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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina I

ICT

Tutti i gap d'ItaliaCorriere Innovazione 23/04/15 P. 12 Federico De Rosa 1

INGEGNERI

L'ingegnere che sfida il trafficoCorriere Innovazione 23/04/15 P. 31 Peppe Aquaro 3

Cristiano e Ivo, i due ingegneri che reinventano le sospensioniCorriere Innovazione 23/04/15 P. 37 Luca Barbieri 5

FONDI EUROPEI

Fondi strutturali europei per la competitivitàItalia Oggi 23/04/15 P. 35 7

MEDIAZIONE

Mediazione, si può chiedere il pagamento delle spese d'avvioItalia Oggi 23/04/15 P. 25 Giampaolo Di Marco 8

ENERGIE RINNOVABILI

Effetto rinnovabili: gli incentivi frenano il calo delle bolletteCorriere Della Sera 23/04/15 P. 17 Francesco DiFrischia

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REGIONI: COMPETENZE PROFESSIONALI

Buchi neri di clientele e scandali Viaggio nel fallimento delle ReoniCorriere Della Sera 23/04/15 P. 15 Sergio Rizzo 10

GRANDI OPERE

Le grande opere che si farannoItalia Oggi 23/04/15 P. 10 Andrea Picardi 12

SICUREZZA INFORMATICA

Intel Security calls for action on cyber attacksFinancial Times 23/04/15 P. 15 Hannah Kuchler 13

BANDA LARGA

Metroweb, Cdp chiude la porta a TelecomMessaggero 23/04/15 P. 19 Andrea Bassi 14

ECONOMIA

Se la fine di Atene è la fine dell'euroSole 24 Ore 23/04/15 P. 1 Adriana Cerretelli 16

INNOVAZIONE E RICERCA

Se Zuckerberg e i millennials non passano da queste partiCorriere Innovazione 23/04/15 P. 20 CristianoSeganfreddo

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CASSE DI PREVIDENZA

Chiesto il processo per Paolo SaltarelliSole 24 Ore 23/04/15 P. 41 21

COMMERCIALISTI

Attivo di oltre mezzo miliardo per la Cassa dei commercialistiSole 24 Ore 23/04/15 P. 42 22

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Poca fibra ottica, accessi con velocità insufficiente, così le aziende restanoindietro. L'evoluzione nel settore è rapida, basta pensare alle smart tv,al cloud, allo streaming e al video on demand. Molte le occasioni da cogliere

IuLLII d'ItaliaDurante lo scorso anno un ita

di Federico De Rosa

on è solo unaquestione ditecnologia.Certo, è inne-gabile che se difibra ottica cene è poca, col-mare il digital

divide è un bell'impegno. Mai ritardi tecnologici e di dota-zioni infrastrutturali spieganosolo in parte il divario che se-para l'Italia digitale dagli altriPaesi europei. L'alfabetizzazio-ne, ovvero il livello di dimesti-chezza che i cittadini hannocon Internet, è forse anchepiù importante. E la strada dafare è molta. Nel 2014 un ita-liano su tre non si è mai con-nesso a Internet e, in genera-le, solo il 61% dei cittadini og-gi naviga online. In Gran Bre-tagna sono il 90i e in Franciae Germania superano l'8o%.

Il problema è culturale,porta a uno dei dilemmi attor-no a cui per anni ha girato ildibattito sugli investimentinelle reti di nuova generazio-ne: in Italia c'è davvero biso-gno della banda ultra larga inogni casa o ufficio? Per le im-prese è indispensabile: suquesto versante non va male.Il 98,2% delle aziende ha unaconnessione, di cui il 95% a

ano su tre non si è

banda larga, il 69,2% un sitoInternet. Siamo sotto la mediaeuropea ma non in coda.

Se parliamo di consumato-ri, il discorso è diverso. L'Italiaha già una rete in banda largatra le più estese d'Europa checopre con 2 nega di velocitàoltre il 95% della popolazione.Una velocità tutto sommatosufficiente al tipo di utilizzoche in media gli italiani oggifanno di Internet. Ma l'evolu-zione è rapidissima. Pensiamoalle smart tv, al cloud, allostreaming e al video on de-

Per il piano del governoin linea con gli obiettivieuropei servono12 miliardi di euro

mand. L'attuale velocità è in-sufficiente ed è qui che pren-de forma, anche se in ritardo,il piano del governo per labanda ultralarga. Sarebbe unaleva di sviluppo formidabile,per l'economia che ne ha bi-sogno più che mai e le azien-de che possono utilizzare ilcombinato disposto della reteultrabroadband e dell'Ict pertenere sotto controllo i costi,migliorare i processi, gestirela produzione. In definitiva,

mai connesso a Internet

aumentare l'efficienza e ritro-vare la profittabilità. Ma anchetrovare nuovi modelli di busi-ness legati alla rete.

Il governo ha scelto di parti-re dalle infrastrutture e comepunto di arrivo ha indicato gliobiettivi dell'Agenda europea2020. Quindi, la copertura perl'85% della popolazione conconnettività di almeno ioomegabit al secondo e per ilrestante 15% con almeno 30mega. Un piano per cui servo-no oltre 12 miliardi di euro dicui 6 miliardi arriverebbero dafondi europei e regionali. Ilresto dai privati. Il piano èben strutturato: per non la-sciare indietro nessuno, l'Ita-lia è stata suddivisa in quattroaree a seconda della difficoltàdi penetrazione e per ognunadi esse sono stati definitiobiettivi, fondi disponibili e,in alcuni casi, anche la tecno-logia per portare la fibra finodentro casa o all'armadio sustrada. Insomma, cosa c'è dafare è molto chiaro. Menochiaro è chi deve farlo.

La forte competizione tra lecompagnie telefoniche si ètrasformata subito in contrap-posizione e questo non staaiutando a trovare una solu-zione condivisa. Telecom Ita-lia è senza dubbio la candida-ta naturale a realizzare la retedi nuova generazione. A mar-

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zo ha annunciato un piano diinvestimenti da io miliardi, dicui 3 per la rete ultraveloce eprenotato le prime 40 cittàche intende cablare.

Una mossa che ha un effet-to immediato sui concorrentii quali, se vorranno coprirecon proprie reti le stesse 40città, dovranno farlo senzacontributi pubblici. Sono leregole del gioco che lo stabili-scono: laddove vengono rea-lizzate reti con capitali proprinon possono essere dati in-centivi per realizzare altre reti.Vodafone ha scelto di affian-care la Cdp, firmando una let-tera di intenti per entrare inMetroweb sviluppo, la societàche dovrebbe diventare il vei-colo pubblico per la rete ultra-broadband. Anche Telecomstava dialogando con la Cdpsu Metroweb, ma Vodafone èarrivata prima e nella letteradi intenti ha posto una condi-zione che di fatto sbarra lastrada: il controllo della socie-tà dovrà restare in mano alsoggetto pubblico. Telecomvoleva almeno il 5i%, comecontropartita per il conferi-mento della propria rete. Evi-dentemente fare una rete in«condominio» non piace atutti. Adesso è sceso in campo

Telecom vuole cablare40 città italiane,Vodafone punta aentrare in Metroweb

direttamente il premier Mat-teo Renzi, che a metà aprileha convocato i vertici delledue aziende per cercare disbloccare l'impasse. Bruxellesha già chiesto la documenta-zione, vuole vederci chiaro.Così, dopo aver strutturato unpiano realistico per superareil digital divide, c'è il rischioche le polemiche domesticheallarghino il divario dell'Italiadai partner Ue.

m RIPRODUZIONE RsFRVATF\

Le imprese che usano social media per addettie tipologia. valori percentuali

La percentuale di aziende che utilizzano servizidi quod computing in alcun Paesi dell`UE

Italia

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d'ingegnere che sfida ilPalermitano, Domenico Schillaci è il padre di Traffic02, il navigatoreche aiuta a tagliare tempo e inquinamento. Un'idea sposata da Audidi Peppe Aquaro

vecchia come ilmondo, però fun-ziona sempre. AWashington, ha re-centemente fatto ri-

dere l'intera platea del Becc,che sta per Behavior, Energyand Climate Change Conferen-ce. «La piaga di Palermo? Nonè la mafia, ma il trafficooo!»,dal film Johnny Stecchino, tra-smesso prima delle slide diTraffic02, l'applicazione inno-vativa ideata da DomenicoSchillaci. Lui sì che ne sa qual-cosa di tempo perso in codaalla ricerca di un parcheggio. Il32enne Schillaci è un palermi-tano doc («Nessuna parentelacol celebre Totò, il bomberdella nazionale al MondialeItalia go», precisa subito) alleprese ogni giorno con la spe-ciale classifica europea: «Per iltraffico, Palermo è al quartoposto, subito dopo Vienna eprima di Roma». Si sta comeimbottigliati tra due imperi.

L'ingegnere dell'Informazio-ne, laureatosi al Politecnico diMilano, dopo qualche annotrascorso nella ricerca, traspin-off che si occupavano direti e telecomunicazioni, hacolto la palla al balzo del non

avere ancora trent'anni. «Vole-vo mettermi in proprio, masenza un euro che fai?». Con-ciso come un ragazzo di oggi.Nel 2012 è uscito il bando delministero dell'Università e del-la Ricerca, centrato sulleSmart cities and communitiesand social innovation per pro-getti di innovazione socialepresentati da ricercatori prove-nienti dalle regioni della Pu-glia, Sicilia e Calabria. «Io e ilmio amico del cuore, SalvatoreDi Dio, ingegnere come me -ci conosciamo dalle scuolemedie - abbiamo partecipatoal bando, presentando la no-stra startup Traffic02, e oggieccoci qui». Un milione e due-centomila euro da spalmare intre anni, fino a giugno prossi-mo, tra quindici persone, gio-vani come i due ingegneri, eche presto cresceranno di nu-mero.

E il team di Push, l'organiz-zazione non profit per progettidi innovazione sociale sul ter-ritorio. Per il momento. PerchéTraffic02 (dove la 0 è quella diOssigeno e il 2 è il suo pedice)fa gola a un bel po' di realtà. Inpratica, l'app, scaricabile solo a«rilascio chiuso», il classicobeta-test, funziona come ungioco, tra le caratteristiche del-l'innovazione sociale. «Ritenia-mo che solo divertendoci si

possa provare a cambiare ipropri comportamenti riguar-do ad alcuni problemi, come iltraffico, e di conseguenza amigliorare la qualità della vi-ta» spiega l'ingegnere alle pre-se con sessantamila studentidell'università degli studi diPalermo. I primissimi testerdella mobilità sostenibile ver-sione Push. «Mentre proviamoa cambiare le abitudini di mo-bilità dei cittadini, offriamodegli incentivi» aggiunge. Do-po aver scaricato l'app dal pro-prio smartphone, si decide illuogo da raggiungere, conquale mezzo arrivarci e il per-corso da fare: se a piedi, o inbicicletta - ai primi posti persostenibilità - si otterrà unpunteggio più alto, con bus oauto si salirà per emissioni,costo e calorie spese.

Che cosa c'entra il punteg-gio? «I negozi convenzionaticon Traffic02, dal bar al salo-

ne di bellezza, all'agenzia viag-gi, superano ormai il centina-io: in base ai punti raccolti icittadini più virtuosi hanno di-ritto a sconti o al ritiro di pre-mi». La sua fase sperimentalesi concluderà il prossimo 31maggio. Intanto, la sorpresapiù bella è arrivata per posta,

L'app è stata inseritanella lista «Innovativethinking», le ideeda tenere d'occhio

al numero 3 di piazza Sant'An-na, di fronte alla celebre chie-sa barocca. In piena Falsa.«Hanno bussato alla porta del-la nostra sede, lasciando unpacchetto. Dentro c'era unalettera nella quale era scrittoche mi avevano inserito tra gli

Se si usa la bici o si vaa piedi il punteggio salee si accumulano scontiin negozi e ristoranti

Ingegneri Pagina 3

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Chi è

Palermitano,laureato alPolitecnicodi Milanoin Ingegneriadell'informa-zione,il 32 enneDomenicoSchillaci (nettafoto, nessunaparentela conil campionedi Italia '90)è il padredi Traffic02,l'applicazioneche ha ricevutodal ministerodell'Universitàe della Ricercaunfinanziamentodi 1,2 milionidi euro persvilupparel'idea. La qualeè piaciutamolto anchead Audi, chel'ha inseritanella lista diidee innovativeche verrannopresentateil prossimo8 maggioa Milano

innovative thinking dell'Audi:la cosa mi ha sorpreso nonpoco» racconta l'ingegneredella mobilità sostenibile. Clic-care per credere su audi-inno-vativethinking.it, all'idea nu-mero 211 di Innovazione socia-le firmata da Schillaci. Nel ri-tratto di presentazione, contanto di foto, è scritto cheTraffico02 punta a «realizzareun cambiamento sistemico alivello globale».

In questi giorni è partita laterza fase di sperimentazionecon duemila studenti. Ma af-facciate alla finestra ci sareb-bero città come Atene («c'è giàun accordo con Activus,l'agenzia di mobilità sostenibi-le della capitale greca»), Ro-ma, oltre alle università di Na-poli e Bari. Però è la forza del-l'Audi ad aver conquistato l'in-gegnere. «Loro la pensanocome noi: muoversi in modosostenibile non vuol dire an-

dare solo a piedi, ma alternarei mezzi a seconda del percor-so». Concetto che Domenicoha subito messo in pratica gui-dando una A3 Sportback e-tron per un giro di provaomaggio della Casa. Un sogno,quasi quanto quello del prossi-mo 8 maggio a Milano, al nu-mero 27c di via Monte Napole-one, sede dell'Audi City. Lab. Ilfondatore di TrafficO2 sarà trai conferenzieri di From smartmobility to urban future, subi-to dopo buca de Meo, numerouno del marketing dell'Audi. ESchillaci sogna ancora: «Potreichiedergli in che modo darevisibilità agli altri nostri pro-getti di innovazione sociale,come l'app di Palermo on tour:in base al tempo che si ha adisposizione si può program-mare un giro della città, anchesolo per un'ora». L'importanteè non fermarsi mai.

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Cristiano e Ivo, i dueche reinventano le sospensioniUn algoritmo in grado di prevedere le buche e rendere la guida più sicuradi Luca Barbieri

na moto che«galleggia»sulle buche,quasi fosse unhovercraft,grazie all'in-treccio di sen-sori, algoritmi

e sospensioni intelligenti.Un sistema unico al mondoche, nato a Milano, sta ini-ziando a circolare un po' do-vunque sulle strade. Il circui-to di controllo degli ammor-tizzatori semi-attivi prodottoda E-Shock, startup di E-No-via, sta cambiando la guidadegli amanti delle due ruote.Rendendola più confortevolee più sicura.

Al ritmo di un impulso almillisecondo, il sistema dicontrollo comunica alle so-spensioni che cosa i sensoristanno rilevando sull'asfalto:buche, asperità, aderenza.Alla stessa velocità piccolevalvole motorizzate agisconosulle sospensioni per modi-ficarne la resistenza e con-trollare la dinamica. In prati-ca sembra quasi di volare:nemmeno il tempo di entra-

re nella buca che le sospen-sioni reagiscono immediata-mente adattandosi alle con-dizioni della strada.«Il sistema - spiegano Cri-stiano Spelta, 36 anni, e IvoBoniolo, 32, due dei fonda-tori di E-Shock - misural'energia trasmessa al veicolodalle asperità dell'asfalto eadegua, in tempo reale, lataratura dell'idraulica di for-cella e ammortizzatore perassorbire le forze sul telaio equindi massimizzare ilcomfort e la sicurezza».

Presentato a marzo, daquesto mese SkyShock, que-sto il nome del complesso dialgoritmi, sensori e attuatociideato su un brevetto inter-nazionale, è alla base dellesospensioni delle nuove KtmSuperAdventure 1.290, MvAgusta Turismo Veloce Lus-so 8oo, Ducati Multistrada1.200 S e Aprilia Caponord. Ibrevetti registrati da E-Shock, la startup controllatada E-Novia che produce ilcircuito di controllo delle so-spensione semi-attive, larendono di fatto leader a li-vello mondiale in questa tec-nologia. «Per rendere più in-terattiva e personalizzabile la

tecnologia - continuano idue giovani ingegneri - ab-biamo creato un'interfacciadi controllo tramite smar-tphone attraverso la quale ilmotociclista può tarare lesingole sospensioni».

Entrambi con dottorato diricerca in Ingegneria al Poli-tecnico di Milano, Cristianoe Ivo sono anche due deifondatori di E-Novia, un«hub di startup» che riuni-sce attualmente 45 ingegne-ri, la maggior parte formatinel Move Research Groupdel Politecnico di Milano co-ordinato da Sergio Savaresi.Con l'entrata nella compagi-ne azionaria di una cordatadi investitori e il reclutamen-to di un amministratore de-legato come Vincenzo Russi,ora la società punta a fare ilsalto. Dimensionale, raddop-piando i propri dipendentiin poco più di un anno, e di

II brevetto è già statoadottato da produttoricome I<tm, Ducati,MvAgusta eApri lia

modello, fondando - oltrealle quattro già partorite -un nuovo gruppo di startup.

E-Novia infatti è una sortadi holding detentrice di bre-vetti (quindici finora quelliregistrati in due anni e mez-zo di vita) che crea startupdedicate a produzione ecommercio dei singoli pro-dotti o applicativi permet-tendo in questo modo aigiovani ingegneri - tutti trai 25 e i 35 anni - la mag-gior parte dei quali laureati econ dottorato di ricerca alPolitecnico, di costruire leprime esperienze sullo svi-luppo di nuovi prodotti e, sel'idea merita, entrare conuna quota nella società cheli realizzerà. «Il filo condut-tore di tutti i nostri progetti- spiega Sergio Savaresi,professore del dipartimentodi Elettronica, Informazionee Bioingegneria del Politec-nico e cofondatore di E-No-via - è l'utilizzo del para-digma sensori-algoritmi-at-tuatori: circuiti in cui i sen-sori raccolgono leinformazioni, generano unflusso di dati che vengonoelaborati da algoritmi e si-stemi embedded, prendendo

Ingegneri Pagina 5

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Ch€ sOno

CristianoSpetta, 36 anni(a sinistra inprima piano) eIvo Boniolo, 32anni. Sono idue ingegneri,usciti dalPolitecnico diMilano chehanno fondatola startupE-Shock

decisioni che vengono mes-se in opera da attuatorisfruttando feedback circolaria velocità altissima».Una filosofia sottostante atutti i prodotti che esconoda questo team di ingegneri:dai brevetti realizzati in E-Shock, ora in fase di svilup-po anche per mountain-bikee i sedili per la Formula 1,alle biciclette ibride prodotteda Zehus, startup che vedenella compagine societariaanche l'incubatore M31; daisoftware di Drive2Go, scatolenere già montate su quasiduemila autobus in tutta Ita-lia che valutano e aiutano amigliorare lo stile di guidadel conducente, alle barcheintelligenti di Astra Yacht,una startup di Monfalconeche si prefigge l'obiettivo diautomatizzare la conduzionedelle barche a vela.

«Siamo di fronte a nuovi ap-procci nell'innovazione digi-tale - spiega Vincenzo Rus- I nunnersi - ed E-Novia si distingueper la capacità di sviluppareinnovazione sul paradigmasensori-algoritmi-attuatoci e Gli ingegneridi trasformare l'innovazione coinvoltiin impresa». in E-Novia,

Nell'ultimo stanzino di via l'hub di startupGaetano Crespi, sede che sta vicinadiventando troppo piccola, è al Politecnicochiuso Fabio, 28 anni. La di Milanostanza ha solo un tavolo, unabici e degli strani circuiti.Sta studiando una sorta diAbs per bici da corsa, un as- I brevettisistente alla frenata che otti- finoramizzi le prestazioni e la sicu- presentati,rezza degli atleti. La corsa e depositaticontinua. in due anni

[email protected] e mezzoc RIPROOUZONF RSERVATA da E-Novia

e-

I progettisu cui E-Noviaè oggi al lavoro.Riguardanosistemi per bici,barchee autobus

Ingegneri Pagina 6

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Fondi strutturali ero eiper la competitività

«Benissimo gli incentivi e gli strumenti per la cre-scita, ma lo strumento principe per rilanciare lacompetitività dei professionisti passa attraversoi fondi strutturali europei».Positivo il commento del presidente di Confpro-fessioni, Gaetano Stella, al termine della primariunione del tavolo di lavoro coordinato dal Mise,che ha visto la partecipazione di tutte le compo-nenti del mondo professionale ordinistico, dellecasse previdenziali e delle associazioni non or-dinistiche. «Sulla scia dei risultati raggiunti conla Commissione europea, finalmente si apre unachance anche per i liberi professionisti italiani.Il gruppo di lavoro "Competitività delle libere

professioni", inaugurato lo scorso 15 aprile dalsottosegretario del ministero dello sviluppo eco-nomico, Simona Vicari, ha mostrato una visionestrategica sul mondo delle professioni che finoraè mancata in Italia. Adesso possiamo cominciarea ragionare per rendere più competitivi gli studiprofessionali nel contesto internazionale».«Il tavolo parte sotto buoni auspici. Il sottose-gretario Vicari ci ha illustrato gli strumenti egli incentivi che fino a oggi erano a esclusivoappannaggio delle piccole e medie imprese, maora c'è la volontà di estendere le stesse agevo-lazioni anche ai professionisti, in particolare ilfondo di garanzia per le Pmi che è stato finoramolto poco utilizzato dalle professioni», ha ag-giunto Stella.«L'incontro al Mise rappresenta senza dubbio unosnodo centrale per la crescita delle professioniin Italia e per l'accesso ai nuovi mercati e testi-monia la consapevolezza del governo che i pro-fessionisti svolgono a tutti gli effetti un'attivitàeconomica e, poiché in Europa si va sempre piùverso l'imprenditorializzazione del lavoro intel-lettuale, i professionisti hanno tutte le carte inregola per accedere anche ai fondi comunitari».

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iVediazione, si può chiedere il pagamento delle spese d'ar vioGli organismi di mediazione potran-no continuare a chiedere il pagamentodelle spese di avvio del procedimentoin quanto le stesse non sono ricondu-cibili al concetto di «compenso» previ-sto dall'art. 17 , comma 5-ter, dlgs n.2812010. Con questa affermazione laquarta sezione del Consiglio di stato,con ordinanza 1694115 del 22%4/2015,ha sospeso gli effetti della sentenzan. 1351115 del Tar Lazio nella partein cui aveva dichiarato l'illegittimitàdell'art. 16 e. 2 e 9, del dm 180/2010,in quanto in contrasto con la gratuitàdel primo incontro del procedimentodi conciliazione.La gratuità del primo incontro è sta-ta introdotta dal decreto del Fare (dl98/13), laddove le parti non dichiarinola loro disponibilità ad aderire al ten-tativo di conciliazione.Il tema delle spese di avvio della me-diazione aveva suscitato perplessitàsin dai primi passaggi applicativi

della riforma del 2013 . Molti ritene-vano che la gratuità investiva tutto ilprocedimento, altri sostenevano che lespese di avvio del procedimento eranointegralmente dovute. Nel dibattito siè quindi inserita la sentenza del TarLazio n. 135112015 del gennaio scorso.Il Tar prima e il ministero poi, sem-brerebbe avessero ignorato completa-mente che il ministero della Giustiziastesso all'indomani della riforma del2013 era intervenuto sul tema dellespese con la circolare del 27 novembre2013, e aveva chiarito che nel termine«compenso» (art. 17 c. 5-ter) non dove-vano essere comprese le spese di avviodel procedimento , specificando ancheche le spese di avvio erano dovuteda entrambe le particomparse al primoincontro.Peraltro, secondo lacircolare ministeria-le, nel caso in cui la

parte invitante non fosse comparsaal primo incontro, nessuna indennitàpoteva essere richiesta alla parte in-vitata che fosse viceversa comparsa;quindi il costo della mediazione in quelcaso ammontava a 40 euro (oltre Iva)e dovevano essere altresì corrispostele spese vive documentate, come avevagià puntualizzato la circolare ministe-riale del 20 dicembre 2011. Molti orga-nismi forensi, anche grazie all'ausilio eall'esegesi del Coordinamento forensedella conciliazione, avevano azzardato,quindi, a sostenere che ciascun orga-nismo di mediazione nell'ambito del-la propria autonomia privata potesselegittimamente continuare a chiederedei contributi economici aventi ad og-

getto diritti di copia e digestione amministrati-va dei procedimenti.Il provvedimento inesame precisa, infatti,che l'uso del termine

«compenso» nel comma 5-ter dell'art.17 del dlgs 4 marzo 2010, n. 28 (intro-dotto dalla «novella» del 2013), è mani-festamente generico e improprio, nontrovando detta terminologia riscontroin alcuna altra parte della normativaprimaria e secondaria de qua, nellaquale si parla invece di «indennità dimediazione», che a sua volta si compo-ne di «spese di avvio» e «spese di me-diazione» (art. 16, dlgs n. 2812010).Tale esegesi normativa consente, quin-di, al Consiglio di stato di affermareche le spese di avvio - le quali a teno-re del censurato comma 2 dell'art. 16comprendono, a loro volta, da un lato le«spese vive documentate» e dall'altrole spese generali sostenute dall'orga-nismo di mediazione - non appaionoprima facie riconducibili alla nozionedi «compenso» di cui alla disposizionedi fonte primaria dinanzi citata.

Giampaolo Di Marco--------0 Riproduzione riservata

Mediazione Pagina 8

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Il caso

Effetto rinnovabiligli incentitiTi frenanoil calo delle bollettedi Francesco Di Frischia

A nche se il prezzo diluce e gas in bollettaper la famiglia tipo fa

segnare un leggero calo(compreso tra l'i e il 4%),sui prezzi finali pesa«l'incidenza degli onerigenerali di sistema». Lorivela il presidentedell'Autorità per l'energia(Aeegsi), Guido Bortoni,durante una audizione incommissione Industria delSenato, aggiungendo che«il complessivo fabbisognodi gettito annuo nel 2015raggiunge i 15 miliardi, ildoppio del 2011». A causarequesta esplosione lacrescita degli incentivi arinnovabili (pari all'83%ditutto il monte oneri) eassimilate. Bortoni auspicauna riforma degli onerigenerali che oggi hannoraggiunto un «livelloeccessivo». Trasferirne,però, una parte sullafiscalità generale, vista lasituazione del Paese, «inpratica è una misura moltovicina allo zero», osservaBortoni. L'Authority precisache per il secondo trimestre2015 il prezzo dell'elettricitàperla famiglia tipo nelservizio di maggior tutela siè abbassato dell'1,1%rispetto al trimestreprecedente, mentre ilprezzo del gas è sceso nellostesso periodo del 4%.

0 RIPRODUZIONF RISERVATA

Energie rinnovabili Pagina 9

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Buchi neri cli clientele e scandaliViaggio nel fallimento delle RegioniNel libro di Buccini il sistema degenerato attraverso le esperienze dei governatori

di Sergio Rizzo

Le parole che non t'aspet-ti sulle Regioni le pro-nuncia un incarognitoGiancarlo Galan: «An-

drebbero abolite. Oppure vaabolito lo Stato. Uno dei due èdi troppo». Quantomeno irri-verente, penserete, da parte dichi è stato un decennio poten-tissimo presidente della Regio-ne Veneto e poi ben due volteministro prima di essere az-zoppato dall'inchiesta giudi-ziaria sulle tangenti del Mose.Ma il suo sfogo dagli arresti do-miciliari con il giornalista delCorriere Goffredo Buccini chelo intervista per il suo libro«Governatori - così le Regionihanno devastato l'Italia», editoda Marsilio e da oggi in libre-ria, è la fotografia più nitidadell'assurda deriva imboccatadal nostro Paese con un regio-nalismo protervo a accattone.

Il crollo della partecipazioneal voto alle ultime elezioni inEmilia-Romagna e Calabria èun sintomo che dovrebbe pre-occupare una classe politicamiope e distratta. Mai come inquesto momento, alla vigilia diuna tornata elettorale cruciale,le Regioni sono state in crisi dipopolarità e di identità. Frascandali sull'uso oltraggiosodei denari pubblici, sprechivergognosi di risorse collettivee inefficienze nella sanità, han-no toccato il punto più bassodalla nascita, nel 197o. Tanto dafar sorgere interrogativi sullaloro stessa esistenza. «Se la de-mocrazia italiana non si libere-rà dalla zavorra delle Regioni»,scrive Buccini, «le Regioni tra-scineranno a fondo la demo-crazia italiana. Accomunate dalbrutto neologismo di Rimbor-sopoli o da scandali altrettantodevastanti, le Regioni sono fu-mo negli occhi per sei italianisu dieci secondo l'Istat. Nel2000 il 44 per cento degli italia-

ni se ne fidava, nel 2008 il 39per cento, nel 2014 solo il 14 percento. Almeno trecento sonostati i consiglieri regionali in-quisiti. Le leggi regionali vi-genti sono oltre ventimila e ilcontenzioso Stato-Regioni è ar-rivato a pesare per un terzo sullavoro della Corte costituziona-le (...) Ma soprattutto, a marca-re la differenza fra il prima e ildopo, è la nascita di venti pic-coli capi di Stato...».

Quelli ormai diventati, in unimmaginario collettivo defor-mato dai media i «governato-ri». Sono i protagonisti di que-sto libro sorprendente, che at-traverso le loro parole e le sto-rie di ognuno mette a nudo lemetastasi di un sistema dege-nerato. Perché dietro a tutto cisono gli uomini e le donne.

C'è l'ex presidente dellaLombardia, il «Celeste» Rober-to Formigoni che paragonavase stesso a Gesù («...anche luiha amato intensamente ma vis-suto virginalmente»). L'uomoche è stato al potere per diciot-to anni consecutivi, più di ognialtro politico italiano nel dopo-guerra. Incurante del diluvio dipolemiche e indagini. Per quel-le, si appella alla legge dell'Al-tissimo: «Sono un peccatore,non un colpevole».

Nemmeno Galan, con il suo«sguardo da lampadina fulmi-nata», nella gabbia dei domici-liari, si reputa colpevole. Diceche ha patteggiato la condannaper costrizione. Ammette chese in Italia c'è oggi aria da 1992è colpa anche dei politici. Mapoi ringhia che «il popolo ama

L'aboftilioneGalan: andrebberoabolite. Oppure vaabolitolo Stato. Unodei due è di troppo

Gheddafi fino al giorno primae poi lo uccide barbaramentecon i suoi figli. 11 popolo è Ro-bespierre». Sarà per risenti-mento verso gli elettori giaco-bini che non si è ancora dimes-so da presidente della commis-sione Cultura della Camera?

C'è Piero Marrazzo, travoltodalla vicenda delle sue fre-quentazioni con transessuali,che ancora non sembra aver re-alizzato che cosa davvero hacombinato. «D'accordo, hosbagliato come persona pub-blica (...) però quello che mi èsuccesso (...) non è successo inuna Regione italiana ma nellavita di una persona, hanno solocolpito un uomo e la sua fami-glia». C'è pure chi di Marrazzoha preso il posto, Renata Polve-rini: «Non è una donna, èun'unità combattente». Cheperò non riesce ad arginare lafrana che travolge prima il con-siglio regionale e poi la suagiunta. C'è Antonio Bassolino,a sua volta travolto dalla valan-ga immane dei rifiuti che som-merge la Campania otto annidopo. E adesso recrimina: «Seavessi potuto rifare il sindaco...altro che presidente di Regio-ne. Quella era la mia vita!».

C'è Giuseppe Scopelliti,«Peppe o' dj», simbolo viventedel naufragio della Calabria,con il suo «incedere curiale,una stretta di mano morbida,rotondità da antico democri-stiano». C'è Nichi Vendola, checonfessa di non aver mai pian-to in vita sua come quando è fi-nito il grande freddo con i ge-nitori sconvolti dalla rivelazio-ne della sue omosessualità. Fuun giorno che sentirono alla ra-dio il suo discorso al Gay Pridedel 2000. «Mi telefonò mia ma-dre: "Papà ha detto che ti dob-biamo chiedere perdono"». Eracconta che la sua battagliapiù grande «è sempre stata

contro il centrosinistra. Era piùfacile battere Fitto che nonD'Alema». C'è Rosario Crocetta,il «Poeta tragediatore», gay di-chiarato al pari di Vendola, chevuole cambiare «una Regionenella quale, degli ultimi duepresidenti, uno è in galera el'altro sotto processo per que-stioni legate alla mafia...» Madeve fare i conti con la maledi-zione di un'autonomia che haridotto la sua Sicilia a un rovi-noso buco nero di clientele.

C'è Vasco Errani, estromessoper una condanna: lascia a Stefa-no Bonaccini un'Emilia-Roma-gna che gli elettori hanno ab-bandonato. Sovvertendo l'ada-gio andreottiano secondo cui «ilpotere logora chi non ce l'ha».Né poteva mancare Roberto Co-ta, eclissato da un paio di mu-tande color verde leghista. Chegrazie a questo libro scopriamonon essere mai state proprio ver-di. E nemmeno mutande. «Era-no pantaloncini», dice lui. «Diche colore?», fa Buccini. «Nonso, di diversi colori. A fiori. Dabagno, capito?». Buccini insiste,senza pietà: «Coi fiori. Fondoverde?» «Non me lo ricordo. Manon erano verdi! Quando si è av-viata l'inchiesta ho fatto mentelocale, erano finiti per sbaglionei rimborsi. Ho rimediato, ri-pagato. Prima dell'avviso di ga-ranzia. Quindi non esiste nean-che il fatto che fossero pagaticon soldi pubblici, che poi eranoprivati». Privati, sì: ma dei priva-ti contribuenti, caro Cota.

Regioni: competenze professionali Pagina 10

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In uscita

Il libro«Governatori.Così le Regionihannodevastatol'Italia» scrittoda GoffredoBuccini è editoda Marsilio(pagine 330,€18)edèdaoggi in libreria

II volume-attraversoanchel'incontro conalcuni deigovernatori piùnoti degli ultimianni -tracciaun affrescodella recentestoria delleRegioni,tra malaffaree sprechi,passando peril federalismoregionale cheha creatoeffetti sugliospedali, sullosmaltimentodei rifiutie sui serviziper i cittadini

i consiglieriregionaliche sono stati

coinvolti

in qualche

indagine

giudiziaria.

A eccezione

delle regioni

a statuto

speciale,

i primi Consigli

regionali sono

stati eletti

solo nel 1970,

ma le Regioni

erano già

previste nella

Costituzione

Regioni: competenze professionali Pagina 11

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Ira monta n.a delle 400 opere previste dal secondo coverno R. ne lia partorito solo l'S%

Le grande opere che si farannoelenco ne sono rimaste solo 25. Ma non per scherzo

DI ANDREA PICARDI

oche infrastrutturema buone, e soprat-tutto altamente prio-ritarie per il futuro

del Paese. Con l'allegato In-frastrutture al Def (il Docu-mento Economico e Finanzia-rio) adesso varato da PalazzoChigi finisce l'epoca dellaLegge Obiettivo e del superelenco di opere pubbliche darealizzare. Delle oltre 400previste nel Def dello scor-so anno - in continuità conla Legge Obiettivo - ne sonorimaste, infatti, solo 25.

Il supera-mento dellalegge obiettivo- Approvata nel2001 durante ilsecondo GovernoBerlusconi, laLegge Obiettivoormai da tempoera finita nelmirino dell'Ese-cutivo e degliaddetti ai lavori.L'ultimo rappor-to sullo stato diattuazione delprovvedimento,pubblicato lo

impiegati soltanto 23, appe-na l'8 per cento. La montagnaha partorito il topolino e haanche generato meccanismiopachi come quello del Gene-ral contractor». Una dichiara-zione di fallimento in pienaregola.

Le opere prioritarie -Delle circa 60 opere che eranostate indicate dal precedenteministro Lupi, in un primomomento il Governo è statosul punto di confermarne 51.Poi, un paio di giorni primache il Consiglio dei Ministriiniziasse a discutere del Def,è arrivata la decisione di di-

mero. Nel testodefinitivo dell'al-legato Infrastrut-ture vi sono, comegià sottolineato,25 opere definiteprioritarie, «perun costo totale di70,9 miliardi dieuro e coperturefinanziarie paria 48 miliardi dieuro (67,7 percento), selezio-nate sulla basedi una valuta-zione di coerenza

Graziano Delrio

scorso marzo, ha rivelato chesolo l'8% delle opere previste ègiunto a realizzazione e che icosti sono lievitati in 10 anni,dal 2004 al 2014, di circa il40%. Una fotografia impieto-sa, che ha affondato la legge eil modello su cui negli ultimiquattordici anni si è basatoil sistema dei lavori pubbliciin Italia.

Delrio e la legge obiet-tivo - Il colpo di grazia (chechiude l'epoca delle grandiopere così come le abbiamointese nell'ultimo decennio)è però arrivato con il Def.Che il metodo sia cambiatodefinitivamente, l'ha detto inmodo inequivocabile il mini-stro delle Infrastrutture e deiTrasporti, Graziano Delrio,in un'intervista a Repubbli-ca. «Focalizzarsi sulle grandiopere ci ha portato in 14 annidi legge Obiettivo a stanzia-re 285 miliardi per vederne

con l'integrazione con le retieuropee e territoriali, dellostato di avanzamento e del-la possibilità di prevalentefinanziamento con capitaleprivato».

Le ferrovie - Tra le operecui il Governo ha dato prioritàassoluta, compaiono in primoluogo le ferrovie che ottengo-no 28 miliardi di cui già 15disponibili. Da questo puntodi vista, l'elenco comprende inprimis la Tav Torino-Lione e,poi, il traforo del Brennero,l'alta velocità Milano-Vene-zia e quella Napoli-Bari, ilTerzo Valico dei Giovi e l'altacapacità Messina-Catania-Palermo.

Strade e autostrade - Perquanto riguarda strade e au-tostrade, sono 10 i progettiritenuti prioritari per i qualiil Governo ha previsto unostanziamento complessivodi 25 miliardi. Al sud ci sono

la statale Jonica, la Salerno-Reggio Calabria, l'Agrigento-Caltanissetta e il potenzia-mento della Olbia-Sassari.Nel nord Italia Palazzo Chi-gi ha indicato la terza corsiadella Venezia - Trieste, laPedemontana Lombarda, laPedemontana Veneta e laTangenziale esterna di Mila-no mentre al centro la Gros-seto-Siena e il quadrilateroMarche-Umbria.

Le metropolitane - Im-pulso anche ai trasportinelle città (nell'allegato in-frastrutture al Def è scrittotestualmente: «Significativoil peso delle metropolitane,indispensabili per colmareil deficit accumulato nel tra-sporto pubblico locale su ferronei principali centri urbanidel Paese»). A tal proposito cisono già 10 miliardi a dispo-sizione su 12 necessari. Tragli interventi, da segnalare lemetropolitane di Roma, Mi-lano e Napoli e la tramvia diFirenze.

Il Mose - Finanziamentianche per il Mose di Veneziala cui realizzazione definitivaè dunque ritenuta prioritariadal Governo. Nell'allegatoInfrastrutture si legge che ladata di fine lavori è previstaper il 30 giugno 2017. I fondigià disponibili ammontano a5,2 miliardi rispetto a un co-sto complessivo di 5,4.

Le opere tagliate - Lascelta del Governo di pun-tare soltanto su 25 opereprioritarie ha scatenato ildibattito sulle quelle chenon compaiono nell'elenco,alcune delle quali assai at-tese dalle popolazioni e dalleamministrazioni locali. Tra lealtre, non sono state inseritenell'allegato Infrastrutturedel Def l'autostrada Roma-Latina, la Catania-Ragusa, laTirrenica e la Fano-Grosseto.Progetti che - assicurano dalministero delle Infrastruttu-re anche per rispondere allesollecitazioni dei territori -non saranno accantonati, purnon essendo più consideratiprioritari.

formiche. net

Grandi opere Pagina 12

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Intel Securitycalls for actionon cyber attacksPresident says underlyingcauses should be tackledrather than the symptoms

HANNAH KUCHLER - SAN FRANCISCO

The president of Intel Security hasadmonished the cyber security industryfor being "too reactive" and focusing onthe symptoms of attacks rather than theunderlying causes.

Chris Young said that the sector hadbecome "bogged down" in data whilecyber attackers were better funded,more innovative and improved theirskills. "We are swimming in symptomsbut we don't really understand the prob-lem in many cases. To use a human anal-ogy, I'm sneezing, I can't breathe easily, Ihave a runny nose: do I have a cold, fluor allergies?" he said.

"In security we're chasing the symp-

'In cyber security, mostof the burden is on theprivate sector and citizensagainst attackers'

toms like malware and vulnerabilitieswhen we'd be smarter if we knew thecontext of attacks, who the attackers areand why do I care about them."

Mr Young told the Financial Times atthe RSA cyber security conference thatPresident Barack Obama's new infor-mation sharing proposals, announcedin the State of the Union speech, riskedcreating a flood of new data on attacksthat few companies were skilled atprocessing.

The US House of Representativescould vote on the bill this week.

"It is important to share threat intelli-gence," he said. "[But] if we're going to

share, we should do it. with a purpose,not just. because it is the right thing todo .'

Mr Young said security companiesshould automate far more of their basicwork responding to alerts - up to 98 percent, which would allow them to con-centrate on the biggest threats.

"Companies should be going out andhunting down threats inside your envi-ronment," he said. "Offensive doesn'thave to mean 'hacking baclc', it doesn'thave to be that aggressive."

For example, he said that. as attackersoften used privileged account logins tomove around a network, companiesshould be actively hunting for thoseusing such accounts.

Mr Young added that law enforce-ment needed to increase dramaticallyits investment in fighting cyber crimeuntil it was on a par with the resources itdevoted to other crime.

"Cyber space is becoming essential toevery dimension of our lives so it shouldhave the same level of resources asphysical security," he said.

"We're nowhere near that - we're noteven on the path towards the minimumyet "

Speaking at the conference where JehJohnson, the US secretary of homelandsecurity said on Tuesday that the gov-ernment could not fight cyber criminalsalone, Mr Young stressed that Washing-ton needed to share responsibility withthe private sector.

"In our physical lives in most cases webasically expect government. to do mostof the defending and enforcing of thelegal system," he said.

"In cyber security, most of the burdenis on the private sector and citizensagainst attackers.

"I'm not saying we're going to shift itback to the same as in the physicalworld, we just need to move a little bit.°'

Sicurezza informatica Pagina 13

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Metroweb, Cdp chiude la porta a TelecomI1 Fondo strategico:

«Le condizioni per andareavanti non ci sono più»

LA TRATTATIVAROMA Il tavolo è saltato. Di nuovo.E questa volta, è probabile, defini-tivamente. Con una lettera di po-che righe, il numero uno del Fon-do strategico Maurizio Tamagniniha comunicato a Telecom Italiache non ci sono le condizioni perandare avanti nella trattativa suMetroweb per condividere gli in-vestimenti per la banda larga. Pa-radossalmente, la missiva di Ta-magnini è arrivata proprio men-tre le agenzie di stampa battevanole parole del presidente della Cas-sa depositi e prestiti, Franco Bas-sanini, che sembravano invecemandare un segnale positivo ver-so l'ex monopolista. «La soluzionemigliore», ha detto ieri il numerouno della Cassa, «è una società do-ve siano coinvolti con noi tutti imaggiori operatori. In un'ipotesidel genere», ha aggiunto, «Cdpnon pone questioni di maggioran-za. Se il contributo maggiore lo dàTelecom, può avere da subito lamaggioranza». Eppure solo pocheore prima tra Tamagnini e Patua-no c'era stato un duro confronto.Il problema emerso al tavolo nonera tanto, o soltanto, la possibilitàper l'ex monopolista di salire im-mediatamente al 51% di Me-troweb, bensì la governance del

veicolo che si sarebbe incaricatodi posare la fibra ottica. Telecomsi è detta sin da subito contraria aqualsiasi ipotesi di «condominio»con gli altri operatori e nell'ultimomemorandum inviato al Fondostrategico avrebbe chiesto comun-que la nomina dell'amministrato-re delegato e della maggioranzadei consiglieri. Un punto tuttavia,considerato «non negoziabile»dalla Cdp, che vuole nel progettoanche gli altri operatori.

LE PROSSIME MOSSESul tavolo della Cassa resta la ma-nifestazione di interessi «aperta»presentata da Vodafone. Bassani-ni, insieme a Tamagnini, starebbelavorando ad allargare la compa-gine anche a Wind sollecitando ilgruppo controllato dalla russaVimpelcom a produrre una letteradi intenti simile a quella di Vodafo-ne. La rottura delle trattative conTelecom da parte della Cdp, a que-sto punto, renderebbe almeno ilquadro più definito. Il punto cen-trale rimane l'utilizzo dei 6,5 mi-liardi di euro messi sul piatto dalgoverno per portare la fibra a 100Mega ad almeno il 50 per centodella popolazione entro il 2020.Telecom ha già aggiornato il suopiano prevedendo la cablatura del-le principali 40 città italiane. Que-sto, in teoria, significa che perquei centri il contributo del gover-no non potrà essere erogato a nes-sun altro operatore per evitare lacensura dell'Unione europea sugliaiuti di Stato. Proprio per questonei prossimi giorni partirà la nuo-va consultazione pubblica del Mi-nistero dello Sviluppo Economicocon gli operatori relativa al trien-nio 2016-2018. La consultazione,indetta da Infratel, durerà un me-se e servirà a definire le nuove«aree nere», quelle cioè dove nonci sarà necessità di interventi pub-blici per il raggiungimento degliobiettivi del piano Banda ultralar-ga. Di conseguenza saranno indi-

cate con chiarezza le aree dove glioperatori potranno far richiestadei contributi. La consultazione,inoltre, potrebbe anche servire adesplicitare il ruolo che potrebbeavere Enel nel piano. La societàguidata da Francesco Starace è in-teressata all'infrastruttura a ban-da larga nell'ambito del suo pianodi nuova digitalizzazione dei con-tatori, ma i contorni dell'impegnonon sono ancora definiti. Intantoieri l'Authority delle Comunicazio-ni ha diffidato Telecom sulle nuo-ve condizioni contrattuali ed eco-nomiche per lo spostamento dellaclientela su rete fissa. L'Autoritàha diffidato la società sull'infor-mazione alla clientela e sulla tute-la del diritto di scelta per gli utentiche usano il servizio universale.

Andrea BassiCc) RIPRODUZIONE RISERVATA

Banda larga Pagina 14

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La banda larga in ItaliaMb/s = velocità di trasmissione in megabit al secondo % = copertura della popolazione

in base a vari rilevamentiVelocità mediadi connessione(test Ookla,rielaborati Netindex)

9 ,18 Mb/s

94' postonel mondo,in Europa megliosolo di Paesibalcanici, Grecia e Turchia

Penetrazionedi Internet(sito World Stats)

degli operatori privati (senza impegnisuccessivi)

30 Mb/s

Fibra ottica in uso(classifica "Fibre tothe home Council"peri maggiori Paesi)

penultimo posta(peggio solo la Romania)

banda tuttaultralarga Italia

1 00

Adsl2 (OsservatorioUltra Broadband)

fino a 20 Mb/s

Domanda , rispetto all ' offerta

2 0 %

nei grandi in alcunecentri città

50%

-zaemmelri

Banda larga Pagina 15

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SelafnediAeneélafrnedell'eurodi Adriana Cerretettï

Prima, a distrarrel'attenzione general e,

era la crisi russo-ucrainaall'apice della sua violen-za. Ora è la crisi dell'im-migrazione incontrollatache si rovescia sullecoste europee. Nessunocontesta gravità e peri-coli di entrambe per lafutura stabilità dell'Euro-pa. Piano piano e senzafracasso, però, la terzacrisi del momento,quella greca, potenzial-mente la più devastantenell'immediato, scivolaverso l'abisso.

Ormai a Bruxelles edintorni se ne parlacome di un fatto acqui-sito, una strada senzauscita. «Il quadro giuri-dico non permette disoccorrere la Grecia»afferma un negoziato-re. Forse che c'era, quelquadro, ai tempi deiprecedenti salvataggidi Atene? I Trattati Ueli vietavano. Eppurealla fine il Fondo salva-Stati fu fatto e la Bce simosse per soffocarel'incendio speculativoche divorava l'euro.

Economia Pagina 16

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AdrianaCerretelli

Se la finedi Ateneè la finedell'euro

ggi si respirarassegnazione. Come sevolesse dissociarsi da

una decisione che, se ci sarà, saràtutta e soltanto sua, l'Europa simette in lutto preventivo.Aspettando il peggio, ifuneralidiAtene. «I greci non sono seri,il governo Tsipras non offreniente di concreto. Impossibileaiutarli », si insiste. Ma propriolunedì il governo ha approvato ildecreto per rastrell are fondidalle casse di comuni ed entilocal i, più di 1,5 miliardi, perpagare stipendi, pensioni ecreditori. Si fa così anche inOlanda, l'avrebbero rassicuratoi "mentori" Ue. Ma la Grecia è inpiazza per gridare di nuovo«basta austerità».

Basta? La vulgata vuole che ilPaese abbia incassato gli aiutisenza pagarne lo scotto. Le cifresmentiscono.'Tra il 20o8 e il 2013il Pil greco è sceso del 27%, laspesa pubblica reale del 35%, idisoccupati sono arrivati al 28%.Il deficit strutturale è calato del20%, del Pil tra 20o9 e 2014, ilbilancio primario del 120/o, comeil disavanzo dei conti correnti.Sforzo irrilevante? Ancorainsufficiente? Tutto positivo,visto il raddoppio del debitomalgrado la parzialeristrutturazione?

Altro leitmotiv. Non sipossono fare sconti alla Greciache non collabora: sarebbe unregalo ai partiti populisti e unoschiaffo ai governi dei sacrifici.

Allora perché la Francia èstata appena risparmiata da unamulta da circa 4miliardi cheavrebbe dovuto pagare per nonaver rispettato il tetto del3°i, di

deficit negli ultimi otto anni, glistessi del calvario greco?Nonostante la grazia ricevuta,Parigi ora rifiuta di fare i taglistrutturali richiesti, li riducequasi a metà «per noncompromettere la ripresa». Inquesto caso nessuno insorge nérichiama l'intangibilità delleregole Ue, i patti da rispettare.

Come si fa a chiudere gli occhidavanti a tiri Paese grande riccoe arrogante e a infierire su unopovero e allo stremo anche perl'eccesso di sacrifici che gli èstato imposto? Come sigiustifica la Caienna delle regoleper alcuni e la flessibilità peraltri?

La Grecia è testardamenteindisciplinata, si ripete. LaFrancia no? Eppure continua agodere di spread e tassi"tedeschi" che non merita. Sì,ma se crolla la Francia crollanol'euro e l'Europa, se cade laGrecia non succederà quasiniente, Grecia esclusa. Questal'ultima verità rivelata ma nientelo prova. Al contrario. Dopo 13annidi vita, la gracilità politica edi consensi dell'euro potrebberiservare pessime sorprese ademocrazie in balia deisondaggi quotidiani, prive dicultura e sensibilità europee,guidate da leader nazionaliincapaci di guardare oltre gliostacoli, se non fa loro comodo.Ampiamente dotati però delcoraggio dell'irresponsabilitàcollegiale.

A loro difesa sventolanol'alibi dell'irresponsabilità dellaGrecia insolvente. La Grecia, 2%iodel Pil dell'euro e 3% del debito,non è mai stata un mostro divirtù pubbliche. Lo si sa dasempre. Come si sa che è statasalvata per salvare gliinvestimenti delle banchetedesche e francesi. Come si sache, rigore o no, non potràripagareí debiti. Se abbandonataal suo destino, affonderà dunquenel marasma più nero. Ma primao poi, complicel'interdipendenza, quell'atto diincoscienza collettiva ricadrà sueuro ed Europa. Non sarebbemeglio una sana Realpolitik,meno costosa per tutti?

0 RIPRC 0II[10 ERISI RVATA

Economia Pagina 17

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di Cristiano Seganfreddo

reparare il campo primadella semina. Sembra unadagio antico e fuori mo-da. Ma in linea forse conl'anno dell'Expo di Mila-no, dedicato alla Terra eal suo nutrimento. Se-guendo l'ispirazione me-

taforica potremmo continuare e con-vincerci che se il campo non vienedissodato, le erbacce tolte e preparatala terra per la coltivazione scelta, lafatica della semina o - chi preferisce- del seed, a poco serve. Tutto finiràtra le braccia del vento e non dellaterra.Quello che ci insegnano le società chesono partite o ripartite dopo i tantianni di grigiore economico è che dob-biamo creare le condizioni ambienta-li, ovvero un clima favorevole e positi-vo, perché i semi possano crescere.

L'obiettivo primario delle «nuoveeconomie» e di chi le governa, è quel-lo di continuare a far nascere e svilup-pare nuove idee, inserendo continua-mente nel ciclo produttivo giacimentidi energia viva (educazione e giovani)e di possibilità di futuro (startup, ri-cerca, sviluppo). Per farlo dobbiamoessere coraggiosi e accettare il rischiodel cambiamento, che comunque nonpossiamo arginare. Dovremmo impa-rare presto a essere un po' spregiudi-cati e non attendisti. Non bastano so-stegni e facilitazioni a base burocrati-ca. Né l'abbraccio delle generazionipassate. Certo, ben vengano, ma sonoancora cose troppo per bene. Piene diregistri e di obblighi formali. Nonpossiamo spingere e sperare nel nuo-vo se lo facciamo con lo sguardo delpassato e sempre con un pregiudizionegativo. Le imprese innovative sonoancora troppo poche, 3.454 Quasi ri-dicolo l'uia delle imprese sotto i 35anni, per non parlare dell'1,9 sotto i 24

Se Zuckerbergeinon passanoda queste partiPoche aziende innovative e menodi due su cento fondate da under 24

anni. Zuckerberg fonda Facebook a20. Ma il problema si fonda sulle im-prese normali che investono un mise-ro 0,7 per cento in ricerca e sviluppo.Ovvero poco o nulla.

Serve invece una scossa, vere e pro-prie free zone sperimentali. Metafori-che e fisiche. Isole di lavoro libero,senza mille interruzioni burocratichee psicologiche. Luoghi abitati da gen-te che vuole cambiare il mondo edessere nel mondo. Che si stia a Firen-ze, Palermo o Catania, non cambia.Nessun intento anarchico in questaproposta quanto la necessità di soste-nere la spinta all'innovazione senzacostringerla all'obbligo di codici im-prenditoriali precisi e del secolo pas-sato. Con la solita supponenza e arro-ganza. E pure lagna. Tutto è cambiatoin modo radicale e irreversibile. Il tas-so di natalità delle imprese scendeanno dopo anno in modo impietoso,

siamo al ventesimo posto in Europa ecosì il numero dei brevetti, che ci vedemolto distanti anche dalla media eu-ropea. Svezia, Germania, Finlandiabrevettano tre volte gli italiani. Un pa-radosso. Quando il Paese è un luogoinvece straordinario, con gente pazze-sca e con una capacità manifatturieraevoluta agganciata alla spinta digitale.Anche se fatta di imprese troppo pic-cole, il 95% sotto i dieci addetti.

Le soluzioni? Abbandoniamo la di-namica corporativa, i mille infiniti,inutili, noiosissimi convegni, e i varidecreti. Spingiamoci verso nuove cor-porazioni di idee. Guidate non da bu-

i rocrati ma dai millennials. A parlaresia chi ha dimostrato di avere idee ecapacità che si aprono al mondo. Af-fiancati da chi ci crede e chi vuole ilcambiamento. Solo qualche ora fa hoincontrato a Barcellona l'energia di Ri-card Garriga, un millennials che ha

i dato vita a MenorcaMillennials.com.

Educazione, startupper evoluti, tutor ementor tutti riuniti in una piccola iso-la spagnola del Mediterraneo per ventigiorni a giugno. A pensare al cambia-mento a impatto global. Una forzacontagiosa e una volontà che ha mes-so assieme i più bei nomi della finan-za, dell'impresa, della tecnologia delsuo Paese e non solo. Senza cono-scenze o lobby di chissà che tipo, masemplicemente voglia di idee e dipensare in grande. Di dare e darsi unaopportunità big. «Sono rimasto sor-preso perché tutti mi hanno detto disi. Ci vuole poco. Basta crederci».

Lo stesso fa Marco Mari con il suoItalia Innovation program (Italiainno-vationprogram.com), che a 25 anniporta le migliori menti, tra manager estudenti post master, dalla Californiaa Tel Aviv, a confrontarsi con un nuo-vo possibile futuro per le imprese ita-liane che rappresentano il made inItaly su scala internazionale.

Queste sono cose che ci aprono almondo. E sono i veri programmi diinnovazione sociale ed economica chevalgono come mille forum. t un mo-do diretto per sostenere senza tantestorie le tante storie che ci sono inItalia. Negli incubatori, negli accelera-tori, nelle università. Nella testa ditanti che vogliono fare e crederci. Eche magari prendono un aereo perDublino o per San Francisco. Abbia-mo qui da noi tantissime incredibilivalley, dal food al fashion, dalla mec-canica al turismo. Apriamo questescatole preziose alla testa e all'energiadel nostro tempo, e di chi questo tem-po -vuole prenderlo. Con la certezzache se investiamo in capitali e capita-ni di ventura comincerà una nuovaavventura per il nostro Paese, ovveroper tutti noi.

C RIPROOUZIQNF RISERVATA

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LE IMPRESE PER REGIONE*!

*PER MILLE ABITANTI

o 10 20 30 40 so 60 70 80

Abruzzo

Basilicata

Bolzano

Calabria

Campania

E. Romagna

Friuli - V. G.

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trento

Umbria

Valle d'Aosta

Veneto

N

INNOVAZIONE-IIIELME IMPRESE

PERIODO DI RIFERIMENTO : 2010 - 2012

£IMP ESE 171!'.MENO DI DIECI ADD WWI£N I A`LIAI

IÍ VARIAZIONEIMPRESE ATTIVEINITALIA

PERIODO DI RIFERIMENTO : FINE 2013 - FINE 2014

Agricoltura, silvicoltura, pesca

Estrazione di minerali da cavee miniere

Attività manifatturiere

Fo - tura dì energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

Fornitura dì acqua, reti fognarle. attività di gestione

Costruzioni

Commercio all'ingrosso e al dettaglio

Trasporto e magazzinaggio

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

Servizi di informazione e comunicazione

Attività finanziarie e assicurative

Attività immobiliari

Attività professionali, scientifiche e tecniche

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale

Istruzione

Sanità e assistenza sociale

Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento

Alma attività di servizi

MULTINAZIONALIITALIÄNE ALL'EStERO

PERIODO DI RIFERIMENTO: 2012

Fon'dNlc .

under 24

IMPRESE ITALIANEPERIODO DI RIFERIMENTO: 2012

ARIAZI `

Farne -A

STARTUP INNOVATIVEPER REGIONE

DATI AGGIORNATI Al 9 MARZO 2015

Fornentocamere

IMPRESE IN IIMA'

p

IAIDII/ID

da 25 a 29 anni

da 30 a 34 anni

da 35 a 39 anni

da 40 a 44 anni

da 45 a 49 anni

da 50 a 54 anni

da 55 a 59 anni

da 60 a 64 anni

da 65 a 69 anni

da 70 a 74 anni

over 75 e altro

<iicamrrerr„iadiM1 dati..embre2014

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MULTINAZIONALI ITALIANE: I PRIMI DIECI PAESIDOVE SVOLGONO LE LORO ATTIVITÀ

PERIODO DI RIFERIMENTO: 2012IMPRESE ADDETTI

Stati Uniti 2.066 225.454

Brasile 667 128.881Germania

Romania

1.442

3 , 237

125.756

117.221

Cina 894 i 113.120

Francia

Polonia

1.648

597

86.459

79.928

Spagna 1.188 73.269

Regno Unito 996 61.330

Federazione Russa 369 51.146

Quota % primi dieci Paesi sul totale 60,0 60,6

-Sinittur,¡-f manoee E...me tdJl- allir...o zl itnl. enlleaerz

PERIODO DI RIFERIMENTO : 2004-2013

%

Industrie di fabbricazione macchinari e

attrezzature e dei mezzi di trasporto 28,b

Servizi avanzati di supporto alle

imprese e Studi professionali13,8

Industrie elettriche , elettroniche , ottiche e medicali

Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo

12,2

s,S

Industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere 7,7

Industrie della gomma e delle materie plastiche 4,9

Commercioall'ingrosso i 4,1

Servizi operativi di supporto a imprese e persone

Servizi informatici e delle telecomunicazioni 2,3

Industrie tessili , dell'abbigliamentoecalzature 2

Fante:elat-razo,dirnamere SÇam ..vdziiEPO

SPESA DELLE IMPRESE TALIANE PER RICERCA E SVILUPPO*

*IN PERCENTUALE DEL PIL

0,3

01

à},52 0,52

STARTUP INNOVATIVEIN ITALIA

• • +

IMPRESE UNDER 35 IN ITALIA

1Fonte : El. i i azlonc ..amer,. dl con mer A. dl Milano su dati del registroImprese alai dicembre 2014

TASSO DI NATALITÀ E MORTALITÀ'DELLE IMPRESE IN EUROPA

PERIODO DI RIFERIMENTO: 2012

NATALITA 8 MORTALITA

0 10 15 20

Lituania e,.

Lettonia

Bulgaria

Portogallo

Estonia

Regno Unito

Romania 4

Slovacchia 4._.

Slovenia <ï::.:.,,::.

Francia

Finlandia 4;-

Lussemburgo

Ungheria

Repubblica Ceca

Croazia

Spagna ,

Germania

SveI 1

Paesi Bassi

Malta

Austria

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

o

Fonte.lstat Statistiche sulla ricerca scientifica

IMPRESE CHE USANOLA BANDA LARGA

PERIODO DI RIFERIMENTO: 2013%

Finlandia 99

Francia - 98

Danimarca 97

Lituania 96

Lussemburgo 96

Paesi Bassi 96

Slovenia 96

Belgio 95

Malta 95

Regno Unito 95

Repubblica Ceca 95

Spagna-----Estonia - - 94

Svezia 94

Cipro 93

Irlanda 91

Lettonia 91

Portogallo 90

Slovacchia 87-

Austria i 86

Germania 86

Ungheria 85

Bulgaria 78

Grecia 78

Croazia i 77

Polonia 77

Romania 61

Cipro

Belgio

Fonte. ir'ocanere Fonte. Eurostat Business derregrapr y

I MPRESE INNOVATRIC I IN EUROPA BREVETTI IN EUROPA MEDIA DI ADDETTIPERIODO DI RIFERIMENTO: 2010-2012 DATI PER MILIONE DI ABITANTI NELLE IMPRESE"

2005 2010 IN EUROPA% SUL TOTALE e 10 20 30 1,0 50 60 0 50 100 150 200 250 300

I DATI Si RIFERISCONO AL 2012

Germania 55 Svezia Germania 12,1

Lussemburgo 48,4 Germania Regno Unito 10,4

Belgio 46,5 Romania 9,0

Svezia 45,2 Danimarca Austria 8,7

Finlandia 44,6 Austria Lussemburgo 8,3

Paesi Bassi 44,5 Paesi Bassi Danimarca 7,5

Irlanda "2,3 Lussemburgo Irlanda 7,4

Belgio Croazia 6,8

Portogallo 41,3 Francia Estonia 6,7

Austria 39,3 Regno Unito Finlandia 6,4

Estonia 38,4 Italia Lettonia 6,2

Danimarca 38,1 Irlanda Paesi Bassi 6,2

Francia 36,7 Slovenia Bulgaria 6,0

Malta 35,9 Spagna Francia 6,0

Repubblica Ceca 35,6 Estonia 4 Lituania 5,9Grecia 34,3 Ungheria 4.-„ Polonia 5,5

Regno Unito + 34,0 Repubblica Ceca Cipro 4,9

Slovenia 32,7 Cipro Æ„ Belgio 4,8

Cipro Polonia gz Slovenia 4,8

Croazia Portogallo 4 Ungheria 4,6

Spagna 3,2 Malta 4 Spagna 4,6

Slovacchia Slovacchia 4 Svezia 4,6

Lettonia w, 19s Lettonia S Malta 4,4

Lituania 18,9 Croazia

Bulgaria " 16,9 Grecia Portogallo s,7

Ungheria 16,4 Lituania Slovacchia 3,6

Polonia + 16,1 Bulgaria 1,1 Repubblica Ceca 3,5

Romania 6,3 Romania Grecia 3,2

Ue28 35,9 Ua 2 ,5

Font,,: EJ rosta Forte: E.rrostat AI Fome:lst , 1 tali

Innovazione e ricerca Pagina 20

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Chiesto il processoper Paolo SaltarelliLa Procura di Milano hachiesto il processo con ritoimmediato per Paolo Saltarelli,ex presidente della Cassanazionale di previdenza eassistenza dei ragionieri,arrestato a novembre in unfilone dell'inchiesta sullaholding Sopaf. Saltarelli èaccusato di corruzione peraver intascato una mazzetta daun milione di curo per lagestione patrimoniale deicontributi previdenziali. ASaltarelli è contestata anche la«dichiarazione infedele» deiredditi, per non aver dichiaratola "provvista" svizzera scovatadal nucleo valutario dellaGuardia di finanza.Nell'ambito dell'inchiestaerano stati arrestati anche ifratelli Giorgio, Aldo eRuggero Magnoni, coinvolticon la loro holding Sopaf,mediante cui sarebbero stateraggirate le casse di previdenzadei giornalisti e dei ragionieri.

Casse di previdenza Pagina 21

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Approvato il bilancio 2014

Attivo di oltre mezzo miliardoper la Cassa dei commercialisti

La Cassa nazionale di previ-denza e assistenza dei dottoricommercialisti ha un attivo pa-trimoniale di 6 miliardi e unavanzo 2014 - al netto dei 37 mi-lioni di imposte - di 557 milioni,che sale a 593 milioni se si conteg-giano i 36 milioni destinati a ri-serva da extrarendimento.

Ieri l'ente ha approvato a largamaggioranza il bilancio 2014: leentrate contributive ammonta-no a 737 milioni, in aumento di 57milioni rispetto al 2013, «a dimo-strazione del fatto - commenta ilpresidente di Cnpadc RenzoGuffanti- che i redditi medi dellacategoria hanno tenuto». Lepensioni erogate ammontanoinvece a 242 milioni e gli iscrittisono più di 62mila (di cui 7milacirca i pensionati).

Buona anche la performan-ce dei rendimenti mobiliari - ilpatrimonio della Cassa è rap-presentato solo in minima par-te da immobili - che sono statipari a 229 milioni, garantendola copertura del91°io delle pen-sioni erogate.

Aumentano le risorse inve-stite nel welfare, passate dai 16milioni del 2013 ai 17,2 milionidel2o14. «Questa voce- affermaGuffanti - è destinata ad aumen-tare ulteriormente sia negli im-

porti che nelle prestazioni; unesempio è la mensilità supple-mentare per l'indennità di ma-ternità». Si tratta di un assegnoerogato dalla Cassa che va adaggiungersi alla normale inden-nità per le neo mamme. «Un'at-tenzione verso le nostre iscritte- spiega Guffanti - che stannoaumentando e che tra i giovanihanno superato in numero i col-leghi maschi».

Entrate contributive a 737milioni, in crescita di57milioni rispetto al2013mentre le pensioni erogatevalgono 242 milioni

La mensilità supplementare èstata introdotta a metà del 2014 eprevede, oltre ai cinque mesi diindennità tradizionale, un sestomese che va da 1.700 a 4.000 giu-ro a seconda del reddito dichia-rato. Questa mensilità extra, cheha comportato un esborso nel2014 di 5oomila curo, porta il to-tale di assegno di maternità daun minimo di 5.700 euro a unmassimo di 24mila euro.

Nel corso di quest'anno verrà

deciso l'utilizzo della riserva daextrarendimento: «In quattroannidi accumulo - racconta Guf-fanti - abbiamo superato gli 8omilioni, parte di questa cifra re-sterà a riserva a garanzia diun'eventuale riduzione dei ren-dimenti, eparte andrà ad aumen-tare i montanti individuali».

La Cassa negli ultimi anni hamesso in campo diverse politi-che volte a garantire una pensio-ne adeguata anche alle giovanigenerazioni, «confidiamo in unarapida approvazione dei mini-steri delle ulteriori misure adot-tate da Cnpadc - conclude tuf-fanti-per connotare la previden-za obbligatoria dei dottori com-mercialisti di una sempremaggiore adeguatezza».

I positivi risultati del bilanciofaranno da cornice all'incontroche Cnpadc organizza oggi a Ro-ma,presso Palazzo Colonna, dal-le 1o alle 13.30 intitolato quest'an-no «La Previdenza che ci Aspet-ta»; un momento di confrontocon politici e rappresentanti del-le istituzioni, dove saranno pre-senti tra gli altri il presidente del-l'Inps Tito Boeri, e Andrea Cam-porese, presidente dell'Adepp,l'associazione che rappresenta19 Casse di previdenza.

0 RIPRO D DZIO NE RISERVATA

Commercialisti Pagina 22