GiuliaViva anno II n.21 del 20 ottobre 2012

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Anno II numero 21 del 20 ottobre 2012 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie copiagratuita Una verità che non si vuole raccontare Ex Sadam, ex Ads-Foma: 14 anni di ritardo per responsabilità delle giunte Cameli e Mastromauro (infatti sono finiti a braccetto). articolo a pag. 5

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GiuliaViva anno II n.21 del 20 ottobre 2012

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Anno II numero 21 del 20 ottobre 2012GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

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Una verità che non si vuole raccontare

Ex Sadam, ex Ads-Foma: 14 anni di ritardo per responsabilità delle giunte Cameli e Mastromauro (infatti sono finiti a braccetto). articolo a pag. 5

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Istantanee giuliesi GiuliaViva anno I I n.21 3

Miracolo in via Trieste

Insieme ai lampioni della salita Monte Grappa, rappresentano senza dubbio gli elementi più a rischio dell’arredo urbano.A partire dalle aiuole centrali del lungomare monumentale fino ad arrivare alla pineta adiacente al ponte pedonale sul Salinello è un’ecatombe di cestini gettacar-te divelti dai loro alloggiamenti e scaraventati un po’ ovunque. È opinione comune che la mam-ma degli imbecilli sia sempre incinta: gli effetti ne sono pur-troppo assolutamente tangibili ed evidenti.

“Se ognuno pulisse la propria strada il mondo intero sarebbe nitido”. Chissà se è stata questa frase del Mahatma Gandhi ad ispirare l’ap-pello del vicesindaco Filipponi ai giuliesi affinché contribuiscano a tenere puliti i tratti di strada (e i tombini) di fronte alle loro abita-zioni. Appello suggestivo, controcor-rente e coraggioso, ma anche fuori luogo: con quello che ci vengono fatti pagare raccolta differenziata e spazzamento si ha pure il coraggio di chiedere una mano?

Corsi e ricorsiArmatevi e spazzate

Inseguire a tut-ti i costi notizie s e n s a z i o n a l i a volte gioca brutti scherzi. Nei giorni scor-si la locandina di un quoti-diano locale annunciava per la fine del mese “l’inaugurazione” della ex-Sadam.

Stupidità no limits

Correva l’anno 2007 quando l’allo-ra presidente della Provincia Erni-no D’Agostino, insieme al sindaco dell’epoca Claudio Ruffini, indica-rono i tempi per il completamento della Teramo-mare in due anni. Pro-prio quelli, casualmente, che man-cavano al successivo appuntamen-to elettorale. Come andò a finire è noto a tutti. Cinque anni dopo il medesimo pro-getto diventa cavallo di battaglia del sindaco Mastromauro e del suo collega teramano, Brucchi. La distanza dalle prossime elezioni è pressoché la stessa: sarà uguale anche il risultato?

Quindici giorni scarsi per rea-lizzare negozi e una trentina di a p p a r t a m e n t i laddove ancora oggi esiste solo una distesa di

pietrisco ed erbacce, senza neppure l’ombra di uno scavo: praticamente un miracolo.

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno II n.21

E se ripartissimo dalle parole? di Paolo Innocenti

Un bombardamento di notizie, in-formazioni, appelli e messaggi più o meno subliminali. È quanto ci viene propinato ogni giorno e pressoché senza interruzione, da giornali, radio, televisione, social network e via di-scorrendo, in un crescendo di dipen-denza mediatica cui diventa sempre più difficile sfuggire.A fare le spese di questa overdose di notizie, che neanche troppo pa-radossalmente finisce col favorire la disinformazione anziché debellarla, sono prima di tutto proprio le parole, manipolate, “rivisitate”, molto spesso usate a sproposito, secondo schemi utili soltanto a intorbidire le acque ed a rendere la realtà più confusa e meno tangibile.Inevitabilmente, questa “nuova fron-tiera” della comunicazione di massa non poteva non fare breccia anche nelle realtà locali, e dunque anche a Giulianova dobbiamo fare i conti con parole dette in assoluta libertà, usate ed abusate ben al di là del loro peso e

del loro reale significato. Fa scuola, al riguardo, un recente inter-vento del sindaco sulle pagine di un quotidiano locale, tutto incentrato sul-le virtù che contraddistinguerebbero la gestione della cosa pubblica giuliese: risparmio, oculatezza, rigore. Tre termini con cui, volente o nolente, ciascuno di noi, si ritrova, nell’attua-le momento economico, a fare i conti pressoché quotidianamente, e che la nostra virtuosissima amministrazione avrebbe senza indugio fatto propri: uso limitato dell’auto di servizio, ridu-zione del numero degli assessori e gli “appena 1.819 euro di spese di rappre-sentanza per l’anno 2011” darebbero a Giulianova, senza dubbio alcuno, la palma di comune virtuoso.Peccato solo che, malgrado tanto rigo-re ed oculatezza, di denaro pubblico gettato al vento per poca avvedutezza sia costellata la storia recente dei bi-lanci comunali. Andando a braccio, ricordiamo i 15.000 euro per l’inutile perizia commissionata per la vendita della farmacia comunale, mai andata (fortunatamente) in porto; o i quasi 50.000 per il rifacimento del manto stradale di corso Garibaldi e piaz-

za Buozzi, “vecchi” solamente di due anni; o ancora i circa 10.000 di spese legali per la vicenda dell’ex casello fer-roviario, e i 5.000 per il semaforo chissà quanto intelligente di piazza della Li-bertà. Senza contare le spade di Damo-cle legate ai contenziosi con la ditta So-norica (quasi 50.000 euro chiesti quale risarcimento per la pubblicità sonora sul lungomare prima appaltata e poi disdetta) e, più recentemente, con l’isti-tuto Castorani (18.000 euro per i loca-li di via Acquaviva un tempo occupati dalla polizia municipale e non restituiti nei modi e nei tempi previsti). Per finire con il botto finale della “madre di tutti gli sprechi”, quella vicenda dello spiag-giato costato alle casse comunali, ed alle nostre tasche, un salasso da 1 mi-lione abbondante.Di risparmio, oculatezza e rigore le casse comunali hanno, senza dubbio alcuno, un bisogno urgente e irriman-dabile. E se i nostri amministratori co-minciassero ad applicarli alle parole, facendone un uso più parsimonioso e soprattutto stando più attenti al loro vero significato?

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... in primo piano GiuliaViva anno I I n.21 5

• Col PRUSST del 2001 si spezzettò il comparto in tre sub-comparti ponen-do, così, la premessa per l’edificazione anche sull’area del ”cannocchiale ver-de”, e si mantennero comunque indici alti (pur in mancanza della contropar-tita al pubblico: la cessione gratuita dell’area del parco).• Se i sindaci Cameli e Mastromauro (che nel tempo si sono alternati nel ruolo di governante ed oppositore) 14 anni fa, quando in città si ricominciò a costruire, avessero fatto attuare la previsione del PRG del ’94, l’area indu-striale dismessa di via Trieste sarebbe già stata bonificata, riqualificata e fatta rinascere con vera qualità urbana. Invece, sensibili alle richieste di aumen-to della rendita fondiaria hanno fatto perdere 14 anni (per il momento) col risultato di penalizzare la qualità urba-na e con il rischio che ora, con il setto-re edilizio in crisi, si farà ben poco: non a caso quello che viene annunciato è solo uno dei complessivi 7 lotti dell’a-rea ex SADAM (circa 12.000 mq. dei 54.000 mq. dell’intera superficie).

Il sindaco continua a far sfornare al suo ufficio di staff esaltanti comunicati sull’ex SADAM. In essi si leggono pas-saggi come: “è un intervento urbanistico importantissimo per Giulianova, che cambierà radicalmente, in meglio, quel-la che è un›area vastissima e nevralgica della città in abbandono da 25 anni e giunta ad un gravissimo e vergognoso degrado, indegno per una località a for-te vocazione turistica” oppure “nuovo capitolo della Giulianova moderna, final-mente libera dai lacci che l’hanno immo-bilizzata facendone una mummia”. Si vorrebbe pure lasciar perdere ma di fronte all’improntitudine, alla propa-ganda trionfalistica e menzognera del sindaco, all’autoincensamento, alla pre-sa per i fondelli dei cittadini, si viene ti-rati per i capelli e viene voglia di fare un po’ di chiarezza, carte alla mano. In que-sta città non ci sarà mai il cambiamen-to fin quando i cittadini non sapranno esattamente come stanno le cose, spe-cialmente quelle importanti, fin quan-do, cioè, i cittadini saranno vittime degli imbonitori e dei loro megafoni.Allora le cose stanno così:• Il PRG del 1994 individuando un com-parto unico tra le aree industriali dismesse (ex SADAM, ADS, FOMA) ed il cosiddetto “cannocchiale verde” (fra via Trieste e lun-gomare Rodi) aveva posto le basi (preve-dendo come ristoro per i proprietari un premio di cubatura congruo) per ottenere gratuitamente un’area strategica di 16.000 mq da destinare a nuovo parco urbano sul lungomare.

Il sindaco magnifica il progetto appro-vato. Va raccontato però cosa accadrà veramente:• E’ stato perso il parco urbano sul “can-nocchiale verde”; • Il Comune non ha ottenuto circa 7 mi-lioni di euro come prevede la legge sui PRUSST;• Il Verde finirà in buona parte lungo la ferrovia; • Le altezze dei 18 edifici andranno dai 22 ai 50 metri;• La collina e perfino il Gran Sasso non si vedranno più da tanti punti di vista del lungomare e del porto;• Il teatro, se mai ci sarà, non sarà di proprietà pubblica;• La problematica della bonifica dell’a-mianto ha suscitato numerose prote-ste mentre il Comune brillava per la sua latitanza; • L’amministrazione ha modificato il pia-no commerciale per favorire l’insedia-mento di centri commerciali incurante del destino dei negozi del centro; • Non è stato progettato un serio e razio-nale adeguamento della viabilità: addi-rittura la nuova strada parallela alla fer-rovia è stata prevista non tenendo conto dell’esistenza di un edificio abitato!Il cemento e l’asfalto da soli non garan-tiscono la vivibilità di un quartiere. Da un’area espropriata per poche lire nel 1951 per pubblica utilità la collettività giuliese, a parte i 20 anni di attività del-lo zuccherificio, alla fine si ritrova con un pugno di mosche. Si poteva fare ben al-tro e si poteva fare molto prima.

Una verita’ che non si vuole raccontare di Franco Arboretti

Ex Sadam, ex Ads-Foma: 14 anni di ritardo per responsabilita’ delle giunte Cameli e Mastromauro

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Ambiente e salute 6 GiuliaViva anno II n.21

Giulianova su “Pianeta mare” il 28 ottobre

Venerdì 12 e sabato 13 ottobre, le telecamere della trasmissione te-levisiva Pianeta Mare condotta da Tessia Gelisio e in onda ogni dome-nica su Rete4 hanno registrato una puntata a Giulianova. La troupe televisiva è uscita in mare a bordo della vongolara “Simona prima” per “una pescata delle gu-stose vongole di Giulianova” con il presidente del CO.GE.VO Giovanni Di Mattia e grazie al coordinamen-to della Guardia Costiera e del co-mandante Sandro Pezzuto.La “pescata” si è svolta sul tratto di mare antistante il Lungomare nord; a bordo del natante Walter Squeo e Giovanni Di Mattia hanno spiegato le tecniche e le strategie adottate dal consorzio CO.GE.VO per assicu-rare da un lato il lavoro ai giovani e dall’altro la tutela dell’ambiente

marino.La preparazione dei piatti a base di vongole è avvenuta presso l’hotel Cristallo di Giulianova Lido grazie alla collaborazione del giovane ti-tolare dell’hotel, Alessio Casaccia, della condotta Slow Food “Val Vibra-ta-Giulianova” e del suo fiduciario Raffaele Grilli.Venerdì 12 ottobre alle ore 17.30 si è tenuta una “lezione” su pesci dell’A-driatico nell’ambito della quale An-drea Di Giosia, chef del Cristallo, ha consigliato come acquistare il pesce secondo stagione e prepararlo nel migliore dei modi. La “lezione” seguita dall’occhio at-tento delle telecamere di Pianeta mare insieme gli altri filmati girati a Giulianova verranno diffusi nella puntata del 28 ottobre alle 11.00 e alle 13.30.

Intervista a Raffaele Grilli di Pietro Carrozzieri

Siamo con Raffaele Grilli, fiduciario della Condotta Slow Food di Giulia-nova Val Vibrata. Vogliamo brevemente ricordare come nasce Slow Food e gli scopi che si prefigge?E’ nato nel 1986 ed uno degli scopi principali è quello della biodiversità, cioè quello di accettare la realtà di ognuno di noi, che siamo tutti bio-di-versi, in una dimensione non astratta ma vivendo la vita di tutti i giorni, ri-spettando ad esempio la stagionalità dei prodotti e la tracciabilità. Quando nasce la Condotta Slow Food qui a Giulianova?Io sono entrato nell’88 ma probabil-mente a Giulianova era nata nell’87. Sono stato inserito dall’avv. Masi, in Val Vibrata, col quale ho collaborato fino al 2005, fino a quando è stato bar-baramente trucidato insieme alla mo-glie. La Condotta attuale è accorpata a Val Vibrata, ma auspico che ne rinasca una autonoma giuliese. Dipende solo dall’impegno nel cercare nuovi soci, che devono essere almeno 50.Questa manifestazione fatta al Cristallo, sul pesce, che scopo si prefigge?Quello di aiutare i cittadini ad avere un consumo di conoscenza e intelligen-te. Abbiamo parlato delle zone Fao. All’acquisto, ci deve essere sempre un cartellino che individui la provenien-za del pescato. L’Adriatico ci fornisce, per grazia ricevuta, un pesce di sapore straordinario, ed è importante sapere

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GiuliaViva anno II n.21 7 Ambiente e salute

Intervista a Raffaele Grilli di Pietro Carrozzieri

che il codice 37 (il Mediterraneo) 2.1 (l’Adriatico) ne indica la provenienza. Il 21, ad esempio, indica invece l’Atlanti-co, con tutto ciò che ne consegue per il trattamento. Dobbiamo mangiare pe-sce fresco ma non solo scampi, anche e soprattutto pesce azzurro, che ci aiuta a vivere meglio e più a lungo. Bisogna lavorare su questo: certo, è più comodo comprare pesce surgelato, ma quei 10 minuti che spendiamo per pulire e cu-cinare il pesce fresco li ritroviamo in ter-mini di qualità per ciò che mangiamo. L’attività di Slow Food, e ricordiamo la bellissima manifestazione Terra Madre a Torino tra pochi giorni, può avere ripercussioni positive sui no-stri territori, soprattutto in questo momento di crisi?Giornalmente buttiamo tantissimo cibo perché i nostri frigoriferi sono pie-ni di cose che non mangiamo. Ciò è gravissimo. Dobbiamo mangiare cibi freschi il più possibile, e così facendo

diamo la possi-bilità agli agri-coltori di avere un reddito. Ho fatto un proget-to per il comune di Colonnella, dedicato all’in-vecchiamento attivo, dal nome “una nuova p r o f e s s i o n e : l’agricoltore”. E’ chiaro che se

l’agricoltore produce cibo secondo lo-giche di supermercato, all’agricoltore non rimane niente. Dobbiamo capo-volgere questo discorso, questa perso-na ha diritto ad un reddito equilibrato, e deve fare questo lavoro con passione, dev’essere convinto che fa qualcosa per l’umanità. I 5000 agricoltori che an-dranno a Torino, a Terra Madre, si capi-scono tra loro perché hanno una cosa in comune, quella di coltivare la terra.Quali progetti futuri ed iniziative in cantiere?Pensiamo che la provincia di Teramo abbia una cucina che fa paura, di le-vatura internazionale, e di questo non siamo pienamente coscienti. Con la nostra Condotta vogliamo fare un percorso insieme ai ristoratori, ab-binando qualità e giusto prezzo. La cucina teramana lascia il segno, sem-pre, e quando organizziamo serate come questa otteniamo unanimi ap-prezzamenti. Ampliando il discorso

a livello Italia, è fondamentale valo-rizzare sempre più ciò che abbiamo. La nostra cucina, sempre più valida e fresca, che ci viene sempre più rico-nosciuta, così come dobbiamo esse-re fieri di avere il 75% delle bellezze architettoniche. Non solo città d’arte ma anche piccoli borghi. Noi ci siamo abituati forse, ma dobbiamo renderci conto tutti delle bellezze che posse-diamo, anche dietro l’angolo. Insieme ad Italia Nostra, vogliamo valorizzare queste cose, modificando se possibile certe scelte quotidiane. Meno modelli nuovi di telefonino, magari, e più con-sumi intelligenti.

Sul nostro sito www.giuliaviva.itil video dell’intervista

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8 GiuliaViva anno II n.21 La pagina della cultura

Nato a Ortona nel 1846, al musici-sta abruzzese il destino riservò una delle vite più affascinanti, mondane e cosmopolite che un provinciale potesse attendersi. Diplomato al conservatorio di San Pietro a Maiel-la di Napoli si affermò rapidamente a Roma come insegnante di musica e creatore di romanze. Il genere era abbastanza inedito, dopo un seco-lo dominato dalla grande lirica di Verdi, Mascagni, Leoncavallo, Boito e Puccini, pieno di una drammatur-gia solenne e altisonante. Si trattava di quella che i francesi chiamavano la petite chanson che tanta fortuna avrà nella canzonettistica italiana successiva, fatte le dovute differen-ze qualitative. Autore di circa 400 romanze in italiano, napoletano, inglese e francese, la sua fama rag-giunse Londra sommata a quella

della tradizione che vedeva negli italiani i maestri indiscussi nell’inse-gnamento musicale e nell’organiz-zazione di eventi aristocratici e della Corte. La romanza, diversamente dalla lirica, è un genere da salotto e gli inglesi fecero a gara per avere questo prestigioso italiano di bell’a-spetto e sicuro talento. Divenne docente al Royal College of Music e alla Royal Academy of Mu-sic con performances al Covent Gar-den e nelle dimore private di nobili e della stessa Corte. Come scrive Francesco Sanvitale in uno schizzo biografico, visse ininterrottamente a Londra dal 1880 fino alla prima Guerra Mondiale, avendo una parti-colare considerazione da parte della regina Vittoria e dall’erede Edoardo VII. La sua prima romanza in ingle-se Forever and forever fu osannata dalla stampa e pubblicata dagli au-torevoli editori Ricordi e Chappell. Il successo di Tosti raggiungeva an-che la sfera privata se pensiamo che negli stessi diari segreti della regina vi sarebbero lusinghieri giudizi sul compositore italiano. Grandi can-tanti come Caruso, Ancona, Tetraz-zini, Scotti, si avvicendarono sulla scena londinese interpretando le romanze di Tosti, che avevano titoli e contenuti dal sapore romantico e floreale: Good by, Come to my heart, Ask me no more, Yesterday (sic), We have loved, Back to the old love, Be-

Francesco Paolo Tosti alla corte della regina Vittoria di Leo Marchetti

cause of you etc. fino a un numero di 33 canzoni in inglese. Tosti scri-veva in pieno clima liberty, in quel-la stagione estetica che Mario Praz chiama ‘agonia romantica’, e come retroterra culturale poteva vantare l’amicizia di D’Annunzio e Michetti che spesso lo ospitavano nel famo-so Convento di Francavilla. Sicché il suo stile fin de siècle fu anche quel-lo di un grande operatore culturale consapevole del rinnovamento in atto nei generi musicali e nel più vasto ambito del gusto e dell’este-tica. Ma non sempre la critica è sta-ta benevola con Tosti - vittima per alcuni decenni di un immeritato oblio - giudicato come un attore del passato estraneo al rinnovamento modernista (Tosti muore nel 1916) e delle avanguardie che in quegli anni stavano sovvertendo gli stes-si strumenti della comunicazione e della fruizione del song amoroso.

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GiuliaViva anno II n.21 9

essere cibo, stimolandoci ad alienarci dal bombardamento pubblicitario che per stanchezza o per abitudine ci confonde. Iniziamo allora a preoccuparci della cosa più importante che identifica un prodotto: la sua etichetta. La lettura dell’etichetta è un gesto dal quale non possiamo prescindere perché ci libera dalle bugie che ci racconta il messaggio pubblicitario e ci dice, per obbligo di legge, quali ingredienti pericolosi - veri e

propri veleni - siano presenti nel prodotto (questa pratica ci sarebbe senz’altro utile anche quando stiamo per assumere un farmaco: la lettura del bugiardino dissuaderebbe sicuramente i più da un uso “leggero” di antibiotici, antidolorifici, cortisonici e quant’altro). Cominciamo col dire che se una preparazione alimentare di base, come per esempio il pane, ha bisogno di additivi significa che le materie prime utilizzate sono di scarsa qualità ed hanno scarso valore nutrizionale. All’acquisto quindi dovremo evitare quei prodotti che indichino, ad esempio, l’aggiunta del destrosio per rinforzare il sapore o peggio ancora dove siano presenti i conservanti. Quello che l’etichetta purtroppo non ci dice è la quantità di pesticidi utilizzati per coltivare quel grano

Qualche anno fa “Stampalternativa” pubblicò un libro piccolo ma denso dal titolo Quattro sberle in padella. Come difendersi dall’inquinamento alimentare e così attaccava: “la terza guerra mondiale è iniziata: si combatte a tavola”.Parliamo allora di alcuni degli innumerevoli tranelli nei quali il consumatore ignaro rischia quotidianamente di cadere. Per cominciare ricordiamo una felice battuta del prof. Franco Berrino dell’Istituto Italiano Tumori di Milano, un chiaro invito alla lettura delle etichette dei prodotti in vendita che recita più o meno così: “Quando fate la spesa immaginate di essere accompagnati dalla vostra nonna: tutto quello che, tra gli ingredienti in etichetta, lei non riconoscerebbe come cibo, non compratelo!”. In effetti la metafora ci richiama ad un rapporto più sincero con ciò che ci troviamo tra le mani e che dovrebbe

Alimentazione e benessere

Questione d’etichetta di Silvia Rafanelli

o degli acaricidi utilizzati per conservare quelle farine (da un’inchiesta di “Altro Consumo” dell’ottobre del 2011 che analizzava il pane delle mense scolastiche risultavano numerose le presenze di pesticidi sul prodotto finale tra cui anche il diclorvos, un acaricida il cui uso è vietato dai paesi della Comunità Europea); l’unica garanzia a tal proposito diventa unicamente la certificazione biologica, che vieta, tra le altre cose, l’uso di prodotti di sintesi in agricoltura. La pericolosità dell’uso dei pesticidi è particolarmente insidiosa sotto molteplici punti di vista: in modo diretto per la nostra salute, si tratta di prodotti tossici il cui residuo viene puntualmente trovato al di sopra dei limiti di legge tutte le volte che venga effettuata un’analisi, indirettamente poi per il danno di ritorno derivato dallo smaltimento nell’ambiente di concimi, erbicidi etc.; è inoltre assai tossico per il produttore che durante le operazioni di routine assorbe quantità di veleno massicce. Per concludere, invito i lettori a riflettere sulla posizione del governo francese che il 7 maggio di quest’anno ha approvato una legge che riconosce il Parkinson come malattia professionale per gli agricoltori che facciano uso dei pesticidi. Non vi pare che potremmo iniziare a pensarci anche noi?

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10 GiuliaViva anno II n.21

Dalla scoperta dell’America alla creazione di Hollywood di Antonio D’Eugenio

Era il 3 agosto 1492, quando Cri-stoforo Colombo salpò dal porto spagnolo di Palos con tre caravelle ottenute dalla regina Isabella e il 12 ottobre dello stesso anno arrivò su una terra creduta la Cina. Solo set-te anni più tardi, un altro italiano, Amerigo Vespucci, capì che quel-la terra era in realtà un continente sconosciuto e dalla sua descrizione accurata e minuziosa tutti comin-ciarono a chiamarle Terre di Ameri-go e da qui America. Furono italiani dunque, quelli che scoprirono il continente che da sempre è considerato una potenza sotto ogni profilo: economico, ar-tistico e culturale. Il sogno ameri-cano, ricorrente in ogni opera che si rispetti, fu un concetto che len-tamente contribuì ad alimentarne il desiderio e a crearne il mito ma finì per enfatizzare il benessere ma-teriale e lentamente fu sgretolato, soprattutto in molte opere cinema-

tografiche. Proprio il cinema, nella figura di Hollywood, è con-siderato l’artefice di tutti gli eccessi (nel bene e nel male) che l’America ha sa-puto creare. Proprio come successe per la sua scoperta, fu-rono stranieri quelli che ne capirono le potenzialità e co-minciarono a realiz-

zare quella che ancora oggi è la più famosa fucina di sogni nonché fab-brica di soldi. Gli ungheresi Adolph Zukor, fonda-tore della Paramount Picture, e Wil-liam Fox, padre della 20th Century Fox, cominciarono a dar vita nei primi anni del ‘900 ad un’industria che non si sarebbe più fermata. Nel 1911 il polacco Samuel Goldfish si trasferisce in America fondando la casa di produzione più conosciuta (assieme ai fratelli Selwyn): la Me-tro Goldwyn Mayer, famosa come la casa cinematografica del leone. Fu invece un inglese, Charlie Chaplin, assieme a Mary Pickford e Douglas Fairbanks a fondare la casa di pro-duzione United Artists, la prima che inventò lo star system. Da allora gli attori, che fino a quel momento non erano neppure ripor-tati nei manifesti dei film, comincia-rono a uscire fuori dall’anonimato per essere osannati dal pubblico. I

produttori cercarono di accaparrar-si, a suon di milioni, i nomi più get-tonati del momento come l’italiano Rodolfo Guglielmi (in arte Rodolfo Valentino) e la svedese Greta Loyi-se Gustafsson (in arte Greta Garbo) contraria alla vita mondana e pro-prio allo star system. Nel 1927, agli albori del cinema sonoro, il regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau girò ad Hollywood il suo primo film americano: Aurora. Considerato il capolavoro di Murnau, il film fu premiato alla prima edizione degli oscar con due statuette e tutt’ora è classificato come il miglior film nella storia del cinema. Se conside-riamo che l’altro grande cineasta che ha contribuito alla notorietà di Hollywood negli anni ‘40, Alfred Hitchcock, era inglese si può affer-mare che Hollywood sia una realtà americana dove hanno lavorato tutti i più grandi sognatori euro-pei.

Interferenze artistiche

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno II n.21 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

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L’Officina l’Arte e i Mestieri

Titolo: “Il rosso e il blu” Autore: Marco Lodoli Casa editrice: Einaudi Pagine: 155 Prezzo: € 15,00

Marco Lodoli non è sol-tanto uno scrittore, ma anche un insegnante, un professore nelle scuole superiori. Ogni giorno, in presa diretta si incontra e scontra con la scuola, con gli studenti e con il diffìcile e appassionante mestiere di insegnante. In “Il rosso e il blu” abban-

dona la finzione narrativa e, attraverso brevi ma folgoranti osservazioni, affronta i molti “cuori ed errori” che sono disseminati nella scuola italiana, e di cui è testimone quotidiano, esprimendo così il suo punto di vista sui tanti temi che entrano nel dibattito pubblico sull’e-ducazione scolastica e i giovani di oggi: dal momento topico dell’esame di maturità alla piaga emergente del bullismo; dalla straniar-ne e defatigante esperienza delle gite di classe al problema della droga. Dall’angoscia degli studenti per il loro futuro, alla sintonia magica che talvolta si crea con il loro professore.

Skyfall

POP OVER THE TOP è il titolo della mostra che sarà visitabile presso L’OFFICINA (Arte e Mestieri) a par-tire da sabato 13 sino al 31 ottobre 2012 dal mercoledì alla domenica, a partire dalle ore 18.30. Info 346 5219532 o 328 6872529.

James Bond scompare nel nulla in seguito ad un’o-perazione fallimentare ad Istanbul, proprio mentre le identità di tutti gli agenti operativi dell’MI6 vengo-no rese pubbliche su Internet. Il governo britannico chiama M a rispondere dei suoi obblighi, all’improvvi-so ricompare Bond e M lo incarica di rintracciare Raoul Silva, un pericoloso criminale con il quale ha dei conti in sospeso. Bond segue una traccia che lo conduce fino al Mar Cinese Meridionale ed apprende, senza vo-

lerlo, gli oscuri segreti che M nasconde sul suo passato. Il regista di Skyfall è Sam Mendes e gli interpreti sono Daniel Craig, Bérénice Marlohe, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Albert Finney, Judi Dench, Ola Rapace. In programmazione dal 31 ottobre

L’arte pop approda al centro storico

Cuori ed errori nella scuola italiana

Il circolo “Il Nome della Rosa”Sabato 20 ottobre ORE 21,30

READING LETTERARIO “POESIE VAGANTI”Giovedì 25 ottobre ORE 21,30

“DOVE ERAVAMO: 20 ANNI DOPO VIA D’AMELIO”Venerdì 26 ottobre ORE 21,30

“FERMO IMMAGINE” Incontro con: Stefano SCHIRATOSabato 27 ottobre ORE 21,30

“FRAMMENTI VIVI” Incontro con: Cristina MAZZOCCHETTIDomenica 28 ottobre ORE 21,45

CINEMA “ICHI THE KILLER” di Takashi MIIKE

LINA PAULVenerdì 2 novembre ore 22

La band spazia con disinvoltura dalla musica atonale al rumorismo, dallo stravolgimento di classici del jazz fino a vere e proprie gag sonore improvvisate farcite di elettronica.

I’M ANITA venerdì 26 ottobre ore 22

Solidarietà per Abruzzo ed Emilia

Lunedì 29 ottobre a Teramo nel nuovo sta-dio comunale Piano D’Accio alle ore 15:00, Scuole calcio in festa ed alle 20:30 Nazionale Italiana Master contro FarExpress Abruzzo. In-gresso unico € 5,00

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12 GiuliaViva anno II n.21

Francesco Lo Sterzo di Pietro Carrozzieri

Siamo con il dott. Francesco Lo Sterzo, giovane fisico e ricercatore giuliese, at-tualmente impegnato al progetto Atlas del Cern di Ginevra, dove recentemente si è scoperto il famoso Bosone di Higgs. Da dove nasce questa passione per la fisica?La passione per la fisica è un po’ innata, nel senso che sono stato sempre molto curioso di cose che riguardavano la scienza. Questo mi ha portato ad iscrivermi a Fisica forse un po’ inconsapevolmente all’inizio ma poi la mia curiosità, in Università, ha trovato vari appigli, cose che mi interessavano. E’ stato necessario molto studio, per capire fino in fondo dove mi portava questa curiosità.Lei è giovanissimo, 26 anni, laureato alla Sapienza di Roma, specializzato in USA, ed attualmente impegnato in questo progetto del Cern. Si considera un cer-vello in fuga dall’Italia o vuol provare esperienze di condivisione nell’ambito del mondo scientifico?Voglio precisare che in USA sono stato due mesi per una borsa estiva. Non mi considero un cervello in fuga. Sono ancora per qualche mese dipendente dell’Università di Roma, solo che essendo questi esperimenti molto grandi, e così pochi nel mondo, si va dove

l’esperimento si fa. Non mi considero un cervello in fuga perché nel nostro campo se si vuol fare una buona esperienza ci si deve necessariamente confrontare con un ambiente internazionale, ed andare anche all’estero.Come è stata accolta la scoperta del Bosone di Higgs nella comunità scientifica e al Cern di Ginevra?Al Cern di Ginevra con molto entusia-smo, nel seminario del 4 luglio tutti gli

scienziati erano emozionati come bambini, il professor Higgs si è commosso dicendo che era il giorno più bello della sua vita, da 48 anni aspettava una conferma della teo-ria che aveva fatto.Ci sono ricadute immediate e pratiche di questa scoperta?Del Bosone di Higgs in particolare no, nel senso che l’obiettivo di questo tipo di fisica è la conoscenza, capire di più il mondo che ci circonda. Ovviamente tutta la ricerca svilup-pata al Cern in questi anni ha portato rica-dute pratiche molto importanti, posso citare la diagnostica dei tumori con la Pet, la cura dei tumori con fasci di particelle accelerate, o anche il web, inventato al Cern per la neces-sità di scambiarsi dati tra collaboratori.Il Bosone di Higgs ha convertito anche Margherita Hack. Come si vive, da cre-dente, il rapporto con la scienza? E’ con-flittuale o le due cose possono convivere?Penso che le due cose possano convivere, perché la scienza è sostanzialmente un me-todo che cerca di conoscere alcune cose, in particolare la realtà fisica che ci circonda. L’oggetto della religione credo sia un’altra cosa, non è la realtà fisica; provare a parlare di argomenti di fede con metodo scientifico

è una cosa c o n c e t -tualmente sbagliata perchè si a p p l i c a un meto-do non adeguato rispetto al problema che ci si pone.Il fisico si può paragonare ad un pittore o uno scultore? O ad entrambi?E’ un pò un misto dei due, nel senso che l’og-getto di conoscenza del fisico è la realtà esi-stente, che va scoperta e svelata. Sul come, però, si mette in gioco l’inventiva e la creati-vità. Si, direi un misto tra i due.Se potesse scegliere, dove metterebbe la firma su una prossima scoperta im-portante per l’umanità?Io sono un fisico, e spero che a LHC, dove ora lavoro, dopo il Bosone di Higgs ci siano altre scoperte altrettanto importanti, anche se non hanno una ricaduta immediata.La scienza, in particolare la fisica, ha uno scopo finale o è sempre un dover reinven-tarsi e scoprire cose nuove all’infinito?Ha uno scopo finale, che è quello di co-noscere ciò che ci circonda. Per fare que-sto deve reinventarsi un po’ all’infinito, spingendosi più lontano, inventandosi cose non del tutto immediate come ad esempio un acceleratore di particelle o un rivelatore alto 25 metri e lungo 45, non proprio una cosa che si pensa dal giorno alla notte.

Qualche domanda a ...

Sul nostro sito www.giuliaviva.itil video dell’intervista

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A tutto sport GiuliaViva anno II n.21 13

Mario Bollini un Giuliese alla Maratona di New York di Giancarlo De Falco

Il sessantaduenne maratoneta dell’ Eco-logica” G” si appresta a partecipare per la 27a volta, alla Maratona di New York. Lo scorso anno è stato premiato dall’or-ganizzazione con una targa che ricono-sce all’atleta, unico al mondo, il primato di venticinque partecipazioni consecuti-ve alla grande manifestazione. Mario nel-la nostra città è conosciuto come” Il Mara-toneta” perché si vede sempre correre, in qualsiasi stagione; in piena estate lungo la battigia del mare, nelle ore più calde, con la sua tipica corsa fatta di piccoli pas-si e il suo fisico “asciutto” desta stupore tra i tantissimi bagnanti che affollano la nostra bellissima spiaggia. La sua è più di una passione, è un bisogno che ha sempre avvertito. Quando era marescial-

lo dell’aereonautica, ha fatto parte del gruppo fondatore dell’ Ecologica “G” e da subito si è tesserato come atleta per sod-disfare la sua voglia di correre. Da circa quarant’anni porta in giro per il mondo, con modestia e con grande senso di attaccamento verso la sua cit-tà, il nome di Giulianova e della società Ecologica”G ”. E’ noto il rifiuto a una agen-zia di viaggi che gli proponeva la sponso-rizzazione della sua trasferta a New York se solo avesse indossato la divisa sportiva con il proprio marchio. Mario si ritiene un ambasciatore dello sport giuliese orgo-glioso di indossare la divisa dove troneg-gia il nome della sua città e in tanti anni di partecipazione a tutte le più importanti maratone italiane e a quella di New York

ha sempre preferito farle a proprie spese; un modo di praticare lo sport diverten-dosi senza chiedere nulla in cambio.

Aria di maretta di Daniele Adriani

Nuovo allenatore in casa giallorossa e vittoria sul campo della Rosetana. Tutto risolto quindi? Non proprio, ed anche i protagonisti lo sanno bene, conferman-do a fine partita la necessità di applicarsi per trovare nuove soluzioni, soprattutto in fase offensiva. Infatti la squadra giuliese ha sempre il pallino del gioco in mano, ma non trova la via del gol con facilità (solo 8 gol in 8 partite). Non è un problema di reparto, ma dell’intera fase d’attacco, quindi il nuovo allenatore (Gennaro Grillo) avrà il non semplice compito di risolvere questo problema. Tornando all’addio di Pagliaccetti, questo non è avvenuto in mancanza di polemiche a riguardo delle responsabilità che il tecnico ha ritenuto di condividere con alcuni elementi della

rosa. Sicuramente non si può additare una sola persona, ma in queste situazio-ni, una società può solo dare un segnale forte con il cambio dell’allenatore, poiché non può certo cambiare metà rosa, que-sto sperando che gli elementi più impor-tanti possano avere quella maturazione necessaria per il salto di qualità. Ora si deve dare continuità di risultati, in modo da avvicinare sempre più la vetta guidata dal Civitella Roveto e dal Sulmona, che sembrano le squadre meglio attrezzate per contendere al Giulianova la vittoria finale del torneo. Sale anche il seguito dei tifosi giallorossi, sempre più nume-rosi e calorosi. Questa può già ritenersi una vittoria importante perché il grigiore degli anni passati si allontana sempre di

più. Passando all’altra squadra della nostra città, il Colleranesco è stato battuto in casa dal Controguerra, capolista del torneo di 1° Categoria. Questa sembra essere un’an-nata più difficile delle precedenti, ma l’e-sperienza accumulata in questi anni sarà sicuramente importante per avere nuove soddisfazioni.

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GiuliaVivaRegistrazione al Tribunale di Teramo

n. 647 del 07 06 2011Direttore Responsabile

Antonio D’[email protected]

Editrice: Associazione “Giulianova Media & Communications”Redazione e Amministrazione64021 Giulianova Piazza Buozzi 22 tel. 3461035861 fax. [email protected]@giuliaviva.it tel.3473612374

stampato da Tipolitografia LA RAPIDAVia G. Galilei Giulianova Lido

[email protected] GiuliaViva anno II n.21

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Chi è più bestia?

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

Il tunnel del degrado

Gentile Redazione,vorrei segnalarvi un caso di degra-do: il tunnel che dalla stazione porta al mare è diventato una discarica. Uscendo dal tunnel verso il mare, sul lato sinistro, tra il soffitto-volta in plastica e il muro c’è uno spazio che nasconde alla vista immondi-zia varia: lattine, bottiglie di birra, di plastica, pacchetti di sigarette...e non solo!!!!Alla fine del tunnel, sempre a sini-stra, prima dell’uscita verso il mare, sul muretto ci sono una serie di siringhe!!!!!(vedi foto).L’immondizia poi continua fuori dal tunnel, nel il parcheggio, dove pro-babilmente a causa delle macchine nessun addetto pulisce la strada!!!Segnalo a voi il problema perché vorrei che pubblicaste le foto per interessare chi di competenza, ma qualora non arrivasse nessuna ri-sposta, sapreste almeno indicarmi a chi rivolgermi?Vi ringrazio e vi saluto cordialmen-te.

Tiz A.

Pericolo amianto?

Gentile Direttore, sono un cittadino di Villa Volpe e vorrei segnalarvi una no-stra preoccupazione.Allego una foto del vecchio capanno-ne industriale esistente alla sinistra della Nazionale per Teramo, di fronte al bivio per il Convento di Mosciano. Da molti anni esso è nelle condizioni di abbandono visibili a tutti. Qualche giorno fa abbiamo visto però, anche all’interno dello stabile, alcuni mezzi semoventi al lavoro, pure con piccole gru. A occhio, ci sembra che il capan-none sia ben fornito di amianto. E’ pos-

Carissimi,Qualche giorno fa ho letto un paio di articoli, sui quotidiani locali, intorno ad iniziative intraprese e da intra-prendere rispetto ai cani. Ora credo di aver capito la buona fede di chi lascia che il proprio cane sporchi i marciapiedi e non si sente in dovere di essere meno bestia del suo animale!!! La nostra, lentamente, grazie ad un’ Amministrazione atten-tissima ai “bisogni” degli animali e molto meno alle necessità delle “be-stie padrone”, dicevo, la nostra città va diventando il paradiso degli animali e che Cassola ci perdoni. Buon lavoro.

Lucilla

sibile conoscere cosa sta accadendo? Il capannone verrà abbattuto, magari per farci la strada che (si dice) dovrebbe collegare la SS80 con il (promesso da alcuni) Centro Commerciale? Verranno messe in azione tutte le tute-le per la salute dei cittadini e la salva-guardia dell’agricoltura?

Ringrazio per l’attenzione(lettera firmata)

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Mastromauro: indietro tutta...o no?

Al di là delle notizie lasciate trapelare dal palazzo e rilanciate da buona parte degli organi d’informazione, l’aspirazione di Francesco Mastromauro ad uno scranno al sole di Montecitorio sarebbe ben lontana dall’essere definitivamente accantonata. Il sipario sulla candidatura del sindaco non sarebbe calato del tutto, ma soltanto parzialmente abbassato, secondo un cambio di strategia confermato anche da più di un’indiscrezione proveniente dal suo stesso partito.Lungi dall’essere ufficiale e definitivo, il passo indietro del primo cittadino rappresenterebbe null’altro che una semplice mossa all’interno del complesso quadro di quella “guerra” per le candidature giocata molto nell’ombra delle ambiguità ed assai poco alla luce della chiarezza.Abbandonare i riflettori e navigare in posizione più defilata, se non decisamente nascosta sembra essere la nuova parola d’ordine di Mastromauro, dettata, forse, anche da quella convergenza tutt’altro che unanime che il PD manifesterebbe sul suo nome, a dar retta alle voci che comunque filtrano da ambienti importanti, per lo più extra giuliesi, del medesimo partito.A giocare un ruolo non secondario anche la persistente incertezza delle regole (ancora non si sa con quale legge elettorale si andrà a votare), che aumenta i rischi di un’operazione tutt’altro che sicura e lascia comunque aperto il rischio di abbandonare il municipio per ritrovarsi con il nulla in mano. I dubbi, del resto, rimarranno tali ancora per pochi giorni. Basterà attendere il prossimo 28 ottobre (data ultima per le dimissioni dei sindaci intenzionati a tentare l’avventura delle elezioni politiche) per sapere se Giulianova dovrà ancora una volta vedere “il proprio bene” subordinato alle carriere personali e fare i conti con l’arrivo del commissario. O se l’esercito scalpitante dei possibili successori, già all’erta all’interno delle stanze di partito o nelle loro immediate vicinanze, dovrà attendere ancora più di un anno prima di poter scendere in campo.

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