GiuliaViva anno III n.8 del 20 aprile 2013

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Anno III numero 8 del 20 aprile 2013 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie copiagratuita Su commercio e UnicaBeach l’amministrazione batte in ritirata articolo a pag 4 e 5

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GiuliaViva anno III n.8 del 20 aprile 2013

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Anno III numero 8 del 20 aprile 2013GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

copia gratuita

Su commercio e UnicaBeach

l’amministrazione batte in ritirata

articolo a pag 4 e 5

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I

Istantanee giuliesi GiuliaViva anno III n.8 3

Oltre 1milione di euro. A tanto am-monterebbero complessivamente le sanzioni comminate dalla Banca d’I-talia (ed in fase di notifica al momen-to di andare in stampa) nei confronti dell’ex direttore generale e degli ex membri di consiglio d’amministra-zione e collegio dei sindaci della Ban-ca Tercas. Le sanzioni fanno seguito al commissariamento dell’istituto te-ramano per “gravi irregolarità e vio-lazioni normative” imputate ai suoi vertici ed emerse lo scorso anno die-tro al crac dell’immobiliarista romano Raffaele Di Mario. Fra i destinatari dei provvedimenti (appellabili di fronte al TAR nel termine di 30 giorni), an-che Simona Conte, all’epoca sindaco effettivo di Banca Tercas, ed attuale presidente della “Julia Servizi più”, cui sarebbe stata comminata una san-zione pecuniaria di 75mila euro.

Accoglienza turisticaIn attesa di veder finalmente sgor-gare l’acqua dalle quattro “fontane” promesse dall’amministrazione, che placheranno la sete dei giuliesi al modico prezzo di 5 centesimi al litro, continua a far bella mostra di sé, all’imboccatura del lungomare Spalato, l’analoga e ormai vetusta struttura per la distribuzione auto-matica del latte. Fuori uso da tem-po immemore (così come la bilan-cia pesa persone vergognosamente nascosta alle sue spalle), la casetta continua imperterrita a porgere ai visitatori un biglietto da visita fatto di sciatteria e trascuratezza. Anche questa è promozione turistica...

Le bacchettate di Bankitalia

E se li riutilizzassimo? La ciclabile se l’è portata via la pie-na del Tordino. I quattrini per rifarla arriveranno forse, può darsi, proba-bilmente, comunque chissà quan-do. Nel frattempo betonelle, cordoli, lampioni e quant’altro rimangono abbandonati, a rischio di finire nel fiume, essere trascinati via, diventa-re un pericolo per la navigazione. E’ così complicato e costoso rimuo-verli e, magari, riutilizzarli altrove?

C’è bisogno di memoria. C’è bisogno di memoria per mantenere viva non una sem-plice data ma il simbolo stesso della nostra storia recente, spar-tiacque fra la stagione dell’op-pressione e del regime e quella della libertà e della democrazia.C’è bisogno di memoria per tribu-tare il dovuto rispetto a chi decise che “era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini” (P. Calamandrei).C’è bisogno di memoria per non cedere all’abitudine, per non cre-dere diritto scontato ed intoccabile la nostra quotidiana autodetermi-nazione. C’è bisogno di memoria, per non scivolare nella becera re-torica di chi vorrebbe cancellare il simbolo della resistenza antifa-scista in nome di una imprecisata pacificazione nazionale. C’è bisogno di memoria per avere coscienza che la nostra libertà “non l’abbiamo ereditata dai nostri pa-dri, ma avuta in prestito dai nostri figli” e che un popolo ha in fondo soltanto la libertà per la quale è di-sposto a lottare. Buon 25 aprile.

25 aprile: bisogno di memoria

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno III n.8

Continua il fallimento amministrativo della giunta Mastromauro:al Kursaal incassa una pioggia di motivate critiche dai commercianti.

Una nave fuori controllo, priva di una rotta e di una meta, rivolta ad un unico disperato obiettivo: man-tenersi a galla tentando di conser-vare quel minimo indispensabile di un consenso che sta rapidamente e rumorosamente svanendo. L’im-magine rimandata dall’ammini-strazione comunale oggi è questa, un’immagine di approssimazione e pressappochismo, messa impieto-samente in evidenza dagli episodi più recenti della vita cittadina: l’in-contro con il mondo del commer-cio e la vicenda “Unica Beach”.Convocata con lo scopo neppure troppo nascosto di recuperare con-sensi all’interno di un settore messo in ginocchio dagli effetti della crisi, l’assemblea con i commercianti locali ha esposto sindaco ed assessore al

fuoco di fila degli operatori locali, che hanno impietosamente sottolineato errori, limiti e mancanze messi in mo-stra dalla giunta Mastromauro. Andato per proporsi come paladino della ca-tegoria (l’enfasi delle dichiarazioni dei giorni precedenti è stata al riguardo del tutto emblematica), il primo cittadino ha dovuto invece incassare una pioggia di critiche e, cosa ancor più dolorosa, effettuare pubblicamente non preven-tivati dietro-front. Bacchettato per i par-cheggi a pagamento, per presunte “dispa-rità di trattamento” e per una politica tutt’altro che favore-vole al settore, il duo Mastromauro-Forcel-lese ha finito col ridi-

segnare frettolosamente le proprie stra-tegie. “Rinnegati” i mercatini, fino ad ora veri e propri monopolizzatori delle vie del lido (lo scorso anno si arrivò a contarne almeno tre per ciascuna setti-mana estiva), promesso un programma di eventi che premi una buona volta la qualità piuttosto che la quantità, garan-tita l’attenzione verso quell’universo giovanile fino ad oggi praticamente ignorato (come sta a dimostrare il ridi-mensionamento prima e la sospensio-ne poi di “GiugnoGiovani”). Andati per suonare la grancassa della propaganda sindaco e assessore hanno finito con l’essere suonati, riportando a casa le macerie di una programmazione sono-ramente bocciata e la necessità di una rapida inversione di rotta.E se l’ “indietro tutta” messo in scena di fronte alla platea dei commercianti ha avuto il tratto di una precipitosa ri-tirata, quello legato alla vicenda “Unica Beach” ha finito col valicare i confini della farsa, con l’animalismo (interes-sato?) del primo cittadino rapidamen-

Indietro tutta!

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... in primo piano GiuliaViva anno III n.8 5

te riposto di fronte ai brontolii diffusi ed al vacillare dei consensi. Nel breve volgere di qualche settimana la tribo-latissima spiaggia per i cani è passata da quella che sembrava una scontata riconferma nella sede dello scorso anno (l’Annunziata) al trasferimento sull’estremo litorale settentrionale, passando attraverso l’audace e total-mente fantasiosa ipotesi dell’assesso-re Forcellese di prevedere addirittura il raddoppio delle “location”: una a nord e l’altra a sud. Tanto tramestio ha finito con lo sfociare nella conclusione più prevedibile ed alla quale il Palazzo si era con ogni probabilità orientato dall’inizio: la soppressione di “Unica Beach”, alla cui definitiva sepoltura sembra mancare a tutt’oggi soltanto il crisma dell’ufficialità. E ora? Che penseranno i Giovani De-mocratici della fine prematura di quella che definirono una “encomia-bile iniziativa” che “qualifica la nostra città, e nello specifico quella zona (l’An-nunziata, ndr) dal punto di vista sia tu-ristico che della civiltà”? O che diranno il Wwf ed il gruppo regionale dei Ver-di, che al sindaco Mastromauro desti-narono un plauso per aver dedicato una spiaggia alle famiglie con animali, arrivando ad organizzare una manife-stazione di solidarietà in suo favore? E ancora i “Corpi Sanitari Internazionali” (sodalizio erede della Legione Garibal-dina), che al primo cittadino consegna-

Che c’entra l’ICA?Ai commercianti è sembrato pro-prio di essere presi in giro. Prima la convocazione per l’incontro con l’amministrazione, poi un fiu-me di belle quanto inutili parole, in conclusione il salasso. Agli esercenti giuliesi che hanno chiesto il rinnovo delle insegne delle rispettive attività, è infatti piovuta fra capo e collo una nuo-va stangata, sotto forma dell’elen-co esorbitante di documenti da allegare alla pratica. Carte la cui stesura necessita in massima par-te della costosa collaborazione di tecnici professionisti (stimata fra i 1000 e i 1500 euro) e sulla cui ne-cessità c’è da rimanere quantome-no perplessi: soggette alla proce-dura sono infatti tutte le insegne esistenti prima del 2008, quelle sovrastanti per lo più gli eserci-zi “storici”, la cui presenza si può considerare consolidata da tem-po nel tessuto urbano cittadino ed i cui proprietari sono ora pronti a rimuovere pur di non sottostare ad una nuova, inaspettata batosta.A margine di una vicenda scon-certante, rimane infine da ca-pire perché l’edizione locale del Messaggero abbia attri-buito all’ICA (l’agenzia privata di riscossione della pubblici-tà) la paternità della richiesta, quando la lettera con l’elenco dei documenti da esibire è al contrario uscita direttamente dagli uffici comunali. Semplice svista o l’ennesimo tentativo di coprire le decisioni impopolari del Palazzo?

rono una pergamena di socio onorario “per la sensibilità dimostrata nel campo della tutela ambientale, rafforzata dall’i-stituzione, particolarmente apprezzata dal Nucleo ambientale di Giulianova, di Unica Beach”. Oppure i mittenti “delle numerosissime mail giunte da ogni luogo d’Italia”, la Gazzetta di Torino e i molteplici siti specializzati (dall’”Ente Nazionale Protezione Animali” a “Tut-tozampe”, dalla “Scuola di Interazione Uomo-Animale a “Slowtourism”), che, parole del sindaco, dimostrarono ap-prezzamento per l’iniziativa. E, infine, chissà cosa penserà lo stes-so Mastromauro, che non più tardi di qualche mese fa giudicò “Unica beach” “nuova e qualificante esperienza (...) che ha reso Giulianova un riferimento im-portante non solo nel contesto abruz-zese ma addirittura nazionale, con po-sitive ricadute turistiche”, ipotizzando persino di indire un referendum po-polare a sostegno dell’iniziativa.Distratto da una compulsiva ricerca del consenso ad ogni costo, attratto dalle sirene di una ipotetica candida-tura alle prossime elezioni regionali, il sindaco dimostra di aver finito col perdere completamente la bussola, ritrovandosi costretto ad eseguire oggi, dopo i proclami di un program-ma ambiziosamente battezzato “Giu-lianova 2020”, la sola manovra cui non avrebbe mai voluto fare ricorso: la marcia indietro.

sul nostro sito www.giuliaviva.itil filmato completo dell’assemblea

dei commercianti e le interviste

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Il Piano dimenticato di Raffaele di Marcello

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duttive, urbanistiche, infra-strutturali, ecc.) proponendo soluzioni generali e di detta-glio, individuando anche al-cuni progetti pilota. Tra questi ultimi, due ricado-no interamente nel territorio di Giulianova: si tratta dell’A-PEA, Area Produttiva Ecologi-camente Attrezzata, di Colle-ranesco e del Parco Fluviale della foce del Tordino con il

percorso ciclabile che dovrebbe collega-re la costa con l’entroterra, fino a Teramo, unendo Giulianova Spiaggia a Collerane-sco. Due progetti, quindi, con degli studi di dettaglio che permetterebbero una progettazione esecutiva immediata, mettendo a sistema una serie di analisi e considerazioni di “area vasta” che inte-ressano non solo il territorio di Giuliano-va ma tutta la vallata del Tordino, con i Comuni di Roseto degli Abruzzi, Moscia-no Sant’Angelo, Notaresco, Bellante, Ca-stellalto, Canzano e Teramo. Ma esaminiamo i due progetti nel detta-glio: il progetto per la zona produttiva di Colleranesco punta a creare quella che viene definita Area Produttiva Ecologica-mente Attrezzata, cioè un’area destinata all’insediamento di attività economico-produttive (industriali, artigiane, di servi-zi, commerciali) caratterizzate dalla pre-senza di servizi e infrastrutture comuni, gestite unitariamente, finalizzate a otti-mizzare l’utilizzo delle risorse e del suolo; prevenire e/o ridurre le emissioni inqui-

Esiste, in provincia di Teramo, un piano, tuttora vigente, che interessa anche il ter-ritorio di Giulianova e che sembra essere stato dimenticato dai Comuni interessati. Parliamo del Piano d’area della media e bassa Valle del Tordino, strumento at-tuativo del Piano Territoriale Provincia-le, approvato dal Consiglio provinciale nell’aprile del 2009 dopo un complesso percorso di condivisione e partecipazio-ne con i Comuni interessati, con le asso-ciazioni presenti sul territorio e con tutti i portatori di interesse istituzionali e non.Nuclei produttivi organizzati come aree ecologicamente attrezzate, un sistema di viabilità alternativa con piste ciclo-pedonali, stazioni di interscambio per incentivare l’intermodalità “treno-auto-bici-pedone”, il potenziamento di alcu-ne aree urbane con la localizzazione di servizi pubblici, l’attuazione di politiche di distretto per le aree rurali, queste al-cune delle azioni del Piano che analizza una serie di componenti del territorio (economiche, sociali, ambientali, pro-

nanti; razionalizzare le reti di trasporti, col-legamenti e servizi generali specifici per l’area nel suo complesso e per le aziende presenti; gestire efficacemente la preven-zione dei rischi e delle emergenze. Gli indirizzi per le “aree ecologicamen-te attrezzate”, in realtà, non sono una novità introdotta dal Piano d’Area, ma sono stati individuati dalla Regione con Delibera Giunta Regionale n. 1122 del 10.10.03 pubblicata sul BURA n. 16 del 11.06.04, ma il progetto per Collerane-sco li mette in pratica con una visione ambiziosa che potrebbe rivitalizzare un’area produttiva oggi praticamente dismessa, favorendo l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali, in linea con le più moderne concezioni urbanistiche relative alle aree produttive, già speri-mentate in Piemonte ed Emilia Roma-gna, con risultati più che positivi.Lo schema urbanistico generale prevede la ripianificazione dell’area adiacente il fiume Tordino, creando un nuovo sistema di viabilità incentrato su un viale principa-le alberato dal quale si diramano le strade di servizio ai vari lotti. Il verde è presente in maniera consistente, sia con funzione paesaggistica che ambientale, con filari alberati verso il fiume e lungo le strade e ampie aree destinate a verde pubblico attrezzato. Previsti anche specchi d’acqua per la fitodepurazione e l’approvvigiona-mento idrico, e una centrale di cogene-razione che garantirebbe, insieme agli impianti fotovoltaici da posizionare sulle coperture delle nuove strutture, l’indi-

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Il Piano dimenticato di Raffaele di Marcello

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pendenza energetica dell’insediamento. I vari lotti sono pensati per permettere la costruzione di edifici con orientamento nord-sud, ottimale per sfruttare appieno la luce e l’energia solare, mentre per la re-alizzazione dei manufatti edilizi si preve-dono una serie di norme per l’isolamento termico ed il risparmio energetico. Il pia-no prevede anche che venga realizzata la stazione ferroviaria di Colleranesco, con funzione di rivitalizzazione della tratta fer-roviaria Teramo-Giulianova come metro-politana di superficie, creando un punto di intermodalità tra trasporto su gomma, su ferro e ciclopedonale. Completano il progetto un centro servizi comune e una sistema di piste ciclopedonali che si ricollega alla pista ciclabile Teramo-Giu-lianova, lungo il fiume Tordino, unendo Colleranesco con Giulianova Spiaggia.Tale percorso di mobilità “dolce” fa da filo conduttore con l’altro intervento, di na-tura più “ecologica” che prevede la realiz-zazione di un parco fluviale alla foce del Tordino. Questo ambito, considerato di rilevanza ambientale e paesaggistica da tutti gli strumenti di pianificazione sovra-comunali, viene riqualificato creando un vero e proprio parco fluviale, di rilevanza provinciale, che arricchisce la dotazione di aree verdi del quartiere Annunziata di Giulianova e della frazione Cologna spiaggia di Roseto degli Abruzzi. Con un attento studio della flora ripariale e dell’ambiente fluviale vengono inseri-ti percorsi ciclabili e pedonali e punti di osservazione dell’avifauna. Il percorso

ciclabile si ricollega alla pista del lun-gomare permettendo, così, un collega-mento alternativo a quello automobi-listico con il quartiere di Colleranesco, utilizzabile sia a fini turistici che per gli spostamenti quotidiani.L’area, attualmente, è interessata da pre-visioni di rifacimento degli argini dan-neggiati dall’alluvione del marzo 2011 e, in quella occasione, si potrebbero mettere in atto le previsioni del parco fluviale realizzando i percorsi ciclabili so-pra i nuovi argini; inoltre le previsioni del piano d’area ben si collegano con il pro-getto di riqualificazione delle aree verdi dell’Annunziata, previsto dall’attuale amministrazione, di cui, ad oggi, non si hanno più notizie. Due progetti importanti per la cit-tà, all’interno di un piano che tiene in considerazione un territorio più vasto, studiando diversi aspetti e soluzioni di problemi di scala intercomunale, che andrebbero ripresi e sviluppati, per far si che il Piano d’Area non rimanga un “piano dimenticato” e per dare nuove opportunità di sviluppo alla città.

Le Aree Produttive Ecologicamente At-trezzate, in altre zone d’Italia, hanno con-tribuito alla rinascita di attività imprendi-toriali locali e all’insediamento di nuove imprese; la riqualificazione della foce del Tordino con la realizzazione di un per-corso ciclopedonale verso Colleranesco permetterebbe di unire il quartiere pe-riferico con il lungomare, favorendo lo sviluppo, anche verso l’interno, di attività turistico-ricettive, e arricchendo le aree verdi dei due quartieri. I due progetti, insieme, costituirebbero un rilancio delle economie della città e un miglioramento della vita dei cittadini. Ma c’è di più: recenti norme in campo urbanistico (LR 49/2012 modificata e integrata dalla LR 62/2012) permettono di integrare le destinazioni produttive quali: industriali, artigianali, direziona-le e servizi, con attività commerciali di vicinato, ricettività alberghiera ed extra - alberghiera, attività relative alla cul-tura e comunicazione. Quindi la zona produttiva ecologicamente attrezza-ta potrebbe arricchirsi di attività non strettamente industriali e/o artigianali ma anche di locali per l’intrattenimen-to e lo spettacolo, business hotel, sale conferenze, ecc., e diventare un polo di servizi non solo per Giulianova ma an-che per le città limitrofe.In conclusione, quando si parla di stra-tegie, progetti, visioni e programmi bisognerebbe ricordarsi che un piano già esiste, basterebbe tirarlo fuori dal dimenticatoio.

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Appunti di viaggio Primo e Secondo

Le virtù di Irene Lattanzi

“ Al primo di maggio noi usiamo di cucinare insieme ogni sorta di legumi, fave, fagiuoli, ceci, lenti, ecc. con verdure ed ossa salate, orecchi e piedi pure salati di maiali; e que-sta minestra chiamiamo Virtù ...” (Giusep-pe Savini- Lessico del dialetto teramano)Questo piatto della cucina teramana, ha una storia controversa: molti paesi abruz-zesi ne rivendicano la primogenitura perchè in realtà lo si ritrova tra le locali ricette, seppure con altre denominazioni e caratterizzato da sostanziose varianti. E’ certamente un cibo dalle origini anti-chissime, da alcune ricerche sembra che l siano addirittura romane, ma senza risa-lire alla notte dei tempi, affidandosi alla tradizione orale, le Virtù hanno sicura-mente una connotazione storica legata a tanti altri piatti regionali a base di legumi. Di oggi possiamo dire che, a Teramo, un comitato formato da ricercatori storici, esperti di cucina, antropologi, rappre-sentanti della Camera di Commercio e dell’A.r.s.s.a., della stampa e degli organi

di controllo, hanno re-datto un disciplinare, un rigido elenco di in-gredienti e di modalità di preparazione perchè possa essere registrato nell’Atlante dei Prodotti Tradizionali d’Abruzzo, in modo da avere una linea guida imprescindi-bile e insindacabile per le “vere Virtù teramane”. Lo stesso Carlo Pedrini,

presidente internazionale Slow Food, ha assaggiato questo piatto e ne ha elogia-to il gusto ricco e delicato. Un piatto che celebra l’arrivo della primavera, un piatto virtuoso, quasi rituale che evoca le tra-dizioni legate ai cambi di stagione che cadenzavano la società contadina e tra-dizioni che mai andrebbero dimenticate. E comunque è senza ombra di dubbio il piatto della convivialità, da condivide-re con amici, parenti, col vicino: guai a dimenticare il pentolino per il vicino di casa, potrebbe incrinarsi un’amicizia (mi raccomandava la nonna di mio marito)! Una leggenda narra che le Virtù doves-sero contenere sette tipi di legumi, sette tipi di pasta, sette tipi di erbe e che il tutto dovesse essere cucinato da sette vergini per sette ore; sette come le sette pietan-ze della cena della vigilia di Natale e del pranzo della trebbiatura, sette come le virtù cristiane. Certamente virtuosa era la massaia che praticava la “cultura dell’avanzo”: alla

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fine dell’inverno, nella madia restavano quantità di cibo sicuramente scarse, in parte rancide o rinsecchite ma per fortu-na , la primavera era lì come la voglia di lasciarsi dietro le ristrettezze dell’inverno. E allora ecco la grande virtù delle donne contadine, non c’era una ricetta da se-guire, ma la ricerca di come sfruttare al meglio quei rimasugli e tanta pazienza come solo la vita dei campi può insegna-re. Dapprima la ricerca nei campi delle erbe e delle verdure selvatiche, la raccolta dei primi prodotti dell’orto e poi, mentre il paiolo bolle e bolle, togliendo il sapore di rancido alle cotenne, all’osso di pro-sciutto, all’orecchio di maiale rimasti nel fondo della madia, nella pentola i legumi ammollati borbottano facendosi morbi-di; nel secchio colmo dell’acqua del poz-zo, si toglie la terra agli spinaci e alle bie-tole selvatiche, si fa rinvenire la “nnita” e si prepara la borragine sfiorando appena con lo sguardo l’azzurro dei piccoli fiori. Infine gli odori nella giusta miscela, nel-la giusta quantità, tutti gli ingredienti si devono sentire, ma nessuno deve preva-lere; così ciascuno aggiunge quello che ha cercando e trovando un equilibrio di sapori e profumi che rendono questo piatto un trionfo di prelibatezza. Non c’è dubbio che questo piatto del pri-mo maggio, le Virtù, sono un piatto lega-to alla vita contadina, un piatto capace di creare nuove speranze per la stagione che inizia, allora, buon primo maggio a tutti!

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Giulianova è stata sempre un importate centro viario e commerciale fin da quan-do il suo litorale fu attraversato dalla stra-da “regia” o “consolare”, iniziata nel 1817 e terminata nel 1827, che collegava la sponda destra del Tronto a Pescara, e nel 1863 dalla ferrovia Ancona-Lecce, che comportò la costruzione della stazione di II classe. La sua importanza si accreb-be quando dal 1914 si costituì la prima linea automobilistica pubblica, che da Giulianova conduceva a San Benedetto, ad Ascoli, a Pescara e a Teramo. Il servizio di trasporto era effettuato dalla Società Trasporti Abruzzo (STA), che era suben-trata alla Aemilia, alla quale il Ministero dei Trasporti aveva revocato la licenza d’esercizio per difficoltà finanziarie. Mancava il collegamento con Roma, che i passeggeri erano costretti a raggiunge-re col treno, passando per L’Aquila e Rieti. Ad evitare i disagi all’utenza di Giuliano-va e della Valle del Tordino intervenne un geniale imprenditore, Domenico Roma-nelli (1900-1980), che dal 1927 gestiva la linea Teramo-Civitella del Tronto-Offida-Villa Lempa-Molino Vallone (oggi Valle Castellana)-Ascoli Piceno, e dal 1930 ac-quisì anche la linea Teramo-Ascoli in so-cietà con la Ditta Mazzanti e Orlandi. Romanelli nel 1934 con un colpo geniale favorito direttamente da Mussolini, col quale aveva parlato, riuscì ad ottenere la linea Teramo-Roma, strappandola all’INT (che operava in Abruzzo e che sarebbe confluita nell’odierna ARPA), controllata nientemeno che da Galeazzo Ciano, e

La pagina della cultura

La gloriosa linea Giulianova-Roma della “Romanelli” di Giovanni Di Giannatale

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alla non meno potente Società Amiter-num.Il servizio sulla linea Teramo-Roma ini-ziò regolarmente il 1° settembre 1934. Le corriere partivano da piazza Vittorio Emanuele a Teramo (oggi Piazza Martiri della libertà) e aveva il capolinea in Via Marsala a Roma. Nel primo anno c’erano due sole corse a settimana, dal 1935 tre e dal 1936 una al giorno. Secondo gli orari indicati in un manifesto dell’epoca, la corriera partiva alle 7 e arrivava a Roma alle 12; ripartiva alle 13 e arrivava a Teramo alle 18. Tutto dipendeva, ovviamente, dalle condizio-ni atmosferiche. D’inverno, a causa della neve, il tempo di percorrenza poteva essere anche di 10 ore, dovendo i mezzi transitare per Ascoli Piceno, Arquata del Tronto e Antrodoco, per evitare il valico delle Capannelle.

I giuliesi per prendere la “Romanelli” si re-carono con la corriera dell’INT a Teramo fino al 1946, allorché il proprietario ot-tenne la concessione anche per la tratta Giulianova-Teramo. Sorse così la gloriosa linea Giulianova-Roma, che negli anni ‘60 effettuava ben tre corse giornaliere di andata/ritorno, portate a quattro nel periodo estivo. Dagli anni ‘70 effettuò re-golarmente la quarta corsa in tutti i mesi dell’anno.Diretta dal rag. Giorgio Pichini dal 1962 al 1979, quando fu assunta dall’ARPA con altre autolinee pubbliche e private, la “Romanelli” si distinse sempre per la pun-tualità del servizio e per la valentia degli autisti, tutti accuratamente selezionati (in genere ex autotrenisti), espertissimi sulla neve e sul ghiaccio. Chi scrive ne ricorda alcuni di Giulianova, come Riziero Mastromauro, i fratelli Re-nato e Andrea Tribuiani, Alfonso Di Sante, Ernino Speca, Bruno Pimpini, Pierino Ra-stelli, Luciano Manari, Raniero Curioso ed Ezio De Ascentiis, che per le loro capacità davano sicurezza ai viaggiatori su strade strette e rese ancor più anguste da centi-naia di tornanti. Talvolta i viaggi diventavano imprese eroi-che. Mi è rimasta scolpita nella mente una retromarcia sulla neve, in discesa, per far transitare un autocarro. La manovra riuscì perfettamente, e il tutto si concluse con un applauso liberatorio. Ulteriori autisti furono Alceo Venanzi e Giovanni Catasta di Roma, Pietro Merlini di Teramo, Sabati-no Donnini di Roseto.

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Precariato e altri disastri: il 1° Maggio al cinema di Stefania Sacchini

Mentre una nutrita schiera di gio-vani partecipa al Concerto del 1° Maggio a Roma per festeggiare i lavoratori, non si può non ricor-dare che sempre più persone, in questo periodo di crisi, perdono il lavoro o addirittura non riescono a trovarlo. Anche il cinema sottoli-nea questa tendenza ed ecco che escono sul grande schermo alcu-ni film in tema con l’argomento più scottante degli ultimi anni: il precariato. Il regista Paolo Virzì si è cimentato con una pellicola dal titolo decisamente profetico, Tut-ta la vita davanti , che, proiettato nel 2008, dà l’idea di una situazio-ne non proprio rosea per i giovani in cerca della prima occupazione. Protagonista è Marta, una ragazza laureata in filosofia con 110 e lode che, nell’attesa dei risultati del con-

corso come ricercatrice all’universi-tà, si fa assumere come telefonista presso un’azienda di elettrodo-mestici. Marta viene, così, a cono-scenza delle discutibili tecniche per fissare gli appuntamenti, allo scopo di vendere i prodotti. Il lun-gometraggio di Virzì fa luce su una realtà che ha preso sempre più pie-de nell’ambito lavorativo italiano e ci ha mostrato anche il lato oscuro del fenomeno, fatto di riunioni mo-tivazionali esagitate, incontri che si avvicinano ai riti d’iniziazione delle sette e metodologie che utilizzano veri e propri ricatti emotivi nei con-fronti degli impiegati. Inoltre, per qualche tempo sono state portate avanti delle inchieste sul caso, rac-contato da Virzì, che ha svelato una situazione a dir poco agghiaccian-te all’intero dei call center. Sempre nel 2008, Silvia Lombardo dirige La ballata dei precari, un film di denun-cia, diviso in episodi, che racconta le difficoltà dei lavoratori precari a costruirsi una famiglia e ad entra-re nel mondo del lavoro, nonché la necessità di portare avanti più la-vori per arrivare ad uno stipendio dignitoso, le condizioni incredibili degli stage e il passaggio obbliga-to attraverso i master. Dal film del-la Lombardo, inoltre, è stato tratto l’omonimo libro, una vera e propria guida per i giovani alle prese con il mercato sempre più complesso

Interferenze Artistiche

del lavoro. Del 2012 è Disoccupa-to in affitto, un documentario di Luca Merloni e Pietro Mereu che affronta l’avventura di un disoc-cupato. Quest’ultimo, per trovare lavoro, gira ben nove città d’Italia portando addosso un cartello con la scritta “disoccupato in affitto”. La pellicola di Merloni e Merleu è un nuovo modo di raccontare il feno-meno dilagante della mancanza di lavoro ed è una sorta di sfida nei confronti del ben pensare comu-ne. La riflessione più importante da compiere è capire dove ci stan-no portando le attuali circostanze e come essere preparati al peggio. Il cinema dunque, con inventiva e originalità, ci offre dei singolari suggerimenti per affrontare la pia-ga sociale che stiamo vivendo.

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno III n.8 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

Pubblica utilitàFarmacie di turno

15/21 aprile Farmacia Ielo 22/28 aprile Farmacia Del Leone29/5 maggio Farmacia ComunaleGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventi

Open Trans-Adriatica Giulianova-Vis

Titolo: Le colpe dei padriAutore Alessandro PerissinottoCasa editrice: PiemmePagine: 280 Prezzo: € 17,50

Guido Marchisio, torine-se, 46 anni, è un uomo arrivato. Dirigente di una multinazionale, appoggiato dai vertici, compagno di una don-na molto più giovane: la sua pare una strada tutta in discesa. Fino al giorno in cui un uomo in un bar vicino allo stabili-

mento, un locale dove Guido non entra mai, gli chiede se lui non sia per caso Ernesto Bolle, suo compagno di scuola e di giochi negli anni Settanta, nel quartiere operaio della Falchera. Anche Ernesto, come Guido, aveva gli occhi di due colori diversi e un neo sullo zigomo sini-stro. Guido nega, sprezzante, ma un pensiero comincia a tormentarlo, come un tarlo im-possibile da sopprimere. Tra risvolti privati ed eventi pubblici, la vicenda di Guido si snoda verso un finale a sorpresa.

Iron Man 3Nel terzo capitolo della saga, Iron Man è alle prese con un ne-mico dalla forza eccezionale che distrugge tutto ciò che l’eroe ha di più caro. L’alter ego di Iron Man, l’industriale Tony Stark, decide così d’intraprendere un viaggio durante il quale il suo coraggio viene messo a dura prova. Stark riesce a sopravvivere con l’aiuto dei suoi dispositivi e del suo ingegno, che userà per proteggere le persone che gli sono vicine. Iron Man 3 è diretto da Shane Black ed interpretato da Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce, Rebecca Hall, Yvonne Zima, Ashley Hamilton, Jon Favreau, Paul Bettany, Ben Kingsley, Ja-mes Badge Dale, Stan Lee. In programmazione dal 24 aprile.

Le colpe dei padri

eventi a GiulianovaIl circolo “Il Nome della Rosa”

Sabato 20 e Domenica 21aprile dalle 9 alle 13“HORTICITY”ORTICULTURA URBANA E ORTO DA BALCONE

Sabato 20 aprile ORE 21,30MUSICA LIVE “CORDE VELLUTATE 2013”

Venerdì 26 aprile ORE 21,30NARRATIVA “L’ARCAICO ANATEMA” con: Riccardo NORI

Sabato 27 aprile ORE 21,00READING “NARRIAMOCI” Corso di scrittura creativa

Domenica 28 aprile ORE 21,30“CI GIOCHIAMO UNA CENA DA BECCACECI” con: A.BECCACECI

Venerdì 3 maggio ORE 21,30SAGGISTICA “GRANDI ALBERI D’ABRUZZO”

L’Officina l’Arte e i Mestieri Festa della Madonna dello Splendore DOMENICA 21 APRILE 2013

Ore 18,30 Processione della Madonna dal Monaste-ro Santo Volto al Duomo di San Flaviano accompa-gnata Grande Orchestra di fiati “G. Ligonzo” Città di CONVERSANOOre 21.30 I CUGINI DI CAMPAGNA IN CONCERTO

LUNEDI 22 APRILE 2013Ore 10.30 SOLENNE PROCESSIONE in onore di MARIA SS. dello SPLENDORE con partenza dal Duomo di San Fla-vianoOre 12.00 in Piazza Belvedere SO-LENNE CONCELEBRAZIONE EUCA-

RISTICA - presieduta da S.E. Mons. Michele SECCIA Vescovo di TeramoOre 21.30 ‘NDUCCIO in “FRE-GA TOUR” - MARIO FACCI-CAMPA’ (Piazza Buozzi)Ore 23,45 Piazza BELVEDERE grandiosi fuochi PIROMUSICALI

sabato20 aprile CENA-CONCERTO BALCANI-CA con i BALKAN BISTRO’ livedomenica 21 aprile CON!CERTI LIVE LA FONDERIA inizio concerto ore 19.00!!! giovedì 25 aprile OPEN MIC + giovedì gnocchi venerdì 26 aprile CON!CERTI LIVE CHEWINGUM + week-end & contorni aperitivo con verdure gustosesabato 27aprile LA BRICO-PIZZAdomenica 28 aprile APERIPIZZA A BUFFET18.30venerdì 3 maggio ALEX RICCI “Gonnarossa” toursabato 4 maggioe LA BRICO-PIZZA

Parte dal porto turistico di Giulianova la 12° edi-zione della Giulianova-Vis il 1 maggio 2013 alle ore 14:30. L’iscrizione delle im-barcazioni è gratuita. Info al 335.60.52.856 Per iscri-

zioni via mail all’indirizzo [email protected], fax 085.800.90.73

Martedì 30 aprile 2013 – ore 21,00c/o la Sala tè-caffè del Cinema Moderno

GIULIANOVA ALTA (TE)CONFERENZA-DIBATTITO

P R E S E N T A Z I O N E D E L L I B R O“LO STATO DEGLI ACQUAVIVA D’ARAGONA DUCHI DI ATRI”

Interverrà:

L’autore prof. Roberto RICCIpresiede: Andrea Palandrani

Presidente dell’Associazione “Veliero – Riccardo Cerulli”

INGRESSO LIBEROIL VELIERO – Via Matteotti, 7 – Giulianova Lido (TE) – Tel. 085.8003149

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In una delle prime scene di Control, il bel film del 2007 dedicato da Anton Corbijn alla breve vita di Ian Curtis, cantante e fi-gura carismatica dei Joy Division, compare John Cooper Clarke nel ruolo di se stesso. Un poeta punk. Per chi ha avuto il piacere di vivere gli anni ’70 e ’80 in età giovanile, e seguire con passione l’evoluzione della grande musica (ma non solo) di quegli anni, John Cooper Clarke può farci torna-re alla mente RockRoads. Lui c’era al parco Chico Mendes. Lui si esibì a Giulianova in una di quelle calde serate estive.Eh sì, sono passati 25 anni dalla terza ed ultima edizione di un festival che vorrem-mo amabilmente definire seminale. Tre edizioni in crescendo, per numero e qua-lità degli artisti coinvolti, ma anche per partecipazione del pubblico. Poi, nel mo-mento in cui sembrava si potesse puntare ad un grosso sponsor per gli anni a venire, tutto finì. Si dice che pezzi della politica che inizialmente avevano sostenuto la manifestazione si tirarono indietro, pro-babilmente condizionati dal bilancio e da campagne di stampa negative. Era il 1988, vi immaginate che piacere per certi perbe-nisti locali poter affermare o scrivere che a Giulianova si erano raccolti solo gruppi di capelloni e drogati? Per chi viveva con i paraocchi “culturali” di Sanremo e dintorni, vi immaginate il gusto nel gettar fango su

un festival di e per i giovani, che pro-poneva il combat folk dei Gang, il bri-tish pop degli Housemartins, il sound chitarristico dei Dream Syndicate, il reggae di Desmond Dekker, il soul-jazz di Carmel, la durezza east-coast

dei Fleshtones, il rock d’autore di Elliott Murphy e l’ex-bambola di New York, John-ny Thunders? Non tutte, ma davvero mol-te le strade del Rock rappresentate. E dire che in sala Buozzi, alla conferenza stampa di presentazione di quell’ultima edizione, c’erano giornalisti di Repubblica, Mucchio Selvaggio, Melody Maker, New Musical Express. E subito dopo l’evento, recensioni molto, molto positive delle serate, qualcu-na ancora rintracciabile in rete.Seminare, si diceva: in realtà, per altri. Per Giulianova solo un’occasione sprecata, an-che in prospettiva turistica. Basti vedere cosa è accaduto, molti anni dopo, in città come Arezzo e Pistoia, tanto per restare in Italia. Basti vedere lo splendido cartellone estivo di Lucca, per il 2013, ed il proliferare di Festivals un po’ dappertutto. A Giuliano-va, 25 anni fa, sono passate bands ed ar-tisti che hanno contribuito a fare la storia della musica dell’ultimo quarto di secolo. E si sarebbe potuto continuare, facendo diventare RockRoads una manifestazione di grande richiamo, in risposta a tutti co-loro che sostengono (anche giustamente) che la nostra è una città frequentata prin-cipalmente da anziani.Eh sì, perché si suonava in luglio in uno scenario incantevole. Un bel parco con pineta di fronte al mare, ed il 90% del pub-blico era forestiero. Alcuni ricordi sono

inevitabilmente sfumati, altri rimango-no sempre ben vivi. Specie il terzo anno la macchina organizzativa era diventata pregevole, e divertente per chi ne faceva parte. L’Assessore alla Cultura aveva coin-volto un bel gruppo di volontari, ventenni ma anche più stagionati, ognuno con pro-prie responsabilità; nei giorni del festival si dormiva non più di 3 ore a notte, tra la pizza obbligata dopo il concerto e la pre-parazione della serata successiva la matti-na presto. Una goduria, per chi ha potuto vivere quell’esperienza.Pillole di ricordi sparsi: “Il cantante dei Wo-odentops vuole la Gatorade, ma cos’è sta’ Gatorade?”. “Siamo OK con la miscela per chi va ad attaccare manifesti e locandine a tappeto da San Benedetto a Pescara?”. “Chi va a prendere i Wedding Present a Fiumicino? Bastano il pullmino e una Dya-ne?”. “Hanno fischiato Michelle Shocked, ma perché? E’ stata grande!”. “Che partita (di calcio, al Parco) tra Italiani e Weather Prophets/Primal Scream!”. “C’è un dipen-dente comunale che pretende di entrare gratis con moglie e suocera, che dobbia-mo fare?”. “Dove si mette Remo a ripren-dere i concerti con la telecamera?”. Per quest’ultimo ricordo, peccato che all’e-poca non esistesse ancora You Tube.I camerini erano costruiti con simil-tende

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25 anni fa, RockRoads di Gaetano Marà

Quando Giulianova era Rock

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Sulmona in D. Giulianova alla roulette playoff di Daniele Adriani

A tutto sport

da campo, dietro il palco del Chico Men-des. Lì potemmo apprezzare la gentilezza di Martin Stephenson, il carisma del gran-de John Martyn, la simpatia hip-hop di Norman Cook. Tranne qualche vivace at-teggiamento di alcuni skinheads amanti di reggae, tutto filò liscio anche sul versan-te dell’ordine pubblico. L’edizione dell’88 vide oltre tremila paganti nelle tre serate. Non male.Cosa rimane? Molto, se per esempio i Gang hanno deciso di mettere in coperti-na del loro album “Dalla polvere al cielo”, tra altri oggetti, anche il pass d’ingresso di RockRoads. Molto, se nel 2006 ad un concerto primaverile di Elliott Murphy al teatro Flaiano a Pescara, quasi la metà del pubblico era giuliese. Molto, se vedere John Cooper Clarke in un film, per pochi secondi, stimola il ricordo di sensazioni bellissime.

Con la sconfitta del Giulianova sul campo di Sant’Egidio, contro la squadra locale, e la contempora-nea vittoria del Sulmona sul campo dell’Ortona, si conclude la corsa al primo posto, con il Sulmona che ac-cede alla Serie D. Entrambe le par-tite hanno visto episodi contestati, ma la vittoria finale del campio-nato non è stata mai messa in di-scussione. Purtroppo il Giulianova ha vissuto un avvio di campionato difficile e l’avvicendarsi di allenato-ri e tanti calciatori, non hanno per-messo di avere una squadra che sìa stata capace di disturbare la corsa della contendente. Il percorso at-traverso i playoff è ancora legato al numero di punti di distacco dalla terza, poiché essendosi ridotto a 9 punti, al momento sarebbero ne-cessari i playoff interni al girone re-gionale, per poi accedere (nel caso di vittoria) a quelli nazionali. Ciò che però preoccupa maggiormen-te è lo stato di forma della squadra, apparsa molto sottotono, con una regressione sul piano del gioco ed una forma fisica molto scadente. L’allenatore parla di carichi di lavo-ro pesanti in vista delle gare play-off, ciò non toglie che l’impegno che si dovrebbe profondere per evitare gli scontri nel girone, do-vrebbe vedersi maggiormente. La speranza è di trovare le risorse fisi-che e mentali necessarie per il rush finale. Fin da ora ci preme sottoline-

are la neces-sità di avere c h i a r e z z a per il futuro dal punto di vista socie-tario. L’anno trascorso ha sicuramente i n s e g n a t o molto ed alcune scelte fatte a set-tembre con la fretta, quest’anno possono essere programmate con molto anticipo. Di sicuro l’esito del campionato determinerà scelte organizzative diverse e si spera in un rafforzamento sostanziale della base societaria. L’aspetto più im-portante, a nostro avviso, è costitu-ito dalla continuità soprattutto nel settore giovanile, indispensabile per la costruzione di un futuro im-portante per il club giallorosso. Passando al Colleranesco, con la vittoria contro il Canzano (con uno schiacciante 13-2), blinda i playoff per giocarsi il salto di categoria ver-so la Pro-m o z i o n e . S a r e b b e e c c e z i o -nale una doppia vit-toria per entrambe le compa-gini citta-dine…

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[email protected] GiuliaViva anno III n.8

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

No strisce,No parking

Videocamere antispray?

Gentile redazione,credo che tutti noi conosciamo e quindi possiamo capire le pene amo-rose della giovane età. Non credo però che esse giustifichino il fatto di coinvolgere un’intera città nei propri tormenti, arrivando ad imbrattare il marciapiede della piazza più centrale di Giulianova. Ma il famoso sistema di videosorveglianza che avrebbe dovuto farci dormire sonni più tran-quilli, non potrebbe servire a garan-tirci una città più decorosa, magari fatta ripulire a qualche imbrattatore sorpreso con la bomboletta in mano?

G.F.

Gentile redazione, abito alla 167 dell’Annunziata in via Di Vittorio, e voglio segnalare una situazione legata all’utilizzo dei parcheggi posti appena a sud della rotonda. Quando ci sono funzioni religiose, spesso le macchine di chi vi partecipa vengono parcheg-giate alla rinfusa, soprattutto in spazi non appropriati, senza utilizzare i par-cheggi previsti. Ciò nasce probabil-mente dal fatto che in tali parcheggi mancano le strisce e quindi vengono mal utilizzati. Non pensate che sa-rebbe ora di provvedere? Ringrazio anticipatamente l’Amministrazione Comunale. M. G.

Maggiore decoro per la Via Crucis

Gentile redazione, dopo aver letto su” Giulia Viva”, l’articolo sulla “Via Crucis” del convento dei Cappuccini della Madonna dello Splendore, ho desiderato percorrerla dal basso, dopo averla intravvista sempre dal piazzale della chiesa. Sono rimasta molto im-pressionata dalla bellezza delle scultu-re, del percorso e del paesaggio. Una cosa, però, mi ha rattristata: vedere lo

Lungomare al buio

Gentile direttore, passando sul lungo-mare Zara, dinanzi allo stabilimento Malibù, si vede ancora una colonna senza la parte superiore, cioè quel par-ticolare impianto della luce. Sono al-cuni anni che sta così ed era già stata fatta una segnalazione. E’ brutta quella visione, ma che cosa possono pensare di noi i turisti che anno dopo anno ri-vedono quella colonna in quello stato? Non si può provvedere? Grazie per l’attenzione. P. D. M.

scenario alquanto deludente che va dall’incrocio di via Montello con l’i-nizio della salita alla Via crucis. Non si potrebbe renderlo un po’ decoro-so, magari piantandoci ai lati degli oleandri? E’ un suggerimento, sono certa, però che l’amministrazione comunale saprà trovare la soluzio-ne giusta. Grazie per l’attenzione. Lettera firmata

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E’ festa grande a Giulianova!

Sì, è la festa della Madonna dello Splendore, protettrice della nostra Città, che si rinnova ogni anno da quel 22 Apri-le del 1557, in cui la SS. Vergine apparve all’umile Bertolino. Dopo le prevedibili incredulità al suo racconto, finalmen-te fu eretto un tempio alla Madonna, come da Lei voluto. Da allora si susseguirono varie vicissitudini, che ruotarono intorno alla vita dell’uomo e la mutarono…Si arrivò, così, agli albori degli anni ’90, quando si resero impellenti i la-vori di restauro, di consolidamento e di ristrutturazione ar-chitettonico-ambientale (con richiamo culturale-turistico e soprattutto religioso), sia della chiesa che dei siti ad essa connessi, tra V. Montello e il piazzale della Madonna dello Splendore. Il grande merito dell’idea va ai Padri: Paolino Potalivo, Serafino Colangeli e Virgilio Di Sante, che vi si de-dicarono anima e corpo! I lavori, iniziati nel Marzo del 1992 e ultimati il 19/11/1997 investirono tutto il Complesso del-la Madonna dello Splendore: la “Via Crucis”, la chiesa, la sua facciata con il rosone, il convento, la biblioteca, le vasche dell’acqua benedetta, il portico, i bagni, il bar…Come ca-pogruppo dell’equipe di progettazione fu nominato l’Arch. Aldorino Di Gaetano. L’immensa opera, nel suo insieme, fu inserita in un contesto naturale, caratterizzato dal verde, cioè da un attento studio di essenze, funzionali e decora-tive, che vanno dal Lauro Nobilis al Verium Oleander, dal Pinus Pinea a piante a fogliame pluricromato, ideate per creare zone d’ombra e di luce per mimetizzare recinzioni e per ottenere il ver-de in ogni stagione. In questo contesto è sorta la “Via Crucis”, un tempo angusto sentiero di circa 450 metri, invaso da rovi, avvallamenti e aspe-rità varie, dovuti alla pioggia che la faceva da padrona! Pian pia-no il terreno fu ampliato livellato, ornato di travertino di Ti-voli e trasformato nel luogo incantevole qual è ora. Sul suo lato destro, salendo dal basso, si susseguono14 piazzole, accoglienti bellissimi gruppi scultorei e sul lato opposto 12 comodissime panchine, atte a lenire la fatica della sali-ta, a soddisfare il desiderio di pregare, riflettere, leggere…Di notte, poi, i lampioni, dislocati qua e là, creano un am-biente molto suggestivo! Se il merito delle sculture va ad Ubaldo Ferretti, marchi-giano, quello delle opere architettoniche è tutto attribu-ibile all’Arch. Aldorino Di Gaetano, giuliese molto noto e stimato. Giovanna Felicioni

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