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Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015

Pagina I

PARTIVE IVA

Partite Iva. «La caccia ai falsi? Non diventi un boomerang»Corriere Della Sera -Corriereconomia

19/01/15 P. 19 Isidoro Trovato 1

CATASTO

Catasto, la carica dei professionistiRepubblica Affari Finanza 19/01/15 P. 35 Luigi Dell'Olio 3

INGEGNERI

Ingegneri informatici perle rare sul mercato del lavoroRepubblica Affari Finanza 19/01/15 P. 33 5

REGIME DEI MINIMI

Minimi, entrata con pedaggioItalia Oggi Sette 19/01/15 P. 11 Sandro Cerato 6

STP

«Scissione» contabile anche per le StpSole 24 Ore 19/01/15 P. 29 Nicola Forte 8

OPEN SOURCE

L'architettura sognata da Ratti: eroica perché partecipativaCorriere Della Sera 19/01/15 P. 31 Stefano Bucci 9

OPERE PUBBLICHE

ECCO cosa c'è sotto IL PONTE FRANATOEspresso 22/01/15 P. 58 GianfrancescoTurano

10

BONUS EDILIZIA

Bonus su lavori e mobili a scadenza unificataSole 24 Ore 19/01/15 P. 27 Marco Zandonà 13

RIFIUTI

Rifiuti, la burocrazia frena i fondiSole 24 Ore 19/01/15 P. 13 15

SCUOLE

Licei, tecnici, professionali: le vie verso il lavoroSole 24 Ore - Risparmio EFamiglia

19/01/15 P. 19 Gaia Giorgio Fedi 16

ARCHITETTI

Un Codice per rilanciare i buoni appaltiCorriere Della Sera -Corriereconomia

19/01/15 P. 19 17

OPERE PUBBLICHE

Le primarie per finta che Venezia non meritaCorriere Della Sera 19/01/15 P. 1 Francesco Giavazzi 18

FORMAZIONE

Si allarga il gap sulla formazioneSole 24 Ore 19/01/15 P. 14 Francesca Barbieri 20

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Stress test per le Casse dei professionistiSole 24 Ore 19/01/15 P. 5 Matteo Prioschi 22

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INDICE RASSEGNA STAMPA

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Pagina II

L'autonomia incertaSole 24 Ore 19/01/15 P. 1 Maria Carla DeCesari

24

CASSE DI PREVIDENZA

Taglio agli immobili per 800 milioniSole 24 Ore 19/01/15 P. 5 Michela Finizio 26

TARIFFE AVVOCATI

Tariffe minime, gli avvocati alla guerra con l'AntitrustRepubblica Affari Finanza 19/01/15 P. 34 StefaniaPescarmona

28

COMMERCIALISTI

Amministratori giudiziari, penalizzate le aziende secondo i commercialistiRepubblica Affari Finanza 19/01/15 P. 34 30

EUROZONA

A strained bondFinancial Times 19/01/15 P. 7 Stefan Wagstyl,Claire Jones

31

GREEN ECONOMY

Falling oil price threatens electric carsFinancial Times 19/01/15 P. 15 34

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Riforme I rischi della lotta ai rapporti di lavoro dipendente mascherati

A <dacacciaaifalsi?IV9 iventiunboomerang>Nond

Soru (Acta): per dribblare le regole della Fornero ridottala durata dei contratti . Penalizzati gli iscritti agli Ordini»

DI ISIDORO TROVATO

La ratio è ineccepibile, il ri-sultato molto discutibile.Le partite Iva sono alleprese con gli effetti concre-

ti della riforma Fornero. Al 31 di-cembre del 2014 si è conclusa la fa-se transitoria dei controlli sullatuono-committenza. Obiettivo: tu-telare le vere partite Iva e scovarechi adotta un rapporti di lavoro di-pendente mascherato come partitaIva.

Definiti i parametri per indivi-duare lamono-committenza, ades-so dovrebbero scattare le verificheautomatiche. La nuova norma, in-fatti, ha introdotto tre indici pervalutare se è in atto un rapporto dilavoro autonomo. Il primo valore èla durata: la relazione professiona-le tra azienda e lavoratore a partitaIva non deve superare gli otto mesiper due anni consecutivi. Gli ottomesi si contano come un periododi 241 giorni anche non continuati-vi. Secondo elemento di valutazio-ne è il compenso: il pagamentodella collaborazione non deve su-perare l'80% del reddito annuo di-chiarato dal lavoratore autonomonell'arco di due anni solari. È chia-ro che il limite si considera superato anche quando il collaboratoreemette fattura per soggetti diversima tutti riconducibili allo stessodatore di lavoro. Terzo indice auto-matico di valutazione riguarda ilposto di lavoro: un rapporto a par-tita Iva è per definizione incompa-tibile con una postazione fissapresso una delle sedi del commit-tente.

È bene ricordare però che la de-

finizione di lavoro subordinato«mascherato» scatta solo in pre-senza di almeno due degli indicielencati. E poi ci sono delle condi-zioni che azzerano tutto, la piùeclatante riguarda le professioniordinistiche: se la collaborazione èsvolta all'interno di un'attività pro-fessionale rientra comunque nellavoro autonomo.

In poche parole, anche se un av-vocato o un ingegnere lavoranotutti giorni presso uno studio, con

una loro postazione e regolare re-tribuzione da anni, restano co-munque lavoratori autonomi enon dipendenti.

`s un parado_ ) sconcertante- protesta Anna Sori, presidentedi Acta, l'associazione dei lavorato-ri a partita Iva -. Proprio quello èil profilo più abusato e succede so-lo in Italia perché all'estero sonodipendenti anche gli avvocati chelavorano stabilmente presso ununico studio legale. Da noi inveceabbiamo persino i medici con par-tita Iva che lavorano negli ospedalie fanno i turni di notte». La ratiodella norma però è quella di tutela-re le partite Iva ed evitare che ven-ga abusato quel regime per na-scondere rapporti di lavoro subor-dinato. «Le finte partite Iva non sicombattono con una norma -obietta Soru - anzi, queste nuoveregole finiscono per creare qual-

che ostacolo in più: per esempio leaziende hanno tagliato i contrattidi collaborazione da 11 a otto mesi.per stare nei parametri, e questadiventa una penalizzazione nonuna tutela. In compenso i profes-sionisti mettono al riparo le lorofalse partite Iva con tutti gli abusidel caso anche e soprattutto nellapubblica amministrazione».

E intanto le aliquote crescono eil futuro si fa più fosco. «È una te-naglia micidiale - conferma ilpresidente di Acta -. Se il gover-no non blocca l'aumento dell'ali-quota previdenziale, non ci saràfuturo per la maggior parte dellepartite Iva che vedono le opportu-nità di lavoro diminuire e i tempi dipagamento dilatarsi. C'erano statiimpegni e promesse, invece, a oggi,nulla si muove. Al popolo dellepartite Iva, quello composto dallaparte più giovane e fragile del pae-se, non viene garantito il futuro».

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Partive Iva Pagina 1

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Partive Iva Pagina 2

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Catasto, laINGEGNERI EARCHTTETTI PRIMADI TUTTO, MAANCHE ALTREFIGURE PRENDERANNO PARTEALLE COMMISSIONI CENSUARIECHE NASCONO INOGNICAPOLUOGO PER RIDEFINIREI VALORI IMMOBILIARI.LAPROPOSTA DEI GEOMETRIPER METTERE A PUNTO UNAMETODOLOGIA PIÙ EQUA

LuigiDell'Olio

f attesa riforma del Catasto,L oltre aprometterevaloriim-

mobiliari più aderenti alla realtà,dovrebbe portare benefici agli stes-si professionisti. Si tratta di unaspetto poco considerato fino aquesto momento, ma che assumeparticolare rilevanza alla luce deldifficile contesto nel quale si trova-no aoperaretutticoloro chesvolgo-no professioni avario titolo legate almondo dell'edilizia. Il crollo dellenuove costruzioni e la prudenza,con la quale gliitaliani ristrutturanocasa hanno infatti depresso negliultimi anni i redditi dei tecnici co-.me geometri, ingegneri e architetti.

Una boccata d'ossigeno è peròarrivata dalla pubblicazione, avve-nuta nei giorni scorsi, del Dlgs sullecommissioni censuarie, i nuovi or-ganismi istituiti dal Governo per larevisione dei valori immobiliari edelle rendite nell'ambito dellariforma del Catasto. Il decreto isti

-tuisce una commissione centrale,con sedé a Roma, e 106-commissio-ni censuarie locali, a grandi lineecorrispondenti ai capoluoghi diprovincia. Questi organismi saran-no chiamati a rivedere il sistemaestimativo del catasto dei fabbrica-ti, secondo nuoviparametri cheter-ranno contro deimetri quadri enonpiù del numero dei vani degli im-mobili.

Le commissioni censuarie inol-tre avranno una sezione compe-tente in materia di catasto terreni eunainmateriadicatastourbano. Lapartecipazione a questi organisminon prevede la corresponsione diun gettone dipresenza, mainevita-bilmente porterà dinamismo inuno dei settori più colpiti dalla crisidegli ultimi anni.

In questo filone si inserisce unaproposta che arriva dal Cngegl(Consiglio Nazionale Geometri eGeometri Laureati), che punta amettere a punto una metodologiapiù equa perla revisione degli esti-mi dei fabbricati ("funzione di sti-ma"), che prevede un sistema di va-lutazione uniforme perla stima delvalore patrimoniale e della renditadegli immobili ai fini catastali. Lafunzione estimativo-statistica allabase del sistema di valutazioneprende in esame il valore di merca-

n

ca dei professionistito per il valore patrimoniale e il ca-none di mercato per la rendita."L'obiettivo di questa proposta,apertaai contributi ditutti, è defini-re criteri uniformi e oggettivi per ilcalcolo, in modo da superare la di-screzionalità che oggi caratterizzai)settore", spiega Antonio Benvenu-ti, vicepresidente del Cnmgegl. "Sitratterebbe dilavorareinunaprimafase alla definizione dei prezzi dimassima, inmodo dadisporrediundatabase di riferimento. Che evol-verebbeinmanieradinamica, dive-nendoviaviapiùpreciso". Dunqueuno strumento in continuo aggior-namento ("capace di registrare inmaniera rapida e tempestiva le mo-difiche che si palesano sul territo-rio"), che rappresenterebbe l'avviodi una nuova era rispetto alla stati-cità e immutabilità che caratteriz-zano il Catasto attuale.

Un progetto che, ribadisce Ben-venuti, "potrà essere condotto inporto solo con il contributo di tutti,a cominciare dai proprietari delleabitazioni", che chiamerebbero iprofessionisti a effettuare le stime."Un interesse che potrànascere daldesiderio di maggiore trasparenzasui propri immobili, ma che potràconcretizzarsi solo a fronte di in-centivipubbliciapercorrere questastrada", aggiunge il vicepresidentedei geometri.

La necessità di-dar vita a nuoviestimi è condivisa da LeopoldoFreyrie, presidente del Consiglionazionale degli architetti: "Da unaparte occorre fermare la cotsa al-l'aumento della tassazione dellacasa, dall'altra è necessario rivede-re il catasto in modo da renderlo piùequo rispetto a oggi". Per Freyrie, laproposta dei geometri va nella giu-sta direzione, ma per "restituiredavvero ossigeno alle professionitecniche - negli ultimi anni messein ginocchio dalla crisi del mattoneitaliano occorre in primo luogo eli-

minarele sperequazioninell'impo-sizione fiscale, che oggi ad esempiononincentivano ilavoridi ristruttu-razione per la messa in sicurezzadegli immobili dal punto di vista si-smico". Gli architetti reclamanouno schema simile a quello adotta-to per le ristrutturazioni edilizie fi-nalizzate all'efficienza energetica,"per evitare di dover correre airipa-riaposteriori".

A chiudere il quadro è GianniMassa, vice-presidente del Consi-glio nazionale ingegneri, che coor-dina la rete delle professioni tecni-che: "Il patrimonio immobiliare èuno dei più grandi asset di cui l'Ita-lia dispone. Se guardiamo ai centristorici c'è un valore che pochi altriPaese possono esprimere". Pre-messe utili per dire che la riformadel catasto e la proposta avanzatadai geometri vanno nella giusta di-rezione, quella "rigenerazione ur-bana. Un'opportunitàperil Paese eanche per iprofessionisti, reduci dauna lunga fase di sofferenza", con-clude. 1

LE VARIAZIONI PERCENTUALITerzo trimestre 2014 su stesso 2013

RESIDENZIALE

TERZIARIO ?. -2,0

COMMERCIALE ï.

PRODUTTIVO

PERTINENZE

ALTRO

TOTALE

Nei grafici,l'andamento

dellecompravendite

immobiliarinegli ultimi

due anni,trimestre per

trimestre

.,. _ n_}

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Catasto Pagina 3

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LE CONIPRAVENDITE INIMOBILIARI IN ITALIA2013 2014

III trim. IV trim. I trim. II trim. III trim.

RESIDENZIALE 91,08 ,E 108,804 98.40 3 107.505 S-4.851

TERZIARIO 1.935 2.798 2.134 2.182 1.896

COMMERCIALE 4.980 7.002 5.2?C . 6.087 5.42t

PRODUT1-I'.!0 1.963 2.902 2.129 2.443 2.014

PERTINENZE 71.836 91.784 77.429 84.094 73.525

ALTRO 27.910 36.685 29.339 31.763 29.222

i

[ i PROTAGONISTA 1 A sinistra, AntonioBenvenuti (1),VicepresidenteCNGeGL; il direttoredell'Agenzia delleEntrate, RossellaOrlandi (2) eLeopoldo Freyrie (3),presidente Consiglionazionale architetti

3

Catasto Pagina 4

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[.LA RICERCA]

h-igepeiíúiformafici perle rare sul mercato del lavoroli ingegneri informatici e quelli meccanici so-no tra i più difficili da reperire sul mercato e

questo incide positivamente sulle offerte di lavoro,che garantiscono stipendi soddisfacenti anche peripiù giovani (fino ai 28mila euro lordi annui) e as-sunzione atempo indeterminato. Il dato emerge dauno studio diPage Personnel, multinazionale ingle-se che si occupa di ricerca e selezione del lavoro, cheparla di "disoccupazione quasi zero" nel settore.

"Sitrattadiprofessionibenretribuite, bentutela-te e che assicurano esperienze di lavoro stimolanti,

ma purtroppo ancora poco conosciute", spiegaFrancesca Contardi, amministratore delegato diPage Personnel Italia. "Per incentivareiragazziain-traprendere corsi di laurea in queste aree sarebbenecessario, fin dal liceo, dar loro più informazionisul mercato del lavoro". La difficoltà di trovare can-didati idonei, aggiunge l'esperta, dipende anchedalla carenze di competenze linguistiche (lapadro-nanza dell'inglese è indispensabile) e attitudinali(flessibilità e disponibilità aviaggiare). , (l.d.o.)

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Ingegneri Pagina 5

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Gli. effetti delle nor•jnc7 clellu Stabilita destinc7tc7 cz iyfPrese iy1clr'vidreczlr` epruféssrojiisti

Minimi,

entrata ema _, edaggioComponenti positivi e negativi da imputare al reddito 2014

Pagina a curaDI SANDRO CERATO

1 passaggio dal 2015 dalregine ordinario a quel-lo forfettario dei nuoviminimi comporta la con-

fluenza nel reddito del 2014dei componenti negativi e po-sitivi rinviati in applicazionedelle norme del Tuir e la ret-tifica della detrazione ai finiIva. È quanto richiede l'ap-plicazione delle disposizionicontenute nel comma 54 e se-guenti della legge di Stabilità2015 (legge n. 190/2014) cheha introdotto per le impreseindividuali ed i professionistiun «nuovo» regime dei minimiche sostituisce quello previstodall'art. 27, commi 1 e 2, del dl98/2011 (che sopravvive solofino alla scadenza del quin-quennio o fino al compimen-to dei 35 anni di età), nonchéquello previsto dal successivocomma 3 (regime degli «exminimi») e quello delle nuoveiniziative produttive.

Particolare attenzione deveessere prestata da parte dicoloro che nel 2014 hannoadottato il regime ordinario(normalmente quello delle im-prese minori di cui all'art. 66del Tuir) e che nel 2015 inten-dono transitare, in presenzadei requisiti di accesso indica-ti nel comma 54 (da verificarsinell'anno 2014), nel nuovo re-gime forfettario delineato allalegge di Stabilità 2015.

Le disposizioni che, aifini delle imposte sui reddi-ti e dell'Irap, interessano il«transito» nel nuovo regimesono contenute nei commi66 e 72 dell'art. 1 della leggen. 190/2014, il cui obiettivoè evitare salti o duplicazionid'imposta a seguito del cam-biamento delle regole sotto-stanti alla determinazionedel reddito, soprattutto per leimprese.

Il primo aspetto riguardala presenza di eventuali com-ponenti positivi o negativi direddito maturati in periodid'imposta precedenti l'entra-ta nel regime dei minimi, erispettivamente non tassatio non dedotti in applicazio-ne delle regole previste dal

Tuir. A titolo esemplificativo,si pensi a plusvalenze rela-tive a beni detenuti da piùdi tre anni per le quali si èoptato per la rateizzazioneai sensi dell'art. 86 del Tuir,ovvero «quinti» di spese dimanutenzione ordinarie nondedotte in quanto eccedenti il5% del costo complessivo deibeni strumentali, ex art. 102,comma 6, del Tuir. Per talicomponenti, è previsto chenell'ultimo periodo d'impostaprima dell'accesso al regimeforfetario (ad esempio 2014per coloro che accedono alregime dei minimi nel 2015),si deve procedere all'imputa-zione reddituale per le quotenon ancora rispettivamen-te tassate o dedotte, poichénell'ambito del regime forfe-tario non è prevista l'applica-zione delle ordinarie regoledel Tuir. Lo stesso dicasi perla determinazione del valoredella produzione ai fini Irap(se il soggetto si avvale di au-tonoma organizzazione). Unaspetto particolare riguardale plusvalenze realizzate nel2014 dai professionisti chenon hanno concorso alla for-mazione del reddito di lavo-ro autonomo in quanto nonè stato incassato il relativocorrispettivo. Ora, pur rife-rendosi il comma 62 alla tas-sazione delle «quote residue»delle plusvalenze, si ritieneche per analogia anche leplusvalenze non incassate nel2014 debbano concorrere allaformazione del reddito di la-voro autonomo in tale periodod'imposta, anche se incassatenel 2015.

Il comma 72, dal canto suo,disciplina due aspetti rilevan-

ti nel passaggio dal regime or-dinario a quello forfettario, ilprimo dei quali riguarda i rica-vi o i compensi già tassati neiperiodi d'imposta antecedentia quello di entrata nel regimedei minimi, ma incassati in un

periodo d'imposta «minimo»,e viceversa. In tali ipotesi, ènecessario escludere da tas-sazione i ricavi già imputatiper competenza nei periodid'imposta di applicazione delregime ordinario, e incassati

in un periodo d'imposta in cuisi applica il regime forfeta-iio, e viceversa devono esseretassati quelli esclusi da tassa-zione all'atto dell'incasso madi competenza di un periodod'imposta «minimo». Sul fron-te dei componenti negativi, siapplicano specularmente lemedesime regole.

Per quanto riguarda i benistrumentali, è necessarioporre attenzione ai cespiti ac-quisiti prima dell'entrata nelregime forfetario, ma cedutidurante la permanenza in taleregime, poiché la plusvalenzadeve essere calcolata in basealla differenza tra corrispet-tivo incassato e costo fiscal-mente riconosciuto del beneprima dell'entrata nel regimestesso. Infatti, poiché duran-te la permanenza del regimenon è possibile dedurre quo-te di ammortamento, il costofiscale dei beni strumentali ècongelato a quello risultantealla fine dell'ultimo periodod'imposta di applicazione delregime ordinario. Appare evi-dente che la plusvalenza rea-lizzata dal minimo non incidain alcun modo nella determi-nazione del «plafond» massi-mo di ricavi conseguibili nelregime dei minimi.

A differenti conclusioni,invece, si perviene per le ces-sioni di beni strumentali ac-quisiti nei periodi d'impostadi applicazione del regime deiminimi, che devono conside-rarsi neutre, in quanto il costosostenuto non è stato dedottotrattandosi di un regime incui il reddito è determinatoapplicando una percentualesui ricavi, e considerando in

tal modo irri-levanti i costisostenuti. In-fine, il comma68 stabilisceche eventualiperdite fiscalimaturate inperiodi d'impo-sta precedentiall'ingresso nelregime forfet-tario possonoessere com-putate in di-minuzione del

reddito deter-minato in viaforfettaria daparte del sog-getto minimo,senza alcun

limite temporale.© Riproduzione riservata

Regime dei minimi Pagina 6

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Quote residuedi componenti positivi

o negativi rispettivarrnentenon tassati o dedotti

Rimanenze finali

¡va a debito o a creditonon ancora esigibile

Credito Iva

Concorrono a formare il reddito nel periodod'ia-nposLa antecedente a quello di entrata nein-alrlln-al

Rettifica della detrazione dell'Iva detratta all'attodell'acquisto nella dichiarazione Iva dell'ultimoanno di applicazione dei regime ordinario

Confluenza nell'ultima dichiarazione periodicaprin-ia di entrare nei rninirni

Rimborso o compensazione dei credito dell'ulti-mo anno di applicazione dei regime ordinario

Regime dei minimi Pagina 7

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I[ «regime di attrazione»

«Scissione» contabileanche per le StpNicola Forte

Le società tra professionisti11che effettuano prestazioni di ser-vizi nei confronti della Pa sonosoggette allo split payment. L'ap-plicazione di questo meccani-smo è una conseguenza direttadello "stralcio" delle Stp dal de-creto sulle semplificazioni fiscali.Il decreto disponeva inizialmen-te che alle Stp dovesse essere ap-plicata la normativa fiscale previ-sta per le associazioni tra profes-sionisti, ma poi tutte le semplifi-cazioni sulle Stp sono statestralciate. Il nuovo articolo i7-terdel Dpr 633/1972, al comma 2 di-spone espressamente che lo splitpayment non si applica «ai com-pensi per prestazioni di serviziassoggettati a ritenute alla fonte atitolo di imposta sul reddito».

Tuttavia, se dopo l'approva-zione del D.Lgs n. 175/2014 si do-

vesse ritenere che le Stp produ-cono reddito d'impresa, i ricaviconseguiti non saranno soggettiall'applicazione della relativa ri-tenuta con l'ulteriore effetto didover applicare il meccanismodella scissione dei pagamenti(split payment).

La soluzione consegue alle in-

dicazioni fornite dall'agenzia

delle Entrate in risposta ad

un'istanza di interpello dell'8

maggio 2014.

L'Agenzia ha affrontato il pro-blema diuna Stp, costituita infor-ma di Srl per lo svolgimento del-l'attività di dottore commerciali-sta, esperto contabile, revisorelegale e consulente del lavoro.Sono stati quindi chiesti chiari-menti sulla tipologia di redditoprodotto, la sua determinazioneai fini delle imposte sui redditi,ma anche ai fini Irap, l'applica-

zione delle ritenute e il regimeprevidenziale.

L'Agenzia ha ritenuto applica-bile il «regime di attrazione», ri-badendo l'applicazione degli ar-ticoli 6, ultimo comma, e 81 delTuir che attraggono (qualifica-no) nell'ambito del reddito d'im-presa tutti i redditi prodotti da s o-cietà dipersone (diverse dalle so-cietà semplici), società di capitali,enti commerciali. Assume dun-que rilievo fondamentale la for-ma giuridica, e non l'esercizio diun'attività professionale.

Se invece fosse stato approva-to l'articolo 11 dello schema di Dl-gs che prevedeva l'applicazionealle Stp della la disciplina fiscaledel lavoro autonomo (delle asso-ciazioni professionali) le entrateconseguenti alle prestazioniavrebbero assunto la qualifica-zione di compensi. I sostituti diimposta avrebbero applicato laritenuta d'acconto (articolo25 delDpr 600/1973) e in questa ipotesi,in base al nuovo articolo 17, le Stpsarebbero state escluse dall'ap-plicazione dello split payment.

©Alp "EOIlONE RISI RVAA

Stp Pagina 8

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L 'are 'tet a sognala da Raffi : eroica perche artecï atlvaIn un saggio Einaudi il passaggio dall'epoca delle archistar individuali al lavoro in Rete, «open source»

di Stefano Bucd

k ome sarà (o meglio com'è) la nuovaarchitettura? La risposta corre (o me-glio sta già correndo) sul web, su

quella stessa Rete dove in contemporaneastanno tramontando i sogni del progetti-sta-eroe e delle archistar. Ne è certissimoCarlo Ratti, che insieme a Matthew Qaudelha raccolto queste sue certezze in un saggiopubblicato da Einaudi (Architettura. OpenSource) che, tanto per chiarire meglio leidee dell'autore si è dotato di un sottotitoloancora più definito nell'indicare la direzio-ne: «Verso una progettazione aperta».

Ratti (nato a Torino nel 1971) lavora divi-dendosi soprattutto tra gli Usa, dove inse-gna al Mit di Boston, e l'Italia (suo il proget-to, tra l'altro, per il Future Food District del-la prossima Expo Milano): forse per questoRatti è sempre stato fautore di un modellodi creatività collaborativa, una creativitàche, comunque, non può oggi assoluta-mente fare a meno della tecnologia. E diquella particolare idea di rinnovamentoche si racchiude nella definizione appuntodi «open source»: un rinnovamento conti-nuo e che non ha un solo responsabile, mapiuttosto un'infinita rete di piccoli, grandieroi che ogni giorno arricchiscono con leloro idee, spesso persino contrastanti traloro, quel cambiamento sempre più neces-sario. Anche in architettura.

Il sogno raccontato da Ratti in questo li-bro è dunque essenzialmente un sogno dicollaborazione e di democrazia creativa, incui prima di tutto l'autore unico viene sosti-tuito da una pluralità di autori: nato nellaprimavera 2011 nell'ambito di una riflessio-ne più ampia dedicata alla «progettazioneopen source» avviata dalla rivista «Domus»

il libro ha prodotto come effetti collateraliun articolo sulla rivista, ma anche una pagi-na su Wikipedia ancora aperta su cui si ri-trova, in continuo aggiornamento, una sor-ta di manifesto per l'architettura del XXI se-colo, un'architettura ancora una volta in pe-renne trasformazione.

Per chi è abituato a considerare l'archi-tetto come un eroe moderno molto pocoaltruista e molto più egoista, il libro (checonta su 14 curatori eccellenti come JosephGrima, Hans Ulrich Obrist e Giuliano daEmpoli) può dapprima suscitare un certodisorientamento, anche perché ben pochirisultano i grandi classici citati (tra questiLe Corbusier con la sua unité d'habitation,ma anche il Vasari delle Vite). E perché lesue pagine appaiono a volte come «un veroe proprio ring per un incontro di wrestlingtra idee diametralmente diverse» (adesempio tra sostenitori dell'idea di un ar-chitetto multiforme e quelli di un progettoche nasce dal basso e dalla collettività), per«un corpo a corpo che potrebbe andareavanti all'infinito». L'architettura del futuro«deve essere corale e deve nascere a metàstrada fra la spinta dall'alto e dal basso, al-l'incrocio tra quelle che sono potenzialitàgeneratrici allo stato grezzo e la visione delsingolo» conclude Ratti.

Ma senza Internet quanti anni ci sareb-bero voluti per concretizzare questo «facciaa faccia» ? Perché il confronto costruttivo ereale sulla Rete è, in fondo, il primo grandeeffetto dell'architettura open source.

© RIPRODUZIONE RSERVAIA

II libro Architettura Open Source di Carlo RattiEinaudi (pp. 144, €11), sarà presentato do-mani alle 18 a Milano alla Libreria Open dal-l'autore e da Beppe Severgnini

Carlo Ratti

(nella foto),

nato a Torino

nel 1971,

insegna al Mit

di Boston. Il

suo libro

Architettura.

Open Source è

pubblicato

dall'editrice

Einaudi

Open Source Pagina 9

Page 13: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

Attualità LA BEFFA DEL VIADOTTO SICILIANO

ECCO cosa cvè sottoIL PONTE FRANATO

L'inaugurazione senza collaudo . Perché la fretta aiuta i verticiAnas a intascare premi . Ma nessuno è stato punito per il crollo

DI GIANFRANCESCO TURANO

P

rima di tutto, lo spettacolo.Anche a rischio di qualchebrutta figura come quella delponte smottato in Sicilia pocoprima di Capodanno. Ma

niente paura. Nessuno dei responsabiliintende dimettersi. E perché dovrebbe?Da tempo il vertice dell'Anas ha messo alcentro della sua attività le inaugurazionie le bicchierate con catering offerte ai

notabili del luogo nella speranza un po'

vana di convincere Matteo Renzi a priva-

tizzare la società pubblica nel 2016,

quando il consiglio di amministrazione

scadrà e il presidente Pietro Ciucci potrà

proporsi per l'ennesimo rinnovo.

Oggi il meglio delle forze dell'entepubblico trasformato in società di dirittoprivato lavora per moltiplicare i tagli dinastro frazionando, dividendo, suddivi-

dendo i lavori in lotti magari lunghi unchilometro o due, definiti funzionali, mache hanno la sola funzione di celebrare ilmodello Ciucci.

In tanta fretta l'incidente può capitare.Il viadotto Scorciavacche 2, sulla statale121 Agrigento-Palermo, è stato apertosenza collaudo il 23 dicembre e ha cedu-to una settimana dopo l'inaugurazione.Il presidente del Consiglio non l'ha presa

58 1 1YEE apremo 122 gennaio 2015

Opere pubbliche Pagina 10

Page 14: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

bene e ha annunciato un giro di vite contoni più da cowboy che da boyscouttwittando che «il responsabile pagheràtutto» con l'hashtag la festa è finita.

Dopo le audizioni di Ciucci tenutequesta settimana al Senato e alla Camera,si vedrà se il premier accetta lo scaricaba-rile degno dell'ispettore Clouseau («chia-mate la polizia! Ma siamo noi la polizia»)e stronca un capro espiatorio a scelta frail direttore dei lavori e il responsabile delprocedimento o se invece seguirà la stra-da suggerita da alcuni colleghi di partitoe istituirà una commissione parlamentared'inchiesta sull'Anas.

Tra i favorevoli alla seconda soluzione,ci sono il capogruppo al Senato LuigiZanda e Marco Filippi, autore di un'in-terrogazione sulla superliquidazione cheCiucci si è offerto andando in pensione erimanendo al suo posto. «Ciucci ha uti-lizzato il frazionamento», dice Filippi,«per continue celebrazioni e i premi suilavori terminati in anticipo come stru-mento di pressione sulle imprese. Per af-frontare questi temi non basta un'inter-pellanza che, peraltro, nel mio caso èsenza risposta da tre mesi».

Fra i contrari alla linea dura, c'è il mi-nistro delle Infrastrutture Maurizio Lupi,che in Anas ha un fedelissimo come UgoDibennardo, per cinque anni responsabi-le dell'Anas in Sicilia e oggi amministra-tore delegato di Autostrade Lazio chegestisce il megappalto della Roma-Latina(2,2 miliardi di euro). Sulla stessa linea diLupi c'è qualche democrat di peso comeGiuseppe Lumia, ex presidente dellacommissione antimafia e sostenitore del-le coop della Lega alleate con la cataneseTecnis di Mimmo Costanzo e ConcettoBosco sulla Salerno-Reggio Calabria esugli appalti dell'Anas in Sicilia con laCaltanissetta-Agrigento in prima fila(circa un miliardo di euro).

Ora che il danno è fatto e che la Procu-ra diTermini Imerese ha aperto un'inchie-sta, le imprese accettano le riparazioni alviadotto facendo buon viso a cattivogioco. Ma né la Tecnis né le coop voleva-no inaugurare a dicembre, con un antici-po di tre mesi, come ha lasciato intendereil presidente della Cmc Massimo Cec-chetti dopo l'incidente. «Se ci fossimopresi il tempo, col senno di poi...», hadichiarato.

Col senno di prima non si poteva inau-

gurare il viadotto per questioni ingegne-ristiche. Inoltre, non si doveva perché ècontro il regolamento degli appalti, che èuna legge dello Stato (numero 207 del2010 articolo 230) e che prescrive il col-laudo statico, non eseguito per ammissio-ne dello stesso Ciucci. Infine, non ce n'erabisogno. Un chilometro di strada nelcuore della Sicilia aperto con tre mesi dianticipo, per di più in via provvisoria econ tanto di strisce gialle a indicarlo, nonha alcun impatto sul traffico locale, già insé molto modesto.

Lo Scorciavacche 2 si trova tra i chi-lometri 226 e 227 della statale 121.Siamo nell'entroterra, a una quarantinadi chilometri a sud di Palermo, non lon-tano dalla riserva naturale di Boscodella Ficuzza. Il viadotto è in piena cam-pagna, fra pecore al pascolo e collinesormontate da pale coliche. Il paese piùvicino è Mezzojuso, che non arriva a 3mila abitanti.

Problemi di ingorghi da queste partinon ce ne sono mai stati tanto che il pro-getto preliminare prevedeva un rinnova-

MAURIZIO LUPI. SOTTO: PIETRO CIUCCI SUL LUOGODEL CROLLO. A SINISTRA: IL VIADOTTO FRANATO

mento in sede della statale 121. Però co-stava troppo poco. Allora si è optato peruna ristrutturazione con parti del tuttonuove, come i tre viadotti Scorciavacche.

Il valore totale del secondo ponte è di13 milioni di euro, mentre il rinnovamen-to della statale costerà complessivamente300 milioni di euro circa per 30 chilome-tri di tracciato. A dicembre del 2008l'Anas ha affidato i lavori a un generalcontractor, il consorzio Bolognetta, dalnome del Comune alle porte di Palermodove l'opera sarà conclusa. Il contraentegenerale si è assunto il compito di realiz-zare la progettazione esecutiva sotto lavigilanza dell'Anas.

Il consorzio Bolognetta è guidato dallaCmc di Ravenna, la maggiore cooperati-va italiana di costruzioni, insieme all'al-tra coop della Lega, la bolognese Ccc.Nell'aprile del 2011 le due cooperativehanno ceduto una partecipazione delconsorzio per fare entrare in società lacatanese Tecnis, un'impresa emergente alivello nazionale che di recente è andataincontro a qualche disavventura. Oltre aiproblemi della statale 121, si segnala lavicenda del porto di Tremestieri, a sud diMessina, costruito per imbarcare e sbar-care i mezzi pesanti che da decenni im-piombano il traffico urbano di Messina.Il porto è stato aperto, chiuso, riaperto loscorso agosto e infine affondato da unasciroccata all'inizio di novembre.

Fra i lavori commissionati dall'Anas inportafoglio all'azienda di Bosco e Co-stanzo ci sono il macrolotto 3.3 dellaSalerno-Reggio fra Campotenese e l'usci-ta Morano Calabro-Castrovillari dove aluglio del 2013 la Tecnis ha ottenutodall'Anas una gratifica da 26 milioni di

euro per avere conse-gnato in anticipo le ope-re. Anche qui, non èchiara la ratio di spen-dere altri soldi pubblici,oltre ai miliardi di extra-costi già sostenuti, perun segmento di 11 chi-lometri che è precedutoe seguito da tratti distrada vecchia, senza lacorsia di emergenza econ opere nemmeno ap-paltate.

Fatto sta che, appena® dopo avere ricevuto i ►

22 gennaio 2015 1 1ESpresso 159

Opere pubbliche Pagina 11

Page 15: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

26 milioni di premio, ad agosto del 2013Tecnis ha conquistato anche la realizza-zione della variante di Morbegno (statale38 dello Stelvio): meno di 10 chilometriper 226 milioni di euro di appalto.

In attesa dei risultati della commissioned'inchiesta interna dell'Anas, guidata daMassimo Grisolia, ordinario di geotecni-ca alla Sapienza di Roma e membro delconsiglio superiore dei lavori pubblici, sipuò tentare un'analisi di quello che èsuccesso al viadotto di Mezzojuso.

Dal materiale fotografico che "l'E-spresso"ha potuto sottoporre a ingegne-ri e progettisti emerge che le ragioni delcedimento sono abbastanza semplici econnesse in modo diretto all'aperturaanticipata.

Il rilevato dove si appoggia la spalla delponte è smottato perché non era statosufficientemente rullato e compresso.Non era maturato, come si dice in gergotecnico. I tubi di drenaggio che escono dalrilevato dimostrano che il manufattoconteneva ancora molta acqua e chequest'acqua ha finito per destabilizzarel'intero viadotto.

Durante la sua visita in Sicilia del 7gennaio, Ciucci ha detto ai cronisti che ildanno è da poco (100 o 200 mila euro),che sarà pagato dal general contractor eche l'Anas ha il merito di avere tempesti-vamente chiuso la strada al traffico. Haaggiunto che il viadotto aveva ottenuto

un certificato di agibilità ma non ha dettoche questo certificato può essere datosolo dopo il collaudo statico.

Il collaudo statico non poteva avveni-re perché la commissione, composta daMichele Minenna, ex direttore lavoridell'Anas in pensione, da Fausto DeSantis, segretario particolare di Ciucci,e da Eugenio Gebbia, capo comparti-mento di Napoli, non aveva mai effet-tuato una sola visita sul cantiere. Quindiil responsabile del procedimento, Clau-dio Bucci della direzione regionaledell'Anas, non aveva potuto chiedere ilparere ai collaudatori.

Inoltre, il 28 novembre Minenna si eradimesso adducendo motivi personali,seguito da De Santis. I sostituti, il diretto-re della ricerca in Anas Eleonora Cesolinie Bruno Brunelletti, vicedirettore dellamanutenzione straordinaria, non hannocontrofirmato l'accettazione dell'incari-co, necessaria per procedere visto che icollaudi vengono pagati a parte.

A partire dalle dimissioni di Minennae De Santis, il pasticcio siciliano vieneallestito con una tempistica stringente. Il18 dicembre si è tenuto il consiglio d'am-ministrazione dell'Anas. Quel giorno ilcda ha annunciato l'approvazione di al-cuni progetti esecutivi. Tra questi, la va-riante di Morbegno affidata alla Tecnis.L'importo complessivo dell'opera è rima-sto fermo a 226 milioni di euro ma la

IL CANTIERE SULLA SALERNO-REGGIO. NELL'ALTRA PAGINA: RAFFAELE CANTONE E LE OPERE DEL MOSE

60 112spresso 122 gennaio 2015

composizione delle voci di costo interneè cambiata in modo significativo. I lavorisono passati da 145 a quasi 160 milioni,con un aumento nell'ordine del 10 percento per una revisione dei prezzi richie-sta dall'impresa appaltatrice.

Il 22 dicembre i vertici dell'Anas, gui-dati da Ciucci e dal suo braccio destro, ilcondirettore generale Alfredo Bajo, sonopartiti per la mini-tournée al Sud che èiniziata con l'apertura dell'ultimo trattodel macrolotto 6 della Salerno-Reggio(3,8 chilometri). Il viaggio è proseguito ilgiorno dopo, martedì 23 dicembre, conl'inaugurazione del viadotto Scorciavac-che. Le feste natalizie sono state interrot-te bruscamente il 30 dalla notizia che ilrilevato del ponte stava incominciando asmottare e che sull'asfalto stavano appa-rendo le prime crepe.

Sui motivi dell'accelerazione all'inter-no dell'Anas circolano varie interpreta-zioni. La prima riguarda l'Mbo (Mana-gement by objectives) destinato ai diri-genti. Dietro la sigla inglese si nascondela parte variabile degli stipendi basatasugli obiettivi che i dirigenti danno astessi. La pratica è passata dal settoreprivato a quello pubblico e anche i diri-genti del ministero hanno bonus spessocollegati all'attività dell'Anas.

In sostanza, più inaugurazioni ugualepiù soldi a fine anno.

L'altro motivo che avrebbe convinto leimprese ad affrettare l'apertura del via-dotto è il premio di anticipazione da ri-conoscere alle stesse imprese sulla falsa-riga di quanto accaduto per il macrolotto3.3. Nel caso della statale 121 non èprevista una gratifica alle imprese per laconsegna anticipata anche a causa delsuperbonus concesso a Tecnis nel 2013,che aveva scatenato polemiche mediati-che e interrogazioni parlamentari.

Alcuni dirigenti dell'Anas però sotto-lineano che Tecnis aveva meno motivodi resistere alle richieste di Ciucci e Baiodopo avere ottenuto quasi 15 milioni dieuro di revisione prezzi sulla variante diMorbegno.

È l'applicazione alle grandi opere delprincipio che una mano lava l'altra.Adesso spetta al Parlamento e all'ese-cutivo stabilire se questa politica è leci-ta o anche soltanto efficiente. A guar-dare le immagini del viadotto sicilianonon si direbbe. n

Opere pubbliche Pagina 12

Page 16: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

Il punto dopo la proroga delle detrazioni al 50 e 65 per cento

Bonus su lavori e mobilia scadenza unificataCon la leggedi Stabilità«scalino» unicoal 36% dal 2016A CU RA 01

Marco Zandonà

Scadenza unificata al 31 di-cembre per tutti i bonus legati ailavori in casa. L'articolo 1, com-mi 47-48 della legge di Stabilità2015 (legge 190/2014), ha proro-gato in misura potenziata al 31 di-cembre 2015 tutti i bonus fiscaliin scadenza al 31 dicembre 2014,concedendo ancora un anno ditempo per fruire della maggioredetrazione per le ristrutturazio-ni edilizie, per gli interventi di ri-qualificazione energetica e perl'acquisto di mobili e elettrodo-mestici per arredare le case ri-strutturate.

Anche nell'ottica della sem-plificazione si è unificato pertut-ti ibonus il termine ultimo di ap-plicazione. Dal 1° gennaio del2016, quindi,resterà invigore so-lo la vecchia detrazione del 36°sino a 48mila euro di spese, pre-vista in modo permanente dal-l'articolo 16 del Tuir (Dpr917/1986) per gli interventi di ri-strutturazione edilizia e di ri-sparmio energetico sugli gli edi-fici residenziali.

La legge di Stabilità sopprimeanche la graduale riduzione del-lapercentuale di detrazione pre-vista sino al 31 dicembre 2014 eche prevedeva, prima del ritor-no alla detrazione nella misuradel 36% dal l° gennaio 2o16, l'ap-plicazione dei benefici nella mi-sura del 40% fino a 96mila euro,per le spese di ristrutturazioneedilizia sostenute dal1° gennaio2015 il 31 dicembre 2015 e la ridu-

zione al5ooio (dal 65%) perle spe-se di riqualificazione energetica.

La detrazione al 50%La legge di Stabilità ha prorogatola detrazione Irpef "potenziata"al 5o% per il recupero ediliziodelle abitazioni, nel limite mas-simo di 96mila euro per unitàimmobiliare, per le spese soste-nute dal 1° gennaio 2015 al 31 di-cembre 2015, relative a:

interventi di recupero edi-lizio (manutenzione ordinariasulle parti comuni, manuten-zione straordinaria, restauro,risanamento conservativo e ri-strutturazione edilizia), non-ché ulteriori interventi agevola-bili (ad esempio, eliminazionedelle barriere architettoniche,misure volte a prevenire atti il-leciti di terzi);

acquisto di abitazioni all'in-terno di fabbricati interamenteristrutturati da imprese di co-struzione o ristrutturazione im-mobiliare che provvedono, en-tro 18mesi dal termine deilavori,alla successiva vendita o asse-gnazione dell'immobile.

Il bonus mobiliLa proroga al 31 dicembre 2015vale anche perla detrazione Ir-pef del 5o%, sulle spese sostenu-te per l'acquisto di mobili edelettrodomestici, ivi compresi igrandi elettrodomestici dotatidi etichetta energetica, di classenon inferiore allaA+ (Aperi for-ni) destinati alle abitazioni ri-strutturate, fino a una spesamassima di lomila euro. Ai finidella detrazione, le spese soste-nute per l'acquisto di mobiliverranno considerate a pre-scindere dall'importo delle spe-se per i lavori di ristrutturazio-ne, come, peraltro, già previstoper le spese sostenute fino al 31dicembre 2014.

Il risparmio energeticoProrogata anche la detrazioneIrpef/Ires del 65° per la riquali-ficazione energetica degli edifi-ci esistenti, perle spese sostenu-te fino al 31 dicembre 2015, anchecon riferimento ai lavori su particomuni condominiali (o su tuttele unità immobiliari che com-pongono il condominio).

In tale ambito, con riferimen-to agli adempimenti relativi allafruibilità della detrazione del65-Io per il risparmio energetico,l'articolo 12 del Dlgs 175/2014, haeliminato l'obbligo di inviare al-l'agenzia delle Entrate la comu-

Lo sconto ancheper il notaioAnche le spese notariliconnesse alla creazione di unvincolo pertinenziale adabitazione di un sottotetto,oggetto di interventi diristrutturazione, rientrano traquelle detraibili al 5o per cento.Questo quanto precisatodall'agenzia delle Entrate con larisoluzione n.u8/E del 30dicembre 2014. La detraibilitàdelle spese notarili, in generaleescluse da quelle ammesse al5ooio, è giustificata in questocaso dal fatto che la costituzionedel vincolo pertinenziale èfunzionale a ridurre i contributidi costruzione, a loro voltasempre detraibili. L'onerenotarile segue il medesimoregime fiscale e deve essereammesso in detrazione.

ORI PRO D U7 ONE RISERVAI A

nicazione in caso di interventiche si protraggono oltre il perio-do d'imposta. Le Entrate, nellacircolare n.31/E del 3o dicembre2014, hanno chiarito che la sop-pressione di tale obbligo vienericonosciuta siaper i soggettibe-neficiari con periodo d'impostacoincidente confanno solare siaperi soggetti con periodo d'im-posta non coincidente con l'an-no solare. Inoltre, in applicazio-ne del principio di favorrei nelleipotesi di omesso o erroneo in-vio della comunicazione primadel 13 dicembre 2014 (data di en-trata in vigore del Dlgs 175/2014),la sanzione (da 258 euro a 2.065euro) non è dovuta, a condizioneche, alla medesima data, non siagià intervenuto un provvedi-mento definitivo di applicazio-ne della sanzione.

Prorogata per tutto il 2o15 an-che la detrazione del 65° o per in-terventi di messa in sicurezzastatica delle abitazioni principa-li e degli immobili adestinazioneproduttiva.

Per tutti ibonus restano fermele attuali modalità operative del-le detrazioni, che devono essereripartite in 1o quote annuali dipari importo e recuperate dalladichiarazione relativa al perio-do di imposta in cui vengonoeseguiti i lavori.

La ritenuta sui bonificiPer le imprese esecutrici dei la-vori, sempre da11° gennaio 2015,incide negativamente sui flussidi cassal'aumento, dal4° o all'8° o,della ritenuta operata dalle ban-che al momento dell'accreditodei bonifici di pagamento validiper il 5o% e per il 65° delle speseagevolate, atitolo di acconto del-le imposte sul reddito liquidatedefinitivamente in sede di di-chiarazione dei redditi.

Bonus edilizia Pagina 13

Page 17: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

Le modifiche alla disciplina nel 2015

La detrazio neirpef;iresdel65% per la riqualificazioneenergetica per le spesesostenutedali gennaioat31dicembre 2015, è estesaall'acquisto e posa in opera dischermature solari , nei limitemassimo di detrazione pari a60mifa erro.fili irripianti detraibili sonoindividuati ne M'allegato lv3 aiDlgs 29 dicembre 2006. n.3sui criteridel rendimentoenergetico neii'edihzia.Vi rientrano, ad esempio, letende esterne, le chiusureoscuranti, dispositivi diprotezione solare incombinazione con vetrate c onspecifici requisiti ditrasmi stanza termica, esclusedalia detrazione del65%Anoa131 dicembre 2014, che eralimitata ai soli interventi checonsentivano un risparmio perla cbmatizzazioneinvernale.Ai contrario, le schermaturesolan, ora agevolate,realizzano un risparmio perlaChrrratizzazione_ estiva.L'altro nuovo interventoagevolato al 65% è l'acquistoe la posa in opera dì impiantìdi ctioriatizzazione invernaledotati di generatori di calorealimentati da biomasse (fluitirinnovabili) combustibili.ti limite massirnodidetrazione e pero pari a30mila euro. Salta così ilvincolo che fino al 31dicembre 2014 consentivile caldaie abiomassal'applicazione dei beneficifiscali solo se conl'installazione l'immobileraggiungeva i requisitienergetici deltariqualificazione energeticaglobale dei Vedi ficio

Per t:-ittcil2075 rimane in

?ngoreil" bonusantisismka",

ossia la detrazione trpefíire s

(si applica a nche a lle societl ed

enti), dei 65% nei limite

massimo di spesa di 96nila

erre, per interventi dimena in

sicurezza statica delle

abitazioni principati e degli

immobili a destinazione

produttiva, situati nelle

zone sismiche le 2,1ndi'•/rduatein base all'Ordinanza delpresidente del Consiglio deiministri n. 3274 (Ie 12003.Sitratla di interventi oliprevenziuune antisismica nellezone a pini alta pericolositàdella mappatura sismica delterritorio nazionale.La detrazione si applica agiiinterventi per iqualilarichiesta deltitoloediiizio deifavori è stata presentata apartiredal4 agosto 2013 , cinta dientrata in vigere della legge00/2013.1 benefici sonorrcont?s(-iuti in favoie degliinterventi d i pressa ira sicurezzastatica sulle parti strutturali eper la redazione delladocumentazione obbligatoria,atta a t umpruvare talesicurezza statica.Per le altre zone di territoda

nazionale colpite da eventi

sismici, gli interventi di

ricostruzione sia per l'abitativo

che per ilnon abitativo

fruiscono comunque della

detrazione del SO°/, ai sensi

dell'articolo 16 bis del Dpr

917/86 che al comma 1, lettera

c) riconosce il diritto alla

detrazione del50%a

conliizioneche per itterritorio

colpito dalla calamità naturale

sia stato dichiarato lo statodi

emergenza

Anche per tutto ii2015 iadetrazione del 511 nei limitedi O6mi la curo (detrazionemassima paria 48r pila eranda ripartirsi in 10 quoteannuali d 4,800 erro Puna) èriconosciuta per t'acquisto cabitazioni poste all'interno difabbricati interamenteristrutturati dia imprese dicostruzione o ristrutturazioneimmobiliare, ovvero dacooperative edilizie, cheprov •ieclorro , entro 18 mesi (enon più entro 6 mesi) cia lremPie &i cola 112,successiva vendita e,assegnazione deii'immobiie.La detrazione va calcolataforfetariamente,su unimporto pari al 25% cielcorrispettivo di acquisto. Adesempio, su una casa vendutaa 200mia curo la detrazionee paria 25mi la er.irc, ossia a 150% ciiSOn liacifro).Coree accennato), la legge diStabilita 2015 (legge190;2014) ha introdottoun'irtiportarrte novità' haesteso da sei a. 18rnesiiltermine concesso alleimprese di ristrratiiirazionepervendere l'immobile dopola fine dei lavori,in sostanza, dal 1' gerrrra io oliquest'anno, le impreseavrarinoun anno di tempo inpA pervendere le caseristrcitturate (sei lavorifiniscono al 31 dicembre2015J a casa potrà esserevenduta coni benefici fiscalisino x130 giugno 2017).La detrazione del 50% èriconosciuta solo per gliinterventi culo-terra cioè perquelli che abbianointeressato l'interofabbricato

La legge di Stabilità unifica al31 dicembre 2015 , la duratadei benefìci t incah A misurapotenziata, pertutti i bonusfiscali anche per gli interventioli rio r.Ealiticazioneenergetica(detrazione de! 65`, d'ellespese sostenrite) sul leparti comuni condominiali,cui ia previgente legge {iistabilità 2014 concedeva unlasso di temporale cii sei mesiO più per sostenere le spese.Infatti, sino ai 31 dicembre209.4, per gli interventi sulleparti comuni degli edificicondominiali e per gnelli clicniguardiavano tutte le unitàimmobiliari di cui si componeil singolo condominio, ladetrazione del 65%5iapplicava perle spesesostenute sino al 30 giugno2015, a fronte del seri ii ine del31 dicembre 2014 previstoper gli i nterventi sul le singoler.niitaimmo'bihari(articoloilegge 147/2013).in pratica pergli interventicondominiali anche inassenza cii proroga c'eranosei mesi di tempi in più perfruire detta detrazíoneinmisura potenziata dei 65'tproprio in relazione ail lmaggiore difficoltà operativa(necessità dì assemblea edeliberaconcior inialedapprovazione dei lavori), taraanche peri lavori cii risparmioenergetico che coinvolgono leparti commi di un immobilelterrnine ultimo di

sosterrirnento della spesa(bonifico effettuatodall'amministratore , non daisingoli condòmini) per fruiredella maggiore detrazioneciei65°%èil31dìcernbre2M5

Bonus edilizia Pagina 14

Page 18: Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. - 19 gennaio 2015 Pagina II Sole 24 Ore 19/01/15 P. 1 L'autonomia incerta

Indagine sull'efficienza nell'utilizzo delle risorse da parte delle Regioni

Rifiuti, la burocrazia frena i fondiChe nelle regioni italiane il

problema rifiuti urbani sia affron-tato con risultati fortemente di-versi è sotto gli occhi di tutti, resi-denti e non, e lo raccontano le cro-nache delle emergenze locali.Un'ulteriore conferma, basataquesta volta sull'analisi dei bilancipubblici, arriva da uno studio rea-lizzato daThesis Ambiente, in col-laborazione con l'Università diPi-sa, e promosso da Comieco (Con-sorzio per il recupero e il riciclodegli imballaggi a base cellulosi-ca). Ebbene, secondo lo studio, leRegioni, oltre a muoversi in ordinesparso nell e modalità di rendi con-tazione degli stanziamenti al set-tore, denotano una diversa effi-cienza nell'utilizzo delle risorse,con conseguenze sul successodella raccolta differenziata (Rd):le regioni più "-virtuose" in terminidi spesa sono anche quelle dove sisono raggiunti ilivellipiùaltidiRd.

Laricerca è stata commissiona-ta con l'obiettivo di individuarel'effettivo flusso finanziario a di-sposizione degli enti locali per laRd e, quindi, di verificare come siinserisca in questo contesto l'atti-vità dei consorzi di filiera per il re-cupero e riciclo degli imballaggi. Iconsorzi infatti- osservano da C o-mieco - da anni rappresentanouna garanzia di versamenti certi erapidi per gli enti locali a frontedell'attività di Rd, attraverso il si-stema dei corrispettivi agli enti inconvenzione: per quant o riguard ala sola frazione cellulosica, in 13anni è stato corrisposto più di unmiliardo di euro agli enti localiconvenzionati.

«Le complicazioni in tema diri-fiuti emergonogiàinfase direperi-mento e analisi dei dati - osservaClaudio Del Lungo, coordinatoredel progetto di Thesis Ambiente -e riguardano la trasparenza: si è ri-levata infatti un'estrema eteroge-neit ànei criteri di redazione deibi-lanci delle varie Regioni. Inoltre,se i preventivi arrivano in tempi

accettabili, i consuntivi non sonoapprovati che a distanza di 20-24mesi. Un altro fattore che generaconfusione è l'aggregazione dellespese che solo raramente riguar-dano isoli rifiuti, mentre in generesono associate alle bonifichequando addirittura anche ad altrevoci di carattere ambientale».

I bilanci a consuntivo più con-frontabili sono quindi quelli relati-vi al 2012, anno per il quale si regi-strano 1,3 miliardi di euro com-plessivamente stanziati (tra resi-dui iniziali e di competenza).

«A partire da questo dato - os-serva Del Lungo - dalla ricercaemergono due importanti ele-menti: in primo luogo, le Regioni

hanno una velocità media di spesapari a 36 mesi , una tempistica checerto non contribuisce a creare la-voro e sviluppo . Si ricorda infattiche il ruolo delle Regioni nell'am-bito dei rifiuti riguarda prevalen-temente investimenti ( come im-piantidiselezioneo dicompostag-gio) chevengono assegnati trami-te bandi con il lungo iterprocedurale che questo sistemacomporta. In secondo luogo, se siguardano i preventivi 2014, si notaun dimezzamento della massa di-sponibile rispetto al 2012 (0143 mi-lioni). Traleragioni di questaridu-zione, le minoririsorse peri tagli aitrasferimenti dallo Stato e ïl rein-dirizzo dei residuiverso altri capi-

toli di spesa». Infatti le risorse fi-nanziarie originariamente desti-nate ai rifiuti che non vengono uti-lizzate potrebb ero non affluire piùal settore: in tutto, nel 2012, tra eco-nomi e, perenzi oni (residui inizial ieliminati) e minoriimpegni (som-me stanziate, ma non impegnatenell'esercizio), sono rimasti 333milioni, per quasi la metà imputa-bili alla Sicilia (137) e per altri 40milioni alla Calabria.

Non tutte le Regioni, tuttavia,

secondo la ricerca di Tehsis Am-

biente, evidenzi ano gfi stes si ritar-

di: alcune, come Piemonte, Friuli

Venezia Giulia, Veneto oLombar-

dia, hanno quasi azzerato la spesa

di competenza nell'ambito dei ri-

fiuti, essendo riuscite a spendere

sapientemente e non si trovano

quindi nell'urgenza di destinare

ulteriori stanziamenti per il setto-

re. Si tratta peraltro di quei territo-

ri più virtuosi nella raccolta diffe-

renziata. Al contrario, dove la spe-

sa di competenza aumenta di più

(si vedano Puglia, Sicilia, Lazio,

Campania nel 2014) non si sono

raggiunti standard sufficienti sul

fronte delrecupero e delriciclo.

Tra lungaggini e inefficienze,gli stanziamenti regionali per ilsettore intanto continuano a dimi-nuire: dal confronto tra i bilancipreventivi emerge un 9,4% in me-no dal 2013 al 2014, ma addiritturadel 50% nel triennio 2012-2014.

In conclusione - osservano daComieco- emerge l'urgenza di de-fmire, daparte delParlamentounanuova procedura per velocizzarela capacità di spesa delle Regioni edi una revisione dei criteri di ela-borazione e presentazione dei bi-lanci perché siano più trasparentied omogenei, con l'eventuale in-troduzione di forme premiali neltrasferimento delle risorse stataliper quelle Regioni che raggiungo-no e superano nei tempi previstigli obiettivi di spesa.

R.Ca.

FRODuZIONEf JATA

Sul territorio

Gli stanziamenti (residui e competenza) delle Regioni per i rifiuti urbani(bilanci preventivi i n milioni di euro ) e la differenza %2014/2013

Re Poni--------Abruzzo

2012

0,02 8 ,11 5.73 -29,4Basilicata 0,98 20 ,551' 0,4Calabria 81,25 51,33 2S.641 -50,1Cam p ania 34,85 41 ,16 41.16 0,0Emilia Romagna 12,28 1,74j .5,8() 237,6Friuli V.G. 3 ,55 0,33 0,01 -95,6Lazio 136,95 116,79 94.03 -19,0

Liguria ---Lombardia

14--- --'---3212,02

31,6715,99 1

,25,13'1 7.78

-20,711,2

Marche 11,79 2,151 1.891+ -12,1Molise 8 ,53 4,771 0.55'11 37,4Piemonte 17,75 0,00 0.00± 0,0Bolzano 21,92 9,771 8.74 11 -10,6Trento 4,54 3,2511 3,2 2 -0,8Puglia 441,82 210,62] 200.76 -1,8Sardegna 47,30 41,471 6,55' 12,3Sicilia 287,67 57,03, 51):5iii -7,1Toscana 110,23 69 ,23 6-1,3.71 -7,1Umb r ia

12-56,6

d'Aosta i 15,07 5,75 87 1 .' ' -60,4Veneto 15.76 11.0; -9.7

Fonte: ricercaThesisAmbiente

Rifiuti Pagina 15

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Licei, tecnici, professionali: le vie verso il lavorodi Gaia Giorgio Fedi

aw. Alle superiori l'indirizzo preferito deiragazzi italiani è il liceo scientifico. I datidel ministero dell'istruzione sulle iscri-zioni all'anno scolastico 2014/2015 rile-vano infatti che dopo la terza media il22,7% dei ragazzi che decidono di prose-guire gli studi (che sono a loro volta il 93%del totale, dice l'Istat) hanno optato per illiceo scientifico: tra questi, la fetta piùconsistente (il 15,6% dei ragazzi) ha sceltol'indirizzo tradizionale, ma è aumentatol'interesse per l'indirizzo scienze appli-cate (6,3%), mentre l'indirizzo sportivo èstato scelto solo dallo o,8% degli studenti.In calo il liceo classico, che è stato sceltosolo dal 6% dei ragazzi, mentre il 7% degliiscritti ha scelto il liceo di scienze umane,

l'8,8% il linguistico, il 4,1% l'artistico,

mentre sugli altri indirizzi si rilevano

percentuali residuali. Complessivamen-

te, uno studente su due ha scelto di conti-

nuare in un liceo, mentre i13o,8% haopta-

to per un istituto tecnico e il 19,4% per un

istituto professionale. Se si guardano i

numeri delle singole regioni, tuttavia, si

nota che il liceo è la scelta preferita so-

prattutto nelle aree di Centro-Sud, dove

la preferenza per questo genere di scuole

supera la media nazionale, con punte

particolarmente elevate in Lazio (dove le

iscrizioni sono state il 60% del totale). Gli

istituti tecnici sono invece leggermente

più apprezzati al Nord, soprattutto nelle

regioni di Nord-Est come il Veneto, in cui

la percentuale di iscritti è del 37,8%.

Ma quali sono poi gli sbocchi delle sin-gole scuole superiori, sia sul fronte del-l'occupazione dopo il diploma, sia su

fotografia

Le iscrizioni nell'anno 2014/2015. In %

LICEI

ISTITUTI

TECNICI

ISTITUTI

PROFESSIONALI

Nord-Ovest 49,50 33,10 17,40

Nord-Est 43,40 36,40 20,30

Centro 55,40 27,10 17,50

Sud 49,80 29,00 21,20

Isole 50,40 28,50 21,10

quello della prosecuzione del percorsod'istruzione? Se pensiamo agli studentiche decidono di iscriversi all'università,che secondo un'indagine 2013 di Alma-diploma sono stati circa il 64%, il grandefavore riscosso dal liceo scientifico appa-re coerente con le prospettive occupazio-nali offerte dalle facoltà di matrice scien-tifico-matematica, che superano quelledi altre specializzazioni. Il XV RapportoAlmalaurea del 2013 sulla condizione oc-cupazionale dei laureati rilevava, peresempio, che a cinque anni dalla laureachi ha fatto studi medici ha un tasso di oc-cupazione del 96,5%, chi ha studiato di-scipline economico-statistiche ha un la-voro nel 93,6% dei casi, chi è laureato iningegneria nel 93,3% Una laurea scienti-fica nel cassetto consente anche di avereuna retribuzione più generosa: a unquinquennio dalla laurea gli ingegnerihanno uno stipendio mensile medio di1.748 euro, i medici di 1.662 euro, mentrei laureati in discipline economiche e sta-tistiche guadagnano 1.603 euro.

Per i ragazzi che invece decidono dicercare lavoro dopo la licenza superio-re, l'indagine diAlmadiploma evidenziache, a cinque anni dal diploma risultanooccupati 41 ragazzi su cento, mentre il30% è ancora all'università e il 16% co-niuga studio e lavoro. Tra i diplomatiche studiano e basta il 5o% proviene dalliceo, il 23,5% dall'istituto tecnico e l'11%dall'istituto professionale. Le percen-tuali sono ribaltate peri diplomati chedopo un lustri non frequentano l'uni-versità e già lavorano: sono il 66% tra idiplomati degli istituti professionali, il48% tra quelli degli istituti tecnici e soloil 17% tra gli ex liceali.

FONTE: Dati Servizio statistico del Miur CBIPRODUZIONE RISERVATA

Scuole Pagina 16

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Un Codiceper rilanciarei Won! appalti

ra la speranza e l'au-spicio. Gli architetti vi-

pongono molte aspettativeverso il nuovo Codice degliappalti: sperano che. servaa «normalizzare» un set-tore delle opere pubblicheserppie molto «a_urholen-to» e discutibile.

«Ci auguriamo che ilnuovo Codice eviti gli erroriche hanno consentito losvilupparsi ciel fenomenotipicamente italici o, delleopere pubbliche incom-piute -- ribadisce Leopol-do ieyiie, presidente deiConsighio nazionale degliarchitetti ! a strada dapercorrere e quella deiconcorsi per affidare gliappalti, l'unica via che possa garantire architetture diqualità: della condivisonedei progetti con le comuni-tà; di una seria prograin-niazione che metta a si-stema le potenzialità eco-nomiche e le risorse dkpo-sibili. Tutto coiPotràevitare che scelte politiche.sbagliate, troppo spessodettate dai favorÍtismi,Piovoch no ritardi e con-tenziosi, accrescendosprecl i th risorse sul pianoambientale, economico esociale,.

1. TRG.

Architetti Pagina 17

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DOPO IL MOSE

Le primarieper fintache Venezianon merita

di Francesco Giavazzi

e primarie del Partito de-mocratico per il sindaco

di Venezia sono la dimostra-zione che in Italia il consen-so politico continua a poteressere acquistato. Con ladifferenza che ora comprar-lo costa non più di qualchespicciolo: quanto necessarioper organizzare poche mi-gliaia di cittadini e spedirli avotare alle primarie del Pd.Decapitate dall'inchiesta sulMose, le imprese che negliscorsi vent'anni, grazie aleggi ad hoc, hanno sottrat-to ai contribuenti 2,3 miliar-di di giuro (cifra documenta-ta in Corruzione a norma dilegge, Rizzali 2015) sono ra-pidamente risorte e stannoper vincere di nuovo.La politica sembra non avercapito nulla. O meglio: iospero che non abbia capitonulla perché la drammaticaalternativa è che ancora unavolta essa sia connivente,come lo fu in passato quan-do approvò le leggi che han-no consentito che il Mose sitrasformasse in un «furto le-gale» ai danni dei contri-buenti.

con nua a pagina 14

Opere pubbliche Pagina 18

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c°c4iO delle pri íaric, che V leZii

SEGUE DALLA PRIMA

Mentre Matteo Renzi commissariava i lavori inLaguna, le imprese che da quei lavori hannolucrato i 2,3 miliardi si sono già spostate suun'altra partita: il grande porto off-shore chevogliono costruire con denaro pubblico inmezzo all'Adriatico. Costo previsto, poco più di2 miliardi di giuro. Per realizzare quell'inutilema ricchissimo progetto serve una politicadebole e un sindaco che non si opponga agliinteressi delle imprese in campo. Un sindacoche nei fatti non impedisca il sacco di Venezia.Abilmente gestite, le primarie di Venezia cidaranno quel sindaco. Un giornalistaveneziano, Nicola Pellicani, personacertamente perbene, ma che non si è maiespresso pubblicamente contro le imprese delmalaffare e del quale non si conosce il progettoper la città. Pellicani è fortemente sostenuto daMassimo Cacciari che ha governato Venezia per15 dei vent'anni in cui il Consorzio VeneziaNuova, gestendo i lavori del Mose, hasaccheggiato la città. Poiché nelle primarie dicoalizione Pellicani dovrà sfidare un avversarioforte, il senatore del Pd Felice Casson, avràbisogno di molti appoggi: quelli che le impresedel Mose certamente gli offrirannoconsentendogli di battere Casson. Maprocediamo con ordine. La strategia con cuialcune imprese riescono a trasformare le operepubbliche in rendite straordinarie è sempre lastessa. Prima si rinviano le decisioni e si lasciache monti un problema drammatico. Le grandinavi che mettono a rischio la basilica di SanMarco, o l'Expo, i cui lavori non comincianonel 2oo8, quando fu scelta Milano, ma 5 annidopo, quando ne mancano meno di 3all'apertura della manifestazione. Probleminoti da anni, ma lasciati macerare, così che, difronte all'emergenza, la politica si trovicostretta a decidere letteralmente in poche ore.A quel punto le sole opzioni concretamentedisponibili sono quelle abilmente preparate daalcuni. Ma per poterle realizzare c'è bisogno dimodificare qualche norma. E la politica, presaper la gola, non ha alternative. Così si creano lerendite straordinarie di cui si approprianolegalmente i costruttori delle grandi opere.(Poi ci sono anche gli stupidi che rubano, eche, come si è visto nella vicenda del Mose,sono rapidamente scaricati da chi è impegnatonel gioco vero). Così è accaduto che lecertificazioni antimafia siano state sospese pergli appalti dell'Expo perché bisognava farpresto (poi fortunatamente è arrivata l'Autoritàanticorruzione di Raffaele Cantone a riportarela legge). Così è accaduto nella vicenda del

cl_opo il 1) non merMose: dopo l'alluvione del 1966 si lascianotrascorrere 4o anni e infine, nel 2006, lapolitica si trova a dover decidere in poche ore.Sul tavolo del governo di Romano Prodi c'è ilprogetto del Consorzio Venezia Nuova,preparato da anni e corredato dalle valutazionidi una messe di esperti internazionali, tuttiscelti dal Consorzio. Un progetto che nessunoha mai discusso seriamente. L'alternativa sonole soluzioni radicalmente alternative al Moseportate dal sindaco Cacciari. Che fa Prodi?Zittisce il ministro dell'ambiente che strillavaed agitava il giudizio negativo dellaCommissione di valutazione sull'impattoambientale del Mose e dà il via libera alprogetto del Consorzio.Così sta accadendo per il porto off-shore che sivuol costruire nel mezzo dell'Adriatico.La tecnica in questo caso è sfruttarestrategicamente il clamore internazionaleprodotto dalle foto delle grandi navi chetransitano davanti a San Marco. Il decretoClini-Passera che sospendeva quei passaggi fuapprovato dal governo Monti due anni fa. Poifu sospeso, perché ci fosse il tempo di studiaresoluzioni alternative. Poteva essereun'occasione per riflettere sullariorganizzazione dei porti dell'Alto Adriatico,magari concentrando le navi commerciali aTrieste e spostando le navi da crociera aMarghera, dove potrebbero arrivare giàdomani usando il canale percorso dallepetroliere Ma non a caso per due anni non si fanulla. Intanto la pressione internazionalecresce: sul tavolo c'è una sola soluzione,proposta dal presidente del porto di Venezia,Paolo Costa. Richiede lo scavo di un nuovocanale che porti le navi in città aggirando ilbacino di San Marco. È palese che questa è solouna pezza tappa-buchi: navi sempre più grandiarriveranno comunque nel centro della cittàstorica, una situazione alla lunga insostenibile.Ma è proprio questo quel che vogliono Costa e icostruttori. Creare una situazione insostenibilecosicché si sia «costretti» a decidere lacostruzione del porto nel mezzo dell'Adriatico,un altro ricco lavoro decennale per le impresedel Mose. Dopo quanto accaduto, Venezia devefermarsi e riflettere sul suo futuro: vuolediventare Disneyland, o rimanere una città? Ein questo caso con quali attività produttive?Sono scelte che richiedono una politica forte edecisa, soprattutto nei confronti dei «padronidella città», interessati al suo futuro solo per lerendite che essa garantisce. E un vero peccatoche la politica sembri non capirlo.

Francesco Giavazzi© RIpRODUDONE R6ERVATA

Opere pubbliche Pagina 19

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Secondo un report Aldai la partecipazione ai corsi si riduce per chi ha titoli di studio più bassi

allarga il gap sullaSi formazioneIn Italia fa «training» solo il 6% degli adulti - Quota tripla in Francia e Regno Unito

Francesca Barbieri

Dietro al boom della disoc-cupazione in Italia si nascondeanche una "emergenza forma-zione" nel mondo del lavoro.Nello scacchiere europeo, in-fatti, sul nostro Paese pesa il re-cord negativo del minor nume-ro di adulti (occupati o disoccu-pati di età tra i25 e i 64 anni) chefrequentano corsi di aggiorna-mento: solo 62 su mille (in lievepeggioramento rispetto ai 63del 2004), contro i 177 dellaFrancia, i 161 della Gran Breta-gna e ini della Spagna.Inmedia,nella Ue, sono 105, con picchi di314 in Danimarca e 281 in Svezia.

E quanto emerge da una ri-cerca diAldai, Associazionelombarda dirigenti aziendeindustriali, aderente a Fe-dermanager, basata su datiEurostat e Isfol.

In un decennio, dal 2004 inpoi, nelle maggiori economiecontinentali l'impegno nellaformazione permanente (life-long learning) è cresciuto quasiovunque. In Italia, invece, è ri-masto stabile e su livelli bassi.

Esonero dai contributi

peri nuovi contratti

Trai contenuti esclusivi delQuotidiano del Lavoro di oggifocus sull'esonero contributivoper il contratto a tutele crescentiprevisto daljobs act esull'au-mento scattato dal 1° gennaio deicontributi per gli iscritti allagestione separata Inps..........................................................................www.quotidianotavoro .ilso[e24ore.com

Performance peggiori rispettoalla nostra si riscontrano solo inGrecia, Polonia e in altripiccolipaesi dell'Est Europa.

Restringendo l'obiettivo suchi lavora, emerge che pocomeno di un terzo degli addettiitaliani (31%) segue corsi di for-mazione in azienda. La quota èsotto la media nell'industria(27%) e più alta nei servizi(33%).I corsi coinvolgono metàdei lavoratori nelle grandi im-prese (5o%), mentre solo unquinto (20%) in quelle minori.

La carente formazione nelmondo del lavoro si riflettesulla capacità di sviluppo delleaziende. In Italia solo sei im-prese su cento attuano un pro-cesso strategico di innovazio-ne, contro le dieci della Ger-mania e le otto della Francia.«Il capitale umano - commen-ta Romano Ambrogi, presi-dente Aldai - è il fattore più im-portante per lo sviluppo diaziende ed economie. L'Italiadeve investire di più nella for-mazione permanente dei lavo-ratori, offrendo a tutti la possi-bilità di fare carriera. Solo cosìle società torneranno a cresce-re: con manager professionali,innovativi e motivati».

La ricerca evidenzia, poi, chela formazione degli adulti èconcentrata sulle classi di etàpiù giovani, dai 25 ai 34 anni(13,6%), che vantano anche li-velli di scolarità più elevati.Mentre la partecipazione aicorsi si riduce al crescere del-l'età: tra i35 e44 anni si scende al5,7% di partecipanti, dai 45 ai 54al4,8°%° e appena i13% delle per-sone over 55 aggiornale propriecompetenze.

Il training favorisce chi è giàpiùistruito aiblocchidiparten-za: tra i laureati si aggiorna il16,1%, quasi il triplo rispetto al-la media. Beneficia di forma-zione circa il 6,1% di coloro chehanno in tasca un diploma discuola secondaria, ma solol'1,6% dei lavoratori con la li-cenza media riesce a frequen-tare corsi di aggiornamento.

f.barbieri í@i ilsole24ore.comR1PR000Z]ONE RISERVATA

Formazione Pagina 20

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It confronto

LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI IN EUROPALa percentuale di persone tra 25 e 64 anni che fanno formazione

MEDIA LJE

10,,:;

Lussemburgo

14,4

Danimarca

31,4

Belgio Olanda

6,7 17,4

Portogallo Spagna Italia

9,7 ï1,1 6,2

Malta7,5

Forate: elaborazione Aldai su dati Eurostat

Estonia

12,6

Grecia

3Cipro

6,9

FOCUS SULL ' ITALIAPrevalgono i giovaniI partecipanti ad attività formative rispetto alle diverse classi di età

Più laureatiI partecipanti ad attività formative rispetto ai titoli di studio

35

;1 ann!

- 44 anni ......................................................................... 5,7%

1 -, ur=a c rnaster.

Scuola secondaria ............................................................................ 6,1%

45 - 54 anni 4,8% Media inferiore 1,6%

55 - 61 anni ................ ............................................. ......................................... 3,0%

Fonte: elaborazione Aldai su dati Isfol

Formazione Pagina 21

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Stress test per le Casse dei professionistiNel 2015 aumenti di prelievo, spending review e nuova verifica per i bilanci attuariali

Matteo Prioschi

wws Verifica triennale della so-stenibilità dei bilanci a cin-quant'anni; compartecipazio-ne alla spending review, ver-sando ogni anno al bilancio del-lo Stato un contributo pari al15% delle spese intermedie so-stenute dall'ente nel 2oio; ne-cessità di tenere conto del calodei redditi degli iscritti e del-l'opportunità di potenziare ilwelfare per aiutarli a superaresempre più diffuse situazioni didifficoltà. Inoltre per le Cassedi previdenza dei professioni-sti da quest'anno si aggiunge latassazione al 269/,> sui redditi fi-nanziari e la prospettiva di do-ver dismettere parte del patri-monio immobiliare (si vedal'articolo sotto).

I12015 degli enti previden-

ziali privatizzati si annuncia

piuttosto complicato. Dopo

la prima elaborazione della

sostenibilità dei bilanci a cin-

quant'anni effettuata nel 2012,

in conseguenza del decreto

legge 201/2011, quest'anno

scatta la verifica triennale, a

seguito della quale le singole

Casse potrebbero dover

adottare dei correttivi, tenen-

do conto però della sostanzia-

le impossibilità di interveniresulle pensioni già in paga-mento, come ribadito più vol-te da diverse sentenze dellaCassazione.

Ma l'elenco delle novità nonè finito qui. Renzo Guffanti,presidente della Cassa di pre-videnza dei commercialistisegnala che l'aumento dell'im-ponibilità dell'Ires sui divi-dendi societari può impattare«in modo significativo e reite-rato, sulla falcidia dei rendi-menti ottenuti dagli investi-menti» effettuati dalle Casseper ottenere la rivalutazionedei contributi e la possibilitàdi erogare le pensioni. La leggedi Stabilità, infatti, ha modifi-cato il regime di tassazione deidividendi percepiti dalle Cas-se che ora sono imponibili aifi-ni Ires per il 77,74% invece del5% precedente. Ciò determinaun balzo del prelievo dall'1,38al 21.38 per cento.

Entro poche settimane, inol-tre, dovrebbe essere messo apunto il decreto del ministerodell'Economia contenentel'elenco degli investimenti chedanno diritto al credito d'im-posta del 6%io "compensativo"dell'aumento della tassazione

da12o a126 per cento. Una com-pensazione che peraltro nonpotrà superare complessiva-mente gli 8o milioni di euro. Eproprio su questo punto dalleCasse iniziano a emergere con-siderazioni e orientamenti.

«Chi ci vigila - osserva Al-berto Oliveti, presidente dellaFondazione Enpam, l'ente diprevidenza di medici e odon-toiatri - da un lato ci richiama ainvestire bene in base alle re-gole classiche di valutazionedella qualità e della diversifi-cazione delle scelte, dall'altraora ci invita a concentrare in-vestendo sul sistema Italia cheperaltro è in difficoltà, ma fare-mo la nostra parte». Con que-ste premesse e auspicando cheil ministero convochi e tengaconto delle osservazioni delleCasse nel definire il decreto,Oliveti evidenzia l'utilità perl'Enpam di investire nell'ambi-to del sistema sanitario, magariinresidenze sanitarie assisten-ziali o in operazioni propedeu-tiche a promuovere la ricercanell'ambito delle biotecnolo-gie, cioè in campi attinenti aquello in cui operano i suoiiscritti, «investimenti che sipotrebbero fare anche a pre-

scindere dal credito fiscale».E proprio la scarsa attrattivi-

tà della compensazione ideatadal legislatore è sottolineata daRenzo Guffanti: «l'esistenzadel credito di imposta saràininfluente rispetto alle politi-che di investimento. Scegliere-mo operatori fidati e che possa-no offrire buoni risultati. Se poiparte degli investimenti daràdiritto alla detassazione ciò co-stituirà un risarcimento mini-mo rispetto alle difficoltà concui dobbiamo confrontarci».

Dubbi sulla concreta possi-bilità di fruire del credito d'im-posta sono sollevati dalla Cas-sa ragionieri che al momentonon ha flussi finanziari signifi-cativi da investire secondoquanto richiesto dalla norma edovrebbe quindi ridurre inmo-do sensibile il patrimonio im-mobiliare. In compenso ha giàcalcolato in 220 milioni su 50anni l'impatto della nuova ali-quota. «La sensazione è - affer-ma il vicepresidente GiuseppeScolaro - che l'aggravio impo-sitivo lascerà sempre minorimargini di manovra per il mi-glioramento dell'adeguatezzadella prestazione futura».

0 RIPR 0 DD 'IONE RIME RVATA

Previdenza professionisti Pagina 22

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I numeri del pianeta-Casse

Le principali grandezze degli enti previdenziali

1 .553.969A fine 2013 gli iscritti agli entiche aderisconoall'Adepp eranooltre 1,5 milioni di cui 943.140attivi presso le "Casse 509",148.756 le "Casse 103",246.129gli enti di previdenzacomplementare, 215.944 gli entiassistenziali

35 .734li reddito medio dei liberiprofessionisti è calato negli ultimianni mentre è rimastaconsistente, nel corso del tempo,la differenza di entrate tra gliu nder e gli ove r 40, con questiultimi che guadagnano circa ildoppio

Le principali novità in vigore dal 2015 per gli enti previdenziali

011 TASSAZIONE SUI REDDITILa legge di stabilità 2015 haprevisto l'applicazione di unatassazione al 26% sui redditi dinatura finanziaria. Tuttavia verràriconosciuto un credito di impostadei 6% a fronte di investimentieffettuati in attività di caratterefinanziario a medio o lungotermine che saranno indicate dalministero dell'Economia tramitedecreto. Il credito saràriconosciuto per un massimo di80 milioni di euro

02 1 TASSAZIONE DIVIDENDISempre la legge di stabilità 2015ha incrementato la quota di utili

soggetti all'imponibile Ires. Inparticolare la percentuale èpassata dal 5 al77,74 percentoedi conseguenza la tassazioneeffettiva sui dividendi passadall'1,38 al 21,38 per cento (il27,5% del 77,74 per cento)

031 SPENDING REVIEWI provvedimenti per ilcontenimento della spesa delleamministrazioni pubbliche, inparticolare il decreto legge95/2012, hanno riguardato anchele Casse di previdenzaprivatizzate. Successivamente lalegge 147/2013 ha modificato lemodalità di attuazione della

57,9 miiiarcii

Il patrimonio complessivodegli enti, a valori contabili etenendo conto delle passività,sfiora i 58 miliardi di euro,mentre a valore di mercatol'importo sale a 63.959.468eu ro, di cui un terzoè costituito d a Oicr

revisione della spesa,consentendo agli entiprevidenziali di versare a favoredel bi la ncio dello Stato il 15%della spesa sostenuta perconsumi intermedi nell'anno2010

041 SOSTENIBILITÂ DEIBILANCIIl comma 24 dell'articolo 24 del Di201/2011 impone alle Casse ditestare l'equilibrio tra entratecontributive e uscite previdenzialiin un arco di tempo dicinquant'anni. Dopo la verifica del2012, scade quest'anno iltriennioprevisto peri 1 nuovo controllo

Previdenza professionisti Pagina 23

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L'autonomia 1nCe adi Maria Carla De Cesari

na doppia morsa per le di un'autonomia regolamen-Casse di previdenza. Da tare che viene continuamen-

un lato, c'è l'aumento del pre- te rintuzzata dalla Cassazio-lievo sui rendimenti di quanto ne.investito; dall'altro, i confini -i pagina

Previdenza professionisti Pagina 24

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Maria CarlaDe Cesarï

Autonomiadai confiniincerti

, uttoquestodeterminaunastradamoltostrettaperleCasse dei professionisti,

soprattuttonelgarantireassegniadeguatiachièancoralontanodalla pensione e sostenibilità alunga durata deibilanci Latassazione deirendimenti al26%el'aleatorietà del credit o d'imposta"riparatore",per dipiùsub ordinato a determinatiinvestimenti, comporteranno unarestrizione nelle disponibilitàdelle Casse eneipatrimoni, chesono agaranzia dellepensioni e"certificano"lasostenïbilitáD'altrolato,rimpossibilitàdi agiresullepensioniinpaganentocomporta la redistribuzione deisacrifici solo sull'univers o deiprofessionisti attivi. La crisieconomica, conil calo continuodeiredditi, complica ancoradipiùilquadro.

Lavia d'uscita è molto stretta epassa, probabilmente, d aunnuovo patto tra Statoe Casse diprevidenza, attravers o il qualevengano riscritti i c onlinidell'autonomiaregolamentare,organizzativae dei controlli.Nuovipoteriregolatoridevonocertamente avere deicontrappesi. Sta però al Pubblicoe alle Casse avere lungimiranzaed equità; le difficoltà di alcunerealtà e le situazioniincresciose diquesti mesi, sul fronte degliinvestimenti, vanno affrontate aviso aperto. Non sipuògiocareconilfuturo dei professionisti.

(,EAI P AO D UIIO NE RISERVA FA

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La stima dell'impatto del tetto del 20% sugli investimenti diretti nel mattone al via da luglio

Taglio agli immobili per 800 milioniMichela Finizio

Fino a 8oo milioni di curo diimmobili sulmercato nei prossi-micinque anni. È questol'impat-to stimato della tagliola sugli in-vestimenti delle Casse di previ-denza che entrerà in vigore conl'approvazione dello schema diregolamento che attua il Dl98/2011: l'articolo 9, comma 4,impone agli enti di contenere icapitali direttamente impegnatiinbeni immobili e dirittirealien-tro il tetto del 20% del patrimo-nio complessivo. L'obiettivo èrendere più sostenibili i bilanci.

Terminata la fase di consulta-zione pubblica sul provvedi-mento, è attualmente in corsol'istruttoria per eventualmenteaccogliere alcune delle numero-se proposte di modifica perve-nute, fanno sapere dal ministerodelle Finanze. Come previstodall'articolo 13, comma 4 del re-golamento, la prima data utileper l'entrata invigore delle nuo-ve limitazioni sarà il prossimo i°luglio, sempre che il vaglio delConsiglio di Stato e lasuccessivaregistrazione presso laCorte deiconti non facciano tardare

l'emanazione. A quel punto glienti avranno 5 anni per mettersiin regola e dismettere le even-tuali proprietà in eccedenza.Tempi più stretti, invece, per iltetto sugli investimenti indiret-ti: in base al provvedimento an-chei capitaliimpegnatineifondiimmobiliari chiusi (Oicr non ar-monizzati) non dovranno supe-rare il 3o% delle disponibilitàcomplessive e, in questo caso, cisono solo 18 mesi di tempo peraggiustare i conti.

In base all'analisi dei bilanci

consuntivi 2013 diventi Casse di

previdenza, elaborata da Scena-

ri Immobiliari per il Sole 24 Ore,

solamente unquarto degliistitu-

ti monitorati (in tutto venti, si

veda la tabella in basso) sfora il

tetto del 20% sugli investimenti

immobiliari diretti:lanormaim-

porrebbe a Fondazione Enasar-

co, Fondazione Enpaia, Inpgi,

Onaosi e Cassa nazionale del

Notariato di cedere complessi-

vamente proprietà per circa 550

milioni di curo.

La stima sale fino a 8oo milio-ni se poi si considerano gli ultimidati Covip, a cui ora spetta la vi-

gilanza anche sulle Casse, diffu-si lo scorso maggio e che pren-dono in considerazione anche ibilanci degli enti di cui al decre-to legislativo 103/1996 (aggior-nati, però, al 2012): le attività de-tenute in immobili arrivano atoccare il 21% degli asset posse-duti su un patrimonio comples-sivo che superai 61 milioni di cu-ro. Nel mirino anche i 6,5 miliar-di investiti in maniera indirettanel mattone attraverso i fondiimmobiliari, corrispondenti al10,4% delle attività complessi-ve, maben oltre il 70% degli Oicrnon armonizzati imposto dallanuova normativa.

«Sebbene la quota di investi-menti diretti in immobili sfori dipoco la soglia del 20%, il pesodelle attività legate al real estaterisulta cospicuo», sottolineaDaniela Percoco, responsabilericerca dell'advisor immobilia-re Reag. Restano ancora dubbi,inoltre, alcuni aspetti tecnici delnuovo regolamento: non è chia-ro se le soglie vadano calcolatein base ai valori di mercato op-pure ai costi storici inseriti inbi-lancio, né se il patrimonio a cui

fare riferimento debba conside-rare solo le attività, le immobi-lizzazioni oppure i valori netti.

Inparticolare, inbase alle ana-lisi condotte daReag (che tengo-no in considerazione sia gli im-mobili detenuti direttamente siaifondi e le partecip azioni immo-biliari), per due enti previden-ziali questi investimenti si collo-cano intorno al 4o-% delle attivi-tà totali detenute; per altri quat-tro la quota è compresa frail5o eil 62 per cento. Per non farsi tro-vare impreparate, le Casse han-no già adottato correttivi: sonoin corso dal2008,ad esempio, ledismissioni diEnasarco e prose-guono i conferimenti a fondichiusi di Ragionieri e Notariato.

«Il mercato immobiliare -conclude l'analista di Reag - inquesta fase fatica ad assorbiredismissioni così massive. Il pa-trimonio va gestito e reso effi-ciente, è questalaverasfida.Ilri-schio è che la corsa ai fondi im-mobiliariper affidarsi a operato-ri specializzati sposti solamentegli investimenti diretti nel mat-tone alla forma indiretta».

C) RI PRO D DZIO N E RISERVATA

Casse di previdenza Pagina 26

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Il peso del mattone

Il patrimonio immobiliare diretto degli enti previdenziali privati al31 dicembre 2013. In rosso i valori che pesano per oltre 1120%sull'attivo

Ente previdenzialeArtigiancassa

Patrimonioimmobiliare (mq)

1.000

Cassa Forense 236.000

Cassa Dottori Commercialisti 260.000

Cassa Ragionieri 125.000

Cassa Notariato 168.500

Cassa Geometri 128.200

Enpacl 70.000

Enpaf 110.500

Enpap 29.400

Enpapi 16.000

Enpav 12.320

Epap 7.000

Eppi 2.100

Fasc 14.500

Fondazione Enasarco * 860.000

Fondazione Enpaia 190.500

Fondazione Enpam 929.600

Inarcassa 392.800

Inpgi 280.000

Onaosi 55.400

Valore in bi lancio(esirnj

Var °lu ,, '2013/2012 li

-9,5

Var ° o ,201312008 iI

-`)5

Incidenzase9ll`attivi) (%)

1,3

0,1 6,3 5,6

0,0 42,9 6,0

-10,1 -52,8 8,8

-9,3 -25 20,6

-1,0 -40 9,2

0,0 0 15,8

0,2 -7,4 9,9

-19,5 827,3 5,4

0,0 3.644,4 5,2

0,0 2,6 3,3

0,2 20,1 2,4

0,4 -84,7 1,5

-1,7 nd 3,5

-21 -47,3 23,4

-1,1 nd 22,4

-15 10,4 11,1

-1,2 -4,3 9,4

-11,3 -11,7 32,9

0,2 nd 29,2

(*) Incluso il patrimonio e gliimmobili destinati alla vendita. Ill8settembre 2008i1 Cda lia approvato il progetto di dismissioneFonte: elaborazione del Sole 24Oresu dati Scenari Immobiliari

Casse di previdenza Pagina 27

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e, gli avocatialla guerra con l'Antitrust

ILGARANTEANOVEMBREAVEVA COMMINATO ALCONSIGLIO NAZIONALEFORENSE UNA SANZIONEPECUNIARIA DI 1 MILIONE:"CON LE TARIFFE MINIMECONCORRENZA RISTRETTA".SCATTA LA CO NTROFFENSIVACON UN RICORSO ALTAR

StefaniaPescarmona

A avocati contro Antitrust.fXDopo la mano pesante del

Garante della concorrenza, che loscorso novembre ha comminatoal Consiglio Nazionale Forenseuna sanzione pecuniaria di quasi1 milione di euro (912.536,40 europer la precisione) per aver ristret-to la concorrenza, limitando difattol'autonomiadegliavvocatiinmateriadi compenslprofessiona-li, i1Cnf èpassato al contrattacco eha impugnato il provvedimento."1114 gennaio abbiamo deposita-to il ricorso presso il Tar del Lazioechiestolasospensivadelprovve-dimento dell'Antitrust", anticipaa A&F il presidente Guido Alpa,che `poi spiega che il Cnf, essendoun giudice speciale, non è assog-gettato al controllo del Garante,che hainvece competenza in ma-teria di imprese. "Ma gli ordini ingenerale, e il Cnf in particolare,non sono imprese", puntualizza,Alpa, che ritiene quello dell'Anti-trust "un provvedimento abnor-meesproporzionatonellasanzio-ne, un provvedimento assurdoche altera l'interpretazione cor-rettadelladisciplinadellaconcor-renza e ignora la rilevanza dei co-dici deontologici". Secondo ilpre-sidente del Cnf, l'Autorità dimo-stradi considerare, infatti, i codicideontologici come un limite al li-bero mercato, "quasi che il com-portamento corretto dovesse es-sere considerato illegittimo-diceAlpa-E questo è assurdo".

Dal canto suo, l'Antitrust hascritto nel provvedimento di 59pagine: "11 presente procedimen-to non ha ad oggetto l'attività delCrif nell'esercizio della sua fun-zione giurisdizionale, bensì quel-la svolta dallo stesso quale ente diautoregolamentazione di 'unaprofessione. Inoltre, nel caso dispecie non sono oggetto di istrut-

Nel grafico a destra , l'andamento dei numero degli avvocatiiscritti alla Cassa Forense nel corso degli ultimi anniIl reddito medio degli Iscritti ha visto una decrescita

toria le disposizioni del codicedeontologico forense, bensì attiadottati dal Cnf in applicazionedel codice medesimo che incido-no in senso anticoncorrenzialesul comportamento economicodei professionisti". Due sono inpratica, i capi diinfrazione. Primo:il fatto di aver pubblicato una cir-colare con cui il Cnf reintroduce-vadifatto l'obbligatorietàdelleta-riffe minime, non più vincolantidopo la cosiddetta "riforma Ber-sani" del 2006 ed effettivamenteabrogate nel 2012. Secondo: il fat-to di aver adottato un parere con-tro i siti Intemet che propongonoai consumatori associati scontisulle prestazioni professionali, inbase alla tesi che ciò sarebbe inconflitto con il divieto di accapar-ramento della clientela sancitodal Codice deontologico della ca-tegoria. Due interventi - a dettadell'Antitrust - diretti a limitare laconcorrenza tra avo catisul prez-zo e sulle condizioni economichedelle prestazioni professionali.

Solo il Tar del Lazio dirà chi haragione. E se alcuni dicono che gliinterventi del Cnf colpirebbero inparticolar modo i giovani avvoca-ti che si affacciano alla professio-ne, altri scendono in difesa delConsiglio stesso. "Esprimiamo lanostra solidarietà al Cnf e stiamo

valutando anche delle ipotesi diintervento ad adiuvandum", di-chiaraNunzio Luciano, presiden-te della Cassa Forense, che difen-de i parametri indicati dal mini-sterò della Giustizia. "Senza unaregolamentazione del sistemata-riffariononsipuò garantirelapro-fessionalit"a dell'avvocato", pro-segue Luciano, chericordachebi-sogna sostenere anche. i redditidell'avvocatura. Basti vedere cheil reddito medio degli avvocati ècalato dai 41,6 mila euro del 2007fino al di sotto dei 39 mila euro nel2012. "Dobbiamo vedere, piutto-sto, come fare per incrementare icompensi e trovare delle soluzio-niche consentano ai circa230 mi-la avvocati italiani di rimanereiscritti all'albo con redditi ade-guati", prosegue Luciano. Anchel'Organismo Unitario dell'Avvo-catura (Oua) si schiera "al fiancodel Cnf e di tutta l'avvocatura inquesta battaglia". Lo ribadisce ilpresidente Mirella Casiello, checonsidera "ingiusta e sproporzio-nata" la decisione dell'Antitrust eaggiunge: "Sembra un atteggia-mento punitivo; un attacco allostesso sistema ordinistico e aiprincipi etici che lo ispirano".

Di grave errore da parte del-l'Antitrustparlapoi ancheMauri-zio de Tilla, presidente dell'Asso-

ciazione Nazionale Avvocati Ita-liani (Anai), in quanto non si con-siderache a198% gli avvocatisonoimpegnati nell'attività di difesadavanti all'autorità giudiziaria.Secondo de Tilla i componentidell'Autorità Garante "intendonoannullare l'identità dell'avvocatonel processo", identità che si con-nette "con quella di prestatore diopera intellettuale e non già diesercente attività imprenditoria-le", arrivando alla "conferma diun declino della cultura e della te-nutaeticairreversibile diunalogi-ca mercatista che l'Antitrust hafatto propria" e che non ha nientea che vedere con la funzione del-l'avvocato. "S'impone necessa-riamente l'intervento della Cortedei Diritti dell'Uomo", concludede Tilla.

. Atteggiamento, invece, un po'più critico verso il Cnf quello diEster Perifano, segretario dell'As-sociazione Nazionale Forense(Ant): "$ un provvedimento mol-to duro, e probabilmente la fatti-specie considerata non meritavatanto, ma va detto che l'atteggia-mento del Cnf nei confronti del-l'Agcm è sempre stato di chiusuranetta e di rifiuto. Auspichiamo,per il futuro, un cambio di rotta,che consenta agli avvocati di mi-surarsi con le norme in materia diconcorrenza, allequalisiamosog-getti come lo sono tutte le attivitàeconomiche, con modalità menoconflittuali e più costruttive".

Tariffe avvocati Pagina 28

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GLI AWOCATI ISCRITTI ALLA CASSA FORENSIn migliaia

170,1..............162,8

144,1..7 JOy ...

Qui sopra,Guido Alea(1) presidenteCnf; NunzioLuciano (2),presidenteCassa Forensee Mauriziode Tilla (3),presidenteAnai

Tariffe avvocati Pagina 29

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SOTTOACCUSAUNEMENDAMENTO DELGOVERNO PERIMPEDIREAUN SOGGETTODI GESTIRE PIÙ IMPRESE. PERMARIALUISACAMPISE, "LA VALUTAZIONE VARIMESSAALMAGISTRATO CHECONFERISCE L'INCARICO"

elle aziende sequestrate alle mafie,sopravvive all'incircai115 per cen-

to. E spesso si trova in condizioni di salu-te fïnanziariaprecarie.I dati di uno studiorealizzato Transcrime, centro diricerca che fa capo alla CattolicadiMilano e all'Università diTren-to, vanno al nocciolo del proble-ma: negli ultimi anni lo Stato hasequestrato migliaia di aziendealla criminalità organizzata, mapoinon è riuscito a garantire dav-vero la continuità del business, inattesa dell'assegnazione a sog-gettisani. "Colpa" dellelungaggi-ni burocratiche, dei tentativi diinquinamento da parte delle mafie (an-che attraverso vere e proprie minacce aifornitori) e dei costi della legalità (spessole vecchie gestioni restavano in attivitàsoloperriciclaredenaro olo facevano conampio ricorso al nero). Tanto che qualchelavoratore,venutosiatrovare senzaoccu-pazione, non ha esitato a rimpiangere itempi passati, quando "lo stipendio arri-vava puntuale afine mese". Senzatroppostare apreoccuparsi della provenienza diquel denaro.

[ IL CASO]

stratori giudiziari,penálizzatele a ziencle

ndo i commercialistiStadi fatto che, nell'ambito del

disegno di legge Grasso sulla cor-ruzione, il governo Renzi ha pre-sentato un emendamento che ri-guarda il ruolo degli amministra-tori giudiziari, ai quali viene affi-data dal tribunale la gestione del-l'impresasequestrata. Dapiùpar-ti si è sottolineato che le nominericadono spesso sui medesimiprofessionisti, che in questo mo-

do accumulano incarichi (e denaro), macon la conseguenza di avere poco tempoda dedicare a ciascuna azienda loro affi-data.

L'esecutivo vuole introdurre un nuovocomma nel Codice Antimafia che impe-disca all'amministratore giudiziario digestire contemporaneamente più azien-de sequestrate. Malasoluzionenonpiaceai commercialisti. "L'emendamento go-vernativo è del tutto sbagliato", secondoMaria Luisa Campise, consigliere nazio-

nale dei commercialisti delegata alla fun-zioni giudiziarie. "In questo modo si di-sincentivano i professionisti ad avvici-narsi tona funzione determinante perunagestione efficace dei beni sequestratialla malavita". La rotazione, sottolineanoi commercialisti, è benvenuta ("e in talsenso laprevisione normativagiàesiste") ,ma la valutazione va rimessa "al magi-strato che conferisce l'incarico". La scel-ta, anorma dilegge, dovrebbe ricadere suprofessionisti in grado di garantire "unagestione rapida ed efficiente". Per altro,Campise ricorda "il ritardo (quattro anni,ndr) nell'attuazione dell'Albo e nell'ema-nazione deltariffario degliamministrato-ri giudiziari". Nel solo 2014 gli ammini-stratori giudiziari hanno versato quote diiscrizione per un ammontare di un milio-ne di euro per l'iscrizione al relativo albo,che appunto esiste solo sulla carta.

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Commercialisti Pagina 30

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A strained bondThe ECB is expected to announce this week details of its quantitative easing package but a simmeringdispute with Germany, the region's most powerful state , threatens to lessen the programme 's impact.

By Stefan Wagstyl and ClaireJones

n his tumultuous time as presidentof the European Central Bank,Mario Draghi has always been ableto rely on the unequivocal supportof German chancellor Angela Mer-

kel. Not anymore.The mutual trust between Europe's

most important central banker and itsmost powerful political leader will thisweek be put to the test as the ECBunveils its long-awaited quantitativeeasing package in the face of seriousGerman reservations about the centralbankbuyinggovernmentbonds.

Berlin will not publicly oppose thepackage that Mr Draghi is expected tounveil in Frankfurt on Thursday. But itis pressing for tough conditions whichthe ECB fears could limit its chances ofsuccess. "We have made it clear that it isquestionable to do QE," says one personwith a knowledge of government think-ing. "Draghitalks to people in Berlin. Heknows what is going on in Germany."

The stand-off comes at a critical timefor Germany, the eurozone and the EU,

with the economy stagnant, unemploy-ment high and the union's reputation as

a global ecónomic powerhouse at stake.The euro fast week touched an 11-year

low against the dollar after the Swiss

central bank's decision to drop the cap

on the franc removed from the market abig buyer of euros. Next Sunday, voters

go to the polls in debt-laden Greece, theeurozone's most vulnerable member, inan election which could determine its

future in the eurozone.With the fall in oil prices pushing the

region back into deflation for the firsttime in five years, Mr Draghi sees QE as apowerful weapon in his fight against along-lasting bout of falling prices thatwould plunge the region into economicdepression.

It would also boost the collectivepower of the EU's central institutions,not least the ECB, and help show theworld and sceptical European votersthat the union remains more than thesum of its parts.

Yet events in Greece - where the left-ist Syriza party, which is calling for anational debt restructuring, is expected

to win - have underlined German con-

cerns about QE, above all the fear thatGerman taxpayers might have to take

the hit for spendthrift member states.At the same time, Ms Merkel is not asconvinced as she was at the peak of theeurozone crisis that the economic dan-

ger is so acute that she has to back MrDraghi at any cost. "At this time [Ms

Merkel] is more sceptical. My impres-

sion is that she has some doubts aboutwhether QE will work," says a senior MP

from the chancellor's CDU.

area's most powerful nation. From itsFrankfurt headquarters, just miles fromthe ECB's newbuilding, the Bundesbankhas led the charge against QE.

Mr Weidmann, a former adviserto MsMerkel, has said openly the policywould do little to lift the region's econ-omy and could delay reform. His viewsare shared by Mr Schäuble, who hasmade clear his irritation with monetaryeasing, saying in aBild newspaper inter-view that "cheap money" should not sapthe willingness to execute reforms.

German opposition

What Mr Weidmann says matters: the

German central bank holds the status ofnational treasure for its staunch defenceof the Deutschmark in the 1970s, which

helped produce decades of low inflation

and strong growth before the introduc-tion of the single currency. Clemens

Fuest, president of the ZEW think tank,

says: "The Bundesbank for Germans is asymbol of solidity."

Yet, for all its homegrown popularity,the Bundesbank has been sidelined at

the ECB's top table. Mr Weidmann'spredecessor Axel Weber resigned over

an earlier bond-buying scheme, the

securities markets programme, alongwith his fellow German Jürgen Stark,then the ECB's chief economist.

There is no suggestion that the cur-rent Bundesbank chief or Ms Lauten-schläger will quit, should the ECBlaunch QE on Thursday.

"The ECB was said to be constructedin the shape of the Bundesbank, andthat was why Germany accepted onevote per member state," says Hans-Werner Sinn, head of the Ifo think-tankin Munich. "Now the Bundesbank isbeing pushed into a minority on all thebig decisions:"

The Bundesbank's loss of influencehas fed fears that the ECB will force Ger-

mans to pay for others' profligacy. "The

key difference in QE here, and not theUK and the US, is that the eurozone is a

monetary union," says Mr Fuest. "Peo-ple talk about deep cultural difference,

but that's not the main issue here. If we

By bowing to Berlin,Draghi risksdisappointing marketsand destroying the ECB'schance to spur recovery

Room for compromise

The ECB president last week met Chan-cellor Merkel and Wolfgang Schäuble,her powerful finance minister, MrDraghi will almost certainly compro-mise on elements of his package of gov-ernment bond purchases to appease theGerman public. But resistance is sofierce that this might not be enough.And by bowing to Berlin, Mr Draghirisks announcing plans that would dis-appoint markets and destroy the ECB'sbiggest chance to spur the regiontowards a meaningful recovery. "Mar-kets need to view any QE package as acontinuation of monetary policy andnot something which is constrained bythe peculiarities of the eurozone," saysJPMorgan strategist Stephanie Flanders.

But for most Germans, QE is not the

answer to the economic weakness of the

eurozone's more vulnerable members,with some believing it is a threat to thecommon currency's financial stability.

With long memories of the dangers of

inflation dating back to the 1920s, Ger-mans are scared that unleashing moreliquidity into the already saturated

eurozone economy will eventually trig-ger a horrendous price surge.

Moreover, many Germans say mone-tary easing will postpone painful spend-

ing and borrowing cuts by giving weakstates more fmancialwiggle room.

At Thursday's vote, the ECB presidentwill not be able to count on the support

of the two top Germans at the bank -

Jens Weidmann, Bundesbankpresident,and Sabine Lautenschläger, ECB execu-

tive board member. Mr Draghi willalmost certainly win a majority on the

board. But even if he secures unanimoussupport for QE from central bankgover-nors in the rest of the 19-member euro-zone, it will not help him in Berlin - the

dissent will encourage other Germancritics and exacerbate the challenge of

winning over opinion in the currency

Eurozona Pagina 31

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had the same economic situation and noeuro, I don't have the slightest doubtthat the Bundesbankwould do QE:'

Any compromise between the ECBand Berlin has to focus on QE's details,as Mr Draghi seems certain to pressahead with the plan itself.

Recent discussions have focused onthe timing, scale, and nature of the pro-gramme. Berlin would prefer purchasesof short-term sovereign bonds, not long-term debt which it views as more likefiscal support. It also wants the ECB tobuy bonds from all countries, and notjust weak southern states, as this wouldalso smackof budgetary assistance.

More controversially Mr Weidmannhas signalled that he would be less criti-cal of a QE programme which placed theburden of losses on national centralbanks. Anything else would "lead to aredistribution of risks between taxpay-ers in the member countries", he said inDecember. Mr Draghi looks setto bowtothe Bundesbank president's request, aswell as Berlin's demand that debt pur-chases are focused on bonds withshorter maturities.

But shouldering national centralbanks with responsibility for any creditlosses from their national bonds woulddamage the appearance of cross-EU sol-idarity. Earlier crisis-fighting schemeshave seen acommitmentto share losses,and to break with that principle nowwould suggest the ECB is not as commit-ted to monetary union as it once was.However, market economists wouldprefer a compromise on burden shar-ing, rather than Mr Draghi being forced

to back down onthe size of a package.Federal Reserve-style open-ended

bond purchases , with a commitmentfrom the ECB to keep buying until infla-tion is on course to hit the target of 2 percent, is viewed by many investors as themost credible form of QE. But a smallpackage of below €500bn would disap-point markets, even if the risk of anypossible losses were to be shared.

Der Spiegel, the German magazine,reported that Greek bonds would beexcluded from QE. A likelier option isfor Greece to be included, as long as Ath-ens remains in a European Commissionreform programme.

Reform push

Ms Merkel 's officials judge that theeurozone is now inbetter shape to with-

stand apossible argumentbetween Ber-lin and the ECB than it was in 2012. That

was when she backed Mr Draghi after he

said he would do "whatever it takes"and announced the Outright MonetaryTransactions programme to save theeuro. They believe more ECB supportwill not help, as weak economies needreform not more money. Berlin alsofears QE will relieve the pressure notonly on Greece but also France and Italy

to pursue structural reform.In an ideal world, Berlin would like a

measure of QE to be married to a pack-age of revitalised reform pledges sup-ported by the European Commission.Its officials will not give up pressing Ath-ens, Paris and Rome for fiscal and struc-tural reforms, including spending cuts.Mr Draghi has also called for morepower to be handed to Brussels to forcecountries to undertake painful reforms.

A political worry for Ms Merkel is therise of the eurosceptic AfD, which nar-rowly failed to get into parliament at itsfirst attempt last year but has since wonseats in the European parliament and inregional assemblies in east Germany. Itis campaigning for its first west Germanregional seats in elections next month.

Despite the danger, most top politi-cians of the conservative CDU/CSU coa-lition will probably be discreet in theircomments. But some will break ranks.

A key political sceptic is Peter Gau-weiler, a CSU veteran who once con-demned the euro as "Esperantomoney". A wealthy lawyer, he has ledseveral unsuccessful attempts to havethe German constitutional court blockmeasures that enhance the EU's powersat the cost of national sovereignty.

This month, he suffered his latest set-back when the European Court of Jus-tice's advocate general advised that theECB was broadly within its right to con-duct OMT. But it is unlikely to stop Ger-man critics continuing the legal fight.

Christoph Degenhart , a Leipzig lawprofessor who co-operates with Mr Gau-weiler and others in the court cases, toldthe Financial Times the group wouldlikely open a new front over QE, once itwas announced . "The ECB is exceedingits mandate . This is not monetary pol-

icy. It is support for weak economies:"The German media are likely to be

hostile. Commentators tend to criticisethe ECB , sometimes virulently, with thefinancial weekly WirtschaftsWochecondemning low interest rates as a "dik-tat from a new Banca d'Italia, based inFrankfurt" - a reference to Mr Draghi'sItalian citizenship.

An ECB charm offensive has seen theusually media-shy president give inter-views to German media. But PR will notwin the day just yet. Marcel Fratzscher,head of the DIW think-tank and aformer ECB official , says: " A big major-ity of economists and journalists won'tlike [QE]. Very fewwillsupportit:'

With Ms Merkel silent, the burden ofgetting the QE package right and sellingit to Germany's sceptical public restswith the ECB president . A senior CDU

MP says: "Ms Merkel will let MarioDraghi do his job. It means he takes onthe risks involved and she does not:"

History lessonWhere deflation is notpart of the narrative

Germans have been treated to anunusual charm offensive by theEuropean Central Bank in recentweeks, with Mario Draghi grantinginterviews to the local press. But it isunlikely to dent the hostility Germansfeel towards the ECB . The country haslong used its economic history to pushthe virtues of frugality. That narrativeis so strong that the quantitativeeasing programme sought by the ECBchief will remain unpopular.

"I hesitate to go back to the 1920sbut, after the first and second worldwars , Germany found out that whencentral banks financed state spending,it destroyed the currency," says JörgKrämer, chief economist atCommerzbank. "The experience ofhyperinflation is somewhat in the DNAhere, so Germans do not want to seethe ECB buying government bonds!'

The destruction of the Reichsmark'svalue is an important historical lesson.But missing from that narrative Is thepainful deflation that followedhyperinflation . In 1923, at the height of

the hyperinflation, 751,000 Germanswere without work. By 1932, asdeflation began to bite,unemployment hit 5.6m.

"There is a strand of historicalthinking that the hyperinflation of the1920s prepared the German people forthe rise of Hitler, when in fact theWeimar Republic survived that but notthe deflation of the early 1930s," saysAdam Tooze, an economic historian atYale University.

While Milton Friedman and AnnaSchwartz's seminal text, A MonetaryHistory of the United States, hashelped ensure the US policy mistakesthat led to deflation are remembered,there•is no equivalent in Germany.

Clemens Fuest, president of theZEW think-tank , says: "The emergencefrom the depression in Germany wasvery different to that in the US or theUK. We didn't have a narrative ofterrible deflation, which existselsewhere:"

The postwar success of WestGermany in the 1950s and 1960s,under the "ordoliberalist" economicdoctrine, strengthened the reputationof the view that politicians and centralbankers are there to maintain order,not boost demand.

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EuroAgainst the dollar ($ per €)

1.50

1.10

2011 12 13 14 15 2011 12 13 14

ECB balance sheet€bn

3500

1500

2011 12 13 14 15

Source: Thomson Reuters Datastream

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Falling oil price threatens electric carsBiofuels also face impact as tumbling cost of fossil fuels reduces expense of conventional vehicle transport

PILITA CLARK - ABU DHABI

Tumbling oil prices look set to hit elec-tric cars and biofuels harder than otherparts of the green power industry, thehead of the world's leading renewableenergy agencyhas warned.

That is because they competedirectly with rivals such as petrol-fuelled cars that are becoming cheaperto run as oil prices fall.

But wind farms, solar plants andother renewable electricity generatorsshould not be affected by the priceplunge because they do not face any-thing like the same level of competi-tion, said Adnan Amin, director-gen-eral of the International RenewableEnergyAgency (Irena), an intergovern-mental bodybased in Abu Dhabi.

"We don't see a direct impact of oilprices on power generation," said MrAmin, as oil-fired plants accounted foronly about 5 per cent of global powergenerationtoday.

"Impacts we expect to see are in theproduction of liquid biofuels, invest-ment in liquid biofuels and investment

in electric mobility and hybrid mobil-ity," he said at the agency's annualassembly inAbu Dhabi attheweekend.

Mr Amin conceded that the rapiddecline in oil prices was creating uncer-tainty for the renewables industry andmaybe followed by falls in the cost ofgas, which could pose more of a prob-lem for wind and solar power genera-tors. But he was bullish about the out-look for the sector, which he said hadchanged comprehensively since Irenabegan operating four years ago.

"There is a qualitatively different

sense today about the potential ofrenewable energy, especially in powergeneration," he said, pointing to dra-matic falls in the cost of many forms ofrenewable electricity. Solar panelprices have dropped 75 per cent since2009 - prompting some eye-catchingdeals, even inthe oil-rich Middle East.

Dubai's government-owned utilityrecently awarded a contract for a new

solar power plant to a group led by

Saudi Arabia's ACWA Power that willsell electricity for less than 6 US cents

per kilowatt-hour. "That is atleast 2 to 3

cents cheaper than current generation

from gas in Dubai," said Mr Amin.Elsewhere, onshore wind farms, bio-

mass, hydropower and geothermalpower plants have become competitivewith or cheaper than coal, oil and gas-fired power stations, even wìthoutfinancial support and despite falling oilprices, accordingto an lrenareport.

Renewable energy accounted for 22per cent of global generation in 2013,according to Irena, and 19 per cent oftotal final energy consumption, whichalso includes heating and transport.

Co-p- i, . S 11 arL

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