La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 11 - Una copia 1,10 - Domenica 16 marzo 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Il Vescovo accoglie gli adulti che chiedono di far parte della comunità cristiana L’esperienza catecumenale Nuova figura di catechista che accompagna l’adulto al Battesimo EDITORIALE Il bene della persona Battaglie per le quote rosa, per il riconoscimento della presenza femminile nelle istituzioni, «distin- guendo» dal maschile, battaglie dunque per affer- mare la differenza e la ori- ginalità dei due sessi che insieme - in parti eguali - possono contribuire al bene comune e - nello stesso momento - ecco altre forti battaglie e scontri per «non distinguere» uomini e don- ne, chiedendo come fatto di giustizia che di fronte ad una creatura che va all’asilo si dica che viene presentato da genitore numero 1 e da genitore numero 2! E via discorrendo. Quale sarà dunque la causa giusta? Fino ad oggi non ci siamo in realtà mol- to preoccupati di questo e sicuramente può anche voler dire semplicemente che siamo arretrati, incivili ed inclini al dominio gli uni sugli altri. Sarà sicuramente così; l’umanità ha fatto tanta strada e, a partire dal tem- po antico, la figura femmi- nile è stata sempre in po- sizione subalterna. Detto questo bisogna però anche dire che in realtà moltissimi dimenticano che un grande traguardo è stato raggiun- to quando si è arrivati alla scoperta della «persona», termine che assicura una sa- cralità indistinta tra uomo e donna ed anche tra uomo e donna di un colore o di una razza, o di un paese ed un altro. Molti hanno speso la loro vita per il valore della persona umana così come immani tragedie sono acca- dute perché non si è ricono- sciuta a qualcuno questa di- gnità che invece è di tutti. Perché non recuperare allora a livello politico, so- ciale ed economico questo valore, il concetto di perso- na? Potrebbe essere anzi il terreno più adatto per in- contrarsi e dialogare recu- perando ruoli e missioni che devono essere sicu- ramente valorizzate nella equità di un giusto ricono- scimento del bene di tutti e di ognuno. C’è ancora molta strada da fare nella società per arrivare a que- sto equilibrio che si dovrà - se così si vuole - regolare con leggi e decreti, ma che diventa vero e reale solo e in quanto è vissuto nel con- creto della vita. Al di là di ideologie, di pregiudizi e di strumentalizzazioni. Se ci si crede veramen- te che la persona è un bene sacro ed intoccabile si lot- terà anche per i diritti di tanti che sono oppressi da dittature, da mali endemici di povertà, di malattia e di fame. Nella storia di ognuno vi sono poi delle esperien- ze che hanno una loro ve- rità spontanea e naturale. Quanti non hanno visto con assoluta tranquillità e senza scandalo nella scuo- la elementare da sempre un numero maggioritario di donne, di maestre che hanno fatto - mi si perdo- ni per carità il termine - da mamme? Ci sono battaglie che è giusto fare; ci sono in- giustizie che devono essere combattute. Come fare per essere tutti d’accordo? BRUNO CAPPATO pag. 7 pag. 12 L’accoglienza dei catecumeni si svolge in Quaresima, secondo un modo di agire da sempre avvenuto nella Chiesa: poiché la notte di Pasqua è la notte della vita nuova in Gesù Cristo, della vittoria della vita sulla morte, in quella santa notte si è sempre vissuto il Battesimo, il passaggio dalla notte al giorno, dalla morte alla vita, dalla solitudine alla famiglia di Dio, dal peccato alla resurrezione. Nel Cristo risorto vi è il nostro Battesimo. I giovani della Diocesi pag. 10 Movimento Lavoratori di Azione Cattolica Il lavoro e la missione Intervista ad Andrea Padoan Le sfide del nostro tempo Intervista a Fiorenzo Scaranello L’esperienza missionaria in Brasile di Don Gabriele Fantinati

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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/ROAnno CXIV - N. 11 - Una copia € 1,10 - Domenica 16 marzo 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Il Vescovo accoglie gli adulti che chiedono di far parte della comunità cristiana

L’esperienza catecumenaleNuova figura di catechista che accompagna l’adulto al Battesimo

EDITORIALE

Il bene della persona Battaglie per le quote

rosa, per il riconoscimento della presenza femminile nelle istituzioni, «distin-guendo» dal maschile, battaglie dunque per affer-mare la differenza e la ori-ginalità dei due sessi che insieme - in parti eguali - possono contribuire al bene comune e - nello stesso momento - ecco altre forti battaglie e scontri per «non distinguere» uomini e don-ne, chiedendo come fatto di giustizia che di fronte ad una creatura che va all’asilo si dica che viene presentato da genitore numero 1 e da genitore numero 2! E via discorrendo.

Quale sarà dunque la causa giusta? Fino ad oggi non ci siamo in realtà mol-to preoccupati di questo e sicuramente può anche voler dire semplicemente che siamo arretrati, incivili ed inclini al dominio gli uni sugli altri.

Sarà sicuramente così; l’umanità ha fatto tanta strada e, a partire dal tem-po antico, la figura femmi-nile è stata sempre in po-sizione subalterna. Detto questo bisogna però anche dire che in realtà moltissimi dimenticano che un grande traguardo è stato raggiun-to quando si è arrivati alla scoperta della «persona», termine che assicura una sa-cralità indistinta tra uomo e donna ed anche tra uomo e donna di un colore o di una razza, o di un paese ed un altro.

Molti hanno speso la loro vita per il valore della persona umana così come immani tragedie sono acca-

dute perché non si è ricono-sciuta a qualcuno questa di-gnità che invece è di tutti.

Perché non recuperare allora a livello politico, so-ciale ed economico questo valore, il concetto di perso-na?

Potrebbe essere anzi il terreno più adatto per in-contrarsi e dialogare recu-perando ruoli e missioni che devono essere sicu-ramente valorizzate nella equità di un giusto ricono-scimento del bene di tutti e di ognuno. C’è ancora molta strada da fare nella società per arrivare a que-sto equilibrio che si dovrà - se così si vuole - regolare con leggi e decreti, ma che diventa vero e reale solo e in quanto è vissuto nel con-creto della vita. Al di là di ideologie, di pregiudizi e di strumentalizzazioni.

Se ci si crede veramen-te che la persona è un bene sacro ed intoccabile si lot-terà anche per i diritti di tanti che sono oppressi da dittature, da mali endemici di povertà, di malattia e di fame.

Nella storia di ognuno vi sono poi delle esperien-ze che hanno una loro ve-rità spontanea e naturale. Quanti non hanno visto con assoluta tranquillità e senza scandalo nella scuo-la elementare da sempre un numero maggioritario di donne, di maestre che hanno fatto - mi si perdo-ni per carità il termine - da mamme? Ci sono battaglie che è giusto fare; ci sono in-giustizie che devono essere combattute. Come fare per essere tutti d’accordo?

Bruno Cappato

pag. 7

pag. 12

L’accoglienza dei catecumeni si

svolge in Quaresima, secondo un modo

di agire da sempre avvenuto nella

Chiesa: poiché la notte di Pasqua è la notte della vita

nuova in Gesù Cristo, della vittoria

della vita sulla morte, in quella santa

notte si è sempre vissuto il Battesimo,

il passaggio dalla notte al giorno,

dalla morte alla vita, dalla solitudine alla

famiglia di Dio, dal peccato alla

resurrezione. Nel Cristo risorto vi è il

nostro Battesimo.

I g i o van i

de l l a

D io ce s i pag. 10

Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Il lavoroe la missioneIntervista ad AndreaPadoan

Le sfide del nostro tempoIntervista a Fiorenzo Scaranello

L’esperienza missionaria in Brasile di Don Gabriele Fantinati

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Quando inventarono” la festa del papà” e la collo-carono al 19 marzo di ogni anno, ero fuori casa da un pezzo! Fu, nonostante l’in-teresse commerciale sotteso, una felice idea. Nella fami-glia il “Papà” iniziava ad es-sere sempre meno presente, sia per il suo lavoro, sia per il tempo prolungato in cui i figli si trovavano ad essere impegnati nel tempo pieno a scuola e nell’impiego del “tempo libero” nei più sva-riati settori. Nel frattempo, la comunità civile aveva fatto del 19 marzo solenni-tà di San Giuseppe sposo di Maria la Madre di Gesù, una giornata lavorativa. L’accentuazione sulla figu-ra del Papà carpì l’interesse di molti e tuttavia andava

sempre più prendendo con-notati separati dalla festa re-ligiosa e sempre più privati. La solennità religiosa, negli anni della mia fanciullezza coinvolgeva l’intera comu-nità: vivevo in una borgata formata da due dozzine di case a schiera, umili, povere case che ci facevano sentire una sola famiglia. La strada era lo spazio per il gioco di noi ragazzini e il cortile, tra gli usci e la strada, quello per le signorinelle. Alcuni dei papà erano al fronte e quelli che erano a casa era-no papà per tutti. Era anche curioso che le nostre mam-me erano sempre nominate con il nome del marito: la Egle de Ghitano, la Maria de Mano, la Nene de Artu-ro, la Dina de Giovanni e

tutte mettevano in comune la loro esperienza ... educa-tiva e artistica! In comune c’erano la fonte dell’acqua, il forno a legna per cuocere il pane, la sostituzione quan-do qualcuno era nel biso-gno. Anche tra noi ragazzi i papà erano in ... comune, ci osservavano,ci richiamava-no, ci incoraggiavano, era-no insomma l’ultimo gradi-no di quanti ci educavano. Li avevamo in grande stima e ciascuno li rispettava: era-no ciò che di più prezioso si possedeva con la mamma ed i fratelli. Non c’era an-cora la “festa del papà”, ma noi li festeggiavamo pro-prio il 19 marzo festa di San Giuseppe sposo di Maria la Madre di Gesù. Sono certo che anche i figli di oggi li

festeggiano riconoscendoli, come noi, preziosi e indi-spensabili alla formazione globale della propria per-sonalità. Tutti i figli hanno il diritto di avere accanto alla mamma, il papà ed i fratel-li. Certo che può far piacere ricevere in regalo la classica cravatta nuova e l’accendino all’ultima moda, ma ritengo che “il 19 marzo festa del Papà”, possa sottolineare la fondamentale necessità che tutti i figli abbiano accanto e il babbo e la mamma. Il babbo, come la mamma, sono naturali modelli per far crescere umanamente i figli e farli divenire adulti. Per la formazione religiosa sono i primi annunciatori e missionari del Cristo e mo-dello convincente. Vedere il babbo pregare, sentire il babbo raccontare la storia di Gesù e dei santi è ... affa-scinante Il 19 marzo faremo la “festa del Papà” per affer-mare la missione d il com-pito dei papà e apprezzare il loro ruolo essenziale nella formazione globale delle nuove generazioni. Essere orgogliosi di loro, credo sia il più gradito dono che ogni figlio può fare a ciascuno di loro. Gianni Azzi

Domenica 16 marzo: Ore 9.30 - San Cassiano: celebra la S. Messa per mons. Afro Borgato, nel trige-simo della sua morte. Ore 10.45 - Paolino: celebra la S. Messa e in-contra i fedeli della parrocchia.Lunedì 17 marzo: Ore 10.00 - Ro-vigo, Vescovado: riceve in udien-za. Ore 17.30 - Rovigo, Accademia dei Concordi: partecipa all’incontro ecu-menico, promosso dal SAE, con la parte-cipazione del prof. don Carlo Molari.Martedì 18 marzo: Ore 9.00 - Rovigo, Scuola Diocesana “G. Sichirollo”: incon-tra i ragazzi nelle singole classi. Ore 15.00 - Rovigo, Curia: presiede la riunione dei Direttori degli Uffici Pastorali.Mercoledì 19 marzo: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 17.00 - Villadose: visita la Fabbrica Cecolin e benedice un’immagine della B.V. Maria. Ore 18.30 - Rovigo, chiesa della Madonna Pellegrina: presiede la celebrazione della

S. Messa nella II Stazione Quare-simale della Città di Rovigo.Giovedì 20 marzo: Ore 16.00 - Ro-vigo, Seminario: tiene l’incontro teologico-pastorale con i semina-risti.Venerdì 21 marzo: Ore 9.00 - Ro-vigo, Vescovado: riceve in udien-za. Ore 18.00 - Rovigo, Accademia

dei Concordi: partecipa all’incontro orga-nizzato dal Rotary Club e tiene una rifles-sione sull’Esortazione Apostolica “Evan-gelii Gaudium”.Sabato 22 marzo: Ore 9.00 - Rovigo, Ve-scovado: riceve in udienza.Domenica 23 marzo: Ore 9.30 - Rovigo, Seminario: celebra la S. Messa con i grup-pi di “Rinnovamento nello Spirito”. Ore 11.00 - Villamarzana: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 15.30 - Rovigo, Teatro “Don Bosco”: partecipa al 37° Convegno diocesano dei catechisti.

Attività del Vescovo

La secon-da domenica di quaresima ci offre una sfida aprendo squarci di cie-lo, ma... con i piedi per terra. La vocazione di Abra-mo, di Pietro, Giacomo e Giovanni è una avventura luminosa che apre il cielo in visioni di paradiso e manda nel mondo la missione. Il successo è garantito, ma il cammino misura ob-bedienza e timori, sofferenza e forza per superare prove, tempi di realiz-zazione, responsabilità personale e comunione solidale.

Abramo risponde con obbedienza pronta; Pietro, Giacomo e Giovanni passano dall’entusiasmo al timore; Paolo trasmette a Timoteo una sfida vissuta e vittoriosa per grazia data fin dall’eternità, ma rivelata in Cristo e da vivere giorno per giorno.

La vita di Abramo è segnata dram-maticamente dalle promesse di Dio e dal loro compimento. Il tema iniziale della vocazione si sviluppa gradual-mente. Benché tali promesse siano in-condizionate, in ciascuna delle varie chiamate viene rimessa in risalto la giustizia e l’irreprensibilità di Abra-mo; perciò può intercedere a favore di altri. La crescente ricchezza di Abra-mo è vista nel mondo antico come un segno di benedizione celeste; essa lo indurrà a separarsi da Lot. La pro-messa del figlio sconvolge una situa-zione già sofferente a motivo della sua sterilità e dell’età avanzata di Sara.

“Abramo partì, come gli aveva or-dinato il Signore”. Obbedienza di fede pura, provata dal rischio, confermata dall’esperienza nonostante tutto.

Dio non ha mai abbandonato l’umanità che ha creato; l’universo,

la natura parlano di lui agli uomini: tuttavia la coscienza umana, accecata dall’egoismo e dall’orgoglio, non lo raggiunge che a testoni. E’ questo il motivo per cui Dio entra nella nostra storia, sceglie Abramo, si forma un popolo, si manifesta a lui progressiva-mente e da lontano lo dispone ad ac-cogliere un giorno la vera discenden-za di Abramo, il Cristo Salvatore e la Chiesa. Abramo è il padre e il modello dei credenti perché ha seguito pron-tamente la voce di Dio: la sua fede è diventata l’orientamento e la ragione di tutta la sua vita, superando il più alto culmine della prova.

Il Vangelo ci presenta la scena del-la trasfigurazione di Gesù per molti aspetti parallela a quella del batte-simo nel Giordano, ed è in un certo senso un’anticipazione delle epifanie pasquali di Cristo ai suoi discepo-li. A metà strada della sua missione pubblica, “su un alto monte”, che la tradizione successiva ha identificato con il Tabor che domina la pianura di Galilea, Gesù rivela in una teofania, cioè in una solenne apparizione, la sua realtà profonda e misteriosa, che è sigillata ufficialmente dalla voce ce-leste: “Questi è il Figlio mio, il predi-letto”, proprio come era avvenuto nel battesimo.

I profeti, uomini di Dio con parole umane e prospettive future, esaltano i discepoli di Gesù per una sosta sod-disfatta e gratificante; la parola di Dio che si incarna nel presente della perso-na di Gesù da ascoltare e seguire sgo-

menta e incute timore. “Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete”. Nella sua sequela

troveranno forza fino al martirio.Gesù riceve dal cielo per sé e per

i suoi la conferma della sua missione. Il Padre rende testimonianza a suo Figlio. Gesù è circondato dai rappre-sentanti dell’antica Alleanza, Mosè ed Elia. Essi scompaiono alla fine di fronte al Messia che instaura l’Allean-za definitiva. Ecco anticipata per un istante la gloria del Risorto, ma è solo una sosta nel cammino alla passione e alla croce.

Paolo in catene si rivolge al suo amico e collaboratore Timoteo, invi-tandolo a perseverare senza esitazio-ni nella sua testimonianza di fede. Ti-moteo, infatti, è stato consacrato con l’imposizione delle mani dell’aposto-lo e dei presbiteri della Chiesa per un ministero importante, un dono divino che deve essere sempre vivo e opero-so nella vita del testimone di Cristo e dell’annunciatore del vangelo, i cui contenuti essenziali sono formulati in una specie di piccolo Credo paolino. In esso ricorrono i temi fondamentali: la vocazione divina, la grazia e non le opere umane, il mistero della sal-vezza rivelato e attuato da Cristo, la sua morte e risurrezione e la procla-mazione del vangelo. All’orizzonte si delinea il “giorno” per eccellenza, la meta terminale della storia, nella quale apparirà il Signore a giudicare e salvare.

La vocazione non ci chiede di es-sere credenti, ma credibili, testimoni credibili.

d. Dante

La VocazioneGenesi 12,1-4a; 2 Timoteo 1, 8b-10; Matteo 17,1-9

La misericordia

II Domenica di Quaresima - A

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 16 marzo 2014comunità

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1735)dice: “L’impu-tabilità e la responsabilità di un’azione possono essere smi-nuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali”. Il Catechismo ha sem-pre sottolineato che il peccato si misura su gravità dell’azio-ne, piena avvertenza e deliberato consenso.

Commentando questo insegnamento Papa Francesco scrive nell’Esortazione Evangelii Gaudium (n. 44): “Pertanto, senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna ac-compagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno. Ai sacerdoti ricordo che il confessionale non deve essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile. Un piccolo passo, in mezzo a tanti limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà. A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute”.

Mi torna alla memoria un episodio vissuto nel mio ser-vizio pastorale in Brasile dove, visitando le comunità sparse si celebra la Messa sotto un albero e l’omelia diventa dialo-go con chi sta attorno. Il Vangelo della Messa era di Luca (13,22.30): “Signore sono pochi quelli che si salvano? Rispo-se: Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. Pongo la stessa domanda a un uomo che ho a fianco e mi risponde: “Siamo troppo cattivi; pochi si salvano”. Mi rivolgo con la stessa domanda all’altro lato dove sta una mamma col bam-bino in braccio e la risposta è : “Tutti si salvano. Un papà darebbe la vita per salvare suo figlio. Dio è padre di tutti... Salverà tutti”.

Mi torna alla mente una battuta provocatoria (?) del car-dinale Martini: “Io credo che ci sia l’inferno, ma vuoto...”. E Papa Francesco ci insegna una … scappatoia (EG n. 193-194): “Rileggiamo alcuni insegnamenti della Parola di Dio sul-la misericordia, perché risuonino con forza nella vita della Chiesa. Il Vangelo proclama: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). L’Apostolo Giacomo in-segna che la misericordia verso gli altri ci permette di uscire trionfanti nel giudizio divino: «Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio» (2,12-13). In questo testo, Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-esilio, che attribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico... La medesima sintesi appare contenuta nel Nuovo Testamento: «Soprattutto conservate tra voi una carità fer-vente, perché la carità copre una moltitudine di peccati» (1Pt 4,8). E’ un messaggio così chiaro, così diretto, così semplice ed eloquente, che nessuna ermeneutica ecclesiale ha il dirit-to di relativizzarlo. La riflessione della Chiesa su questi testi non dovrebbe oscurare o indebolire il loro significato esor-tativo, ma piuttosto aiutare a farli propri con coraggio e fer-vore. Perché complicare ciò che è così semplice? Gli apparati concettuali esistono per favorire il contatto con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa. Questo vale soprattutto per le esortazioni bibliche che invitano con tanta determinazione all’amore fraterno, al servizio umile e gene-roso, alla giustizia, alla misericordia verso il povero. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi gesti. Perché oscurare ciò che è così chiaro? Non preoccupiamoci solo di non cadere in errori dot-trinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza”.

Può seminare luce e sapienza l’orario dei viaggiatori verso il paradiso che si trova all’ingresso al S. Eremo di Camaldoli: “Partenza: a tutte le ore. Arrivo: quando Dio vuole. Prezzo dei posti: 1a Classe, Innocenza o martirio; 2a Classe, Penitenza e confidenza in Dio; 3a Classe, Pentimento e rassegnazione. Av-visi: 1) Non vi sono biglietti di andata e ritorno; 2) Non vi sono gite di piacere; 3) Si è pregati di non portare altro bagaglio che quello delle buone opere, se non si vuole perdere il treno o soffrire un ritardo alla penultima stazione. Quest’orario è per tutti gli uomini, per tutti i luoghi, per tutte le stagioni”.

d. Dante Bellinati

19 marzo - Giuseppe lo sposo di Maria Madre di Gesù

La festa dei Papà

Anche nelle unità pastorali

Le Stazioni quaresimali 2014Anche l’Unità pastorale di Grignano, Borsea, S.

Apollinare e Fienil del Turco sono iniziate le stazioni quaresimali 2014, sul tema “Uniti in Cristo per essere un Popolo di Dio in Missione”. Gli incontri hanno ca-denza settimanale al mercoledì alle 21.00:

p il 12 marzo a S. Apollinare su “Convocati dalla PAROLA”;

il 19 marzo a Borsea sul tema: “Convocati attorno all’EUCARISTIA”;

il 26 marzo a Fienil del Turco su “Convocati per la MISSIONE”;

il 2 aprile a Grignano su “Convocati dalla MISERI-CORDIA del Signore”. Quest’ultimo incontro, sarà una celebrazione penitenziale per offrire a tutti la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione.

I Parroci ed i Consigli Pastorali intendono sottoline-are l’impegno della carità invitando a condividere nella colletta “Un pane per amor di Dio” quanto l’amore per i fratelli suggerisce. AG

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Nella terza domenica di ogni mese, i sacerdo-ti sono invitati a cele-brare la S. Messa neLlo spirito della missione; sono invitati cioè a far riscoprire ai fedeli che la fede non va vissuta in maniera muta, pri-vata e invisibile, ma va testimoniata e annun-ciata.A questo scopo il Ve-scovo Lucio invita i sacerdoti ad offrire ai fedeli, con l’omelia del-la terza domenica di marzo, una riflessione sullo stile dell’annun-cio, cioè sul modo di svolgere la nostra mis-sione di annunciatori dell’amore di Dio.

Il Vangelo di questa se‑conda domenica del tem‑po di Quaresima propone alla nostra meditazione un momento straordina‑rio della vicenda di Gesù: l’evento della sua trasfigu‑razione “su un alto monte”.

La trasfigurazione di Gesù è la rivelazione del-la sua vera identità. Egli si manifesta come il Figlio fedele, che è in un rappor‑to unico con Dio Padre. Lo attesta la “voce” dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5).

Nel momento in cui ogni altro sostegno gli viene meno, la paternità di Dio traspare con tut‑ta la sua ricchezza, come

l’unico movente e l’unica forza della sua vita e della sua missione. È proprio la sua identità filiale, il suo lasciarsi guidare da Dio Padre, che brilla sul volto di Gesù.

Ai discepoli che, in un primo momento, vorreb‑bero separare la riuscita della loro vita dal “mettersi in gioco”, Dio dà l’impegno fondamentale: “Ascoltate-lo”. Il compito dei discepo‑li è l’adesione piena all’in‑segnamento di Gesù.

L’impresa appare ar‑dua; i discepoli sono im‑pauriti. Ma Gesù si accosta a loro e li rimette in piedi: “Alzatevi e non temete” (v. 7). Come per Gesù la for‑za del cammino è il Padre, così per i discepoli la forza del cammino è la compa‑gnia di Gesù, più forte del‑la morte.

L’evangelista Giovanni sintetizza quest’esperienza all’inizio del suo vangelo: “Noi contemplammo la gloria di lui, gloria come di Unige-nito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

Anche noi, come i tre discepoli di Gesù, in que‑sto tempo di Quaresima siamo invitati a “salire sul monte” del silenzio e della preghiera, portando nel cuore le nostre preoc‑cupazioni, le domande di senso, la richiesta di signi‑ficato davanti ai problemi della nostra vita.

Anche noi, in questo tempo di Quaresima, sia‑mo chiamati a “vivere sul monte” l’esperienza dell’incontro con Dio: a contemplare il volto di Gesù, a lasciarci illumina‑re dalla parola di Dio, ad ascoltarla, ad accoglierla, a meditarla, a conservarla cuore.

Anche noi “scendiamo dal monte”, trasfigurati nel cuore, per vivere la vita quotidiana con uno slancio sincero di conversione; per guardare gli avvenimenti della vita quotidiana con gli occhi di Dio; per saper riconoscere la presenza di Cristo nel nostro vicino.

Ma il dovere grande che abbiamo, scenden‑do dal monte, è quello di essere testimoni gioiosi dell’incontro con Cristo e di testimoniare il suo amo‑

re per noi. Questo amo‑re fedele di Cristo siamo chiamati ad annunciarlo a tutte le persone che incon‑triamo: con la testimonian‑za dell’ unità e della carità e con l’annuncio esplicito del Vangelo.

* Il Signore ci manda ad annunciare il Vangelo a tutti. Quale conversione deve avvenire in noi e nel-le nostre comunità, perché l’annuncio del Vangelo sia credibile e significativo?

1. Siamo chiamati in‑nanzitutto ad essere uniti nell’amore fraterno «per‑ché il mondo creda» (Gv 17, 21). La Chiesa ha rice‑vuto “la missione di an‑nunciare il regno di Dio e di Cristo e di instaurarlo fra tutte le genti; di questo regno essa costituisce sulla terra il germe e l’inizio” (LG 5).

Il regno di Dio è carità. Tutto si concentra nel van‑gelo della carità: la Pasqua di Cristo, vertice della ri‑velazione, è evento di cari‑tà; Dio è mistero trinitario di carità; la Chiesa è comu‑nione di carità, raccolta in‑torno all’eucaristia; la vita cristiana è vocazione alla perfezione della carità; la meta definitiva è l’intimità immediata con Dio nella carità.

Perciò anche la mis‑sione, in definitiva, non è altro che il dilatarsi della carità: da Dio a noi, da noi agli altri, attraverso le ope‑re e le parole. Vivere in co‑munione con Dio‑Amore significa amare con lui tut‑ti gli uomini e impegnarsi perché tutti entrino consa‑pevolmente e pienamen‑te nella sua amicizia. “La comunione rappresenta la sorgente e insieme il frutto della missione: la comunio‑ne è missionaria e la mis‑sione è per la comunione” (ChL 32).

2. I cristiani svolgo‑no la loro missione anche con la testimonianza della carità verso i poveri. Nel clima odierno, permeato di materialismo pratico, estraneità reciproca e in‑differenza religiosa, molte porte si aprono solo con il fascino della solidarietà.

Interpella le coscienze

con particolare efficacia l’amore preferenziale per i poveri che, men‑tre contraddice l’egoismo radica‑to nell’uomo e le discriminazioni presenti nella so‑cietà, si fa espres‑sione della bene‑volenza gratuita di Dio, rivolta a tutti. Per questo l’azione caritati‑va ha avuto sem‑pre una grande rilevanza nella vita e nella missione della Chiesa.

«A partire dall’atten‑zione preferenziale ai po‑veri, la carità evangelica è criterio ed energia per la trasformazione del mon‑do. Promuove nella socie‑tà i valori del regno di Dio, quali il rispetto della liber‑tà e dei diritti dell’uomo, la giustizia, l’uso ragione‑vole della natura, la pace. Contesta i poteri politici ed economici oppressivi. Si adopera per la crescita di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, ben sapendo che le salvezze storiche prefi‑gurano quella eterna e che la promozione umana è parte integrante dell’evan‑gelizzazione» (CdA 570).

3. La testimonianza cristiana esige anche la professione pubblica della fede, l’annuncio esplicito dell’amore di Dio, che si è manifestato in Gesù Cristo,

morto e risorto per noi (cf. LG 11). L’evangelizzazione ha al suo centro l’annuncio esplicito che Dio ci dona la salvezza in Gesù Cristo. Tutti i cristiani sono chia‑mati ad annunciare Gesù Cristo agli altri credenti e ai non credenti (cf. AA 6).

L’annuncio deve essere coraggioso e franco, ma anche umile: la verità, che abbiamo ricevuto in dono, non è un vanto per noi; è una responsabilità. L’amo‑re per gli interlocutori esi‑ge che si rispetti la loro li‑bertà e si tenga conto della loro situazione esistenzia‑le, sociale e culturale, del loro linguaggio, delle loro aspirazioni, dei loro valori etici e religiosi.

Amore fraterno, testi‑monianza di carità e an‑nuncio dell’amore di Dio sono le vie della missio‑ne, per le quali dobbiamo camminare tutti insieme: singoli cristiani, famiglie e comunità.

3la Settimanadomenica 16 marzo 2014 attualità

Il tema della voca‑zione ricorre insistente nell’evangelizzazione, nella catechesi e nella pre‑ghiera. Paolo VI, di vene‑rata memoria, ha istituito anche una Giornata Mon‑diale per le vocazioni di speciale consacrazione. Il problema della scarsità di preti e religiosi e religiose,

infatti, almeno nelle vec‑chie cristianità, diventava, già circa 40 anni fa, assai grave: oggi è umanamen‑te drammatico. “Pregate il Padrone della messe perché mandi operai per la sua messe”. È comando del Signore quindi sacro dovere ed insieme urgen‑te necessità. Ecco perché, in questo mese di marzo, siamo invitati a pregare anche per questo scopo santissimo. Il primo do‑vere della preghiera non ci esime, comunque, dal dovere di fare quanto possiamo per superare le presenti difficoltà. L’in‑tenzione di preghiera ci ricorda che deve crescere innanzitutto una mentali‑tà vocazionale. Se è vero,

come imparano i fanciulli a catechismo, che Dio ci conosce e ci ama da sem‑pre, certamente ognuno di noi nasce con in mano un progetto di vita.

Tutti siamo chiamati a conoscere ed amare Dio Creatore e l’Unico Salva‑tore e diventarne aposto‑li e missionari. Il grande nemico delle vocazioni alla vita consacrata è una religiosità intimistica, in‑dividualistica, non aperta alla testimonianza e alla missione.

Se tutti, secondo il ca‑risma, si sentissero, come siamo, chiamati a vivere l’amore di Dio, certamen‑te si garantirebbe il ter‑reno fragile nel quale il giardino della vocazione

particolare potrebbe attec‑chire e crescere vivo e vita‑le. Un ruolo determinante lo possono svolgere con le comunità parrocchiale e/o di gruppi e associa‑zioni. Troppo spesso le nostre parrocchie soffro‑no di una sorta di asfissia. Tirano avanti, tra pratiche tradizionali e feste paesa‑ne, senza avvertire un po‑chino l’urgenza dell’An‑nuncio convinto, coerente e fattivo e non mostrando segni convincenti di carità vissuta. Simile clima quasi da “camera mortuaria”, tale atteggiamento da riti‑rata difensiva e non di at‑tacco gagliardo e gioioso, non sono le condizioni per offrire il volto di comunità attraenti e segno forte di

accoglienza evangelica. Occorre rendere le nostre comunità più genuina‑mente ispirate alla testi‑monianza più viva del Signore Gesù, della forza che lo spirito risponde, più decise ad essere segno di speranza nel mondo. Così potranno esercitare un fa‑scino attraente sui giovani che si sentono chiamati ad impegnare la loro vita per qualche cosa di bello e di esaltante.

Non possiamo dimen‑ticare il ruolo necessario della famiglia. Troppo spesso, anche le nostre “famiglie cristiane”, sono paurosamente imborghe‑site e non sanno prospet‑tare ai loro figli altro che successo economico e di

immagine in questa socie‑tà consumistica. Se invece i buoni genitori cristiani sono convinti che la vita è valida se diventa una cosa bella per Dio e per i fratelli allora saranno lieti, e non lo vedranno come un dramma, se un figlio o figlia decidono di consa‑crarsi al Signore. Saranno invece santamente orgo‑gliosi perché il Signore sei degnato di cogliere un fiore a lui gradito nel giar‑dino di casa propria. Sol‑tanto se il problema delle vocazioni sarà sentito da tutti come proprio potrà avviarsi a chiara soluzio‑ne.

Così non manche‑ranno i testimoni visibili dell’Unico Salvatore.

“Consacrarela loro vita”

diDon Vittorio

De Stefani

«Popolo di Dio in missione»

Quale conversione per un annuncio del Vangelo credibile e significativo?Omelia per la 2ª Domenica di Quaresima, 16 marzo 2014

Crespino - Una serie di incontri

Problematiche della famiglia oggiPer questo nostro tempo particolarmente im‑

portante e ricco di significato e, pensando anche in prospettiva al Sinodo straordinario sulla famiglia, il Circolo “NOI” di Crespino insieme alla Provin‑cia ed al Comune ha promosso una serie di incontri che toccano le problematiche familiari in ordine alla educazione ed alla comunicazione.

Ecco il programma: Domenica 23 marzo, ore 15.00: Sala Polivalente Comunale – Crespino, Via Trieste, “Essere genitori assertivi. Strumenti pratici per essere capaci di dire di no, tra gratificazione e punizioni”, relatrice la Dott.ssa Lisa Tieghi

Domenica 6 aprile 2014, ore 15.00: Sala Poliva‑lente Comunale – Crespino, Via Trieste, “Social Net-work e costruzione della personalità. Suggerimenti pratici per migliorare comunicazione tra famiglia, facebook, Twitter e Youtube”, relatore il Dott. Vin-cenzo Longo.

Liturgia nel Tempo di QuaresimaPer le Domeniche di Quaresima, si suggerisce di

strutturare in questo modo le celebrazioni eucaristi‑che:

‑ il celebrante si porta in silenzio (esclusa la IV do‑menica) all’ingresso della chiesa;

‑ alla porta, il celebrante invita a fare il segno di croce e saluta il popolo nel modo consueto; quindi pronuncia una monizione introduttiva; al canto del‑le Litanie dei Santi ci si avvia all’altare; il celebrante venera l’altare con il bacio, sale alla sede e pronuncia l’Orazione Colletta;

‑ si suggerisce di valorizzare ogni domenica la Li‑turgia della parola usando l’incenso al Vangelo;

‑ come prevede il Messale, è cosa buona rinnovare la professione di fede con il Simbolo apostolico;

‑ si consiglia di comporre intenzioni brevi alla pre‑ghiera dei fedeli, aiutando il popolo di Dio a fare di‑giuno anche di parole.

‑ si ricorda che, dopo l’omelia e dopo la comunio‑ne è bene sostare alquanto in silenzio; in questo tem‑po santo non guasta prolungare per alcuni minuti la pausa.

‑ è bene non dimenticare che lo spirito delle dispo‑sizioni in materia di addobbo floreale, porta ad esclu‑dere, in Quaresima, anche le piante ornamentali verdi dalle chiese: anche la nudità è bellezza;

‑ nella IV domenica di Quaresima, l’organo può ri‑empire alcuni momenti di silenzio e l’altare può essere ornato di fiori.

II DOMENICA DI QUARESIMA INTRODUZIONE ALLA CELEBRAZIONE Il sacerdote introduce la celebrazione:

Fratelli e sorelle carissimi, lo splendore della Trasfigurazione illumina l’auste-rità della Quaresima e ne svela il significato profondo: ascoltare Gesù, Fi-glio eletto del Padre. Come i discepoli sul monte anche noi ci lasciamo inebriare dalla luce del Signo-re e invocando l’intercessione dei Santi chiediamo il dono di un cuore umile, disponibile all’azione dello Spirito.

Quindi ci si avvia all’altare cantando le Litanie dei santi.

Page 4: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

4 la Settimana domenica 16 marzo 2014società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Per il quinto anno c o n s e c u t i -vo “Quattro passi in un percorso di pace” propo-ne agli stu-denti delle quinte supe-riori un con-fronto con l’esperienza carceraria.

Il primo incontro è giovedì 13 marzo alle 8,30 all’Itis Viola di Ro-vigo dove l’associazione di volontaria-to penitenziario Il granello di senape di Padova farà raccontare ad un detenuto in semi libertà la sua storia, le difficoltà, cos’è il carcere, come è facile incappare in reati.

L’iniziativa pensata nel 2005 dall’assessorato alla Cooperazione decentrata, diritti umani e pace per av-vicinare gli studenti ai temi della solidarietà è poi entra-ta in un mondo di persone che “godono dell’indiffe-

renza collettiva, stabilendo una partecipazione emotiva tra chi racconta e chi ascol-ta” come ha ricordato que-sta mattina a Palazzo Celio la presidente Tiziana Virgili, all’epoca assessore al ramo.

In questi anni l’iniziativa ha prodotto incontri, labora-tori, partite di calcio, ha fatto conoscere “una vita che non è vita” ha ripreso Isabella Sgarbi preside dell’Itis Viola Marchesini.

“I ragazzi – ha prose-guito – assimilano meglio

quando apprendono da esperienze di vita e quando si trovano davanti a giova-ni”. Sempre giovedì la mat-tinata proseguirà alle 11 al Primo Levi di Badia.

Gli altri appuntamenti: il 4 aprile al Cipriani di Adria ed il 15 al Bernini di Rovigo e Munerati di Sant’Apolli-nare.

Nella foto la conferenza stampa per presentare l’ini-ziativa “Quattro passi in un percorso di Pace”.

La foto dei carri armati russi a Budapest nel 1956, le foto di gente che si sca-glia con i picconi contro il muro di Berlino nel 1989, le foto raccapriccianti del conflitto nei Balcani tra il 1990 e il 2000, le foto che rilanciano la inquietante tensione in Ucraina.

Sono solo alcune delle immagini che scorrono in questi giorni sui video e sulla carta quasi a dire che il crollo di un muro non basta per impedire la costruzione di altri. Sono immagini che rendono

ancor più preoccupa-to il pensiero di chi, già preso nel vortice di un’in-terminabile crisi, avver-te l’arrivo di una strana primavera in questa com-plessa Europa.

Perfino le stagio-ni meteorologiche sono cambiate ma il pensiero dell’uomo, scorrendo la cronaca di oggi, sembra fermo alla stagione della diffidenza, del conflitto, del rifiuto, del potere che opprime.

E tutto questo, come le foto attestano, è accaduto e accade nella nostra terra europea negli anni succes-sivi alla posa della prima pietra della casa comune. Sono immagini che con-trastano con il percorso di riconciliazione e solidarie-tà avviato con tanta fatica e ancor più speranza da uomini e donne che ave-vano alzato il capo verso il cielo dopo il buio di due guerre.

Nell’anno 2014 queste immagini irrompono nel-le case mentre si pensa-va, conclusa la tremenda parentesi balcanica, di non essere più costretti a vedere morte, distruzione e odio nella terra della di-gnità e dei diritti dell’uo-mo, nella terra in cui abita-

no popoli che hanno scel-to un comune compito e un comune destino e altri chiedono di partecipare a questa avventura.

La cronaca costringe a prendere atto che in di-verse aree di questa nostra Europa gli errori compiu-ti e le ferite subite anche nel recente passato sono stati dimenticati o rimossi. Oggi è la volta dell’Ucrai-na, un Paese in cui la cru-deltà staliniana ha mietuto milioni di vittime.

Le forze militari si muovono sul terreno men-tre i media mostrano negli occhi dei massimi leader locali e mondiali il gelo della diffidenza e della minaccia di una re-azione armata.

La risposta dell’altra parte d’Europa, alla quale anche appartiene il nostro Paese che accoglie un ragguardevole numero di cittadine e cittadini ucrai-ni, si è mossa nella linea di una cultura e di una storia che da oltre sessant’anni stanno ribadendo il pri-mato della dignità e dei diritti della persona.

La politica invece, no-nostante gli sforzi compiu-ti, stenta a prendere una parola comune, ancora non è presente con la ne-cessaria autorevolezza.

E questa assenza ri-propone la delicatezza e l’importanza delle ormai imminenti elezioni euro-pee.

Ma c’è anche altro ai bordi della cronaca.

La Chiesa nel racco-gliersi in preghiera per l’Ucraina sta offrendo un segnale di presenza silenziosa e feconda den-tro la lacerazione, la soffe-renza e la speranza di un popolo. La preghiera non fa notizia, rimane ai bordi della cronaca anche se ha

un grande respiro di at-tualità, anche se nel chie-dere la pace e il dialogo è impregnata di passione sociale, politica ed econo-mica.

La preghiera non ha mai chiesto e non chiede un trattamento giornali-stico particolare ma, pur senza volerlo, pone qual-che domanda ai media e all’opinione pubblica.

Qualche domanda che viene dall’eredità di Gio-vanni Paolo II, il Papa del crollo del muro di Berlino, che definiva la preghie-ra come l’unica azione dell’uomo a cui Dio assi-cura piena efficacia.

È del tutto ovvio che questo convincimento di chi crede farà sorridere i potenti della terra, i gran-di esperti di geopolitica, i più prestigiosi commen-tatori, molta parte dell’ opinione pubblica.

La Chiesa non si sco-raggia e non rinuncia a stare con amor nella storia e a bussare alla porta della coscienza dei potenti, dei superbi, dei sicuri di se stessi.

Ai bordi della cronaca la preghiera non è immo-bile, continuamente susci-ta e accompagna attese e impegni di pace e di giu-stizia. Non può diventare notizia la preghiera perché non è fatta di parole nor-mali.

Ai bordi della cronaca questa fragile viandante agisce instancabilmente perché si realizzi quel cambiamento del cuore, così fortemente chiesto da papa Francesco, quale condizione irrinunciabile perché finalmente arrivi in prima pagina la notizia che i carri armati e i pen-sieri di guerra hanno inne-stato la retromarcia.

Paolo Bustaffa

Il rispetto e la conserva-zione dell’ambiente, il con-sumo minimo delle risorse della natura legato al talen-to imprenditoriale sono stati i temi della 7^ iniziativa an-nuale dell’UCID di Rovigo, nella visita alla Ditta DE-PUR PADANA ACQUE di Rovigo del 7 marzo scorso, promossa grazie all’interes-samento dei soci Massimo Tasso ed Emilio Chiarion. Il proprietario Dott. Almo Padoan, il responsabile commerciale Dott. Luca Re-ale ed il responsabile tecnico Dott. Flavio Vigo hanno il-lustrato l’azienda, che risul-ta presente nel settore della depurazione delle acque dal lontano 1972, attività che fu intrapresa con lo spirito ideologico e lungimirante della salvaguardia dell’am-biente, ritenendo l’acqua un bene primario ed indi-spensabile per l’uomo e per la sua sopravvivenza. La società nel corso degli anni ha acquisito una profonda e preziosa esperienza, affron-tando e risolvendo gravose e diversificate problemati-che inerenti la depurazione delle acque reflue. Un or-ganico giovane, dinamico, competente ed attento agli aggiornamenti tecnologici, unitamente ad un moderno laboratorio di analisi e ricer-ca da oltre 5000 analisi an-nuali, sono stati gli elementi cha hanno determinato una progressiva crescita e pe-netrazione dell’azienda nel settore della depurazione delle acque.

La Società Depur Pada-na Acque opera soprattutto nel campo del trattamento di scarichi industriali, pro-gettando e realizzando i re-lativi impianti di depurazio-ne, che possono essere a fun-zionamento chimico-fisico o biologico. L’installazione e la conseguente gestione di migliaia di impianti, ha per-messo all’azienda di mettere a punto specifici e differen-ziati trattamenti di depura-zione su scarichi provenienti da: agroalimentare, industrie cosmetiche e farmaceutiche, colorifici, industrie grafiche, scatolifici, industrie tessili, lavanderie industriali, con-cerie, lavaggio autovetture ecc. .. , riuscendo a leggere ed anticipare le evoluzioni del mercato e creando nuovi filoni dello stesso garanten-

dosi l’imprimatur di azien-da leader a livello nazionale, con ottimi riconoscimenti anche nel mercato mondiale. Parallelamente alla proget-tazione e realizzazione degli impianti di trattamento del-le acque, la società dispone di una sezione produttiva ove vengono formulati e confezionati prodotti chi-mici per il trattamento delle acque e dei fanghi. Ritenen-do altresì fondamentale il supporto ai clienti nella fase post-vendita e fornitura, la società si è dotata di un effi-ciente, efficace e qualificato Servizio di assistenza h24 distribuito sull’intero terri-torio nazionale in grado di operare in tempi brevissimi dalle ricezione delle chia-mate di intervento. Questo permette di effettuare in-terventi rapidi e contenere i relativi costi dell’azienda ad esclusivo beneficio della clientela. Durante la visita il Pres.te UCID Diego Chia-rion ha voluto analizzare l’esempio della Depur Pada-na confrontandola con i dati che l’Osservatorio Cerved e la tavola rotonda organizza-ta dall’Unindustria Rovigo Gruppo Giovani Impren-ditori nel pomeriggio del 07.03.14 - a cui l’UCID Ro-vigo è stata invitata - hanno riportato, ovvero nel 2013 111.000 aziende hanno ces-sato la loro attività, con un incremento del 7,3% su base annua rispetto al 2012, sono fallite oltre 14.000 imprese (il 12% in più del 2012) cifra record dall’inizio della serie storica il 2001. Il settore più colpito quello dei servizi uni-to al manifatturiero è dovuto all’affidamento all’estero da parte dei grossi gruppi delle forniture e dei servizi, con un danno per i sub-fornitori

ed all’indotto locale deva-stante soprattutto nell’area Nord Este dell’Italia. Un’al-tra colpa deriva dal sistema del credito sempre più mio-pe ai finanziamenti alle atti-vità produttive e d’impresa, avendo negli anni cavalcato il “denaro facile” concesso dalla BCE, ma non avendo avuto la lungimiranza degli amministratori degli Istituti Bancari ad investirlo nel ter-ritorio tralasciando le specu-lazioni finanziarie fine e se stesse. Ed è in questo conte-sto che realtà come la Depur Padana Acque lasciano il segno e danno l’esempio di come la perspicacia, l’affi-dabilità, l’integrità e la vera lungimiranza soprattutto nel valorizzare le persone del territorio creando squa-dra permettano di affronta-re il mercato di riferimento. L’UCID nel ringraziare la Ditta Depur Padana Acque ha omaggiato il titolare Dott. Almo Padoan di un volume dei Vedutisti Veneti offerto dal socio Roberto Chec-chinato titolare dell’Antica Tipografia Checchinato ed una Litografia sull’acqua del maestro Alberto Cristini.

Dopo la visita è seguito il momento conviviale c/o la Locanda Valmolin dove con i Soci si sono pianificate al-cune attività tra cui la prossi-ma visita aziendale alla Ditta Malvi Cervati leader mon-diale nell’export dell’Aglio e la pedalata di Sant’Antonio di giugno promossa dal caro socio benefattore Bruno Sca-ranaro. Alle Signore presenti è stato fatto omaggio di un volume fotografico ringra-ziando ancora una volta l’at-tenzione che l’imprenditoria femminile riversa verso la sezione UCID di Rovigo sempre nello spirito della

d o t t r i n a s o c i a l e della Chie-sa al fine del perse-guimento del bene c o m u n e attraverso l ’espres-sione di b u o n i esempi e di buone aziende.

UCID - Rovigo

In visita alla Depur Padana AcqueAi bordi della cronaca

La forza della fragilitàTensione in Ucraina: la preghiera come azione efficace a favore della pace

Provincia di Rovigo

Quattro passi in un percorso di pace “Il carcere entra a scuola”

Page 5: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

“Rovigo. Bellezza chia-ma bellezza, tesoro chiama tesoro” di Luigi Dal Cin e Karen La Fate, Kite edi-zioni, è un libro rivolto ai bambini che, attraverso un percorso raccontato, vuo-le far scoprire e conosce-re il capoluogo polesano. A presentarlo, nei giorni scorsi a Palazzo Celio, l’assessore provinciale alla cultura Laura Negri e la presidente dell’associazio-ne Gea Mater onlus Loren-

za Baccaro assieme agli autori. Que-sto piccolo volume è sta-to promosso dall’associa-zione stessa, che opera da dieci anni nel nostro territorio, e f i n a n z i a t o dalla Regio-ne Veneto, Villa Morosi-ni e Cifir con il patrocinio della pro-vincia e del comune di Rovigo.

“Una vor-ticosa avven-tura di magia e mistero ci fa entrare, con l’affascinante chiave della narrazione fantastica, – ha spiegato l’autore Dal Cin – nel prezioso patrimonio artistico e storico di Rovi-go”. Il progetto editoriale vede la penna di Luigi Dal Cin, nato a Ferrara, autore di 90 libri di narrativa per ragazzi tradotti in dieci lingue, vincitore, tra l’al-

tro, del premio Andersen 2013 e docente di corsi di scritura, e le illustrazioni di Karen La Fata, a sua volta vincitrice del premio Tedis della Venice International University, specializzata in fotografia e illustrazione, che collabora con diverse case editrici, per racconta-re con delicatezza e ironia, le meraviglie del Polesine.

5la Settimanadomenica 16 marzo 2014 polesine

Il mese di feb-braio è il mese de-dicato al carneva-le e le tre Scuole dell’infanzia pari-tarie del coordina-mento didattico di Adria: M. Elisa An-dreoli, M. Immaco-lata, S. Teresa del Bambin Gesù, per tale occasione han-no pensato ad un momento di festa con i tanti bambini che frequentano le scuole stesse.

I bambini sono stati invitati a re-alizzare una ma-scherina con il co-lore rappresentati-vo di ogni scuola e partendo dalle proprie scuole, ac-compagnati dalle proprie maestre, alle ore 10 di ve-nerdì 28 febbraio si sono ritrovati tutti insieme per orga-nizzare un festoso corteo lungo Corso Vittorio Emanuele, per festeggiare il Carnevale in gio-iosa compagnia e.., tanta allegria.

La sfilata si è conclusa in buo-numore con una splendida mattina-ta di sole presso la piazza antistante la Cattedrale, a suon di musica con canti e balli di gruppo, tra la gioia e sereni-tà dei bambini, dei docenti e del perso-nale scolastico, dei parenti e di tutti coloro che, occasio-nalmente presenti, sono stati coinvolti in tanta allegrezza e serenità.

Sabato 22 marzo con inizio alle ore 21, la chiesa di San Francesco d’Assisi e di Paola in Bottrighe ospi-ta il 11° “Concerto corale di primavera”. La rasse-gna, di grande valenza artistica, è organizzata dal locale coro femminile “Pli-nius”, diretto da Antonella Pavan, con la collaborazio-ne dell’Associazione Svi-luppo Attività Corali della Regione Veneto e dell’am-ministrazione comunale. In concerto si esibiranno, oltre al coro organizzatore, il coro “Code di Bosco” di Orsago (Treviso) diretto da

Gilberto Buriola ed il coro “Amici della Montagna” di Origgio (Varese) diretto da Raffaele Ceriani. Notis-simi, i tre complessi corali partecipanti vantano un prestigioso curriculum con partecipazioni a con-certi, rassegne e primi pre-mi conseguiti in concorsi nazionali ed internaziona-li, incisioni discografiche e presenze radiofoniche e televisive. Tutte le forma-zioni sono di ispirazione popolare e privilegiano il mondo poetico di Bepi De Marzi. E sarà proprio il notissimo maestro Bepi De

Marzi, musicista e compo-sitore internazionale, fa-moso autore del “Signore delle cime”, brano tradotto e cantato in tutte le lingue del mondo, a condurre l’intera rassegna. De Mar-zi accompagnerà altresì all’organo il soprano Silvia Frigato, corista del “Pli-nius”, che aprirà la serata con due canti armonizzati dallo stesso compositore vicentino. La serata avrà anche uno scopo benefico. Durante la stessa saranno infatti raccolte libere offer-te che andranno devolute interamente per le neces-

sità della locale scuola materna parrocchiale “Umberto Maddale-na”. Al termine del concerto, presso la sala polivalente “Loris Co-minato”, si svolgerà la cerimonia di consegna ai cori delle targhe di partecipazione e lo scambio dei presenti fra gli stessi. L’ingres-so è libero.

Roberto Marangoni

Nella foto: Il coro femminile “Plinius” di Bottrighe ed il compo-sitore Bepi De Marzi

Mercoledì sera, alla biblioteca comunale ‘A. Carlizzi’, sede dell’as-sociazione ‘Renzo Barbujani’ il pri-mo appuntamento della rassegna ‘Conoscere l’Artista’ ha aperto uffi-cialmente il ricco calendario di avve-nimenti per il 2014. L’artista autodi-datta Marialuisa Osti ha illustrato ai tanti presenti le sue tecniche di pittu-ra, terminando durante la serata an-che un’opera raffigurante un mazzo di fiori. Relatrice dell’incontro è stata Annamaria Veronese, che ha defini-to la Osti come una pittrice verista,

offrendo paragoni e collegamenti tra pittura e musica, melodie e vibrazio-ni. Durante la serata, Annamaria Ve-ronese ha analizzato varie tecniche di pittura, sottolineando inoltre lo stile e le caratteristiche degli Impressioni-sti. Presenti al primo appuntamento della rassegna ‘Conoscere l’Artista’ anche Mario Campion, Paola Zam-bonin e Dimitri Arallambi.

Ad aprire ufficialmente l’anno culturale è stato poi il presidente dell’Associazione ‘Renzo Barbujani’, Arnaldo Pavarin. “Ringrazio innan-

zitutto Maurizio Manzato, l’ideatore di questa rassegna – così Arnaldo Pavarin -. Siamo felici che dopo sette anni questo appuntamento continui a essere così apprezzato. Per l’asso-ciazione è un modo per far conosce-re le attività svolte anche all’esterno dell’associazione”. Il prossimo ap-puntamento è in programma merco-ledì 19 marzo alla biblioteca ‘A. Car-lizzi’ (sempre alle 21). In quell’occa-sione Giulia Zuolo presenterà le sue tecniche di affresco, con il commento di Raffaela Salmaso.

Associazione “R. Barbujani”

Iniziata la 7a rassegna Conoscere l’ArtistaCon le opere di Marialuisa Osti si apre ufficialmente il 2014

Rovigo - Palazzo Celio

Rovigo raccontata ai Bambini

Coordinamento scuole d’infanzia paritarie di Adria

I bambini degli Asili invadonocon il loro Carnevale il centro città

Bottrighe

11° Concerto corale di primaveraDedicato alla scuola materna. Presenta il noto compositore Bepi De Marzi

Page 6: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

Sapori inconsueti, tanta curiosità e commensali feli-cemente sazi. La cena inau-gurale del ciclo di serate col menù per persone intolle-ranti al glutine (celiaci), al lattosio e vegetariani si è svolta venerdì scorso con successo all’agriturismo Le Clementine di Badia, ultraventennale struttura di Terranostra Coldiretti. I prossimi appuntamenti con questa speciale pro-posta enogastronomica sa-ranno tutti i pri-mi venerdì sera di ogni mese, con prenotazio-ne obbligatoria. Le serate hanno il patrocinio di Provincia di Ro-vigo, Comune di Badia Polesi-ne e Coldiretti Rovigo.

Ad assag-giare personal-mente i piatti, tutti preparati con sostitu-tivi delle farine di grano e del latte animale, c’erano soprattutto persone cu-riose della buona cucina, senza particolari problemi alimentari, ma c’era anche qualche vero celiaco con vere esigenze di menù al-ternativo. Fra queste, la giovane Chiara di Cere-gnano, con tutta la famiglia che è diventata celiaca per empatia.

“Ho apprezzato molto gli gnocchetti di pasta – ha commentato. – In Polesine non c’è molta offerta per celiaci, soprattutto non c’è un bar dove fare colazione o una gelateria. Il gelato artigianale mi manca mol-to: devo accontentarmi di quelli confezionati senza biscotti e cialde. Per mo-tivi di salute, io non sgar-ro mai. Quando esco per mangiare fuori, frequento

solo ristoranti informati sulla celiachia del circuito Aic (Associazione italiana celiachia) che sanno come trattare gli alimenti, dalla conservazione alla tavola, per non creare contami-nazioni. Sono sempre io che propongo i miei locali agli amici e loro scelgono fra le mie possibilità”. Già, perché non tutti sanno che i celiaci devono stare at-tenti non solo al glutine, ma anche a tutti quei cibi che pur non contenendone potrebbero averlo, per così dire, assorbito, da altri cibi o dai contenitori di cucina. Chiara, come tanti nel-la sua stessa condizione, sono diventati esperti di alimentazione, conoscono bene cosa c’è dentro ai cibi, se lo preparano da sé e per la famiglia e, nel dubbio, non mangiano.

Una problematica che vive perso-nalmente la stessa Lucia-na Clemen-tina, titolare dell’agritu-rismo e che, per questo ha ideato il menù specia-le. “In queste serate, pro-pongo quello

che cucino per me stessa – ha detto Luciana – ed anche con più accorgi-menti, perché ci sono diversi gradi di intol-leranza e desi-dero che tutti i miei ospiti pas-sino una serata rilassata e sere-na, mangiando cose di qualità,

senza preoccupazioni”.Durante la cena, Lucia-

na spiegava gli ingredienti delle varie portate ai com-mensali e rispondeva alle domande molto interes-sate. In effetti, la cena si è trasformata in un’occasio-ne culturale di approfon-dimento delle intolleranze alimentari, con grande curiosità delle persone co-siddette “normali” che si rendevano conto, mano a mano, di come altre per-sone mangiano in modo diverso. Ad apprezzare i sapori di verdura e farine di riso, la leggerezza del pasticcio di radicchio pre-parato col latte di soia, gli gnocchetti di grano sara-ceno, c’erano anche il di-rigente locale di Coldiretti Franco Rivarollo, il vice sindaco di Badia Polesi-ne con delega alle Attività produttive, Gianni Strop-pa, e l’assessore al Turismo e cultura, Idana Casarotto, i quali hanno molto gradi-to l’iniziativa, concedendo il patrocinio del comune.

Nelle foto, il tavolo con Chiara e la sua fami-glia insieme a Luciana e Beppe titolari dell’agri-turismo; i commensali, il servizio dei primi da parte di Luciana e dello staff.

La comunità di Saria-no, i familiari e gli amici si sono riuniti sabato 8 marzo 2014 durante la S. messa celebrata da don Ferdinando per l’ultimo saluto al maestro Dimmer Andreasi.

Una chiesa gremita e commossa che ha dedicato la sua preghiera al maestro Dimmer, nella chiesa Par-rocchiale a lui tanto devota. Maestro di vita e maestro di musica. Ed è stata pro-prio la musica la sua gran-de passione. La musica ha rappresentato per Dimmer parte integrante della pro-pria vita: una passione da condividere e trasmettere soprattutto ai ragazzi delle Scuole Medie, ai quali ha

dedicato anni di prezioso insegnamento.

La musica diventa per il maestro Dimmer anche occasione per animare e sostenere il coro parroc-chiale che, ancora oggi ha l’onore di poter interpre-tare i brani musicali da lui composti.

Il suo ricordo rimarrà per sempre presente nei nostri cuori; ha saputo tra-smettere il senso dei valori, della famiglia, del credere e della fede.

Insieme alla moglie Ma-rilena, maestra elementare nella Scuola di Sariano, ha saputo diffondere il valo-re della cultura attraverso l’arte della musica: una musica che arriva al cuore,

che guida i migliori sen-timenti, che imprime alla nostra vita una autenticità e profonda specialità.

Specialità… proprio come lui era.

Grazie maestro Dim-mer… da tutti coloro che ti hanno conosciuto ed amato… non ti dimenti-cheremo.

Mariella Andreasi

6 la Settimana domenica 16 marzo 2014polesine

Il trigesimo dalla morte ha stretto la minuscola co-munità di san Cassiano al Vescovo Lucio per ricorda-re Don Afro Borgato primo parroco e ringraziare Dio per il bene che ha operato.

Quando Don AfroQuando Don Afro ar-

rivava a San Cassiano il paese era una strada bian-ca con le varie fattorie. Il borgo era sprovvisto di energia elettrica, di acque-dotto, di mezzi di traspor-to pubblico, di telefono, di scuole! La parrocchia, la “curazia”, era l’unico rife-rimento per la non nume-rosa popolazione.

Anche la chiesa e la casa del sacerdote erano povere e sprovvi-ste di servizi, ora essenziali per noi! Alla essenzialità fi-sica faceva riscontro una vita religiosa ben fondata sul-la tradizione. Don Afro si mosse con assiduità e accanto alle opere di pubbli-ca utilità si era im-pegnato a edificare una comunità che si rendesse sempre più impegnata nel testimoniare la pro-pria fede.

La sua azione pa-storale

La sua azione pastorale fu quel-la di irrobustire la tradizione, renderla attuale ed impe-gnare tutti e ciascuno. Le “Missioni al Popolo” han-no cadenzato gli anni della sua presenza in S. Cassia-no. Le adesioni all’Azione cattolica e l’impegno per la formazione catechetica che l’Associazione pro-poneva sono state i punti di partenza per il giovane Don Afro. Mentre in paese giungevano l’elettricità,il telefono, l’acquedotto,la scuola, le case popolari, la parrocchia restaurava la chiesa, intensificava la vita comunitaria, si fondavano i gruppi del Canto Liturgi-co, della Carità li Concilio Vaticano 2° e gli anni Santi 1975 e 1983 impegnavano

la piccola parrocchia ad approfondire la propria appartenenza alla Chiesa e al testimoniarlo nella vita quotidiana.

La direzione spiritualeLa direzione spirituale

impegnava don Afro nei pomeriggi in parrocchia e nel preparare e giovani e ragazzi a scegliere la vita consacrata o quella ma-trimoniale. II 2 settembre 1972 ebbe la gioia di con-durre all’altare per l’Ordi-nazione sacerdotale don Graziano Giuriati nella chiesa rimessa a nuovo. Sono stati numerosi i gio-vani che si sono fatti reli-giosi.

La visita alle famiglieLa costante del parroco

don Borgato è stata la visi-ta alle famiglie dal primo all’ultimo anno della sua permanenza a S. Cassiano. Di fatto egli era un “com-ponente di ogni famiglia” e a tutti sapeva dare una mano ed un sostegno.

La devozione a MariaLa devozione a Maria

fu la chiave con cui seppe aprirsi la confidenza e la fiducia della sua gente. La cappella della B,V. di Fati-ma, il “Mese di Maggio”, le solenni festività maria-ne, hanno cadenzato tutta la presenza di Don Afro in paese.

“Don Afro”Forse per la pic-

cola statura, forse per l’affabilità, era divenuto per tutti Don Afro, anche quando era stato fatto “Monsignore” tra i cappellani del Papa. Era il prete che amava non solo la “gente”, la chiesa, gli edifici fatti dive-nire aule per la ca-techesi, sale per gli incontri, bar ACLI,, che con il suo pa-ziente impegno aveva tatto della piccola borgata un ridente pesino e lo aveva fatto amare offrendo una picco-la storia che ne nar-rasse le origini e le vicende.

Uomo della caritàSemplicemente aiuta-

va condividendo quanto la Provvidenza gli faceva trovare Per oltre 40 anni fu curato prima (27 settem-bre 1955) e parroco (dal 21 aprile 1956) poi nel picco-lo paese non lesinò la sua carità non solo materiale ma pure spirituale carat-terizzata della intensa pre-ghiera, dal sui lavoro, dal suoi impegno anche nella Cancelleria vescovile.

A un meseA un mese dalla morte,

la comunità di San Cassia-no, si stringe al Vescovo Lucio per ricambiare al-meno in parte la carità del-la sua preghiera e del suo amore pastorale.

AG

Gavello

E’ morta la Mamma dell’ArcipreteAmorevolmente assistita dai Suoi, all’età di 94 anni,

ha chiuso la sua lunga giornata terrena la signora An-gela Bonin vedova Montorio, mamma di Don Adriano, arciprete di Gavello e del signor Luciano. Dopo i fune-rali celebrati martedì 11 marzo alle 15.30 nella chiesa di Gavello, la salma è stata sepolta nel cimitero di Con-cadirame accanto al Marito. All’Arciprete di Gavello le più vive espressioni di partecipazione al dolore per così grave lutto, dagli amici de “la Settimana”.

Sariano

Ricordo del caro Maestro Dimmer

Badia Polesine

Menù celiaco, con gusto e soddisfazioneAlle Clementine, serata per intolleranti al glutine, al lattosio e vegetariani

San Cassiano

Per ricordare Don AfroCon il Vescovo Lucio

Page 7: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

Sono molte le persone - italiani ma anche stra-nieri - che nei giorni del Festival Biblico di Vicen-za in modi diversi, han-no visitato e partecipato a questo grande evento che ora sarà anche a Ro-vigo dal 23 al 25 maggio 2014. Il tema dell’evento recita così: “ Le Scritture, Dio e l’uomo si raccon-tano”. Il gruppo che sta preparando il Festival ha affidato al dottor Fioren-zo Scaranello il compito di occuparsi dei relatori, dei contenuti, delle col-laborazioni, ideazioni ed eventi.

Parliamo di tutto ciò con il dottor Fiorenzo Scaranello, persona mol-to conosciuta ed apprez-zata. Radiologo, esperto di Bioetica, si è formato nell’Azione Cattolica, dove ha ricoperto diver-si incarichi di responsa-bilità. E’ impegnato fin dalla giovinezza in am-bito ecclesiale, sociale e culturale. Attualmente è Presidente del Centro Culturale “Edith Stein”.

D - Dottor Scaranello, cosa pensa del “Fe-stival Biblico” e del fatto che per la prima volta raggiunge la cit-tà di Rovigo?R - Da alcuni anni,

all’interno del Centro Culturale “Edith Stein”, coltivavamo il desiderio di organizzare il Festival della letteratura teologica e scientifica, che non esi-ste nel panorama cultu-rale italiano, come occa-sione di dialogo e appro-fondimento in ordine al rapporto fede e scienza. Sarebbe stata l’occasione per esprimere interessi ed impegni relativi agli ulti-mi anni del Centro Cul-turale, il quale, peraltro, era nato ispirandosi alla Cattedra dei Non Credenti del Cardinal Martini e, in questi anni, aveva come riferimento il Cortile dei Gentili del Cardinal Ra-vasi.

In una giornata di giu-gno dell’anno scorso, ab-biamo preso in conside-razione l’opportunità di metterci in contatto con il Festival Biblico di Vicen-za, realtà già consolidata di Nuova Evangelizza-zione, che aveva coinvol-to anche le città di Verona e Padova.

In questa attenzione trovavano sintesi alcu-ne linee di impegno: la dimensione delle Chie-se del Triveneto dopo Aquileia, la dimensione missionaria della Chiesa Diocesana per un nuovo cammino pastorale, l’in-vito di Papa Francesco per una Chiesa in uscita.

Sul versante civile po-teva costituire l’occasione per valorizzare la nostra città, molte sue energie e risorse, gruppi, asso-ciazioni ed istituzioni, in un dialogo che ha come sfondo e strumento il Grande Codice dell’Oc-cidente, quindi una scelta di civiltà. Di questi aspet-ti, sottolineo lo stile del dialogo, del rispetto, del-la riflessione e della con-

divisione, nel continuo interrogarsi per una vita di libertà.

D - Il gruppo che sta organizzando l’even-to del Festival Biblico di Rovigo, le ha affi-dato l’impegnativo incarico di seguire i Relatori, i contenuti, le collaborazioni e le ideazione degli even-ti. Con quale spirito ha accolto questa re-sponsabilità? R - Si tratta di trova-

re un filo che leghi fra loro le numerose colla-borazioni, riuscendo a far emergere un corpo di eventi che svolga il tema di quest’anno: “Le scrit-ture, Dio e l’uomo si rac-contano” .

Tra i numerosi eventi proposti vorrei soffer-marmi sui grandi incon-tri di approfondimento e riflessione della sera. Nel primo “Il racconto, sen-so della vita: da Abramo ai nostri giorni”, si con-fronteranno un monaco camaldolese ed un noto giornalista. Il secondo “Dell’inizio e dell’origi-ne. Genesi e Big Bang, parallele convergenti” riguarda il racconto delle origini nel dialogo tra Co-smologia, Filosofia della Scienza e Teologia. Nel terzo “Ricorda i giorni del tempo antico, medita gli anni lontani, interroga tuo padre e te lo raccon-terà, i tuoi vecchi e te lo diranno (Dt 32,7)”, un ebreo, un’evangelica ed un cattolico metteranno insieme sia la comune origine come le diversità della propria storia.

Desidero sottolinea-re, inoltre, come a que-sti eventi faccia da felice interlocutrice la Mostra “L’ossessione nordica” a Palazzo Roverella, nella quale ci si confronta con il racconto del vivere quoti-diano dell’uomo, con la sua inquietudine e con i misteri del profondo.

D - Per far conoscere e scoprire agli uomi-ni di oggi la Buona Notizia del Vangelo è necessario promuo-vere un Festival Bi-blico?R - Il Festival risponde

alla necessità di indivi-duare nuovi strumenti per la trasmissione della fede, che richiedono un rivisita-zione dei suoi contenuti, linguaggi comprensibili agli uomini e donne del nostro tempo, una atten-zione ai nuovi ambiti, ai nuovi luoghi e alle nuove forme di incontro.

D - Possiamo dire che nonostante tutto, oggi l’uomo ha ancora il desiderio di scoprire, conoscere, incontrare la Parola di Dio? R - Il sentimento reli-

gioso abita nel cuore degli uomini, le domande sul-la vita, sulla morte e sul senso dei propri giorni non verranno mai meno. E’ in questa condizione di conoscenza che noi ci poniamo, dove oltre alle ragioni della ragione ci sono le ragioni del cuore.

D - “Popolo di Dio in missione”, questo è il tema pastorale indicato alla Diocesi di Adria-Rovigo dal Vescovo Lucio. In che modo il Festival Bi-blico può contribuire a questo nuovo cam-mino pastorale dioce-sano?

R - Un chiesa che si muove, che va nei luo-ghi dove la gente vive e dove è più facile incon-trarla è nei desideri del Nostro Vescovo e di tutta la comunità diocesana, alla quale chiediamo di sentirsi parte di questo percorso con la sensi-bilità ed i modi tipici di ognuno.

In questa prospettiva, il fatto che l’organizza-zione genera-le del Festi-val sia sulle spalle di Don Andrea Var-liero, Diretto-re dell’Ufficio Catechistico,

potrebbe garantire un legame ed un sostegno vicendevole tra le Parroc-chie ed il Festival.

D - Quali attese da questo straordinario evento che è il Festi-val Biblico?R - Da una parte, mi

piacerebbe che si realiz-zasse una osmosi tra Fe-stival e Parrocchie, nel senso che dicevo prima, cioè che fosse il motivo di una crescita pastorale.

Dall’altra, sarei con-tento che diventasse un’occasione per il tessu-to sociale e culturale po-lesano di affrontare con speranza il futuro in que-sti tempi bui, nella consa-pevolezza che insieme ce la possiamo fare anche a reggere sfide importanti, cioè l’opportunità di una crescita civile.

Settimio Rigolin

7la Settimanadomenica 16 marzo 2014 polesine

Dalla Scuola di TeologiaPartecipazione al Programma pastorale diocesano

Come abbiamo già avu-to occasione di scrivere in articoli precedenti, la nostra Scuola ha accolto l’invito esplicito ed autorevole che il Vescovo, nei nuovi Orienta-menti pastorali “Popolo di Dio in missione”, ha rivolto ai laici cristiani che hanno frequentato la SDFT, e cioè di formarsi per diventare animatori di centri di ascol-to della Parola, di gruppi del Vangelo, di lectio divina. Per questo, in aggiunta al triennio formativo di base, la Scuola ha promosso tre diversi momenti di studio atti sia a dare agli studenti sia una speciale formazio-ne biblica, sia a conoscere le opportunità che le mo-derne tecnologie offrono soprattutto in relazione all’esigenza di una “Nuova Evangelizzazione”.

Per quanto riguarda la formazione biblica, già da qualche mese, si sta realiz-zando la proposta formati-va del IV anno permanente dal tema “la Parola:luce sul mio cammino”. Tante sono le competenze messe a di-sposizione degli studenti ed essendo l’approccio se-minariale, altrettante sono le occasioni per mettere in pratica la teoria.

Si è partiti da un ap-proccio scientifico alla

Bibbia, con lo studio del documento della Pontificia Commissione Biblica “l’in-terpretazione della Bibbia nella Chiesa” del 1993, e, con la guida di don Andrea Varliero, biblista, abbiamo messo in pratica i vari me-todi appresi applicandoli ad alcuni passi del “Discor-so del monte” del Vangelo di Matteo.

Con Marino Bellini, re-gista, attore teatrale e no-

stro ex studente, abbiamo poi appreso gli elementi di base dell’arte del dire la Pa-rola, comprendendo quan-to sia difficile leggere ed esprimere quanto il testo vuol dire, senza far emer-gere una personale inter-pretazione.

Sr. Cristina Caracciolo smr, biblista, ci ha insegna-to come pregare la Parola con la Lectio divina, trasfor-mando la lezione in bellissi-

ma esperienza di preghiera di gruppo.

Fra Antonio Prando, ci ha appassionato prima fa-cendoci fare degli esercizi di narrazione, poi coinvol-gendoci nella narrazione del brano del cieco di Ge-rico dal Vangelo di Marco ( Mc10,46-52).

Nei prossimi incontri si sperimenteranno le tecni-che di “drammatizzazione della Parola” e si approfon-diranno i temi del Dialogo e dell’Intercultura.

Gli altri due eventi si propongono di approfon-dire il tema dei Mass Media e la loro funzione nella mis-sione della Chiesa, e saran-no: il Forum annuale della Federazione delle SDFT del Triveneto, organizza-to quest’anno dalla nostra Scuola, che si terrà al cen-tro don Bosco il 15 marzo, e il seminario/ laboratorio, organizzato sempre dalla nostra Scuola, tenuto da don Bruno Cappato presso la sede della Biblioteca del seminario, che partirà a fine marzo. Questo seminario prenderà in esame l’evolu-zione dei mass media e la loro influenza sulla cultura e sulla società e come la co-munione identifichi la comu-nità e non si realizzi senza la comunicazione.

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

3 - 10 aprile TerrasantaAlle radici della nostra fede

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

3 - 10 aprile TerrasantaAlle radici della nostra fede

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Intervista al dott. Fiorenzo Scaranello

Il Festival biblico incontra le sfide del nostro tempo

Page 8: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

Valori e responsabilità dell’Associazionismo Volon-tario. Questo è il Progetto che la Commissione Tecnica del C.S.V. di Rovigo ha appro-vato all’A.Ge. (Associazione Italiana Genitori). Un proget-to al quale hanno dato il loro parternariato e collaborazio-ne una decina di Associazio-ni di Volontariato, il Comune e l’Amministrazione Provin-ciale di Rovigo, 2 Parrocchie e 6 Istituti Comprensivi ope-ranti in città e Provincia. Un Progetto di formazione che prevede la crescita Associa-tiva e il numero di Volontari prevalentemente nella Scuo-la, in favore delle Istituzioni.

La famiglia e i bisogni dei più deboli, hanno affermato Gino Furini e Vincenzo Co-minato, principali animatori dei Progetti A.Ge. sostenuti dal C.S.V. di Rovigo, sono i punti cardine di questo Pro-getto, nato dalla necessità di proseguire nel territorio: Scuole, Parrocchie, Associa-zioni, Circoli Ricreativi Cul-turali, come ad esempio San Basilio, con seminari formati-vi per Genitori e Studenti su tematiche che la società civi-le oggi ti impone a cavalcare per una corretta e adeguata

informazione e formazione rispetto a determinati pro-blemi, come ad esempio: l’al-colismo, il gioco d’azzardo, una adeguata informazione sulla sessualità, il valore del-la vita e in se stessi, rispetto un qualunquismo frenetico che la società di oggi tende a non curare abbastanza.

Il Dott. Vincenzo Lon-go esperto in sociologia ha affermato che il contenuto di tale Progetto, racchiude intendimenti e azioni con un valore morale per la per-sona, il fatto di preparare studenti stranieri ad un si-stema di vita valoriale, non di sfruttamento, è già una forma educativa importante sia per i genitori che per lo

studente; così pure l’aiuto e il sostegno linguistico a bam-bini appena arrivati in Italia, dove la Scuola stessa in certi momenti si trova in difficoltà a curare determinate carenze linguistiche e formative. L’A.Ge. attraverso questo Proget-to di valori e responsabilità,

intende far crescere questa coscienza volontaria nel Ge-nitore nella Scuola. Tale pro-getto durerà fino a dicembre 2014, proseguendo sulla stra-da tracciata nella formazione con il precedente terminato a dicembre 2013.

Laura Salvan

8 la Settimana domenica 16 marzo 2014polesine

Castelguglielmo - Le testimonianze Anche quest’anno per la comunità credente di Casteigu-glielmo, ogni venerdì di Quaresima, dopo il pio esercizio della “Via Crucis” vi sarà una “testimonianza”. Eccone il calendario: venerdì 7 marzo: testimonianza di Melissa Gatti; venerdì 14 marzo: testimonianza di Antonio Ga-brieli che presenterà il volume della figlia Giulia morta a 14 anni, “ Un gancio in mezzo al cielo”; venerdì 21 mar-zo: testimonianza delle Missionarie dell’immacolata di p. Kolbe; venerdì 28 marzo: testimonianza del prof. Giu-seppe Amato, presidente della San Vincenzo diocesana; venerdì 4 aprile: testimonianza della dr. Tiziana Virgili, sindaco della città di Fratta Polesine e Presidente della Provincia di Rovigo; venerdì 11 aprile: testimonianza di una coppia di Sposi impegnata negli affidi e nell’anima-zione dei fidanzati che si preparano al Matrimonio.Lendinara San BiagioE’ del giovane talento venetoEntrando dalla porta destra della chiesa di San Biagio, ci si imbatte in un dipinto che raffigura “la dolce umile, pe-nitente figura di S. Margherita di Cortona”. “La delizio-sa pala raffigura la Santa francescana genuflessa mentre medita la Passione di Cristo ...”. Fino a qualche tenpo fa lo si diceva opera di un anonimo del sec. XIX. Neppure l’archivio parrocchiale ne segnalava traccia dell’ autore. Alcuni mesi fa la ricercatrice di Padova Donatella Rigon assegnava al giovane talento veneto Eugenio Guglielmi, pittore di grande capacità, morto giovane nei 1846, la tela. L’opera veniva presentata il 3dicembre 2013 a Padova. Vicaria di Lendinara - San Bellino Popolo di Dio in CamminoAlle ore 18.00 dei mercoledì di Quaresima sul tema “Po-polo di Dio in cammino” indicato dal Vescovo, le comu-nità parrocchiali della vicaria si ritroveranno per le “Sta-zioni quaresimali”: il 12 marzo nella chiesa parrocchiale di Lusia; il 26 marzo nella chiesa parrocchiale di Fratta Polesine; il 2 aprile nella chiesa di Rasa; il 9 aprile per l’ultimo incontro vicariale a S. Sofia di Lendinara per poi arrivare per l’Eucaristia in Santuario. Il mercoledì 19 marzo festa di San Giuseppe ogni comunità si fermerà nella propria chiesa. La predicazione è affidata all’abate del Pilastrello Dom Christopher M. Zielienski.Rovigo S. Maria delle Rose Riprende l’adorazione notturnaCon il 1° venerdì del mese di marzo, passata la stagione più rigida, riprende nella chiesa di S. Maria delle Rose, dalle ore 21.00 alle 22.30 l’Adorazione notturna al San-tissimo. La chiesa è climatizzata e vi è ampia possibilità di parcheggio. La preghiera sarà personale e silenziosa. Ad essa possono accedere quanti lo desiderano e sono particolarmente attesi quanti aderiscono all’Apostolato della Preghiera. Villadose - La consegna del ... Crocifisso Assume particolare rilievo il rito della “Consegna del Crocefisso” quest’anno, ai ragazzi di 3° Media di Villa-dose e Cambio, domenica 16 marzo 2° di Quaresima. La “consegna” si inserisce come momento di partecipazione al programma dei nostro Vescovo, fare di ogni battezzato un cittadino dei “Popolo di Dio in Missione” e di impe-gno a non vergognarci di Gesù, ma di annunciano con la vita buona del Vangelo in ogni momento della giornata ed in ogni ambiente di vita, scuola e luogo di lavoro com-presi, come documento di persone che intendono essere dalla parte dei più deboli. Villamarzana - “Colletta alimentare” Domenica 16 marzo le comunità di Villamarzana e Go-gnano per vivere più intensamente lo spirito della Qua-resima celebrano la “Domenica della colletta alimen-tare”. Durante tutta la giornata saranno raccolti generi alimentari per i poveri delle due comunità. La condivi-sione è una delle caratteristiche del periodo quaresima-le e sollecitata dal Messaggio per la Quaresima di Papa Francesco. Adria “Angeline” “Nello stesso carisma con responsabilità” L’istituto secolare delle Angeline ha da qualche tempo un elegante e signorile rivista, in questi giorni è uscito il primo numero del 2014. Un fascicolo ricco di contenuti e di informazioni. Fra tutti segnalo il pensiero dell’As-sistente Ecclesiastico S.E. mons. Adriano Tessarollo, che presenta “una lezione di vita spirituale” dalla Evangelii Gaudium. Tra le notizie segnalo il Convegno della Fe-derazione che si svolgerà dal 27 al 31 luglio a Roma, sul tema: “Formazione: un itinerario di fede mai concluso”. Rovigo S. Maria delle RoseUn elegante tascabile In un elegante tascabile il Circolo parrocchiale “Rodon” ha fatto pervenire ai soci, una serie di proposte “Percorso natura”, e offre il calendario delle manifestazioni cultu-rali e popolari del Quartiere Commenda Est, di cui mi piace segnalare la tradizionale “festa di Quartiere 2014” giunta alla 9° edizione, dal 5 al 7 settembre, gli incon-tri conviviali il 13 aprile l’11 novembre ed il 31 dicem-bre, il pellegrinaggio alla B.V. delle Grazie a Curtatone e alla chiusura di Maggio al sacello della Madonna degli Angeli di via Nicolio. Il tascabile riporta per intero l’or-ganigramma del circolo Rodon, ed è offerto dal Centro Commerciale Rizzo.

Leo Club Distretto di Rovigo

Progetto Kairos nelle scuoleNel mese di Marzo il Leo Club

Rovigo, con il sostegno del Lions Club Rovigo, aderirà al progetto Kairos coinvolgendo oltre 300 alun-ni tra elementari e medie dell’Istitu-to Comprensivo Rovigo 2.

Kairos è un modo innovativo di sensibilizzare gli studenti verso le disabilità.

Ed ecco, allora, che seguendo l’orso Abilian in un’avvincente sto-ria di simpatici animali, si conduco-no i bambini della scuola primaria a riflettere sulla ricchezza della diver-

sità. Ai ragazzi della scuola seconda-ria di primo grado è invece dedicato un percorso nel quale potranno spe-rimentare le disabilità.

Un’avventura in grado di mi-gliorare nei giovani “normodotati” (e quindi nella società di domani), la percezione e la conoscenza delle persone con disabilità attraverso un percorso che possa portare ad una migliore inclusione scolastica e sociale proprio grazie alla presa di coscienza delle potenzialità che le persone disabili possiedono, supe-

rando il timore della diversità. Siti internet: www.lions-kairos.it

- www.leoclubrovigo.it Contatti: - Linda Fabbietti, re-

sponsabile progetto Kairos per Leo club Rovigo: [email protected]; - Matilde Tosato, addetto stam-pa Leo club Rovigo: [email protected]; Roberto Fabbris, presidente Leo club Rovigo: [email protected]

Nei giorni scorsi si è svol-ta la conviviale mensile del Panathlon Club di Rovigo che aveva come tema “Appunta-mento in Adriatico”, propo-sta da Assonautica provincia-le di cui Carlo Canova è socio e Alba Rosito è Presidente provinciale. L’Associazione, che è partecipata dalla Came-ra di commercio, si interessa di vari aspetti della nautica da diporto, con particolare attenzione alla promozione delle attività nautiche di in-teresse del territorio polesa-no, come volano di sviluppo del turismo e dell’economia. Presentato dal Presidente del Panathlon di Rovigo avv.Fe-derico Cogo, il relatore della

serata è stato il prof.Paolo Dal Buono, del Direttivo di Asso-nautica nazionale e Direttore tecnico del Raggruppamento Assonautiche dell’Adriatico, che ha l’organizzazione di “Appuntamento in Adriati-co”, manifestazione nautica che nel 2013 ha svolto la 25^ edizione. Il prof. Dal Buono, davanti ad una platea nume-rosa e qualificata, ha illustra-to lo scopo di questa sfida per raggiungere un grande sogno e un grande progetto: l’Adriatico come mare da offrire al turismo dell’Euro-pa, evidenziando il valore culturale e gastronomico dei territori italiani, che si affac-ciano sul mare da Muggia a Santa Maria di Leuca. Gra-zie a queste iniziative ed alla collaborazione del Sistema Camerale, sono stati avviati contatti focalizzati sulla ri-

cettività per turismo nautico con Slovenia, Croazia, Mon-tenegro, Albania, Grecia, Tur-chia e Malta e nel corso della serata sono state proiettate le interessanti immagini delle tappe 2013 di “Appuntamen-to in Adriatico”, che hanno toccato interessanti mete tu-ristiche e culturali di questi paesi. Il tutto - ha concluso Del Buono - per dare un im-pulso alla portualità turistica italiana, che non ha nulla da invidiare alle coste orientali dell’Adriatico. Tra gli ospiti della serata, ha portato il suo contributo anche la campio-nessa rodigina di canoa delle Fiamme Azzurre Francesca Zanirato, che tutti ricordia-mo per avere partecipato con ottimi risultati ai campionati europei, mondiali e coppe del mondo di canoa.

Paolo Avezzù

Panathlon Club di Rovigo

“Appuntamento in Adriatico”Protagonista la nautica da diporto

A.Ge. Rovigo

Sempre in cammino verso una Società migliore

Rovigo

A “Fiumi di libri”il Premio Gutenberg

“Fiumi di libri” premiata con il Premio Gutenberg 2013. Lo ha comunicato, con soddisfazione e orgoglio, l’assessore alla Cultura Anna Paola Nezzo. Il premio è stato attribuito ai migliori 50 progetti di promozio-ne del libro e della lettura realizzati lo scorso anno in Italia. “Questo riconoscimento – ha detto Nezzo -, è per noi motivo di orgoglio e di stimolo a proseguire la strada intrapresa”.

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9la Settimanadomenica 16 marzo 2014 lavoro

Cosa distingue l’enorme differenza tra ciò che costa ad un’azienda italiana un lavoratore, e la stessa enorme diffe-renza che si riscon-tra nelle buste paga tedesche e francesi? Che poi a Stoccarda e a Bordeaux troviamo Stati che funzionano, che hanno welfare stratosferici (anche troppo) e la netta soddisfazione dei propri cittadini. Si fatica a dire lo stesso per la desti-nazione delle nostre tasse, anche se la spesa statale italiana è faraonica come quelle Oltralpe.

Qui si sta concentran-do l’attenzione del Gover-no, nel senso di ridurre l’enorme forbice aperta tra quanto un’impresa spende per un lavoratore, e quan-to quest’ultimo realmente incassa in busta paga.

Empiricamente noi ita-liani diciamo: la metà. Spe-si 100, ne vediamo 50 in ta-sca. Abbiamo sbagliato di poco: la percentuale giu-sta è il 52,4. Peggio di noi stanno solo cinque Paesi europei. Fuori dall’Europa la situazione poi è dispe-rante (per noi): un giappo-nese guadagna 69 yen sui 100 spesi dall’azienda; un americano supera i 70 dol-lari su 100.

Gli italiani che lavora-no negli Usa, hanno sem-pre un iniziale moto di so-spetto di fronte alla prima busta paga: troppo scarse le trattenute, quando mi chiederanno il resto? Mai, lo Stato – lì – offre poco ma chiede ancora meno. Que-stioni di economia, di sto-ria, di mentalità. Ma qui si sta esagerando. L’enorme costo del lavoro è una pri-maria causa di distruzione dello stesso; molte imprese delocalizzano all’estero; al-tre si rifiutano di investire qui; la precarizzazione e il “nero” abbondano.

D’altro canto, i nostri stipendi sono tra i più bas-si dell’Occidente svilup-pato: alla fine della fiera, il netto in busta paga è quel che è. Chiedere o dare un aumento? Se su 100 euro ne vedi 52, alla fine si ten-de a rinunciare. Tant’è che lo Stato aveva in parte sgravato gli “straordinari” per evitare sia di ridurli a poca cosa, sia di farli paga-re dal datore di lavoro in

“nero”, come spesso acca-de soprattutto nelle picco-le aziende.

Ridurre il cuneo fiscale: questo uno degli obiettivi economici dichiarati dal governo Renzi. Significa: allentare la manomorta dello Stato. Quanto? Qui sta il punto. Ci vogliono 10 miliardi di euro per ri-durre di un paio di punti il cuneo fiscale. Un lavorato-re manco se ne accorgereb-be, mentre per lo Stato – di questi tempi – 10 miliardi sono un gran mucchio di soldi.

Da qui l’idea del maxi-job. Funziona per chi viene assunto, anzitutto, con re-tribuzioni nette che vanno dai 10 ai 20mila euro l’an-no. L’idea appunto è quella di lasciare gran parte del malloppo in tasca al lavo-ratore, circa l’80%. L’azien-da non pagherebbe molto, il lavoratore avrebbe uno stipendio più che dignito-so (dagli 800 ai 1.500 euro mensili circa). Ovvio che però così si crea un’enor-me voragine nei conti dello Stato e dell’Inps. Ma si af-ferma che il buco sarebbe colmato dal fatto che poi quel denaro guadagnato “gira”, viene speso, mette in moto l’economia, genera Iva ma anche Irpef, Irap…

Lo stanno mettendo a punto (limiti di reddito, Inps, durata in anni…) ma potrebbe essere una buona idea. Se funziona, genere-rà una messe di nuovi po-sti di lavoro e darà un bel calcio al precariato eterno e sottopagato; se non fun-ziona, obbligherà lo Stato a mettersi a dieta forzata ed immediata. Ci si rac-comanda vivamente sul fronte dell’applicabilità e dell’efficacia delle sanzioni per chi sgarra, ben sapen-do che in Italia i modi per “gabbare lo santo” sono infiniti.

Nicola Salvagnin

Il cammino della nuo-va evangelizzazione, che abbiamo iniziato nell’an-no pastorale 2013-2014, ci invita a diventare «Popo-lo di Dio in missione», per far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo a tutti, ai vicini e ai lontani”.

E’ questo quanto scrive il Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo mons. Lu-cio Soravito de Franceschi riguardo la formazione delle persone che dovran-no animare la nuova evan-gelizzazione. Per poter annunciare il Vangelo non servono persone speciali, ma cristiani disponibili, generosi, pronti a testimo-niare il dono della fede ricevuto nel battesimo, evangelizzatori ed ani-matori dovranno essere presenti in ogni comunità parrocchiale, persone di ogni estrazione sociale in grado di poter testimonia-re la Parola del Signore, neppure i luoghi sono spe-ciali, perché il Vangelo va annunciato e testimoniato in ogni spazio del vissuto quotidiano, nelle comu-nità, nelle famiglie, tra i giovani e agli adulti, ai cre-denti e non credenti, en-tro tutti gli ambiti dove le persone vivono, faticano, sperimentano il dolore e la gioia, operano, lavorano, si sposano, mettono al mon-do i figli. In questa inter-vista parliamo di “Popolo di Dio in missione”, con Andrea Padoan, 36 anni, sindacalista, felicemente sposato con Paola, laurea in Scienze dell’Educazione ed un Master in Economia del lavoro. Componente dell’Equipe Nazionale del MLAC - Movimento La-voratori di Azione Catto-lica e dal 19 gennaio 2014 riconfermato Segretario diocesano del MLAC.

D - Il Vescovo Lucio ri-volge a tutti i cristiani l’invito ad essere mis-

sionari qui nella terra del Polesine. Voi come Mlac “Movimento Lavoratori di Azione Cattolica”, come avete accolto questo invito?R - Il MLAC che ha

da poco celebrato il suo secondo Congresso dio-cesano, in questo tempo di programmazione del-le attività per il prossimo triennio, si sente ancora più stimolato dall’invito del Vescovo ad essere mis-sionari, testimoni gioiosi della “buona novella”.

D - Come Mlac si può dire che si tratta di un invito del tutto “speciale”, dal quale nessuno deve sentirsi escluso?R - In forza del sacra-

mento del battesimo ogni cristiano è chiamato, attra-verso la testimonianza e la parola, a portare a tutti l’annuncio dell’amore di Dio. Negli anni forse abbia-mo dato per scontata que-sta “missione”; in questo senso l’invito che ci viene rivolto dal Vescovo è “spe-ciale” poiché straordinario nella sua ordinarietà.

D - Come definire il ruolo del Mlac all’in-terno della Chiesa e della società?R - Il MLAC è

l’espressione missionaria dell’Azione Cattolica nel mondo del lavoro. Parten-do dalle situazioni di vita vissuta negli ambienti di lavoro, nelle professioni, all’interno della società civile, vuole essere stru-mento di evangelizzazio-ne, di formazione cristiana e promotore di pastorale d’ambiente.

D - Come laicato catto-lico è questo il tempo per un impegno con-creto nella Chiesa dio-cesana?R - Il tempo nel quale il

Signore ci chiama a vivere è sempre un tempo favo-revole in cui sentirsi chia-

mati alla felicità dell’incontro con Dio e divenire testimoni credi-bili della gioia e della speranza del messaggio cristiano, nella comunità in cui si vive.

D - Guardan-do la realtà del mondo cattolico, del laicato dioce-sano, possia-mo dire che i laici sono in questo mo-mento pron-ti ad assu-mersi questa importante responsabi-lità?R - Credo di si ma per

esercitare questa respon-sabilità occorre evitare la scorciatoia delle omologa-zioni e permettere ai vari talenti di cui ognuno (per-sone, associazioni e movi-menti) è portatore, venga-no espressi nei modi e nei tempi che sono propri del laicato. A volte, infatti, si corre il rischio di chiedere eccessiva disponibilità di tempo ed impegno a chi quotidianamente deve de-dicarsi prima alla famiglia ed al lavoro, ambienti nei quali il laico è propriamen-te chiamato a rendere con-to della sua fede in Gesù Cristo.

D - Dal vostro osser-vatorio, come Mlac di quale missione la Chiesa di Adria- Ro-vigo ha urgente biso-gno?R - La nostra propen-

sione alle tematiche so-ciali, ci porta a sollecitare una maggiore attenzione missionaria verso il mon-do del lavoro e dell’econo-mia. Auspichiamo infatti che nelle comunità parroc-chiali si trovi il coraggio e la voglia di confrontarsi su

questi temi (a volte ac-cantonati perché ri-tenuti sco-modi) alla luce del Magistero sociale del-la Chiesa Cattolica.

P e r t r o p p o tempo ab-biamo pen-sato che il mondo del lavoro, così come q u e l l o

dell’economia e della fi-nanza, dovessero evolver-si liberamente senza che vi fosse un indirizzo etico-morale a guidarli. Ma le conseguenze di questa no-stra “colpevole miopia”, le abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi.

D - Si può essere mis-sionari anche nel mon-do del lavoro?R - Si deve essere mis-

sionari nel mondo del la-voro!

D - Immersi nel mondo produttivo, dell’eco-nomia, del lavoro è possibile annunciare il Vangelo di Gesù?R - Certo! Troppo spes-

so quando entriamo al lavoro ci dimentichiamo della nostra fede in Dio e ce ne ricordiamo solo quando rientriamo a casa o la do-menica a messa. Occorre invece prendere coscienza di quanto importante sia far incontrare Gesù ai no-stri colleghi piuttosto che ai nostri clienti, attraverso la nostra testimonianza fatta di gesti semplici, di-screti, quotidiani.

D - Il Vescovo rivolge il suo invito ad essere Chiesa missionaria, alla luce di questo cammino quali attese, quali speranze nutri-re? R - Speriamo che la no-

stra Chiesa abbia il corag-gio missionario di uscire e trovare “il suo baricentro fuori di sé”, voglia riela-borare e rilanciare la sua attività pastorale alla luce delle esigenze e necessità che le donne e gli uomi-ni di questo tempo sono chiamati ad affrontare, valorizzando le realtà lai-cali presenti.

Preghia-mo affiché alla nostra Chiesa pole-sana lo Spi-rito Santo in-fonda la gioia e il coraggio di annuncia-re il Vangelo che donò ai profeti.

Settimio Rigolin

Intervista a Andrea Padoan segretario diocesano del MLAC (Movimento Lavoratori di A.C.)

Prestiamo una maggiore attenzione missionariaverso il mondo del lavoro e dell’economia

L’impegno caratteristico del laicato

Economia e lavoro

In attesa del maxi-jobIpotesi del governo:

più soldi in busta paga ai lavoratori

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Giovani

UN SEGNO FORTE NEL MERCOLEDI

DELLE CENERI 750 giovani hanno risposto all’appello della Diocesi di Adria – Rovigo che li ha con-vocati il Mercoledì delle Cene-ri, il 5 Marzo, da Santa Maria Maddalena, ai confini con Ferrara, al Basso Polesine di Adria, nel Capoluogo e nella città di Lendinara, ma anche in località più piccole come San Martino di Venezze e Bo-saro, o Baruchella o ancora Castelnovo Bariano. La data era di grande tradizione per la Chiesa Cattolica: il Mercoledì delle Ceneri che apre la Quare-sima; il gesto apparentemente austero e grave: l’imposizio-ne delle Ceneri sul capo. Però i Coordinamenti vicariali di Pastorale Giovanile hanno sa-puto interpretarlo con un’in-tensità di grande effetto che non ha mancato di stupire i ragazzi, principalmente dell’e-tà delle superiori, che non si sono lasciati intimorire dalla proposta.

APERTE LE ISCRIZIONI A FESTAGIOVANI

La “Notte delle Ceneri”, come molti l’hanno definita, ha aperto ufficialmente le iscri-zioni a Festagiovani2014, l’e-vento atteso a Rovigo per il 26 e il 27 di Aprile, che presenterà una due giorni nella Città ca-poluogo in cui i giovani avran-

no parola. E sarà una parola da cui ci si attende qualcosa in più del solito, che può destare non poche sorprese, vista la stupefacente partecipazione alla sua Apertura ufficiale, segno di un coraggio inedito

e di una gioventù che guarda con interesse rinnovato anche a proposte di carattere spiri-tuale, che attingono alle radici cristiane della cultura religiosa europea. Don Enrico Turcato, il Vicario Parrocchiale di Santa

Sofia a Lendinara, dove erano circa 250 nel Duomo: “Non poteva esserci modo migliore per iniziare la Quaresima con i giovani: celebrando l’Eucari-stia [quella delle Ceneri] si av-vertiva un’atmosfera di gran-

de partecipazione, avvolgente. Una serata davvero spetta-colare per come ha conciliato bisogni interiori e espressione comunitaria.” Anche ad Adria una atmosfera mozzafiato: la Cattedrale in penombra ha accolto i giovani in una lunga processione al rito delle Ce-neri, mentre alla fine i giovani sono stati invitati a salire sot-to la grande e antica Croce Gloriosa irradiata con potenti fasci di luce nel buio della na-vata.

I FRUTTI DELLA SCELTA DELLE PIAZZE MEDIATICHE

Ma tradizione si coniuga bene con modernità: il luogo di maggior smistamento e con-divisione delle informazioni sembra essere ormai quello mediatico. La Diocesi già da diversi mesi, per raggiungere i giovani, si è interfacciata su molte piattaforme di comuni-cazione con “profili” ufficiali sui più comuni social network direttamente collegati al sito principale gestito dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile: www.5pani2pesci.it che sta re-gistrando centinaia di accessi al giorno. Come dire che ormai ci si mette la faccia, scegliendo la via di una presenza che non si mimetizza, ma esprime chia-ramente proposte e posizioni.

750 GIOVANI APRONO IL CAMMINOIl Mercoledì delle Ceneri in più punti della Diocesi i giovani si sono ritrovati per iniziare insieme la Quaresima e il percorso che li porterà alla FESTAGiovani del 26-27 aprile

Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanilevia Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected]

della Diocesi

333333

DIOCESI DI ADRIA – ROVIGO | UFFICIO DI PASTORALE GIOVANILE PATROCINIO DEL COMUNE DI ROVIGO | ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI

PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI ROVIGO | PRESIDENZA DELLA PROVINCIA

26 – 27 Aprile ROVIGO

IL CONCERTO

Due giorni

Perché l’alba regali EMOZIONI

Nel cuore di un evento mediatico Testimonianze dalle frontiere della vita

Dove l’Europa giovane riprende vita Ospitalità nelle Parrocchie di notte

e nella notte Fari per vegliare Autobus diretti alla Città di Rovigo

e cena in Città convenzionata per i pellegrini

Anche in Paypal le ISCRIZIONI

27 APRILE 10.00: “Grazie Santità” GIOVANNI PAOLO II – GIOVANNI XXIII FRA I SANTI Il Grazie dei giovani nella Celebrazione Pasquale di Piazza Vittorio Emanuele II

Nelle foto: alcuni momenti della celebra-zione che si è svolta a Lendinara per il Vicariato di Lendinara - San Bellino

APERTE

LE ISCRIZIONI!!!

10 la Settimana domenica 16 marzo 2014speciale

Page 11: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

11la Settimanadomenica 16 marzo 2014 diocesi

Don Luigi - Napoli

Insieme.

Insieme ai poveri. Insieme ai dimenticati. Insieme alle vittime della camorra. Insieme ai detenuti. Insieme ai malati. Insieme agli anziani soli. Conto corrente postale n.57803009 - www.insiemeaisacerdoti.it

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CEI Conferenza Episcopale ItalianaChiesa Cattolica

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Adulti che domanda-no il Battesimo, adulti che chiedono di entrare nella comunità cristiana: sono i catecumeni, espressio-ne bella di una fede non scontata, di un ingresso alla vita cristiana che è desiderato, accolto e cer-cato. Domenica 9 marzo, nella sentita celebrazio-ne eucaristica in Duomo Concattedrale, animata dal coro giovanile Giova-ni Sentinelle del Mattino (Gi.Se.Ma), la diocesi si è riunita attorno al proprio vescovo Lucio per acco-gliere due amici che chie-dono di entrare a far parte della famiglia di Dio, la Chiesa. Sono due perso-ne, Vittorio e Genziano, provenienti da realtà stra-niere, uno dalla Nigeria l’altro dall’Albania, figli della loro storia di popolo che ha vissuto dittature neganti la possibilità di Dio nella vita; rappresen-tano anche una sfida per noi chiesa del Polesine, uno sguardo di profezia e di parola di novità ver-so lo straniero, «el foresto», che fa sempre paura, una paura che genera odio, un odio che partorisce violen-za. Eppure il più straniero tra tutti noi è quel Gesù Cristo, venuto da così lon-tano, provenuto da Dio.

Catecumenato ed elezione, due tappe

di un camminoVittorio è stato accol-

to alle porte della Chiesa Concattedrale in quanto ha iniziato il cammino di preparazione, un tempo di catechesi di uno o due anni in cui fare propria la vita cristiana: è entrato nel catecumenato, il suo nome

è stato scritto sul libro dei catecumeni, accompagna-to da una coppia di cate-chisti e legato alla Parroc-chia di Sant’Ilario-Madon-na Pellegrina. Su di lui il vescovo e i suoi catechisti hanno impresso il segno della Croce, segno di in-gresso alla preparazione alla vita cristiana. Genzia-no invece ha vissuto il rito dell’elezione, il suo nome è stato scritto nel libro de-

gli eletti, ossia di persone che hanno già compiuto il cammino catecumenale, e che ora si preparano più intensamente a ricevere il Battesimo, che Genziano vivrà nella notte di Pasqua del 20 aprile prossimo. Genziano è seguito dalla parrocchia del Duomo, cui è legato da amicizia.

La Quaresima apre le porte al Battesimo nella

Veglia di Pasqua

Questi riti di acco-glienza si svolgono in Quaresima, secondo un modo di agire da sempre avvenuto nella Chiesa: poiché la notte di Pasqua è la notte della vita nuova in Gesù Cristo, della vitto-ria della vita sulla morte, in quella santa notte si è sempre vissuto il Batte-simo, il passaggio dalla notte al giorno, dalla mor-te alla vita, dalla solitu-

dine alla famiglia di Dio, dal peccato alla resurre-zione. Nel Cristo risorto vi è il nostro Battesimo. E il cammino della Quaresi-ma ha da sempre valoriz-zato questo percorso: nel-le letture dei vangeli delle domeniche di quaresima di quest’anno vi è il cam-mino dei catecumeni che vincono il sospetto (do-menica della tentazione), che riscoprono il Volto

(domenica della trasfigu-razione), che si accostano all’acqua della vita (do-menica della samarita-na), che ricevono nuova vista (domenica del cieco nato), che vivono oltre la morte (domenica di Laz-zaro), che entrano con Lui nel mistero della Pasqua (domenica delle Palme). Le antiche cattedrali, le basiliche paleocristiane, hanno impresso straor-dinariamente nella loro architettura questo itine-rario e questa progressi-vità all’accostarsi alla vita cristiana, elementi che come Chiesa del secondo millennio siamo chiamati a riscoprire.

Accompagnare i catecumeni, essere

catechisti degli adultiLa Chiesa Italiana sta

promuovendo questa nuova figura di catechista, non legato solo ai ragazzi, ma sempre più in grado di accompagnare adulti che vogliono intrapren-dere questo cammino ca-tecumenale. In una realtà multietnica, in cui il flusso migratorio è sempre più elevato, è una risposta bel-la che la Chiesa può dare, un coniugare quell’idea di papa Francesco che vuole una Chiesa alle periferie, in uscita. Ecco perché la Caritas diocesana e l’Uf-ficio Catechistico dioce-sano si stanno attivando per promuovere corsi di formazione per accompa-gnatori dei catecumeni, a partire dall’anno pastora-le 2014-2015.

A cura dell’Ufficio Catechistico Diocesano e

del serviziodi catecumenato

Rovigo - Duomo Concattedrale

Adulti in cammino verso il Battesimochiedono di entrare nella comunità cristiana

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Don Gabriele Fantinati è ritornato in questi giorni nella sua Diocesi, la Chiesa di Adria-Rovigo, dopo una lunga esperienza missiona-ria vissuta in Brasile presso la missione diocesana nella Chiesa sorella di Caetitè. Don Gabriele ha offerto la sua testimonianza di sa-cerdote Fidei-donum rac-contando i suoi diciassette anni di vita missionaria, una testimonianza ricca di esperienze e di lavoro tra i fratelli del Brasile, offerta con semplicità alla Chiesa diocesana affinché sia più accogliente e aperta. L’in-contro, promosso dall’Uffi-cio missionario diocesano, si è svolto venerdì 7 marzo 2014 presso la Sala Conve-gni del Seminario San Pio X di Rovigo. A guidare la serata il responsabile del Servizio Missionario Dioce-sano don Silvio Baccaro, era inoltre presente il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lu-cio Soravito de Franceschi, tra il pubblico sacerdoti missionari e tanti amici.

Don Gabriele, nella sua testimonianza ha ri-percorso la storia missio-nario vissuta dalla Diocesi di Adria-Rovigo verso la Chiesa sorella di Caetitè, ha parlato dell’esperienza positiva, impegnativa e tal-volta anche difficile di tanti sacerdoti diocesani Fidei donum, ha inoltre sotto-lineato il fatto che piano piano nella Chiesa dioce-sana è andata crescendo una coscienza missionaria e questo a partire dagli anni

settanta. Don Gabriele ha poi ricordato che punto di riferimento fu la parrocchia cittadina di San Bortolo in Rovigo, da questa comunità sono partiti i primi sacerdo-ti missionari Fidei donum per raggiungere la Chiesa di Caetité, in Brasile.

Don Fantinati si è poi soffermato ad illustrare la triste realtà di povertà, di estremo bisogno, incontra-ta tra quelle popolazioni, bisogno a livello sociale, economico, ma anche come Chiesa, una comunità po-vera, ancora in via di or-ganizzazione, pochissimi erano i sacerdoti. Ma nono-stante tutto ciò, don Gabrie-le, ha detto di aver visto in Brasile una Chiesa viva, au-tentica, amante del Vangelo della Parola di Dio. Don

Fantinati ha quindi parlato dell’impegno ecclesiale e nello stesso tempo sociale svolto dai sacerdoti della Diocesi di Adria-Rovigo, impegno che si è manife-stato soprattutto nella vita quotidiana, nel vissuto della gente. Il missionario non ha nascosto i proble-mi e le difficoltà che via via negli anni i sacerdoti Fidei donum hanno incontrato e affrontato, nello stesso tempo ha ricordato le gioie della vita missionaria che in primo luogo scaturisco-no dal generare una nuova Chiesa, e i segni sono stati tantissimi, primo fra tutti, ha detto don Gabriele, la presenza di giovani che si sono avviati al sacerdozio.

Altro aspetto molto im-portante sottolineato dal missionario, ha riguardato il ruolo dei laici, i veri prota-gonisti della Chiesa in Bra-sile e nella Diocesi di Caeti-té. Il sacerdote ha poi osser-vato come in questi anni di missionarietà della Chiesa diocesana, mai nessun laico sia partito dalla Diocesi di Adria-Rovigo per vive in

Brasile una esperienza mis-sionaria, ci sono stati invece vari laici che hanno visitato la missione diocesana.

Da ultimo don Gabrie-le ha ricordato che in que-sto momento la Diocesi di Adria-Rovigo con il suo Vescovo Lucio e il presbite-rio diocesano sta valutando riguardo al suo futuro mis-sionario. La Chiesa diocesa-na ha dato molto, ha affer-mato don Fantinati, ma nel-lo stesso tempo ha ricevuto moltissimo da questa lunga e importante esperienza missionaria, la missione, la missionarietà sono al cen-tro dell’opera evangelizza-trice della Chiesa.

Rimane il desidero che, dalla Chiesa sorella di Ca-etité, ora ben organizzata e viva, qualche sacerdote venga a vivere una sua esperienza di Chiesa nella Diocesi di Adria-Rovigo. A conclusione dell’incontro il Vescovo Lucio ha ringra-ziato don Gabriele per la sua autentica testimonian-za di vita missionaria e di sacerdote.

Settimio Rigolin

12 la Settimana domenica 16 marzo 2014polesine

Borsea

Ad un anno dall’elezioneLa parrocchia di Borsea per domenica 16 marzo, 2°

di Quaresima “Gesù pregando, il suo volto si trasfigu-rò…” propone una domenica per Papa Francesco ad un anno dalla sua elezione: “un dono” per la Chiesa, per il mondo, per l’uomo d’oggi…

S. Messe al mattino, nel pomeriggio (in sala Ma-dre Teresa) un incontro comunitario di riflessione per adulti e giovani: come seguire concretamente l’esem-pio quotidiano di Papa Francesco fatto di parole vere, gesti concreti… e sorprese per migliorare la nostra vita personale, familiare e comunitaria?

RingraziamentoSentiamo il dovere di esprimere un sincero gra-

zie alla Comunità intera di Lusia e alle tante persone intervenire alle toccanti cerimonie organizzate dalle Comunità Parrocchiale e Comunale di Lusia, nel de-cimo anniversario della salita al Cielo del nostro caro fratello don Settimo. Per noi è stato un evento molto commovente e pieno di significati che abbiamo ap-prezzato per il calore espresso da tante persone, di-mostrando quanto sia ancora presente e viva la figura di questo Sacerdote per tantissime persone che in vari modi l’hanno conosciuto. La presenza del Vicario Ge-nerale della Diocesi mons. Claudio Gatti, di tanti con-fratelli nella fede, la particolare vicinanza del Parroco, Don Fabio Bolognesi, la presenza del Cori “Ponte Pa-subio” e di quello Parrocchiale, oltre alla significativa Mostra fotografica allestita per l’occasione dalla sig.ra Fornari, restano momenti unici e indimenticabili.

Con riconoscenza di cuore un sincero grazieLe sorelle Anita e Rina Malin

Vicaria di Crespino-Polesella (RO)

“Per una famiglia in crescita”Calendario incontri 2014

Incontri programmati in collaborazione con il “Centro Studi Evolution” di Verona. Relatore sarà il Prof. Pietro Lombardo, Direttore e fondatore del Cen-tro. Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 21.

Giovedì 13 marzo 2014: Centro Sociale - Arquà Polesine, Via Umberto I, 14 “Come costruire l’armonia e la felicità nella vita di coppia”.

Giovedì 27 marzo 2014: Centro Sociale – Polesella, Via Don Minzoni, 180 “Gli stili educativi - Come co-municare regole, emozioni e valori?”

Giovedì 10 aprile 2014: Centro Sociale - Frassi-nelle Polesine/S. Bartolomeo, Piazza G. Marconi, 141 “Come sopravvivere con un adolescente”

Giovedì 24 aprile 2014: Teatro Parrocchiale – Cre-spino, Piazza Fetonte, 29 “Il bullismo e la gestione del-le emozioni”

Giovedì 8 maggio 2014: Teatro Parrocchiale – Cre-spino, Piazza Fetonte, 29 “Demotivazioni e motiva-zioni - Come favorire la gioia di studiare e il desiderio di apprendere”

Giovedì 22 maggio 2014: Centro Sociale – Canaro, Piazza XX Settembre, 1 “Educare al valore della ses-sualità”.

Non vi era iniziativa migliore per entrare in quaresima, con le indica-zioni che ci hanno dato sia il Papa che il nostro Vesco-vo Lucio: con la preghiera, il digiuno e la SOLIDA-RIETA’.

Sabato 8 marzo a Fies-so Umbertiano i giovani della comunità, bambini, ragazzi del catechismo, con le loro catechiste, ani-matori, scout, e genitori pieni di entusiasmo, sono stati impegnati in una maxi raccolta alimentare per le vie del paese, deno-minata “LE OLIMPIADI DELLA CARITA’”.

L’evento è iniziato alle 15 del pomeriggio tut-ti si sono r i t r o v a t i nel prato dell’orato-rio forman-do un gran-de cerchio, c’era la mu-sica olim-pionica in sottofondo (momenti di gloria), sono apparsi dei tedofori passando la fiam-ma olimpica per accendere il braciere. Successivamen-te si sono formati 7 gruppi, e come per ogni gioco i più grandi hanno spiegato le regole: divertente era ave-re una carriola a disposi-zione, una cartina di Fiesso

con evidenziato il campo d’azione e una macchina al seguito, nonché la Pro-tezione Civile per chi si recava in periferia. Ogni squadra doveva spostar-si nella zona assegnata e suonare il campanello nelle case di ogni famiglia e invitarle con deli-catezza a donare del cibo di prima ne-cessità per persone bisognose. Il tutto si è trasformato in un gioco bellissimo ed entusiasmante.

A l l e 17.30 tutti dovevano rientrare con la ta-

bella del CARITO-M E T R O compilata, esporre il r a c c o l t o sull’Altare ed essere

pronti per la S. Messa del-le ore 18 dove nei canti, nell’omelia, nella preghie-ra dei fedeli venivano ri-chiamati i messaggi e gli insegnamenti della gior-nata. La generosità del Pa-ese è stata grande e com-movente. E’ stata la prova concreta di un’espressione

di solida-rietà; un p i c c o l o passo per farsi Pros-simo.

C o n q u e s t a racco l ta si potrà sostenere per un po’ la funzio-

ne Parrocchiale della San Vincenzo attiva nel servi-zio dei poveri del Paese. E’ stato bello collaborare tra gruppi per un unico

intento, camminando sul-la via della testimonianza. Il Parroco don Giorgio nell’omelia ha esortato i presenti ad andare avanti con amore e carità con

Gesù dalla nostra par-te. Alla fine i protagonisti della raccolta e prima di tutti i componenti della squadra vincitrice che ha raccolto di più sono stati onorati con una bella me-daglia in cartoncino stam-pato.

Doverosi i ringrazia-menti ai Capi Scout Luca, Gabriella e company.

Ufficio missionario diocesano

Una Chiesa viva in una realtà poveraDon Gabriele racconta la sua esperienza missionaria in Brasile

Fiesso Umbertiano

Le Olimpiadi della carità

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13la Settimanadomenica 16 marzo 2014 attualità

Continuano in diocesi gli incontri di formazione e aggiornamento per gli inse-gnanti di religione cattolica - organizzati dall’équipe formativa costituita da don Damiano Furini, responsabile dell’ufficio diocesano, e coordinata da Mauro Prando - sul tema dei monoteismi.

Negli ultimi tre anni abbiamo “incon-trato” l’ebraismo e l’islam attraverso pen-sieri e volti, riflessioni ed esperienze. ă

Quest’anno approfondiremo il cristia-nesimo, soprattutto, dal versante dell’orto-dossia, per conoscere a che punto è il dia-logo tra cattolici e ortodossi, identificando luci, ombre e prospettive future. Con questo intento, ci siamo dati appuntamento il po-meriggio del 5 marzo 2014, presso il Cen-tro don Bosco di Rovigo, guidati da alcuni esperti-testimoni: padre Roberto Giraldo, ofm, preside dell’ISE (Istituto di Studi Ecu-menici) “S. Bernardino” di Venezia e con-sulente della nostra equipe; il seminarista romeno, Ionuţ Cătălin Blidar, studente presso l’ISE, e il protopope romeno, rev. Basilio Barbolovici, responsabile dei gre-co-cattolici del Triveneto. Ad essi abbiamo fatto alcune domande di carattere persona-le e sul tema del pomeriggio formativo: Idr incontra... i fratelli ortodossi.

Intervista a P. Roberto Giral-do, ofm, preside dell’ISE (Istituto di Studi Ecumenici) “S. Bernardino” di Venezia

D. Come è nata la sua vocazione “ecu-menica”?R. Inizialmente

non ero molto in-teressato a questa realtà. La mia voca-zione “ecumenica” è nata per caso, a partire da un’ob-bedienza dei miei superiori, i quali nel 1996 mi hanno chiesto di diventare Preside dell’Isti-tuto S. Bernardino di Venezia. Quando ho detto il mio sì, mi sono lasciato subito interpellare dal mondo ecumenico, ricco di stimoli e di sfide. Con il tempo ho capito che siamo fatti per la rela-zione e che se non si dialoga, non si cresce. Infatti, occorre parlare la lingua del “noi” e non più soltanto quella dell’ “io”, poiché è conoscendo gli altri, aprendosi e dialogan-do con loro che si scopre la propria identi-tà; diversamente si diventa aridi e si muore dentro. A tale proposito, sono appena tornato dalla Terra Santa, da un incontro ecumenico dell’Ordine francescano, a cui appartengo. Attraversando il lago di Tiberiade, abbiamo riscoperto che è un mare vivo in quanto ri-ceve acqua dalle sorgenti dei monti limitrofi, acqua che poi dona al fiume Giordano. Al contrario, invece, del mar Morto, che non è aperto, ma chiuso in sé e, per questo, morto.

D . Cosa significa per lei guidare un centro di studi teologici che ha come finalità principale il dialogo ecumeni-co?R. Il dialogo in sé non è mai semplice:

è scambio di doni che esige riconoscimen-to dell’altro e consapevolezza della propria parzialità. Detto ciò, vivere in una comu-nità e in un centro di studi teologici che ha come finalità il dialogo ecumenico è sicura-mente una ricchezza e una bella opportuni-tà di crescita, un’occasione per rimettermi sempre in discussione e pormi nuove sfide. Vivere accanto a chi è “diverso”, non è mai qualcosa di teorico, ma è un continuo “eso-do” da sé. Ho imparato, soprattutto, che il “dialogo ecumenico” si costruisce prima “in casa”, tra le mura del proprio convento, e che solo poi diventa qualcosa di esterno, da portare fuori.

D. Da circa dieci anni il suo Istituto ha avviato un fecondo dialogo teo-logico, ma anche della “vita,” con l’università romena di Piteşti. Anche a partire da tale scambio intercon-fessionale, ci può dire una parola sul mondo ortodosso? Quali sono le prin-cipali difficoltà che si incontrano nel dialogo con i fratelli ortodossi? Cosa potremmo imparare da loro?R. Nel dialogo con l’ortodossia le dif-

ficoltà nascono soprattutto dalla scarsa co-noscenza reciproca, da profonde ferite sto-riche e mondi culturali diversi. Dobbiamo conoscerci e condividere di più le nostre ricchezze reciproche. A tale proposito, dei fratelli e sorelle ortodossi apprezzo l’aper-tura al Mistero, la ricchezza della liturgia, cuore della loro fede, la bellezza, resa ma-nifesta soprattutto nelle icone.

Intervista a Ionuţ Cătălin Blidar seminarista romeno e studente presso l’ISE

D. Nonostante la sua giovane età - 23 anni appena - ha già acquisito un ricco bagaglio teologico ed esperien-ze ecumeniche. Da un anno vive con altri studenti ortodossi, cattolici ed evangelici all’Istituto S. Bernardino di Venezia. Com’è la sua esperien-za di giovane ortodosso romeno qui in Italia? E soprattutto cos’è per lei l’ecumenismo? R. Io sono mol-

to attratto dalla tra-dizione cattolico-latina, in partico-lare da alcune sue espressioni moder-ne, quali la spiri-tualità carmelitana, quella presbiterale-diocesana, e da al-cune figure di santi, primo tra tutti, il beato Giovanni Pa-

olo II. La mia esperienza presso l’Istituto ecumenico è un grande dono di Dio, perché mi permette di avanzare nella ricerca teo-logica a livello scientifico, avvalendomi di vari strumenti, tra cui una ricca e fornita bi-blioteca e, inoltre, di condividere la mensa, la preghiera e altri frammenti di vita, con studenti di culture e confessioni diverse. Mi trovo in sintonia soprattutto con gli studen-ti dell’Africa, perché sono particolarmente espansivi e socievoli. Per me ecumenismo non significa fare discorsi grandi e astratti, ma vivere soprattutto gesti di comunione, partendo dalle cose semplici e concrete del-la vita, significa fare silenzio e ascoltarsi per “parlare insieme” come Chiesa. Abbia-mo bisogno di crescere in questo silenzio e ascolto reciproco.

D. E del dialogo tra ortodossi e greco-cattolici cosa pensa? E’ un dialogo difficile, anche se non impossibile...R. Apprezzo molto la storia e la testi-

monianza evangelica dei fratelli greco-cat-tolici ma, soprattutto, mi colpisce l’esempio e la vita santa di molti sacerdoti e vescovi, che sono stati imprigionati e uccisi durante il periodo del comunismo.

Intervista al rev. Basilio Barbo-lovici, responsabile dei greco-cattolici del Triveneto

D. Rev. Basilio, lei è il protopope gre-co-cattolico di Mestre e ha anche re-sponsabilità a livello triveneto. E’ ro-meno e vive in Italia dal 1990. A Venezia ha f requenta to l’Istituto S. Bernard ino , conseguendo-vi la Licenza. Da appassio-nato di ecume-nismo, come vive tale impe-gno?

R. Per un greco-cattolico come me ave-re intrapreso la strada del dialogo intercon-fessionale è stata, da una parte, un’opportu-nità preziosa per riscoprire la mia identità orientale, dall’altra, ha maturato in me una maggiore appartenenza alla chiesa cattoli-ca latina, in comunione con il Santo Padre. Ciò che ho vissuto in questi anni qui, nel nord-est italiano, mi ha molto arricchito; mi ha insegnato, soprattutto, ad organizzare la vita ecclesiale, coniugando insieme vari aspetti: Sacra Scrittura, catechesi, studio, alcuni ambiti pastorali, favorendo iniziative per le nuove generazioni e le famiglie.

D. Chiedo, infine, anche a lei una bre-ve parola sulla relazione fra gli orto-dossi e i cattolici. Quali opportunità intravede in tale dialogo?R. Da buon orientale, dei fratelli orto-

dossi mi attrae senza dubbio il modo di ce-lebrare, la bellezza e la solennità della litur-gia. Non le nascondo che, a volte, ho l’im-pressione, che noi greco-cattolici, ci stiamo un po’ troppo latinizzando dal punto di vi-sta liturgico. Invece, della chiesa cattolica romana, come ho già affermato, mi colpi-sce l’organizzazione, il modo di impostare la pastorale e anche il legame con la società civile e l’impegno di evangelizzazione e promozione umana (scuola, economia, po-litica, solidarietà verso i più deboli...).

Ci sarebbe ancora molto da racconta-re, ma la nostra intervista termina qui. Da questo ricco incontro sul dialogo cattolico-ortodosso del 5 marzo 2014, noi insegnanti di religione ci portiamo in cuore, oltre alla bella sintesi contenutistica di padre Rober-to, del seminarista Jonuţ e del protopope Basilio, la semplicità e la fraternità con cui essi hanno interagito con l’assemblea, creando un dibattito schietto e profondo. Ci siamo lasciati, dandoci appuntamento al 2 maggio 2014, ospiti di padre Claudiu Sa-vin e della comunità ortodossa romena di Rovigo.

A cura di sr. M. Michela Marinello Insegnante di religione cattolica

Costa di Rovigo

Idr incontra...i fratelli ortodossi

Gli insegnanti di religione della diocesi a scuola di dialogo

Nella foto: al centro p. Roberto Giraldo, preside dell’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino” di Venezia; a destra, il seminarista romeno Ionuţ Cătălin Blidar, studente presso l’ISE; a sinistra, sr. Michela Marinello, moderatrice dell’incontro.

Page 14: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

Caro direttore, 85 anni or sono, a Tronzano Vercellese dove si coltiva il riso, Rosetta Franzi in Gheddo, a mezzo-giorno di quel 10 marzo 1929, mentre le campane della vici-na chiesa parrocchiale rintoccavano l’Angelus, dava alla luce il suo primogenito, poi sacerdote e missionario del Pime.

…Oggi ripeto quanto dico spesso, parlando in pubblico. È bello fare il prete! Non per motivi ‘esterni’ (salute, soldi, fama…), ma perché mi sento sempre amato, protetto, perdo-nato e consolato da Dio e posso ancora essere utile al pros-simo.

Quest’anno compio, dunque, i miei 85 anni di vita, e ce-lebro i 61 di sacerdozio. I superiori del Pime mi hanno desti-nato alla stampa e animazione missionaria, mettendomi in condizioni di visitare molte missioni e situazioni ad gentes in tutti i continenti. Continuo, così, a rendermi conto della verità di quanto diceva la grande Madre Teresa di Calcut-ta: «I popoli hanno fame di pane, di pace e di giustizia, ma soprattutto hanno fame e sete di Gesù Cristo». La mia vita avventurosa l’ho raccontata in molti articoli e libri. Ai giovani in ricerca di qualcosa che riempia le loro giornate e riscaldi il loro cuore vorrei trasmettere questo: la vita è bella se ha un senso, uno scopo, se è un cammino verso un ideale. La cultura del nostro tempo propone ideali terreni, materia-li, che esaltano e illudono per qualche anno, poi decadono e scompaiono: soldi, carriera, visibilità mediatica, sesso, gloria mondana, divertimento. Specialmente i giovani devono sce-gliere una meta precisa per la vita, da perseguire con spirito di sacrificio e l’aiuto di Dio: allora, non sono più sballottati da mille distrazioni, proposte, tentativi, illusioni. Per me l’ideale è stato seguire Gesù, l’unica passione di tutta la vita. Alcuni amici mi hanno telefonato: «Che regalo possiamo farti per i tuoi sessantuno anni di sacerdozio?». Ho risposto con sin-

cerità: «Pregate per me, dite qualche Rosario, ascoltate una Messa e fate una Comunione per tutti i missionari e i loro popoli ». Veramente la preghiera per l’amico, oltre che dare la vita, è il dono più grande che possiamo fare. Oggi vedo con chiarezza quello che ho sempre saputo: l’unica cosa che mi occorre sempre più è l’amore e l’aiuto di Dio.

Piero Gheddo A padre Piero Gheddo – testimone, collega e amico – gli

auguri affettuosi e grati di tutta la redazione e dei lettori di “Avvenire”, con le nostre povere e sincere preghiere. (mt)(da Avvenire del 11/03/2014)

É stato il 16 aprile 2012 il gior-no in cui sono par-tita per Salvador con la speranza di tornare a Con-deúba in giugno, ma sono rimasta nella capitale fino ad oggi. Per me è stato un po’ diffi-cile perché a Con-deúba ho lavorato con la pastorale dell’anziano, con la catechesi, al Prodec (Pro-gramma di Sviluppo Del Bambino), seguivo i ministri delle comunità e della sede. Ultimamente visitavo gli ammalati e gli portavo la comunione, accompagnavo un gruppo di ac-coglienza di giovani e adulti. É stato difficile perché in Itinga, Lauro de Freitas (Salvador), per un anno, ho dovuto adattar-mi alla nuova realtà e ho incontrato una situazione difficile nell’ambiente in cui mi trovavo. Un po’ alla volta ho superato i problemi e ho visto che non valeva la pena preoccuparmi tanto. Ho detto a me stessa: quello che importa è il sì che ho dato al Signore e nessuna cosa può distogliermi dal mio pro-posito. É stato così che ho cominciato a visitare gli ammalati portandogli la comunione ogni domenica, dando attenzione a quelle persone con maggior difficoltà, come per esempio la signora Generosa e sua mamma, la signora Anna, che ha novantacinque anni e che da tre è a letto inferma con molta sofferenza e tanti problemi familiari. Recentemente è stata sottratta alle cure della figlia per essere trasferita in una casa di riposo pubblica, perché la pensione passi ad un’altra figlia. Non sappiamo come vivrà la signora Generosa né quanto vi-vrà la signora Anna lontana da casa.

Ho cominciato anche ad aiutare la comunità di Santa Ca-terina di Siena con la preparazione al Battesimo, sempre in Itinga, e in casa con le donne del progetto di artigianato. Nel mese di settembre ho cominciato a fare un corso di taglio e cu-cito in Villa dell’Atlantico, Lauro de Freitas, sperando di con-cludere quest’anno 2014 e così aiutare il progetto di artigiana-to, ma purtroppo prima di Natale, la mia maestra è deceduta. Non ho concluso il corso. Lei era una persona molto buona, ma purtroppo ci ha lasciate. Eravamo centoventi donne che beneficiavano di un progetto del municipio per favorire il la-voro artigianale. Ho fatto un’esperienza molto buona all’ini-zio di quest’anno: con Letizia, il parroco e alcuni fedeli siamo stati in pellegrinaggio a San Paolo, Campo do Jordão, Apare-cida do norte. In questo grande santuario mariano siamo stati per ricevere una copia dell’immagine di Aparecida che don Tiago ha ottenuto per essere parroco di Itinga, che ha come patrona Nossa Senhora Aparecida. Quest’anno la parrocchia festeggia i venticinque anni di esistenza. Stiamo preparando questa festa con missioni popolari, con molta animazione e al-legria. Dal santuario siamo andati a visitare la Canção Nova, luogo dove avvengono gli incontri del movimento carismati-co cattolico. Abbiamo poi continuato il viaggio fino a Rio de Janeiro dove abbiamo visitato il Cristo Redentore, ricordando i tanti giovani della GMG che di la sono passati durante la settimana col papa in luglio. Abbiamo visitato anche il Pão de Açucar. C’è stato un grande temporale, proprio quando un fulmine ha tagliato la mano del Cristo Redentore, già restau-rato. All’inizio di febbraio, con Letizia, ho accolto le sorelle di ritorno dai loro Paesi in visita alle comunità della Famiglia Missionaria e alle loro famiglie. Di ritorno a Condeúba, ho rivisto i tanti amici che avevo lasciato due anni fa. Ringrazio Dio per questa esperienza che sto vivendo. Come missiona-ria della Redenzione, vedo che la missione è dare continuità alla missione di Gesù Cristo, rivelazione dell’amore di Dio, creando possibilità di vita degna per le persone che incon-tro. Prego Dio che in questa quaresima tutti i missionari del-la Chiesa possano fare qualcosa per difendere tante vite che sono coinvolte nel problema del traffico umano, come ci aiuta a riflettere il tema dell’attuale campagna della Fraternità e il messaggio del Santo Padre.

Eunice Ribeiro de Carvalho, missionaria della Redenzione

Giornata di preghiera e digiuno per i martiri missionari

• Lunedì 24 marzo 2014 Giornata di Preghiera e di-giuno dei martiri missionari.

Nel 2013 ben 33 missionari hanno dato la loro vita per Gesù.

14 la Settimana domenica 16 marzo 2014missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

La mia esperienza a Salvador

Ufficio Missionario Diocesano

Colletta “Un Paneper amor di Dio”

Colletta quaresimale per i poveri del mondo.

II° Settimana di Quaresima

La trasfigurazionerafforza la fede

Matteo 17,1-9RiflessioneSecondo appuntamento della nostra sosta sulla strada di

Quaresima, Gesù è trasfigurato sulla montagna. Appena una settimana è passata da quando Gesù annuncia ai suoi disce-poli la sua missione e anche che loro saranno associati. Come il Maestro, anche loro finiranno martiri. La Trasfigurazione rafforza la fede dei tre discepoli che saranno testimoni della Passione di Gesù. Egli rivela la sua gloria dopo la resurre-zione. Mosè e Elia sono presenti come testimoni dell’Antico Testamento, manifestando la venuta del grande profeta in at-tesa. Il Padre conferma che Gesù è il suo Figlio che il mondo deve accogliere. La Quaresima ci aiuta a veder che la gloria e la sofferenza sono mescolate, la potenza e la debolezza, la morte e la risurrezione. La Passione è sempre la via della Resurrezione. Pietro giudica l’atmosfera paradisiaca della trasfigurazione del Cristo sul Tabor come il punto finale di tutto, tanto da domandare il permesso di erigere tre tende. Ma, non c’era da sostare o terminare il cammino sul Tabor: quella trasfigurazione era solo un momento del percorso che procedeva verso la croce. “Ascoltatelo”, udirono i tre. Cioè non ascoltate la vostra umanità, ascoltate lui, le sue parole, i suoi esempi. Seguire Gesù vuol dire imitarlo, ma l’imitazione non si ha senza la partecipazione alla sua missione.

“Seguire Gesù significa condividere il suo amore miseri-cordioso per ogni essere umano” (Papa Francesco)

Gli esclusi

La Chiesa a partire dal mondoA distanza di un anno

dall’elezione al soglio pontificio del cardinal Jor-ge Mario Bergoglio, av-venuta il 13 marzo 2013, occorre riflettere sulla rotta impressa alla Barca di Pietro dal primo Papa non europeo dopo 1272 anni. Il fatto stesso che abbia assunto il nome di Francesco, ispirandosi al Poverello d’Assisi, la dice lunga. Ciò che sorprende nei suoi discorsi è il punto di vista assunto: un inedito sguardo extra moenia o «fuori le mura», non considerando il mon-do a partire dalla Chiesa, ma, all’op-posto, pensando la Chiesa a partire dal mondo. C’è un pensiero forte nel suo magistero che ha di mira il bene di tutti, per così dire, la causa del Re-gno di Dio. Ecco che, allora, il leitmo-tiv è sempre lo tesso: la sua apertura alle «periferie», non solo geografiche, ma anche esistenziali. Sia chiaro, que-sto suo indirizzo non si manifesta nel melenso atto caritativo che sazia la falsa coscienza e lascia l’ingiustizia integra e perversamente operante, ma si esprime nell’affermazione della fra-ternità universale, ponendo al centro dell’azione pastorale i poveri, coloro che vivono nei bassifondi della Storia, dunque, nella lotta contro le ingiusti-zie, nell’impegno per la costruzione 1i una società di uguaglianza, di giu-stizia sociale, in una prospettiva pura-mente evangelica.

Con papa Bergoglio non siamo più in presenza di un Dio absconditus, na-scosto, distante, che guarda la nostra

umanità dolente dall’alto della sua nuvoletta celestiale, ma, al contrario, di una manifestazione amorevole del Cristo, Dio fatto uomo, del Principio e della Fine. Semmai siamo noi che gio-chiamo a nascondino, sempre pronti a fare l’esatto contrario di ciò che è scrit-to nelle Beatitudini, generando nuove confusioni e alterazioni dell’identità cristiana. Leggendo, in particolare, il suo documento programmatico, l’esortazione apostolica Evangelii Gau-dium, si evince che la sua elezione alla Sede di Roma è davvero espressione di una restituzione della fede dalla «fine del mondo», dalla periferia ol-treoceano del «Nuovo Mondo», per ridare impulso laddove il progresso non è sempre coinciso con le istanze umane e spirituali. Ecco che allora la missione, secondo Francesco, non può essere percepita come una realtà a sé stante rispetto alle attività pastorali delle Chiese particolari, ma piuttosto come un elemento imprescindibile per dirsi davvero cristiani. Se la dimen-sione religiosa viene spesso percepita nella nostra società globalizzata come un qualcosa di accessorio è perché non abbiamo compreso che la missio-ne non può rimanere confinata nelle

sacrestie, ma abbraccia il mondo intero. Ma questo sarà possibile nella mi-sura in cui, come chiede papa Bergoglio, sapremo esporci ai lontani, pro-muovendo una relazione di vita da cui far scaturire la bellezza dell’essere cri-stiani.

Siamo, pertanto, invitati da Fran-cesco a fare memoria del mandato ad extra, ai lontani, nella consapevolez-za che ognuno di noi, con modalità diverse, secondo il proprio carisma, deve spingersi verso le periferie, le frontiere, tutto ciò che è distante, fi-sicamente e spiritualmente. Si tratta, in sostanza, di operare un capovolgi-mento, andando al di là di una visione materialistica della propria esistenza incentrata sull’effimero, secondo la logica delle beatitudini, a fianco dei poveri, degli esclusi. Non è marginale il fatto che nel suo primo messaggio per la Giornata missionaria mondia-le, il Papa rilevi che «spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il corag-gio, la speranza nell’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo e nell’aiutare gli uomini del nostro tempo ad incontrar-lo». Da ciò deriva l’urgenza di tornare a essere, parafrasando il Vangelo, «sale della terra», «lievito che fa fermentare la massa».

P. Giulio Albanese(da Messaggero di Sant’Antonio marzo 2014)

Liberate le suore di Maalula

“Siamo state trattate bene”

“Scambio” con 153 donne incarcerate da DamascoErano scomparse lo scorso 5 dicembre, per due volte

le 13 religiose sono state riprese in video amatoriali poi diffusi su Internet.

Ora si opera anche per padre Paolo Dall’Oglio e per i due vescovi ortodossi presi ad Aleppo.

I miei ottantacinque anni in cammino verso un ideale: seguire e portare Gesù

Padre Gheddo

Proposta per nuovi stili di vita da Padova

Quaresima senza giocoRinunciare al gioco d’azzardo almeno in Quaresima,

e, chissà, magari sull’onda di quel gesto di sacrificio, ri-scoprire l’importanza delle relazioni, del tempo trascor-so coi figli e in famiglia. E’ l’originale campagna lanciata dalla Commissione Nuovi Stili di Vita della Pastorale So-ciale e del Lavoro della diocesi di Padova. Quattro i per-corsi giornalieri possibili a tutti: avere il coraggio di dire no in prima persona all’azzardo, evitando scommesse, bingo, lotto; premiare i bar che hanno scelto di non avere le slot machine, consumando in quei locali. Ancora, fa-vorire reti di solidarietà economica e di prossimità verso le persone vittime del gioco d’azzardo, in modo da aiu-tarli a liberarsi dalla malattia del gioco. Infine, sostenere alcune campagne della società civile che sono in atto: da “Mettiamoci in gioco” (la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, promossa da Acli, gruppo Abele, Libera, Federconsumatori) agli SlotMob.

A un anno dalla sua elezione, papa Francesco ha ribaltato ogni prospettiva: non più dentro ma fuori, non più centro ma periferia, non più distante ma vicino. Un nuovo inizio dalla «fine del mondo».

Page 15: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

ArabRovigo - Ospite in trasmissione Davide Girotto

Come la Caritas affronta la povertà

Ricorre in questi giorni il sessantesimo anniver-sario della televisione ita-liana. Radio Kolbe, trami-te la rubrica Ponte Radio, condotta per l’occasione da Massimiliano Destro e Chrostian Rosa, ha voluto ricordare l’avvenimento con una puntata speciale. I due conduttori, hanno ripercorso le tappe fonda-mentali della televisione, proponendo alcune can-zoni significative e ricor-dando i personaggi che ne hanno caratterizzato la storia. Una storia in cui ci ritroviamo tutti poichè la televisione ha fatto e fa parte della nostra vita. Personaggi come Raf-faella Carrà, Mike Bon-giorno, Corrado, Pippo Baudo sono conosciuti da tutti noi. E poi hanno pro-posto le sigle dei cartoni animati, come Holly e Benji o quelle di serie sto-riche come Happy Days, o eventi musicali come il Festival di Sanremo, o trasmissioni simbolo

come Lascia o raddoppia, il Musichiere, Porto Bello o il Pranzo è servito del grande Corrado.

Nell’ultima parte del-la puntata hanno poi par-lato di come la televisione si stia oggi trasformando, prima con l’arrivo della Tv satellitare a pagamen-to e poi con l’avvento del digitale terrestre che ci ha portato nelle nostre case una infinità di nuovi ca-nali, molti dei quali de-dicati ad un singolo argo-

mento. Una puntata da non perdere, per un pia-cevole viaggio nel mondo dei ricordi.

Nella foto sopra da sini-stra Christian Rosa e Mas-similiano Destro.

Nella puntata di ArabRovigo in onda in questi giorni Dounia e Fe-derico intervistano Davide Girotto della Caritas diocesana. «Mi occupo di coordinare la promozione umana ovvero tutti quei servizi destinati alle persone che si trovano in una situazione di disagio.

In Polesine ci sono tantissime persone che soffrono, si parlano di percentuali rilevanti. In Polesine cir-ca il 10% della popolazione secondo un calcolo fatto dall’Istat vivono situazioni di povertà o a rischio di povertà. Un numero altissimo, - ha detto Davide - e si tratta pur sem-pre di un dato statistico, basato su un calcolo effettuato dal punto di vista economico.

Se poi andiamo a vedere cos’è la povertà non solo dal punto di vista economico ma anche in termini di mancanza di relazioni, mancanza di possibilità di accesso all’istruzione, della mancanza di un lavoro, quel numero non descrive una situazio-ne ben più grave».

Federico ha chiesto se vi è una distinzione tra italiani e stranieri: «Come Caritas non facciamo di-stinzione tra un povero italiano o un povero straniero, certamente per gli stranieri si aggiunge anche il fatto di venire da un altro stato, da un’altra realtà, quindi ha ancora più svantaggi». Davide ha poi descritto quali sono i progetti della Caritas

per combattere le situazioni di po-vertà: «abbiamo il servizio di micro-credito, il servizio di micro finanza, microcredito e progetti antiusura, il servizio famiglie e badanti, il servi-zio docce, il poliambulatorio e poi il centro di ascolto che è poi il conteni-tore da cui sono nate tutte le inizia-tive. Il centro di ascolto è rivolto a tutte le persone che hanno bisogno.

E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e al pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00. Si rivolgono a noi persone con richieste che vanno da un tetto da cui dormire a proble-mi di alcolismo, a chi ha una perso-na in casa e non sa come accudirla.

Da tutte queste richieste poi la Cari-tas ha avviato dei progetti che van-no a provare a rispondere a queste esigenze».

r. g.

Nella foto qui sopra, da sinistra, Federico Amal, Davide Girotto e Dou-nia Machkour

Il servizio alle persone in difficoltà e l’amore per la cultura e per il nostro territorio. Sono due cardi-ni della Associazione Bar-bujani. A Ritratto d’autore è stato ospite il responsa-bile di questa associazio-ne, Renzo Barbujani. In-tervistato da Don Bruno Pavarin ha spiegato anzi-tutto cos’è l’associazione che egli rappresenta e si è soffermato poi sulle ini-ziative proposte alla città di Rovigo. «In occasione del Giubileo del 2000 – ha ricordato Arnaldo – la Diocesi di Adria-Rovigo ha chiesto a noi che ci era-vamo appena costituiti, di mandare un gruppo di persone per accogliere i pellegrini che arrivava-no a Roma. Questo ci ha dato una carica e si sono avvicinati a noi anche altri volontari.

L’idea di fare nascere a Rovigo l’associazione è stata anche merito di An-tonio Carlizzi, persona di cultura che aveva fatto esperienza nella politica, nel sindacato. E’ iniziata quindi la collaborazione con l’Accademia dei Con-cordi che non era nella condizione di avere un gruppo di persone che si dedicasse per esempio al recupero dei libri antichi. Poi era appena nato il Museo dei Grandi Fiumi ed anche lì è nata una col-laborazione con il Comu-

ne che aveva bisogno di persone che accogliessero i visitatori. L’associazione è dedicata a Renzo Barbja-ni che era un funzionario della Provincia di Rovigo, morto a soli 54 anni che dirigeva un Centro studi sul nostro territorio che lui stesso aveva creato, sotto la presidenza di Ar-mando Giolo.

E secondo noi merita-va un grande riconosci-mento ed è per questo che abbiamo voluto intitolare

a lui la nostra associazio-ne». L’associazione è com-posta da molti volontari, in prevalenza si tratta di donne che sono rimaste sole perché magari hanno perso il proprio marito e che trovano nella Barbu-jani un motivo di vita ma anche tanta amicizia e so-stegno. Nella seconda par-te della puntata sono state illustrate le iniziative che l’associazione propone in questo periodo: Conosce-re l’artista, Il valore della testimonianza e Incontri con l’autore.

Nella foto in alto Pava-rin con don Bruno e sotto un primo piano di Arnaldo Pavarin

Quando?

Quando?

Quando?

Ponte Radio con Max e Christian

60 anni di televisioneRitratto d’autore - con Arnaldo Pavarin

L’associazione Barbujani

domenica16 marzo 2014

Ogni lunedì e vener-dì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Anniversario

Un anno di ArabRovigo

Per festeggiare il primo anno di attività della Ru-brica ArabRovigo, su radio Kolbe, l’Associazione Casa Marocco, assieme a Radio Kolbe e con il patrocinio della Provincia di Rovigo e dei Comuni di Rovigo, Badia Polesine, Lendinara, Trecenta e Badia Polesine, organizzano una tavola rotonda aperta al pubblico, dal titolo Associazionismo e incontro di culture, che avrà luogo presso la sala conferenze di Radio Kolbe, mercoledì 19 marzo a partire dalle 15. Porteranno i saluti: Don Bruno Cappato, Direttore di Radio Kolbe e La Settimana; Dounia Machkour, Presidente dell’as-sociazione Casa Marocco; Gianni Antonio Saccardin, Vice sindaco del Comune di Rovigo. Seguiranno gli interventi di Don Dante Bellinati, Direttore della Cari-tas diocesana, Guglielmo Brusco, Vice Presidente della Provincia di Rovigo, Marinella Mantovani, Assessore alle Politiche Sociali e Famiglia della Provincia di Ro-vigo, Alessandra Tozzi, Psicologa del servizio Antivio-lenza del Polesine; Vincenzo Longo, Pedegogistica ed esperto di Scienze della Formazione; Valentina Tien-ghi, Universitaria ed ex conduttrice di ArabRovigo; Kabira Edlahcen, Mediatrice linguistico culturale; farà da coordinatore degli interventi Federico Amal, con-duttore di ArabRovigo.

In onda ogni martedì alle 11.00, il giovedì alle 21.30 e il ve-nerdì alle 17.05

In onda il martedì alle 18.20, il mercoledì alle 11.00 e il sabato alle 11.00

Per un pugno di filmRubrica settimanale di Cinema con Simone Mu-

raro (nella foto a destra). In onda ogni venerdì alle 21.30, al sabato alle 21.30 e in replica alle ore 2.00 ed ancora alla domenica alle 17.30.

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16 la Settimana domenica 16 marzo 2014rubriche

In campagna

Iniziano le manovre delle semine

Chi perderà la propria vita per il Vangelo, la salverà

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Questa mattina ho aperto il Santo Vangelo a caso, come faccio spesso,e il mio sguardo si è fermato sul capitolo di Marco 8,34. In questo brano del Vangelo Gesù ci invita a seguirlo prendendo la nostra croce. Come non pensare alla conversione di San Francesco, che di una vita, agiata “sugli allori”, ne fece la bandiera di santità della chiesa Cattolica. Quanto indica Gesù in questo brano del Van-gelo, riportato da Marco, è possibile attuarlo solo se è presente un elevato grado di amore a Dio diverso in ognu-no, perché ogni anima ha la propria storia personale e unica. A mio avviso è impossibile che due persone, anche famigliari, facciano lo stesso identico cammino di fede, in quanto ognuno ha le proprie esperienze personali, ha sentimenti esclusivi, pensieri e per-sonalità diverse. Gesù ci rilascia tanti insegnamenti, e in effetti rimane diffi-cile seguirli, praticarli, se non c’è un’applicazione propor-zionata. Il nostro serafico Padre Francesco ci insegna che per ascoltare Gesù e poi mettere in pratica la sua parola non si deve trascurare il lavoro o la famiglia, ma di evi-tare molte perdite di tempo, di utilizzare bene il tempo che abbiamo a nostra disposizione. Chi vuole meditare il Vangelo con calma e averne molti vantaggi spirituali, ri-esce a farlo ogni giorno, sapendosi organizzare e trovare gli spazi personali. Spazi di silenzio da dedicare alla cosa più importante: la Parola di Dio. Per Francesco, dopo la sua conversione, il Vangelo era diventato la sua guida indispensabile per non perdere il Tesoro che aveva tro-vato. Questo dovrebbe essere in ciascuno di noi. però la grande maggioranza lo rifiuta, altri leggono il Vangelo senza interesse, altri ancora si illudono di osservarlo solo perché frequentano qualche gruppo parrocchiale, mentre sono pochi i cristiani che lo osservano con grande amo-re. Come non ricordare il grido di Papa Giovanni Paolo

II: “Non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!” Come francescani cerchiamo e troviamo nel Vangelo la nostra bussola del santo vivere, del vivere da fratelli, riconoscendoci tutti uguali e tutti bisognosi della stessa cosa: AMORE. Francesco capì che se non rinuncia-va alla “mentalità vecchia e peccaminosa” era impossibile seguire Cristo fino alla Croce. Senza rinnegamento non si può assolutamente accogliere il messaggio nuovo porta-to da Gesù, ogni cristiano è chiamato a scegliere tra Lui e i piaceri effimeri di questo mondo. Si seguono le orme di Gesù quando si diventa maturi interiormente, e in questo non c’è età. Chi raggiunge una maturità spirituale è forte dinanzi alle prove della vita e affronta le sofferenze con gioia interiore e una speranza che reca molta pace. Non è facile portare la propria croce con amore, ma non impos-sibile. Chi sa soffrire con umiltà e amore scopre una luce che illumina ogni cosa. Vede con occhi nuovi quanto pri-ma non riusciva a percepire. Francesco dice: “...quello che prima mi sembrava amaro, ora lo sento dolce”, e amava tutti, senza distinzioni o interessi personali. Grande que-sto nostro fratello!. È possibile dimenticarsi di un vecchio vissuto nella mediocrità e di egoismo? Certo. La forza di cambiamento arriva dalla preghiera e dai Sacramen-ti. Molti battezzati pregano solo in determinati momenti della giornata, quando invece la vita deve diventare pre-ghiera, compiendo tutto per amore di Gesù, con onestà, verità, giustizia, amore e rispetto degli’altri. Molte volte abbiamo occhi bendati da corruzione e non vediamo più il bene da farsi e il male da evitare. Eppure la scena di que-sto mondo passa per tutti. Molti, arrivati ad una età avan-zata, riflettono sulla vita trascorsa e ripetono: che cosa mi porto all’aldilà di tutto quello che ho voluto guadagnare e conservato con avidità? Che senso ha avuto guadagnare tanto se adesso lascio tutto qui, a persone che forse non mi amano e che attendono solo la mia morte? Tutti gli sforzi per racimolare beni terreni trascurando quelli del Paradiso, dove ruggine e tignola non distruggono, a cosa mi sono serviti? Non tutti arriviamo a questo esame di coscienza, però vicini alla morte anche i cattivi trovano un accenno di verità. I cristiani, e soprattutto noi france-scani, oltre a queste riflessioni dobbiamo domandarci se rimane preferibile vivere tra trastulli e piaceri mondani oppure salvare la propria anima. Il poverello d’Assisi an-cora, dopo quasi mille anni, ci dice: “l’anima salvata vale più di tutti i tesori del mondo.

Oriana

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Pre-festiva 19.00.Casa di Riposo: 16.30.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.00.

RovigoDuomo Concattedrale: Festi-ve: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tran-ne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 - Feriali: 7.00 - 18.00Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 - 18.30

S. Bartolomeo Apostolo: Fe-stive: 8.00 - 10.00 (Iras - in-fermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.00. Tempio “La Rotonda”: Festi-va: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feria-le: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Entriamo nelle seconda decade di marzo e sarebbe ora che le cose tutte che riguardano i campi si mettessero in fila e cominciassero a camminare con “…passi lunghi e ben distesi”, come ama dire il solito amico colti-vatore al quale, ogni tanto, riemergo-no i ricordi delle “naja”.

I referenti interessati non sono moltissimi e tutti, più o meno, vin-colati all’andamento stagionale- se vince il cuneo di alte pressioni, come affermano i meteorologi, siamo a ca-vallo: sono assicurate giornate sola-tie e la buriana da nord- est asciuga i terreni in tempi sufficienti per inizia-re le operazioni di semina.

Iniziano le grandi manovre delle semine relative alle colture erbacee primaverili che nel nostro contesto e nelle plaghe limitrofe rappresentano l’asse portante dell’economia rurale con investimenti stimati circa i dei due terzi della SAU (superficie agri-cola utilizzata). Nell’ordine il mais e la soia e, più staccata, la barbabieto-la da zucchero la cui coltivazione, a dispetto delle limitazioni alle quali è stata oggetto fin dal 2005 dalle deci-sioni dell’Ue, mantiene il suo posto

al sole continuando a dare soddisfa-zioni ai coltivatori.

Le operazioni che precedono e seguono le semine devono unifor-marsi al concetto prevalente inteso come “agricoltura conservativa”. Per l’amico “cittadino urbano” che mi chiedeva ragguagli su questo termine, diremo che di nuovo sot-to il sole nei campi non c’è niente. Si tratta di rivedere ed attuare me-todi e modi di fare agricoltura che hanno come obiettivo di contenere l’impiego di energia sotto qualsiasi forma richiesta per le lavorazioni e per l’impiego dei mezzi tecnici intesi

come fertilizzanti e antiparassitari e affini senza, nel contempo intaccare la potenzialità produttiva del terreno agrario. Non significa eliminare le fonti energetiche ma utilizzarle alla luce di quanto proposto dalle acqui-sizione scientifiche. Tutta la gamma dei mezzi tecnici indispensabili per fare agricoltura - dalla meccanica agraria alla genetica, all’agronima alla conservazione - in una sorta di rete operativa permettono di opera-re in tal senso. L’Ue nell’impostare la nuova PAC 2014-2020 è stata deter-minata nel riconoscere gli interventi finanziari su questo versante per cui ne beneficeranno gli agricoltori che opereranno in tal senso. Tutta la nor-mativa burocratica della quale faccio grazia al cortese lettore può recepirla presso le associazioni di categoria – Coldiretti, Confagricoltura, CIA.

Soddisfatta la domanda dei beni alimentari i è ora, e da tempo, di orientarci a tutti i livelli verso la qua-lità del vivere nell’ambiente e per l’ambiente. E’ un aspetto di cultura e non solo.

Alla prossima.Orazio Cappellari

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 16 al 22 marzo 2014

Domenica 16 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Lunedì 17 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Martedì 18 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Mercoledì 19 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovi-go; Comunale n. 4 Boara Polesine.Giovedì 20 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Venerdì 21 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Sabato 22 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo - dr. Lo Curzio, Sarzano; pomeriggio: Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.

Azienda Uss 19

Una condivisione per sostenersi in una comune esperienza

Attivato un secondo gruppo di auto-mutuo-aiuto per le famiglie di persone con disabilità

Tra le diverse iniziative promosse dall’unità Handicap adulto e Sil dell’Azienda Ulss 19 in tema di bisogni di sa-lute della comunità, è stato attivato un secondo gruppo di auto-mutuo-aiuto per familiari di persone con disabilità, a fronte di numerose richieste pervenute dai familiari dei pazienti seguiti per avere sostegno e supporto nelle situa-zioni di fragilità e difficoltà. Questo secondo gruppo si affianca al primo costituito da oltre 10 anni che, in virtù di tale esperienza e dei benefici riportati dai partecipan-ti, ha fatto da stimolo diventando un esempio per i nuovi familiari che aderiscono a questa iniziativa e che vogliono assieme affrontare temi e situazioni legati al disagio, alla malattia e al prendersi cura dei propri cari. I due gruppi, coordinati dalla responsabile dell’unità Handicap adulto e Sil Maria Chiara Paparella e dall’educatore coordinatore Barbara Moretto, si incontrano con cadenza quindicinale e affrontano le situazioni più frequenti che accomunano i di-versi protagonisti nell’esperienza dell’alternarsi di sensa-zione di impotenza e onnipotenza, del controllo del dolore e nella necessità di ricostruire una normalità di vita. I grup-pi si incontrano in due diverse fasce orarie, il mattino o nel pomeriggio, per andare incontro alle diverse esigenze or-ganizzative delle famiglie. Per introdurre le dinamiche di gruppo si utilizzano letture di brani e di poesie, ascolto di musica, rievocazione con foto, video e dipinti oltre ai rac-conti di vita dei partecipanti: in chiusura vi è uno spazio dedicato per elaborare quanto emerso durante l’incontro.

Per informazioni è possibile rivolgersi all’unità Handi-cap adulto e Sil ai numeri telefonici 0426940211-212 o pres-so la sede al piano terra dell’ospedale vecchio di Adria.

Farmacie di turno

Page 17: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

17la Settimanadomenica 16 marzo 2014 cultura

In libreriaAA.VV.

Ricchezza cromatica e spazialeLa Chiesa di Santa Maria di Nazareth

e la spiritualitá dei Carmelitani Scalzi a VeneziaIl progetto “Chiese di Venezia. Nuove prospettive di

ricerca”, promosso dallo Studium Generale Marcianum nell’ambito delle at-tività dell’Istituto Su-periore Scienze Reli-giose “San Lorenzo Giustiniani”, prevede la pubblicazione de-gli atti dei convegni, tenuti annualmente, dedicati a selezionate chiese veneziane. I sa-cri complessi vengo-no analizzati con un innovativo approccio interdisciplinare, che rende gli studi adatti non solo agli specia-listi, ma anche al più vasto pubblico.

Il secondo volu-me è dedicato al con-vegno “La chiesa di Santa Maria di Nazareth. Arte e spiritualità dei Carmeli-tani Scalzi a Venezia”, tenutosi nella città lagunare dal 30 novembre al 1 dicembre 2012.

Situata all’imbocco del Canal Grande, la Chiesa di Santa Maria di Nazareth suscita nella sua ricchezza cro-matica e spaziale e nello straordinario senso di unitarietà tra le diverse espressioni artistiche in essa contenute, una serie di interrogativi sul ruolo dei Carmelitani Scalzi nel-la Venezia della Controriforma e sul rapporto tra il pecu-liare carisma dell’ordine e l’espressione artistica di cui si fece promotore. Architettura, pittura e scultura concorro-no organicamente alla realizzazione di uno spazio sacro tra i più organici e complessi del barocco veneziano del Seicento. Artisti come Baldassarre Longhena, Giuseppe Pozzo, Giambattista Tiepolo sono chiamati a tradurre in arte la spiritualità dei Carmelitani Scalzi.

Tra teologia, storia della chiesa, storia dell’arte, dell’ar-chitettura e della città, il testo svela un’inedita trama tra patrizi, frati carmelitani e artisti.

Il prossimo volume sarà dedicato al convegno “La chiesa e l’ospedale dei Mendicanti: arte, beneficenza, cura, devozione, educazione”, tenutosi a Venezia il 6 e 7 dicembre 2013. Testi a cura di Giacomo Bettini e Martina Frank. Fotografie di Francesco Turio Böhm

Collana: Chiese di Venezia. Nuove Prospettive di Ri-cerca - Formato: 17X24 - Pagine: 272 - Prezzo: € 29,00 - ISBN: 978-88-6512-225-9

A segnavie 2014 cinque ospiti d’eccezione e un filo conduttore

“Alla ricerca di nuovi paradigmi”Dal 19 marzo le conferenze organizzate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

“Il paesaggio è una componente fondamenta-le del patrimonio culturale e naturale dell’Europa e contribuisce al consolida-mento dell’identità euro-pea. Per questo è necessa-rio soddisfare gli auspici delle popolazioni di gode-re di un paesaggio di qua-lità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasforma-zione, dal momento che rappresenta un elemento chiave del benessere indi-viduale e sociale e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianifica-zione comportano diritti e

responsabilità per ciascun individuo”. Sono le parole della Convenzione Euro-pea del Paesaggio a cui si è ispirato il concorso foto-grafico “Obiettivo: sosteni-bilità” bandito da ARPAV e dalla Rete IN.F.E.A. (In-formazione Formazione Educazione Ambientale) del Veneto.

Si è svolta lunedì 10 marzo alle ore 17,00 pres-so la Pescheria Nuova a Rovigo la premiazione dei vincitori del concor-so fotografico regionale “Obiettivo: sostenibilita’” per sensibilizzare ai temi

della tutela del paesaggio veneto, attraverso nuovi stili di vita, ecologicamen-te corretti e sostenibili e attraverso la valorizza-zione del territorio e delle sue peculiarità. Alla pre-miazione dell’iniziativa che si inquadra nel decen-nio Onu dell’educazione allo sviluppo sostenibile e contribuisce in maniera significativa a diffonderne i principi e realizzarne gli obiettivi, erano presenti il Direttore provinciale di Arpav Primo Munari con alcuni dirigenti dell’agen-zia, l’Assessore all’am-biente e alla pianificazione della Provincia di Rovi-go Giuliana Gulmanelli, Francesco Musco dell’Uni-versità Iuav di Venezia, e il fotografo Stefano Rossin. Hanno premiato i primi tre classificati di ogni ca-tegoria scelti fra i 24 autori selezionati. Per la sezione

giovani il primo posto è andato a Marius Alexan-dru Di Benedetto (La nuo-va Venezia), secondo ad Agnese Centomo (II valo-re della sostenibilità), il ter-zo a Gaia Martin (Trame d’ambiente). Per gli adulti il primo posto a Gianni Mazzon (ponte Calatrava), il secondo Massimiliano Favato (Il buon pastore), terzo Matteo Ometto (Fi-nalmente casa).

Carlo Emanuele Pepe, Direttore Generale ARPAV in merito all’iniziativa ha affermato: “Attività edu-cative come questa pro-muovono una cittadinan-za attiva, contribuendo a creare consapevolezza e rendendo la società una protagonista attenta e criti-ca delle trasformazioni del paesaggio oggi in atto, una questione aperta in una re-gione fortemente urbaniz-zata come la nostra”.

Circolo Arti Decorative - Rovigo

“Geometrie nascoste 2”Il Circolo di Rovigo, unitamente al Circolo Cul-

turale Arti Decorative di Rovigo ed all’Associazione Culturale “Athesis” di Boara Pisani,in collaborazione con la Provincia di Rovigo ed il Comune di Rovigo-Assessorato alla Cultura e Teatro, organizzano la mo-stra fotografica dal titolo: “Geometrie nascoste 2” (Iti-nerari imprevisti) di Paolo Avezzù, curata da Gabbris Ferrari. La inaugurazione della mostra sarà sabato 15 marzo 2014 alle ore 17.30 presso il Circolo Culturale “Arti Decorative”- Piazza Annonaria di Rovigo. La durata sarà dal 15 al 29 marzo 2014 e la galleria re-sterà aperta tutti i giorni dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 (esclusi i festivi e mercoledì pomerig-gio). Durante la mostra sarà allestito un punto raccol-ta-fondi a favore della Scuola agricola per gli indios “Rainha dos Apostolos” – Manaus (Brasile), a cura della Associazione “Amazzonia Sviluppo Onlus”. L’ingresso è libero.

Nella lingua cinese la parola crisi si ottiene acco-stando due ideogrammi: “pericolo” e “opportuni-tà”. Due elementi appa-rentemente inconciliabili, presenti in ogni fase cri-tica. A partire da questa consapevolezza, la nuo-va edizione di Segnavie esplorerà sia i lati d’om-bra (aspetti negativi) sia gli aspetti di luce (aspetti positivi) della complessa fase che stiamo attraver-sando.

E lo farà con l’aiuto di guide d’eccezione, in-tellettuali e professionisti che in campi diversi del sapere hanno esplorato il presente, fornendo nuovi spunti per immaginare il futuro. Sono l’esperto di innovazione e media di-gitali Andrea Granelli, il filosofo statunitense tra i maggiori esponenti del comunitarismo Michael Sandel, il biotecnologo del CNR Roberto Defez, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, il profes-sore autore del bestseller L’utilità dell’inutile Nuc-cio Ordine.

La quinta edizione del

ciclo pluriennale di con-ferenze – avviato dalla Fondazione nel 2010 con l’obiettivo di offrire ad un largo pubblico momenti di approfondimento su temi di forte attualità – prenderà il via mercoledì 19 marzo alle ore 17.45, al Centro Congressi Papa Luciani di Padova: An-drea Granelli – esperto d’innovazione con un passato da amministra-tore delegato nel Gruppo Telecom – parlerà de “Il lato oscuro del digitale”, intervistato dal direttore di Wired Massimo Russo.

L'incontro affronterà il tema dei rischi legati alla digital identity ed esplorerà le opportunità occupazionali offerte dal mercato del digitale.

Michael Sandel, filoso-fo di fama internazionale i cui corsi dal vivo e on line sono tra i più seguiti della storia dell’Univer-sità di Harvard, spieghe-rà come orientarsi in un mondo in cui tutto sembra in vendita; il biotecnologo Roberto Defez e il fonda-tore di Slow Food Carlo Petrini si confronteranno

sul tema controverso degli OGM; l’autore del best-seller L’utilità dell’inutile Nuccio Ordine racconterà perché abbiamo bisogno della cultura umanistica. L’edizione si concluderà con un incontro dedicato al tema del lavoro, alle minacce (disoccupazione in primis) e alle opportu-nità (in particolare nuove occupazioni e autoimpie-go) che la congiuntura at-tuale offre.

Nel 2014 Segnavie con-tinua a rivolgersi al mon-do della scuola, ai docenti e, soprattutto, agli studenti attraverso l’esperienza di Segnavie Scuole. Andrea Granelli incontrerà il 20 marzo alle ore 10 al Cen-ser di Rovigo, gli studenti delle scuole superiori del Polesine, mentre Nuccio Ordine incontrerà il 10 ottobre (sede da definire) gli studenti delle scuole superiori di Padova e pro-vincia.

“Il percorso iniziato 5 anni fa ha dimostrato che “Segnavie” è un format molto atteso e seguito dal-la comunità, che di anno in anno è cresciuta, stimo-

landoci anche nella scelta dei temi e dei relatori.” dichiara il Presidente del-la Fondazione, Antonio Finotti.

“Riteniamo che la qua-lità proposta dagli ospiti d’eccezione, noti e meno noti, abbia in parte con-tribuito ad avviare rifles-sioni costruttive che, in alcuni casi, hanno anche trovato risvolti operativi. Come ente che promuo-ve lo sviluppo sociale ed economico del territorio, sentiamo la necessità di continuare a proporre questo progetto, proprio perché in esso sono con-tenuti stimoli preziosi di cui la nostra società, sem-pre più disorientata e alla ricerca di nuovi punti di riferimento, ha bisogno.”

Info e partecipazione: Tutti gli eventi sono a ingresso libero con pre-notazione obbligatoria sul sito www.segnavie.it. - Segnavie è anche su Facebook, Twitter, You-tube - Per informazioni: e-mail [email protected] - segreteria organizzativa tel. 049.660405 - Iscrizioni su: www.segnavie.it

Venerdì 14 marzo, alla Sala della Gran Guardia (inizio alle 21), l’associazione culturale ‘Renzo Barbujani’ alza il sipario sull’importante ciclo di conferenze “Il valore della testimonianza”, nato da un’idea della professoressa Ales-sandra Recchiuti e che vede protagonista, nella prima serata, la figura di Giorgio Perlasca raccontata dal figlio Franco. “Questi incontri sono stati pensati proprio perché la testimonianza è sicuramente il linguaggio più sempli-ce ed adeguato per comunicare ed insegnare, non solo ai giovani, ma a noi tutti, l’importanza della solidarietà e dell’aiuto reciproco e per favorire il dialogo tra i popoli e le religioni, con la consapevolezza che tutti gli uomini fanno parte di una stessa unica grande famiglia”, così la professoressa Recchiuti nel presentare gli incontri.

Tutto inizia venerdì 14 marzo con la testimonianza di Franco Perlasca, figlio di Giorgio, che salvò più di 5000 ebrei ungheresi dalla furia nazista nel corso della Secon-da Guerra Mondiale.

Venerdì 28 marzo, poi, il relatore della serata ‘Chi è Dio per te?’ sarà l’Imam Dott. Kamel Layachi, respon-sabile del dipartimento Dialogo Interreligioso e Forma-zione del Consiglio Nazionale delle Relazioni Islamiche Italiane, impegnato ormai da anni sul fronte del dialogo con i cattolici e con gli uomini di ogni fede e cultura per l’integrazione ed il rispetto reciproco. Nell’aprile del 2013 è stato insignito, insieme al Monsignore Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano, del “Premio Fraternità” città di Benevento.

Quindi, si chiuderà venerdì 4 aprile con l’intervento di Cristopher Zielinsky nell’incontro intitolato “Gesù Cri-sto: il volto umano di Dio”.

Rovigo - sala Gran Guardia

Il valore della testimonianza

Concorso fotografico alla ricerca dello scatto ecologico

Obiettivo Sostenibilità

Page 18: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

18 la Settimana domenica 16 marzo 2014caritas

!! LA SFIDA DELLA CARITÀ !La caduta repentina di persone e di famiglie, da una condizione di autonomia e di relativo benessere, a quella di dipendenza e di povertà, è una delle caratteristiche della vita sociale italiana. La povertà è un'ipotesi da prendere seriamente in considerazione da una fascia sempre più estesa della società. Solo i ricchi, con grosse riserve, sono al riparo, in assoluto, da questo rischio. Non lo sono, per esempio, tre quarti delle persone pensionate, né quanti vivono con il solo reddito di lavoro a rischio, e tanto meno i giovani che, in attesa di occupazione, sono costretti a prolungare la permanenza nella casa paterna. Due espressioni emblematiche di questo rischio di caduta improvvisa nella “povertà” sono la perdita del lavoro e l'aumento delle vittime dell'usura (per non parlare degli sfratti e dei suicidi). La perdita del lavoro, oltre a essere un grosso problema sotto il profilo delle proporzioni costituisce una novità sotto il profilo qualitativo. Vengono, infatti, colpite tutte le categorie: dai manovali agli operai specializzati, agli impiegati, agli stessi dirigenti. Per quanto riguarda l'usura, che è insieme effetto e causa della povertà, sono ormai centinaia di migliaia le situazioni in essa coinvolte. Alcune stime parlano di quattro milioni di persone costrette a ricorrere allo strozzinaggio per esigenze basilari: pagare l'affitto del negozio o della piccola azienda in crisi; continuare a saldare il mutuo della casa contratto in un momento di sicura occupazione; coprire costose cure mediche ecc. Oggi, la geografia della povertà va ristudiata. Essa è sempre meno un problema riconducibile alla sola marginalità sociale, ed è sempre più un problema di rischio per la normalità della popolazione. In questo contesto, come può la parrocchia “farsi vangelo”, essere annuncio di speranza, rivelatrice del Dio-Amore provvidente? Senza dubbio, bisogna intervenire con “segni” concreti di solidarietà e di assistenza immediata. L'attenzione e l'aiuto immediato alle persone “in situazione” di emergenza è una costane nella prassi della Chiesa. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative denominate “fondi di solidarietà”. Ma i nuovi volti della povertà rivelano anche l'insufficienza dei soli interventi assistenziali. Assieme a essi, la carità deve soprattutto svilupparsi nella direzione educativa e nella direzione politica. Anzitutto, va potenziata l'educazione alla solidarietà, anche facendo perno sui dati congiunturali: dobbiamo essere solidali con chi è in necessità (malati, disoccupati, senza casa), perché tutti possiamo cadervi. Ma, soprattutto, in chiave cristiana, dobbiamo educarci a considerare i beni che abbiamo – la casa, la salute, il lavoro, il reddito – come un “dono” che Dio concede ad alcuni, perché tutti ne godano. Il dono è personale, ma la destinazione è sociale. Va poi costruita la solidarietà “istituzionale”, cioè quella tradotta in regole stabili di convivenza, in garanzia sociale, in leggi, in istituti previdenziali efficaci. Ci vogliono, per esempio, leggi “antiusura” che scoraggino e colpiscano gli speculatori e gli strozzini della povertà. Ma in un contesto più globale, si devono trovare le strade per tutelare la salute come diritto dei cittadini, garantire cure gratuite agli indigenti, assicurare alle famiglie il minimo vitale per un'esistenza dignitosa, e soprattutto per facilitare a tutti i soggetti validi un lavoro adeguato. I diritti, corrispondenti ai bisogni primari, vanno dallo Stato assicurati a tutti. Si tratta di discorsi impopolari con i tempi che corrono e con gli orientamenti politici dominanti: ma la carità cristiana deve rischiare l'impopolarità e anche l'isolamento, quando è in gioco la dignità della persona umana.

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PRIMO PIANO - L’appello delle due organizzazioni al governo Renzi!

Povertà minorile, l’allarme di Save the Children e Caritas Italiana“Chiediamo al Governo Renzi e a tutte le istituzioni coinvolte di fare arrivare a destinazione, senza ulteriori ritardi, in tutte le città oggetto della sperimentazione della social card, i fondi stanziati da più di due anni per il sostegno alle famiglie in povertà con bambini. Se pensiamo alla vita quotidiana di famiglie con bambini che sopravvivono con meno di 3.000 euro di ISEE l’anno, è facile cogliere la gravità d e l l e l e n t e z z e b u r o c r a t i c h e nell’assegnazione di un contributo già stanziato da tempo”. Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children si rivolge con queste parole al primo ministro Matteo Renzi, a proposito della sperimentazione della cosiddetta "Nuova Social Card", una carta acquisti con un importo fino a 404 euro al mese rivolta ai nuclei familiari recentemente caduti in situazione di povertà . La sperimentazione della Nuova Social Card è stata istituita con D.L. n°5 del 9 febbra io 2012, p revedendo uno stanziamento di 50 milioni di Euro. Resa poi attuativa con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (10 gennaio 2013) nei 12 Comuni più popolosi d’Italia - Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona - ad oggi non è stata ancora erogata in nessuno dei Comuni coinvolti. “La preoccupazione della Caritas per le condizioni delle famiglie italiane, in quest’anno ancora pesantemente segnato dalla crisi, è grande”, fa eco don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, che aggiunge: “per questo sono importanti tutte le azioni che potrebbero

segnalare una attenzione nuova del Governo alle fasce più deboli come l’avvio effettivo delle sperimentazioni della nuova carta acquisti, la pronta definizione del Piano operativo per il nuovo fondo europeo sui beni essenziali, una più efficace azione contro la povertà minorile e l’evasione scolastica.” In Italia, in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, il galoppante e drammatico impoverimento ha colpito con particolare intensità i bambini: oltre 1 milione sono quelli in povertà assoluta - pari a 1 minore su 10 - con una crescita del 30% fra 2012 e 2013. Save the Children in collaborazione con Cari tas I tal iana ha ef fet tuato un monitoraggio dello stato di attuazione della misura nei 12 comuni coinvolti (dati al 31.1.2014). Da tale monitoraggio è emerso il ritardo che ha riguardato, seppure in misura diversa, tutti i comuni. Basti ricordare che le prime erogazioni erano attese già a novembre 2013 e non solo ad oggi nessuna famiglia ha ricevuto il contributo, ma in tutti i comuni si è ancora in attesa delle graduatorie definitive. L e p r o b l e m a t i c h e s o t t e s e all’implementazione della nuova social card sono diverse, prima tra tutte l’individuazione dei beneficiari secondo criteri d’accesso, numerosi, stringenti e in un certo senso contraddittori, che hanno di fatto escluso un grande numero di potenziali beneficiari, a fronte di un ingente stanziamento di risorse. Alla luce dei dati raccolti, Save the Children e Caritas Italiana chiedono al Governo ed in particolare al Ministero delle Politiche Sociali e agli enti locali di:

- rivedere i criteri di accesso alla nuova social card perché i numeri dimostrano che i criteri di selezione dei beneficiari così come strutturati non solo non permettono un’efficace uscita dalla povertà ma non raggiungono i destinatari prescelti. Di fatto restano esclusi sia i cosiddetti nuovi poveri, ossia le persone recentemente trovatesi in situazione di povertà (a causa del criteri riguardanti l’abitazione, possesso beni mobili e veicoli di recente acquisizione), sia coloro che si trovano in situazione di povertà assoluta (dovuto al criterio selettivo della perdita recente del lavoro); - facilitare un maggior coordinamento tra il livello territoriale e l’INPS soprattutto permettendo un adeguamento dei sistemi informatici e tecnici in modo da garantire la rapidità delle procedure di selezione ed erogazione; - sostenere l’inclusione attiva dei beneficiari destinatari dei Piani di Intervento Personalizzati (PAI) dando chiare indicazioni ai Comuni per un’efficace attuazione di questi ultimi. Va ricordato che la sperimentazione prevedeva di legare l ’a iuto a l la partecipazione dei beneficiari a percorsi d ’ inc lus ione socia le , a l r i spet to dell’obbligo scolastico per i figli a corsi di riqualificazione professionale; - promuovere ordinariamente azioni di coordinamento con le realtà civiche e di volontariato presenti sul territorio per integrare questa misura con le altre azioni di contrasto alla povertà presenti al livello locale e massimizzarne l’impatto, in una logica di sussidiarietà, di efficacia e di sostenibilità futura.

Caritas Italiana

In Italia circa 98.000 incidenti ogni anno succedono tra i banchi. Dall'ingestione di oggetti ai malori, la casistica delle emergenze che possono capitare a scuola è varia. E a questi episodi vanno aggiunte tutte le pratiche scorrette che danneggiano la salute, dalla cattiva alimentazione alla sedentarietà. Per permettere ai docenti, ma anche agli stessi studenti, di intervenire in maniera corretta in queste circostanze, nasce 'A scuola si cresce sicuri'. Si tratta di un Piano nazionale frutto di un'intesa tra il Miur, la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e l’Autorità garante per l'infanzia. "Finalmente la scuola italiana prende su di se' questa responsabilità", commenta l'ex sottosegretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, motore del progetto. "Dobbiamo fare passi avanti. Questa competenza va messa

nei programmi

per i concorsi", auspica, ricordando un episodio personale: nel 1984 insegnò un anno in California. Lì fu istruito su manovre da praticare in caso di emergenza, grazie a cui, anni dopo, salvò una bambina, Patrizia, in una scuola italiana. "La sicurezza nella scuola è importante perché' rafforza la fiducia nello Stato", è il commento di Gian Luca Galletti, attuale ministro

del l 'Ambiente e sot tosegretar io all'Istruzione nel Governo Letta, durante la presentazione del progetto oggi al Miur. "Sono sicuro che con il ministro Giannini avremo molti spazi di collaborazione", conclude. Il Piano è illustrato dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, il quale invita a mettere l'accento sulla "realtà: così si scopre che la scuola non è solo ciò che non va".

"Formare i 'non addetti ai lavori' a cui affidiamo ogni giorno i nostr i bambini, significa ridurre i rischi. Perché' impara re cosa fa re , ma soprattutto cosa non fare può salvare una vita", spiega la coordinatrice Fimp Stefania R u s s o . N e l l e p r o s s i m e settimane sarà diffuso il video di presentazione di 'A scuola si cresce sicuri', mostrato stamani in anteprima. Regia di Antonio Giampaolo, testimonial Carlo Verdone.

Redattore sociale

Crescere sicuri a scuola: ecco il Piano

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Diario • 18 marzo, Zelarino, osservatorio Caritas • 19 marzo, Villamarzana - Arquà, promozione Caritas • 20 marzo, Rovigo, IP “Marco Polo” per progetto scuole. • 21 marzo, Rovigo, scuola di Teologia

Page 19: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

19la Settimanadomenica 16 marzo 2014 rubriche

“A Tripoli, la questio-ne fondamentale è ancora quella della sicurezza: non c’è polizia né ordine in cit-tà, e manca ogni protezio-ne per i cittadini”. Padre Allan Arcebuche, france-scano di nazionalità filip-pina, nella capitale libica si occupa della pastorale dei lavoratori di origine asiatica, parte importante della comunità cattolica. Al Sir descrive un Paese le cui difficoltà - oltre tre anni dopo la rivolta contro Gheddafi - sono state con-fermate anche dalla con-ferenza internazionale di Roma del 6 marzo scorso, che ha fatto appello a un “dialogo nazionale” e alla formazione di un “gover-no stabile”.

Assalto al Parlamento. Solo pochi giorni prima era arrivato l’ennesimo segnale di precarietà: il 3 marzo dimostranti armati di coltelli e bastoni hanno fatto irruzione nella sede del Congresso Nazionale Generale (GNC nell’acro-nimo inglese), il parlamen-to transitorio. Durante i disordini sono comparse armi da fuoco, e due par-lamentari sono stati feriti. La protesta degenerata in violenza - racconta padre Allan - “era stata organiz-zata da studenti universi-tari contrari all’estensione del mandato del GNC”, che sarebbe dovuto scade-re il 7 febbraio, ma è stato prolungato fino a dicem-bre. A entrare nell’aula, spiega ancora il religioso, sono stati proprio i “gio-vani che non volevano ci fosse questa proroga”. Questa non era la loro uni-ca richiesta: a tre anni dalla caduta di Gheddafi, conti-nua infatti il francescano “ci sono ancora problemi” che, oltre alla sicurezza, riguardano anche la pos-sibilità di procurarsi “cibo e lavoro: molti non hanno un impiego, e quindi attra-versano difficoltà econo-miche”. “Spesso - specifica padre Allan - il problema è proprio il sostentamen-to quotidiano: questo vale soprattutto per coloro che prima ottenevano sussidi dallo Stato, ma ora non li ricevono più”. La prote-sta, però, non ha ottenu-to al momento risultati: non si può considerare tale, in effetti, il fatto che, come riferisce il religioso, “i parlamentari sono stati costretti a trasferire la loro sede dall’edificio del par-lamento a uno degli hotel di Tripoli”.

Instabilità istituzio-nale. L’attacco ai deputati ha anche avuto il risultato di inasprire i rapporti tra

un’ala del Congresso e il premier Ali Zeidan, che alcuni parlamentari riten-gono non abbia fatto abba-stanza per combattere l’at-tuale clima di insicurezza. Alla possibile sfiducia per il premier si affiancano altri segnali di un qua-dro istituzionale ancora traballante: l’affluenza alle urne per l’elezione dell’assemblea costituente è stata bassa (poco meno di 500mila persone su 3,4 milioni di aventi diritto) e 11 seggi su 60 non hanno potuto essere assegnati perché le condizioni di si-curezza hanno impedito il voto in alcune aree. Die-tro alle violenze, secondo padre Allan, ci sono vari fattori: “I rischi - spiega - esistono per lo più dal punto di vista degli scon-tri tribali e delle dispute tra commercianti”. In gio-co, continua il religioso “ci sono gli interessi nel mondo degli affari legali, per cosi dire ‘alla luce del sole’, ma anche dei traffici illegali: i conflitti nascono per il controllo delle rot-te delle merci, per questo ognuno crea la sua milizia, che fornisce protezione specialmente quando ci si muove nel deserto”.

Cristiani: paura a Ben-gasi. Per quanto riguarda il ruolo dei movimenti isla-misti “non c’è molta chia-rezza”, nota il francescano. Le pressioni sui cristiani si fanno sentire “in partico-lare sulla comunità copta e specialmente a Bengasi”, dove sono stati uccisi di recente - da ignoti - sette egiziani copti. “L’episodio ha creato un clima di pau-ra e confusione tra la gente - dice padre Allan - ma, di nuovo, per lo più nella co-munità dei fedeli arrivati dall’Egitto”. Le esperienze di altri gruppi sono dif-ferenti: “Siamo fiduciosi che per i cristiani di ori-gine asiatica non ci saran-no problemi - è l’auspicio del religioso - perché sono tutti lavoratori in settori chiave”, come la sanità. Il sacerdote filippino spiega però di aver comunque continuato a metterli in guardia, dando loro in-formazioni “sulla situa-zione di sicurezza e sulle restrizioni che riguardano i Cristiani”: la dichiarazio-ne costituzionale secondo cui si governa il paese, infatti, garantisce la liber-tà religiosa pur definendo l’Islam religione di Stato, ma varie leggi ancora in vigore dall’epoca di Ghed-dafi la limitano, ed è proi-bito il proselitismo, pena l’arresto.

Davide Maggiore

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Per gli amanti dell’esplorazione sa-hariana, per gli appas-sionati degli orizzonti infiniti, delle notte stellate al campo e dei su e giù tra le dune, il Sahara si sta sempre più restringendo. Cre-sce infatti il numero delle nazioni saharia-ne interdette al turi-smo per conflitti inte-stini, per cui per poter continuare a provare certe emozioni occor-re trovare nuove de-stinazioni. Una delle soluzioni più valide e a portata di mano è rappresentata dall’Oman, paese interamente desertico ubicato nell’estremo sud-est della penisola arabica e affacciato sull’oceano Indiano, che può essere considerato la destinazione turistica emergente del Vicino Oriente. Si tratta infatti di una nazione tranquilla e stabile, sicura, pulita, ordinata ed efficiente, dal benessere diffuso, ricca di attrattive storiche ed ambientali e di con-fortevoli strutture ricettive, tanto da non sembrare nem-meno un paese arabo.

Un quarto della penisola arabica, regione totalmente desertica, si presenta occupato dal deserto del Rub al-Khali (chiamato dai beduini Quarto Vuoto). Questo ter-ritorio, lungo mille km e largo 500 ed esteso quindi più del doppio dell’Italia, costituisce anche uno dei più aridi e caldi in assoluto, con temperature estive oltre i 60° C e dove può non piovere per anni; ovviamente disabitato e in parte inesplorato, venne attraversato per la prima volta da un europeo nel 1931, ma più celebri sono le esplorazio-ni dello scrittore inglese W. Thesinger nel 1945-50, sinte-tizzate nel volume Arabian Sands. Se il più ampio settore saudita risulta inaccessibile, una marginale penetrazione può avvenire nel lato meridionale omanita. Qui le dune si presentano davvero grandiose, con piramidi di sabbia e cordoni di creste affilate alte fino a 330 m (quindi tra le maggiori della terra, alte più della torre Eiffel), intervallate da lunghi corridoi interdunali, spesso resti di antichi laghi, dal caratteristico colore bianco per la presenza di calcari e gessi dovuta all’evaporazione delle acque. Questi paleo-laghi, piccoli, poco profondi ma numerosissimi, dovuti ad intense piogge monsoniche, attestano che la desertificazio-ne assoluta è un fenomeno relativamente recente e che in passato il quadro ambientale doveva essere assai diverso, ma soprattutto svolsero un’importanza funzione ecologi-ca per un lungo lasso di tempo: la presenza dell’acqua ri-chiamava sui bordi la vegetazione, e questa a sua volta gli animali, cacciati dall’uomo preistorico quando andavano all’abbeverata, come attestano numerosi strumenti e armi litiche risalenti da 5-10.000 anni orsono (epoca neolitica) fino ad oltre centomila (epoca paleolitica) nonché da resti fossili di ippopotami, bufali e bovini. Esami radiometrici su conchiglie lacustri hanno dimostrato che ci furono due distinti periodi di sviluppo dei laghi, e quindi della pio-vosità: tra 37 e 17.000 anni or sono, poi tra 10 e 5.000. Così come il Sahara, ci furono epoche in cui l’iperarido Rub al-Khali era un deserto verde. Le spettacolari e ardite dune variano di colore dal giallo al rosso mattone, e prevalgono quelle a forma stellare, sviluppate in tutte le direzioni per la variabilità dei venti, ed ai rari visitatori offrono preziose

geodi di quarzo e rose di gesso. Thesinger narra di un gregge di capre inghiottito da sabbie mobili. Sot-to questo oceano di dune si cela un pre-zioso mare di petrolio, con il più consistente giacimento in assolu-to e i maggiori campi estrattivi. Da sempre i beduini parlano di una favolosa città dalle colonne d’oro, di nome Ubar o Iram, sepolta da una tempe-sta di sabbia per l’em-pietà dei suoi abitanti,

forti anche di una specifica citazione ne Le Mille e una notte e nel Corano. Nel 1992 archeologi americani, dopo aver studiato le mappe satellitari, hanno identificato sotto le sabbie una rete di antiche piste cammelliere e hanno poi scavato presso Shisrar, sui bordi omaniti del deserto nel Dhofar, i resti di un’antica fortezza ottagonale con mura di mattoni spesse 3 m, otto torri angolari e un pozzo al centro, i cui reperti coprono un lungo lasso di tempo che va dal 6-7 mila a.C. fino al XVI secolo. Si tratta dei resti della mitica Ubar, l’Atlantide delle sabbie già preconizza-ta da Lawrence d’Arabia, oppure di un caravanserraglio lungo la via orientale dell’incenso ? Solo ulteriori indagini potranno fornire una risposta. Quello che è certo è che la fortezza è sprofondata per il crollo di una cavità carsica sottostante. Fenomeno naturale o punizione divina ? A noi piace constatare come ogni deserto annoveri la leg-genda di favolose città celate sotto la sabbia.

Il Rub al-Khali omanita confina con il Dhofar, la re-gione meridionale ai confini con lo Yemen, territorio di produzione dell’incenso, che per uno strano gioco dei monsoni è una terra verde e fertile ricca di frutta tropicale, dove i cammelli pascolano accanto alle mucche. In lontana epoca storica ai suoi porti attraccavano i navigli carichi di spezie e di merci esotiche provenienti da Africa e Oriente, per essere poi istradate lungo la via dell’incenso per 2.000 km tra deserti e montagne fino ai porti del Mediterraneo. Salahah, capoluogo del sud, si presenta come un’elegante città subtropicale con ampi viali alberati e animati souk traboccanti di colorata frutta esotica. Nella vicina incan-tevole insenatura di Khor Rori, punteggiata di aironi e fenicotteri, rimangono le rovine di Sumhurum, l’antica Ab-yssopolis romana, importante porto sull’oceano Indiano e uno dei maggiori terminali della Via dell’Incenso, protetta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Plinio scrive che l’incenso aveva fatto del Dhofar una delle regioni più ricche del mondo antico.

L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), unico in Italia specia-lizzato da 30 anni in spedizioni nei deserti di tutto il mon-do, propone in Oman un tour di 10 giorni in fuoristrada interamente dedicato all’esplorazione del Rub al-Khali e del Dhofar. Uniche partenze di gruppo con voli di linea Lufthansa o Swiss da Milano e Roma il 23 novembre, 26 dicembre e 15 marzo 2014, pernottamenti in confortevoli hotel e tenda con pensione completa, accompagnatore ita-liano. All’esplorazione del Rub al-Khali Viaggi Levi – spe-cialista sulla destinazione Oman – dedica anche un altro itinerario di 15 giorni.

Oman, le onde rosse del Rub al-Khali

Tre anni dopo Gheddafi in Libiasi vive nella totale insicurezza

Il popolo soffrePellegrinaggio-Studio delle Con-

sulte Diocesane delle Aggregazioni Laicali del Triveneto a Pietralba (BZ) sabato 29 marzo 2014 tema: “Giusti-zia, pace, salvaguardia del creato”.

Pietralba è meta singolare dei pellegrinaggi studio, sia per l’impor-tanza del Santuario mariano sia per essere ai confini d’Italia, dove convi-vono popolazioni di lingua italiana e tedesca. Proprio per questo è luogo geograficamente suggestivo ed in-sieme di dialogo e di confronto.

Lo studio della giornata è in-centrato sulla difesa dell’ambiente, tema caro alla pastorale della diocesi di Bressanone-Bolzano, ma per tutti di grande attualità, se vogliamo che il creato sia casa comune per vivere bene.

ProgrammaOre 9.00-10.00: arrivi; ore 10.15:

saluto presidente Consulta e rap-presentante Forum, saluto vescovi Muser e Pizziol; ore 10.45: relazione:

“Giustizia, pace, salvaguardia del Creato: un cammino sinodale” di Reinhold Demetz; ore 11.30: pausa caffè; ore 11.45: continuazione rela-zione e intervento del Vicario gene-rale don Michele Tomasi; ore 12.45: pranzo; ore 14.00: storia e visita guidata al santuario e/o via Matrix all’eremo di San Leonardo (in fun-zione del meteo); ore 16.00: Santa Messa; ore 17.00: saluti e termine.

Sono invitati i membri della Con-sulta triveneta delle Aggregazioni laicali, i membri delle Consulte dio-cesane delle diocesi del Triveneto e quanti sono sensibili ai problemi trattati.

Pranzo completo (primo, secondo, contorno, dessert e bevande) € 20; pre-notazioni entro il 15.03.2014 a Vicen-za tel. 0444 324394 – fax 0444 324096 – e-mail [email protected]

Contatti diretti con albergo per eventuale soggiorno: www.weis-senstein.it - tel. 0471 615124 – [email protected]

Pellegrinaggio-Studio delle Consulte Diocesanedelle Aggregazioni Laicali del Triveneto

Giustizia, pace, salvaguardia del creato

Page 20: La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

Essere nella gioia è un’esigenza umana prima-ria. Il sorriso e la simpatia riscaldano il cuore. Lo sa-peva bene Gesù e ne è un convinto sostenitore papa Francesco che pratica la “gioia- terapia”con grande successo del Vangelo e del-la Chiesa. Anche il Rinno-vamento nello Spirito è un grande “fans” della gioia: gioia di cantare nella lode la bontà di Dio, adorarlo e ringraziarlo per la bellezza di essere cristiani e grazie alla fede in Gesù, di rinno-vare il mondo. E per far esplodere tutta la gioia della Chiesa quest’anno la Convocazione Nazio-nale del RnS si svolgerà proprio a Roma, allo Sta-dio Olimpico!!!! Come non ringraziare Il Signore per tanta ricchezza?

Ringraziare è un’altra espressione che piace al nostro papa perché apre alla comunicazione e alla riconoscenza. E di occa-sioni per ringraziare ne abbiamo davvero molte ogni giorno.

Noi del Rinnovamen-to nello Spirito della Diocesi di Adria-Rovigo Domenica 23 marzo pv ringrazieremo il Signore e festeggeremo nel nostro Seminario Diocesano i 12 anni dall’approvazione

dello Statuto da parte del-la Conferenza Episcopale.

S.E. Monsignor Lucio Soravito condividerà la nostra gioia presiedendo la Celebrazione Eucari-stica al mattino alle 9.30. Seguirà, sempre in mat-tinata, la relazione di Ni-ves Zaccaria da Matteo 13, 31. La partecipazione è aperta a tutti. Il pranzo è al sacco.

Nives, che abbiamo già incontrato a novembre scorso ad Adria, è Vicedirettore di Sacra Famiglia, un’emitten-te radiofonica diocesana di lingua italiana di Bolzano, che trasmette 24 ore al giorno programmi religiosi, con par-ticolare attenzione ai temi di carattere sociale.

E’ un momento impor-tante per noi, che ci sen-tiamo in comunione con la Chiesa e in particolare con la Chiesa Diocesana, sia per verificare la nostra identità nel cammino del RnS che l’appartenenza a questa Chiesa, che con papa Francesco si sta spa-lancando a orizzonti sem-pre nuovi e più vasti !!!

E il Rinnovamento, so-stenuto dalla grazia dello Spirito, si sta lanciando, da protagonista, a sfide importanti di evange-lizzazione, come l’even-to delle “10 Piazze per

i 10 Comandamenti, un progetto che ha percorso l’Italia. Per tredici mesi essa si è idealmente uni-ta, di piazza in piazza, in un unico abbraccio che ha voluto dire l’attualità del Decalogo, contenuto nelle Scritture, attraver-so una riflessione vitale, attenta, creativa e la par-tecipazione di centinaia di migliaia di persone. Il Progetto non si è concluso, anzi sta ora coinvolgendo Associazioni di categoria, Ordini professionali, te-state giornalistiche, Enti del terzo settore, Nuove Comunità. Associazioni cattoliche, Istituzioni civi-li e politiche, interpellati nell’adesione, sottoscri-zione e diffusione di un Manifesto Finale e di un Appello, volto a rinnova-re l’impegno a costruire il bene comune di una nuo-va umanità più fraterna e solidale. Tutto questo ricordiamo soltanto per riaffermare la grandezza e l’efficacia della Parola di Dio nel cuore e nella men-te dell’uomo di ogni tem-po. Perché “la Scrittura (come dice giustamente il nostro Vescovo a pag.91 delle Schede di riflessione del 2° quaderno di Popolo di Dio in missione) è un pilastro inamovibile, è

“Parola di Dio”. “Ma - prosegue il nostro Pastore- è essenziale che essa venga annuncia-ta e accolta nel-lo Spirito della Chiesa in cui è nata e dalla quale è pienamente cono-sciuta, per evitare interpretazioni de-vianti..”

E il Rinnova-mento nello Spi-rito Diocesano, accogliendo l’in-vito forte e gio-ioso del nostro Pastore, loda e prega la Parola di Dio, promuoven-do la formazione dei fratelli con lo studio e l’ap-profondimento della Parola. E vogliamo con-cludere sempre con le parole del nostro Pastore ( riportate nella preghiera finale che tro-viamo a pag 94 delle Schede

di riflessione sopra citate) : Lodiamo il Signore con gioia/ perché da sempre

guida la sua Chiesa/ e la ama con amore esigen-te!”. Grazie, Signore!

domenica 16 marzo 2014 - pagina 20

la Settimana

Centro

maria bolognesihanno il piacere di celebrare la Giornata Mondiale della Poesia

SABATO 22 MARZO 2014 - ore 16,00 presso il Conservatorio “F. Venezze”Corso del Popolo, 241 - Rovigo

in collaborazione con

Beata Maria Bolognesi,tenerezza di DioPremiazione delle poesie vincitrici dell’iniziativa “Una poesia per la tenerezza” 2013

Presentazione della raccolta poeticaCon gli occhi dell’amore di Maria Bertilla Franchetti - Edizioni MB

Intermezzi musicali:M° Pierandrea GusellaM° Stefania Lorusso

La Cittadinanza è invitataIngresso libero

Info: 0425.27931 - [email protected]

ROVIGOVIALE TRE MARTIRI, 87/A

Tel. 0425/399246

PRENOTAON LINEwww.cafcisl.itIL TUO APPUNTAMENTO su

DICHIARAZIONE DEI REDDITI

Rinnovamento nello Spirito Santo

La gioia di ringraziareDomenica 23 marzo il Rinnovamento nello Spirito Diocesano

festeggerà i 12 anni dello Statuto riconosciuto dalla CEI

Rinnovamento nello Spirito SantoDiocesi di Adria

Domenica 23 marzo 2014 presso il Seminario Diocesano di Rovigo

Un'altra parabola espose loro:

«Il regno dei cieli si può

paragonare a un granellino

di senapa, che un uomo prende

e semina nel suo campo. Esso

è il più piccolo di tutti i semi ma,

una volta cresciuto, è più grande

degli altri legumi e diventa

un albero, tanto che vengono

gli uccelli del cielo e si annidano

fra i suoi rami».

Matteo 13, 31

La partecipazione è aperta a tuttiIl pranzo è a sacco

Rinnovamento nello Spirito SantoDiocesi di Adria – Rovigo

Domenica 23 marzo 2014 presso il Seminario Diocesano di Rovigo

Un'altra parabola espose loro:

«Il regno dei cieli si può

paragonare a un granellino

di senapa, che un uomo prende

e semina nel suo campo. Esso

è il più piccolo di tutti i semi ma,

una volta cresciuto, è più grande

e diventa

un albero, tanto che vengono

gli uccelli del cielo e si annidano

Matteo 13, 31-32

Programma

ore 9:00 Accoglienza

ore 9:30 Celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Lucio Soravitode Franceschi

a seguire Relazione di Nives Zaccaria

ore 14:30 Condivisione sul temaTestimonianze

ore 16:00 Conclusione

La partecipazione è aperta a tutti

Rinnovamento nello Spirito Santo

Domenica 23 marzo 2014 presso il Seminario Diocesano di Rovigo

Programma

Celebrazione eucaristica presieduta S.E. Mons. Lucio Soravito

Relazione di Nives Zaccaria

Condivisione sul tema