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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 1 agosto 2016

Pagina I

CASSE PROFESSIONALI

Le casse professionali sotto stress: i pensionati crescono più degli iscrittiSole 24 Ore 01/08/16 P. 1-2 Dario Aquaro,Valentina Maglione,Valeria Uva

1

I numeri della previdenza professionaleSole 24 Ore 01/08/16 P. 2 4

La buona strada delle sinergieSole 24 Ore 01/08/16 P. 1 Maria Carta DeCesari

10

«Insieme su welfare, acquisti e investimenti»Sole 24 Ore 01/08/16 P. 2 Federica Micardi 12

EDILIZIA

Edilizia, opere più convenientiItalia Oggi Sette 01/08/16 P. 16 Dario Ferrara 13

SUBAPPALTO

Serve un controllo in due tempi per il subappaltoSole 24 Ore 01/08/16 P. 21 15

PA

La fine delle scartoffie Dal 12 agosto stop alle pratiche di cartaStampa 01/08/16 P. 13 Paolo Baroni 16

AUTOCERTIFICAZIONE

Falsi e bugie il castigo inesistenteCorriere Della Sera 01/08/16 P. 1 Gian Antonio Stella 20

INCIDENTI STRADALI

Incidenti, 2015 annus horribilisItalia Oggi Sette 01/08/16 P. 17 Enrico Santi 22

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Categoria per categoria l'inchiesta sui bilanci degli enti: entrate e uscite in equilibrio, aumenta la spesa per il welfare

Le casse professionali sotto stress:i pensionati crescono più degli iscrittiDal 2010 il numero degli assegni e salito del 22% contro il 15% dei nuovi ingressi

Pensionati e giovani profes-

sionisti viaggiano a velocità di-

verse: iprimi sono aumentati del

22%dal2o10 a12o15; inuoviiscrit-

tialle Casse privatizzate solo del

15 per cento. L'inchiesta del Sole

24 ore sui bilanci degli enti.

Aquaro , Maglione e Uva >

La fotografia

Pensionati per Cassa e variazione % 2015 rispetto ai 2010

TOTALE ' 190,975

amercialisti

27.632

...... 27333

6.987

,sulenti del lavoro

Farmacisti

9.512

....._....... 23.913

r b` 39.806

"votai

Ragionieri

2.587

1t @ MI

t •Veterinari

8.757

,aL 6.320

Casse professionali Pagina 1

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Il rapporto tra entrate e uscite resta in sostanziale equilibriograzie alle differenti manovre correttive dei singoli enti di gestione

Dal 2010 a oggi il numero di assegni erogati e cresciuto del 22%a fronte di un incremento complessivo di nuovi ingressi pari al 15%

Dario AquaroValentina MaglioneValeria Uva

Afronte di quasi un milione di

professionisti ancora al lavoro, ce

ne sono quasi 200mila a riposo.

Dal 2010 al 2015 i pensionati so-

no cresciuti a un ritmo maggiore

rispetto ai nuovi ingressi: +22% in

sei anni, contro un aumento di

iscritti dell5per cento. Ma grazie a

una serie di manovre contributive

e al "fascino" della libera profes-

sione i conti delle Casse autono-

me restano in sostanziale salute.

Non registra squilibri complessi-

vi la fotografia delle Casse priva-

tizzate nel 1994, scattata dal Sole

24 Ore suibilanci2o15 e sui datifor-

niti dagli stessi enti.

Certo, lacrisihafalcidiato ired-diti, ma la capacità di attrarresemprepiù giovani e dunque l'au-mento delle iscrizioni (+ 15°,o gliattivi) ha supplito, in parte, al calodei versamenti individuali. E lad-dove l'aumento non è bastato, so-no subentrate - seppure in tempidiversi - le manovre dei singolienti di gestione sui contributi esulle regole di accesso ai tratta-menti di quiescenza, per centrarel'obiettivo di legge della sosteni-bilità a 5o anni.

Sotto quest'omogenea imma-gine di superficie, la realtà variaperò da categoria a categoria, se-condo dinamiche molto diverse,evidenziate nei grafici inpagina.

Il rapporto attivi/pensionatiQuasitutte le professioni in questianni hanno visto diminuire il rap-porto tra iscritti attivi, in grado dipagare le pensioni, e quelli a ripo-so. In controtendenza solo avvo-cati, farmacisti e veterinari.

Proprio la Cassa forense ha re-

gistrato un picco di nuovi iscritti

negli ultimi due anni, spinto dalla

riforma dell'avvocatura: la legge

247 del 2012 ha imposto a tutti gli

iscritti all'albo di iscriversi anche

alla Cassa, indipendentemente

dal reddito. «Una norma positiva

- valuta il presidente dell'ente,

Nunzio Luciano - che ci ha per-

messo di dare cittadinanza ai col-

leghi che, in alcuni casi, erano

iscritti all'Inps e, in altri, non ave-

vano copertura previdenziale». I

nuovi iscritti sono stati circa

5omila, 8mila dei quali si sono poi

cancellati. Così, i contribuenti alla

Cassa sono passati dai 177mila del

2013 ai 235mila del 2015; e gli ingres-

si hanno portato circa 70 milioni

di entrate in più. Anche la Cassa

deifarmacisti (Enpaf) negli ultimi

5 anni ha visto il rapporto attivi/

pensionati salire da 3,07 a 3,76.

«Grazie anche ai concorsi straor-

dinari per l'assegnazione di sedi

farmaceutiche, previsti dal decre-

to "cresci Italia" del 2012», com-

menta il presidente Emilio Croce.

«Perpartecipare - spiega- è infat-

ti necessaria l'iscrizione all'Ordi-

ne, e quindi allaCassa».Al contra-

rio, l'indice è in sensibile calo per

architetti e ingegneri, sceso in sei

annida 9,4 a 6 punti. Delresto, nel-

lo stesso periodo la categoria ha

ottenuto il record di aumento dei

pensionati (+68°c). La crisi del-

l'edilizia pesa più sugli architetti

che sugli ingegneri, come ha spie-

gato il presidente di Inarcassa,

Giuseppe Santoro: oggi circa il

50° o deiliberiprofessionisti iscrit-

ti all'ente dichiaraun reddito infe-

riore a 15mila euro.

Le manovreLe Casse sono intervenute conmanovre correttive (si veda an-

che il Sole 24 Ore del 19 luglio).Così, per esempio, i notai hannodovuto fronteggiare il dimezza-mento dei redditi a partire dal2006 con l'aumento delle aliquo-te contributive, passate dal 30°odel2010 al42°io del2o14pergli attioltre i 37mila euro. La Cassa deidottori cornmercialistihamesso iconti in sicurezza con la riformadel 2004. «Abbiamo deciso di ap-plicare il sistema di calcolo con-tributivo per tutti i versamentifatti dalr°gennaio 2004inpoi- di-ce il presidente, Renzo Guffanti -senza prevedere un periodo ditransizione.I trattamenti retribu-tivi puri, i più rotondi, sono dun-que rimasti 2mila ed è abbastanzaagevole, per i quasi 65mila iscrittiattivi, portarne il peso». I consu-lenti del lavoro di Enpacl hannovirato verso un sistema contribu-tivo dal 2014, temperato da mag-giorazioni per le anzianità primadi quella data. Con il risultato diaver quasi raddoppiato il saldopositivo tra entrate e spese nel pe-riodo considerato.

I farmacisti hanno spostatol'età pensionabile da 65 a 68 anni(più, dal 2016,4 mesiperl'adegua-mento all'aspettativa di vita) eabrogato da quest'anno lapensio-ne di anzianità. L'Enpaf conservaancora un sistema retributivosecco, «ma stiamo studiando unariforma per virare verso il contri-butivo - precisa Croce - e andareincontro ai giovani».

In aiuto ai conti dell a Cassa ra-gionieri (Cnpr) è intervenuta daquest'anno l'attrazione verso laCassa degli esperti contabiliiscritti all'Albo unificato dei dot-tori commercialisti (elenco B). Intutto - stima il bilancio della Cnpr-sitrattadicirca8oo iscritti inpiù.

Correzioni attive anche per igeometri, nonostante la conver-sione al contributivo già dal 2007.«Complice la crisi abbiamo do-vuto fronteggiare un incrementodelle pensioni di anzianità- spie-ga il presidente Cipag, FaustoAmadasi - senza contare che seprima il geometra continuava alavorare anche dopo lapensione,ora non riesce più a farlo». LaCassa ha quindi gradualmente al-zato i contributi, fino al 15%, nel2017, mentre da quest'anno andràaregimela nuova età pensionabi-le a 67 anni.

Ancora in attesa di correttivi,invece, il bilancio previdenzialedell'Inpgi, la Cassa di previdenzadei giornalisti, dove nel 2015 leuscite hanno superato di oltre nomilioni le entrate. Una situazionedovuta all'aumento delle presta-zioni per pensioni (+25°io) e la di-minuzione dei contributi (-6°c).«Il calo -ragionalaneopresidenteMarina Macelloni - è la conse-guenza della perdita di posti di la-voro dovuta alla crisi: 900 solol'anno scorso». Inaurnento anchegli ammortizzatori sociali (+ 3,3°cnel 2015). Per Macelloni, «è indi-spensabile completare larifornix.la parte relativa alle entrate è giàstata approvata dai ministeri vigi-lanti; stiamo rielaborando gli in-terventi su età e cal coli per la pen-sione e contiamo di presentarlidopo l'estate».

Il welfareUnboom quello della spesa per ilwelfare, che in sei anni è cresciutadel 34°c arrivando a 163 milioni(che valgono però il 5% delle pen-sioni).I commercialisti, ad esem-pio, destinano all'assistenza il 2%dell'attivo dibilancio. Gli avvocati

Casse professionali Pagina 2

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puntano sul "welfare attivo" persostenere gli iscritti in campo pro-fessionale, familiare e sanitario, inalcuni casi anche utilizzando ifondi europei. Dopo l'estate laCassaforensevareràunbando sulmicrocredito per aiutare i giovaniavvocati ad aprire lo studio.

L'assistenza all'avviamento ar-rivaanche dall'Enpaclperi consu-lenti del lavoro. Solo l'Enpam(medici) fa registrare una flessio-ne per il welfare dovuta alla man-cata approvazione da parte deiministeri vigilanti della riformache puntava ad aumentare le tute-le per la gravidanza e i figli. DallaCassafanno sapere che l'obiettivodell'allargamento resta. In attesadel Ddl sul lavoro autonomo cherenderà le misure di sostegno alreddito attività obbligatorie pertutte le Casse.

La solvibilitàLa distanza tra Casse è più marca-ta sui "tesoretti" a disposizionedegli iscritti, ovvero il patrimonionetto esposto in bilancio. Un fat-tore chiave per assicurare gliequilibri economico-finanziari eper garantire le pensioni future.

Il Sole 24 Ore ha messo in re-lazione il patrimonio netto congli iscritti per singola Cassa. Aidue opposti si collocano inge-gneri-architetti e notai. I primi,penalizzati in questo caso dalgran numero di iscritti, posso-no contare su un gruzzoletto disoli qq euro teorici a testa.I no-tai, che anche nel 2015 sono ri-masti al di sotto delle 5mila uni-tà ma con un patrimonio tra ipiù cospicui, possono dormiresonni tranquilli: hanno oltre184mila euro a testa.

RPROOIJZ TON E RISERVATA

Casse professionali Pagina 3

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I nume ri de lla p revidenza p rofessiona leIl quadro complessivo e per categoria delle undici Casse di previdenza dei liberi professionisti, privatizzate conil Dlgs 509/1994 (sono escluse quindi le nuove Casse tutte nate con il Dlgs 103/96 che hanno adottato il sistemacontributivo pieno). I dati in questa pagina, forniti dalle stesse Casse, analizzano il periodo dal 2010 al 2015.Per ogni Cassa, sono rappresentate le variabili economiche: le entrate contributive e le spese (suddivise in prestazioniprevidenziali e di assistenza). Nel secondo grafico è mostrato l'andamento demografico, sia come numero di iscrittie di pensionati sia come rapporto. L'ultimo dato indica il rapporto tra patrimonio netto espostoin bilancio e numero degli iscritti (attivi e pensionati)

2010

Pensionati

155.905

2.500

Pensionati

190.975+ ,

Architetti ingegneri

INARCASSA

Rapportocontributi/prestazioni

EntratecontributiveMilioni di f

Spesa pensíonïMilioni di €Spesa welfareMilioni di E

SMi[ioA ai

Spesa wt ereMilioni di

2010

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2015

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Patrimcmio

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Casse professionali Pagina 4

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Avvocati

CASSA FORENSE

Rapportocontributi/prestazioni

EntratecontributiveMilioni di

Spesa pensioniMilioni di fSpesa welfareMilioni di €

Risultato d'esercizioMilioni di €Patrimonio nettoMilioni di €

Estrinionioper scritto

2010Attivi

Pensionati51!'r.? .,-tti.8 ....ï ,,.ity k } ti; i t

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CommercialistiCNPADC

Rapportocontributi/prestazioni

EntratecontributiveMilioni di €

Spesa pensaonaMilioni di €Spesa welfareMilioni di f

Differenzaentrate /spese

ClOSs91

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Risultato d 'esercizioMilioni di €Patrimonio nettoMilioni di €

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2015Attivi

Pensionati

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2015

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Casse professionali Pagina 5

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Consulenti del lavoroENPACL

Rapportocontributi/prestazioni

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Contributive

Milioni di e

Spesa penslúni

Milioni di €

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Risultato d 'esercizioMilioni di €Patrimonio nettoMilioni di f

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entrate/spese110,52010

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2015

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2010 2011 2012 2013 2014 2015

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Casse professionali Pagina 6

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GeometriCIPAG

Rapportocontributi/prestazioni

EntratecontributiveMilioni di €

Spesa pensäoniMilioni di '1Spesa welfareMi'',ioni di €

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1,06 1,05 0,98

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2015

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2015

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Risultato d 'esercizio PensMilioni di EPatrimonio nettoMilioni di €

P-arrimonioper iscritto

GiornalistiINPGI

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Rapportocontributi/prestazioni

1,08 1,00 0,98 0,89 0,83 0,78

O O O O O

Entrate entrateJspesecontributive 2010Milioni d0 l 1123,8

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Spesa pensioniMilioni oiESpesa welfareMilioni di '1

2010Attivi

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2015

1 3927,8,y 444,2

i 25,4 ; -,2 5 46,5 49,3Il rapporto attivi../,pensionati non tiene conto di oltre lOaola posizioni "silenti"

2015che risuh io iscu:i alla cassa ma non producono reddito

Attivi

.sionati

Casse professionali Pagina 7

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MediciENPAM

Rapportocontributi/prestazioni

EntratecontributiveMi',ioni di €

Spesa pensPonïMi',ioni di €Spesa welfareMilioni di €

Risultato d'esercizioMilioni di €Patrimonio nettomilioni di €

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Notai

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Rapportocontributi/prestazioni

300

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Casse professionali Pagina 8

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RagionieriCNPR

Rapportocontributi/prestazioni

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2010

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2010

Veterinari

ENPAV

Rapportocontributi/prestazioni

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2010

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2015

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2015

Attivi

Casse professionali Pagina 9

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La buona stradadelle sinergiedi Maria Carla De Cesari

a vicenda Atlante è la confer-ma che le Casse di previden-

za privata rappresentano una re-altà di tutto rispetto nell'econo-mia e nella finanza del Paese.

Casse professionali Pagina 10

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L¢A m 1 -F si

Maria CarlaDe Cesari

Dal caso Atlanteprimo segnaleverso la stradadelle sinergie

a delibera dell'assembleadell'Adepp, l'associazioneche riunisce gli enti di

previdenza dei professionisti,che annuncia la disponibilità amettere in Atlante circa 500milioni, è stata motivata con lanecessità di agire, come fattoredi stabilità, in una situazioneche, se non affrontata, potrebbeinnescare un incendiodevastante nel sistemafinanziario ed economico, coneffetti rilevanti per famiglie eimprese. Bene il senso diresponsabilità nellaconsapevolezza dirappresentare, le Casse,pregiate cassaforti di liquidità edi patrimonio. Naturalmente ladisponibilità delle Cassepotrebbe (dovrebbe?) essereripagata dal Governo: moltesono le questioni pendenti. Dalriconoscimento della naturaprivata delle Casse, con ilcorollario di fuoriuscire daiconfini delle pubblicheamministrazioni e dai vincolifinanziari della spendingsevi ew alla possibilità inseritanel Ddl sul lavoro autonomo dipoter gestire, da parte deglienti, un sistema di welfare per iprofessionisti, oltre allaprevidenza di primo pilastro.Va poi citata la questione dellatassazione su investimenti (al27 per cento, con un creditod'imposta molto parziale) chefa il bis al momento delpagamento delle prestazioni.Per rimettere mano al Fiscoprevidenziale occorre però,oltre alla volontà politica, ancheunabuona dose di risorse. Giàl'eventuale fuoriscita delleCasse dal consolidato nazionaledovrebbe portare a rivedere levoci del bilancio nazionale e lecompatibilità delle grandezzealla luce dei vincoli europei.Insomma, le Casse giocano con

Atlante la partita politicadell'autonomia, oltre che quelladi attore rilevantenell'economia e nella finanzanazionale. Questa parte, per gliEnti di previdenza privata, èforse obbligata dallecircostanze e dall'opportunitàpolitica. Tuttavia, non bisognadimenticare, proprio adesso,qual è il compito fondamentaledelle Casse: garantire lepensioni ai professionistiiscritti, come sottolineano lesigle sindacali cherapresentano i professionisti eche manifestano dubbisull'operazione. t chiaro cheuna crisi finanziariaincontrollata colpirebbe, con isuoi centri concentrici, anche il

bacino economico in cui vive laplatea che appartiene alleCasse, tanto più in un contestodi crescita striminzita dopoanni di segni negativi. Proprioper questo, però, occorreesercitare la responsabilitàdella prudenza, perché- loripetiamo - il fine delle Casse èpagare le pensioni attraverso lavalorizzazione dei contributiversati dagli iscritti. D'altraparte, come dimostrano i datiraccolti da Il Sole 24 Ore epubblicati in queste pagine leCasse di previdenza, inparticolare gli Enti privatizzaticon il decreto 509/1994,costituiscono universi nonimmuni da problemi. Si dirà: «èun universo ricco di unpatrimonio valutato in circa 8omiliardi». Tutto vero, maladote non è fine a se stessa, serveper le pensioni e per soddisfareil debito latente che, nel sistemadi finanziamento a ripartizione,è stato accumulato con unsistema di calcolo retributivomolto generoso. Oggi, con leriforme, da ultimo promossedalla legge Fornero, sono statiadottati correttivi al sistema dicalcolo delle prestazioni, leCasse hanno previsto il calcolocontributivo pro rata, inqualche caso anche solo susegmenti "aggiuntivi" dellacontribuzione. Anche lealiquote contributive sono stateinnalzate perché nellaprevidenza non c'è tutela senzaun risparmio adeguato.Tuttavia, il prezzo del passato èancora molto pesante. Di più: le

Casse, che devono fare i conticon un Paese che cresce solodello "zero virgola", si trovanoad affrontare l'invecchiamentodei propri iscritti e, in alcunicasi, laperdita di appeal dellaprofessione di riferimento. E idati in cinque annisull'andamento del rapporto traattivi e pensionati devono farriflettere. La crescita deipensionati in rapporto agliattivi ha interessato quasi tuttigli Enti, con l'eccezioneeclatante di Cassa forense, cheha implementato, grazie allariforma dell'ordinamentoprofessionale, l'iscrizione diquanti pur esercitando laprofessione sfuggivano allaprevidenza e dei farmacisti. Dicontro, però, le entrate percontributi procedono a unavelocità più moderata.

I segnali di maturità, conun'espressione forsesgradevole, di invecchiamentodel sistema vanno attentamenteseguiti, per evitare di arrivare ascoprire, un giorno, che unaCassa di previdenza ha menoattivi che pensionati. Occorreper tempo porsi il problemadelle prospettive dellaprofessione, anche con lavigilanza e l'aiuto della politicae del Governo. Alleanze esinergie all'interno del mondoprevidenziale privato, magariper raggiungere dimensionistrategiche per gli investimenti,sono necessarie. L'unità fattapercepire nell'affaire di Atlantepuò segnare la buona strada.

® R[VROD D ZIO NE RLZ E REATA

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Alberto Oliveti Presidente Adepp

«Insieme su welfare, acquisti e investimenti»Federica Micardi

Diciannove Casse di previ-denza professionali fanno partedell'associazione Adepp, guidatadal presidente dell'ente previ-denziale di medici e odontoiatriAlberto Oliveti.

I pensionati crescono a ritmopiù alto delle nuove entrate, mail sistema per ora resta in equili-brio. Quale futuro vede per leprofessioni?

È un'Italia sempre più diversa-mente giovane. La demografia el'economia sono quelle che sono.Per le professioni evolute, e in-tendo quelle iscritte ad albi, ordi-ni e collegi, mi aspetto cambia-menti in positivo, la globalizza-zione e le tecnologie portano op-portunità che dobbiamo cogliere.Le professioni cambieranno, cisaranno nuove esigenze, serveessere duttili, reattivi, preparatianche nei processi formativi. Do-vremo essere più veloci ad impa-

rare rapidamente. Questa è la sfi-da che ci aspetta.

Ci sono professioni , e quindiCasse, che hanno sempre menoiscritti e bilanci in rosso . Il fon-do di garanzia per il sistemaCasse di cui si èpiùvolteparlatonegli anni si farà?

Di un fondo intercasse ho par-lato già sei mesi fa, quando mi so-no insediato.I soldi che il sistemaCasse versa attualmente allo Sta-to per non dover sottostare allaspending review, circa 20 milionil'anno, un'ulteriore tassazioneche si aggiunge aquell ache giàsu-biamo sui rendimenti e sulle pen-sioni, potrebbero costituire la ba-se per un fondo intercasse di ga-ranzia e tutela per chi si dovessetrovare in difficoltà. Anche per-ché le Casse, quando sono stateprivatizzate, hanno rinunciato al-la tutela dello Stato.

Una soluzione per le Cassemedio piccole potrebbe essere

l'accorpamento?Ogni Cassa oggi ha la capacità

di cogliere le esigenze specifiche

e peculiari della categoria che

rappresenta. Per mantenere in-

tatta questa capacità ha più senso

un accorpamento funzionale per

aree omogenee. Penso al welfare,

ai servizi per acquisti e formazio-

ne, ma anche agli investimenti, in

cui ogni Cassa mantiene la sua

specificità.L'inglobamento strut-

turale faperdere la capacità capil-

lare di intercettare le specifiche

peculiarità. Se guardiamo il ver-

sante pubblico le Casse vennero

estroiettate proprio perché non si

riusciva a gestire la diversità.

In merito al progettoAtlante2 cosa può dirci?

Come Adepp abbiamo appro-vato una delibera: a fronte di unarichiestapolitica del Governo ab-biamo dato una risposta politica.Una delibera che mette al centroil Paese, quale elemento fonda-

mentale per lo sviluppo delle no-stre professioni; che mette al cen-tro i nostri Cda e i nostri momentidecisionali, le nostre asset alloca-tion e le nostre procedure per ga-rantire laprevedibilità degli inve-stimenti. Devo aggiungere peròche il dato tecnico dell'investi-mento è molto cambiato rispettoa quanto ci era stato prospettatodal Governo. Si parlava di acqui-sti al 24% su un valore del 38%I ri-spetto al nominale e oggi parlanodel32%. Noi nonpossiamo mette-re soldi afondo perduto, abbiamobisogno di una legittima aspetta-tiva di rendimento. Inoltre siamoin attesadelle disposizioni dei mi-nisterivigilan ti che ci autorizzinoa investimenti di questo tipo, anziche sottolineino il fatto che sianelbene comune fare investimenti inquelle aree; queste alivello politi-co erano state promesse e le stia-mo aspettando.

Q RIPRaoullONE RISERVAIA

Il presidente . Alberto Oliveti

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hrere t°ïco ïzrvrone t iut°ispruden iale, a partire da una sentenza del Tccr Catt parzia

dill • più

• •

Edíí1zííèt upere o nu cu IlentiMente erl S impresa per lavori S etti a Scia l

Pagina a curaDi DARio FERRARA

1 ai lavori senza gli

{ oneri di costruzio-ne. Il comune deveessere condanna-

to a restituire le sommeversate dal privato peri lavori laddove le opereedilizie realizzate risul-tano soggette a sempliceScia (Segnalazione certi-ficata di inizio attività)o Cila (Comunicazioneinizio lavori asseverata)e dunque non implicanoun incremento del caricourbanistico: a ottenere larifusione del denaro è lasocietà che gestisce il cen-tro commerciale, tenutaa effettuare di continuolavori di allestimento neipunti vendita che dà in af-fitto, con abbattimento ditramezzi e rifacimento dipavimenti secondo le esi-genze del commercianteche subentra nella locazio-ne. È quanto emerge dallasentenza 1769/16, pubbli-cata dall'ottava sezione delTar Campania.

Secondo l'amministra-zione locale gli interventieseguiti sono di vera e pro-pria ristrutturazione: neinegozi del mall di provin-cia si rifanno bagni e con-trosoffitti e si costruisconovere e proprie pareti, perquanto di cartongesso. Maanche a voleraderire allatesi del comu-ne le opererealizzate nonrichiedono co-munque il per-messo di co-struire o la Diasostitutiva:manca infattil'incrementoper il volumecomplessivodegli immobili,oltre che delladestinazioned'uso o dellasagoma. E ilprincipio valesempre quan-do l'organismo

edilizio otte-nuto alla finedei lavori nonè almeno inparte diversodal preceden-te: il che accade lacicioveci si limita a rifare pavi-menti e controsoffitti o adadeguare il bagno oppuregli impianti idraulici edelettrici.

In ogni caso, secondo igiudici, nella specie i la-vori risultano comunqueassimilabili a interventidi manutenzione straordi-naria. E senza cambio didestinazione d'uso non sipuò scaricare sul privato i

costi sociali degli oneri diurbanizzazione visto chemanca la trasformazionedi cui avvantaggiarsi. An-che per le opere di ristrut-turazione edilizia, soggetteal regime del permesso dicostruire, il pagamentodegli oneri concessori èdovuto soltanto nel casoin cui l'intervento abbiadeterminato un aumentodel carico urbanistico. In-somma: all'ente locale nonresta che pagare le spesedi giudizio.

Gli oneri di urbaniz-zazione costituiscono dasempre un problema perl'ufficio tecnico del comu-ne. Ecco alcuni precedentigiurisprudenziali.

Onere di motivazio-ne. Per l'amministrazio-ne scatta lo stop quandonon sa spiegare come èarrivata, per esempio, adeterminare la sommachiesta alla spa che inten-de ristrutturare l'immobilecon cambio di destinazionea industriale a commercia-le. E quanto emerge dallasentenza 1498/16, pubbli-cata dalla seconda sezionedel Tar Calabria.

Il ricorso della societàche intende riconvertirelo stabilimento è accolto ri-spetto alla carenza di moti-vazione del provvedimentoadottato dall'amministra-

zione locale; un'omissioneche peraltro continua an-che in corso di causa: anchedopo la richiesta ad hoc delcollegio l'ente locale nonriesce infatti a motivare lasua istruttoria e, dunque, arendere ragione del motivoper cui ha adottato la suatabella A per addebitaregli oneri di urbanizzazio-ne all'impresa che procedealla ristrutturazione.

L'azienda è costretta aricorrere al giudice perchénon ha contezza del proce-dimento seguito dal puntodi vista tecnico, istruttorioe contabile. E invece nelprocesso amministrativoincombe sull'ente l'oneredi leale e fattiva collabo-razione all'attività istrut-toria disposta dal giudice;risultato: il comportamentoprocessuale del comune cheinvece si sottrae all'obbligoe omette in modo ingiusti-ficato di ottemperare alleordinanze istruttorie è va-lutabile dal giudice ai finidell'articolo 116 Cpc, secon-do un principio oggi ricono-sciuto dall'articolo 64, com-ma 4, Cpa. Spese di giudiziocompensate per la peculia-rità della questione.

Attività prevalente. Iprecedenti di giurispru-denza consentono di affer-mare che i conteggi devonoessere precisi.

Dopo i lavori al capanno-ne, per esempio, il comunerimborsa alla concessiona-ria auto il costo di costru-zione per la superficie re-lativa all'officina: l'attivitàartigianale, infatti, pagasolo gli oneri di urbaniz-zazione, mentre l'ammini-strazione locale non spiegaperché di fronte a struttu-re separate si dovrebbeapplicare il criterio dell'at-tività prevalente né dovestarebbe l'accessorietà dimeccanici ed elettrautorispetto alla vendita delle

macchine. E quanto emer-ge dalla sentenza 589/15,pubblicata dalla secondasezione del Tar Veneto.

Da una parte la conces-sionaria, dall'altra l'offici-na, il gommista e l'autola-vaggio che servono anchemarche di auto diverse dal-le case produttrici trattatedallo showroom. La societàha pagato 366 mila eurodi oneri di costruzione maora ne ottiene indietro 244mila più interessi, senzarivalutazione. Decisive laDia-Scia e le planimetriedepositate in giudizio: lavendita di auto risultaseparata dalla riparazio-ne e ricorrere al criteriodella prevalenza come fail comune rischia di sotto-stimare l'attività commer-ciale cui è dedicata unasuperficie più modesta diquella artigianale.

Nessun dubbio che l'of-ficina lavori a pieno ritmosotto l'insegna «meccanicoelettrauto gommista»: lotestimoniano i consisten-ti obiettivi di vendita neipezzi di ricambio fissati neicontratti e la certificazioneInps relativa all'industriameccanica. Insomma: ilconteggio degli oneri edili-zi deve essere compiuto inmaniera distinta rispettoai diversi utilizzi del fab-bricato. Spese compensateper metà data la novitàdella questione.

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ONWOOMM

TAR CAMPANIA - Napolisentenza 1769, sezione ottava , del 07-04-2016

(Dpr 06/06/2001, n. 380, art. 16)Deve essere dichiarato il diritto dell'impresa alla restituzione degli importi

versati al Comune di a titolo di costo di costruzione in relazione a taluni

interventi edilizi eseguiti, dovendosi ritenere che detti oneri non risultavano

dovuti perché le opere poste in essere non rientrano nel regime abilitativo

del permesso di costruire e in quanto esse non hanno comportato l'aumento

del carico urbanistico.

Sta all'amministratore calcolare gli esborsiomune non può far gravare sul pro-

prietario della villetta il calcolo deglioneri di costruzione e urbanizzazione,pena il mancato rilascio del permessoa costruire necessario all'ampliamen-to progettato. E ciò perché le «schedeparametriche» pretese dal settore ur-banistica dell'ente locale costituisconocomunque un presupposto del computodegli esborsi che spetta all'amministra-zione e non al cittadino: le condizio-ni poste al rilascio del titolo ediliziopossono essere tecniche o strutturalima non anche di natura burocratica. Èquanto emerge dalla sentenza 1503116,pubblicata dalla seconda sezione delTar Campania, sezione distaccata diSalerno.Accolto il ricorso del proprietario delterreno contro il provvedimento che so-

spende l'istruttoria per la concessioneedilizia. li comune minaccia che la pra-tica sarà archiviata se entro trenta gior-ni l'interessato non presenterà i datirichiesti: la superficie utile, che serveper determinare il costo di costruzione,e il volume vuoto per pieno, che è ne-cessario per computare gli esborsi perl'urbanizzazione. Le schede richiestesono tuttavia strumentali a un com-pito che spetta unicamente all'ufficiodell'ente. E vero: se il proprietario delfondo non paga i costi di costruzione ogli oneri di urbanizzazione, può scat-tare l'esazione coattiva della pretesacreditoria del comune e la conseguen-te irrogazione di sanzioni. Ma il testounico dell'edilizia non prevede in casod'inosservanza anche la sospensione deltitolo edilizio. Insomma: l'amministra-

zione non può pretendereche la redazione dell'attosia predisposta dall'inte-ressato. Spese di giudiziocompensate.

Edilizia Pagina 14

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Le disposizioni da rispettare

Serve un controlloin due tempiper il subappalto9 Per applicare correttamen-te il meccanismo dell'inversio-ne contabile Iva, è necessariofare attenzione agli intrecci tradue disposizioni: quella conte-nuta nella lettera a) e quellacontenuta nella lettera a-ter)dell'articolo 17, comma 6, delDpr 633/72.

Ilreverse charge siapplica,inprimo luogo, a tutte le presta-zionidi servizidipulizia, demo-lizione, installazione di impian-ti e completamento relative aedifici - elencati nella lettera a-ter) -, a prescindere dal fattoche siano resenel settore edile eaprescindere daltipo di contra-enti (subappaltatore, appalta-tore principale o contraente ge-nerale). Inoltre, in base alla let-tera a), l'inversione contabile siapplica alle prestazioni rese nelsettore edile, ma solo per alcunitipi di contraenti: la prestazio-ne deve essere resa da un su-bappaltatore nei confronti del-l'impresa appaltatrice che si oc-cupa della costruzione o dellaristrutturazione di un immobi-le odi un altro subappaltatore.

Pertanto, mentre per appli-care la lettera a-ter) occorreconsiderare solo il tipo di pre-stazione effettuata, per appli-care la lettera a) bisogna bada-re, intanto, che il prestatore siaun subappaltatore che svolge(come ha precisato la circolare37/E del2oo6 dell'agenzia delleEntrate), «anche se in via nonesclusiva o prevalente, attivitàidentificate dalla sezione F del-la classificazione delle attivitàeconomiche Ateco».

La sezione F, rubricata sem-plicemente «costruzioni»,comprende i lavori generali dicostruzione, i lavori speciali dicostruzione per edifici e operedi ingegneria civile, i lavori dicompletamento di un fabbrica-

to nonché i lavori di installazio-ne in esso dei servizi. Sono inol-tre inclusi, come ha chiaritosempre la circolare 37/E/20o6,i nuovi lavori, le riparazioni, irinnovi e restauri, le aggiunte ele alterazioni, la costruzione diedifici e strutture prefabbrica-te in cantiere e anche le costru-zioni temporanee.

Pertanto, se ci si trova difronte a un contratto comples-so contenente ancheprestazio-ni che in base alla lettera a-ter)andrebbero assoggettate a re-verse charge ma che - proprioper effetto della complessitàcontrattuale - ricadono nelleordinarie regole Iva, va fatta

1,Occorre accertarsiche venga svoltauna delle attivitàelencate nella sezione Fdella classificazione Ateco

una seconda riflessione. Cioè sideve verificare che non si trattidi rapporti di subappalto fra su-bappaltatori o fra subappalta-tore e appaltatore: se la rispostaè positiva, il meccanismo del-l'inversione contabile va appli-cato se le parti contraenti svol-gono una delle attività indicatenella sezione F della classifica-zione Ateco.

Inoltre, per l'agenzia delleEntrate, il reverse charge si ap-plicaairapporti tra subappalta-tori o tra subappaltatori e ap-paltatore nel settore dell'edili-zia non solo se il contratto è ri-conducibile alla tipologiadell'appalto,maanchesesitrat-ta di un contratto di prestazio-ne d'opera.

01 RI PRO DD ZIO Pl E RIS ER, ATA

Subappalto Pagina 15

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La fine delle scartoffieDal 12 agosto stop

alle pratiche di cartaSvolta nella pubblica amministrazione, tutto sarà sul cloud

Risparmio di 3,2 miliardi di euro all'anno, e quasi 2 miliardi di fogli

-°` asta scartoffie. Basta- carta, basta cartelline

portadocumenti e ba-sta faldoni, armadi e archivi.E basta fax. Dal 12 agosto tut-ti i Comuni e tutti gli entipubblici dovranno usareesclusivamente documenta-zione digitale, fin dall'inizioper ogni nuova pratica. Il pia-no «Pa senza carta» parte dalontano ed è figlio della solitasequenza di leggi, decreti eDpcm: si comincia nel 2005col Codice dell'amministra-zione digitale e si arriva sinoal decreto della presidenzadel Consiglio del 13 novem-bre 2014 che ha sancito defi-nitivamente la morte dellacarta, fissato i criteri in gra-do di assicurare «autenticità,immodificabilità e leggibilitàdei nuovi documenti elettro-nici», e soprattutto introdot-to l'obbligo (ma nessuna san-zione) di adeguare tutti i si-stemi di gestione informaticaper produrre in formato digi-tale tutti gli originali dei do-cumenti amministrativi.

Tutto sul cloudUna vera e propria rivolu-zione per gli uffici pubblici eper tanti travet abituati aprotocollare foglio per foglioogni nuova richiesta perve-nuta all'amministrazione, aprodurre di conseguenza pi-le di fotocopie, per poi cata-

logarle, smistarle, archiviarle.Tutto finito: di qui a due setti-mane scadono infatti i 18 mesidi tempo previsti dal Dpcmper andare a regime e, almenoin teoria, si entra in una nuovadimensione, fatta di scherma-te di pc, modelli da compilaresolo on line, firme digitali perconvalidare le varie istanze,pen drive e cloud per conser-vare ogni tipo di documenta-zione. Senza limiti di spazio,senza dover dichiarare guer-ra ai topi che rosicchiano gliarchivi più vecchi o dovercontinuare sistematicamentea reperire nuovi spazi per am-monticchiare carte.

Molti Comuni, soprattuttopiù grandi, già da mesi hannoeffettuato il passaggio al digi-

tale. Semmai qualche proble-ma lo possono avere gli entipiù piccoli . In tutti gli altri do-ve la rivoluzione è già partitasono già tantissime pratiche, acominciare da quelle dell'ana-grafe sino alle autorizzazioniedilizie, che possono esserecompletate on line. Riducendoi tempi, incrementando l'effi-cienza dei vari enti e ovvia-mente risparmiando. Bastipensare che col vecchio siste-ma, ad esempio , per inoltrareuna richiesta di autorizzazio-ne edilizia ogni documento an-dava prodotto in quadruplacopia, dalla mappa catastalealle planimetrie sino ai proget-ti di dettaglio . Ora si fa tuttoon line e, ovviamente, bastacaricare una copia sola.

«Nella giungla dei concorsi

i migliori sono sfavoriti»In Italia i concorsi pubblici «non

sembrano adeguatamente favorire l'in-gresso dei candidati migliori e col profilopiù indicato». La sentenza arriva da unostudio di Bankitalia che parla esplicita-mente di «distorsioni». Procedure bizan-tine che toccano i picchi a livello locale,dove si assiste al proliferare dei bandi.Tanto che tra il 2001 e il 2015 « Regioni edEnti locali hanno bandito quasi 19.000concorsi , con una media di nemmeno 2posizioni disponibili per concorso».

Risparmi stellariAbolire la carta negli uffici co-munali è solo l'ultimo passodella pubblica amministrazio-ne versione 4.0. Da poco sonoentrate in vigore ricetta e fat-turazione elettronica, i certifi-cati medici online, il fascicolosanitario elettronico ed i pro-cessi telematici. Secondo lestime presentate all'ultimo Fo-rum Pa da soli questi 5 inter-venti fanno risparmiare 1 mi-liardo e 935 milioni di fogli dicarta all'anno e circa 3,2 mi-liardi di euro. Perché parliamodi 8700 tonnellate di carta,una mole di fogli tale che impi-lati formerebbero una colonnaalta 812 chilometri che in prati-ca arriva all'esosfera terrestre.

O —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI

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si evitaI numeri

il cansr.3rr o di1 miliardo

e 935 milionidi fogli c i Carta

Si risparmiano3 miliardi

e 200 milionidi erzro Vanno

:-rlmmerri

Tutti i comunie tutti gli entipubblicidovrannousare solodocumentazione digitale,fin dall 'inizioper ogninuovapratica. Restada vederecome siadeguerannosoprattutto icomuni piùpiccoli

9.750tonnellatedi C02 immessenell'atmosfera

pari a

87 milaa;beri

FPA

(la distanza tra Milanoe Genova)

Irnpila_i, i togli,formerebberouna colonna altad12 chilometri

3.700tonnellatedi peso

Per immagazzinaretutta questa carta,servirebbero circa144 chilometri

Dal 12 agosto tutti i documenti della pubblica amministrazione saranno digitali

PA Pagina 17

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L'Anci: "Il problema?Manca nei dirigentiuna cultura digitale"

ROMA

«Segnalazioni di problemiparticolari a noi dell'Anci nonne sono arrivate, problemi pe-rò certamente ci saranno eper questo abbiamo pensatodi mappare la situazione. Cre-do però che i Comuni capo-luoghi e le città più innovativesi siano già organizzate datempo» spiega, AlessandroDelli Noci, assessore all'Inno-vazione del Comune di Leccee coordinatore per l'Associa-zione nazionale dei Comuniitaliani per l'Agenda digitale.«Ma i problemi si affrontano esi superano - prosegue -. Ilproblema vero che però citroviamo di fronte è che neglienti manca cultura digitale,mancano dipendenti concompetenze digitali. Per cuitemo che ancora per moltotempo i dirigenti comunalicontinueranno a stamparsi sucarta tutti i documenti, perabitudine, per comodità».

Temo che per moltotempo i dirigenticontinuerannoastamparsi su cartatutti i documenti

A. Delli NociCoordinatore Anciall'Agenda digitale

Per questo una delle prioritàdei Comuni ora è riuscire ad as-sumere professionisti preparatialle nuove sfide. L'idea di DellNoci è quella di riservare neiconcorsi che verranno banditiin futuro una quota minima ri-servata a queste nuove figureprofessionali. «Ovviamente illavoro da fare è tantissimo: sepenso al nostro Comune - rac-conta l'assessore - trovo ancorauna stampante su ogni scriva-nia, perché non disponiamo an-cora di stampanti di rete, e arri-

vo a contare almeno 100 fax,con tutto quello che comportain termini di maggiori costi, dal-le spese per i toner a quelle perle manutenzioni sino ai canonidelle linee telefoniche. Quellache abbiamo di fronte non è cer-to la scoperta dell'America ma èsicuramente il futuro della Pa -aggiunge -. Tutta la comunica-zione cittadino-enti diventa di-gitale e così tutti i procedimen-ti. Il protocollo di un atto via Pec(posta certificata, ndr) nascedigitale e muore digitale. Noi aLecce abbiamo aggregato unatrentina di Comuni dell'area va-sta e già ora è possibile gestire13 diversi tipi di istanze (a co-minciare dai permessi di co-struzione) solo on line, e a fineanno arriveremo a 35».

Delli Noci è convinto che lacarta sparirà certamente dagliuffici comunali, «ma serviran-no almeno un paio di anni. Apatto che ogni singola ammini-strazione affronti questa novi-tà non come l'ennesimo oneredi cui farsi carico, come un me-ro adempimento, ma con laconvinzione che produca van-taggi concreti come una mis-sione». «Sanzioni per i Comuniinadempienti? La legge non liprevede - risponde -. Però im-magino che passato qualchemese dalla scadenza del 12agosto si farà il punto della si-tuazione e si prenderanno ledovute contromisure». [ P. BAR.]

O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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Le Comunità montanedel Piemonte: da noinon c'è la banda larga

ROMA

«Sfido a trovare un sindaco oun addetto ai lavori che sia in-formato. C'è poca informazionesu tutta lAgenda digitale, nonsolo sui progetti per abolire lacarta» lamenta Mauro Busso-ne, vicepresidente dell'Uncem,l'Unione dei comuni, delle co-munità e degli enti montani delPiemonte. «Manca l'informa-zione, ma manca soprattutto laformazione degli addetti ai la-vori e poi c'è un problema enor-me legato alla banda larga. Chein molti comuni, soprattuttopiccoli, tanto più se collocati inzona di montagna, non c'è e te-mo non arriverà mai. E allora -spiega Bussone - si potrà di-sporre anche del sistema infor-matico più efficiente, se parlia-mo di pratiche edilizie ad esem-pio in Piemonte c'è già attivo ilportale "Mude", ma se poi nonc'è la sicurezza dei collegamen-ti i e si rischia di perdere i datinessuno li utilizza».

Sfido a trovare unsindaco o un addettoai lavori che siainformato. C'è pocainformazione

Mauro BussoneUnione delle comunitàmontane del Piemonte

A suo parere se si lancianopiani come "Pa senza carta" ol'Agenda digitale «almeno bi-sogna stanziare un po' di fondiper fare informazione. Perchèquesti sono temi difficili. Io hotrent'anni, sono nativo digitalee non ho problemi, ma in tanticomuni c'è gente avanti nel-l'età che fa fatica».

Il problema più grande peròè legato al digital divide. «In as-senza di infrastrutture, tutti iprovvedimenti dell'Agenda di-gitale in un paese che per il 52%

è montano (a cui vanno poi ag-giunte le "aree interne" di pia-nura e collina a bassa densità dipopolazione, dunque "a falli-mento di mercato") resterannoa lungo inapplicati - denuncia ilvicepresidente di Uncem Pie-monte -. Non c'è banda, né largané stretta, in troppi Comuni. Eil rischio forte è legato banal-mente alle condizioni meteo. Larete, in caso di nevicate o condi-zioni meteo avverse, non è lastessa. Si interrompono le lineetelefoniche ed elettriche con untemporale. In troppi Comuni.Problemi già segnalati migliaiadi volte dai sindaci a Enel e Te-lecom. Come dematerializzarepratiche edilizie o qualsiasi al-tro documento da e per la Pa sepoi non ho la certezza di poterlogestire in cloud per mancanzadi accesso alla rete?».

Non parliamo poi della tv.«Spesso - racconta Bussone -nel corso di incontri pubblici misento chiedere "va bene ci por-tano la rete ultraveloce, ma co-sa ce ne facciamo se qui non riu-sciamo ancora a vedere Rai3?"È chiaro che è da qui che si do-vrebbe partire: perché la Rainon fa gli investimenti necessa-ri?». Questo ragionamento ciporta lontano dalla questione«Carta zero», ma se si conside-ra che solo in Piemonte in 600mila non ricevono canali Rai, èchiaro che anche questo è unbel problema. [r.BAR.]

O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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FALSI E BUGIECASTIGO

INESISTENTEdi Gian Antonio Stella

osi fan tutti . Ê questala motivazione dellasentenza d'appelloche condanna a peneridicole gli

imbroglioni (bidelli,mezzemaniche, agenti dicustodia...) che conun'autocertificazione falsadove giuravano d'aver fatto imagistrati o di avere unalaurea, erano riusciti a farsiinserire nel Cda dell'Asi diAgrigento ottenendo così ipreziosi trasferimenti vicino acasa e altri benefit ai danni deicolleghi. Due settimane di cella0 3.750 euro di multa. Ilminimo del minimo delminimo. Testuale : «Tenutoconto del contesto in cui talefalsa dichiarazione vennesottoscritta, della pregressasituazione di acquiescenza daparte della Pubblicaamministrazione a unasituazione caratterizzata damancato rispetto delle fontinormative...». Insomma, chiaveva mai rispettato la legge?In primo grado Il Gip eraandato oltre . Assolvendo gliimpostori : non avevanodichiarato il falso con«scritture autonomamentepredisposte dagli interessati,frutto di personale meditataelaborazione, ma previasottoscrizione acritica dimodelli prestampati».Disonesti , ma sovrappensiero.La Procura generale diPalermo ha fatto ricorso. Bene.Ma non basta . Quei verdetti,che con il loro lassismostupefacente incoraggianotutti i truffatori a provarci, sonosolo l'ultima prova dell 'assolutanecessità di cambiare le regole.E in fretta. Nata sotto i miglioriauspici nel '97 («Addio filenegli uffici pubblici:autocertificazioni e menoburocrazia», titolò il Corriere),quella legge nelle intenzionisacrosanta per sveltire praticheaffondate nelle scartoffie hamostrato infatti negli anni,purtroppo, limiti enormi.

conflnua a pagina 26

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I _._

CASTIGOIL INESISTENTEdi Glan Antonio Stella

EGUE DALLA PRIMA

icordate? Quasi due universi-tari ogni tre beccati negli ate-nei romani per essersi dichia-rati falsamente nullatenenti,tra i quali la figlia del proprie-tario d'una villa con piscinache girava in Ferrari. Illeciti dimassa alla Bicocca dove, citia-mo il direttore generale, «circa5.000 matricole nel 2012 nonpagavano la seconda rata».L'anno dopo, saputo delleispezioni, «il numero degliesenti è sceso a cinquecento:un crollo del gora». E falsi me-dici al lavoro nelle strutturepubbliche con una laurea soloauto-certificata. E poi avvocatiper anni ciondolanti in causain causa nei tribunali senza es-ser mai diventati dottori ingiurisprudenza.

Fino ai casi estremi comequello di Lesina, in Puglia, do-ve un paio di anni fa si scopri-rono cinquantasei false «do-centi di sostegno» sparpaglia-te come supplenti per mezzaItalia a fare quel lavoro delica-tissimo con bimbi e ragazzi di-sabili grazie a decine di auto-certificazioni false accompa-gnate da altri documenti ma-nomessi. Indimenticabile unadeposizione: «Ero stanca di fa-re la pizzaiola... Così ho datoalla organizzatrice 14 mila eu-ro e lei mi ha dato la laurea. Imoduli? Erano già compilati,

bastava presentarli».Ma come dimenticare le au-

tocertificazioni di decine dimilanesi che nel 2014 per nonpagar l'ingresso all'area C di-chiararono nuove residenzeanagrafiche in centro tra cui(spiritosoni...) piazza dellaScala 2, cioè Palazzo Marino,sede del Comune? E gli alleva-tori sardi che dichiarandod'aver g1o cavalli (ne possede-vano 8) riuscirono a farsi dare«in uso civico» 1.500 ettari diterreni pubblici? E le 73 palaz-zine senza fondamenta e total-mente abusive a Casalnuovo diNapoli vendute dal notaio sul-la base di un'autocertificazio-ne falsa che garantiva fossetutto in ordine per il condono?E le migliaia di «buoni-bebè»(354 pratiche truffaldine su430 solo a Voghera) date a chinon ne aveva diritto? E i 321 di-pendenti comunali di Napoli(seguiti da tanti altri a Taran-to) che si erano auto-aumenta-ti la busta paga auto-certifi-cando di avere a carico nonni,zie e cugini? E i 96 tassisti ro-mani che dichiararono il falsoper avere il rinnovo della licen-za nonostante la fedina noncandida?

Sono 9o6 i casi di autocerti-ficazioni false ai quali l'Ansa

Documenti .ano essi

A Lesina , in Puglia,furono scopertecinquantasei false«docenti di sostegno»

ha dedicato, negli anni, artico-li. Novecentosei. E in certi casi,come le esenzioni sul ticketsanitari, si citano centinaia didichiarazioni truffaldine. Alpunto che nel 2011 la stessaagenzia citava stime impres-sionanti: un miliardo di eurol'anno di evasione. Con casi in-decenti come quello d'una pa-dovana che viveva in una villacon piscina e aveva 14 immobi-li affittati in nero e aveva chie-sto al Comune il sostegno pergli indigenti.

Lo stesso scandalo della«carica dei 104» (l'abuso d'unanorma giusta come la legge104 che offre agevolazioni aiparenti «per l'assistenza, l'in-tegrazione sociale e i diritti»dei disabili) ha origine spessoda dichiarazioni dove il furbosostiene di essere costretto adassistere un figlio, una sorella,un suocero non autosufficien-te. Poi, come spiegò mesi fal'inchiesta agrigentina apertada Ignazio Fonzo arrestandodieci medici, seguono prati-che e complicità ulteriori. Ilprimo passo, però, è quella di-chiarazione falsa.

E qui è il guaio: chi mentenon viene mai punito in modoadeguato. Mai. Una prova? Adispetto delle inchieste e degli

MenzogneDecine di milanesidichiararono residenzefittizie per non pagarel'ingresso nell'area C

accertamenti, un comunicatodegli «Insegnanti in movi-mento» accusava proprio ieri:nella provincia girgentina 53su 53 degli spostamenti nelle«primarie», appena comuni-cati dalle autorità scolastiche,sono avvenuti usando ancorala 104. «Questa legge non è fat-ta per noi», dice uno dei prota-gonisti del racconto «La rivol-ta dei topi d'ufficio» scritto nel'99 da Andrea Camilleri cheironizzava sui burocrati pro-prio a sostegno dell'autocerti-ficazione. «Può funzionare inSvezia o in Germania, dove sequalcuno dice una cosa, quellaè Vangelo. Ma qui da noi, co-me fai a fidarti della parola diuno sconosciuto?».

Tema: l'autocertificazione vaabolita? No. In un Paese dove ilcittadino annaspa tra le scar-toffie, va addirittura rilanciata.Purché, proprio per salvaguar-dare le persone perbene, gliimbroglioni vengano colpitiduro. Con pene esemplari. Seisecoli fa la «Carta de Logu» diEleonora d'Arborea concedevaai sudditi di presentare agli uf-fici giudiziari «carte bollate enon bollate» e «altre scrittureautentiche, registrate o non re-gistrate». Se una carta fosse ri-sultata falsa e «usata fraudo-lentemente sapendo che è fal-sa», però, l'autore doveva esse-re «arrestato e messo inprigione». Quanto all'ama-nuense che aveva prodotto ildocumento, doveva pagare en-tro un mese una multa strato-sferica. E se non la pagava? «Glisia amputata la mano destra».Per carità, era troppo. Anche ïllassismo però...

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Autocertificazione Pagina 21

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Dai dati prorrisori Istat: in Italia il tasso di rnortalitò è oltre la rneclio europea

Incidenti, 2015 annus horribilisInvertita rotta del calo deimorti per sinistri stradali

Di ENRICO SANTI

è preoccupazioneper i dati sugliincidenti stradalirilevati nel 2015,

che mostrano un aumentodel numero di morti e di fe-riti gravi. Però i primi datiparziali relativi al 2016 indi-cano un miglioramento nellestatistiche, probabilmentegrazie all'effetto deterrentedella nuova legge sull'omici-dio stradale, entrata in vigoreil 25 marzo scorso.

I dati Istat sui sinistridel 2015 . Il 19 luglio l'Istatha pubblicato i dati provviso-ri degli incidenti stradali conlesioni registrati nel 2015. Perla prima volta dal 2001 il co-stante trend di diminuzionedei morti per sinistri stradaliha invertito la rotta, facendosegnare 3.419 decessi controi 3.381 dell'anno precedente.Il tasso di mortalità stradale(morti ogni milione di abitan-ti) è stato pari a 56,3. Un datopoco confortante, consideratoche è al di sopra della mediadei paesi dell'Unione Euro-pea (52,0) e in particolare dialcuni Stati nettamente piùvirtuosi come Malta (25,6,cioè circa la metà del tassoregistrato nel 2010), Svezia(26,6), Regno Unito (28,6), Da-nimarca (31,5), Irlanda (35,9),Spagna (36,3), Paesi Bassi(36,7). Si tratta di paesi neiquali è stato dato un impulsonotevole, negli ultimi anni,alla tutela dell'utenza debole.Ed è proprio per questo tipo diutenza cne in Italia nel zU15sono stati osservati numeriin deciso in peggioramento.Infatti, l'aumento complessi-vo dei morti è stato causatoparticolarmente calla crescitadei decessi fra i motociclisti (+9,2% rispetto al 2014) e i pe-doni (+ 4,0%); per questi ulti-mi, in particolare, si tratta delsecondo aumento consecutivo.Mentre, al contrario, la cate-goria degli automobilisti con-tinua a registrare costanti mi-glioramenti (-61,9% di morti

dal 2001), per i considerevoliprogressi della tecnologia nel-la costruzione di dispositivi disicurezza e di protezione. L'in-dice di mortalità per i pedoni(3,07 morti ogni 100 incidentiin cui sono coinvolti) è netta-mente superiore rispetto aquello degli occupanti di au-tovetture (0,67).

I primi dati parziali del2016 . Pur non esistendo daticomplessivi, dalle statistichedivulgate dalla Polizia di Sta-to (dunque non considerando iCarabinieri e le Polizie Locali)

c'è un'incoraggiante diminu-zione del numero di morti,presumibilmente dovuta all'ef-fetto deterrente della legge n.41 del 23 marzo 2016, che haintrodotto i reati di omicidiostradale e di lesioni personalistradali. La legge ha previstopene severe per chi, a causadella sua condotta negligente,provoca lesioni gravi o morta-li. E il 25 marzo 2016, data dientrata in vigore della legge n.41/2016, sembra rappresenta-re uno spartiacque importante

per i sinistri stradali con lesio-ni. Infatti, sempre attenendosiesclusivamente agli incidentiche sono stati rilevati dallaPolizia di Stato, dal 25 marzoal 26 luglio 2016 il numero dimorti è sensibilmente dimi-nuito del 13,2% (263 decessirispetto ai 303 registrati nellostesso periodo del 2015), cosìcome una riduzione si è regi-strata nel numero di incidenticon lesioni (-1,35%) e di feriti(-2,34%).

c0S,roduzionerisern

2012 2013

inoídentí con iesíoní l 86, 7 263 71.. 2t ,

'Totale feriti 264.710 257.421

(dì cui) feriti gravi 13. 12.899

M o rt i `-:.7.J, .17 ._ . J B 5

I

2014 2015 (datiprovvisori)

17 7.031- 173.892

252. 's4'.' 246.050

1.4.943 15.9()1.g3. 381 3.419

2015Dal I' gennaio

al 24 marzo

2016Dal 1,° gennaio

al 24 marzo

Incidenti con íesíoni

Feriti

Morti

4.858

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Dal 25 marzo al 26 luglio Dal 25 marzo al 26 luglio

Incidenti con lesìoni 8.718 8.600

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Incidenti stradali Pagina 22