1-15/16-31 Maggio 2008 - Anno XLV - NN. 33-34

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Poste Italiane SpA- Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 num. 46) art. 1 - DCB-Roma 1-15/16-31 Maggio 2008 - Anno XLV - NN. 33-34 0,25 (Quindicinale) In caso di mancato recapito restituire a Poste Roma Romanina per la restituzione al mittente previo addebito - TAXE PERCUE tass. riscoss Roma-Italy Abb. sostenitore da E 1000 - Abb. annuale E 500 - Abb. semestrale E 250 - Num. arr. doppio prezzo di copertina — Fondato da Turchi — COPIA OMAGGIO Un Golfo Persico diverso è possibile — a pagina 5 — APPROFONDIMENTI Per la vostra pubblicità telefonare allo 800.574.727 LA PIAZZA D’ITALIA www.lapiazzaditalia.it LA PIAZZA D’ITALIA di FRANZ TURCHI — a pagina 6 — CULTURA Ricco, continuamente aggiornato: arriva finalmente sul web il nuovo punto di riferimento per i giovani e per un nuovo modo di fare politica in Italia www.lapiazzaditalia.it Una Piazza di confronto aperta al dibattito su tutti i temi dell’agenda politica e sociale per valorizzare nuove idee e nuovi contenuti L’attuale contesto italiano, ma soprattutto internaziona- le, impone a noi tutti di vedere quali sfide abbiamo di fronte. Infatti lo scenario internazio- nale di un dollaro che scen- de e di un petrolio alle stelle, mette alla prova qualsiasi strategia economica e previ- sione futura. Bene ha fatto quindi il buon Tremonti ad anticipare le misure promesse in campa- gna elettorale e ad anticipare ‘de facto’ la finanziaria a giu- gno, per andare in contro- tendenza alla crisi che dopo l’estate si vedrà per intero nelle nostre famiglie e azien- de. Infatti, mentre la Banca Centrale Europea a mio avviso, sta sbagliando nel non intervenire, pensando a battere solo il dollaro in ter- mine monetario a costo di pesanti sacrifici per le eco- nomie locali della nostra Europa, il nostro Ministro dell’Economia va in anticipo a cercare di riattivare una economia ormai in recessio- ne come quella italiana e al contempo in un ‘avviso ai naviganti’ cerca di anticipare le linee di politica economi- ca mettendo subito una finanziaria sul piatto prima che i problemi di ‘dicembre’, che arriveranno, vadano ad appesantire i bilanci familia- ri e aziendali. Dall’altra parte abbiamo la sfida della sicurezza, che non deve criminalizzare nes- suno, ma deve arginare un fenomeno chiaro: “in Italia si può delinquere perché la passo liscia”. Questo pensiero non può far parte di uno stato civile, democratico e soprattutto va bloccato ora prima che i danni siano irreparabili, e in questo senso il PDL sulla sicurezza va nella strada giu- sta, anche se qualche per- plessità sul reato di immigra- zione clandestina, così pro- posto, ancora ce l’ho. Una terza sfida, che non è la problematica dei rifiuti di Napoli, perché è un dovere per uno Stato di garantire condizioni di vita civili e rac- colta dei rifiuti, e che comunque speriamo, con la gestione Bertolaso, abbia fine la condizione di emer- genza nella quale vertono quelle aree, credo sia l’istru- zione o meglio l’investimen- to in ricerca e formazione sia la vera terza sfida da porre in atto. Una sfida difficile e lunga, perché ha bisogno di scelte di rinnovamento che vada- no dalla Scuola all’Università e che abbiano le risorse eco- nomiche necessarie per essere poste in atto nel medio-lungo termine. Quello che credo è che il futuro di questo Paese è nelle nuove generazioni e se queste avranno gli strumenti necessari per ‘combattere’ nel mondo del lavoro, come nella società, in primis la scienza e la cultura, allora si che l’Italia tornerà centrale nello sviluppo economico, politico e sociale del Vecchio Continente. XXI fiera del libro di Torino Il Governo vara le prime norme per contrastare l’immigrazione clandestina In Italia come in Europa Detto e fatto. Alla prima riunione ufficiale, il Consiglio dei Ministri riunitosi a Napoli - come promesso da Berlusconi durante la campagna elettora- le - ha varato un “pacchetto” sicurezza che contiene delle norme atte a contrastare più incisivamente l’immigrazione clandestina e la criminalità che ne scaturisce. Ma in soldoni cosa prevedono queste nuove norme? In primo luogo è stato appro- vato un decreto legge che pre- vede l’immediata espulsione dello straniero che sia stato condannato con una pena superiore ai due anni. Inoltre tale DL contiene norme che permettono di prolungare fino a 18 mesi la permanenza dei clandestini nei CPT in modo da facilitarne l’identificazione prima, l’espulsione poi. Sono stati introdotti poi aumenti di pena di un terzo nel caso in cui chi commette un reato è un clandestino. Inoltre verran- no sanzionati con una pena carceraria che va dai sei mesi ai tre anni e da una pecuniaria che va dai 10 mila euro ai 50 mila euro coloro i quali affitte- ranno un’abitazione a stranieri irregolari. Contemporaneamente a que- sto Decreto Legge- che andrà in vigore entro Luglio- è stato approvato un Disegno di Legge che inizierà ad essere discusso in Parlamento e che prevede tra le altre, alcune norme che ugualmente riguar- dano la presenza sul nostro territorio degli stranieri. Tali articoli serviranno a disci- plinare sia l’iter di ottenimento della cittadinanza da parte di un coniuge straniero- ottenibi- le solo dopo due anni di matri- monio- sia ad inasprire le pene nei confronti di coloro i quali sfruttano i minori attra- verso l’accattonaggio. Inoltre tale DdL prevede di dare più potere ai sindaci e alle polizie municipali in tema di sicurez- za e controllo del territorio oltre che il reclutamento di circa 3 mila nuovi Poliziotti e Carabinieri. Ma il provvedimento che più farà discutere è quello che A pagina 2 Le nuove sfide Premessa: è vero che l’imma- gine dell’immigrato privo di cultura cede sempre più fre- quentemente il passo a quella di una persona con in tasca una laurea. I dati illustrati nel corso della presentazione del Venice Forum che si terrà il 12 e 13 giugno all’Isola di San Giorgio, a Venezia, per inizia- tiva di Comune, Università Cà Foscari, UniCredit Group, Fondazione Venezia 2000 e rivista “east”. Approfonditi Studi Onu stima- no in circa il “40% gli scienzia- ti e i tecnici che, laureati nei Paesi in via di sviluppo, eser- citano la loro professione nelle nazioni industrializzate. I laureati dei Paesi centro- americani che lavorano negli Stati Uniti rappresentano una quota che varia mediamente tra il 25% e il 40%, con una punta record registrata dalla Giamaica, con l’80% dei lau- reati presenti negli Usa”. Nel corso di questo Forum, si discuterà delle “ripercussioni dell’immigrazione sulla politi- ca interna ed estera dei Paesi dell’Unione Europea, della tutela dell’identità e dei diritti dei migranti, del ruolo delle imprese e delle istituzioni bancarie e finanziarie”. Ma al governo italiano interessa un altro tipo di immigrazione. Quella pericolosa, clandesti- na, foriera di incontrollato malaffare e insicurezza per i cittadini. Un’insicurezza ben captata dal centrodestra, la cui sensibilità a riguardo gli ha consentito di stravincere le ultime elezioni. Il problema non è costituito dunque dai flussi di persone qualificate e referenziate, ma da quella immigrazione che va a riempire le fila della manovalanza della criminalità organizzata micro e macro, cui la gente comune sta man mano reagendo con ronde e talvolta linciaggi indiscrimina- ti. Uno stato degno di questo nome non può acconsentire alla giustizia “fai da te” e, a tal proposito, come da program- ma, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “pac- chetto sicurezza”. Un decreto legge introduce l’aggravante della clandestini- tà: se un cittadino straniero commette un delitto mentre si trova irregolarmente in Italia, la pena prevista per quel Tra pro e contro imperversa il dibattito che segue il pacchetto sicurezza L’America? A pagina 2

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In Italia come in Europa. Il Governo vara le prime norme per contrastare l’immigrazione clandestina. - Maggio 2008 LA PIAZZA D'ITALIA - www.lapiazzaditalia.it - fondato da Franz Turchi 1-15/16-31 Maggio 2008 - Anno XLV - NN. 33-34 € 0,25 (Quindicinale)

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LA PIAZZA D’ITALIA

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LA PIAZZA D’ITALIA

di FRANZ TURCHI

— a pagina 6 —

CULTURA

Ricco, continuamente aggiornato: arrivafinalmente sul web il nuovo punto

di riferimento per i giovani e per unnuovo modo di fare politica in Italia

www.lapiazzaditalia.itUna Piazza di confronto aperta aldibattito su tutti i temi dell’agenda

politica e sociale per valorizzare nuoveidee e nuovi contenuti

L’attuale contesto italiano,ma soprattutto internaziona-le, impone a noi tutti divedere quali sfide abbiamodi fronte.Infatti lo scenario internazio-nale di un dollaro che scen-de e di un petrolio alle stelle,mette alla prova qualsiasistrategia economica e previ-sione futura.Bene ha fatto quindi il buonTremonti ad anticipare lemisure promesse in campa-gna elettorale e ad anticipare‘de facto’ la finanziaria a giu-gno, per andare in contro-tendenza alla crisi che dopol’estate si vedrà per interonelle nostre famiglie e azien-de.Infatti, mentre la BancaCentrale Europea a mioavviso, sta sbagliando nelnon intervenire, pensando abattere solo il dollaro in ter-mine monetario a costo dipesanti sacrifici per le eco-nomie locali della nostraEuropa, il nostro Ministrodell’Economia va in anticipoa cercare di riattivare unaeconomia ormai in recessio-ne come quella italiana e alcontempo in un ‘avviso ainaviganti’ cerca di anticiparele linee di politica economi-ca mettendo subito unafinanziaria sul piatto primache i problemi di ‘dicembre’,che arriveranno, vadano adappesantire i bilanci familia-ri e aziendali.Dall’altra parte abbiamo lasfida della sicurezza, chenon deve criminalizzare nes-suno, ma deve arginare unfenomeno chiaro: “in Italia sipuò delinquere perché lapasso liscia”.Questo pensiero non puòfar parte di uno stato civile,democratico e soprattutto vabloccato ora prima che idanni siano irreparabili, e inquesto senso il PDL sullasicurezza va nella strada giu-sta, anche se qualche per-plessità sul reato di immigra-zione clandestina, così pro-posto, ancora ce l’ho.Una terza sfida, che non è laproblematica dei rifiuti diNapoli, perché è un dovereper uno Stato di garantirecondizioni di vita civili e rac-colta dei rifiuti, e checomunque speriamo, con lagestione Bertolaso, abbiafine la condizione di emer-genza nella quale vertonoquelle aree, credo sia l’istru-zione o meglio l’investimen-to in ricerca e formazione siala vera terza sfida da porre inatto.Una sfida difficile e lunga,perché ha bisogno di sceltedi rinnovamento che vada-no dalla Scuola all’Universitàe che abbiano le risorse eco-nomiche necessarie peressere poste in atto nelmedio-lungo termine.Quello che credo è che ilfuturo di questo Paese ènelle nuove generazioni e sequeste avranno gli strumentinecessari per ‘combattere’nel mondo del lavoro, comenella società, in primis lascienza e la cultura, allora siche l’Italia tornerà centralenello sviluppo economico,politico e sociale delVecchio Continente.

XXI fiera dellibro di Torino

Il Governo vara le prime norme per contrastare l’immigrazione clandestina

In Italia come in Europa

Detto e fatto. Alla primariunione ufficiale, il Consigliodei Ministri riunitosi a Napoli -come promesso da Berlusconidurante la campagna elettora-le - ha varato un “pacchetto”sicurezza che contiene dellenorme atte a contrastare piùincisivamente l’immigrazioneclandestina e la criminalità chene scaturisce.Ma in soldoni cosa prevedonoqueste nuove norme?

In primo luogo è stato appro-vato un decreto legge che pre-vede l’immediata espulsionedello straniero che sia statocondannato con una penasuperiore ai due anni. Inoltretale DL contiene norme chepermettono di prolungare finoa 18 mesi la permanenza deiclandestini nei CPT in mododa facilitarne l’identificazioneprima, l’espulsione poi. Sonostati introdotti poi aumenti di

pena di un terzo nel caso incui chi commette un reato èun clandestino. Inoltre verran-no sanzionati con una penacarceraria che va dai sei mesiai tre anni e da una pecuniariache va dai 10 mila euro ai 50mila euro coloro i quali affitte-ranno un’abitazione a stranieriirregolari. Contemporaneamente a que-sto Decreto Legge- che andràin vigore entro Luglio- è stato

approvato un Disegno diLegge che inizierà ad esserediscusso in Parlamento e cheprevede tra le altre, alcunenorme che ugualmente riguar-dano la presenza sul nostroterritorio degli stranieri.Tali articoli serviranno a disci-plinare sia l’iter di ottenimentodella cittadinanza da parte diun coniuge straniero- ottenibi-le solo dopo due anni di matri-monio- sia ad inasprire le

pene nei confronti di coloro iquali sfruttano i minori attra-verso l’accattonaggio. Inoltretale DdL prevede di dare piùpotere ai sindaci e alle poliziemunicipali in tema di sicurez-za e controllo del territoriooltre che il reclutamento dicirca 3 mila nuovi Poliziotti eCarabinieri. Ma il provvedimento che piùfarà discutere è quello che

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Premessa: è vero che l’imma-gine dell’immigrato privo dicultura cede sempre più fre-quentemente il passo a quelladi una persona con in tascauna laurea.I dati illustrati nel corso dellapresentazione del VeniceForum che si terrà il 12 e 13giugno all’Isola di SanGiorgio, a Venezia, per inizia-tiva di Comune, Università CàFoscari, UniCredit Group,Fondazione Venezia 2000 erivista “east”.Approfonditi Studi Onu stima-no in circa il “40% gli scienzia-ti e i tecnici che, laureati neiPaesi in via di sviluppo, eser-citano la loro professionenelle nazioni industrializzate.I laureati dei Paesi centro-americani che lavorano negliStati Uniti rappresentano una

quota che varia mediamentetra il 25% e il 40%, con unapunta record registrata dallaGiamaica, con l’80% dei lau-reati presenti negli Usa”.Nel corso di questo Forum, sidiscuterà delle “ripercussionidell’immigrazione sulla politi-ca interna ed estera dei Paesidell’Unione Europea, dellatutela dell’identità e dei dirittidei migranti, del ruolo delleimprese e delle istituzionibancarie e finanziarie”. Ma algoverno italiano interessa unaltro tipo di immigrazione.Quella pericolosa, clandesti-na, foriera di incontrollatomalaffare e insicurezza per icittadini. Un’insicurezza bencaptata dal centrodestra, la cuisensibilità a riguardo gli haconsentito di stravincere leultime elezioni.

Il problema non è costituitodunque dai flussi di personequalificate e referenziate, mada quella immigrazione cheva a riempire le fila dellamanovalanza della criminalitàorganizzata micro e macro,cui la gente comune sta manmano reagendo con ronde etalvolta linciaggi indiscrimina-ti. Uno stato degno di questonome non può acconsentirealla giustizia “fai da te” e, a talproposito, come da program-ma, il Consiglio dei Ministri haapprovato il cosiddetto “pac-chetto sicurezza”.Un decreto legge introduce

l’aggravante della clandestini-tà: se un cittadino stranierocommette un delitto mentre sitrova irregolarmente in Italia,la pena prevista per quel

Tra pro e contro imperversa il dibattito che segue il pacchetto sicurezza

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LA PIAZZA D’ITALIA - INTERNI

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propone di inserire nelnostro ordinamento giudizia-rio il reato di “ingresso illega-le” nel territorio italiano e dipunirlo con una pena variabi-le dai sei mesi ai quattro anni.E a tal proposito si sono sca-tenate subito le reazioni delleopposizioni-parlamentari enon-che si sono mostratecontrarie all’attuazione diquesta sanzione ritenendoladannosa ed inutile poichécontribuirebbe solo ad inta-sare ulteriormente tribunali ecarceri . Ma gli altri Paesi europeicome si regolano in meritoall’ingresso nel proprio terri-torio degli immigrati extraco-munitari regolari o clandesti-ni?In Francia, è in vigore unalegge che è stata fortissima-mente voluta dall’attualePresidente della RepubblicaSarkozi all’epoca in cui eraancora Ministro degli Interni,poco più di due anni fa quin-di. Attraverso la sua promul-gazione ed attuazione si ècercato di far passare nellasocietà francese il concettoche l’ immigrazione nondebba essere solo subita pas-sivamente ma “scelta” e que-sto per un paese come laFrancia che ha sempre cala-mitato un consistente flussodi immigrati soprattutto pro-venienti dalle sue colonie dioltre-mare è stato un fatto

rivoluzionario. In praticacoloro i quali vogliono entra-re i Francia debbono firmareuna sorta di patto con lo Stato, in cui i primi si impegnano arispettare le leggi in vigore aParigi ed imparare la lingua,mentre la Francia ha l’obbli-go di mettere a disposizionedegli immigrati tutti i mezziper trovare loro un lavoro,una casa ed imparare la lin-gua. Sindaci e Prefetti hannoil compito di provvedere chegli immigrati regolari rispetti-no tali disposizioni.L’ordinamento giudiziariofrancese- come quello tede-sco o inglese - prevede inogni caso il reato della clan-destinità, punito sia conun’ammenda pecuniaria checon una pena carceraria. Alloscopo di combattere questoreato è stato formato unospeciale corpo di polizia cheopera in tutto il Paese e nonsolo negli aereo porti o nellestazioni e sono stati costruitepiù di cento strutture simili ainostri CPT- centri di acco-glienza temporanea- in cuivengono messi i clandestiniin attesa di essere rimpatriati.Ma come è che avvengono gliingressi in Francia?in primoluogo le ambasciate ed i con-solati francesi all’estero fannouna prima analisi delledomande di lavoro e di sog-giorno in base alle attitudinidei richiedenti, che comun-que vengono schedati attra-

verso le impronte digitali egli altri dati biometrici. Tuttequeste informazioni vengonopoi incrociate con quelleriguardanti le necessità delmercato lavorativo francese equindi si decide a chi dare ilvisto e a chi no. E’ in ognicaso il Governo francese cheogni anno modula il numerodegli ingressi in funzionedella capacità di accoglienzain merito alla disponibilità dialloggi, di lavoro o dei corsiuniversitari. Ulteriormenteinasprite le norme che rego-lano i ricongiungimenti fami-liari,oramai la stragrandemaggioranza delle richiestedi ingresso. Infatti lo stranie-ro che richiede un ricongiun-gimento deve in ogni casodimostrare di poter mantene-re con il proprio lavoroanche il nuovo arrivato.Per quanto riguarda laGermania invece la leggeentrata in vigore a gennaiodel 2005 prevede per laprima volta la regolamenta-zione dell’immigrazione dipersone provenienti da statiextra comunitari attraversoflussi prestabiliti e la differen-zazione tra un permesso atempo determinato ed uno atempo indeterminato.Nel Paese governato dallaMerkel sono presenti circa7,3 milioni di stranieri- circa il9% della popolazione- e dasempre per le sua caratteristi-ca di essere la “locomotiva”

economica d’Europa haattratto persone in cerca dilavoro da tutte le parti delMondo, ma dopo aver rag-giunto una percentuale didisoccupati di oltre il 10% leistituzioni tedesche si sonochieste se non fosse il caso difrenare questo continuoafflusso di immigrati cheandavano ad intasare il siste-ma sociale teutonico.In base a questa legge ilnumero dei nuovi lavoratoristranieri in entrata vieneregolato in base alle realinecessità mostrate dai varisettori economici e produttividel Paese. Sono previstedelle agevolazioni per l’in-gresso di personale e tecnicialtamente qualificati che soli-tamente ottengono il vistid’ingresso più facilmente epermessi di soggiorno di piùlunga durata. In ogni casochiunque ottenga il “pass”per soggiornare a Berlinodeve frequentare dei duricorsi obbligatori- tenuti aspese dello Stato- di linguatedesca e di cultura generaledella Germania. Coloro iquali non superano tali corsioppure mostrano scarso inte-resse per essi o non li fre-quentano affatto sono puniticon la decurtazione dei sussi-di di assistenza oppure conuna diminuzione del tempodel permesso di soggiorno.In ogni caso gli stranieripotranno lavorare in

Germania solo se non ci sonotedeschi o cittadini comunita-ri interessati allo stesso postodi lavoro. Tutte queste normesono comunque federali,ovvero adottate dal parla-mento nazionale, senza pos-sibilità di essere modificatedai Lander che compongonola repubblica federale. Lalegge tedesca consideracomunque reato penale sial’entrata che il soggiornoclandestino o la permanenzasul suolo tedesco con vistoscaduto, con pene che arriva-no sino ad un anno di deten-zione.Infine la Spagna che tanto haaccusato attraverso le dichia-razioni di alcuni suoi ministril’Italia di praticare una politi-ca xenofoba nei confrontidegli stranieri.Dopo l’ultima sanatoria del2005 –in 700 mila l’hannoottenuta- gli stranieri in terraiberica sono circa 4 milioni emezzo ma secondo alcunefonti se ne dovrebberoaggiungere un altro milioneche ancora vivono in clande-stinità. Il permesso di sog-giorno si ottiene solo se c’ègià un datore di lavoro dispo-sto ad assumere lo straniero.Comunque in ogni caso dopotre anni di permanenza siottiene il visto definitivo.Negli ultimi anni sonoaumentate –fino al 60%- leespulsioni di immigrati clan-destini anche grazie alla

costruzione del così dettoSIVE - Sistema Integral deVigilanza Esterior - un vero eproprio “muro” costituito dafilo spinato e sensori radarche circondano le enclavispagnole in Africa del Nord,e la costa da Gibilterra sino aValencia.Di qualche mese faè stata la dura repressionedelle forze dell’ordine iberi-che che ha causato moltimorti proprio a Ceuta eMelilla allorquando alcuniclandestini marocchini hannocercato di superare questabarriere iper tecnologica. Il sistema di controllo dell’im-migrazione clandestina ècompletato inoltre dalla pre-senza- anche in Spagna- deicentri di permanenza tempo-ranea che oramai sono incondizioni deplorevoli essen-do stracolmi e ridotti al col-lasso e per questo sanzionatiperfino da alcuni rapportidell’UE. Da questa rapida carrellata sievince che anche altri paesieuropei hanno adottato dapoco politiche maggiormenterestrittive nei confronti deiclandestini ma se tutta l’UEnon capirà in tempi brevi chela questione deve essereaffrontata in sede comunita-ria tutti i provvedimenti presidalle singole Nazioni per fre-nare l’esodo di clandestiniverso l’Europa saranno inuti-li.

Giuliano Leo

delitto sarà aumentata finoa un terzo. Potrà inoltre esse-re espulso chi è stato con-dannato in via definitiva apene fino a 2 anni di carcere(contro gli attuali 10 anni).Fatto nuovo e non privo dirisvolti è la severa punizionedestinata a coloro che affitte-

ranno una casa a un immi-grato irregolare. Oltre allaconfisca dell’immobile,rischieranno infatti da seimesi a tre anni di reclusionee una multa da 10mila a50mila euro. Novità cheentreranno in vigore appenaarriverà in Gazzetta Ufficialeil decreto legge, che dovràpoi essere convertito in leggeentro sessanta giorni dalParlamento. Il fatto nuovorispetto alla precedentelegislatura ove verdi e rossidettavano le regole alla vec-chia, striminzita maggioran-za, è il sostanziale caratterebipartisan: il problema è daambo le parti ritenuto essen-ziale.E’ stato inoltre inserito ilreato di “ingresso illegale nelterritorio dello Stato”. Chientrerà in Italia irregolar-mente verrà punito con lareclusione da sei mesi a quat-tro anni. Viene poi allungato il tempomassimo di trattenimento neiCentri di PermanenzaTemporanea per gli irregola-ri in attesa del rimpatrio per iquali è difficile l’identifica-zione. Dagli attuali 60 giorni,si passerà a un massimo di 18mesi, ma sarà il giudice adover prorogare ogni duemesi il trattenimento.Pugno di ferro contro i cosid-detti matrimoni di comodo:il coniuge straniero acquisiràla cittadinanza italiana solodopo due anni di residenzaregolare in Italia successivi almatrimonio, non più dopo

sei mesi, e gli anni diventanotre se la coppia risiede all’e-stero. I tempi verrebberoperò dimezzati se ci sono deifigli.Stretta anche sull’attività dimoney trasfer, pratica diffusae da monitorare. L’agenziadovrà chiedere e fotocopiareil documento di identità e ilpermesso di soggiorno di chispedisce il denaro e, se qual-cuno non ha il permesso,dovrà inviare i suoi dati allapolizia. Se non lo fa, rischiadi vedersi revocata l’autoriz-zazione a trasferire denaro.il nodo cruciale che più fadiscutere in Italia e in Europa– basti pensare alle ultimeuscite del nostro nuovo prin-cipale competitor europeoche nei prossimi anni punta afarci le scarpe, la Spagna - èrappresentato dalla possibili-tà di espellere dei cittadinicomunitari inserendo traquesti anche la mancata iscri-zione all’anagrafe dopo 3mesi di soggiorno, e prevedela dimostrazione, per l’iscri-zione, che il reddito arrivi daattività lecite. Con un altro decreto si ren-dono più difficili i ricongiun-gimenti, prevedendo inoltreil test del dna quando ci sonodubbi sulla parentela. Questi, in soldoni i puntichiave atti ad arginare lamarea che si abbatte da qual-che tempo sull’Italia, vista daalcuni come semplice terra dipassaggio, da altri come terradi stanziamento stabile. Diqui il dibattito aspro sulla

legalità, i raid come rispostaa furti o anche violenze sub-ite in una sorta di faidamedievale. Tutto ciò necessi-ta di uno stop.L’Osservatore Romano dalcanto suo, approva la deci-sione del Governo italiano distralciare dal decreto sullasicurezza la parte riguardan-te il reato di immigrazioneclandestina, che rappresentaun “punto critico dell’inter-vento dell’esecutivo, elemen-to che qualifica il pianorispetto ai progetti che il cen-trosinistra aveva a suo tempomesso a punto”. Prevedere questo reato, pro-segue l’Osservatore “trasfor-merebbe gli immigrati senzapermesso di soggiorno infuorilegge” e ciò spieghereb-be perché “continuano aregistrarsi critiche e polemi-che che arrivano dal mondodel volontariato italiano,dalle istituzioni europee e dasingoli Paesi membridell’Unione europea, o alme-no da loro singoli esponentidi Governo”. C’e’ senza dubbio un fondodi verità nelle parole delquotidiano vaticano, ma tut-tavia non è tutto oro quel cheluccica. Molte delle critichepiovute sull’Italia sono stru-mentali, legati ai vari orticelliche le hanno scagliate.Intanto, se tra gli italiani sirespira un po’ di sollievo perl’attività del governo in mate-ria, fra gli immigrati impazzail dibattito. Non è necessarioandare in strada in cerca di

immigrati per carpirne il pen-siero. Gli immigrati che giun-gono in Italia si organizzanoe vi sono blog e siti dovequesto pensiero appare benchiaro. Un sondaggio, traquelli andati per la maggiorein questi ultimi tempi è intro-dotto così:“Col “pacchetto sicurezza” ilclima si fa più pesante emolti di quelli che prevede-vano che con il nuovo gover-no le cose per gli immigratisarebbero andate male (il70% dei lettori), vedrannoconfermati i loro timori. Ladomanda allora è: “Se potes-si, te ne andresti dall’Italia?”Pioggia di commenti pro econtro. Il clima che si respiraè contraddittorio. Molti senzaesitare e un po’ esasperatirispondono “sììììì!”, “subito!”, “di corsa”, quasi a testimo-niare che il clima si sta facen-do irrespirabile non solo pergli italiani, ma anche per itanti cittadini immigrati one-sti che sono approdati in

Italia. Ad ulteriore testimo-nianza di ciò giungono icommenti di altri che si cala-no nei panni dei cittadini delpaese ospitante ammettendoin soldoni che anche loro – aposizioni inverse – avrebbe-ro plaudito a tali provvedi-menti.Poi, c’è - come spesso capita- l’intruso che un po’ bruscoma senza dubbio onesto econdiviso da molti tuona:“a me non interessa l’au-mento del PIL a causa degliinvasori stranieri che lavo-rano per poco e portano isoldi guadagnati nei loropaesi, a me non interessal’aumento delle nascite sel’Italia diventerà come ilMarocco piena di marocchi-ni, io voglio il benesseredell’Italia e degli italiani…”Preludio allo scontro di civil-tà? Chissà, vero è che il lavo-ro del governo si fa ancor piùnecessario.

Francesco di Rosa

Dalla Prima

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In Italia come in EuropaIl Governo vara le prime norme per contrastare l’immigrazione clandestina

Tra pro e contro imperversa il dibattito che segue il pacchetto sicurezza

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Apocalipse Labour

Non è bastato alzare la vocecontro Pristina e continuarea usare toni concilianti versoBruxelles: la strategia delpresidente Tadic ha evitatoil peggio ma non ha conse-gnato ai filo-europei diBelgrado la maggioranzaassoluta nelle elezioniamministrative serbe. Le formazioni europeistehanno ottenuto il 39 percento dei consensi, conqui-stando così 103 deputati su250, 23 voti in meno dellamaggioranza assoluta che èdi 126 deputati. Nettamenteindietro, a sorpresa, il parti-to radicale di Nikolic, chetutti i sondaggi davanocome sicuro vincitore allavigilia del voto: il movimen-to filo-russo si ferma al 28per cento dei consensi con-quistando 76 seggi. Sufficienti comunque, perminacciare da subito ungoverno di colazione cheescluda Tadic e ottenga lamaggioranza grazie ai votidei democratici del premieruscente Kostunica - terzoincomodo della corsa conl’11 per cento dei voti e 30seggi - e il contributo deisocialisti dell’ex presidenteMilosevic, quarti con l’8 percento e 30 deputati. Tadic da parte sua ha pro-clamato la vittoria dellaCoalizione per una SerbiaEuropea - in netto vantaggionello scrutinio dei voti -affermando che non intendepermettere ai nazionalisti diprendere il potere, e chevuole nominare un nuovo

Primo ministro.Entrambi i blocchi sonoobbligati all’alleanza. In concreto, l’ago dellabilancia resta il Partito socia-lista serbo (Sps), che con il7,9% dei voti otterrebbe 20seggi.“Aspettiamo domani evedremo”, ha commentato ilnumero due del partito,Zarko Obradovic, precisan-do comunque che è ilmiglior risultato dal 2000,anno in cui Milosevic fuspodestato. Il blocco diKostunica avrebbe ottenutocirca l’11% e 30 seggi. Mentre il Partito liberaldemocratico (Ldp) diCedomir Jovanovic (il politi-co serbo a riconoscerel’indipendenza del Kosovo),l’alleato più verosimile perTadic, avrebbe appenasuperato la soglia di sbarra-mento con un 5,2% per unmassimo di 13 seggi.Bassa l’affluenza, tra mal-tempo e probabile stanchez-za dell’elettorato, richiamatoalle urne a tre mesi dallepresidenziali: 60,7% deivotantiTadic fa orecchie da mer-cante, incassa il supporto diSolana e quello dell’UnioneEuropea, promette la for-mazione di un governo dicoalizione forte che accel-ererà il processo di avvicina-mento all’Europa ma resteràfermo su un punto: ilKosovo non è uno Stato enessuno a Belgrado è dis-posto a riconoscerlo cometale.

La consegna della valigettanucleare mette il sigillo allapresidenza targataMedvedev: il delfino diVladimir Putin si insedia uffi-cialmente al Cremlino eredi-tando anche il controllo dellafamosa ventiquattrore checonsente al capo di stato dicontrollare in qualsiasimomento il bottone rossoper un potenziale attaccoatomico.A Mosca si intrecciano passa-to, presente e futuro di unaRussia che solo apparente-mente volta pagina.Il passato di Putin, il presen-te di Medvedev, il futuroancora di Putin che, smessi ipanni di presidente, conti-nuerà ad essere comunquel’uomo ombra della federa-zione russa.E’ la “fine della naja” per ilteorico del ‘me ne vado maresto’: nominato premier,Putin conclude otto anni alvertice dello stato, mentreinizia l’attività a capo delgoverno e del partito di mag-gioranza Russia Unita. Dopo aver ribadito – durantela cerimonia di insediamentodi Medvedev di fronte a2.000 invitati nella sala realedel Cremlino - di aver servitolo stato in maniera “chiara eonesta”. Ovvero senza forza-re la Costituzione che vuoleun massimo di due mandatipresidenziali. E anche senzacambiare le regole del gioco. Nel suo ultimo discorso alCremlino, VladimirVladimirovic ha ricordato

non soltanto le vittorie, maanche le “tragedie” attraver-sate dalla Russia negli ultimiotto anni. Ossia gli attentati ele stragi, dalle bombe aMosca al martirio di Beslan, equel periodo di instabilitàche sembra ormai ampia-mente stato superato.Proprio durante l’era Putin. Perennemente in cima aisondaggi, menzionato perben 10.000 volte dai mediarussi nel solo mese di aprile,promosso dal 78% dei suoiconnazionali, Putin continuaa godere della massimapopolarità. E la sua capacitàdi soddisfare l’opinione pub-blica russa non accenna ascemare.Dimitri Medvedev ha presosulle sue “spalle il peso dellaresponsabilità” messagliaddosso dal suo predecesso-re, ricevendo una vera e pro-pria benedizione dall’uomoche, oltre che il suo presi-dente, è stato anche il suoméntore. Mai era accadutoprima che un presidentebenedicesse il suo successo-re al passaggio delle conse-gne: nel 2000 Boris Eltsin aPutin consegnò raccomanda-zioni e si rivolse non ai citta-dini, ma al suo successore,chiedendogli di “aver cura”della Russia. Putin, passandoil testimone a Medvedev, haguardato dritto negli occhi icittadini chiedendo lorosostegno per il nuovo presi-dente.A sua volta il terzo presiden-te russo ha tenuto a sottoli-

neare nel suo discorso diinsediamento, la continuitàrispetto a Putin e, nello stes-so tempo, la necessità di unforte impegno per reggere unPaese che ha una “chanceunica” nel mondo e per ilquale si aprono “le più ampiepossibilità”.L’insediamento è un passosimbolico e solenne, checompleta l’apparizione inpubblico di Putin eMedvedev la sera dopo ladomenica elettorale del 2marzo, quando i due leadersalirono sul palco di un con-certo di musica pop organiz-zato sulla Piazza Rossa, salu-tando la folla come due veree proprie rockstar.L’atto finale di una transizio-ne di potere ampiamenteregolata da una coreografiadestinata ad assicurare la sta-bilità a Mosca.Medvedev ha i tratti somaticidel ragazzino, l’età dell’uo-mo nel pieno delle forze: 43anni il prossimo 14 settem-bre. E l’ambizione infinita dichi si ricorda ancora “quandoeravamo poveri”. Sostenutodallo stesso capo di statouscente nella corsa elettoralesi è affermato con un ‘tondo’70,2% dei consensi. Ora lo attendono le grandisfide internazionali che,come manager di Gazprom,ha già avuto modo diconoscere dal lato economi-co: adesso è la volta dellapolitica, della diplomazia –tanta – che ci sarà da usareanche con il futuro presi-

dente americano. Anche se,come sostiene StephenHadley, consigliere per laSicurezza Nazionale del pres-idente Bush, i rapporti tra laCasa Bianca e il Cremlinorimarranno sostanzialmentegli stessi di oggi. E identichesaranno anche le divergenze. Ma ad attendere Medvedevc’è anche la il faccia a facciacon Gordon Brown. Un incontro bilaterale - nel-l’ambito dell’annuale verticedel G8, in programma dal 7al 9 luglio prossimi - chedovrebbe servire per ricucirei rapporti tra Mosca e Londra,estremamente tesi ormai daun anno e mezzo, in seguitoall’ancora misterioso assas-sinio del novembre 2006 aLondra di AlexanderLitvinenko, l’ex agente delKgb sovietico prima edell’Fsb russo poi, entrato inrotta di collisione con l’expresidente e attuale premierVladimir Putin, e riparato nelRegno Unito dove chieseasilo politico, diventando poicittadino britannico.Adesso Medvedev pensa aiprimi viaggi diplomatici:iniziando da quello nel cuoreslavo dell’Europa, in quellaSerbia per la quale batte ilcuore più nazionalista del-l’elettorato, continuando poisulla via del petrolio, par-tendo dal Kazakistan perpassare in Cina. A ribadire - se non fosseancora chiaro - che la Russiadella nuova generazione nonfa ideologia, ma business.

Amministrative inglesi 2008

E’ molto facile raccontare diun disastro elettorale. Moltopiù difficile di una apocalissipolitico culturale maturatanel giro di pochi mesi.Ma il carattere del risultatodelle scorse amministrativeinglesi che ha portato allastorica elezione di unSindaco Tories a Londra,Boris Johnson e all’avanzatadel partito che fu di MargaretThatcher al 44% dei consensie al top del suo momentumcon lo Union Jack tutto, haqualcosa di epocale.Per capire la portata di quan-to accaduto, seppur trattatasidi elezioni locali, va segnala-to come il partito laburista(22%) viene scavalcato dailiberal-democratici (24%), glieredi dello storico e gloriosoWhig Party, fuori contesanello scenario politico britan-nico da poco dopo la finedella seconda rivoluzioneindustriale.Ma il crollo del New Labourtravolge anche i rapportiinterni al partito con lenomenclature locali.E’ di questa settimana l’an-nuncio choc di WendyAlexander, leader del partitolaburista nel Parlamentoscozzese, che ha dichiaratoappoggerà una richiesta direferendum per l’indipenden-za della Scozia, assecondan-do così la volontà delloScottish National Party che

aveva vinto le elezioni conun programma di riformeeconomiche e con la promes-sa di indire per il 2010 il refe-rendum sull’indipendenza.Al di là delle possibilità adoggi scarse di un successodei secessionisti (i sondaggi lidanno indietro 59/25) e delleimportanti sfumature con cuila Alexander avanza la suaproposta (vuole un referen-dum più immediato e il cuiquesito sia il risultato di unostudio di insigni costituziona-listi) la scelta della leaderscozzese segna un punto disvolta e di pericolosa rotturapolitica che se non ricompo-sta potrebbe di fatto generareil seme della nascita di unpartito laburista scozzeseseparato da quello britanni-co, anticipando di fatto unasecessione politica secondouno scenario che ricorda davicino il quadro politicobelga.Ma come si è arrivati a tanto.La risposta ha un nome e uncognome. Gordon Brown.I politici possono fare poco

per migliorare le cose, mamolto per peggiorarle equando un leader giunto allapiù alta carica del Regno,senza investitura popolare,ma con l’idea di recuperarepresto le venature di malcon-tento che si cominciano adintravedere nel Paese percorrere alle urne e sorpren-

dere i New Tories di DavidCameron si ritrova comeprima significativa scelta adabolire la fascia di aliquotafiscale più bassa, scatenandola reazione dell’opposizioneche lo accusa di impoverire ipiù poveri e dei propri com-pagni di partito che imbaraz-zati corrono ai ripari presen-tando emendamenti “amiche-voli”, diventa difficile spie-garsi ai cittadini.Così l’accettazione degliemendamenti “amichevoli”da una parte evita il disastroma dall’altra lascia il dubbiolecito nel corpo elettorale chead essere “Unfit” (inadegua-to) alla carica sia proprio l’at-tuale inquilino di DowningStreet.Un leader che in breve ècostretto nella patria dellaprivacy a correre inParlamento a scusarsi per laperdita dei dati personali ereddituali dei contribuentifiniti ancora non si sa benedove.Un leader che governa cosìprontamente la crisi dellaNorthern Rock tanto da per-mettere scene da GrandeDepressione come le codedei cittadini correntisti all’al-ba davanti agli sportelli dellaBanca.Un leader che pensa di spun-tare le armi dell’opposizionecopiandone di sana pianta iprogrammi e venendone irri-

so in diretta TV, uno che nonmanca nei suoi discorsi diesprimersi plagiando spudo-ratamente i discorsi di BillClinton vecchi di più di diecianni e venendone smasche-rato da tutto il mainstreammediatico.Ritenuto per anni il veromotore del pensiero econo-mico blairiano, Brown hafinito per apparire ai propriconnazionali un leader inte-ressato soprattutto a mante-nere a tutti i costi la propriaprestigiosa poltrona, il piùpossibile, ben sapendo che difronte ad una contesa eletto-rale le sue chance sarebberominime.Così facendo però il NewLabour è passato come unpartito debole, svuotato dellasua missione dopo gli annidel blairismo che già ne ave-vano messo a dura prova l’i-dentità; un partito diventatodelle e per le poltrone cheinviso alla popolazione quan-do il suo leader non manife-sta il coraggio che si chiedead un capo di governo e allacoalizione governante di unadelle più importanti demo-crazie del pianeta, dove laprassi in casi come questi eche entro breve tempo disciolgano le camere anticipa-tamente.Seguendo un tale comporta-mento politico non sarebbestata evitata la sconfitta, quel-

la no, ma il disastro certa-mente sì.E’ un paradosso, scrivel’Economist, giacché per l’in-fluente testata britannica,David Cameron è la misuradel successo politico del NewLabour, un leader conserva-tore costretto per andare inluna di miele con il Paese agiocare al blairismo dadestra.Un analisi impeccabile nonc’è che dire, ma adesso ilPremier e il suo partito si tro-vano nell’invidiabile situazio-ne di sapere con precisioneche ogni giorno che passacon il loro gabinetto insedia-to a Downing Street è unpezzo in più di Westminsterregalato ai Tories di Cameron

e una chance in meno di col-mare il gap con gli Whigs. Sciogliendo le camere oggi, siverrebbe a cristallizzare lasituazione tragica che si èpalesata con il risultato delleamministrative, che in unalegge elettorale a collegi uni-nominali può voler significa-re tanto.Mettendo da parte i parados-si, la misura del successo delNew Labour adesso potrebbeessere plausibilmente rappre-sentata dalla scomparsa oquasi della sua rappresentan-za parlamentare nel prossimoParlamento. Un risultato davvero storico.

Giampiero Ricci

Russia, Medvedev e ancora Putin Elezioni SerbiaTadic vince ma non convinceIl terzo Presidente della Federazione e il nuovo premier: la storia non cambia

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LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

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Grandi e avveniristiche sfidetecnologiche spaziali mondia-li vedono anche l’Italia prota-gonista attraverso ThalesAlenia Space. La società è unarealtà industriale di eccellenzaa livello mondiale nel settoredei sistemi e delle infrastruttu-re spaziali: dalla navigazionealle telecomunicazioni, dallameteorologia al controlloambientale, dalla difesa allascienza e all’osservazione perfinire alle infrastrutture desti-nate alla Stazione SpazialeInternazionale. Un grandegruppo mondiale, che nasceda una joint venture compostaper il 67% da Thales e il 33%da Finmeccanica, con stabili-menti in 4 diversi paesi euro-pei e con oltre 7,200 dipen-denti sparsi in tutto il mondo.

La società è attualmente impe-gnata in: progetti ambientali,che si basano su programmi diOsservazione della Terra,come GMES (MonitoraggioGlobale per l’Ambiente e laSicurezza, con i satellitiSentinel 1 e 3), diMeteorologia come MSG(Thales Alenia Space ha forni-to tutti i satelliti Meteosat perEumetsat) e di Climatologia,settore nel quale la società èprime contractor per la mis-sione SMOS (Soil Misture andOcean Salinity); nella Difesa,con importanti programmicome i satelliti per telecomu-nicazioni francesi (Syracuse III e III) e italiani (Sicral), e conil sistema duale di osservazio-ne della Terra COSMO-SkyMed (Italia) e come princi-pale partner per i programmidi telecomunicazione tedeschi(Satcom Bw) e per il program-ma di osservazione Helios(Francia), e Sar Lupe(Germania); nellaNavigazione, con Galileo (ecome prime contractor diEGNOS - il precursore diGalileo); nella Scienza edEsplorazione, in qualità diprime contractor nella proget-tazione della missioneExoMars – una delle più ambi-ziose missioni di esplorazionedel prossimo futuro – e per ilsatellite GOCE (Gravity Fieldand Steady-State OceanCirculation Explorer); e nelleInfrastrutture e trasporti spa-ziali, con la progettazione ecostruzione di oltre il 50% delvolume pressurizzato della

Stazione Spaziale Interna-zionale.

Numero uno in Europa nelcomparto spaziale, nel corsodegli ultimi anni la societàitalo-francese ha rafforzato lesue posizioni di primo pianograzie a un grande dinamismoche ha portato all’apertura dinuovi mercati e all’acquisizio-ne di nuovi clienti, a comin-ciare dalla Russia per passareal continente Americano finoal Sud Est Asiatico. In ItaliaThales Alenia Space ha quat-tro siti produttivi (Roma,Torino, Milano e L’Aquila) neiquali lavorano 2,300 addetti.

L’anno in corso, insieme al2007, sono anni molto impor-tanti per Thales Alenia Space.L’azienda ha visto concretiz-zarsi una parte importante diattività di progettazione e rea-lizzazione di fondamentaliprogrammi satellitari, attraver-so un nutrito numeri di lancidi successo. Una agenda quin-di molto ricca di importantiappuntamenti spaziali che nel2007 ha portato al lancio didue dei quattro satelliti dellacostellazione di COSMO-SkyMed, innovativo program-ma, tutto realizzato in Italia,ad uso duale (civile e militare)destinato all’osservazionedella Terra. Scopo della mis-sione è quello di fornire un’ot-timale ed autonoma capacitàdi valutazione della situazionesu scala globale attraverso ilmonitoraggio e la sorveglian-za a fini ambientali, strategici(Difesa e Sicurezza), scientificie commerciali. I satelliti, tuttiuguali tra loro, ‘guarderanno’il nostro pianeta giorno enotte e con qualsiasi condizio-ne atmosferica grazie ai radarad alta risoluzione in banda X.Le immagini di COSMO sonostate protagoniste nelle scorsesettimana, nella vicenda delciclone Nargis in Myanmar enel terremoto che ha devasta-tati la regione cinese delSichuan. Grazie ai satelliti ita-liani è stato possibile vedere evalutare immediatamente l’en-tità della catastrofe abbattutasisu queste zone. La messa inorbita del terzo satellite diCOSMO-SkyMed è prevista sulfinire della prossima estate.

Un altro importate passo perl’azienda si è appena con con-

cluso con il lancio di Giove B,secondo satellite della costel-lazione di Galileo, sistema dinavigazione satellitare cherappresenta il più importanteprogetto dell’industria spazia-le europea. Interamente inte-grato e testato nel CentroIntegrazione Satelliti romanodi Thales Alenia Space, GioveB è parte di Galileo, costella-zione di 30 satelliti di naviga-

zione, di cui Thales AleniaSpace è oggi l’architetto inqualità di primo contraentedel Segmento di Sistema eIngegneria e del SegmentoTerrestre della Missione.Thales Alenia Space è coinvol-ta inoltre nella costruzione deiprimi 4 satelliti della fase IOV(In Orbit Validation), attraver-so alcune componenti strate-giche e complesse.

Thales Alenia Space, in uncontesto tecnologicamente trai più avanzati al mondo, svol-ge un ruolo fondamentalenella realizzazione dellaStazione SpazialeInternazionale fornendo un

contributo industriale di rico-nosciuto prestigio internazio-nale, con la costruzione dioltre il 50% del volume pres-surizzato, quindi abitabile,dell’intera Stazione. In pochimesi a partire dall’ottobredello scorso anno l’azienda èstata protagonista assolutanell’ampliamento e utilizza-zione della Casa orbitante. Inun pugno di mesi si sono con-

cretizzati i frutti del lavoro dioltre dieci anni di impegno,svolto tutto nello stabilimentodi Torino, intorno allaStazione Spaziale. Nel 2007 ilNodo 2 ha raggiunto con suc-cesso la ISS permettendo cosìanche l’arrivo del laboratorioColumbus nel febbraio 2008.Questo volo è stato seguito ainizio marzo da quellodell’ATV Jules Verne e al qualefarà seguito quello del MPLMnei prossimi mesi. Questi ulti-mi due lanci permettono di fararrivare sulla Stazione più di 2tonnellate di attrezzature e dirifornimenti.

Ma Torino non è solamente il

fulcro mondiale dei moduliorbitanti, nel capoluogo pie-montese sono nate e si sonosviluppate anche le maggiorimissioni scientifiche europeededicate alla esplorazione delnostro sistema solare: Rosetta,Mars Express, Venus Express.Avrà un cuore piemonteseanche il Programma europeoExoMars. Il progetto ExoMars,con un valore complessivo di

600 milioni di euro, rappre-senta una delle missioni diesplorazione più importantinell’immediato futuro.L’obiettivo è inviare un landerrover su Marte per trovare letracce di vita passata o presen-te. Thales Alenia Space ha laresponsabilità del progettodella missione, compreso ladefinizione dei suoi principalielementi di sistema.

Ma se lo sbarco su Marte èancora in fase di svilupposono invece prossimi al lancioimportanti satelliti destinatiallo studio della Terra e allascoperta dei segretidell’Universo. Il primo a saliresulla rampa di lancio saràGoce ovvero Gravity Fieldand Steady State OceanCirculation Explorer, è ilprimo satellite della serieEarth Explorer Core Missionsad essere sviluppato comeparte del programma dell’ESALiving Planet, ed è destinatoallo studio del nostro Pianetae alla realizzazione dellaprima mappa mondiale ad altarisoluzione del campo gravita-zionale terrestre. Per raggiun-gere questo importante obiet-tivo, GOCE è stato disegnato eattrezzato per poter volare abassa quota: 250 km dallaTerra. La particolare ed ele-gante forma, non a caso èstato definito ‘la Ferrari dellospazio’ e i due motori a ionipermetteranno a GOCE diessere l’unico satellite ingrado di mantenere quest’or-bita e catturare tutte le varia-zioni gravitazionali terrestri,fornendo accurati e completidati sulla struttura e dinamicainterna della Terra, della cir-colazione su vasta scala delle

acque marine e oceaniche edella loro influenza sul clima.

Una risposta alle domandasulla formazione del Cosmodovrebbe arrivare dai satellitiHerschel e Planck per i qualiThales Alenia Space è primecontractor per lo sviluppocompleto di entrambi e pertutte le attività previste primadel lancio. Negli stabilimenti

di Thales Alenia Space sonostati progettati, integrati etestati i moduli di servizio dientrambi i satelliti. Questilaboratori spaziali sviluppe-ranno ulteriormente la cono-scenza della nostra galassia edell’intero Universo. Herschelè il più grande telescopioorbitante e sarà il primo osser-vatorio spaziale in grado dicoprire completamente lebande di frequenza dall’infra-rosso lontano alle sub-milli-metriche. Il suo scopo princi-pale è studiare come si sonoformate e come sono evolutele prime stelle e galassie.Planck consentirà di capire leorigini e l’evoluzionedell’Universo. Analizzerà, conla massima precisione maiottenuta finora, la prima luceche ha riempito l’Universodopo il Big Bang, laRadiazione Cosmica di Fondoa Microonde.

Nel carnet delle conquistescientifiche di Thales AleniaSpace non si può non menzio-nare il successo tecnologicopiù ambizioso: la missioneCassini-Huygens per Titano.All’inizio del 2005, dopo unviaggio di sette anni attraversoil sistema solare, la sonda spa-ziale Huygens è atterrata sullaluna di Saturno, Titano. ThalesAlenia Space è stata primocontraente nella realizzazionedella sonda che ha messo asegno grandi traguardi in tuttele sue missioni scientifiche,tanto da guadagnare il prima-to mondiale nella scienza spa-ziale. E’ stata la prima voltache un oggetto costruito dal-l’uomo è atterrato sulla luna diun pianeta così distante dalnostro sistema solare.

Thales Alenia Space

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LA PIAZZA D’ITALIA - ECONOMIA

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L’evasione è una piaga checolpisce il nostro Paese equesto è un concetto politi-camente trasversale; i condo-ni sono stati un pessimomezzo per combatterla equesto finalmente l’haammesso anche il neo gover-no di centro-destra.Le soluzioni sono tante manessuna perfetta.Fortunatamente la tecnologiaviene incontro a chi devecontrollare il comportamentofiscale degli italiani ma evi-dentemente per il vice mini-stro Visco l’organico degliapparati di controllo sonosottodimensionati e alloraperché non avvalersi di tantiinternauti dando loro l’interalista dei contribuenti italiani?In poche ore una massa inde-finita di cittadini, chi percuriosità, chi per incredulità,chi per vocazione poliziesca,si è connessa, o ha tentato difarlo, al sito dell’Agenziadelle Entrate bloccandolo inpoco tempo prima che ilGarante per la Privacy desselo stop definitivo.La ricetta semplice, della cuiefficacia si potrebbe disquisi-re all’infinto, pone un sem-plice problema prima diqualsiasi altro: in uno stato didiritto è concepibile che loStato sia al di sopra di quelle

leggi a cui i suoi cittadinidebbono scrupolosamenteattenersi?Si perché mentre noi cittadiniandiamo incontro a sanzionianche piuttosto pesanti incaso di infrazione alla scru-polosa legge sulla privacy, loStato si permette di fornire inun normalissimo file di testo(è importante notarlo)migliaia di nomi divisi perComuni di residenza condata di nascita, e parametrifiscali molto personali.Perché è importante il mododi divulgazione tramite listesu file? Il motivo è semplice edenota l’attitudine visconianae di buona parte della sinistrache non solo permette laconsultazione di un dato malo raccoglie a gruppi di deci-ne di migliaia per far sì chel’iniziativa diventi unaTreccani della morbositàoltre ad essere un preziosissi-mo elenco “telefonico” pertutti coloro che voglionoindirizzare le loro iniziative,legali e non, a determinatisoggetti con un certo redditodichiarato. Invece di dare lasempre discutibile opportu-nità di consultazione pernominativo e dopo una tra-sparente iscrizione per potersapere da chi viene la richie-sta (ma c’è la privacy e forse

non sarebbe legale), renden-do il reperimento delle listedi interi Comuni molto labo-riosa, il nostro CapitanTrasparenza ha preferito for-nire database interi che conaccorgimenti elementari per-mettono di ordinare le listeper reddito facilitando uncerto tipo di analisi.Proviamo ad immaginarecome aziende commerciali omalavitosi potranno indiriz-zare le loro attenzioni a colo-ro che, solo per il fatto chedichiarano al fisco un redditodi una certa consistenza,avranno pressioni che pote-vano essere risparmiate.Ovvio parlare anche delleinvidie che si innescano travicini di casa e colleghi, tuttoin nome di una trasparenzache non da nulla se non con-flittualità in un momento dienorme difficoltà che questasinistra ha voluto rimarcarecon un criminale colpo dicoda da parte di uno dei suoipiù amati esponenti, lasciatosolo da tutti i suoi comparinell’arco di poche ore.Ma cosa dovrebbe portarepoi questa consultazionedemocratica dei redditi nelletasche dello Stato se non unaprobabile class action o unaquantità infinita di cause conconseguenti problemi per il

sistema giudiziario? E’ statorimarcato più volte che nonesistono moduli per la richie-sta di consenso da compilareinsieme alla dichiarazionedei redditi che autorizzi que-sto tipo di pubblicazione.Nell’aria ancora echeggianogli anatemi della sinistra sullaminaccia alla libertà rappre-sentata da Berlusconi, ilCavaliere, secondo i cervelliraffinati e democratici oraall’opposizione, avrebbevinto perché in possesso del-l’informazione, non perchéazioni come quella di Viscofanno riflettere e reagireun’opinione pubblica stre-mata da questi politicantifilosofi che si autoproclama-no alfieri della veritàma che in realtà nonfanno altro cheminare la tranquilli-tà del cittadino. Lostesso cittadino chevorrebbe vivere nor-malmente e privata-mente la sua vitasenza doversi difen-dere da quello Statoche lo dovrebbetutelare.Dimostrazione ulte-riore di quanto lasinistra tra i suoi lofted il suo concetto diItalia sia ancora una

volta lontano anni luce daltessuto sociale per cuidovrebbe operare.Visco una volta di più hadimostrato l’idea di democra-zia del Partito Democratico,votato alla parte formale,scandalistica e populistadella verità e non alla suasostanza. Come un volgaris-simo giornale di gossip, amamettere a nudo la vita privatadei singoli esponendoliimplicitamente al pericolo eridicolizzando l’idea di Statoper una volgare ripicca.“Pubblicare i redditi onlinedei contribuenti è una cosache avviene in tutto il mondo(concetto smentito tra gli altrida Andrew DeSouza dell’a-

genzia delle Entrate USA),basta guardare un qualsiasitelefilm” ha detto il nostroeroe lasciando intravedereuna insospettabile passioneper le serie TV. Ma chi mette-rebbe la propria vita nellemani di un chirurgo che pre-para un intervento guadandoDr. House?Rimaniamo in attesa di vede-re Visco vestito da Derrik “denoantri” mentre camminagongolante tra di noi anchese a questo punto sarebbemeglio che avesse adeguatola propria realtà all’isola diLost.La criminalità comunque rin-grazia di tutto cuore.

Gabriele Polgar

C’è una realtà economica chein questi anni di controversacongiuntura economica mon-diale sta andando avanti spe-dita e a fari spenti.Arabia Saudita, Kuwait,Bahrain, Qatar, Emirati ArabiUniti e Oman stanno dandovita ad una comunità econo-mica omogenea, prospera eorientata alla realizzazione diriforme economiche senzaprecedenti nel mondo arabo.Secondo l’Istituto di Finanza

Internazionale (IIF) le econo-mie del Golfo Persico hannoguadagnato solo nel 2007$381 miliardi dalle loroesportazioni di petrolio e altri$26 miliardi da quelle delgas. Se il prezzo del petrolio albarile – come sembra – rima-nesse costantemente sopra i$100, per McKinsey, è preve-dibile entro il 2020 un guada-gno netto per il comparti-mento industriale di quasi$9.000 miliardi con un PILdell’area che ammonterebbea $800 miliardi annui. Peravere un termine di parago-ne, gli USA sono una econo-mia da $12.957 di PIL annuo.Diviene quindi necessariomodificare il punto di vistacritico sulla crescita dell’eco-nomia mondiale, forse trop-po frettolosamente definitacome gravitante solo attornoall’area della Cindia.Ma se ciò detto ci accorgiamoche le economie di quest’a-rea hanno un programma diunione monetaria entro il2010 per cui in una riunionein Dicembre si sono rifiutate,nonostante le pressioni della

comunità internazionale, dirivalutare la quotazione dellemonete nazionali poiché aloro dire ciò allontanerebbetale programma strategico ese al contempo ci accorgiamoche, nelle loro intenzioni, trale altre cose l’unione moneta-ria dovrebbe risolvere a favo-re della nascitura moneta, lainterna all’OPEC su qualevaluta di riferimento debbaessere adottata nella quota-zione del barile di petrolio traeuro e dollaro, allora sor-prende la totale superficialitàcon la quale dette notiziesiano state adottate senzacolpo ferire dagli operatorieconomici.In verità qualcosa gli opera-tori economici nelle istituzio-ni economico finanziarie dimaggior rilievo hanno fatto.Hanno preso soldi.Liquidità in cambio della pos-sibile (anzi probabile) banca-rotta di alcune tra le più pre-stigiose istituzioni finanziarieplanetarie.I paesi del Golfo infatti, sem-pre nel 2007, hanno aggiuntoal loro stock di partecipazionirilevanti nell’Occidente indu-strializzato, $215 miliardi diassets stando ai calcolidell’IIF. Tale valore è statodistribuito tra le banche cen-trali, i fondi sovrani e i fondid’investimento dei paesi delGolfo. Secondo Brad Setterdel Council on ForeignRelations, principale ThinkTank bipartisan Usa di rela-zioni internazionali esseaumenteranno per la fine del-l’anno corrente di altri $1.800miliardi.

La differenza sostanziale chegli osservatori internazionalisottolineano è che diversa-mente dagli anni ’70 allorchéla crisi petrolifera arricchìsolamente una elité e i gua-dagni petroliferi furono dairegimi dell’area sperperati ininiziative fallimentari, propa-gandistiche o al meglio nelfinanziamento ad istituzionireligiose, politiche e sociali,peraltro oggetto di dubbicirca la loro impermeabilità alfenomeno dell’estremismoislamico, oggi si assiste ad unpiano di investimenti permigliorare le condizioniurbanistiche delle città,all’importazione su scala pla-netaria di cervelli e comedetto allo shopping di parte-cipazioni strategiche e specu-lative in giro per il mondoche accrescono la dinamicitàdi economie un tempo asfitti-che.Secondo Rachel Ziemba diRGE Monitor, l’area del Golfoè già una superpotenza eco-nomica ma gli enormi surplusdi petrodollari si sono accu-mulati più per caso che peraltro giacché negli anni ’90 sipensava ad un continuare deltrend al ribasso del prezzodel barile, certo adesso i seipaesi del Golfo annunciano oiniziano progetti di investi-mento del valore di $1.900milardi, il 43% in più dell’an-no precedente (MiddleEastern Economic Digest),ragione per cui, al di là dellaplausibile preoccupazionecirca i risvolti nelle relazioniinternazionali dei nuoviassetti azionari nel gotha

della finanza globale, è evi-dente come i paesi del golfoquesta volta facciano sulserio e abbiano deciso dispendere gran parte dei loroguadagni sul proprio suolo.E’ l’inizio, forse, di una pos-

sibile primavera non soloeconomica su tutta l’area, dalmomento che ai giorni nostrisi è diffusa da parte di questomondo una inusuale capacitàmediatica, di fare opinionepubblica e ciò attraverso TV egiornali che si sono guada-gnati autorevolezza a livelloglobale come Al Arabya e AlJazeera che fanno da volanoe da eco anche alle capacitàeconomiche, imprenditorialie di consumo di tutto ilmondo mussulmano.

Certo restano molti problemisul tavolo, anche in prospetti-va, l’indomabile inflazione,l’arretratezza nella alfabetiz-zazione della popolazioneche fa sì che si necessitinoancora almeno 280.000 nuoviposti di lavoro all’anno perimpiegare un solo cittadinoindigeno laureatosi nelle uni-versità e/o formatosi nellescuole dei paesi di origine,ma certamente mantenendo adritta il timone della nave,inserendo gradatamentequelle riforme democraticheche si accompagnano allamaggiore capacità economi-ca degli individui, è possibileche si evitino destabilizzazio-ni almeno dall’interno.Tra tanti punti esclamativi un

grande, grosso, enormepunto interrogativo: qualiconseguenze a medio lungotermine dal perdurare di unquadro internazionale chevedrà economie enormi e fio-renti accanto ad un piccoloanche se militarizzato e benorganizzato Stato democrati-co, neanche tanto nascosta-mente, odiato.Quali conseguenze a medio,lungo termine dal perduraredel mancato riconoscimentodi Israele.I dhows sono destinati a spa-rire per lasciar spazio alleimbarcazioni da diporto,resta da chiedersi se questasia necessariamente unabuona notizia.

Giampiero Ricci

Un Golfo Persico diverso è possibile

Fare del voyeurismo un mezzo di lotta all’evasione

Visco e un’idea in testa

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LA PIAZZA D’ITALIA - CULTURA

Pag. 6 1-15/16-31 maggio 2008

Verba volant, scripta manentLunedì 12 Maggio si è con-clusa la XXI edizione dellaFiera Internazionale delLibro di Torino. IniziataGiovedì 8 Maggio, tra fles-sioni, stop e impennate hachiuso con un risultatoinferiore solo del 3% ai visi-tatori della passata edizio-ne del 2007, che erano statioltre 300.000.L’evento è stato un succes-so; non lo è stato invece lamanifestazione tenutasisabato pomeriggio 10Maggio per il boicottaggiodella fiera perché cometutti ormai sanno, l’ospited’onore quest’anno è statoIsraele. Anzi ad onor del vero, lasfilata della stupidità è stataridicola e del tutto inutile,perché stando sul posto,all’interno della fiera, tralibri eccellenti, eventi econferenze magistrali egente entusiasta che giravatra uno stand e l’altro, com-prava e partecipava, ci sirendeva conto di quantotutte le polemiche chehanno preceduto e accom-pagnato la fiera erano total-mente in secondo piano,inesistenti, completamenteprive di qualsiasi eco.Le persone erano presesolo ed esclusivamentedalla voglia di sapere econoscere, assolutamenteindifferenti a ciò che sidiceva ed accadeva fuori.E’ più che certo, che i faci-norosi avrebbero avutomolti più ascolti se avesse-ro accettato l’invito dientrare con uno stand infiera a dialogare con chi, ilibri di ogni cultura vuoleleggerli. In una Torino che poi cosìblindata non era, perchégià di per sé sicura, il boi-cottaggio di cui tanto si èparlato, non ha avuto alcunsenso e si è rivelato unaparola priva di qualsiasisignificato; ha vinto la cul-tura, orgoglio di qualsiasitorinese con cui si conver-sava.La sinistra, oltre ad averperso la classe operaia conle ultime elezioni, forse hadeciso di perdere anchequella sua vocazione adautoproclamarsi amantedella cultura e più in gene-rale rispettosa delle diversi-tà. Per chi è stato presente edha partecipato agli eventi,è netta la sensazione che lafiera non è stata solo l’in-tervento di Dario Fo, picco-lissima goccia in un maredi beltade, ma tanto, tantoe tanto altro s’è detto. Forse un’ombra di realeboicottaggio è stata calatasulla fiera, da chi non haraccontato ciò che avveni-va dentro le varie sale,dove i cuori si scaldavano ele menti immaginavano eimparavano, ponendoinvece l’attenzione solo suciò che avveniva fuori e suinterventi che rispetto ad

altri, erano di bassa qualità.Per chi era presente, la cul-tura Israeliana e non solo,ha portato messaggi esegnali importanti andandooltre le divisioni, cercandoil dialogo e il confronto,cercando di spiegare unmondo che inevitabilmentefa i conti con la bellezza dauna parte e con la bruttez-za dei conflitti dall’altra. ATorino la cultura ha riflettu-to su se stessa, si è autocri-ticata e difesa, dando laparola a filosofi, studiosid’arte, cantanti e narratori,a giornalisti e politici, apoeti e ad associazionicome Emergency. Ma fuoridal Lingotto, vivendoentrambe le dimensioni, lasensazione è stata, che ilcontenuto fieristico ebraiconon sia stato giustamenteriportato e considerato,mancando di dare la legitti-ma risonanza a ciò cheaccadeva all’interno. Girando per le sale confe-renze e per gli stands, sem-brava di vivere una festa;era davvero entusiasmantesentir dire: ”guarda le per-sone che ci sono, allora allagente piace leggere”. Evedevi famiglie e scolare-sche sinceramente coinvol-te e attente al dibattito diturno, fidanzati e gruppi diadolescenti venuti perconto loro e non con lascuola, con in mano i libriappena comprati e la pian-tina per capire da che partefosse la conferenza suldibattito dei diritti di ieri edi oggi; giornalisti che dicorsa si concedevano traun evento e l’altro, un hot-dog al volo per correre poiincuriositi alla discussioneche si erano programmatidi vedere e coppie dianziani vogliosi di appren-dere ed ascoltare. Nella fiera si percepivanodinamismo, vitalità, gioia,curiosità, consenso, parte-cipazione e interesse; essaha suscitato profonderiflessioni, tuonati inter-venti e sereni scambi diopinioni diverse. Si deve essere orgogliosi diquesto evento perché contutti i suoi spunti è stato unmezzo per scuotere glianimi dall’immobilismo edall’omologazione spiritua-le che ci stanno facendoscivolare nel disagio esi-stenziale. Il 2009 sarà l’annodell’Egitto: attendiamo conentusiasmo quello chesaprà raccontarci e dire disé, perché la cultura hadato prova di saper produr-re risposte pragmaticheanche per scenari difficili. L’angolo dei libri antichi erari ti immergeva in un’at-mosfera da fiaba, fatta dirilegature preziose e testi disecoli fa, affascinanti emaestosi, eleganti e pregia-ti, che ispiravano tutta laricchezza della letteraturanella storia d’Italia e non

solo.L’angolo del “libro e cioc-colato” ti attirava incredi-bilmente perché il suo stilesapeva avvolgerti in uncaldo abbraccio, rilassan-doti tra un’ispirata lettura eun po’ di prelibato ciocco-lato, evocando contesti diun’aristocrazia spirituale dialtri tempi.La selezione degli eventi daseguire è stata durissimaperché tanti meritavanoattenzione, ma il dono distare in due posti contem-poraneamente ancora nonè stato sperimentato, percui tra tutti ne horiportati solo alcu-ni e mi piace ini-ziare da uno inparticolare, che miha colpito perchèha saputo catturarela non facile con-centrazione di ungruppo di ragazzidi più o meno12anni.Domenica mattina,passando perl’Arena BookstockVillage, verso l’oradi pranzo,Emergency presen-tava a dei bambinidelle medie i suoiconti con la durarealtà di chi viveperennemente inguerra; la cosa chepiù colpiva era l’at-tenzione dei ragaz-zi, seri ed interes-sati a ciò che stava-no vedendo: le attività diEmergency nel Kurdistaniracheno dedicate a coloroche hanno perso gli arti perle mine. Una realtà cosìlontana da qualsiasi spen-sieratezza e comunque lavolontà di chi sa rialzarsi,hanno fatto di sicuro brec-cia nell’immaginario diquei giovani studenti checosì attenti, hanno capitograzie a questa manifesta-zione che nel mondo c’èchi non può liberamentené camminare, giocare olavorare sulla propria terraperché l’uomo è in grado diinventare armi micidialicome le mine.Venerdì pomeriggio alle16.30 si è tenuto l’attesoincontro con Benny Morris:lo spunto è stato la presen-tazione del libro “Duepopoli una terra” dello sto-rico israeliano, con la par-tecipazione di AntonioFerrari e Sergio Romano.Sono diversi gli argomentitoccati e per Morris la solu-zione dei due stati, unoisraeliano ed uno palesti-nese in una terra è possibi-le, ma da parte arabasostiene, non pare esserciuna disponibilità al com-promesso. Perché in corsodice, c’è un conflitto diciviltà. Un’altra questionesollevata durante il dibatti-to è stata quella dei coloni.La forza degli ebrei dice lostorico, è stata quella di

riuscire a trasformare unaminoranza in una potenza,mentre gli arabi non hannosaputo far questo puressendo numericamentesuperiori e politicamentepiù organizzati in mediooriente ed in particolare inPalestina. Ma SergioRomano ribadisce che que-sta potenza, gli ebrei conti-nuano a rafforzarla inse-diando i coloni anche condei trattati in corso e ciòdestabilizza molto quei spi-ragli di dialogo che a voltesi aprono; e per occuparebisogna sempre cacciare

qualcuno e questo atteg-giamento può portare aduna radicalizzazione deimovimenti arabi. Inoltre,questi ultimi vedono lostato di Israele come unpaese occidentale e tale siconsiderano gli ebrei stes-si, ma il fatto fondamenta-le, afferma sempreRomano, è che in occiden-te gli stati non tendono piùad essere identitari, mal’Israele si. Benny Morrisrisponde dicendo che laquestione allora, diventacosa s’intende per statooccidentale: esso si caratte-rizza per l’individualismo,la tolleranza, il rispetto perle minoranze, quindi da ciòsi può dedurre che di fattol’Israele è uno stato occi-dentale e nazionale. Circagli insediamenti, si, forsehanno radicalizzato glieventi, ma gli arabi nonaccettano neanche unacompensazione dei territoriperduti con altri a loro con-cessi.La soluzione che Morrisinfine propone è quella diriportare i confini a primadel 1967, dando ai palesti-nesi Gerusalemme est, maciò potrà accadere quandogli arabi riconosceranno ildiritto di esistenza dellostato Israeliano e quandoaccoglieranno dei compro-messi che garantiranno l’e-sistenza di entrambi.Inoltre ripresenta come

soluzione possibile ma datempo relegata nell’oblio,quella che prevede la costi-tuzione di una confedera-zione Giordana che accol-ga in sé i territori palestine-si; il vantaggio sarebbe diavere uno stato arabo giàesistente, responsabile eun territorio vasto abba-stanza per ridistribuire ipalestinesi.Per Morris dunque, è ora diaprire negoziati trilateralicon Israele, Palestina eGiordania sulla base diquesta nuova/vecchia pro-spettiva.

Tenendoci sempre su que-sto tema, domenica mattinaalle 10.30 nello spazioAutori Calligaris B, è statopresentato, purtroppo insoli 30 minuti, il pensieropolitico di Martin Buberprendendo come riferi-mento il suo libro “ Unaterra e due popoli”. Hannopartecipato all’eventoGiorgio Gomel, FernandoLiuzzi e Davide Bidussa.Martin Buber teorizzava l’e-sistenza di uno stato unicoe binazionale in Palestina.Ma già dal 1894, alla nasci-ta del movimento sionista,profeticamente suggerivagrande attenzione a questaquestione poiché intuiva ledifficoltà che si sarebberoavute con la popolazioneautoctona.L’attualità del suo pensierosi configura in due puntiessenziali: il primo sta inuna forte filosofia del dia-logo a prescindere da qual-siasi tipo di conflitto; fon-damentale infatti per lui erail rapporto tra “l’io e il tu”,la capacità di relazionarsiall’altro, riconoscendolo inquanto diverso e porre cosìl’ascolto legittimo.Il secondo punto sta nellasua attualità politica: laproposta di Buber per lasoluzione arabo-ebrea siidentifica nella costituzionedi uno stato binazionale.Dopo l’esposizione delpensiero del filosofo, il

dibattito scorre sulla possi-bilità o meno di realizzarequesto piano politico: l’a-nalisi deduce che essa ogginon può essere presa inconsiderazione perché,dicono i relatori, è perforza pensabile solo lacostituzione di due popolie due stati.Ma che sia fallito il proget-to politico di Buber, nonvuol dire che bisogna con-siderarlo come elementoarcheologico, perché datoche viviamo in tempimonopolitici dove le alter-native sono poche e poco

riconoscibili, è importanterecuperarlo come schemasu cui riflettere. Se le cosenon si realizzano, non vuoldire che per forza sianoerrate.Il problema di oggi, sia daun punto di vista più esi-stenziale e sia riguardo alconflitto arabo-israeliano èche sta vincendo una poli-tica particolaristica che nonvuole confrontarsi con l’al-tro, così ci si scontra. Ciòche manca è la curiosità,l’interesse di rivolgersiall’altro.L’uomo è consapevole diessere limitato e non hal’interesse di confrontarsicon chi è rispetto a lui,diversamente limitato.L’eredità che Buber ci halasciato sta nel suggerirci diaccettare l’imperfezionenel nostro ragionamentopolitico, nel rapporto dia-lettico con quello che ere-ditiamo e nel rapporto criti-co con ciò che siamo.E’ fuori dubbio che aTorino ci sono state altreanalisi sulla situazionearabo-isreliana; intantoquesti due interventi certa-mente esprimono l’elevataqualità che la fiera hamesso a disposizione perchi desiderava affrontaretale problematica.

Continua nel prossimo numero

Ilaria Parpaglioni

XXI fiera del libro di Torino. Prima parte

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LA PIAZZA D’ITALIA - ATTUALITÀ

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Finalmente dalle parole si èpassati ai fatti. Alla primariunione del Consiglio deiMinistri tenutasi a Napoli il 21maggio scorso oltre ai decre-ti riguardanti la sicurezza,l’immigrazione clandestina el’economia , sono stati varatidei provvedimenti tesi arisolvere definitivamente eradicalmente la questionerifiuti in Campania.Vediamo adesso sintetica-mente quali sono.Il Decreto Legge –che è statocontro firmato dal Capo delloStato il 23 maggio- che affidal’emergenza “monnezza” alDipartimento dellaProtezione Civile consta di 17articoli. Guido Bertolaso èstato nominato sottosegreta-rio alla Presidenza delConsiglio con delega all’e-mergenza rifiuti. Egli inoltrepotrà procedere ad esproprie all’acquisizione di mezzinecessari alla gestione dell’e-mergenza rifiuti. In questisuoi compiti sarà coadiuvatodalla Forza Pubblica e potràanche chiedere l’interventodell’Esercito per vigilare epreparare i cantieri dei sitidove saranno costruiti glisversatoi per i rifiuti o gliimpianti di termovalorizza-zione.Nel provvedimento vengonoindividuati alcune località incui ubicare le disca-riche: Sant’Arcangelo Tri-monte(BN), SavignanoIrpino (AV), Serre (SA),Andretta (AV), Terzigno(NA), Chiaiano (NA) ,

Caserta, Santa Maria La Fossa(CE) .Tali siti e gli impianti legatialla gestione del ciclo deirifiuti vengono definite dalDecreto Legge aree di inte-resse strategico nazionale. Diconseguenza è previsto chechi abusivamente cercherà diintrodurvisi o creerà delledifficoltà per il loro utilizzo equindi provocherà disagi eritardi nel sistema di raccoltae trattamento dei rifiutirischia l’arresto dai tre mesiad anno, fino a 5 per chi pro-muoverà tali proteste.Il Dl prevede inoltre che inCampania dovranno esserecostruiti e quindi attivati 4termovalorizzatori , di cuiuno a Napoli, e ai tecnicicomunali del Capoluogocampano sono stati assegnati30 giorni per trovare il luogodove realizzare tale impianto.Oltre questa scadenza – senon sarà stato individuato ilposto-sarà lo stesso Bertolasoa stabilire dove costruirneuno. Quindi verrà immedia-tamente ripresa l’ultimazionedel termovalorizzatore diAcerra – da mesi bloccato-eviene confermata la realizza-zione degli impianti di SantaMaria La Fossa (CE), eSalerno.In aggiunta il Decreto obbli-ga tutti i comuni dellaRegione a dotarsi di raccoltadifferenziata, dovendo essiraggiungere una percentualedel 25% sul totale entro l’an-no e del 50% entro il 2010. Leamministrazioni che non rag-

giungeranno tali traguardisaranno punite con aumentidelle tariffe di smaltimento oaddirittura col commissaria-mento ad acta da parte delSottosegretario.In definitiva quindi dopo piùdi un decennio in cui il nondecidere riguardo il proble-ma rifiuti ha portato laCampania in un tunnel la cuifine – promette Bertolaso - lasi potrà vedere solo tra circa30 mesi, lo Stato ha preso deiprovvedimenti durissimi chesperiamo risolvano la situa-zione di stallo. Decisionitanto difficili che solo unGoverno autorevole elettodalla stragrande maggioranzadegli italiani poteva adottare.Non ci illudiamo che tuttovada per il meglio ma almenoadesso c’è un percorso daseguire anche perché quan-do ci si trova a dover sceglie-re in condizioni di emergen-za c’è sempre il rischio con-creto di incappare in qualcheerrore, sempre meglio peròdell’indecisionismo figliodell’italico vizio del tirare acampare.Abbiamo parlato di “cure”difficili ma inevitabili che giàin molti stanno contestandoenergicamente. Alcune centinaia di cittadinidi Chiaiano ad esempio- unadelle località dove dovràessere ubicata una discarica-proprio in queste ore prote-stano duramente contro que-sta decisione. Molotov , sassi,sprangate contro le Forzedell’Ordine che reagiscono a

colpi di cariche. Ma quelloche più ci dispiace sottoli-neare non sono le reazionidella povera gente- moltospesso strumentalizzata da“masanielli” professionistici-che sono stanchi di subire lepur improcrastinabili decisio-ni provenienti dall’alto ma lereazioni di taluni rappresen-tanti del mondo politico chedi questo disastro sono partein causa.Assistiamo al rumoroso silen-zio di Bassolino - o’governa-tore- che nulla ha fatto primada Sindaco di Napoli, poi daMinistro infine da presidentedella Regione per porrerimedio alla situazione deirifiuti resa ingestibile da annidi mala amministrazione sua

e dei suoi manutengoli.Invece siamo costretti a pren-dere nota delle dichiarazionidi illustri rappresentanti delPRC e PdCi che accusanoBerlusconi di essere al solito,un reazionario che utilizza lagalera e il manganello inve-ce di affrontare il disagiosociale dei Napoletani attra-verso il dialogo.

Oramai liberi- per fortunadegli italiani- da obblighi diGoverno la sinistra estremasente il “richiamo della fore-sta” e ritorna ad essere quelloche è sempre stata: incapacedi trovare soluzioni fattibili aiproblemi e barricadiera.Sempre meglio forse del Pdveltroniano- che si rifugia colsuo governo “ombra” a

Milano per parlare di futureelezioni primarie e nuovealleanze- o di Di Pietro che facontemporaneamente dellemanifestazioni controBerlusconi per contestare lepolitiche governative riguar-do le emittenze televisive,palesi dimostrazioni questiavvenimenti, che il centrosinistra è ancora lontano dalricercare le ragioni della suadisfatta politica prima cheelettorale.Per una volta ci sentiamo diessere d’accordo con ledichiarazioni del Sindaco diNapoli Rosa Russo Jervolinoquando dice che ora c’è lalegge ed è solo il momento dirispettarla e soprattutto difarla rispettare.

Napoli blindata

Ancora non si sa cosa conter-

rà esattamente il decreto

Maroni sulla sicurezza che da

tutte le parti, avverse a que-

sto Governo, arrivano criti-

che, anche da fuori, da quel-

la Spagna così tollerante con

i clandestini che cannoneg-

gia le imbarcazioni mentre

noi fascisti facciamo esatta-

mente l’opposto. Ispezioni

da parte dell’UE in CPT spa-

gnoli hanno verificato quan-

to la Spagna non abbia nulla

da insegnare a chi presta soc-

corso alle orde di disperati

invece di abbandonarli a loro

stessi. Ma tutto questo non

risolve un’emergenza dram-

matica.

Il problema dell’immigrazio-

ne clandestina e non (in caso

di cittadini comunitari), non

può essere decontestualizza-

ta dalla situazione paradossa-

le in cui il nostro Paese verte

da anni.

Partendo dal concetto di base

che in Italia il crimine paga o

meglio non paga in quanto i

delinquenti non vanno in

galera, si deve scavare nella

propria memoria e raccoglie-

re quella abnorme quantità di

fatti raccontati dai media

riguardanti fenomeni micro-

criminali che minacciano la

tranquillità della gente per

bene.

Tralasciamo al momento fatti

ben più gravi che sconfinano

in cronaca nera. Solo luci

abbaglianti negli occhi di

coloro che potrebbero pen-

sare al resto come meno

significativo.

La microcriminalità, forse più

di quella maggiore, si muove

tra le maglie di una giustizia

fallace che lascia i cittadini in

balia di aguzzini senza scru-

poli che, mantenendosi

all’interno di canoni non

“pericolosi”, si permettono di

prendere possesso di intere

zone di territorio, lasciate a

loro stesse da uno Stato che

non riesce a dare risposte

concrete.

Importa poco a certi soggetti

cosa un libero e onesto citta-

dino deve subire perché altri-

menti le risposte non avreb-

be, quest’ultimo, dovuto cer-

carle dietro un programma di

una sola parte politica.

La giustificazione dell’immi-

grazione clandestina, l’acco-

glienza e i fogli di via senza

poi alcun effetto non fanno

altro che mettere alla gogna

un’immagine dello Stato

opaca per i cittadini e d’oro

per chi deve venire a fare i

propri comodi nell’eldorado

garantista delle democrazie

occidentali.

Finalmente ora si respira

un’aria nuova, sperando che

non sia un colpo di vento

passeggero, un primo segna-

le di rottura con un sistema

collaudato di inefficacia con-

tro la criminalità è stato dato

nei confronti dei Rom. Ma

anche su questo bisogna

ragionare con calma e senza

la foga di chi finalmente

dopo aver corso in salita si

butta a tutta velocità in disce-

sa senza sapere cosa potreb-

be esserci dopo.

E’ bastato, infatti, che cam-

biassero i toni della classe

dirigente portati ad avvalora-

re la tolleranza zero, che

molti finti cittadini onesti,

hanno gettato nel caos aree

destinate abusivamente ai

Rom. Bottiglie incendiarie,

aggressioni diffuse, tutto in

nome del nuovo ordine che il

Governo Berlusconi e molte

amministrazioni locali hanno

deciso di perseguire. Un

ordine che spetta alle forze

preposte e non a manipoli di

scalmanati (usando un eufe-

mismo).

Questo è l’ordine che meri-

tiamo? Un far west che dimo-

stra come sia ancora lontana

dalla mentalità di molti, tra

cui i nostri dirigenti, l’idea di

uno Stato presente, efficace

che punisce indiscriminata-

mente italiani e non, accu-

munati dalla violazioni delle

leggi su cui si dovrebbe basa-

re il vivere civile. Possiamo

anche trovare le giustificazio-

ni ai fatti di Napoli, i rifiuti, la

camorra ma resta sempre il

fatto che di fronte ad un’ag-

gressione lo Stato deve inter-

venire a prescindere da tutto

e da tutti.

Quello che è accaduto nei

mesi scorsi per l’omicidio di

un giovane tifoso con aggres-

sioni a caserme di polizia e

carabinieri che non hanno

reagito per evitare disordini

(quanto senso dello Stato in

questo concetto) aveva fatto

capire il problema con largo

anticipo ma la soluzione non

poteva essere data da un

Governo debole come era

quello Prodi, timoroso di

essere accomunato ad uno

fascista magari solo perché

avrebbe potuto rivendicare

l’indiscutibilità dello Stato e

delle sue regole.

Precedentemente, a Bologna,

un Sindaco di sinistra aveva

optato per le maniere forti

per sgomberare alcune aree

della città cadute nel degrado

e nell’illegalità, a Padova è

stato necessario erigere un

muro per bloccare il flusso

dello spaccio di droga che

infettava un intero quartiere,

prima di arrivare allo sgom-

bero di un residence occupa-

to abusivamente da clande-

stini. Tutto con l’indignazio-

ne di una sinistra che ritiene

soluzione unica ed efficace il

compromesso che sulla lega-

lità non dovrebbe poter esi-

stere.

Piccoli crimini, che non sono

nulla di fronte a violenze

degne delle prime pagine,

sequestri, rapimenti ecc.

sono in realtà, nella vita quo-

tidiana del singolo, veri e

propri drammi che rischiano

di diventare condanne ad

una vita di terrore se chi li

subisce, ad esempio, è una

persona anziana.

Lo Stato manca al cospetto

della criminalità e dentro i

suoi cittadini che ancora una

volta manifestano anche solo

con il silenzio (di fronte ad

aggressioni indiscriminate)

un senso di giustizia malato,

esasperato dall’inconsistenza

delle istituzioni che ormai da

troppo tempo latitano nella

nostra quotidianità.

Legittimare anche solo appa-

rentemente con toni sopra le

righe un attitudine alla puni-

zione di massa in una demo-

crazia è inaccettabile. La

legge dello Stato deve essere

ristabilita in strada come

negli stadi, per gli italiani

come per gli stranieri senza

eccezioni perché delinquere

non è genetico ma semplice-

mente una scelta o un’educa-

zione che vanno punite.

Non dovrebbe essere troppo

volere uno Stato giusto che

garantisca il rispetto delle sue

leggi con la determinazione

che viene richiesta ai cittadini

per rispettarle oppure è un’u-

topia in questa Italia piegata

da compromessi morali cha

hanno portato alla relativiz-

zazione, prima che della reli-

gione, del vivere civile, dove

il singolo sancisce ciò che è

giusto e ciò che non lo è

mentre lo Stato rimane a

guardare?

Uno Stato, per favore, uno

Stato!

Uno Stato, per favore, uno Stato

La strategia per la soluzione di una vergogna dei nostri tempi

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LA PIAZZA D’ITALIA - SPETTACOLO/TEMPO LIBERO

Pag. 8 1-15/16-31 maggio 2008

Per gli amanti del turismo eno-gastronomico, questa è unaterra da esplorare. I prodotti agroalimentare sonodi alta qualità e a carattere pre-valentemente locale, bastipensare alle Cicerchie diCampodimele, alle Lenticchiedi Ventotene, alle Arance diFondi, all’Oliva di Gaeta, allaCarota di Sabaudia o allaZucchina col fiore del Circeo.E ancora al prosciutto diBassiano, alle salsicce diMonte San Biagio, all’Oliodelle colline pontine...Un granpatrimonio! Potrebbe esclama-re qualcuno. Ma nel breveelenco vanno sicuramenteappuntati i prodotti dal marchidi qualità certificata come ilSedano Bianco di SperlongaIGP, la Mozzarella di BufalaCampana DOP…Senzadimenticare il comparto vini-colo che segna in bilanciovarie Doc di prestigio come ilCirceo (bianco e rosso) e ilMoscato di Terracina. Per chi èamante di vitigni autoctoninon può perdere il Bellone e ilCacchione. E poi come nonricordare l’acqua freschissimae leggera all’interno del Parcodel Circeo? La “Fonte diLucullo” posta in una grottadove gli antichi romani anda-vano a dissetarsi. E’ una pro-vincia che colleziona grandipremi, riconoscimenti e meda-glie anche internazionali. Quisi annoverano cantine di pre-stigiosa fama come Casal delGiglio, la CantinaSant’Andrea…Ciò che caratte-rizza questo posto è il fortelegame con il territorio, unavoglia di non percorre i tempiaffannosi e forsennati dellemetropoli italiane e della vici-na capitale. La gente qui, viveancora con la modestia che licaratterizza, con la semplicitàd’intrattenere rapporti socialiprimari stabili e duraturi. Dovela genuinità è facilmente trova-bile sia nelle persone che nelcibo. Per spigare meglio le risorseculinarie che la terra pontinaoffre siamo andati ad intervi-stare il proprietario delRistorante Casa Catullo diMassimiliano Sepe, giovanechef di Fondi, che si batte ognigiorno per raccontare ai suoiclienti il territorio anche attra-verso la sua cucina.

Ciao Massimiliano,ci racconti brevemente la tua

storia di chef?La mia storia di chef è il miolegame stretto con il territorio,con i prodotti, con la cultura econ i profumi delle campagnefondane della metà degli annisettanta.Ho avuto la fortuna di crescerecon due nonni, uno contadinoe l’altro pescatore, che mihanno guidato e sensibilizzato,sin da piccolo, alla scoperta dicerti profumi, valori, sapo-ri…che mi hanno reso quelloche sono oggi. Senza dimenti-care la mia “tata” toscana,grande cuoca e mia maestra,che completa il quadro. Sonoqueste persone che mi hannoinsegnato i fondamenti delgusto e dell’educazione nonsolo alimentare. Ovviamentela mia carriera è fatta di varipassaggi, d’incontri, di maestri,di congressi, di sudore, disacrifici… proprio come tutti icuochi del mondo.

Quali sono i cavalli di batta-glia di Casacatullo. I classiciche non possono mancare?I veri cavalli di battaglia diCasa Catullo sono il mare, l’i-sole e la costa pontina, maanche i prodotti del territorio ela stagionalità delle risorse. Nel mio ristorante è impossibi-le trovare lo stesso piatto tuttol’anno, tanto quanto sapere apriori cosa verrà pescato in unparticolare giorno o se iltempo domani sarà clemente.I nostri menù cambiano ognisettimana, e vengono redatti ilvenerdì sera, subito dopo l’ulti-ma asta del pescato. Posso direche i piatti che rappresentanodi più il mio ristorante, in que-sto periodo, sono:Catullo (Pescato dal crudo alcotto) una sorta di viaggio tra inostri antipasti,Polpo, Olive diGaeta e Patate al Sale un piattodella tradizionerivisitato,Insalatina Tiepida diSeppie e Gamberi Il piatto cheesprime al meglio la mia cuci-na,Tonnarelli di GragnanoCannolicchi e Telline.

Come avviene la ricerca deiprodotti che porti sul bancodella tua cucina?La spesa quotidiana è alla basedel mio lavoro. Vivo in unazona ricchissima di prodotti diottima qualità. Questo rendetutto più semplice.Proviamo a fare un “viaggio”insieme. Chiudendo gli occhipossiamo immaginare di navi-

gare il mare tra Ponza eVentotene, dove abbondano icrostacei e il pescato in genere,poi avvicinandoci alla costa epassando per il “Ciglio” trovia-mo le aragostine, i polpi, iscorfani, le gallinelle…. Vicinoalla linea di scogli che si trova-no tra Sperlonga e Terracinatroviamo tutto il pesce azzurro.Entriamo nel Canale di S.Anastasia e qui vongole ecozze, fino ad arrivare al Lagodi Fondi dove abbondanoambarej, rane tinche, carpe,cefali, lattarini. Lasciando ilLago voltiamo lo sguardo edecco la piana di Fondi con i“tutari“ ossia mais, mele annur-che, arance bionde, sedani,zucchine, pomodori… . incon-triamo le prime bufale, chepascolano libere, dalle quali siricavano le mozzarelle, lericotte e vari formaggi. A que-sto punto si aprono le monta-gne dei monti Aurunci dovetroviamo i maiali neri caserta-ni, ovini caprini, olive itrane,formaggi, oli, bovinidell’Appennino. Che viaggiospettacolare! Io non vado alla ricerca deiprodotti perché essi sono giàqui, da millenni basta racco-glierli.

I prodotti e le materie primesono molto importanti, maquanto la tecnica incide?I prodotti sono importantissi-mi, come importante è la tecni-ca. Ma fondamentale è “ilrispetto dei sapori”. Non biso-gna stravolgere quello chemadre natura ci dà, ma soloesaltarlo nel modo più sempli-ce. Quindi lo studio, la cono-scenza e la tecnica sonoimportantissimi per non rovi-nare “creazioni così sublimi”.Oggi giorno stiamo semprepiù perdendo la giusta consi-derazione della formazione,dello studio e dei sacrifici.Spinti da falsi modelli, propi-nati a ciclo continuo dal tubocatodico, i nostri giovani sistanno sempre più impoveren-do a livello culturale. Quindiper me tecnica e formazionesono fondamentali, non soloper il futuro della ristorazionema per il futuro del nostroPaese.

Qual è la ricchezza maggioredella vostra terra a tavola?La varietà e la qualità dei pro-dotti offerti, sono “un’arma” inpiù del nostro territorio.

Nell’epoca della massificazio-ne, dei pani e croissant surge-lati, dei “quattro salti in padel-la” e del “mangia e bevi”, ilnostro territorio ed i suoi pro-dotti rappresentano una ric-chezza senza eguali.

Qual è l’ingrediente tipico cheusi di più ? Parlando statisticamente, per-ché rientra quasi in tutte le pre-parazioni, è l’olio extraverginedi olive itrane. Ma ad esempioun prodotto che ho nel cuore èl’Arancia Bionda di Fondi, par-ticolare risulta quella dellazona dell’Abbazia di S. Magno.

Un prodotto locale che pensisia sottovalutato?A volte guardiamo troppo in làe non ci accorgiamo delle cosebuone che abbiamo sotto gliocchi. Cerchiamo le cose piùesotiche e costose, dimenti-cando i nostri tesori, prodotti akm 0 (quindi niente inquina-mento), che non solo costanomeno, ma fanno bene come adesempio le arance, olio extra-vergine, latticini, frutta e ver-dura di stagione, pesce azzurrodei nostri mari, miele.

Tu hai la fama di essere ungran comunicatore. Comeracconti il territorio ai tuoiclienti?Con i prodotti. Parlando lorodei produttori e della storiadella nostra terra. Ci vorrebbe-ro giorni e giorni pera raccon-tare tutto, allora cerco di sinte-tizzare! A parte i scherzi. Ilcliente vuole vivere un’espe-rienza tipicamente locale.Ricordiamoci che oggi non simangia per lo più per “fame”,spesso per moda o per emula-zione.Ma il cliente con una sua cultu-ra e un giusto spirito di osser-vazione viene a trovarci, primoper la fiducia che ripongono innoi, poi per vivere un “viaggiogastronomico culturale” cheparte dalla tavola e dal piattoper poi giungere tra i vicoli diFondi, tra le strade di campa-gna, passando per i fondali diun territorio che ha molto daraccontare.

Le risorse enogastronomichepontine sono numerose e diprestigio. Ultimamente leaziende locali -dai formaggiai vini- hanno collezionatopremi e riconoscimenti chefarebbero gola a qualsiasi

impresa del settore. Ma ciònonostante non si è accesoquel faro luminoso che ci siaspetta, perché secondo te?Sono molti i nodi da sciogliereprima che questa barca possastaccarsi dal molo e partire. Lasciandomi andare a conside-razioni personali non giovereia nessuno. Voglio riporrepiena fiducia in coloro chedevono promuovere il territo-rio. Per quanto riguarda i sin-goli imprenditori, penso chesiamo troppo slegati gli unidagli altri e questo non ci per-mette di fare “sistema”.Ognuno è troppo preso a por-tare avanti la propria crociatapersonale. Questo è un malestorico che può essere debella-to, basta volerlo e guardare lecose in un’ottica diversa.Ovvero il “territorio sistema“ èuna sorta d’impresa territoria-le, nel quale il bene del singo-lo ed il bene della collettivitàmarcino di pari passo. Io sonoinnamorato della mia terra!Così non perdo occasione perfare da promoter ad uno o unaltro comune, di questa o quel-la azienda, ricercando il benedella mia piccolissima impresanel bene collettivo. In tutti icongressi, fiere o appunta-menti importanti porto con meuna parte del mio territorio(ovvero i prodotti locali). Nonimporta che lo faccio a miespese, solo cosi, penso, sipossa crescere.

Sei reduce da poco dell’espe-rienza prestigiosa come assi-stente ad “Identità golose”, ilcongresso italiano di cucinad’autore per antonomasia, unbel traguardo. Ma hai anchepartecipato a Roma a”L’Altelier del Gusto” nel 2007.Quanto conta per te “andarein giro” ad osservare altreesperienze, provare cucine digusti e tendenze diverse?E’ importantissimo confrontar-si, osservare, cercare di capiree riportare l’esperienza piena acasa. Prima di tutto, mi sentoambasciatore del mio territo-rio, e questo è già moltoimportante. Secondo, ma nonmeno rilevante, penso cheseguire da vicino l’attualitàdella cucina d’autore italiana,spagnola… mi permette divalorizzare ancora di più glieccellenti prodotti della miazona.

I prodotti stranieri invadono le

nostre tavole. Di questo sem-bra che noi italiani ci lamen-tiamo; ma è curioso comenella patria del cibo imperver-sa la moda del food etnico.Che cosa sta accadendo?Mi dispiace dirlo ma nonsiamo più la “patria del cibo”,da molto! I nostri marchi piùrappresentativi, e venduti,sono in mano a multinazionalistraniere. Ci rimangono solo leproduzioni artigianali, speria-mo di riuscire a salvare almenoqueste.La cucina sta diventandomoda, si mangia per moda, orava l’etnico poi andrà il tecnolo-gico. Io continuerò a servirmi,come sempre, solo in ristoran-ti che hanno ed offrono unaloro identità ben definita. Se le nostre scuole funzionas-sero, se i nostri studenti aves-sero sete di conoscenza, pro-porrei dei corsi di educazionealimentare e di economiadomestica, se…..

Negli ultimi tempi si parlamolto di food design, ovvero“l’architettura alimentare”, tuche pensi? E’ compatibile conla tradizione italiana?Contribuisce a raccontare laterritorialità, in questo caso,pontina ?Prima di tutto dovremmo tro-vare una coesione d’intenti epoi pensare a quali mezzi farriferimento. Io credo che araccontare la territorialità pon-tina possa essere solo la storia,i profumi ed i sapori di questasplendida terra.

Ci lasci con un “dolce” consi-glio per apprezzare meglio lacucina della terra di Ulisse edella Maga Circe ?La terra di Ulisse e della MagaCirce… non penso ad una por-tata dei nostri menù. La miafantasia torna a quando leg-gendo le pagine dell’Odisseaimmaginavo i luoghi e di per-sonaggi incontrati da Ulisse.Profumi sapori e luoghi pri-mordiali, la terra di Circe, il suoantro, i marinai del pazienteodisseo trasformati in porcie la maga che cerca diammaliare il nostro eroe conuna sua pozione. Vediamo…Vediamo… Una bella foglia diArancio con sopra della ricottadi capra appena fatta, dei Fichiraccolti freschi, puliti ed uniti apezzi al formaggio, il tutto irro-rato da un leggero filo dimiele.

Cannes: un’anticonformista come presidentePresidente della giuria delfestival di Cannes 2008, è disicuro (insiema a Kusturica)uno dei volti più trasgressivie borderline che hanno pre-sieduto la Croisette.Sean Penn non ha mai nasco-sto la sua preferenza politicaa sinistra e ha spesso sottoli-neato il suo disappunto neiconfronti della politica del-l’attuale presidente, ed è unattore e regista amante delcinema poco convenzionalee indipendente, caratteristicaquesta che si poteva intrave-dere fin dall’inizio della suacarriera cinematografica.Nasce nell’agosto del 1960 aSanta Monica, secondogenitodell’attrice Eileen Ryan e delregista Leo Penn, fratello deldefunto attore Chris Penn edel musicista Michael Penn,Sean frequenta la SantaMonica High School, appas-sionandosi da subito alla reci-tazione e alla direzione di

piccole opere in super 8.Vicino di casa dei fratelliCharlie Sheen e EmilioEstevez, diventa il miglioreamico di entrambi e vieneassunto come tecnico discena e assistente alla regiacon il Group RepertoryTheatre di Los Angeles.Continua la sua ascesa teatra-le recitando a Broadway in“Heartland” di Kevin Hellan.C i n e m a t o g r a f i c a m e n t edebutta ventunenne nell’anti-militarista Taps - Squilli dirivolta (1981) di HaroldBecker, con Timothy Hutton,e un giovanissimo TomCruise. Successivamente,viene diretto nientemeno cheda Louis Malle ne I solitiignoti Made in Usa (1983),specializzandosi nei ruoli dacattivo ragazzo, ribelle e vio-lento come in Bad Boys(1983) di Rick Rosenthal,Shanghai Express (1986) diJim Goddard. E con la nomea

di ragazzaccio non potevache sposarsi (nel 1985) conuna delle più grandi cattiveragazze della storia:Madonna, dalla quale hadivorziato nel 1989. Le litifuribonde con la cantante eattrice, i pestaggi con i papa-razzi che li tallonavano(nell’87 è finito perfino inlibertà condizionata) e le rea-zioni violente contro i colle-ghi (per aver preso a schiaffiuna comparsa si è trovato ascontare 32 giorni di carcere)lo hanno portato a esseremaggiormente riconosciutodal pubblico che seguirà isuoi passi di attore bordelinediretto da Brian De Palma inVittime di guerra (1989) eCarlito’s Way (1993) e daNeil Jordan in Non siamoangeli (1989). Il debutto alla regia avvienecon il drammatico Lupo soli-tario (1991) con CharlesBronson, Dennis Hopper,

Patricia Acquette, seguito daTre giorni per la verità(1996) e La promessa (2001),entrambi recitati da JackNicholson. Realizza anche unepisodio del film firmato dapiù registi 11 settembre 2001.La sua ultima grande provadietro la macchina da presa èstata proprio nel 2007, con ilfilm Into the Wild in cui rac-conta l’intensa storia diCristopher McCandless. Perottenere i diritti dall’autoredel libro, da cui è tratta la pel-licola, ha dovuto attenderepiù di dieci anni, attesa cheforse lo ha aiutato ad espri-mere al massimo tutto il suotalento di filmaker.Nel 1996 esce il discusso filmDead Man Walking –Condannato a morte di TimRobbins, in cui Sean sostieneun’intensa prova d’attore evince il premio come miglio-re attore al Festival diBerlino. Nel 1997 interpreta

She’s So Lovely di NickCassavates e vince la Palmad’oro come miglior attore, UTurn – Inversione di marciae The Game. Nel 1998 è tra iprotagonisti di La sottile linearossa di Terrene Malick, einterpreta un chitarristasquinternato in Accordi edisaccordi di Woody Allen.Originale è il ruolo che rico-pre nell’enigmatico Il misterodell’acqua di KathrynBigelow. E’ in questi anni cheincontra l’attrice RobinWright con la quale si sposa eha due figli, dopo più di diecianni insieme, nel gennaio2008 era stata annunciata laloro separazione ma pare cheda poco si siano riavvicinati.Nel 2001 ottiene la nomina-tion all’oscar quale migliorattore per la grandissimainterpretazione di un padreritardato in Mi chiamo Samdi Jessie Nelson. Nel 2003eccolo nel ruolo del delin-

quente per eccellenza, la cuivita viene sconvolta dall’as-sassinio della figlia in MysticRiver di Clint Eastwood, e delprofessore malato terminalein 21 grammi di AlejandroGonzales Inarritu che gli frut-terà la seconda coppa volpi alFestival di Venezia.Protagonista di L’assassiniodi Richard Nixon, storia veradel tentativo (sventato) diSam Bicke, negoziante diCincinnati, di far schiantareun piccolo aereo sulla CasaBianca, ha recitato accanto aNicole Kidman in TheInterpreter, unico film giratoall’interno del Palazzo diVetro dell’Onu messo adisposizione da Kofi Annan.Nel 2006 è uno degli attoriprotagonisti di Tutti gli uomi-ni del re.Nel 1997 la rivista Empire loha inserito nella classifica dei100 attori più importanti dellastoria del cinema.

Sean Penn

Terra pontina secondo lo chef Massimiliano Sepe

Una preziosa economia basata sull’agricoltura