GiuliaViva anno III n.3 del 9 febbraio 2013

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Anno III numero 3 del 9 febbraio 2013 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie copiagratuita BELLEZZA E TURISMO O CEMENTO E PETROLIO? Le scelte che disegnano il futuro

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GiuliaViva anno III n.3 del 9 febbraio 2013

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Anno III numero 3 del 9 febbraio 2013GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

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BELLEZZA E TURISMO O CEMENTO E PETROLIO? Le scelte che disegnano il futuro

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I

Istantanee giuliesi GiuliaViva anno III n.2 3

Perché allora no?

Si fa un gran parlare di vocazione turistica del litorale teramano, di tutela dell’ambiente, di Costa Blu. Poi una società operante nel setto-re petrolifero propone istanza per ricercare idrocarburi gassosi nella zona della Villa Mazzarosa (comu-ne di Roseto, appena fuori dalla riserva del Borsacchio) e che cosa succede? Pineto annuncia ricorso al Capo dello Stato (per quello al TAR i tempi sarebbero stati troppo stretti), Roseto si dissocia (in fondo si tratterebbe solo di un “sondag-gio”), Giulianova semplicemente tace. Quasi che un eventuale im-pianto estrattivo a pochi chilome-tri dai propri confini non avesse impatto negativo anche su qualità dell’ambiente e turismo locale. O quasi come se la pretesa “anima ambientalista” dell’amministrazio-ne si fosse esaurita con le foto di rito alla cerimonia di consegna del-la Bandiera Blu.

Niente da ridire...

È un dato di fatto che in via dell’Annunziata come altrove un marciapiede non interrotto da lastrici, cortili e accessi privati, dunque pienamente fruibile da tutti, sarebbe fuor di dubbio più che auspicabile. Allo stesso modo sono dati di fatto che quella dei marciapiedi “occupati” è questio-ne che non riguarda solo l’abita-zione del consigliere Francioni il quale, di quella striscia di terreno oggetto del contendere, è legitti-mo proprietario, inoltre, di quella “interruzione” sono tutti a cono-scenza da tempo immemorabile. E allora come mai la giunta Ruffini non provò a risolvere la situazione all’epoca del rifacimento totale dei marciapiedi di via dell’Annun-ziata? E di quella giunta non face-va parte come vicesindaco anche Francesco Mastromauro? E se l’attuale sindaco non trovò allora che “dovesse essere resti-tuito ai cittadini un marciapiede che manca da anni”, perché solle-va oggi una questione comunque arcinota?

Quando niente e quando troppo...

Ricordatevi questa data: 19 gennaio 2013. Ricordatela perché, nello scarno panorama delle iniziative culturali, ha fatto registrare ben tre appuntamenti in stretta concomitanza fra loro: all’an-nunciato incontro con l’insegnante-scrittore-giornalista Marco Lodoli (Kur-saal), si sono a mano a mano aggiunti (e sovrapposti) il convegno Legalità e democrazia con la consegna del pre-mio “R.Cerulli” a Giuseppe Ayala (Mu-seo dello Splendore) e, in ultimissima battuta, la presentazione del libro Io,

Cristina di Aida Stoppa (sala Buoz-zi). Tre iniziative in un solo pome-riggio con l’annuncio dell’ultima divulgato appena ventiquattrore prima. Strano che, chi poteva co-ordinare non lo ha fatto.

E poi non ne rimase nessuno

C’erano tre paletti a guardia della striscia pedonale di via Nievo, proprio all’incro-cio con via Matteotti. Divelto da tempo il primo, sono recentemente scomparsi (abbattuti casualmente? rimossi?) anche gli altri due, eliminando così l’unica, an-che se minima protezione per i pedoni che transitano in zona. Saltato il deter-rente dei tre “birilli” è così quasi naturale per gli automezzi in entrata “tagliare” la curva ed invadere le strisce pedonali, con i rischi facilmente immaginabili. E qual-cuno ha avuto il coraggio di chiamarla “messa in sicurezza”!

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno III n.3

A proposito di trasparenza di Paolo Innocenti

Presentata come passo fondamen-tale per guarire le amministrazioni pubbliche dagli innumerevoli mali che le attanagliano, la cosidetta anagrafe degli eletti (l’obbligo cioè per chi ricopre cariche elettive di rendere noti i propri redditi e la propria situazione patrimoniale) sembra appartenere più all’abusa-to filone dei provvedimenti di fac-ciata, piuttosto che a quello degli interventi significativamente con-creti.Utile giusto per soddisfare l’istinto un po’ guardone di stilare, ad esem-pio, l’immancabile classifica dei più ricchi o di invidiare redditi o proprie-tà dell’assessore Tizio piuttosto che del consigliere Caio, il provvedimen-to lascia alquanto perplessi riguardo alla reale efficacia sul piano dell’ef-fettiva trasparenza. Detto dell’as-soluta inutilità a fungere da deter-rente per eventuali comportamenti truffaldini (non sono state certo le dichiarazioni al fisco ad aver portato allo scoperto i casi di un Fiorito o di un Bossi junior) rimane difficile ca-pire come elementi di giudizio su di una qualunque “persona pubblica” possano saltare fuori dalle pieghe di un modello di dichiarazione dei redditi.L’iniziativa ha incassato, com’era fa-cilmente prevedibile, l’entusiastica approvazione dell’amministrazione comunale giuliese, che sulla tutt’al-

tro che fondamentale anagrafe degli eletti aveva speso già in passato fiumi di parole. Distratti dalla pubblicazione di redditi, compensi e proprietà immo-biliari, ai paladini di una trasparenza per lo più ipotetica non è però nep-pure balenato di imporre, ad esem-pio, l’obbligo per ciascun candidato di dichiarare le spese sostenute in cam-pagna elettorale, con l’indicazione, di importanza tutt’altro che secondaria, di entità e provenienza dei contributi ricevuti. Giusto per svelare, ad esem-pio, da dove arrivino i fondi investiti in certe faraoniche campagne elettorali.Analoga “dimenticanza” per il delicatis-simo capitolo delle spese, che ha visto beatamente ignorata qualunque ipo-tesi di spiegare agli elettori, fuori dagli arzigogoli contabili, perché la Tarsu sia aumentata pur crescendo la percen-tuale di raccolta differenziata, o perché ci sia costato così tanto ripulire il lito-

rale dopo le mareggiate del 2011, o ancora perché tanti, troppi lavori pubblici realizzati di recente siano impresentabili (lungomare), mal rifi-niti (ex Golf bar), semplicemente da rifare (pavimentazione 2010 di piaz-za Buozzi e Corso Garibaldi). Sono solo alcuni esempi di un elenco che potrebbe continuare all’infinito, comprendendo fra le “opacità” am-ministrative eliminabili la blindatura della “Giulianova Patrimonio” (nulla si è fatto per rendere accessibili a tutti modalità di assunzioni, livelli

di spesa, debiti e investimenti), il reale stato dei debiti nei confronti del Cirsu (magari mostrando finalmente le rice-vute di pagamenti) e le effettive pro-spettive delle casse comunali dopo la mancata vendita dei terreni.Si dirà che tutto questo non è espres-samente previsto dalla legge, ma il punto non è questo. Sapere dove vanno a finire i nostri soldi non è (non dovrebbe essere) un’opzione né una gentile concessione dell’amministra-tore di turno, ma un sacrosanto dirit-to. Chi ricopre un qualsiasi ruolo isti-tuzionale non lo fa (non lo dovrebbe fare) per occupare una poltrona di prestigio o per programmare la pro-pria carriera, ma per gestire per nostro conto la cosa pubblica (cioè nostra): renderne conto ai legittimi titolari (cioè a noi) dovrebbe essere la logica conseguenza. Non serve la legge. Basta la volontà.

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... in primo piano GiuliaViva anno III n.3 5

sindaco Francesco Mastromauro “la possibilità di esprimere pareri sui bilanci di previsione e sui piani delle opere pubbliche, sul PRG e sulle convenzioni urbanistiche nonché sulle opere di urbanizzazione e localizzazione di edifici destinati a servizi sociali riguardanti il quartiere.” Sempre il sindaco sottolineava: “Con la istituzione dei Comitati di quartiere si è compiuto un notevole passo avanti per la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, rafforzando gli istituti democratici. È insomma una vera e propria banca delle idee da cui attingere per rendere migliore e più incisiva l’azione amministrativa”. Passa un anno e, nel dicembre 2010, l’assessore Forcellese, a seguito di delibera di giunta n. 259 del 29.11.2010, fa finalmente indire le elezioni per i delegati del Comitato di quartiere del Lido, da tenersi il 12 dicembre di quell’anno. Ma, a pochi

Il primo comunicato stampa risale al dicembre 2009, quando il Consiglio comunale, con atto n. 61 del 30.11.2009, deliberava, a norma dello Statuto comunale, l’istituzione dei Comitati di quartiere. In tale occasione l’ufficio di staff del sindaco annunciava testualmente: “Giulianova avrà i Comitati di quartiere”. Il sindaco Mastromauro: “Un notevole passo avanti per la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”. Il comunicato stampa continuava specificando che i Comitati avrebbero avuti i seguenti compiti: “la promozione e l’implementazione della partecipazione all’attività amministrativa, la rappresentazione delle istanze della popolazione, la diffusione dell’informazione e la promozione ed attuazione di momenti di discussione, confronto e collaborazione con gli organismi di democrazia di base presenti nel territorio. Ed ancora la verifica della gestione dei diversi servizi del quartiere e l’esercizio di funzioni consultive o propositive.” Ed anche, come aggiungeva il

giorni dalle elezioni del Comitato del Lido, l’assessore torna sui suoi passi, chiedendo al sindaco la s o s p e n s i o n e del momento elettorale. “La ragione di questa mia richiesta –

spiegava Forcellese – nasce dal fatto che all’interno di alcune microaree poste a confine tra i quartieri, alcuni residenti risultano appartenenti ad un quartiere ed altri ad un quartiere diverso, pur trovandosi in un ambito territoriale omogeneo. Questa criticità era purtroppo sfuggita, a iniziare da me che sono stato il relatore del regolamento approvato all’unanimità in Consiglio comunale. Urge quindi procedere ad una revisione capillare relativamente allo stradario per ogni singolo quartiere. (…) Mi scuso con la cittadinanza ma con la revisione si avrà una soluzione senz’altro più rispondente alla realtà territoriale e che consentirà la massima partecipazione dei cittadini”. Ma questa sospensione dura parecchio, tant’è che, solo nel febbraio del 2012... ma questo lo vedremo nella prossima puntata.

Giulianova. Partono i Comitati di quartiere. Forse? Tra un po’? di Raffaele Di Marcello

Ovvero “Storia di una partecipazione popolare molto annunciata e poco applicata”. (prima parte)

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6 GiuliaViva anno III n.3 Parliamone

Il consiglio è andato così, in verità di Franco Arboretti

del mandato, le dichiarazioni di ogni candidato-sindaco riguardanti l’entità delle spese elettorali e le fonti di finan-ziamento. 2) Rendere note sul sito co-munale le assunzioni del personale che man mano vengono fatte (procedure, mansioni, tipo di contratto). Le due proposte che dovrebbero interessare chiunque immagini il Comune come una casa di vetro sono state accolte dall’indifferenza sia tra i banchi della maggioranza, Giunta compresa, che tra quelli degli altri consiglieri di opposi-zione. Dimissioni dell’assessore Forcellese. Sulla richiesta formulata da Progresso Giuliese il nostro gruppo ha preannun-ciato, inizialmente, un voto di astensio-ne. Pur condividendo il giudizio negati-vo sull’operato dell’amministratore non ci sembrava la cosa più ragionevole, ad un anno dalla scadenza del mandato,

farne il capro espiatorio (vanificando anche quel po’ di esperienza acquisita) di una Giunta che, complessivamente, da tempo governa male la nostra cit-tà. Nel corso del dibattito le repliche dell’assessore Forcellese e del sindaco Mastromauro, invece che mantenersi sul piano politico-amministrativo sono andate, scompostamente, sul persona-le. Il sindaco a Francioni: “Restituisca il marciapiede davanti a casa sua! Altri-menti ricorro all’esproprio!”. Al consi-gliere Francioni, che ha dichiarato di essere proprietario di quelle particelle, un sindaco avrebbe dovuto chiedere cortesemente, senz’altro in un altro momento, di rendersi disponibile, per senso civico, all’individuazione di una soluzione per il problema del marcia-piede effettivamente esistente. L’asses-sore Forcellese al sottoscritto: “Lei che

Il presidente del Consiglio comunale Di Giacinto deve essere super partes. È stato evidenziato che non si è an-cora tenuto il consiglio comunale sul fallimento di SOGESA, proposta del Cittadino Governante approvata all’u-nanimità nella seduta del 18.04.12. Un imbarazzato Di Giacinto ha dovuto ri-conoscere la sua inadempienza. Farà il suo dovere almeno adesso che sul caso SOGESA si sta muovendo anche la Pre-fettura, invece di continuare a censura-re le proposte istituzionali del gruppo consiliare del Cittadino Governante?Regolamento dei controlli interni sull’attività amministrativa e contabile. È stata accolta la proposta del nostro gruppo di far avere le relazioni perio-diche degli organismi di controllo an-che a tutti i consiglieri. D’altra parte il lavoro di proposta e di controllo dei consiglieri, ed in particolare di quelli di opposizione, si può svolgere bene solo con la conoscenza piena e tempestiva. E poi, si sa, una buona opposizione ren-de più compiuta la democrazia e aiuta a governare meglio. Regolamento sulla Trasparenza. Sono state affacciate dal Cittadino Gover-nante due proposte migliorative: 1) Inserire sul sito del Comune, all’inizio

Del consiglio comunale del 23 gennaio andrebbe detto anche questo:

segue a pag.15

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GiuliaViva anno III n.3 7

È mia intenzione ricordare con que-sto contributo la vicenda dell’affer-mazione del suffragio universale per sottolineare il valore degli stru-menti della partecipazione demo-cratica e caldeggiarne l’esercizio.

“Se temeste che il suffragio universale delle donne spingesse a corsa verti-ginosa il carro del progresso sulla via delle riforme sociali, calmatevi! Vi è chi provvede freni efficaci: il Quirinale, il Vaticano, Montecitorio e Palazzo Mada-ma, vi è il confessionale, il catechismo nelle scuole e…la democrazia oppor-tunista!!” Immaginate con quanto co-raggio Anna Maria Mozzoni, nell’anno 1881, ha pronunciato quest’accorata perorazione del suffragio femminile.Sul pianeta Terra in ogni epoca, ad ogni latitudine e longitudine ci sono state e ci sono delle donne che fronteggia-no violenze, soprusi e pregiudizi e che lottano per affermare i loro diritti, per il cambiamento.Se guardiamo alla storia dell’emanci-pazione femminile, in Italia, quella del godimento dei diritti politici è stata per decenni la più vasta e radicale del-le questioni. Nell’Italia unita le donne vennero sin dall’inizio escluse dal voto: nonostante il dibattito fra i sostenitori ed i contrari fosse già acceso, la Camera dei Deputati del Regno d’Italia respinse la proposta dell’onorevole Morelli vol-ta a modificare la legge elettorale che escludeva dal voto politico e ammini-

strativo le donne “al pari degli analfa-beti, interdetti, detenuti…”. Seguirono anni in cui le istanze delle donne tro-varono forma anche in associazioni orientate al raggiungimento dei diritti politici e civili: ma il conseguimento del titolo di studi non garantiva l’accesso alle professioni e l’autorizzazione mari-tale era ancora in vigore. Nel 1912 in occasione della discussione del progetto di legge per la concessio-ne del voto agli analfabeti maschi fu proposto un emendamento in favore del voto alle donne, ma Giolitti trovò il modo di rimandare la questione. Nel 1919 Papa Benedetto XV dichiarò pub-blicamente che i tempi erano maturi per estendere il voto alle donne, apren-do così nuove discussioni a livello isti-

Momenti di storia

La lunga strada delle donne verso il diritto di voto di Alberta Ortolani

tuzionale; nello stesso anno fu abrogata l’autorizzazione maritale con una norma sulla capacità giuridica della donna che innovò il quadro sociale dell’Italia nel primo ’900. Ma la strada verso il voto era ancora lunga: sempre nel 1919 iniziò l’iter per l’approvazione della legge sul suffragio femminile che, però, non si concluse. Con l’avvento del regime fasci-sta ogni speranza di emancipa-zione svanì; e le suffragiste che avevano appoggiato Mussolini attribuendogli una capacità di rinnovamento dovettero ben presto riconoscerne il tratto re-

azionario e illiberale. Bisognerà attra-versare gli orrori della guerra e della dittatura perché il risultato fosse rag-giunto: il 31 gennaio del 1945, con l’I-talia divisa e il nord sottoposto all’oc-cupazione tedesca, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne. Il 2 e il 3 giugno del 1946 ebbe luo-go il referendum per scegliere tra monarchia e repubblica: le cittadine e i cittadini italiani votarono con il suffragio universale; già nelle elezio-ni amministrative fra marzo e aprile 1946 le donne avevano esercitato il diritto all’elettorato attivo e passivo, con un apprezzabile numero di elette nei consigli comunali.

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8 GiuliaViva anno III n.3 Qualche domanda a ...

Francesco Flagnani di Pietro Carrozzieri

Siamo sulla terrazza del Caprice con Francesco Flagnani, erede di una delle famiglie che ha fatto la storia del turi-smo balneare a Giulianova. Come e quando è cominciata quest’avventuraMio nonno Flaviano la cominciò esattamen-te nel 1905, insieme ad altri piccoli impren-ditori. Lui era del 1876, e d’inverno faceva il falegname. Con le sue qualità di artigiano, potette realizzare la struttura in palafitte che si chiamava Venere, che veniva montata in estate e smontata con l’arrivo dell’inverno. Questo tipo di struttura, che veniva rifatta ogni qualche anno, fu conservata fino al 1947. Mio nonno, che rilevò in toto l’attività intorno al 1910, veniva aiutato dai tre figli, Domenico, Tino e Valfrido. In particolare mio padre, Domenico detto Ninnì, fece di quest’attività la sua vita e, permettetemi una nota personale, sul mare andò a morire. Come si è evoluta la clientela degli stabilimenti, negli anni?Una volta la possibilità di andare in spiaggia era riservata ad una sola cate-goria, quella dei più abbienti, che aveva-no anche i casotti in legno padronali.

C’era poi la gente sempli-ce, che solitamente veni-va la domenica. Si aspet-tava con speranza l’arrivo della famosa littorina, che portava “li Terramà”. Una stagione poteva essere proficua qualora le giornate domenicali fossero state belle, altri-menti si soffriva un poco.

Nei primi anni 60 è iniziato il turismo di massa. Giulianova aveva 2800 appar-tamenti censiti che si fittavano: 2800 famiglie forestiere. Oggi è cambiata la tipologia dell’offerta, non più 1 o 2 mesi ma pochi giorni, c’è il mordi e fuggi.Il turismo è la più grossa industria giu-liese, vero motore dell’economia per l’indotto che crea. Come categoria, quali carenze notate e cosa chiedete alla classe politica? Si chiede più attenzione. Ad esempio, il problema dei canali a mare, che andrebbe risolto. Lo scorso anno furono aperti per alcuni giorni a fine luglio, con ovvie conse-guenze. Chiediamo maggiore manuten-zione di questi canali, che devono esistere ma devono essere puliti. Ciò, a mio giudizio, va fatto in modo attento: ad esempio si potrebbero concepire, come accade in al-tre località, canali paralleli alla spiaggia; si poteva ad esempio pensare di far passare la condotta al di sotto della pista ciclabile. Si parla di qualità dell’offerta turistica. Cosa ne pensa della spiaggia per cani?Sono molto sensibile ai diritti dei cani. Però si poteva risolvere il problema obbligan-

do i possessori dei cani a frequentare la spiaggia in certi orari. Poiché per ordinan-za la balneazione inizia alle 10, si poteva permettere l’accesso al mare dalle 7 alle 9 e mezza in tutti gli stabilimenti, senza ghet-tizzare né gli animali né i proprietari. Una cosa è sistemare 100 animali in pochi me-tri di spiaggia, altro spalmarli su quasi 4 km. Di fatto, poi, si assiste comunemente al passaggio in spiaggia degli animali.Cosa pensa della direttiva Bolkenstein?Penso che purtroppo siamo obbligati a doverla osservare. Con i sindacati di ca-tegoria bisogna puntare ad ottenere una compensazione od una specie di principio di prelazione. La mia paura è che vengano favorite grosse famiglie o cordate, magari anche con capitali di dubbia provenienza.Con la sua esperienza, quali idee e pro-getti per affrontare i tempi attuali?La Bolkenstein di fatto taglia le ali a molti di noi, perché non si sa cosa accadrà. La nostra non è oggi un’attività redditizia come gli anni 70 e 80.Per chiudere, un aneddoto da raccontarci?Direi qualche nota di costume. Una volta avevamo 88 pattìni, che in genere usa-vano le coppiette per andare al largo. Lì qualcuno prendeva anche il sole integra-le. Una volta affittavamo tutte le cabine perché i costumi di lanetta, una volta ba-gnati, davano fastidio. Oggi non più. Personaggi famosi da ricordare, passati su questa terrazza?Tanti, ma voglio citare soprattutto molti luminari della medicina, amici del pro-fessor Gasbarrini, che mi onora di essere mio cliente.

Sul nostro sito www.giuliaviva.it il video completo dell’intervista

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GiuliaViva anno III n.1 9 La pagina della cultura

La pittura di Lorenzo Di Lucido di Leo Marchetti

Il giovane pittore pennese, attual-mente impegnato in una mostra a Lissone e con precedenti interventi a Bagnacavallo, Rimini, al “Celeste Prize” e finalista del premio “Com-bat” a Livorno, è certamente uno dei più maturi artisti contemporanei operanti nella sfera di un tradiziona-lismo dei supporti e nell’uso mate-rico di pigmenti misti. Se pensiamo alla incontrollabile diaspora dell’ar-te contemporanea verso una nebu-losa di media e approdi semantici spesso oscuri e apodittici, non pos-siamo che rallegrarci di una pittura che non perde l’ancoraggio al voler dire del segno sulla tela, sia pure al cospetto di un figurativismo inaffer-rabile e inquietante. La pittura di Di

Lucido, mentre rifiuta la smateria-lizzazione di altri media, insiste su un tipo di iconicità che occulta la rivelazione del tratto naturalistico, deformandone la comunicazione immediata, ma alludendo a una comunicazione seconda pertinen-te a un messaggio implicito, vale a dire il rifiuto di un’arte gastronomi-ca e narcisistica di stretta rilevan-za mercantile. I suoi quadri hanno l’obiettivo di disturbare una tran-quilla fruizione inseribile nel vasto campo delle ri-scritture e dell’acca-demia, per abbracciare un nichili-smo che deve negare l’originale, deformandone ai limiti dell’illeg-gibilità i contorni e gli stessi conte-nuti. Ecco allora figure senza volto, o con volti deformati, che sembra-no ectoplasmi e mere concessioni all’arte dell’abbozzo e del disegno. Questo per dire che Di Lucido in fondo non nega la storia dell’arte, dalla quale riprende temi classici come ‘la sacra famiglia’, la ritrattisti-ca e una addolcita e più enigmatica versione di Francis Bacon, ma pro-prio perché la conosce può trarne una personalissima vena sconso-lata e denegante che riduce la pit-tura a una serie di cancellazioni e di omissioni, all’affermazione del non-detto e del perturbante. Se in un quadro come “Puppeturgy” di Francis Bacon il volto deforme,

non esente da qualche influenza cu-bista, appare mostruoso, colorato e tuttavia riconoscibile, nei volti di Lo-renzo Di lucido invece si osserva una sorta di non-essenza che ne cancella l’identità e l’anima si direbbe. Solo in pochissime tele compare il colo-re come macchia, pura e minimale concessione a una estetica, di solito disperata, la cui gamma cromatica non concede che qualche rosso, gri-gio, bianco e carta da zucchero a un osservatore ansioso di conoscerne la portata discorsiva. Considerando che si tratta di un giovane meno che tren-tenne, non possiamo che augurarci esiti ancora più interessanti e intellet-tualmente coinvolgenti.

GiuliaViva anno III n.3 9

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10 GiuliaViva anno III n.1

Zombie, cioccolatini e San Valentino di Antonio D’Eugenio

San Valentino è alle porte e già si sen-te l’atmosfera romantica di questa festa tanto cara a innamorati e com-mercianti, senza dimenticare che rose rosse e cuori imbottiti di cioccolatini abitano da sempre il grande schermo che vanta numerosi titoli di pellicole romantiche. Ma i tempi cambiano e i costumi sociali si evolvono creando nuovi stili e conformazioni impensa-bili, così anche il concetto di roman-ticismo, che all’inizio era legato a Via col vento o Casablanca, assume aspet-ti differenti modellandosi attraverso i periodi storici e trasformandosi di conseguenza. Di decennio in decen-nio il pensiero di un sentimento che al cinema riscuote sempre consensi, perché spesso legato anche alla com-media (Harry ti presento Sally, Se mi

lasci ti cancello, 500 giorni insie-me), cambia col cambiare delle abitudini giova-nili e delle mode che la tv crea. Così, arrivati ai giorni nostri, ab-biamo faticato nel vedere che vampiri e lican-tropi potessero combattersi una ragazza umana per amore, op-

pure che i classici cioccolatini o maz-zi di fiori, legati alla tradizione festa-iola, sono stati soppressi da mondi apocalittici e zombie. Proprio questa sembra essere l’ul-tima frontiera che unisce cinema e sentimento, grazie anche all’uscita (proprio degli ultimi giorni) del film Warm Bodies, di Jonathan Levine. I produttori della saga di Twilight con Warm Bodies alzano il tiro raccon-tando una storia con gli esseri verdi, putrefatti e barcollanti che tanti anni fa imparammo ad amare grazie al loro papà cinematografico George A. Romero. Ora sono loro che amano noi, in particolare R (Nicholas Hoult) che aggirandosi tra aeroporto e città incontra la vivente Julie (Teresa Pal-mer). Sboccia, così un sentimento

forte che li porterà ad innamorarsi e a contrastare le ostilità del padre di lei, interpretato da John Malkovich, e il contagioso virus di lui. Levine con-feziona un film intelligente partendo dall’omonimo romanzo di Isaac Ma-rion, che ha curato la sceneggiatura assieme al regista, mettendo in scena divertimento, amore e zombie, equili-brando gli elementi in un mix riuscito e mai banale, dove la sensazione stra-niante di uno spettatore incredulo viene accantonata già dalle prime se-quenze, nelle quali il giovane infetto, a modo suo, gli si presenta. Un film sull’amore, a differenza dei (pochi) precedenti L’alba dei morti de-menti e DeadHeads, dove gli zombie fanno da corollario ad un sentimento capace di risvegliare cuori addormen-tati o addirittura apparentemente morti. L’amore visto anche come rap-presentazione e salvezza di un certo disagio giovanile, come nella sequen-za iniziale in cui R si sente perso e solo in un mondo che non è poi così diverso da quello “reale” e dal quale si può fuggire grazie all’incontro con la persona giusta. Sostanzialmente è un teen movie dedicato ai più giovani, come lo era la trilogia di Twilight, ma anche quelli che hanno superato la fase adolescenziale sapranno diver-tirsi grazie ad una rilettura fresca e in-telligente di un vecchio classico qual è R(omeo) e Julie(t).

Interferenze Artistiche

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno III n.1 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

Pubblica utilitàFarmacie di turno

4/10 febbraio Farmacia Ielo11/17 febbraio Farmacia Del Leone18/24 febbraio Farmacia ComunaleGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventiRassegna cinematografica a Teramo

Titolo: VaporeAutore: Marco LodoliCasa editrice: Einaudi in uscita il 26.2.2013Pagine: 120 Prezzo: € 14,50

Marco Lodoli ci rac-conta di un’altra figu-ra femminile, Maria, per cui la vendita della vecchia casa in campagna si tra-sforma rapidamente in un flusso inarre-stabile di ricordi, tra cui spiccano tra tutti l’amore per Vapore, un mago bislacco e

vagabondo, il figlio, comunista e sognatore, e un drammatico segreto. Il rapporto di Maria, ormai donna anziana e dalla memoria un po’ birichina, con l’a-gente immobiliare incaricato della vendita, sarà il fulcro centrale da cui si dipaneranno i suoi ricordi più vivi, che scivoleranno come una corrente impetuosa trasformandosi in un fiume di parole incastrate al punto giu-sto: quelle di Marco Lodoli.

Die Hard – Un buongiorno per morireIl quinto capitolo di Die Hard è diretto da John Moore ed interpretato ancora una volta da Bruce Willis, nel ruolo del protagonista, e da Jai Courtney, Cole Hauser, Amaury Nola-sco, Megalyn Echikunwoke, Mary Elizabeth Winstead. Il film inizia con John McClane in procinto di partire per la Russia allo scopo di tirare fuori di prigione suo figlio Jack. Le au-torità locali, però sono poco disponibili al dialogo. Durante il suo soggiorno a Mosca, l’uomo inoltre scopre che dietro l’arresto del figlio si nasconde un piano terroristico. In programmazione dal 14 febbraio.

Vapore, di Marco Lodoli

Gabriele Cirilli in “Live”

Il comico abruzzese sarà al Teatro Comuna-le di Teramo giovedì 21 febbraio. Inizio spet-tacolo alle ore 21:00. Info: 393/1712687 - 327/4934684

Gran Sasso, Grande Fratello. Una rasse-gna di cinema do-cumentario e cine-ma indipendente. Introduce Dimitri BOSI.

Presso la Biblioteca “M. Dèlfico” a Teramo l’11, il 12 e 13 febbraio 2013, con inizio alle ore 16:00, ingresso libero.

Il circolo “Il Nome della Rosa”Venerdì 15 febbraio ORE 21,30

“METTERSI IN PROPRIO: IDEE, FINANZIAMENTI E CONSIGLi PRATICI”Sabato 16 febbraio ORE 21,30

MUSICA LIVE “CORDE VELLUTATE 2013”Domenica 17 febbraio ORE 21,45

DOCUMENTARIO“KINSKI, IL MIO NEMICO PIÙ CARO ”Martedì 19 febbraio ORE 21,00

“CREATIVITÀ DIGITALE” Corso avanzato di fotografiaGiovedì 7 febbraio ORE 21,00

“CORSO DI SCRITTURA CREATIVA” II Livello - InizioVenerdì 22 febbraio ORE 21,30

SEMINARIO “LE RIVOLTE ARABE E LE DINAMICHE EMERGENTI”

L’Officina l’Arte e i Mestieri

Sud Sound System a Mosciano

Corso gratuito di micologia a GiulianovaOgni lunedì e giovedì a partire dal 25 febbraio 2013, con orario 20.00-23.00, per una durata to-tale di 24 ore, nella Sala conve-gni dell’Ospedale Civile Maria Santissima dello Splendore, Via Gramsci, Giulianova (TE). Informazioni al 338.9608270 oppure 338.9727534

Sud Sound Sy-stem live in dj set feat. Sabato 23 febbraio alle ore 22:30 al Pin Up Music & Beer - via Francia, 12 - Mo-sciano Sant’An-gelo (TE). Info: 340/9884513 [email protected]

sabato 9 FEBBRAIOCENA CONCERTO BRASILIANA con BRUNO MARCOZZI & TATI VALLE live

domenica 10 febbraioCON!CERTI LIVE CATERINA PALAZZI QUARTET+Aperipizza a buffet

domenica 17 FEBBRAIOCON!CERTI LIVE ZOCAFFE +Aperipizza a buffet

venerdì 22 FEBBRAIOCON!CERTI LIVE DOLA J. CHAPLIN

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12 GiuliaViva anno III n.1 Primo e Secondo

Questione di cuore di Vito Pepe

Per me il mondo della cucina è una terra lontana dalla quotidianità, in cui ogni giorno bisogna mettersi in di-scussione, andare avanti, sviluppare un’idea e lavorare perché diventi un piatto da degustare. Penso che nulla deve essere lasciato al caso nell’inven-tare un nuovo piatto; generalmente parto da un’intuizione semplice, come un abbinamento particolarmente intrigante, un gioco di consistenze o - perché no - un ricordo d’infanzia e a questo aggiungo tanta esperienza tecnica: forse sarà quest’ultimo l’in-grediente speciale che utilizzo per ponderare le mie scelte, poiché non

vi è innovazione senza conoscenza, studio e approfondimento. La cu-cina tradizionale, in fondo, non è altro che l’esperienza tramandata di generazione in generazione, la mano che incontra quotidianamen-te i prodotti locali; spetta alla nostra generazione non solamente custo-dirla ma, soprattutto, valorizzarla aggiungendo il valore della tecnica.

Tiramisù rivisitatoPer San Valentino 2013 ho pensato al dessert rinvigoren-te per antonomasia, il tiramisù, dove la cialda al cacao dona una forma e una croccantezza inaspettate.

Ingredienti (per 4 porzioni)Biscotto al cacao: uova 2, zucchero 80 gr, farina 20 gr, fecola 50 gr, cacao 20 gr.Cialda: burro fuso 50 gr, farina 40 gr, ca-cao 10 gr, zucchero a velo 50 gr.Caffè concentrato: zucchero 100 gr, caffè espresso, 80 gr zucchero.Crema al mascarpone: crema pastic-ciera 150 gr, mascarpone 250 gr, pan-na montata 130gr, marsala.

ProcedimentoPer il biscotto al cacao montare a neve gli albumi con lo zucchero, unire i tuor-li leggermente sbattuti ed amalgama-re con i restanti ingredienti. Su un fo-glio di carta forno stendere uno strato di 1 cm e cuocere in forno a 200°C per 7 min. Ritagliare dei dischi di biscotto (va bene il diametro di un bicchiere) e bagnarli leggermente con del caffè zuccherato.Per le cialde amalgamare tutti gli in-gredienti e formare dei rettangoli mol-to allungati su un foglio di carta forno. Cuocere 4 min in forno e, ancora caldi, arrotolarli dandogli una forma cilin-drica; se dovessero indurirsi prima del tempo riscaldare nuovamente.Per il caffè concentrato far bollire il caffè con lo zucchero fino a 105°C o, comunque, finché non raggiunge una viscosità adeguata.Per la farcia incorporare alla crema il mascarpone, successivamente la panna e aromatizzare con il marsala. L’utilizzo della crema pasticciera è un ottimale adattamento per evitare il consumo di uova crude e scongiura-re eventuali pericoli.Per il montaggio disporre la cial-da nel piatto, farcire alternando la crema al mascarpone con i dischi di biscotto e del caffè concentrato. Spolverare con cacao.

Vito Pepe, ventottenne pugliese, è lo chef del ristorante “Beccaceci” e ci racconta, attraverso un dessert, del suo amore per la cucina.

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A tutto sport GiuliaViva anno III n.1 13

La serie di Daniele Adriani

Dopo la sconfitta casalinga con il Sulmona, la lotta per il primo po-sto sembra conclusa. Anche per-ché la squadra ovidiana si è dimo-strata obiettivamente più forte soprattutto come singoli giocatori che possono vantare esperienze anche in categorie superiori. La squadra giuliese si è opposta con volontà nella prima parte dell’incontro, ma il Sulmona pote-va giocare di rimessa ed ha saputo sfruttare le occasioni avute. Ora c’è l’ultima possibilità di rag-giungere la serie D, attraverso i

playoff, strada dura e lunga, poiché non sarà sufficiente vin-cere contro le squa-dre del proprio gi-rone, in quanto la formula prevede di dover affrontare an-che squadre di altre regioni. In pratica un mini-campionato alla fine della stagione rego-lamentare, in cui la società e la squadra vogliono crederci. Un’iniezione di fidu-cia alla società è sta-ta fornita dal nuovo sponsor (la Betafen-ce), presentato nella conferenza stampa del 25 Gennaio (la

cui registrazione è disponibile sul nostro sito), il cui apporto è fonda-mentale per far quadrare i conti vista la difficoltà di reperire fondi da altre vie. In ogni caso bisogna cercare di piazzarsi al secondo po-sto e distaccare la terza di almeno dieci punti, ciò consentirebbe di evitare i playoff interni al girone regionale. Con l’ultima partita vinta a Vasto la distanza con le immediate inse-guitrici è di 6 punti. Dal punto di vista tecnico, le difficoltà maggio-ri sembrano palesarsi nella fase

Caro Sindaco, la promes-sa fatta il 23 n o v e m b r e scorso riguar-dante la siste-mazione del campo Ca-strum, a che punto si tro-va? Gli sportivi attendono, fidu-ciosi, il manto in erba sintetica e la tribunetta coperta. La mia vec-chia divisa è sempre pronta.

Giancarlo De Falco

Marcatura a uomo

difensiva, il Giulianova subisce gol in quasi tutte le partite e spesso su mancate marcature degli attac-canti avversari. Rientra sempre in gioco il discorso che porta a Micolucci per rinfor-zare tale reparto, ma non è detto che ciò effettivamente possa con-cretizzarsi (soprattutto perché il giocatore ha richieste da catego-rie superiori). Quindi la rosa attuale è quelle che si giocherà le carte per la promo-zione in serie D e i giuliesi, che mettono al primo posto il soste-gno alla squadra della propria cit-tà, dovranno dimostrare il loro at-taccamento, ora più che mai.

sul nostro sito www.giuliaviva .it i filmati della conferenza stampa e dell’intervista

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[email protected] GiuliaViva anno III n.1

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Rosso, verde o ...

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Il palo che pende

Gentile redazione, devo far notare che in via Vespucci Est, i pedoni da un po’ di tempo sono costretti a passare in mezzo alla strada spesso rischiando incidenti. Verificate, se non mi credete. Ma non erano sta-te fatte le strisce per i poveri pedoni? Ora con tutto il rispetto per i lavoratori (beati loro!); ma dove sta il rispetto per i poveri pedoni? E poi è una bella im-magine? Vi ringrazio se vorrete preoc-cuparvene vi faccio tanti complimenti per il vostro prezioso giornale che ci dice la verità sui fatti locali. Grazie G. F.

Scuola Bivio Bellocchio: dal Comune nessuna risposta.

Marciapiedi

Nonostante diverse segnalazioni verbali ed una nota scritta, in data 13 novembre, firmata da genitori e per-sonale scolastico, sui problemi della scuola materna di Bivio Bellocchio tutto tace. Nella nota si evidenziava il fatto che, ad ogni pioggia, l’edificio viene letteralmente allagato dall’ac-qua che penetra dagli infissi, che le condizioni generali dell’edificio con-sigliano una manutenzione straor-dinaria delle parti strutturali e non, che in prossimità della scuola non c’è la possibilità di parcheggiare nè le auto del personale nè, per i minuti necessari a portare i bimbi a scuola, le auto dei genitori, ma dal Sindaco e dagli organi tecnici del comune non sono arrivati riscontri, eccezion fatta per i continui blitz della polizia mu-nicipale che, periodicamente, ele-vano multe agli sventurati costretti a parcheggiare in divieto di sosta.

Gentile redazione,ma quanti semafori ci sono a Giu-lianova con almeno una luce che non funziona? Non c’è quasi incrocio che non ab-bia qualche lampada fuori uso, so-prattutto quelle che regolano l’at-traversamento dei pedoni. Ma non esiste un servizio che si occupi di controllare e mantenere efficienti gli impianti?

F. A.

Abbiamo notato che, per altre segnalazioni, il sindaco si affret-ta a rispondere a mezzo stampa: i bambini della scuola materna sono forse cittadini di serie B?

Lettera firmata

Forse è una scelta artistica per mo-vimentare l’illuminazione stradale o per adeguarsi a tutte le cose che a Giulianova vanno storte, ma non vi sembra che il palo della luce situa-to sulla Nazionale proprio davanti al supermercato Lidl sia esagerata-mente inclinato? T. D. P.

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Il consiglio è andato così, in veritàsegue da pagina 6

è qui in consiglio dal ’75, avrà commesso qualche errore”. Intanto non è vero che io sono in consiglio da 37 anni (e co-munque quale sarebbe la colpa per un eletto?) e poi o si ad-debitano fatti precisi altrimenti si tace. Continua l’assessore: “La responsabilità delle strette strade di Via del Campetto e dintorni e dell’ubicazione della scuola di Via Gobelli non è anche sua?”. Colpisce che un amministratore non conosca la storia amministrativa recente della città: quell’impianto ur-banistico c’era già, semmai per quel quartiere il sottoscritto ha contribuito, negli anni ’90, a far ottenere gratuitamente, con scelte urbanistiche oculate, il parco di via del Campetto. Visto che nessuno di coloro che hanno scritto sull’episodio ha riferito correttamente cosa è stato effettivamente detto, per chiarezza (verificabile sul sito www.ilcittadinogovernan-te.it) vorrei precisare quanto segue: il nostro gruppo consi-liare ha deciso di passare dall’astensione al voto favorevole alla richiesta di dimissioni perché sindaco ed assessore sono scivolati, penosamente, sul terreno dell’attacco alle perso-ne, offendendo e ricorrendo persino alle falsità. Pertanto chi non è grado di rimanere nel perimetro del dibattito politico, anche acceso, è bene che si dimetta dalle istituzioni.Tutti questi passaggi dell’ultimo dibattito consiliare, non rintracciabili nell’informazione locale (anzi talvolta persino stravolti nel loro significato), a noi non paiono cose fumo-se o comportamenti che fanno perdere tempo come vanno ripetendo alcuni consiglieri e qualche cronista locale. Ben altri sono i problemi, dicono costoro, invitando a parlare dei problemi economici e della disoccupazione. Bene, allora rispondano a queste domande. Parlare delle cause del fal-limento di SOGESA, come da mesi richiede, invano, Il Citta-dino Governante, non vorrebbe forse dire finalmente met-tere il dito nella piaga dello sperpero milionario del denaro pubblico nella gestione dei rifiuti per tentare di venirne a capo? E, conseguentemente, non significherebbe individua-re le strade per ridare il lavoro a tutti i dipendenti ex SOGE-SA? E per ridurre l’IMU e la TARSU (aumentate a Giulianova in maniera insostenibile per le attività economiche, proprio per i costi esorbitanti del settore dei rifiuti)? Più delle chiac-chiere generiche all’economia giova che i politici sappiano dove mettere le mani. E sono tanti i momenti consiliari che lo insegnano..

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