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Centro Studi C.N.I. 8 febbraio 2017

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 8 febbraio 2017

Pagina I

BONUS ANTI-TERREMOTO

Bonus terremoto, credito cedibileSole 24 Ore 08/02/17 P. 31 AlessandroSacrestano

1

APPALTI

White list antimafia, niente appalti a chi non è iscrittoSole 24 Ore 08/02/17 P. 12 Mauro Salerno 2

CONCORRENZA

Bloccati da veti e inerziaCorriere Della Sera 08/02/17 P. 1 Alberto Alesina,Francesco Giavazzi

3

EMERGENZA SISMICA

Disinnescare il pericolo dello «scaricabarile»Sole 24 Ore 08/02/17 P. 16 Giorgio Santini 5

Terremoto, sale la tensioneSole 24 Ore 08/02/17 P. 16 Massimo Frontera 6

IMMOBILI PUBBLICI

Dal Demanio 1,4 miliardi di cantieriSole 24 Ore 08/02/17 P. 12 Massimo Frontera 7

INDUSTRIA 4.0

Industria 4.0, i 300 di Milano e l'urgenza di investireCorriere Della Sera 08/02/17 P. 26 Dario Di Vico 8

Industria 4.0 rilancia i costruttori di robotSole 24 Ore 08/02/17 P. 9 Luca Orlando 9

RICERCA

Ricerca, il tesoretto segreto non c'èCorriere Della Sera 08/02/17 P. 24 Elena Cattaneo 11

COMMERCIALISTI

Tra i commercialisti «linea condivisa» sulla protesta fiscaleSole 24 Ore 08/02/17 P. 30 Francesca Milano 12

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I chiarimenti delle Entrate

Bonus terremoto,credito cedibileAlessandro Sacrestano

Le Entrate dettano le regoledi utilizzo del bonus concesso afronte dei finanziamenti age-volati, accesi dai soggetti dan-neggiati da eventi calamitosi,per far fronte ai sinistri occorsial patrimonio privato e alle atti-vità economiche e produttive.Con il provvedimento n.26891/2017, l'amministrazionefinanziaria ha infatti chiarito lemodalità attraverso le qualil'agevolazione, fissata dall'arti-colo i della Finanziaria per il2016 (legge 424/2015), potrà es-sere spesadai beneficiari.

Lanormativain questione na-sce su impulso di quanto disci-plinato dall'articolo 5, comma 2,della legge 225/92, con cui il Go-verno dell'epoca sancì le lineegenerali di indirizzo per far fron-te ad eventuali situazioni diemergenza derivanti dall'occor-rere di eventi calamitosi. A tal ri-guardo, la normativa prevedeche ai danni al patrimonio priva-to e alle attività economiche eproduttive a seguito dei predettieventi, si possa far fronte attra-verso contributi pubblici, rico-nosciuti ai soggetti danneggiaticonle mo dalità del finanziamen-to agevolato. A completamentodel quadro in esame, laFinanzia-ria scorsa ha previsto che le ban-che e gli altri intermediari cheerogano i suddetti finanziamen-ti, lo facciano sulla scorta di con-tratti standard, secondo la con-venzione conl'Abi, con garanziadelle s omme dap arte dello Stato.Il tutto, nel limite massimo di1.5oo milioni di curo.

Ebbene, il comma424 dell'ar-ticolo i della Finanziaria, chiari-sce che il beneficiario del finan-ziamento ha diritto ad un creditod'imposta, di importo pari, perciascuna scadenza di rimborso,alla somma fra sorta capitale, in-teressi e spese strettamente ne-cessarie alla gestione dei mede-simi finanziamenti.

11 provvedimento emanato ie-ri dal Fisco serve, in effetti, a sta-bilire le modalità concrete di uti-lizzo delbonus in argomento, se-gnatamente agli interventi sulpatrimonio privato e sulle attivi-tà economiche e produttive. Inparticolare, il provvedimentoevidenzia come i beneficiari delcredito d'imposta potranno "pa-gare" le rate di rimborso del fi-nanziamento agevolato propriomediante il bonus. A loro volta, isoggetti finanziatori recupere-ranno sorta capitale, interessi espese avvalendosi dell'istitutodella compensazione, senza te-ner conto di nessuno dei limitiimpostitanto dall'articolo 34del-la legge 388/00 che dall'articolo1, comma 53, dellalegge 244/07.

Per stabilire un'equivalenzadi trattamento con quanto acca-duto in situazioni analoghe per isoggetti colpiti dai sismi inAbruzzo, Emilia Romagna,Lombardia e Veneto, il docu-mento delle Entrate stabilisceche l'importo delle rate può esse-re recuperato anche mediante lacessione del credito a una o piùsocietà o all'ente dello stessogruppo, ai sensi dell'articolo 42-ter del Dpr n. 602/73-

C) RI PRO DD ZION E RISERVATA

Bonus anti-terremoto Pagina 1

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Un decreto chiarisce l'obbligo

White list antimafia,niente appaltia chi non è iscrittoMauro SalernoROMA

Sirafforzailruolodellewhi-te list, per garantire l'assegna-zione degli appalti a imprese alriparo dalle infiltrazioni mafio-se. D'ora in avanti, chi vorrà ot-tenere contratti e subappaltinei settori considerati a mag-giore rischio di inquinamentodaparte della criminalità dovràrisultare iscritto negli elenchidelle prefetture. L'iscrizione al-le white list diventa così vinco-lante, spazzandoviai dubbi sul-l'obbligo, a causa di una ambi-gua formulazione inserita nelregolamento del 2013 che haistituito gli albi delle imprese"pulite". Il chiarimento è arri-vato con un nuovo decreto(Dpcm 24 novembre 2016, pub-blicato in Gazzetta il 31 genna-io) che modifica in più punti ilvecchio regolamento esten-dendo il raggio di azione dellewhite list. L'iscrizione all'elen-co potrà sostituire la documen-tazione antimafia (comunica-

prova anche a stabilire un rac-cordo tra le white list e la bancadati unica antimafia inaugurataa gennaio 2016. Anche se i duestrumenti di verifica rischianodi accavallarsi. Può capitare in-fatti che un'impresa abbia fattodomanda diiscrizione allewhitelistmanonrisulti ancoratraccia-ta dalla banca dati. In questo ca-so scattano le procedure ordina-rie previste dal codice antimafia,cioè i controlli sull'impresa, daconcludere entro unmassimo di30 giorni (45 nei casi più com-plessi). Al termine dei 30 giorni,o nei casi più urgenti, la stazioneappaltante potrà concludere ilcontratto salvo revocarlo (fattesalve le opere già eseguite) nel

Mesi di validitàLa presenza nell'elenco copre

zione e informativa) per appaltidi qualunque importo e anchedi natura diversa dal settorespecifico per il quale l'impresaha richiesto l'iscrizione.

La novità riguarda in partico-lare le decine di migliaia di im-prese che operano nei nove set-tori che la legge Anticorruzione(legge 190/2012) individua comea maggior rischio infiltrazione.Si tratta delle attivitàlegate atra-sporti (materiali in discarica esmaltimento rifiuti), movimen-to terra, ciclo del cemento e delbitume (confezionamento, for-nitura e trasporto), fornitura diferro, noleggi, autotrasporti perconto terzi, guardiana dei can-tieri.Il provvedimento chiariscedefinitivamente che, senzaiscri-zione, chi lavora in questi settorinonpuò ottenere appalti pubbli-ci o subaffidamenti. Il decreto

appalti di qualunque importo

caso distop del prefetto altermi-ne dei controlli. Se tutto, invece,andrà liscio l'impresa si vedràiscritta sia nelle white list chenella banca unica antimafia.

Sancito concertezzal'obbligoè deltutto probabile chelefnorapiuttosto sonnecchianti whitelist diventino lo strumento prin-cipale per la conquista dell a cer-tificazione antimafia da partedelle imprese. Il nullaosta nonsaràinfattilimitato anno specifi-co settore, mapotràessere esibi-to per qualsiasi tipo o dimensio-ne del contratto, senza limiti diimporto. Una volta iscritti inwhite list, insomma, almeno perun anno le imprese dovrebberolasciarsi alle spalle il pensierodegli adempimenti antimafia.

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Appalti Pagina 2

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BLOCCATIDA VETIE INERZIAdi Alberto Atesinae Francesco Giavazzi

a trattativa in corsotra il governo e laCommissione

1 europea è surreale.Sembra quasi che i

problemi di un Paese che davent'anni non crescedipendano dalla decisionedi riallocare due o tremiliardi di euro in unbilancio, quello delleAmministrazioni pubbliche,in cui le spese superano gliottocento miliardi.Qualcuno pensa davveroche da qui passi laripresa della nostraeconomia?

Cerchiamo di mantenereil senso delle priorità.Scriveva lunedì sul CorrierePaolo Mieli: «Se si desiderache la legislatura duri fino

all'inizio del 2018, le sidevono dare traguardirealistici, credibili eambiziosi in campi diversida quello delle tecniche divoto». Eccone uno moltoimportante e dimenticato.

La legge numero 99 del 23luglio 2009 prevede che ognianno il governo proponga alParlamento misure voltea promuovere laconcorrenza , accogliendo lesegnalazioni dell'Autoritàantitrust . Questa legge èstata rispettata solo unavolta: dal governo Renzi cheinviò al Parlamento undisegno di legge sullaconcorrenza nel febbraio2015. Sono trascorsi dueanni, durante i quali la leggeè rimbalzata dalla Camera alSenato, dauna commissionea un'altra, e via via è stataannacquata con grandesoddisfazione di tutti colorocui quelle normetoglierebbero qualcheprivilegio . Al momentoè ferma in Senato da agostoe la discussione dovrebberiprendere nell'ultimasettimana di febbraio.

conflnua a pagina 24

Concorrenza Pagina 3

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E LEGGIBLOCCATE DA VETI E INERZIAdi Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

SEGUE DALLA PRIMA ci e se lo Stato abbia i mezziper «difenderli». Meglio sa-rebbe se il ministro Calendapreparasse un emendamentoalla legge sulla concorrenzaper includervi norme volte a li-beralizzare i servizi pubblicilocali, aprendo quel mercato aimprenditori privati - ovvia-mente con contratti ben scrittie strumenti per farli osservare.Una norma che cancellerebbeautomaticamente le poltronedi migliaia di politici che oggisiedono nei Consigli di ammi-nistrazione delle aziende mu-nicipali.

legge. Analoga la sorte di alcu-ne norme che consentono latrasformazione delle banchepopolari in società per azioni,anch'esse bloccate dal Consi-glio di Stato per una questioneprocedurale. Dovrebbe esseremateria per il ministro Padoanoltre che discutere febbril-mente con Bruxelles dei tremiliardi.

Riformare è difficile ovun-que, soprattutto in Italia. Civuole tempo, tenacia, pazienzae la determinazione a non ar-rendersi al primo ostacolo.Forse i ministri del governo

articolo 72 delle modifiche al-la Costituzione bocciate daicittadini prevedeva: «Il Gover-no può chiedere alla Cameradi deliberare che un disegnodi legge, indicato come essen-ziale per l'attuazione del pro-gramma di governo, sia iscrit-to con priorità all'ordine delgiorno e sottoposto alla vota-zione finale entro sessantagiorni dalla richiesta. Decorsoil termine, il testo proposto dalGoverno, su sua richiesta, èposto in votazione, senza mo-difiche, articolo per articolo».Con questa norma la legge sul-la concorrenza non si sarebbearenata.

«Dobbiamo andare veloci»disse il ministro per lo Svilup-po economico Carlo Calenda(responsabile dei temi legatialla concorrenza) il 19 maggiodello scorso anno. Nulla sino-ra è accaduto. Il ministro inve-ce pare occupatissimo da «unadifesa più assertiva degli asseteconomici nazionali strategi-ci» (immaginiamo si riferiscaa Mediaset e a Generali) senzaspiegare perché siano strategi-

CambiamentiRiformare è difficile,soprattutto in ItaliaCi vuole tempo, pazienza,determinazionea non arrendersial primo ostacolo

Gli interventi sulla concor-renza non sono gli unici ad es-sere fermi. La riforma dellaPubblica amministrazione èstata mutilata in punti impor-tanti dalla Corte costituziona-le: un po' per la sprovvedutez-za della ministra Madia, che siè scordata di consultare le Re-gioni, ma in realtà perché lacasta dei funzionari pubblici èriuscita a bloccare un provve-dimento che avrebbe cancella-to alcuni loro privilegi. Speria-mo che la ministra Madia sistia adoperando per corregge-re i suoi errori e riproporre la

Passaggi difficiliIl governo Gentilonisembra essersiarenato in unatranquilla siesta,invece di moltiplicaregli sforzi

Renzi si erano illusi che tuttofosse facile vista la «miracolo-sa» approvazione della rifor-ma del mercato del lavoro. Mafacile non è. Il governo Genti-Ioni invece di moltiplicare glisforzi pare essersi arenato inuna tranquilla siesta. Tuttosembra troppo difficile e quin-di si sopravvive , discutendodel nulla con Bruxelles. MatteoRenzi avrà fatto molti errori,ma almeno durante il suomandato si percepiva una de-terminazione riformista cheora pare spenta e sepolta.

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Concorrenza Pagina 4

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Disinnescare il pericolodello «scaricabarile»di Giorgio Santini

Ton è fl momento di fare bilanciaffrettati di un'emergenza che non èaffattochiusaechehapagatoil

prezzo umano ed economico altissimogenerato da tre distinti terremoti nell'arco dicinque mesi. Una situazione che il capo dellaProtezione civile, Fabrizio Curcio, ierinonha esitato a definire «ep ocale». Tuttaviavasuonato un secondo campanello d'allarmedopo quello che suonammoil 2igennaiosul«cortocircuito dellaburocrazia». Allora ilpremier Gentiloni-glienevadato atto-rispose congrande prontezzaconfennandoche ilrischioburocraziac'erae andavaassolutamente affrontato rilanciandol'azione dello Stato. In varo del terzo decretolegge sul terremoto in Centro Italia, giove dìscorso, risponde coerentemente aquestaesigenza.

11 campanello d'allarme di oggi riguardauna certa stanchezza che rischia di tramu-tarsiin logoramento e inuno «scaricabari-le» fra i poteri dello Stato. Si affacciano leprime polemiche dei sindaci, date daritardi che non mancano nella gestionedell'emergenzama forse anche dalladelusione di non trovare nel decreto leggeappenavarato tutte quelle agevolazionifiscali che erano state richieste per rimet-tere in moto l'economia di quelle zone.

Ancoraunavolta- come già15 giorni fa- ilpresidente del Consiglio ha avvertito ilrischio di uno scollamento e hausato parolechiare di fronte al crescendo di questepolemiche. «C'è il rischio di perdere fidu-

cia», ha detto e ha proposto il suo antidotonello stare uniti ma anche nel dare risposteai problemi. «Tornerò presto», hasintetiz-zato. La storia di questo terremoto infinito edrammatico eracominciatabene il 24agosto, sul piano delle istituzioni. Pochepolemiche strumentali, senso di unitànazionale, risposte rapide dellaProtezionecivile, lancio da p arte del premier di alloraRenzi delpiano «C as aItalia», con unrichiamo espli cito anon dividersi. Leistituzioni - ancora la Pr otezione civile e poiil commissario Frrani- hanno lavorato sodoe grande impegno c'è stato da parte diregione sindaci schierati in primalinca. 11Parlamento hafatto la sua parte e ora dovràesaminare il terzo DI.

La scosse del19 gennaio, terza ondatasismicain queste zone, hanno creatosconforto, rabbia e hanno generato lanecessità di nuove verifiche per ripartire.Èinutile nasconderlo, questo è il momentopiù duro e c'èbisogno dinondividersi, diraddoppiare gli sforzi, forse anche finanzia-ri (tanto più che la Ue dice divoler finanzia-re il ioo0io della ricostruzione). C'è bisognodi meno burocraziae di far sentire achihaperso fari liarieamici,lacasa,l'impresachesi va avanti con spirito di unità. Bene l'impe-gno diGentiloni adimostrare che la politicaromananonè solo distrattadalla querellesull adatadelvoto. C'è bisogno diungover-no che affronti i problemi, con tutto il tempoche serve. Tentando di ricostruire quellafiducia che nelle ultime settimane si èincrinata, e non solo per colpa dell e scosse.

C) RIP RODD ZIO NE RISERVATA

Emergenza sismica Pagina 5

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C

Terremoto, sale la tensioneGentiloni nelle zone del sisma: «Rischio si perda fiducia, tornerò presto»

di Massimo Frontera

ontinua a salire la "temperatu-ra" nelle aree colpite dai terre-moti nel Centro Italia E questo.

b.J nonostante la buona notiziache l'Europa concederà risorse aggiun-tive per la ricostruzione e la messa in si-curezza. Sabato prossimo laCommissa-ria europea Corina Cretu, responsabileperla politica regionale, sarà a Norcia eCascia, dove confermerà che la com-missione Ue ha proposto di finanziareal ioo% la ricostruzione, modificandoin tal senso le regole della Politica di co-esione. Lo stesso ministro dell'Econo-mia,Pier Carlo Padoan, ieri ha ricordatoche il governo «ha chiesto e ottenutomargini aggiuntivi per investire nellari-costruzione, nell'edilizia sismica. Altrerisorse saranno messe in campo in unquadro in cui il dialogo con l'Europacontinua in un contesto in cui il governorispetta le regole e molte altre risorsesaranno messe a disposizione». Si avviaverso il traguardo anche la riforma dellaprotezione civile, che ieri ha incassatol'ok del Senato e richiede solo unvelocepassaggio di "navetta" alla Camera.

Tutte buone notizie ma che non dan-no sollievo a famiglie, allevatori e im-prese che si trovano sul territorio e sop-portano da mesi il disagio della perditadeipropribeni e dell'intero habitat diri-ferimento. E il nervosismo aumenta. Sene è avuta un'avvisaglia giorni fa, quan-do il presidente dell'Anci, Antonio De-caro, si è risentito per le dichiarazionidella commissione grandi rischi, che hatrasferito ai comuni oneri e competen-ze nella verifica della vulnerabilità si-smica degli edifici pubblici, senza ade-guate indicazioni.

Un nervosismo che il premier, PaoloGentiloni, invisitaieriaTeramo enelco-mune del cratere Montorio al Vomano,ha toccato con mano. Non a caso, il pre-mier ha detto che «il rischio maggiore èperdere la fiducia nel futuro in questezone» e che il sisma «non deve incrinarela coesione nelle nostre comunità e la fi-ducianel futuro. Bisogna lavorare e farloinfretta: solo se tutte le istituzioni saran-no unite e rapide, questo potrà consenti-re di restituire fiducia nei nostri territo-ri». Poco prima il sindaco di Montorio,Gianni di Centa, ha chiesto al premier«provvedimenti shock: a un malato gra-ve non serve una cura con l'aspirina». Ilsindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, si

è spinto oltre. «Questo decreto-ha dettoriferendosi il provvedimento inuscitainGazzetta - è insufficiente, bisogna lavo-rarci prima che venga pubblicato e poinella fase della conversione».

Come a dire che il sostegno pubblicoviene finora considerato e percepito co-me largamente sottodimensionato ri-spetto alle necessità. Anche il presiden-te della regione Abruzzo, Luciano D'Al-fonso è partito lancia in resta: «Voglio

che la mia regione abbia, a fronte di dan-ni significativi e misurabili che si rileva-no dal crollo di prenotazioni e da menoopportunità, uno strumento idoneo e ri-levante -hadetto al premier -.Dobbiamoconsiderare i cosiddetti danni indirettiperché le comunità colpite possano tro-vare risarcimento e ripartenza».

Aunpasso dalle barricate il sindaco diAmatrice, Sergio Pirozzi, che in man-canza degli sgravi fiscali attesi nel terzodecreto terremoto, ha evocato l'istitu-zione di una "contea". «Nelle nostrearee terremotate è necessaria non la so-spensione ma l'esenzione delle tasse edei contributi per un periodo di quattroanni. Se questo nel decreto non ci sarà,siamo pronti a sostenere noi le nostre at-tivitàe siamopronti acrearelaConteadiAmatrice», ha detto il sindaco. «Perquattro anni almeno si tratta di resistere:stiamo cercando di anticipare le decisio-ni che verranno prese per non subirle»,ha chiuso Pirozzi.

Sempre più difficile tenere i nervisaldi. Anche ieri in Senato, dove lecommissioni riunite Lavori Pubblici diPalazzo Madama e Ambiente della Ca-mera hanno ascoltato il capo della Pro-tezione civile Fabrizio Curcio e il Com-missario alla ricostruzione, Vasco Er-rani, i parlamentari hanno incalzato igestori, rispettivamente, dell'emer-genza e della ricostruzione, per avereun aggiornamento, trale altre cose, sul-l'assegnazione delle casette.

«Il problema delle casette - si è dife-so Curcio - non sta nel codice appaltimanelfatto che i sindaci, giustamente,chiedono abitazioni inprossimità». Laquestione, ha spiegato Curcio, è che isindaci, cui spetta l'indicazione delfabbisogno di casette e la localizzazio-ne delle aree, sono in difficoltà per lecontinue scosse di terremoto che fan-no ricominciare il lavoro da capo, diffi-coltà aggravata dal maltempo. La con-clusione è che solo la metà dei 131 co-muni del cratere ha finora definito ilfabbisogno di casette.

Un modo anche per ribadire che mol-te decisioni sono state già decentrate edelegate a Regioni ed Enti locali (comequesto terzo decreto chiarirà in modopuntuale): «questa gestione - ha sottoli-neato Curcio - è più decentrata e friulanadi quella dedicata al Friuli stesso».

Il commissario Errani, nell'annuncia-re entro dieci giorni l'ordinanzaper lari-costruzione delle abitazioni gravemen-te danneggiate, ha anche messo le maniavanti sui tempi: «affronteremo proble-mi robusti - ha detto - lo dico perchéqualcuno sicuramente ci metterà da-vanti al cronometro, ma qui non si rico-struisce con il cronometro».

Una valutazione che è certamente giu-stificata da elementi oggettivi, ma che al-trettanto certamente non ha effetti tran-quillizzantiper chi sitrovanel cratere.

Emergenza sismica Pagina 6

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Nel bilancio dell'Agenzia previsti investimenti per realizzare 34 «federal building»

Dal Demanio 1,4 miliardi di cantieriReggi: «Centrati gli obiettivi 2016, risorse anche da Inail e Cdp»

Massimo FronteraROMA

n Dalla finanza all'economiareale, dalle dismissioni ai can-tieri. Nella presentazione, ieri aRoma, dei risultati 2016 del-l'Agenzia del Demanio si è con-sumata definitivamente l'inver-sione di rotta rispetto alla stra-tegia centrata sulle massicce di-smissioni del mattone pubblicoavviata dai governi Berlusconi(con Giulio Tremonti ministrodell'Economia). E si comunica-no le cifre del nuovo corso deiprossimi anni: oltre 1,4 miliardidi cantieri per realizzare soprat-tutto 34 federal building, le "cit-tadelle" dove concentrare ufficipubblici (che da sole valgono 1,1miliardi di investimenti).

A dare il sigillo alla nuovastrategia del governo è il mini-stro dell'Economia, Pier CarloPadoan, intervenuto alla pre-sentazione fatta ieri dal diretto-re dell'Agenzia del Demanio,Roberto Reggi, il quale ha sotto-lineato che tutti gli obiettivi fis-sati per l'Agenzia sono stati«largamente centrati».

«Per anni - ha detto Padoan -si è alimentata l'idea chel'ingen-te patrimonio potesse essereimmediatamente impiegatoper abbattere il debito. Ma solouna frazione di questo patrimo-nio è disponibile all'alienazio-ne». «Gli investimenti (negliimmobili pubblici, ndr) sonoimprescindibili - ha aggiuntosi parla di bonifiche, di efficien-tamento, di mettere a norma gliimpianti, di evitare che la ces-sione avvenga a valori non con-grui». «Vendere e incassaresenzaprima investire non è pos-sibile», ha concluso. Dunque,prima investire, poi, eventual-mente vendere.

Il segno indicativo del cam-biamento si ricava dalla spesain lavori appaltati direttamen-te dal Demanio (manutenzio-

ni e nuove costruzioni): dai 16milioni circa del 2013 e dai 22milioni del2o15 si è schizzati ai38,34 milioni del 2016 (con-suntivo leggermente inferio-re ai 42 milioni stimati a no-vembre scorso). Entro que-st'anno lacifraè stimatatra i45e i 48 milioni di curo. Il trend,assicura Roberto Reggi sarà incontinuo aumento.

Oltre alle risorse che vengo-no (e che saranno) investite di-rettamente dall'Agenzia, ci so-no le robuste iniziative in "pipeline" da parte di Cassa depositi eprestiti, Inail (federal building)e Invimit (fondi immobiliariterritoriali e per tipologia. Oltrea contribuire all'economia rea-le, gli investimenti serviranno aridurre la spesa per gli affitti (lecosiddette locazioni passive) diuffici della Pa in immobili priva-ti. Da qui al 2021, il Demanio sti-

Operazione «Ìcdcral buildin r»:,i parte culi 31 progetti perle città

L'anticipazioneNell'intervista esclusiva al

direttore dell'Agenzia delDemanio, Roberto Reggi,pubblicata sul «Sole 24 Ore»del 20 novembre sorso, sonostate anticipate le linee guidadel piano di investimentidell'Agenzia e alcune dellecifre comunicate ufficialmenteieri in una conferenza stampa.

ma di riuscire a risparmiare 200milioni, grazie al ricollocamen-to degli uffici nei nuovi 20 fede-ralbuilding e nelle 14 nuove Cit-tadelle della giustizia. «Chieti -sottolinea Reggi - sarà la primacittà a "locazione passiva ze-ro"». Nel capoluogo abruzzeseè partito infatti il primo proget-to di federal building. Delle 34operazioni, nove sono "in cor-so" (per un investimento di339,9 milioni), 11 sono "in pro-gettazione" (per 383,1 milioni).Sono "in progettazione" anchele 14 cittadelle della giustizia(per 400 milioni).

Continuano anche le valoriz-zazioni. «Quest'anno - ha an-nunciato Reggi - lanceremo ilterzo bando per i fari». Un altrofronte di intervento sarà quellodelle piste ciclabili di interessenazionale, finanziate dal mini-stero delle Infrastrutture: «In-sieme agli enti locali cerchere-mo il modo di valorizzare im-mobili che si trovano lungo ilpercorso», assicura Reggi.

Si apre poi un altro fronte. «AlDemanio - informaReggi- è sta-to affidatounpianoperlamessain sicurezza sismica, oltre cheper l'efficienza energetica, cheriguarda tutti gli immobili delloStato in uso alle amministrazio-ni pubbliche, per oltre 34 milio-ni di metri quadrati».

Anche le alienazioni andran-no avanti, anche se non sarannopiù la priorità. Ieri non sono sta-te date cifre, ma resta la previ-sione di 5o milioni fatta nel no-vembre scorso (si veda «Il Sole-24 Ore» del 2o novembre), cui siaggiungono le vendite stimatein 700 milioni di immobili diproprietà di enti locali.

A grande richiesta è stato an-che riaperto il termine per il fe-deralismo demaniale: già 571 co-muni hanno chiesto 2.390 benistatali sul loro territorio.

CRI PRO D OZIONE RISERVAI

Immobili pubblici Pagina 7

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OL'inecant ► "C?

iù di 3oo imprenditori si sonoriuniti ieri in un hotel alle portedi Milano per discutere di

Industria 4.0 con il direttore generaledel Mise, Stefano Firpo. Aorganizzare il confronto - a trattidecisamente vivace - è statal'Ucimu, l'associazioneconfindustriale dei produttori di benistrumentali e robot. Si è discussomolto delle «tecnicalità» degliincentivi, delle differenze tra,superammortamento eiperammortamento, del ruolo deiperiti e degli ingegneri che dovrannocertificare l'idoneità degliinvestimenti. Ma al di là dellacronaca, pur interessante, lamanifestazione ha rappresentato un

Industria 4.0,i 300 di Milanoe l'urgenzadi investiredi Dario Di Vico

segnale di ripresa di iniziativa suitemi della fabbrica digitale e dellosviluppo. II Piano industria q.o,nonostante gli alti livelli dellapolemica politica italiana, non hasubito contestazioni di sorta maadesso è atteso alla prova piùdifficile: far decollare gli investimentiper ammodernare le fabbriche e farsalire il Pil. Proprio ieri il centro studidi Intesa Sanpaolo ha ribadito lastima dell'e % per il 2017 ma si aspettauna sostanziale staffetta, a tirare lavolata non saranno più consumi maproprio gli investimenti. Quelli checome ha detto Firpo con sottile ironia«da almeno 15 anni non sonoparticolarmente effervescenti» edevono invece cambiare «in quantità

e qualità» perché in passato c'è stataanche «una bassa produttività delcapitale allocato in impieghi nonefficienti». Tutto giusto ma nonbisogna dimenticare come oggi gliimprenditori vedano affermarsi altrepriorità nell'agenda politica: unnuovo sistema elettorale, i rischi diingovernabilità, il tema delsovranismo mentre, purtroppo, calal'attenzione rivolta ai nodi dellacrescita e dell'innovazione.L'assemblea di ieri è servita,implicitamente, per richiamare tutti- industriali e non - a «stare sulpezzo», a tradurre in fatti le scelteche abbiamo già adottato. Poi, ma,solo poi, ne inventeremo delle altre.

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Industria 4.0 Pagina 8

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Boom di presenze all'evento organizzato dall'Ucimu

Industria 4.0 rilanciai costruttori di robotCarboniero: il Paese ora investe sul proprio futuroLuca Orlando

MILANO

Il revamping è ammesso? E isoftware industriali o di collaudo?La connessione alla rete logisticadeve essere digitale o anche fisica?La raffica di domande in arrivodalle imprese è la prova più elo-quente della "fame" di informa-zioni manifestata dal mercato.Esigenza di chiarezza del resto vi-sibile a colpo d'occhio, osservan-dolasalagremita (oltre3ootraim-prenditori e manager) a cui si ag-giunge la diretta streaming. Unsuccesso non del tutto inatteso,quello dell'evento organizzato ie-ri daUcimu-Sistemi p er produrre,perché dedicato al tema chiavedel settore nel 2017: l'utilizzo degliincentivi per Industria 4.0.

Che vede nell'iperammorta-mento al 250% il "bazooka" princi-pale, strumento che StefanoFirpo,direttore generale del Mise, artefi-ce tecnico dell'iniziativa, chiariscee declina davanti agli imprendito-ri. Con la consapevolezza, tutta-via, che il cammino in termini dichiarimenti sia tutt'altro che con-cluso.Attraverso un emendamen-to- spiegaFirpo (sivedapag.31) - sirisolverà qualche confusione cre-

ata nell a trascrizione dell a normanelpassaggiotraCamerae Senato,mentre entro fine mese è annun-ciata la circolare interpretativadell'Agenzia delle Entrate, a cuispettail compito di chiarire idubbidel mercato. Ancora irrisolta, adesempio (con Ucimu e Mise adavere interpretazioni diverse) èl'ammissibilità o meno ai bonus

L'AVVERTIMENTOFirpo (Mise): vigileremoaffinché non vi sianointerpretazioni folkloristichedelle norme, neapprofitterebbero solo i furbi.............................................................................

dell e install azioni 4.o del2o17 lega-te però adordini dell oscorso anno.L'altraareagrigia,perlaquale sonoattese a breve linee guida preciseda parte del Mise, riguarda le mo-dalità di redazione tecnica di auto-certificazioni e perizie giurate, do-cumenti chiave che non potrannoessere realizzati in ordine sparso.«Su questo - scandisce Firpo - noivigileremo, nonp ossiamo ammet-tere interpretazioni folkloristi che

dell a norma. Ne approfitterebbe-ro solo i furbi, i soldi del governosarebbero buttati al vento: in que-sto caso, se dovesse accadere,scordatevi la proroga dell'iperam-mortamento nel 2o18». L'idea difondo è quella di separare inmodonetto idestini della semplice sosti-tuzione/miglioramento degli im-pianti, attività per cui esiste già ilsuperammortamento, dalle vere eproprie trasformazioni tecnologi-che, upgrade che deve rappresen-tare un salto di qualità. Più impe-gnativo, e dunque premiato conl'iperammortamento. Linea spo-sata in pieno da Ucimu, che consi-dera il piano 4.0 uno dei capisaldidel rilancio dell'interarnarffatturanazionale. La ricerca di RolandBerger presentata al convegnonon quantifica l'impatto della mi-sura sui ricavi di settore ma chiari-sce la forte valenza strategica del-l'intervento, nell'ottica di miglio-rare la competitività futura. «Pernoi costruttori- spiegailpresiden-te di Ucimu-Sistemi per produrreMassimo Carboniero - il piano In-dustria 4.0 è una grandissima op-portunità di miglioramento delnostro prodotto e i risultati dell'in-dagine lo confermano. La grande

partecipazione all'incontro di oggidimostrala disponibilità del Paesea investire nel proprio futuro, unadisponibiitàche datempo manca-va all'Italia. Ora, strumenti comesuper e iperammortamento sonoottimi per sostenere e stimolare inmodo differente il rilancio dellacompetitività della nostra indu-stria,giàpredispostaadinvestire».Il quadro di questo primo scorciodi2o17èancoramisto (sivedaaltroarticolo in pagina), coni nuovi or-dini 4.0 che si distribuiscono inmodo ancoranondeltuttoomoge-neo e molte imprese che segnala-no i dubbi dei clienti, perplessitàche ora Mise, Agenzia delle Entra-te e la stessa associazione di cate-goria proveranno adissipare.Nel-la consapevolezza, spiegaFirpo, diuna sfida applicativa non banale,che tutt avia ap re p er il p ae s e una fi-nestra di opportunitàunica. «Sta avoi ora rispondere -aggiunge -e sela risposta delle imprese dovesseessere superiore rispetto ai fondistanziati, le risorse future potran-no anche essere superiori».

C) RIP RODD ZIO NE RISERVATA

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Gli ordini di macchine utensili

Media indice ordini a prezzi costanti. Base 2010 = 100

2008

INTERNO 177,0 -18,5%V

ESTERO 122,1 -12,5%V

TOTALE 140,0 -13,5%V

2009

INTERNO -51,1%V

ESTERO -45,5%V

TOTALE -47,4%V

2010

INTERNO

ESTERO

TOTALE

2011

INTERNO -ll.91 TESTERO

TOTALE

2012

INTERNO

ESTERO -5.3%V

TOTALE -5.2%V

2013

INTERNO -15,8%V

ESTERO

TOTALE -3.3%V

2014

INTERNO

ESTERO

TOTALE

2015

INTERNO

ESTERO

TOTALE

2016

INTERNO

ESTERO -2,6%V

TOTALE

Fonte: Centro Studi Ucimu-Sistemi per produrre

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E. S r .`1

RICERCA, II, TESORETTO SEGRETO Ndi Elena Cattaneo

aro direttore, soste-nere che le universitàe gli enti di ricercapubblici italiani, cheogni giorno piange-

rebbero miseria, hanno ac-cesso ad un «tesoro segreto»di 4,5 miliardi di euro, costi-tuito dalla liquidità disponi-bile nei loro conti bancari, èfuorviante. Il dato della liqui-dità di ciascun ente è privo disenso se non si specifica se, ein che misura, essa sia già im-pegnata per progetti di ricer-ca e se - ad esempio - nonvadano sottratti gli accanto-namenti obbligatori per leg-ge. Tacendo dell'entità dellaquota vincolata si lascia inten-dere che tutti gli enti, chi piùchi meno, ricevano troppi sol-di dallo Stato e siano portati agenerare «tesoretti». Invece,non è così, di tesoretto a benvedere ce n'è per un solo ente.Vediamo i dati.

Prendiamo il caso del Cnr,primo in classifica - secon-do l'articolo del Corriere - fragli enti di ricerca per disponi-bilità liquide: i 456.885.203 dieuro in cassa sono formati per416.976.764 daiT'fr dei dipen-denti, inclusi nel bilancio delloro ente che agisce da sosti-tuto d'imposta come prevedela legge. Non è come il casodell'Istituto italiano di tecno-logia (fit) che, come ormainoto, ha accantonato452.202.000 (a cui si aggiun-gono le risorse ex-1A, equiva-lenti a 128 milioni di euro fini-te nelle casse di fit invece cheper il potenziamento della re-te nazionale della ricerca) per

il sovradimensionamentodelle risorse pubbliche di cuiè da oltre un decennio benefi-ciario. Cifra, che a differenzadi quanto scritto, non derivasolo dalla fase iniziale di star-tup, ma da un metodico ac-cantonamento del surplus deitrasferimenti, come risultanell'aumento della liquiditàdisponibile nei suoi contibancari per una cifra media di20 milioni euro/anno, alme-no a partire dal 2006. Comemetro di paragone ricordoche i progetti Prin per la ricer-ca libera su tutte le disciplinehanno avuto, dopo anni diblocco, dallo Stato Zoo milionisu tre anni.

Prendiamo il bilancio delterzo in classifica per liquidi-tà, l'Infn, pari a 351.985.857 dieuro. Come scrive la Corte deiconti nella sua relazione dimonitoraggio, tale somma èsostanzialmente tutta impe-gnata per attività pluriennale(deriva infatti da bandi com-petitivi per progetti finanziatiai bravi ricercatori dell'Istituto). Come evidenziato dallaCorte, ad esempio per il 2015,avanzano solo cifre molto pic-cole - nel caso citato 8 milio-ni - che servono ad un entedella dimensione di Infn afronteggiare rischi, oneri eimprevisti.

La musica non cambia seguardiamo alla disponibilitàdegli atenei, per quanto ri-guarda l'Università di Milano,di cui ho diretta conoscenza.A proposito del suo avanzo diamministrazione 2015, scrivel'Università nella nota integra-tiva al bilancio: «Si ricorda cheil cda nella seduta del 23 feb-braio 2016 ha approvato una

prima destinazione dell'avan-zo ad utilizzazione vincolataper 305.467.561,86 giuro. Te-nuto conto che l'avanzo d'eser-cizio è stato determinato in353.217.959,88 euro, il Consi-glio è chiamato a deliberaresull'assegnazione della re-stante quota di 41.750.398,02euro, escluso il fondo di riser-va pari a 5 milioni». Ovvero,avendo riscontrato un avanzodi cassa superiore a quantoprevisto e già impegnato perricerca, stipendi e altri tipi dispesa nel 2016, l'Università de-stina subito a scopo utile ladifferenza, impegnandola adesempio per interventi di edi-lizia e di recupero e messa anorma del patrimonio edilizioin gran parte storico, e non atrasferirla in un conto banca-rio dove giacerà per anni inu-tilizzata. Scrivere infine che lacrisi del governo Renzi, forsesalvando i fondi del tesorettolit, «in realtà ha salvato tutto ilmondo della ricerca perché,come un domino, il caso si sa-rebbe dovuto scaricare sugli

ON C'Èaltri» è dunque pura fantasia.A meno che non si pensi, se-riamente , che si possa sottrar-re il Tfr ai dipendenti, o can-cellare impegni presi su pro-getti pluriennali di ricerca.

Docente alla Stataledi Milano e Senatore a vita

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Purtroppo i bilanci confer-mano le «disponibilità liqui-de» di 4,5 miliardi. Ma haragione: oltre all'analisi ma-cro necessaria per compren-dere lo stato di salute dellaRicerca questi bilanci an-drebbero descritti singolar-mente. Il dettaglio è istrutti-vo: il Cnr, per esempio. Defi-cit 2015: 124 milioni. Ricevu-ti dallo Stato solo nel 2015:617 milioni. Dal bilancio nonrisultano immobilizzazionifinanziarie sul Tfr se non peruna ventina di milioni. Incompenso ci sono oltre 200milioni di residui passivi distanziamento su cui la Cortedei conti protesta.

(m.sid.)

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Il punto tra il nuovo presidente Miani e i sindacati

Tra i commercialisti«linea condivisa»sulla protesta fiscaleOggi l'incontro con il ministero dell'Economia

Francesca MilanoMILANO

Oggi si saprà se quello pro-clamato dai commercialisti saràilprimo sciopero dellacategoriao se, invece, l' "evento storico"verrà rimandato. Perché oggiassociazioni sindacali e Consi-glio nazionale incontrano il viceministro all'Economia, LuigiCasera l'obiettivo è quello di ri-badire le esigenze della catego-ria, già messe nero su bianco inun documento condiviso da tut-te le sigle sindacali.

In vista dell'incontro di oggi ilnuovo presidente del Consiglionazionale e i vertici delle asso-ciazioni si sono riuniti ieri: «Ab-biamo definito una linea condi-visa - spiega Massimo Miani,presidente del Cndcec senzaperò svelare dipiù-. C'è lapossi-bilità che le richieste dei sinda-cativengano ascoltate». Ottimi-sta, quindi? «Lo sono sempre».

A parlare della possibilità direvocare lo sciopero proclama-to dal 26 febbraio al6 marzo è ilvicepresidente dell'Adc, MarcoLucchetti: «Siamo disposti acancellare la protesta, ma solose dall'altraparte ci saràunarea-le disponibilità ad accogliere lenostre richieste. In ogni casonon penso che lo sciopero potràessere revocato su due piedi».

Chiarisce la strategia MarcoCuchel, presidente dell'Anc:«Per parlare di sospensione civorrebbe un atto forte del mini-stero, come lapresa di posizionedel ministro Padoan o un prov-vedimento urgente».

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spiega che «ci stiamo organiz-zando per dare istruzioni agliassociati su come aderire allosciopero e come comunicare aiclienti la situazione».

In attesa dell'incontro di oggi,quello che c'è stato ieri «ha get-tato le basi peruna collaborazio-ne tra Consiglio nazionale e as-sociazioni sindacali», affermaFazio Segantini, presidente del-l'Ungdcec.

Al di là dei singoli adempi-menti su cui i commercialistichiedono modifiche, c'è un di-scorso più profondo: «Bisognamettere mano all'intero impian-to fiscale - spiega Amedeo Sa-crestano, presidente Andoc -.Da troppo tempo andiamoavanti con piccoli ritocchi intro-dotti solo per fare gettito. Serveinvece unariforma organica chepassi per la trasformazione del-lo Statuto del contribuente inuna norma di rango costituzio-nale, l'eliminazione di adempi-menti inutili e il riconoscimentodel ruolo fondamentale delcommercialista». Di «revisioneorganica e del ruolo del com-mercialista» parla anche Rob er-ta Dell'Apa, presidente Aidc.

La «linea condivisa» traccia-ta dai sindacati e dal Consiglionazionale tocca diversi adempi-menti: «Lo spesometro, l'elimi-nazione dei beni ai soci, l'innal-zamento a 36 mesi per il paga-mento delle rate della rottama-zione delle cartelle», ricordaGiuseppe Diretto, presidenteUnagraco.

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Presidente . Massimo Miani

LA PREMESSAPerle associazioni sindacalila revoca dello scioperodal 26 febbraioè legata all'accettazionedi 12 priorità

La prima cosa che faranno icommercialisti una volta sedutial tavolo del ministero sarà quel-la di chiedere che venga presauna posizione chiara sulla re-missione in termini dell'inviodelle dichiarazioni Iva in sca-denza il 28 febbraio, nel bel mez-zo dello sciopero. «Su questo te-ma vogliamo un impegno for-male - sottolinea Cuchel -, an-drebbe bene anche unprovvedimento direttoriale».

Troppi se e troppi ma perscommettere sulla revoca dellosciopero, e infatti DomenicoPesca, presidente di Unico, © RIPRODUZIONE RISERVATA

Commercialisti Pagina 12

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Le richieste delle associazioni

Il vicepresidente dell'Ade lascia uno ndr) ci sarà una reale disponibilità aspiraglio aperto alla revoca detto recepire le nostre richieste, ma allosciopero: «Siamo disposti a sospendere stesso tempo ci stiamo attivando perla protesta se domani (oggi per chi legge, organizzare lo sciopero».

Le priorità per Roberta Dell'Apa, commercialista come trait d'union trapresidente Aidc, sono quelle relative allo l'amministrazione finanziaria e ilStatuto dei diritti del contribuente e del contribuente. «È poi necessario evitarericonoscimento della figura del modifiche continue agli adempimenti».

«Per noi i 12 punti del documento che sottolinea l'importanza delle modificheabbiamo presentato al ministero il 24 allo spesometro (che «deve esseregennaio sono fondamentali», spiega annuale») e del rinvio di un anno perlaMarco Cuchel, presidente Anc, che contabilità di cassa obbligatoria

Per Amedeo Sacrestano, presidente all'armonia dei sistema fiscale ma solo aAndoc, «è necessario riformare l'intero fare gettito». Tra le priorità dell'Andoc c'èimpianto fiscale, basta con i piccoli «il governo condiviso della fatturazioneritocchi che non sono improntati elettronica».

Nuovo spesometro con scadenza da rottamare, revisione delle normeannuale, eliminazione dell'elenco dei sull'antiriciclaggio. Queste le principalibeni ai soci, innalzamento a 36 mesi del modifiche richieste dal presidenteperiodo perla rateizzazione delle cartelle dell'Unagraco, Giuseppe Diretto

Per Fazio Segantini, presidente Ungdcec, l'altra richiesta è di spostare al 30la questione più rilevante è lo settembre (dal 2018) la dichiarazionespesometro: «Tenerlo semestrale per annuale Iva. Da chiarire anche lequest'anno e poi annuale dal 2018». problematiche sulle lettere d'intento

«Serve un provvedimento che rimetta nei Domenico Posca, presidente DlUnico,termini le dichiarazini Iva che non spiegando che «daremo instruzioni aiverranno trasmesse entro il 28 febbraio a nostri associati su come informare icausa dello sciopero». Lo chiede clienti dello sciopero»

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