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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 28 febbraio 2016

Pagina I

LAVORO

Le 5 cose da fare per ripartireCorriere Della Sera 28/02/16 P. 1 Francesco Giavazzi 1

CYBER SICUREZZA

Alla Luiss nuovo centro studi su cyber securitySole 24 Ore 28/02/16 P. 9 5

START UP

Startup e ricerca nel centro storico così Trieste diventa la "Silicon"italianaRepubblica 28/02/16 P. 21 Paolo Berizzi 6

PROFESSIONISTI

Macri chiama gli italiani: «In Argentina c'è posto»Corriere Della Sera 28/02/16 P. 6 Massimo Franco 8

FORMAZIONE

Scuola, la grande fuga dalle MedieStampa 28/02/16 P. 1 Andrea Malaguti 11

La forza del modello Veneto dove i ragazzi più bravi fanno da tutor ai più deboliStampa 28/02/16 P. 9 Carola Frediani 17

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LE 5 COSE DA FAREPER RIPARTIRE

di Francesco Giavazzi

el secondo anno del governo Renziabbiamo ricominciato, seppurlentamente, a crescere e ladisoccupazione, anch'essalentamente, a scendere: non

accadeva dal ton. All'inizio di quest'annoperò, la ripresa economica sembraessersi di nuovo arrestata. L'indiceche misurale attese dei responsabiliacquisti delle aziende manifatturiere, dopomesi di miglioramento, in gennaio èpeggiorato. In gran parte dipende da fattoriinternazionali: il crollo del prezzo delpetrolio, la crisi in Cina, Turchia, Brasile.E tutta l'area euro che rallenta, non solonoi. Ma l'esaurirsi dello slancio riformatoreche aveva caratterizzato i primi mesi diquesto governo non ha aiutato.

Mancano due anni alle prossime elezioni.Il rischio è che il presidente del Consiglioproceda a vista: oggi preoccupato delleamministrative di primavera, poi delreferendum costituzionale d'autunno, poidelle successive amministrative e così viafino alle elezioni del 2018. Che sempre più iprovvedimenti abbiano un obiettivoelettorale e lo spirito del Jobs act vadaperduto. Poiché vorrei evitare di stilare fradue anni l'elenco delle occasioni perdute,meglio chiarire subito le cose che sipotrebbero fare.

Mettere in sicurezza le banche.C'è un'opinione diffusa, fuori d'Italia, che

le nostre banche abbiano troppo pococapitale e che questo sia uno dei motivi percui gli investimenti languono e così anche lacrescita.

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Perla crescitaPerché è necessario ridurrela pressione fiscale e dareun segnale sulle banche.Il possibile ruolo dellaCassa depositi e prestiti

d i Francesco Giavazzi

SEGUE DALLA PRIMA

un'opinione che tiene lontani investitoriinternazionali che invece potrebberocontribuire a rafforzare il capitale dellebanche italiane. La realtà è in parte diver-sa: gli istituti maggiori hanno tutto il ca-

pitale necessario, ma i più piccoli no. E poi c'èun'eccezione molto visibile, che spiega quell'opi-nione diffusa: il Monte dei Paschi di Siena. Per fu-gare l'ombra che si stende sulle nostre banche bi-sogna mettere in sicurezza il Monte. Servono circadieci miliardi di euro. E escluso che vi siano inve-stitori privati disposti a metterceli e sarebbe un de-litto indurre le banche maggiori a farlo mettendo-ne a rischio la solidità. Lo Stato sarebbe potuto in-tervenire quando ancora le regole europee lo con-sentivano, ma non lo fece. L'unica strada rimasta èusare la Cassa depositi e prestiti, un'istituzione difatto pubblica (il maggior azionista è il ministerodell'Economia) ma che le regole europee conside-rano privata perché una quota di minoranza è pos-seduta dalle fondazioni bancarie. Per mettere diecimiliardi nel Monte la Cassa deve però vendere unaparte delle sue partecipazioni in Eni, Snam, Tema,Fincantieri. Almeno temporaneamente, perché ilMonte risanato fra qualche anno potrà essere ven-duto, come fece il governo di Londra dopo aver na-zionalizzato Lloyds e Royal Bank of Scotland. Nonfarlo per l'orgoglio di non perdere il controllo delleaziende di cui Cdp è il maggiore azionista sarebbeuna decisione poco lungimirante.

Abbassare la pressione fiscaleIl governo Renzi ha redistribuito in modo più

equo il peso delle tasse, ma la pressione fiscalecomplessiva è ferma al 43% dal 2014. Non sorpren-de che dai sondaggi gli italiani non sembrino es-sersi accorti della riduzione delle tasse. Incombo-no sul 2017 le cosiddette «clausole di salvaguar-dia» che comportano, se dovessero essere attivate,un aumento dell'Iva pari a 17 miliardi, che eleve-rebbe la pressione fiscale di un punto. E lo farebbein modo particolarmente costoso essendo l'Ivauna delle imposte con gli effetti più negativi sullacrescita. Trovare nella prossima legge di Stabilitàlo spazio per cancellare l'aumento dell'Iva non èsufficiente in quanto la pressione fiscale rimarreb-be invariata. Occorre fare di più: ridurre le tasse al-le imprese intervenendo sull'Ires e sull'Irap, pun-tando a eliminarla, e trasformare il sussidio tem-poraneo ai nuovi contratti a tempo indeterminatoin un taglio permanente del cuneo fiscale, comeproposto dal nuovo sottosegretario a Palazzo Chi-gi, Tommaso Nannicini. Alberto Atesina e io soste-niamo da due anni che le tasse vanno abbassateanche se questo comportasse un deficit tempora-

neamente superiore al 3% e l'apertura di una pro-cedura di infrazione da parte della Commissioneeuropea.

Se si vuole fare una battaglia con Bruxelles biso-gna che ne valga la pena: per abbassare la pressio-ne fiscale di due punti si, per uno zero virgola fran-camente no. Il problema non è Bruxelles (i deficitdi Francia e Spagna sono al di là del 4da anni),ma la reazione dei mercati. Per convincere gli inve-stitori internazionali che questo non segnerebbe ilpassaggio alla finanza allegra (che pagheremmocon maggiori interessi sul debito) ma l'avvio di unanuova strategia di crescita, è necessario accompa-gnare la riduzione delle tasse con un programmadi corrispondenti tagli di spesa da attuare in un tri-ennio. Tagli netti, non, come è avvenuto quest'an-no, tagli per 25 miliardi compensati da 20 di mag-giori spese. E qualcosa di concreto va fatto subito,altrimenti al programma di tagli nessun crederà.Ad esempio anticipando già quest'anno una ridu-zione drastica delle 8mila società municipalizzatee la chiusura di quelle senza dipendenti e con fat-turati ridotti, come proposto in autunno da Rober-to Perotti. Risorse possono arrivare anche dalla re-visione del prezzo di alcuni servizi (come l'univer-sità) che lo Stato offre sotto costo a tutti, indipen-dentemente dal reddito. Ventidue anni fa,Berlusconi, arrivato al governo con la promessa ditagliare le tasse non ebbe il coraggio di sfidare ilsuo ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con-trario ad abbassare, almeno subito, la pressione fi-scale. Il risultato fu che le tasse, nel ventennio ber-lusconiano, non scesero mai.

InvestimentipubbliciPer sette anni, fra il 2008 e il 2014, gli investi-

menti totali, pubblici più privati, sono caduti del5% l'anno. La caduta ora si è fermata, ma una ripre-sa ancora non si vede. Il risultato è che la quota de-gli investimenti sul Pil è scesa dal 22 al 15% . In unasituazione di perdurante incertezza il taglio delletasse potrebbe non essere sufficiente per convin-cere le imprese ad investire. Occorre un'azionespecifica sugli investimenti, anche quelli pubblici.Con tassi di interesse trentennali inferiori al 2%molte opere si possono finanziare sul mercato, an-che quelle che richiedono tempi di realizzazionemolto lunghi. Non dimenticando, però, che inve-stire nell'agricoltura e nel turismo al sud preser-vando (quel che rimane) della bellezza di quel ter-ritorio è complementare, non sostitutivo di operedi cui pure il Mezzogiorno ha bisogno.

Il problema non sono le risorse finanziarie ma il

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quadro normativo e soprattutto il rischio di corru-zione. Il fatto che si possa costituire una societàcon pochi euro è il canale per infiltrazioni mafiosenegli appalti. Per evitarlo basta imitare ciò che av-viene con successo negli Stati Uniti: richiedere chechi partecipa a una gara si doti di un'assicurazione,un cosiddetto performance bond. Così che siano lecompagnie di assicurazione (che hanno un incen-tivo a farlo con scrupolo) a filtrare i partecipanti al-le gare.

Poiché in Italia (nonostante esista una legge chelo consente) questo pare impossibile (non si capi-sce perché, forse proprio perché ostacolerebbe lacorruzione) si potrebbe cominciare con l'imporrealle società che partecipano a una gara un requisi-to di capitale proporzionale al valore dell'appalto.E poi dotarsi di controllori indipendenti, impe-dendo, come accade nel resto del mondo, che il ge-nerai contractor sia anche responsabile dei con-trolli sull'esecuzione dei lavori.

I re tiers non sono solo i sindacalistiCi sono anche i rentiers veri che questo governo

si guarda bene dal disturbare. L'esitazione in temadi concorrenza è una delle cose che più colpisce inun governo che tanto parla di modernità. E intantoconsente che le mille lobby che difendono i loroprivilegi smantellino in Parlamento la legge sullaconcorrenza - già era un testo all'acqua di rosa. Seapprovata con gli emendamenti che il Parlamentovi ha introdotto, la legge continuerebbe a vietareagli avvocati di costituire società di capitali, l'unicomodo per svecchiare una professione che è tra lepiù atrofizzate in Europa. Non consentirebbe alleparafarmacie di vendere medicinali di Fascia C.Nella lotta senza quartiere alla share economy, dicui si servono milioni di consumatori, è spuntatoun emendamento che proibirebbe ai soggetti chenon svolgono attività alberghiera (leggi: Airbnb) diutilizzare non solo nell'insegna o nella ragione so-ciale ma anche in «qualsiasi forma di comunica-zione al pubblico», incluso Internet, «parole o lo-cuzioni, anche in lingua straniera, idonee ad in-durre confusione sulla legittimazione allo svolgi-mento della stessa». «Neanche la Polizia delPensiero di George Orwell avrebbe mai pensato diprendersela con gli affittacamere», ha notato Ales-

Il modello americano dei«performance bond», per le operepubbliche. Le assicurazioni garantidella qualità delle gare per gli appalti

sandro Denicola (la Repubblica, 24 febbraio). Datoche ha dimestichezza con i maxi-emendamenti, ilgoverno dovrebbe proporne uno che riporti questalegge al testo che esso stesso varò un anno fa. Me-glio ancora al testo che il ministro per lo Sviluppoeconomico propose e che il Consiglio dei ministriannacquò.

Rafforzare le Autorità i c ' e tiAutorità forti e indipendenti dalla politica - e

soprattutto dai ministeri - sono il cardine dellaconcorrenza. Invece, con il passare degli anni, laqualità del personale preposto alle Autorità è peg-giorato. Si è instaurato un balletto, anche se suquesto il governo Renzi ha migliorato, per cui es-sere membri del consiglio di un'Autorità è diventa-to un impiego a tempo indeterminato grazie alpassaggio da un'Autorità all'altra indipendente-mente dalle competenze.

Affrontando questa riforma potrebbe anche es-sere opportuno ripensare, con la cautela necessa-ria, i compiti di Banca d'Italia e Consob valutandola creazione di un'Autorità indipendente per la tu-tela dei risparmiatori, separata da quella prepostaa regolare mercati e società quotate. «Non esisto-no più le super pillole teoriche di un tempo. I manualetti delle istruzioni con tutte le domande etutte le risposte» obietterà Giuliano Da Empoli, ilteorico del renzismo (Il Foglio, 26 febbraio). Il so-spetto è che questa formula nasconda in realtà l'in-capacità di indicare con chiarezza quali obiettivi sivuole raggiungere da qui al termine della legisla-tura. Navigare a vista è più semplice, e forse eletto-ralmente più vantaggioso, rispetto al perseguireun ambizioso progetto di riforma del Paese. Ma èun lusso che non ci è più concesso.

Jpercentola caduta degli

investimenti

totali, pubblici

più privati, in

Italia tra il

2008 e i12014.

La caduta ora

si è fermata,

ma una ripresa

ancora non

si vede

17miliardi di euro.Il carico fiscaleaggiuntivo chescatterebbe incaso diattivazionedellacosiddettaclausola disalvaguardiacon l'aumentodell'Iva

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complessiva in

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Un dato ancora

molto alto

nonostante

una

redistribuzionedei carico

Sul 2017 incombono le clausole 15di salvaguardia (con possibile aumento percento. Indell'Iva) per 17 `il .

pochi anni laquota degli

•o investimentiL'ipotesi 'Aut ori sul®s

parmì sul Pii è calatadal 22 al 15%.Per attivare leoperepubbliche sipotrebberoimmaginare deiprestiti ad hoc

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li Monte ciel

PaschÌ di Sena,

pur avendo

rrresso a se. gr o

dei buoni

ri suitati suifrontendustriaie,e Preso di miradairnercatifinanziai

Il negoziato

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Per qualchedecorale dipunto ma per

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SALVAGUARDIA

Le clausole di salvaguardiasono state introdotte nelleleggi di Stabilità perprevedere eventuali scenarinei quali lo Stato nonriesce a centrare gliobiettivi di deficit inrapporto al prodottointerno lordo . Nel 2017, sequesto dovesse accadere,scatterebbe l'aumentodell'Iva per un gettitoaggiuntivo previsto di 17miliardi di euro.Quest'anno le clausole disalvaguardia non sonostate attivate

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Alla Luiss nuovocentro studi sucyber security

Un centro studi sulla cybersecurity alla Luiss BusinessSchool. In partnership con Ibmed Ernst&Young, il progettoguidato dal prof. Paolo Boccar-delli è «un'agorà di discussio-ne» trapubblico e privato sul cy-ber che hagià avuto il plauso delministro dell'Interno Alfano,per il sostegno al «processo di ri-cerca e di sviluppo della sicu-rezzadei dati».

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DAL. NOSTRO INVIATOPAOLO BERIZZI

TRIESTE. La prima notizia è cheTrieste non è più (solo) una cittàper vecchi. La seconda è che di-venterà la prima Silicon Valleyitaliana: una fucina scientificaper giovani ricercatori universi-tari e imprenditori under 35. Aiquali, oltre alle intuizioni per l'in-novazione, è richiesto dunque

un altro sforzo: sfatare il luogo co-mune - fondato - che vuole Trie-ste come posto ideale dove invec-chiare.

Ora: gli anziani qui sono il28,4% della popolazione, campa-no benne grazie a un welfarepassato, nonostante la crisi, da50 a 57 milioni l'anno di spesapro capite (record italiano). Mail paradosso che attende i nonni

Qui gli anziani sonoil 24% della popolazioneIl sindaco : "La nostrasfida parte dai giovani"

è dietro l'angolo: invecchiare inuna città ringiovanita grazieall'inversione di tendenza volu-ta dall'amministrazione (il sin-daco uscente Roberto Cosolini siricandida e il 6 marzo sarà atte-so alla prova delle primarie).

Basta con il paradigma, o ste-reotipo che sia: Trieste vuole to-gliersi le rughe. Il lifting scientifi-co-demografico ha alte ambizio-ni: la suggestione è quella di unaspecie di Cupertino d'Italia. Ri-cetta semplice: attirando e aiu-tando i giovani, si mette in pistail sapere per costruire il domani,e intanto si ripopola la città. Lasfida parte dal centro storico. IlComune ha recuperato 60 appar-tamenti e 10 locali d'affari chefungevano da residenze univer-sitarie (trasferite altrove) percreare un quartiere per i giova-ni. «Se la nostra sfida avrà l'esitoche ci aspettiamo, continuere-mo su questa strada con nuovispazi e nuovi investimenti di ri-sorse», ragiona il sindaco Cosoli-ni.

Spazi e ricerca , dunque. Fo-cus: l'economia digitale . Il primostep ufficiale è previsto per mar-tedì prossimo : verrà presentataTILT, una partnership tra Comu-ne, Teorema Engineering,AREA Science Park di Trieste,l'Università degli Sudi e - fioreall'occhiello del progetto - Micro-

Startup e ricercanel centro storicocosì Trieste diventala "Silicon"italianaTecnologia, marketing e spazi di lavoroUn progetto da 9 milioni targato Microsoft

soft. Che farà da motore.Eccola la Silicon Valley triesti-

na. L'obiettivo è la promozionedi un ecosistema tecnico scienti-fico per lo sviluppo di startup in-novative e di talenti imprendito-riali. A disposizione del nuovo po-lo ci saranno le varie strutturescientifiche della città e tutti iservizi necessari alla formazionee all'avvio al mercato di un'im-presa: educazione, laboratori diricerca, supporto per businessplan, sede e spazi di lavoro, tec-nologia, marketing, rete com-merciale e accesso a un networkdi finanziatori. Michele Balbi èpresidente di Teorema, partnerdi Microsoft, 120 dipendenti, 3sedi in Italia: «Con TILT voglia-mo indirizzare una nuova gene-razione di imprese digitali».

Oltre agli appartamenti delcentro storico, l'amministrazio-ne ha riconvertito un altro spa-zio importante: l'ex ospedale psi-chiatrico. Qui i progetti sarannoa carattere culturale e sociale,protagoniste associazioni e coo-perative fondate da under 35. Alpiano inferiore, saranno curati imalati di Alzheimer. Dice LauraFamulari, assessore alle politi-che sociali: «Abbiamo scommes-so sul mix sociale e generaziona-le: una patologia degli anziani apochi gradini da uno spazio dedi-cato ai giovani. Anche questa èinnovazione sociale». Quanto co-sta il maquillage per lo svecchia-mento di Trieste? Il Comunesgancerà 4 milioni 450 mila eu-ro: ai quali vanno aggiunti altri4.2 milioni di fondi europei desti-nati ad una piattaforma per im-prese high tech che sorgerà inun edificio sdemanializzato diPorto Vecchio.

Qualcosa si uove anche da noi

A LL'INIZIO di febbraio i paesi dell'Unione europea hanno tro-vato un improvviso motivo di unità. Sulle startup. La pri-ma edizione della Startup Europe Week organizzata dalla

Commissione EU è stata un trionfo. Si sono svolti eventi in più di200 città, E in quella settimana la parte del leone l'ha giocata l'I-talia con una quarantina di eventi. In quei giorni sindaci, presi-denti di regione, assessore e presidenti delle camere di commer-cio hanno fatto a gara per farsi un selfie con giovani startupperper poter dire "la Silicon Valley siamo noi". Affermazioni di que-sto tipo sono contraddette dai dati (nell'ultimo Digital City In-dex europeo, Roma e Milano non figurano nei primi venti po-sti). Eppure qualcosa si muove sul serio. Le startup sono semprepiù l'obiettivo di politiche pubbliche che hanno il triplice scopodi offrire una chance lavorativa ai giovani, creare nuove impre-se innovative e contaminare le imprese esistenti. La prima re-gione a partire qualche anno fa è stata la Puglia con Bollenti Spi-riti che, utilizzando fondi per la formazione professionale, desti-nava 25 mila euro a fondo perduto ad ogni nuova impresa di gio-vani. Alcune delle migliori startup italiane - come Blackshape,aerei in fibra di carbonio - sono nate così. Per molti anni c'è statopoco altro (a parte l'ottimistico tentativo della Basilicata di ac-creditarsi come una "Basilicon Valley" in anni in cui proprio i ma-nager dell'Area Science Park di Trieste gestivano i fondi euro-pei sull'innovazione nella regione). Ma improvvisamente le co-se sono cambiate: si è mosso l'Abruzzo che, sempre con fondi eu-ropei, ha creato una finanziaria regionale, la FIRA, che in due an-ni ha sostenuto con somme importanti qualche decina di star-tup; e ora stanno arrivando anche tutte le altre. In testa il Lazioche ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro entroil 2020. É la via italiana alla Silicon Valley.

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Le startup in Italia

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La visita a Roma

A 11, PRESIDENTE SUDAMERICANO

Macri chiama gli . italiani:In Argentina c'è posto»

di Massimo Franco

iamo orgogliosi di Francesco:è l'argentino più importantedel mondo. Lo siamo dal pun-to di vista nazionale, prima an-cora che religioso». Mauricio

Macri è appena stato in udienza da Jorge MarioBergoglio, ex arcivescovo della Buenos Airesche il nuovo presidente dell'Argentina ha go-vernato per otto anni, facendone il trampolinopolitico verso la conquista della Casa Rosada,sua residenza nella Plaza de Mayo dal 1o dicem-bre. Ventidue minuti di colloquio nel palazzoapostolico, due più della prassi burocratica:l'indizio di un rapporto complesso tra il Ponte-fice e la classe politica del suo Paese che, comeminimo, non prevede favoritismi. «Ma è la pri-ma volta che il Papa riceve un presidente argen-tino in forma ufficiale, non privata», puntualiz-za con una punta di soddisfazione il leader diPropuesta Republicana, il partito conservatoreche ha portato alla vittoria.

Macri è un cinquantasettenne con gli occhiazzurri, l'aria sportiva, un abito blu di un'ele-ganza discreta, che parla con piacere delle ori-gini calabresi della sua famiglia: il nonno era diPolistena, il padre alla testa di un impero edileche lui, ingegnere, ha ereditato. Ha appena vi-sto il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Primasi è incontrato col premier Matteo Renzi con ilquale, assicura, è scattata «una buona chimica»dalla prima volta che si sono incrociati. Insiemehanno abbozzato una strategia «per riprendereun rapporto tra i due Paesi rimasto congelatoper dodici anni». L'Argentina, dice, ha bisognodi immigrati italiani qualificati. «Abbiamo 40milioni di abitanti ma siamo grandi dieci voltel'Italia. Ci mancano settemila ingegneri solo perl'industria petrolifera. C'è spazio per tutti».

Presidente , è riuscito a sapere se il Papa vi-siterà l'Argentina?

«Mi ha detto che verrà appena potrà, il primapossibile».

Entro il 2016?«No, non quest'anno. Credo che l'inizio del

2017 possa essere una data buona».Che rapporto avete?«Quello tra due persone che si conoscono da

molto tempo. E la terza volta che lo vedo a Ro-ma. La prima fu il giorno dell'insediamento. Laseconda alla fine del 2013, con la mia famiglia. Ela terza oggi (ieri,ndr). Ricordo che il giornoprima della sua partenza per partecipare alConclave lo andai a trovare per discutere di al-

cune questioni di Buenos Aires. Mi disse chequando tornava voleva vedermi con mia figliaAntonia, appena nata. Ma non è più tornato».

Eppure, da arcivescovo di Buenos Aires, sidiceva che Bergoglio non avesse buoni rap-porti con i Kirchner e in generale con i verticidel potere politico.

«Ho lavorato insieme con Bergoglio a Bue-nos Aires per otto anni. E credo che certe vocinascano da persone che tendono a seminarediffidenze; che attribuiscono al Papa cose che sisuppone che pensi, senza esserne autorizzate.Anche perché mi pare che Francesco non abbiabisogno di interpreti. Quando vuole dire unacosa, la dice con chiarezza, no?».

Vero: anche con gesti simbolici . Ad esem-pio ha mandato un rosario a Milagro Sala, laleader indigena dello Stato di Jujuy, arrestatadi recente . Qual è il suo giudizio su quella vi-cenda?

«Mi sono prefisso di lavorare sempre sullastrada del rafforzamento di una giustizia indi-pendente dal potere politico. Lo Stato di Jujuy èindipendente, e dunque rispetto le decisionidella magistratura locale».

Secondo Lei, oggi quanto è Papa-dipen-dente l'Argentina?

«Come dicevo all'inizio, l'Argentina è moltoorgogliosa di avere un argentino che è diventa-to Papa. Come nazione lo sentiamo moltissimo:è l'argentino più importante del mondo».

Non può negare che almeno sul calcio sietein conflitto . Lui è tifoso del San Lorenzo, lei èstato per anni presidente del Boca Juniors.

«...E il nostro stadio è fantastico, ha un'acu-stica migliore del Colosseo. Anche se i tifosi delSan Lorenzo dicono di essere il papa del BocaJuniors, perché sono in vantaggio su di noi noncome titoli ma negli scontri diretti».

Lei è considerato una persona della quale imercati finanziari si fidano molto più che deisuoi predecessori . Rispetto alla campagnapresidenziale negli Stati Uniti, si sente più vi-

Professionisti Pagina 8

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cïno ai Repubblicani o ai Democratici?«Il mio scopo e il mio impegno sono per ave-

re buoni rapporti con gli Stati Uniti in quantotali, chiunque li governi; per instaurare rappor-ti chiari, con regole certe; e per restituire al mioPaese la fiducia del mondo. Finora, purtroppo,abbiamo ingaggiato conflitti che spesso si sonorivelati dannosi e inutili. Vogliamo archiviarequella fase, voltare pagina. Personalmente, co-me presidente mi sono prefisso tre obiettivi:combattere contro la povertà, combattere con-tro il narcotraffico, e riconciliare tra loro gli ar-gentini dopo troppi anni di divisione».

Crede di potercela fare da solo , avendoavuto poco più del 5o% dei voti? O magariconfida anche nell'aiuto di Bergoglio?

«Sento, su questi tre obiettivi, di avere l'ap-poggio del Papa. Lui vuole un'Argentina unita,non rancori, rabbia, divisioni».

Secondo Lei la presidente Cristina Kirch-ner non è stata d'aiuto , in questo senso?

«Credo che abbia alimentato tensioni e divi-sioni che sono state molto negative per il nostroPaese. Per questo voglio archiviarle e parlaredel futuro».

Con la sconfitta della Kirchner è finito ilperonismo?

«Non direi. Credo e spero, piuttosto, che siafinito un modo di fare politica. La nuova diri-genza argentina ha capito che se non si lavorainsieme non si migliora».

Avete avuto una disputa ultradecennale suivostri titoli di Stato , i cosiddetti tango bond.Quando pensa che riuscirete a risarcire i ere-dì tori e chiudere la vicenda?

«Sono fiducioso che si chiuda il contenziosocon i creditori entro un paio di settimane: fidu-cioso e ottimista».

Fiducioso e ottimista . Lei è un po' comeMatteo Renzi.

«Infatti. Non a caso tra noi è scattata unabuona chimica. Si dice così, no? Credo che siaRenzi sia la comunità italiana abbiano capitoche esiste una nuova opportunità per ricreareun flusso migratorio tra voi e noi dopo dodicianni di gelo. Noi abbiamo le migliori materieprime del mondo. Voi avete un'imprenditoriamedio-piccola che ha grande esperienza e pro-fessionalità. In più c'è una naturale confluenzaculturale, che condividiamo solo con Italia eSpagna».

Di che cosa ha bisogno l'Argentina?«Di professionisti. Ce ne mancano migliaia,

mentre voi li avete. Ogni anno abbiamo quat-tromila ingegneri in meno di quelli che servi-rebbero. E la sola industria petrolifera è prontaa assorbirne settemila. L'Argentina ha spazienormi, e gli italiani sono i benvenuti».

L'intervista, alla quale era presente il presi-dente della Società Italia-Argentina, Giorgio DeLorenzi, che ha appena firmato un accordo cul-turale col governo di Buenos Aires, è finita. Ma-eri ritorna nella sua stanza d'albergo a due passida piazza del Popolo proprio nello stesso mo-mento in cui si materializza la terza moglie Ju-liana Awada, di origine libanese. A proposito,presidente : ha parlato con papa Francesco de-gli aiuti umanitari ai profughi siriani da partedell'Argentina? «No», risponde asciutto Macri.«Nessuno me lo ha chiesto».

Il rapporto con il Papa.E' quello tra due personeche si conosconoda molto tempo.Ho lavorato insiemecon Bergoglio a BuenosAires per otto anni

L'incontro con enziE' scattata una buonachimica . Esisteuna nuova opportunitàper ricreare un flussomigratorio tra voi e noidopo dodici anni di gelo

Le sfide del presidenteMi sono prefisso treobiettivi : combatterepovertà e narcotraffico,riconciliare tra loro gliargentini dopo troppianni di divisione

Il caso sfango bondSono fiducioso chesi chiuda il contenziosocon i creditori dei nostrititoli di Stato entroun paio di settimane:fiducioso e ottimista

Chi éI

MauricioMacri,ingegnere efiglio di un riccoimprenditore dioriginicalabresi,è presidentedell'Argentinadal 10dicembre

Ha vinto

il primo

ballottaggio

della storia

argentina

contro

il candidato

peronista

Daniel Scioli -

l'ex presidente

peronista

Cristina

Fernández

de Kirchner

non poteva

ricandidarsi

per un terzo

mandato-per meno di un

milione di voti,

51,4% a 48,6%

Presidente

della squadra

di calcio del

Boca Juniors

dal 1995 al

2007, Macri

nel 2003 fondò

il partito

di destra«Impegno per ilCambiamento»poi confluitoin PropostaRepubblicana,da lui guidata

Capo delgoverno dellacittà di BuenosAires, siè candidato allepresidenzialicon unprogrammaultraliberista eapertamentecritico delkirchnerismo

Professionisti Pagina 9

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Al Quirinale Mauricio Macri , con la moglie Juliana , durante l ' incontro con il presidente italiano Sergio Mattarella , accompagnato dalla figlia Laura (Ansa)

• First lady e protocollo

Juliana rispetta la regola del nero

Juliana Awada, terza mogliedi Macri, ha rispettato ilprotocollo che prevede abito evelo neri. Il privilegio del biancoè concesso alle regine Letizia diSpagna e Mathilde del Belgio,alla principessa Charlène diMonaco, alle ex regine Sofia diSpagna e Paola del Belgio e allagranduchessa Maria Teresa diLussemburgo. Le regole sonofacoltative: la sovietica RaissaGorbaciova si presentò in rosso,

s°ti- l'inglese Cherie Blair in bianco.

Professionisti Pagina 10

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Scuola, la grande fuga dalle MedieANDREA MALAGUTI

C ,è un momento in cuiil nostro sistema sco-lastico sembra scari-

care i ragazzi anziché soste-nerli, e quel momento, che fi-nirà per pesare su tutta la lo-ro esperienza educativa, è iltriennio delle scuole medie.A cinque giorni dalla chiusu-

CIAIL1S°fo DEGLI STUDENTI. DAL PUCLIAA

ra delle iscrizioni per l'anno buco nero. E se esiste la possi-prossimo abbiamo cercato di bilità di uscirne.capire come si produce questo La bambina barese fa la

Roma, nei gazebo del CarroccioI cinesi si scoprono leghisti

Tutti infila per votare Pivetti

quarta elementare e chiede:«Ti posso leggere un articolodella Costituzione?». Ha occhigrandi, molto grandi, la codaben legata, un grembiule blu euna cosa da dire. Certo, quale?

Amedeo La Mattina «Il primo».A PAGINA 7 CONTINUAA PAGINA8

I o C' CHI PROVAA FARLI RESTARE

L'Italia è il Paese con i maggiori divari territoriali nei risultati scolastici

Formazione Pagina 11

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Baby boss e prof in crisiLa Buona Scuolasi interrompe alle medieLa dispersione scolastica è al 15%, molto sopra gli standard europeiI casi di Japigia e Quarto Oggiaro dicono che il riscatto è possibileANDREA MALAGUTISEGUE DALLA PRIMA PAGINA

ori l'articolo 34 - sul dirittoallo studio - è il suo prefe-rito. «L'Italia è una Re-

pubblica democratica fondatasul lavoro. Bello, no?». Che cosa èbello? «Queste due parole: re-pubblica e democratica. Vuoledire che non c'è il re. E che al cen-tro ci siamo noi». Al centro ci sia-mo noi. Sembra lo slogan per ilprogramma educativo perfetto.La bambina sorride stirando lelabbra per vedere l'effetto che fa.Un bell'effetto «Giuro, non glie-l'ho suggerito io», dice la mae-stra. In classe, dove è in corso ilprogramma organizzato da «Sa-ve the Children», siamo entrati asorpresa. «Dimmi la verità, tu fail'università, non la quarta». Labambina ride. «Noooo».

Ha stravinto. Ma è fatta comelei la scuola italiana?

Un po' sì e un po' no. Molto no adire il vero. Ma questo istitutocomprensivo di Japigia - quartie-re metropolitano di frontiera diBari, regno del clan Parisi, con-centrato di case popolari, di ma-dri sole e di padri assenti o agli ar-resti domiciliari, che da qualcheanno sta ricominciando a respira-re - ha una storia diversa sullaquale vale la pena soffermarsi as-sieme a quella dell'istituto gemel-lo di Quarto Oggiaro, Milano, dal-l'altra parte d'Italia, perché rac-conta molto della battaglia quoti-diana che si combatte nelle scuoleper impedire che l'energia atomi-ca che ogni ragazzino si portadentro si perda stupidamente perstrada. Qui pubblico e privato la-vorano assieme contro lo sprecodella qualità e dell'intelligenza,una malattia, chiamata «disper-sione scolastica», per la quale ilnostro Paese, con una media del15%, è ai primi posti nelle classifi-

che di quella Unione Europea chevuole rientrare sotto il 10% entroil 2020 partendo da una media del12,8%. Improbabile che l'italia cela faccia. «Negli Anni Sessantadon Milani sosteneva che il pro-blema della scuola è il ragazzo chesi perde. A 50 anni di distanzacredo che potremmo fare la stes-sa riflessione», dice Francesca Bi-lotta, responsabile del program-ma scuola di «Save the Children».

II buco neroCi sono i numeri. E poi c'è la vita.Per scattare una fotografia allascuola abbiamo messo le due co-se assieme, partendo da un'espe-rienza - ribattezzata «Fuoriclas-se» - condotta da «Save the Chil-dren» in 6 città italiane (Milano,Torino, Napoli, Crotone, Bari eScalea) e dall'analisi dei risultatidi questa esperienza fatta dallafondazione Agnelli. Sono molte leiniziative pubbliche per formare iprofessori e integrare i program-mi, ma nessuna prevede un ri-scontro basato su una domandasemplice: a che cosa è servitoquello che abbiamo fatto? I risul-tati di «Fuoriclasse», alla fine dicicli di due anni nelle quarte equinte elementari e nelle secondee terze medie, sono stati misurati.Non cambiano il mondo. Ma lomigliorano sensibilmente. «Ab-biamo lavorato su apprendimen-to e motivazioni, cercando di faredelle scuole dei luoghi più belli an-che fisicamente, dove sia piacevo-le andare. Siamo riusciti a ridur-re il numero delle assenze, dei ri-tardi e il disinteresse da partedelle famiglie», dice la Bilotta.Cresciuti anche la media voti e lerelazioni interpersonali.

Il punto di partenza era chiaro.La ruota si inceppa alle scuolemedie. Lo dicono i test comparati-vi internazionali. Dalle elementa-ri escono studenti con una prepa-

razione omogenea e superioreagli standard degli altri Paesi. Neitre anni successivi si assiste a uncrollo, il sistema smette di funzio-nare e solo chi ha famiglie sane (ochi finisce in scuole fortunate)regge il confronto con i coetaneiall'estero. Da uno, due, tre mae-stri, formati per preparare le clas-si sia da un punto di vista dellecompetenze sia da quello pedago-gico, si passa al «disciplinari-smo»: dieci professori preoccupa-ti di gestire solo la propria mate-ria. E docenti di matematica chesolo nel 9,7% dei casi (dati fonda-zione Agnelli) sono laureati nellamateria che insegnano. Nessunoha specifiche competenze peda-gogiche e anche se i professori so-no tenuti a costanti corsi di ag-giornamento, non sono obbligatia fornire le proprie prestazioninelle ore pomeridiane e il temposcolastico finisce per essere insuf-ficiente. Ma se non escono dallacrisi i docenti non esce dalla crisila scuola. «C'è un altro dato: l'etàdegli insegnanti è la più alta d'Eu-ropa e quella degli insegnanti del-le medie la più alta di tutte. LaBuona Scuola torna a investirenell'educazione, ma ha una lacu-na grossa: mette al centro i pro-fessori e non gli studenti, che con-tinuano ad avere problemi in par-ticolare in matematica e scienze»,dice Andrea Gavosto, direttoredella fondazione Agnelli.

La domanda che resta sullosfondo è questa: i nuovi centomilainsegnati sono stati assunti persanare - giustamente - le posizioniindividuali o perché il sistemaaveva bisogno delle loro compe-tenze? Quando per 500 posti siassumono 10 mila docenti di dirit-to diventa difficile immaginare unsistema in equilibrio.

Le statistiche dicono ancorache alle superiori si nota una tri-partizione legata al ceto familia-

re. Chi sta meglio va al liceo recu-perando una preparazione chesopravanza gli standard interna-zionali, chi sta così così finisce ne-gli istituti tecnici (dove i valoritornano sotto la media), chi stapeggio scommette sui professio-nali, che nei test comparativi -con delle ovvie eccezioni - otten-gono risultati deprimenti. Uninarrestabile circolo vizioso.

II figlio del bossA Japigia puoi vivere la vita se-guendone le mosse, come è suc-cesso per anni, oppure anticipan-dole per riuscire a fregarla. Patri-zia Rossini, dirigente scolasticadell'istituto comprensivo Vergaha scelto la seconda strada. Difianco al suo istituto ci sono trecampi rom. Lei ha assorbito i ra-gazzi e ha messo a loro disposi-zione le docce. Sembra una picco-la cosa, ha fatto la differenza.Quindi, mutuando un modellolombardo, ha aperto un pro-gramma di studio in cui usa deirobottini per insegnare ai ragazziqualunque cosa, dalla matemati-ca alla storia. Ci fanno anche uncampionato nazionale e spessoJapigia lo vince. Infine si è rivoltaa «Save the Children». Come è ilvostro programma? Gliel'hannospiegato in cinque punti. Uno:formazione ai docenti sulle dina-miche della classe. Due: confron-to tra docenti e studenti nei con-sigli consultivi per capire che co-sa serve alla scuola e ai ragazzi.Tre: laboratori extrascolasticidalla matematica alla musica.Quattro: campus per conoscersi.Cinque: riqualificazione deglispazi comuni. Apprendimento emotivazioni. La Rossini ha detto«favoloso», gli insegnanti hannodetto «se proprio dobbiamo», glistudenti hanno detto: «adesso lascuola ci piace». I numeri diconoche è andata bene. Anche se per i

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miracoli non è ancora il tempo.Nell'istituto comprensivo di-

retto dalla Rossini ci sono 1200 ra-gazzi. Il 10% viene da famiglie ma-lavitose. Riuscire a fare amare lascuola è doppiamente difficile. Cela si fa? «Certo che ce la si fa». Ungiorno è arrivato a scuola il figliodi un boss molto popolare nelquartiere, uno di quelli per cui sisparano i fuochi d'artificio quan-do esce dal carcere. Dopo pochesettimane il bambino è andatodalla Rossini e le ha detto : «E se iodico in giro che tu mi hai fatto del-le cose?». Lei gli ha risposto. «Ve-diamo se vale di più la tua o la miaparola». Poi l'ha abbracciato. «Daquel momento ha cominciato a fi-darsi e ora è uno studente di qua-lità. Tra noi e i ragazzi ci deve es-sere un'alleanza . E' per questoche il lavoro con "Save the Chil-dren" funziona».

I ragazzi Quarto OggiaroI ragazzi di Quarto Oggiaro devo-no fare molta fatica per volersi be-ne. E a guardarsi attorno non èdifficile capire perché. Trenta-duemila persone, seimila alloggidi edilizia popolare, che diventanoil 70% di tutte le case esistenti nel-la zona Capuana-Lopez-Pascarel-la, 250 pregiudicati agli arrestidomiciliari, una presenza di stra-nieri che nella fascia di età com-presa tra gli zero e i trentaquattroanni è pari al 35% della popolazio-ne, settanta etnie diverse e nean-che un liceo. Come se dovesse es-sere chiaro che una parte del-l'istruzione pubblica, quella chepiù spesso porta alle università, aQuarto Oggiaro, dove la disper-

sione scolastica è del 17%, conpunte del 40, contro il 15% dellaregione Lombardia , è preclusa.Non c'è un solo motivo per entra-re nel quartiere se non sei resi-dente e per giunta è piuttostocomplicato . Si può arrivare in tre-no, oppure in macchina , scaval-

AllieviAJapigiastudiano

nell'istitutocomprensivo

Verga 1200allievi

Di fiancoall'istitutoci sono trecampi rom

Il 10% degliallievi vieneda famigliemalavitose

ma avrebbe anche un punto di ri-trovo di grande bellezza, VillaScheibler. Solo che i ragazzi nonla frequentano perché la ritengo-no troppo elegante per essere an-che loro. La collaborazione tra lescuole e «Save the Children» ser-ve anche a restituire a questibambini-adulti il senso di lorostessi. Funziona? Messi di frontealla domanda , che cosa ti è piaciu-to di «Fuoriclasse»?, gli studentidelle medie hanno risposto così:

cando uno dei quattro ponti chefisicamente e simbolicamente di-vidono Quarto dal resto di Mila-no. «Una condanna e un'opportu-nità», dice Gianluca Alfano, coor-dinatore di spazio Agorà, il centrogestito dalle Acli e da «Save theChildren» dove i ragazzi degli isti-tuti Trilussa e Val Lagarina fannoi loro laboratori. «Da un lato si vi-ve un senso di isolamento, dall'al-tro si crea un forte senso di comu-nità, basti pensare che le associa-zioni al lavoro nel quartiere sonoventicinque». Una catena dellasolidarietà che non ha eguali e dicui, evidentemente, c'è molto bi-sogno. Piazzetta Capuana, sededel programma di «Save the Chil-dren», fino a pochi anni fa era ilpiù grande centro di spaccio delquartiere, oggi è piena di muralescon gli articoli della costituzione.

Quarto Oggiaro è quella che è,

DispersioneII dato peg-

giore di alcu-ne scuole diQuarto Og-

giaro, dove lamedia delladispersione

è dei 17%Nel quartiereconvivono 70etnie diverse

e non c'èneancheun liceo

«Ci sono piaciute le attività permigliorare la scuola. E poi c'è pia-ciuto perché potevamo fare vede-re ai professori quali problemic'erano. C'era il rispetto . E c'era loscherzo. Però in un modo che nonoffendeva . E quando qualcuno siannoiava un po' sapeva che co-munque c'era uno scopo». Unascuola fatta così non trasforma lavita in uno scivolo verso la felicità,ma può cambiare i destini indivi-duali e anche quelli collettivi. «Cisono ragazzi che si perdono, comePaolo che, figlio di una tossicodi-pendente e di un padre che non hamai visto, era finito nei guai peravere rubato un motorino. L'ab-biamo recuperato. Un giorno hapicchiato un coetaneo che avevasputato a un anziano . Gli hannotolto la messa in prova e l'hannomandato al Beccaria, dove i ra-gazzi di Quarto sono troppi. Ma lestorie che funzionano sono deci-samente di più», dice CamillaBianchi responsabile del progettodi «Save the Children» a Milano.Saluta una bambina che gioca inun cortile. L'abbraccia . Si incam-mina verso la Ferrovia Nord. Sulmuro c'è una scritta che dice: gio-ventù bruciata. È il modo chehanno i ragazzi di Quarto perprendersi in giro. E soprattuttoper prendere in giro chi li consi-dera così. Il vento sta cambiando.Anche grazie alla scuola e all'as-sociazionismo . E allora meglioprendere di petto il quotidianoimmaginando di essere nati sottola luce obliqua di una strana stella- buona o cattiva che sia - che sololoro, per adesso, possono vedere.

BY NC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

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CAPACITÀ DI LETTURAA 15 ANNI

anr,

Le competenze degli studenti

524

523

523

R Veneto......................lu Prov. Trento

m Lorbardia

lu Fiiuli Venezio Giulia

w Piemonte

518 wValle d'Aosta

512511

509

509

508

505 mLigurio

504 mMEDIA ITALIA

n Regno Unito.......................Estati Uniti

499

498

IsToscana

W Lazio

PMEDIA OCSE 496 BAbruzzo

Danimarca 496 m Molise

12 Repubblica Ceca 9 Basilicata

ITALIA Campania

F Austria

ff Ungheria

12 Spagna

r Portogallo

* Svezia

us1ovenid

10Grecia

rTurchia

u Slovacchia

r Cile

II divario rimaneperò elevato comecompetenze:gli italiani sonoal 21° postonella capacitàdi lettura a 15 annifra i Paesi Ocse

400

Fonte:

434

:450

506502

498

497

497

493

492

490

490488

480

480

476

474

464464

455

L'Italia è il Paesecon i maggiori divariterritoriali nei risutatiscolastici. Passiamodall'eccellenzadel Nord-Estal disastro digran parte del Sud

Troppii ragazzi

italianiche abbando-nano la scuola

primadel dovuto

rispettoalla media

europeaIl progetto

è di passaredall'attuale

15% di abban-dono

scolasticoal 10%

entro il 2020

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MATEMATICA E SCIENZEIN TERZA MEDIAPunteggi medi

440 460 480 500

Corea

n Siriga pore

ECina

nGiappone

P Russia

mFinlandia

Stati uniti

n Inghilterra

E Ungheria

mAustralia

a Slovenia

w ITALIA

E Svezia

n Noivegia...............K Romari ia

* Molise

* Prov. Trento

rs Abruzzo 12,4%"" —— .,.......• Lazio 13%..................................................• FiiuliVenezid Giulia 13,3%

Umbria 13,7%rs Basilicata 13,8%o Veneto •. ...,..._. , ...,..... . .._ .......

14,2% .rs MEDIA ITALIA 15%.... ... ........... .,,, ,,.w Lombardi a 15,3%

rs Emilia Romagna 15,4%-- ------ -- ------ -- -----

• Marche 15,7%u Piemonte 16,3%W Liguria 17,2%* Calabria 17,3%* Toscana 17,6%

-- ----- ----- --- --- --- -rs Prov. Bolzano 19,5%

e Valle d'Aosta 21,5%

e Campania 21,8%

I DIVARI SOCIALIPunteggi per livellodi istruzione dei genitori

503 0,

MEDIA ITALIA

IV PRIMARIA

PUNTEGGI ALLE PROVE DI MATEMATICACONSEGUITI DAI RAGAZZI ITALIANINATI NEL 1997

520 540 560 580 600 620"II test PISA viene somministrato agli studenti di eta compresatra 15 anni e 3 mesi a 16 anni e 2 mesi

507

Alle medie,gli apprendimentidegli studentiitaliani precipitanonelle graduatorieinternazionali

Licei 498

Istituti tecnici

Formazione professionale

Istituti professionali

IV PRIMARIA III MEDIATIM l7? TIMSS 11?

LA DISPERSIONE SCOLASTICAGiovani che abbandonanoprematuramentegli studi per regione(2012)

II tassodi abbandonoin Italia è frai più elevatiin Europa

497

471

II SECONDARIASUPERIORE

La mediaè dove si creanoi presupposti delladifferenziazionesociale nellanostra scuola

IV PRIMARIA III MEDIA

521

15 ANNIPIA 12)*

Fino a 15,1%

15,2% -17,6%

17,7% - 21,1%

21,2% e oltre

II SECONDARIASUPERIORE

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II 10%didispersione èl'obiettivo euro-peo per il 2020.Due anni fa,considerandoloirraggiungibile,il governo italia-no ha fissato untraguardo al15-16%. Tra-guardo cheabbiamo giàtagliato.

«Fuoriclas-se» è finanziatocon 800 milaeuro privati.donatori : BoltonGroup , Bulgari eFondazione conil Sud. Valutazio-ne d'impatto eanalisi costibenefici sonodella Fondazio-ne Agnelli

UguaglianzaII richiamo

all'art.3 dellaCostituzione che

parla di paridignità sociale,

senza distinzionedi sesso, razza,

lingua, religione

Ai lettoriAssieme all'Italiache funzionac'è ancheun'Italiache non va.Segnalatecitutto ciò su cuia vostro avvisovale la penadi indagarescrivendo a:[email protected]

Formazione Pagina 16

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