GiuliaViva anno II n.11 del 2 giugno 2012

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Anno II numero 11 del 2 giugno 2012 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie Elezioni 2009: i tre amigos hanno preso in giro tutti! Il candidato sindaco del centrosinistra Mastromauro e quello del centrodesta Ca- meli, che si contrapposero al ballottaggio nelle elezioni comunali del 2009, vanno ormai a braccetto nella gestione del potere a Giulianova; della partita è pure l’ex vicesindaco del centrodestra Di Carlo. articolo a pag. 6 copiagratuita

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GiuliaViva anno II n.11 del 2 giugno 2012

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Anno II numero 11 del 2 giugno 2012GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

Elezioni 2009: i tre amigoshanno preso in giro tutti!Il candidato sindaco del centrosinistra Mastromauro e quello del centrodesta Ca-meli, che si contrapposero al ballottaggio nelle elezioni comunali del 2009, vanno ormai a braccetto nella gestione del potere a Giulianova; della partita è pure l’ex vicesindaco del centrodestra Di Carlo. articolo a pag. 6

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Istantanee giuliesi GiuliaViva anno I I n.11 3

Predicare bene, razzolare male

Il corposo programma elettorale del sindaco Mastromauro preve-deva, fra l’altro, la “riqualificazione dell’area dell’ex depuratore (ap-partenente alla Riserva del Bor-sacchio) con nuova destinazione di carattere ambientale”, nonché la messa in atto “di concerto con gli altri Comuni, le Province, la Re-gione Abruzzo e le Associazioni interessate, di tutte le azioni pos-sibili per impedire la realizzazione del Centro Oli”. Detto fatto. La riperimetrazione della riserva del Borsacchio, sol-lecitata e plaudita dallo stesso Mastromauro, ha di fatto rimosso l’ultimo ostacolo alla ricerca pe-trolifera in zona; la riqualificazione dell’area dell’ex depuratore è stata invece affidata alla realizzazione di un rumorosissimo impianto di teleriscaldamento. Quando si dice l’attenzione all’am-biente!

2 giugno festa della RepubblicaIl 2 giugno 1946 oltre 23 milio-ni di cittadini italiani, donne ed uomini, parteciparono, liberi ed entusiasti con una affluenza dell’89,08%, alla duplice consultazione per comporre l’Assemblea Costi-tuente e per rispondere al quesito referendario sulla forma istituzionale. Vinse la Repubblica con il 54,3% dei suffragi, contro il 45,7% dei voti favore-voli alla Monarchia (uno scarto di circa 2 milioni di voti) con una Italia spaccata in due tra un Centro-Nord favorevole alla Repubblica, ed il Sud in cui preval-se la volontà di proseguire con la reg-genza di casa Savoia. Qualche giorno dopo, il “re di maggio”, Umberto II, ab-bandonò un paese che festeggiava il nuovo corso della propria storia dopo 85 anni di Regno. Nelle sezioni giuliesi si registrarono 4.576 sì alla Repubblica e 1.513 preferenze monarchiche, in

Salvo l’ex casello ferroviario

non è inclusa nel peri-metro del piano di re-cupero”. Sembra perciò da escludere a questo punto, che lo stesso edificio possa essere oggetto di esproprio e di successivo abbat-timento da parte del Comune. Se così fosse,

sarà da rivedere l’intero assetto viario dell’area, che non potendo più trova-re sfogo in direzione di via Lepanto, rischia di riversare su via Trieste l’inte-ro traffico veicolare della zona.

L’ex casello ferroviario che doveva lasciar po-sto alla strada di accesso al nuovo comprenso-rio previsto nell’area ex ADS Foma non dovreb-be più essere abbattu-to. In questa direzione sembra indirettamente andare la sentenza con cui il Tribunale Amministrativo, cui si era rivolto il proprietario dell’edifi-cio, ha preso atto di una dichiarazio-ne del Comune, secondo la quale “la proprietà del Sig. Di Battista Camillo

linea con l’orientamento pro-vinciale (5.294 suffragi di dif-ferenza a favore della Repub-blica), ma in controtendenza rispetto alla regione (46,78% alla Repubblica, 53,22% alla Monarchia). Giulianova poteva

fieramente esporre anche il proprio dato sulla partecipazione alle consul-tazioni che toccò quota 90,53%. Auguri all’Italia tutta.C e r t i f i c a t o elettorale n. 831 del 20 aprile 1946 in-testato a Naz-ziconi France-sco, Sezione n. III sita in via A. Diaz /Scuo-le elementari, Comune di G i u l i a n o v a , cortesia sig. Antonio Naz-ziconi.

Do you speak english?

“Tenendo fede alle strategie di miglioramento della comunica-zione istituzionale del Comune perseguite dal sindaco Francesco Mastromauro, il sito avrà presto una sua versione in lingua ingle-se”. L’annuncio risale al settembre 2009. Quasi tre anni dopo la vo-cazione anglofona del portale co-munale è rimasta ancora lettera morta.

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno II n.11

Cicloturismo e via verde: un’occasione che l’Abruzzo non deve perdere di Raffaele Di Marcello

In un momento di crisi “globale” anche il settore turismo risente della mancanza di risorse e della poca propensione alla spesa di italiani e stranieri. Ma la crisi può, e deve, essere l’occasione per scoprire (o meglio, riscoprire) un tipo di turismo più attento ai territori visitati, che permetta all’ospite di fare un’esperienza di condi-visione con la popolazione ospitante, di-ventando, da “straniero”, parte integrante della comunità.E’ il principio dello “slow tourism”, turismo lento, filosofia di viaggio che diventa filo-sofia di vita e apporta benefici, economi-ci e sociali, ai luoghi visitati.Se n’è parlato in un seminario organiz-zato dall’Università di Teramo, Corso di Scienze del Turismo e dello Sport, presso Palazzo Gualandi a Giulianova. Il semina-rio è stato organizzato dal prof. Attilio Fal-chi, docente del corso, da sempre attento alle tematiche dello sviluppo del territo-rio. Chi scrive ha parlato, a nome del Co-ordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano

(www.abruzzoinbi-ci.it), del turismo lento e, in particola-re, del cicloturismo, illustrando esempi europei e italiani e sottolineando come infrastrutture ciclabili apportino benefici economici notevoli a fronte di investimenti, tutto sommato, modesti.

Così la , che in un solo anno ha movimen-tato qualcosa come 78 milioni di euro, solo per il ciclo turismo, senza contare l’indotto e i benefici per la mobilità quoti-diana anche dei residenti.E in Abruzzo? La rete Bicitalia della FIAB (Federazione Italiana Amici della Biciclet-ta - www.fiab-onlus.it) prevede, sull’adria-tico, un percorso di 1.000 km da Ravenna a Santa Maria di Leuca, attraverso 5 re-gioni: Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Un percorso realizzato solo in parte che, nella nostra regione, in-contra aree naturalistica di rara bellezza, come la costa rosetana interessata dalla Riserva del Borsacchio, la pineta litora-nea con l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, nei Comuni di Pineto e Silvi, e la costa verde teatina, area dove dovrebbe sorgere un parco nazionale. Aree che, purtroppo, corrono il pericolo di essere trasformate a fini insediativi, nonostante le nostre città, soprattutto quelle costiere, siano intasate dal cemen-

to, con centinaia di appartamenti non occupati. Ma la corsa al cemento non conosce ostacoli e, nella seconda parte del seminario, l’avvocato Fabio Celommi e il prof. Enzo Di Salvatore, hanno parla-to della recente riperimetrazione della riserva del Borsacchio, evidenziandone le criticità e sottolineando come scelte di questo tipo influiscano negativamente sullo sviluppo, anche turistico, dei terri-tori, oltre a favorire l’insediamento di at-tività di estrazione petrolifera con gravi danni ambientali e economici per le po-polazioni residenti.Interessante l’intervento finale di Fabia-no Di Berardino, dell’associazione Zona 22 di San Vito Chietino, che ha mostrato come la partecipazione popolare possa permettere ai territori di riappropriarsi di aree degradate, fornendo servizi sociali a tutta la collettività.Un pomeriggio interessante, che ha di-mostrato come non occorra spendere milioni di euro per infrastrutture, spesso inutili, alla ricerca di uno sviluppo che, troppo spesso, si rivela utopico. Basta valorizzare le ricchezze che già abbiamo: natura - paesaggio - tradizioni - storia - cultura, ecc., e non , come invece accade, ostinarsi a cancellarle alla ricerca di un “valore aggiunto” che esiste già.In conclusione, forse la bicicletta non sal-verà il mondo, ma è l’esempio di come, ri-scoprendo ritmi più umani, anche settori economici tradizionali possono tornare ad essere un’occasione di sviluppo per tutti e non solo per pochi.

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in primo piano GiuliaViva anno I I n.11 5

Un improvviso fervere di attività ha animato nei giorni scorsi la centra-lissima via Nievo, non soltanto per l’annunciata modifica del senso di marcia, divenuto a senso unico in di-rezione nord nel tratto compreso fra via Matteotti e via Cerulli.Il tratto nord della strada ha infatti visto rapidamente sorgere ed altret-tanto rapidamente scomparire una improbabile pista ciclo-pedonabile, che avrebbe dovuto offrire sfogo agli amanti delle due ruote e del passeg-gio urbano nel segmento compreso fra la scuola elementare e traversa Parini. In un primo tempo il nuovo percorso, costituito da una striscia d’asfalto, larga all’incirca un metro, ricavata sul margine ovest della via e separata dalla sede carrabile da una semplice linea bianca, era destinato, stando alla segnaletica orizzontale, al transito di bici e pedoni. La nuova “ciclabile”, resa peraltro rischiosa vuoi dagli “scalini” e dalle rappezzature

dell’asfalto, vuoi dai numerosi varchi di uscita automezzi che si aprono con poca o nulla visuale direttamente sul percorso, ha comunque avuto vita breve. Con un repentino ripensa-mento, costato inevitabili sprechi in termini di materiali ed ore lavorative, le sagome disegnate sono state rico-perte da una serie di strisce orizzonta-li, di fatto eliminando prematuramen-te qualunque vocazione ciclabile, e finendo col fare di quella striscia una sorta di marciapiede a raso.I lavori si sono quindi spostati più a sud, nel tratto compreso fra via Cerulli e via Matte-otti. Stesse rappezzature sull’asfalto, medesima li-nea bianca a delimitare la corsia, analoghi “incroci” pericolosi. Al momento di andare in stampa, l’assen-za di qualunque segnaleti-ca impedisce di conoscere la destinazione del percor-

Piste ciclabili... indietro tutta di Paolo Innocenti

so: se semplice area di passaggio pedonale, o percorso con velleità di pista ciclabile, nel caso, proba-bilmente, la più corta d’Italia.Preso atto del “navigare a vista” di-mostrato nella vicenda dall’ammi-nistrazione, vogliamo augurarci che non siano questi, per il futuro, i modi di realizzare lo “sviluppo di una rete ciclabile comunale” e “i marciapiedi nelle strade sprovvi-ste”, previsti nel programma eletto-rale del sindaco ed ancora lontani dal vedere la luce.

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6 GiuliaViva anno II n.11 Punto di vista

Il palcoscenico della politica giuliese di Andrea Palandrani

Mentre le recenti elezioni suggellavano la sconfitta della politica e della demo-crazia rappresentativa con un tasso di assenteismo, ai ballottaggi, di un cittadi-no su due, il Consiglio Comunale di Giu-lianova celebrava la già operante fusione tra centro-destra e centro-sinistra con l’entrata ufficiale di Cameli padre, dopo Cameli figlia, nella variopinta e mutevole maggioranza Mastromauro. Un sindaco che, come un “padre-padrone”, fagocita assessori, consiglieri e dirigenti ammini-strativi, ma al tempo stesso ammicca e lusinga persino il suo antagonista: siamo alla quarta Giunta “dei 100 candidati-ta-lenti” in meno di tre anni, segno di chiare difficoltà ed inefficienze.Sconcertata l’opinione pubblica al pari dell’elettorato tradito, che scopre es-sere stata una farsa l’accesa campagna elettorale del 2009, una presa in giro le diversità dei programmi elettorali, una finzione la distinzione tra i due grandi raggruppamenti capeggiati da Pd e Pdl. Se fino a qualche anno fa Cameli-Di Car-lo-Mastromauro si contrapponevano tra querele e diffamazioni, (“egli è vittima

del proprio io e del proprio presidenzialismo” dichia-rava Cameli a proposi-to di Mastromauro che ribatteva appellandolo “giurassico”) d’improv-viso e come per magia, oggi sono a braccetto, “è vero, Mimì?”, a consentire oscuri trasformismi e in-sani trasversalismi.

Litigi e smascheramenti nella coalizio-ne di centro-sinistra: assessore Idv Mar-gherita Trifoni estromessa, segretario Pd Albert Pepe fuoriuscito, consigliere Idv Santuomo che passa all’opposizio-ne, consiglieri Sacconi-Maddaloni-Cia-fardoni allontanatisi dal Pd, assessore Mastrilli dimissionario, Idv che diffida i propri rappresentanti in Giunta e in maggioranza, consigliere Cartone che lascia il Pd, assessore Ruffini silurato. Dall’altro lato, urla ed accuse in casa Pdl con nuovi gruppi poi sciolti, rientri in partito, scissioni ed indipendentismi: Antelli, Di Carlo, Ciccocelli, Cameli che, uniti in periodo di elezioni, non si accor-dano più su nulla; proviamo a immagi-nare se avessero governato.La risposta a tali deficienze da parte del Sindaco è l’invenzione di una nuova pre-ponderanza con l’Udc che non ha eletto rappresentanti, ma che oggi si ritrova con un assessore ed un consigliere. Il dott. Cameli è stato scelto dagli elet-tori quale capo dell’opposizione di cen-tro-destra, ma ora che questa coalizione non esiste più, per onestà intellettuale,

sarebbe più logico che si dimettesse. Ed invece assistiamo al collaborazionismo del trio Cameli-Di Carlo-Cameli con una maggioranza Mastromauro fantoccio: un imbarazzato appoggio fatto, occa-sionalmente, ora di astensionismo, ora di sostegno esplicito. Ci si chiede cosa spinga persone rispettabili e stimate ad esporsi ad insinuazioni e pesanti umilia-zioni: un mercanteggiamento di ruoli, di visibilità, di incarichi pubblici che ancor di più allontana i cittadini e sfiducia l’a-gire politico. Paradossalmente la politica ha sviluppato i suoi anticorpi divenendo cupa e autoreferenziale, ingannando gran parte degli elettori dai sani princi-pi e dalle grandi aspettative, lasciando ad ognuno un lacerante conflitto tra di-mensione privata e vocazione pubblica; persa così la parte più incline al bene co-mune, resta l’altra che può essere com-piaciuta da una gestione clientelare del patrimonio di una collettività.Il responso della politica tradizionale è l’affermazione di un forte persona-lismo nei partiti assieme ad un grave crollo della cultura politica che causa una mancanza degli strumenti neces-sari al buon governo; “per proteggere la democrazia bisogna rianimarla e ri-popolarla. Bisogna creare una demo-crazia partecipata che esce dal palazzo ed entra nella cultura della gente” (P. Ginsburg, La democrazia che non c’è).Rinnegare la politica, e cioè la nostra componente pubblica, equivale a de-porre le armi permettendo così un im-punito saccheggio.

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Oslo, un’idea di civiltà di Gaetano Marà

della cultura, dell’esplorazione, dello sport, dell’ambiente. Da godere lenta-mente, emozionandosi se possibile.E’ bello girare per Oslo e la Norvegia con ogni mezzo di trasporto, ma quello più sfizioso è sicuramente la barca, nel fiordo. Lì, su qualche molo, può anche capitare di trovare un pescatore che ti offra (a prezzi modici) una scodella di gamberi freschi e saporiti, da consu-mare seduta stante. I norvegesi amano andar per mare, ed il museo delle navi vichinghe è lì a ricordarcelo. La penisola di Bygdoy è verde, ed in

estate offre il meglio di sé. L’Opera Hou-se è bianca, abbagliante di puro mar-mo di Carrara, ed il meglio di sé lo offre quando è un tutt’uno con la neve e il mare ghiacciato.Il 17 maggio Oslo ha celebrato l’annua-le Festa della Costituzione. La prima, dopo la strage del 22 luglio scorso. Come d’abitudine migliaia di bambini, scuole e bande di paese e di quartiere, cittadini in costume tradizionale, han-no sfilato in parata per un’intera mat-tinata, passando festosamente sotto il Palazzo Reale, dove i regnanti li atten-devano per un saluto affettuoso.

La prima cosa che colpisce di Oslo è il traffico. Ridicolo, per le nostre abitu-dini. Di conseguenza, la seconda cosa che colpisce di Oslo è la quiete, ed i suoi suoni sparsi. Un vociare di bambi-ni, una fisarmonica, un violino. Nei par-chi, in tutti gli innumerevoli spazi verdi, nelle piazze, ma non solo.Oslo non è certo la più bella capitale eu-ropea, non ha i più bei monumenti, ma in un pur breve periodo riesce a farti ap-prezzare qualcosa che forse vorremmo avere anche noi. A zonzo, con lentezza, ti vien di pensare che forse chi ha pro-gettato la città (e continua a farlo) ha creduto che valesse la pena farsi ricor-dare per la qualità delle cose messe a disposizione dei cittadini. Certo, la Nor-vegia è ricca, è più facile essere bravi e virtuosi, ma ci sono tante cose che non costano nulla. Il rispetto per le persone e i beni comuni, ad esempio. Basta cam-minare per le strade per farsene un’idea.Oslo è costosa, il nostro piccolo €uro ri-duce il suo potere di una buona metà. E la gastronomia… hmm, passiamo ad al-tro. The Scream, il Kon-Tiki, Holmenkol-len, Vigeland. Quattro nomi a rappre-sentare ciò che offre la città nel campo

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Un corteo cromaticamente rosso-bian-co-blu, ma rappresentativo della socie-tà civile norvegese. Tanti bambini, di tutte le etnie e di tutti i colori, con in mano una bandiera o uno strumento, e tutti con la gioia di essere lì.E la sensazione, forte, che Breivik e coloro che la pensano come lui per-deranno, oh sì, perderanno. La Storia va verso un’inevitabile direzione di in-tegrazione, ed il laboratorio Norvegia va avanti spedito. Anche l’approccio, molto poco sensazionalistico, verso il processo in corso contro il criminale, vuol testimoniare il livello di civiltà rag-giunto da questo Paese. Ed i bambini, sempre loro, biondi e bruni, di colore o con gli occhi a mandorla, svolgono un ruolo fondamentale. Sono per tutti, semplicemente, il futuro.

Appunti di viaggio

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bravi da apportargli delle modifiche per renderlo più agevole e l’hobby di-venne un lavoro, perché era iniziato un “pellegri-naggio” di compratori del nostro strumento.Da Montone vennero a Giulianova, vicino alla Rocca, per stabilirsi, poi, definitivamente, in via Oberdan, nel 1879.Quando ci fu il salto di

qualità?Nel 1882, quando Francesco e Giu-seppe Ianni costruirono l’organetto diatonico e si iscrissero, nel 1888, alla Camera di Commercio. Da lì iniziò una continua evoluzione dell’orga-netto, sia nella misura che nella tim-bricità.Nel 1890 si verificò un fatto memo-rabile, vero?Sì! Il mio bisnonno, Giuseppe Ianni, fu convocato a Nizza, dove gli fu confe-rito il titolo di Cavaliere del lavoro, per i successi conseguiti. Da allora la no-stra azienda è nota come “Ditta cava-lier Giuseppe Ianni e Figli”.A questo punto, il signor Igor si di-lunga in interessanti dettagli tecni-ci, che l’esiguità di spazio consentito m’impedisce di trascrivere. È vero che la notorietà del vostro organet-to sorvolò l’Oceano sino a giungere in Honduras e persino in Cina?Sì, è vero; ciò soprattutto per merito del prof. Vittoriano Della Cananea, che lo portava con sé nei suoi concerti

..

8 GiuliaViva anno II n.11

Igor Ianni di Giovanna Felicioni

Ma, è possibile avere 130 anni ed andare anche alla grande?È possibilissimo, basti pensare alla “Ditta cavalier Giuseppe Ianni e Figli”, costruttrice del famoso organetto.Così è avvenuto l’incontro con Igor, uno dei figli del signor Marcello Ianni.

Buongiorno e grazie per l’ospitali-tà. Vuole illustrarci, cortesemente, le origini della sua antica azienda musicale?Certamente! Io sono la 4a generazio-ne di questa attività artigianale, del-la costruzione di Armonici diatonici, noti come organetti. La mia famiglia, di origine contadina, proviene da Vil-la Ianni di Montone, oggi Villa Maggi. D’inverno, riparava gli attrezzi di lavo-ro, con una certa maestria. Dal ritorno da un pellegrinaggio a Loreto, Fran-cesco Ianni, fratello del mio bisnonno, riportò un organetto della famosa ditta “Paolo Soprani”. Cominciarono a smontarlo, per rifarne una copia, ma, così, per hobby! Si scoprirono talmente

nel mondo e lo suonava.Il 1982 rappresenta una data stori-ca per la vostra azienda…Sì perché in quell’anno abbiamo festeg-giato il centenario della nostra ditta: mio nonno e mio padre costruirono, per l’occasione, 55 organetti in abete, fatti in modo tradizionale ed inserendo nell’e-tichetta le immagini di G. Braga e della Rocca.Nella nostra collezione privata ci sono i due prototipi. Inoltre, il sindaco Gerar-dini organizzò per noi una premiazione, nella sala Buozzi.Ed i Giuliesi?...Purtroppo lasciarono molto a deside-rare, forse per scarso interesse culturale verso questo strumento, che ora si sta riscoprendo; però capita spesso che arrivino persone anche dall’Australia, mentre molti giuliesi ignorano la nostra ditta.Chi sono i vostri maggiori estimatori?Da sempre esportiamo nel Sud e nel Nord Italia e all’estero; per esempio la Francia del Nord è un nostro grande ba-cino di mercato, anche attualmente,con una grossa richiesta. L’organetto, però, è diverso a seconda della destinazione e delle diverse esigenze.Voi siete anche esperti restauratori del pianoforte e dell’organetto, vero?Sì, ora se ne occupa mio fratello, di-plomato al conservatorio ed anche insegnante d’organetto.Per concludere, noi di “GiuliaViva” le siamo molto grati per la gentile ospi-talità e le auguriamo un futuro sem-pre più prosperoso e gratificante.

Qualche domanda a ...

Il video dell’intervista è visionabile in streaming su www.giuliaviva.it

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Traggo queste notizie dal bel li-bro di Franco Eugeni e Edoardo Ruscio, Carlo Forti allievo di Ni-colò Fergola, ingegnere sul campo (Teramo, Edigrafital, 2004, pp. 252), un volume prezioso per la comprensione della storia culturale del regno di Napoli, della nostra provincia e della civiltà materia-le che ha contraddistin-to nel sud d’Italia lo sviluppo della viabili-tà, la tecnologia e l’evoluzione scientifica stessa nella prima metà dell’Ottocento.L’ingegnere Carlo Forti (Teramo 1766-1845) fu allievo del matematico napole-tano Nicolò Fergola - già noto per le sue applicazioni nel campo dell’architettura e dell’ottica - suo mentore all’inizio della carriera nella Scuola dei Ponti e Strade istituita dai francesi durante il periodo napoleonico. Il ruolo degli ingegneri in quegli anni non veniva conferito da una facoltà universitaria, ma era sommata a quella dell’architetto, distinguendosi per le sue conoscenze matematiche, scienze applicate e tecniche. Forti, inoltre, fu socio dell’Accademia di Belle Arti a Napoli e Ispettore del Diparti-mento dei Tre Abruzzi nel “Corpo di Ponti e Strade”. Dal 1805 fece ritorno in Abruz-zo (come scrive anche il Crugnola nel suo La viabilità in Provincia di Teramo, 1893) rivolgendo il suo impegno professiona-le al miglioramento delle pochissime strade esistenti, “pressoché mulattiere e fiumi da attraversare a guado”, dopo il

decreto del 18 novembre 1808 di Gioacchino Murat che istituiva appunto tale Corpo. Col ritorno

dei Borboni, il Corpo dei Ponti e Strade continuò a esistere

e Carlo Forti fu confer-mato nella sua carica

di ingegnere in capo e nel 1814 gli fu af-fidata la progetta-

zione della Teramo-Giu-lianova e del ponte sul Vezzola

“la cui costruzione richiese trent’anni e fu ultimata nel 1847”. A nessuno sfuggi-va d’altronde l’importanza economica di tale arteria se pensiamo alle sei ore di viaggio richieste dal precedente colle-gamento attraverso il letto del Tordino. Come sempre accade ci furono pro-teste dei contadini che dovevano ce-dere una porzione delle loro terre e notevoli resistenze burocratiche, ma le argomentazioni dell’ing. Forti, (che sembrano modernissime) convinsero il Ministro dell’Interno; a tale propo-sito riportiamo parte della citazione tratta dal libro: “La strada vecchia offri-va continui ondeggiamenti, mentre la nuova sarebbe passata per luoghi quasi piani e, inoltre, che la spesa per la riatta-zione della strada vecchia sarebbe stata superiore a quella che si richiedeva per la costruzione della nuova, essendo la prima più tortuosa e lunga” (p. 105). La strada fino a Giulia avrebbe permesso il collegamento con la strada consolare nord-sud e per il primo tratto la costru-zione fu iniziata partendo dall’esterno

delle mura di Teramo fino al torrente Cartecchio e l’Osteria di Ripattoni. Con-testualmente, per evitare ai viaggiatori di dover attraversare il letto del fiume Vezzola, Forti propose la costruzione del ponte S. Ferdinando e quest’opera, per quei tempi imponente, richiese un lungo periodo dalla progettazione alla realizza-zione che coincise con l’inaugurazione della strada. A nessuno sfuggì che la strada Teramo-Giulia prolungata verso i monti offriva anche al Governo una sorta di vantaggio strategico, in quanto si sarebbe potuto trasportare il legname da costruzione e il carbone fino al mare. Nelle lettere tra Forti e l’Intendente della Provincia si al-lude anche alla possibilità di coinvolgere

la provincia dell’Aquila in questo scambio di derrate, facendola uscire da un peno-so isolamento che minava la sussistenza stessa degli abitanti. Se ne può conclude-re che questo periodo pionieristico del nostro sviluppo fece passare in pochi de-cenni l’Abruzzo dalla feudalità più povera a una morfologia del territorio in grado di tracciare le premesse per una economia meno angusta e primitiva.

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L’ing. Carlo Forti e le origini della Teramo-Giulianova di Leo Marchetti

La Pagina della cultura

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Casa- Museo Gaetano Braga di Antonio D’Eugenio

In occasione della riapertura estiva della Casa/Museo Gaetano Braga, il direttore artistico Galileo Di Ilio e il Presidente Giovanni Di Leonardo dell’Associazione culturale dedicata al compositore giuliese, presentano i nuovi progetti ricordando il passato.Come e quando nasce l’Associa-zione Gaetano Braga?Galileo Di Ilio: l’Associazione nasce nel 1993 fondata da Alessandra Fran-chi, allieva del famoso pianista Bruno Canino, insieme a Padre Serafino Co-langeli. Il punto fermo dello statuto è sempre stato quello della ricerca su Ga-etano Braga e altri musicisti abruzzesi. Dal ’93 ad oggi, grazie al comodato gratuito del comune, l’Associazione ha allestito nella sede di Corso Garibaldi, un vero e proprio museo raccogliendo opere, dipinti e ritratti riguardanti Ga-etano Braga.Che esiti ha avuto la ricerca nel tempo?G.D.I.: siamo riusciti a rintracciare, ad oggi, più di 120 musiche non più ese-guite dall’800, alcune inedite discogra-

ficamente, grazie alle quali nel ’98 abbiamo allestito un concerto, con alcune di esse, al Museo dello Splendore. In seguito, dopo una lunga e accurata selezione, abbia-mo registrato due cd, uno musicale e l’altro musicale e canto, con etichette disco-grafiche di livello nazionale. Inoltre abbiamo ritrovato 260 lettere originali o in co-

pia, oltre 100 dischi prevalentemente a 78 giri, 140 spartiti originali, cilindri Edi-son in cera e rulli in carta per pianoforti automatici, 1 disco in metallo per music box. Insomma, un vero gioiello tra i tan-ti musei della nostra regione.Come sono strutturati i due cd?G.D.I.: il primo di rilevanza musicale, mentre il secondo comprende anche il canto a testimonianza del fatto che Braga cominciò a studiare canto e solo successivamente scoprì il violoncello. Pubblicazione importante perché rac-coglie poesie di noti poeti italiani e stra-nieri tra i quali ricordiamo Prudhomme, primo Premio Nobel per la letteratura, e Giacomo Leopardi con L’infinito, opera molto particolare perché raramente musicata, forse più interessante della famosa serenata Leggenda Valacca. I cd possono essere acquistati anche di-rettamente presso il Museo.Come ha risposto Giulianova a questo richiamo musicale?Giovanni Di Leonardo: la città ha rispo-sto benissimo ai concerti dal vivo, dove

i cittadini sono accorsi numerosi facen-doci percepire un nucleo culturale molto importante. Il problema sta nell’allesti-mento dei concerti legato al pagamen-to dei musicisti e nelle spese che si si hanno per ogni manifestazione. Il con-tributo del comune è valido ma, con i tempi che corrono, insufficiente a co-prire l’intero budget. La speranza è che i cittadini possano aiutare l’Associazione, anche economicamente, a diventare un veicolo commerciale, promozionale e turistico per l’intera città. Progetti per il futuro?G.D.L.: a luglio ci sarà l’apertura estiva nel fine settimana che terminerà ad agosto, ma ricordiamo che il museo è aperto tutto l’anno su prenotazione. Molte, infatti, sono le visite che ricevia-mo da ricercatori e studenti di facoltà universitarie. A settembre uscirà un saggio sulla Leggenda Valacca seguito da un concerto e da un convegno dove interverranno vari studiosi, mentre ab-biamo in cantiere la pubblicazione di circa 120 lettere ritrovate in questi anni oltre a 3 diari personali del musicista. Io sto anche terminando una nuova bio-grafia di Gaetano Braga che, nel giro di un anno e mezzo, sarà terminata.

Interferenze artistiche

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno II n.11 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

Pubblica utilità

Farmacie di turno2/3 giugno Farmacia Marcelli 4/10 giugno Farmacia Ielo11/15 giugno Farmacia GalliGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventi

Il prossimo 2 giugno 2012 si svolgerà, presso il campo di atletica di Giu-lianova,  la 2° edizione delle FORANIADI, mani-festazione che lo scorso anno ha richiamato un gran numero di   giovani e giovanissimi dei per-corsi catechistici della Forania di Giulianova, che, davanti ad folto ed

attento pubblico, ha dato sfoggio non di bravura ed eccellenza sportiva ma di capacità di vivere in comunione ed amicizia un pomeriggio all’insegna dello sport puro e semplice.

Foraniadi a Giulianova

Fest Beer Giulianova 2012

Titolo: Grazie per quella volta Autore: Serena Dandini Casa editrice: Rizzoli Pagine: 234 Prezzo: € 14,50

Grazie per quella volta esplora con tenerez-za, ironia e sincerità una catena di debolezze di cui   andare fieri, di fragilità nostre e del mondo: è il tempo di autoassolverci, di fare pace con i  nostri difetti imparando a convi-verci tra alti e bassi, proprio come succede a ogni coppia pluricollaudata.Un libro che ci fa  sorridere di tutti i nostri difetti, che ci spinge a essere indulgenti con noi stessi, che ci fa sorridere delle piccole e grandi cose della vita. Un libro da leggere per sentirci migliori. Un libro per capire che non importa quante debolezze possediamo, non importa quante siano le nostre fragilità. L’importate è imparare ad autoassolverci e a vivere la vita con il sorriso sulle labbra.

Libri

The Dictator

Partirà venerdì 8 giu-gno il corso di foto-grafia ed educazione all’immagine organiz-zato dalla Compagnia dei Merli Bianchi. Le lezioni, tenute dal fotografo pescare-se Giovanni Iovacchini, (docente della Federa-zione Italiana Associa-zioni Fotografiche) si terranno a Giulianova,

nella nuova sede della Compagnia in via Matteotti 115 (davanti al Parco Matteotti).

A Giulianova corso di fotografia ed educazione all’immagine

L’associazione G.I.M Giovani In Movimento di Giuliano-va, organizza la seconda edizione del Fest Beer Giu-lianova Festa della Birra e prodotti tipici Abruzzesi che quest’anno si terrà nel Parco Chico Mendez nel mezzo del lungomare zara di Giulianova dal 14 al 17 Giugno 2012. info 3484986176 [email protected]

Biciclettata adriatica

Il 3 giugno 2012 si svol-gerà la seconda edizione dell’evento “BICICLETTATA ADRIATICA - SUL CORRIDO-IO VERDE PER UNA MOBILI-TA’ SOSTENIBILE”, una pas-seggiata in bicicletta lungo il litorale adriatico con par-tenza da nord dal Comune di San Benedetto del Tronto (AP), e da sud dal Comune di Francavilla al Mare (CH), con arrivo a Pineto (TE).

Contemporaneamente si svolgerà un passeggiata a piedi sulla Costa dei Trabocchi, da Fossacesia a San Vito. Per INFORMAZIONI: Pierluigi 339 29 33 536 - [email protected] 389 95 18 540 - [email protected], per la passeggiata a Fossacesia - 333 9438808, email: [email protected]

Da qualche anno il maggior divertimento di Sacha Baron Cohen è stato scioccare il pubblico con una rosa di personaggi volgari, schietti e politi-camente scorretti quali Ali G, Borat e Brüno. In The Dictator, interpreta un deposto dittatore mediorientale dispotico che si perde in America in occa-sione di un meeting alle Nazioni Unite, un dittatore che ha rischiato la vita per assicurare che la democrazia non sarebbe mai arrivata al paese che ha amorevolmente oppresso. Una volta giunto sul posto scopre però che è stato rimpiazzato da un sosia - un ignaro pastore di pecore interpretato dallo stesso Cohen - e, trovandosi solo a New York, farà la conoscenza della

proprietaria di un negozio di alimentari biologici (Anna Faris) che cambierà il suo modo di pensare. A dirigere la commedia è Larry Charles, lo stesso regista di Borat e Brüno. Libero adattamento del romanzo di Saddam Hussein Zabibah and the King. In sala dall’15 giugno.

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La “regina” delle pizze

Esposito decise di chia-marla “Margherita”. Così la leggenda narra l’ori-gine della Margherita, la regina delle pizze.Qualche volta capita di mangiare una pizza e di avere difficoltà nella di-gestione a causa degli ingredienti che vengono usati nella sua prepara-zione.

Questo problema può essere supe-rato se la pizza viene realizzata con farine di tipo 1 e 3, a seconda della raffinazione delle stesse, macinate con un mulino a pietra e fatte lievi-tare solo con il lievito madre, senza aggiunte di lievito di birra o accele-ranti. Quando a tale base vengono aggiunti il più possibile ingredienti freschi e a chilometro zero, il risulta-to che ne vien fuori è certamente di qualità.La pizza fatta con il lievito madre risulta sottile e croccante ma con la mollica ben aerata.Slow Food, ed in particolare la Con-dotta Giulianova - Val Vibrata (insie-me al mulino apietra A Macina Di Giovannantonio di petriccione di Castellalto, ha promosso una serata a tema, con l’intento di valorizzare la pizza prodotta con il lievito madre.Ai Caraibi di Giulianova, il 31 mag-gio, si è vissuta una riuscita serata di convivialità con la partecipazione di numerosi soci Slow Food.

Benessere e alimentazione12 GiuliaViva anno II n.11

I tipi di pizza che oggi si possono mangiare sono infiniti, basta solo un po’ di fantasia e una buona varietà d’ingredienti a disposizione. Ma in origine, le varianti erano solo tre: piz-za bianca con olio e aglio, marinara (pomodoro, olio, aglio e origano) e margherita (pomodoro, mozzarella e olio). La bontà della pizza margherita è indiscussa e nota a tutti, ma forse in pochi conoscono l’aneddoto che si cela dietro questo piatto. Nell’estate del 1889 il re d’Italia Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savo-ia, andarono a Napoli in vacanza alla reggia di Capodimonte e la regina, incuriosita da questo piatto molto diffuso fra i napoletani, fece chiama-re a corte il pizzaiolo Raffaele Esposi-to con la moglie Rosa. I coniugi pre-pararono una pizza con pomodoro, mozzarella e basilico per rendere omaggio al tricolore della bandiera italiana. In onore della regina, che, raccontano le cronache dell’epoca, gradì molto la ricetta, il pizzaiolo

Ricetta di una pizza fatta con il lievito madre.

Ingredienti:600 g di farina 0, 200 g di grano duro600 ml di acqua, ½ cucchiaio di sale170 g lievito madre (o 1 bustina lie-vito secco), 3 cucchiai olio evo400 g di mozzarella, 200 g di passa-ta di pomodoro, sale, origano

Procedimento:In una grande ciotola mescolate con un cucchiaio farina, lievito, ac-qua e per ultimo il sale (lontano dal lievito). Unire l’olio mescolate anco-ra e lasciate riposare l’impasto per circa 15 minuti. Versate il composto su un piano di lavoro molto infari-nato e date le pieghe. Fate lievitare in frigo (nella parte bassa) per 24 ore. Tirarlo fuori un paio d’ore prima di iniziare a fare le pizze. Ricordatevi di stendere le pizze con le mani sen-za usare il mattarello. Con questa dose vi verranno circa 6 pizze ro-tonde della grandezza di un piatto piano normale. Farcitele a vostro gusto con pomodoro, mozzarella, acciughe ecc..Nel forno tradizionale occorrono circa 10 minuti per cuo-cere ogni pizza a 230°

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A tutto sport GiuliaViva anno II n.11 13

“J marcord” Tornei calcistici estivi degli anni ‘50/’60/’70 di Giancarlo De Falco

Massacesi (la ba), Antonio Costantini (veleno). Io non sono stato testimone dei primi anni di torneo, per cui molte informa-zioni le ho avute da più persone e da una in particolare: Giancarlo Di Teodo-ro (Agrò) che a Giulianova è la memoria storica del calcio. Invece negli anni ’60 ho fatto parte della’altrettanto famosa squadra “La Steppa”. Anche qui l’elenco dei partecipanti è lungo: i fratelli Bruno e Antonio (la quercia) Crucifero, Dante (ciurcll) e Bruno (lu spippr) Costantini, Marcello Marà (slim), Gheri Di Teodo-ro, Ferdinando Di Lorenzo (Pascutti), Arnaldo Castorani (lu buttat), Antonio De Vincentis (Bruschin), Enzo Di Egidio (totozella) ed un teramano dotato di ottime capacità tecniche (qualità indi-spensabili per far parte di una squadra giuliese) Antonio Rosci. Arbitri, con di-visa ufficiale erano: Rolando Cappel-letti e Alfredo Gerardini, che incuteva rispetto e timore ed era paragonato al famosissimo Concetto Lo Bello. La par-tecipazione del pubblico era calorosa e molto sentita, al pari degli attori in campo, tanto da non far mancare sia le contestazioni sia le baruffe. Agli ini-zi degli anni ’70, dopo la costruzione dell’albergo Cristallo e la sistemazione della pineta così come la conosciamo oggi, il torneo si trasferì nell’area dove ora c’è la chiesa San Pietro per poi ap-prodare sulla sabbia antistante allo sta-bilimento balneare “Ippocampo” dan-do inizio al torneo dei “Piedi scalzi”. Questa però è un’altra storia.

Erano gli anni del boom economico e i giovani di allora cercavano di dare sfo-go alla loro voglia di divertirsi soprat-tutto attraverso la competizione spor-tiva. Il calcio era lo sport più praticato e i tornei estivi erano un appuntamento molto atteso. Teatro delle sfide era la pineta “Gasbarrini”. Alcuni dei prota-gonisti di quelle indimenticabili sfide non sono, purtroppo, più tra noi, ma richiamarli alla memoria, anche con i soprannomi, com’era solito farsi per as-sicurarne l’individuazione, mi provoca emozione e sono sicuro che tantissime altre persone saranno prese dallo stes-so sentimento. Molte erano le squadre che parteci-pavano e di ognuna di esse ricordo i calciatori più rappresentativi: La Ron-

dinella (Nino Marà qua-quà), i Vitelloni (Totò Misticoni), Pastificio Verrigni Ro-seto (Italo Acconcia, ct della nazionale juniores), I Diavoli Rossi di Teramo (Pie-ro Chiodi, padre dell’attuale governa-tore regionale), Fiat Costantini (Emore Gerardini e Ezio Falini), Il Riviera (Italo Aloisi- talò), Mazzola (Pietro Capoccioni e Nino Addazi) e tante altre. Una squadra, però, primeggiava, in-fatti, vinse ben sei tornei; si chiamava “Micro” e i componenti che negli anni si sono alternati, sono stati: Eteocle Marà (Tetè), Antonio Palestini (ptazz), Pierino Di Marco (lu maestr), Werter Del Gros-so (lu plis), Luigi Gialluca (Gigino), Enri-co Iafolla (lu cucc), Gianni Montebello (tupino), Vincenzo Spinozzi (trticc), Pa-squale Tormenti (turment), Guglielmo

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GiuliaVivaRegistrazione al Tribunale di Teramo

n. 647 del 07 06 2011Direttore Responsabile

Antonio D’[email protected]

Editrice: Associazione “Giulianova Media & Communications”Redazione e Amministrazione64021 Giulianova Piazza Buozzi 22 tel. 3461035861 fax. [email protected]@giuliaviva.it tel.3473612374 Si ringrazia Claudio Camillistampato da Tipolitografia LA RAPIDAVia G. Galilei Giulianova Lido

[email protected] GiuliaViva anno II n.11

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Parole...parole...parole...

Gentile redazione,la foto che vi invio è stata scattata in via XXIV Maggio, a due passi dalla stazione ferroviaria. Oltre ai consueti rifiuti (que-sta volta c’è un televisore, ma vi è stato abbandonato di peggio) c’è da tempo un nastro bianco e rosso che delimita una buona parte della zona, senza che vi sia alcun cartello a spiegare perché. Non è che i due pini che si trovano nell’aiuola sono pericolanti? E. M.

Perché quel nastro?

Vado spesso in bici anche se a Giulianova la pista ciclabile se così si può chiamare è pericolosa visto che si rischia di prendere una sportellata dalle auto che parcheggia-no specie nel tratto tra l’Arlecchino e il Ca-price, la nostra cittadina è una delle poche ad non avere una pista ciclabile decente. Ultimamente qualcosa si è fatto vi era un bel percorso tra due bellissimi ponti di le-gno da nord a sud...ma aihmè...qui la natu-ra ha pensato ci farci uno brutto scherzo, un tratto parallelo al fiume Tordino è crol-lato per la piena impedendo a chi voles-se di proseguire la passeggiata. Il sindaco disse subito che presto ci avrebbe pensato lui ad aggiustare tutto e che avrebbe tro-vato i fondi per ripristinare tutto e che per l’estate era tutto pronto. L’estate è arrivata il percorso è ancora lì tranciato di netto e inpraticabile non è certo un bel vedere per i turisti che verranno. Chissà di quale estate parlava il sindaco. Caiodentato

La zona nord di Giulianova Lido, quella dei camping per intenderci, presenta due aspetti completamente diversi tra loro; il lato est è ordinato, pulito, con una pista ciclabile ed una pedonale distinte tra loro, il lato ovest è stranamente “abbandonato” con pali della luce in mezzo alla strada ed il terreno che interrompe la carreggiata ab-bandonato a sé stesso con erbacce, sterpa-glie ed una piccola ma significativa discari-ca. Nel caso specifico, essendo situati qui gli ingressi dei camping, è questo che vedono i tanti turisti che usufruiscono delle strut-ture e sinceramente non è un bel vedere; più in generale, però, penso che all’appros-simarsi della stagione estiva sia doveroso

Camping zona nord

Si prega cortesente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione o evitare spiacevoli tagli.

Quei segnali inutiliAnni fa esisteva a Giulianova un pro-gramma di spazzamento delle strade: i mezzi passavano in giornate ed orari prestabiliti, e durante i quali era vietato parcheggiare nelle zone interessate. Mi sembra che ora la pulizia delle strade venga invece effettuata quando capita, neppure troppo spesso a dire il vero, e senza che le strade vengano preventiva-mente sgomberate. Sono rimasti però i cartelli di divieto di sosta, oltretutto con le indicazioni delle fasce di divieto semicoperte, cosicché non si capisce se la sosta sia consentita, vietata sempre o solo in certi orari. Visto che ormai non servono a nulla, non sarebbe meglio ri-muovere quei cartelli, facendo un po’ di chiarezza e sfoltendo la foresta di pali che prolifera in città? Pasquale

valorizzare (o almeno tenere pulite) quel-le zone della nostra città che sono un po’ più nascoste perché fanno parte anch’esse del territorio delle tante bandiere di cui ci vantiamo. G. V.

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Programma Festival Bande

Sabato 2 Giugno 2012Ore 11.00 - Giulianova Lido, sfilata banda Stati Uniti Ore 17.00 - Giulianova Paese, sfilata della banda Rep. Ceca Junior Orchestr Plzen; - Giulianova Lido, sfilata della banda Rep. Ceca (Hana) e Majorettes; - Quartiere Colleranesco, sfilata bande della Francia ed Italia (La Velocissima). Ore 21.00 Giulianova Paese - Piazza Buozzi - 3ª sera-ta Concerto delle bande in concorso: Italia ( Agrigen-to), Polonia (Youth Marine), Bahrain, Italia (Ispica) e (Pomezia); Ore 21.00 - Tortoreto-Alba Adriatica Sfilata delle Bande sul Lungomare: Guadalupe, Italia La Velocissima, Francia, Polonia (Grandioso), Romania, Stati Uniti e Russia

Domenica 3 Giugno 2012 Ore 15,30. Sfilata di tutte le Bande al Lido di Giulia-nova con esibizione in Piazza Dalmazia Ore 21.00 - Giulianova Paese - Piazza Buozzi - 4ª serata CERIMONIA DI CHIUSURA DEL FESTIVAL con concerto delle bande e premiazione da parte delle Autorità.

Presentatrice della manifestazione: Mirella LELLI

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