GiuliaViva anno III n.4 del 23 febbraio 2013

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Anno III numero 4 del 23 febbraio 2013 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie copiagratuita Bocciato il 70% di una Variante sbagliata La SUP blocca la cementificazione di collina e campagna. art. a pag. 6 e 7 Ultim’ora

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GiuliaViva anno III n.4 del 23 febbraio 2013

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Anno III numero 4 del 23 febbraio 2013GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

copia g

ratuita C’era una volta ...

Intervista a pag 8 e 9 con Furio di Teodoro ed Enzo Vasanella, emozioni e ricordi dell’indimenticabile compagnia instabile giuliese.

Bocciato il 70% di una Variante sbagliata La SUP blocca la cementificazione di collina e campagna. art. a pag. 6 e 7

Ultim’ora

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Istantanee giuliesi GiuliaViva anno III n.4 3

Dell’inopportuna e immotivata sop-pressione di “GiugnoGiovani” abbiamo avuto modo di parlare, e più di una volta, nel recente passato. Della sua im-provvisa e improvvisata resurrezione ha invece informato nei giorni scorsi l’am-ministrazione comunale, con un’enfasi a dir poco esagerata per un appunta-mento che torna in scena limitato nel programma e nell’impegno finanziario. Spalmato di norma su buona parte del mese di giugno, il calendario della ma-nifestazione si è infatti ritrovato questa volta tristemente compresso in tempi (una sola giornata, il 29 giugno) e luo-ghi (il parco Chico Mendes). “Tempi dif-ficili”, si è giustificato Mastromauro: per i giovani ancora di più.

“29 Giugno”GiovaniL’appello al voto alla vigilia di una scadenza elettorale è sempre molto importante, ma credo lo sia ancora di più in questa occasione. Gli Italiani, attanagliati da una grave crisi economica, che ha portato ad un progressivo impoverimento della nostra economia e di conseguenza di milioni di famiglie, sono portati a scaricare le loro difficoltà e il loro malessere sulla politica, mostrandosi sempre più delusi da essa e dai parti-ti che la rappresentano e accrescen-do la disaffezione verso l’esercizio della democrazia, non esercitando il diritto al voto; il numero degli aste-nuti nelle ultime tornate elettorali lo dimostra con chiarezza. Certo, il mo-mento non è tale da consentirci di tornare a sperare in un futuro miglio-re molto prossimo, ma è necessario che tutti prendiamo coscienza della necessità di un impegno individua-le sempre più serio e responsabile perché questo è l’unico modo che abbiamo per poter far sentire la no-stra voce e il nostro sconcerto per le troppe cose che non vanno in que-sto nostro Paese. Il voto del 24 e 25 febbraio è un momento per tutti noi di grande partecipazione al governo della cosa pubblica. Guardiamo con attenzione al panorama politico che ci circonda, ascoltiamo le proposte dei candidati, ragioniamoci sopra e riflettiamo su di esse, solo allora po-tremo dare la nostra fiducia a coloro che sapranno tutelare la moralità nella vita pubblica, la giustizia so-ciale, il lavoro, la scuola, il welfare e l’ambiente.Andiamo a votare ed invitiamo fami-liari, amici e conoscenti a fare altret-tanto. Ridiamo con la nostra scelta e il nostro voto speranza all’Italia. Antonio D’Eugenio

Pagherà Pantalone?

Lievita a 380 mila euro la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla ditta “Sonorica” per la vicenda del contratto per la trasmissione, sui lungomare, di pubblicità e co-municazione istituzionale (ovvero la consueta propaganda). La vicenda risale all’estate 2011, con il contratto dapprima sotto-scritto e successivamente revocato dal Comune di Giulianova, quando era già iniziata, però, l’installazione degli impianti da parte di Sonorica. All’iniziale richiesta di 60mila euro, la ditta ha adesso aggiunto altri 320mila euro circa, a compensa-zione dei mancati introiti per i suc-cessivi sette anni della convenzio-ne. Un’altra evitabilissima spada di Damocle che incombe minacciosa sulle nostre tasche.

L’associazione editrice “Giulia-nova Media & Communications” comunica l’imminente avvio di una rubrica di informazione e commento sulle vicende della vita pubblica locale a cura di Franco Arboretti.

L’appuntamento, settimana-le, verrà diffuso sul sito www.giuliaviva.it, sui canali web vi-deo e sui maggiori social net-work. Ulteriori informazioni nei prossimi numeri di Giulia-Viva.

Novità editoriale

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno III n.4

Viaggio nelle istituzioni / 1: il Consiglio comunale di Paolo Innocenti

Discussione: esame accurato di un argomento svolto da due o più in-dividui che esprimono la loro opi-nione. Non è una lezione di lingua italiana, ma un banale richiamo al significato di una parola, “discute-re”, divenuta quasi impronunciabi-le all’interno del Consiglio comu-nale giuliese. A chi assiste in aula o segue in altro modo lo svolgersi delle assisi civi-che non sarà certamente sfuggito come si stia facendo strada fra le fila dei consiglieri (e con il soste-gno di parte degli organi d’infor-mazione) un senso di fastidio, suf-ficienza, malsopportazione verso quei colleghi che, a suon di inter-venti argomentati, danno prova di interpretare il proprio ruolo ben al di là della semplice occupazione di una poltrona. Criticare, polemizza-

re, motiva-re, proporre (ovvero tut-to ciò che ci si do-vrebbe nor-malmente a s p e t t a r e da un Con-sigliere co-m u n a l e ) , sono verbi che appar-t e n g o n o s e m p r e

meno a buona parte degli eletti, non si capisce se per inconsapevolezza del proprio delicatissimo ruolo o per una colpevole superficialità nel pre-pararsi ad affrontare gli argomenti volta per volta inseriti all’ordine del giorno.Come se ciò non bastasse, forse con-vinti di essere semplici passacarte dell’amministrazione cittadina, chia-mati a rapide ed acritiche ratifiche di quanto approvato in giunta, non po-chi fra i consiglieri lamentano le “lun-gaggini” di certi interventi (per lo più quelli del consigliere Arboretti, ndr), quasi che la discussione in sede con-siliare anzichè dettata dal sacrosanto diritto di sostenere il proprio punto di vista, dovesse essere scandita dalla maggiore o minor fretta di chiudere la seduta. E quasi che ascoltare, criti-care, controbattere non facesse parte

degli obblighi assunti nei confronti dei cittadini.Stupisce che ad attestarsi su simili posizioni, ai limiti del rispetto demo-cratico, siano i capigruppo dei due partiti principali (Andrenacci e Rota) nonchè un ex vicesindaco plurielet-to (Di Carlo) che delle prerogative e dei doveri di chi entra in Consiglio, dovrebbero vantare approfondita conoscenza e notevole esperienza. Se poi il tempo trascorso a discutere all’interno della sala consiliare pesa come un macigno e risulta insop-portabilmente insostenibile, una semplice lettera di dimissioni può rapidamente ed efficacemente risol-vere il problema: si sentirebbero for-se traditi gli elettori, ma per gli inte-ressati il sollievo sarebbe pressoché immediato. L’alternativa, liberamen-te accettata, è solamente una: rima-nere al proprio posto riservando idee, parole e spirito polemico non alla richiesta di sveltire i lavori, ma ad un confronto politico troppe vol-te scadente proprio per mancanza di argomentazioni da parte di tanti protagonisti. Senza dimenticare che candidarsi ad un posto in Consiglio non è un’imposizione, ma una libera scelta e che accettando di sedervi si accettano anche, liberamente, se-dute lunghe, impegnative, faticose, snervanti.Non si chiama perdita di tempo: si chiama democrazia.

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... in primo piano GiuliaViva anno III n.4 5

per la partecipazione popolare”, di cui, però, ad oggi, non c’è traccia sul sito web istituzionale, dove si può trovare solo il “Regolamento di istituzione e funzionamento dei comitati di quartiere” approvato con la citata delibera n. 61 del 2009. La partecipazione dei cittadini è evidentemente un chiodo fisso di questa amministrazione, visto che continuano a susseguirsi i provvedimenti e, dopo l’approvazione del Regolamento per la partecipazione popolare, la Giunta, con atto n. 190 del 12/11/2012, fornisce gli indirizzi per un “Progetto per l’attuazione degli istituti di partecipazione popolare 2012-2013 DELIBERIAMOCI ANCORA”, dando indirizzo al Dirigente Area 1a – Servizi Interni - affinché provveda a “porre in essere tutti gli atti necessari per l’individuazione di un soggetto terzo avente strumenti specialistici

Dopo la sospensione delle elezioni per i Comitati di Quartiere, avvenuta nel 2010, servono ben due anni per avere notizie in merito; infatti solo nel febbraio del 2012, il sindaco, in risposta ad alcune critiche mosse dal Cittadino Governante sul sondaggio deliberativo, avviato in quel periodo a cura dell’associazione DEMOS, affermava “...molto altro accadrà nelle prossime settimane per favorire ancor più la partecipazione popolare; sarà portato all’attenzione del Consiglio Comunale il regolamento della partecipazione, la cui bozza è già pronta, che normerà tutti gli strumenti previsti nello statuto. È vero, c’è stato un ritardo nell’attuazione dei comitati di quartiere ma l’approvazione del regolamento consentirà a Giulianova di diventare una città modello dal punto di vista della partecipazione.” Le settimane, però, diventano mesi, e, finalmente, con delibera di consiglio n. 45 del 18/07/2012, il Comune approva il “Regolamento

necessari per la realizzazione di un ulteriore s o n d a g g i o d e l i b e r a t i v o per l’attuazione dei Progetti per gli anni 2012 e 2013 che, nello specifico, risultano essere

I Comitati di Quartiere, l’Albo delle Associazioni e le Consulte di settore, fermo restando che le eventuali spese, una volta definite, verranno collocate su apposite poste di bilancio”. Con successiva determina di impegno di spesa, il dirigente della Prima Area conferisce specifico incarico, per l’attuazione del progetto di cui sopra, all’associazione DEMOS, che aveva già portato avanti l’esperienza del sondaggio deliberativo. Dopo più di tre anni, quindi, si incomincia a intravedere uno spiraglio di luce nell’intricata matassa di delibere e provvedimenti che, ad oggi, ha prodotto solo carta e una timida esperienza di partecipazione. Scriveremo presto la terza parte di questa lunga storia, sperando che, nel frattempo, le “pagine” relative alla partecipazione le scrivano tutti i cittadini.

Giulianova. Partono i Comitati di quartiere. Forse? Tra un po’? di Raffaele Di Marcello

Ovvero “Storia di una partecipazione popolare molto annunciata e poco applicata”. (seconda parte)

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La variante dimezzata di Franco Arboretti

6 GiuliaViva anno III n.4 Parliamone

Ci son voluti circa sei anni per com-pletare l’iter della Variante per poi essere suggellati da una fine in-gloriosa: la Sezione di Urbanisti-ca Provinciale (SUP) ha stralciato ben 601.995 mq. di territorio degli 857.000 su cui era stata prevista edi-ficabilità residenziale e produttiva per non conformità al Piano Territo-riale Provinciale. Inoltre ha prescrit-to che: i crinali di Via Colledoro e Via Amendola rimangano liberi da co-struzioni; per la collina nord occor-ra definire un nuovo Piano Attuati-vo rispettoso del paesaggio; siano eliminate le due nuove zone resi-denziali in campagna (Via Colledoro di 55.000 mq. e Via Cupa di 60.000 mq.); debbano essere salvaguarda-te (non alienate) le aree ottenute in cessione gratuita dal Comune per verde e impianti sportivi pubblici).Dopo l’invio della Variante alla Provin-cia, la SUP nel 2011 rimise al Comu-ne una relazione in cui prescriveva di modificare radicalmente l’imposta-zione del nuovo strumento urbani-stico o di motivare adeguatamente l’alto consumo di territorio e gli im-pattanti interventi in ambito agricolo e nelle aree di interesse paesaggisti-co. L’amministrazione comunale ha voluto tirar diritto, adducendo tra l’al-tro motivazioni peregrine, ed è finita rovinosamente contro il muro. Sono anni che diciamo che la Va-

riante era stata sbagliata sia nei contenuti che nella procedura. Come Cittadi-no Governante ci siamo ado-perati in tutti i modi, a partire dalla fase pre-adozione nel 2007, per offrire costruttivamen-te indicazioni e proposte (ini-zialmente il do-cumento sull’urbanistica giuliese, poi le 23 osservazioni alla Variante, suc-cessivamente le osservazioni al Rap-porto Ambientale della VAS, infine i 17 emendamenti alle controdedu-zioni alla SUP del novembre scorso) che facessero desistere dalla scelta di un’urbanistica incline alla specula-zione edilizia e poco attenta agli inte-ressi generali, in definitiva devastante per il territorio giuliese. Non c’è stata possibilità di dialogo, ben poco del-le numerosissime proposte da noi avanzate è stato accettato dagli am-ministratori. L’ostinazione, l’arrocca-mento e l’arroganza hanno prevalso. Ma i fatti ci hanno dato ragione. E così, prima la Giunta ha dovuto effettuare la VAS (dopo aver boccia-to nel 2009 la nostra osservazione

che la proponeva) ed ora deve in-cassare questa sonora battuta d’ar-resto. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I cittadini giusta-mente in attesa di una risposta per la prima casa o per migliorare una struttura ricettiva o iniziare un’at-tività economica hanno dovuto attendere anni per errori procedu-rali; quelli illusi hanno dovuto pa-gare, beffardamente, anche l’ICI o l’IMU per poi rimanere senza dirit-ti edificatori; il Comune ora dovrà rimborsare l’IMU e l’ICI percepite indebitamente. La città comunque può tirare un sospiro di sollievo.

Bloccata la cementi-ficazione di collina e

campagna

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GiuliaViva anno III n.4 7

La Variante che vedrà la luce non è la variante che servirebbe alla città –ad esempio, è ancora molto so-vradimensionata nel residenziale, fa perdere il parco sul “cannocchiale verde” - però causerà meno danni di quelli che ci sarebbero stati se un ente sovracomunale non avesse fat-to valere, finalmente, i principi del buon governo del territorio ed il ri-spetto delle norme che lo tutelano. Complessivamente, però, aggiunge una nota stonata al Piano Regolatore vigente, non in sintonia con i tempi e con i bisogni veri della città. La Variante ha fatto perdere tempo e soldi pubblici: le poche cose positi-ve presenti si potevano fare in molto meno tempo e spendendo meno. La sua legittimità è molto dubbia (in par-ticolare per la non corretta trasparenza amministrativa in al-cuni passaggi consi-liari e per il mancato adeguamento della Variante alle conclu-sioni della VAS). Va infine detto che nel corso del suo iter ha fatto emergere an-che una questione morale nell’urbanisti-ca giuliese come te-

stimoniano i famosi passaggi sulla “osservazione 212” di Colleranesco e sul caso “Mustaccio”.Occorrerà tornare al più presto sul PRG per valorizzare le peculiarità del territorio giuliese, rendendo de-finitivamente Giulianova una città ancora più bella e vivibile, con una florida economia sostenibile e con le necessarie infrastrutture per una moderna mobilità sostenibile.Ma questo potrà farlo solo una nuova classe dirigente, in grado di sintonizzarsi con le concezioni più avanzate dell’urbanistica che con-siderano la città come un bene co-mune in grado di ospitare al meglio la comunità che la abita e di turisti che la visitano.

Tagliati dalla SUP 600.000 mq. di terreni previsti come edificabili. Il Comune dovrà rimborsare ICI e IMU ai proprietari delle aree.

Dopo un iter durato sei anni la Variante si con-clude ingloriosamente

Quadro di sintesi dei tagli della SUP alla VarianteT. Z. P. Superficie territoriale (mq) Superficie edificabile (mq)

B - C (residenziale) 219.700 51.054D1 - D2 (produttivo) 323.029 258.423

TOTALE PARZIALE(residenziale + produttivo) 542.729 309.477

G1 - G2 - G3 (servizi) 47.444 ...H2 (parcheggi pubblici) 11.822 ...

TOTALE GENERALE(aree stralciate) 601.995 (A) 309.477 (B)

TOTALE GENERALE(totale aree nuova previsione) 857.220 (C) 534.130 (D)

% STRALCI 70.2% (A/C) 57.9% (B/D)

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8 GiuliaViva anno III n.4 Qualche domanda a

Furio Di Teodoro ed Enzo Vasanella di Pietro Carrozzieri

so” al Chico Mendes, con grande succes-so. Il teatro venne in modo casuale. Era-vamo in casa di ami-ci, e Furio mi disse: Enzo,”ting’ na cum-medie, ca la vulom’ fa?” (ho una com-media, la vogliamo fare?). Forse pensava gli dicessi di no, inve-ce gli risposi che sì,la

potevamo fare. E partì così una piacevole avventura.Gestire un gruppo con 40-50 attori sarà stato un compito non facile, vero Furio?(FDT) In principio era divertente, a metà delle prove era catastrofico, alla fine… liberatorio!Durante le prove, visti anche i com-ponenti della compagnia, ci saranno stati momenti esilaranti.(FDT) Il più ridicolo avvenne quando fa-cevamo “Il falso testamento”, in cui un personaggio chiamato Toponi moriva in scena. Eravamo alla sala Buozzi, Enzo ed io, con una ragazza che faceva teatro all’ Istituto commerciale e che volevamo premiare inserendola nella commedia. C’ erano anche i suoi genitori; mentre par-lavamo, da dietro la tenda uscì un bel ratto che generò sguardi parecchio inter-rogativi da parte dei nostri ospiti. Poi ci pensarono Armando Marozzi e Gaetano Torresi a far fuori il ratto, a metà prove, tra lo spavento di tutti.

Enzo, la compagnia era libera, non aveva contributi pubblici.(EV) Non abbiamo mai voluto chiedere nulla a nessuno. Con la vendita dei bi-glietti, che andavano a ruba, riuscivamo a sopperire a tutte le spese necessarie. Gli sponsor autorizzati erano quelli dell’ as-sociazione LCT, cui andavano gli introiti.Manca oggi qui, per motivi di salute, la tua spalla negli spettacoli. Che rap-porto c’ era tra te e Mario Luciani, in arte Cicioni?(FDT) È facile, come il rapporto tra Tar-zan, io, e la scimmia, lui. Un rapporto anche litigioso. Sono sicuro che lui non sta male, non si è voluto presentare per-ché non sa dire una parola e non ha mai imparato un copione. Però, è una grande maschera, un grande inventore. È diabo-lico, riusciva sempre a portare alla fine il “suo” copione.Dietro ogni spettacolo c’ era una mac-china organizzativa. Come la portavi avanti?(EV) Non avevo grosse difficoltà. Avevo paura solo all’ uscita dei biglietti. La città ci aspettava come appuntamento fisso, e le attese erano tante. I posti erano co-munque limitati, ed era difficile acconten-tare tutti. Una volta mi fermò un signore con cane e fucile sottobraccio, un caccia-tore, cui non andava bene il biglietto per la quarta fila: affermava di non vederci bene. Fu dura fargli capire che se andava a caccia, non era un problema la quarta fila a due passi dal palco. Per il resto dell’ organizzazione, comunque, trovavamo

Siamo con Furio Di Teodoro (FDT) ed Enzo Vasanella (EV), due componen-ti dell’ Associazione Instabile Giuliese, che hanno regalato alla comunità loca-le alcuni dei momenti più esilaranti del teatro dialettale. Partiamo dall’inizio: Furio, come si formò e chi ispirò l’ instabilità della compagnia?(FDT) È una storia un po’ lunga. Una sta-gione fui invitato in un pub, dove alcuni ragazzi facevano una specie di corrida. Poco tempo dopo, qualcuno organizzò il festival dell’ incompreso al cinema Mo-derno, e mi fu proposto di partecipare. Il 30% dell’ incasso sarebbe andato alla Banda Città di Giulianova, che avevamo fondato Enzo ed io, e che avevo lasciato perché… non sapevo suonare. Parteci-pai con una mia canzone, che si chiama-va “L’ ho persa per un no”, e da lì venne fuori l’ idea di fare la Compagnia Insta-bile Giuliese.(EV) L’ anno dopo facemmo “l’ incompre-

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Furio Di Teodoro ed Enzo Vasanella di Pietro Carrozzieri

sempre molta disponibilità. Per esempio, per trovare un posto dove fare le prove.I costumi erano molto profes-sionali. Ci risulta che andavate a Roma nelle migliori sartorie.(EV) Scherzi? Con Furio, l’ arch. Se-cone ed il notaio Albini andavamo a Roma, in vari atelier. Uno ci chiu-se la porta in faccia appena ci vide, ma poi ne trovammo un altro che ci prese in simpatia. Magari, da ri-cordare sono anche alcune piccole disavventure in autostrada e in cit-tà; ma vivevamo quei momenti con un po’ di leggerezza e tanto diver-timento.Durante la vostra attività avete portato in scena 7 commedie. C’ è un elemento costante: l’ aldi-là. Come mai questo particolare aspetto?(FDT) Colgo l’ occasione per un pen-siero verso chi non c’ è più: Remo Campeti, Massimiliano Camponi e, recentemen-te, Antonio Crucifero. In scena c’ erano i (famosi) quadri dei morti parlanti. Sono partito dalla commedia con famiglia nu-merosa, in cui Gaetano Torresi e Istrice facevano il papà e lo zio morti che consi-gliavano di prendere lo sciroppo contro la tosse. I quadri parlavano, avevano impor-tanza, e questo è stato sostanzialmente un filo conduttore anche per le altre opere.Spettacoli all’ Ariston con diverse repli-che, tutti pienoni. Oggi niente più Ari-ston. Da uomo di teatro, cosa provi oggi

passando in via Gorizia?(FDT) Più che uomo di teatro, sono uomo di Poste, e un po’ di calcio. Mi di-letto di teatro, scrivo qualche canzone. Per l’ Ariston dico meno male che hanno chiuso, perché il contratto con l’ Ariston era difficile farlo. Ma scherzo, ovviamen-te. È essenziale che la città abbia un teatro. Forse noi potevamo dare un contributo: avemmo un grande appoggio da Arbo-retti all’ epoca di “Murdoch riceve il mer-coledì” quando firmò per l’ agibilità del teatro, avremmo potuto destinare qual-

cosa dei nostri fondi per un nuovo teatro; non sarebbe stato sbagliato. Avremmo potuto impegnare l’Ammi-nistrazione comunale per un nuovo spazio, che ora non c’ è.Potrebbe essere possibile oggi ri-vedere in scena qualche nuova opera?(EV) Sono sicuro che Furio ne abbia 3 o 4 opere già pronte. Non so se po-trebbe ricrearsi lo spirito che c’ era all’ epoca. Chissà, forse con la giusta pignoleria di Furio ed un bel teatro, si potrebbe anche riprovare.Quante opere hai nel cassetto? Il gruppo storico potrebbe torna-re in scena?(FDT) È come se avessi sempre un cerchio in testa. Ho un libro dove an-noto tutto, in cui riporto molte situa-zioni ilari, e sono sempre alla ricerca di un finale, di un attacco di scena, di una nuova commedia. Non riesco

a liberarmi di questa cosa, che per me è una vera passione. Andare a pescare mi aiuta ad alleggerirmi, ma scrivo sempre. Il dramma è la scelta del finale che è sempre difficile trovare. Per semplificare potrei far fuori Cicioni, o destinargli magari un ruolo in cui è muto. Si potrebbe lavorare meglio, con lui è tutto più complicato. L’ anno che si è innamo-rato della moglie, durante le prove, e non solo, ne fece di tutti i colori, tra telefonate interminabili e dichiarazioni d’ amore. In fondo però, Mario sarebbe realmente insostituibile.

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10 GiuliaViva anno III n.4

Quando la politica siede al cinema di Antonio D’Eugenio

to questa stella è Diaz - Non pulire questo sangue di Daniele Vicari che, dopo aver studiato gli atti dei pro-cessi e visionato centinaia di ore tra interviste e materiale visivo, riesce a ricostruire una delle pagine più sanguinose della protesta contro la politica e i suoi artefici (in attesa di vedere The Summit di Franco Fra-cassi che tratta gli stessi argomen-ti). Ora, nelle sale, è uscito il nuovo film di Roberto Andò Viva la libertà, tratto dal suo libro Il trono vuoto, dove un Toni Servillo sempre pron-to alla causa (vedi Il Divo o La Bella Addormentata), sostituisce il fratello gemello, sottosegretario di partito, caduto in crisi politica, tornando a gremire le piazze. Negli anni passa-ti sono stati molti i titoli che hanno affrontato, al cinema, il discorso po-litico tra film di denuncia spietata (Francesco Rosi) o civile (Carlo Liz-

zani) e schede di personaggi che ne hanno caratterizzato gli anni come Il Divo di Paolo Sorrentino (biografia di Giulio Andreotti) o Il Caimano di Nanni Moretti (incentrato su Silvio Berlusconi), regista, quest’ultimo, considerato il principale fautore e fruitore di questo filone. Lasciando le coste italiane, anche all’estero si trovano titoli che indagano su fat-ti strettamente legati alla politica o ai suoi personaggi. Nel 2008 Oli-ver Stone presentò W. con tono de-nigratorio sull’ex Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, mentre qualche anno prima riaprì il discor-so sulla morte di Kennedy con JFK - Un caso ancora aperto (1991). Ron Howard continua la carrellata sui fautori della politica americana con Frost/Nixon - Il duello incentrato sul-lo scandalo Watergate. Questa breve carrellata di titoli (ri-pescati a caso nel mare della me-moria) non sarebbe completa se non venissero riportati alla luce al-tri capolavori che con il tema poli-tico hanno fatto successo, ed è per questo che piace ricordare le figure di Totò con il candidato Antonio La Trippa in Gli Onorevoli (Sergio Cor-bucci, 1963) o di Antonio Albanese che interpreta Cetto La Qualunque in Qualunquemente (Giulio Manfre-donia, 2011). E se a vincere fossero loro?

Interferenze Artistiche

Le campagne elettorali si svolgono nelle piazze, certo, ma è nei cinema che vengono raccontate le storie più vicine alla realtà, con cineasti che non hanno dimestichezza con la vita politica ma che vogliono co-munque portare il loro contributo (ri)aprendo capitoli di storie passa-te e spesso dimenticate. È questa la strada intrapresa negli ultimi anni dal cinema, non solo italiano, che nutre una certa affezione a tal pro-posito, ricucendo strappi polemici, portando a galla verità nascoste o taciute e presentando biografie di politici che furono o che sono. Sep-pur il cinema sia un mezzo di fin-zione, non sono pochi i registi che scambiandosi per reporter agguer-riti e in cerca di notizie realizzano pellicole portando alla luce fatti di cronaca o pagine insanguinate del-la storia italiana. L’ultimo nato sot-

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno III n.4 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

Pubblica utilitàFarmacie di turno

18/24 febbraio Farmacia Comunale25 feb/3 marzo Farmacia Del Vomano 4/10 marzo Farmacia MarcelliGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventiDonne in prima linea

Titolo: CocainaAutori: Giancarlo De Cataldo, Massimo Carlotto, Gianrico CarofiglioCasa editrice: Einaudi Pagine: 200 Prezzo: € 13,00

Massimo Carlotto torna a raccontarci il Nordest dei piccoli e grandi intrecci criminali attraverso la lente originale dell’ispet-tore Campagna, poli-ziotto ribelle, chiamato a sgominare una banda di trafficanti di cocaina e costretto ad agire sempre piú da solo, se vuole sal-vare la propria carriera.

Attraverso una serie di incontri e dialoghi in un caffè in riva al mare tra uno scrittore in crisi e una donna carica di mistero, Gianrico Carofiglio com-pone una storia tragica e avvincente di perdizio-ne e riscatto, che ha in un amore «folle», segnato dalla droga, il suo punto di non ritorno. Tra nar-cos messicani, giovani geni della finanza laureati alla Bocconi ma al soldo della ‘ndrangheta, nuovi ricchi e balordi di periferia, poliziotti di strada e finanzieri, Giancarlo De Cataldo ci svela, in que-sto racconto rocambolesco che ha la misura del romanzo breve, una Milano livida, strangolata da un’economia fondata sulla droga e sull’illegalità.

Upside DownAdam vive in una realtà dove coesistono due mondi capo-volti, abita nel mondo di sotto e il suo sogno è quello di ritro-vare Eve, una ragazza conosciuta anni prima nel mondo di sopra. Un giorno Adam la vede casualmente in un program-ma televisivo e tenta in tutti i modi di ritrovarla. Quando ciò avverrà però, si renderà conto che passare dal suo mondo a quello di Eve non è facile come sperava. Upside Down è scritto e diretto da Juan Diego Solanas ed interpretato da Kirsten Dunst, Jim Sturgess, Jayne Heitmeyer, Agnieshka Wnorwoska, John MacLaren. In programmazione dal 28 febbraio.

Cocaina

A Prati di Tivo Winter Nordic Walking

Il 2-3 Marzo, a Prati di Tivo si svolgerà il primo evento nazionale di Winter Nordic Walking organizzato dagli istruttori locali della Scuola Italiana Nordic Walking. Per informazioni: 339.3229964 - 347-3007619

Il circolo “Il Nome della Rosa”Sabato 23 febbraio ORE 21,30

MUSICA LIVE “DA MOZART AL JAZZ””Domenica 24 febbraio ORE 18,00

SAGGISTICA “FARÒ FUORI CUPIDO”Sabato 2 marzo ORE 21,30

MUSICA DAL VIVO “ESPOSITO VS ESPOSITO”Domenica 3 marzo ORE 21,45

CINEMA “BLOOD SIMPLE” Joel & Ethan COEN - 1984Venerdì 8 marzo ORE 21,30

VITA D’ARTISTA “LA CAMPIONESSA DEL PATTINAGGIO”Sabato 9 marzo ORE 21,30

TEATRO & FOTOGRAFIA “D’ANNUNZIANA”

L’Officina l’Arte e i Mestieri

Renzo Arbore arriva a Lanciano

Al Riccitelli il progetto BeethovenVenerdì 8 marzo 2013 al Parco della Scienza alle ore 21Progetto Beethoven: i Concerti per pia-noforte e orchestra. Orchestra sinfonica abruzzese. Alvise Casellati diret-tore, Benedetto Lupo pianoforte. Info Tel. 0861.243777 - [email protected]

Il prossimo 2 mar-zo, alle ore 21, Renzo Arbore sarà in concerto a Lanciano, pres-so il padiglione 2 dell’Area Fiera. Info: 392/9283054

sabato 23 FEBBRAIOcena concerto messicana con LA BRUJA livedomenica 24 FEBBRAIOAperipizza a buffet dalle 18.30giovedì 28 FEBBRAIOCECILIA ZABALA live per la prima volta in Italiavenerdì 1 MARZOcon!certi live NEOS TRIOvenerdì 8 MARZOapertura mostra pittorica di LUCA MORICI

INSIEME PER LA “ FE-NICE “ -7 marzo 2013-Dalle ore 10,00 presso la Sala delle Conferenze campus

universitario di Coste Sant’Agostino, Teramo, con una Tavola Rotonda su: La violenza di genere e i suoi volti: no more violence is possible? Per una riflessione sui diritti negati alle donne.

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12 GiuliaViva anno III n.4 Ambiente e salute

Pulito che più sporco non si può di Silvia Rafanelli

Come puliamo le nostre case? Fermiamoci un momento a riflettere su quali e quante sostanze chimiche introduciamo quotidianamente nei nostri ambienti domestici, nelle scuo-le, sul posto di lavoro e cerchiamo di capire se questi “indispensabili” pro-dotti siano davvero così innocui. Un tempo bastava il sapone per la-vare biancheria e indumenti; ingre-dienti semplici rendevano le case dei nostri nonni luoghi sani e puliti. Oggi l’inquinamento indoor, ovvero quello che respiriamo all’interno delle mura domestiche, sembra avere grandi re-sponsabilità per l’impennata delle al-lergie e delle dermatiti, cresciute espo-nenzialmente tra la popolazione ed in particolare nei bambini negli ultimi anni. È detta sick building syndrome, ovvero sindrome da edificio malato. La bioarchitettura se ne occupa da anni e ha individuato le cause di questa pato-logia in più famiglie di inquinanti: l’in-quinamento elettromagnetico, quello da radon, la formaldeide e infine i COV (composti organici volatili). L’industria chimica è riuscita ad introdurre nelle nostre case, con prodotti pubblicizzati da massaie che sembrano realizzare il

sogno di una vita felice grazie all’uso dell’ultimo sgrassatore per rubinetti, vere e proprie bombe chimiche capaci di mettere in crisi l’intero ecosistema. Come al solito noi Italiani vogliamo strafare e così strappiamo al resto del mondo il primato in fatto di consumo di detersivo: il nostro record è di 25 kg di detersivo pro capite all’anno contro ad esempio i 4 kg di uno scandinavo. Tutta questa passione nel lustrare casa fa sì che annualmente riversiamo in mare un milione di tonnellate di so-stanze di sintesi derivate dal petrolio e utilizzate per la pulizia delle case, del-le scuole, degli ospedali e dei luoghi di lavoro. La lista di quello che un de-tersivo medio contiene è tristemente lunga e sembra nata dalla mente per-versa di uno scienziato pazzo che vo-glia conquistare un mondo distrutto dagli agenti inquinanti: formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici, ben-zene, PVC e ftalati, solventi, sostanze mutagene e cancerogene, nichel, cadmio, cromo e piombo, sbiancan-ti ottici, polimeri acrilici, parabeni e TAED, fosfati e sequestranti ammino-fosfonici e molto ancora. Sugli scaffali dei supermercati vengo-

no sempre più pubblicizzati prodotti contenenti biocidi e antibatterici. La guerra all’ultimo batterio è tuttavia persa in partenza, visto che già dopo un’ora e mezza dal lavaggio non c’è più alcuna differenza significativa nel numero dei microbi presenti sul-le superfici lavate; col risultato però di creare sempre più batteri resi-stenti agli antibiotici. Il triclosan ad esempio, ha prodotto già tre nuove generazioni di escherichia coli e di-verse varianti anche per quanto ri-guarda lo staffilococcus aureus. Uno studio recente condotto in Nor-vegia ha trovato tracce di triclosan nel latte materno del 60% delle don-ne prese sotto esame. L’alternativa a tutte queste porcherie c’è e viene dal-la detergenza biologica e dal fai da te, efficace ed economico. Con pochi gesti possiamo contribuire attivamente a salvare questo mondo!

Detersivo per lavastoviglie:

3 limoni, 400ml d’acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco. Fare a pezzi i limoni, togliere i semi e frullarli con un po’ d’acqua e sale. Far bollire con il resto dell’acqua e l’aceto per 10 minuti. Invasare an-cora caldo per creare un sottovuo-to che lo farà durare parecchi mesi. Utilizzarne due cucchiai da mine-stra nella vaschetta del detersivo.

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A tutto sport GiuliaViva anno III n.4 13

Intervista a Giulio Ettorre (responsabile settore giovanile Giulianova Calcio)

di Daniele Adriani e Giancarlo De Falco

Giulio Ettorre, attualmente 3 squadre nel settore giovanile del Giulianova. Come si stanno comportando?Abbastanza bene tutte e tre, soprat-tutto Juniores e Giovanissimi. Qual-che difficoltà con gli Allievi, dove il gruppo è poco numeroso. Abbiamo ricominciato il lavoro da zero, in una situazione difficile in cui i genitori erano abituati gli anni scorsi ad un ambiente poco idoneo per il settore giovanile. Stiamo cercando di ridare un po’ di fiducia.Quanto dev’esser preparato oggi un istruttore del settore giovanile?La differenza, secondo me, la fa la ca-pacità di creare le motivazioni nei ra-gazzi. Ed è sempre più difficile, perché ad esempio bisogna adeguarsi anche dal punto di vista tecnologico, per comunicare. Una buona frase su face book, oppure un sms può valere più di 10 minuti nello spogliatoio.Ci sono giovani pronti per la 1a squadra?Qualcuno c’è ma sarà necessario ca-pire come verranno strutturati i fuori quota per il prossimo anno, ed il cam-pionato che faremo (sperando ovvia-mente nella promozione in serie D). Come far avvicinare i ragazzi al calcio, magari già in giovanissima età? E quali rapporti con le socie-tà vicine per portare da noi atleti promettenti?I ragazzi giuliesi vengono da soli,

spesso non ha senso forza-re la loro scelta, e comun-que ci sono ottimi rapporti con la scuola calcio del dott. D’Archivio, con cui potremo certamente mi-gliorare la collaborazione dal punto di vista tecnico. Con le società vicine c’è bi-sogno di tempo, occorre ri-cominciare tutto daccapo, proprio per quanto avve-nuto gli anni scorsi.Con la scuola calcio con-dividete la problematica, sempre più pressante, delle strutture.Sono fermo all’assemblea dell’Annunziata di fine no-vembre. Penso che l’ammi-nistrazione comunale darà seguito al progetto esposto in quella riunione, vista an-che l’importanza dell’im-pianto Castrum dove ogni giorno si allenano 200 per-sone, tra ragazzi e adulti. Dobbiamo ringraziare la società del Colleranesco che gestisce l’impianto. L’intervento almeno per in-stallare un manto in sinteti-co non è più rimandabile ed attualmente il fondo molle penalizza anche nella cre-scita tecnica dei ragazzi.

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[email protected] GiuliaViva anno III n.4

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Chissà se gli sprechi dell’illuminazione pubblica ricadranno sulla nuova tassa (la “Tares”). Be, nel quartiere di Villa Pozzoni l’uso del campo di calcetto non è stato disciplinato e di conse-guenza viene utilizzato in modo scor-retto. Spesso i fari dell’illuminazione del campo, vengono lasciati accesi anche quando non serve e anche di notte. Le segnalazioni fatte al sindaco e al vice sindaco, non hanno sortito effetto, ma almeno i cittadini giuliesi sono informati che gli sprechi saranno pagati dalla collettività. M. R., Responsabilità Civile

Le promesse e il salotto buonoGli sprechi

Gentile redazione,dopo tante inutili promesse durante la campagna elettorale, le condizioni di piazza Dalmazia non solo non sono migliorate, ma continuano a peggiora-re giorno dopo giorno. Asfalto rattop-pato, segnaletica orizzontale cervello-tica e fuori luogo (inguardabili le finte aiuole spartitraffico), l’incrocio con via Sauro che si trasforma in piscina ad ogni minima pioggia, la pineta de-solatamente priva di qualunque cura. E questo dovrebbe essere il “salotto buono” della città? M. C.

La piazza “nuova”

Gentile redazione, Vorrei spezzare una lancia a favore della Piazza (Ex Golf-Bar) di recen-te costruzione, limitrofa al nostro porto. Nonostante inizialmente non sia stata tra i grandi sostenitori del-lo smantellamento del campetto di golf ed area circostante a favore della nuova piazza, devo riconoscere che è stata un ottima mossa di riqualifi-cazione urbana. Visitandola ultima-mente ho notato mutamenti in po-sitivo. Non solo sono stati aggiunti elementi (alberi, siepi e decorazioni) perfettamente in sincronia con l’am-bientazione moderna che hanno ar-ricchito l’area, rendendola uno spa-zio più omegeneo, polifunzionale ed esteticamente migliore, ma anche lo stato di pulizia in cui viene mante-nuta mi sembra più che buono. Ov-viamente i soliti vandali ci sono, ma questa purtoppo non è un’ esclusiva di Giulianova, ma nel complesso da-rei a questa piazza una valutazione decisamente positiva. Giulia B.

Che delusionePasseggiando qualche giorno fa per il centro storico, mi sono imbattuto nella struttura che potete ammira-re nella foto che vi invio. Vedendola così, imponente, colorata e piazza-ta proprio al centro della strada ho immaginato fosse il nuovo arredo di Corso Garibaldi. Poi mi hanno detto che si trattava degli ennesimi lavori per riparare il fondo stradale, appe-na rifatto, ma già irrimediabilmente danneggiato: non potete capire la de-lusione... Lettera firmata

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A Giulianova un centro CAT (Club Alcologico Territoriale)

È nato a Giulianova un centro CAT, Club Alcologico Territoriale, bella realtà in risposta ad una problematica che coinvolge ormai troppe persone. A fronte di 7.000 morti l’anno per dipendenza da droghe, sono 60.000 quelle per alcolismo con un altissimo costo per la comunità, visto che troppo spesso ad essere coinvolti sono anche quelli che non hanno questa dipendenza, inoltre non si può trascurare il costo delle malattie e delle conseguenze inva-lidanti dipendenti da questa problematica. Benvenuto allora a tutto ciò che affrontando il problema ne cerca possibili soluzioni. Unico in tutto il territorio della provincia di Teramo, il CAT è nato sulla volontarietà, quindi a costo zero per la comunità. Signora Nepa, ci fa conoscere chi gestisce il CAT, come è nato, quali le modalità di lavoro?Siamo in due, dipendenti dalla ASL, Piergiorgio Casaccia ed io, Ti-ziana Nepa; entrambi abbiamo frequentato un corso utile a sensi-bilizzare e preparare chi aveva aspettative di partecipazione al CAT. Il corso era incentrato sul metodo del professor Wladimir Hudolin . Ovviamente vedere l’alcolismo come uno stile di vita, rivoluziona l’approccio al problema, nel senso che, tolta l’idea di malattia, si può arrivare ad una terapia di aiuto alla persona creandole attorno un sistema di solidarietà. Noi incontriamo chi ci contatta prima di inse-rirli nel gruppo; questo per capire le aspettative rispetto al loro modo di percepire il problema.Poi avviene l’inserimento nel gruppo. Il no-stro tipo di approccio non è né farmacologico né psicologico, non ne avremmo le competenze. Noi offriamo accoglienza, ascolto em-patico, attenzione al loro dolore, al loro disagio, all’imbarazzo che troppo spesso provano. Creare un clima di forte solidarietà, di evi-denti cambiamenti, porta pian piano a cambiamenti anche nell’al-colista. È il modo di vivere che va cambiato, su cui bisogna incidere e un clima positivo sicuramente favorisce mutamenti anche in chi il problema lo vive sulla sua pelle.Dalle sue parole traspaiono convinzione ed ottimismo, condi-zioni sicuramente utili e necessarie a chi si rivolge a voi. E a chi consigliereste di farlo?A noi possono rivolgersi le famiglie, direttamente gli interessati, i loro amici, tutti quelli che intendono prendersi cura della persona, che intendono entrare a far parte del sistema di solidarietà. Basta chiamarci; ovviamente è impensabile, inimmaginabile la mancan-za di rispetto della privacy! Noi partiamo dalla convinzione che è praticabile un percorso verso la libertà da questa dipendenza, verso la libertà dall’alcol. Perciò chi vive da vicino questa realtà, familiare o amico che sia, chiunque abbia il pensiero, il desiderio, la necessità di dare o darsi una mano, può rivolgersi a noi. Insieme proveremo a dare tante piccole, graduali risposte utili al problema.Allora un breve appello ......non abbiate timore, imbarazzo, vergogna, pudore verso gli altri, questo problema si può affrontare, insieme, parlandone, condivi-dendolo e creando un sistema di solidarietà dove ci si sente meno soli, mai abbandonati, più capaci di aiuto. Abbiate fiducia, chiama-teci senza timore.

CAT via Garibaldi, 16 - Giulianova Paese - Piergiorgio Casaccia cell. 3483365585 - Tiziana Nepa cell. 3206420784

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