La Settimana n. 17 del 27 aprile 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 4 maggio 2014 importanza della scelta di sposarsi in chiesa non riguarda solo la decisione di coloro che sono prossimi alle nozze, poiché al matri- monio cristiano è affidata anche la missione di testimoniare nell’a- more coniugale e familiare l’amore di Dio, è la Chiesa tutta che vive in ogni matrimonio cristiano una possibilità di nascere, di vivere e di ri- velarsi attraverso la vita delle nuove famiglie. Ogni uomo, credente o no, ha bisogno di essere raggiunto dall’amore di Dio e la famiglia nella sua vita di amore costituisce uno dei messag- gi più capaci di rivelare le diverse manifestazioni dell’amore di Dio nella vita dell’uomo. (Lettera pastorale “Sposarsi in chiesa” - 1974) L La storia di Benedetta, arrabbiata con Dio e con la Chiesa fino all’incontro con Giovanni Paolo II. Una figura che le ha cambiato la vita per sempre, anche se non lo ha mai conosciuto di persona Io, convertita da San Giovanni Paolo II enedetta Agretti, livornese, 39 anni, racconta come è cambiata la sua vita dopo aver «incontrato» Giovanni Paolo II e di come la sua testimonianza sia stata inserita tra i documenti per la canonizzazione. Tu sei molto legata alla figura di Giovanni Paolo II. Perché? Puoi raccontarci la tua storia? «La storia del mio legame speciale con papa Giovanni Paolo comincia con la fine della sua esistenza terrena. Fino a quel 2 aprile 2005, cioè per circa 30 anni della mia vita, non mi ero mai curata di Dio, della chiesa né tantomeno del papa: ero un’atea convinta. La vita mi aveva assestato un paio di colpi bassi con la morte di mio padre e di mia nonna paterna, entrambi per cancro, quando avevo rispettivamente 11 e 17 anni. Le loro morti repentine mi avevano lasciata disorientata, con un gran senso di vuoto e di rabbia, che avevo diretto verso il capro espiatorio più comodo: Dio. Non poteva esistere un Dio che è amore, dov’era l’amore laddove c’era solo il vuoto della morte che stringeva il cuore? Quante volte, in lacrime, Gli ho urlato tutta la mia rabbia … e mi rispondeva soltanto il silenzio, almeno così sembrava. Figurarsi quindi se seguivo il papa, lui mi sembrava solo un vecchio cocciuto che si ostinava a credere in qualcosa di inesistente. Così, quando le sue condizioni si aggravarono io non me ne curai più di tanto, non vidi le sue ultime, strazianti apparizioni, continuai a B voltargli le spalle come avevo fatto nei 27 anni precedenti. Poi, più per curiosità che per altro, durante la giornata del primo aprile, mi misi a guardare i servizi da piazza San Pietro, ormai affollata di pellegrini. Guardavo e non capivo: ma perché tutta quella gente attorno ad un vecchio che stava morendo? Mi sembrava decisamente un’esagerazione, invece non mi accorsi che Karol,a modo suo, stava già incrinando il mio muro di false certezze. La sera del 2 aprile ero di nuovo davanti alla tv, cercando di mascherare una certa inquietudine che si faceva sempre più pressante col passare dei minuti. Verso le 21 e 45 ricordo che arrivò un’agenzia ANSA, che comunicava la morte del papa alle 21 e 37 per arresto cardiocircolatorio. Ricordo di essermi aggrappata inconsciamente all’ultimo filo di speranza … dalla piazza nessuno aveva ancora annunciato nulla, quindi poteva essere una bufala dei giornalisti, ma quell’orario era preciso … troppo preciso. Un campanello d’allarme cominciò a suonare in un angolo remoto dell’anima, fino a quando monsignor Sandri, in lacrime, dette l’annuncio tanto temuto: Karol era veramente morto. Ecco, in quel momento io ricordo soltanto come lo scoppio di una bomba, la cui onda d’urto mi prese in pieno: cominciai a piangere, così come non avevo mai pianto in vita mia. Provai un dolore infinito, sullo schermo scorrevano le immagini di Karol e io potevo solo guardarle, piangere senza più difese e darmi della stupida perché il cuore aveva già intuito ciò che la ragione ha messo più tempo per capire: Dio esiste e non era quel burattinaio senza scrupoli che mi ero figurata per tutto quel tempo. È stato come se Karol mi avesse abbracciato e guardandomi mi avesse detto di buttar via tutta la rabbia, il rancore che mi avevano avvelenato la vita fino a quel momento. Ho continuato a piangere per quasi tutta la notte, liberando finalmente il cuore e l’anima. Allora non capivo coscientemente cosa era accaduto, solo nei giorni successivi cominciai ad avvertire un barlume di chiarezza in mezzo a tanto stordimento. Seguii tutte le cerimonie dei novendiali, ascoltando messe, preghiere, salmi e commuovendomi a ogni parola del Signore. Il giorno dei funerali ascoltai le meravigliose parole del futuro Benedetto XVI guardando il vento che soffiava impetuoso, sfogliando le pagine del Vangelo sulla bara di quell’uomo che stavo cominciando ad amare veramente come un padre. La sera di quel giorno presi d’impulso carta e penna e cominciai a scrivergli come si fa con una persona cara ma soprattutto viva: gli dissi che ormai vedevo chiaramente la via che avevo davanti ma che avevo bisogno del suo aiuto per percorrerla, che sapevo di essere indegna di chiedere una cosa simile, ma ero sicura che nella sua infinita bontà, lui non avrebbe mai lasciato la mia mano … sono passati nove anni e, nonostante gli sbagli e le cadute, posso dire che è stato veramente così». La tua testimonianza di conversione è stata inserita nel dossier di Giovanni Paolo II. Com’è andata? Ti senti in un certo senso una “miracolata”? «Ho saputo indirettamente che la mia testimonianza era stata inserita nella documentazione ufficiale della causa di beatificazione. Ero abbonata alla rivista della causa, Totus Tuus, curata dal postulatore mons. Oder. Fu lì che vidi pubblicata per la prima volta la lettera con la mia testimonianza che avevo inviato alla Congregazione per le cause dei Santi: fu un’emozione enorme, perché le lettere che arrivavano erano veramente decine di migliaia e non era scontato che scegliessero proprio la mia. In seguito, il vaticanista Andrea Tornielli si rifece probabilmente a quella documentazione per scrivere il suo libro “Santo subito!”, il quale comprendeva appunto alcune testimonianze della santità di Giovanni Paolo. Ma l’emozione più grande l’ho avuta quando, acquistando il libro di A. Zapotoczny “Vivi dentro di noi”, il quale comprendeva la documentazione ufficiale e definitiva della causa di beatificazione, ho trovato anche la mia lettera: è stato come se, una volta di più, Karol mi avesse assicurato che il nostro è un legame veramente speciale, che niente potrà mai spezzare. Se mi sento un miracolata? Beh, ho imparato che, tecnicamente, quanto mi è successo viene definito una grazia. Tuttavia nella mia ignoranza sento che la sostanza è la stessa: sì, mi sento una miracolata perché tramite Karol ho avuto realmente una nuova vita. È un cammino che a volte costa fatica, perché la fede non è una pozione magica che fa sparire di colpo tutti i problemi, né tantomeno la mia conversione repentina mi ha messo al sicuro una volta per tutte dagli sbagli, ma ogni volta che cado so che posso contare su una persona speciale che mi aiuta a rialzarmi e a rimettermi su quella via che vidi con tanta chiarezza 9 anni fa. In fondo, a pensarci bene, sentirsi amati è il miracolo più grande, l’unico di cui abbiamo tutti un immenso bisogno». Oggi come vivi questa canonizzazione? « Sto vivendo questi giorni veramente come un tempo di grazia. Ai miei occhi, ma non solo ai miei, lui è sempre stato un Santo … anche se io l’ho capito tardi. Tuttavia adesso lo sarà ufficialmente anche per la Chiesa e questo può solo che dare gioia. Sì, la sua canonizzazione nel giorno della Divina Misericordia sarà veramente una festa, la festa della vita, perché nessuno muore mai realmente finché rimane nel cuore degli altri … e Karol è rimasto nel cuore di tutti noi». Oggi sei moglie e mamma. Come comunichi intorno a te la grazia che hai ricevuto? «Ricordo che una delle prime decisioni che ho preso subito dopo la conversione, è stata quella di battezzare mia figlia, che all’epoca aveva due anni e mezzo e al cui battesimo io mi ero sempre fermamente opposta. Mi rendo conto che la grazia che il Signore mi ha voluto generosamente donare non la comunico soltanto con comportamenti esterni, come ad esempio andare a Messa (detto per inciso, chi mi ha conosciuto prima mai avrebbe creduto di vedermi dentro una qualsiasi chiesa!). Il cambiamento è stato interno e radicale, talmente profondo che ormai condiziona il mio modo di vedere e affrontare la vita. Karol diceva che l’amore non si può insegnare, ma che è la cosa più importante da imparare … ecco, la sostanza del suo insegnamento sta tutta lì, sconvolgente nella sua semplicità, ed è quanto cerco di imparare e comunicare ogni giorno a chi mi sta accanto. Ogni tanto, per scherzo, mio marito alza gli occhi al cielo e rivolgendosi a Karol gli dice in tono di finto rimprovero: “ Ma che ti è venuto in mente di convertirla? Hai creato un mostro!”. E io so che lassù, anche Karol ci guarda sornione e se la ride di gusto». I due Papi santi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

4 maggio 2014

importanza della scelta di sposarsi in chiesa non riguarda solo ladecisione di coloro che sono prossimi alle nozze, poiché al matri-

monio cristiano è affidata anche la missione di testimoniare nell’a-more coniugale e familiare l’amore di Dio, è la Chiesa tutta che vive inogni matrimonio cristiano una possibilità di nascere, di vivere e di ri-velarsi attraverso la vita delle nuove famiglie.Ogni uomo, credente o no, ha bisogno di essere raggiunto dall’amoredi Dio e la famiglia nella sua vita di amore costituisce uno dei messag-gi più capaci di rivelare le diverse manifestazioni dell’amore di Dionella vita dell’uomo.

(Lettera pastorale “Sposarsi in chiesa” - 1974)

’L

La storia di Benedetta, arrabbiata con Dio e con la Chiesa fino all’incontro con Giovanni Paolo II.Una figura che le ha cambiato la vita per sempre, anche se non lo ha maiconosciuto di persona

Io, convertitada San Giovanni Paolo II

enedetta Agretti, livornese,39 anni, racconta come ècambiata la sua vita dopoaver «incontrato» Giovanni

Paolo II e di come la suatestimonianza sia stata inserita trai documenti per la canonizzazione.

Tu sei molto legata alla figuradi Giovanni Paolo II. Perché?Puoi raccontarci la tua storia?«La storia del mio legamespeciale con papa GiovanniPaolo comincia con la fine dellasua esistenza terrena. Fino aquel 2 aprile 2005, cioè percirca 30 anni della mia vita, nonmi ero mai curata di Dio, nédella chiesa né tantomeno delpapa: ero un’atea convinta. Lavita mi aveva assestato un paiodi colpi bassi con la morte dimio padre e di mia nonnapaterna, entrambi per cancro,quando avevo rispettivamente11 e 17 anni. Le loro mortirepentine mi avevano lasciatadisorientata, con un gran sensodi vuoto e di rabbia, che avevodiretto verso il capro espiatoriopiù comodo: Dio. Non potevaesistere un Dio che è amore,dov’era l’amore laddove c’erasolo il vuoto della morte chestringeva il cuore? Quante volte,in lacrime, Gli ho urlato tutta lamia rabbia … e mi rispondevasoltanto il silenzio, almeno cosìsembrava. Figurarsi quindi seseguivo il papa, lui mi sembravasolo un vecchio cocciuto che siostinava a credere in qualcosadi inesistente. Così, quando lesue condizioni si aggravaronoio non me ne curai più di tanto,non vidi le sue ultime, straziantiapparizioni, continuai a

Bvoltargli le spalle come avevofatto nei 27 anni precedenti.Poi, più per curiosità che peraltro, durante la giornata delprimo aprile, mi misi aguardare i servizi da piazza SanPietro, ormai affollata dipellegrini. Guardavo e noncapivo: ma perché tutta quellagente attorno ad un vecchio chestava morendo? Mi sembravadecisamente un’esagerazione,invece non mi accorsi cheKarol,a modo suo, stava giàincrinando il mio muro di falsecertezze. La sera del 2 aprile ero di nuovodavanti alla tv, cercando dimascherare una certainquietudine che si facevasempre più pressante colpassare dei minuti. Verso le 21 e45 ricordo che arrivòun’agenzia ANSA, checomunicava la morte del papaalle 21 e 37 per arrestocardiocircolatorio. Ricordo diessermi aggrappatainconsciamente all’ultimo filodi speranza … dalla piazzanessuno aveva ancoraannunciato nulla, quindipoteva essere una bufala deigiornalisti, ma quell’orario erapreciso … troppo preciso. Uncampanello d’allarme cominciòa suonare in un angolo remotodell’anima, fino a quandomonsignor Sandri, in lacrime,dette l’annuncio tanto temuto:Karol era veramente morto.Ecco, in quel momento ioricordo soltanto come loscoppio di una bomba, la cuionda d’urto mi prese in pieno:cominciai a piangere, così comenon avevo mai pianto in vita

mia. Provai un dolore infinito,sullo schermo scorrevano leimmagini di Karol e io potevosolo guardarle, piangere senzapiù difese e darmi della stupidaperché il cuore aveva già intuitociò che la ragione ha messo piùtempo per capire: Dio esiste enon era quel burattinaio senzascrupoli che mi ero figurata pertutto quel tempo. È stato comese Karol mi avesse abbracciato eguardandomi mi avesse detto dibuttar via tutta la rabbia, ilrancore che mi avevanoavvelenato la vita fino a quelmomento. Ho continuato apiangere per quasi tutta la notte,liberando finalmente il cuore el’anima. Allora non capivocoscientemente cosa eraaccaduto, solo nei giornisuccessivi cominciai ad avvertireun barlume di chiarezza inmezzo a tanto stordimento.Seguii tutte le cerimonie deinovendiali, ascoltando messe,preghiere, salmi ecommuovendomi a ogni paroladel Signore. Il giorno deifunerali ascoltai le meraviglioseparole del futuro Benedetto XVIguardando il vento che soffiavaimpetuoso, sfogliando lepagine del Vangelo sulla bara diquell’uomo che stavocominciando ad amareveramente come un padre. Lasera di quel giorno presid’impulso carta e penna ecominciai a scrivergli come si facon una persona cara masoprattutto viva: gli dissi cheormai vedevo chiaramente lavia che avevo davanti ma cheavevo bisogno del suo aiuto perpercorrerla, che sapevo di essere

indegna di chiedere una cosasimile, ma ero sicura che nellasua infinita bontà, lui nonavrebbe mai lasciato la miamano … sono passati noveanni e, nonostante gli sbagli e lecadute, posso dire che è statoveramente così».

La tua testimonianza diconversione è stata inseritanel dossier di Giovanni PaoloII. Com’è andata? Ti senti inun certo senso una“miracolata”?«Ho saputo indirettamente chela mia testimonianza era statainserita nella documentazioneufficiale della causa dibeatificazione. Ero abbonataalla rivista della causa, TotusTuus, curata dal postulatoremons. Oder. Fu lì che vidipubblicata per la prima volta lalettera con la miatestimonianza che avevoinviato alla Congregazione perle cause dei Santi: fuun’emozione enorme, perché lelettere che arrivavano eranoveramente decine di migliaia enon era scontato chescegliessero proprio la mia. Inseguito, il vaticanista AndreaTornielli si rifece probabilmentea quella documentazione perscrivere il suo libro “Santosubito!”, il quale comprendevaappunto alcune testimonianzedella santità di Giovanni Paolo.Ma l’emozione più grande l’hoavuta quando, acquistando illibro di A. Zapotoczny “Vividentro di noi”, il qualecomprendeva ladocumentazione ufficiale edefinitiva della causa di

beatificazione, ho trovato anchela mia lettera: è stato come se,una volta di più, Karol miavesse assicurato che il nostro èun legame veramente speciale,che niente potrà mai spezzare.Se mi sento un miracolata? Beh,ho imparato che, tecnicamente,quanto mi è successo vienedefinito una grazia. Tuttavianella mia ignoranza sento chela sostanza è la stessa: sì, misento una miracolata perchétramite Karol ho avutorealmente una nuova vita. È uncammino che a volte costafatica, perché la fede non è unapozione magica che fa spariredi colpo tutti i problemi, nétantomeno la mia conversionerepentina mi ha messo al sicurouna volta per tutte dagli sbagli,ma ogni volta che cado so cheposso contare su una personaspeciale che mi aiuta a rialzarmie a rimettermi su quella via chevidi con tanta chiarezza 9 annifa. In fondo, a pensarci bene,sentirsi amati è il miracolo piùgrande, l’unico di cui abbiamotutti un immenso bisogno».

Oggi come vivi questacanonizzazione? « Sto vivendo questi giorniveramente come un tempo digrazia. Ai miei occhi, ma nonsolo ai miei, lui è sempre statoun Santo … anche se io l’hocapito tardi. Tuttavia adesso losarà ufficialmente anche per laChiesa e questo può solo chedare gioia. Sì, la suacanonizzazione nel giornodella Divina Misericordia saràveramente una festa, la festadella vita, perché nessuno

muore mai realmente finchérimane nel cuore degli altri … eKarol è rimasto nel cuore ditutti noi».

Oggi sei moglie e mamma.Come comunichi intorno a tela grazia che hai ricevuto?«Ricordo che una delle primedecisioni che ho preso subitodopo la conversione, è stataquella di battezzare mia figlia,che all’epoca aveva due anni emezzo e al cui battesimo io miero sempre fermamenteopposta. Mi rendo conto che lagrazia che il Signore mi havoluto generosamente donarenon la comunico soltanto concomportamenti esterni, comead esempio andare a Messa(detto per inciso, chi mi haconosciuto prima mai avrebbecreduto di vedermi dentro unaqualsiasi chiesa!). Ilcambiamento è stato interno eradicale, talmente profondo cheormai condiziona il mio mododi vedere e affrontare la vita.Karol diceva che l’amore non sipuò insegnare, ma che è la cosapiù importante da imparare …ecco, la sostanza del suoinsegnamento sta tutta lì,sconvolgente nella suasemplicità, ed è quanto cerco diimparare e comunicare ognigiorno a chi mi sta accanto.Ogni tanto, per scherzo, miomarito alza gli occhi al cielo erivolgendosi a Karol gli dice intono di finto rimprovero: “ Mache ti è venuto in mente diconvertirla? Hai creato unmostro!”. E io so che lassù,anche Karol ci guarda sornionee se la ride di gusto».

I due Papisanti

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA LIVORNOTOSCANA OGGI4 maggio 2014II

— uest’anno, il vescovomonsignor Simone Giustiha voluto porgere gliauguri di Pasqua in unmodo un po’ speciale:

inaugurando e donando allaCaritas due piccoli appartamentiricavati da un vecchio magazzinodella curia e adesso a disposizioneper l’emergenza abitativa.

All’inaugurazione erano presentialcune autorità, i dipendenti evolontari della curia, iresponsabili Caritas ed anche irappresentanti delle confessionicristiane presenti a Livorno: lapastora Battista Giorgi, il pastoreValdese Bouchard, padre Cipriandella chiesa Ortodossa Rumena,invitati dal Vescovo perché gliauguri arrivassero veramente atutti, anche ai fratelli delle chiesesorelle.I due piccoli appartamenti, il cuicosto di ristrutturazione sostenutodalla Diocesi ammonta intorno ai100.000 Euro, saranno gestiti dallaCaritas diocesana in convenzionecon il Comune di Livorno esaranno riservati alle emergenzeabitative temporanee.

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Gli auguri di Pasqua del Vescovo...con sorpresa!

NOVITÀ per la Caritas

di c.d.

Due appartamenti in più per l’emergenzaabitativa

Azione CATTOLICA L’ assemblea nazionale con papa Francesco

La gioia di vivereal 30 aprile al 2 maggiosi tiene a Roma la XVassemblea nazionaledell’Azione Cattolica.

Dopo i necessari passaggiparrocchiali, diocesani eregionali, che nei mesi scorsihanno impegnato tutte le realtàlocali dell’associazione eportato all’elezione dei rispettiviorganismi direttivi, è ora la voltadel livello più alto, quellonazionale, in cui i delegatiprovenienti da tutte le diocesiitaliane si ritroveranno insiemeper verificare il cammino fattodall’associazione nell’ultimotriennio e tracciarne le lineeprogrammatiche future. Il titolo dell’assemblea sarà«Persone nuove in Cristo Gesù.Corresponsabili della gioia divivere», e vedrà lapartecipazione anche del nuovoAssistente Generale, mons.Mansueto Bianchi, fino a pochigiorni fa Vescovo di Pistoia. Altriinterventi significativi, oltre allaconsueta relazione delPresidente nazionale uscenteFranco Miano, saranno quelladel Segretario generale dellaCEI, mons. Nunzio Galantino,quella del Segretario di Statovaticano, card. Pietro Parolin, equella del Presidente della CEI,card. Angelo Bagnasco. Nella bozza di documentoassembleare che è alla base delladiscussione dei delegati sitrovano già alcune indicazioniforti sul cammino che l’ACintende percorrere nel prossimotriennio. A partire dallacitazione iniziale, le parole chepapa Francesco ha pronunciatoin occasione del recenteconvegno ecclesiale delladiocesi di Roma: Il cristiano deveessere rivoluzionario per la grazia(…). La grazia fa di noi

Drivoluzionari (…) perché cambia ilcuore. Un cuore che ama, un cuoreche soffre, un cuore che gioisce congli altri, un cuore colmo ditenerezza per chi, portandoimpresse le ferite della vita, si sentealla periferia della società. Sullabase di questa esortazione, ilaici di AC, corresponsabili della

missione evangelizzatrice dellaChiesa, sentono rivolti lorosoprattutto due insegnamentidell’ultimo Concilio: lacomprensione della Chiesacome popolo di Dio incammino nella storia di tuttifino alle estreme periferie delmondo, e la comprensione

della quotidianità come luogodella loro chiamata alla santità.L’indole secolare, riconosciuta eindicata dai testi conciliari comecarattere tipico del laico, oggichiede di essere ancor piùapprofondita e valorizzata nelcammino di fede ordinariodelle nostre comunità. Inquesto senso i laici di AC sisentono invitati acompromettersi maggiormentenelle questioni del propriotempo, accogliendo e abitandola complessità di quest’epocacome opportunità, tempofavorevole in cui vivere etestimoniare la gioia e labellezza dell’essere radicati inCristo, facendosi compagni distrada delle persone che abitanoi quartieri, i paesi e le città. Uncammino da compiere conl’atteggiamento di misericordia,essenzialità e semplicità a cuipapa Francesco ci richiama conforza sin dai primissimi giornidel suo pontificato. L’assemblea nazionale siconclude sabato 3 maggio,giorno in cui assieme ai delegaticonvengono a Roma anche ipresidenti e assistentiparrocchiali per un incontroconclusivo con papa Francesconell’aula Paolo VI.Quest’iniziativa intendeesprimere l’essere profondodell’Azione Cattolica,associazione da sempre legataalle parrocchie e ai territori, erispondere proprio all’accoratoinvito del Papa a vivere per «unaChiesa in uscita», che incontri lepersone come sono e dovestanno, nelle parrocchie, neiterritori, nei luoghi di vita, nelleperiferie. E questo soprattuttoattraverso le sue associazionilocali.

Gabriele Maremmani

Il 2 maggio si eleggono i nuovi responsabili nazionali.Tutti i nomi dei responsabili della Diocesi di Livorno

I nomi dei nuovi responsabili diocesaniPresidente Antonio Martella, Segretario Giacomo Foresi, Consiglieri: Simone Grimaldi, Lavinia Bernardini, SerenaGodioli, Michele Roffi, Angelo Gaudio, Michele Martella,Mirella Tonini, Maria De Biasi, Leonardo Cavallini, AlessioPuccini, Veronica BolognesiAmministratore Gabriele Maremmani, Assistente Adulti don Gabriele Bezzi, Assistente Giovani don Michele Esposto, Assistente ACR don Rosario Esposito

INVITATI A GETTARE LE RETIenerdi 25 aprile, icatechisti della nostra

diocesi e gli operatoripastorali della Caritas hannopartecipato alla gitaorganizzata dall’Ufficiocatechistico diocesano e laPharus viaggi.Sveglia all’alba perraggiungere in pullman gliamici di Rosignano, tra cui iragazzi della pastoralegiovanile di Marittimo.Anche il viaggio é stato unbel momento comunitario:prima la preghiera delle lodimattutine, poi qualchechiacchiera e risata tra di noi.Arrivati a Sant’Antimo,siamo stati accolti da ValeriaCresti, membro dell’UCD,che ha una casa propriovicino all’abbazia, nelpaesino Castelnuovodell’Abate, e che si trovava con la famiglialì a passare le vacanze. La parte più bella e importante della gita éstata la messa recitata in latino, unaliturgia accompagnata da meravigliosicanti gregoriani che elevano l’anima finoal cielo. Don Fabio Menicagli e donFederico Locatelli hanno concelebrato lasanta messa insieme con i canonici diS.Norberto. L’obiettivo di questa gita éstato proprio mostrare come la liturgia, lapreghiera, la catechesi e la carità sianolegate e fondamentali in un percorsoeducativo cristiano e mistico. La liturgia disant’Antimo diventa evangelizzazioneattraverso il canto gregoriano, che non haritmo, ma é così leggero da elevare versol’alto. Lo stesso Gesù Cristo, che ésollevato dalla croce, pare che tenda versol’alto. Il Vangelo del giorno (Gv 21,1-14)è stato simbolico per noi presenti:nell’abbazia ha fatto eco il versetto "gettatele reti" ripetuto dal canonico che ha fattol’omelia e che si è rivolto proprio a noi

della diocesi diLivorno,invitandociproprio a gettarele reti e a nonperdere lasperanza.Dopo la messaabbiamo avuto iltempo libero peril pranzo e losvago presso unbellissimo olivetoin apertacampagna.Successivamente, nel pomeriggio, uncanonico ci ha raccontato la storiadell’Abbazia e ci ha fatto da guida.I canonici che vivono a sant’Antimo sonodei preti che vivono un’esistenzacomunitaria, svolgono servizio in treparrocchie nel territorio di Montalcino eseguono la Regola di sant’Agostino.Indossano un saio bianco come gli angeli,

per testimoniare laresurrezione mistica.L’abbazia é in stileromanico tendente algotico, si trova nella ValleStarcia dove si stagliagrandiosa in unacampagna di rarabellezza; ha avuto unastoria particolare, pare siastata fondata da CarloMagno e che abbia presoil nome da Sant’Antimodi Arezzo martire.Appartenne al ConteBernardo degliArdengheschi, che nel1118 la dono’ all’abateGuidone, che, ispirato

dalla grandeabbaziabenedettina diCluny inFrancia, laampliò fino afarla diventarel’opera d’arte dioggi. L’abbazia sitrova lungo lavia Francigenaverso Roma enegli anni 70 vifurono giratealcune scene delfilm "Fratellosole e sorellaluna". La gita sie’ conclusa conla preghiera dei

vespri nel viaggio di ritorno, in un clima digrande serenità. Infatti, questa giornata,trascorsa tra la natura, ammirando lebellezze del creato, ascoltandomeravigliosi canti gregoriani e una liturgiacontemplativa, ha sollevato veramente inostri cuori, ha elevato la nostra preghiera,facendoci sentire vicinissimi al Signore.

Monica Calvaruso

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LA GITA DEI CATECHISTI E DEGLI OPERATORI CARITAS A SANT'ANTIMO

■ COS’È l’Azione CattolicaAzione Cattolica è un’associazione di laici impegnati a vivere in formacomunitaria l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità.

In Italia l’ACI è presente in 219 diocesi con circa 360.000 aderenti.L’assistente nazionale dell’Associazione è tradizionalmente un Vescovo nominato dalPapa. Proprio recentemente è stato nominato assistente nazionale monsignorMansueto Bianchi, attuale vescovo di Pistoia che subentrerà a monsignor DomenicoSigalini.L’associazione si articola in tre settori: adulti, giovani e ragazzi. Ogni tre anni rinnova ipropri responsabili ad ogni livello: parrocchiale, diocesano, regionale e nazionale. Lasua struttura coincide infatti con quella della Chiesa: il presidente diocesano ènominato direttamente dal Vescovo all’interno di una terna di nomi proposta dalconsiglio diocesano; quello nazionale dalla Presidenza della Conferenza Episcopaleancora all’interno di una terna di nomi proposti dal Consiglio nazionale. L’attualepresidente nazionale è il professor Francesco MianoGli ultimi due Vescovi di Livorno hanno avuto un legame particolare con l’AzioneCattolica: monsignor Diego Coletti, attuale vescovo di Como, è stato assistenteregionale della Lombardia, monsignor Simone Giusti è stato per otto anni assistentenazionale dell’Azione Cattolica RagazziGli associati all’AC credono che sia doveroso epossibile educarsi reciprocamente alla responsabilità, in un cammino personale ecomunitario di formazione umana e cristiana.

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Approfondiamol’Evangelii Gaudium

Aggiornamentoclero e laici

prossimi 6 e 7 maggio si svolgerà il consue-to aggiornamento del clero e dei laici. Gui-

derà l’approfondimento don Marco Sozziche presenterà l’esortazione di Papa France-sco Evangelii Gaudium.Questo il programma:martedì 6 maggio ore 9.30 in vescovado ag-giornamento del cleromartedì 6 maggio ore 18.30 locali parrocchiaS.Lucia aggiornamento per tutti gli operatoripastoralimercoledì 7 maggio ore 9.30 in vescovado ag-giornamento del clero.

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 maggio 2014 III

IL MONDOdella musica

Dalla CoraleDomenico Savioal palcoscenico

ivorno, la città dei poeti, deipittori e dei musicisti. Lacittà di Caproni e diMarradi, di Modigliani e di

Fattori, di Mascagni e di Masini.La città che dell’arte e dei mestieriè musa ispiratrice. Purtroppo oggi iluoghi deputati all’esercizio diqueste magnifiche arti soffrono iventi di crisi. Tuttavia, fra unteatro che chiude e un altro che siridimensiona, Livorno può ancoravantare la nascita di artistid’indubbio valore. Oggi incontriamo il giovanecantante lirico Michele Pierleoni,livornese, trentasette anni, quasitutti dedicati allo studio dell’arte.

Quando è nata la passione perla musica? «Posso dire che la musica è miacoetanea: fin da piccolo miononno materno, LuigiMagherini, intratteneva i nipotifacendo ascoltare brani dimusica classica, lirica esinfonica degli autori piùdisparati. Mio fratello maggiore,Marcello, appassionato dimusica anch’egli, frequentava laCorale Domenico Savio diLivorno. Molto presto lo seguii.Iniziai così ad approfondire laconoscenza di questo mirabilestrumento che è la voce. Peraltrola mia famiglia ha sempreincoraggiato le mie inclinazioni,considerando la musica ancheun mezzo di ausilio allaformazione educativa delbambino».

Parliamo dunque della suavoce: lei è un baritono, untimbro piuttosto raro eapprezzato. Ciò comportamaggiori opportunità di esserescritturato rispetto a untenore? O è vero il contrario,tenuto conto che i protagonistidelle opere sono di solitointerpretati da tenori (sopraniper ruoli femminili), eccezionfatta, s’intende, per il Rigolettodi Giuseppe Verdi?«Nell’opera lirica i ruoliprincipali per il baritono sonotagliati su personaggi non più inerba e, comunque dotati di uncerto "carisma", difficilmente

Lcompatibili con un cantante digiovane età. Questo vale inparticolare per talune operecome il citato Rigoletto che nonho ancora interpretato. Ritengo,infatti, di dover attendere che lamia voce maturi per calarsiperfettamente nella psicologiadel personaggio, al punto direnderlo verosimile. Per quantoconcerne le scritture, nonritengo di essere avvantaggiatoné penalizzato rispetto a untenore, probabilmente le duecircostanze si compensano».

Quanto tempo dedica alla curadella sua voce?«La voce ha bisogno di essereallenata quotidianamente. Ilcantante è come un’atleta, devesempre allenarsi, non soloquando la gara è vicina. Il cantolirico è uno sforzo continuo,teso al superamento di unlimite fisico. D’altro canto ilcantante non puòvocalizzare (cantare sullevocali, non sulle parole o suinomi delle note, ndr) ostudiare a piena voce pertroppo tempo, come,peraltro, i colleghistrumentisti possono fare,perché rischierebbe diusurare il suo strumento».

Qual è la più grandesoddisfazione che haottenuto in questi ultimianni grazie alla sua attivitàartistica?«Un periodo di grandeemozione e piacere della miacarriera artistica è statocertamente quello durante ilavori di allestimento dell’operapucciniana "Gianni Schicchi",con il Maestro GianluigiGelmetti, direttore d’orchestra ecompositore, nello splendidocontesto dell’AccademiaChigiana di Siena».

E un episodio spiacevole di cuiavrebbe volentieri fatto ameno? «Di episodi sgraditi ne ho vissutitanti, ma li considero bagagliodella mia vita. Ritengo che leesperienze negative siano

comunque formative, sia perl’uomo, sia per l’artista».

Lei ha partecipato a numeroseopere liriche, qual è il ruoloche predilige?«Forse il ruolo di GiorgioGermont in "Traviata" diGiuseppe Verdi, è quello chemaggiormente mi attrae.(Giorgio Germont è il padre diAlfredo, giovane gentiluomoche a una festa conosce Violetta,una cortigiana parigina,innamorandosene. Sarà proprioGermont a costringere Violetta alasciare Alfredo a causa del suopassato libertino. Scelta di cui sipentirà sul letto di morte dellaprotagonista. ndr)».

L’ultimo personaggiointerpretato?«Recentemente ho debuttato nel

ruolo di Michele, ne "Il Tabarro"di Puccini, opera dalla tessituramusicale d’indubbio fascino edi grande impegno, sullosfondo dei bassifondi di Parigi.Si tratta di un’opera originale traquelle di Puccini, con l’assenzadi melodie facili, compensateda una profonda densitàdrammatica sul filo delle opereveriste del tempo».

Un nome su tutti tra i baritonipreferiti?«Una domanda cui è davverodifficile rispondere. Molti sonoquelli che hanno dato uncontributo alla storia della liricae che mi affascinano sempre nelrisentirli cantare. Vogliocomunque citare il senese EttoreBastianini, considerato unbaritono verdiano, che portò adaltissimi livelli personaggi qualiil Rodrigo del "Don Carlo",Vargas ne "La forza del destino"e lo stesso Giorgio Germont in"Traviata"».

In un quadro socio-economicocome quello del nostro paese,un artista può vivere di solaarte?«Oggi il mondo della cultura stavivendo un momento davverodifficile, forse il peggiore negliultimi novant’anni. Non è facilevivere di sola arte. Io, a dire ilvero, non ne sono capace e,credo, di non essere il solomusicista a dover ricorrere adaltri impieghi per sbarcare illunario. D’altra parte la crisieconomica che stiamo tuttora

vivendo non ha risparmiatonessuna categoriaprofessionale».

Come giudica il gradimentodella musica classica da partedegli ascoltatori sotto ivent’anni?«I giovani che frequentano iteatri costituiscono un pubblicoeccezionale per vitalità edentusiasmo. Hanno una forteinclinazione a interagire con ilpalcoscenico e un’ottimacapacità di giudizio.Indubbiamente sarebbeauspicabile una maggiorediffusione del gusto musicale trai ragazzi».

Non crede che le ore dedicatealle materie musicali sianoinsufficienti sia nelle scuoleelementari, sia nelle medie

inferiori? I bambini chevogliono imparare acantare o a suonare unostrumento sono di solitocostretti a frequentarescuole private di musica.Questo stato di fattopotrebbe limitarel’apprendimento dellamusica da parte deibambini le cui condizionieconomiche non sonocompatibili con ilpagamento della retta…«Sono perfettamented’accordo con la suaaffermazione. È necessariodare più spazio

all’insegnamento della musicanella scuola dell’obbligo. Tuttigli studenti devono averepossibilità d’avvicinarsi allostudio di uno strumento o delcanto. Indubbiamente allo statodell’arte chi non ha mezzieconomici per permettersilezioni private vede chiudersiuna porta di accesso a una dellearti più belle».

Quali sono i suoi progetti per ilfuturo?«A breve interpreterò ilpersonaggio di Silvio ne "IPagliacci" di RuggeroLeoncavallo e sarò coinvolto inalcuni Galà di lirica. Ho anchealtri progetti allo studio, mapreferisco non parlarne perscaramanzia».

Hai mai visto un concerto dimusica Rock?«No, non ho mai assistito a unconcerto del genere, ma nonescludo che possa accadere».

Il suo peggior difetto? «Forse l’essere un perfezionista».

E il suo miglior pregio?«Quanto ai pregi, lascereiparlare il mio pubblico».

Concludiamo con unadomanda curiosa: cosaconserva di particolare nel suoportafogli?"Confesso di custodire unquadrifoglio in argento comeportafortuna".

Gaetano Mastrorilli

Continua il viaggioalla scoperta

degli artisti locali:conosciamo

Michele Pierleoni,cantante lirico

l presidente del circolo culturale "Il Centro"Enrico Dello Sbarba ha invitato l’assessore

regionale al Lavoro, Gianfranco Simoncini, aesporre il quadro dell’andamentodell’economia della nostra provincia e dellaToscana. Simoncini ha iniziato dicendo chedall’ultima analisi condotta dall’IRPET sullanostra regione, si evince che la situazionenon è peggiore rispetto alle altre regioni delnord ma risente ancora in modo consistentedella crisi. I nostri dati sono dunque inferiorialla media nazionale e migliori delle regionicon le quali ci confrontiamo come l’Emilia eil Veneto.La situazione è invece grave rispetto allavoro in quanto ultimamente si sono persialtri 4 mila posti e dall’inizio della crisi iposti di lavoro persi ammontano a 22 mila.Si registrano alcuni "timidi segnali" diinversione di tendenza riguardo allacomponente lavorativa femminile, ma ingenere l’aumento della disoccupazione èevidente, l’elemento di maggiore criticità ècostituito dai giovani che sono legati alledifficoltà dovute alla crisi e ai contratti atipiciche non danno loro le garanzie di quellinormali.Tra i dati positivi vi è quellodell’export che è tra i migliori in camponazionale, le esportazioni infatti sono di 7/8punti superiori alla media nazionale e sonoaddirittura superiori a quelli rilevati primadella crisi. Esistono indubbiamente deglielementi di forza dell’economia toscanalegati al settore dell’artigianato artistico,della moda e calzaturiero. C’è -ha continuatoSimoncini- il problema della domandainterna che è in calo e che mette in pericolole piccole imprese che esprimono il vero datodella crisi e che hanno anche meno capacitàad affrontare il mercato estero. Se si vuoleripartire c’è dunque bisogno di una nuovapolitica nazionale che cerchi di aggredire eridurre gli elementi negativi.Ma come? Diminuendo la pressione fiscalesulle imprese e sul lavoro, liberando maggioririsorse, diminuendo i costi della burocrazia,diminuendo i costi sull’energia che sono fuoriscala rispetto ai maggiori paesi europei,incentivando le imprese estere ad insediarsisul nostro territorio. E’ vero che ultimamentesi cerca di invertire la tendenza del rigorismoe dei tagli alla spesa, bisogna senz’altroevitare gli sprechi ma nello stesso tempo fareuna scelta di priorità a favore dello sviluppo.Ben venga allora -ha specificato Simoncini-la manovra dei dieci miliardi del GovernoRenzi (sono i famosi 80 euro al mese chebeneficeranno i lavoratori) e i preannunciatiinterventi sul costo dell’energia e dell’Irapche finalmente potranno rilanciare la nostraeconomia nazionale. Non si può lasciare tuttoagli aggiustamenti del libero mercato mafavorire l’intervento pubblico nel recuperarel’attenzione al settore produttivo delleimprese strategiche come di fatto avvienegià in Francia e Germania.La Regione -ha sottolineato l’assessore- sipropone di accompagnare il rilanciodell’economia territoriale ad esempio conl’escavo del porto di Livorno, agevolando poil’accesso al credito da parte delle imprese,innovando il sistema produttivo con ilfinanziamento di particolari progetti diricerca, La Regione vuole riorganizzare leimprese dando spazio alle "reti di impresa",infatti in questo settore la Toscana è secondain Italia dopo l’Emilia Romagna. La Regionepromuove anche l’internazionalizzazionedelle nostre imprese affinché siano presentisui mercati esteri, e lo fa tramite l’organismo"Toscana Promozione" che qualche volta siscontra con le Camere di Commercio chepreferiscono autonomamente coltivare il loroorticello. Si cerca anche di far fronte alla crisicon i "Poli di innovazione" e con i "Distrettitecnologici" nei quali si creano sinergie traimprese, centri di ricerca e servizi. Nonrimangono fuori nemmeno i giovani per iquali è stato creato il progetto Giovani Sì,440 milioni di euro sono disponibili per ilBuono Casa per le giovani coppie, per laformazione, per i tirocini in azienda finanziaticon Borse di studio, inoltre è sempre in attola Legge sull’imprenditoria giovanile. Perquanto riguarda l’utilizzo dei Fondi Europeici sono dei ritardi burocraticinell’approvazione del budget per cui sirischiava di perdere un anno a causa dellamancata erogazione, perciò la RegioneToscana ha fatto la scelta di stanziare 82milioni di euro del bilancio regionale comeanticipazione dei fondi europei chearriveranno. Stiamo lavorando -ha concluso -ad una programmazione che sarà messa adisposizione del sistema delle imprese cheriguarderà l’innovazione, i progetti disviluppo, crediti agevolati per ilfinanziamento alle imprese, provvedimentiper l’abbattimento dei costi energetici edell’IRAP regionale.

Gianni Giovangiacomo

I

L'assessore Simonciniospite al “Centro”

Lavoro: questaè la situazione

Ènecessario dare piùspazio all’insegnamentodella musica nella scuoladell’obbligo. Tutti glistudenti devono averepossibilità d’avvicinarsiallo studio di unostrumento o del canto

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 maggio 2014IV

VENERDÌ 2 MAGGIO9.30 incontro con i vicari foranei invescovado18.30 incontro con i cresimandi, i ge-nitori, i catechisti e i parroci e conferi-mento del ministero dell’accolitato aquattro seminaristi e laici alla chiesadi S. Giovanni Bosco a Coteto

SABATO 3 MAGGIO9.30 in vescovado, incontro con il cle-ro giovane

DOMENICA 4 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Sebastiano

LUNEDÌ 5 MAGGIO8.00 S. Messa a Villa Tirrena9.00 incontro con la comunità edu-cante del seminario in vescovado10.00 collegio dei consultori in vesco-vado11.00 incontro con i vicari episcopaliin vescovado17.00 il Vescovo incontra i giovani sa-cerdoti della diocesi di Cuneo in ve-scovado21.15 incontro con l’equipe di pastora-le giovanile

MARTEDÌ 6 MAGGIO 9.30 in vescovado, aggiornamento delclero sull’Evangelii Gaudium18.30 alla parrocchia di S. Lucia adAntignano, aggiornamento per tuttigli operatori pastorali sull’EvangelliGaudium

MERCOLEDÌ 7 MAGGIO9.30 in vescovado, aggiornamento delclero sull’Evangelii Gaudium

GIOVEDÌ 8 MAGGIONella mattina, udienze laici in vesco-vado21.15 assemblea elettiva della consultadelle Aggregazioni Laicali in vescova-do

VENERDÌ 9 MAGGIONella mattina, udienze clero in vesco-vado10.30 incontro con l’ufficio catechisti-co regionale in vescovado

SABATO 10 MAGGIOPellegrinaggio diocesano a Roma daPapa Francesco (vedi pag.VIII)

DOMENICA 11 MAGGIO10.30 S. Messa e Cresime alla chiesa diS. Giovanni Bosco a Coteto17.30 S. Messa e Cresime alla chiesa diS. Teresa a Rosignano Solvay

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Mazzeo M.- Via lucis con le icone. Vivere con Ge-sù.- Ed. Paoline pp.104, euro 7,50

Michele Mazzeo, sacerdote cappuccino, do-cente di Sacra Scrittura all’Istituto Teologicodi Catanzaro, ci vuole proporre una Via luciscon le icone, per aiutare i fedeli a vivere l’e-sperienza di vita dei discepoli nel modo incui ci viene narrata dai Vangeli canonici e da-gli Atti degli Apostoli quando dopo la Risur-rezione incontrarono Cristo che si avvicinò ecamminò con loro. Quattordici icone, trac-ciano dunque un itinerario prendendo spun-to da quattordici icone realizzate a tale scopodal laboratorio Glikophilousa in Crochi (RC)e che attualmente si trovano all’Eremo SantaMarta della Stella, Montestella, Pazzano(RC), e quattordici testi biblici del Nuovo Te-stamento che narrano gli eventi della vita diGesù e della Chiesa nascente dalla Risurre-zione alla Pentecoste. Ogni icona è anchecorredata dalla meditazione e dalla preghie-ra. La Via lucis rappresenta un’ottima peda-gogia della fede in quanto con la metaforadel cammino conduce alla comprensione deldisegno di Dio e al raggiungimento della verameta dell’uomo: la liberazione, la gioia, lapace, che sono valori pasquali e toccano ognigiorno gli eventi della nostra esistenza nellaquale siamo chiamati a diventare testimonidella luce di Cristo risorto.

LA RELIQUIA DI GIOVANNI PAOLO IIDAL 10 AL 18 MAGGIO A MONTENERONella lieta ricorrenza del 450° anniversario della Pro-clamazione della Madonna di Montenero a Patrona diLivorno, ecco il programma per i solenni festeggiamen-ti per accogliere nel Santuario l’Insigne Reliquia di Pa-pa S.Giovanni Paolo II. Si tratta di una garza imbevutadel sangue del Santo raccolta durante uno dei ricoverinel Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Ro-ma, la Reliquia è autenticata dalla Conferenza Episco-pale Italiana.

Sabato 10 maggio14,30 l’Insigne reliquia di S.Giovanni Paolo II arriva daFirenze e sosta al Carmelo di Antignano15,00 L’Insigne Reliquia viene portata al Castello dellePiccole Figlie di S.Giovanni Gualberto15,30 L’Insigne Reliquia viene portata a Villa Majer del-le Piccole Figlie di S.Giovanni Gualberto16,00 L’Insigne Reliquia viene portata alla Chiesa diS.Teresa al Castellaccio16,15 Inizio della Processione (Via del Poggio-Sagratodel Santuario)17,00 Solenne S.Messa celebrata da Mons.Eugenio Bini-ni Vescovo emerito di Massa Carrara

Mercoledì 14 maggio: Vigilia Apparizione Madonna diMontenero- Giornata Movimento Sacerdotale Mariano16,00 S.Messa celebrata dal Vescovo Simone 21,00 Processione dalla Chiesa dell’Apparizione al San-tuario22,45 Solenne S.Messa presieduta dal Pievano di Anti-gnano Don Piotr Kownacki

Giovedì 15 maggio: Solennità della Madonna di Montene-ro11,00 S.Messa e offerta dell’Olio "celebra il VescovoDiocesi di Massa MarittimaPiombino"16,00 S.Messa celebrata dal Nostro Vescovo Simone"GIORNATA DIOCESANA DEL MALATO"

Sabato 17 maggio: Pellegrinaggio Diocesano mensile9,00 S.Messa presieduta dal Vesvovo Simone " in ono-re di S.Giovanni Paolo II"

Domenica 18 maggio: anniversario della nascita di S.Gio-vanni Paolo II11,30 Solenne S.Messa di chiusura celebrata da DonPaolo Morocutti Assistente Università Cattolica delS.Cuore di Roma

ta terminando in questi giorni il 31° TrofeoAccademia Navale e Città di Livorno (TAN) che

era stato precedentemente presentato alla stampanella sala delle Cerimonie del Comune. In quellaoccasione il sindaco Cosimi aveva sottolineato comeil Trofeo costituisse un avvenimento positivo per lacittà e che, in tempi di crisi, si poteva realizzaregrazie alla partecipazione e alla collaborazione diprivati, enti, istituzioni, creando un avvenimento chenegli ultimi anni era cresciuto oltre che nel settoremarinaresco anche nel sociale e nel culturale.L’Ammiraglio Cavo Dragone ha poi messo in risalto ilbinomio indistruttibile che si era venuto a creare tral’Accademia e la città attraverso una manifestazioneche si prometteva di rivolgere una particolareattenzione ai giovani e che manifestava un interessesempre più approfondito verso il sociale e lasolidarietà, una solidarietà -ha auspicato- chedovrebbe entrare a far parte della formazione e dellacrescita degli stessi accademisti. L’assessoreBernardo ha invece rilevato come la manifestazionesia stata e sia un elemento importante per lapromozione turistica del nostro territorio. Nellascorsa edizione 180 mila sono stati i visitatori delVillaggio Tuttovela, 2000 i regatanti, 500 leimbarcazioni, 16 le classi di regata, 27 gli equipaggistranieri provenienti dai cinque continenti, si vedràal termine del TAN se questi dati saranno superati. IlTAN si è svolto dal 25 aprile al 4 maggio e ha avutonel Villaggio Tuttovela posto sul Molo Mediceo con isuoi 120 stand il luogo d’incontro per convegni,

S mostre e spettacoli d’intrattenimento. Il TAN havoluto quindi essere molto di più di un trofeo velicoe punto d’incontro del mondo agonistico delle veleperché è stato anche una dimostrazione di cultura, disolidarietà e di tradizione. Quali sono stati gli eventipiù importanti? Indubbiamente l’Autoraduno delClub Ferrari in Accademia Navale il 26 aprile e nonpoteva mancare l’ormai tradizionale Parata delleMarine Estere del 30 aprile che hanno sfilato dalPorto Mediceo al Comune di Livorno e non èmancata, sempre il 30 aprile la Serata di gala alTeatro Goldoni con l’esibizione al violino del MaestroUto Ughi accompagnato al pianoforte da AlessandroSpecchi. Questo concerto ha concluso la StagioneMusicale della Fondazione Goldoni in collaborazionecon la Menicagli Pianoforti, la serata ha voluto cosìcementare il rapporto di collaborazione tra il Teatrodi Tradizione livornese e l’Accademia Navale. Ilsociale e la solidarietà quale visibilità hanno avuto?La giornata del 28 aprile è stata interamentededicata all’UNICEF e al volontariato, e il 29 aprilenell’auditorium del Villaggio Tuttovela, promossadalle Consulte del volontariato della Provincia e delComune e con il CESVOT, si è tenuta l’iniziativa“Volon TAN scuole e associazioni si raccontano”conlo scopo di far conoscere ai giovani le associazionidel volontariato che operano sul territorio. Con il TANè tornata anche una grande gara di solidarietà: “ilcharity program”,“La regata della solidarietà” i cuiproventi vengono devoluti al progetto di educazionemarina “water crew” rivolto a ragazzi normodotati e

disabili che per cinque giorni sono ospiti a bordodella Nave Italia, la prima nave scuola che graziealla Fondazione “Tender to Nave Italia”affronta conprofessionalità la formazione di chi opera a contattocon il disagio. L’inserimento dei disabili è statopossibile grazie all’esperienza pregressa dell’Istitutoper l’Educazione Scholé Futuro, partner del Charityprogram insieme alla raccolta di fondi posta inessere dalla “Rete del Dono”. E’ stato infattiappurato che la navigazione rappresenta per iragazzi disabili un momento di rottura con laquotidianità e consente loro di svilupparel’autonomia e la consapevolezza delle propriecapacità. L’attività sportiva e l’ambiente naturalepermettono così a questi ragazzi di ottenere deibenefici sia a livello fisico che a livello psicologico.Lo scorso anno a favore della “Regata”sono statiraccolti circa ottomila euro che hanno contribuito acambiare in meglio la vita di tanti ragazzi condifficoltà, si spera che quest’anno, a consuntivo dellaraccolta, gli introiti siano maggiori. Per finirevogliamo ricordare ai nostri lettori che al momentodell’uscita di questo giornale potranno partecipare adue avvenimenti legati al TAN, il 3 maggio al Museodi Storia Naturale alle ore 17 a cura della Provinciasarà presentato il volume dell’editorialista delCorriere della sera, Massimo Nava,“Infinito amore”sulle vicende di Napoleone Bonaparte e il 4 maggioin Accademia si potrà assistere all’Autoraduno dellemacchine Jaguar.

Gianni Giovangiacomo

IL 31° TROFEO ACCADEMIA NAVALE

Una manifestazione per tutti

Diocesi informa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 maggio 2014 V

la

Fiorenza Carraia, autrice di questopower point, disponibile su Qumran.netci aiuta con le immagini e alcune frasiesplicative a capire meglio la preghierache Gesù ci ha insegnato

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IL PADRE NOSTRO SPIEGATO AI RAGAZZI..... .

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 maggio 2014VI

Dove va la Chiesacon Papa Francesco?

ove va la Chiesacon PapaFrancesco? E’questa la

domanda a cui hacercato di rispondere,con la sua esperienza econ la sua conoscenzadel Papa, GiovanniMaria Vian, Direttore dal2007 dell’OsservatoreRomano, studioso distoria della Chiesa eautorevolissimotestimone dellaChiesa di oggi.L’incontro harappresentatoun’ulterioretappa delpercorso seguitodall’AssociazioneAblondi, edofferto alla città,per riflettere sullapersistenteattualità del tema dei“segni dei tempi”affermato e sostenutodal Concilio Vaticano IIe dal Sinodo di Livornodel 1984. "Tutti questiappuntamenti hannocercato di coinvolgererappresentanti dellacittà. Oggi abbiamovoluto invitare la stampalocale chiamando amoderare l’incontroMichela Berti,giornalista de LaNazione" - ha affermatoEnrica Senesi- aprendo ildibattito con la primadomanda: "siamo difronte ad un Papa nuovoo ad un Papa che hafatto suo il tema delrinnovamento?""Il Papa si rende contoche sta portandoall’interno della Chiesa,la sua personalità" -afferma sua Eccellenzamons. Giustiapportando il suocontributo al dibattito -."Il Papa, solitamente, sirappresenta e si esprimeprima con dei gesti e poi

Dcon le parole. Inoltreinterpreta tutte lequestioni sempre insenso positivo, mai insenso negativo. Questisono gesti e parolenuove che l’episcopatoitaliano deve imparare acomprendere"."Tutto in Papa Francescoinduce a pensare aqualcosa di nuovo." -afferma Giovanni Maria

Vian -"Intanto erapiù di unsecolo emezzo chenon venivaeletto unPapa religiosoed è la primavolta cheviene elettoun gesuita.Un anno fa,

appena esce sul balconee si presenta alla follaradunata in piazza SanPietro, da subito, fapregare la piazza. Edancora, la meta del suoprimo viaggio èLampedusa, terra difrontiera e di povertàestrema"."Durante un incontrocon i sindacati alla Porto2000 qualcuno haesordito che l’unico verocomunista è PapaFrancesco" - esordisce lagiornalista Michela Berti- "questa affermazioneda parte di unsindacalista fa sorridere,ma anche riflettere..". "E’Papa Francesco stessoche afferma di aversentito dire che loprendono per uncomunista. In realtàquello di cui parla è ilVangelo. Quando vivevain Argentina non eraconsiderato uncomunista, anzi era statoaccusato di essereconservatorista. In realtàal Papa non interessano

le appartenenzepolitiche. Stimacomunque coloro che siimpegnano in politicaperché devono tenderealla creazione di unasocietà più equa"."Dove va lacomunicazione e come ècambiato il rapportocon i media con PapaFrancesco?" - vienechiesto al Direttoredell’OsservatorioRomano-. "Lacomunicazione va nelladirezione dell’intervistacon Eugenio Scalfari enella direzione delviaggio in aereo versoColonia con igiornalisti. Sicuramenteun modo nuovo diinteragire, anche inquesto senso".Si interviene anche dalpubblico: "Vorrei unaChiesa che accolga enon che favorisca eappoggi certe persone emeno altre. Spero chePapa Francesco cambi lasituazione". "Il Papa hadetto "peccatori sì,corrotti no". E’ unapersona a cui dannofastidio i preti che nonfanno i preti; il clero acui piace apparire, a cuipiace fare il cortigiano.E’ un Papa che nonaccetta una Chiesachiusa, autoreferenziale.La Chiesa deve uscire dase stessa per andare inmissione"."Questo Papa ha unrapporto molto piùampio con la politica, -interviene AlessandroLatorraca - c’è unenorme attesa in questopontificato. Quantacoscienza ha il Papadelle attese che noipolitici abbiamo neisuoi confronti?". "LaChiesa deve fare la suaparte, ma anche lapolitica. La politica oggi

è debole, e credo chePapa Francesco lopercepisca. Alcunihanno definito PapaFrancesco "il Papaponte" ma io ritengo cheanche il pontificato diPapa Benedetto XVI siastato fondamentale"."E per quanto riguardaun altro tema moltosentito in questomomento storico: lacomunione ai divorziati.che contributo ci puòdare?" - viene chiesto alrelatore. "Il tema dellafamiglia sarà al centrodei prossimi due sinodi:ottobre 2014 e ottobre2015. E’ quindi unproblema sentito,all’ordine del giorno".La platea si scalda eanche se il tempo stringele domande incalzano:"In qualità di direttoredell’OsservatoreRomano, quali sonostate le difficoltà nelparlare del Papa inquesto ultimo anno?"-"Ogni giorno siamo indifficoltà" - afferma Vian- "anche perché ilgiornale, che conta solootto pagine, esce dipomeriggio e inoltreviene pubblicatoimmediatamente in rete,oltre ad essere tradotto -almeno per quantoriguarda gli articoli piùsignificativi - in settelingue"."Io sono molto curiosa evorrei sapere" - chiede lagiornalista Michela Berti- "come si svolge lagiornata del Papa". "Lagiornata del Papa iniziamolto presto - alla 4 -4,30 e, come tutte lepersone, si fa unadoccia, si fa la barba e

poi va a pregare. Celebrala messa e alla messa èormai abitudine chenon partecipino solo iconfratelli più vicini alPapa, ma il ponteficeama invitare le personecomuni, alcune volteanche noi giornalisti. IlPapa non dà mai lacomunione. Alla finedella messa si siede incappella con i fedeli afare il ringraziamento.Poi esce dalla cappella esaluta i partecipanti. Alle8 fa colazione, poilavora, incontra lepersone nelle udienze,pranza alle 13. Fino alle15 riposa e poi riprendea lavorare fino all’ora dicena, verso le 20. Va aletto molto presto(21,30 circa) perché lasua giornata è densa efaticosa e nondobbiamo dimenticareche il Papa ha 77 anni.La novità è che il Papaabita a Santa Marta e chequindi, durante la suagiornata, non è solocontornato da coloroche lo aiutano e che loseguono da vicino, maanche da altri preti chepossono trovarsi asoggiornare nella casa diSanta Marta e non èinsolito, soprattutto nelpomeriggio, vederlopasseggiare per icorridoi".A questo punto e dopocosì tante domande ègiunta l’ora diconcludere l’incontro.Grazie a Giovanni MariaVian per la disponibilitànel rispondere e graziesoprattutto perché ci hafatto incontrare PapaFrancesco.

Elena Cerini

Giovanni Maria Vian direttore dell’Osservatore Romanoospite dell’Associazione Alberto Ablondi

L’ANNUNCIODI CRISTORISORTO

mava ripetere Madre Teresa "Non importaquanto si dà ma quanto amore si mette

nel dare".Loro però quel "quanto" lo hanno voluto de-finire nell’1% scegliendolo anche come nomedi quello che andavano a formare.Un gruppo nato all’interno della Parrocchiadel Rosario circa 10 anni fa, quando sottol’impulso di quello missionario, si decise dilanciare la sfida dell’1%. Cosa significava? Celo siamo fatti spiegare da Simone Salvini, chedel gruppo attualmente è il segretario. "Eraun’idea semplice nella sua concretezza chechiedeva a chi volesse aderire di versare ognimese l’1% delle proprie entrate in un fondoda destinare a progetti di sviluppo e solida-rietà".La proposta fu accettata in quegli anni da unanovantina di persone, tante delle quali fannoancora parte di quei circa 70 membri che oggiformano il gruppo."Ci sono famiglie intere, pensionati, personesingole e più o meno giovani, parrocchiani lamaggior parte, ma anche no. Addirittura alcu-ni bambini che magari versano 1 Euro dellaloro paghetta settimanale". Viene in mente la povera vedova del Vangelodi Marco. "La nostra non è un’Associazione, non esistenessun tipo di statuto, né una forma di sotto-scrizione per aderire. Ma ci sono tre cardinifondamentali su cui si fonda".Il primo, la periodicità: "E’ importante avereuna scadenza mensile per una presa di co-scienza personale che si basi sull’idea che an-che il guadagno che viene dal lavoro è un do-no e come tale deve essere condiviso, anche inminima parte, con chi ne ha bisogno".C’è poi la costanza, la più difficile ma impor-

tante. "Non sarebbe la stessa cosa versare unacifra che copra il totale a inizio anno, perchéandrebbe a cadere l’idea dell’impegno fissoche ognuno si prende personalmente".Resta infine la formazione. "All’inizio dell’an-no cerchiamo di fare una stima di quello cheriusciremo a raccogliere nei mesi successivi estiliamo una lista di micro-progetti di svilup-po che abbiano una durata temporale finita".Nel 2013 le entrate totali sono arrivate a 17mila Euro, una cifra suddivisa tra una decinadi progetti, di quelli che "non danno il pesce,ma insegnano a pescare" per cercare di garan-tire un futuro migliore a famiglie, bambini opersone del territorio e del terzo mondo."In genere ci ritroviamo un paio di volte l’an-no per fare il punto della situazione, riunionia cui a dire la verità partecipa un numero bas-so di sostenitori". Sinonimo di fiducia che ledecisioni che verranno prese saranno le mi-gliori, nonostante alcuni del gruppo neanchesi conoscano.Ma, chiediamo a Simone, non sarebbe la stes-sa cosa fare la propria offerta alla questua do-menicale?"Questa è una cosa in più che in qualche mo-do ha una finalità diversa e più specifica. Saiche l’offerta domenicale andrà a sovvenziona-re i bisogni della parrocchia, ma non per unprogetto nello specifico, tranne casi di raccolteparticolari". Ma soprattutto, continua Simone,un impegno come quello del gruppo 1%, èpiù di un’offerta, è una responsabilità cheognuno si prende per aiutare qualcun altro arisollevarsi da una situazione di disagio nellasua vita. "E’ comunque capitato che alcuniprogetti dell’ 1% fossero proposti e portatiavanti insieme da tutta la parrocchia".Per questo 2014 il gruppo ha deciso di confer-

mare quelli che già erano stati scelti nel 2013."C’è Suor Noemi, una suora livornese che viveai confini tra la foresta amazzonica e le favelasbrasiliane. Il nostro contributo va al progetto"Buon Samaritano" con il quale la missioneaiuta un centinaio di famiglie che abitano incittà ed alcune comunità più piccole ed isolatenella foresta amazzonica".Poi gli aiuti a Lorenzo Cantù, di Livorno, pic-colo fratello della famiglia spirituale CharlesDe Foucauld che vive in una comunità in Tan-zania, e quelli a Viviane, donna congolese incarrozzella, che è riuscita a costituire una Fon-dazione, il cui scopo è la cura, l’assistenza el’inserimento di bambini portatori di handi-cap del Congo Belga."Con i soldi che inviamo in Uganda riuscia-mo a fornire con 400 Euro ogni tre mesi unpasto giornaliero a circa 200 alunni di unapiccola scuola elementare. Con tutti questiluoghi siamo in contatto continuo per essereaggiornati sugli sviluppi dei progetti a cui ade-riamo. Destiniamo anche un aiuto in città,con il progetto Saharawi che aiuta una fami-glia, collaboriamo con l’Associazione Four ForAfrica e in passato ci siamo presi carico di unaparte di debiti di un’associazione di ex carcera-ti seguita da Don Roberto Corretti".Vuoi la crisi, vuoi un calo fisiologico, anche ilgruppo 1% negli anni ha avuto alti e bassi, mamai il contributo annuale ha subito drasticicali di entrate.Chi volesse diventare "uno dell’1%", può ri-volgersi al parroco o al segretario, o semplice-mente lasciare una busta nella questua dome-nicale con su scritto 1%, i soldi saranno cosìdestinati al gruppo.Se tutti faranno poco, insieme faremo molto!

Giulia Sarti

A

La celebrazione della Pasqua al carcere

Un’iniziativa della Parrocchia di N.S. del Rosario iniziata 10 anni fa e viva ancora oggi

Tutto in PapaFrancescoinduce a pensare a qualcosa di nuovo

a duemila anni, dal giorno che ungrande evento ha cambiato il cor-

so della storia, i cristiani annuncianoche la salvezza è in mezzo a noi. Equesto annuncio anche nelle carceridelle Sughere è stato portato da ungruppo di volontari guidati da monsi-gnor Giusti e dal frate trinitario Mi-chele Siggillino che hanno celebratola Messa di Risurrezione. Durante l’o-melia, il vescovo Simone ha eviden-ziato come un popolo nuovo sta cre-scendo ovunque capace di fare soloquello che Gesù sapeva fare: vincerela morte. Se guardiamo all’inferno cirendiamo conto di come non sia ne-cessaria la fede per crederci; e quello èla morte eterna. Le tombe, le necropo-li rimangono per l’eternità, senza chenessuno venga ad incontrale, impedi-ti da ogni relazione; sono i luoghi diun carcere per l’eternità e dell’eternasolitudine. A questa condizione, nonci condanna Dio, ma solo la nostravolontà. Dio invece offre a tutti colo-ro che liberamente lo vogliono e lodesiderano, la salvezza. I santi sonotestimoni di una morte che è diventa-ta un sonno per la vita e che comeCristo, duemila anni fa, sono passatidalla porta del sonno della morte pervivere una vita eterna uniti a Cristo.Anche i Papi, Giovanni Paolo II e Gio-vanni XXIII canonizzati il 27 aprilesono testimoni della vita oltre la mor-te per le numerose grazie concesse atutti coloro che hanno chiesto aiuto.Ecco che il Signore, come col centu-rione ai piedi della croce e col ladroneDisma, apre alla salvezza purchè lovogliamo. Dio non guarda al passato,ma accoglie il nostro desiderio di farparte di coloro che in Cristo risorge-ranno. La liturgia è stata animata dalgruppo di Rinnovamento nello Spiri-to, e al termine della celebrazione, siaai detenuti che alle guardie carcerariesono stati consegnati i Vangeli, donatidai Cooperatori Paolini.

Monica Cuzzocrea

D

Basta solo l’1%

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 maggio 2014 VII

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Il saluto di Giovanni Paolo II ai sacerdoti,religiosi e religiose a Montenero nel 1982

«La messe è moltae gli operai sono pochi»

n occasione dellaSantificazione di

Giovanni Paolo II,riportiamo una parte delsaluto che il Ponteficerivolse ai consacrati aMontenero durante lasua visita del 1982.

arissimi fratelli esorelle,Sono venuto qui, suquesto colle, come

pellegrino, per venerarel’immagine della Madonna diMontenero, insieme con voi,sacerdoti, religiosi e suore,che saluto con intenso affetto,uno per uno. Rivolgo unpensiero riconoscente alVescovo Mons. Ablondi peravermi dato la gioia di questoincontro pellegrinaggio trafratelli e sorelle vicino allaMadre di Gesù e Madre dellaChiesa. Saluto cordialmente iPadri della Congregazionemonastica di Vallombrosa,che, come custodi delSantuario di Montenero, dadue secoli accolgono conamore e dedizione i pellegrinisempre più numerosiprovenienti da varie partid’Italia.Tutti noi siamo in camminoper le vie del mondo, verso lanostra ultima destinazione,che è la patria celeste.Quaggiù siamo soltanto dipassaggio. Per questaragione, nulla può darci ilsenso profondo della nostravita terrena, lo stimolo aviverla come una breve fasedi sperimentazione e insiemedi arricchimento, quantol’atteggiamento interiore disentirci pellegrini.I Santuari mariani, sparsi intutto il mondo, sono come lepietre miliari poste a segnarei tempi del nostro itinerariosulla terra: essi consentonouna pausa di ristoro, nelviaggio, per ridarci la gioia ela sicurezza del cammino,insieme con la forza di andareavanti; come le oasi neldeserto, nate ad offrire acqua

C

I ed ombra.Sulla scia dei Pontefici, che,da Innocenzo II a Pio IX, mihanno preceduto in questaterra, sono venuto a questoSantuario della Madonna diMontenero, che il miovenerato predecessore Pio XIIproclamò “principale Patronapresso Dio di tutta laToscana”, e che è meta ditanti pellegrinaggi.Nella terra di Toscana, dovel’arte e la poesia hannoraggiunto i vertici - arte epoesia ispirate in grandissimaparte ai valori religiosi, inspecial modo alla Madre diDio - non poteva mancare unSantuario dedicato a Maria,su questo colle, dove, per unmeraviglioso quadro dinatura, s’incontrano il cielolimpido e azzurro, dipinto daGiotto e ammirato da Dante,e il mare dalle molte vie, cheda tempi lontani hannoportato la gente toscana inogni continente conosciuto.Per la sua benevolenza versogli uomini del mare, laMadonna di Montenero èchiamata anche “Stella delmare”. Ebbene, qui, acontatto diretto con la natura,l’anima è portataspontaneamente allacontemplazione, al colloquiocon Dio, ad approfondire ilsenso del nostropellegrinaggio terreno, adelevarsi dal livello dellepreoccupazioni quotidiane,per collocarsi più da vicino difronte alla realtà dei valoriche non tramontano mai. [...]Cari sacerdoti, religiosi esuore[...] l’opera dellasalvezza continua incessantenel mondo, oggi come ieri, ecome sarà domani. E ancheoggi dobbiamo ripetere conGesù: “La messe è molta, magli operai sono pochi”. Nellasocietà contemporanea c’ètanto da fare. Evangelizzare orievangelizzare. Anche entro iconfini della vostra comunitàecclesiale. Il compito èdifficile, complesso, e non a

breve termine. E nonpuò essere risultatodi semplici sforziumani. È opera diDio, anche se Diochiede lacollaborazione degliuomini.Ma Dio vuole salvarela societàcontemporanea,qualunque sia lanatura delle difficoltàsociali o ideologiche.Dio può tutto. Non siè dimenticato dellasua misericordia, e lapotenza del suobraccio non si èindebolita. E quandochiama icollaboratori umaniad aderire al pianodell’evangelizzazionee della salvezza, lidesidera inatteggiamento diumiltà e di docilità,come Maria.Fratelli e sorelle, Dioha chiamato anchevoi, anzi vi chiama dicontinuo. Da quandolo sguardo delSignore si è posatocon amore suciascuno di voi,personalmente, e voiavete detto “Sì”, sietedivenuti apostoli delVangelo in serviziopermanente.Associandoviall’opera di salvezza,Dio intende compiereattraverso di voi“grandi cose”. Certo, coseimpossibili all’uomo, ma nonimpossibili a Dio onnipotente.Affidandovi una porzionedella sua vigna, il Signoreintende, insieme con voi,evangelizzare il mondocontemporaneo, le vostre cittàe i vostri paesi, del mare o dimontagna, tutti scossidall’ateismo ideologico o dalmaterialismo pratico delbenessere.Se le difficoltà sono molte,

non abbiate paura. Dio è convoi. Compirete in manieradegna la vostra missione,adempirete il vostro servizio,se, come la santa Vergine, lavostra dedizione sarà totale;se, mettendovi inatteggiamento di servi umili edocili, non farete affidamentosulle vostre capacitàpersonali, sulle scienze o letecniche degli uomini,sull’impiego dei mezzieconomici, sulla ricerca del

successo pubblicitario, anchese il saggio impiego dei mezziumani può offrire il suocontributo. La vostrainsufficienza umana non visgomenti. Abbiate lo sguardocostantemente rivolto allamisericordia ed alla potenzadi Dio, che sa trarre i suoi figlianche da cuoriapparentemente duri comepietre. Cercate il regno di Dio.Il resto sarà dato insoprappiù. [...]

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DI MONTENERO A JUNDAÌ BRASILELa famiglia De Vecchi regalò un terreno di seimila metri quadri aiMonaci Vallombrosani del Monastero di S.Giovanni Gualberto aPirituba nello Stato del San Paolo in Brasile per costruirvi unSantuario in onore della Madonna di Montenero. I monacivallombrosani del Brasile erano tutti cresciuti al Santuario dellaMontenero a Livorno e fu per loro una gioia poter realizzare questoprogetto. Il Superiore Don Torello Nocioni ed il monaco DonRodolfo Cherubini lavorarono alacremente per l’attuazione diquesto progetto che venne affidato all’Ingegnere Pierino Massenzi,il quale progettò una chiesa a tre navate. A tutti parve una pazzia!Una chiesa così grande in cima a quella collina!!! Comunque il 1novembre 1958 il Vescovo e Vicario Generale dell’Archidiocesi diSan Paolo poneva la prima pietra della chiesa. Il 21 aprile 1960,festa nazionale del Brasile, fu inaugurata la nuova capitale dellanazione cioè “Brasilia”, e il Cardinale Arcivescovo di San Paoloaveva eretto canonicamente 21 parrocchie, tra cui Nostra Signora diMontenero a Jundaì. I lavori intanto proseguivano ed il 13 maggio1962 la statua della Madonna di Montenero venne collocata aJundaì. Finalmente il 21 marzo 1976, festa di San Benedetto, ilSantuario venne inaugurato ufficialmente. La Chiesa venneconsacrata il 10 maggio 1987. Le grandi manifestazioni dellaDiocesi di Jundaì vengono tutte fatte nel nostro Santuario dellaMadonna di Montenero essendo considerato dalla Diocesi unSantuario Concattedrale.

LA MADONNA DI MONTENERO NEL SUO SANTUARIO DI SARDHANA IN INDIANel 1955 sua Ecc.za Rev.ma Mons.Giuseppe Bartolomeo Evangelistidell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Arcivescovo di Agra (India)visitò il Santuario della Madonna di Montenero a Livorno e volle unacopia della Sacra Icona per la sua Chiesa di Sardhana in India. Il 25settembre di quello stesso anno l’Arcivescovo venne ricevuto da PapaPio XII al quale, nel presentare il prezioso regalo raffigurante la SacraIcona, illustrò il piano di costruire in India un Santuario dedicato allaMadonna di Montenero. Il Papa approvò il progetto e benedissel’immagine. Tre giorni dopo l’Arcivescovo Mons.Evangelisti era aS.Giovanni Rotondo a far visita a P.Pio, il quale benedisse l’immaginedella Madonna di Montenero e approvò il progetto. Tornato in India,l’Arcivescovo si mise al lavoro ed il 7 novembre 1957 inaugurava ilnuovo Santuario. Quel giorno un fanciullo malato guarì all’istantetoccando il quadro della Madonna. Da allora è un continuopellegrinaggio al Santuario della Madonna di Montenero in Sardhana.

■ LA MADONNA DI MONTENERO venerata in tutto il mondo

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 maggio 2014VIII