LA PIAZZA D'ITALIA 1-15/16-31 Marzo 2008 - Anno XLV - NN. 29-30

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Poste Italiane SpA- Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/16-31 Marzo 2008 - Anno XLV - NN. 29-30 0,25 (Quindicinale) In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina — Fondato da Turchi — COPIA OMAGGIO John McCain — a pagina 3 — ESTERI Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 LA PIAZZA D’ITALIA www.lapiazzaditalia.it LA PIAZZA D’ITALIA di FRANZ TURCHI — a pagina 5 — CULTURA Ricco, continuamente aggiornato: arriva finalmente sul web il nuovo punto di riferimento per i giovani e per un nuovo modo di fare politica in Italia www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti Credo ad oggi che la campagna elettorale ab- bia espresso il peggio dei programmi e dei personaggi. Non si è infatti ancora parlato, se non a sprazzi, di programmi e idee per il Paese, che purtroppo arranca a liv- ello nazionale e inter- nazionale fra una crisi sui rifiuti e una sulla mozzarella di bufala. I candidati dovrebbero scontrarsi molto di più sui programmi e sul- le cose da fare in Economia, nel sociale, per la sicurezza e per l’ambiente e che tutto questo non resti solo sulla carta ma in con- creti dibattiti facendo comprendere cosa si farà e soprattutto come, o meglio se ci sono le risorse, e quali, per mantenere gli impegni che si annunciano. In questo momento è “vox populi” che l’unico che possa cambiare passo sia il “Cavaliere”, con la sua creatività e determinazione. Ma è ingiusto che ricada solo su di lui la respons- abilità del tutto, compre- sa in questo la problem- aticità delle tematiche da affrontare. Comunque, nell’attesa che il nostro dia la cari- ca alle “truppe”, ma soprattutto speranza al nostro Paese di uscire dall’angolo nel quale la sinistra negli ultimi 20 mesi ci ha messo, ognuno di noi incominci a confrontarsi in famiglia e sul lavoro sui pro- grammi e faccia passare un messaggio: credi al nostro Paese? Allora vai a votare e vedi di guardare dal lato di chi può fare forse qualcosa. Silvio Berlusconi. Karl Popper Il teatrino della politica si presenta agli elettori Il voto utile A l v o t o Il programma del PDL si fonda su sette missioni che puntano a modernizzare il Paese e a rilanciare il suo sistema eco- nomico. In particolare è previ- sto il rilancio dello sviluppo, il sostegno alle famiglie, mag- giore sicurezza e giustizia, qualità dei servizi ai cittadini, interventi mirati nel Sud del Paese, il federalismo e un piano straordinario di finanza pubblica. Per quanto concerne le misu- re previste a sostegno delle famiglie occorre precisare che tali misure si concentrano sulla famiglia, che appunto è al centro del programma del PDL. Le forze politiche del centro-destra ritengono che il profilo fiscale delle famiglie sia uno degli elementi propul- sori dello sviluppo economi- co. In particolare indirizzano gli interventi verso un gradua- le abbassamento della pressio- ne fiscale, principalmente attraverso la totale eliminazio- ne dell’ICI sulla prima casa, senza oneri per i Comuni, una progressiva introduzione del “quoziente familiare” che tiene conto della composizio- ne del nucleo familiare, l’abo- lizione delle tasse sulle suc- cessioni e sulle donazioni reintrodotte dal Governo Prodi; progressiva riduzione della pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo in attuazione dei princi- pi contenuti nella Legge dele- ga per la riforma fiscale del governo Berlusconi; graduale e progressiva tassazione sepa- rata dei redditi da locazione; rafforzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale. Un “piano casa” per costruire alloggi per i giovani e per le famiglie che ancora non dispongono di una casa di proprietà attraverso lo scam- bio tra proprietà dei terreni e concessioni di edificabilità. Riduzione del costo dei mutui bancari delle famiglie, renden- done conveniente la ristruttu- razione da parte delle banche. A seguito di questa mera elen- cazione si possono scorgere delle misure di intervento fon- damentali e rivoluzionarie per il sistema economico e sociale del Paese. Si pensi all’abolizio- ne dell’ICI sulla prima casa, una tassa sugli immobili che indebolisce il potere di acqui- sto delle famiglie. Se un com- Meno tasse A pagina 2 Finalmente a meno di un mese dalla scadenza elettorale antici- pata la coalizione di centro sini- stra guidata da Veltroni e quella di centro destra capeggiata da Berlusconi –le due aggregazioni che hanno cioè maggiori possi- bilità di vittoria il prossimo 13 e 14 Aprile- hanno presentato i programmi elettorali che sotto- porranno al giudizio dei cittadi- ni italiani. Il primo tra i contendenti a pre- sentare le proprie proposte per far uscire l’Italia dalla situazione di empasse in cui l’ha cacciata la congiuntura economica mon- diale e lo sciagurato governo biennale di Romano Prodi è stato, e non poteva essere altri- menti, il Partito Democratico, attraverso il suo candidato alla premiership Walter Veltroni. Ad essere sinceri questa volta la coalizione che sostiene l’oramai ex sindaco di Roma ha fatto decisamente meglio - almeno riguardo la lunghezza- rispetto al programma di ben 281 fogli che fu presentato due anni fa in occasione della candidatura del Professore. Infatti questa volta le pagine – tra il tripudio alme- no dal punto di vista dei com- mentatori politici e dei “lettori- elettori”- sono solo qualche decina raggruppate in dodici punti principali. Si parte dalla Finanza pubblica affermando che se i cittadini faranno la “grazia”- anzi il mira- colo- di mandare Veltroni al Governo del Paese, si spenderà meno e meglio per la Pubblica amministrazione. Ci sarà final- mente l’informatizzazione dei Pubblici Uffici, si abolirà lo spoil-system , si inizierà a valu- tare seriamente la produttività della macchina amministrativa a cui si potrà accedere solo attra- verso concorsi pubblici. Come però convincerà i sindacati della bontà di tali proposte il buon Veltroni nel suo “Bignami” dell’arte del buon governo non lo spiega. Si, per- ché ottenere l’imprimatur della triade sindacale a tali proposte sembra quasi impossibile. Intanto perché è stato proprio grazie ai sindacati che negli anni le Pubbliche Amministrazioni di tutta Italia si sono ingolfate di cassa-integrati o lavoratori socialmente utili in uscita dalle industrie private a cui si doveva trovare una siste- mazione passando sopra ad ogni discorso riguardante la meritocrazia, i concorsi e le capacità. Riguardo poi la valuta- zione sulla produttività degli uffici, essa negli anni si è tra- A pagina 2 Pdl: programma incentrato sulla pressione fiscale

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Il voto utile. Il teatrino della politica si presenta agli elettori. - Marzo 2008 LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Turchi 1-15/16-31 Marzo 2008 - Anno XLV - NN. 29-30 € 0,25 (Quindicinale)

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Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/16-31 Marzo 2008 - Anno XLV - NN. 29-30 € 0,25 (Quindicinale)

In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romaninaper la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-ItalyAbb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina

— Fondato da Turchi —

COPIA OMAGGIO

John McCain

— a pagina 3 —

ESTERI

Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727

LA PIAZZA D’ITALIA

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LA PIAZZA D’ITALIA

di FRANZ TURCHI

— a pagina 5 —

CULTURA

Ricco, continuamente aggiornato: arrivafinalmente sul web il nuovo punto

di riferimento per i giovani e per unnuovo modo di fare politica in Italia

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

Credo ad oggi che lacampagna elettorale ab-bia espresso il peggiodei programmi e deipersonaggi.Non si è infatti ancoraparlato, se non asprazzi, di programmi eidee per il Paese, chepurtroppo arranca a liv-ello nazionale e inter-nazionale fra una crisisui rifiuti e una sullamozzarella di bufala.I candidati dovrebberoscontrarsi molto di piùsui programmi e sul-le cose da fare inEconomia, nel sociale,per la sicurezza e perl’ambiente e che tuttoquesto non resti solosulla carta ma in con-creti dibattiti facendocomprendere cosa sifarà e soprattutto come,o meglio se ci sono lerisorse, e quali, permantenere gli impegniche si annunciano.In questo momento è“vox populi” che l’unicoche possa cambiarepasso sia il “Cavaliere”,con la sua creatività edeterminazione.Ma è ingiusto che ricadasolo su di lui la respons-abilità del tutto, compre-sa in questo la problem-aticità delle tematiche daaffrontare.Comunque, nell’attesache il nostro dia la cari-ca alle “truppe”, masoprattutto speranza alnostro Paese di usciredall’angolo nel quale lasinistra negli ultimi20 mesi ci ha messo,ognuno di noi incomincia confrontarsi in famigliae sul lavoro sui pro-grammi e faccia passareun messaggio: credi alnostro Paese? Allora vaia votare e vedi diguardare dal lato di chipuò fare forse qualcosa.Silvio Berlusconi.

Karl Popper

Il teatrino della politica si presenta agli elettori

Il voto utile

Al voto

Il programma del PDL si fondasu sette missioni che puntanoa modernizzare il Paese e arilanciare il suo sistema eco-nomico. In particolare è previ-sto il rilancio dello sviluppo, ilsostegno alle famiglie, mag-giore sicurezza e giustizia,qualità dei servizi ai cittadini,interventi mirati nel Sud delPaese, il federalismo e unpiano straordinario di finanzapubblica.Per quanto concerne le misu-re previste a sostegno dellefamiglie occorre precisare chetali misure si concentranosulla famiglia, che appunto èal centro del programma delPDL. Le forze politiche delcentro-destra ritengono che ilprofilo fiscale delle famigliesia uno degli elementi propul-sori dello sviluppo economi-

co. In particolare indirizzanogli interventi verso un gradua-le abbassamento della pressio-ne fiscale, principalmenteattraverso la totale eliminazio-ne dell’ICI sulla prima casa,senza oneri per i Comuni, unaprogressiva introduzione del“quoziente familiare” chetiene conto della composizio-ne del nucleo familiare, l’abo-lizione delle tasse sulle suc-cessioni e sulle donazionireintrodotte dal GovernoProdi; progressiva riduzionedella pressione fiscale sotto il40% del prodotto internolordo in attuazione dei princi-pi contenuti nella Legge dele-ga per la riforma fiscale delgoverno Berlusconi; gradualee progressiva tassazione sepa-rata dei redditi da locazione;rafforzamento delle misure di

contrasto all’evasione fiscale.Un “piano casa” per costruirealloggi per i giovani e per lefamiglie che ancora nondispongono di una casa diproprietà attraverso lo scam-bio tra proprietà dei terreni econcessioni di edificabilità.Riduzione del costo dei mutuibancari delle famiglie, renden-done conveniente la ristruttu-razione da parte delle banche.A seguito di questa mera elen-cazione si possono scorgeredelle misure di intervento fon-damentali e rivoluzionarie peril sistema economico e socialedel Paese. Si pensi all’abolizio-ne dell’ICI sulla prima casa,una tassa sugli immobili cheindebolisce il potere di acqui-sto delle famiglie. Se un com-

Meno tasse

A pagina 2

Finalmente a meno di un mesedalla scadenza elettorale antici-pata la coalizione di centro sini-stra guidata da Veltroni e quelladi centro destra capeggiata daBerlusconi –le due aggregazioniche hanno cioè maggiori possi-bilità di vittoria il prossimo 13 e14 Aprile- hanno presentato iprogrammi elettorali che sotto-porranno al giudizio dei cittadi-ni italiani.Il primo tra i contendenti a pre-sentare le proprie proposte perfar uscire l’Italia dalla situazione

di empasse in cui l’ha cacciatala congiuntura economica mon-diale e lo sciagurato governobiennale di Romano Prodi èstato, e non poteva essere altri-menti, il Partito Democratico,attraverso il suo candidato allapremiership Walter Veltroni.Ad essere sinceri questa volta lacoalizione che sostiene l’oramaiex sindaco di Roma ha fattodecisamente meglio - almenoriguardo la lunghezza- rispettoal programma di ben 281 fogliche fu presentato due anni fa in

occasione della candidatura delProfessore. Infatti questa voltale pagine – tra il tripudio alme-no dal punto di vista dei com-mentatori politici e dei “lettori-elettori”- sono solo qualchedecina raggruppate in dodicipunti principali.Si parte dalla Finanza pubblicaaffermando che se i cittadinifaranno la “grazia”- anzi il mira-colo- di mandare Veltroni alGoverno del Paese, si spenderàmeno e meglio per la Pubblicaamministrazione. Ci sarà final-

mente l’informatizzazione deiPubblici Uffici, si abolirà lospoil-system , si inizierà a valu-tare seriamente la produttivitàdella macchina amministrativa acui si potrà accedere solo attra-verso concorsi pubblici. Comeperò convincerà i sindacatidella bontà di tali proposte ilbuon Veltroni nel suo“Bignami” dell’arte del buongoverno non lo spiega. Si, per-ché ottenere l’imprimatur dellatriade sindacale a tali propostesembra quasi impossibile.

Intanto perché è stato propriograzie ai sindacati che neglianni le PubblicheAmministrazioni di tutta Italia sisono ingolfate di cassa-integratio lavoratori socialmente utili inuscita dalle industrie private acui si doveva trovare una siste-mazione passando sopra adogni discorso riguardante lameritocrazia, i concorsi e lecapacità. Riguardo poi la valuta-zione sulla produttività degliuffici, essa negli anni si è tra-

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Pdl: programma incentrato sulla pressione fiscale

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LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

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V-DAY: editoria nel mirino di Beppe Grillo,presentati 3 Nnuovi quesiti referendari inRoma, 14 mar. (Adnkronos) - Beppe Grillo di nuovo alla riscossa. Stamattina,infatti, il comico genovese si e' presentato in Cassazione per depositare tre nuoviquesiti referendari. In particolare, come ha spiegato lo stesso Grillo, con il primodei quesiti si intende abrogare l'Ordine dei giornalisti; successivamente la cam-pagna del comico genovese punta all'abolizione di tutti i fondi per l'editoria.Infine, si vuole abolire la legge Gasparri sulle telecomunicazioni. Per raggiun-gere l'obiettivo Grillo fa sapere che sono gia' state stampate 3 milioni di schede.

Aborto: Ferrara a Sofri, risponderò a rate Bologna, 12 mar. - (Adnkronos) - Giuliano Ferrara lo fara' di certo, rispondera'ad Adriano Sofri che sta per pubblicare un phamplet di 160 pagine dal titolo'Contro Giuliano', nel quale sottolinea che moratoria contro l'aborto non vuoledire nulla e, soprattutto, che la sua iniziativa avrebbe avuto ampio margine diadesione e condivisione se fosse stata lanciata contro la violenza delle demogra-fie forzate e la soppressione delle bambine.

PDL: la russa, su Ciarrapico leggete la Jena Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - "Leggete la Jena su 'La Stampa'". L'invito arrivada Ignazio La Russa a proposito del caso della candidatura di GiuseppeCiarrapico. "Quando Ciarrapico ando' al congresso del Partito democratico cifurono scandali e proteste? Ve li ricordate? Io no, lui nemmeno", aggiunge l'e-sponente di An arrivando alla riunione dei candidati del Pdl.

mutata sempre in un indiscri-minato aumento dello stipen-dio per tutti, grazie proprioall’azione dei Sindacati confe-derali.Per quanto riguarda il Fiscoinvece il partito democraticopropone di istituire detrazionipiù alte dell’Irpef, meno tassesui salari e introdurre una con-sistente semplificazione fiscaleper oltre 2 milioni di imprendi-tori e avviare il federalismofiscale. Se tutto ciò sarà ottenu-to tramite l’esperienza diVincenzo Visco questo aglielettori italiani non è stato spe-cificato. Spiegare poi ai cittadi-ni di volere il federalismofiscale dopo che poco meno diun anno fa le forze di centrosi-nistra hanno contribuito adaffossare un referendum cheprevedeva tutto ciò sarà certa-mente per Veltroni un compitoassai improbo, specialmentenei confronti dei cittadini delleregioni del Nord.Riguardo la risoluzione deiproblemi del SistemaGiudiziario italiano il program-ma dei partiti che sostengonoVeltroni propone di ridurre itempi delle sentenze ottimiz-zando le risorse a disposizionedel Ministero della Giustiziaattraverso, ad esempio ,l’accor-pamento di tribunali e ridistri-buendo i magistrati nei Fori, inaltre parole chiudendo sedigiudicate periferiche ed ingol-fando ancor di più quelle prin-

cipali. Chissà se Di Pietro saràd’accordo su questo punto.Scorrendo il piano di governodel PD il l’eventuale elettoretrova poco o nulla di nuovoriguardo le tematiche ambien-tali, culturali, sociali o dellalotta all’immigrazione clande-stina rispetto al programma didue anni fa. Le solite coseinsomma. Si và dall’auspicatoaumento del quantitativo dienergia prodotto dal “solare”,all’auspicabile - per il centrosinistra - abbandono dello stiledi vita consumistico con relati-vo piano di raccolta differen-ziata dei rifiuti. Si parla questavolta dell’ambientalismo del“fare”(!): attraverso la costru-zione dei rigassificatori ma nondi termovalorizzatori, di cen-trali nucleari di quarta genera-zione- pedissequa ricopiatura,quest’ultima, del programmadel PdL - la costruzione digrandi opere, che però non siindicano; tutto questo natural-mente attuando una maggiorepartecipazione delle popola-zioni interessate a tali progetti,pubblicizzandoli anche attra-verso il web (sic!). Gli Italianicomunque saranno curiosissi-mi poi di vedere al momentoopportuno come le ammini-strazioni locali del PD, chegovernano assieme ai verdi esinistra radicale, affronterannoal momento del dunque la rea-lizzazione di tutto ciò. Nientedi nuovo anche per ciò cheriguarda la lotta ai clandestini.Infatti oltre al cambio del

nome ai centri di permanenzatemporanea in “centri di iden-tificazione e garanzia” trovia-mo la solita reintroduzionedella “sponsorizzazione” dellavoratore extra-UE da parte diassociazioni no-profit ed entilocali, magari con quelli gover-nati dal PD e sinistra radicaleche fungeranno da porta d’in-gresso rispetto a quelli guidatidal centro destra. Rispetto alleproblematiche della SistemaSanitario Nazionale nulla sipropone eccetto le solite for-mule sentite più volte: piùimprenditorialità meno politicauguale liste di attesa più corte.Niente di nuovo nei confrontidella ricerca scientifica che dueanni di governo Prodi hannofinito di distruggere e sullalotta alla criminalità.Infine riguardo alle tanto sban-dierate riforme istituzionali, ilprogramma di PD e IdV, siriduce a parlare dell’introdu-zione del sistema maggioritarioalla francese per l’elezione di470 deputati e 100 senatoriguardandosi bene di modifica-re un assetto dello Stato ormaidecrepito.Il programma del centro-destraoltre a non contenere scopiaz-zature di quello del centro sini-stra, ha in se molte luci maanche qualche ombra.Iniziamo allora dagli aspettiche il cittadino troverà sicura-mente degni di essere intro-dotti nel così detto “sistemaItalia”. Innanzi tutto il superamento

del bicameralismo perfetto e laconseguente diminuzione deiparlamentari e la sostituzionedel Senato con una cameradelle Regioni che si occupiesclusivamente di legiferarenorme riguardanti tematiche“locali”. Inoltre si reintrodur-rebbero finalmente nel sistemaelettorale le preferenze o insubordine si istituzionalizze-rebbero le primarie, ma inquest’ultimo caso con la ten-denza dei Partiti a far scenderein pista solo determinati“cavalli” si sminuirebbe la realepossibilità di scelta del corpoelettorale, infatti le primariepotrebbero per forza coinvol-gere un numero minore dicandidati rispetto ad elezioni“aperte”. Il programma del PdLtace però riguardo le preroga-tive e i poteri che avrebberosia il Premier che il Presidentedella Repubblica in caso chevada in porto questo nuovoassetto istituzionale.C’è poi di nuovo la proposta diintrodurre la separazione tra lecarriere dei magistrati e inquesto caso tutti sperano chenon si perda tempo dietroquesta problematica bloccan-do l’attività politica di unGoverno intero come successenel precedente premierato diBerlusconi. Il problema princi-pale degli italiani non è certo ilmeccanismo di autoregola-mentazione giudiziario bensì ilsenso di insicurezza diffuso trala popolazione. In questa dire-zione ben venga la proposta di

costruire finalmente nuove car-ceri ma si metta pure manoalla Legge Gozzini – quellasulle pene accessorie alla car-cerazione - come indicato daFini, affinché tutti scontinoveramente la pena comminata-gli.Di positivo tra le proposte elet-torali del centro destra si trova-no ovviamente anche lacostruzione delle grandi opere- Mose a Venezia, TAV,Variante di valico, ponte sulloStretto - e l’auspicato ritorno alnucleare oltre che alla costru-zione di rigassificatori, termo-valorizzatori ed impianti foto-voltaici o eolici, che se previstetutte insieme potrebberosecondo i calcoli del Cavaliereportare 350 mila posti di lavo-ro oltre che far diminuire il gapinfrastrutturale ed energeticodell’Italia nei confronti deglialtri Partners dell’UE.Per ciò che riguarda l’impor-tante aspetto delle problemati-che economiche dei cittadini edelle imprese dello Stivale, ilPdL propone la progressivadiminuzione della pressionefiscale al 40% -anche se sem-brano un po’ vaghe le idee perattuarla-, l’abolizione dell’Icisulla prima casa - anche senon molto si dice su come leamministrazioni locali potran-no ovviare a tale diminuzionedi entrate -,l’ introduzione delcoefficiente familiare. Peccatopoi che poco si parli dell’even-tuale modifica dello Statuto deiLavoratori e del ripensamento

del ruolo dei sindacati - la veraforza conservatrice del Paese -che impedisce di stare al passodegli altri “competitor” interna-zionali riguardo la produttivitàdelle imprese e soprattuttodella pubblica amministrazio-ne vera palla al piede del“sistema Italia”. Tutto ciò,forse, per non scontentareall’interno del PdL , la partepiù filo-statalista del Partito.Tra i propositi dell’eventuale

Governo guidato daBerlusconi l’elettore ritroval’introduzione delle oramaifamose tre “i” nel sistema sco-lastico: inglese, informatica edimpresa. Anche se il problemaprincipale della scuola italianaè quello di trovare finalmenteun sistema di reclutamento eformazione dei professori - diogni ordine e grado - menogrottesco di quello attuale.Infine, in relazione alla lottaall’immigrazione clandestina laricetta del PdL prevede finan-ziamenti più consistenti alleForze dell’Ordine e la volontàdi proseguire in direzione diun rafforzamento della Bossi-Fini, anche se è prevista unariduzione dei tempi per otte-nere la cittadinanza italiana daparte dell’immigrato extra-UE -diminuirebbe infatti da 10 ad 8anni il periodo che deve tra-scorrere per ottenerla - e baste-rebbero 4 anni di residenza inItalia per poter votare alle ele-zione amministrative.

Giuliano Leo

ponente macroeconomicocomincia ad aumentare comefarebbe quello dei consumiqualora si fosse davvero un

aumento del potere di acqui-sto delle famiglie, il prodottointerno lordo subirebbe unincremento positivo, anchese non si potrebbe parlare diuna accelerazione. Se poiinsieme ai consumi comin-ciassero a rianimarsi gli inve-stimenti delle imprese e isalari dei lavoratori la ripresadell’economia sarebbe garan-tita. È plausibile che perrilanciare lo sviluppo occorreil verificarsi di una combina-zione integrata dei vari fatto-ri suindicati, ma è pur veroche per innescarlo occorronomisure che vadano in quelladirezione.Nel programma del PartitoDemocratico, invece, nelprofilo fiscale si parla di ridu-zione delle aliquote IRPEF, dicredito d’imposta per le lavo-ratrici, di meno tasse sul sala-rio di produttività, di sempli-ficazione fiscale per 2 milionidi imprenditori. La via dello sgravio fiscale èpossibile solo se i conti delloStato lo consentono, nelsenso che i conti pubblicidebbono quanto meno starein pareggio. Altrimenti lostato per riequilibrare il pro-prio bilancio dovrà o aumen-tare le entrate o diminuire laspesa. Il PDL interviene dallato della riduzione delleentrate fiscali o tributarie,questa è una voce che assor-be la maggior parte delleentrate pubbliche. La leva

fiscale determina una entrataper lo Stato ma una uscita dicassa per i cittadini. Da qui sievince che per perseguireuna riduzione fiscale occorretagliare gli sprechi e gli ele-vati costi della politica.Anche su questo aspetto ilPDL intende intervenire attra-verso una riduzione delnumero dei parlamentari eduna digitalizzazione dellaPubblica Amministrazione. Un altro obiettivo importantedel programma del PDL èrappresentato dalla migliora-

mento dei servizi sociali,attraverso la reintroduzionedel “bonus bebè” per soste-nere la natalità, la graduale eprogressiva riduzionedell’IVA sul latte, alimenti eprodotti per l’infanzia, asse-gnazione di libri di scuolagratuiti per le famiglie meno

agiate, estesa fino al 18°anno di età per garantire ildiritto/dovere all’istruzione.Ancora un’altra misura diintervento fondamentale perrilanciare i consumi dei pen-sionati, riguarda il progressi-vo aumento delle pensionipiù basse, il rafforzamentodella previdenza comple-mentare. Oggi in Italia abbia-mo assistito da circa due anniad una caduta libera delpotere di acquisto delle fami-glie, che a sua volta ha deter-minato una contrazione dei

consumi facendo rallentare lacrescita del sistema economi-co fino ad arrivare ad unacrescita prossima allo zero. Èsempre vero che ad incideresulla congiuntura di un siste-ma economico nazionale cisono anche fattori internazio-nali, come la brusca frenata

dell’economia americana, ilsuper apprezzamento delpetrolio, il rallentamentogenerale dell’economia euro-pea, ma il governo prodinon ha fatto nulla per evitareil peggio. La spesa pubblicaha subìto uno shok sia diqualità che di quantità, cioè èstato speso male e molto. Ilsostegno alle famiglie èvenuto a mancare, i salari deilavoratori sono stati massa-crati dall’inflazione, le impre-se hanno visto aumentare lapressione fiscale, è stata rein-trodotta la tassa sulle succes-sioni e sulle donazioni, èvenuta meno la fiducia nelfuturo da parte sia dei lavora-tori che delle imprese, in unquadro così pessimistico inpiù avallato da una congiun-tura negativa Prodi dovrebbespiegare agli italiani comeintendeva far ripartire l’eco-nomia non intervenendo sunulla. Dai programmi economicidei due maggiori schiera-menti candidati al Governodel paese, quello di centro-destra del Partito dellaLibertà e quello di centro-sinistra del PartitoDemocratico, si evince chia-ramente una differenza difondo: il PDL interviene ridu-cendo progressivamente letasse, cercando di far riparti-re i consumi delle famiglie,cercando di rilanciare lo svi-luppo economico, e cercan-

do di alleviare il peso di unacongiuntura negativa, percreare le condizioni di ripre-sa, il PD , invece, si concen-tra sulla produttività, sulle ali-quote IRPEF interventi che inprima battuta sembrerebberodeterminare riduzioni fiscalima che in seconda battutarichiedono una serie di rifor-me sia fiscali che del mercatodel lavoro non previste nelloro programma. L’ideologiadi fondo è che il PDL ha unimpianto programmatico fon-dato sulla crescita economicamentre quello del PD sul cri-terio della detrazione, ma perdetrarre occorre fare ladichiarazione dei redditimentre per pagare l’ICI nonoccorre provvedere ad alcunadempimento è una tassafissa che grava su tutto i pro-prietari degli immobili e inItalia circa l’80% della popo-lazione ha un diritto di pro-prietà sulla prima casa.Comunque il quadro degliinterventi sociali ed economi-ci tracciato nel programmadel PDL gode di una maggio-re concretezza e di unaarmonia di fattibilità piùattendibile vista la coerenzadelle misure previste, mentrequello del PD è scollegato,non prevede interventi inte-grati che solo attraverso unacorrelazione di effetti posso-no determinare lo sviluppo ela crescita economica di unPaese.

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M.O.: l'appello di Barghouti ad Hamas,unità necessaria per uscire dalla crisi(Adnkronos) "È necessario ripristinare l'unità nazionale palestinese, l'unitàdel popolo e quella dell'Anp". È l'appello che il leader di al-Fatah, MarwanBarghouti, lancia dal carcere israeliano di Hedarim, dove si trova dal 2002con la condanna a cinque ergastoli e 40 anni di reclusione per aver parteci-pato a operazioni contro cittadini israeliani. Barghouti si è detto convintoche è "giunto il momento di porre fine alle cause che hanno danneggiatogravemente la causa e gli interessi palestinesi".

Kosovo: sondaggio; maggioranza europeisostiene indipendenza(Ansa) "In Francia, Italia e Germania una chiara maggioranza degli intervistatisostiene l'indipendenza del Kosovo": è uno dei risultati ai quali giunge un son-daggio realizzato e pubblicato dal Financial Times. Il sondaggio realizzato dall'i-stituto Harris rileva che in Gran Bretagna il 48% ha risposto al quesito su taledecisione positivamente, dato che nel caso degli Usa è del 46%. L'appoggio all'in-dipendenza del Kosovo cala invece sensibilmente in Spagna, a causa - ricorda ilsondaggio - dei riflessi che tale decisione potrebbe avere sulla questione basca.

Ad aprile la visita del Papa in Usa(Adnkronos) Incontrerà il presidente degli Stati Uniti d'America George Bushe parlerà all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Queste alcune tappe delprogramma del viaggio apostolico del Papa negli Stati Uniti d'America, che siterrà dal 15 al 21 aprile. Benedetto XVI si recherà anche al Ground Zero diNew York per un visita di preghiera in ricordo delle vittime dell’11 settembre2001.

Non importa se i razzi lancia-ti in territorio israeliano colpi-scono edifici e persone, nonimporta se Hamas dichiara divoler distruggere Israele.Quello che importa è che allafine, quando la reazione airazzi provoca la morte anchedi civili, opportunamentemischiati ai militanti (ci sareb-be comunque di che riflettere

sullo status di civile a Gaza),le pressioni internazionalisono univocamente rivoltecontro la parte israeliana delconflitto, negando di fatto adIsraele il diritto all’autodifesa.Il problema però non è loscandalo della continua con-danna dell’uso della forzacontro i “pacifisti” di Hamas,ma il fatto che una volta

entrati di nuovo in quellaGaza lasciata nelle maniprima del’ANP e poi cadutanelle grinfie di Hamas, l’eser-cito israeliano si limiti a colpi-re qualche obiettivo (nellasostanza marginale) senzaandare fino in fondo, senzaricordarsi cosa è successo inLibano e cosa lì sta ancorasuccedendo. I razzi Qassam

presto verranno sosti-tuiti dai Katusha, lecittà prese a bersagliosaranno di più e il con-flitto già da tempo ine-vitabile sarà solo piùsanguinoso.Al di là delle dichiara-zioni di facciata, alcu-ne paradossali accosta-no l’olocausto dellaseconda guerra mon-diale all’ultima incur-sione a Gaza (pazienzache i numeri e le moti-vazioni siano vaga-mente distanti), nondispiacerebbe neancheall’ANP l’annientamen-to di Hamas. Gli uniciche rimpiangerebberoil dominio islamofasci-sta su Gaza sarebberola Siria, l’Iran edHezbollah.Bisogna riflettere anco-ra su quale sia ilmovente di una conti-nua aggressione ad

Israele? Quando essa sta ten-tando insieme all’ANP di rag-giungere una pace che a que-sto punto sempre di piùriguarderà solo la Cisgior-dania e non Gaza, con conse-guente ipoteca sulla sua realeefficacia.Hamas mina qualsiasi tentati-vo di dialogo per il semplicemotivo che reputa inammissi-bile l’esistenza di Israele. Perquesto malgrado Annapolis e,prima ancora, il ritiro da Gazaquesto movimento continuaad essere continuo spunto ditensioni e combattimenti.Il paradosso è che adAshkelon c’è la centrale elet-trica che fornisce anche Gazae gli ultimi razzi sono arrivatilì. Evidentemente le milizie diHamas non ritengono siaimportante mantenere integrii servizi essenziali del territo-rio da loro controllato.Che incredibile paradossoche uno Stato fornisca risorsea colui che lo attacca e che lovuole distruggere. QuandoIsraele ha interrotto per qual-che giorno la fornitura dienergia come rappresaglia alcontinuo lancio di razzi, sisono levati in aria moniti datutto il mondo ma per qualemotivo non arrivano risorsedall’Egitto che non sianoarmi. Anzi, proprio in quelmomento, quando migliaia di

palestinesi si sono riversati inEgitto per fare rifornimenti, leautorità si sono accorte diquanto possa essere proble-matico trattare con Gaza edha bloccato l’accesso.Tornano in mente le vecchieteorie secondo cui i palestine-si sono lasciati in quello statodai loro stessi fratelli perpoter essere usati come carneda macello nella loro lottaall’entità sionista, ogni tipo dicontributo viene convertito inarmi e addestramento per larete del terrore, i fondi stan-ziati dalla UE non si sa a cosasiano serviti, di certo non adinfrastrutture o altro. Gaza èun territorio che non avrà mainulla che possa avvicinarsiall’autosufficienza perchénessuno vuole uno StatoPalestinese che faccia scambicon Israele, che possa dareun futuro alla popolazione,che possa togliere mano d’o-pera all’asse Iran-Hezbollah-Hamas; la disperazione conti-nua per far crescere la fante-ria dei disperati mandati alfronte mentre altri sparano, lafucina degli scudi umani nonsi arresta come anche lavoglia di guerra che pervadela dirigenza di più di un sog-getto.Ma la domanda è: perché èIsraele a doverla smettere?Tutto questo che sta accaden-

do non è altro che la dimo-strazione degli errori com-messi negli anni passati: nondovevano essere cedute terre,raggiunti accordi senza unchiaro e definitivo riconosci-mento da parte di tutti delloStato di Israele. Il ritiro daGaza non è stato altro chedare ad Hamas il potere diricattare qualsiasi iniziativa dipace, riprenderne il controlloforse potrebbe essere un ini-zio di riparazione dei dannifatti. Oltre a questo l’Europadovrebbe prendere una posi-zione netta nei confronti dicoloro che continuano adoperare per lo spargimento disangue, oltretutto Hamasnega ogni tipo di dirittoumano a Gaza ma questo nonsembra scalfire la voglia didialogo, tra gli altri, del tantosensibile e coerente MinistroD’Alema.Se Hamas ottenesse una purpiccola apertura continuandola sua lotta armata si annien-terebbe definitivamente ognifuturo per Abu Mazen e perogni tipo di approccio piùmoderato ai problemi.Un accordo per la pace è unaassoluta necessità che peròpassa per tributi non soloideologicamente dolorosi maper la pulizia da tutti coloroche ne negano una duraturaattuazione.

Hamas grida e Hamas vince

L’escalation del Senatoredell’Ariziona John McCainalle primarie del partitorepubblicano, fino alla nomi-na ufficiale come candidatoalle prossime presidenziali diNovembre per il partito del-l’elefantino comincia da qui.La frase sospirata durante un

incontro tra tutti i candidatiavvenuto sulla CNN hasegnato la sua ascesa da can-didato indipendente nelle pri-marie del Grand Old Party.Fino a quel momento il vete-rano dell’esercito era unafigura politicamente indeci-frabile. Membro del partitoscelto per la Commissione alSenato di controllo sull’intelli-gence militare, uomo consi-derato a destra e sinistra nelpaese per aver servito inVietnam, dove scontò cinqueanni e mezzo di prigioniavenendo torturato, ma anchenoto per essersi reso promo-tore quaranta anni più tardi diuna battaglia nel Congressoper bandire l’uso della torturada parte dell’esercito e ciòmettendosi di traverso a tantileader nel partito come lostesso Presidente G.W.Bush. La candidatura di McCainappariva come la candidaturadi bandiera di un indipen-dente prestigioso.Del resto McCain era stato ilprincipale contender dell’at-tuale Presidente alle primarieche dovevano decidere lalinea del GOP all’indomani

della fine dell’era clintonianae ancora nel 2007, il Senatoresi è reso protagonista di unasvolta inaspettata sostenendola criticatissima - tra le fila deirepubblicani - riforma del-l’immigrazione, riforma su cuila seconda AmministrazioneBush si era già giocata le ulti-me speranze di una vittoria oalmeno di un pareggio nelleelezioni di mid-term.La riforma, osteggiata dadiversi leader repubblicani,nel passaggio al Senato pro-vocò una dolorosa spaccaturanel partito laddove i criticiebbero la meglio sulla basedel partito che vide in essasostanzialmente una sanatoriadi massa per gli immigrantiillegali e un pedaggio dapagare per il Presidente agliscontenti libertarian ed allainfluente christian coalition,entrambi e per diverse ragio-ni da sempre pro sanatoria.Ma il fatto è che non è statacerto questa l’unica volta incui l’eroe di guerra si è messocontro l’establishment e labase del partito.Ancora nel 2001, si rendevaprotagonista di una propostabipartisan con il Senatoredemocratico del WisconsinRuss Feingold per una durariforma della finanza chefacesse pulizia, con l’aggra-vante che una versione diquesta passò.Il candidato McCain è unuomo che nonostante l’ostili-

tà del partito ancora oggi apochi mesi dalle presidenzia-li ha il coraggio di dire in fac-cia ai CEO delle industrie diassicurazione nel campo sani-tario, riunite per incontrarlo:“I vecchi giorni felici in cuil’establishment repubblicanoin Washington DC vi proteg-geva dall’attacco di costi sonofiniti.”.McCain soddisfa in largaparte l’anima neoconservatri-ce del partito. Dipinge un fal-limento il patto sottoscrittocon la Corea del Nord.Abbraccia la retorica anti-ter-rorista del Presidente a parti-re dall’11 settembre, ancoraoggi dichiara di volersi atte-nere alla ‘Dottrina Bush’(Guerra Preventiva compre-sa) e sostiene apertamenteche la guerra sarà ancoralunga (gli osservatori voglio-no con lui Presidente l’Irannel mirino – “C’è una solacosa peggiore dell’opzionemilitare, e questa è un Irandotato di armi nucleari”).All’indomani della decisionesul “Surge” in Iraq che hamigliorato sensibilmente l’ef-ficacia del contro-terrorismomilitare a Baghdad esclamò:“Meglio tardi che mai”. Ed ineffetti pur criticandol’Amministrazione Bush per ildilettantismo di alcuni suoiesponenti egli ha da subitosostenuto che ove gli USAlasciassero l’Iraq senza unachiara vittoria, “i terroristi ci

seguirebbero a casa”.Il Senatore si dichiara orgo-gliosamente pro-Israele ecrede fermamente che l’unicasoluzione in Medio Orientesia l’esportazione della demo-crazia. E’ il chairman delBoard of Directors del discus-so International RepublicanInstitute, accusato di finanzia-re destabilizzazioni regionaliper creare regimi amici degliStati Uniti in giro per ilmondo. Per questo è stimatodalla destra nazionalista,quella per intenderci che gra-vita attorno alla HeritageFoundation, anima del partitoquesta che pur rimanendoscettica per le sue posizionianti corporation, non poten-dosi certo permettere unasvolta in chiave CDU oDemocratico Cristiana delpartito che fu di RonaldReagan, come la destra evan-gelica riunitasi attorno allosconfitto Huckabee voleva,vorrebbe e vorrà nei prossimianni, lo ha appoggiato con-vintamente.Infine McCain e la quartacolonna portante della galas-sia multicolore del partitorepubblicano. I Libertarian.Un rapporto inesistente dovesi giocheranno le carte decisi-ve per il successo finale comeha ben chiaro Obama cheall’indomani dell’ufficialitàdella nomina, mettendo ildito nella piaga, ha chiestodirettamente ai libertarians

del paese: “…votereteper McCain?! Non cicredo.”.Il Capitalismo diMcCain infatti si fermaalla necessità del com-mercio libero per apriresocietà chiuse, sullaquestione energetica ilcandidato repubblicanoporta avanti posizioni eproposte legislative perun sistema di mercato“guidato” verso fontiverdi, ancora McCain èper l’imposizione diemissioni limitate e perridurre per legge ladipendenza degli USAdal petrolio straniero(gli USA con alcuniinvestimenti restano un paesesotto questo profilo tecnica-mente autosufficiente), l’am-missione durante le primarieche sì probabilmente l’econo-mia non è la sua specialità,ma autodefinendosi “aperto”,“capace di imparare” apparefrancamente risibile quanto lastrategia post-invasione del2003 in Iraq se solo si osser-va la profondità devastante ela complessità della crisi eco-nomica americana, con ogniprobabilità potendo ragione-volmente determinare talepunto debole una scorciatoiaper la sconfitta nelle presi-denziali se solo il dibattitonon verterà sulla politicaestera e la guerra al terrori-smo.

Ma lui, il 71 eroe di guerra, lasua battaglia l’ha già vinta, sitrova ad un passo dalla CasaBianca e non ha mai smessoper un attimo nella sua vita diessere se stesso. E’ questa lasua forza. E c’è chi intorno alui giura gli importi più que-sto che la vittoria finale.Basterebbero altre lacrime adHillary davanti ad un uomodel genere. Come suonereb-bero le poesie di Obama con-tro il sospiro sofferto del plu-ridecorato eroe di guerra. La partita comunque andran-no le primarie democraticheè tutta aperta.E crederci non sarebbenecessariamente un azzardo.

Giampiero Ricci

La cecità dell’Europa, la follia del nostro tempo

John McCain, repubblicano sui generis“Vi giuro che stanerò l’ultimo terrorista da dentro l’ultimo buco al centro della terra”

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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

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Gas: Gazprom non esclude rialzo prezziper Ue già nel 2008Mosca, 14 mar. (Adnkronos) - Gazprom non esclude che il prezzo del gasin Europa possa raggiungere i 400 dollari i 1.000 metri cubi gia' nel 2008,mentre il colosso energetico russo prevedeva finora un prezzo intorno ai 354dollari. Ad annunciarlo, riferisce l'agenzia russa Ria Novosti, e' stato il pre-sidente di Gazprom, Alexei Miller, al termine di un incontro con il presi-dente russo, Vladimir Putin.

Usa: Bush, credo in dollaro forteWashington, 14 mar. - (Adnkronos) - "Credo in un dollaro forte". Lo ha dettoil presidente Usa, George W. Bush. Le parole di Bush stanno sortendo un effet-

to leggermente positivo sul dollaro che segna nei confronti dell'euro 1,5604.

Cambi: leader Ue, preoccupati per supereuro no volatilità'Bruxelles, 14 mar. - (Adnkronos/Aki) - "Eccessiva volatilita' e movimentidisordinati nei tassi di cambio non sono desiderabili per la crescita economi-ca. Nelle circostanze attuali siamo preoccupati per i movimenti eccessivi neltasso di cambio". Recita cosi' uno dei passaggi piu' significativi del documen-to finale del Consiglio europeo.

Una banconota da due dollariappiccicata con lo scotch aduna delle finestre della portagirevole d’ingresso alla BearSterns da uno dei dipendenti.Questa l’immagine che megliorispecchia la crisi affrontatanel mondo finanziario ameri-cano tra il 16 e il 17 marzoallorché l’offerta di JP MorganChase per la quinta Bancad’Affari degli Stati Unitid’America, appena incassatol’appoggio della FederalReserve attraverso un prestitoa termine delle dimensioni di$30 miliardi, veniva comunica-ta agli organi di stampa comedi $2,00 per azione.Solamente un anno e mezzoprima Bear Sterns valeva $170per azione. Cos’è successo a Bear Sterns?Dopo la crisi di Agosto che laaveva travolta dal crollo delvalore dei crediti dei mutuisubprime, costretta a chiuderedue Hedge Funds ad essa col-legati, il mancato recupero diuna redditività sufficiente e lascarsa trasparenza nelle trime-strali la hanno resa non affida-bile, per tutta Wall Street nonc’era più nessuno disposto apagare un centesimo per isuoi assets.La crisi passerà la storia nonsolo perché ha portato il siste-ma finanziario americano adun passo dal fallout tecnico,

trascinando il dollaro nelfango (nella polvere c’era giàda un pezzo), ma soprattuttoper la soluzione e i possibiliscenari che si spalancano. Difatti mentre Bear Sterns si pre-parava a portare i libri inTribunale, Lehman Brothers(prima Banca d’Affari USA)vedeva il suo titolo crollare inBorsa del 46% e i rumors sfio-ravano nuovamente anche laMerrill Lynch. Poiché per lalegislazione americana vigeuna severa separazione traBanche d’Investimento eBanche tout court ed intere-venti di sostegno statale sonoprevisti solo nei confrontidelle seconde, la FED diBernanke per aggirare l’osta-colo preferiva fare un offerta“irrifiutabile” a JP MorganChase, piuttosto che giocare albuio con il fallimento di BearSterns. Non era tanto la gran-dezza della società di WallStreet a spaventare ilGovernatore quanto la interdi-pendenza di Bear Sterns con ilresto di un sistema finanziariooltremodo provato, cui le con-tinue iniezioni di liquidità (piùdi $340 miliardi) e i tagli deltasso di sconto della BancaCentrale avevano avuto lostesso effetto della morfina suun paziente malato di cancre-na. Questa, si sa, si cura conl’amputazione della parte

malata, viceversa il pazientemuore. Gli stessi dubbi agita-no il mondo finanziario,meglio due o tre fallimentieclatanti che l’insinuazione delsospetto che va diffondendosiad ogni livello d’affari.La paura degli analisti è di fattipalpabile e le perplessità sul-l’operato di Bernanke aumen-tano. Il paradosso vuole che ilGovernatore della FED siariconosciuto esperto dellacausa principe della GrandeDepressione che la scolasticaliberista, quella maggiormenteaccreditata, vuole proprioessere stata un eccessivo inter-ventismo della FED nel ’29quando all’indomani dell’arre-sto traumatico dell’economiadrogò con troppa liquidità ilsistema facendo sì che gli ope-ratori percepissero la pauradelle autorità e convincendosigli stessi all’unisono sull’im-possibilità di potersi fidare gliuni degli altri; risultato: vendi-te a pioggia su tutto il listino.Con l’intervento in tackle sullacrisi Bernanke dice ai mercati:se non ci arrivano loro arrivia-mo noi e il messaggio a tuttaprima ha senz’altro un effettopositivo come in effetti è stato,il dollaro dagli 1,58 sull’euro èpassato agli 1,53 di oggi (24marzo), il petrolio dai $118 abarile è tornato sotto i $100,ma l’oro ha continuato la sua

corsa arrivando a $1.011,60(+53,3% dall’inizio dell’anno –the Economist commodity-price index) e la volatilitàdegli indici di borsa permaneanche se con uno scostamen-to minore, infine nei corridoidel mondo finanziario ci sichiede fino a che punto loStato americano vorrà spinger-si e soprattutto ci si chiedeancora, dopo Bear Sterns qualè la prossima.In questo quadro, con oro epetrolio sulla rampa di lancioper le stelle diventa naturale laripresa dell’inflazione trainatadall’incremento del valoredelle commodities tutte(grano, cereali, semi di soia,ecc. ecc.), ancora una conse-guenza allo sprofondamentodel dollaro e alla sua messa indiscussione come valuta dirifugio.Messa in discussione da cuiBernanke non può non essereritenuto esente da responsabi-lità. Le monete degli esporta-tori di petrolio del golfo, peresempio, sono legate al dolla-ro, con un rapporto sul bigliet-to verde a 3.75 l’ArabiaSaudita è oramai sotto pressio-ne e fatica a contenere unainflazione giunta sopra il 7%.La perdita del potere d’acqui-sto, l’incremento della difficol-tà a procurarsi beni di primanecessità non è un’opzione

possibile per regimi che fron-teggiano l’insorgere di tenden-ze radicali, che trovanoappoggio nella società proprioin ragione delle critiche sullemodalità di investimento degliingenti utili prodotti dallosfruttamento dei giacimentipetroliferi, non è all’ordine delgiorno, anche se ciò vorrà direabbandonare il legame con ildollaro. Qatar e Emirati ArabiUniti potrebbero a breveseguire l’esempio della Cina,staccatasi dal dollaro, nel2005.Tutto questo ha un valore perl’equilibrio economico e nonsolo, obbligando il GovernoUSA ad intervenire. Malauguratamente la coabita-zione con un Congressodemocratico agguerrito epronto a tutto pur di vincere labattaglia delle presidenzialinon permette all’Am-ministrazione niente di seriose non la proposizione di pal-lidi incentivi fiscali, tagli ditasse che devono essere accet-tati bipartisan o quasi. Se la svalutazione del bigliettoverde nei primi anni dellaAmministrazione Bush avevaavuto l’evidente obiettivo ditrainare la crescita di una eco-nomia in guerra, sfruttando lacompetitività delle aziende astelle e strisce e collateralmen-te aveva permesso il raggiun-

gimento di un importate targetcome l’incremento dei profittida valuta ottenuti attraverso ilrientro in patria e la trasforma-zione in dollari, di utili in europrovenienti dalle consociateeuropee delle Corporation,appare evidente oggi come ilgioco sia sfuggito al controlloe ciò sotto il peso di un debi-to pubblico per la maggiorparte nelle mani di Cina,Giappone e Paesi Arabi, undebito pubblico su cui il pas-saggio del deficit dal 6.5 al 5.3non sembra sortire effetti tan-gibili.Il debito americano a tutti glieffetti diventa pagabile “sola-mente” con la svalutazionedella moneta ovvero con lavendita ai fondi sovrani deglistessi paesi di partecipazionistrategiche nelle principalicompagnie. Tutto questo vuoldire una cosa: perdita di credi-bilità.Le sofferenze del dollaro sonotutto questo e la soluzione peril recupero del valore dollaro,è la soluzione - presso a poco- a tutto questo, ovvero atutto. Le elezioni americane arrive-ranno solamente a novembree oggi per pietà JP MorgnanChase ha comunicato di averalzato a $10,00 la sua offertasul pacchetto di controllodella Bear Sterns.

Per un pugno di dollariUna crisi senza fine (o quasi)

Baldassarri: “il Governo la smetta di prendere in giro gli italiani...”

“... continuando a parlare ditesoretti e sgravi fiscali addi-rittura prima della scadenzaelettorale”. Che fine farà il tesoretto da10 mld di Euro? L’extragettitofiscale non previsto risalenteal 2006, ancora non ha unadestinazione certa, ma lacosa peggiore è che non si saaddirittura se esiste e qualisono le sue reali dimensioni.In attesa di chiarire questeincertezze il Governo Prodinon esita a promettere ciòche difficilmente potrebbeessere mantenuto, cioè unaredistribuzione del tesorettoalle famiglie. Per capire chefine farà il Tesoretto occorrefare qualche passo indietro.Nel 2007, precisamente a giu-gno, l’annuncio provenientedal quartier generale delTesoro, in via XX Settembre,era quello di una ripartizionedel Tesoretto per decreto. Ilprovvedimento avrebbedovuto riguardare l’impiegodei 2,5 mld di euro per lariforma dello stato sociale,attraverso una definizionedelle misure per gli ammor-tizzatori sociali, volte allariduzione del precariato nelmercato del lavoro. Dunqueerano mesi di lavoro per ilGoverno che avrebbe dovutodecidere sulla ripartizionedell’extragettito. Paolo cento,vice ministro dell’economiasottolineò che le risorsesarebbero andate prioritaria-

mente alle famiglie più debo-li e bisognose di un risarci-mento sociale, ma affermòche la decisione sulle prioritàspettava al confronto politi-co. Ma il tesoretto, scriveva-no alcuni giornali, è stato giàesaurito. L’extragettito del2008 non raggiunge i 2 mld.Il Governo dimissionario, perampliare l’intervento, comin-cia a pensare ad altre misure,anche sulla spesa. Meno di 2mld, una somma esigua,nella migliore delle ipotesipotrebbe essere ripartita.Una somma modesta, conti-nuamente riveduta al ribasso,man mano che il quadromacroeconomico suscitavapreoccupazioni, tagliandofette di entrate. La cifra corri-sponderebbe a circa euro120,00 l’anno, 10 al mese,per ciascuno dei 16 milionidi lavoratori dipendenti cui laFinanziaria 2008 destina, unavolta conseguiti gli obiettividi finanza pubblica, le mag-giori entrate accertate nel-l’anno. La tentazione del cen-tro-sinistra di avvalersi deifrutti della sua politica tribu-taria è però irresistibile.Prima di tutto occorre accer-tare esistenza e dimensionidell’extragettito, si pensa diutilizzare la Ruef, ex relazio-ne di Cassa, anticipandone lapresentazione. La Ruef è ildocumento che, versomarzo, aggiorna le previsionidell’anno, ma la Ruef, non

servire per trovare coperturefinanziarie solo l’assestamen-to del bilancio di giugno,dice la legge, vi può consta-tare il maggior gettito e varia-re il bilancio 2008 per finan-ziare sconti tributari. La BCE invita il governo ita-liano a non sprecare il teso-retto e a destinarlo al risana-mento dei conti pubblici,attuando con rigore le politi-che di bilancio per il 2007.Ammonimento che andavainquadrato in una situazionefavorevole dell’economia ita-liana ed europea; l’espansio-ne dell’attività economica èproseguita nel 1° trimestre2007, e questo aumento favo-revole, ribadiva l’Eurotower,andava colto e non sprecato.Al fine di poter raggiungere isuindicati obiettivi occorreva,però, evitare sconfinamentidella spesa e destinare perintero le entrate aggiuntiveimpreviste alla riduzione deldisavanzo e del debito. Successivamente intervenneProdi dichiarando che l’azio-ne di Governo aveva final-mente liberato e prodottonuove risorse, queste avreb-bero portato in equilibrio iconti sia per alleviare il debi-to, sia per rilanciare lo svi-luppo dell’economia. Neldibattito politico l’insieme ditali risorse è stato chiamato“tesoretto”, ma è meglio chia-marla, -precisa Prodi-, meri-tata “ricompensa” di quanto

fatto dai cittadini, dai lavora-tori e dalle imprese nei primi11 mesi di legislatura. Si puòagevolmente osservare comeProdi in un colpo solo si siaattribuito meriti che la realtàeconomica e istituzionalesarebbe in grado, con estre-ma immediatezza di sovverti-re. Non è pensabile far risali-re l’effetto dell’extragettitofiscale all’azione del GovernoProdi prima ancora che siesplicassero gli effetti dellaprima finanziaria varata cdalmedesimo Governo, si trattadi un evidente contraddizio-ne temporale. In secondoluogo Prodi ridefinisce iltesoretto come una meritataricompensa dei cittadini enon provvede ancora oggi arestituirglielo, un’altra con-traddizione in termini. Al di là delle evidenti con-traddizioni di merito chehanno caratterizzato tutta l’a-zione politica del GovernoProdi oggi ci troviamo anco-ra di fronte alla solita incer-tezza riguardante la fine deltesoretto. Il problema è cheProdi aveva preannunciatopiù volte che i due terzi deltesoretto sarebbero stati usatiper alleviare le situazionidelle posizioni più indigenti,cioè degli anziani e dellafamiglie numerose, la restan-te sarebbe stata utilizzata peril risanamento dei conti pub-blici. Non abbiamo ancora risposto

alla domanda di partenza:che fine ha fatto il tesoretto?Certo questo articolo nonvuole avere la presunzione disvelare i segreti ministeriale egovernativi, ma vuole sem-plicemente svelarvi che oggiquesta domanda non haancora una risposta perchénon si sa né se c’è ancora néa quanto ammonta. MarioBaldassarri di AN, fa notareche Prodi la deve smetteredio prendere in giro gli italia-ni continuando a parlare diTesoretti e sgravi fiscali dadistribuire addirittura primadella scadenza elettorale. LaCommissione europea hatagliato le stime di crescitaper l’Italia nel 2008, la frena-ta americana, il petrolio a 100dollari e l’euro verso l’1,50stanno caratterizzando nega-tivamente lo scenario econo-mico internazionale, produ-cendo effetti distorsivi sull’e-conomia italiana. Anchel’OCSE aveva rivisto le pro-prie previsioni al ribasso, unacrescita italiana all’1,4%,imperterrito, il GovernoProdi-Padoa-Schioppa, conti-nuano a mantenere le previ-sioni ufficiali all’1,5%. Fuorida ogni realtà. Un rallenta-mento così vistoso dell’eco-nomia avrà ricadute non tra-scurabili per la finanza pub-blica italiana. In primo luogoil fantomatico tesoretto se c’èancora scomaprirà, in secon-do luogo c’è il rischio che lo

stesso Almunia continui asegnalare una finanza pub-blica a rischio per il 2008.ecco perché sostieneBaldassarri, il governo devesmetterla di prendere in girogli italiani.Dunque, quello che ancorauna volta sorprende, è l’inca-pacità di questo Governo diassumersi la responsabilità diaver gestito male le risorseeconomiche, di essere statodebole e di non aver decisosu nulla perché fragile era lafiducia parlamentare sullaquale si poggiava. Inoltre,ancora una volta i dirittodegli italiani sono oggetto distrumentalizzazioni propa-gandistiche, si auspica che illimite alla tolleranza abbia ilsopravvento perché la realtàsociale ha bisogno di unapolitica economica stabile eduratura. Solo attraverso ilraggiungimento di efficienzeallocative delle risorse è pos-sibile riequilibrare il sistemaeconomico e soddisfare leesigenze della collettività inmodo da massimizzare l’effi-cacia dei risultati e rilanciarelo sviluppo. Il tesoretto,comunque vada, è stato unregalo fiscale del GovernoBerlusconi, che purtroppo haavuto una custodia misterio-sa. Si vede che il suo destinoera questo ma almeno pote-vano restituirlo al mittentee/o ai mittenti.

Avanzino Capponi

Il calvario del tesoretto

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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

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La miseria dello storicismoKarl Popper

Opinione diffusa dei nostrigiorni è la necessità che nellanostra società qualcosa cambi.E non si dice questo per purae semplice propaganda politi-ca, ma perché c’è la forte esi-genza e volontà di un rinno-vamento ampio, che com-prenda anche i costumi italia-ni.Ciò si avverte più o meno intutte le categorie che caratte-rizzano uno Stato: economia,cultura, informazione, lavoro,istruzione, dinamicità sociale,servizi pubblici, moralità(quest’ultima intesa qui nelsenso del recupero di unadignità in ambito pubblico eprivato e nel senso di unnecessario superamento di uncerto svecchiamento, provin-cialismo e di una cetra chiusu-ra mentale). Perciò andiamo a parlare diKarl Popper, che in “Miseriadello storicismo” in un certomodo,descrive come poterintervenire nei mali dellasocietà.Popper nasce a Vienna il 28Luglio 1902 e muore a Londrail 17 settembre 1994; ebreo difamiglia e britannico di ado-zione, è considerato uno deipiù influenti filosofi dellascienza del ‘900. Non solo, èanche ritenuto un autorevolefilosofo politico, difensoredella democrazia e nemico diogni forma di totalitarismo.Egli è noto per il rifiuto e lacritica dell’induzione, per l’in-troduzione del metodo di fal-sificabilità come criterio didemarcazione tra scienza emetafisica e per l’energicadifesa della “società aperta”.Nel 1919 rimane attratto dalmarxismo ed entra a far partedell’Associazione degliStudenti Socialisti; in seguitodiventa anche membro delPartito Social DemocraticoAustriaco, che a quel tempoaveva pienamente adottato l’i-deologia marxista. Ma delusodalle restrizioni filosoficheimposte dal materialismo sto-rico, abbandona l’ideologia diMarx e diventa sostenitore delliberalismo sociale e lo rimar-rà per tutta la sua vita. Popperviene insignito durante la suacarriera di diversi riconosci-menti: premio Lippincottdell’American Political ScienceAssociation, Premio Sonning el’ingresso alla Royal Society,alla British Accademy, allaLondon School of Economics,etc. In “ La società aperta e suoinemici” e in “Miseria dello sto-ricismo” ( opera che quiandremo ad analizzare inparte), critica lo storicismo edifende lo stato democratico eliberale. Per lo storicismo la storia sisviluppa inesorabilmente enecessariamente secondoleggi razionali e per il nostrofilosofo, questo è il principalepresupposto teorico di molteforme di totalitarismo e autori-tarismo. Di conseguenza egliattacca lo storicismo perché sibasa su una concezione erro-nea della natura delle leggi edelle previsioni scientifiche;

l’evoluzione umana dice, è unfattore casuale e nessunasocietà può predire scientifi-camente il proprio futuro alivello di conoscenza.Lo storicismo sottolinea lanatura storica e progressivadella manifestazione dellaverità, frutto di una lentamaturazione che procedesecondo una precisa logica disviluppo. Popper si scagliacontro questa corrente di pen-siero perché pretende dicogliere un senso globaledella storia, cercando di indi-viduare un destino cui gliindividui dovrebbero unifor-marsi, accettandone quindi ladirezione di marcia e il pro-cesso di sviluppo. Lo storici-smo, secondo lui, ha la prete-sa di cogliere la strutturanecessaria che formerebbel’essenza della storia e il desti-no dell’uomo. Ma in realtà,non esiste un senso precosti-tuito in quanto è l’individuo adare senso agli eventi median-te la sua azione. Egli attribui-sce finalità e significato allastoria stessa. Altra ragione dirifiuto dello storicismo, è chein esso si annida sempre unatendenza a forme totalitaristi-che, producendo così sotto-missione e sofferenza. Ciòperché se si ritiene di scoprireun senso oggettivo della storiaed un suo andamento neces-sario, chi se ne farà interprete,liquiderà senza esitare chiun-que si opponga allo svolgi-mento della direzione che lastoria deve imboccare. Quindiper forza nella pratica, l’eser-cizio della politica di un soste-nitore dello storicismo, sirisolverà nell’intolleranza.Secondo Popper per cui, l’at-teggiamento rivoluzionariosorge da un sogno utopisticodi perfezione e di armoniache facilmente rischia di gene-rare nella violenza. Il materialismo storico insostanza vuole rinchiudere lastoria nell’ambito di un siste-ma chiuso a cui darebbe leleggi, costituendo una sorta digabbia alla realtà stessa.Mentre ogni cosa è possibilenegli affari umani e non puòessere escluso alcuno svilup-po, anche ovviamente quelliche sembrano in contrastocon la tendenza del progressoumano: quest’ultimo sottoli-nea Popper, non è una leggedi natura.Per lo storicismo, il futuro nonè aperto e l’uomo può preve-derne il corso; i marxisti chesono gli storicisti più influenti,trovano il loro fondamentoteorico nel determinismo: tuttigli individui compresi i capita-listi, non sono liberi perchécostretti dentro il meccanismodella società e del suo svilup-po storico. Per Popper invece,il futuro è aperto nel sensoche in ogni momento posso-no svilupparsi infinite possibi-lità per il futuro. L’uomo ha lacapacità, la possibilità e laresponsabilità di agire su ciòche avviene attraverso le suesperanze, le sue valutazioni ele sue scelte.Dalle concezioni storicistiche

scaturiscono le dottrine dellapianificazione, appunto criti-cate da lui perché la politicanon potrà mai essere unaforma di ingegneria socialeche prevede e controlla tutto.Uno dei beni più grandi chel’uomo ha è la libertà ed unadelle sue configurazioni nellapratica è la libertà di azione,quindi la libertà di migliorarele proprie condizioni. Il futuroè aperto non solo perché nonè scientificamente prevedibile,ma perché l’uomo puòinfluenzare gli avvenimenti: ivalori non sono altro cheinvenzioni dell’uomo, di certoperò, non arbitrarie.Questa premessa era assoluta-mente necessaria per com-prendere l’opera di cui siandrà a discutere ora: “Miseriadello storicismo” (1944/’45) diKarl Popper. Il titolo allude allibro di Karl Marx “Miseriadella filosofia”, che a sua voltasi rifà all’opera di Proudhon“La filosofia della miseria”.Marx, con il suo titolo volevaindicare una critica all’ultimotesto citato e così anchePopper, con Miseria dello sto-ricismo, vuole contrapporsi aMarx esprimendo una tesi chesvaluta l’agire dello storici-smo, facendo luce sui possibi-li interventi per migliorare unasocietà.Popper indica con il termine“tecnologia sociale a spizzico”un metodo critico utile peranalizzare e risolvere i proble-mi della realtà sociale al finedi raggiungere dei risultatipratici. Questo atteggiamentocostringe a vigilare sullenostre teorie affinché questeabbiano certi precisi requisiti,quali la chiarezza e la possibi-lità di essere sottoposte adesperimenti pratici. Compitodella meccanica sociale a spiz-zico è di progettare istituzionisociali e riordinare e far fun-zionare quelle già esistenti. Lameccanica a spizzico cerca diraggiungere i suoi fini conpiccole correzioni che posso-no essere continuamentemigliorate. Questa politicad’azione riconosce quantopoco si sappia e sa che solodai propri errori si può impa-rare; perciò nella società,avanza un passo alla voltaconfrontando i risultati previ-sti con quelli ottenuti e staattenta ad avvistare le conse-guenze non volute di ogniriforma. La “meccanica sociale olisticao utopistica” per Popper èinvece quell’intervento politi-co nella società che prevedesolo azioni pubbliche e globa-li. Essa mira a rovesciare l’in-tera società secondo un pianoregolatore preciso, ad impa-dronirsi delle posizioni chiavee ad estendere il potere dellostato così tanto finchè trasocietà e stato non c’è più dif-ferenza. Cerca inoltre di pla-smare le forze sociali nellostesso senso dello sviluppostorico previsto. Il problema del metodo olisti-co è che è impossibile daattuare e pericoloso; infattitanto più grandi sono i cam-

biamenti in una società auspi-cati, tanto più grandi sono leripercussioni non premeditatee inattese. Così l’atteggiamen-to utopistico si trova a fron-teggiare situazioni non previ-ste, costretto a creare pianifi-cazioni non pianificate.Pertanto si può dire che la dif-ferenza tra meccanica a spizzi-co e utopistica non sta tantonel fatto di una differenza diportata delle riforme sociali,economiche e politiche auspi-cate, ma nella correttezza eaccuratezza di preparazionenel far fronte ad inevitabilisorprese.Quindi il meccanico a spizzi-co affronta i problemi senzaprevenzione riguardo alleriforme che tratta, mentre l’o-lista decide in precedenza cheun rivolgimento sociale com-pleto è possibile secondo ipiani prestabiliti; da ciò nederiva che egli è estremamen-te prevenuto rispetto a certeipotesi sociologiche che met-tono in luce i limiti del con-trollo istituzionale, come adesempio l’imprevedibilità delfattore umano a livello istitu-zionale. Per questo l’olistaprevede nei suoi piani nonsolo la trasformazione socialema anche quella dell’uomo.Perciò il problema politicodiventa organizzare gli impul-si umani in modo che la loroenergia sia diretta ai puntistrategici giusti, dando così alprocesso di sviluppo la dire-zione desiderata. Qui è giàimplicita una sconfitta: allaesigenza di costruire unanuova società adatta agliuomini e alle donne si sosti-tuisce la necessità che questisiano plasmati per adattarli alnovo sistema. Ciò toglie ognipossibilità di provare scientifi-camente attraverso la speri-mentazione su piccola scala ilsuccesso o meno delle rifor-me introdotte.Capita spesso, raccontaPopper, che si venga a forma-re un’alleanza tra la meccani-ca olistica e l’utopismo; peresempio Marx prevedeva unosviluppo sociale che dovevaculminare in una societàsenza classi, in cui lo statodoveva via via scomparire.Qui l’alleanza tra storicismoed utopismo è evidente: lostoricismo prevede lo svilup-po di una società come untutto unico e non esamina ladinamica di particolari aspettidi essa. Così la meccanica uto-pistica diventa olistica. Tenereconto solo di un organicointero significa non poter sot-toporre i risultati di alcuneriforme ad un’inchiesta scien-tifica. Utopismo e storicismonon mirano ad arrivare pergradi a certi traguardi ma sonoradicali e totalizzanti, ancheperché se una qualche fasciasociale non fosse controllata,si potrebbe creare il pericolodella nascita di forze che con-ducono a cambiamenti impre-visti.Popper insiste sul fatto invece,che se vogliamo studiare qual-cosa siamo costretti a sceglie-re alcuni aspetti di essa. Non è

possibile descrivere un pezzointero del mondo, della natu-ra o della società. La descri-zione è sempre necessaria-mente selettiva. Per ciò ilmetodo olistico/ utopisticorimane per forza allo stato diprogramma perché non puòavere riscontri scientifici ade-guati e opportuni: in unadinamica tale, restano troppigli aspetti trascurati, soprattut-to quello delle relazioniumane, che allora per forzadeve essere plasmato. Popperafferma che questo atteggia-mento è totalitarismo. Lo storicismo dal canto suo,vede lo sviluppo umano esociale come un unico, men-tre invece la storia può occu-parsi solamente di aspettiselezionati: Ogni storia scrittaè una parte di uno sviluppototale ed inoltre mantiene unavisione comunque limitatarispetto alla realtà dei fatti. E’erroneo pensare di poter eri-gere e regolare degli intericomplessi umani e sociali per-ché il sistema di una societànon può essere diretto perintero e allora ecco che la pia-nificazione totale diventa stru-mento forte del potere perevitare ciò che non è statoprevisto. La meccanica a spizzico inve-ce prevede esperimenti supiccola scala di modo chesono misurabili gli effetti delleriforme e l’impatto è menoampio: esempi di una talesperimentazione possonoessere, l’introduzione da partedi una compagnia assicurativadi un nuovo tipo di assicura-zione, magari contro la disoc-cupazione, la malattia, etc. Loscopo è mirare a finalità prati-che e tentare di nuovo se l’ef-fetto non è stato buono.Impegnarsi attivamente nellesoluzioni di qualche problemapressante è l’atteggiamentogiusto di un politico che viavia vuole risanare ed impararedai propri errori. Voler averesempre ragione dice Popper,è una debolezza incredibile;in politica un metodo scienti-

fico è quello in base al qualesi agisce secondo l’ipotesi chenon esiste nessuna politicasenza svantaggi. Qui l’atteg-giamento critico è fondamen-tale per riuscire a scorgereerrori, sbagli e cose positive.Il metodo a spizzico può,rispetto all’olistico, mirare acombattere i mali maggioriche interessano i nostri tempi:forme concrete di ingiustizia,di sfruttamento, povertà edisoccupazione. E ciò è bendiverso rispetto al tentativo direalizzare una lontana imma-gine di una società. Col primometodo, il successo e il falli-mento sono valutati con mag-giore facilità senza bisogno disopprimere la critica, scongiu-rando eccessi di potere. La povertà dello storicismodice Popper, sta soprattutto inuna povertà di immaginazio-ne: lo storicista non è in gradodi pensare ad un cambiamen-to nelle condizioni del cam-biamento.La politica non potrà maiessere una pianificazione delfuturo su scala globale che glistoricismi hanno in mente.Essa dovrà piuttosto conten-tarsi di essere una forma di“ingegneria” a spizzico: faretentativi modesti, ma verificar-ne i successi o gli insuccessi eagire per migliorare. Modestoè chiaro, non significa picco-lo, ma vuol dire solo che nondobbiamo farci assimilare dauna ideologia totalizzante,mettendoci al suo servizio,fino a diventare incapaci diliberarcene. Lo scopo deveessere quello di non instaura-re il bene perfetto ma di com-battere i mali che abbiamosotto gli occhi.E’ forte ed importante laresponsabilità che Popper faricadere sull’uomo, conside-randolo come elemento cheintroduce finalità e significatonella storia: concetto questoche stenta ad affermarsi nellanostra “cultura” italiana, deci-samente povera di immagina-zione.

Ilaria Parpaglioni

Scrittori: ex pilota tedesco, ho abbattutoaereo di Saint-ExuperyParigi, 15 mar. (Adnkronos) - Un ex pilota tedesco di 88 anni, Horst Rippert,ha ammesso di aver abbattuto il 31 luglio del 1944 l'aereo dello scrittorefrancese Antoine de Saint-Exupery nel sud della Francia. Il corpo dell'auto-re del 'Piccolo Principe' non e' mai stato ritrovato dopo la sua morte; il relit-to dell'aereo da lui pilotato era stato individuato davanti alla costa diMarsiglia.

Architettura: Salingaros, esiste un culto delbruttoMilano, 21 mar. (Adnkronos) - Esiste un 'culto' internazionale del brutto, e acomandarlo sono proprio alcune star dell'architettura contemporanea. E' la tesidell'urbanista e docente universitario statunitense Nikos Salingaros, che in unlungo saggio pubblicato su ''Il Domenicale'' critica in dettaglio una visionedello spazio architettonico che non rispetta ne' la storia ne' la natura umana.

Pasqua: boom di visitatori all'egizio diTorino, +18Torino, 25 mar. - (Adnkronos) - Boom di presenze nel week end pasquale alMuseo Egizio di Torino, che in tre giorni, da sabato a lunedì ha registrato oltre15 mila presenza, il 18% in piu' rispetto alla Pasqua 2007. AIl picco maggioree' stato registrato sabato con oltre 5.200 presenze, seguito da lunedì con 5.100e da domenica con quasi 4.700.

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LA PIAZZA D’ITALIA - APPROFONDIMENTI

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Camorra: Dia Napoli sequestra beni per150 mln di euroNapoli, 12 mar. - (Adnkronos) - Beni per un valore complessivo di 150milioni di euro sono stati sequestrati a Gaetano Iorio da personale del cen-tro operativo Dia di Napoli, coadiuvato nella fase esecutiva da personale deicomandi territoriali, Guardia di Finanza e Carabinieri. Il decreto di seque-stro e' stato emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezioneMisure di Prevenzione.

G8: Castelli, andai subito a Bolzaneto mamagistrati non mi hanno mai chiesto nullaRoma, 12 mar. (Adnkronos) - "Prendo atto della requisitoria dei pm, ma su questa vicen-da mi resteranno per sempre due gravi dubbi. Primo: perche', pur essendo noto da subitoche io ero andato a Bolzaneto il sabato notte, nessun magistrato abbia mai ritenuto inte-ressante domandarmi cosa avevo visto". Lo ha dichiarato il presidente dei senatori dellaLega Nord, Roberto Castelli, in riferimento alla requisitoria e alle condanne richieste daipm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati per i 44 imputati nel processo per leviolenze e i soprusi nella caserma della Polizia di Bolzaneto, durante il G8 2001 a Genova.

Roma: ufficio diritti animali Comune salvadue gatti maltrattatiRoma, 12 mar. (Adnkronos) - Tom e Gerry sono salvi. I due gatti adulti maltrattati, unmaschio e una femmina, vivevano da troppo tempo in condizioni inadeguate, segrega-ti per eccesso di "protezionismo" in due diversi trasportini da un "senzatetto" lungo lavia Cassia. La squadra monitoraggio dell'Ufficio Diritti Animali (Uda) del Comune diRoma, insieme al Nirda (Nucleo Investigativo Reati a Danno degli Animali) del CorpoForestale dello Stato, dopo aver condotto un sopralluogo sulla base delle segnalazionidi alcuni cittadini al call-center dell'Uda, ha sequestrato i due felini che versavano incondizioni ambientali e psicologiche davvero precarie e risultavano molto malandati.

Una gara appassionante, unasfida senza precedenti, unconfronto capace di mobi-litare di nuovo folle di perso-ne che tornano ad amare lapolitica.La lotta per la nominationdemocratica tra HillaryClinton e Barack Obama èstata salutata in tutto ilmondo come uno deimomenti più importanti dellastoria elettorale americana. Enon solo. La scelta tra un afroamericanoe una donna, il sogno cheuno dei due potrebbe metter-si alla guida della più grandepotenza del mondo, hainfiammato gli animi anche dichi non vive la realtà ameri-cana.Tutto bello, quindi? Non pro-prio. Quella ventata di novitàche il partito democratico sta-tunitense sbandierava fiero aiquattro venti - convinto dipoter finalmente imporre unproprio candidato alla CasaBianca -, oggi rischia di tra-sformarsi in un boomerangpronto a mettere di nuovo incrisi il partito. Paradossi di un sistema divoto a volte risultato anchetroppo macchinoso.Hillary Clinton partiva favorita

in questa corsa per la nomi-nation: moglie dell’ex presi-dente, donna di grande carat-tere e vasta esperienza, maanche partner tradita, cadutanella polvere e poi testarda-mente rinata come senatricedella grande mela. E poi – fat-tore forse più importante –prima esponente del gentilsesso a tentare di conquistarel’ultima roccaforte maschile,la più importante e considera-ta da sempre tabù per unadonna: la Casa Bianca. Dall’altro lato un giovane,Obama, il nuovo che avanza,la cui campagna elettoraleveniva considerata una provaper una leadership futurapiuttosto che una battagliaper una nomination attuale. Invece la profonda crisi dellapolitica ha investito anchel’America determinando unadisaffezione verso tutto ciòche sembrava troppo vecchioper poter parlare una nuovalingua: ecco allora che laClinton, percepita come ilterzo modo per Bill di tornarein auge, ha visto pian pianominate le proprie sicurezze divittoria certa e di larga misura. Obama ha prima messo asegno i colpi a sorpresa(Iowa) e poi ha fatto capire

che per lui la corsa alla nomi-nation non era un banco diprova per un incarico futuro,ma una lotta seria e determi-nata per imporsi come primopresidente di colore degliStati Uniti. Così il Partito democratico èfinito col perdere il controllodella preziosa macchina elet-torale messa in piedi, che èdiventata a tutti gli effetti unapatata bollente nelle mani delCongresso. Hillary e Obama, infatti, nonhanno ancora ottenuto l’inve-stitura popolare come candi-dati e ormai non riusciran-no più ottenerla, essendo perentrambi impossibile sfonda-re la quota dei 2.025 delegatimatematicamente necessarialla vittoria. Nemmeno i168 delegati in palio il 22aprile in Pennsylvania riusci-ranno a far pendere l’agodella bilancia in modo decisi-vo vero l’uno o l’altra.Così mentre i repubblicanicominciano la campagna perle presidenziali del 4 novem-bre concentrando già da orale loro forze su John McCain,i democratici si ritrovano trale mani due aspiranti presi-denti che di mollare il colponon ci pensano affatto.

E gli elettori cominciano astancarsi. Prova ne sono gliappelli che arrivano da piùparti, affinché Clinton eObama si mettano insieme inun ticket che porti comunqueuno di loro due allo studioovale. Le menti del Partitofanno pressioni perché que-sto accada, visto che oracome non mai sentono chel’unica possibilità di vittoria sista lentamente allontanando.Erano queste, infatti, le ele-zioni più indicate per tornarea battere i repubblicani:un’amministrazione Bushpoco amata dalla gente, unaforte crisi economica cheimpensierisce i cittadini, ilbisogno di puntare di nuovol’attenzione sulla politicainterna del Paese, cavalcandoil malcontento generale per leguerre in Iraq e Afghanistan.Perfetto fin qui, se non fosseper un piccolo dettaglio, tut-t’altro che insignificante, che idemocratici non avevanoconsiderato: all’interno delpartito manca una vera lea-dership, un uomo (o unadonna) capace di mettere tuttid’accordo e arrivare ad unasintesi delle tante (troppe)idee e voci che sono sì il saledella democrazia, ma rischia-

no anche di creare confusio-ne quando diventano unasemplice corsa a chi la sparapiù grossa. Da un lato quindi i vec-chi democratici conservatoriimpauriti da un Obama trop-po intraprendente e troppoinesperto per avere in ma-no il controllo del partito,dall’altro una fetta consisten-te di giovani attratti piùdall’apparenza del giovanesenatore dell’Illinois che dallasua sostanza. In mezzo elettori indecisi,coinvolti a suon di slogane promesse, che hanno alter-nato le loro preferenze inmodo poco costante duran-te il lungo cammino delleprimarie. Cosa resta di tutto ciò? Unagrande confusione democrati-ca che rischia ora di stancaregli elettori.La corsa delle primarie andràavanti fino al 7 luglio, quandoa Puerto Rico si chiederà lalunga maratona delle primariee si aprirà, dopo un mese emezzo, la difficile mediazioneinterna al partito in vista delCongresso del 25 agosto aDenver che nominerà ufficial-mente il candidato per il 4novembre.

In molti punteranno gli occhisui superdelegati, i cosiddetti“cani sciolti” del partito, liberidi cambiare la loro preferenzain sede di scelta finale. MA lasituazione di incertezza che siè venuta a creare non è facileda districare nemmeno perloro.Barack Obama, infatti, fino adora ha numericamente vintoin più stati, ma in termini diconsistenza elettorale ha vintoin quelli meno pesanti. Alcontrario la Clinton si è affer-mata in California, Texas,Ohio, New York, NewHampshire, senza dimentica-re la Florida dove l’ex firstlady ha avuto un consensoaltissimo reso inutile dall’az-zeramento dei delegati che ilpartito ha deciso per punirelo stato di Miami, reo di averanticipato le votazioni controil parere del direttivo centrale.Incuranti del danno che stan-no recando al partito i duecandidati vanno avanti, trasci-nandosi in una competizioneche, se all’inizio veniva salu-tata come affascinate e coin-volgente, ora sembra già tra-sformata in una parodia tuttaamericana della corsa al pote-re. Sempre che non lo siastata sin dall’inizio.

Hillary e Barack, una rissa che ha già stancatoDemocratici sempre più in imbarazzo, al contario dei repubblicani

Il prescelto Medvedev vince in scioltezza le presidenziali

“No surprises”, ha vinto Medve-dev. Cioè, Putin. Il candidatoprescelto da Putin, è stato elettonuovo presidente russo e il risul-tato che lo ha issato al Cremlinonon è stato meno eclatante diquanto si pensasse. Il delfino diPutin ha lambito il 70% dei voti,staccando di netto l’avversariocomunista Ziuganov, attestatosiattorno al 18%. A seguire l’ultra-nazionalista-visionario VladimirZhirinovski con il 10% e, ulti-mo, il candidato Andrei Bogda-nov, con appena l’ 1,3% dei voti.Sulle elezioni russe pendevanomolte incognite in merito allaregolarità del voto e pare che,archiviata la vittoria di Medve-dev, se ne riprenderà a discuterein patria e all’estero. Gli sconfitti non ci stanno, e incoro hanno denunciano gravibrogli: “Ricorrerò in tribunale,anche se so che non servirà amolto. Ma devo battermi finoalla fine per i miei elettori, nonintendo abbandonarli”, ha tuona-to a caldo Zhirinovskij, per farepochi istanti dopo marcia indie-tro. Cosa che non ha fatto ilcomunista Ziuganov, il quale haannunciato che intraprenderàun’ azione legale, contro le vio-lazioni che avrebbero caratteriz-zato queste elezioni.Il can can è proseguito invano.Intanto, il vincitore Medvedevha fatto la propria sfilata sullaPiazza Rossa a braccetto conPutin, ringraziando ufficialmen-te i propri sostenitori e prean-nunciando una sostanziale lineadi continuità col passato: “Le mie politiche – ha dichiara-

to davanti a telecamere e micro-foni - saranno la diretta continu-azione di quelle intraprese dallapresidenza di Putin”. La elezioni presidenziali sonostate precedute da tensioni lega-te ai dubbi di regolarità sollevatida vari organismi internazionali.Suddette tensioni hanno spintol’Osce a non inviare propri osse-rvatori.A detta di tutti comunque, la vit-toria di Medvedev non era indiscussione. Era in discussione ilnumero di partecipanti al voto,dato questo nettamente superio-re alle attese, in quanto ha sfon-dato il 65%.Per la cronaca, gli aventi dirittial voto erano 108.790.420, iseggi 96.277 dei quali 364 all’e-stero. Si sono avute anche vota-zioni con “urne volanti” svoltesia partire dal 15 febbraio in areemolto lontane o a bordo dipescherecci e navi militari.Medvedev è stato uno dei primia dare l’esempio e, insieme allamoglie Svetlana, si è recato avotare nel suo seggio, il numero2614, allestito in una scuolamedia a sud ovest di Mosca.Intanto, a non troppa distanzadal trionfo annunciato, si levauna voce più ufficiale del solitoche dichiara:“le elezioni presi-denziali russe non sono statelibere”. Lo ha denunciato il capodell’unica missione europea cheha monitorato il voto AndreasGross, componente dell’Assem-blea parlamentare del Consigliod’Europa, che ha spiegato: “Nonè stato un voto equo. Pensiamoche non ci sia stata libertà in

queste elezioni”.Più precisamente, secondoGross, non avrebbero volutotener presente il problema relati-vo alla registrazione dei candi-dati, che metterebbe in dubbio lalibertà di queste elezioni. Fattorenon secondario sarebbe il nonaver migliorato l’approccio deicandidati ai mass media, cheavrebbe messo alcuni in posizio-ne di vantaggio rispetto ad altri.Per Gross il voto che ha avutoluogo è ampiamente sotto il“potenziale democratico”, riflet-tendo comunque la volontà deicittadini, ma non può esseredichiarato pienamente giusto elibero.A pesare ulteriormente sullasevera valutazione vi sono noti-zie di pressioni sugli elettori ein generale un senso di forte“regia dall’alto”. Malgrado tutto, sono giunte datutta Europa le felicitazioni perla vittoria conseguita dal delfinodi Putin. Quanto sincere non èdato sapersi, ne prendiamo attoe basta.Tra i primi a complimentarsi conil neo presidente russo, il neopresidente francese Sarkozy(solidarietà neo?), che ha telefo-nato a Medvedev inviandoglifelicitazioni calorose per la sua“vittoria convincente” e confer-mando la sua intenzione di raffo-rzare il partneriato strategico trai due Paesi. Anche il cancellieretedesco Angela Merkel si è con-gratulato con il neo-presidenterusso che prevede di incontrareal più presto. Ancora più caldodi Sarkozy e Merkel messi insie-

me è stato il ministro degli este-ri francese Bernard Kouchner,che ha esortato l’ Unione euro-pea a trovare un nuovo modo didialogare con il presidenteMedvedev, deplorando il fattoche i paesi europei non l’abbianofatto con Putin. Kouchner haproseguito dicendo che Medve-dev è stato eletto con “una per-centuale sorprendente, non pro-prio come Stalin, ma il 70 percento non è male”. Kouchner hapoi lanciato un monito: “Partedel nostro futuro, non soltantoper quanto riguarda l’energia,ma anche per questo, sta in Rus-sia”. Da par suo l’ancora in cari-ca ministro degli Esteri italianoD’Alema è stato più tiepido neicomplimenti preoccupandosi disalvare la forma e poco più. Dichiarando che “quando un’e-lezione si conclude con un can-didato che prende il 70 percento, ci si trova di fronte a unrisultato diverso da quelli cuisiamo abituati nei Paesi occiden-tali. Comunque Medvedev è ungiovane, amico dell’Italia“. Ilpremier britannico, GordonBrown, ha inviato un messaggiodi congratulazioni e un suo por-tavoce ha sottolineato che Lon-dra giudicherà dai fatti la nuovaamministrazione. Anche il presi-dente della Commissione euro-pea, Barroso, si è congratulato eha espresso “fiducia” nella futu-ra collaborazione tra Russia eUe.Ha fatto molto rumore la manca-ta telefonata di Bush, che la dicetutta sui rapporti che intercorro-no - e salvo sorprese intercorre-

ranno - tra Cremlino e CasaBianca. Per onor di cronaca,citiamo soltanto alcuni dei frontiaperti tra opposte amministra-zioni: questione basi in Polonia eRepubblica Ceca, questione Irane questione Kosovo.Questioni che rimangono apertee scottanti e che segneranno l’a-genda politica internazionale deiprossimi mesi. A fronte di chicerca il dialogo con la Russia –Francia in testa – c’è chi – gliUsa - ha scelto il muro contromuro e difficilmente abbandone-rà tale strategia. Questione diopposte visioni del mondo e,principalmente, di opposti inte-ressi geopolitici. E chi spera chesarà più facile trattare con il neo-presidente è un illuso. Medve-dev è la protesi di Putin e cometale agirà. La politica di potenzainaugurata dallo zar andrà avan-ti e il ricatto energetico resteràun’arma valida per la realizza-zione del progetto. Che Russia eredita Medvedev?Una Russia tornata protagonistadella politica internazionale,capace di “bracci di ferro” ingrado di gettare il mondo nellatensione come ai vecchi tempi. Una Russia dall’economia stabi-le (anche se dall’inflazione indo-mabile), i cui salari sono quadru-plicati e in cui il consenso perPutin si riverbererà sul suofiglioccio.Ma anche la Russia delle mortimisteriose, la Russia in preda adiversi sommovimenti che ine-vitabilmente ne turberanno ilpercorso. E allora: quali soluzioni per le

tensioni che percorrono il Cau-caso dove la guerra cecena daGrozny si sta spostando versoDaghestan e Inguscezia? Il terrorismo islamista tornerà acolpire il centro della federazio-ne come è avvenuto tra la finedegli anni novanta del secoloscorso e l’inizio del nuovo mil-lennio?L’Europa ed il mondo attendonole risposte di Medvedev che, sevorrà darne di efficienti dovràriprendere il dialogo anche congli Stati Uniti (specie per quelche riguarda l’azione contro ilterrorismo).Intanto mentre i leader mondialisi esprimono tra felicitazioni eriserve, cresce la tensione inter-na che coinvolge anche parte delondo della cultura. Nella centra-le piazza moscovita Turghiene-vskaia, l’opposizione di “AltraRussia” dell’ex campione discacchi Garry Kasparov haindetto un meeting non autoriz-zato in protesta contro quella chedefinisce la “farsa” delle elezio-ni presidenziali. Una manifesta-zione pacifica di dissenso, chevisto la polizia effettuare alcunecariche contro i dimostrantifermi e inermi, trascinando abraccia con brutalità, alcuni diloro poi chiusi in camioncini e –pare – sottoposti a varie sevizie.In questo clima, che di “postcomunista” ha davvero poco, sichiude il mandato di Putin e siapre quello di Medvedev. Uncambio che non cambia nulla aldi fuori della faccia.

Francesco di Rosa

Russia: nulla è cambiato

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LA PIAZZA D’ITALIA - APPROFONDIMENTI

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Musica: la psicologa, Madonna esempiodi come affrontare attacchi panicoRoma, 12 mar. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Persino Madonna ha prova-to terrore, paura di impazzire o morire, tutto questo accompagnato da tachi-cardia, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, nausea e altri sinto-mi ancora. E' l'attacco di panico, che sembra un incubo anche se dura pochiminuti, un breve momento che basta per imprimere nella nostra mente il ricor-do di un evento cosi' negativo. "Ma l'artista, secondo quanto ha rivelato, affron-ta il suo attacco di panico facendo le due cose piu' corrette: respirando e nonpermettendo alla mente di costruire pensieri allarmanti, ma rassicuranti.Qualcosa del tipo: e' un malessere passeggero, ora passa"

Cinema: Clooney e Pitt donano 500miladollari per il DarfurLos Angeles, 14 mar. - (Adnkronos/Dpa) - George Clooney, Brad Pitt, MattDamon e Don Cheadle per il Darfur. "Not on our watch", la fondazione da lorocreata, ha donato 500mila dollari al Programma alimentare mondiale (Pam)delle Nazioni Unite per sostenere l'assistenza alimentare nella regione delSudan occidentale. "Abbiamo bisogno di ulteriori e immediati aiuti altrimentila regione rimarra' paralizzata", ha affermato Clooney in un comunicato.

Cinema: morto regista Minghella, vinseoscar con 'Il paziente inglese' Londra, 18 mar. (Adnkronos/Dpa) - Il regista e attore Anthony Minghella e'morto all'eta' di 54 anni, secondo quanto annunciato dal suo agente. Nel 1997Minghella vinse l'Oscar per il film 'Il Paziente Inglese", tratto dal romanzo diMichael Ondaatje. Minghella era nato il 6 gennaio 1954 a Ryde, in GranBretagna: suo padre era un italo-scozzese la cui famiglia proveniva da un pic-colo villaggio del Lazio mentre la madre era originaria di Leeds. Tra gli altrisuoi film di successo, "Ritorno a Cold Mountain" e "Il talento di Mr. Ripley".

Meno gossip e più politica seria: glielo chiede il popolo

Correggerà il tiro, per sem-brare meno il protagonista diuna soap opera e più ilPresidente di una grandenazione. La batosta elettoralealle amministrative sarà digrande insegnamento perNicolas Sarkozy: l’affetto deifrancesi verso l’uomo nuovodella repubblica è crollatonegli ultimi mesi e la riprovaè arrivata con il sorpasso delPartito Socialista sull’Ump inmolti comuni considerati roc-caforti golliste. Importanti città come Amiens,Caen, Reims, Metz, Saint-Etienne e Perigueux sonopassate alla sinistra, mentre il

partito del presidente non èriuscito ad espugnare Angers.Un voto viziato molto dall’a-stensionismo che ha fattoregistrare picchi del 35%, macomunque un campanellod’allarme importante perSarko, negli ultimi tempi piùpersonaggio del gossip chedella politica. Forse proprio questo ai fran-cesi non è andato giù: esseremessi in secondo piano da unpresidente proprio da lorofortemente voluto e votato.Era iniziato tutto già primadell’insediamento all’Eliseo,quando la vita sentimentaledel futuro presidente aveva

prevaricato su quella istituzio-nale: un legame strano conuna moglie presa, poi lascia-ta, poi di nuovo ripresa. Unafamiglia molto allargata quel-la di Nicolas e Cecilia:entrambi con due matrimonifalliti alle spalle, due figli cia-scuno avuti dalle precedentiunioni, uno dopo la consacra-zione della loro storia d’amo-re nata, secondo i gossip piùinformati, proprio come latrama di una grande soapamericana. Sarkozy che siinvaghisce di Cecilia mentre,da sindaco, la unisce in matri-monio al primo marito, leiche ricambia, l’emergere diuna storia clandestina checulmina poi con un matrimo-nio e un figlio. Nicolas e Cecilia sono iKennedy della Francia: giova-ni, sportivi e alla moda, pia-cevoli e determinati. Lui è unabile politico, in pochi mesi siimpone come ministro degliinterni, non piace molto aChirac proprio perché sembraincontrollabile e per questo ilvecchio presidente minacciaaddirittura di ricandidarsi purdi opporsi alla scalata del gio-vane verso l’Eliseo. Nicolas, che in Francia diconoabbia ottime doti da imboni-tore, alla fine gli fa cambiare

idea, ne ottiene l’appoggio esbaraglia persino la concor-renza di una donna, SegoleneRoyal, bella, giovane, anchelei fortemente voluta daglielettori alla guida dei sociali-sti, meno dall’establishmentdel partito.Quando si insedia il nuovopresidente – il primo inFrancia ad essere nato dopola seconda guerra mondiale -rompe subito il protocollocon un bacio in pubblico, tut-t’altro che formale, alla suabella moglie e con l’ingressonelle stanze dell’Eliseo insie-me alla sua famiglia allargata.Un presidente che da subitosembra andare dritto per lasua strada senza farsi troppiproblemi di protocollo, dimo-strando una certa originalitàpolitica: manda la moglie –priva di qualsiasi carica istitu-zionale - in Libia a riprenderele infermiere bulgare tenutein prigione da sette anni, bac-chetta apertamente le scelteeconomiche di Bruxelles,apre il governo ad alte perso-nalità dell’area socialista affi-dando loro ministeri o missio-ni internazionali. Non solo: non manca di farsivedere spesso dai suoi cittadi-ni con apparizioni in tv finen-do per essere anche ribattez-

zato da amici e avversari“Supersarko”, per via dellasua iperattività.Fino a quando il gossip nonprende il sopravvento e diSarkozy si inizia a parlare piùper le sue beghe sentimentaliche per la sua carica presi-denziale.Fatale è il divorzio da Cecilia,con strascichi polemici,dichiarazioni al vetriolo, libribiografici pieni zeppi di rive-lazioni velenose e l’arrivonelle stanze dell’Eliseo di unanuova e conturbante fiamma:la modella italiana CarlaBruni.E’ qui che il gossip si scatena,le foto istituzionali sui giorna-li lasciano il posto alle papa-razzate e il presidente iniziaad apparire agli occhi deisuoi elettori un po’ troppocon la testa tra le nuvole. Quale migliore strumento perchiedere maggior rigore algarçon se non il voto?“I francesi hanno senza dub-bio dato un voto sanzione –spiega Elle Cohen, uno deipiù noti economisti francesi -non solo perché la sinistra haconquistato tante città e can-toni, ma anche perché l’elet-torato di destra non si è mobi-litato in quanto è scontentodell’azione governativa”.

Una delusione, secondoCohen, dovuta anche dallemancate promesse di NicolasSarkozy in campo economi-co: “Aveva assicurato cheavrebbe cambiato tutto e inparticolare migliorato il pote-re d’acquisto. Ad oggi nonsembra ancora averlo fatto”.Si sarebbe insomma rotto l’in-cantesimo con gli elettori cheora “non credono più alla suamagia”.Cosa fare adesso? Innanzitutto essere più istitu-zionale e meno scandalistico,dicono i giornali francesi. Poidare prova di grande inventi-vità sul fronte dell’economiavisto che anche la Franciarisente della difficile situazio-ne internazionale.Ma non solo: Sarkozy dovràricostruire la sua immagine divincente, quella che lo avevalanciato a maggio di un annofa verso la vittoria. Ma stavol-ta dovrà farlo in modo piùdiscreto, lasciando anche piùmargini di manovra al gover-no, evitando gli eccessi che aifrancesi proprio non piaccio-no. Le urne non mentono.Difficile ma non impossibileper uno come Sarkozy, piùvolte dato per spacciato e piùvolte risorto.

Luca Moriconi

Sarko, uomo avvisato...

Tim Burton

Al contrario del resto deiregisti hollywoodiani, TimBurton, è uno che è riuscitoa crearsi una nicchia tuttasua, fatta di parabole gentilie malinconiche, di universipersonalissimi e visionari,con uno stile sofisticato einconfondibile, contaminatodalle atmosfere espressioni-ste dei classici dell’horror delpassato. Anche noi facciamoparte di quel microcosmosolo all’apparenza cosìminaccioso. Ne facciamoparte nel momento in cuisentiamo che le parole deipersonaggi che animano isuoi film sono le stesse chesentiamo noi nel momento dimassima solitudine e diestrema incomprensione. Il senso di incompiutezza diEdward mani di forbicequando ripete «Non mi hafinito» e quella promessanuziale che non rimane pro-prio in mente di fronte allasposa umana (e non cadave-re) sono momenti che uni-versalmente attraversiamotutti: il lutto e la perdita dellapersona che più ami e cheinterrompe bruscamente uncammino fatto assieme, e poiquel senso di incomunicabili-tà del sentimento umano difronte a chi sai che presto otardi andrà via. Sfugge tutto.Il cinema di questo autoreracconta un mondo interioreche si fa esteriore, un mondo“introverso”, nel quale luistesso si rifugiava da bambi-

no asociale quale era. La peculiarità del suo mododi fare cinema sta nel fattoche per quanto uno spettato-re possa sentirsi lontano dalsuo linguaggio cinematogra-fico, inevitabilmente gli acca-drà di ritrovarsi in uno deisuoi personaggi.Questo è ciò che lui vuolefare, partire dalla diversitàper renderci tutti uguali, rac-contando storie che sono alservizio di un unico senti-mento: l’amore vero. Burtonama e rispetta tutti, i vivi e imorti, i mostri e i normali.Sposa il bianco e il nero(colori che ama moltissimo)con delle imponenti sceno-grafie di stampo espressioni-sta e miscela il tutto condelle partiture musicali daOscar. Il prodotto è un cine-ma profondo e profonda-mente personale, per animisensibili e romantici, immer-so in un’atmosfera favolisti-c a .Nato a Burbank, Californianel 1958 e cresciuto al bloc-co 2000 di Evergreen Street,guarda caso proprio vicino alValhalla Cemetary, figlio diun impiegato al BurbankParks e di una commessa inun piccolo negozio di artico-li da regalo, Tim passa la suainfanzia recluso in casa,appassionandosi ai cartonianimati e ai vecchi film del-l’orrore, soprattutto quelliinterpretati da Vincent Price. Dopo aver studiato alla

Providencia ElementarySchool della sua città, sidiverte, negli anni liceali, agirare cortometraggi con lasua Super8 e, grazie a unaborsa di studio, frequenta ilcorso di animazione presso ilCalifornia Institute of the Artsdal 1979 al 1980, venendopoi assunto come animatorealla Disney. Disegnatore diRed e Toby nemici-amici(1981) e della pellicola fanta-scientifica Tron (1982), saràrimosso dall’incarico di ani-matore nel momento in cuifirmerà i sei minuti animati inbianco e nero del goticoVincent, omaggio al suo atto-re preferito il già menzionatoPrice, troppo personali per ilconformismo imperanteall’insegna dei buoni senti-menti e delle manfrine dellaDisney. Dopo aver rifiutatomolte proposte, decise dicreare qualcosa di originale edi unico. Nasce cosìBettlejuice – Spiritello porcel-lo (1988), con MichaelKeaton come interprete prin-cipale che divise il set conAlec Baldwain, Geena Davise Wynona Rider. Film checonsolida la fama di Burton aHollywood.Grande amico e spesso colla-boratore del compositoreDanny Elfman (autore dellecolonne sonore di quasi tuttii suoi film), accetta l’idea diportare sullo schermo il filmdi Barman che firma nel1989. Keaton presta il volto

all’uomo pipistrello, mentreil diabolico jack Nicholsonoffre il suo ghigno maleficoal Joker; oggetto del conten-dere sarà non solo una darkGotham City, ma anche ilcuore della bella di turno,Kim Basinger. Il film è cam-pione di incassi al box officee Burton viene riconfermatoper il sequel del film Batman– il ritorno.Il vero capolavoro, quelloche entrerà di diritto nellastoria del cinema è però trat-to da un suo libro, “Mortemalinconica del bambinoostrica e altri racconti”, e sitratta del commoventeEdward mani di forbici(1990), dove scopriamo l’out-sider Johnny Deep nelle vestidi una creatura costruita daun vecchio scienziato cheperò muore prima di dargli lemani, lasciandolo con dieciforbici al posto delle dita.Nel momento in cui la crea-tura verrà adottata da unafamiglia locale e cercherà diinserirsi nel mondo dei “nor-mali” emergerà la crudeltàdell’uomo che spingerà allafuga il “manidiforbice”. Unafavola che mise in luce iltalento grafico di Burton,quel misto di tenerezza eassurdità che resero il suocinema universalmente poe-tico.Mentre lavorava alla realizza-zione di un documentario sulsuo adorato Vincent Pricel’attore muore e per reagire

al dolore si immerge nellavoro e nel 1993 sforna unpiccolo gioiello dell’anima-zione stop-motion: TimBurton’s the Nightmare befo-re christmas.Nel 1994 dirige Johnny Deep(con il quale stringerà unagrandissima amicizia e unproficuo sodalizio artistico)nella biografia di colui che èreputato il peggior registadella storia del cinema, EdWood, mentre due anni dopofirma la commedia fanta-scientifica Mars Attacks! Nel1997 è membro della giuriadel Festival di Cannes erende omaggio a RogerCorman, mario Bava e Pricefirmando Il mistero di SleepyHollow (1999), stregonescastoria del cavaliere senzatesta. Dopo decide di affron-tare il remake di un classicodella fantascienza Il pianetadelle scimmie (2001), sul cuiset conoscerà la sua nuovacompagna, la lugubre attriceinglese Helena BonhamCarter, che sarà presenteanche in altre sue pellicole: ilfiabesco Big Fish (2003),Charlie e la fabbrica di cioc-colato (2005, remake di WillyWonka e la fabbrica di cioc-colato) e doppierà il goticolungometraggio animato Lasposa cadavere (2005),: lagrazia, il malinconico amore,la voglia di amare che emer-gono dal film traspaiono purie immacolati, nonostante lastoria racconti il rapporto

impossibile fra una morta eun vivente, tanto è vero chesarà nominato all’Oscarcome miglior film animatod e l l ’ a n n o .La sua ultima fatica èSweeney Todd (2007), musi-cal grottesco su un barbiereassassino bissando nel cast isuoi due più grandi amori giàpresenti in La sposa cadave-re: Depp e Helena. A questopunto, nonostante la giovaneetà, il Festival di Venezia glirende omaggio conferendo-gli il Leone d’Oro alla carrie-ra che lo incastonerà fra imiti del cinema. Il suo cine-ma è sempre stato al centrodell’attenzione di critici epubblico facendolo emergerecome un’icona del cinemadark alternativo, fatato evisionario. Un poeta malin-conico e struggente che hacantato e ha dato voce albisogno di amore di esclusi eincompresi con impareggia-bile dolcezza. È come se conogni suoi film, questo tene-broso punk geniale prendes-se la mano dello spettatore erinnovasse una promessa chesuona grossomodo così: «Conquesta mano dissipo i tuoiaffanni. Il tuo calice non saràmai vuoto, perché io sarò iltuo vino. Con questa candelailluminerò il tuo camminonelle tenebre. Con questoanello ti chiedo di esseremio». A noi la scelta se diresì.

Raffaella Borgese

Illuminerò il tuo cammino nelle tenebre

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LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITA’

Era il 1985 quando in Italiail primo ristorante diMcDonald’s ha aperto i bat-tenti e d’allora qualcosa ècambiato e sta ancora cam-biando. L’immagine che evocavano ifast e food era quella di uncibo consumato fugacementee non certo di alta qualità. Itempi sono mutati e con essile richieste dei clienti sonoevolute. Se è vero che i “piat-ti pronti” sono sempre piùacquistati è vero anche che ladomanda di un cibo sano èsempre in crescita. Così lapiù grande catena di fastfood ha deciso di cambiarestrada, coniugare le due esi-genze e dirigersi verso unretyling (interno ed esterno),adeguandosi così ai tempiattuali. Una sorta di muta-mento. Cercando di romperei vecchi schemi e agganciarsisempre di più al tema benes-sere. La qualità e la sicurezza ali-mentare sono temi al centrodell’attenzione e delle preoc-cupazioni di autorità, associa-zioni, media e soprattutto deiconsumatori. In particolare ècrescente la richiesta digaranzie sulla tracciabilitàdegli alimenti, sulla qualitàdelle materie prime e sullasicurezza nei processi di tra-sformazione e lavorazionedel cibo. A queste esigenzeMcDonald’s sembra rispon-dere con l’adozione di regole

che debbono essere rispetta-te lungo tutta la filiera ali-mentare, dalla selezione dellematerie prime fino ai prodot-ti serviti nei ristoranti. Proprioperché la qualità degli ali-menti è imprescindibile dallaqualità degli ingredienti dibase, viene da sé che la scel-ta e la gestione dei fornitori,nonché la loro capacità dirispondere ai severi standardrichiesti, diventano fattoridiscriminanti in quanto fon-damentali. E’ curioso come la lista deifornitori, di questo colossoamericano in Italia, sia com-posta per l’80% da aziendenostrane, come se si volesseconfermare e sottolineare latendenza a scegliere proprio inostri marchi. Un modo forseper avvicinarsi di più ai con-sumatori del bel Paese.Come ad esempio Amadoriper il pollo, Bindi per letorte, Birra Peroni appuntoper la birra; mentre CaffèOttolina fornisce il caffè,Cimbali correda i ristorantidelle relative macchine dacaffè, East Balt Italia riforni-sce la catena del pane ePanealba si occupa di riempi-re le dispense di MCDonald’s di grissini. E poiancora Inalca fornisce lacarne bovina, mentreMontana provvede per il pro-sciutto e così via.Ovviamente ci deve essereun raccordo tra la sala risto-

rante e le cucine affinchéquesto discorso sul cambia-mento sia attendibile, inquanto constatabile. Così leCucine sono Aperte, nelsenso che non esistono bar-riere che impediscano alcliente di sbirciare nel localedove si preparano gli alimen-ti (open kitchen), ciò permet-te al consumatore di poterosservare la qualità del cibo,e aggiungerei l’igiene e lapulizia dell’ambiente…; maCucine Aperte è inteso anchenel senso che se un consu-matore avesse il desiderio difare un “tour” all’interno dellecucine dei ristorantiMcDonald’s- per constatareappunto come si conservanoi cibi, come si organizza unmagazzino, quali sono leregole di igiene fondamentaliper una cucina - può con-cordare un appuntamentosemplicemente contattando ildirettore del ristorante. Cosìsi potrà guardare attentamen-te come si farciscono i pani-ni oppure come si arricchi-scono le insalate…Si potràpartecipare anche alla fased’immagazzinaggio ed assi-stere alla suddivisione deiprodotti nelle diverse catego-rie: come ad esempio i pro-dotti surgelati (hamburger,cotolette, bocconcini dipollo, patate, filetti di pesce,ecc.) vengono conservati incelle ad una temperatura tra -18°/-23°C; mentre i prodotti

come formaggio e insalatasono mantenuti in celle frigo-rifere ad una temperatura tra+1°/4°C; ed in fine i prodotticome ketchup, senape ecetrioli sono conservati aduna temperatura tra+5°/25°C. Rimaniamo sulle note delrapporto “cibo – qualità –stiledi vita” di MC (come vienechiamato comunemente nellinguaggio dei giovani).L’alimentazione è agganciataall’elemento salute. Non sonoscindibili i due temi. Nel 2005l’azienda ha avviato una cam-pagna mondiale di sensibiliz-zazione basata sulla promo-zione di uno stile di vita atti-vo e bilanciato con l’obiettivodi informare i consumatorisull’importanza di porre unasempre maggiore attenzioneall’equilibrio alimentare eall’attività fisica. Dal 2006 ilcolosso americano cerca diinformare i suoi clienti suivalori nutrizionali dei propriprodotti affinché i clienti pos-sano seguire un’alimentazio-ne equilibrata e consapevole;cercando di rendere fruibiliqueste informazioni a tutti iconsumatori attraverso la dif-fusione su mezzi abitualmen-te consultati dai clienti neifast food, come le confezio-ni dei prodotti, ma ancheriportare queste notizie sulretro delle tovagliette e suileaflet che si trovano all’inter-no dei ristoranti e sul sito

web. Le informazioni si riferi-scono ai cinque elementi chei nutrizionisti hanno giudica-to più rilevanti per i consu-matori ovvero le calorie, leproteine, i grassi, i carboidra-ti e il sale. L’alimentazionedeve essere accoppiatanecessariamente all’attivitàfisica, quindi uno stile di vitaattivo, considerato un ele-mento universalmente rico-nosciuto. A partire dal gen-naio 2007 McDonald’s hainvestito in un nuovo proget-to rivolto al mondo del run-ning non competitivo.Ovvero cercare di far avvici-nare i suoi consumatori allacorsa amatoriale, praticabileda giovani e famiglie. Ilmondo della corsa in Italiarappresenta uno stile di vita acui si stanno accostando sem-pre più persone, conquistatedalla semplicità di questosport che si può praticare acosto zero; la corsa attual-mente conta la partecipazio-ne di 28.000 persone, frauomini e donne con un’etàmedia fra i 30 e 40 anni. Ilfenomeno sembra essere inforte crescita. Soprattuttovista l’attività di risparmio chele famiglie italiane sonocostrette ad adottare. Lemaratone competitive vengo-no sempre più affiancatedalle family run, ovverocorse non agonistiche di 4/10km che vedono una parteci-pazione media di 5/8.000

persone ad evento.Anche le location della cate-na sono in fase di rinnovo.Infatti il remodelling dei risto-ranti McDonald’s è un pro-getto articolato su scala inter-nazionale. Il primo esempiodi questa nuova tendenza èstato il ristorante di Chicago,seguito da quello del quartie-re parigino della Défense.Il concept è arredamentocontemporaneo, minimalistama caldo e accogliente consale realizzate con cura, arre-date con materiali naturali,giocati su diverse tonalità dicolori morbidi e rilassanti.Questo mutamento, cheabbraccia vari settori, che ifast food hanno avviato, nonè un’operazione semplice.Un passaggio arduo se sipensa che l’immaginario col-lettivo ha ancorato questiristoranti a determinate iconenon certo positive. Un lavorocostante da parte del colossoamericano e constatabile daparte dei consumatori rendesicuramente apprezzabile ildesiderio di cambiamento;forse questa politica di pro-paganda di utilizzare il bino-mio cibo di qualità e attivitàsportiva è sicuramente unappeal per il cliente modernoche oltre a degustare gli ali-menti, vuole rimanere informa. E ancora una volta laparola chiave è benessere.

Alice Lupi

Con l’incontro e saluto dellaStampa accreditata si sonosvolte (Dal 27 al 31 gennaio),per la maggior parte nellaprestigiosa sededell’Auditorium,le sfilate AltaModa Primavera Estate 2008.Tra i ‘big’, primi a sfilare inpasserella, gli stilisti FaustoSarli e Guillermo Mariotto,quest’ultimo per la maisonGattinoni che ha riservatonon poche sorprese.Giullermo Mariotto, infatti, siè ispirato al disastro ecologi-co provocato dall’immondi-zia in Campania per gli abiti‘spazzatura’ presentandogonne gonfiate con centinaiadi stracci e sacchi di plasticaecosostenibili, biodegradabi-li e riciclabili, ma non solo: ilbio vestito da sposa in oroantico in fibra di mais!Li accompagnano gioielli (diuna principessa romana) fattidi bacche di carrubo e borseecologiche: -addirittura zuc-che!- pioggia di coriandolineri sul pubblico da stadio…Una fanciulla, adorna solo diun preziosissimo collier didiamanti fa da sfondo allasfilata dello storico coutou-rier Fausto Sarli, napoletano. La sua collezione, ispirata alRinascimento, è ricca dinodi, cappe, fiocchi sui

soprabiti e persino sugli abitida sposa -questi ultimi giàprenotatissimi!- come pureun abito da sera rinascimen-tale impreziosito da 400perle.Per i capi da giorno, moltiviola, ametista, malachite,topazio: colori vedette per laprossima primavera-estate.‘Etnica Fashion’ al Tempio diAdriano nella seconda gior-nata, è subito seguito dallageniale Marella Ferrera, cata-nese, che presto aprirà il suoatelier all’interno del museodel Principe Biscardi aCatania.Marella Ferrera nelle suecreazioni –tutti pezzi unici-immagina un viaggio epoca-le sulle orme di Goethe di250 anni fa, attraverso leterre della sua Sicilia. Tessutileggerissimi beige/ecru erosati, corpetti brevi moltoricamati, con coralli e pietredure, stelle in oro zecchinodel 700 e qualche spruzzo dinero e verde e, sempre, par-rucche bianche alte a ricor-dare, trasferite ai giorninostri, ombre del passatoche scivolano leggere sullamtiica passerella.Grimaldi e Giardina, traluminarie e musiche stilepaesano hanno festeggiato,

nel complesso monumentaledi S. Stefano i loro 10 anni diattività di stilisti presentando33 abiti in un crescendofestoso e mistico insieme.La russa Plastinina quindi-cenne, la più giovane babystilista del mondo (premiataper l’occasione da Maria PiaGaravaglia) realizza unamoda per teenagers condivertenti shorts tempestatidi pailletes, tute in organzatrasparente e per le occasio-ni importanti un’insieme diorganze e merletti e nuvolerosa.‘Versi di stoffa’ da SusannaLiso, per le fans della lettera-tura: pailleurs rigorosi e abitisirena per la donna latina diAlberto Annibali.‘Futuro Remoto’ da GianniDe Benedetti, su quattromodelle mutanti.Oro argento e ricami daAlberto Consiglio, moltorosso e fucsia da GianniCalignano, abiti floreali per‘Beach Couture’.L’olandese Addy VonKromacher ama la seduzioneispirandosi alle dive anni ’50fino agli ’80, nelle tonalitàrosa, giallo e pastello. Unomaggio all’arte della pitturaquello del libanese AhbedMarfouz, nei colori pistac-

chio e giallo, per creazionieffetto ‘petalo’ e ‘splash’.Lusso sfrenato nella collezio-ne di Lorenzo Riva che si èispirato a Maria Antoniettadel film di Sofia Coppola,trasferendo colori e atmosfe-re della Corte di Versailles alguardaroba di una signorachic e moderna nelle tinterosa, celeste, violetto.Applauditissima la milaneseLella Curiel, sempre accom-pagnata dalla figlia Gigliola,creatrice quest’ultima deibijoux folk, dei gioielli etnici,dei vistosi collier giro collo,coloratissimi in pietre dure,che accompagnano tutta lacollezione ispirata ai coloridella pittrice Frida Kahlo.Le acconciature, per la pri-mavera estate, prevedonocapelli raccolti sulla nucaintrecciati a nastri, rafia, fiorie nascosti da ampi sombre-ros latinoamericani.Avvolgenti scialli frangiati.I famosi ‘curiellini’ adoratidalle signore milanesi sonoirrorati di tinte calde: sciarpeovunque per i bellissimi abitida sera arancio, fucsia, tur-chese, dai corpini moltominimali e molto ricamati.Divertente una serie di abitifolk per le giovanissime, incontrasto con i completi pan-

taloni molto chic accompa-gnati da cinture multicolori.La libanese Elia Kahalanvuole rappresentare la libe-razione della donna araba;Tony Ward, anch’egli libane-se, mervaiglia con i suoi abitiin plastica tagliata al laser. Edward Arsouni, con i suoidisegni floreali e animalirievoca la misteriosa atemo-sfera della foresta amazzoni-ca.L’ormai storico coutourierRenato Balestra si ispira per isuoi 80 capi (sfilati dinanziad un ragguardevole stuolodi principesse arabe) allacalla e al mare. Si sono vitiscorrere abiti fluidi e leggerianni ’50, corpetti che gron-dano di coralli di tutti i mari,turchesi, perle, cristalli, com-pleti blu e oro per crocieredi lusso, abiti sirenaBluBalestra e per lui pantalo-ni ampi e reverse d’oro.Migliaia di piccoli volantsavvolgono la sposa con fior-dalisi BluBalestra in vita!Bene i giovani: CarloContrada, AlessandroBenedetti, Paolo Errico, JazzCouture.Non ha dimenticato la tradi-zione del suo paese la russaJulia Yanina, nemmeno perla sposa coperta solo di

pizzi. Divertenti i particolari dimoda di Walter Albino:guanti, fiocchi, cinture moltogiovanili.Il mondo della storia dell’ar-te ha ispirato Camillo Bonaper i suoi abiti lievi comeuna piuma e morbidissimi inrafia nelle tinte pastello;tante velature soft, pantalonisvasati anni ’30, tutto realiz-zato con la sua tradizionetecnica sartoriale.In questa edizione primaveraestate 2008 hanno sfilato glistilisti tra i quali maison sto-riche: 10 gli stranieri, 17 inuovi atelier in un susseguir-si di creazioni in voile, tulle,satin, rafia e ricami, trine,merletti, parrucche altissime,bellissimi completi blu e oroper crociere di lusso e persi-no incredibili abiti ‘spazzatu-ra’ in concomitanza con itempi… per serate estive,scolli vertiginosi e molticolori per il femminileall’Alta Moda PrimaveraEstate 2008.Chissà, come si sussurra, sela prossima manifestazioneavrà un ritorno di una sortadi ‘Donna sotto le stelle’ ditanto ambita memoria?

Anna Maria Vandoni

Una piccola rivoluzione alimentare

AltaRomaPrimavera-estate 2008

Cibi di qualità e sport entrano nei fast food

Cinema: oscar, Dante Ferretti e FrancescaLo Schiavo vincono per scenografie di“Sweeney Todd”Roma, 25 feb. - (Adnkronos/Cinematografo.it) - “Grazie grazieall’Academy”, dicono Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, molto emo-zionati. Premiati con l’Oscar per le scenografie di Sweeney Todd, dedicanoil riconoscimento a Tim Burton e Johnny Depp. È il loro secondo Oscardopo quello ottenuto nel 2005 per The Aviator.

Cinema: oscar, “il falsario” vince comemiglior film stranieroRoma, 25 feb. (Adnkronos/Cinematografo.it)- “Il falsario’’ miglior film stra-niero. È la prima volta che l’Austria vince un Oscar. Il regista Ruzowitzky haringraziato la famiglia. Il film ha avuto la meglio sul russo 12, sull’israeliano“Beaufort’’, sul polacco “Katyn’’ e sul kazakho “Mongol’’.

Cinema: oscar, trionfano i fratelli Coen con“non è un paese per vecchi”Roma, 25 feb. (Adnkronos/Cinematografo.it) - Miglior film e regia: Joel ed EthanCoen con “Non e’ un paese per vecchi’’ sono i trionfatori dell’80° edizione degliAcademy Awards, dopo le altre due statuette vinte per la miglior sceneggiaturanon originale e il miglior attore non protagonista (Javier Bardem). “Non abbiamomolto da aggiungere a quanto detto prima. Grazie. Facciamo film da quando ave-vamo 12 anni. Troppe sono le persone da ringraziare. Su tutte però, voi che con-tinuate a seguirci e a permetterci di giocare col nostro castello di sabbia”.