La Settimana n. 16 del 20 aprile 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 20 aprile 2014 se è vero che il nome di Gesù è l’unico nome che possa apportare "salvezza" (Atti 4,12), l’unico nome che, se pronunciato con fede, ha il "potere di guarire" (Atti 3,16) perché non invocarlo con lelabbra del cuore e posarlo su momenti difficili, come su uomini afflittti da tanti mali spirituali e materiali? È un passo orante il tuo nel mondo, fratello laico, anche perché , illu- minato dalla Parola di Dio che è lampada i tuoi passi (Salmo 119) ed alla quale hai dato il suo tempo, ora, nel mondo non percorri un "al- tro mondo", ma il "tuo" mondo: infatti lì Dio agisce negli eventi e la sua Parola ti illumina a comprendere come Egli agisca: lì Dio è pre- sente in una umanità sofferente e la sua Parola ti aiuta a riconoscerlo nel fratello che ti passa accanto. (La preghiera del laico 1976) E Le vie del Signore non conoscono età ascere in Cristo è un’esperienza che si rivela unica in ogni età ed in ogni persona; un’esperienza che a volte si vive senza pensarci troppo, soprattutto quando si è giovani, ma che poi si riscopre successivamente, oppure che si matura negli anni, perché non sempre i tempi dello spirito coincidono con quelli anagrafici, un po’ come è accaduto ad Alfonsina, 92 anni a Settembre, nuova cristiana della Chiesa Cattolica, da poco battezzata, comunicata e cresimata nella chiesa di S. Croce a Rosignano Solvay. «È stato durante una chiacchierata in famiglia – racconta la nipote Lorena, che insieme al marito Alessandro e al figlio Carlo, accudiscono Alfonsina amorevolmente – che è emerso questo suo desiderio di farsi battezzare: una decisione che ha preso in completa autonomia, quando invece, nella sua vita non è stata sempre così libera di decidere». Quarta di sei fratelli, Alfonsina ha trascorso l’esistenza a servizio degli altri, prima della madre in casa e poi dei fratelli; un uomo intraprendente il padre, operaio e poi soprintendente alla fabbrica Solvay e con un grande appezzamento di terreno da coltivare, che ha saputo gestire la sua vita e quella dei figli sebbene non sapesse leggere né scrivere. Anche se all’epoca faceva un po’ scalpore non frequentare la chiesa, la famiglia Bigazzi non era tra quelle più devote; i figli hanno ricevuto il Battesimo solo prima del matrimonio e Alfonsina, che non si è mai sposata, neppure è stata battezzata, così la sua fede è rimasta come in un limbo in attesa di sbocciare. Nonostante la veneranda età è una donna sempre in gamba, ha bisogno di aiuto nelle piccole cose quotidiane ed ogni tanto la mente cede lucidità al tempo, ma riesce lo stesso ad andare da sola a trovare i fratelli che vivono vicini, a dare una mano in casa e soprattutto a tenere in ordine il giardino che adora. A darle i sacramenti dell’iniziazione cristiana è stato il parroco don Pio Maioli, durante una Messa prefestiva del Sabato, in una cerimonia sobria e familiare come è sempre stata la sua vita. «Le preghiere le conosce – racconta don Pio Maioli– le ha imparate a scuola e se le ricorda tutte. Alfonsina è una persona dimessa, schiva, che si è spesa per la sua famiglia, e adesso, come se finalmente potesse dedicarsi un po’ a se stessa, ha sentito questo desiderio di avvicinarsi a Dio attraverso i Sacramenti». «È stata una cosa bella – racconta Alfonsina, nella sua semplicità – mi sembrava una cosa giusta da fare, essere battezzata». E poi sorridendo confessa sottovoce- «E poi “di Là”, bisogna andarci preparati!» Chiara Domenici N DI NICOLA SANGIACOMO n nuovo stile di fare pastorale nella Chiesa si sta imponendo con la testimonianza di Papa Francesco: è stato questo il cuore della meditazione che monsignor Giusti ha proposto ai politici cattolici che hanno risposto al suo invito di dedicare un po’ del lor tempo alla preparazione spirituale alla Pasqua. Il Vescovo ha trattato i temi fondamentali proposti dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, una copia della quale ha voluto donare a tutti presenti perché la possano continuare a meditare anche personalmente. «Papa Francesco – ha detto monsignor Giusti – ha toccato il cuore della gente e, con il suo modo di testimoniare il Vangelo, sta cambiando lo stile di Chiesa. La sua preoccupazione principale non è quella di difendere dei valori, ma di testimoniare la gioia che deriva dal vivere il Vangelo. Per questo chiede alla Chiesa di impegnarsi per una conversione profonda della cultura contemporanea che sembra essere dominata dall’ideologia individualista e relativista. Come tutte le ideologie umane – ha proseguito monsignor Giusti - anche questa è destinata a scomparire, magari implodendo su stessa come è successo nel passato al marxismo». Poi il vescovo Simone si è rivolto ai politici locali dicendo: «Ai candidati alle prossime elezioni non chiedo niente per la Chiesa, ma chiedo apertamente di farsi portavoce di chi, tra i livornesi, non ha un lavoro e una casa». E’ questo il cuore dell’impegno politico secondo il Vescovo Simone: «lavorare perché siano eliminate le ingiustizie sociali e tutti possano avere l’essenziale per vivere dignitosamente». «Ai poveri non possiamo solo genericamente voler bene, dobbiamo anche dare loro da mangiare: per questo è necessario un nuovo sistema di welfare pubblico che possa rispondere alle tante povertà presenti sul nostro territorio». «Il vostro impegno attuale – ha concluso monsignor Giusti– deve essere quello di formare una compagine amministrativa coesa perché, diversamente, forse occuperete i luoghi di potere ma non governerete la città». U asqua è il tempo e il luogo in cui la creazione si riannoda al suo Creatore e quanto è frantumato si riunifica. La morte e la resurrezione è la manifestazione della vita nuova di tutta la creazione in Cristo. E’ la manifestazione della nuova vocazione di tutto il creato, è il sacramento che suggella la vittoria sul peccato e sulla morte e su colui che del peccato e della morte è causa: il Maligno. La morte e la resurrezione ti annunciano che c’è qualcuno che ti ama e per il quale tu vali moltissimo. Il mistero pasquale ti annuncia che il buon Dio è pronto a qualunque cosa per te e pur di aiutarti è pronto a soffrire, a morire. Ti annuncia che il buon Dio non è un ragioniere il quale con delle bilance in mano, pesa i tuoi peccati e le tue buone azione e sta scrupolosamente attento a dove va la bilancia bensì è tuo Padre che sin dal tuo concepimento ti ama e ti amerà in eterno. Con la bellezza infinita di questo dono d’amore senza confini, che il Padre ci ha insegnato, auguro a tutti i lettori de «La Settimana» e a questa nostra città di trascorrere una Pasqua serena e densa di fede. Che sia una Pasqua all’insegna della speranza che non muore e di una vita che sa rompere il guscio della morte ed esplodere nella gioia della resurrezione. Auguri a tutti, Dio vi benedica il vostro vescovo Simone P «SIETE CHIAMATI A GOVERNARE LA CITTÀ, NON A OCCUPARE IL POTERE» LA MEDITAZIONE AI POLITICI Il Vescovo ai candidati: «Diventate portavoce di chi non ha un lavoro e una casa» IL MESSAGGIO DI AUGURI del Vescovo Simone Alfonsina Bigazzi, classe 1922, parrocchiana della comunità S. Croce a Rosignano Solvay, ha appena ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Siamo andati ad intervistarla per conoscere i motivi di questa sua scelta Rompiamo il guscio della morte e la vita esploda nella gioia della Resurrezione Nella foto don Pio Maioli insieme ad Alfonsina nella casa dove vive a Rosignano, con i nipoti Alessandro e Lorena e il loro figlio Carlo IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Una storia di Pasqua

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 16 del 20 aprile 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

20 aprile 2014

se è vero che il nome di Gesù è l’unico nome che possa apportare"salvezza" (Atti 4,12), l’unico nome che, se pronunciato con fede,

ha il "potere di guarire" (Atti 3,16) perché non invocarlo con lelabbradel cuore e posarlo su momenti difficili, come su uomini afflittti datanti mali spirituali e materiali?È un passo orante il tuo nel mondo, fratello laico, anche perché , illu-minato dalla Parola di Dio che è lampada i tuoi passi (Salmo 119) edalla quale hai dato il suo tempo, ora, nel mondo non percorri un "al-tro mondo", ma il "tuo" mondo: infatti lì Dio agisce negli eventi e lasua Parola ti illumina a comprendere come Egli agisca: lì Dio è pre-sente in una umanità sofferente e la sua Parola ti aiuta a riconoscerlonel fratello che ti passa accanto.

(La preghiera del laico 1976)

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Le vie del Signore non conoscono età

ascere in Cristo èun’esperienza che sirivela unica in ognietà ed in ogni

persona; un’esperienza che avolte si vive senza pensarcitroppo, soprattutto quando siè giovani, ma che poi siriscopre successivamente,oppure che si matura neglianni, perché non sempre itempi dello spirito coincidonocon quelli anagrafici, un po’come è accaduto ad Alfonsina,92 anni a Settembre, nuovacristiana della ChiesaCattolica, da poco battezzata,comunicata e cresimata nellachiesa di S. Croce a RosignanoSolvay.«È stato durante unachiacchierata in famiglia –racconta la nipote Lorena, cheinsieme al marito Alessandro eal figlio Carlo, accudisconoAlfonsina amorevolmente –che è emerso questo suodesiderio di farsi battezzare:una decisione che ha preso incompleta autonomia, quandoinvece, nella sua vita non èstata sempre così libera didecidere».Quarta di sei fratelli, Alfonsinaha trascorso l’esistenza aservizio degli altri, prima dellamadre in casa e poi dei fratelli;un uomo intraprendente ilpadre, operaio e poisoprintendente alla fabbricaSolvay e con un grandeappezzamento di terreno dacoltivare, che ha saputo gestirela sua vita e quella dei figlisebbene non sapesse leggerené scrivere. Anche se all’epocafaceva un po’ scalpore nonfrequentare la chiesa, lafamiglia Bigazzi non era traquelle più devote; i figli hannoricevuto il Battesimo soloprima del matrimonio eAlfonsina, che non si è maisposata, neppure è statabattezzata, così la sua fede è

rimasta come in un limbo inattesa di sbocciare. Nonostantela veneranda età è una donnasempre in gamba, ha bisognodi aiuto nelle piccole cosequotidiane ed ogni tanto lamente cede lucidità al tempo,ma riesce lo stesso ad andareda sola a trovare i fratelli che

vivono vicini, a dare una manoin casa e soprattutto a tenere inordine il giardino che adora. A darle i sacramentidell’iniziazione cristiana èstato il parroco don PioMaioli, durante una Messaprefestiva del Sabato, in unacerimonia sobria e familiare

come è sempre stata la suavita. «Le preghiere le conosce –racconta don Pio Maioli– le haimparate a scuola e se lericorda tutte. Alfonsina è unapersona dimessa, schiva, che siè spesa per la sua famiglia, eadesso, come se finalmentepotesse dedicarsi un po’ a sestessa, ha sentito questodesiderio di avvicinarsi a Dioattraverso i Sacramenti».«È stata una cosa bella –racconta Alfonsina, nella suasemplicità – mi sembrava unacosa giusta da fare, esserebattezzata». E poi sorridendoconfessa sottovoce- «E poi “diLà”, bisogna andarcipreparati!»

Chiara Domenici

NDI NICOLA SANGIACOMO

n nuovo stile di fare pastorale nellaChiesa si sta imponendo con latestimonianza di Papa Francesco: èstato questo il cuore della meditazione

che monsignor Giusti ha proposto ai politicicattolici che hanno risposto al suo invito didedicare un po’ del lor tempo alla preparazionespirituale alla Pasqua.Il Vescovo ha trattato i temi fondamentaliproposti dall’esortazione apostolica EvangeliiGaudium, una copia della quale ha volutodonare a tutti presenti perché la possanocontinuare a meditare anche personalmente.«Papa Francesco – ha detto monsignor Giusti –ha toccato il cuore della gente e, con il suomodo di testimoniare il Vangelo, sta cambiandolo stile di Chiesa. La sua preoccupazioneprincipale non è quella di difendere dei valori,ma di testimoniare la gioia che deriva dal vivereil Vangelo. Per questo chiede alla Chiesa diimpegnarsi per una conversione profonda dellacultura contemporanea che sembra esseredominata dall’ideologia individualista erelativista. Come tutte le ideologie umane – haproseguito monsignor Giusti - anche questa èdestinata a scomparire, magari implodendo sustessa come è successo nel passato al marxismo».Poi il vescovo Simone si è rivolto ai politicilocali dicendo: «Ai candidati alle prossimeelezioni non chiedo niente per la Chiesa, machiedo apertamente di farsi portavoce di chi, trai livornesi, non ha un lavoro e una casa». E’questo il cuore dell’impegno politico secondo ilVescovo Simone: «lavorare perché sianoeliminate le ingiustizie sociali e tutti possanoavere l’essenziale per vivere dignitosamente».«Ai poveri non possiamo solo genericamentevoler bene, dobbiamo anche dare loro damangiare: per questo è necessario un nuovosistema di welfare pubblico che possarispondere alle tante povertà presenti sul nostroterritorio».«Il vostro impegno attuale – ha conclusomonsignor Giusti– deve essere quello di formareuna compagine amministrativa coesa perché,diversamente, forse occuperete i luoghi di poterema non governerete la città».

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asqua è il tempo e il luogo in cui la creazione si riannoda al suo Creatore e quanto èfrantumato si riunifica.

La morte e la resurrezione è la manifestazione della vita nuova di tutta la creazione in Cristo.E’ la manifestazione della nuova vocazione di tutto il creato, è il sacramento che suggella lavittoria sul peccato e sulla morte e su colui che del peccato e della morte è causa: il Maligno.La morte e la resurrezione ti annunciano che c’è qualcuno che ti ama e per il quale tu valimoltissimo. Il mistero pasquale ti annuncia che il buon Dio è pronto a qualunque cosa per te e pur di aiutartiè pronto a soffrire, a morire. Ti annuncia che il buon Dio non è un ragioniere il quale con delle bilance in mano, pesa i tuoipeccati e le tue buone azione e sta scrupolosamente attento a dove va la bilancia bensì è tuoPadre che sin dal tuo concepimento ti ama e ti amerà in eterno.Con la bellezza infinita di questo dono d’amore senza confini, che il Padre ci ha insegnato,auguro a tutti i lettori de «La Settimana» e a questa nostra città di trascorrere una Pasqua serenae densa di fede. Che sia una Pasqua all’insegna della speranza che non muore e di una vita che sarompere il guscio della morte ed esplodere nella gioia della resurrezione.

Auguri a tutti, Dio vi benedicail vostro vescovo Simone

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«SIETE CHIAMATIA GOVERNARELA CITTÀ,NON A OCCUPARE IL POTERE»

LA MEDITAZIONE AI POLITICI

Il Vescovo ai candidati:«Diventate portavoce di chi non ha un lavoro e una casa»

IL MESSAGGIO DI AUGURIdel Vescovo Simone

Alfonsina Bigazzi, classe 1922,parrocchiana della comunità S. Croce a Rosignano Solvay, ha appena ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana.Siamo andati ad intervistarla per conoscerei motivi di questa sua scelta

Rompiamo il guscio della morte e la vitaesploda nella gioia della Resurrezione

Nella foto don Pio Maioli insieme adAlfonsina nella casa dove vive a Rosignano,con i nipoti Alessandro e Lorena e il lorofiglio Carlo

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Una storiadi Pasqua

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 aprile 2014II

La parola alla... CARITAS

«Pronti, cuochi, via!»

a lunedi scorso i volontari Caritasche si occupano del servizio dei

pasti a domicilio avranno dei com-pagni di viaggio un po’ particolari.E’ la sfida lanciata dalla Caritas aicandidati sindaco alle prossime ele-zioni: alle 10 ritrovo al Porto di fra-ternità a Torretta, visita della struttu-ra e presentazione dei servizi, poipartenza per la distribuzione di 30pasti ad altrettante famiglie dellacittà. Alla fine del giro un’intervistaa caldo sull’esperienza appena vissu-ta che avrete modo di vedere nel vi-deo che sarà pubblicato sul sito del-la diocesi e della Caritas.«Vogliamo- spiega Suor RaffaellaSpiezio, presidente della Fondazio-ne Caritas- che i candidati abbianomodo di conoscere una Livorno dicui forse si parla poco o di cui non siha la giusta percezione e una realtàcome quella della Caritas che è mol-to presente sul territorio e che cercadi rispondere ai bisogni di una cittàche uno di loro andrà a gestire. Unarealtà che forse non tutti hanno avu-to modo di approfondire».Il servizio proposto ai candidati èuno di quelli che la Caritas svolge incollaborazione con il Comune, eccoil perchè di una scelta che porterà icandidati a vivere la città più diretta-mente le strade di Livorno per sco-prire un disagio urbanistico in cuivivono certi quartieri.La proposta è stata fatta e accettatada tutti i candidati delle diverse listefinora presentate e, spiega GiuseppeMascambruno, volontario Caritas, èun esperimento per stimolare unmodo nuovo di vivere la città e sco-prire tutte le situazioni di povertàche ogni giorno anche come Caritasci troviamo ad affrontare.Stimolo al confronto che si conclu-derà una settimana circa prima delleelezioni con una tavola rotonda;«Non vogliamo fare verifiche diquello che è stato fatto in passato-spiega Suor Raffaella- ma lanciareprospettive su quello che si potrà fa-re con delle linee programmaticheconcrete. Sul loro rispetto o meno,lo scopriremo solo in un secondomomento. La Caritas si pone comesempre dalla parte di chi ha biso-gno».Non si può più, continua Suor Raf-faella, vivere il disagio sociale solocon l’emergenza. Serve progettualitàe non solo assistenzialismo, non pa-role ma atti concreti, ecco il perchèdi una proposta fatta ai candidatinon con finalità pubblicitarie macome esperienza costruttiva.

Giulia Sarti

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L’INCONTRO PROMOSSO DAL PROGETTO CULTURALE E DAL TAVOLO DELL’OGGETTIVITÀ’

Una sanità più intelligente...se sarà riorganizzatargomento vasto eannoso quello della

sanità che non funziona,stretta tra i morsi dei taglistatali e le richieste dicittadini sempre piùesigenti. Per far luce sualcuni aspetti dell’universosanità, il progetto culturaledella Diocesi, incollaborazione con ilTavolo dell’Oggettività,ovvero il gruppo deiprimari e medici ospedalieriche periodicamente si incontra con ilVescovo per riflettere su temi eticiall’insegna, appunto, dell’oggettività, hapromosso un confronto aperto dal titolo"Una sanità più intelligente per la salutedi tutti: quale ottimizzazione?". Ospitidel dibattito il direttore dell’Asl 6Eugenio Porfido, il presidente dei medicidi base Eliano Mariotti, il presidente delTribunale dei diritti del malato FilippoLa Marca e la giudice Patrizia Pompei delTribunale di Firenze. La conversazione èspaziata in lungo e largo:tempi di attesa impossibiliper gli esami diagnostici,rapporto tra medico "difamiglia" e paziente,educazione dei cittadinisul servizio sanitario,medicina difensiva,responsabilità penali delmedico,razionalizzazione dellerisorse, rapporto traservizio sanitario pubblicoe cliniche private (tra ilpubblico presente all’incontro c’era ladottoressa Grana della clinica di SanRossore), rivalutazione del ruolo degliinfermieri, dei tecnici e delle ostetriche.

Primoimperativo:riorganizzaretutto perché lasituazione, cosìcom’è, non puòandare; i cittadinihanno diritto ad una sanità piùefficiente, capace di venire incontro alleloro esigenze, ma devono anche sapersifidare dei medici e dei loro consigli.

L’accesso ad Internet hapermesso maggioreconsapevolezza da partedei pazienti, ma non devemancare un dialogo con ilmedico. Necessariasicuramente unamaggiore informazione,anche spicciola, verso icittadini, perché laprevenzione è certo lostrumento migliore perrazionalizzare le risorse,sempre più esigue.Consigliabile unacollaborazione tra

strutture pubbliche e private perrispondere alle necessità dei pazienti, maanche per valorizzare competenze estrumentazioni. Importante un

cambiamento di mentalitàda parte di tutti, percomprendere che il dirittoalla salute non significatutto per tutti, subito e aqualunque costo, perché lepriorità di cura sonodiverse, le situazioni pure e

le strutturesanitarieappartengono aicittadini; per farquesto èindispensabileun’educazionesanitaria su tutti ifronti, magaripartendo dallescuole, comesottolineato daldottor Luca

Mastrosimone, otorinolaringoiatradell’ospedale di Livorno. Fondamentalepoi il taglio agli sprechi, a partire dalleconfezioni dei farmaci, sempre inesubero rispetto alle prescrizioni, perchéil risparmio si trasformi in più risorse adisposizione.Occorre un ripensamento della sanità inchiave solidaristica: ha detto mons.Giusti intervenendo alla conclusione delconfronto. Dobbiamo mettere da partegli interessi di parte e lavorare per il benecomune, per la Comunità e lo dico inparticolare -ha sottolineato il Vescovo - aicandidati sindaco, perché poi la sanitàviene materialmente gestita insieme alleamministrazioni locali. Le radici dellacrisi generale che stiamo vivendo sonoculturali, solo se passeremo dall’io alnoi, riusciremo ad uscirne. La salute è undiritto di tutti, ma solo se alla base cisarà una vera democrazia anche la sanitàsarà veramente per tutti.

Chiara Domenici

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Fino a metà Maggioogni giorno a bordodel furgone Caritas

La «sfida» ai candidatisindaco

ronti, cuochi, via”!Ebbene si, comedice questa frasepresa in prestito da

un famoso programmatelevisivo, prende il via unanuova avventura al CentroCaritas di Via Donnini“Sorgenti di Carità”.Inaugurata lo scorso dicembre,questa struttura, staprendendo forma e vita pianopiano; dopo un periodo diosservazione dove gli operatorihanno cercato di individuarequali fossero le maggioririchieste per poter rispondereai bisogni del territorio, adessoiniziano a nascere i laboratoridella “Casa dei mestieri”.Dopo la falegnameria, e laciclofficina che già da qualchetempo sono nel calendariodelle attività settimanali, èstata inaugurata la cucinadidattica, ovvero come dice laPresidente della FondazioneCaritas suor Raffaella Spiezio,il fiore all’occhiello del centro.Dotata di tutte le attrezzature,di un accesso dall’esterno, unospogliatoio, ed una vetrata dadove i curiosi potrannoassistere alle “magie culinarie”dei provetti cuochi, la cucinadidattica è un luogo dove lacreatività e la tradizionefaranno da padrone; il ritornoalle tradizioni con la scopertadelle ricette tipiche regionali,la ricerca di nuovi piatti, lapresentazione del cibo,saranno alcune delle iniziativeche prenderanno vitaall’interno di questo specialelaboratorio.A fare da guida ai futuricuochi, un cuoco, un

educatore ed ungiovane.Questo sogno, cosìdefinito da suorRaffaella, è statopossibile grazie algeneroso contributodel Lions Club diLivorno che negliultimi tre anni si èimpegnato a cercarefondi per «contribuirecon una sostenibilitàeffettiva» così comel’ha definita MarcelloMurziani, già presidente deiLions, e donare così unabellissima ed attrezzatissimacucina.«Questo progetto, continuaancora Murziani, è frutto dellavolontà da parte della nostraassociazione di non essere piùsoltanto un club a sostegno edassistenza della carità ma

bensì di parteciparemettendosi in ascoltocercando di fornire glistrumenti di cui c’è bisogno.Molti parlano dei poveri manessuno parla con i poveri».Un mondo, quello dellaCaritas, che, come hannosottolineato più volte ancheAlfio Baldi, attuale presidente

Lions e Maria GraziaRastelli prima di lui, habisogno di un aiutocontinuo e di un costanteascolto.Un sostegno ed unacollaborazione quella con iLions, che darà vita ad altriprogetti futuri tra cui ilfinanziamento di alcuneborse lavoro e la donazionedi una somma di denaroper la ristrutturazione diuna struttura dedicata aibambini da 0 a 6 anni.Molti di loro infattivengono allontanati dalle

loro famiglie e dallacittà ma continuanoad avere rapporti con igenitori; questastruttura potràagevolare i servizisociali e i bambini amantenere i contatticon le loro famiglie.«Di cose da fare ce nesono ancoratantissime, ci tiene aprecisare suorRaffaella, ma io come imiei collaboratori cicarichiamo delladisperazione e dellasofferenza di questepersone; spesso non èsemplice tornare a casama ci affidiamo alla

Provvidenza giorno dopogiorno.Una grande risorsa importantee fondamentale poi sono ivolontari, senza di loro sipotrebbe fare ben poco anchese potremmo fare di più se lerisorse economiche fosseromaggiori».

Martina Bongini

La nuova cucinadidattica della “Casadei Mestieri”alle“Sorgenti di Carità”

Rappresentanti dei medici e deimalati della Asl 6 di Livorno, insieme ad un giudice si sono confrontatisulle tematichedella sanità a 360 gradi

omprendiamo il principio della storia.Chi è sconfitto e chi è vittorioso. "Io oggi

ho vinto il mondo". Fondiamo la nostra vitasui principi evangelici e ridiamo vigore e spe-ranza alle nostre città. La Pasqua sia un risor-gere del grande dono del distacco e della ri-nuncia. Sia una rigenerazione dell’amore edella gratuità del donare. Sia un riscoprire ilsapore dell’ acqua e il gusto del pane. Sia unricominciare a sperare che senza povertà nonci sarà benessere per nessuno. La Resurrezio-ne guidi le nostre vite nelle strade incontroalla gente. E la gioia accompagni il camminodi ognuno.

C

Consegneranno a turno i pasti a domicilio allefamiglie che ognigiorno mangianograzie al sostegnodella carità

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 aprile 2014 III

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Conoscere la società attraverso l’incontro con alcuni suoi protagonistiGli incontri del lunedì

l 24 marzo la giornalistadella Nazione MichelaBerti ha incontrato lacomunità del Seminario

per raccontare la suaesperienza professionale.Laureata in Geofisica, unapassione per la cultura, lospettacolo ed il canto inparticolare, lei stessa nonavrebbe mai immaginato didedicarsi a questo lavoro,peraltro svolto con grandepassione sin dal 1999, anchegrazie all’incoraggiamentodel suocero, a sua voltaveterano giornalista. LaDott.ssa Berti non ha esitatoa definire un “calvario” ilperiodo iniziale, importanteper apprendere i fondamentidel giornalismo; ma, dopoquesta fase, ha assunto lamentalità del giornalista dirazza, tanto da esserefermamente convinta oggiche il dovere di un verogiornalista sia quello dicercare la verità. Ha poianalizzato alcuni aspetti delgiornalismo, sottolineandoin particolare le differenzetra il giornalista televisivo equello della stampa,rammentando che qualsiasigiornalista ha da attenersi adun codice deontologico, el’importanza, in un artticolo,del taglio della notizia.Importante per la suaformazione anchel’esperienza della radio.

ISi è poi passati ad analizzarela situazione della città diLivorno, che sta vivendo unmomento difficile, ma che èanche dotata di potenzialitànon sfruttate: in particolare,si potrebbe puntare sullarinascita del turismo e delcommercio.In definitiva, il giornalistadeve andare in mezzo aicittadini e toccare con manocosa si respira tra la gente, sevuole svolgere un servizioutile alla società: esseregiornalista è una filosofia di

vita. Inoltre ognuno, aprescindere dal lavoro chesvolge, può aiutare lepersone a crescere attraversol’ascolto attento delle loroesigenze da trasformare inprogetti concreti ecostruttivi.

Il 7 aprile è stata la voltadell’avvocato VinicioVannucci, stimato penalista,Presidente della CameraPenale di Livorno, invitatoin Seminario per condividereil suo modo di interpretare

questa professione. In primoluogo, il fatto di avere unamoglie avvocato costituisceuna possibilità dicomprensione reciproca e diconoscenza ancora piùprofonda. I primi anniformativi sono stati moltoimportanti, così come lascelta coraggiosa diesercitare una liberaprofessione, e non ultima lavolontà di specializzarsi nelsettore penalistico. Del restoquesto è il settore del dirittodove sono maggiormentecoinvolti i valori comuni.Quindi l’avvocato deve,anche alla luce dell’eticaprofessionale, garantire ilrispetto delle regole del’giusto processo’, ossia diquel processo che riduce almassimo il margine di errorenella decisione del giudice,per quanto è di suacompetenza . Non mancanole soddisfazioni, come adesempio la fiducia deicolleghi, ma non si puòneppure ignorare il senso diimpotenza che talvolta sisperimenta di fronteall’incapacità di provare cheuna vicenda si sia svolta inun certo modo, ai fini di unadiversa valutazione delgiudice. Molto toccante ilcontatto con i clienti nellecarceri. Non si può quindinegare il ruolo anchedell’avvocato nella società.

L’intervista al vicerettore DON ROSARIO ESPOSITO

Ogni giorno avanti,con Cristo nel cuoreDon Rosario Esposito, gli ultimi anni sonostati per Lei ricchi di soddisfazioni:ripercorriamoli insieme. «Ripercorriamoli dal settembre 2011,quando ho messo piede in questoSeminario come Diacono per completarela mia formazione verso il sacerdozio: dueanni intensi, fino al 29 giugno 2013 (ndrdata dell’ordinazione sacerdotale di DonRosario), la vita di Seminario qui aLivorno, dove ho iniziato a conoscere unanuova realtà diocesana, l’esperienza nellaParrocchia Ss. Maria, Giulia e Francesco,con l’aiuto di Don Placido Bevinetto, chemi ha dato tanta disponibilità nel poterlavorare in diversi aspetti della pastorale,dall’oratorio fino ai corsi pre-battesimali ealla supervisione alla catechesi della primacomunione; poi ho completato gli studi diteologia presso lo Studio Teologico diCamaiore e ho vissuto l’esperienza, moltointensa, della pastorale ospedaliera qui a

Livorno presso gliOspedali Riuniti: mioccupavo del VPadiglione e prestavoassistenza spirituale,avendo tanti colloquianche con persone noncredenti, e la cosa miarricchiva molto anchespiritualmente. Poi la datafatidica dell’ordinazionesacerdotale, e da lì èiniziata questa nuova vitacon Cristo nel cuore, masoprattutto durante le celebrazionieucaristiche l’essere Cristo in persona, chesi dona tramite i sacramenti, per gli altri.Dal 6 agosto 2013, e ringrazio il VescovoGiusti per la fiducia avuta nei confronti diun semplice novello sacerdote, ho ricevutol’incarico di Vice-rettore del SeminarioDiocesano».

Un bilancio di questi mesi da Vice-rettore«Sono partito con tanto timore nel cuore.E’ vero che ho avuto una vita moltointensa di formazione, durata quasi 15anni, però essere dall’altra parte mi haprovocato un po’ di timore, perchéall’inizio pensavo di non essere all’altezza,non è che adesso lo sia, comunque non miritenevo idoneo a tale incarico, ma conGesù nel cuore sono riuscito ad andareavanti, specialmente creando un rapportodi fraternità e di paternità con iseminaristi, anche se molti già liconoscevo perché erano stati miei amici dicorso durante gli anni di Seminario».

E’ inoltre Parroco da alcuni mesi dellaParrocchia S.Maria Assunta inCastell’Anselmo. Un ulteriore impegno.«Un’esperienza arricchente: non perorgoglio personale ma nella semplicità hoiniziato questo ministero che è entrato invigore dall’1 dicembre 2013, ma già duesettimane prima mi ero recato inParrocchia e avevo avuto di fronte 15persone, lo ricordo perfettamente, e adessosono contento, anche dopo aver fatto lavisita alle famiglie per la famosabenedizione prima di Pasqua, laDomenica c’è sempre la chiesa piena. Lagente è partecipe, mi è vicina, non mi famancare niente, anzi sono le persone chem’invogliano ad andare sempre avanti,anche perché all’inizio di questo nuovoministero ho avuto diverse difficoltànell’affrontare problematiche dellaParrocchia».

Il prossimo 2 maggio alle 18,30, presso la Parrocchia San Giovanni Bosco in Coteto, Mons. Giustipresiederà la Celebrazione Eucaristica per il conferimento del Ministero dell’Accolitato a (dasinistra) Ramon Guidetti, seminarista; al laico Federico Mancusi e ai seminaristi Francesco Paone eSimone Barbieri.

■ NOTIZIE DAL SEMINARIO a cura del seminarista Andrea Salomone

Un appuntamento IMPORTANTE

UN SEMINARIO IN SEMINARIO

LA PAURA

i è svolto in Seminario un incontro con il Dott.Alessandro Bani (Dirigente di I livello del reparto

Psichiatria, Ospedale della Versilia) sul tema della paura.Ovviamente il Dott. Bani si è limitato a delineare unpanorama generale sul tema, riservandosi diapprofondirne alcuni aspetti in successivi incontri. Si èquindi definita la paura nei suoi elementi essenziali(reazione emotiva e fisiologica che si connette, sianell’uomo sia nell’animale, alla percezione di un pericolo,ovvero alla sua presa di coscienza). L’ansia, invece,scaturisce nell’essere umano da una elaborazione dellapaura stessa. Partendo da tali presupposti il Dott. Bani èpassato ad esporre i quadri psicopatologici della paura conalcune esemplificazioni. I seminaristi hanno subitoapprezzato l’umanità, la professionalità e la passionedimostrate dal relatore in questo primo incontro.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 aprile 2014IV

VENERDÌ 18 APRILE9.00 in cattedrale, ufficio delle letture10.30 visita ai sacerdoti e diaconi an-ziani ed ammalati15.00 liturgia della Passione in catte-drale21.15 Via Crucis a Montenero

SABATO 19 APRILE9.00 ufficio delle letture in cattedrale22.30 veglia di Pasqua in cattedrale,trasmessa in diretta da Granducato tv

DOMENICA 20 APRILE8.45 Domenica di Pasqua- S. Messa alcarcere de " Le Sughere"10.30 in cattedrale S. Messa, pontifica-le di Pasqua e benedizione dei bambi-ni e delle uova, trasmessa in diretta daGranducato tv

MARTEDÌ 22 APRILEIl Vescovo è in visita alla Diocesi diSessa Aurunca per impegni pastorali

MERCOLEDÌ 23 APRILEIl Vescovo è in visita alla Diocesi diSessa Aurunca per impegni pastorali

GIOVEDÌ 24 APRILEIl Vescovo è in visita alla Diocesi diSessa Aurunca e alla diocesi di Sulmo-na per impegni pastorali

VENERDÌ 25 APRILEIl Vescovo è in visita alla Diocesi diSulmona per impegni pastorali

SABATO 26 APRILE Il Vescovo è a Roma per impegni pa-storali

DOMENICA 27 APRILE10.30 S. Messa e cresime degli adulti incattedrale18.00 S. Messa e cresime degli adultidel V vicariato alla chiesa di S. Teresa aRosignano Solvay

LUNEDÌ 28 APRILENella mattina, udienze clero in vesco-vadoNel pomeriggio il Vescovo è a Romaper la commissione beni culturali del-la CEI

MARTEDÌ 29 APRILEIl Vescovo è a Roma per la commissio-ne beni culturali della CEI

MERCOLEDÌ 30 APRILE10.00 in occasione della visita pastora-le al VI vicariato, incontro con gli am-malati della parrocchia di S. Martinoin Parrana

GIOVEDÌ 1 MAGGIO21.15 in cattedrale, veglia di preghieraper il lavoro

VENERDÌ 2 MAGGIO9.30 incontro con i vicari foranei invescovado18.30 incontro con i cresimandi, i ge-nitori, i catechisti,i parroci e conferi-mento del ministero dell’accolitato aquattro seminaristi alla chiesa di S.Giovanni Bosco

SABATO 3 MAGGIO9.30 incontro con il clero giovane invescovado

DOMENICA 4 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Sebastiano

Agenda del VESCOVO

Bolis E. - Solo un "Papa buono"? Spiritualità diGiovanni XXIII- Ed. Paoline, pp.234, euro 16,00

Quando si parla di Giovanni XXIII, molto spesso,viene chiamato in modo simpatico, ma riduttivo il"Papa buono", facendo quasi trapelare laconvinzione che la sua sia stata una bontà leggeraed ingenua. L’autore, Ezio Bonolis, della Diocesi diBergamo, Direttore dal 2010 della Fondazione PapaGiovanni XXIII di Bergamo, con questa ultimapubblicazione ci presenta in modo molto accuratoe approfondito la vera figura spirituale di un Papaamatissimo. Era un uomo dalle radici semplici egenuine, ma appassionato studioso e scrittore colto,un diplomatico esperto e sensibile, un pastore che sidedicava con tutto se stesso e con tutta la suasensibilità alle sue "pecore", un prete obbediente elibero, un uomo di Chiesa e di mondo, uncristiano devoto e umile, un Pontefice lungimirantee coraggioso. Leggendo le sue carte, fin dall’etàgiovanile, veniamo a conoscenza della suaimpressionante vastità di orizzonti culturali che poimaturerà nel corso del suo lungo e difficileministero e che lo poteranno a fine del suo percorsoad indire e aprire il Concilio Vaticano II. Se nonavesse avuto una solida formazione culturale,accompagnata dall’ampia gamma di esperienzepastorali, vissute in contesti talvolta periferici, e purstimolanti e significativi, non potremmocomprendere appieno il dono che lo Spirito ha fattoalla Chiesa alla fine degli anni ’50.

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

AVVISO

Si comunica chegli uffici delpalazzovescovilesaranno chiusi alpubblico per le prossime festivitàdella Santa Pasqua da mercoledì 16aprile a giovedì 24 aprile.Il servizio riprenderà regolarmentelunedì 28 aprile

DUE OCCASIONI DA NON PERDERE

n evento straordinario, che riguarda la vita di due dei Papi piùamati della Chiesa, sta per approdare sul grande schermo:

DOMENICA 27 APRILE ALLE 10 le sale del circuito The Space aprono leporte per la visione in diretta 3D della Canonizzazione Di GiovanniPaolo II e Giovanni XXIII. L’attesissima cerimonia, officiata da Papa Francesco, verrà trasmessaintegralmente in tutto il mondo grazie alla produzione internazionaledel Centro Televisivo Vaticano con il supporto del partner didistribuzione cinematografica Nexo Digital. Un momento storico che The Space Cinema ha voluto mettere adisposizione di tutto il pubblico italiano, gratuitamente fino adesaurimento posti (con la sola aggiunta di 1euro per gli occhialini 3D,dove previsto). L’evento sarà anche trasmesso in diretta in 500 sale inEuropa, Nord e Sud America. Per informazioni sulle sale del circuito The Space: www.thespacecinema.it

Ma non è finita: IL 28, IL 29 E IL 30 APRILE, le sale The Space Cinematrasmetteranno Francesco da Buenos Aires, documentario ineditosulla vita di Papa Francesco, firmato da Miguel Rodrìguez Arias eFulvio Iannucci, distribuito da Microcinema. L’opera ripercorre la vita di Jorge Mario Bergoglio, dall’infanzia finoall’età adulta, passando per quel fatidico 1976 quando salvò centinaiadi vite umane opponendosi alla dittatura militare argentina. Immaginidi repertorio e immagini esclusive raccontano la storia dell’uomo cheha lottato contro la diseguaglianza, mettendosi a servizio dei piùpoveri e dei più deboli, fino a diventare capo spirituale della ChiesaCattolica. Per informazioni su sale, orari e acquisto biglietti: www.thespacecinema.it

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AL CINEMA PER VEDERE LA CANONIZZAZIONE DI PAPA GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 aprile 2014 V

“Se Cristo non è risuscitato,allora è vana la nostrapredicazione e vana anche lanostra fede” (1Cor 15,14). La

risurrezione costituisce anzitutto laconferma di tutto ciò che Cristostesso ha fatto e insegnato»(Catechismo della Chiesa Cattolica,651).Tale evento avviene secondo leScritture, realizza la speranza delmondo e determina un inizioqualitativamente nuovo della storia.È inoltre il frutto di un interventopotente di Dio il quale nonabbandona la vita del giusto nellatomba e non permette che il suosanto veda la corruzione, ma gliindica il sentiero della vita perchépossa avere gioia piena nella suapresenza, dolcezza senza fine alla suadestra (cf. Sal 16,10-11). L’azione diDio inaugura un tempo nuovo e unnuovo ordine di cose che pone incrisi il passato: «Le cose vecchie sonopassate, ecco ne sono nate di nuove»(2Cor 5,17b).

Nella risurrezione di Gesù ha avutoinfatti inizio la risurrezioneescatologica di coloro cheappartengono a Cristo perché “aspersidel suo sangue” e perché “rinatidall’acqua e dallo Spirito”, finché ciòche avvenuto nel Capo si realizzipienamente in tutte le sue membra.Gesù del resto aveva detto: «Io sonola risurrezione e la vita; chi crede inme, anche se muore vivrà» (Gv11,25), che vuol dire: «La comunionecon Gesù è già ora risurrezione; dovesi è stabilita la comunione con lui, èvarcato qui e adesso il confine dellamorte…Ovunque l’uomo entri nell’Iodel Cristo, egli è già entrato nellospazio della vita definitiva» (J.Ratzinger).

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Ce lo ricorda Sant’Ambrogio il qualenella sua Spiegazione del Simboloscrive: «Credi che risorgerà anche lacarne! Infatti perché fu necessario cheCristo s’incarnasse? Perché fu

necessario che Cristo salisse sullacroce? Perché fu necessario che Cristosoggiacesse alla morte, ricevesse lasepoltura e risorgesse, se non per latua risurrezione? Tutto questomistero è quello della tuarisurrezione. Se Cristo non è risorto,la nostra fede è vana. Ma siccome èrisorto, la nostra fede è saldamentefondata». Gli fa eco S. Agostino: «Haguarito te dalla morte eterna là dovesi è degnato di morire in sensotemporale. Ed è morto, oppure in Luiè morta la morte? Che morte è, quellache uccide la morte?» (Commento alVangelo di Giovanni 3,3).

Nel riquadro bronzeo della Porta diSan Ranieri (nella foto) posta nelbraccio meridionale del transettodella cattedrale di Pisa, BonannoPisano alla fine del XII sec. haincastonato la scena dellarisurrezione di Cristo tra la formelladella sua Discesa al Limbo e quelladella sua Ascensione al cielo.L’artista non ha tuttavia presentatoCristo risorto, né l’evento stesso dellarisurrezione, nascosto agli occhi degliuomini e custodito dal buio di quellanotte “veramente beata” che solameritò di conoscere il tempo e l’orain cui Cristo è risorto dagli inferi(Preconio pasquale). Ciò chevediamo è invece l’edicola delsepolcro che sovrasta il sepolcrostesso sul quale è seduto un angeloche annuncia alle donne chegiungono da sinistra la risurrezionedel Signore: «Non abbiate paura, voi!So che cercate Gesù il crocifisso. Nonè qui. È risorto, come aveva detto;venite a vedere il luogo dove eradeposto. Presto, andate a dire ai suoidiscepoli: È risuscitato dai morti, eora vi precede in Galilea; là lovedrete. Ecco, io ve l’ho detto» (Mt28,5-7).Sotto il sepolcro le guardie ancorastordite sono assopite in un sonnoprofondo, simbolo della morte che èstata “ingoiata per la vittoria” (cf.1Cor 15,54). Risuonano come nonmai nel cuore della Chiesa, in questogiorno di luce, le parole dellaSequenza pasquale: «Dimmi, Maria,cos’hai visto per via? Ho visto morirela morte. Ho visto il Signore risorto».

Dal Sussidio CEI per la Pasqua

Chi crede in mevivrà in eterno

SPUNTI DI RIFLESSIONE: DOMENICA DI PASQUA.........

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Bonanno Pisano,Pie donne alsepolcro, Portadel Duomo, Pisa

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 aprile 2014VI

La veglia del primo Maggio ORGANIZZATA DALL’AZIONE CATTOLICA

Scintille di speranzaper il lavoro e le persone

nchequest’anno ilMovimentoLavoratori di

Azione Cattolica,insieme al MovimentoCristiano Lavoratori, alleAcli e alle aggregazionilaicali tutte, confermal’appuntamento delPrimo Maggio alle 21.15in Cattedrale insieme alVescovo, per la vegliadedicata al mondo dellavoro.Il Primo Maggiorichiama alla memoria ifatti di Chicago dellaseconda metàdell’Ottocento e lebattaglie operaie voltealla conquista del dirittoad un orario di lavoroquotidiano, fissato inotto ore.Le dure conquiste deilavoratori e la figura mitedi San Giuseppe -apparentemente cosìdistanti - propongonoun percorso idealesignificativo per i tempiche stiamo vivendo e perla città di Livorno, cheospita quest’incontro dipreghiera e condivisione.Il coraggio di Giuseppeartigiano e ladeterminazione di chi hacombattuto battaglieimportanti per i dirittidei lavoratori sonoelementi essenziali perleggere il momento digravi difficoltà che ilPaese ed il mondo dellavoro stannoaffrontando.

A

Rappresentano modellilimpidi per i tantigiovani che chiedono dipoter accedere al mondodel lavoro senzaintravedere prospettive,ma anche per gli adulti eper le famiglie che illavoro lo hanno perso eche cercano nuove stradeper ripartire. Proprio aloro la veglia vuolelanciare un messaggio disperanza e ispirare ilcoraggio necessario adintraprendere percorsi dirinnovamento.Ma il messaggio è anchediretto alla politica chegestisce in modo spessoincongruente e pocolungimirante leimportanti risorse che lacittà potrebbe, invece,offrire.Il primo segnale che, inquesti anni,quest’appuntamento halanciato è stato l’urgenzadi collaborare, a tutti ilivelli, perché lesoluzioni a tali problemi

non possono più essereparziali, ma devonotoccare livelli diprogettazione e ri-programmazione dellerisorse e delleopportunità.Oggi, come non mai, ilbene comune risultadistante dallasommatoria dei beni -egoistici - dei singoli odei gruppi di potere.Troppo spesso i corpiintermedi, che laCostituzione riconoscecome elementi essenzialidella crescita morale ecivile del Paese, sonostati abbandonati a sestessi o si sono chiusinella difesa di interessi

specifici e parziali.Con l’acuirsi delledifficoltà per tantefamiglie di Livorno,questo appuntamentorappresenta quel grido didolore troppe voltelasciato inascoltato.La preghiera, come"grido del popolo", saràrivolta al Signore, perchélo accolga e lo vivifichi. Alle comunità,movimenti eassociazioni si chiedeche si facciano cariconon solo del dolore, maanche della costruzionedi nuovi percorsid’inserimento lavorativoe di condivisione dellerisorse che, in ogni caso,

ci sono e potrebberoessere potenziate.Il cambiamento che sichiede alla città, a tutti isuoi livelli eappartenenze, parte dallapreghiera e proseguenell’impegno delleassociazioni cheanimeranno la veglia,per continuare nella vitadi ognuno di noi.Chiamati a costruirerisposte comuni aproblemi che minano,ormai, anche la tenutadel tessuto sociale delPaese.Chiesa e istituzioni civilicollaborinoproficuamente perindicare percorsi disperanza evalorizzazione del benecomune e, all’interno diesso, sostengano,attraverso il lavoro, larealizzazione di unarinascita sociale fondatasulla responsabilità deisingoli e delle comunità.

Cristiano Nervegna

Per gli adulti e per le famiglie che il lavorolo hanno perso e che cercano nuove stradeper ripartire: proprio a loro la veglia vuolelanciare un messaggio di speranza e ispirare il coraggio necessario adintraprendere percorsi di rinnovamento

«PASQUE DI FESTA»

a fortunata circostanza delle celebrazionidelle festività pasquali in contemporanea

per le religioni ebraica e cristiana, ( laPasqua ebraica sarà celebrata fra il 15 e il 22aprile) ha fatto si che l’Amicizia Ebraico-Cristiana di Livorno organizzasse un incontropresso il salone dei Granai di Villa Mimbelliper approfondire la Pasqua e come essaviene vissuta da entrambe le tradizioni. "Puressendo un tema particolarmenteimpegnativo" come ha sottolineato laPresidente Caterina Meucci è quanto maidoveroso conoscere la Pasqua ebraica perpoter comprendere la Pasqua cristiana.Questo dialogo a due voci deve essere vistocome più volte ha sottolineato PapaFrancesco, un "pellegrinaggio verso la verità"e se fatto insieme con un ascolto profondo ciaiuta a scoprire e comprender la nostraidentità più profonda. A questo dialogo sonointervenuti il Rabbino capo della Comunitàebraica di Livorno Rav Yair Didi, e donPiergiorgio Paolini, Parroco della Chiesa delRosario, noto biblista, docente allo S.T.I diCamaiore e I.S.S.R. di Pisa. Rav Yair Didi hapresentato la Festa di Pesach come la "unafesta centrale nell’ebraismo nel senso cheogni festa della Torah fa ricordo dell’uscitadall’Egitto e anche nello Shabbat vienericordata". Ai figli addirittura deve essereraccontata in quattro modi diversi perchédeve essere compresa da ciascuno a secondadi come egli è: saggio, malvagio, timido eche non si pone domande. Questa festainfatti è l’unica nella quale Dio manifesta lasua forza infinita. Mentre a partire dai grandiPatriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe Dio si èfatto vedere nel privato, nella vita e nellerealtà anche quotidiane facendosi chiamareShaddai, "dimunuendo così se stesso", con ledieci piaghe sull’Egitto invece, che non eranopunizioni, ha voluto mostrare la sua forza ecancellare l’idolatria. L’uscita dall’Egitto èstato l’unico miracolo compiuto nella storia el’ha fatto davanti a tutto il popolo: tuttiinsieme l’hanno veduto e in quellacircostanza ha detto loro di chiamarsi Dioperché infinito e perché ha mostrato la suaforza a tutto il mondo.Don Paolini, partendo dai testi evangelici hadescritto la Cena di Gesù quale cenapasquale. Gesù nel dialogo con gli apostoli faun chiaro riferimento alla festa che vuole chevenga celebrata secondo la tradizione etermina la cena cantando i salmi dell’Hallel.Tuttavia durante la celebrazione ci sono deipassaggi che introducono delle innovazioni,delle quali San Paolo scrivendo ai Corintidice : " Io vi trasmetto quanto ho ricevuto:Gesù nella notte in cui fu tradito, prese ilpane…poi il calice dicendo questo è il calicedella nuova alleanza, fate questo in memoriadi me". Ecco che si parte dalla cena ebraicaper orientarsi verso una offerta: il dono di sestesso e Paolo aggiunge anche che "ognivolta che mangiate questo pane e bevetequesto calice annunciate la morte e celebratequesta memoria nell’attesa che Egli ritorni".La cena Pasquale non celebra più la notte delpassaggio, ma del dono che rimanedisponibile per tutte le generazioni futureperché alla morte è seguita la Risurrezione.La Pasqua cristiana dura tre giorni dalGiovedì santo alla Domenica di Risurrezioneche poi diventa Domenica di Pasqua.Nonostante le differenze ci sono però treelementi che sostengono entrambe lePasque. Il primo è una celebrazione checelebra un evento che sta all’inizio: per gliEbrei l’evento della liberazione dei figlidall’Egitto, per i Cristiani è la morte erisurrezione di Gesù. Il secondo elemento è ildovere di fare memoria perché non cadanoquesti eventi nell’oblio e si perda l’identità. Ilterzo è, l’illuminazione che ne deriva per lavita dei credenti; sono eventi che gettano sulpresente tutta la forza del passato erinnovano il presente dando un nuovosignificato.

Monica Cuzzocrea

L

L’incontro organizzatodall’associazionedell’Amicizia EbraicoCristiana

Giovedì 1 Maggioalle 21.15in Cattedralepresiedutadal Vescovo

Simone,Alice, Marco,Valentina, Elisa: da S. Luca a S. Pietro e ritorno

«Professionisti» della fedeomenica 6 aprile 5ragazzi della nostradiocesi hanno fatto laProfessione di fede

davanti alla tomba di sanPietro, durante la Santa Messa,nelle grotte vaticane celebratada don Pietro Grajper, parrocodella parrocchia san Luca aStagno.

CHI SONO QUESTI RAGAZZI?Simone Gottardi anni 22, Alice Giannetti anni 21, MarcoTurelli anni 19, Valentina DiVecchio anni 19, Elisa Gattianni 18.A parte Simone, che è uncatechista e animatore di ungruppo del dopocresima dellaparrocchia dei Salesiani, che haseguito il gruppo di san Lucacome animatore in un campodi formazione ed hacollaborato con loro durante ilguastagno, i ragazzi hannoseguito un percorso dimistagogia iniziato nel 2006 enel 2007 con don ValerioBarbieri e vari educatoriparrocchiali e continuato dasettembre del 2009 da donPietro Grajper, Alessio eMonica. Un percorso che,seguendo il tema del viaggio,con al centro la figura di GesùEucaristia, attraverso l’itinerariodella Via della Bellezza, haportato i ragazzi alla SolenneProfessione di Fede a Roma.Questi ragazzi fanno parte oggidella pastorale giovanile dellaparrocchia San Luca e sono lo"zoccolo duro" dei giovani: Alice, del gruppo Nutellini, èuna delle catechiste del gruppodei bambini di 6 anni, 1’anno

D

di alfabetizzazione, è aiutocatechista dei cresimandi 2015e animatrice del gruppiNautilus del dopocresima; Marco e Valentina sono delgruppo Sirio, Marco si occupadella pastorale dello sport e faparte dello staff diAmichiamoci; Valentina è unadelle animatrici del gruppoLatenda-giovanissimi; Elisa,gruppo K2, è una dellecatechiste dei bambini del 4°anno di catechesi e animatricedel gruppo Nautilus.

IL CAMMINO: DA STAGNO ALLACATTEDRALE, A SAN PIETROI nostri 5 ragazzi sono statiaccompagnati dagli altri ragazzidel gruppo dei giovani,Martina, Alessia Camilla,Matteo, Nico, Mattia, Federico,che li hanno sostenuti e hanno

potuto vivere questa bellatestimonianza di fede. Ilpercorso é iniziato venerdi 4sera, con la messa delle 18 incattedrale, sabato mattinapartenza in treno per Roma evisita della città; domenicamattina sveglia all’alba per unabellissima sorpresa che ci haorganizzato don Pietro: lacelebrazione della Santa Messaproprio davanti alla tomba disan Pietro! Grandissima lagioia di tutti i presenti el’emozione é continuata tutto ilgiorno quando siamo andati avisitare le basiliche di Roma.Per concludere questi momentidi felicità, alle 12 l’incontro inpiazza San Pietro con PapaFrancesco per l’Angelus, che,dopo aver ricordato a tutti chenon c’e limite alla misericordiadi Dio, ha invitato a leggere e

vivere il Vangelo, regalando,infine, un "vangelino" condedica a tutti i presenti. Chesegno per i ragazzi! I ragazzi sono stati presentatialla comunità di Stagno allafine della celebrazione dellaSanta Messa della domenicadelle palme, con il dono di unapergamena e un kit per lapreghiera, i nostri testimonisono stati acclamati da tuttal’assemblea.Questa esperienza è stata moltoimportante sia per i bambiniche gli adulti della parrocchia: ibambini hanno dei punti diriferimento e non vedono l’oradi essere catechista, gli adultihanno chiesto di stare piúinsieme e iniziare percorsicomuni per condividere lapreghiera e l’amore per Gesù.

Monica Calvaruso

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 aprile 2014 VII

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■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Giustarini osbv

Maria salva ancora i livornesi dalle epidemieSeconda e terza benedizione conl’icona della Madonna 5 MAGGIO1690 - 21 FEBBRAIO 1730

a secondabenedizione scesesu Livorno il5Maggio 1690, tra gli

evviva di un popolo chesi stringeva intorno allasua Regina. Il giorno dopodell’incoronazioneavvenuta nella collegiatadi Livorno, la SantaImmagine fuaccompagnata, comeabbiamo narrato, connumerosissimaprocessione a Montenero:giunta ai piedi del Collefu salutata dallo sparo dicento mortaretti: il salutosi ripeté quando sullapiazza del Santuario fucollocata sopra di un.gran palco. Prima diriportarla in Chiesa iPadri Teatini ebbero ilfelice pensiero, sebbennon richiesti da nessuno,di benedire con laMadonna la città diLivorno, e il popolodevoto era accorso in talnumero, che molti, nontrovando posto nellapiazza, erano saliti suglialberi della vicinamacchia. Il Consiglio di Sanità diLivorno aveva discussolungamente se dovesse, omeno, accordare ilpermesso di approdaread una nave francese,proveniente daAlessandria d’Egitto, e incui si erano verificati casimortali di pestebubbonica. Contro la maggioranzafavorevole, prevalse ilparere contrario delmedico livorneseMarcellino Ittieri chesostenne le sue ragionicon tale fermezza cheparve audacia e crudeltà,e fu invece la salvezza diLivorno. La nave costretta aprendere il largo diresse aMarsiglia, ove,sventuratamente ricevuta,portò il germe di unadelle più terribilipestilenze che ricordi lastoria. Era il 20 Maggio1720 quando il Consigliodi Sanità di Livorno presela deliberazione di fareallontanareimmediatamente dallesue acque la nave cheportava la morte, e inquel giorno a Montenero,nella ricorrenza dellaPentecoste, si celebrava ilricordo dellamanifestazioneprodigiosadell’Immagine, e silavorava alacremente allanuova cappellacominciata appena da unmese. La fermezza del medicoIttieri, ci assicura ilTommasi, fu giudicatauna grazia speciale dellaMadonna, la quale"sembra abbia benedettae gradita un ’idea che è disua maggior gloria,mentre pochi giorni dopoali ’essersi dato principioalla fabbrica, capitato nelporto di Livorno la NaveN. Capitano N., fece laVergine Santissima colsuo valido patrocinio chenon fosse ammessa apratica alcuna”.I Livornesi in questaliberazione dal fierissimocontagio, visto un nuovopegno dell’amore diMaria, numerosiaccompagnarono leConfraternite che sirecavanoprocessionalmente al

LSantuario a render graziee presentare offerte allaloro Protettrice. Questeazioni di grazie duraronol’intero anno, e ilMunicipio di Livorno,nel settembre, per tregiorni, dalla chiesa di S.Sebastiano, si unì allepreghiere che il popoloinnalzava a Montenerodavanti la SantaImmagine.

Nel Febbraio del 1730 lamaligna influenza, cheaveva desolata quasi ogniparte d’Italia, penetròanche in Livorno: ilmorbo fu talmentecontagioso che quasi tuttigli abitanti della città edella campagna cadderoammalati; fu cosìvirulento che nemorirono più di sessantaal giorno. Il Municipio anome del popolo pregò iPadri Teatini di fare unTriduo alla Madonna, e avoler benedire, al terminedi queste devotesuppliche, la città con lasanta Immagine. Ireligiosi che allora sitrovavano al Santuarioerano caduti tuttiammalati, meno due checominciarono il Triduocon grande fiducia. Fin dal primo giorno diqueste pubblichepreghiere l’influenzacominciò a cessare; laguarigione degli infermifu tanto rapida, che moltipoterono salire aMontenero la mattina del21 Febbraio quando laMadonna fu portata sullapiazza per benedire lacittà nel medesimo modoche si era usato il 21Settembre del 1684. Attestano i cronisti deltempo che, nel giorno incui fu data la benedizionea Livorno, nessuno degliammalati morì, e che inbreve tempo cessò la

mortalità. La veridicità dei cronisti èconfermata dal fatto cheil Gonfaloniere e gliAnziani di Livorno, dopodi essere intervenuti aMontenero ad un Triduodi ringraziamento, il 6Marzo di quello stessoanno 1730 scrissero unalettera ai Padri Teatini incui, dopo di averericordata "la grandevozione con cui dalnumeroso popoloaccorsovi si riceve labenedizione di MariaVergine e come dalla granMadre di Misericordia èsubito stata concessa aquesta Città la graziadesiderata"; e dopo di

aver riconosciuta "laprecisa obbligazione dimostrare in ogni tempo ipiù distinti segni digratitudine alla pietosanostra Protettrice MariaSantissima", fannol’umile preghiera ondeottenere il perpetuoprivilegio "che da oraqualunque volta cheoccorra per qualsiasicausa, rimuovere la dettaSanta Immagine dal suoposto per qualsivogliaspazio di tempo, o sia pertenerla esposta o pertrasferirla, o sia perportarla in processione inqualunque modo ilMagistrato di Livornoabbia la privativa diservire, o far servire da chida lui sarà deputato, inqualunque di dettefunzioni, la MedesimaSanta Immagine tanto nelsorreggere le aste delbaldacchino; come nelportare le torce, epositivamente ciobblighiamo diprovvedere, a spese delPubblico Magistrato,tutta la cera d’ogni sortache per tali funzioni faràdi bisogno e tutte lemesse che a renderle piùdecorose occorreranno". I Padri Teatini, accolta

favorevolmente lasupplica condeliberazione del 12Marzo 1730, siaffrettarono acomunicare al Magistratodi Livorno che benvolentieri gli venivaaccordato il privilegiorichiesto, di avere sempreil primo posto ogniqualvolta si trattava dipubbliche manifestazioniin onore di MariaSantissima, e di sostenerele spese necessarie. IlMagistrato di Livorno,tenendo fede alle suepromesse, non si rese maiindegno dei suoiprivilegi. Al primo attacco dellamicidiale influenza del1733, che si manifestavacon raffreddori e dolori alpetto, per la suadiffusione e per lamortalità ricordava laprecedente, ilGonfaloniere scrissesubito, il 26 Febbraio, alSuperiore del Santuario,ordinando, a spese delComune, un Triduo dellaMadonna, del tuttosimile a quello del 1730,meno la benedizionecolla Santa Immagine,giudicandosi allora nondoversi praticare contanta frequenza. "Si incominciò il Triduonel dì 28, e proseguendonei due seguenti giornicon un pieno ed affollatoconcorso di persone,quasi tutte dal generalraffreddore attaccate, percui con incessante tossene rimbombava laChiesa, dalla fiducia deimeriti di Maria animatotutto quel popolo,istantaneamente videsopra di sé rinnovata lagrazia della liberazionedalla sopravvenuta,importuna, descrittaepidemia.Una lettera delLuogotenenteGonfaloniere, IacopoLuzio Sproni, scritta l’8Marzo seguente ai PadriTeatini, rende pubblica eautorevole testimonianzadi questa graziaimplorata ed ottenuta.Nel 1741 arrivò da Algeriuna nave che recava inseno la morte. Lospavento invase iLivornesi: il grido dellafede eruppe e volò allaMadonna. Elladispiegando sempre regalpotenza sul mare imperò,ed ecco occultarsi il cielodi nuvoloni. Di subito unfulmine lanciato dallanube, come straledell’arco teso, sfolgorò lanave e la recòall’impotenza di navigaree il Magistrato di Sanitàinterpretando il segnoceleste, la condannò adessere in alto mareabbruciata.

Quarta e quinta benedizione24 GENNAIO 1742 - 11 FEBBRAIO 1742 Nei giorni 16, 19 e 20 del Gennaio 1742 nove forti scosse di terremoto siseguirono con un crescendo spaventevole, talchè gli abitanti atterritifuggirono dalla città, e Livorno, che pochi giorni prima, per i divertimenticarnevaleschi, era piena di vita, cambiò aspetto e parve un deserto. Riavutosi un po’ dal primo spavento, il popolo il 21 portò in processioneper la città le reliquie di Santa Vigilia, e nei giorni seguenti intervenne aun Triduo nel Santuario di Montenero, al termine del quale, preparata alsolito la piazza, i Padri Teatini portarono fuori l’Immagine dellaMadonna, e con essa, alla presenza di tutte le Autorità e di parecchiemigliaia di persone benedirono Livorno. Con la benedizione di Maria la calma, la tranquillità tornò negli animi,la città riprese il suo aspetto normale. Ma la calma, la tranquillità deglianimi fu interrotta dopo tre soli giorni, dal rombo pauroso, terribile cheprecedeva lo spaventoso terremoto del 27, che scosse, agitò furiosamentela città, che fu ricoperta da una nube oscura di densa polvere. L’11 Febbraio 1742, con la processione, che riaccompagnava la Madonnaa Montenero, sulla piazza del Santuario, si collocò la Santa Immaginesopra di un altare; poi con essa, si diede la benedizione a Livorno.

Sesta benedizione9 GENNAIO 1771Il 7 Gennaio 1771 una violenta scossa di terremoto aveva impressionatotutta la popolazione, la quale, presa da vero spavento alle due scosse piùforti che si ripeterono nel giorno successivo, si riversò fuori dell’abitato, eoltre seimila persone si accamparono all’aperto. I danni non furono così gravi, quali aveva fatto temere la violenza dei treterremoti, e in questo si riconobbe subito una protezione speciale dellaMadonna di Montenero, che tutti invocarono, mentre si davano allafuga. Prima di ritornare nelle loro case i Livornesi vollero che con la SantaImmagine fosse benedetta la città, poiché la popolazione protestava chenon sarebbe rientrata nelle lesionate abitazioni se non dopo che laMadonna le avesse benedette. Il giorno 9 perciò fu impartita la invocata benedizione, e il popolo,calmo e tranquillo tornato ai lavori abituali, aumentò lo zelo per decorodel Santuario, e con le generose offerte di questi giorni si poté, in treanni, condurre quasi del tutto a compimento la nuova cappella che eracominciata nel 1720.

Maria risponde alle richieste

di aiuto:i livornesi

sono preservatidalle

pestilenze

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 aprile 2014VIII