Centro Studi C.N.I. 27 novembre 2017 · Stefano Pozzoli 8 Sole 24 Ore 27/11/17 ... Repubblica...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 27 novembre 2017

Pagina I

CRISI GOVERNO

L'equo compenso non vale per tuttiSole 24 Ore 26/11/17 P. 7 Cherchi, Uva 1

SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Società tra professionisti «strette» fra Codice e AlbiSole 24 Ore 27/11/17 P. 32 Pierpaolo CeroliAgnese Menghi

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PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Previdenza privata meno immobili, più finanzaCorriere Della Sera -Corriereconomia

27/11/17 P. 35 Dilsidoro Trovato 6

ADEPP

L'Adepp: "Tassazione troppo alla sui contributi"Repubblica Affari Finanza 27/11/17 P. 35 7

ANAC

Piano triennale o modello 231 da adottare entro il 31 gennaioSole 24 Ore 27/11/17 P. 44 Cristiana BonaduceStefano Pozzoli

8

Trasparenza imposta per tre filoni di attivitàSole 24 Ore 27/11/17 P. 44 Davide Di Russo 9

Anticorruzione a tutto campo sulle aziende pubblicheSole 24 Ore 27/11/17 P. 44 Alberto Barbiero 10

Anche il controllo congiunto fa scattare gli obblighiSole 24 Ore 27/11/17 P. 44 11

CASSE PREVIDENZIALI

"Le casse previdenziali professionali devono avere libertà d'investimento"Repubblica Affari Finanza 27/11/17 P. 35 Adriana Banafede 12

CRISI GOVERNO

Responsabilità allargate a tutti i soci solo nelle SrlSole 24 Ore 27/11/17 P. 32 Andrea MarchegianiLuisa Miletta

14

Le regole delle casse restano disallineateSole 24 Ore 27/11/17 P. 32 Paola BonsignoreGianluca Natalucci

15

CYBERSECURITY

Cyber ladri Italia senza reteCorriere Della Sera -Corriereconomia

27/11/17 P. 2 Ferruccio De Bortoli 16

Grandi aziende italian nel mirino degli hackerSole 24 Ore 27/11/17 P. 23 Enrico Netti 19

FARMACIE

Frenata la concorrenza, largo ai colossi le regole sulle medicine sono sotto tiroRepubblica Affari Finanza 27/11/17 P. 42 Vito De Ceglia 22

"Lobby medioevali vogliono l'oligopolio ma una soluzione c'è"Repubblica Affari Finanza 27/11/17 P. 43 Marca Frojo 24

FORMAZIONE

Tre giorni di corsi e seminari, la formazione dei docenti al centro dell'attenzioneRepubblica Affari Finanza 27/11/17 P. 48 26

PREVENZIONE PROFESSIONISTI

Medici, si parte con le nuove polizzeSole 24 Ore 27/11/17 P. 5 Filippo MartiniBianca Lucia Mazzei

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina II

ATTUARI

Le pensioni secondo loroCorriere Della Sera -Corriereconomia

27/11/17 P. 28 29

Professionisti

L'equo compensonon vale per tutti

L'equo compenso fa i conticon iparametri. Solo le catego-rie che hanno il decreto con gliimporti applicati in sede giudi-ziaria per lavori di consulenzapossono guardare auna prontaapplicazione della nuova nor-ma, ora all'esame della Came-ra. Sono le professioni con Al-bo, che comunque potrebberoessere penalizzate dalfatto chei parametri non coprano tuttele attività. Le altre categorienon regolamentate - 2 milionidi professionisti - non avendo iparametri, per l'equo compen-so dovranno aspettare.

Cherchi e Uva A

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Crisi Governo Pagina 1

Equo compenso a perimetro strettoIl nodo dei parametri per le nuove attività senza Albo - Dubbi sui rapporti con privati e Pmi

Antonello CherchiValeria Uva

L'equo compenso appena ri-conosciuto a tutti i liberi profes-sionisti, iscritti all'Albo e non,per ora, resta limitato. Il princi-pio di una remunerazione ade-guata - introdotto nel decreto fi-scale con una norma su misuraper gli avvocati, poi estesa conun breve comma anche a tutti glialtri professionisti - segna sicu-ramente una svolta, a distanza dioltre cinque anni dall'abolizio-ne delle tariffe minime. Ma pas-sando dalla teoria alla pratica,non è di facile e immediata ap-plicazione a tutta la galassia ete-rogenea del lavoro autonomo.

Unprimo grande spartiacque ètra le professioni ordinistiche equelle prive di Albi. In teorial'equo compenso si dovrebbe ap-plicare anche a queste ultime.L'attuazione, però, per ora restasulla carta. La norma infatti dà co-me riferimento per definirel'equo compenso i parametri fis-

sati nei decreti ministeriali cate-goria per categoria. E questo almomento taglia fuori le profes-sioni senza Albo (oltre due milio-ni di interessati) che non hannoancora i decreti coni parametri.

A ciò si aggiunga la richiestadelle categorie diuna regolapiù

LA PROTESTAConfermato l'appuntamentodi giovedì 30 novembreindetto da Cup e Rete tecnicia presidio dell'obiettivoconquistato con il DI fiscale...........................................................................

chiara: è per questo - ma soprat-tutto per far pressione nei con-fronti di Governo e Parlamentoperché non venga stravoltoquanto finora insperatamenteottenuto - che il Cup (Comitatounitario delle professioni) e laRete delle professioni tecnicheha confermato per giovedì

prossimo una manifestazionenazionale a Roma.

Nell'attesa, le professioni "or-fane" dei parametri stanno aguardare: cosi è per i tributaristi.«Non possiamo applicare peranalogia neanche i decreti esi-stenti, ad esempio quello deicommercialisti, perché emanatidalla Giustizia, mentre noisiamovigilati dal Mise», spiega EnricoPeruzzo, presidente dell'asso-ciazione italiana tributaristi.

Situazione analoga per gli am-ministratori di condominio, co-me sottolinea Francesco Burrel-li, presidente nazionale Anaci,che apprezza la novità - «la nor-ma sull'equo compenso è giustae importante» - e vede la man-canza dei parametri comeun'opportunità: «È l'occasioneper sedersi al tavolo con il mini-stero della Sviluppo economicoper metterli a fuoco».

Niente problemi di questo ti-po per gli avvocati, che possonocontare su una disposizione "ta-

gliata" sudi loro. «L'avvocatura èstata trainante nel capovolgere ilprincipio della corsa al ribasso -afferma Andrea Mascherin, pre-sidente del Consiglio nazionaleforense - e nel fissare quello delcompenso equo. In prospettivala norma si può migliorare: peresempio, si può precisare megliola non derogabilità di certe clau-sole. Riguardo, invece, ai para-metri, noi li abbiamo e copronotutte le nostre attività».

Stesso discorso per i consulentidel lavoro. Anche per Marina Cal-derone, presidente della categoria,il giudizio è positivo: «Abbiamoportato avanti una battaglia perporre fine alla prassi sempre piùconsolidata dimoltepubbliche am-ministrazioni di chiedere presta-zioni a un euro c offrire ai professio-nisti solo un rimborso spese». Suiparametri non ci sono problemi:esistono e coprono tutte le attività.

Copertura parzialePer i commercialisti, invece, nel

Crisi Governo Pagina 2

decreto parametri mancano lecertificazioni per Industry 4.0 operla 231. Situazione analoga per iperiti industriali: «Manca il desi-gn», spiega il presidente Giam-piero Giovannetti.

Anche i chimici hanno i para-metri, che però non compren-dono tutte le attività. «Chiede-remo di ampliarli - commentaNausicaa Orlandi, presidentedel Consiglio nazionale. Nelcomplesso, la norma è impor-tante». Così è anche per i geolo-gi, i cui parametri sono parziali.«Il decreto - spiega FrancescoPeduto, presidente nazionaledella categoria - è in fase di ri-pensamento anche per allinear-lo al nuovo codice appalti».

Professionisti

Privati e PmiL'equo compenso come struttu-rato per gli avvocati non si appli-ca, per esplicita esclusione dellanorma, alle imprese «rientrantinelle categorie delle microim-prese o delle piccole o medie im-

prese». Se l'eccezione venisseconfermata per tutti, i contratticon le Pmi e con i privati sarebbe-ro, dunque, fuori dal perimetrodell'equo compenso. A essereesclusa sarebbe la maggior partedel tessuto produttivo italiano.«Le Pmi sono le nostre principaliclienti » commenta Giorgio Lu-chetta del Consiglio nazionalecommercialisti. «Di fatto sarem-mo scoperti, visto che la maggiorparte di noi lavora proprio perprivati e Pmi», aggiunge Massi-mo Crusi, tesoriere del Consiglionazionale architetti.

Ingegneri e geometri, però,danno una lettura diversa dellanorma. Massimiliano Pittau, di-rettore della Fondazione delConsiglio nazionale ingegneri,cita la relazione di accompagna-mento al decreto legge, dove si fariferimento «a tutti i rapporti dilavoro autonomo che interessa-no professionisti». «Questo do-vrebbe rendere possibile l'equocompenso anche nei rapporti

con Pmi e privati, almeno per lecategorie diverse dagli avvoca-ti», sostiene Pittau, che cita l'ana-loga posizione di Maurizio Sac-coni, presidente della commis-sione Lavoro del Senato e primofirmatario di un Ddl in materia.

Anche per i tecnici della presi-denza del Consiglio geometri dauna prima lettura dell'articolato,l'equo compenso sembrerebbeapplicabile a tutte le fattispecie.

Se dovesse prevalere questalettura, però, i più penalizzatisarebbero proprio gli avvocati,gli unici per cui l'equo compen-so varrebbe solo nei confrontidei clienti forti.

Vanno controcorrente gli in-formatici. Per Andrea Violetti,presidente di Confassociazionidigital, l'equo compenso non èuna conquista, ma «una surret-tizia reintroduzione delle tarif-fe. Per gli informatici senior poii parametri sono addiritturatroppo bassi».

Il principioOrdini soddisfatti: «Abbiamo fermatola corsa al ribasso per i servizi intellettuali»LA REMUNERAZIONE «ADEGUATA»

IN ORDINE SPARSOAlcune professioni(con Albo e senza)alle prese con l'equo compenso:il quadro di chi già hai parametridi riferimento e l'esistenzadi attività non previstedai parametri

Amministratori Architetti

condominio

Avvocati

srime40.000

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professionisti

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Attività non coperte

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Chimici Commercialisti Consulentidel lavoro

Geologi Geometri

9.000

0

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25.903

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le criticitàLa norma «tagliata» su misura per contratticon banche, assicurazioni e grandi clienti

Sd

Ingegneri Informatici Periti

industriali

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oo

35.000

14.043

e

Tributaristi

90.000

Crisi Governo Pagina 3

Lavoro autonomo . Scarso coordinamento tra norme di legge e regolamenti degli Ordini

Società tra professionisti«strette» fra Codice e AlbiResta da chiarireil tipo di redditoe la rilevanzadei non iscritti

Pierpaolo CeroliAgnese Menghi

Ancora vuoti normativi per

le società tra professionisti, no-nostante siano decorsi sci anni

dalla loro introduzione. Grazie

alla legge sulla concorrenza (la

124/2017), le società tra profes-sionisti previste dall'articolo 1o

della legge 183/2011 sono torna-

te a destare l'interesse di chi

esercita professioni protette.

Tuttavia, la disciplina pre-senta alcune lacune dovute allacarenza di coordinamento traCodice civile e iregolamentide-gli Ordini di appartenenza.

Si consideri, infatti, che unasocietà tra professionisti puòessere costituita secondo unodei modelli societari previstidal Codice civile ed è quindisoggetta alla disciplina della ti-pologia prescelta, ma allo stes-so tempo la società, che deve es-sere iscritta presso l'albo di ap-partenenza, e i professionistidevono rispettare i regolamentie ilcodice deontologico delpro-prio ordine.

I requisitiLe uniche deroghe al Codicesono previste dall'articolo lodella legge 183/2011 c dal Dm34/2013, secondo cui l'atto co-stitutivo di una società tra pro-fessionisti (Stp) deve prevede-re necessariamente:n l'indicazione di Stp nella de-

nominazione sociale;n le modalità di esclusione delsocio che è stato cancellato dalproprio albo;n la stipula di una polizza assi-curativa;n le modalità affinché le presta-zioni siano eseguite unicamen-te dai soci professionisti;n l'esercizio in via esclusivadell'attività professionaledei soci;n lo status di socio sia rivestitoda soggetti abilitati allo svolgi-mento di attività protette (sociprofessionisti) o da altri sogget-tiperprestazionitecnicheo confinalità di investimento (socinon professionisti).

I non professionistiL'ultimo punto potrebbe in-fluenzare la scelta del tipo so-cietario, anche se in questosenso il grado di responsabilitàassunto dai soci riveste un ruo-lo decisivo. Comunque, l'arti-colo io limita la partecipazionedei non professionisti, in quan-to «il numero dei professioni-sti e lapartecipazione al capita-le sociale dei professionisti»deve essere tale da determina-re la maggioranza di due terzinelle decisioni.

Dal tenore letterale, sembre-rebbe che il requisito sia soddi-sfatto quando congiuntamentei professionisti siano 2/3 dei so-ci e detengano 2/3 del capitale,non essendo sufficiente una so-la delle due condizioni.

Tuttavia, sulla base dei chia-rimenti forniti - studio del No-tariato 224-2014/I - quanto ap-pena detto va coordinato con leregole civilistiche, con la ne-cessità di prevedere specificipatti sociali. Si pensi alle socie-tà di persone, per le quali è ri-

chiesta l'unanimità perla modi-fica dell'atto costitutivo e quin-di anche il non professionistadeve acconsentire; ma nel casoin cui si voglia limitare il poteredecisionale, è necessario adot-tare una clausola che consentaai professionisti l'esercizio dialmeno 2/3 dei voti.

Nelle società di capitali, in-vece, i patti sociali dovrebberoprevedere la possibilità diesercitare i 2/3 dei voti in as-semblea, qualora la partecipa-zione sociale sia inferiore alsuddetto limite.

Statutariamente, quindi,deve essere garantita la possi-bilità di esercitare i 2/3 dei vo-ti, ma la decisione del non pro-fessionista può anche esserequella decisiva.

Professione protetta

•Sono le professioniregolamentate nel sistemaordinistico, ossia che periirelativo esercizio è richiesto che ilprofessionista sia iscritto adordini, albi e collegi o che sia uncittadino dell'Unione europea inpossesso di un titolo di studioabilitante. Il requisito di attivitàprotetta è necessario al fine dicostituire una società traprofessionisti, anche se per gliavvocati, ingegneri e farmacistisono previste regole diverse daquelle previste dalla legge183/2011, istitutiva delle Stp

Il redditoPer il resto, è il principio diesclusività dell'attività svolta adestare maggiori perplessità.Infatti, poiché l'oggetto socialepuò essere solo l'esercizio di at-tività protette - essendo esclu-se quelle imprenditoriali o nonprotette, le quali possono esse-re strumentali ed accessorie -sembrerebbe che il redditoprodotto dalla società sia di la-voro autonomo.

La direzione centrale Nor-mativa dell'agenzia delle Entra-te - in risposta a una consulenzagiuridica (protocollo131773/2014) - oltre a supplire ilvuoto normativo f iscale, ha san-cito, senza ammettere deroghe,che il reddito di una Stp è di im-presa, in quanto ai fini di unaqualificazione «è determinanteil fatto di operare in una vestegiuridica societaria». La formascelta, quindi, influisce anchesulla tassazione dei soci.

La conclusione dell'Agenziacontrasta però con il regimeprevidenziale previsto per i so-ci professionisti, tenuti comun-que al versamento del contribu-to soggettivo (che di norma èdovuto sul reddito professiona-le e non su quello di impresa) edi quello integrativo (si vedal'articolo a fianco), a prescinde-re della percezione dei redditicosì come non dovrebbe avve-nire nell'ipotesi di una Stp di ca-pitali (Srl/Spa).

In ultima analisi, la classifica-zione come reddito di impresapotrebbe aprire il fallimento al-le Stp, ma il Tribunale di Forlìnel decreto 61/2017 dello scorso25 maggio sembrerebbe perve-nire, per analogia, ad una diver-sa conclusione.

Società tra professionisti Pagina 4

Il confronto

Il raffronto tra associazione professionale e Stp SI; *NO

Caratteristiche Associazione professionale Società tra professionisti (Stp)

- Contratto sociale anche non -Scrittura privata autenticatascritto (società di persone)

-Scrittura privata autenticata -Atto pubblico(società di capitali)

Modalità di costituzione- Atto pubblico (nell'ipotesi diconferimento di determinati beni odi non proporzionalitàtrapartecipazione agli utili e allequote)

• (Sezione ordinaria + sezionespeciale)

- Professionisti iscritti agli albi,ordini o collegi nel rispetto dellamaggioranza dei 2/3

Solo professionisti - Soci tecnici

- Soci (persone fisiche e/osocietà) di capitale/investimento

Deve contenere l'indicazione diassociazione professionale/studio Deve contenere l'indicazione diassociato unitamente ai nomi dei società tra professionistiprofessionisti

Attività di natura professionale Attività di natura professionale(articolo 3, legge 183/2011)

Solidale con possibilità di In relazione alla forma societarialimitazioni assunta

ma solo peri soci professionisti

Reddito di impresaReddito di lavoro autonomo (direzione centrale Normativa(articoli 5 e 53 del Tuir) delle Entrate, prot.

131773/2014)

Cassa Competenza

• (se costituita in forma di Srl oSpa)

In relazione alla forma assunta

Nessuno(es.: una Stp Srl potrà optare peril regime di trasparenza ai sensidell'articolo 115 del Tuir)

Società tra professionisti Pagina 5

PREVIDENZA PRIvaTAMENO IMMOBILI , PIU FINANZAIn tre anni il patrimonio delle casse è aumentato del 22% arrivando a quota 80 miliardi

L cambiata anche la composizione: scende il mattone, maggiore spazio ad azioni e bond. E all'economia reale

di Isidoro Trovato

I 1 tesoretto cresce ma con metodi di-versi rispetto al passato . Il patrimo-nio delle casse di previdenza è au-

mentato, dal 2013 al 2016, di circa il22% passando da circa 65 , 6 miliardi a8o. Il tutto con un rendimento medionetto del patrimonio complessivoche, nel 2016, si aggira intorno al 3%.Ma a cambiare è stata, anche e soprat-tutto, la composizione degli investi-menti: meno immobiliare e più azio-nario ed economia reale.Secondo il rapporto presentato la set-

timana scorsa daAdepp, gli enti previ-denziali privati infatti hanno stanzia-to, nel 2016, in Italia in azioni circa 3miliardi di euro, investimenti orienta-ti al sostegno dell'economia naziona-le.Dai dati presentati dall'Adepp emer-

ge un grosso aumento degli investi-menti in fondi mobiliari passati dal12,7% al 20,8% del totale degli impie-ghi. Non a caso il peso relativo degliimmobili sul patrimonio totale è co-stantemente diminuito negli ultimiquattro anni passando dal 30% del2013 al 24% di fine 2016.

In termini assoluti gli investimentiobbligazionari sono passati da circa22 miliardi di euro del 2013 a circa 28.A crescere è stato anche il peso delleazioni sul patrimonio totale delle cas-se: una quota passata dal 9,8% al16,5%.Se si considera la sola area euro gli in-vestimenti in azioni ammontano a cir-ca 5,4 miliardi e costituiscono il 6,75%del capitale complessivo.Le casse, nel 2016, gestiscono diretta-

mente circa il 42% del loro patrimo-nio. Nel 2013 la quota era del 55,8%.«Per avere maggiori margini di rendi-mento serviva un cambiamento - af-ferma Alberto Oliveti, presidente di

Adepp -. Serve una governane ade-guata e una buona gestione del ri-schio. Per rafforzare questo percorsodi autonomia e responsabilità del si-stema delle casse di previdenza,l'Adepp ha adottato, nel 2016, un codi-ce di autoregolamentazione in mate-ria di investimenti. Il nostro stessorapporto conferma la rilevanza del pa-trimonio gestito dalle Casse di previ-denza e alla luce di questo diventavada tempo necessaria e improcrastina-bile l'adozione di una regolamenta-zione in materia di investimenti al finedi garantire la trasparenza, l'ottimiz-zazione dei risultati e la migliore tute-la degli iscritti secondo le miglioripratiche già adottate dagli enti chefanno parte dell'Associazione».

Resta però anche il nodo della fiscali-tà anche se ultimamente si è apertoqualche spiraglio nella dialettica conil governo. «Effettivamente si sta par-lando di defiscalizzazione - concor-da Oliveti - ma solo per certi investi-menti orientati allo sviluppo e all'eco-nomia reale (come venture capital einfrastrutture). Del resto i dati sui no-stri investimenti confermano certa-mente il ruolo attuale e di ulterioresviluppo che le casse di previdenzapossono avere per il sostegno alla cre-scita del paese. Però, da investitori re-ali, chiediamo maggiori condivisionidi percorsi, un maggiore colloquio. Einvece, ogni tanto, emergono atteg-giamenti dirigisti e, se pur nell'eserci-zio della sorveglianza, si sconfina inimposizioni. A noi questo non va be-ne, non siamo un Bancomat e dobbia-mo realizzare gli interessi dei nostricontribuenti. Felici di farlo se questicoincidono con gli interessi del pae-se».

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OsservatorioAlberto Oliveti, 64 anni,presidente di Adepp,ha presentato a Romail rapporto suinvestimenti erendimenti delle casseprivate di previdenzaper i professionisti

Previdenza professionisti Pagina 6

[ILCASO]

L'Adepp: "Tassazione troppo alta sui contributi"A ,ry. tteiito, fisco italiano, a non tirare troppo la cor-`ldasulla tassazione delle pensioni dei professio-

nisti. «Oggi - dice Alberto Oliveti, presidente dellA-depp, l'associazione delle casse previdenziali - grazieal "passaporto europeo", i professionisti possono giàstabilire la propria residenza fiscale fuori dal confineitaliano, dove la tassazione dei contributi che finisco-no negli enti è molto più favorevole. En Balia c'è tura Ii-scalità opprimente negli anni della "raccolta" del ca-piale che costituirà il montante previdenziale: il26 percento sui rendimenti, cheè decisamente troppo, men-

tre altrove c'è soltanto una tassazione finale». Per que-sto motivo l'Adepp propone una fiscalità europea". Ilrischio è che i professionisti spostino la propria resi-denza in paesi dove il fisco si accanisce meno. Del re-sto, esiste già il fenomeno dei pensionati che emigra-no per godere di una tassazione più favorevole sugli as-segni previdenziali. Ciò che l'Adepp paventa è chequesto possa accadere sempre di più anche a i profes-sionisti, e non soltaniro al inoniento della quiescenzama anche durante la fasedi acctunulo.(a.b.)

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Adepp Pagina 7

Aziende pubbliche , Nelle regole interne anche la rotazione e tutela del whistleblower

Piano triennale o modello 231da adottare entro il 31 gennaioCristiana BonaduceStefano Pozzoli

Iniziamo dalle scadenze im-mediate: Anac precisa che intra-prenderà i controlli sugli adempi-menti dal 31 gennaio, data entro laquale approvare l'aggiornamentodel Piano triennale. Entro quelter-mine le società dovranno nomi-nare il responsabile anticorruzio-ne, approvare le misure integrati-ve almodello2310ilpiano trienna-le, adeguare i propri siti a tutte leprescrizioni della delibera. Restainoltre da redigere e pubblicare larelazione del responsabile anti-corruzione entro il 15 dicembre diogni anno. Ancora una nuova, im-mediata, incompatibilità: nono-stante la richiesta di integrazionedelle attività, il responsabile perlaprevenzione della corruzionenon potrà più essere membro del-l'organismo di Vigilanza «231».

Le nuove Linee guida indirizza-no le società e gli enti pubblici sucome applicare anticorruzione etrasparenza, distinguendo tra con-

troll ate (articolo 2-bis, comma2 delDlgs 33/2013) e partecipate (com-ma 3). In linea con il dato normati-vo (articolo 1, comma 2-bis dellalegge 190/2012), Anac confermache le società controllate sono te-nute all'integrazione del modello231 (la cui adozione è fortemente

NUOVA INCOMPATIBILITÀIl responsabile delle attivitàanticorruzionenon potrà più essere sceltotra i membridell'organismo di vigilanza...........................................................................

raccomandata) e all'attuazionedelle misure di cui la delibera indi-vidua contenuti minimi (defini-zione sistema di controlli, inconfe-ribilità e incompatibilità, codice dicomportamento, rotazione, tuteladel whistleblower, formazione,eccetera); le società partecipate eglialtrientisonotenutiallasolatra-

sparenza, a cui si adeguano inquanto compatibili e limitatamen-te all'attività di pubblico interesse.In proposito Anac definisce cosasia l'attività di «pubblico interes-se» e precisa che è onere della so-cietà individuare queste attivitànel Piano triennale o nel modello231. Le partecipate non sono peròobbligate all'adozione né dell'unoné dell'altro.

Interessante è poi il criteriodella «compatibilità» che sovrin-tende gli obblighi di pubblicazio-ne: Anac ritiene che debba essereverificata caso per caso, in ragio-ne della attività svolta, visto che lapubblicazione di alcuni dati puòrecare vantaggio ai concorrenti.

Preziosa, infine, la nuova grigliaallegata, che chiarisce gli obblighidi trasparenza a cui sono soggettesia le controllate sialepartecipate,integrando le prescrizioni del DI-gs 33/2013 con gli obblighi di tra-sparenzaprevisti dal nuovo Testounico (Dlgs 175/2016).

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anac Pagina 8

Società private

Trasparenzaimpostaper tre filonidi attivitàDavide Di Russo

Nelle Linee guida sull'anti-corruzione delle società, la di-visione di fondo è tra società incontrollo pubblico e societànon in controllo pubblico. Leprime sono tenute alla traspa-renza, sia relativamente all a lo-ro organizzazione sia al com-plesso delle attività svolte, e al-le misure anti-corruzione inte-grative di quelle adottate inbase alla «231».

L'Anacprende atto che l'arti-colo 2-bis, comma 2, lettera b)del Dlgs 33/2013, nell'indivi-duare le società in controllopubblico alle quali si applicanole regole sulla trasparenza pre-viste per le Pa «in quanto com-patibili», rinvia al Dlgs175/2016; e poiché questo im-pernia la definizione di con-trollo sull'articolo 2359 del Co-dice civile, ne consegue la rile-vanza del "controllo contrat-tuale" (articolo 2359, comma 1,n. 3 del Codice civile), che nelprecedente contesto era esclu-sa (determina Anac8/2015).

Per l'effetto, anche la societànon partecipata da Pa sarà te-nuta all'applicazione dell'inte-ra normativa sulla trasparenza(obblighi dipubblicazione e ac-cesso) e a quella per la preven-zione della corruzione se è sog-getta a un'influenza dominantedella Pa equivalente a quellaconferita dalla maggioranzadei voti in assemblea ordinaria(si veda l'articolo in basso).

Alla disciplina sono sogget-te - sottolinea l'Anac - anche al-cune società prive di parteci-pazione pubblica al capitale(quindi né controllate né par-tecipate da Pa), cioè quelle conbilancio superiore a 5oomilacuro che esercitano funzioniamministrative, attività diproduzione di beni e servizi afavore delle amministrazionipubbliche o di gestione di ser-vizi pubblici. Ciò in quantol'articolo 2-bis, comma 3 del

D1gs 33/2013 accomuna alle so-cietàinpartecipazionepubbli-ca tutti gli «enti diritto priva-to» (inclusi quelli in forma so-cietaria) che svolgano questeattività ed integrino ilparame-tro di bilancio.

Fondamentali, poi, le indica-zioni Anac per individuare leattività di pubblico interesse inrelazione alle quali , in assenzadi controllo, è definita l'appli-cazione della trasparenza.

Si tratta di attività riconduci-bili alle attività istituzionali del-la Pa, esternalizzate per scelteorganizzativo-gestiona1i.L'Anac individua tre categorie:0 le attività qualificate «dipubblico interesse" da una nor-ma di legge , dall'atto costituti-vo e/o dallo statuto della socie-tà o della Pa e/o affidate in virtùdi un contratto di servizio o di-rettamente dalla legge;O quelle esemplificatedalDlgs33/2013 all'articolo 2-bis, com-ma 3 (esercizio di funzioni am-ministrative, attività diserviziopubblico, attività di produzio-ne dibeni e serviziinfavore del-la p.a. strumentali alle finalitàistituzionali della medesima);0 quelle che , in base all'artico-lo 4 del Dlgs 175/2016, consen-tono alle Pa di acquisire o man-tenere partecipazioni.

Infine,l'Anacfornisce preci-sazioni sul criterio della «com-patibilità», che presiede al-l'estensione del regime di tra-sparenza alle società : lacompa-tibilità non va valutata conriferimento al caso concretoma in relazione all e singole ca-tegorie di enti ; e, quanto alle so-cietà, alla luce delle attivitàsvolte, dovendosi distingueretra attività sicuramente di pub-blico interesse, attività eserci-tate in concorrenza con altrioperatori economici, attivitàsvolte in regime di privativa.

Occorre poi considerare ilregime eventualmente già ap-plicabile in base ad altre fontinormative, per evitare duplica-zione di adempimenti e assicu-rare un coordinamento con gliobblighi di prevenzione. Adogni modo , a scanso di equivo-ci, il vaglio relativo alla compa-tibilità è compiuto dall'Anaccon l'Allegato 1) alle Linee gui-da, nel quale si specificano perciascuna categoria gli obblighiditrasparenza e diprevenzionedella corruzione.

9) RIPRODUZIONE RIbERVATA

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anac Pagina 9

Anac . Le ricadute operative delle nuove Linee guida

Anticorruzione a tutto camposulle aziende pubblicheAlberto Barbiero

Le amministrazioni pub-bliche che detengono parte-cipazioni o controllano socie-tà, fondazioni o altri enti di di-ritto privato devono vigilaresull'applicazione delle misu-re anticorruzione da parte diquesti organismi.

Le linee-guida dell'Anacsull'attuazione degli obblighidi trasparenza e diprevenzio-ne adottate con la delibera1134/2017 chiariscono qualisono i compiti degli enti con-trollanti o partecipanti neiconfronti delle diverse tipo-logie di soggetti del sistemapubblico allargato.

Le norme sulla trasparenzaobbligano anzitutto le ammi-nistrazioni a pubblicare la li-sta dei soggetti controllati epartecipati, per fornire il qua-dro completo delle parteci-pazioni e anche per consenti-re la vigilanza all'Anac.

L'articolo 22 del decreto le-gislativo 33/2017 impone allePa la pubblicazione di una se-rie di dati essenziali riferiti atutti gli enti pubblici (comun-que finanziati o vigilati) per iquali abbiano poteri di nomi-na degli amministratori (adesempio le aziende pubblichedi servizi alla persona deri-vanti dalla trasformazionedelle ex Ipab), a tutte le socie-tà, controllate opartecipate, ea tutti gli enti di diritto privatocontrollatio comunque costi-tuiti e finanziati, per i qualisussistono poteri di nominadegli amministratori.

La pubblicazione deve evi-denziare nasali nrpanicmi so-

no in controllo pubblico, perconsentire all'Anac di indivi-duare immediatamente i sog-getti sottoponibili alle sue at-tività di verifica.

Le linee-guida chiarisconoanche i compiti delle ammini-strazioni pubbliche per dareimpulso e vigilare, soprattut-to sugli organismi controllati,sulla nomina del responsabi-le della prevenzione dellacorruzione e della trasparen-za e in relazione all'adozionedelle misure anticorruzione.

Gli enti devono quindi veri-ficare se le società hannoadottato il modello 231 e lo

L'anticipazione

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Modelli 231 e «Foia»obbligatori per tuttele wiencle pubbliche

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Sul Sole 24 ore di martedìscorso è stato anticipato ilcontenuto delle nuove lineeguida dell'Anacsull'applicazione delle regoleanti-corruzione e trasparenzanelle società controllate enelle partecipate. Le nuoveistruzioni adattano le regoleagli interventi scritti nellariforma delle partecipate

hanno integrato conle misureanticorruzione o, in caso dimancata adozione delmodel-lo, se hanno approvato il pia-no anticorruzione.

Le attività di impulso e divigilanza devono essere svi-luppate con gli strumenti dicontrollo: atti di indirizzo ri-volti agli amministratori de-gli organismi partecipati,promozione di modifichestatutarie e organizzative, at-ti di indirizzo su specificicomportamenti organizzati-vi. L'Anac chiede che questeattività siano previste e arti-colate, con specifiche misu-re, nell'ambito dei pianitriennali anti-corruzionedelle amministrazioni con-trollanti o partecipanti.

Le attività di impulso e divigilanza rispetto alle societàin house competono alle am-ministrazioni che esercitanoil controllo analogo, quindiquesto profilo comporta an-che la definizione di soluzio-ni ad hoc (attraverso normestatutarie o patti parasociali)se è svolto in forma congiun-ta da più enti.

Nei confronti degli organi-smi solo partecipati, o per iquali vi sia solo potere di no-mina degli amministratori,l'Anac sollecitale Pa a stipula-re protocolli di legalità che liimpegnino ad adottare il mo-dello 231 o adeguate misure diprevenzione della corruzio-ne. Rispetto a questi organi-smi è peraltro essenziale chesiano delimitate le loro attivi-tà di pubblico interesse.

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anac Pagina 10

L'ambito di applicazione . Basta una quotami no ritari a per essere tenuti ai controlli

Anche il controllo congiuntofa scattare gli obblighi

Nelle Linee guida Anac af-fronta una questione prelimina-re ma di interesse generale, cioèla definizione di società control-lata. Va ricordato che l'articolo 2-bis, comma 2, lettera b) del decre-to legislativo 33/2013, modificatodal correttivo sulle partecipate,converge sulla definizione dicontrollo del Testo unico Madia.Questo consente ad Anac di pro-porre una sua interpretazione sucosa si debba intendere per so-cietà controllata, mettendo cosìalcuni punti fermi.

Il primo, nettissimo, è che unasocietà in house è necessaria-mente a controllo pubblico: «Dalquadro normativo emerge unapeculiare configurazione delrapporto di controllo che le am-ministrazioni hanno con le socie-tà in house. Queste ultime rien-trano quindinell'ambitodelle so-cietà controllate».

L'orientamento trova applica-zione anche quando si parla di inhouse con più soci pubblici (e

quindi se si rientra nel controlloanalogo congiunto previsto dal-l'articolo 5, comma 5 del Dlgs50/2016), perché se c'è un solo so-cio il dubbio non può sorgere.

Ancora, le linee guida affron-tano il caso dell'influenza domi-nante che nasce in virtù di parti-colarivincoli contrattuali (il con-trollo esterno). Anac evidenziache si tratta di «un'ipotesi di con-trollo che non ha origine e non sirealizza nell'assemblea, ma sem-mai in un condizionamento og-gettivo edesterno dell'attività so-ciale (...) influente direttamentesull'attività economica svolta».Opportunamente, quindi, Anaccircoscrive questo controllo,precisando che «non sussisteladdove la società che si assumecontrollata possa sciogliersi daivincoli contrattuali che la leganoalla controllante e instaurareidenticirapporti contrattuali conaltre società». Non è sufficiente,in sostanza, che sia l'unico con-tratto in essere, ma deve incidere

sulla capacità stessa di essere im-presa dell'azienda.

Infine, Anac conferma cherientrano tra le società a control-lo pubblico «anche quelle a con-trollo congiunto, ossia le societàin cuiilcontrollo ai sensi dell'arti-colo 2359 delCodice civile è eser-citato da unapluralità di ammini-strazioni». Purtroppo, però, nonsi sofferma sul contenuto e sullaforma dei patti parasociali, limi-tandosia ripetere il testo dilegge,e lasciando incertezze su alcuniproblemi concreti: ipatti devonoessere scritti, anche quando siparla di società "chiuse"? Cosadevono prevedere, anche in ter-mini di sanzioni?

Il dato rilevante, inognicaso, èche anche Anac si orienta unalettura pienamente civilisticadel concetto di controllo socie-tario, dando agli operatoriun'ot-tica interpretativa autorevole inquesta direzione.

S.Poz.RIPRODUZIONE R <SERVATA

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anac Pagina 11

"Le casse previdenziali professionalidevono avere libertà d'investimento"UNA RICERCA D[ ASTRID ELU[SS DELINEA LA NATURAGIURIDICA "PRIVATA"DI QUESTI ENTIPENSIONISTICI. DOPO LASENTENZA DELLA CONSULTAD UN ANNO FA p LA SECONDAVOLTA CHE [L GOVERNO]INCASSA: ORA É PILI DIFFICILESTABILIRE DEI VINCOLI

Adriano Bonafede

Romaè voluto un anno, ma

C adesso le casse professio-nali hanno segnato il gol del 2 a 0sul governo. La presentazione, lasettimana scorsa, di una corposaricerca che Astrid, il think tank diFranco Bassanini, ha effettuatoinsieme alla Luiss BusinessSchool, ha mostrato una voltaper tutte, e inequivocabilmente,che la casse previdenziali deipro-fessionisti italiani non fanno par-te della pubblica amministrazio-ne ma sorso a tutti gli effetti private. Il corollario - che qui in veritàdiventa la questione più impor-tante - è che in nessun caso il go-verno potrà mai pensare di obbli-gare questi istituti a investire i lo-ro soldi in un determinato mo-do-Addio, in sostanza, agli 80 mi-liardi delle casse per fini, anchenobili, di investimento parzialenell'economia reale per prornuo-vere le infrastrutture. O per risol-vere i problemi di ricapilalizza-zione di alcune banche: del restogli istituti dei professionisti ave-vamo già lo scorso anno risposto"isba" all'ingresso riel capitaledel fondo Atlante, che ha costret-to poi chi lo ha fatto - tra cui lefondazioni ex bancarie -a svalu-tare o azzerare quella quota- Lo-ro no, hanno resistito e a poste-riori avevano ragione. Almenodal punto di vista dei loro asso-ciati. dai notai ai corrinercialisti,dagli architetti agli ingegneri, ilmancato ingresso in Atlante è sta-to salutare per il loro patrimo-nio, che serve dei resto a pagarele pensioni presenti e future.

Cori la ricerca Astrid-Luiss lecasse professionali si smarcanodalle mire del governo, ripercor-rendo in qualche modo le ormedelle fondazioni ex bancarie,che dopo il tentativo dell'exmini-

atro iremontr dr considerarlepubbliche ebbero un chiaro rico-noscimenti dellaloro natura pri-vata. La stessa cosa è accadutacirca un arato fa cori le casse pro-fessionali, grazie a una sentenzadella Consulta che, nel respinge-re la devoluzione dei loro rispar-mi sulla spending review allo Sta-to, fissò i principi della loro auto-nomia Fu in quell'occasioneche gli istituti segnarono il gol

dell'1 a 0. La ricerca ha messo asegno il secondo gol rimarcandouri elemento fondamentale: loStato non può indicare quali in-vestimenti queste istituzioni de-vono mettere in atto, ma al rasas-simo può fissare dei princi-pi-quadro. «Che pervia legislati-va possano essere dettati princi-pi generali per la gestione e pergli investimenti delle casse sipuò anche ammettere», ha spie-gato Franco Bassanini. «Ma l'at-tuazione dei principi dovrebbeessere riservata all'autoregolarnentazione degli stessi istituti».Ed ecco la proposta di tregua colgoverno: «Tuttalpiù si potrebbepensare, riprendendo il modellogià sperimentato con successodalle fondazioni di origine ban-caria, a un codice di autoregola-mentazione proposto dalle cas-se e poi negoziato e concordato,tramite un protocollo d'intesa,con le amministrazioni interes-sate, ovvero i ministeri dell'Eco-nomia e del Lavoro».

Un assist, questo, che non po-teva non essere immediatamen-te raccolto da Alberto Oliveti, pre-sidente dell Adepp, l'associazio-ne delle casse di previdenza pri-vate, che proprio la scorsa setti-mana ha presentato l'arra calerapporto sugli investimenti: «Inostri patrimoni sono dei nostriassociati, e devono essere investi-to con il fine di massimizzare irendimenti, che serviranno, in-sieme ai contributi, a pagare lepensioni del futuro. Siamo ovvia-mente disponibili a valutare in-sieme al governo un codice di au-tovalutazione degli investimen-ti, che permetta di approcciarsialle best praclices, alla gestioneprofessionale del rischio e allasemplificazione». Ma non, evi-dentemente, ad approcci dirigi-stici da parte dello Stato- In altreparole, i professionisti non vo-gliono esser costretti a investire iloro patrimoni ivi un certo modopiuttosto che in un altro: «Nientevincoli e niente obblighi», diceOliveti. <dnoltre il sistema deicontrolli deve essere semplifica-to: basta cori i nove organismi dicontrollo sulle casse che, a variotitolo, ci sono oggi. Ma la vigilan-za deve essere efficace».

E dal governo, quali sorto le ri-sposte? Già da un paio d'anni èpronto nel cassetto del ministerodell'Economia il decreto sugli in-

vestimenti delle casse, che irnpo-ne minimi e massimi per ciascu-na voce (immobili, azioni, obbli-gazioni, investimenti nell'ecx)no-mia reale, eccetera). Ma quel de-creto è rimasto nel cassetto dopola sentenza della Corte costitu-zionale_ Il fatto è che non solo iministri (e il sottosegretario PierPaolo Baretta che per primo haseguito la questione) sono rima-sti spiazzati dalla sentenza dellaCorte costituzionale, ria ancheun po' tutta la burocrazia mini-steriale, che ha sempre volutoconsiderare le casse un'appendi-ce pubblica scambiando il ruolopubblicistico (dare la pensioneagli iscritti al posto dell'Irips) conurna figura giuridica semistatale.Un'interpretazione in cui è incor-so anche il Consiglio di Stato.Ora la nuova, ponderosa, ricercagiuridico-economica diAstrid-Luiss offre un nuovo qua-dro d'insierne che avvicina le cas-se alle fordazioni ex bancarie e ri-chiede uri nuovo approccio agliinvestimenti dove devono trova-re posto anche le ultime direttiveeuropee (non considerate nelvecchio decreto),

Ma il confronto tra governo ecasse professionali potrà conti-nuare in vista delle prossime con-sultazioni politiche? C} dovrà es-sere rimandato al post elezioni?

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Casse previdenziali Pagina 12

LE ATTIVITA IN GESTIONE INDIRETTADegli enfi previdenziali privai[, In miliardi dì euro

4 1 2CICR NON ARMONIZZATI

QICR ARMONIZZATI

PARTECI PAZ. IN SOC . IMMOB.

TITOLI DI CAPITALE NON QUOTATI

TITOLI DI CAPITALE QUOTATI

TITOLI DI DEBITO N ON QUOTATI

TITOLI DI DEBITO QUOTATI

TITOLI DI STATO

LIQUIDITÀ

ALTRE ATTIVITÀ

Fr ll

n

4 5 6

nI 2015

2014

Job description HRAzienda Leader nel Settore dei Servizi Ecologici Integrati

ricerca un NFl da inserire nel pro rïp o organico

Le posizione haeorne chieRivo le creazione di un Ufficio HH, rivolto a tutte le attivi ladi gestione e sviluppo delle risorse umane e in particolare: gestione del cambia-mentoorganizzativoazieridale, supervisione degli aspetti legati all'amministrazionee al costo dei personale, rilevazione e gestione delle presenze, adempimenti ammi-nistativi interni e rei confronti degli Enti preposti. Derinizione di procedure operativee percorsi di valutazione del potenziale, formazione, selezione ed intertaccia con iconsulenti esterni

Si richiedeBuona capacità di leadershipPianificazione e gestione degli interventi di valutazione del personale per risorse

in ingresso o personale già presente in azienda.

Competenze richieste-- Utilizzo del sistema gestionale Zucchetti (preferibile). Ottima conoscenza del pac-

chetto Office- Flessibilità e leadership volta alla mediazione tra il personale

Competenze trasversali- Preferibile la conoscenza della lingua inglese.

Il profilo ideale individua una figura con significativa esperienza in ambito risor-se umane e cori uria visione completa di processi HH preferibilmente maturata inaziende di servizi. Completano il profilo un'ottima flessibilità personale ed un forteorientamento a contesti in rase di change management. Gradita la conoscenzadella lingua ingleseLa sede di lavoro à Caivano (NA).

Inviare curriculum vitae a selezioneanno2018t tgmail.com

I

Pier PaoloBaretta (i),

sottosegretarioal Mef

e il ministrodei Lavoro,Giuliano

Poletti(2)

[ ILCASO i

AlbertoOliveti (il,presidentedell'Adepp,l associazionedelel casseprofessionalie FrancoBassanini (2),presidentedi Astrid

73.229

'15

II ministrodell'Economia,Pier CarloPadoan

L'Adepp: "Tassazione troppo alta sui contributi"A stento, fisco italiano , a non tirare troppo la cor-

da sulla tassazione dell e pensioni dei professio-nisti. «Oggi - dice Alberto Oliveti , presidente dell'A-depp , l'associazione delle casse previdenziali - grazieal "passaporto europeo ", i professionisti possono giàstabilire la propria residenza fiscale fuori dal confineitaliano , dove la tassazione dei contributi che finisco-no negli enti è molto più favorevole. In Italia c 'è una fi-scalità opprimente negli anni della " raccolta ` del ca-piale che costituirà il montante previdenziale : il 26 percento sui rendimenti , che è decisamente troppo, nien-

IL PATRIMONIO GESTITODalle cassa professionali, in milioni dï euro

54.532

't1

59.698

64.015

'12 '13 '14

L'internodei Palazzo

delle Finanze.sede

dei ministerodell'Economia

tre altrove c'è soltanto urta tassazione finale». Per que-sto motivo l'Adepp propone una "fiscalità europea"- Ilrischio è che i professionisti spostino la propria resi-denza in paesi dove il fisco si accanisce meno. Del re-sto, esiste già il fenomeno dei pensionati che emigra-no per godere di una tassazione più favorevole sugli as-segni previdenziali. Ciò che 1Adepp paventa è chequesto possa accadere sempre di più anche ai profes-sionisti, e non soltantro al momento della quiescenzama anche durante la fasedi accumulo-(a.b.)

Casse previdenziali Pagina 13

Le inadempienze

Responsabilitàallargatea tutti i socisolo nelle SrlAndrea MarchegianiLuisa Miletta

Le società tra professioni-sti (Stp) restano sospese tradue mondi - quello della pro-fessione e quello dell'impresa- e questo si riflette anche sulfronte responsabilità. Anchein questo ambito, il camponon è meno sgombro di per-plessità derivanti dalla sceltadella forma societaria, soprat-tutto se questa ricade all'in-terno delgruppo delle societàdi persone, tenendo conto an-che del silenzio normativodella legge 183/2on e del rego-lamento n.34 emanato dal mi-nistero della Giustizia nel2013, tuttora in vigore.

Si può osservare quantosia diversa la situazione per irevisori legali, i quali si ve-dono sottoposti ad un arti-colato regime diresponsabi-lità di cui all'articolo 15 delDlgs 39/2010, sostanzial-mente fondato sulla solida-rietà dei revisori, della so-cietà e degli amministratoririspetto alla società che haconferito l'incarico.

L'assenza di disposizioniad hoc conduce a ritenere cheil legislatore abbia voluto di-scostarsi da quanto previstoper i revisori o per gli avvoca-ti, per i quali è stabilito che isoci incaricati sono personal-mente e illimitatamente re-sponsabili per l'attività pro-fessionale svolta in esecuzio-ne dell'incarico, mentre la so-cietà risponde con il suopatrimonio (articolo 26 delDlgs 96/2001).

Incarico e «patto sociale»La responsabilità dei socidella Stp dovrebbe derivar-si dalle disposizioni ineren-ti al conferimento dell'inca-rico e all'obbligo di copertu-ra assicurativa, ricadentisulla società e non sui sociprofessionisti, come ancheosservato dall'Irdcec (cir-colare 32/2013).

L'articolo 3 del regolamen-to impone, infatti, alla Stp ob-blighi di informazione delcliente, al fine di garantireche tutte le prestazioni sianoeseguite da soci in possessodei requisiti richiesti perl'esercizio della professionesvolta in forma societaria.

L'inadempimento del so-cio professionista farebbescaturire una responsabilitàcontrattuale della Stp neiconfronti del cliente, essen-do l'incarico affidato diretta-mente alla società, nonchéuna responsabilità del pro-fessionista, materiale esecu-tore della prestazione, chenasce dal contratto socialetra socio e Stp.

Perciò, a fronte di una ri-chiesta di risarcimento perun danno provocato dall'ina-dempienza di un professio-nista, risponderebbe in pri-mis la società, nei limiti delproprio patrimonio ed even-tualmente in secunda battu-ta il socio negligente su cui lasocietà potrebbe rivalersi.Tuttavia, gli altri soci nonverrebbero direttamentetoccati dall'episodio, se nonnel limite del capitale confe-rito nella società.

Responsabilità limitataQuest'ultimo passaggio valese la Stp è costituita in formadi capitali; se fosse invece co-stituita in forma di società dipersone in caso di insufficien-za del patrimonio risponde-rebbero dell'inadempienza diun socio non professionistaanche gli altri sociin quanto il-limitatamente e solidalmenteresponsabili, salvo il socio ac-comandante di una Sas.

Sebbene parte della giuri-sprudenza sostenga la possi-bilità di non estendere la re-sponsabilità dell'inadem-pienza di un socio nei con-fronti degli altri soci nondirettamente coinvolti, si ri-tiene maggiormente condivi-sibile l'orientamento del Co-mitato del triveneto dei notai(QA. 7/2013), secondo cuinon è possibile derogare con-venzionalmente al regime le-gale di responsabilità dei socidiStp previsto dal modello so-cietario prescelto.

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Crisi Governo Pagina 14

La previdenza . Gli enti chiedono il contributo del 4%

Le regole delle casserestano disallineatePaola BonsignoreGianluca Natalucci

Continua il dibattito delleimplicazioni sulla discordan-za tra la classificazione ed iltrattamento del reddito pro-dotto dalle società tra profes-sionisti (Stp) ai fini fiscali eprevidenziali. Se da un lato èriconosciuta la natura di red-dito di impresa, dall'altro è ri-chiesta l'applicazione e il ver-samento del contributo inte-grativo tenendo conto di unaquota dipartecipazione diver-sa dalla realtà in presenza disoci "non professionisti".

La direzione centrale Nor-mativa delle Entrate, con il pa-rere protocollo 131773/2014, haaffermato che le Stp «appar-tengono alle società tipiche di-sciplinate dai titoli V e VI dellibro V del Codice civile e...ilreddito complessivo... è con-siderato reddito di impresa...con la conseguenza che lerela-tive prestazioni non devonoessere assoggettate alla rite-nuta d'acconto ...». Tale stral-cio evidenzia che le Stp:o generano reddito di impre-sa in base agli articoli 6 e 81del Tuir;n non applicano la ritenutad'acconto.

Queste assunzioni, cheescludono totalmente tali red-diti dall'alveo del lavoro auto-nomo, benché aventi naturaprofessionale, non sembranosufficienti a risolvere le "in-congruenze" sorte ai fini pre-videnziali. Infatti, le principalicasse professionali non si so-no perfettamente allineate al-l'anzidetto orientamento siaper quanto riguarda la fattura-zione che il versamento delcontributo integrativo.

Continua, infatti, ad essererichiesta alle Stp l'applicazio-ne del 4%io su tutto il volumed'affari prodotto ai fini Ivaproporzionato alla quota dipartecipazione dei soci iscrittiall'albo escludendo dal calco-lo quella relativa ai soci nonprofessionisti. Per le casse èpiù rilevante l'attività eserci-tata piuttosto che la veste giu-

ridica assunta; il che comportail disconoscimento, in parti-colare nel caso di società di ca-pitali, dell'autonomia rispettoai propri soci/azionisti.

Ai fini del versamento delcontributo, invece, è richiestoal professionista di determi-narne l'ammontare «sullaparte del volume d'affari Ivacomplessivo della Stp corri-spondente alla percentuale dipartecipazione agli utili spet-tanti al professionista stesso.Nel caso in cui nella Stp sianopresenti soci non professioni-sti, la percentuale di parteci-pazione agli utili deve essereriproporzionata escludendodal calcolo la quota di parteci-pazione dei soci non profes-sionisti» (articolo 9 del rego-lamento Cnpadc).

Ad integrazione della deli-bera, sui siti internet delleCasse si aggiunge che la quo-ta dei non professionisti ven-ga ridistribuita sugli iscritti.Tale modus operandi non so-lo comporta una modificadella reale quota di parteci-pazione agli utili, imponendoai professionisti di versarecontributi calcolati su unabase imponibile superiore aquella di propria competen-za, ma soprattutto sembre-rebbe contrario alle norme intema di società sia di personeche di capitali.

L'impostazione distonicaassunta dalle Casse rispettoalla Dcn necessiterebbe di ul-teriori chiarimenti per "sana-re" giuridicamente le diffe-renze difficilmente sostenibi-li di assimilare, in ambito diStp, il reddito di impresa aquello di lavoro autonomo,che vorrebbe l'esclusionedall'assoggettamento al con-tributo integrativo dei corri-spettivi, così come avvieneper la ritenuta d'acconto, non-ché della quota divolume d'af-fari non di competenza delprofessionista quale base dicalcolo, che diverrebbe ancorpiù articolata in caso di Stpcon esercizio a cavallo.

9 RIPRODUZIONE RISERVATA

Crisi Governo Pagina 15

Il nostro Paese è all'undicesimo posto nella classifica della capacità di proteggersidagli attacchi informatici. Ma siamo tra quelli meno preparati nel gestire i «rapimenti»

di dati sensibili che si concludono con richieste di riscatto. Le aziende,spesso piccole, sono molto internazionali eppure inclini a sottovalutare il rischio

In Europa il ?J% dei board non ha esperii tech, da noi anche meno: in futuro saranno indispensabiliL'indifferenza, giustificata con l'idea che non verranno a cercare proprio noi nella vastità del `veb,

va di pari passo con la poca attenzione agli aggiornamenti e alla segregazione dei sistemiDal 2018 sarà obbligatorio denunciare eventuali hackeraggi. Ma ci vorrebbe un piano di difesa nazionale

CYBER LADRI ITALIA SENZA RETEdi Ferruccio de Bortoli

p ochi giorni fa, in un seminario organiz-zato dagli studenti dell'Università Boc-coni, si discuteva dei pregi (pochi) e

dei difetti (molti) della classe dirigente italia-na. Marianna Vintiadis, head of Southern Eu-rope di Kroll, la più grande società al mondonella sicurezza informatica, non è andata tan-to per il sottile nel definire l'inspiegabile, asuo giudizio, miopia dell'attuale establish-ment italiano. E soprattutto del mondo indu-striale. «Sapete qual è la cosa che più mi stu-pisce oggi?». L'attenzione degli studenti è sa-lita di colpo. «La totale sottovalutazione daparte delle aziende dei pericoli informatici,degli attacchi cibernetici. E, guardate bene,non è una questione tecnologica, ma soprat-tutto culturale. E i media non ne parlano o neparlano poco o male...».Sfrondato il tema dagli

ovvii interessi societari diKroll, rimane un interro-gativo di fondo che vale lapena di approfondire. Lastruttura industriale ita-liana è fatta soprattutto dipiccole e medie aziende,nelle quali l'attenzione al-la trasformazione digitale- assai elevata almenonelle migliori - non va dipari passo con quella del-la difesa di dati, informa-zioni e brevetti.

Battaglie

È come se, di fronte allo scatenarsi di guerreplanetarie che vedono in gioco gli interessidelle grandi potenze, scattasse nell'impren-ditore il seguente ragionamento minimalista.Perché mai queste organizzazioni così poten-ti e ramificate, magari impegnate nel deviareil corso delle democrazie, a occuparsi di armi,spionaggio, droga, dovrebbero dedicare at-tenzione a quello che accade in uno sperdutocapannone della Brianza o in un laboratorioemiliano? E qui sta l'errore colossale, la svistacolpevole. La convinzione pericolosa che sipossa essere leader mondiali nel proprio spe-cifico settore di attività e, nello stesso tempo,mimetizzarsi perfettamente, passare inosser-vati. Emergere sul proprio mercato di riferi-mento e nascondersi come entità sensibilenella Rete. Se si riflette ancora un attimo, que-sta tendenza non è altro che la proiezione suscala aziendale di quella che è una predispo-sizione personale dell'utente normale assaipoco preoccupato di che fine facciano i propridati personali. Ma il danno per un'azienda an-che piccola può essere irreparabile. E non èsubito visibile.

La mappa

Un terzo deidirigenti

globali haammesso diessere stato

colpito davirus

(dati Kroll)

Cybersecurity Pagina 16

La malavita digitale è dappertutto. La sogliadi ingresso nel cyber crimine è relativamente

bassa. La disponibilità ditalenti perversi pressochéinfinita. Lo spionaggio in-dustriale in alcuni Paesi,dalla Cina alla Russia enon solo, è addiritturaconsiderato una missionenazionale, unaquestione dibandiera. Senon si rispet-tano brevettie modelli nel-la realtà indu-striale, fisica, è assai diffi-

cile che ciò avvenga in Rete, dove diritti e pro-tezioni, in una dimensione virtua-le, sono ancora meno tutelati.Nel più recente Global SecuritiesFraud Risk Report di Kroll è de-scritta la tipologia degli attacchiinformatici e le relative difese. Unterzo dei dirigenti intervistati, alivel-lo mondiale, ha ammesso di aver ricevuto at-tacchi sotto forma di virus o worm. Seguonole incursioni phishing tramite mail. Un quar-to dichiara di aver subìto cancellazioni gravidi dati. Nella mappa globale del rischio, l'Ita-lia è tra i Paesi più esposti anche come conse-guenza del grado di internazionalizzazionedell'economia e del successo dei suoi prodot-ti su vari mercati. Ma è tra i meno consapevolidei rischi che corre il suo apparato industrialee produttivo ed è privo di una strategia effica-ce di difesa nazionale. Forse perché solo dalprossimo anno vi sarà un obbligo di dichiara-re gli eventuali hackeraggi subiti. Obbligo cheesiste anche attualmente, se solo si gestisco-no dati di clienti americani.

La classifica

Secondo il Security Index, elaborato da Ac-centure, l'Italia è undicesima nella capacità diproteggersi dagli attacchi informatici. Siamoperò tra i meno preparati nell'evitare ed even-tualmente nel gestire le azioni di ransomwa-re, ovvero le incursioni che si risolvono con ilpagamento di un «riscatto» in denaro. Ed èpiù frequente, rispetto alle statistiche estere,che a mettere in atto gli attacchi, o ad essernecomplici, siano ex dipendenti e collaboratori.A livello europeo, il 75 percento dei board non hanemmeno un membrocon competenza in mate-ria informatica. In Italiaancora meno. Eppure una

quota di esperti prima opoi sarà addirit-

tura indispen-sabile.«Episodi di

questo gene-re avvengo-

no pressochéogni giorno -spiega Vin-tiadis -quasi un bollettino di guerra sul qua-

le, e mi domando perché, vi siatutto questo silenzio. Noi notia-mo che l'imprenditore preferi-sce spesso pagare e stare zitto,molti non hanno misure di back

up, l'aggiornamento dei sistemi èdecisivo ma avviene ancora con trop-

pa lentezza». Nei casi recenti più clamorosi -come per esempio il cosiddetto Wannacryche ha interessato 300 mila computer di 150Paesi e messo in crisi il sistema ospedalierobritannico (Nhs) - la falla che ha agevolato leincursioni degli hacker è stata proprio la di-sattenzione nell'aggiornamento dei sistemi.E qualcosa di analogo è avvenuto quando Mo-sca, in un attacco informatico contro l'Ucrai-

na, ha danneggiato diversi gruppi internazio-nali come Maersk e Wpp. La mancata segre-gazione dei sistemi è un fattore di estrema de-bolezza. Unicredit ha denunciato, tra ilgiugno del 2016 e il luglio del 2017, incursioniche hanno riguardato, senza conseguenze,40o mila conti e portato a rafforzare i presididi sicurezza. Non si sarebbe trattato di unveroe proprio attacco di hacker, bensì di una sot-trazione di dati attraverso una società di ces-sione del quinto alla quale era stato consenti-to, forse con una certa leggerezza, l'accesso alsistema.

Cybersecurity Pagina 17

I raggiri

In molte altre circostanze ci troviamo di fron-te a schemi consueti, ai più classici dei raggi-ri. La mail o il colpo di telefono al funzionarioche è indotto a fare in fretta un bonifico, co-

m'è avvenuto per gli ufficiconfindustriali a Bruxel-les. «Basterebbe - spiegaCarola Frediani autrice diGuerre di Rete (Laterza)- avere un po' più di co-noscenza del problema eattuare minime azioni dicautela nell'uso della po-sta elettronica, nel nonimpiegare sempre la stes-sa password, nel non apri-

re allegati sospetti, nel di-sabilitare le macro nel filedi Office per ridurre i ri-

schi più evidenti. Ma il vero pericolo è quellodelle incursioni silenti nei sistemi. Operazio-ni che violano proprietà intellettuali e sot-traggono informazioni sensibili. A qualsiasilivello, aziendale o governativo, le modalitànon cambiano».Il nemico in casa senza accorgersene. E qui

emerge tutta la fragilità italiana. Si oscilla trail fatalismo digitale e l'adesione fideistica al-l'ultimo sistema. Un affidarsi totale agliesperti, quasi sempre esterni, senza preoccu-parsi troppo della crescita aziendale di unacultura della prevenzione. La legge 626 del1994 sulla sicurezza sui posti di lavoro forseandrebbe aggiornata anche in questa direzio-ne.

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Pericoli diffusiII numero di attacchi cyber che le aziende italianehanno dovuto affrontare nell'ultimo anno

Nessuno

1- 2 attacchi

3-6 attacchi

7-10 attacchi

11-15 attacchi

16-25 attacchi. 3%%o

Più di 25 attacchi 9%

18%

17%

20%

13%

17%

gli attacchi cyberransomware

I timoriGli attacchi alla sicurezza dell'aziendache preoccupano di più peri prossimi 12 mesi

La mappaLe minacce alla sicurezza di altro genereaffrontate lo scorso anno

Phishing

Altri tipidi malware

Dipendenticanaglia

Cyberspionaggio

Compromissionedi account/identità

Manipolazioni datinon autorizzate

Attacchimirati

Minacce interneaccidentali

Business emailcompromise

Attacchi DdoS(distributed denial

of service)

Niente

Altro

22%

20%

20%

20%

20%

17%

16%

15%

13%

9%

5%

1 1%Fonte: Trend Micro

Cybersecurity Pagina 18

Economia digitale . Un report sulla cyber sicurezza evidenzia l'aumento delle intrusioni

Grandi aziende italianenel mirino degli hackerNel 2017 speso poco più di un miliardo per la difesaEnrico Netti

Hacker all'attacco con ran-somware, massivephishing e spe-ar phising. Sono queste le più co-muni tipologie di tentativi chehanno colpito le grandi società ita-liane nel 2016.Offensive che negliultimi tempi hanno avuto una re-crudescenza: quasi i due terzi dellesocietà tra 112015 e i12o17 hanno re-gistrato un aumento dell'attività diintrusione. Tra aziende ed entipubblici l'81°10 dichiara di avere su-bito attacchi nel corso dell'ultimoanno ma solo un terzo ritiene di di-sporre di competenze e capacitàtecniche in grado di rilevare le in-trusioni. Infatti gli hacker più abiliuna volta penetrati nei computerpreferiscono mantenere una pre-senzaocculta, intrufolandosinegliarchivi alla ricerca del colpo gros-so. E ci sono aziende, come si è vi-sto conil casoUber esploso in tuttala sua rilevanza la scorsa settima-na, che nascondono per mesi adautorità e clientileviolazioni.Idatisensibili di oltre 57 milioni di per-sone tra autisti e clienti Uber sonostati rubati nell'ottobre 2016 e solola scorsa settimana la società Usaha ammesso il fatto con l'aggra-vante di avere pagato toomila dol-lari agli autori per tenere nascostoil furto. Indiretta conferma di co-me nemmenolemultinazionalidi-gitali adottino difese efficaci.

E quanto rivela il «Barometrocyber security 2017» realizzato daInthecyber, l'European center foradvanced cyber security (Eu-

cacs) e Netconsulting 3 con il pa-trocinio, tra gli altri, della Presi-denza del Consiglio dei ministri,che sarà presentato domani a Mi-lano. Ne emerge un quadro scon-fortante, a conferma di come la si-curezza non sia affrontata in mo-do adeguato dalle grandi aziendequotate che compongono ilpaneldel Barometro.

Sempre più spesso le porte d'in-gresso usate dagli hacker sono i so-cialeglismartphone,che siaggiun-gono alle mail. «I1 9o0 dell e azien-de itali arie può subire unaviolazio-ne dei dati e lo spionaggioindustriale continuativo - com-menta Paolo Lezzi, executive vicepresident Eucacs e chairman dellaconferenza-. È migliorata la prote-zione dei pc ma non la capacitàcomplessiva di identificazione de-gli attacchi soprattutto di tipo tar-gettizato e sofisticato». Ecco unde-ficit in quello che dovrebbe essereun processo strutturato di verifi-che ed esercitazioni che attestinocostantemente il livello di tenutadei sistemi Ict.

I danni causati dai "soliti ignoti"riguardano il furto dibrevetti e datisensibili e strategici, quelli reputa-zionali, la caduta dei ricavi. Se il ri-schio di attacchi e furti di dati cre-sce, lo stesso non si può dire per ibudget a difesa dei sistemi busi-ness critical. Gabriele Faggioli, re-sponsabile scientifico dell'Osser-vatorioinformationsecurity&pri-vacy del Politecnico di Milano,parla di sotto-investimenti alla lu-

ISpearphishinge Indica un sofisticato eparticolare tipo di phishingrealizzato mediante l'invio diemail profilate e targettizzateper una specificaorganizzazione o persona. Loscopo di questi attacchi ètipicamente quello di ottenereaccesso ai sistemi Ict einformazioni riservate

Ransomwaree L la modalità che consenteagli hacl<erdi prendere ilcontrollo della macchina,bloccarla cripta rido i dati echiedere un riscatto all'utente.Il riscatto è solitamentepagato in Bitcoin o altrecriptovalute

Clickbaitingn Quasi sempre si tratta dibufale e fal<e news checircolano online e sui social.Vengono create ad arte contitoli sensazionalistici percatturare l'interesse. Lastrategia è di attirare traffico evisitatori su siti chegeneralmente fanno capo agliautori delle bufale. L'aumentodel traffico alimenta gli introitipubblicitari e il valore dei siti.Come effetto collaterale vienedanneggiata la reputazione disocietà e persone

cedei 972milionispesine12o16che,secondo una stima, quest'anno di-venteranno 1,05 miliardi (+50o).Non molto: e così Lezzi suggerisceal governo di privilegiare, anche inun'ottica di Industria 4.0, gli sgraviperle aziende che investono in ser-vizi continuativi di auditing, simu-lazione di attacco, monitoraggio,intelligence e formazione.

Per ora quasi un'azienda su duesegueunostandardinternazionaledi riferimento come l'Iso 27001 epoco più di un terzo partecipa aprogrammi e progetti per condivi-dere le informazioni sulle minacceinformatiche subite.

C'è poi un altro tipo di deficit:quello degliespertiin cyber sicu-rezza. «Dobbiamo investire pe-santemente e costantemente perla formazione del personale a tut-ti i livelli» aggiunge UmbertoGori, direttore scientifico dellaconferenza.

Le grandi imprese inoltre tra-scurano di assicurarsi su questi ri-schi. «L'Italia è un mercato ancoragiovane per la copertura da rischicyber e meno del 5-1. delle aziendemedio-grandi ha già acquistatouna polizza per questi rischi, e tra lequotate italiane siamo a circa il 15%-spiega AndreaBono, GeneralMa-nager di Marsh Italia -. Il volumedei premi intermediati per questacopertura oggi è di circa 15-2o mi-lioni ma prevediamo che nel 2020si supereranno i cento».

[email protected]

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Cybersecurity Pagina 19

La lezione del caso Uber I l colosso di autotrasporto privato della sharing economy avrebbe nascosto per oltre unannodi aver subito una data breach su 57milioni di utenti nel mondo di cui 600mila autisti. Uber avrebbe preferitopagare un riscatto di 100 mila dollari agli autori del maxi furto per evitare che divulgassero la notizia.

Quando il pericolo arriva dalla rete

LA HIT DEGLI ATTACCHILe offensive più comuni subite dalle grandi aziende italiane. Risp . multiple in % e var. sull'anno precedente

-10

IL MERCATO I DANNIInvestimenti delle imprese italiane in cybersecurity. Le conseguenze degli attacchi informatici alleIn milioni di euro e var. % su anno precedente grandi aziende italiane, nel '16. Risp . multiple in %

2015 2016 2017*

Furto di dati business criticai 45

Di immagine 38

Perdita di ricavi 38

Costi di rispistino 35

Indisponibilità di servizi forniti aterzi 31

(*) Stime preliminari Fonte: Politecnico di Milano; Barometro cybersecurity

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Caso/1. Il bottino si ottiene con il clickbaiting Caso/2. Dirottati i fondi per il saldo delle fatture

I furbi delle falce news La frode corremirano a spot e traffico sul cambio di Iban

Un impegno a tutto tondocontro improbabili contenutisensazionalistici postati onlinee fake news per cercare di met-tere nell'angolo gli autori checercano solo di fare cash con lapubblicità grazie a meccanismitecnologici di monetizzazionecome il clickbaiting. Questo èsolo un altro aspetto della cy-bersicurezza per una multina-zionale come Nestlé, che si tro-va a fronteggiare situazioni chepossono colpire, per esempio,

L'OBIETTIVOSi punta a portare visitatorisu sociale siti amiciper fare aumentareil valore dei dominie dei click pubblicitari

la reputazione dell'azienda.«Recentemente ci siamo

scontrati con nuovi fenomenidi parassitismo, nuove forme didiffusione di fake news tramitemessaggistica privata che inquanto privata non è tracciabi-le - racconta Manuela Kron, di-rettore corporate affairs delGruppo Nestlé in Italia -. Diffi-cile individuare il punto di ori-gine, l'impegno e laportata del-la catena.I danni direputazionepossono essere enormi se nonfermati immediatamente».

Il caso più recente affrontatoriguarda la falsa voce sulla pre-senza di arsenico nelle acque in

bottiglia. Nel 2010 una rivistascientifica aveva pubblicato unarticolo in cui si diceva che lapresenza di questa sostanzafosse in tuttiicampionidiacquaesaminati entro i limiti impostidalle autorità sanitarie. «Que-st'anno al grido "Arsenico can-cerogeno nelle acque in botti-glia, ecco le marche pericolose"- continua Manuela Kron - unacatena diblog e di pagine Face-book collegate tra loro lanciaun falso allarme, riprendendo icontenuti di un'indagine seria ebenfatta, ma utilizzando ad arteun titolo ingannevole». Comesempre accade in questi casi siscatena il tam tam degli "inol-tra" a tutti i contatti. Il securityteam della società ha mappatola catena che lega siti, server diresidenza e i titolari del domi-nio. «Lo scambio di link e il ri-mando continuo tra blog e ca-nali social genera traffico sui si-ti - rimarca la top manager - conun incremento del valore deisingoli domini e dei click pub-blicitari». In altre parole è que-sto il bottino di chi perpetraquesto tipo di azioni.

Tra le contromisure adottatec'è il confronto tra le autoritàper trovare le azioni più idoneeper fermare queste ondate difake news e contemporanea-mente creare nell'opinionepubblica gli anticorpi naturaliper stoppare queste forme didisinformazione.

E.N.

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La fro de corre sull'Ibandirot-tato. Si può sintetizzare così l'at-tacco informatico subito da unamedio-grande impresa italianache opera nel settore della metal-lurgia e ha recentemente subitoun sofisticato attacco di spearphishingculminatoinperditeperdiverse decine di migliaia di euro.Un attacco pianificato e portato atermine con cura e soprattuttosenza fretta. Al momento sonoancora in corso le ind agivi di poli-zia giudiziaria per cercare di risa-

LE CONTROMISURECon più formazione,il doppio controlloe firma digitale sicurasi potrebbero minimizzarei possibili rischi

lire agli autori dell'attacco.Tutto ha avuto inizio quando

un dipendente dell'ufficio ammi-nistrazione è stato inconsapevo-le vittima di un attacco di spearphishing mir ata a s ott rargli le c re-denziali di accesso alla mailaziendale. Una volta ottenute, ri-spetto al passato l'attaccante nonha poi cercato di prendere il con-trollo del computer della vittimae da qui "visitare" gli altri pc del-l'azienda. Il team di hacker ha in-vece preferito concentrarsi nellalettura della corrispondenza in-tercorsa tra lavittima, icolleghieipartner commerciali. L'obiettivodi questa attenta lettura era, tra le

altre cose, la ricerca degli accordiper un'importante fornitura. Unlavoro che ha richiesto tempo mache alla fine ha dato i frutti speratidai malfattori digitali. Una voltaindividuato il cliente prossimo apagare la fattura "giusta" a cinquezeri, è bastato chiedere gentil-mente di fare il bonifico su unnuovo conto aperto per un cam-bio di banca. Il cliente, dal mo-mento che la richiesta arrivava daun contatto abituale edera la con-tinuazione di uno scambio dimail, ha aggiornato l'Iban. Il di-pendente non ha potuto rendersiconto di quanto era accaduto per-ché le mail scritte dall'attaccantee le risposte erano immediata-mente cancellate. Un'apparenteroutine che ha anche ingannato ilteam It perché nessuna mail pro-veniva da strani indirizzi né con-teneva allegati sospetti. Insom-ma tutto appariva normale.

Il danno, secondo gli espertiinterpellati dall'azienda, sisareb-be potuto evitare con una mag-giore formazione sulla sicurezzaper evitare di cedere a terzi le cre-denziali e conunapolicy che pre-vede un doppio controllo conconferma quando si invia la ri-chiesta di cambio delle coordina-te bancarie. Inoltre i messaggibusiness critical dovrebberoavere una firma digitale sicura eautenticata. Così l'identità delmittente può essere sempre veri-ficata, anche in caso di furto dellacasella email.

E.N.

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Cybersecurity Pagina 21

Frenata la concorrenza, largo ai colossile regole sulle medicine sono sotto tiro

DELUSI PARAFARNI.AC ASTIE CONSUNLATORL• SPERAVANOCIIE UN ' ESTENSIONE DELLELIBERALIZZAZIONI POTESSEABBASSARE 1 PREZZIE RENDERE MENO ONEROSELE CURE . E I FARMACISTITEMONO CHE I LORO ESERCIZIVENGANO) RASTRELLATIDALLE SOCIETÀ DI CAPITALI

Vito de Ceglia

Milanoi chiama "`legge annuale

Sper la concorrenza"quindi avrebbe dovuto coglie-re le istanze delle autorità diregolazione e della concorren-za per rendere più competitivialmeno 13 settori o ambiti pro-fessionali: dalle poste alle bari -che, dagli avvocati ai notai,dalle farmacie agli odontoia-tri. Con l'idea di introdurreogni aralo a alcune migliorie. Inrealtà, quella legge è rimastaparcheggiata in Parlamento894 giorni, per poi essere ap-provata lo scorso 2 agosto la-sciando un p& tutti coro l'ama-ro in bocca.

A più di 3 mesi dal via liberadefinitivo dell a legge sulla con-correnza, c'è un settore -quello delle farmacie - chepiù di altri è rimasto probabil-mente scottato da quel provve-dimento. Chi per un motivo- le farmacie - e chi per unaltro - le parafarmacie -hanno criticato il testo di leg-ge partorito dal Parlamentoetichettandolo non solo "inuti-le" ma soprattutto "danaroso"

per l'intero settore e di riflessoper i cittadini che potrebberopagare addirittura di più percurarsi.

Aggravando ulteriormenteuna situazione già seria: nel2016 i 1 milioni di italiani han-no dovuto rinviare o rinuncia-re a prestazioni sanitarie a cau-sa di difficoltà economiche, 2milioni in più rispetto al 2012(Fonte: Censir).

Passando al merito dellalegge, da uro lato le oltre 16 mi-la farmacie oggi in eserciziocontestano l'apertura al mer-cato delle società di capitali,paventando il rischio che laproprietà di migliaia di struttu-re - che oggi versano in unasituazione di difficoltà econo-inica - potrebbe concentrar-si nelle imani di soli 5 gracidigruppi corse Celesio o WaI-greens Boots Alliance, soloper citarne alcuni. Un'even-tualità che agita il sonno deifarmacisti i quali obiettanoche "il tetto regionale del 20%per le società di capitale checontrollano le f rmacie è trop-po elevato (art.1, corrirni 157 e158)".

Dall'altro lato, le parafarma-cie -circa 5 mila in attività, dicui poco più di 600 corner far-maceutici nella grande distri-buzione - sono rimaste anco-ra una volta con il cerino inroano. Per loro, il perimetrodella concorrenza è rimastopressoché intatto rispetto aquanto stabilito dal decretoBersarii nel 2006 e successiva-mente dal decreto "Salva Ita-

lia" nel 2012, cioè continue-ranno a vendere farmaci ac-quistabili senza esibizione diprescrizione (Sop), oltre ai co-siddetti farmaci da banco (an-che noti coree Otc), rna nonquelli di Piscia C cori ricetta:circa 3.800 specialità tra cuiantidolorifici, antinfi amena to-ri, antidepressivi e anticonce-zionali.

Un mercato a totale caricodi chi li acquista e che valemolto: quasi 3 miliardi di europari al 12% del fatturato dellefarmacie e al 36% della spesaprivata complessiva sostenu-ta dai cittadini per acquistarefarmaci. Si tratta di medicinalisui quali da gennaio 2012 lefarmacie possono applicaredegli sconti. Nei fatti, però, so-no pochissimi a esercitarequesta possibilità come testi-monia un'indagine di Altron-consumo condotta a fine 2016in cui si evince che su 100 far-macie campione ira 10 capo-

luoghi italiani in un solo casoil farmacista ha applicato la ri-duzione di prezzo (8%) suidue farmaci C-Op (obbligo diprescrizione) presi a campio-ne. Inoltre, solo in 3 casi su 10è staio proposto di sostituire ilmedicinale di marca con unoequivalente meno caro.

«Se è vero che la questionedei farmaci di fascia C restaun nodo irrisolto, in questomomento è il rriarle minore:perché nei confronti delle pa-rafarmacie c'è oggi un atteg-giamento di. persecuzione»,accusa Simone Gullotta, presi-dente della Federazione na-zionale delle parafarmacie ita-liane. «Abbiamo creato in 11anni 5 rriila nuove attività e 10mila posti di lavoro a costo ze-

ro per lo Stato - aggiunge -eppure veniamo consideraticoane un problema ». Nel miri-no di Gullotta è finito l'emen-damento del senatore Pd Gior-gio Santini all a Legge di Bilan-cio all ' esame di Palazzo Mada-ma. Al primo errore del gover-no - rincara la dose il presi-dente è partire dall'assuntoche la parafarrnacia è un'espe-rienza fallimentare.

Il secondo , altrettanto gra-ve, è di essere riuscito nell'im-presa di favorire gli oligopolinel mondo della farmacia sen-za mai valorizzare o aiutare imigliaia di farmacisti che ognigiorno rnarrtengono la pro-pria famiglia grazie alle para-farmacie».

In realtà , c'è stato un tentati-vo per cercare di risolvere ilnodo tutto italiano prodottodopo l ' istituzione delle para-frrmacie. Tentativo avviatonelle scorse settimane alla Ca-mera "approfittando " dell'oc-casione del ddl su sperimenta-zione e riordino delle profes-sioni sanitarie, all'interno delquale si è cercato di trovareuna soluzione "forzata". A per-seguirla è stato il presidentedella Commissione Affari so-ciali Mario Marazziti : «I lo invi-tato le farmacie e le parafarma-cie ad un confronto perchéquesto strumento di legge po-tesse essere utilizzato per cer-care di diradare alcune confu-sioni reali che hanno darmeg-giato sia operatori nelle farma-cie che nelle parafarmacie».

Alla fine , Marazzi li ha presoatto quello che era già chiaro atutti fin da subito : che una so-luzione al problema era im-possibile da trovare , e che laquestione delle parafarmaciesarebbe rimasta al palo. Contutte le distorsioni ciel caso: adesempio , che i prezzi dei far-maci " liberalizzati" Sop e Otc,circa una settantina tra quellipiù diffusi secondo Altro-

Farmacie Pagina 22

consurno - invece di diminui-re sono aumentati del 12% trail 2005 e il 2013 nel canale far-macia, un incremento di trevolte inferiore rispetto a quel-loregistrato negli 8 anni prece-denti la riforma Bersani(35%).

Aquesto punto, il presiden-te della Commissione Affarisociali conclude: «Se i tempinon sorso snaturi per risolvereil problema delle parafarma-cie, almeno dobbiamo porrerimedio al nodo del tetto del20% sul numero di farmacieche a livello regionale posso-no essere di proprietà di ununico soggetto». In che trio-do? «Cercando di specificareall'interno della Legge di Bi-lancio che quel quorum è subase provinciale e non regio-nale, in caso contrario un'uni-ca società potrebbe entrare inpossesso del 100% delle farma-cie di Milano o Roma»_

IL MERCATO FARMACEUTICO IN ITALIASpesa per abitante residente, in euro , dicembre 2016

CALABRIA

LAZIO

MARCHE

TOSCANA

SICILIA

CAMPANIA

Media Italia

LOMBARDIA

LIGURIA

E. ROMAGNA

I LA LEGGE 1

30,5

22,4

36,9

36,5

31,9

30,5

56,8

51,4 I

117,5

15,0 w=mfe: fetl rlamla

LA SPESA PRO CAPITE IN FARMACIALa legge annuale perlaconcorrenza" è statavarata il 3 agosto scorso.Interviene in 13 settori oambiti professionali: dalleposte alle banche, dagliavvocati ai notai, dallefarmacie agli odontoiatri.Critici i consumatori sullaparte dedicata ai farmacietichettata come "inutile"ma soprattutto "dannosa"per l'intero settore e per icittadini che potrebberopagare dì più per curarsi.

In euro , dicembre 2016

LIGURIA

LAZIO

MARCHE

TOSCANA

LOMBARDIA

CALABRIA

Media Italia

CAMPANIA

SICILIA

E. ROMAGNA

462

489

le

forre fderaina

Le oltre 16 milafarmacie in esercizi o

contestano l'apertura almercato delle socìetà di

capitali, paventando ilrischio che la proprietà di

migliaia di strutture indifficoltà si concentrino

nelle mani di soli 5grandi gruppi

LE RICETTE IN FARMACIA

430

422

420

0415

413

408

394

385

Var.% gen .-mar. 2017 su gen .-rnar. 2016 del numero di ricette-2 -1 I

MARCHE

LAZIO

CAMPANIA

CALABRIA

TOSCANA

Media Italia

SICILIA

1 2 3 4 5 6 7

LOMBARDIA

LIGURIA

EMILIA ROMAGNA

Farmacie Pagina 23

"Lobby medioevalivogliono l'oligopolioma una soluzione c'è"

Marco Frojo

5ffiarw¡g nello che è uscito dal

i ddl Concorrenza -peraltro con un iter di approva-zione lunghissimo, nonostantesi tratti di una legge annuale - èlontano da una vera liberalizza-zione dei mercati, dalla realecondizione dell'economia delPaese, dalle esigenze di semprepiù ampie fasce di popolazioneche vivono un disagio tanghi-le». Non le manda a dire France-sco Pugliese, l'am mninistratoredelegato di Conad, sull'ennesi-rna "non decisione" del gover-no di liberalizzare la vendita deifarmaci di Fascia C. Ancora urnavolta infatti non è stato dato ilvia libera alla vendita nelle para-farmacie dei farmaci che neces-sitano di una prescrizione medi-ca ma il cui costo è interamentea cari co dei consumatori, Si trat-ta di un mercato di grandissimointeresse per le 18.549 farmacieche operano in Italia visto che ilgiro d'affari è nell'ordine dei 3miliardi di cura Al divieto divendita nelle parafarmacie difatto antepone l'interesse dellelobby del farmaco a quello deicittadini - rincara la dose Pu-gliese - In un Paese che coltivail pensiero liberista e che è rivol-to all'Europa, è assurdo un ddlConcorrenza, quale l'attuale,che non fornisce un reale sup-porto all'economia, non creanuova occupazione, non accom-pagna la nascita di nuova im-prenditorialità, non dà rispostealle richieste dei cittadini».

Più di una volta gli esecutiviche si sono succeduti negli Ld-tirni amni sembravano esse--e sul punto di introdurre

ria vera concorrenza an-

che nei farmaci di fasciaC ma alla fine la norma èsempre saltata, negando

così ai cittadini 1a possibilità di veder scendere i

prezzi, come accaduto nelcaso dei farmaci che sono

oggi venduti nelle parafanna-cie presenti all'interno dei su-permercati, E dire che, comeavviene nel caso di Conad, i re-

sponsabili del punto vendita so-no dei farmac isti, facendo dun-que venir meno qualsiasi timo-re riguardante la salute di chicompra.

Il numero uno di Conad sotto-linea poi come il settore delle far-macie, in prospettiva, sarà sem-pre più nelle urani delle societàdi capitale: «Circolano parecchidossier che analizzano lo statodelle farmacie in Italia, ma è cer-to chela situazione che si è venu-ta a creare cori il recente ddlConcorrenza, voluto dai politi-ci, porterà a un significativo rias-setto nelladispensaziorne dei far-maci in Italia». Dall'agosto scor-

so, infatti, è stata superata la nor-ma in base alla quale la proprie-tà di una farmacia poteva essereintestata unicamente a personefisiche, a società di persone o asocietà cooperative a responsa-bilità limitata e i proprietari do-vevano inoltre essere necessa-riamente farmacisti; infine cia-scun farmacista non poteva es-sere proprietario di più di unafarmacia , limite che saliva aquattro perle società cooperati-ve a responsabilità limitata. Og-gi una società di capitali può es-sere proprietaria di un numerovirtualmente illimitato di farma-cie sul territorio nazionale, sal-vo il rispetto del limite, introdot-to dalla nuova legge, eli un mas-simo del 209%4 delle farmacie pre-senti nella stessa regione o pio-vmcia autonoma.

«Lini perde e chi guadagna, al-lora, con una dispensazione delfarmaco che sempre più sarànelle urani delle società di capi-tale e tende a cancellare l'espe-rienza delle parafannacie? sichiede Pugliese - Lo scenarioche il ddl prefigura è quello del-la formazione di un oligopolionell'ambito della disperisazionedei medicinali; oligopolio cheanche il nuovo gruppo dirigentedi Federiàrrna vede negativoper i propri associati. Basti pen-sare che la nuova normativa fis-sa al 20% il limite per la quota dimercato regionale di Lui solooperatore, mentre nel commer-cio chi supera 1120% alivello pro-vinciale viene considerato in po-sizione dominante. La disparitàè evidente».

Secondo Pugliese si tratta di«uno scenario favorito da espo-

nenti politici che, al contempo,stanno cercando di cancellarel'esperienza delle parafarmacie,unico vero elemento di moder-nità e vivacità in uri panoramadominato dalle spinte conserva-trici di lobby di concezione me-dioevale». Mla le cose potrebbe-ro addirittura peggiorare nel ca-so in cui venisse recepito l'e-mendamento che prevede chenon venga «più concesso il codi-ce univoco di tracciabilità delfannaco da parte del rriinisterodella Salute perla nuova apertu-ra di esercizio. Se re ce pito, que-sto emendamento porterebbedi fatto alla chiusura di oltre 5mila parafannacie su tutto il ter-ritorio nazionale- Un colpo elispugna con rilevanti implicazio-ni in quanto le parafannacie ve-drebbero disconosciuto e can-

cellato il loro ruolo sociale e,una volta di più, non sarebbe da-ta alcuna risposta a quei 4,5 mi-lioni di persone che non posso-no spendere per i medicinalipiù di poche decine di euroall'anno».

Il manager dì Conad auspicaquindi il delisting dei medicinalidalla fascia C a farmaci da ban-co (Sop o Otc), così come acca-de in molti Paesi europei. Un'al-tra soluzione suggerita da Pu-gliese è quella di' invitare" le far-macie a praticare quegli scontiche una legge dello Stato (lan.214 del 22 dicembre 2011)consente loro e sostenere le or-gani zzazürm, enti e associazioniumanitarie vicine ai più biso-gnosi anche attraverso la dispen-sazione di farmaci indispensabi-li per curarsi-

_

Farmacie Pagina 24

I NUMERI DELLE PARAFARMACIE CONAD Dati 2017

• Prima apertura : ipermercato di Modena Ottobre 2006n Ultima apertura: Montenere di Bisaccia (CR) 8 novembre 2017n Parafannacie in attività al 20 novembre 2017 117

n Ripartizione: in supermarket e superstore 94• In ipermercati 23a Aperture a fine 2017 5 (122 in totale)n Fatturato al 31 ottobre 2017 63 milioni di giuro• Sconto medio 22% (min 5% - max 40%)

n Peso farmaci Ote e Sop 29%n Numero clienti all'anno 6 milionin Numero di farmacisti impiegati 350

81 F

LA CONCORRENZA BLOCCATA"Per ognuno di questi settori indichi, in una scala da 1 a 5, seè presente più di un regime di concorrenza odi oligopolio"

;Concorrenza OllgopoIloo1 2 . 3 4 5

FARMACEUTICA

MOTORI RICERCA

BANCHE •.......... ............... .....................ENERGIA 5Ti

ASSICURAZIONI............................................GRANDE DISTRIB.

MANIFATTURA 3 iCOMMERCIO

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Nel gruppo117 aperturedal 2006

All'interno dei gruppo Conadci sono 117 parafarmacie, ilcui numerosallrà di altrecinque unità entro la finedell'anno . La prima aperturarisale all'ottobre 2006all'interno dell'ipermercatodi Modena , l'ultima è dell'8novembre scorso aMontenerodi Bisaccia Inprovincia di Campobasso. Leparafarmacle Conad sonocosì ripartite: 94 sonoall'interno di supermercati osuperstore e le restanti 23dentro gli Ipermercati per untotale di 350 personeImpiegate . Dal 1 gennaio al3lottobre ili loro giro d'affariè stato pari a 63 milioni dieuro , una cifra che dovrebbecrescere fino a 75 milioni afine dicembre . Questo valoreè costituito per il 29% dallevendite dei farmaci Otc eSop. Nelle farmacie Conad sirecano ogni anno 6 milioni diclienti, attratti soprattuttodal prezzi . Lo sconto medioèinfatti del 22% e i ribassivanno da un minimo del 5% aun massimo del 40%a. (m.fr.)

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L'AD DI CONAD FRANCESCOP1JGLIESE È DURISSIMO:"SI È CREATO lJNO SCENARIOFAVORITO DA ESPONENTIPOLITICI CIJE STANNOCERCANDO DI CANCELLAREL'ESPERIENZA DELLEPARAFARMACIE, ELEMENTODI MODERNIT À E VIVACITÀECCO LE CONTROMISURE"

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Farmacie Pagina 25

1 IL PROGRAMMA]

Tre giorni di corsi e seminari , la formazione dei docenti al centro dell'attenzioneLaformazione dei docenti sarà tra itemi centrali di Job&Orienta. Durantela tre-giorni si terranno dei corsiorganizzati dalla Direzione generaleper il personale scolastico delministero, insieme all ' Ufficioscolastico regionale per il Veneto. Siparte dall'incontro di giovedì alle9,30 in sala Mozart , intitolato"L'alternanza degli studenti.Domande e risposte , per innovare la

didattica , le competenze dei docenti,gli strumenti ", in cui troverà spazioanche la voce dei giovani . Venerdì,alle 15,30 in sala Mozart, altroappuntamento intitolato "Dall'idea alprototipo : pensiero computazionale,competenze e creatività con larobotica ". Promossa dall'Usr Venetoci sarà la presentazione dell'Agendadel Dirigente scolastico perorganizzare l'alternanza nelle scuole

del Veneto :, documento utile pergestire al meglio l 'organizzazione. Ilministero dell'istruzione offrirà poi,presso il suo stand , dei seminarid'aggiornamento, che prevedonol'utilizzo di visori 3D. I n Salettaformazione docenti si parlerà deglistrumenti per migliorare i progetti dialternanza e la collaborazione trascuola eterritorio . (st.a.)

Formazione Pagina 26

Sanità . Le offerte in linea con la legge Gelli, in attesa dell'approvazione dei decreti attuativi

Medici, si parte con le nuove polizzeFilippo MartiniBianca Lucia Mazzei

Medici, infermieri e tutti co-loro che lavorano nell'area sani-taria sia come dipendenti sia co-me liberi professionisti possonoiniziare a sottoscrivere nuove po-lizze in linea con la legge 24/2017.Ovvero con l'estesione del perio-do di garanzia previsto dalla "ri-forma Gelli": copertura dei diecianni precedenti la polizza e deidieci successivi alla fine dell'atti-vità. Nonostante il ritardo dei de-cretiattuativi (dovevavo arrivarea luglio), infatti, il mercato assicu-rativo comincia ad attrazzarsi.

Quello sanitario è un settoremolto frammentato in cui il livel-lo di rischio è fortemente legatoalla specializzazione. Tant'è chein alcuni campi come ginecolo-gia, ortopedia o neurochirurgia èdifficile trovare una copertura.Per questo Enpam (la cassa dipre-videnza dei medici), una voltausciti i decreti, bandirà una garaper mettere a punto polizze checoprano ciascuna specialità.

L'attuazioneSecondo Federico Gelli,promo-tore della legge e responsabile sa-nitàdelPd,itreprovvedimentiat-tuativi «confluiranno in un de-creto unico che puntiamo a far ap-provare a gennaio 2018».

Il decreto dovrà indicare i re-quisiti minimi delle polizze e del-le classi di rischio con i relativimassimali, oltre a fissare le regolesul trasferimento del rischio incaso di subentro contrattuale.

Per favorire la concorrenza edevitare che un cambio di polizzadetermini una riduzione dellacopertura, nel decreto potrebbeentrare anche lacosiddetta "dee-ming clause", ossia la coperturadelle richieste relative a fatti se-gnalati mentre lapolizza èvigen-te anche se presentate dopo lasua chiusura. «Il tema dei fattinoti è un aspetto cruciale: saràimportante vedere come sarà di-sciplinato» spiega Andrea Roc-co responsabile enti pubblici delbroker Marsh.

Il decreto, con molta probabi-lità, fisserà anche la data entrocui l'obbligo assicurativo previ-sto dalla legge 24 per le strutturesanitarie e per chi svolge le pro-

fessioni sanitarie sarà definitiva-mente operativo.

Gli elementi da esaminareMa quali sono le clausole davalu-tare per scegliere la polizza giu-sta? La decisione dipende innan-zitutto dal tipo di attività svolta:se libero professionali ha biso-gno di una copertura completa,mentre se è dipendente basta latutela per colpa grave. Vista lamolteplicità di specializzazionièinoltre fondamentale un'esatta echiara descrizione delle attivitàcoperte dalla polizza.

Va quindi prestata attenzionealla presenza dei requisiti diestensione della durata previstidalla legge Gelli: la copertura re-troattiva degli eventi accaduti neidieci anni precedenti la chiusuradel contratto e la copertura "ul-trattiva" dei risarcimenti chiestinei dieci anni successivi la finedell'attività per fatti verificatisimentre la polizza era valida.

Per evitare 1-abbandono" do-po un sinistro (evento frequentenel settore sanitario) è meglioprevedere il divieto di recessosuccessivo alla denuncia.

L'offertaIn attesa dei decreti il mercatosta già cominciando ad offrireprodotti allineati con le novitànormative e con i contenuti chepotrebbero entrare nei decretiattuativi, come la deeming clau-se «Per chi svolge professionisanitarie la legge 24 già fornisceelementi sufficienti - dice Gior-gio Moroni responsabile dellaSpecialty Professional Servicesdi Aon -. La nostra propostacomprende retroattività decen-nale, ultrattività automatica edeeming clause».

Una proposta ad hoc per medi-ci dipendenti che svolgono ancheattività professionale non invasi-va arriva daAssiteca: «è una dellenostre tre convenzioni», spiegaEnzo Grilli, direttore della divi-sione Sanità. «Presenteremo unapolizza adeguata alla norma Gelli- dice Attilio Steffano, ammini-stratore di Assimedici - sia perquanto riguarda retroattività cheultrattività e che conterrà anchela deeming clause».

RNROOUZIO NE RISERVATA

Equommp n oa perlmcu'o so-etto

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Prevenzione professionisti Pagina 27

Come valutare le coperture assicurative

OGGETTO

L'oggetto della polizza indicai lrischio professionale che lacompagnia di assicurazionecopre nell'ipotesi di erroredell'assicurato. Deve quindidescrivere i n modo dettagliatoed esauriente l'attività tecnicasvolta (specialità, tipologiadiagnostica oterapeutica,chirurgicoinvasiva, ecc).Nell'apposita sezione delcontratto devono essere inoltreindicati con chiarezza ancheilluogooi luoghi in cui vieneesercitata (intramoenia ovveropresso studi privati)

DURATA TEMPORALE

La durata della copertura indicail period o i n cui il si nistro vienegarantito. In basealla legge 24la polizza devecoprire i sinistrirelativi a fatti avvenuti nei diecianni precedenti la polizza(retroattività) e le richieste dirisarcimentoavanzate nei diecianni successi la fine dell'attivitàpurché relativi a fatti avvenutimentre la polizza era vigente(ultrattività). La leggeconcorrenza obbliga inoltrel'assicuratore ad offri reun'ultrattività decennale nonlegata alla fine attività

MASSIMALE/FRANCHIGIA

Il massi ma le è il va loremassimo della protezioneeconomica offerta dallapolizza, mentre la franchigiaindica la soglia al disottodella quale l'assicuratorisponde in proprio. Bisognaprestarvi massimaattenzione. Possono essereindicati sia per sinistro cheperanno. Perquantoriguardai massimali spettaai decreti attuativi dellalegge Galli stabilire i valoriminimi obbligatori

SPESE PER ASSISTENZA

Un elemento importante è lacopertura dei costi difensivinecessari per le consulenzetecniche medico-legali, o per lespese di giudizio. Si tratta diuna clausola accessoria rispettoalla garanzia principale (ossiala copertura dei danni causatidall'attività professionale). Lespese possono essere copertecon un impegno espressoassuntoin polizza otramite unagaranzia cosiddetta "tutelalegale" sti pu lata a parterispetto Rc professionale

CAMBIO DI POLIZZA

Il decreto attuativo potrebbeprevedere la "deemingclause" una clausola diderivazione anglosassonefinalizzata a facilitare ilpassaggio da una polizzaall'altra poiché evita perditedi copertura. Consente didenunciare fatti (avvenutidurante la durata delcontratto) capaci di generaresinistri che verranno copertidalla polizza anche se larichiesta di risarcimentiarriverà dopo la sua chiusura

RECESSO POST SINISTRO

Molta attenzioneva posta alleclausole che scattano dopol'accadimento delsinistro eche limitano la copertura. Inprimo luogo quelle checonsentono all'assicuratoredi recedere dal contratto dopola denuncia di un sinistro oche delimitano la copertura,(quando vi è un altroprofessionista responsabile),alla quota di colpa attribuitaall'assicurato ("solidarietàpassiva"). Entrambe possonoessere escluse dal contratto

Prevenzione professionisti Pagina 28

Ascoltateli, non chiedono molto. Sono,semplicemente, i più grandi esperti tecnicidel settore. Eppure gli attuari - il Consiglionazionale dell'Ordine è presiedutoda Giampaolo Crenca - nel gran-de dibattito sulle pensioni di do-mani non sono (quasi) mai coin-volti. Eppure, se c'è da fare uncalcolo, una proiezione, la raffi-gurazione dell'Italia dei pensio-nati di domani, non c'è nessu-no come loro. L'Ordine degliAttuari lo dice chiaramente:se dal punto di vista tecniconon è proponibile l'abolizio-ne dell'adeguamento automati-co dei requisiti di pensionamento alla speranzadi vita, dal punto di vista più strettamente sociale,pur restando assolutamente valido il principio delperseguimento di un equilibrio attuariale, appareragionevole trovare meccanismi più sostenibili esopportabili. Quanto all'analisi dell'aspettativa divita per particolari categorie di lavoratori - possibilesolo se si dispone di dati sufficienti in qualità equantità - l'Ordine degli Attuari condivide lapropo-sta di istituire un'apposita Commissione, di cui ri-tiene che i rappresentanti della professione attua-riale debbano far parte, visto che da anni si occupa-no di questi temi.

Attuari Pagina 29