Popolis - Ottobre 2012

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Popolis è l'house organ di Cassa Padana Bcc

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I N P R I M O P I A N O

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A SCUOLA FUORI DA SCUOLALE PROPOSTE DIDATTICHE DI PALAZZO CIGOLA,

CASTELLO DI PADERNELLO

E FONDAZIONE DOMINATO LEONENSE

Come ogni anno, i tre soggetti culturali della Bassa Bresciana che fanno riferimento a Cassa Padana – Fondazione Domina-

to Leonense, Palazzo Cigola Martinoni e Fondazione Castello di Padernello – propongono percorsi didattici gratuiti di approfondimento per le scuole primarie e secondarie.

Ecco qui le proposte.

FONDAZIONE DOMINATO LEONENSE Leno

Percorsi Storici

Benedetto, dal 758 d.C. al 1783: il Mona-

stero di San Benedetto di Leno, fondato dal re longobardo Desiderio con l’ap-poggio dell’Abbazia di Montecassino nel 758 d.C., possiede una storia millenaria e gloriosa. Scopriamola insieme.

-le: l’Abbazia era situata lungo la via Francigena, il più antico e trafficato percorso medioevale seguito da coloro che, dall’Inghilterra e dalla Francia, in-tendevano raggiungere Roma e la Terra Santa; questa “via” è stata dichiarata, nel 1994, “Itinerario Culturale del Con-siglio d’Europa”.

-

di Paola Zani e Daniela Iazzi

[email protected]@fondazionedominatoleonense.it

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lezza delle crescenti situazioni di indebi-tamento delle famiglie, è nata la favola illustrata “La sfida dei cincilli” di Lidia Laffranchini, destinata ai bambini delle scuole elementari.

Il percorso relativo al risparmio ha la durata di

1 ora e mezza (in aula). Gratuito.

Periodo: tutto l’anno. Info e prenotazioni:

[email protected]

Tel.: 331 6415475 – 030 9038463

PALAZZO CIGOLA MARTINONI Cigole

Dal 2011 Cassa Padana gestisce lo spazio museale di Palazzo Cigola Marti-noni e ha creato delle collaborazioni per rendere fruibile il Museo Multimediale RAìS, sui temi della cultura rurale e del gioco storico, ai bambini di ogni età.

Per le scuole dell’infanzia vengono proposte semplici visite guidate alle stanze del museo, abbinate ai laboratori proposti da Lesic, il centro di formazione dell’ADASM-FISM di Brescia che lavora con i bambini per sviluppare le loro abi-lità pratiche e creative.

Per i ragazzini della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, c’è la possibilità di effettuare solo la visi-ta guidata (4,00 euro a bambino) oppure di abbinarla a laboratori didattici che si articolano su diverse tematiche quali il gioco della tradizione, il gioco storico, la cultura rurale, l’ecologia, la fiaba e i burattini, le espressioni corporee, l’arte, la scrittura e il tema dell’acqua in colla-borazione con Valerio Gardoni.

Ogni tematica viene affrontata con diversi laboratori, ad un costo di 6,00 euro a bambino fino ad un massimo di

9,00 euro per la visita completa alle due sezioni del museo con la scelta di due laboratori.

E per chi volesse organizzare una vera e propria gita scolastica di una giornata intera, proponiamo diverse soluzioni: dall’atmosfera rinascimentale del Pa-lazzo, con una vera e propria caccia al tesoro, a quelle in abbinamento ad altre realtà del territorio, come il Castello di Padernello o il Caseificio Zani. I costi va-riano dai 9 ai 12 euro. C’è la possibilità di fare un pranzo al sacco o di trovare tutto allestito per degustare prodotti legati alla biodiversità animale e vegetale della Cooperativa sociale agricola l’Antica Terra, ad un costo aggiuntivo di 7 euro a bambino. E se c’è bel tempo? Quale migliore occasione di vivere il fantastico parco del palazzo attrezzato con bagni, giochi e zone d’ombra il tutto gratuita-mente senza costi aggiuntivi.

Info e prenotazioni

www.palazzocigolamartinoni.it

tel. 338 5098504

FONDAZIONE CASTELLO DI PADERNELLO

Borgo San Giacomo

Oltre alla visita al castello, con la sua storia e i suoi segreti, la Fondazione propone laboratori didattici, variamente modulati in base all’età, volti ad appro-fondire i saperi e le abitudini dell’uomo medioevale. Tra quelli proposti:

-

orme degli amanuensi e La fiaba. Anche in questo caso il costo varia dai 3 euro per la sola visita al castello ai 5 euro per la visita al castello e alla mostra in corso. I laboratori, invece, incidono per 3 euro. C’è la possibilità di organizzare anche un’intera giornata.

Info e prenotazioni: 030 9408766

www.castellodipadernello.it

:l’attività contempla l’esposizione del contesto storico sociale in cui è nato e si è diffuso il monachesimo benedettino per arrivare ad un focus sul nostro ter-ritorio quale zona altamente influenzata dai benedettini e dalla loro regola.

I tre percorsi sono rivolti a tutte le classi di età.

Durata: 1 ora per modulo. Gratuiti.

Percorso di Educazione al Risparmio

per un uso consape-vole del denaro. Una lezione interattiva rivolta alle classi della scuola primaria. Partendo dall’analisi e dalla consapevo-

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BADIA POLESINE,FRA AGRICOLTURA E FUTURO,

gurata ed aperta al pubblico nel luglio 2003 nel nuovo insediamento urbano, edificato tra la fine anni ‘80 e l’inizio anni ‘90, fuori dal centro storico. Dall’1 gen-naio 2012 Banca Veneta 1896 è confluita in Cassa Padana. La fusione ha portato la banca a essere punto focale e di rife-rimento del territorio. La solidità patri-moniale di Cassa Padana permetterà di essere competitivi sul mercato, anche in congiunture economiche negative, come quella che stiamo vivendo in questo momento.

La tipologia di clientela di Badia

Badia Polesine, in provincia di Rovigo, sorge sulla riva destra del fiume Adige e deve il suo nome all’Abbazia della Van-

gadizza, importante monastero bene-dettino fondato prima dell’anno Mille in località Vangadizza e soppresso nel 1810 durante la dominazione francese. Confi-na con le province di Verona, Comune di Castagnaro e Padova, Comune di Masi; compreso le quattro frazioni il numero di abitanti supera le 10 mila unità.

La filiale di Badia Polesine della Cassa Rurale del Basso Veronese venne inau-

di Franco Poli | [email protected]

L A F I L I A L E

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Polesine è principalmente privata. Non mancano, però, anche ditte individuali, artigiani e commercianti. Le aziende sono poche, ma rilevanti. I prodotti principali che vengono richiesti sono: conti correnti, carte di debito, investi-menti finanziari, mutui. Attualmente nel territorio di Badia si riconoscono diverse aree produttive, come la zona industriale di Crocetta, a ridosso della superstrada e ancora in via di espansione. I settori di produzione spaziano dall’artigianato del mobile all’industria alimentare, dai pani-ficati artigianali all’industria pasticcera, dalla moderna industria farmaceutica ai manufatti edili, dall’industria meccanica all’elettromeccanica, dalle vetrerie alla fonderia, una delle prime importanti industrie sorta alla fine degli anni Cin-quanta.

A completare il quadro eco-nomico, oltre 350 aziende agricole.

La vita sociale di Badia Polesine è animata da di-verse mani-festazioni ed eventi

culturali: dalla “Sagra nazionale degli aquiloni”, che si svolge il 25 aprile, ar-rivata alla 52esima edizione, al “ , giunto al ragguardevole traguardo

delle 66 candeline.

Attualmente in Badia Polesine sono presenti in totale 11 sportelli bancari. La filiale di Cassa Padana è composta da 5 dipendenti.

Le masse a inizio agosto 2012 erano queste: raccolta diretta 18.215.000,00 euro, raccolta indiretta 11.899.000,00 euro, impieghi 20.121.000,00 euro.

NOTTI DA PIPISTRELLI

Agli occhi dei profani esiste un solo pipistrello. Quello che vediamo volare sulle

nostre teste quando d’estate si fa sera. E invece sono molteplici le specie di

questo chirottero così utile al nostro ambiente e alla fine così poco conosciuto. Ecco

perché rimarrà per molti una serata indimenticabile la ”Notte del Pipistrello”, che

si è tenuta lo scorso luglio nell’ottocentesca Corte Rossi a Masetti di Badia Polesine.

L’incontro concludeva una particolare ricerca quinquennale, promossa dal WWF

di Rovigo, iniziata nel 2008 con l’obiettivo di individuare la Chirotterofauna della

provincia e resa anche possibile grazie all’impegno di una dozzina di volontari che

hanno svolto un’indagine sui rifugi riproduttivi e sulle varie specie di Chirotteri

che popolano il territorio polesano. Prima del 2008 si conoscevano il Pipistrello

albolimbato, Pipistrello di Savi e Serotino comune. Dopo la ricerca si sono aggiunge

il Vespertilio di Dowbenton, la Nottola comune, la Nottola di Leysler, il Molosso

del Cestoni, il Pipistrello nano e una specie non identificata. In questi anni attorno

al pipistrello sono nate tante iniziative, dall’attività didattica, alla realizzazione di

Batbox fino alla salvaguardia di 400 grandi piante nella golena di Villa d’Adige, resa

possibile grazie all’individuazione della Nottola comune e dell’Allocco (nidificante).

Entrambe le specie sono in pericolo

perché hanno bisogno di piante

vetuste e di grosso fusto per

riprodursi. Proprio come quelle

salvate a Villa d’Adige.

INFO www.wwfrovigo.it

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Da sinistra, in piedi,Cristina Giro e Enrico Rossi. Al centro Franco Poli

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NEL TERRITORIO A F E R R A R A

ARTE E CULTURA PER USCIRE DALLA CRISI

di Macri [email protected]

Ferrara a cinque mesi dal terremoto

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Le notizie storiche riguardanti il paese di Cevo sono molto scarse e approssimative a causa delle continue calamità, frane ed incendi, che hanno distrutto quasi tutto ciò che vi era d’antico nella Valle di Saviore.

Durante il primo conflitto mondiale, i monti di Cevo furo-no teatro, come del resto tutti gli altri monti dell’Adamello, di sanguinosi combattimenti tra i soldati italiani ed austriaci.

Durante l’ultimo conflitto mondiale, il paese divenne centro organizzativo della 54° Brigata Garibaldi e subì la quasi totale distruzione per mano delle milizie nazifasciste. Oggi il paese è risorto grazie, soprattutto, al sacrificio dei suoi abitanti che per ricostruirsi la casa furono costretti ad emigrare.

Posto al limitare ovest di Cevo, il dosso dell’Androla, dalla sua splendida posizione panoramica, domina la media Valle Camonica da Forno Allione a Breno.

Nella seconda metà del XVIII secolo sorse, sulla sommità del Dosso, una cappella dedicata alla Beata Vergine di Cara-vaggio. Fu realizzata o per semplice devozione o per segno di ringraziamento alla Madonna per aver salvato Cevo da una delle tante pestilenze e carestie che allora infestavano la Valle Camonica e per fugare le ultime “strie” (streghe) che, nella fantasia di molti, ancora impazzavano di tanto in tanto sui prati dell’Androla. La data di costruzione risale probabilmen-te al 1753.

Il Dosso, dal 2005, ospita uno dei monumenti simbolo della Valle Camonica, la Croce del Papa, ideata dall’artista Enrico Job per la commemorazione del centenario della nascita del Papa bresciano Paolo VI e della celebrazione del rito di beati-ficazione del venerato Giuseppe Tovini.

Perché la Croce a Cevo? I motivi che mossero il Comitato

che si era formato in onore di Paolo VI, ad accogliere la do-manda della comunità di Cevo, sono riassunti in un verbale: “

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-

La grande Croce ben si inserisce nella tradizione Camuna, ricca

E così il grande Crocifisso ricurvo sul mondo – che secondo le intenzioni dell’artista doveva diventare qualcosa di altret-tanto significante dello stadio ove inizialmente era stata posto in occasione della visita del Santo Padre a Brescia – il 5 no-vembre 2005 prende dimora sul Dosso dell’Androla.

Le dimensioni della statua hanno comportato qualche pro-blema di trasporto e collocazione, con una momentanea siste-mazione sul sagrato della chiesa parrocchiale, luogo di pas-saggio e qualche volta anche chiassoso che per alcuni giorni è stato silenzioso punto di raccoglimento e di preghiera.

Nei prossimi mesi dovrebbero partire i lavori di ristruttu-razione della cappella dell’Androla, che consentiranno di rea-lizzare una cripta per la preghiera e finalmente di ultimare le importanti opere di sistemazione dell’intera area.

La Croce, una delle meraviglie italiane, è meta ogni anno di pellegrinaggi e visite ed è al centro di un ricco calendario di iniziative proposte dall’associazione culturale Croce del Papa, nata proprio per favorire la conoscenza dell’importante sito storico e religioso.

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I N O S T R I P R O G E T T I

A B R E S C I A

sono sotto gli occhi di tutti. La chiesa è tornata ad essere punto di riferimento di tutta la zona, restituendo agli abitanti del circondario una parte di se stessi, la possibilità di riannodare i fili con una vicenda millenaria e di ritrovare un’iden-tità perduta.

Storia, infatti, di quasi due millenni quella della chiesa del Pluda. Lo hanno accertato gli scavi della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Brescia e gli studi dei vari esperti, che con scrupolo ne han-no esaminato le caratteristiche artistiche e architettoniche e, analizzando le fonti documentarie, ne hanno ricostruito la storia, segnata da rovine e rinascite in una sequenza secolare che giunge fino ai nostri giorni.

Le vicende della sua storia si in-quadrano, così, nel più ampio pro-cesso che ha segnato il passaggio dalla religiosità precristiana al

LA STORIAMILLENARIA DELLA CHIESADEI SANTI NAZZARO E CELSODI LENOdi Angelo Baronio

Presentazione degli atti del convegno

Iresti diroccati della chiesa dei San-ti Nazzaro e Celso del Pluda nella campagna di Leno, sull’antica via per Calvisano, stringevano il cuore

di chi, fino a pochi anni fa, passando ne scorgeva, tra gli alberi, il profilo cadente.

Due volte meritorio, dunque, l’inter-vento della Fondazione Dominato Leo-nense, che, dopo il complesso percorso per recuperarne la proprietà, al fine di programmare il restauro e la valorizza-zione, ne ha voluto studiare le origini e la storia.

I risultati dell’intervento di restauro

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I N O S T R I P R O G E T T I

A V E R O N A

CARPI D’ADIGE,UN ORTO PER LA SCUOLAdi Barbara Ponzoni | [email protected]

La scuola è ricominciata e si è pronti a nuove avventure. E anche a tirare le som-me delle iniziative concluse. Come quella avviata nell’anno scolastico 2011/2012 da

Cassa Padana, in collaborazione con la direzione didattica di Villa Bartolomea: la col-tivazione dell’orto botanico, vicino agli uffici della Cassa Padana, da parte degli alunni delle classi seconda e terza della Scuola Elementare Padre Giuliani di Carpi di Villa Bartolomea.

Lo spazio dedicato a quest’iniziativa, iniziata 4 anni fa, è di circa 500 mq. Le maestre referenti del progetto sono Noris Tegazzin e Cristina Zamperlin.

Al progetto hanno partecipato una quarantina di bimbi che ci lavorano dalla prima-vera fino alla fine della scuola, a giugno. Vengono piantate carote, ravanelli, bietole, lattuga, rucola e raccolte prima dell’estate. I giovani pollici verdi, opportunamente equi-paggiati ed attrezzati di annaffiatoi, zappe e rastrelli, hanno effettuato i lavori di riordi-no verificando, nel contempo, lo stato di salute e la maturazione degli ortaggi, sotto il controllo vigile delle insegnanti e la successiva supervisione di alcuni “nonni” del paese.

Tutto ciò per far rivivere la tradizione della coltivazione della terra e la soddisfazione nel raccogliere i frutti che essa offre, grazie anche al lavoro e all’impegno di ciascuno.

Alunni delle classi seconda e terza della Scuola Elementare Padre Giuliani di Carpi di Villa Bartolomea

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Gentile direttore,

ho letto sul numero di Popolis di settembre

tristezza mi rendo conto di quanto sia facile fare demagogia illustrando situazioni e realtà proponendole solo parzialmente. Ciò che è scritto

prendere in considerazione la storia millenaria che

erano in origine i suoi confini (per esempio, poca parte del territorio chiamato Palestina è attualmente

La leggerezza di un giudizio affrettato nasconde

continuamente fermati kamikazes pronti a far saltare

a scuola, al bar, a passeggiare, mentre cercano di

il mondo occidentale. Conosco mamme che mandano a scuola i figli in orari e su bus differenti

la preparazione acquisita, ecc. Cosa farebbe Lei se

cercherebbe di difendersi in qualsiasi modo?

una scolarizzazione ai bambini, non ci sono scuole

è la stessa terra? Mi chiedo perché poche persone

finanziamenti internazionali dati alle Organizzazioni Palestinesi affinchè costruissero infrastrutture e

sicuramente non può esaurirsi con poche righe, mi auguro però che le argomentazioni trattate possano in qualche modo stimolare la sua curiosità esortandoLa ad approfondire le problematiche esposte, affinchè in un futuro si possano leggere su Popolis articoli meno di parte e più documentati.

Daniela Colombo Brescia

PALESTINA E ISRAELE, IL DIFFICILE CAMMINO DELLA PACE

L E T T E R E A P O P O L I S

Gentilissima signora Colombo,

grazie per queste sue parole. Il nostro articolo non voleva affatto essere esaustivo di una realtà, che come lei ben sa, è di una complessità estrema. Non ho la competenza per trovare le ragioni dell’uno e i torti degli altri. E viceversa. È vero quello che lei scrive:

Ho scritto quello che ho visto. Ho raccontato solo una storia legata al percorso futuro di un muro già lungo più di 700 km. Una storia che coinvolge l’unica vera comunità cristiana della Palestina. Purtroppo gli insediamenti israeliani in territorio palestinese sono una realtà contro il diritto internazionale e contro accordi precisi. Non sono una mia opinione. E la costruzione del muro a loro difesa, una conseguenza.Credo che gli israeliani abbiano tutti i diritti storici e psicologici di avere paura e di difendersi. Ma senza obbligare a vivere in una prigione con pochi diritti migliaia e migliaia di persone. Non mettiamoci neppure a fare i conti dei morti da una parte o dall’altra. Il cammino della pace non se ne gioverebbe. Quanto alla ricchezza dei palestinesi, si sa che a pagare sono sempre i derelitti. Ovunque nel mondo. Anche in Palestina.

Macri Puricelli direttore di Popolis

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