolare nel retrosportello; mentre Davide Mariotti, in Cassa Padana dal 2008, si occupa con grande accuratez-za della cassa e della tesoreria, ed è un vero esperto di procedure e di informa-tica”, commenta Andrea.

La filiale di Cella Dati – la numero 13 – fa parte dell’Area Cremonese ed in

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SULLe VIe d’aCQUa

Cella dati è un piccolo comune al confine tra le province di mantova e cremona, inserito nell’area di confluenza tra i fiumi oglio e Po, che riporta tutte le caratteristiche di fascino e ricchezza paesaggistiche dovute alla vicinanza con i due fiumi, e alla presenza dei canali di bonifica con le loro alzaie. Beneficia di un rinnovato interesse da parte di programmi di incentivazione

particolare del Casalasco di Cassa Pada-na. “La filiale di una realtà come Cel-la Dati è determinante per il territorio. Il paese è piccolo in termini demografi-ci, ma ha un grande territorio di com-petenza. Ricco di storia e di numerose frazioni, a Cella la gente coltiva ancora i valori di un tempo. Tante le potenzialità a cui questa terra è vocata, su cui l’attua-le amministrazione comunale sta cer-cando di dare la giusta valorizzazione. E nonostante la crisi degli ultimi anni, che anche qui ha lasciato segni indelebili, sta nascendo un nuovo polo industriale con una nuova realtà che darà inizialmente quaranta nuovi posti di lavoro per arri-vare nel giro di qualche tempo ad oltre 100. Una sfida imprenditoriale ma an-che un segnale di ripresa locale” spiega Andrea addentrandosi nella descrizione di questo piccolo paese della provincia di Cremona, che conta poco meno di 600 abitanti. ¬

scuola romana di Pietro da Cortone, seguì probabilmente i lavori, e certamente è l’autore degli affreschi, che nel soffitto del grande salone d’entrata al primo piano ripetono “il disegno ideato dal suo maestro per le decorazioni di Palazzo Pamphili di piazza navona a roma dal tema del consiglio degli dei d’olimpo, pedissequamente copiato, mentre nel volto unghiato del salone accanto egli ripeteva alcuni motivi dell’affresco del trionfo della divina Provvidenza dipinto del berrettini nel salone di Palazzo Barberini, omettendo ovviamente sia le api che la tiara pontificale di papa urbano viii, maffeo Barberini, eletto nel 1624, nonché le virtù e le allegorie che li reggevano nell’affresco romano”. villa dati, residenza estiva dell’omonima casata nobiliare, subì un esteso intervento di riforma nel 1849, voluto dalla nobile famiglia albertoni allora proprietaria e di cui vi sono ampie testimonianze d’archivio e tracce evidenti nel trattamento stilistico della facciata.ancora oggi, inoltre, sono custodite nella sede del comune all’interno della villa importanti tele di giovanni crivelli, detto il crivellino, vissuto nella prima metà del settecento, che facevano parte dell’apparato decorativo creato per i marchesi dati e per la loro residenza estiva. nel 1889 la villa fu venduta al comune che ne fece la sede del palazzo municipale. nella villa sono conservati sedici quadri a olio su tela di cui quindici attribuiti al Crivellino e uno di ludovico caffi, pittore specialista di tappeti e fiori. nei coreografici giardini e spazi esterni della villa viene

turistica ed ambientale che la comunità europea, attraverso lo stanziamento di fondi gestiti poi dagli enti locali, ha direzionato in questa zona. Fa inoltre parte del progetto Vie d’acqua, promosso dall’assessorato al turismo della Provincia di cremona, che riguarda la valorizzazione ambientale a fini ricettivi delle aste fluviali in territorio Cremonese. il centro sorge sulla via giuseppina e nel toponimo è contenuto il riferimento ai Cella, nobile famiglia originaria di firenze che si era stabilita a Cremona intorno al 1220. centro dal forte vocativo storico, il monumento di maggior rilievo è Villa Ugolani dati, attualmente di proprietà comunale e sede del municipio, che costituisce all’interno del centro abitato un notevole punto di interesse, oltre che il fulcro architettonico per il territorio limitrofo. l’edificio, che prende il nome dai marchesi che la fecero costruire, risale alla metà del Xvii secolo. al termine di un viale alberato presenta una facciata con portico a cinque arcate compreso tra due corpi laterali simmetrici. il progetto della costruzione, iniziata nel 1642, è attribuito all’architetto cremonese carlo natali, detto il Guardolino. il figlio Giovan battista, pittore allievo della

organizzata ogni terza settimana di luglio una festa di paese che riscuote ormai un interesse a livello provinciale, a cui tutti gli abitanti si dedicano con passione, devolvendo il ricavato ad associazioni benefiche locali.

altro importante edificio nel centro di cella dati è la Chiesa Parrocchiale di S. Maria assunta consacrata nel 1487, anche se le fonti storiche e reperti battesimali ne testimonierebbero l’esistenza già nel 1187. L’edificio subì nel tempo varie trasformazioni: dal 1914 si aggiunsero due navate laterali, venne prolungata l’abside e abbassato il pavimento, trovando la salme dei marchesi ugolani dati poi sepolte nella loro cappella all’ingresso della chiesa.lo stile architettonico non è uniforme, coesistono elementi rinascimentali ed elementi settecenteschi. Fu decorata dal 1920 dal pittore cremonese silvio verdelli; i medaglioni della volta e dell’abside sono invece opera del pittore milanese verzetti. nella chiesa di cella dati si trovano quadri di pregevole valore, affreschi e decorazioni. di singolare interesse poi il primo altare a destra, detto dei “corpi santi” che contiene varie reliquie donate alla chiesa dalla munificenza dei dati: l’altare è in legno, i reliquiari sono disposti a corona intorno ad una tela centrale che rappresenta il patrono sant’omobono. il dipinto venne commissionato dal marchese Paolo dati al pittore Jacopo miradori, figlio del più famoso genovesino, e rappresenta sant’omobono da giovane con la borsa di denari nella mano sinistra, a destra sant’agata a mani incrociate sul petto con la palma del martirio; a sinistra santa lucia che regge una palma; sul fondo due angioletti in volo che depongono due corone di rose sul capo delle due sante. b.c.

PeR SaPeRNe dI PIùwww.comune.celladati.cr.it

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di marco bortoli

[email protected]

è aPerto dal 3 ottobre lo sportello per l’invio delle

domande di agevolazione sul Fondo di Rotazione per l’Im-prenditorialità (FRIM) della Regione Lombardia che so-stiene gli investimenti delle piccole e medie imprese del settore manifatturiero, co-struzioni, servizi (con alcu-ne limitazioni) e artigiana-to. L’intervento si inserisce nel piano di armonizzazio-ne degli strumenti finanziari di Regione Lombardia e an-drà a sostituire le misure del FRIM approvate nel 2009, nonché la misura “Svilup-po” del Fondo di Rotazione per l’Artigianato. La dotazio-ne dello strumento è di oltre 50 milioni di euro.

Sono tre le linee di finan-ziamento attivate: sviluppo aziendale, crescita dimensio-nale e trasferimento di im-presa.

Il sostegno è diretto alla realizzazione di nuovi investi-menti di ammodernamento e ampliamento produttivo, all’acquisizione di parteci-

l a B a N C a a l t u o s e r v i z i o 5

Lombardia,50 milioni di euro per sostenerele Piccole e medie imprese

pazioni al capitale d’impresa terza non collegata, nonché ad operazioni di acquisizione d’impresa da parte di nuove società di capitale costituite da persone fisiche, anche con l’obiettivo di favorire il pas-saggio generazionale.

L’importo del contributo regionale va da un minimo di 20 mila euro a un massi-mo di 1,5 milioni di euro ed è concesso tramite cofinan-ziamento a medio termine o

PRodoTTI aGeVoLaTI aTTIVITà fINaNZIaTe aGeVoLaZIoNe

linea frim sviluppo aziendale

ammodernamento e ampliamento produttivo

cofinanziamento a medio termine o locazione finanziaria di beni strumentali fino al 100% (50% fondo regionale + 50% risorse bancarie)

linea frim crescita dimensionale

acquisizione di partecipazioni al capitale d’impresa terza non collegata

cofinanziamento a medio termine fino al 100% (50% fondo regionale + 50% risorse bancarie)

linea frim trasferimento operazioni di acquisizione d’impresa da parte di nuove società di capitale costituite da persone fisiche, anche con l’obiettivo di favorire il passaggio generazionale

cofinanziamento a medio termine fino al 50% (50% fondo regionale + 50% risorse bancarie)

locazione di beni strumenta-li. Per le linee sviluppo azien-dale e crescita il sostegno è al 100%, metà tramite inter-vento del Fondo Regionale al tasso dello 0,5% fisso an-nuo e il restante 50% trami-te risorse degli istituti di cre-dito convenzionati.

Il programma di investi-menti, che deve essere avvia-to successivamente alla pre-sentazione della domanda, consente di finanziare: ope-re murarie, opere di bonifica, impiantistica e costi assimi-lati (fino al 40%); macchi-nari, impianti ed attrezzatu-re, arredi (nuovi di fabbrica o usati); software & hardwa-re (fino al 10%); l’acquisizio-ne di marchi, di brevetti e di licenze di produzione; spese di commissione per garanzie (max 2% del programma di investimento ammissibile);

spese generali (max 10%).Fra le novità del nuovo

bando che saranno più ap-prezzate dagli imprendito-ri: la copertura fino al 100% dell’investimento, la finan-ziabilità di beni anche usati, l’abbassamento dei limiti mi-nimi di investimento, l’am-missibilità del leasing.

Lo sportello per l’invio delle domande aprirà il pros-simo 3 ottobre. La valutazio-ne delle domande d’interven-to sarà effettuata mediante la procedura valutativa a spor-tello secondo l’ordine crono-logico di presentazione e fino ad esaurimento dei fondi di-sponibili. ¬

PeR SaPeRNe dI PIùgruppo impresatel 030 [email protected] Lombardiawww.industria.regione.lombardia.it

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i n o s t r i P R o G e T T I 1

Il viaggio del TorroneappuntaMento a creMona dal 18 al 20 noveMbre

di barbara [email protected]

CreMona – La Motona-ve Stradivari sul Grande

Fiume. La locomotiva a va-pore. Il grande viaggio sul Po di Mario Soldati. E poi ton-nellate di torrone, appun-tamenti d’arte, incontri ga-stronomici, spazi di gioco. Promette bene la nuova edi-zione della Festa del Torro-ne, in programma dal 18 al 20 novembre. La kermesse si presenta come un appun-tamento di rilievo nel pa-norama nazionale, come te-stimoniano i grandi numeri della passata edizione: più di 100 mila visitatori, 800 cam-

per, 24 tonnel-late di torrone venduto, oltre 50 eventi cultu-rali correlati.

Quest’anno il tema attor-no al quale ruoterà la grande festa sarà è il viaggio,fra ar-te e territorio. Viaggio a Cre-mona non può che significa-re ‘il fiume’, anzi il Grande Fiume, il Po, senza però di-menticare che storicamente Cremona è una città snodo di commerci e commercian-ti provenienti da ogni luogo. Ecco allora il ritorno in gran stile della Motonave Stradi-vari sulla quale sarà possibile navigare e degustare il torro-ne. Per chi invece vorrà vivere l’emozione di arrivare a Cre-mona su un treno a vapore, sabato 19 da Milano le Fer-rovie Turistiche Italiane met-teranno a disposizione le sto-riche carrozze “Centoporte”, trainate da una autentica lo-comotiva a vapore del 1922, per far rivivere la suggestio-ne di un viaggio attraverso il passato.

Per quanto riguarda in-

vece l’altra via, l’arte, non ci sa-rà che l’imbaraz-zo della scelta: il viaggio nel ci-

nema, nella letteratura, nella musica, nel fumetto. Intere generazioni si sono specchia-te, illuse, riconosciute, iden-tificate, innamorate nell’epi-ca del viaggio, nei significati profondi che la partenza, la scoperta, il ritorno, il vaga-bondare alla ricerca del mon-do e di se stessi.

A partire dalla serata, de-dicata a Mario Soldati, il grande regista che ha inter-pretato il tema del viaggio con il celeberrimo reportage televisivo “Viaggio nella Val-le del Po. Alla ricerca dei ci-bi genuini”. Realizzato nel 1952, è una delle testimo-nianze visive più poetiche e intense mai rea-lizzate sul Grande Fiume, e sarà ac-

fondazione dominato Leonense e Cassa Padana Bcc, partner della festa del Torrone, propongono due eventi espositivi d’eccezione. al delle arti design Hotel, dal 17 novembre al 20 gennaio 2012, spazio alla mostra “dynamiCities” di Lisa Borgiani e Massimo Nidini, da poco scomparso. Un’occasione per scoprire le città secondo una visione originale e innovativa. fra velocità, architetture antiche e moderne che si sovrappongono e che si trasformano in un’opera in movimento continuo.Inaugurazione giovedì 17 novembre alle 19.00.Il secondo evento è invece la mostra fotografica di Mino Boiocchi “Passeggiando per Cremona tra arte, cultura e musica”, ospitata nella Sala decurioni all’interno del Palazzo Comunale, in Piazza del Comune. Un altro viaggio, un percorso di immagini tra arte, cultura e musica nella città . Una passeggiata tra le mura familiari della città del violino, le sue strade, gli antichi palazzi, gli scorci caratteristici.

compagnato dalla presenza di ospiti illustri.

Numerose le esposizioni e mostre disseminate in cit-tà: dalle fotografie di “Pas-seggiando per Cremona tra arte, cultura e musica”, del cremonese Mino Boiocchi, al viaggio nella creatività del designer Paolo Mezzadri. Fi-no alle città dinamiche, “Di-namiCities” al Delle Ar-ti Hotel.

Per i bambini sarà alle-stito uno spazio laborato-rio permanente nella sala dei Mercanti della Camera di Commercio: si potrà giocare con la città e la sua storia, at-traverso un viaggio ideale fra i luoghi più tipici e tra i pro-dotti gastronomici caratte-ristici. Come ogni anno gli esperti pasticceri della Sper-lari creeranno una possente scultura di torrone in Piazza Duomo: un mappamondo gigante con il cioccolato che disegnerà i diversi continen-ti. Lo spettacolo finale non deluderà nessuno. La Com-pagnia Teatrale Corona met-terà in scena un viaggio che tra musica e suggestioni visi-ve ricreerà il sogno e l’essen-za di un percorso fra le nazio-ni del mondo. ¬

PeR SaPeRNe dI PIùwww.festadeltorronecremona.it

doLCISSIMa aRTe

di marco sacchi

[email protected]

www.festadeltorronecremona.it

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i n o s t r i P R o G e T T I 2

Proposte didattiche a km zero

La scuola è iniziata e le tre

fondazioni a diverso titolo

collegate a Cassa Padana –

fondazione dominato Leonense,

fondazione Pianura Bresciana,

fondazione Castello di

Padernello – stanno lavorando

per proporre itinerari e “gite

scolastiche” alternative alle

classiche mete di città d’arte.

INfo:www.fondazionedominatoleonense.ittel. 030 9038463

di Paola [email protected]

PRIMo ITINeRaRIo: VISITa aL MUSeo RaIS

a. Quanti giochi nella casa dei nonni!rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia a agli alunni delle classi 1 ̂e 2 ̂della scuola primaria.

B. Mestieri e giochi di una voltarivolto agli alunni delle classi 3 ,̂ 4 ̂e 5 ̂della scuola primaria.

C. Vita e cultura rurale nella pianura bresciana e storia del gioco antico e della tradizionerivolto agli alunni delle classi 1 ,̂ 2 ̂e 3 ̂della scuola secondaria di primo grado e agli studenti degli istituti della scuola secondaria di secondo grado con maggiori approfondimenti sui temi affrontati.

SeCoNdo ITINeRaRIo: VISITa aL MUSeo RaIS + LaBoRaToRIo dIdaTTICo

visita Guidata + uno dei seGuenti laboratori:

Il gioco della tradizione (da abbinare a itinerari a e B)stimolare la curiosità nel bambino e favorire il confronto dei giochi attuali con quelli del passato attraverso l’utilizzo dei giochi stessi ed il rispetto ed applicazione delle loro regole.

Giocando con l’ecologia (da abbinare a itinerari a, b e c)riportare il bambino ad un contatto più stretto con la natura, insegnandogli che non è sempre necessario avere un gioco già costruito per divertirsi.

espressioni del nostro corpo (da abbinare a itinerario a)Far muovere il bambino, farlo ballare a ritmo di musica, in totale libertà..

dalla fiaba al meraviglioso mondo dei burattini (da abbinare a itinerari a e B)avvicinare il bambino al mondo del teatro attraverso il gioco e i burattini.

Il gioco storico (da abbinare a itinerari B e C)Far tornare i bambini in quel lontano passato e spiegare loro l’evoluzione di uno stesso gioco.

Impariamo la fisica giocando (da abbinare a itinerari b e c)migliorare le capacità espressive di ciascun bambino e la conoscenza di elementari leggi fisiche che circondano e governano la vita quotidiana dell’uomo.

NoVITà

english guided tour Percorso didattico in lingua inglese con laboratorio di gioco con un madrelingua (per ogni età)

Visita guiada en español Percorso didattico in lingua spagnola con laboratorio di gioco con un madrelingua (per ogni età)

alle origini del gusto - percorso di educazione sensoriale Proposto da slow food a livello nazionale e allestito con la collaborazione di slow Food condotta della Bassa Bresciana. i bambini usano i cinque sensi alla scoperta del cibo. (Percorso per ogni fascia d’età)

Il pane attraverso la storial’utilizzo dei cereali nelle varie civiltà e della loro trasformazione in pane. ogni bambino realizzerà il proprio pane da portare a casa.

dal latte al formaggioProduzione e trasformazione del latte in formaggio con la collaborazione del “nonno sapiente”.

Percorso sul bio, prodotti a km zero e tracciabilità dei cibi Possibilità di abbinare questo percorso ad un’uscita sul territorio per visitare la Cooperativa antica terra.

PeR SaPeRNe dI PIùPaola zani

[email protected]. 335 5098504

MUSeo RaìSmuseo multimediale sulla cultura rurale e sul gioco storicoCigole, Palazzo Cigola Martinoni

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di Paola [email protected]

LeNo, di nuovo in Piazza l’osPedaleappuntaMenti di fine anno

il gruPPo del Progetto “L’Ospedale in Piazza” continua il suo lavoro e an-

che per la seconda metà dell’anno ha sti-lato un calendario di iniziative, alcune si sono già concretizzate altre sono in pro-gramma.

Dopo l’appuntamento del 7 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale sul-la Salute Mentale, organizzato dall’Asso-ciazione Il Chiaro del Bosco onlus, a fine mese è partita un’altra proposta, sempre de Il Chiaro del Bosco in collaborazione con il gruppo A.M.A L’Anello di Leno: “Forma-re per creare sinergie nei servizi di salute mentale e nella comunità”. I prossimi ap-puntamenti, ospitati a Villa Badia, sono in calendario per il 3 e 24 novembre dal-le 18 alle 21. Questi incontri, gratuiti, na-scono dal progetto Èupolis Lombardia per fornire e migliorare la qualità delle infor-mazioni relative ai disturbi mentali, cure e riabilitazioni ed è rivolto ad operatori so-ciali e sanitari, utenti e famigliari, volon-tari, studenti ed a tutti coloro che sono in-

teressati all’ambito della salute mentale.Il programma degli incontri di novem-

bre è questo: tante strade per tante “gua-rigioni”; come e perché cambiano le fa-miglie e reti nel territorio per evitare gli strappi; prendersi cura di chi soffre (Info: Silvia Godizzi 328.1022384 [email protected]).

Un altro appuntamento che verrà ri-proposto, dopo l’enorme partecipazione dell’anno scorso, è la giornata di screening gratuito per il diabete, in occasione del-la Giornata Mondiale su questa malattia. L’appuntamento è nella piazza vicino al-la chiesa di Manerbio nella mattinata del 13 novembre.

Ultimo appuntamento 2011 è la foto dell’anno, organizzata dal CPS sezione di Leno: ci si vede venerdi 16 dicembre al-le 14 in ospedale a Leno, davanti all’albero di Natale che verrà addobbato da palline o decorazioni preparate dalle associazioni e dalle persone che a vario titolo collabora-no con il centro durante l’anno. ¬

La collaborazione con l’associazione “I fiori Prendono il Volo” di Gambara è sempre maggiore e oltre alla location di Villa Badia vengono proposti corsi serali anche a Cigole a Palazzo Cigola Martinoni.

1. LIBRI PoP UP. 3-24 novembre, costo 90 € compreso materiale. Incontri di due ore ciascuno per acquisire alcune tecniche base del paper-

engineering e realizzare oggetti di carta.

2. CRea IL TUo GIoIeLLo. 3 novembre-15 dicembre, costo 100,00 € (compreso 30 € di materiale). Nei primi 3 incontri si impara la tecnica, nei successivi si creano nuovi gioielli.

3. CUCINa SaNa e VeLoCe. 8 novembre-20 dicembre, costo comprensivo di prodotti € 100,00. Un corso di cucina sana e veloce. Le ricette si

baseranno su ingredienti di stagione.

4. SeGReTI dI BeLLeZZa NaTURaLe. 8 novembre-13 dicembre, costo complessivo 100 €.

5. dRINK CoNVeRSaTIoN IN eNGLISH: 8 novembre-13 dicembre, costo 60,00 € (aperitivo compreso). L’occasione per chi conosce l’inglese di chiacchierare all’ora dell’aperitivo.

6. PRofUMI dI VeNdeMMIa: NoVeLLI a CoNfRoNTo. 1 dicembre ore 20.30. Serata di presentazione del Beaujolais a confronto col Novello, in abbinamento alle castagne, 15 €. In quell’occasione si presenterebbe un percorso più articolato da proporre a febbraio 2012.

PeR SaPeRNe dI PIùwww.ifioriprendonoilvolo.it alessandra 339 6215157 [email protected] 3385098504 [email protected]

i n o s t r i P R o G e T T I 3

foNdaZIoNe doMINaTo LeoNeNSe

PeRCoRSo SToRICo

L’abbazia Leonense: il Monastero di San Benedetto, dal 758 d.C. al 1783in viaggio con il pellegrino medievale

Il Monachesimo benedettino: San Benedetto dalla regola a patrono d’europaPercorso di educazione al risparmio

La sfida dei cincilli: per un uso consapevole del denarolezione interattiva rivolta alle classi della scuola primaria

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foNdaZIoNe CaSTeLLo dI PadeRNeLLo visita guidata al castello

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CoSTRUIaMo IL CaSTeLLoLaboratorio rivolto alle classi della scuola primaria

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PeR SaPeRNe dI PIùtel. 030 9408766www.castellodipadernello.it

CoRSI, CoRSI, CoRSI. aPPuntamento a cigole

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Scrigno di sapere

la biblioteCa Statale di Cremona, un importan-

te tassello del mosaico d’arte e di cultura della città, con-divide con il Museo Civico la prestigiosa sede di Palazzo Affaitati. Tra le mura del XVI secolo progettate dall’archi-tetto Francesco Dattaro, su commissione della potente famiglia di banchieri cremo-nesi, sono custoditi 700 mi-la volumi. Un tesoro del sa-pere con 2573 manoscritti, tra cui 200 codici latini da-tabili tra il XII ed il XV se-colo, molti dei quali splendi-damente miniati. Migliaia di volumi accumulati nei secoli dagli albori della stampa, si-no a importanti libri moder-ni, con periodici e quotidiani sono a disposizione di stu-denti, ricercatori, studiosi, ma pure dei cittadini che tro-vano alla Statale un servizio al passo con i tempi, essen-do per altro l’unica bibliote-ca della città con pubblica sa-la di lettura.

Conosciuta come Impe-rial Regia Biblioteca sino a

di valerio gardoni

[email protected]

metà Ottocento, la Bibliote-ca Statale di Cremona allun-ga le origini al tempo dei Ge-suiti. Soppresso l’ordine con bolla papale, nel 1773 la bi-blioteca fu trasferita ai frati Minori Francescani per vole-re dell’imperatrice Maria Te-resa e venne aperta al pubbli-co 7 anni più tardi. Nel 1842 nella biblioteca sono conflu-iti i volumi della Libreria Ci-vica, per gran parte costitu-ita dal lascito della famiglia Ala Ponzone.

Abbiamo incontrato Ste-fano Campagnolo, direttore della biblioteca.

Basta scivolare in silen-zio nella grande sala di let-tura, già gremita di persone di ogni età assorta nella let-tura sin dal primo mattino, per respirare l’ottimo rap-porto tra biblioteca e pubbli-co. Così come ella sala adia-cente pensata e arricchita di libri per ragazzi sino ai 16 anni di età. Sensazione con-fermata dalle 110 mila pre-senze del 2010, numero di accessi in costante aumen-

to negli ultimi anni, dopo il calo del quinquennio 2000-2005 con un picco negati-vo nel 2004 con sole 42mi-la presenze.

“Le biblioteche si stanno adeguando ai tempi”, spie-ga Campagnolo, “con nuove tecnologie e sono ormai lon-tane dal modello che le vede-va come detentrici della so-la funzione conservativa. Per la Statale di Cremona antici-pare i tempi è una vocazione ereditata dalla studiosa Virgi-nia Carini Dainotti, direttri-ce dal 1936 al 1942 che inau-gurò l’attuale sede nel 1938 e con lungimiranza introdusse per prima in Italia il modello della public library all’ame-ricana, dove la biblioteca di-veniva polo di aggregazione sociale, di lettura e di infor-mazioni. Diritto primario di ogni cittadino”.

La biblioteca cremonese oggi si è arricchita di servizi innovativi, supportati dalle tecnologie elettroniche.L’area è coperta da rete Wi-Fi, bar compreso, gratuito e senza

limite di tempo. Scelta in-novativa che ha indotto un aumento notevole della co-munità degli utenti, special-mente giovani.

“Delle 46 biblioteche sta-tali italiane” aggiunge soddi-sfatto il direttore, “Cremona è così la prima città italia-na ad avere una connessione Wi-Fi a copertura dell’intera superficie della biblioteca, a disposizione di tutti. Il servi-zio si rivolge agli utenti che, già iscritti al classico servizio di prestito e con il solo ac-quisto di una tessera inizia-le di 2 euro, vogliono poter navigare con il proprio com-puter portatile oppure usu-fruire delle postazioni fisse presenti. La sala multime-diale è stata recentemente ri-strutturata e oggi è dotata di 20 nuovi computer, basati su tecnologia INAVPC che li rende più veloci, silenzio-si, meno ingombranti, l’ide-ale per uno spazio condivi-so dove il silenzio è la parola d’ordine”.

In biblioteca nascono

visita alla biblioteca statale di creMona

i n o s t r i P R o G e T T I 4

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ambienti diversi, con diffe-renti linguaggi. Varie real-tà conoscitive si incontrano e si integrano in uno spazio pieno di vita, dove servizi di consulenza bibliografica e di accesso alla documentazione digitale ravvivano il rapporto con l’utenza, con nuovi spazi sociali allargati.

Negli ultimi anni è cam-biato anche la richiesta da parte del pubblico fruitore, ad esempio sono diminuite

attività. Nuove modalità di studio e di ricerca e la bi-blioteca cambia aspetto, pur mantenendo un forte rap-porto con il pubblico e con il territorio.

Differenti linguaggi a va-rie realtà conoscitive si in-contrano e si integrano in un nuovo spazio culturale, senza scordare la missione di rac-cogliere e conservare la pro-duzione editoriale italiana a livello nazionale e locale. Conservare, accrescere e va-lorizzare le proprie raccolte storiche, acquisire la produ-zione editoriale straniera in base alla specificità delle pro-prie raccolte e tenendo conto delle esigenze dell’utenza.

“Altro importante lavoro della Statale”, spiega Campa-gnolo, “è il restauro dei libri e dei manoscritti che rappre-sentano un tesoro di gran-de valore. Antichi o moder-ni quando un volume entra nelle biblioteca statale divie-ne parte di un “bene immo-bile”, patrimonio della col-lettività che va mantenuto in perfetto ordine”.

La Biblioteca Statale, pur con limitate risorse umane, riesce a fornire al pubblico un’offerta con servizi di con-sulenza bibliografica e di ac-cesso di 58 ore settimanali, dalle 9.00 del mattino con orario continuato sino alle 18,30 per cinque giorni al-

le richieste per i libri letti in loco: “Sino al 1980 la me-dia giornaliera era di 300 li-bri al giorno, oggi le richie-ste si aggirano a 30 libri al giorno. Mentre rimangono invariate le richiesta dei vo-lumi a prestito che si aggi-ra circa sui 20.000 prestiti all’anno”.

I giovani, e non solo, usa-no le nuove tecnologie che stanno facendo il loro in-gresso a pieno titolo tra le

il ritorno di malachia

RIToRNa, fra novembre e dicembre, Malachia, un servizio online per il prestito dei libri offerto agli utenti di Popolis ed e-CremonaWeb. Grazie ad una collaborazione di Cassa Padana Bcc con la Biblioteca Statale di Cremona sarà possibile, attraverso una pagina dedicata nei due portali, “ordinare” e ricevere a domicilio un libro scelto nel motore di ricerca della biblioteca stessa. Potranno usufruire del servizio gli utenti iscritti e residenti nelle provincie di Cremona, Mantova e Brescia. Il testo andrà restituito, entro un mese dal ricevimento, in una qualsiasi delle filiali di Cassa

Padana. Sono esclusi da questa possibilità i residenti a Cremona, a meno che non siano disabili e quindi impossibilitati a recarsi personalmente in biblioteca. Tutto il patrimonio librario della Biblioteca di Cremona sarà quindi disponibile con un semplice clic, un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.

PeR SaPeRNe dI PIùwww.popolis.it/malachiawww.e-cremonaweb.it/malachia

la settimana e il sabato dalle 8.00 alle 14.00.

Entro fine anno, antici-pa il direttore, saranno messi in funzione una prima serie di e-book, o libri elettroni-ci, che andranno ad affian-care l’intramontabile libro cartaceo e non a sostituirlo. In particolare per i libri cosi detti di “consumo”, romanzi, gialli etc. Gli e-book imitano il libro cartaceo, cercando di replicarne la forma, in mo-do da rendere la lettura il più possibile simile a quella che si avrebbe sfogliando le pagine di un libro. Da ciò deriva che tutte le azioni che in un nor-male libro cartaceo sono im-mediate e scontate, come ad esempio, lo scorrere le pagine o l’inserimento di un segna-libro possono essere emulate dal software del dispositivo di lettura. Con il “bene pla-cido delle foreste”, aggiunge il direttore. Ma lo scrigno del sapere della Biblioteca Statale di Cremona custodisce gem-me inaspettate. Come le 108 stampe di Rembrandt, dono dell’abate Bellò e la coppia di Globi di Gerardo Mercatore, geografro del Rinascimento. Composta da una sfera terre-stre e una sfera celeste, sono una delle quattro rare coppie esistenti in Italia e delle 22 in tutto il mondo. ¬

PeR SaPeRNe dI PIùwww.bibliocremona.it

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a P P U N T a M e N T I

TUTTIaTeaTRo

di daniela iazzi

[email protected]

L’aSSoCIaZIoNe TeaTRaLe caramella propone anche per quest’anno una stagione di spettacoli ed incontri che coinvolgeranno oltre dieci paesi della Bassa Bresciana.Con passione e professionalità, maturata in ormai 12 anni di esperienza, il caramella ha realizzato rappresentazioni rivolte a tutta la famiglia ed inoltre selezionato quelle migliori presenti nel panorama del teatro per ragazzi. ecco il calendario della rassegna. Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.

verso natale, con i mercatini di lenodi marco sacchi

[email protected] è famiglia, Natale è la tavola imbandita a festa. Natale è stare insieme. Ma a Leno Natale è… solidarietà, delizie e artigianato. Proprio così: si svolgeranno infatti domenica 4 dicembre in Piazza Cesare Battisti e in Villa Badia i tradizionali mercatini di Natale dell’artigianato locale. L’evento, organizzato da fondazione dominato Leonense e Pro Loco di Leno, con il patrocinio del Comune di Leno e la collaborazione di Cassa Padana, prevede un percorso che si snoderà tra la piazza e la villa, in cui artigiani e associazioni locali proporranno idee regalo, ma anche musica, specialità natalizie, luci e canzoni per trascorrere una domenica all’insegna dello stare insieme in attesa del Natale.Natale è anche arte. e Villa Badia ospiterà la mostra “I colori del silenzio” di Gianbattista Losio, artista originario di Leno che con questa esposizione festeggia i 40 anni di attività pittorica. La mostra, con ingresso libero, sarà aperta dal 4 fino 18 dicembre.

PeR SaPeRNe dI PIùwww.fondazionedominatoleonense.it tel. 0309038463

bagnolo mella (Palazzo bertazzoli), 12 novembre 2011Il Mercante di Venezia

azzano mella, 13 novembre 2011Il Magico Viaggio

bagnolo mella (Palazzo bertazzoli), 19 novembre 2011Te Me Lui’s

bagnolo mella (Palazzo bertazzoli), 11 dicembre 2011 La fabbrica delle farfalle

san Gervasio (sala consigliare), 28 gennaio 2012anna frank

Pavone mella (sala dell’oratorio), 11 febbraio 2012foibe Rosse

bagnolo mella (Palazzo bertazzoli), 25 febbraio 2012attento si Scivola!

offlaga (municipio), 8 marzo 2012Travail

deCoRaZIoNI PeR Le feSTe, un corso in villa badia

Si avvicina il Natale. Le strade si stanno riempiendo di luci e tra poco l’albero del Natale nel centro della piazza del paese sarà illuminato come il cielo in un pomeriggio d’estate. . Immaginate dunque in questo clima di festa di rientrare a casa e trovare la casa spoglia di addobbi. È per questo motivo che la fondazione dominato Leonense e il Palazzo Cigola-Martinoni di Cigole ospiteranno questo mese alcuni corsi serali per imparare a realizzare decorazioni natalizie. Si tratta di incontri pratici durante i quali i partecipanti, affiancati dall’insegnante, apprenderanno le tecniche per costruire gli ornamenti natalizi e realizzeranno con le loro mani gli addobbi che poi porteranno a casa. ecco date e programmi del corso:I corso: martedì 8 e martedì 15 novembre, Villa Badia a Leno II corso: venerdì 18 e venerdì 25 novembre, Palazzo Cigola-Martinoni a CigoleIII corso: martedì 22 e martedì 29 novembre, Villa Badia a LenoLa durata di ogni lezione è di due ore, dalle 20 alle 22. al termine del corso sarà consegnato un fascicoletto con tutte le istruzioni per poter riproporre gli addobbi in seguito. m.s.

PeR SaPeRNe dI PIù www.fondazionedominatoleonense.it tel. 030-9038463/030-9040210

PeR SaPeRNe dI PIù www.teatrocaramella.it.

f o t o n o t i z i a

BaRBaRoSSa a LeNo È stato un fine settimana “storico” per Leno. Si è svolta infatti da venerdì 23 a domenica 25 settembre in Villa Badia la rievocazione storica che ha celebrato l’arrivo di federico Barbarossa all’abbazia di Leno nel 1184 per dirimere una contesa sorta tra l’abate di Leno e il Vescovo di Brescia. Tre giorni immersi in un’atmosfera tutta medievale. La manifestazione, organizzata dal Gruppo Medievale “In Illo Tempore” in collaborazione con la fondazione dominato Leonense, ha visto la partecipazione di molti gruppi provenienti dall’Italia e dall’estero, oltre che una numerosa presenza di pubblico e di curiosi.

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è suffiCiente que-sta frase per ca-

pire quanto la stam-pa abbia contribuito al progresso dell’uma-nità. Anche se da ol-tre un quarto di secolo il piombo è presso-ché scomparso, ha pe-rò lasciato in eredità un enorme bagaglio di esperienze, recepite dalle nuove tecnolo-gie, facilitando così il percorso della comu-nicazione attraverso computer, stampa digitale e internet.

Oggi c’è un fiorire di musei dedica-ti alla stampa e all’arte tipografica, ve ne sono molti e molti continueranno a na-scere in ogni regione d’Italia, ma quel-lo che è stato inaugurato il 27 aprile 2009 ad Artogne, in Val Camonica – “Il Segno Tipografico Lodovico Pavo-ni” – presenta tratti del tutto origina-li e si propone come un progetto molto più articolato di una semplice esposizio-ne o dell’amarcord di un mestiere d’altri tempi. Cassa Padana lo ha capito e da qualche anno lo sostiene.

Il museo nasce in un territorio parti-colarmente “vocato” alla comunicazione visiva. L’antica “arte” camuna con le in-cisioni rupestri di Capo di Ponte, sem-pre in Val Camonica ,inaugurò i primi rudimenti di rappresentazione grafi-ca impressa e stampata su un supporto durevole; molti secoli dopo la tecnica tipografica rivoluzionò la comunicazio-ne, perché consenti la riproduzione se-riale e la diffusione del sapere attraverso la stampa sulla carta.

N e L T e R R I T o R I o

Dai graffiti all’alfabeto,dal torchio al computerdi simone Quetti

responsabile del Museo della Stampa Lodovico Pavoni di Artogne, in Valcamonica

Divenne metodo educativo per la cul-tura e la crescita personale grazie all’intu-izione e all’opera del sacerdote bresciano Beato Lodovico Pavoni che per primo in Italia , nel 1821, fondò e diresse una scuola grafica e tipografica (Istituto San Barnaba), accogliendo orfani e ragazzi in difficoltà e dando loro, attraverso l’espe-rienza tipografica, assistenza e formazio-ne spirituale, culturale e professionale.

Molto più di un museo dunque, una memoria attiva di ciò che è stata e che de-ve essere la cultura tipografica.

Un “segno tipografico” che si propo-ne di rappresentare, specie per i giovani e i ragazzi delle scuole, a cui il museo prin-cipalmente si rivolge, il custode di una traccia più intima di quella dell’inchio-stro sulla carta, un’impronta educativa e formativa al gusto, all’ordine , all’estetica,

alla struttura e alla composizione. Con l’obiettivo di far capire come le tecniche di comunicazione odierne, siano il frut-to del lavoro e delle ricerche di chi ci ha preceduto, dando la possibilità di tocca-re con mano e vedere come funzionano le macchine storiche e gli strumenti pre-senti nel museo, che vanno dai caratte-ri mobili di Gutenberg all’affermarsi del computer.

Il museo racconta come la comuni-cazione attraverso la carta stampata si

sia evoluta nei secoli, con procedimenti di compo-sizione e stampa utiliz-zando macchine e tec-niche diverse, che vanno dalle macchine da stam-pa totalmente manuali a quelle completamente automatiche, dalla com-posizione a mano, racco-gliendo dalla cassa i ca-ratteri mobili di piombo, alla composizione mec-canica completamen-te automatica utilizzan-do la linotype (inventata da Ottmar Mergenthaler

nel 1890 circa). Il Museo sta per pubblicare gli “at-

ti” del convegno “Comunicazione e Educazione” organizzato il 30 aprile di quest’anno.

Per ricordare il centonovantesi-mo anniversario della fondazione del-la prima scuola tipografica in Italia (1821-2011) per opera del beato Lodo-vico Pavoni e condividere le celebrazio-ni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

È un progetto ambizioso perché vuol far dialogare nello stesso lavoro, le tecni-che di stampa di ieri con quelle di oggi. La realizzazione richiede infatti l’uso di tre tipi di stampa: tipografica, serigrafi-ca e digitale e l’utilizzo di due tipi di car-ta: carta riciclata fatta a mano dal museo e carta riciclata ecologica fornita dalle Cartiere Fedrigoni. Anche questo è Mu-seo della Stampa Lodovico Pavone. ¬

PeR SaPeRNe dI PIùwww.museotipografico.it

«Più dell’oro è il piombo che ha cambiato il mondo e più del piombo dei fucili, quello nelle casse di composizione tipografica». George Christophe Lichtenberg

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Mi Ci voleva una salita impervia oltre i 3.550

metri, un caminetto sempre acceso e un rifugio senza wi-fi per ricordarmi cosa sogno di fare da grande. Siamo a Sali-nas de Guaranda, una piccola comunità oltre l’arido deserto di arena, nel cuore della sierra ecuadoriana. In questo picco-lo pueblo, gli abitanti, per la maggior parte d’origine cam-pesina, si sono organizzati in un sistema di cooperative per far rinascere la loro terra e per dare una speranza alle gene-razioni future. I ragazzi che ho incontrato qui sono come me, pieni di sogni e speranze. Hanno negli occhi l’orgoglio di appartenere a una terra antica. Sulle mani portano i calli di chi ha dovuto battersi per conquistare un piccolo spazio per la propria dignità, ma hanno anche un grande fuoco nel cuore. Vincio, Fa-bian, José sono nati tutti qui, in una terra così bella da far male e così arida d’opportu-nità da togliere il fiato. Han-no tratto la loro forza dagli ostacoli che per generazioni costrinsero indios e campesi-nos a emigrare. Questi ragazzi del Sud del mondo hanno

Popolis, periodico mensile di cassa Padana autorizzazione del tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000

sede, villa seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia

Redazionemacri Puricelli, [email protected]

Lidia sbarbada, [email protected]

valentina bragazzi, [email protected]

armando rossi e debora Zanini, [email protected]@popolis.it

sede: villa seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia tel.030-9040270, [email protected]

Comitato di redazionefranco aliprandi, stefano boffini, Benedetta Cherubini, valerio gardoni,daniela iazzi, andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Barbara Ponzoni, macri Puricelli, armando rossi, Lidia sbarbada, Paola Zani

Hanno collaborato a questo numero: marco Bortoli, Benedetta Cherubini, Claudia Corini,Barbara Crotti, mario fappani, valerio gardoni, daniela iazzi, simone Quetti, Barbara Ponzoni, marco sacchi,laura simoncelli, flavia vighini, Paola zani

fotografie: ???

In copertina: ????

Stampa: staged, s. Zeno n. (Bs)

Un sogno chiamato Ecuadorinterrotto la catena. Si sono ribellati a un destino già scrit-to di povertà e rassegnazione. Nessuno ha detto che sia sta-to facile. Come i chuquiragua che aggrappati alle loro radici sfidano il deserto della sierra, mano nella mano hanno scalato insieme l’impervia montagna delle difficoltà, per dare vita alla vita.

Li guardo e penso che ab-biamo molte cose in comune. Che amare il prossimo non è facile e lo è tanto meno ama-re ciò che la vita ci dà, se quel-lo che ha dato agli altri ci ap-pare sempre migliore. Questi giovani avevano sogni appa-rentemente irraggiungibili e un impervio cammino da percorrere. Ma per ogni sa-lita, c’è una discesa. Per ogni campesino perito, in passato, sotto il giogo di un latifon-dista, oggi ci sono intere co-munità andine che vincono le cause contro le multinaziona-li. Per ogni piccola vita che a stento riusciva a sfuggire al-la fame, a Salinas oggi c’è un bambino che può giocare se-reno nel suo asilo. Per ogni granello di sabbia strappato al deserto dal vento, c’è una fincha integrale che sfama e dà lavoro ad un’intera fami-

glia. Non dimenticherò mai lo sguardo fiero dei ragazzi di Salinas de Guaranda. E gra-zie a loro prendo per mano i miei sogni, prematuramen-te dimenticati, e li lancio da-vanti a me per darmi la possi-bilità di rincorrerli ancora un po’. Sono arrivata in Ecuador con il viaggio che Cassa Pa-dana ha organizzato lo scorso settembre per tutti coloro che volevano toccare con mano la realtà del progetto di Microfi-nanza campesina che ha com-piuto dieci anni.

Ho raggiunto anche una piccola chiesetta nei pres-si del villaggio di Pujili. Re-gnava un gran silenzio nei dintorni, la notte era fresca e oscura, ma non faceva paura. Nell’aria uno spirito buono ci proteggeva: l’anima di un uo-mo, un sacerdote, che, passa-to di qui anni fa, ha deciso che avrebbe fatto della sierra la sua casa e dei campesinos i suoi figli. È la risata contagio-sa di padre Tone, originario di Pavone Mella, che riscal-da l’aria fredda, rendendola mite all’amico. Non c’è vian-dante, indigeno o viaggiatore, che non trovi in questa comu-nità di salesia-ni e volontari

a P a r e r m i o

dell’operazione Mato Gros-so, un confortante tè caldo e un po’ di cibo anche per lo spirito. Fra questi paesaggi montani si narrano storie di uomini, donne, sacerdoti de-voti a Dio e all’umanità (che poi, non vuol dire la stessa cosa?), pionieri del coraggio che dedicano la loro vita ai fi-gli di nessuno, agli eredi sen-za fortuna del latifondismo estremo e a tutti coloro che, persi nelle tenebre dell’oblio, hanno bisogno di una gui-da. Questi anonimi eroi del-le Ande non vedranno i loro nomi incisi sui libri di sto-ria. Ma i loro gesti semplici di amore fraterno saranno al-trettanto immortali, traman-dati di generazione in genera-zione, di carezza in carezza, di conforto in conforto. ¬

di claudia corini

[email protected]

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