La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

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laSettimana Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 7 - Una copia 1,10 - Domenica 16 febbraio 2014 - (Esce il giovedì) 91.2 94.5 91.2 94.5 XXXII Anniversario della Fraternità di Comunione e Liberazione Intervista a don Andrea Varliero «Le Scritture: Dio e l’uomo si raccontano» Il “Festival Biblico” a Rovigo EDITORIALE Cristiani perseguitati Tutti noi abbiamo - credo - sentito parlare di Asia Bibi la donna cattolica pachistana condannata a morte per bla- sfemia e che è in carcere da cinque anni. Ha dichiarato più volte che la sua forza vie- ne dalla certezza del soste- gno delle preghiere di tanti fratelli. Ecco così avvenne alla prima ora per Pietro in carcere a Gerusalemme con- fortato dalla preghiera della piccola comunità cristiana appena nata. Così è stato poi sempre fino ad oggi. E non è facile ricordare tutti i luoghi in cui la dichiarazione di essere cri- stiani equivale alla condanna e all’ostracismo. Alcuni che si dicevano cristiani, nel pas- sato hanno offerto esempi di incoerenza e di oppressione verso altri tradendo lo spirito del Vangelo che è indirizzato alla fraternità ed alla pace. Giovanni Paolo II - a diffe- renza di tante altre realtà - in nome della comunità cristia- na ha chiesto perdono tante volte: segno di sincerità e di apertura alla storia. Non è sempre stato com- preso questo gesto di umiltà. Di fatto questo dimostra la buona volontà nei confronti di alcuni fatti storici di fron- te ai quali la Chiesa non si chiude nella categoria dei smemorati come hanno fatto e fanno altri. A fronte di questo gesto sta l’immensa persecuzione ed il continuo rifiuto messo in atto in ogni parte del mon- do e in ogni tempo. Abbiamo ricordato Asia Bibi e parla- re del Pakistan sembra di evocare luoghi lontanissimi estranei alla nostra realtà che consideriamo più rispettosa e civile. Non è così. Il rifiuto e la persecuzione dei cristiani è in tutti i continenti. Sappia- mo tutti delle chiese bruciate degli attentati ai fedeli riuniti in preghiera; sappiamo tutti delle proibizioni di qualun- que forma di esperienza di fede. Dicevamo che non si possono elencare tutte - e sono tantissime - le ferite aperte e molte volte sangui- nanti inflitte alla chiesa ed ai cristiani. La persecuzione ha vari volti a seconda dei paesi e dei tempi. In ogni modo i fatti più atroci che feriscono maggiormente sono quelli che accadono nel continente africano e in quello asiatico, certamente e il sostegno del- la preghiera, la forza della solidarietà devono essere un impegno che tutti i cristiani devono sentire. Non sono immuni i co- siddetti paesi civili e pro- grediti. L’episodio della cen- sura alla chiesa cattolica da parte di una commissione dell’Onu nei giorni scorsi ne è un esempio. Si è volu- to addirittura insegnare alla Chiesa cosa deve insegna- re nella sua predicazione. Si è ignorato un contributo fatto di completa disponibi- lità a collaborare nella fase preliminare dei lavori della commissione stessa; ci sono dei ritornelli che tornano si- stematicamente quando la Chiesa con linearità e coe- renza espone la propria con- vinzione in tanti elementi di carattere etico. E si tratta di esponenti delle istituzioni, di giorna- listi di grido, di politici che pretendono di rappresentare tutta una popolazione, una comunità intera con tutta la sua storia e con la sua fatica di ricerca costante della ve- rità. A volte l’acredine verso la chiesa e il cristianesimo è così forte che non si può non sospettare che ci sia un vero e proprio disegno di elimina- zione. Recentemente, in un incontro di laici associati una signora impegnata da tanto tempo nella testimonianza cristiana ha ricordato che non sempre le cose però se- guono i progetti umani ed ha fatto l’esempio della Russia comunista che aveva abolito la religione con provvedi- mento di legge e che aveva fatto ogni sforzo per educare i giovani all’ateismo. Quan- do quel potere andò in crisi si scoprì che i giovani erano sì non consapevoli e non al corrente dell’insegnamento cristiano, ma a questo sup- plirono le nonne e i nonni che non avevano perduto nemmeno per un momento la loro fede. I nonni salvaro- no la fede in Russia; nessuna ideologia avrebbe mai dato il benché minimo credito a questa fascia della popola- zione, ma noi sappiamo da tanto, tantissimo tempo che il Signore si serve dei piccoli e dei poveri per l’annuncio del Vangelo e per le sue ope- re grandi e meravigliose. Domenica 16 febbraio alle ore15,30 al Centro S. Giovanni Bosco di Rovigo La gioia del Vangelo A Rovigo Luigi Accattoli prepara al Festival Biblico. Assieme al Vescovo presenta l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” BRUNO CAPPATO pag. 13 pag. 11 Dopo l’annuncio della partecipazione di Rovigo al Festival Biblico, la diocesi di Adria–Rovigo, in collaborazione con l’Accademia dei Concordi, apre ufficialmente le iniziative che coinvolgeranno nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2014 la città e il territorio polesano con un’attesa anteprima pre-festival, che vedrà protagonisti, domenica 16 febbraio alle ore 15.30, il vescovo Lucio Soravito de Franceschi e il giornalista, scrittore e vaticanista Luigi Accattoli. Insieme ad altri ospiti, Accattoli e il vescovo terranno un’interessante lettura e tavola rotonda sull’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, a un anno esatto di distanza (11 febbraio 2013) da quella rivoluzione ecclesiale che ha tutte le caratteristiche di una vera e propria svolta storica, ovvero il passaggio da Papa Benedetto a Papa Francesco. Luigi Accattoli è da sempre un attento conoscitore delle questioni ecclesiali e la sua ricerca si è mossa e si muove nella direzione di una fede dialogante con le grandi questioni dell’oggi. L’iniziativa della diocesi, pertanto, si inserisce a pieno titolo nello spirito del Festival Biblico che, come ha ricordato Mons. Roberto Tommasi, Presidente del Festival Biblico di Vicenza, “è una manifestazione aperta a tutti coloro che vogliono farsi abbracciare da quei valori del dare e ricevere che le Scritture ci insegnano ogni giorno”. L’evento è a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per informazioni si può scrivere a: [email protected] o visitare il sito www.festivalbiblico.it. SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO G iovani Un invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fao, ciò che riempie di soddisfazione, ciò che ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i proge è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesa- no nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiun in tan, perché ci racconno come è possibile coinvolgere giovani e come questo sta per accadere davvero da Melara a Rivà, nella terra fra i due fiumi, nella Chiesa di Adria – Rovigo. ...che si raccontano iazze per i giovani ...che si raccontano I giovani del Gruppo Scout ADRIA 2 pag. 10 UADERNI della Biblioteca del Seminario Una biblioteca storica per il futuro Diocesi di Adria-Rovigo Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo 6 QUADERNO NUMERO 6 TRADIZIONE E INNOVAZIONE NELLA BIBLIOTECA DEL SEMINARIO DI ROVIGO Con questo numero il Quaderno della Biblioteca n.6 Contiene I.R.

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la SettimanaPoste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO

Anno CXIV - N. 7 - Una copia € 1,10 - Domenica 16 febbraio 2014 - (Esce il giovedì)

91.294.5

91.294.5

XXXII Anniversario della Fraternitàdi Comunione e Liberazione

Intervista a don Andrea Varliero

«Le Scritture: Dio e l’uomo

si raccontano»Il “Festival Biblico”

a Rovigo

EDITORIALE

Cristiani perseguitati Tutti noi abbiamo - credo

- sentito parlare di Asia Bibi la donna cattolica pachistana condannata a morte per bla-sfemia e che è in carcere da cinque anni. Ha dichiarato più volte che la sua forza vie-ne dalla certezza del soste-gno delle preghiere di tanti fratelli. Ecco così avvenne alla prima ora per Pietro in carcere a Gerusalemme con-fortato dalla preghiera della piccola comunità cristiana appena nata.

Così è stato poi sempre fino ad oggi. E non è facile ricordare tutti i luoghi in cui la dichiarazione di essere cri-stiani equivale alla condanna e all’ostracismo. Alcuni che si dicevano cristiani, nel pas-sato hanno offerto esempi di incoerenza e di oppressione verso altri tradendo lo spirito del Vangelo che è indirizzato alla fraternità ed alla pace. Giovanni Paolo II - a diffe-renza di tante altre realtà - in nome della comunità cristia-na ha chiesto perdono tante volte: segno di sincerità e di apertura alla storia.

Non è sempre stato com-preso questo gesto di umiltà. Di fatto questo dimostra la buona volontà nei confronti di alcuni fatti storici di fron-te ai quali la Chiesa non si chiude nella categoria dei smemorati come hanno fatto e fanno altri.

A fronte di questo gesto sta l’immensa persecuzione ed il continuo rifiuto messo in atto in ogni parte del mon-do e in ogni tempo. Abbiamo ricordato Asia Bibi e parla-re del Pakistan sembra di evocare luoghi lontanissimi estranei alla nostra realtà che consideriamo più rispettosa e civile. Non è così. Il rifiuto e la persecuzione dei cristiani è in tutti i continenti. Sappia-mo tutti delle chiese bruciate degli attentati ai fedeli riuniti in preghiera; sappiamo tutti delle proibizioni di qualun-que forma di esperienza di fede. Dicevamo che non si possono elencare tutte - e sono tantissime - le ferite aperte e molte volte sangui-nanti inflitte alla chiesa ed ai cristiani.

La persecuzione ha vari volti a seconda dei paesi e dei tempi. In ogni modo i fatti più atroci che feriscono maggiormente sono quelli che accadono nel continente

africano e in quello asiatico, certamente e il sostegno del-la preghiera, la forza della solidarietà devono essere un impegno che tutti i cristiani devono sentire.

Non sono immuni i co-siddetti paesi civili e pro-grediti. L’episodio della cen-sura alla chiesa cattolica da parte di una commissione dell’Onu nei giorni scorsi ne è un esempio. Si è volu-to addirittura insegnare alla Chiesa cosa deve insegna-re nella sua predicazione. Si è ignorato un contributo fatto di completa disponibi-lità a collaborare nella fase preliminare dei lavori della commissione stessa; ci sono dei ritornelli che tornano si-stematicamente quando la Chiesa con linearità e coe-renza espone la propria con-vinzione in tanti elementi di carattere etico.

E si tratta di esponenti delle istituzioni, di giorna-listi di grido, di politici che pretendono di rappresentare tutta una popolazione, una comunità intera con tutta la sua storia e con la sua fatica di ricerca costante della ve-rità. A volte l’acredine verso la chiesa e il cristianesimo è così forte che non si può non sospettare che ci sia un vero e proprio disegno di elimina-zione. Recentemente, in un incontro di laici associati una signora impegnata da tanto tempo nella testimonianza cristiana ha ricordato che non sempre le cose però se-guono i progetti umani ed ha fatto l’esempio della Russia comunista che aveva abolito la religione con provvedi-mento di legge e che aveva fatto ogni sforzo per educare i giovani all’ateismo. Quan-do quel potere andò in crisi si scoprì che i giovani erano sì non consapevoli e non al corrente dell’insegnamento cristiano, ma a questo sup-plirono le nonne e i nonni che non avevano perduto nemmeno per un momento la loro fede. I nonni salvaro-no la fede in Russia; nessuna ideologia avrebbe mai dato il benché minimo credito a questa fascia della popola-zione, ma noi sappiamo da tanto, tantissimo tempo che il Signore si serve dei piccoli e dei poveri per l’annuncio del Vangelo e per le sue ope-re grandi e meravigliose.

Domenica 16 febbraio alle ore15,30 al Centro S. Giovanni Bosco di Rovigo

La gioia del VangeloA Rovigo Luigi Accattoli prepara al Festival Biblico. Assieme al Vescovo

presenta l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”

Bruno Cappato

pag. 13 pag. 11

Dopo l’annuncio della partecipazione di Rovigo al Festival Biblico, la diocesi di Adria–Rovigo,

in collaborazione con l’Accademia dei Concordi, apre ufficialmente le iniziative che coinvolgeranno

nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2014 la città e il territorio polesano con

un’attesa anteprima pre-festival, che vedrà protagonisti, domenica 16

febbraio alle ore 15.30, il vescovo Lucio Soravito de Franceschi e il giornalista, scrittore e vaticanista Luigi Accattoli.

Insieme ad altri ospiti, Accattoli e il vescovo terranno un’interessante

lettura e tavola rotonda sull’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, a

un anno esatto di distanza (11 febbraio 2013) da quella rivoluzione ecclesiale

che ha tutte le caratteristiche di una vera e propria svolta storica, ovvero il passaggio da Papa Benedetto a Papa

Francesco.

Luigi Accattoli è da sempre un attento conoscitore delle questioni

ecclesiali e la sua ricerca si è mossa e si muove nella direzione di una fede

dialogante con le grandi questioni dell’oggi. L’iniziativa della diocesi,

pertanto, si inserisce a pieno titolo nello spirito del Festival Biblico che, come

ha ricordato Mons. Roberto Tommasi, Presidente del Festival Biblico di Vicenza, “è

una manifestazione aperta a tutti coloro che vogliono farsi abbracciare da quei valori del dare e ricevere che le Scritture ci insegnano

ogni giorno”. L’evento è a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per informazioni si può

scrivere a: [email protected] o visitare il sito www.festivalbiblico.it.

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

GiovaniUn invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fatto, ciò che ti riempie di soddisfazione, ciò che ti ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i progetti è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesa-no nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiunti in tanti, perché ci raccontino come è possibile coinvolgere giovani e come questo sta per accadere davvero da Melara a Rivà, nella terra fra i due fiumi, nella Chiesa di Adria – Rovigo.

...che si raccontano

DIECI DOMANDE A DON FABIODieci domande fulminee a risposta secca secchissi-ma a don Fabio, Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, che in collaborazione con l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali promuove questo progetto.

Don Fabio, qual è l’esigenza più importante che vede oggi per la pastorale giovanile nella nostra Diocesi? Convergere su esperienze belle: i gruppi isolati muoiono delle solite cose. I giovani rifiutano la Chiesa? Acca-de. Perché? Perché noi pretendiamo di vivac-chiare con il Vangelo in mano. Questo è intolle-rabile per un giovane. Perché? Perché intuisce che il Vangelo trasforma la vita. Dicono sarebbe meglio stare attenti a presentarci come Chie-sa, per essere più comunicativi. I giovani non hanno bisogno che siamo meno Chiesa ma più Chiesa. Siamo stimolanti quando convergiamo. I giovani che non vengono in Chiesa: una propo-sta chiara? Una settimana di condivisione nella nuova Casa GP2. E i giovani di casa nostra? Aiu-tiamoli a venire a Messa la Domenica. Quanto è impoverita la realtà giovanile della Diocesi? Siamo fra le poche realtà giovanili che ‘tengono’ fra mille difficoltà. Il nostro occhio è gravemente miope. è stata comunicata la data della Festa-giovani 2014 il 26 e 27 Aprile: perché due gior-ni? Perché se giochi sempre “al risparmio” non sarai coinvolgente: sarebbe meglio stare a casa del tutto. Varrà la pena partecipare dunque? Pena? Quale pena? Sarà bellissimo partecipare.

Tre piazze messe a disposizione per raccontarsi: la Settimana, Ra-dio Kolbe, il sito web 5pani2pesci, tre piazze che per un anno accolgo-no gruppi di giovani. Sono le piaz-ze mediatiche della nostra Chiesa, collegate fra loro da viottoli, strade e collegamenti, in cui sia possibile passare da una piazza all’altra per trovare altri giovani. Ognuno di que-sti tre spazi ha un angolo preciso in cui i giovani possono radunarsi: su la Settimana questa pagina giovane scritta in collaborazione fra il setti-manale, l’ufficio di pastorale giova-nile e le realtà govani del nostro Po-lesine; in RadioKolbe il programma Polesine Coast to Coast, presentato da Alberto e Thomas, coadiuvati in regia da Davide ed Enrico; sul sito www.5pani2pesci.it una pagina, rag-giungibile sempre dall’homepage, dedicata ai gruppi giovanili che de-siderano raccontarsi. E poi i viottoli: dal sito sono scaricabili le puntate della Radio, su laSettimana le stes-se puntate sono impaginate; su Ra-dioKolbe i riferimenti ai gruppi che si stanno presentando su carta e sul web. E infine il lancio più bello: per gruppi e realtà selezionate dall’Equi-pe di Pastorale Giovanile, la redazio-ne di un comunicato stampa a firma della Diocesi indirizzati agli organi di comunicazione del nostro Polesine.

Tre piazze per i giovani Sito web, Settimanale e Radio Diocesana per “convergere”insieme

www.5PANI2PESCI.ITRiprende l’avventura della Comunicazione in webIl Sito della Pastorale Giovanile si presenta nel nuovo anno totalmente riprogettato, in un restyling che è durato tre mesi e che ha rimesso a nuovo questo importante portale. Ri-costruire un Sito web è come re-staurare una citta. Tanti i meandri che lo costituiscono, i funzionamenti da ripensare e la connessione vitale con al vita reale dei gruppi giova-nili della Diocesi. Interfacciato sui principali social-network del nostro tempo, è anche in grado di effettuare una raggiungibilità capillare su diversi percorsi di accesso, da fecebook (Pastorale Giovanile Diocesi di Adria – Rovigo) a twitter (Giovani Adria – Rovigo). Sulla pagina twitter della Pastorale giovanile diocesana il Vescovo stesso interviene nella grandi feste per un saluto ai giovani che si connettono via web, come è già accaduto nella solennità di Tutti i Santi e come accadrà nella So-lennità dell’Im- macolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Cari giovani, camminate nella speranza: abbiate fiducia in voi stessi e negli altri, nel vostro potenziale di bene. Auguri! +Lucio,vescovola Settimana

IN mANo AI gIovANILa Settimana giovani è il nuovo abbonamen-

to giovanile che presentiamo come possibili-

tà alle Parrocchie e alle Associazioni perché si

possa abbonare a laSettimana il gruppo di gio-

vani parrocchiale o associativo, il quale potrà

godere di tutta la condivisione dei gruppi per

tutto l’anno, oltre a vedere la propria. Il costo

dell’abbonamento è per metà del gruppo (€

25,00) e per l’altra metà a carico della Diocesi.

L’abbonamento secondo la formula laSettima-

na giovane, va richiesto in questo caso al SER-

VIZIO DI PASTORALE GIOVANILE DIOCESANO

[email protected] oppure telefonando a

don Fabio al 3495139409.

GiovaniUn invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fatto, ciò che ti riempie di soddisfazione, ciò che ti ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i progetti è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesa-no nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiunti in tanti, perché ci raccontino come è possibile coinvolgere giovani e come questo sta per accadere davvero da Melara a Rivà, nella terra fra i due fiumi, nella Chiesa di Adria – Rovigo.

...che si raccontano

DIECI DOMANDE A DON FABIODieci domande fulminee a risposta secca secchissi-ma a don Fabio, Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, che in collaborazione con l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali promuove questo progetto.

Don Fabio, qual è l’esigenza più importante che vede oggi per la pastorale giovanile nella nostra Diocesi? Convergere su esperienze belle: i gruppi isolati muoiono delle solite cose. I giovani rifiutano la Chiesa? Acca-de. Perché? Perché noi pretendiamo di vivac-chiare con il Vangelo in mano. Questo è intolle-rabile per un giovane. Perché? Perché intuisce che il Vangelo trasforma la vita. Dicono sarebbe meglio stare attenti a presentarci come Chie-sa, per essere più comunicativi. I giovani non hanno bisogno che siamo meno Chiesa ma più Chiesa. Siamo stimolanti quando convergiamo. I giovani che non vengono in Chiesa: una propo-sta chiara? Una settimana di condivisione nella nuova Casa GP2. E i giovani di casa nostra? Aiu-tiamoli a venire a Messa la Domenica. Quanto è impoverita la realtà giovanile della Diocesi? Siamo fra le poche realtà giovanili che ‘tengono’ fra mille difficoltà. Il nostro occhio è gravemente miope. è stata comunicata la data della Festa-giovani 2014 il 26 e 27 Aprile: perché due gior-ni? Perché se giochi sempre “al risparmio” non sarai coinvolgente: sarebbe meglio stare a casa del tutto. Varrà la pena partecipare dunque? Pena? Quale pena? Sarà bellissimo partecipare.

Tre piazze messe a disposizione per raccontarsi: la Settimana, Ra-dio Kolbe, il sito web 5pani2pesci, tre piazze che per un anno accolgo-no gruppi di giovani. Sono le piaz-ze mediatiche della nostra Chiesa, collegate fra loro da viottoli, strade e collegamenti, in cui sia possibile passare da una piazza all’altra per trovare altri giovani. Ognuno di que-sti tre spazi ha un angolo preciso in cui i giovani possono radunarsi: su la Settimana questa pagina giovane scritta in collaborazione fra il setti-manale, l’ufficio di pastorale giova-nile e le realtà govani del nostro Po-lesine; in RadioKolbe il programma Polesine Coast to Coast, presentato da Alberto e Thomas, coadiuvati in regia da Davide ed Enrico; sul sito www.5pani2pesci.it una pagina, rag-giungibile sempre dall’homepage, dedicata ai gruppi giovanili che de-siderano raccontarsi. E poi i viottoli: dal sito sono scaricabili le puntate della Radio, su laSettimana le stes-se puntate sono impaginate; su Ra-dioKolbe i riferimenti ai gruppi che si stanno presentando su carta e sul web. E infine il lancio più bello: per gruppi e realtà selezionate dall’Equi-pe di Pastorale Giovanile, la redazio-ne di un comunicato stampa a firma della Diocesi indirizzati agli organi di comunicazione del nostro Polesine.

Tre piazze per i giovani Sito web, Settimanale e Radio Diocesana per “convergere”insieme

www.5PANI2PESCI.ITRiprende l’avventura della Comunicazione in webIl Sito della Pastorale Giovanile si presenta nel nuovo anno totalmente riprogettato, in un restyling che è durato tre mesi e che ha rimesso a nuovo questo importante portale. Ri-costruire un Sito web è come re-staurare una citta. Tanti i meandri che lo costituiscono, i funzionamenti da ripensare e la connessione vitale con al vita reale dei gruppi giova-nili della Diocesi. Interfacciato sui principali social-network del nostro tempo, è anche in grado di effettuare una raggiungibilità capillare su diversi percorsi di accesso, da fecebook (Pastorale Giovanile Diocesi di Adria – Rovigo) a twitter (Giovani Adria – Rovigo). Sulla pagina twitter della Pastorale giovanile diocesana il Vescovo stesso interviene nella grandi feste per un saluto ai giovani che si connettono via web, come è già accaduto nella solennità di Tutti i Santi e come accadrà nella So-lennità dell’Im- macolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Cari giovani, camminate nella speranza: abbiate fiducia in voi stessi e negli altri, nel vostro potenziale di bene. Auguri! +Lucio,vescovola Settimana

IN mANo AI gIovANILa Settimana giovani è il nuovo abbonamen-

to giovanile che presentiamo come possibili-

tà alle Parrocchie e alle Associazioni perché si

possa abbonare a laSettimana il gruppo di gio-

vani parrocchiale o associativo, il quale potrà

godere di tutta la condivisione dei gruppi per

tutto l’anno, oltre a vedere la propria. Il costo

dell’abbonamento è per metà del gruppo (€

25,00) e per l’altra metà a carico della Diocesi.

L’abbonamento secondo la formula laSettima-

na giovane, va richiesto in questo caso al SER-

VIZIO DI PASTORALE GIOVANILE DIOCESANO

[email protected] oppure telefonando a

don Fabio al 3495139409.

I g i o van i

de l G r uppo S cou t

ADR IA 2 pag. 10

UADERNI

della Bibliotecadel Seminario

Una biblioteca storicaper il futuroDiocesi di Adria-Rovigo

Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo

6quADeRno numeRo 6

Tradizione e innovazione nella BiBlioTeca del Seminario di rovigoBIBLIoTeCA DeL SemInARIo

Rovigo - Via Sichirollo, 74 - 1° piano - e-mail: [email protected]

La Biblioteca del Seminario Vescovile San Pio X di Rovigo è aperta per informazioni

bibliografiche nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle ore 9.00

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La lettura e la visione del materiale in sede sarà possibile, previo appuntamento, il lune-

dì dalle ore 10.00 alle ore 12.30.

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LUNEDì ore 15.00 - 18.00

MERCOLEDì ore 15.00 - 18.00

VENERDì ore 15.00 - 18.00

SABATO (solo su appuntamento telefonico) ore 10.00 - 12.30

Comitato scientifico:

Cappato mons. Bruno

mazzetti dott. Adriano

Romanato prof. GianpaoloI.R.

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Con questonumero il

Quaderno della

Biblioteca n.6

Contiene I.R.

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La legisla-zione civile è chiara quando recita che la legge è uguale per tutti, un po’ meno quando la applica. Don Milani di-ceva che un trattamento uguale fra uguali è giu-stizia. Ma un trattamento uguale fra diseguali è som-ma ingiustizia. La legge è veramente uguale per tutti, quando, davanti allo stesso tribunale, il ricco è difeso dai migliori avvocati e il povero dall’avvocato d’uf-ficio? O quando il ricco, accusato anche di gravis-sime colpe, versando una quantità di milioni in cau-zione, può uscire in libertà provvisoria e il povero che per la seconda volta ha ru-bato i polli deve farsi interi i suoi anni di carcere? Lo Stato garantisce il rispetto della legge anche con la forza per impedirne la tra-sgressione e per chi non la rispetta arriva la pena.

La sapienza di Dio e dei suoi profeti indica le via del bene nei comandamen-ti, garanzia del premio, ma lascia libertà di coscienza per l’osservanza o il rifiuto e quindi per il premio o la pena. La persona vale più

della legge e, sul valore della sua libertà e delle sue coscienti scelte personali, avverrà il giudizio.

I valori in gioco per il mondo sono spesso di or-dine economico e di pote-re, per la Legge e i Profeti riguardano soprattutto le relazioni tra le persone: la riconciliazione e il perdo-no, la radicalità di rinun-cia per ciò che offende la propria o l’altrui dignità, la trasparenza delle verità. E alla Legge e ai Profeti Gesù da conferma e aggiunge esigenze promozionali.

Nel Siracide troviamo una meditazione molto chiara e appassionata sul-la libertà e sul peccato. Il peccato non può essere ri-condotto a Dio: egli, infatti, ci ha creati liberi e capaci di scelte autonome, sia nell’ordine pratico (sten-dere la mano verso il fuoco oppure verso l’acqua) sia nell’ambito morale (sceglie-re il bene e il male, la vita e la morte). Attraverso que-ste coppie di realtà antiteti-

che si vuole evocare tutta la gamma di realtà materiali e spirituali, nei cui confronti l’uomo può esercitare in piena autonomia il suo li-bero arbitrio. Anche se non in modo esclusivo, molta parte del male si spiega con le tragiche scelte della libertà umana.

Il Vangelo puntualizza il rapporto con l’Antico Testamento (“la legge e i profeti”): c’è unità profon-da tra i due Testamenti, al punto tale che Cristo esalta il valore di ogni compo-nente, anche minima delle scritture ebraiche. Egli non abolisce, ma porta a pie-nezza la totalità, un tema che viene accuratamente illustrato attraverso sei an-titesi.

Il punto di parten-za è sempre un precetto dell’antica legge biblica che non viene, però, ne-gato, bensì portato alle sue estreme conseguenze, alla sua pienezza positiva. Così, il cristiano non si ac-contenterà di rispettare il comandamento del Deca-logo, “Non uccidere!”, ma lo amplierà fino a cancella-re ogni aggressione morale nei confronti del fratello. Altre note sottolineano ulteriormente la generosi-tà assoluta del perdono e dell’amore. Similmente il comandamento che vieta l’adulterio viene riportato alla sua anima più pro-fonda: bisogna combattere non solo l’atto esteriore ma

anche il “desi-derio”, cioè la scelta interiore, la decisione, la volontà.

Analoga è la questione

del divorzio: Cristo pro-pone ai coniugi cristiani la pienezza della donazione d’amore così come era sta-ta intesa dal creatore nel costituire la coppia. L’”ec-cezione” che Matteo intro-duce riflette una situazione della Chiesa del tempo, ma non incrina il princi-pio dell’amore totale ed indissolubile. Una totalità che deve valere anche per il giuramento e la sincerità, affidata alla nettezza del “sì, sì; no, no”.

Paolo ha annunciato il Vangelo a Corinto rivelan-do la sorprendete e diversa sapienza cristiana. Questa sapienza non è conosciuta dai “dominatori di questo mondo”, cioè dalle sapien-ze spirituali che operano nella storia anche attra-verso le grandi personalità che dominano le nazioni. Il potere, crocifiggendo Gesù, ha dimostrato di non conoscere il mistero divi-no. La sapienza è, invece, comunicata dallo Spirito di Dio a coloro che si sono la-sciati invadere dallo Spirito stesso che è, così, divenuto il loro maestro interiore. Con le forze della sua ra-gione l’uomo non riesce ad accogliere questa sapienza, anzi, la rigetta come follia. Chi, invece, è mosso dallo Spirito riesce a penetrare nel mistero divino e giunge a possedere lo stesso “pen-siero di Cristo”, un pensie-ro divino.

Dante

La Nuova LeggeSiracide 15, 15-20; 1 Corinti 2, 6-10; Matteo 5, 17-37

I GiovaniVI Domenica del tempo ordinario - A POPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 16 febbraio 2014comunità

I giovani: soggetto o oggetto della missione? L’uno e l’al-tro, come tutti. Prevale, però, almeno tra i vecchi, l’idea che i giovani abbiano molto da ricevere e poco da dare. Certamen-te l’esperienza del vissuto può essere una ricchezza da offrire ai giovani che hanno davanti la vita, scelte e percorsi; ma la novità di un mondo in evoluzione permette ai giovani, più presenti e capaci di cogliere il nuovo, il diverso, il cambia-mento, i bisogni di sempre, ma anche le richieste e le possi-bili risposte del presente. Quattro luoghi “antropologici” mi sembra che possano essere colti e proposti come osservatorio fecondo dei giovani: il volontariato, la vocazione, la scuola, la bellezza.

Il volontariato è indubbiamente un servizio che può dar molto ai giovani perché è una realtà periferica al mondo gio-vanile, ma è anche una realtà che riceve molto dai giovani in servizi di prossimità e servizio umile, capace di nascondere o rivelare titoli ed esperienze di valore professionale. L’anima-zione in contesti di sofferenza porta gioia a piccoli e grandi, l’accompagnamento di un giovane promuove fiducia in chi si sente emarginato, il tempo dedicato rivela una gratuità che non è pagata dal non saper cosa fare. E ai giovani è aperto un volontariato di servizio civile aperto alla mondialità; pur-troppo frenato invece, talvolta, nell’associazionismo diretto da dirigenti di carriera e autoreferenziali.

La vocazione apre alla missione. “Sto pensando di farmi prete...”, confida un giovane a un sacerdote (ingenuo o fur-bastro?). D’impeto il sacerdote gli risponde: “Ma sei matto?”. E gli snocciola davanti tutte le difficoltà, limiti e incompren-sioni possibili in un mondo che peggio di così non si può immaginare. “Pensaci bene e torna tra un mese”, conclude il consigliere. Dopo un mese il giovane ritorna: “Ho capito che non sono io a volermi far prete, ma è Dio che mi chiama e non posso dirgli di no”. Il senso vero e più alto dei misteri che Dio rivela agli uomini occorre farli scoprire dai giovani.

Sono stato invitato un giorno in una scuola superiore a confrontarmi con un “Imam”, guida spirituale di una Co-munità musulmana: una mattinata con il biennio e una con il triennio. La perplessità mi veniva più dal confronto con dei giovani che con l’Imam: un vecchio con dei giovani, il clima di una assemblea scolastica oggi, quale interesse per temi religiosi... La sorpresa, o meglio la rivelazione, è stata di una scoperta missionaria dei giovani impensabile. I bi-gliettini con le domande piovevano abbondanti, toccanti e... maliziose. “Perché voi musulmani non volete il crocifisso in scuola?”. Risposta dell’Imam: “La domanda va rivolta ai laici italiani; per noi il libro del Corano e il Crocifisso hanno lo stesso valore”. La replica del giovane: “Tra un libro sacro e l’immagine di una persona che ha dato la vita per me c’è una bella differenza”. Silenzio prolungato dell’assemblea che, in-genuamente, cerco di rompere: “E’ vero, ma è stato in croce per qualche ora e poi è risorto”. Altro intervento: “Ma il croci-fisso mi fa pensare anche a chi rimane anche oggi in croce per tutta la vita...”. La sorridente malizia mi evangelizza quando sono interpellato: “Tu prete, quando vedi una bella ragazza, dici che è brutta?”. E lo Spirito santo mi illumina: “No, dico che è bella; è come quando vedo il mare: bellissimo! Ma a me piace più la montagna”. Porto un po’ di invidia per i giovani e gli insegnati che vivono oggi la scuola, luogo di missione.

E la bellezza chi la può cantare meglio dei giovani? arte, sport, musica, natura... La contemplo come scuola e missione di vita soprattutto quando sento cantare un coro polifonico. Al di là dell’impegno che esige la preparazione è l’armonia dell’insieme che diventa paradigma di un mondo nuovo: l’ar-monia è frutto della diversità che si rispetta, degli spartiti che associano voci, strumenti, tonalità e scale diverse, elementi tutti che esigono autonomia e sicurezza del singolo insieme all’ascolto e al rispetto dell’altro diverso. Un mondo globa-lizzato, multiculturale e multireligioso ha bisogno di questa bellezza. Missione di tutti, ma dei giovani in particolare.

Papa Francesco ci illumina (EG, 105): “La pastorale gio-vanile, così come eravamo abituati a svilupparla, ha sofferto l’urto dei cambiamenti sociali... La proliferazione e la cresci-ta di associazioni e movimenti prevalentemente giovanili si possono interpretare come un’azione dello Spirito che apre strade nuove in sintonia con le loro aspettative e con la ricer-ca di spiritualità profonda e di un senso di appartenenza più concreto”.

d. Dante Bellinati

Domenica 16 febbraio: Ore 11.00 - Ar-quà Polesine: celebra la S. Messa ed am-ministra il sacramento della Cresima. Ore 15.30 - Rovigo, Centro Giovanile “Don Bosco”: presiede il Convegno dio-cesano in cui viene presentata e illustrata a più voci (L. Acattoli e il Vescovo Lucio) l’Esortazione Apostolica del Papa Fran-cesco: “Evangelii Gaudium”.

Lunedì 17 febbraio: Ore 9.30 - Rovigo, “Casa Dolores”: celebra la S. Messa nella festa dei Sette Santi Fondatori dei Servi di Maria.Martedì 18 febbraio: Ore 10.00 - Castelmassa: incontra i sacerdoti del Vicariato di Castelmassa. Ore 15.00 - Rovi-go, Curia: presiede la riunione dei Direttori degli Uffici Pastorali diocesani.Mercoledì 19 febbraio: Ore 10.00 - Stienta: incontra i sa-cerdoti del Vicariato di Stienta. Ore 21.00 - Adria, Parroc-chia di N.S.G.C. Divin Lavoratore: interviene al percorso dei fidanzati del Vicariato di Adria-Ariano e tiene una riflessione sul sacramento del matrimonio.Giovedì 20 febbraio: Ore 9.15 - Rovigo, Seminario: par-tecipa all’incontro di aggiornamento teologico-pastorale dei presbiteri, durante il quale don Edmondo Lanciarotta di Treviso, responsabile della Commissione Regionale per la Scuola e l’Università, svolge la riflessione su: “La rela-zione dei presbiteri con il mondo della scuola”.Venerdì 21 febbraio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: rice-ve in udienza. Ore 18.00 - Rovigo, Rotonda: celebra la S. Messa in memoria di don Luigi Giussani.Sabato 22 febbraio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza.Domenica 23 febbraio: Ore 11.00 - Adria, S. Vigilio: cele-bra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresi-ma. Ore 16.00 - S. Bellino: celebra la S. Messa in memoria di don Luigi Lovato.

Attività del Vescovo

La Chiesa, naturalmente missionaria, la Chiesa che è il popolo di Dio, è mandata al mondo intero per annunzia-

re ad ognuno e a tutti l’Unico Salvatore. E’ vero che non può mancare il rischio che, dicendo tutti missionari, poi, in realtà, ben pochi lo siano realmente. Questa vocazione missiona-ria, come più volte ricordato, nasce dalla nostra identità di battezzati-cresimati. Il bisogno di annunziare il vangelo, la “gioia dell’evangelo”, diventa-no così un naturale fiorire della vitalità che è stata seminata in noi. Ma è fuori d’ogni dubbio che, tra tutti i battezzati, alcuni hanno un dovere più alto, una più urgente necessità dì evan-gelizzare. L’A.d.P., come secon-da intenzione per questo mese, ci propone infatti di supplicare il Signore perché “sacerdoti, re-ligiosi e laici” facciano la loro parte nell’evangelizzazione. Le persone consacrate, secondo i vari carismi, sono tutte oggetto

di un amore di predilezione di Dio. Lo diceva il Ven. Pio XII con queste parole: “La vocazione sa-cerdotale (e religiosa) sancisce, da parte di Dio un atto eterno di amore che esige, nella crea-tura prescelta, il contraccambio della santificazione”. All’amore di Dio si risponde riamandolo, amando i fratelli, soprattutto portando loro il Segno supre-mo dell’amore del Padre, Cristo Gesù. Tra le persone consacrate sembra oggi, talvolta, serpeg-giare una sorta di rassegnazione e, quasi, di disimpegno. I nume-ri sempre più ridotti di persone e le crescenti difficoltà possono, in certe situazioni, spingere alla chiusura in se stessi o nel recin-to di quello che rimane delle no-stre comunità, accontentandosi di tirare avanti come si può. Per questo è quanto mai motivata la preghiera perché le perso-

ne consacrate siano esemplari nell’esprimere “la gioia del van-gelo”. Certamente, anche con la più grande generosità che po-tessero esprimere, non potran-no fare tutto da soli: meno male! E’ quindi necessario educare alla missionarietà, qui e dovun-que, tutti i battezzati, partendo dai fanciulli del catechismo fino ai cristiani più attempati. Come ci insegna papa Francesco, te-stimoniare la gioia del vangelo comporta guardare in faccia la realtà del mondo, molto com-plicata e segnata da spaventose contraddizioni e difficoltà. La parola evangelica, che siamo tutti chiamati a dire, diventa quindi lettura attenta dei fatti, giudizio severo sulle storture economiche, sociali e politiche che umiliano l’uomo, soprattut-to il più debole. Si traduce logi-camente nell’aiuto sincero, nel

soccorso concreto, nella frater-nità vissuta. E’ innanzitutto una testimonianza che, le persone consacrate per prime, devono offrire a tutti per mostrare che in noi la fede conclamata agisce realmente mediante la carità. Il prete, con il suo ministero, e le persone consacrate, con la loro presenza e testimonianza, aiute-ranno i fratelli nella fede laici a prendere coscienza sempre più della loro identità missionaria e ad essere, come ci diceva il vangelo della scorsa domenica, “sale e luce della terra”. Può sembrare tutto difficile e compli-cato, ma è tutto stupendamente e terribilmente semplice: si trat-ta di amare Colui che il Padre ci ha donato. Secondo le situa-zioni e le chiamate, vale sem-pre per tutti il grido di S. Paolo “L’amore di Cristo ci spinge” (2 Cor. 5,14).

Un popolo per tutti

diDon Vittorio

De Stefani

Istituto Diocesano Sostentamento CleroAvviso ai SacerdotiI Sacerdoti inseriti nel sistema di Sostentamento del

Clero, sono pregati di passare presso gli Uffici della Cu-ria Vescovile di Rovigo, Via Sichirollo, 18 (nei giorni di martedì e venerdì – stanza n. 15), per ritirare il “PROV-VEDIMENTO DELL’ORDINARIO DIOCESANO “ ri-guardante l’anno 2014.

Ufficio EconomatoAvviso

La Segreteria dell’Ufficio Economato rimarrà chiusa nei gg. 24-25-26 febbraio p.v. (Convegno Economi 2014).

E nel periodo dal 3 al 15 marzo (in questo periodo chi avesse bisogno/necessità di contattare l’Ufficio può farlo nei pomeriggi di lunedì 3 e 10 marzo e nei pomeriggi di mercoledì 5 e 12 marzo).

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3la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 attualità

Colloquio confidenzia-le con Giovanna Chirri, la giornalista dell’Ansa pro-tagonista del più grande scoop del secolo: le dimis-sioni, in latino, di Papa Ratzinger. “Ma fino a quell’11 febbraio sembravo don Chisciotte, ed era diffi-cile portare avanti questa lotta. Però la porti avanti lo stesso, perché non sei ca-pace di fare altro, non credi in altro”.

Come ci si sente, un anno dopo? Lo chiedo a Giovanna in questa chiac-chierata tra amiche, una delle tante di “mutuo so-stegno” che ci facciamo da sempre, da buone vicine di box in sala stampa. “Non è che sia cambiata la mia vita quotidiana, sul lavoro può anche essere peggiorata”, risponde con la sua solita, realistica, autoironia.

Quando ho comincia-to a fare questo mestiere, Giovanna c’era. In questi vent’anni, abbiamo con-diviso - almeno - un mae-stro, l’amore per la filosofia e un’idea di giornalismo “con la schiena diritta”, fat-to di curiosità e di passione. Q u e l l ’ 11 febbraio, esattamen-te un anno fa, sono arrivata in r e d a z i o -ne (al Sir siamo una “ p i c c o l a famiglia”, dobbiamo fare mil-le cose, la mia pre-senza in sala stampa vati-cana non può essere mai a tempo pieno) e il direttore mi ha detto: “Devi correre in sala stampa, il Papa si è dimesso”. “Non è possi-bile!”, è stata la mia prima risposta. Poi ho guardato il dispaccio dell’Ansa, ho visto quella sigla – CHR - a me tanto familiare, e ho capito. Così, subito dopo l’iniziale sconcerto per una rinuncia senza precedenti nella storia della Chiesa, è subentrato l’orgoglio per quella che per me è ben più di una collega: la gioia vera, perché era stata lei la prima al mondo a diffondere la notizia, traducendola dal latino in presa diretta… I tanto vituperati studi clas-sici!

Come ci si sente, un anno dopo? Lo chiedo a Giovanna in questa chiac-chierata tra amiche, una delle tante di “mutuo so-stegno” che ci facciamo da sempre, da buone vicine di box in sala stampa. “Non è che sia cambiata la mia vita quotidiana, sul lavoro può anche essere peggio-rata”, risponde con la sua solita, realistica, autoironia: “Quello che è cambiato è il mio atteggiamento. Per ca-rità, per la Chiesa e per la persona di Papa Ratzinger il mio ‘primato’ ha un peso quasi inesistente, ma ha avuto un impatto talmente grande che mi ha aiutato a confermarmi in un modo di essere, e di fare la gior-

nalista, che è considerato perdente. Non che rinneghi o volessi rinnegare il passa-to: anzi, rifarei tutto quel-lo che ho fatto. Ma fino a quell’11 febbraio sembravo don Chisciotte, ed era dif-ficile portare avanti questa lotta. Però la porti avanti lo stesso, perché non sei capa-ce di fare altro, non credi in altro”.

L’11 febbraio come “ri-sarcimento”, dunque: “Pos-so dire che alla fine ho avu-to ragione io”, conferma Giovanna, “noi giornalisti

serviamo ancora a q u a l c o -sa”. Una giornalista salita alla ribalta del m o n d o “ s e m p l i -cemente” perché sa fare il suo mestiere, ne conosce l ’ ” a b c ” :

stare sulla notizia, anche “fuori orario”, poter rac-contare un fatto che entra nella storia grazie al latino studiato al liceo… “Ci sono tanti miti sulla nostra pro-fessione, la realtà è molto più prosaica”, osserva Gio-vanna denunciando un vi-zio tipico di chi fa informa-zione oggi: il meccanismo, “molto rischioso”, delle “anticipazioni”, in base al quale “chi scrive sa già cosa accadrà, o meglio presume di sapere tutto con molto anticipo, poi basta un copia-incolla e tutto è già pronto”. Insomma, “siamo abituati a un modello di informazio-ne troppo precotto, e finisce che non sappiamo più rac-contare quello che vedia-mo, e di andarlo a vedere”. Le “precomprensioni”, in-somma, “ci rovinano il bel-lo di ciò che succede”: un po’ come andare a vedere un film già sapendo il fina-le e conoscendo le battute. Invece, “tra lo schermo e la persona c’è un mediatore culturale, e quello è il gior-nalista”, ricorda Giovanna, che a proposito delle altre ragioni del suo successo – la competenza e la spe-cializzazione – polemizza con la figura dei giornalisti “tuttologi”. “Oggi la spe-cializzazione viene frain-tesa, e tradotta come: ‘tutti devono fare tutto’. E’ vero che all’occorrenza debba essere così, ma se mi man-dassero in uno spogliatoio di calcio per seguire una

partita, risponderei che forse so seguire il Papa un po’ meglio”. Un esempio per tutti, l’investimento massiccio nel multimedia-le: “Per le agenzie è il suici-dio”, commenta Giovanna: “tutte le altre cose le fanno già gli altri, e magari anche meglio. Così finisce che ‘on line’ facciamo tutti le stesse cose, e nessuno fa più il me-stiere consumando le suole delle scarpe”.

Tornando ai Papi, da noi è molto in voga “inter-pretarli”, ma i Papi si difen-dono da soli, come Giovan-na spiega bene nel suo libro “L’ultima parola”: “Ratzin-ger – ci dice – all’inizio è sta-to vittima di un pregiudizio negativo, e alla fine il gesto della rinuncia ha portato molti a comprenderne la grandezza. Per Papa Fran-cesco, che ha cominciato il pontificato in maniera trionfante, il rischio potreb-be essere quello opposto, che diventi vittima di un pregiudizio positivo”. L’an-tidoto a qualunque “inca-sellamento” è proprio il rac-conto, e in questo le agen-zie sono maestre: “Papa Francesco ci aiuta molto, la sua immediata simpatia e carica comunicativa può essere sfruttata in positivo e diventare l’occasione per una comunicazione seria, fatta per bene, a partire dai fatti”.

Cosa ti resta di Papa Ratzinger, un anno dopo? La breve pausa di silenzio di Giovanna mi fa intuire che sarebbero tante, for-se troppe, le cose da dire. D’istinto, risponde le cate-chesi del mercoledì: “Ero in un momento della mia vita in cui tutto il resto mi interessava poco. Stare lì a seguirle mi ha dato tantis-simo: io ammiro molto l’in-telligenza, e Papa Ratzinger è molto intelligente”. Sem-plicità e profondità: un al-tro binomio che appartiene di diritto al Papa emerito: “Quando ho perso mia fi-glia Flavietta, il Papa mi ha chiesto cosa era successo, e poi mi ha detto: ‘Pregherò per lei’. In questo mondo così caotico, sembra che le cose abbiano senso solo se sono complicate. La realtà è complessa, ma le cose vere non devono essere compli-cate per forza. Ci sono cose vecchie che valgono sem-pre: sono gli ingredienti della vita, che sono anche gli ingredienti del giornali-smo”.

M. Michela Nicolais

Nella terza domenica di ogni mese, i sacerdo-ti sono invitati a cele-brare la S. Messa nello spirito della missione; sono invitati cioè a far riscoprire ai fedeli che la fede non va vissuta in maniera muta, pri-vata e invisibile, ma va testimoniata e annun-ciata.A questo scopo il Vesco-vo Lucio invita i sacer-doti ad offrire ai fedeli, con l’omelia della terza domenica di febbra-io, una riflessione sull’ indifferenza religiosa che si diffonde anche nel nostro Polesine e sulla missione che il Signore ci dà: essere annuncia-tori dell’amore di Dio.Il Vangelo di questa se-

sta domenica del tempo ordinario propone alla no-stra meditazio-ne un brano del discorso della montagna (Mt 5,17-37). Con esso Gesù conferma la vali-dità dei comandamenti, ma ci insegna che essi devono essere vissuti nello spirito dell’amore totale verso Dio e verso il prossimo: «Pie-no compimento della legge è l’amore», scriverà l’apostolo Paolo (Rm 13,8-10). In que-sta domenica il Vangelo fer-ma la nostra riflessione su tre problemi.

1. «Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucci-derai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudi-zio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giu-dizio. Chi poi dice al fratello: “stupido”, dovrà essere sot-toposto al sinedrio; e chi gli dice: “pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna».

Non siamo giusti solo quando evitiamo atti estre-mi, come l’omicidio, ma quando siamo amiamo il prossimo, lo rispettiamo e lo aiutiamo. Non basta evitare il male, l’odio, la violenza; bisogna compiere il bene, stimare il proprio fratello, collaborare con lui, costruire la pace.

2. «Avete inteso che fu det-to: “Non commetterai adul-terio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per deside-rarla, ha già commesso adulte-rio con lei nel proprio cuore».

Non basta non rovinare la vita di coppia con l’adul-terio, la disonestà, la distan-za e la freddezza verso il proprio partner; non basta non divorziare. Bisogna vivere l’amore coniugale in modo fedele, in piena e reciproca donazione, facen-do dono della propria vita l’uno l’altro.

3. «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adem-pirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme; e neppure per la tua testa... Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Non basta non giurare: bisogna essere consacrati sempre alla verità, anche nelle piccole cose. Bisogna essere sinceri, schietti, one-sti.

Con questi messaggi Gesù ci invita a passare da

una religione intesa come os-servanza di un codice di nor-me, ad una re-ligione vissuta come adesione totale a Dio e

come amore verso il pros-simo: “Ama il Signore Dio con tutto il cuore … Ama il prossimo come te stesso” (Mt 22,37-39).

Ma oggi si vivono an-cora questi comandamen-ti? Quanti sono quelli che li ignorano? E quanti sono quelli che ignorano anche Dio, che ce li ha dati?

Nella società attuale non ci troviamo solo di fronte a visioni etiche discordanti dal Vangelo di Gesù Cristo, ma ci troviamo anche di fronte a una visione della vita che elimina la fede in Dio e che diffonde l’indiffe-renza religiosa.

Scriveva il papa Gio-vanni Paolo II prima del Giubileo del 2000: «Oggi l’indifferenza religiosa por-ta molti uomini a vivere come se Dio non ci fosse o ad accontentarsi di una re-ligiosità vaga, incapace di misu rarsi con il problema della verità e con il dovere della coeren za. A ciò sono da collegare anche la diffu-sa perdita del senso trascen-dente dell’esistenza umana e lo smarrimento in campo etico, persino nei valori fon-damentali del rispetto della vita e della famiglia».

E continuava: «Una ve-rifica si impone pure ai figli della Chie sa: quanto sono anch’essi toccati dall’at-mosfera di secolari smo e relativismo etico? E quanta parte di responsabilità de-vono anch’essi riconosce-re, di fronte alla dilagante irreligiosi tà, per non aver manifestato il genuino vol-to di Dio, a causa dei difetti della propria vita religiosa, morale e sociale?» (TMA 36).

I motivi dell’indifferen-za religiosa sono diversi. Ma dobbiamo riconoscere - come ci insegna il Concilio Vaticano II - che su di essi pesano certamente anche alcuni fattori dipendenti da noi cristiani e dalle no-stra comunità ecclesiali: l’immagine deludente che alle volte danno le nostre co munità; la contro-testi-

monianza di molti credenti; l’insignificanza di una fede ridotta da troppi credenti a una pratica religiosa disan-corata dalla vita…

Come abbattere il “muro di gomma” dell’indifferenza di molti battezzati verso il Vangelo e il messaggio cri-stiano? Come risvegliare la fede in tanti battezzati che non ce l’hanno più? Come dobbiamo vivere la fede noi credenti e praticanti, in un contesto scristianizzato?

1) La condizione fonda-mentale di credibilità è la nostra fede convinta e gioio-sa. La missione chiede a noi cristiani credenti e pratican-ti di essere “entusiasti” della nostra fede, “innamorati” di Cristo: un amore che matu-ra nell’ascolto assiduo della Parola, nella preghiera, nel-la celebrazione dell’Eucari-stia, all’interno della comu-nità parrocchiale.

2) Una seconda attitudi-ne da maturare è la nostra disponibilità a metterci in ascolto delle persone con lo stile della “compagnia” con cui Gesù si è avvicinato alla samaritana; la missione ci domanda di essere attenti al “vissuto” delle persone e di scoprire i “germi di bene” che Dio ha impiantato nella loro vita.

3) La missione ci do-manda la disponibilità al dialogo e al confronto con tutti e fra tutti, credenti e non credenti; ci chiede di offrire occasioni di dialogo e di accettare il confronto tra le motivazioni del crede-re e del non credere; esige il rispetto dell’altro fino in fondo.

4) La missione ci chiede di promuovere una pasto-rale “senza soglie”, “senza barriere”, e di stabilire rap-porti di collaborazione con tutte le agenzie culturali, sportive, ricreative, per dif-fondere la nostra visione cristiana della vita; ci chiede di amare questo nostro tem-po e di stare nel mondo di oggi senza paura: il Regno di Dio è già “impiantato nel cuore del mondo”!

Chiediamo al Signore che ci guarisca dai nostri li-miti e infermità e che:

- apra gli occhi a noi ciechi, perché vediamo le sofferen-ze nascoste dei fratelli;

- apra gli orecchi a noi sor-di, perché udiamo il grido silenzioso dei disperati;

- apra la bocca a noi muti, perché sappiamo pronun-ciare parole d’amore;

- apra le nostre mani rat-trappite, perché sappiamo compiere gesti di carità.

+ Lucio Soravito, vescovo

Un anno fa Benedetto…

“Sì, noi giornalisti serviamo a qualcosa”. Parola di scoopista

«Popolo di Dio in missione»

Omelia per la 6ª domenicadel tempo ordinario

Domenica16 febbraio

2014

Giovanna Chirri

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4 la Settimana domenica 16 febbraio 2014società

D i fronte ai rilievi del Comitato per i diritti dell’infan-zia, la rea-zione della Santa Sede è stata misurata. Da un lato è ovvia-mente ri-affermato l’impegno a estirpare f enomeni degenera-tivi e nega-tivi, ma dall’altro “alla Santa Sede rincresce di vedere… un tentativo di interferire nell’inse-gnamento della Chiesa Cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della liber-tà religiosa”.

Unprecedent, devasta-ting: i media internaziona-li, in un inglese facile faci-le, non hanno usato mezzi termini sui risultati della 65° sessione del Comitato per i diritti dell’infanzia conclusasi il 31 gennaio. Il comitato, composto da diciotto personalità (una è italiana), opera nel qua-dro della Convenzione Onu sui diritti dell’in-fanzia, a Ginevra, presso l’Ufficio dell’alto com-missariato dell’Onu per i diritti umani. Bisogna situarla nella complessa burocrazia delle Nazioni Unite per valutare la pro-nuncia del Comitato sulla Santa Sede, il cui rapporto sull’attuazione della Con-venzione, di cui è stata tra i primi firmatari, è stato esaminato insieme a quel-lo di diversi altri stati, tra cui la Germania, la Rus-sia, lo Yemen e il Congo. Per tutti ci sono stati rilie-vi, anche importanti. Ma per la Santa Sede ci sono state anche considerazio-ni di diverso genere, lega-te agli indirizzi generali della dottrina. Che – non

a caso proprio nel vivo di questo nuovo pontifica-to – hanno rapidamente fatto il giro del mondo, rilanciando vecchie pole-miche.

In realtà, il rapporto può apparire “unprece-dent” e di conseguenza “devastating” proprio perché esce dal seminato. Intanto perché equipara Chiesa cattolica, Santa Sede e Stato Città del Va-ticano, come ha illustrato con chiarezza il giurista Giuseppe Dalla Torre al Sir. Il rapporto riconosce i significativi sviluppi della legislazione eccle-siastica e del magistero pontificio per reprimere e prevenire gli abusi sui minori, in una linea che coerentemente si muove da Giovanni Paolo II a Papa Francesco, passan-do per il deciso impulso durante il pontificato di Benedetto XVI. Ma con-fonde la Chiesa, con la sua peculiare articolazio-ne, con uno Stato, dotato di poteri accentrati.

Di fronte ai rilievi del Comitato, la reazione del-la Santa Sede è stata mi-surata. Da un lato è ovvia-mente riaffermato l’impe-gno a estirpare fenomeni degenerativi e negativi, ma dall’altro “alla Santa Sede rincresce di vedere in alcuni punti delle Os-servazioni Conclusive un

tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa Cattolica sulla di-gnità della persona uma-na e nell’esercizio della libertà religiosa”. Perché va controcorrente.

Nessuno scontro tra Onu e Vaticano, insom-ma, come qualcuno ha strillato a caldo. Ma sem-plicemente, come ha ri-badito il portavoce padre Lombardi, bisogna essere consapevoli delle forze in gioco (che sono facilmen-te identificabili, anche se spesso coperte) e dunque restare vigilanti, di fronte ad evidenti strumentaliz-zazioni: “Le raccomanda-zioni formulate dal Comi-tato sono spesso piuttosto scarne e di peso relativo. Non per caso non se ne è quasi mai sentita eco a livello di stampa interna-zionale, anche nel caso di Paesi dove i problemi dei diritti umani e dell’in-fanzia sono notoriamente gravi”.

E’ bene allora ricon-durre tutto nei limiti, ma non dimenticare la lezione dei fatti. La Chie-sa continua serenamen-te nella sua missione, in particolare proprio nel campo della tutela dei fanciulli e dei diritti delle persone e “lo farà con co-raggio e decisione, senza timidezza”.

Francesco Bonini

Sotto la neve che cadeva copiosa avvolgendo le bai-te di legno lungo il pendio mime-tizzato nella coltre bianca, per svilup-pare la mentalità imprenditoriale, per imparare ad organizzare una squadra, per pro-gettare un’iniziati-va nel rispetto dei tempi ottimizzan-do le risorse, pren-dendo coscienza delle competenze necessarie. E’ sta-to un soggiorno di lavoro, molto intenso per gli im-prenditori under 30 di Giovani im-presa Coldiretti di Rovigo, che dal 3 al 5 gennaio sono stati a Falcade, nel cuore delle Dolo-miti bellunesi, per un ritiro formati-vo, all’agriturismo La piccola baita.

Il gruppo gio-vani tra i 20 ed i 30 anni, insieme al delegato provinciale Paolo Sartori, tutti imprenditori già ti-tolari d’azienda agricola, è stato guidato dallo staff di Ferruccio Cavallin e dal segretario di Giovani im-presa Rovigo Romeo Boa-retto, in una serie di attivi-tà all’interno e all’esterno per sviluppa-re lo spirito di squadra e la visione imprenditoriale di largo respiro.

I giovani si sono mes-si letteralmente in gioco, divisi in due formazioni in competizione tra loro, attraverso un dettagliato

programma di prove di abilità, lezioni in aula, eser-citazioni, gare sulla neve, f in a l izza te al l ’appren-dimento del

percorso fisico e psicologi-co da seguire dalla nascita di una squadra al raggiun-gimento di un obiettivo co-

mune, passando attraverso la presentazione in modo persuasivo del proprio pro-getto. Al soggiorno forma-tivo sono arrivanti anche il segretario nazionale di Giovani impresa Carmelo Troccoli, quello regionale Luca Motta ed il delegato veneto Andrea Barbetta. L’incontro con le cariche di Giovani impresa è ser-vito per un confronto sulle problematiche delle nuova aziende agricole: l’accesso al credito, la salvaguardia del territorio, l’eccesso di burocrazia.

“Andiamo a chiederlo agli abitanti dei comuni alluvionati del padovano e del modenese se i dan-ni li hanno avuti solo gli agricolto-ri o tutti q u a n t i . Gli inve-st imenti per la si-c u r e z z a idraulica e la bonifica non riguardano solo le campagne, ma tutta la comunità”.

Il presidente della Coldiretti Rovigo Mauro Giuriolo, interviene a bol-lare come disinformata la provocazione di qualche organizzazione sindacale secondo cui i consorzi di bonifica dovrebbero essere finanziati ancora di più (di quanto già non avvenga), dalle quote dei proprietari di campi, in quanto sareb-bero gli unici beneficiari

delle attività di bonifica. Un’affermazione sconfes-sata dai disastri provocati da esondazioni e frane che avvengono ormai frequen-

t e m e n t e anche in Veneto, a causa dei c a m b i a -menti cli-matici, ma soprattut-

to, per evidenti carenze di manutenzione e gestione consapevole del rischio idraulico, attraverso lo strumento delle attività di bonifica.

“Fra l’altro – aggiunge il direttore di Coldiretti Sil-vio Parizzi – gli agricoltori contribuiscono quotidia-namente alla sicurezza del territorio, anche col presi-dio diretto delle affossa-ture di campagna, cioè la piccola rete di scoli privati tra i campi coltivati”.

“Il vero problema – spiega il presidente Giu-riolo – è capire che se oggi il Polesine è il territorio provinciale più sicuro dal punto di vista idraulico di tutto il Veneto, lo deve a decenni e decenni di opere di bonifica e di sal-vaguardia idrogeologica. Mentre gli allagamenti e le esondazioni dalla rete fluviale, stanno ancora imperversando sull’intera regione – prosegue Giurio-lo - la provincia di Rovigo se la sta cavando con una modesta (in riferimento ai disastri avvenuti altrove) esondazione del Tartaro verso Melara e diverse in-filtrazione lungo l’ondata di piena del Canalbianco. Questo non è un caso, ma vera e propria conquista dell’opera dell’uomo at-traverso i consorzi di bo-nifica, di cui tutte le nostre comunità si stanno avvan-

taggiando”. “Ma queste opere silenziose e merito-rie – continua Giuriolo - si stanno interrompendo ne-gli ultimi anni, a causa del drastico e continuativo ta-glio delle risorse che lo sta-to e la regione dovrebbero destinare appunto alla ma-nutenzione del demanio idrico. E quanto durerà la

sicurezza in Polesine?”.“Proprio in un momen-

to storico in cui i cambia-menti climatici sono sotto gli occhi di tutti – conclude il presidente di Coldiretti – e in cui le precipitazioni sono sempre più abbon-danti e concentrate in brevi periodi, il rischio idraulico sarà sempre più presente

e sempre più urgenti gli interventi strutturali. An-che il nostro Polesine dà i primi segnali di cedimento e se non si proseguirà con gli investimenti lungo la rete dei corsi d’acqua e col presidio idrogeologico an-che noi polesani finiremo per trovarci alluvionati o allagati”.

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Coldiretti Rovigo

Sicurezza idraulica del Polesine, una conquista continua

Giuriolo “Per ora il rischio è sotto controllo, ma

quanto potrà durare?”

Pedofilia e non solo

La Chiesa non si fa intimidire dall’OnuGiovani Impresa Coldiretti Rovigo

Sulla neve per fare squadra

Gli under 30 di Coldiretti Rovigo in ritiro formativo

sulle Dolomiti

Page 5: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

5la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 polesine

Il Polesine ha celebrato il Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe. In città una corona è stata posta in Largo Giovanni Palatucci mentre a Palazzo Celio presenti la presidente Tiziana Virgili, il sindaco Bruno Piva, il prefetto Francesco Provolo ed il questore Rosario Eugenio Russo sono state ascoltate le testimonianze di tre esuli. A Badia deposizione di una corona alla lapide di via Martiri delle Foibe con intervento nella scuola Ghirardini di in profugo istriano. Iniziative anche nelle scuole Itis Viola, Ispia Marchesini e Celio Roccati.

In Provincia la cerimonia dedicata alla memoria di migliaia di italiani dell'Istria, del Quarnaro e della Dalmazia che subirono violenze e la morte nelle foibe del Carso si è sviluppata sul ricordo e sulla figura di Giovanni Palatucci, il giovane questore di Fiume morto in campo di concentramento a Dachau. Prima Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato, poi Flavio A m b r o g l i n i , presidente del Comitato Palatucci, hanno ricordato la “personalità” del funzionario aiutandosi anche con la visione in sala di alcuni spezzoni del film “Senza Confini” girato da Rai 3 nel 2001.

In precedenza Lorenzo Maggi delegato d e l l ’ a s s o c i a z i o n e nazionale Venezia Giulia Dalmazia aveva ricordato come “Quanti fuggiti dallo sterminio furono costretti all'esilio e come la repressione operata dai “titini” li costrinse ad abbandonare, casa, lavoro, la terra dove erano nati, il futuro”.

“La volontà – ha

proseguito – era chiara, di quegli italiani non doveva restare traccia” Poi le testimonianze di tre signore “grati a chi ricorda” alle quali l’idea di Tito aveva tolto a chi il lavoro, la casa, i cari, un sogno. “Momenti come questi – ha ricordato la presidente della Provincia Tiziana Virgili rivolgendosi agli studenti – servono per far riflettere, perché il rispetto della vita è un valore che

deve essere comune a tutti. Palatucci, che oggi abbiamo ricordato, per questi valori ha dedicato la sua vita. Costruiamo un futuro senza violenza, soprusi, di rispetto, ogni occasione è buona”.

A partire dal prossimo venerdì 21 Febbraio 2014, e con cadenza mensile, inizierà un Ciclo di Incon-tri di formazione sul tema «L’identità francescana: un servizio al povero oggi» presso il Seminario dei Frati Cappuccini, in via Cappuccini 18 a Rovigo. Relatore sarà P. Gianluigi Pasquale ofm Cap., Profes-sore di Teologia nella Ponti-ficia Università Lateranen-se in Vaticano, e dall’estate scorsa 2013 membro della Comunità dei Cappuccini nella nostra Città.

Gli incontri sono rivolti innanzitutto alla formazio-ne perma-nente dei Vo l o n t a r i che operano ogni gior-no presso la Mensa dei Poveri annessa al complesso conventuale, ma anche a tutti gli altri/e che desidera-no approfondire la propria

fede cristiana, attraverso la spiritualità francescana, a un anno esatto dall’elezio-

ne al soglio Pontif ic io del primo Papa religio-so che porta il nome del Poverello di Assisi. Gli incontri di svolgeran-

no in una apposita sala del Seminario e inizieranno sempre alle ore 21:00, con

la possibilità, dopo la Con-ferenza di P. Gianluigi, di aprire un dibattito e di solle-vare questioni, anche eccle-siali, pastorali e sociali che interessassero al pubblico mediante delle domande. Vi è la possibilità di arrivare con l’auto e parcheggiare. Gli incontri sono liberi.

Per eventuali infor-mazioni, ci si può rivol-gere al Responsabile del-la Mensa dei Poveri Fra’ Mario Manfrin OFM Cap.: 3472479834.

In arrivo i contributi per le famiglie nu-merose. A partire da martedì 11 febbraio ed entro il termine perentorio delle ore 12.00 dell’11 aprile 2014 si possono presentare le do-mande per accedere al pro-gramma di interventi econo-mici straordinari varato dalla Regione Veneto a favore del-le famiglie con parti trige-mellari e delle famiglie con numero di figli pari o supe-riore a quattro, con Isee fino a 25 mila euro. Il contributo economico è di 900 euro per le famiglie con parti trigemellari e di 125 euro a figlio per le famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro. Lo comunica l’assessore ai Servizi sociali Antonio Sac-cardin, spiegando che il contributo verrà concesso sulla base delle graduatorie definitive che stilerà la Regione, fino ad esaurimento dei fondi disponibili pari a 2 milioni 500mila euro.

Come FarePer accedere al Bonus Famiglia è neces-

sario che il richiedente sia cittadino italia-no o di uno Stato appartenente all’Unione Europea, rifugiato politico o cittadino ex-

tracomunitario in regola con le norme che disciplinano il soggiorno in Italia, residente nella Regione del Veneto e con un indicato-

re della situazione economi-ca equivalente (Isee), riferito ai redditi dell’anno 2012, non superiore a 25 mila euro.

La domanda va com-pilata on line seguendo le istruzioni presenti sul sito in-ternet della Regione Veneto: https://salute.regione.vene-

to.it/web/sociale, nella parte riservata al richiedente.

Successivamente è necessario recarsi presso i Servizi sociali del Comune di Rovigo – viale Trieste n. 18 e consegnare il modulo della domanda con il numero identificativo ricevuto dalla procedura web, copia del documento d’identità in corso di validità, attestazione Isee in corso di validità riferita ai redditi dell’anno 2012 e, in caso di cittadini stranieri, copia della carta di soggiorno per ciascun membro il nucleo familiare. La documentazione può anche essere inviata al Comune purché pervenga agli uffici comunali entro le ore 12 dell’11 aprile 2014.

Il sindaco Bruno Piva ha ricevuto nei giorni scor-si nel suo ufficio di palaz-zo Nodari, il nuovo rettore della chiesa della Rotonda, don Gianni Vettorello.

Ad accompagnarlo era-no presenti il presidente del Sindacato della Beata Vergine del Soccorso (Ro-tonda) Giovanni Boschetti, la vice Eva Grandi e Ora-zio Cappellari componen-te del consiglio.

Il sindaco, rivolgendo a don Gianni l’augurio di buon lavoro per il nuovo importante incarico, ha ribadito il suo sostegno, per quanto di competenza, ben sapendo le problema-tiche del tempio cittadino che rappresenta una delle principali bellezze archi-

tettoniche di Rovigo, ma che è an-che punto di incontro per iniziati-ve culturali e di aggre-gazione di tutta la co-munità.

Da parte sua, il nuo-vo rettore si è già pre-sentato ai fedeli, renden-dosi disponibile sia per andare a trovare a casa gli anziani e gli ammalati, che per le confessioni.

“Siamo felici dell’ar-rivo di don Gianni e di questa disponibilità – ha detto Boschetti -, che in-

crementa la presenza ec-clesiastica”. Pienamente d’accordo Grandi che ha ribadito la presenza di don Gianni in Roton-da tutti i pomeriggi per un’ora, per i cittadini che desiderino confessarsi o parlare con lui.

Infine, il Sindaco, il presidente Boschetti e tutti i componenti del consiglio del Sindacato, hanno colto l’occasione per ringraziare il precedente rettore, don Giulio Bernardinello per la fattiva collaborazione prestata.

RovigoBanca

“M’illumino di meno 2014”RovigoBanca ha aderito anche quest’anno all’ini-

ziativa “M’illumino di meno”, promossa dalla tra-smissione radiofonica “Caterpillar” di Rai Radio2, la quale, incoraggiando l’adozione di misure di salva-guardia ambientale, ha indetto per venerdì 14 febbra-io la “Giornata del risparmio energetico”.

Nel sostenere questa importante e nota iniziativa, RovigoBanca, come tante altre realtà del Credito Coo-perativo nazionale, invita tutti i propri soci e clienti a partecipare al progetto impegnandosi a rispettare un simbolico “silenzio energetico” e ad utilizzare energia pulita, all’insegna dello sviluppo dell’uso di fonti rin-novabili.

In tutte le filiali sono stati esposti avvisi finalizzati a sensibilizzare al risparmio energetico. Inoltre, sono stati messi a disposizione della clientela volantini con-tenenti il “Decalogo ambientale”.

Gli stessi dipendenti della banca aderiranno all’iniziativa mediante l’assunzione di regole elemen-tari quali lo spegnimento di luci e macchinari non indispensabili, l’accorgimento di evitare sprechi nel riscaldamento dei locali ed altre iniziative di concreta salvaguardia ambientale.

Rovigo

Foibe: la giornata del ricordo

Rovigo - Palazzo Nodari

Il sindaco Bruno Piva ha ricevuto il nuovo Rettore della Rotonda

Rovigo - Palazzo Nodari

Bonus famiglie numerose

Le domande per i contributi

devono essere fatte entro l’11 aprile

Rovigo

«L’identità francescana: un servizio al povero oggi»

Incontri di formazione presso il Seminario dei Frati Cappuccini

di Rovigo

Testimonianze di esuli e la figura del questore

Palatucci nella cerimonia a Palazzo Celio

Fra Gianluigi Pasquale

Page 6: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

6 la Settimana domenica 16 febbraio 2014polesine

Un incontro che Fran-cesco Milan, presidente del Gruppo “V.Bachelet”, ha definito “inusuale e persino coraggioso visto il momen-to piuttosto concitato dei rapporti fra gruppi politici in Parlamento”, si è svolto giovedì sera presso la sala Auser di Rovigo, con Bar-bara Businaro, consigliere comunale del M5S e Nicola Garbellini, sindaco di Ca-naro e componente dell’As-semblea Nazionale del Pd, sul tema “Le ricette per il BelPaese”. Alla fine tutto si è svolto in tranquillità sotto la regia del giornalista, Ni-cola Chiarini, alla presenza di una cinquantina di per-sone e con diversi esponen-ti delle politica locale del Pd, di altri partiti del cen-trosinistra e del M5S. Ov-viamente non sono manca-te le frecciatine reciproche fra due formazioni politi-che con i militanti del M5S più agguerriti e quelli del Pd più compresi nel ruolo di ospitanti, attraverso il Gruppo Bachelet, indipen-dente ma dichiaratamente vicino al centrosinistra.

Clima dunque di con-fronto nel quale i due relato-ri, ma anche gli intervenuti, hanno mantenuto il punto sulle rispettive posizioni non concedendo nulla agli interlocutori, con il risulta-to tuttavia che un dialogo c’è stato ed era quello che il Gruppo Bachelet, promoto-re dell’iniziativa, dichiara-tamente voleva.

In particolare Barbara Businaro ha sostenuto le ra-gioni della dura posizione

del M5S sul decreto Imu-Banca d’Italia distinguen-do l’aspetto politico dagli atteggiamenti successivi che ha criticato affermando che certi comportamenti “finiscono per penalizza-re il buon lavoro fatto in Parlamento”, ma ciò non comporta un giudizio fa-vorevole alla politica ren-ziana, anzi, e nemmeno è possibile immaginare un qualsiasi accordo, semmai convergenza su fatti concre-ti come è accaduto in occa-sione della costituzione del Senato come parte civile nel processo per corruzione a carico di Silvio Berlusconi.

Assolutamente convin-to dell’azione politica del neo-segretario del Pd si è invece confermato Nicola Garbellini, renziano della prima ora, per il quale è

necessario dare una spinta alle riforme ed è quello che Matteo Renzi sta facendo nelle condizioni date, nelle quali il M5S è indisponibile a qualsiasi tipo di confronto nel merito, aprendo di fat-to le porte al centrodestra e alla rinata Fi.

In effetti la mancata al-leanza o quantomeno con-vergenza fra Pd e M5S per le riforme è aleggiata per tutta la serata nei vari inter-venti. “Prima o dopo – ha chiosato Milan a conclusio-ne dell’incontro – chi vuole davvero che questo Paese cambi nel senso di mag-giore etica e responsabilità dovrà porsi il problema di unire l’elettorato disposto a questo progetto, altrimenti vinceranno sempre coloro a cui l’attuale situazione sta bene”.

“Scrittori del Polesine a Palazzo Celio”, ha ricor-dato al pubblico presente, l’Assessore alla Cultura Laura Negri, è una rasse-gna di Autori del nostro territorio che ci fa sempre più scoprire nuove poten-zialità creative, ricerche, sensibilità diverse, fantasia in pubblicazioni di vario genere letterario.

“Quel che resta delle fate”, è l’undicesima rac-colta, diario poetico, di Elisabetta Zanchetta, nota giornalista e poetessa del Polesine. Un titolo che, come per le altre sillogi, è la sintesi di stati d’ani-mo, riflessioni, sentimenti “registrati” nello scorrere dei giorni, nell’arco degli anni.

Roberta Fava, scrittrice e critica d’arte, coglie nelle liriche della Zanchetta un desiderio di libertà che le convenzioni sociali igno-rano. Un sentire che, for-te, emerge da “Le farfalle non volano più”: - Stanche crisalidi di noia - racchiu-dono l’incubo di una vita vuota”.

La poetessa in un verso accorato lamenta: “Io non sono... - incertezze, assen-ze, passi di noia, speranze stonate, il solito vuoto.” E in “Cappuccetto rosso” - a un passo dal baratro - dell’ennesima illusione-

Avverte, con sconcerto, la materializzazione del mondo attuale che riduce a cosa, che tratta alla stregua

di cosa materiale istanze intellettuali, psichiche, mo-rali, culturali, i sentimenti. Il sistema per cui l’uomo è ridotto a merce. Egli sente come se soggiacesse alle stesse leggi del consumo alle quali rispondono gli oggetti e anche l’astrazio-ne diventa materia.

Attimi di conforto pos-sono venire dai ricordi: “Rimarrà solo il ricordo” -Favola sbiadita dal tem-po - farfalla di carta - ali bruciate da nuove verità.- Anche per Elisabetta la memoria è il grande serba-toio a cui attinge tanta par-te del nostro esistere, del pensiero, delle emozioni, dell’arte. Il ricordo come senso di continuità fra passato e presente, ciò che permette al poeta la facoltà più importante, l’immagi-nazione. La rimembranza, il piacere, il rifugio, il fa-scino del ricordo fu tema caro a Leopardi, e il recu-

pero del passato attraver-so gli oggetti, i profumi, i sapori visti casualmente sono motivo della ricer-ca del tempo perduto in Proust. La dolcezza del ri-cordo trasforma l’angoscia in malinconia: “Vecchia befana-saggezze di sag-gina- danza su nuvole di ebbrezza- a un passo dal sogno.”

Ma perchè sono qui? Si chiede ancora la poetessa: “Come un riccio, raggomi-tolo l’anima, il cuore, i pen-sieri - ogni parte di me.” Un riandare alle origini. Affiora l’uomo con tutto il suo mistero, della men-te umana che si conosce e non si conosce: sa che è ma non sa cos’e. La natura spirituale e inconporea da una parte e la vita irrazio-nale e animalesca dall’al-tra, e deve continuamente lottare, battersi per conqui-stare la difficile condizione della dignità umana.

Consolante, risuona, nelle ventisei liriche, una melodia di ondo che con-cilia la concitazione del vivere con la dolcezza. “Io vivere vorrei addormenta-to - entro il dolce rumore della vita” scrisse il poeta Sandro Penna, ed Elisabet-ta: “Spengo la luce- resto solo io- a respirare - briciole di sogni, - nascosti nel cuo-re- ammantato di nuvole e stelle, - non una parola ne’ un riflesso- Ricomincio da me- per vedere lontano.”

Aurora Gardin

Sono numerosi quelli che conoscono “fra Galdi-no” per via dei “Promessi sposi” di Alessandro Man-zoni. In quel suo capola-voro Manzoni lo descrive come il “frate cercatore del convento dei Cappuccini di Pescarenico”! Il “que-stuante” che alimenta con quanto riceve il “mare del-la carità” per i poveri. Non chiede nulla per sé, doman-da e porta in convento per i poveri. Lo fa in nome di Cristo e di Francesco, il “Po-verello”. E’ un personaggio scolpito nel tempo che da a tutto tondo l’opera della misericordia della Chiesa e dei cappuccini in particola-re. E’ un fraticello che vive in perfetta letizia, che cre-sce nella bontà, donando se se stesso e la sua opera per i poveri di Cristo e della Chiesa.

Dona tut-to se stesso, non solo nel d o m a n d a -re, ricevere, portare nella dispensa dei poveri, ma pure scoprendo i poveri da aiutare, sostene-re, e a loro mostrare “con le buone opere” l’amore di Dio e della Chiesa”!

Quanto riceve viene ar-ricchito dall’amore e dalle sue fatiche, e impreziosi-to da quell’amore buono, frutto concreto del Vangelo, che egli incarna, che divie-ne icona dell’impegno co-munitario dei “figli di San Francesco” lì nel territorio e

in tutto il mondo . E’ l’amore di Cristo che lo muove e lo porta a questuare qualcosa, da donare impreziosito dal-la carità evangelica. Viag-gia a piedi scalzi, sosta con ogni uomo, povero o ricco, riceve e dona, in letizia. Lui quasi un canale in cui scor-re la carità di Dio, che lava, purifica, arricchisce e rende

umani. Siamo tutti affasci-nati dalla te-stimonianza di tutti i “Fra G a l d i n o ” ,

che il francescanesimo ha sparso e spande in tutto il mondo. A Lendinara c’è una fraternità di Cappuc-cini che prepara giovani di mezza Italia e di un terzo d’Europa – Triveneto, Lom-bardia, Croazia, Ungheria e altre regioni – a continua-re il “questuare” gentile e buono di fra Galdino.

Continuano a viaggiare scalzi per le nostre strade. Qualcuno, come il nostro fra Arcangelo – viaggia in

bici e fuori città con qualche mezzo motorizzato – per poter raggiungere gli uomi-ni e le donne cui egli offre l’occasione di essere ope-ratori di carità! Sanno tutti che il camminare è la strada che fa incontrare peccato-ri e giusti, poveri e ricchi, donatori e bisognosi. Da-vanti a loro ognuno diviene mite, perché sanno che essi stendono la mano in nome di Dio e se ne servono per dare pane e un poco di di-gnità ad ogni uomo. Ripe-tono il manzoniano “La c’è la Provvidenza”! Sanno che la “via” è Cristo e in Cristo è possibile non solo il fasci-no, ma anche gesti d’amore e la condivisione. Ogni “fra Galdino” raccoglie e dona, raccoglie e dona in nome di Cristo che è la via che salva, che porta a sentirsi fratelli, a edificare gesto dopo ge-sto, la civiltà del Vangelo, dove ogni uomo è figlio di Dio e prezioso agli occhi del comune Padre!

Gianni Azzi

Con la riunione del Co-mitato Tecnico è stato av-viato il progetto “Polesine Inclusivo” realizzato da un partenaria-to di enti pubblici e del privato sociale per rispondere ai nuovi bisogni di integrazione e coesione del territorio, determinati dalla situazione economi-ca attuale che ha spinto ai margini o addirittura fuori dal mondo del lavoro un numero importante di per-sone, molte delle quali ap-partenenti a categorie tra-dizionalmente lontane da problemi legati alla disoc-cupazione e che ha messo ancora più in difficoltà ca-tegorie di svantaggio quali le persone con disabilità, con problemi di dipenden-ze e salute mentale.

Il progetto è stato pro-mosso da Confcooperative Rovigo e vede quale sog-getto capofila il Consorzio Cooperative Sociali, il co-finanziamento del Fondo Straordinario di Solidarie-tà presieduto dalla Fonda-zione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e una vasta rete di partner: la Provincia di Rovigo, l’Ulss 18 di Rovigo e l’Ulss 19 di Adria, le due Conferenze dei Sindaci dell’Ulss 18 e Ulss 19, 34 Comuni della Provincia di Rovigo (Adria,

Arquà Polesine, Ariano nel Polesine, Badia Polesine, Bergantino, Calto, Cana-ro, Canda, Castelmassa,

Caste lgu-g l i e l m o , Ceregnano, Costa di Rovigo, Fi-

carolo, Fiesso Umbertiano, Frassinelle Polesine, Fratta Polesine, Gavello, Giaccia-no con Baruchella, Guarda Veneta, Lendinara, Lusia, Occhiobello, Pincara, Pon-tecchio Polesine, Rosolina, Rovigo, San Bellino, San Martino di Venezze, Stien-ta, Taglio di Po, Trecenta, Villamarzana, Villanova del Ghebbo e Villanova Marchesana), le Caritas Diocesane di Adria-Rovigo e di Chioggia, 12 cooperati-ve coordinate dal Consor-zio CO.RO.S., Unindustria Rovigo e 4 aziende a loro aderenti, Formel Veneto, C.I.F.I.R., la Fondazione Banca del Monte di Rovi-go, l’Ente Parco Regionale Veneto Delta del Po e la Camera di Commercio di Rovigo.

Il progetto ha avuto un finanziamento di quasi cin-quecentomila euro da par-te della Regione Veneto a seguito del bando “Azioni integrate di coesione socia-le” che aveva come obietti-vo quello di creare rete fra i soggetti che negli ultimi anni hanno affiancato nelle

politiche attive per il lavo-ro i soggetti pubblici Cen-tri per l’Impiego ed il SIL Servizio di integrazione lavorativa dell’Ulss, quali i soggetti privati accreditati dalla Regione Veneto per i servizi al lavoro e le co-operative sociali, imprese che per tradizione ospita-no in tirocinio ed assumo-no persone con svantaggi, le imprese profit e gli enti di formazione in un circu-ito di buone prassi volte a fornire alle persone colpite dalla crisi economica stru-menti di riqualificazione e reinserimento lavorativo.

Le azioni attraverso cui il progetto, che durerà un anno, si svilupperà sono: attività di tirocinio, forma-zione e avvio d’impresa, consulenza per la legge 68/99 a beneficio di perso-ne svantaggiate ed in situa-zione di fragilità sociale.

“E’ un segnale molto importante per il nostro territorio polesano – evi-denzia il Comitato Tecnico di Polesine Inclusivo – in cui enti pubblici, soggetti non profit ed imprese si sono messe insieme per affrontare nel modo più ef-ficace le sfide di inclusione sociale. Il perdurare della crisi richiede strumenti straordinari e il modo mi-gliore per dare risposte è quello di creare sinergie in una logica di rete.”

Confcooperarive Rovigo

Progetto «Polesine inclusivo»

Rovigo

La poesia di Elisabetta Zanchetta

Una grande rete per l’inclusione sociale

Iniziativa del Gruppo Bachelet

Pd e m5s: confronto difficile ma necessarioLendinara

Il fascino di “Fra Galdino”

“Un giorno nella loro fraternità”

Page 7: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

7la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 polesine

Oggi, la signora Gra-ziella Stroppa di Pole-sella ci racconterà la sua esperienza di studentes-sa, al terzo anno, della nostra Scuola.

“ E’ stata una mia amica del cuore che mi ha parlato della Scuola ( io proprio non ero a co-noscenza che a Rovigo esistesse questo tipo di opportunità per i laici ), e che mi ha suggerito di iscrivermi. Fin dalle pri-me lezioni sono rimasta affascinata dai docenti, sia laici che religiosi, certamente per la loro competenza, ma, so-prattutto, per la loro ca-pacità di coinvolgerci ed entusiasmarci nella materia che esponevano.

Così ho iniziato ad ap-profondire la mia conoscen-za di Dio, che prima era assolutamente superficiale, anche se frequentavo la chiesa. Non avevo neanche mai sfogliato una Bibbia.

Da quando frequento la Scuola invece, mi ci sono appassionata; adesso pen-so che la Bibbia sia uno dei libri più belli che io abbia

letto in tutta la mia vita; ed è una lettura non superfi-ciale come sarebbe potuta essere prima che frequen-tassi questa Scuola, ora ho imparato come operare, come accostarmi alla Sacra Scrittura per comprenderla in maniera profonda. E più approfondisco, più mi incu-riosisce e più mi affascina, così sono indotta ad appro-fondire di più, ma se appro-fondisco mi vengono nuove

curiosità … è un cammi-no che non ha fine. Inol-tre, sono convinta che mi sarebbe stato molto utile aver frequenta-to la scuola di teologia quando ancora facevo l’insegnante, perché in-segnavo Storia dell’Ar-te!. Mi rendo conto che le vicende dell’Antico e del Nuovo Testamento, rappresentate nelle ope-re dei grandi artisti del medio evo o del rinasci-mento, le esponevo solo esaltandone l’aspetto artistico, mentre se aves-si avuto anche le com-petenze teologiche che ho adesso, avrei avuto la possibilità di rendere

meglio come gli artisti han-no presentato questi perso-naggi biblici e avrei potuto insegnare la mia materia in maniera più approfondita, più completa.

La scuola continua ad essere l’ appuntamento imperdibile del venerdì pomeriggio anche perché è un ambiente straordinario, amichevole, sereno, dove è piacevole stare ed io ci sto veramente bene”.

Notizie dalla Scuola di Teologia

Un modo nuovo di leggere l’Arte

Lunedì sera 27 genna-io u.s si è tenuto presso il cuore Nuovo di Borsea - Sala Madre Teresa, un incontro organizzato dal Gruppo Giovani sul tema dell’abuso delle tossico-dipendenze attraverso il racconto di un padre che ha vissuto tale esperienza durante i primi decenni di vita fino a quando ha incontrato Don Pierino Gelmini della Comunità Incontro con il quale col-labora da alcuni anni per aiutare i giovani ad uscire da questo labirinto esi-stenziale che traumatizza le loro vite lasciando un segno indelebile sotto il profilo psicologico. Du-rante l’incontro è emersa la volontà di questo padre-testimone di riscattarsi at-traverso il matrimonio e la nascita contestuale di due figli che lo hanno cam-biato dentro responsabi-lizzandolo a livello sociale e personale re s e t t a n d o quindi la sua vita in modo davvero alternativo ricon-ducendosi ai valori veri ed autentici dinanzi ai quali credere fino in fondo.

Sono altresì emersi du-rante l’incontro dei dati allarmanti sul consumo di droga mettendo in luce il fatto che l’età con cui si inizia lo stato di tossico-dipendente si è abbassata a 13-l4 anni rispetto ad uno o più decenni orsono quando l’età era circa 30-35 anni. Emerge da quan-to detto anche che il sin-golo è coinvolto in questo processo dal “gruppo” di giovani che si ritrovano nei bar, pub e altri locali solo per bere anche tre spritz al giorno senza ave-re la consapevolezza di che cosa questo alla lunga possa comportare a livello neurologico, psicologico e sociale, visto che il proble-ma, anche se se ne parla sporadicamente in questi ultimi anni, è diventato una vera e propria epide-mia o meglio una Piaga della nostra società mala-ta di egoismo e arrivismo sociale ove i sentimenti non contano più nulla per effetto dell’intossica-zione cronica, cosicché le persone tendono ad alie-narsi dal mondo esterno per crearne uno interno in conflitto perenne e ancor più in opposizione dinan-zi alla realtà circostante con il rischio dell’auto-annientamento e auto-isolamento da se stessi ca-gionando un male verso coloro che sono stati sem-

pre vicini durante la vita e che sentono in questo modo di essere stati tradi-ti o non ascoltati nei loro consigli preziosi proma-nati in tempi non sospetti ovvero quando l’evento era ancora in stato di con-valescenza.

Altresì è emerso come i sinistri stra-dali per il 40% sia con-s e g u e n z a dell’assun-zione di dro-ghe leggere e il 26% di

consumatori di hashish e marijuana ha subito disfunzioni all’appara-to riproduttivo e il 96% dei cocainomani hanno iniziato dall’assunzione di cannabis indica lo sta-to di tossicodipendente vero e proprio; infine il 5% dei Medici Oncologi è favorevole all’uso della cannabis a livello terapeu-tico con le c.d “stanze del buco” come avviene in Svizzera o altri Paesi Eu-ropei (American Cancer Society).

Ne è poi scaturito un dibattito sullo stato del-la nostra legislazione in materia di tossicodipen-denza sottolineando le guide-lines della propo-sta di legge depositata in parlamento sulla legaliz-zazione della cannabis, manifestando in tale con-testo la totale contrarietà a tali scopi preordinati per gli effetti clinico-sintoma-tologici devastanti verso le nuove generazioni già disorientate per il loro futuro di lavoro, ci si im-magini se per assurdo ve-nisse diffuso questo mes-saggio dai mass-media cosa comporterebbe per la società italiana è facile ed intuitivo immaginarlo ov-vero l’eutanasia di questi giovani che vengono con-dannati a morte nel mo-mento più bello della loro vita solo per tali stupidag-gini quando il tempo libe-ro può essere riempito di altre cose meno nocive e alternative.

Da degli studi clinici effettuati da Università prestigiose emerge come la cocaina viene indicata come agente causale di danni al midollo spinale con conseguente paralisi. La marijuana rappresenta il punto d’inizio per il vizio del tossicomane tanto che a livello sintomatologico viene indotto ad assume-re altre sostanze più peri-colose quali 1’LSD (acido lisergico derivante dalla pianta di segale quale ce-reale) e simili e il livello di intossicazione è talmente cronico che le reazioni psicotiche configurano anzitutto comportamenti configuranti reati contro il patrimonio, l’incolumità individuale e contro le au-torità preposte al control-lo quali poliziotti e cara-binieri, oltre alla reazione particolarmente violenta, aggressiva e impulsiva fin dalla più tenera età ove detto “svezzamento” o auto-medicazione diven-ta dipendenza.

Tutta questa ridda di dati serve a far compren-dere come il problema sia ben lontano dall’essere risolto con le inevitabi-li ricadute sul Sistema Sanitario Nazionale per quanto riguarda i costi di queste cure da parte dei ser.t (servizi per le tossicodipendenze), ma questo impone una radi-cale inversione di marcia da parte di ognuno di noi nel suo piccolo e creare una strategia alternativa che infonda fiducia e spe-ranza nei giovani di oggi quali adulti di domani perché i loro figli cresca-no in una società molto più sana di quella di oggi totalmente incancrenita sull’altare dell’egoismo, narcisismo e prepotenza. Ma per fortuna i segnali positivi non mancano e in aderenza al messaggio del Papa Francesco rivol-to ai giovani essi debbono essere Protagonisti e non Spettatori della vita non quindi dediti alla rasse-gnazione per un destino cinico e baro, bensì veri e propri trasformatori della vita sociale, economica e politica e contestualmen-te diventare promotori di tenerezza, dolcezza ossia gioiosi donatori d’amore verso il prossimo in modo tale da sentirsi ed esse-re figli dell’amore, della luce, delle stelle, della gioia, della grazia e della speranza che non muore e non delude mai.

Giovanni IsolaGruppo Giovani d Borsea

Nell’anno pastorale “II popolo di Dio in missione”, la comunità di Mardimago e Sar-zano propone la mostra: “Con gli occhi degli apostoli. Una presenza che travolge la vita” Da lunedì 24 marzo 2014 a domenica 30 mar-zo 2014 presso il Centro Giovanile Don Bosco – Sarzano.

La mostra ricostruirà il percorso che alcu-ni abitanti ebrei di Cafarnao hanno fatto dal primo incontro con Gesù di Nazareth fino al riconoscimento di fede che permise loro di arrivare a dare la vita per Lui.

Avvalendosi delle fondamentali cono-scenze scaturite dagli scavi archeologici rea-lizzati nell’ultimo secolo dai Padri Francesca-ni della Custodia di Terra Santa e dallo studio esegetico dei Vangeli, l’esposizione intende aiutare a vincere il dubbio sul cristianesimo:

“Sì, questa storia è accaduta realmente. Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia. Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che egli ha percorso. Possiamo, per il tramite dei testimoni, udire le Sue parole. Egli è morto ed è risorto ... i miti hanno aspettato Lui, in cui il desiderio è diventato rea Ità”. (Benedetto XVI).

Nella prima parte verrà descritta la lo-calizzazione e una breve storia di Cafarnao (Kfar Nahum). Oggi ne rimangono solo alcu-ni resti archeologici, ma nel periodo erodiano essa traeva una relativa importanza dal fatto che era posta lungo la Via Maris e proprio al confine tra due diversi regni. I visitatori sa-ranno aiutati ad immedesimarsi con la vita quotidiana degli abitanti del villaggio tramite oggetti, ricostruzioni, pannelli che permette-ranno di guardare e conoscere la vita normale dell’epoca: i lavori più comuni, i tipi di abi-tazione, la religione, le tradizioni, gli usi e i costumi, ecc.

Nella seconda sezione, le testimonianze dei Vangeli aiuteranno a mostrare come la tranquilla vita di Cafarnao, attorno all’anno 3D, venga profondamente sconvolta da un episodio apparentemente banale: l’incontro tra due degli abitanti del villaggio, Andrea e Giovanni, con un ebreo di Nazareth di nome Gesù, e la successiva decisione di quest’ulti-mo di trasferirsi proprio a Cafarnao. Nessun abitante di Cafarnao potrà evitare di avere a che fare con questo nuovo, inatteso ospite. Ma Gesù attrae anche gente da fuori, così che Cafarnao diventa un luogo a cui accorrono stranieri e sconosciuti, sconvolgendo la vita quotidiana del paese.

In seguito si concentrerà l’attenzione

sull’esperienza personale di quei pochi uo-mini che Gesù sceglie come suoi discepoli. La loro unità nascerà dalla sequela, perché sarà la persona stessa di Gesù a determinare ogni aspetto delle loro vite. Verrà descritto il cam-mino della certezza che fecero questi disce-poli. Stando con quella presenza eccezionale (che si manifestava tanto nei suoi miracoli quanto nel suo modo di insegnare ed agire), la loro vita diventerà più intensa e vera. Na-sce il cristianesimo: una Presenza che compie la vita.

La convivenza quotidiana, una corrispon-denza sempre crescente genera in loro la cer-tezza e l’attaccamento affettivo.

Nell’ultima sezione le scoperte archeolo-giche trovate a Cafarnao mostreranno come la vita nella città continui a rimanere diversa e segnata da Gesù anche dopo la sua morte. I suoi discepoli continuano a vivere assieme uniti dalla Sua Memoria e dalla Sua continua, affermata e riconosciuta Presenza; la casa dove Gesù aveva vissuto diventa dapprima un luogo di venerazione e poi una Chiesa; stranieri e sconosciuti continuano ad affluire verso la città come pellegrini per pregare in quei luoghi, come testimoniano i graffiti. A cura di José Miguel Garcia. Con la collabo-razione di Erasmo Figini, Daniela Massara, Ettore Soranzo. Fotografie di Stefano Ciol. Riprese video di Paolo Lipari.

Mostra curata da: Figini Erasmo, Garcia Josè Miguel, Lipari Paolo, Massara Daniela, Soranzo Ettore.

ORARI APERTURA MOSTRA “CON GLI OCCHI DEGLI APOSTOLI”

Lunedì dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22; inaugurazione presso la Chiesa Parrocchiale e visita guidata con il curatore della mostra. Martedì dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22. Mer-coledì dalle 17 alle 19. Giovedì dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22. Venerdì dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22. Dal lunedì al venerdì il matti-no su prenotazione.

Sabato dalle 10,30 alle 12 e dalle 17 alle 19 e dalle 21 alle 22 Domenica dalle 10,30 alle 12 e dalle 17 alle 19. Per le Parrocchie che lo desi-derano è possibile approfittare della presenza della mostra nella nostra diocesi per esporla la settimana successiva nei propri locali con un notevole contenimento dei costi.

Per informazioni e prenotazioni visite guidate:

Angelo Stefani 349 8640057 e-mail [email protected]

Ida Cattozzo 329 6544427 e-mail [email protected]

Sarzano Centro Giovanile - Mostra dal 24 al 30 marzo 2014

“Con gli occhi degli apostoli” Incontro a Borsea

No alla legalizzazione della cannabis

Tossicodipendenza: epidemia sociale

del nuovo millennio

Page 8: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

All’Agriturismo “Le Clementine” di Badia Pole-sine giovedì 23 gennaio 2014 ha avuto luogo la “zena coi ossi”, simpatico e tradizio-nale incontro giunto alla sua ventesima edizione.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Polesana Coldiretti Rovigo e Terra-nostra, in collaborazione con i contitolari dell’Agri-turismo Luciana Vallese e Beppe Tomini. Ospiti della serata personalità istituzio-nali, della politica, dell’eco-nomia e dell’informazione, tra questi: il prefetto di Ro-vigo Franco Provolo, il vice sindaco di Badia Gianni Stroppa, il questore Rosa-rio Russo, il vice questore Oscar Ghetti, l’assessore provinciale all’Agricoltura Laura Negri, il consigliere regionale Cristiano Coraz-zari, il sindaco di Rovigo Bruno Piva, il vice presiden-te vicario della Cariveneto Fabio Ortolan, il vice diret-tore di Bancadria Umberto Perosa, inoltre erano pre-senti i vertici provinciali e regionali di Coldiretti con il presidente Mauro Giuriolo e Giorgio Piazza, i direttori Enzo Pagliano e Silvio Pa-rizzi, il presidente di zona Badia, Simone Moretti. Era-

no presenti anche giornalisti e operatori di tutte le testate giornalistiche del territorio.

La signora Luciana, nel salutare gli ospiti ha sottoli-neato che il ritrovarsi attor-no ai piatti della tradizione contadina è un segno che richiama l’amicizia, la tradi-zione, la cultura, la storia e “l’arte” della buona tavola. Il maiale, ha osservato la si-gnora Luciana, rappresenta i prodotti e le radici contadi-ne del Polesine.

La serata, ha osservato Luciana, è nata vent’anni fa, con l’intenzione di far rivivere la storia e la cultura della campagna. In questi venti anni le “serate coi ossi” si sono dif-fuse in Po-lesine e nel Veneto.

L’Agri-t u r i s m o “Le Cle-mentine” di Badia Polesine, è la prima struttura agrituristica del Polesine nata nel 1992. La “zena coi

ossi” ha vo-luto ancora una volta p ro p o r re il maiale, animale del quale non si “butta” via nulla, almeno in passato , q u a n d o questo ani-male rap-presentava l’unico so-stentamento per la famiglia. Piatti gustosissimi hanno animato la serata, la carne di maiale, i bolliti con le ver-

dure, le gustose verze viola, i quadrelli di zucca caramel-lata, e la bòndiola di Beppe accompagnata da cren e mostarda, e ancora fette di salame super gustose e altri piatti squisiti, il tutto innaf-fiato da ottimo vino bianco e nero.

Il presidente Mauro Giu-riolo ha sottolineato come l’Agriturismo Le Clementi-ne rappresenti un valore ag-giunto al territorio del Pole-sine, in quanto attraverso la sua ricca cucina mantiene viva la storia, le tradizioni, la cultura rurale.

S.R.

8 la Settimana domenica 16 febbraio 2014polesine

Ficarolo - Un fiume di … caritàSpesso viene sottovalutato l’impegno caritativo del-

le Comunità parrocchiali e non! Sono invece una fonte grande di sostegno a chi è nel bisogno! Il Gruppo di volontariato vicenziano di Ficarolo, su “la nostra voce” di febbraio rende noto il bilancio del 2013! Il Gruppo è intervenuto con buoni mensa scolastica, spese alimen-tari, contributi per pagamento bollette, distribuzione pannolini per bambini ricevuti dalla Presidenza pro-vinciale e con la distribuzione al sabato pomeriggio del pane invenduto dai panifici Loberti e Gulinati. Dalla raccolta mensile in chiesa sono stati forniti: olio di semi litri 44; olio d’ulivo litri 26,750; pasta kg 145,250; riso kg 62,500; latte litri 231, 750; farina kg 107; zucchero kg. 69; biscotti e similari kg 37; legumi conf. 196; pe-lati conf. 192; tonno e carne conf. 291; Caffè e the kg 17,800; confetture kg 20,700; succhi e bibite litri 30,500; omogeneizzati vasetti 91; detersivi kg 75,45 shampoo e sapone pezzi 48. E offerte in danaro €. 221,00. All’As-sociazione Papa Giovanni di Don Oreste Benzi sono stati passati gli indumenti invenduti del “mercatino parrocchiale”.Guarda Veneta - Don Amedeo Zambotto

Il calendario parrocchiale di Guarda Veneta lo ha ri-cordato il mercoledì 12 nel 62° anniversario della mor-te: Don Amedeo Zambotto è morto il 12 febbraio 1952 all’Ospedale S. Maria della Misericordia a Rovigo. Era parroco di Guarda Veneta dal 1934. Era nato a Monta-gnana (PD) il 26 febbraio 1885. Fu ordinato presbitero in Cattedrale a Ferrara dal card. Giulio Boschi, il 28 ottobre 1908. Iniziava il suo servizio nella nostra Diocesi a Oc-chiobello come cappellano. Amava dipingere, arte in cui era solo un dilettante. E’ opera sua, il ritratto di S. Maria Chiara Nanetti ben conosciuto in tutto il Polesine.Rovigo S. Maria delle Rose - La tombola …

Ha qualche anno di vita l’incontro tra le persone an-ziane della parrocchia, la domenica pomeriggio per il gioco della “tombola”. Nelle aule riscaldate della cate-chesi parrocchiale esse trascorrono alcune ore in compa-gnia e nel piacere di giocare a un partita di … altri tempi. E’ il Circolo parrocchiale “Rodon” a gestire gli incontri e a provvedere i premi in palio.Polesine - … San Valentino …

Dopo la festa di S. Agnese, patrona delle giovani il 21 gennaio, di S. Sebastiano, patrono dei ragazzi il 19, e il 23 gennaio “Sposalizio di Maria e Giuseppe”, patroni degli sposi, è stata la ricorrenza di S. Valentino, il 14 febbraio, a interessare i nostri giovani per fare festa e una scappata fino ad Occhiobello o a Salara nelle cui chiese accende-re un cero e domandare la forza di mettere su famiglia! Certo hanno avuto la meglio le ragazze che si son viste recapitare “rose rosse” e cioccolatini. Una tradizione in-nocente che fa pregustare la gioia di sentirsi uniti per sempre, per formare famiglia, per dare ai nonni nuovi nipotini, per sentirsi chiamare papà e mamma ed essere continuatori dell’opera di Dio Creatore.Polesine - In arrivo … il “carnevale”

E’ in arrivo il “carnevale” anche da noi! Arriva in sor-dina, per la crisi che coinvolge tutti. Eppure un poco dap-pertutto si stanno preparando per sfilare. Se lo aspettano i più piccoli, per trascorre qualche ora immaginando di essere una fatina o un “super-men”. Fantasie innocenti che mettono assieme i ragazzini, che spargono corian-doli e tornano a casa stanchi per il troppo camminare e correre. Nei centri più numerosi sono le Pro-Loco a organizzare le “sfilate possibili” e dimenticare per qual-che ora le difficoltà di questi tempi. Nessuno si sottrae, perché anche la festa è parte della vita, ritempra le forze e prepara agli impegni quotidiani della vita, della fami-glia, del lavoro.Cà Zen di Lusia - Camminata e festa

Al limitare del territorio del comune di Rovigo ai confini con Grompo, i residenti hanno edificato una chiesetta dedicandola a S.Valentino. Hanno scelto un Santo la cui festa cade in un periodo in cui i lavori negli orti sono quasi fermi. Puntualmente fanno festa sia nel-la piccola chiesa che nei loro ambienti, per trascorrere qualche ora in amicizia e compagnia. Quest’anno nella mattinata della domenica 16 c.m. le varie associazioni hanno organizzato la “Camminata di san Valentino” con inizio alle ore 9.00 e che porterà i marciatori presso i luo-ghi caratteristici del territorio. Ci sono tracciati da 6, 9, 14 e 17 Km! La conclusione è prevista per le ore 11.45. Alle ore 10 nell’Oratorio vi sarà la celebrazione dell’Eu-caristia che sarà seguita dal “rito della benedizione” del campo giochi, della macchine agricole d’epoca. Nel po-meriggio, alle 140 prenderanno il via i giochi per i più piccoli e per i più grandi la cui chiusura è prevista alle 17 con l’estrazione della lotteria.Associazione Soc. Internazionale Vita nuovaSpirito e vita

Oggi, domenica 16 febbraio, alle ore 15.00 nella Sala teatro della parrocchia di San Bortolo Rovigo, vi sarà l’incontro di Rinnovamento carismatico sul tema “Il Si-gnore è il mio Pastore e nulla mi manca”, con la par-tecipazione di Kally Kalambay Musangu, missionario carismatico cattolico. L’incontro inizierà alle ore 15 con Accoglienza , Rosario e preghiera comunitaria di lode; alle ore 16 l’insegnamento; alle 17.20 testimonianze e dopo la preghiera per la guarigione alle 18.30 è prevista la conclusione. Alle 18.30 nella vicina chiesa parrocchiale vi è la celebrazione festiva dell’Eucaristia.

RICORDONella Chiesa Arcipretale

- Parrocchia di San Bellino - il giorno 23 febbraio 2014

alle ore 16.00si svolgerà

la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo

S.E. Lucio Soravito de Franceschiin Suffragio del

Reverendissimo don Luigi Lovato

Badia Polesine - Agriturismo “Le Clementine”

L’annuale “zena coi ossi”

Giornata del banco farmaceutico

La generosità batte la crisiLa Giornata nazionale di

Raccolta del farmaco, pro-mossa in tutta Italia dalla Fondazione Banco Farma-ceutico, si è svolta sabato scorso 8 febbraio e, giunta alla 14^ edizione, ha visto un grande successo di ge-nerosità e partecipazione. A livello nazionale, in una sola giornata sono stati raccolti 350.000 farmaci donati dai cittadini che si sono recati nelle 3.561 farmacie che han-no aderito all’iniziativa, con la partecipazione di oltre 14.000 volontari. Con questa raccolta la Fondazione Ban-co Farmaceutico potrà dare una risposta importante al fabbisogno di 1.576 enti as-sistenziali che inter-v e n g o n o su una re-altà di circa 600.000 poveri (e non si trat-ta solo di immigrati e profu-ghi, ma purtroppo sempre più di italiani in difficoltà). “Nonostante la crisi la ge-nerosità degli italiani non si smentisce mai – ha dichiara-to Paolo Gradnik presidente della Fondazione – la Gior-nata di raccolta del farma-co è un esempio virtuoso di come si possa secondo il principio di sussidiarietà dare una risposta concreta ad una nuova povertà, quel-la sanitaria, che sempre più colpisce famiglie italiane ed

anziani soli”. Interessanti anche i dati del Veneto dove sono stati raccolti 29.805 farmaci, con un incremento

del 3,2% sul 2013, per un va-lore medio di euro di

164.000 euro, 350 farmacie coinvolte con 2.000 volon-tari impegnati. In provincia di Rovigo la Giornata del farmaco ha visto una raccol-ta di 2.402 farmaci, contro i 2.756 del 2013, ma in au-mento rispetto ai 2.272 del 2012, con 36 farmacie impe-gnate e l’apporto di 120 vo-lontari con 28 enti assisten-ziali destinatari dei farmaci. “La crisi si è fatta sentire anche da noi – ha afferma-to il dottor Roberto Mattei responsabile provinciale del Banco Farmaceutico –

e così si spiega la leggere flessione rispetto allo scorso anno. Ma il dato che fa più

riflettere sulla generosità dei polesani – continua Mattei – è l’adesione di circa il 70% delle persone entrate in far-macia nella giornata di Rac-colta del farmaco 2014, il che vuol dire che sabato scorso abbiamo assistito, anche in provincia di Rovigo, ad un piccolo grande miracolo di generosità. Per questo mi sento di ringraziare, a nome del Banco Farmaceutico e di tutte le persone che fruiran-no dei medicinali raccolti, tutte le persone che hanno donato, tutti i volontari e tutti i farmacisti, vere colon-ne fondamentali anche della Giornata 2014”.

Rovigo - Acli

Pomeriggio insiemeLe Acli Pro-

vinciali di Rovi-go aprono dal 3 Marzo 2014 un nuovo servizio di Doposcuola rivolto a bambini della Scuola Pri-maria e a bambini dell'ultimo anno della Scuola dell'Infanzia. Il doposcuo-la si svolgerà dal lunedì al venerdì dalle ore 14:30 alle ore 17:30. Le iscrizioni devono essere fatte entro il 23 febbraio 2014.

Per informazioni telefonare al 366.8749811 o scrivere alla mail [email protected]

POMERIGGIO = DOPOSCUOLAPOMERIGGIO = DOPOSCUOLA Cosa si fa?

● Preparazione pre-scolare per i bambini di 5 anni (ultimo anno della scuola dell'infanzia)

laoratorio di lettura-scrittura; logico-matematico; inglese● Accompagnamento ai compiti per i bambini della scuola primaria

● Giochi e laboratori creativi dopo i compiti !uando?

dal lunedì al venerdìdalle ore 14:30 alle ore 17:30

dal 3 Marzo al 30 MaggioCome?

Iscrizione da fare entro il 23 Febbraio Saranno seguiti da una educatrice professionalePacchetti personalizzati in base al servizio scelto

C/o la sede delle Acli Provinciali di Rovigo in piazzale D'Annunzio 33A

PER INFO E ISCRIZIONI :PER INFO E ISCRIZIONI :tel: 366.8749811 tel: 366.8749811 mail: [email protected]: [email protected]

I dati in Italia, nel Veneto e in provincia di Rovigo

Page 9: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

9la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 polesine

Come una roccia in balia dei venti e delle tem-peste, il tempo spazza via l’effimero e lascia traspari-re la natura vera del mar-mo, don Settimo, a 10 anni dalla morte, appare all’oc-chio attento, un prete a 360 gradi.

Il cammino di formazione

Il cammino di forma-zione, si svolse nel per-correre i consolidati itine-rari della tradizione che il nostro Seminario aveva adottato sotto la spinta dello Spirito, dei nostri Ve-scovi, di mons. Sichirollo, dono di Dio e della Chie-sa che di Dio è il Popolo, tutto proteso alla sanità. “Siate Santi!” era il suo consueto incitamento. Una santità incarnata in questa e per questa gente, da con-durre a Dio, per rendere il Polesine, più umano e più cristiano. Don Settimo è riuscito ad esprimere au-tenticamente e a dedicarsi con passione al suo mini-stero.

Lo stile e l’uomoNella sua missione

vi sono tutte le impronte ricevute negli anni della formazione! Essa espri-me chiaramente la realiz-zazione di “chi ha saputo essere discepolo, prima che maestro, in anni in cui le trasformazioni acceleravano vertiginosamente, tanto da lasciare in tutti un senso di smarrimento”. “Erano anni

in cui la ricostruzione del dopo guerra voleva essere il simbolo di una ricostruzione interiore e sociale. Essere par-roco in tempi di contestazio-ne, poi di indifferenza e globa-lizzazione, voleva dire per lui essere anche chiari, esigenti e decisi”. “La sua fede era evi-dente in ciò che faceva: «se il Signore non costruisce la sua casa, invano fatichiamo»”. “Il Concilio chiedeva un fati-coso ed impegnativo rinnova-mento: camminare assieme, non trascinare; ascoltare la Parola e condividere il Pane per crescere; preferire gli ul-timi; formare cristiani adulti

e non laici da sacrestia”.

La gente ha sempre bisogno di segni di inco-

raggiamenti, la sua gente li trovava in lui sempre di-sposto al dialogo e a voler capire. “Faceva parte di quei preti che la nostra Chiesa ha provvidenzialmente avuto prima e dopo l’alluvione: Bre-viario e Rosario in mano, «Av-venire» e «Civiltà Cattolica» sulla scrivania”.“Seguirono i tempi in cui anche le parroc-chie non avevano più argini solidi, non ci si poteva più fermare solo all’eredità avuta …” (d.M.B.).

Bisognava aprirsi al nuovo per non fermar-si all’ombra del proprio campanile e morire …

Aperto ai tempi …Don Settimo con co-

raggio si mise sulle strade aperte dal Concilio: biso-gnava non rassegnarsi a

coltivare il proprio orto ma aprire gli itinerari nuovi, che i nostri Vescovi con chiarezza indicavano e che Lui percorse anche alla guida del Vicariato Foraneo. Le sue iniziative sia in Lusia che in Diocesi, sono segnate dal prova-re strade nuove, non solo nella creazione di nuovi e più aggiornati strumenti, ma pure nella formazio-ne dei fedeli. Vanno let-ti con quest’ottica le sue iniziative per i giovani, i campi scuola, le confe-renze culturali, le stazioni quaresimali, gli incontri di spiritualità. I quasi 50 anni di servizio presbiterale mostrano un “Don Setti-mo” in corsa con la Chiesa e con le nuove situazioni, senza mai smarrire i valori di sempre, e da trasmette-re ai suoi.

Le iniziativeSostare e riflettere sul-

la testimonianza di Mons. Malin, come si stanno impregnando Arciprete e

fedeli di Lusia, le Sorelle e la comunità civile, è un dono di grazia da far frut-tificare. Più che gli edifici e i monumenti, sono i fedeli stessi che Lui hanno avu-to pastore e guida, a darci l’invito a ringraziare Dio per questo sacerdote pa-store e guida.

Le manifestazioniDomenica 23 febbraio,

ore 10.00: Concelebrazione dell’Eucaristia nella chiesa di Lusia, dei sacerdoti del paese e amici;

Sabato 22 febbraio ore 21.00 nella Sala della Co-munità: Proiezione del fil-mato sull’opera pastorale a Lusia; Presentazione del fascicolo “Ricordando Don Settimo; Concerto del “Coro Monte Pasubio”; Mostra fotografica pres-so la Chiesa arcipretale di Lusia.

Già

Nella foto Don Settimo con S.E. mons. Capovilla e il Sindaco.

“Il tempo vola” è una delicata traduzione del la-tino “fugit tempus”! Sono passati dieci anni da quel 18 febbraio, quando nel pomeriggio di un giorno di Esercizi Spirituali a Lo-reto don Settimo concluse la sua giornata tra noi. Era naturale che i suoi fedeli volessero narrarsi tante delle cose vissute, pen-sate e realizzate con Lui. “Ricordando don Settimo 2004 - 2014” vuole pro-prio concretizzare questo: raccontare in famiglia al-cune delle tante cose fatte con l’arciprete don Setti-mo. E’ stampato a colori, nel formato del periodico parrocchiale, che ricorda i 25 anni di vita e le mille copie distribuite ad ogni uscita. Certo che i racconti vertono molto sulle realiz-zazioni, che tuttavia mani-festano la sua visione della parrocchia, della pastorale, della catechesi! Casa Cano-nica, punto di riferimento sicuro per chiunque vuole incontrare il parroco. Cen-tro giovanile per dare uno spazio alle attività formati-ve: gioco, catechesi, spetta-coli, bar, cortile e campi.

Dopo la sua parteci-pazione alla Giornata per la Gioventù costruisce la Grotta di Massabielle, luo-go adatto alla preghiera per giovani, giovanissimi e an-ziani. A caratterizzare i no-stri paesi sono i campanili.

Lusia aveva ricostruito la chiesa, ma ci voleva il cam-panile. Lo costruì con l’aiu-to di Dio e di tanti. Il bel piazzale, prolungamento del sacrato, sembrava vuo-to: si impegnò e impegnò tanti. Lì vi è il monumento al beato Giovanni XXIII°. Il suo rapporto amichevo-le con il futuro Giovanni

XXIII° iniziò con una gita a Venezia dei chierichetti di Corbola che il Patriarca ri-cevette in udienza. E con le nuove esigenze, l’ammo-dernamento della Materna, e del Nido integrato, per i più piccini. Tutte opere che descrivono l’impegno non solo economico, ma pure la passione per una pasto-

rale parrocchiale degna di questo nome. Certo i fedeli di Lusia rivivranno quan-to quelle bellissime foto e i messaggi ricordano e ri-guasteranno i 27 anni che godettero della presenza di un prete che li ha amati e serviti.

Tra le foto ritornano le immagini di S. E. mons. Loris Capovilla, che nell’ar-co di vita di don Settimo è stato il naturale prolunga-mento dell’amicizia inizia-ta con il Papa buono. Tutte le oltre 30 fotografie del numero unico richiamano l’impegno di Don Settimo, richiamano la sua attività e le sue origini che lo han-no visto bimbo amato dal suo parroco don Giusep-pe Astori, stimato dai suoi Educatori in Seminario, dai suoi parroci che lo han-no avviato alla vita pasto-rale e alle Sorelle e ai Fra-telli che sempre ha amato. Una pubblicazione quella voluta e curata dall’Arci-prete e dalla Comunità dei SS Vito e Modesto di Lusia che ben ricorda momenti e giorni impegnativi della parrocchia e dei suoi sa-cerdoti, delle sue Religiose, dei suoi Missionari. Essa sarà radice feconda per un futuro ricco di speranze.

Dia

Nella foto: Don Setti-mo celebra la Messa del 25°di sacerdozio

Rovigo S. Maria delle Rose

Doposcuola in parrocchiaIn tempi di crisi, nonostante la volontà e lo spirito

di servizio da parte degli operatori scolastici, è qua-si impossibile attivare dei doposcuola di tipo istitu-zionale. Nella Parrocchia di Maria SS. Madre di Dio (Santa Maria delle rose-Commenda est) la tenacia del Parroco, Don Mario Ferrari, ha ottenuto risultati posi-tivi. Il doposcuola è iniziato nei locali belli, luminosi, attrezzati (lavagna tradizionale, numerosi computer, ecc.) sottostanti la Chiesa. Gli insegnanti delle varie discipline, trascinati dall’entusiasmo di Don Mario sono stati pronti e puntuali. Gli alunni non mancano ma se ne attendono altri dopo la consegna dei docu-menti di valutazione del primo quadrimestre.

E’ opportuno sottolineare che il servizio è gratui-to, viene svolto nei pomeriggi di martedì, mercoledì e giovedì dalle 15.00 alle 16.30 ed è particolarmente ri-volto ai bambini della Scuola primaria cioè elementa-re e ai ragazzi della Scuola secondaria di primo grado cioè scuola media.

Livio Ferrari, sino ad ottobre garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Rovi-go, ha inviato al Sin-daco, Giunta e Consi-glieri la sua relazione per quanto operato nel 2013 nella Casa Circondariale di Rovi-go, che è la quinta ed ultima.

“Oltre a tutti i pro-blemi e i drammi che il carcere continua a produrre, che gli sono connaturati - evidenzia Ferrari nella sua relazione - quello che ho visto prevalere in questo periodo è il senso di rassegnazione che pervade le persone detenute, in molti è profonda la sensazione di sentirsi come dei “vuoti a perdere”, no-nostante il continuo parlare del carcere sui mezzi di in-formazione, nonostante l’ipotesi dell’amnistia e dell’in-dulto, la carcerazione viene nella maggior parte dei casi vissuta come “lontananza” e perdita di appartenenza”.

“Tanti parlano di carcere senza conoscerlo veramente a fondo, nelle storture che determinano poi questo falli-mento che è davanti agli occhi di tutti. Basta verificare il bilancio dell’Amministrazione Penitenziaria per rimane-re senza parole davanti al fatto che per ciò che concerne la “rieducazione”, che dovrebbe essere l’arte portante che si rifà ancora una volta all’art. 27 della Costituzione, la spesa risulta davvero a livelli irrisori: nel “trattamen-to della personalità ed assistenza psicologica” vengono investiti ben 8 centesimi al giorno! Appena maggiore il costo sostenuto per le “attività scolastiche, culturali, ri-creative, sportive”, pari a 11 centesimi al giorno per ogni detenuto”.

“C’è una grande irrazionalità nel sistema penitenzia-rio, il problema, comunque, è che questa consapevolez-za, cioè tutte le argomentazioni che fanno parte del ba-gaglio di informazioni vere e reali che sono bene a cono-scenza degli addetti ai lavori, per una larga estensione di popolazione tutto ciò è un segreto. Se la gente veramente conoscesse lo stato di incuria e abbandono in cui versano le carceri, se sapesse come la prigione crea solamente una società più pericolosa producendo persone più pericolo-se. Se tutto questo fosse una conoscenza reale, un clima per smantellare il carcere necessariamente si creerebbe, poiché la gente, in contrasto con la prigione, è razionale in questo problema. Pertanto – conclude Ferrari - per ri-portare le persone alla legalità ed al rispetto delle regole è assolutamente necessario che anche le regole del sistema siano rispettose delle persone! E nel nostro caso i soggetti non sono solo i reclusi ma anche coloro che vi lavorano che, in un sistema come questo, pagano un prezzo alto di malesseri fisici e psichici“.

Ultima relazione

Livio Ferrarisul carcere di Rovigo

A 10 anni dalla morte

Lusia ricorda don Settimo Malin

Luisa

“Ricordando don Settimo” 2004 - 2014

Con varie manifestazioni

Page 10: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

domenica 16 febbraio 201410 la Settimana

GiovaniIl Gruppo Scout Adria2 sperimenta l’apertura al contesto urbano, alle Parrocchie, alla collaborazione con enti e associazioni caritativi: l’ap-partenenza alla Città è la grande sfida che porta o fazzolettoni blu nel cuore della vita degli uomini.

...Gruppo Scout ADRIA 2

è stato un percorso coltivato con pa-zienza e con una sapiente cura dei rapporti educativi: l’estensione del Branco Fiore Rosso registrata con oltre 17 nuovi ingressi nell’Anno Pa-storale in corso è la grande novità, che descrive un cambio di strategia pastorale. Il Gruppo Scout, fin dalla sua prima branca educativa, non più legato a una sola realtà parrocchiale, si coglie anima della Città. Così da un progetto approvato prima nella Comunità Capi e poi nel Consi-glio Pastorale della Parrocchia di San Vigilio, vicinissima alla Sede Scout, è stato siglato un accordo educativo che ha reso possibile lo scautismo in confini più estesi di un tempo. Ora nel Branco bambini di almeno due realtà parrocchiali fanno insie-me la vita associativa. Il progetto disegna chiaramente la strada della collaborazione educativa: la dome-nica mattina ogni lupetto o lupetta partecipa alla Eucaristia nella sua Parrocchia, chi in Cattedrale e chi in San Vigilio. Ultimata la Santa Messa ci si ritrova insieme nella Sede Scout che si trova presso il Centro Giovani-le San Pietro, patrimonio educativo della città intera. I genitori hanno bene accolto la pro-posta ed il progetto è stato ben pre-sentato ai catechisti che seguono i bambini nel percorso di iniziazione cristiana.

AppArtenenzA e CollAborAzioneIl Gruppo Scout non più legato a una sola realtà parrocchiale ma anima della città

Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanilevia Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected]

Il cammino dell’Anno ha puntato su-bito fin dalle prime battute alla Rou-te Nazionale che si terrà per Rover e Scolte italiane nella prima decina di Agosto. Così l’autofinanziamento, la vita associativa, il servizio, le tappe del cammino formativo si inserisco-no in questa strada condivisa, fino all’accompagnamento delle ragazze che sono prossime alla tappa della Partenza, vissuta nel Gruppo in pros-simità della Pasqua.

Il Campo di Reparto è una grande at-tesa: dopo tre anni in cui l’Adria2 ha vissuto il Campo di Gruppo, a causa della specifica attività dei più grandi e delle notevoli proporzioni assunte dal Branco, quest’anno il Reparto tornerà a vivere il campo con la spe-cificità dei propri ritmi e delle proprie forme di vita, anche investendo in modo speciale sull’immersione nella natura e sulla vita all’aperto. La loca-tion, radicalmente diversa rispetto

agli altri anni, è tuttora tenuta riser-vata, come buona tradizione, dalla Staff di Reparto, che sta compiendo progettazione e sopralluoghi. E nel frattempo ragazzi e ragazze si dedi-cano a un percorso sulla competen-za ritmato da testimonianze di vita dei capi, storie di uomini e donne che hanno compiuto grandi imprese anche a costo della vita, la vicenda di Davide che con la sua fionda sconfig-ge anche il grande Golia.

il ClAn VerSo lA roUte nAzionAle e il repArto penSA Al CAMpo

il SerVizio Dei SACerDotiL’Assistente Ecclesiastico del Gruppo Adria2 è oggi don Luca Borgna, che cura il cam-mino spirituale del Gruppo, puntando alla comune as-sunzione della responsabilità educativa anche in campo re-ligioso assieme ai capi. Così è importante che i capi trovino fiducia sulla potenzialità di comunicazione della Fede che hanno essi stessi, senza de-leghe e con coraggio di testi-monianza. Il gruppo si avvale anche della collaborazione di don Fabio specialmente nella staff di Reparto e nei rapporti con la Comunità di San Vigilio.

A SerVizio DellA Città

La scelta di rendere presente lo scau-tismo in luoghi significativi della Città, nello spirito degli orientamenti dioce-sani di pastorale giovanile, ha portato l’Adria 2 a innalzare la bandiera nazio-nale e a cantare la Promessa non nel chiuso della propria Sede o delle Chiese ma in diverse piazze di Adria; allo stes-so tempo la propria presenza ha arric-chito momenti significativi anche del Natale appena trascorso e nella solen-nità dell’Epifania, in concorsi di presepi, Presepe cittadino in collaborazione con la Pro Loco, cena di solidarietà insieme ai Sindaci del Basso Polesine. La vita è nella Città. E l’Adria2 della Città vuole sentire battere il cuore pulsante.

Page 11: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

11la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 speciale

“Le Scritture, Dio e l’uomo si raccontano”, questo è il tema del de-cimo Festival Biblico che avrà luogo nella città di Vicenza dal 23 al 25 mag-gio 2014, un evento stra-ordinario che per la prima volta vede coinvolta anche la città di Rovigo e la sua Chiesa diocesana. L’espe-rienza fatta in questi anni porta ad estendere in altre realtà del Veneto il Festival Biblico nato nella città di Vicenza, allargando così sempre di più i suoi con-fini.

Nei giorni del Festival la città di Rovigo aprirà le sue piazze, le sue strade, le chiese, i luoghi di culto, i teatri e gli spazi della cul-tura e di incontro per acco-gliere la Parola di Dio.

Rovigo, dopo Padova e Verona, vuole rendersi partecipe di questo grande evento.

Attraverso questa nuo-va, indovinata, esperien-za la Chiesa che vive in Adria-Rovigo potrà sco-prire le proprie radici e le origini cristiane dell’antica nostra comunità di fedeli che vive nel Polesine, è così che anche a livello cultura-le, umano e cristiano verrà a coinvolgere moltissime realtà.

La scelta di par-tecipare al Festival Biblico, che si colle-ga molto bene con il tema ed il cammino pastorale della Chie-sa che vive in Adria-Rovigo. Nei giorni del Festival si potrà rivitalizzare anzitut-to la fede nel Signo-re Risorto, riscoprire potenzialità nascoste, dimenticate.

Il responsabile del Festival Biblico Rovi-go è don Andrea Var-liero, giovane sacer-dote del presbiterio diocesano, studioso, ed esperto di Sacra Scrittura, responsabile dell’Ufficio Catechistico Diocesano.

In questa nostra inter-vista don Andrea ci parla del Festival Biblico che ap-proderà a Rovigo.

D - Don Andrea, lei è il responsabile dell’evento Festival Biblico che vedrà - dopo Vicenza, Padova e Verona - interessata anche la città di Rovi-go. Come ha accolto questa importante re-

sponsabilità che le è stata affidata?R - Ho vissuto una not-

te di manzoniana memo-ria, notte dell’Innominato a rigirarmi in pensieri alta-lenanti tra una responsabi-lità forte ed un sogno che si realizza. Una responsa-bilità che mette in relazio-ne la nostra Diocesi con un evento nato dieci anni fa a Vicenza, che richiede un fitto dialogo con asso-ciazioni culturali, realtà diocesane e chiese sorelle, istituzioni civili; un sogno, quello che avevo nel cuore negli anni vissuti a Roma,

quando leggevo il crescere di un’iniziativa così bella e fresca quale il Festival Biblico a Vicenza: chissà se potessimo farlo anche a Rovigo, pensavo. Così, in una sera di fine ottobre in cui ci siamo riuniti con l’associazione culturale diocesana Edith Stein, alla ragion di stato che impone prudenza, ho preferito la ragione del cuore che do-manda entusiasmo. «Mi piacerebbe essere padre di una buona idea», scrive un cantautore, e vorrei essere

padre di una buona idea per la mia città e la mia Diocesi, cui voglio bene. Non sono solo nel cam-mino, tante persone sono state messe in contatto e si è creato un bel gruppo af-fiatato, espressione di un laicato intel-ligente e sensibile maturato nell’asso-ciazionismo.

D - Brevemente, con quali parole definire il Festi-val biblico? Di cosa si tratta?

R - Sinteticamente potrei definirlo come «un modo nuovo per incontrare la Bibbia», ma in realtà è scritto nella Bibbia stessa che la Parola ha urgenza di piazze, di città, di cultura, d’incontri, di persone, di tutto ciò che è pienamen-te umano, perché in esso vi è una scintilla del divino.

Dieci anni fa la Diocesi di Vicenza ha attivato questo dialogo con il mon-do civile e culturale, facendo nascere un tessuto nuovo nella realtà ecclesiale italia-na, recuperando un qualcosa di dimen-

ticato sotto una coltre di pregiudizi: che la Bibbia, assieme al mondo classico, è quel Libro alla base della nostra cultura, del nostro immaginario e del nostro linguaggio, scritto non per gli studiosi, ma per la vita degli uomini e delle donne di ogni tempo.

D - Perché anche la città di Rovigo vuole partecipare a questo evento? In che modo Rovigo sarà coinvolta?R - Nel nostro Vene-

to, dopo l’aggregazione

di Padova e Verona, da quest’anno anche Rovigo vuole essere parte attiva di questo Festival Biblico, rivitalizzando alcune pre-ziose radici della propria identità e cultura. Attraver-so la valorizzazione di po-tenzialità, talora nascoste e a compartimenti stagni, di ricchezze umane, socia-li, culturali, economiche, spesso sconosciute ai più, si vogliono offrire spunti di riflessione su possibili scenari futuri di sviluppo della terra polesana. Nei giorni del 23, 24 e 25 mag-gio 2014, mostre e concerti, conferenze e meditazioni, visite guidate, spettacoli teatrali, stand librari e di associazioni, attività crea-tive rivolte ai più giovani e... degustazioni in piazza, permetteranno a tutti di trovare un proprio spazio per proporre e proporsi.

D - E la Chiesa di Adria-Rovigo in che modo parteciperà all’evento?R - La Chiesa di Adria-

Rovigo si è data l’obiettivo di una missionarietà in questi due anni pastorali davanti a noi, su indica-zione del vescovo Lucio. E vorrei che come evento missionario fosse vissuto, evento di soglia dedicato a

persone che sono sia parte-cipi della vita delle nostre parrocchie, ma anche a chi è lontano dai nostri tempi e linguaggi parrocchiali; per questo vogliamo attiva-re proposte al di fuori dei nostri ambienti ecclesiali, nelle piazze, tra la frenesia di una città.

D - Don Andrea, qua-le sarà il tema del Fe-stival? R - Quest’anno il tema,

comune a quattro città del Veneto, è «Le Scritture: Dio e l’uomo si raccon-tano». Abbiamo pensato di articolarlo in diverse declinazioni: il racconto e la spiegazione, ossia il dialogo tra scienza e fede; il racconto e il dramma esistenziale, ossia il dialo-go tra come Dio narra se stesso e come l’uomo si racconta; il racconto e la cultura della città, ossia la presenza ebraica nel cuore di Rovigo e l’Arte come racconto di Dio; il racconto e la piazza, con un mercato dal titolo «Pane e Parola».

D - Il Festival Biblico a chi si rivolge, in altre parole chi dovrebbe partecipare o può par-tecipare?R - Gli eventi sono tanti,

volutamente sovrapposti, abbiamo voluto attivare diversi centri d’interesse, molteplici proposte: ognu-no creerà per sé il proprio festival biblico, ognuno potrà trovare un’occasio-ne e uno spazio in base alla propria sensibilità. Tutti possono partecipare, e pensiamo possa essere appetibile anche a perso-

ne al di fuori della nostra provincia, un’occasione perché Rovigo sia salotto buono che può da donare tanto dal punto di vista tu-ristico e culturale.

D - Si tratta di un even-to solo ecclesiale? R - No, si tratta di

evento culturale in stretta collaborazione con l’Ac-cademia dei Concordi; evento ecumenico che coinvolge chiese cristia-ne cattolica, ortodossa ed evangelica; evento regio-nale che abbraccia quattro province; evento civile patrocinato da Comune e Provincia. Per questo motivo, su questo bina-rio intendiamo muoverci coinvolgendo tutte quel-le realtà culturali, sociali, economiche e religiose che hanno desiderio di mettersi in gioco e dive-nire protagonisti attivi, per fare di Rovigo un ter-ritorio che vuol mostrarsi qual è, al di fuori di ste-reotipi banali o riduttivi: ricco di storia, di bellezze artistiche e naturali uni-che, di potenzialità cul-turali ancora da scoprire, nonché di imprenditoria-lità – piccola o grande – al passo coi tempi, ma sem-pre a misura d’uomo.

D - Quali sono gli obiettivi che il Festival si prefigge di raggiun-gere?R - Intanto di partire, e

poi di poter essere occasio-ne costante di crescita ne-gli anni a venire, non solo a Rovigo, ma nell’intera provincia.

Settimio Rigolin

Intervista a don Andrea Varliero

«Le Scritture: Dio e l’uomo si raccontano»Il “Festival Biblico” a Rovigo in maggio

Page 12: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

Si terrà sabato 22 febbraio 2014, alle ore 15.00, presso l’ Ostello CTG “AMOLARA” di Adria, in località Capitello 11, il Congres-so del Comitato Provin-ciale del Centro Turistico Giovanile del Polesine. L’ importante appunta-mento è inserito nel qua-driennale rinnovo di tut-te le cariche associative in occasione dello svolgimento del XV° Congresso nazionale, programmato a Verona dal 29 maggio al 2 giugno prossimi.

L’inizio dei lavori prevede l’insedia-mento della Commissione verifica poteri e l’ accredito dei delegati per poi arrivare alle 15.30 all’apertura ufficiale con il saluto delle Autorità e degli Ospiti

Seguirà quindi la Presentazione delle Tesi congressuali e la Relazione del Presi-dente Provinciale uscente, Cristiano Fenzi con successiva apertura del dibattito e in-terventi dei delegati, dei dirigenti di grup-po e provinciali, dei rappresentanti delle presidenze regionale e nazionale, nonchè degli altri aventi diritto

Il confronto si esaurirà con l’approva-zione della mozione conclusiva e le elezioni dei componenti dei delegati al Congresso Regionale e Nazionale

A seguire, la celebrazione comunitaria della Messa prefestiva, per concludersi poi con un momento di festa conviviale. Il ri-storante dell’Ostello Amolara proporrà per cena, per chi vorrà fermarsi (o aggiungersi) un ricco menu tradizionale dietro un con-tributo di soli 20 euro.

Il CTG Polesano, del quale il prossimo anno si festeggeranno i 50 anni di presenza, sta vivendo un momento di particolare vi-

vacità, avendo registrato nel 2013 l’adesione di ben 15 Gruppi sul territorio e complessivamente di ol-tre 1150 soci e dirigenti.

Molteplici sono le at-tività che i vari gruppi sviluppano nell’ar-co dell’anno e che vanno dal teatro alla musica, dai viaggi alle gite e camminate, dall’animazione di sedi museali e visite guidate ai soggiorni estivi per giovanissimi

ed adolescenti, dalle animazioni estive in vari comuni della Provincia alle feste Giò madonnari, dalla salvaguardia dell’am-biente alla sua promozione, dalle occasioni culturali e artistiche a quelle conviviali e di solidarietà, legate ai primari bisogni di so-cializzazione della persona umana.

I lavori congressuali si svolgono in forma pubblica e quindi tutti sono invitati a essere presenti all’appuntamento. Ulteriori infor-mazioni possono essere richieste ai seguenti recapiti: tel. 347.5016.670; [email protected]; [email protected]

Alberto Ferrari

12 la Settimana domenica 16 febbraio 2014polesine

Ci sono anche buone notizie.Per te, a casa tua,in Parrocchia

...e in edicola

la SettimanaDomenica 19 gennaio 2014

Lunedì 20 gennaio 2014 aLLe ore 17,30

aL TeaTro don Bosco

E’ ancora necessariala famiglia?

Perché dobbiamo “salvare”

la famiglia?

10° incontro degli amministratori, imprenditori, lavoratorie operatori del mondo culturale del Polesine con il Vescovo Lucio Soravito

Diocesi di Adria - RovigoUfficio Diocesano per la

Pastorale delle Vocazioni

M Invisibile

“Nessuna preghiera si perde nel nulla,anche se non sempre la mia richiesta

corrisponde alla volontà di Dio.Tutte le preghiere portano frutti,

anche se non sempre so quello che chiedo.”

(J. Gautier)

PreghieraO Gesù, divino pastore,

che hai chiamato gli Apostoliper farne pescatore di uomini,

attrai a te cuori ardenti e generosi di giovani,

per renderli tuoi discepoli e tuoi ministri.

Tu, o Signore, sempre vivo a intercedere per noi,

dischiudi gli orizzonti del mondo intero,ove la silenziosa

e sofferta supplicadi tanti fratelli e sorelle

chiede luce di Fede e benedizione di Speranza

Rispondendo alla tua chiamata,possano essere sale della terra

e luce del mondo,per annunciare la vita buona

del Vangelo.Amen.

recaPitare la scheda

Spedendola per posta a

don Marino ZorZanp.le S. Bortolo, 445100 rovigo

Oppure

don daniele Spadonc/o Seminario Vescovile “S. pio X”via G. Sichirollo, 7045100 rovigo

Via e-mail all’indirizzo:

[email protected]

puoi ricevere il sussidio di preghiera per le vocazioni

per postaper e-mailcollegandoti al sito: www.5pani2pesci.it, nella sezione “vocazioni”

per inforMaZioni

don Marino Zorzan 3483556598

don Daniele Spadon 3346457694

onastero

Festa del «Verbum Domini»Domenica 19 gennaio 2014

Gennaio mese del Seminario

La preghiera

per le vocazioni

Ci sono anche buone notizie.Per te, a casa tua,in Parrocchia

...e in edicola

la SettimanaDomenica 19 gennaio 2014

Lunedì 20 gennaio 2014 aLLe ore 17,30

aL TeaTro don Bosco

E’ ancora necessariala famiglia?

Perché dobbiamo “salvare”

la famiglia?

10° incontro degli amministratori, imprenditori, lavoratorie operatori del mondo culturale del Polesine con il Vescovo Lucio Soravito

Diocesi di Adria - RovigoUfficio Diocesano per la

Pastorale delle Vocazioni

M Invisibile

“Nessuna preghiera si perde nel nulla,anche se non sempre la mia richiesta

corrisponde alla volontà di Dio.Tutte le preghiere portano frutti,

anche se non sempre so quello che chiedo.”

(J. Gautier)

PreghieraO Gesù, divino pastore,

che hai chiamato gli Apostoliper farne pescatore di uomini,

attrai a te cuori ardenti e generosi di giovani,

per renderli tuoi discepoli e tuoi ministri.

Tu, o Signore, sempre vivo a intercedere per noi,

dischiudi gli orizzonti del mondo intero,ove la silenziosa

e sofferta supplicadi tanti fratelli e sorelle

chiede luce di Fede e benedizione di Speranza

Rispondendo alla tua chiamata,possano essere sale della terra

e luce del mondo,per annunciare la vita buona

del Vangelo.Amen.

recaPitare la scheda

Spedendola per posta a

don Marino ZorZanp.le S. Bortolo, 445100 rovigo

Oppure

don daniele Spadonc/o Seminario Vescovile “S. pio X”via G. Sichirollo, 7045100 rovigo

Via e-mail all’indirizzo:

[email protected]

puoi ricevere il sussidio di preghiera per le vocazioni

per postaper e-mailcollegandoti al sito: www.5pani2pesci.it, nella sezione “vocazioni”

per inforMaZioni

don Marino Zorzan 3483556598

don Daniele Spadon 3346457694

onastero

Festa del «Verbum Domini»Domenica 19 gennaio 2014

Gennaio mese del Seminario

La preghiera

per le vocazioni

Saranno più di 4.000 i Rover e le Scolte (i ragazzi e le ragazze dai 16 ai 21 anni dell’Agesci) che domenica si riuniranno a Jesolo per la prima tap-pa di un cammino che in agosto cul-minerà con la “Route nazionale” in Toscana, assieme ad altri 30.000 scout da tutta l’Italia.

Appuntamento al Pala Arrex di Jesolo domenica 16 febbraio a partire dalle 9,30 per una giornata dedicata al tema “I sogni sono responsabilità” e che sarà caratterizzata dalle testi-monianze di don Luigi Ciotti (che parlerà alle 10,15) e di Alex Zanar-di, il cui intervento è previsto per le 15,30. Due personaggi che in campi differenti rappresentano altrettanti modelli di coraggioso impegno, per-sonale e sociale.

Il tema scelto dall’Agesci nazio-nale per la Route 2014 è infatti il co-raggio: una scelta controcorrente per aiutare i ragazzi ad affrontare con un progetto individuale e comunitario le sfide di questo tempo di crisi.

Il Veneto (con i suoi quasi 24.000 tra ragazzi e capi/educatori ) è la re-gione con la maggiore presenza scout a livello nazionale (l’Agesci nel 2013 ha registrato poco meno di 180mila iscritti) e il Forum di Jesolo sarà un momento importante per l’associa-zione.

Lo hanno spiegato mercoledì 12 in Municipio a Jesolo, nel corso di una conferenza stampa assieme al sindaco Valerio Zoggia e all’asses-sore al turismo Daniela Donadello, i due Responsabili Regionali dell’Agesci, Mau-ro Montagner e Barbara Battilana (l’ Age-sci quest’anno compie 40 anni e dal 1974, qualche decennio prima che si cominciasse a parlare di quote rosa, ad ogni livello associa-tivo vige una rigorosa “diarchia”: in ogni ruo-lo e a qualsiasi livello, dal gruppo di paese fino ai vertici naziona-li, uomini e donne sono affiancati e corre-sponsabili).

Il Forum di Jesolo, nel pomeriggio di domenica, si concluderà con un concerto di Luca Bassanese , mentre i lavori saranno articolati attraverso stand e gruppi di lavo-ro (ad esempio una quarantina di ragazzi e ragazze racconteranno in diretta, attra-verso blog, sms e video, i lavori dei Forum dall’interno del Pala Arrex).

Jesolo è solo la prima tappa per gli oltre 4.000 Rover e Scolte del Veneto che ad ago-sto parteciperanno alla Route Nazionale:

dal 1 al 6 agosto attraverseranno il Veneto con decine di campi mobili, zaino in spalla, assieme ad altri gruppi italiani e stranieri, per poi confluire tutti per il campo fisso fi-nale, a San Rossore-Migliarino, in provincia

di Pisa, dove si terrà la fase conclusiva della Route Nazionale 2014.

L’appuntamento di San Rossore è l’ultimo

di una lunga serie di Route Nazionali dello scautismo italiano. Dopo la rinascita del do-poguerra, la prima organizzata dall’Asci si tenne nel 1952 a San Candido (BZ) con 500 partecipanti, la seconda ad Assisi nel 1959, la terza a Campo Imperatore, sul Gran Sas-so, nel 1964.

Dopo la nascita dell’Agesci nel 1974, la prima Route nazionale si tenne a La Man-dria (TO) nel 1975 con 4.500 presenze, men-tre il secondo appuntamento nazionale fu nel 1986 a Piani di Pezza, in Abruzzo, con 14.000 ragazzi e ragazze e con la Messa al campo celebrata da Giovanni Paolo II.

VenetaScoutCooperativa

L’anno 2013 si è contraddi-stinto per una sempre maggio-re collaborazione tra la Protezione Civile provincia-le e i volontari del Polesine per lo svolgimento della formazio-ne e dell’adde-stramento, sia in forma teorica che operativa, necessarie a pre-parare le forze da impegnare in emergenza.

A darne conto nei giorni scorsi a Palazzo Celio l’assessore provinciale Giu-liana Gulmanel-li, che ha sot-tolineato come “si inserisce in questo contesto la realizzazione della Sala Ope-rativa provin-ciale e delle sei sale operative distrettuali, fi-nanziate dalla Fondazione Ca-riparo, quale struttura di coordinamento degli inter-venti operativi che svolgo-no i volontari in emergen-za, su richiesta e attivazio-ne degli enti competenti”.

In sintesi, nello scorso anno, l’attività della Pro-tezione Civile si è dispie-gata sulla formazione, per garantire la preparazione della componente opera-tiva attraverso attività di addestramento; nel proto-

collo integrativo per l’asse-gnazione delle sedi gestite da AIPo che tende a mante-nere e potenziare i presidi territoriali; la gestione del-le emergenze come: ricerca di un disperso a Crespino, incendio della fabbrica di Sant’Apollinare, monito-raggio della frana della Rocca di Monselice, mo-nitoraggio della frana di Borca di Cadore e tromba d’aria in Alto Polesine; n.

10 co-m o -d a t i d’uso p e r -m a -nente e gra-t u i t o p e r nuove

attrezzature e mezzi alle organizzazioni di Protezio-ne Civile perchè abbiano un minimo di autonomia. Presso il Centro operativo provinciale è stata realiz-zata la Sala Operativa pro-vinciale di protezione civi-le di Rovigo, strutturata in sala riunioni al piano terra, sala decisioni, sala radio e sala Call Taking al primo piano, ed è collegata a n. 6 sale distrettuali con una maglia radio provinciale dedicata alla Protezione Civile.

Sono state anche acqui-site apparecchiature infor-matiche ed elaborati sof-twares per la gestione del-le attività e l’archiviazione degli eventi, con appoggio a banche dati e cartografi-che.

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

3 - 10 aprile TerrasantaAlle radici della nostra fede

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Diocesi d Adria-Rovigo

Servizio Pellegrinaggicon la I.O.T. di Gorizia

Proposta per l’anno 2014

3 - 10 aprile TerrasantaAlle radici della nostra fede

23 - 30 maggio Russia

Con anello d’oro

21 - 28 luglio TurchiaSulle orme di S. Paolo

16 - 23 agosto Repubbliche

Baltiche Estonia-Lettonia-Lituania

2 - 10 settembre Armenia

Le modalità di ciascun programma si po-tranno conoscere successivamente o telefo-nando a Don Guido Borin - Tel. 0425 25839Le date possono subire qualche variazione a causa della operatività dei voli.Non si accettano prenotazioni per telefono.

Rovigo - Bilancio di un anno

Protezione civile e volontariato Agesci Veneto a Jesolo

Dal coraggio alla responsabilità

Adria - Ostello CTG “Amolara”

Tempo di congresso per il CTG provinciale

Sabato 22 febbraio 2014 alle ore 15

Domenica 16 il “Forum RS” con don Ciotti e Alex Zanardi

Page 13: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

Fede e carità: «Anche noi dob-biamo dare la vita per i fratelli» , questo il tema del Messaggio del Santo Padre Francesco scrit-to in occasione della 22ª Gior-nata Mondiale del Malato, cele-brata martedì 11 febbraio 2014. La Chiesa diocesa-na di Adria-Ro-vigo ha celebrato la XXII Giornata diocesana del Malato nella chiesa par-rocchiale di Santa Maria Assunta detta la Tomba in Adria. A presiedere la ce-lebrazione dell’eucaristia il Vescovo di Adria-Rovi-go mons. Lucio Soravito de Franceschi.

La festa della Madon-na di Lourdes unitamente alla Giornata Mondiale del malato, ri-corda che la Beata Vergi-ne Maria 156 anni fa è ap-parsa a Lourdes, ad una ragazza di nome Berna-dette, presentandosi con il nome di Immacolata Con-cezione. A seguito di quel-le apparizioni, il santuario e la grotta di Lourdes sono diventati luogo di intensa preghiera, centro di in-contro per migliaia di ma-lati che tra le mura di quel santuario trovano la forza di sopportare con serenità la croce della malattia, del dolore, della sofferenza. Lourdes è divenuto anche il luogo della solidarietà verso poveri e sofferenti offerta con amore da tanti giovani e adulti volonta-ri, soprattutto dell’UNI-TALSI.

Nella sua omelia il Ve-scovo ha detto: “A Lou-rdes è la Vergine Maria che educa i pellegrini alla preghiera. E’ la Vergine Maria che educa i malati a unire le proprie sofferen-ze a quelle di Cristo per la salvezza del mondo. E’ la Vergine Maria che educa tutti alla solidarietà”.

Il Vescovo Lucio si è soffermato ad un com-mento esegetico del Van-gelo proclamato, sottoli-neando che Maria nella visita alla cugina Elisa-betta le fa dono della sua fede gioiosa. Il Vescovo ha poi aggiunto: “Siamo affidati a Maria come figli. Lo eravamo già in forza dell’incarnazione. In virtù dello Spirito Santo, Maria è diventata per noi madre nell’ordine della grazia, per cooperare alla rigene-razione e alla formazione

dei figli di Dio. Ma, come ogni madre, essa ha un amore particolare per i malati, per i figli che sof-frono. La solidarietà di Maria illumina anche noi. Ci insegna a esse-re solidali nei confronti di coloro che soffrono; a essere attenti a ciascuna persona. Ci insegna ad alleviare la sofferenza con

il “ministero della consola-zione”. Come esercitare il m i n i s t e r o

della consolazione? Ce lo insegna l’apostolo Paolo, con il testo della sua let-tera ai Romani “Siate lieti nella speranza, forti nella tri-bolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le ne-cessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità… Rallegrate-vi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto”.

Mons. Soravito nella sua riflessione si è soffer-mato a ricordare quelle che devono essere le varie forme per condividere le sofferenze di Cristo nella sofferenza delle famiglie e cioè l’ascolto, l’aiuto con-creto, nel prestare le cure necessarie, attenti alle gra-vi sofferenza che pesano sulla famiglia, l’angoscia di genitori per il figlio ma-lato, disabile, o tossicodi-pendente, gli anziani non più autosufficienti, unioni matrimoniali che si sfalda-no, una maternità difficile, una malattia grave.

E’ dentro questi dram-mi, ha detto il Vescovo, che spesso la famiglia si trova sola. “La fede cristiana ci chiama alla solidarietà, ha aggiunto mons. Soravito, perché nessuna persona e nessuna famiglia nel dolore sia lasciata sola. Portiamo ai malati la nostra fede, portiamo loro Gesù. Gesù ha fatto dell’uomo soffe-rente il sacramento della sua presenza in mezzo a noi: “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fra-telli più piccoli, l’avete fatto a me. Se ci commuovessi-mo di fronte ai crocifissi di legno, di bronzo, o di

marmo e restassimo indif-ferenti e freddi di fronte ai cristi vivi, vicini e lontani, tradiremmo Cristo e il suo Vangelo”.

Il Vescovo ha poi ricor-dato le parole del Santo Padre Francesco nel suo Messaggio per la Giorna-ta Mondiale del malato e il suo invito alla solida-rietà verso i malati: «La Chiesa, scrive il Papa, riconosce in voi, cari am-malati, una speciale pre-senza di Cristo sofferen-te. E’ così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferen-za c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso». Gesù, donando la sua vita per noi, invita anche noi a diventare solidali verso i fratelli, soprattutto quelli sofferenti”.

Il Vescovo si è poi soffermato sul tema dell’amore richiamando le parole del Papa che scrive: «Per crescere nel-la tenerezza, nella carità rispettosa e delicata – ci dice il Papa Francesco – noi abbiamo un modello cristiano a cui dirigere con sicurezza lo sguardo: è la Madre di Gesù e Madre nostra, attenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficol-tà dei suoi figli».

Maria «è la Madre di tutti i malati e i sofferen-ti”. Maria è la Madre del Crocifisso Risorto, lei ri-mane accanto alle nostre croci e ci accompagna nel cammino verso la risurre-zione e la vita piena.

Il Vescovo ha conclu-so l’omelia con questa preghiera: “Chiediamo alla B.V. di Lourdes che ci educhi alla solidarie-tà: che apra gli occhi a noi ciechi, perché vediamo le sofferenze nascoste dei fratelli; che apra gli orecchi a noi sordi, perché udia-mo il grido silenzioso dei disperati; che apra la bocca a noi muti, perché sappia-mo pronunciare parole d’amore; che apra le nostre mani rattrappite, perché sappiamo compiere gesti di carità”.

Settimio Rigolin

Per il XXXII anniversario della Fra-ternità di Comunione e Liberazione ve-nerdì 21 febbraio 2014 alle ore 18 Cele-brazione eucaristica con il Vescovo Lucio presso la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso - “La Rotonda” di Rovigo.

La Chiesa di Adria-Rovigo, dopo aver vissuto tre anni di incontri, momenti di preghiera e di ri-flessione attraver-so l’esperienza del Sinodo Diocesano ora, guidata dal suo Vescovo Lucio So-ravito de Franceschi ha intrapreso un im-portante cammino di rinnovamento, di evangelizzazione, una nuova esperien-za che vede coinvolti presbiteri, religiosi, religiose, laici, par-rocchie, Movimenti, Gruppi, Associazio-ni, svariate realtà che stanno confron-tandosi a livello di Chiesa e soprattutto di laicato cattolico sul tema indicato dal Vescovo Lucio e che fa da guida al nuovo cammino: “Popolo di Dio in missione”.

Parliamo della missione affidata ai laici in Polesine con Cristian Peotta, da qualche settimana riconfermato respon-sabile diocesano del Movimento, più pre-cisamente della Fraternità di Comunione e Liberazione presente in Diocesi.

La “Fraternità di Comunione e Libera-zione” di Rovigo è una espressione con-sapevole e impegnata, cioè matura, della storia del Movimento di Comunione e Liberazione.

La Fraternità, prendendo sul serio l’esperienza cristiana che ci è venuta in-contro attraverso il Movimento, tiene più a cuore l’esperienza del Movimento e la sua utilità per la Chiesa e per la società attraverso la continuità dell’educazione e la costruzione di opere, come esito di tale educazione nelle struttu-re della società ecclesia-stica e civile.

D - “Popolo di Dio in missione”, è que-sto il tema indicato dal Vescovo Lucio alla Chiesa che è in Adria-Rovigo in questo anno pastora-le 2014. Il Movimen-to di Comunione e Liberazione come ha accolto questo invi-to?R - Riconosciamo che

l’invito del nostro Vescovo ci richiama all’unico scopo della nostra fede: comuni-care agli altri ciò che ci è stato donato. In altre parole siamo lo strumento che Gesù Cristo ha scelto per raggiungere gli uomi-ni nella storia.

D - Nello spirito del Movimento di Comunione e Liberazione come vie-ne intesa, vissuta, la parola missio-ne?R - Nella pedagogia del Movimento,

le dimensioni dell’autentica esperienza cristiana (esperienza concreta, caratteriz-zata appunto da gesti vissuti) sono: cultu-ra, carità e missione.

Negli anni il Movimento ha promosso e collaborato a diverse iniziative missio-narie in molti Paesi, e queste esperienze, oltre a divenire germoglio di vita cristiana, hanno evidenziato per tutti noi che non c’è distinzione tra la presenza quotidiana nelle scuole o nei luoghi di lavoro e l’an-nuncio cristiano svolto da tanti missionari in terre lontane e magari difficili.

La testimonianza nel proprio ambien-te, a cui il Movimento richiama, è intesa innanzitutto come offerta del proprio lavoro a Cristo, più che come capacità di iniziativa o di strategia comunicativa. CL intende la missione come servizio alla missione della Chiesa e come possibilità

di richiamo all’esperienza cristiana lad-dove i suoi aderenti si trovino, ovunque nel mondo.

D - Ripensando alla figura e all’in-segnamento del Fondatore di Co-munione e Liberazione, don Luigi Giussani, come potrebbe insegnare a noi oggi l’invito “Popolo di Dio in missione?

R - Posso citare alcune parole, fra le tante, che Don Gius-sani ha scritto nel definire la missione: “La missione nasce dallo struggimento che genera in noi il pensie-ro dell’amore che Cri-sto ha avuto per noi. E’ la passione, lo strug-gimento per la gloria umana di Cristo, che coincide con la felicità degli uomini, che fa nascere la missione. (….) Nella missione si compie l’offerta di sé a Cristo, nel suo popolo vivente che è la Chie-sa. Ciò avviene là dove Egli ci ha collocato.” (Cfr. “Generare trac-ce nella storia del

mondo”, Rizzoli, pp. 146, 147)D - L’appello del Vescovo Lucio è rivolto in modo particolare ai laici, ripensando alla vostra esperienza di Movimento laicale i laici cattolici sono disponibili, preparati, pronti ad accogliere e vivere questo invito del Vescovo?R - Ad un certo punto della nostra vita

siamo ridiventati cristiani, cioè ci è acca-duto di scoprire, attraverso un incontro con un volto preciso, una Presenza ecce-zionale che c’entra col Destino. Questa scoperta ci ha rimesso in moto, perché è una Grazia continua, che ci dona una bal-danza ingenua nell’affrontare ogni cosa. E man mano che camminiamo, siamo spet-tacolo a noi stessi di come affrontiamo la vita.

“Siamo certi che, in questo momento di confusione che il mon-do sta vivendo, il cuore di ogni uomo, pur ferito, resta capace di riconosce-re la verità e la bellezza, se la trova sulla strada della vita.” (Saluto al Santo Pa-dre Benedetto XVI di don Julián Carrón). Noi desi-deriamo vivere la novità che ci è capitata in tutte le situazioni e ambienti dove si svolge la nostra esisten-za, confidando di poter testimoniare nella nostra piccolezza tutta la bellez-

za che ha invaso la nostra vita, al punto che, magari, possa essere incontrata.

D - Quali sono le attese del Movi-mento di Comunione e Liberazio-ne riguardo all’invito del Vescovo ad attuare nella Chiesa diocesana il cammino di una nuova evangelizza-zione?R - Quest’anno ricorre il XXXII anni-

versario della Fraternità di Comunione e Liberazione, celebreremo la Santa Messa venerdì 21 febbraio 2014 ore 18.00 pres-so la Chiesa della Beata Vergine del Soc-corso - “La Rotonda” di Rovigo - e sarà presieduta da S.E. Mons. Lucio Soravito de Franceschi. Don Giussani in una lette-ra alla Fraternità dopo il riconoscimento pontificio sottolineò come “La certezza del valore della nostra esperienza […] ci sospin-ge con maggiore tranquillità e generosità di cuore a quella obbedienza ai vescovi e a quella collaborazione alla loro pastorale, senza cui di-venta incerta l’edificazione del popolo di Dio.” (“L’opera del movimento. La Fraternità di Comunione e Liberazione”, pp. 255-256). Per questo seguiamo con gli occhi e con il cuore spalancato il Vescovo Lucio in que-sto cammino “sinodale”, che come lui ci ha ricordato, è un cammino di fede e di carità fatto insieme.

Settimio Rigolin

13la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 attualità22ª Giornata Mondiale del Malato - Celebrazione ad Adria

Solidarietà verso i malatiIntervista a Cristian Peotta di Comunione e Liberazione

Cultura, carità e missione

L’insegnamentodel Vescovo

Page 14: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

14 la Settimana domenica 16 febbraio 2014missioni

Domenica 9 feb-braio 2014: in una giornata di grande calore, nella cittadina dell’interno bahiano, gente di alcune parrocchie vicine affollano la chiesa parroc-chiale. Molti sono i ricordi, persone che hanno incon-trato un prete, padre Ga-briele Fantinati, missionario fidei donum della diocesi di Adria-Rovigo, partito per la prima volta il 21 di gennaio del 1981 e che ha svolto, in tre momenti ma con un uni-co spirito missionario, un prezioso servizio di evan-gelizzazione nella diocesi di Caetité.

Prima della s. messa padre Gabriele osserva per l’ultima volta quella chiesa nella quale ha celebrato per sei anni la santa mes-sa, incontrando i fede-li del gruppo liturgico, mettendo a posto gli ultimi dettagli, sapen-do che sarebbe partito subito dopo la cele-brazione. Contenendo l’emozione saluta tutti coloro che entrano, co-loro che arrivano dalle comunità di Treme-dal, dalla parrocchia di Piripà, Cordeiros, Condeùba e Caculè. La celebrazione eu-caristica è presieduta dal vescovo Dom Ricar-do, concele-branti padre Wa l d e c h , padre Gil-van, padre Giuliano e padre Ma-noel Quei-roz, che ri-marrà a Tre-medal fino a Pasqua.

L a grande folla che riempie la chiesa manifesta con la sua presenza, l’affetto e la stima per questo sempre disponi-bile missionario. L’omelia di Dom Ricardo risalta la pre-senza e l’operato di padre Gabriele: chi ha una fede an-cora piccola, può darsi che ringrazi per quello che lui ha realizzato, il panificio, le casse d’acqua, l’aiuto ai più bisognosi; ma chi ha già una fede più matura, apprezza certamente di più la sua pre-senza come sacerdote, sem-pre pronto ad ascoltare, nel servizio missionario, presen-za umana e calorosa di una persona che invita sempre al perdono, alla pace, all’acco-glienza e agisce per costrui-re il Regno di Dio e non per sé stesso. In una società che porta all’individualismo, ha cercato di far crescere i bat-tezzati come comunità ec-

clesiale perché assumessero il loro impegno nella Chiesa e nella società. É stato bello anche lo scambio realizzato con gli altri sacerdoti e reli-giose della vicaria, la sua disponibilità nel servizio pastorale e sa-cramentale, per essere sale e luce nella sua comunità. O Senhor do Bomfim, patrono di Tremedal ci inse-gna la misericordia: la presenza di padre Gabriele spinge i tre-medalensi a sentirsi chiamati allo stesso amore misericordioso di Dio.

Al ter-mine della celebrazio-ne, alcuni omaggi di t r e m e d a -lensi, con-deubensi e caculeensi continuano a descrivere l’opera di padre Ga-briele, la sua importanza

per le nostre parrocchie e il segno che lascia: Anna-maria e altre fedeli di Tre-medal danno voce a molti altri affermando che padre Gabriele è una persona che trasmette pace, che dà atten-zione a tutti, soprattutto ai poveri, suscitando lo spirito di solidarietà e attenzione nei confronti degli altri. La-scia un clima di armonia e di unità nella parrocchia, ha dato fiducia ai fedeli per ac-cogliere in futuro, con cuore aperto, padre Mario, che verrà dopo Pasqua. Chiede scusa per le volte che è stato lasciato solo, specialmente quando andava nelle comu-nità distanti, ma ringrazia per tutto ciò che i cristiani di Tremedal hanno imparato con lui. “Tremedal è la tua terra e la tua casa. Sentiremo la tua mancanza”. Laìz di Caculé ricorda gli anni pas-

sati a Caculé, abbracciando con entusiasmo la missione, facendo diventare il sertão più ricco di accoglienza e fede. Per molti padre Ga-

briele è un bahiano come loro, perché ha sempre con-diviso tutto e conosce ancor oggi tutti quanti per nome. E’ una persona che ha colla-borato fortemente per la co-struzione del popolo di Ca-

culé. Ritornare al ser-tão è stato sicuramente un atto di amore che è costato sacrificio, ma

del quale ti ringraziamo. Laurita di Condeùba rin-

grazia per la sua presenza umile e semplice e il sindaco Marzio per aver accolto tutti

coloro che incontrava, pove-ri o ricchi. Dopo l’intervento di padre Giuliano, afferman-do che ha conosciuto padre Gabriele solo qui in mis-sione e ringraziandolo per l’amicizia, è stata consegnata una placca di ricordo. Infine, l’atteso intervento di padre Gabriele è stato in realtà un cortissimo discorso: chiede scusa per ciò che ha fatto di sbagliato e ringrazia per ciò che gli è stato insegnato. “E até breve, se Deus quiser!”. Grazie padre Gabriele per la tua presenza e il tuo con-siglio, le tue attenzioni e la disponibilità ad ascoltare ed accogliere!

Buon ritorno.Giovanna e Letizia,

Missionarie della Redenzione

Grazie, don Gabriele!

Dal Brasile

Bentornato don GabrieleCaro don Gabriele, sei

partito dal Brasile proprio nel giorno della B. V. di Lou-rdes che tu tanto ami e sei ritornato tra noi in questi giorni. La diocesi ti è ricono-scente – come agli altri preti fidei donum – per la di-sponibilità donata con tanta passio-ne alla gente della Chiesa sorella di Caetitè.

Grazie per i tanti anni spesi per questi fratelli: de-gli oltre 40 anni del Servizio Missionario nella terra del serto, quasi 20 li hai donati pure tu – in tempi diversi.

Grazie per la tua pun-tuale attenzione alla diocesi, attraverso il nostro settima-

nale diocesano. Con chia-rezza e concretezza ci hai raccontato il tuo e vostro cammino di fede e di con-divisione. Grazie per la tua testimonianza di uomo di Dio: hai saputo annuncia-

re il Vangelo con dolcezza e amore… Un po’ come hai fatto nelle

parrocchie dove hai vissuto il tuo ministero tra noi.

Ti chiediamo (e ti chie-do) ‘scusa’, se non abbiamo sempre corrisposto alle tue ‘richieste’ e provocazioni per il bene della Missione in diocesi. Bentornato don Gabriele! Ti accogliamo con affetto nella nostra famiglia presbiterale, certi di poter

contare sulla tua disponibi-lità e sul tuo spirito di ser-vizio.

Il Papa Francesco propo-ne a tutti di vivere il Vange-lo della Gioia e chiede ai sa-cerdoti e consacrati di essere

testimoni capaci di svegliare il mondo.

Buon cammino!Don Silvio

Nella foto: don Gabrie-le con alcuni giovani della GMG 2013 in Brasile.

Angelus di domenica

La missione del cristiano: essere persona luminosa

Fratelli e sorelle, buongiorno! Nel Vangelo di questa do-menica, che viene subito dopo le Beatitudini, Gesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» ( Mt 5,13.14). Questo ci stupisce un po’, se pensiamo a chi aveva davanti Gesù quando diceva queste parole. Chi erano quei discepoli? Erano pescatori, gente semplice… Ma Gesù li guarda con gli occhi di Dio, e la sua affermazione si ca-pisce proprio come conseguenza delle Beatitudini. Egli vuole dire: se sarete poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi… voi sarete il sale della terra e la luce del mondo! Per comprendere meglio queste immagini, teniamo presente che la Legge ebraica prescriveva di mettere un po’ di sale sopra ogni offerta presentata a Dio, come segno di alleanza. La luce, poi, per Israele era il simbolo della rive-lazione messianica che trionfa sulle tenebre del paganesimo. I cristiani, nuovo Israele, ricevono dunque una missione nei confronti di tutti gli uomini: con la fede e con la carità pos-sono orientare, consacrare, rendere feconda l’umanità. Tutti noi battezzati siamo discepoli missionari e siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una vita santa daremo “sapore” ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale; e porteremo la luce di Cristo con la testimonianza di una carità genuina. Ma se noi cristiani per-diamo sapore e spegniamo la nostra presenza di sale e di luce, perdiamo l’efficacia. Ma che bella è questa missione di dare luce al mondo! È una missione che noi abbiamo. È bella! È anche molto bello conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla, conservarla. Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. E noi portiamo questa luce. Se il cristiano spegne questa luce, la sua vita non ha senso: è un cristiano di nome soltanto, che non porta la luce, una vita senza senso. Ma io vorrei domandarvi adesso, come volete vivere voi? Come una lampada accesa o come una lampada spenta? Accesa o spenta? Come volete vi-vere? [la gente risponde: Accesa!] Lampada accesa! È proprio Dio che ci dà questa luce e noi la diamo agli altri. Lampada accesa! Questa è la vocazione cristiana.

Francesco(da Avvenire del 11/02/2014)

Quella «rinuncia» di un anno fa «fu un grande atto di go-verno. Un atto a cui Benedetto XVI «si preparò con la pre-ghiera, la riflessione e il discernimento». Alla vigilia del primo anno della rinuncia al ministero petrino di papa Ratzinger, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vati-cana rilegge quella giornata in una intervista alla Radio Va-ticana. Una rilettura compiuta anche dall’arcivescovo Georg Gänswein, segretario particolare di Ratzinger e prefetto della Casa Pontificia di papa Francesco. E proprio al loro rappor-to è dedicata gran parte dell’intervista rilasciata alla Reuters. «Fin dal principio c’è stato un buon contatto fra papa Bene-detto e papa Francesco, e questo buon inizio si è sviluppato e maturato. Si scrivono, si telefonano, si sentono, si invitano. Francesco è stato diverse volte al monastero Mater Ecclesiae e anche Benedetto è stato a Santa Marta. Su diversi livelli c’è un buon feeling». Tornando a quell’11 febbraio 2013, monsignor Gänswein conferma in un’altra intervista a Famiglia Cristia-na, di essere stato messo al corrente dell’idea molto tempo prima da Ratzinger. «Istintivamente ho detto ‘no, Santo Pa-dre, non è possibile’, ma poi ho subito capito che non mi stava comunicando qualcosa di cui discutere, ma una decisione già presa». «L’ultimo giorno del pontificato – dice Gänswein in un’intervista al Centro televisivo vaticano – per me è stato un giorno di un dolore abbastanza forte». E le motivazioni? Una decisione tutt’altro che maturata sotto la pressione dello scan-dalo delle carte trafugate e di quello della pedofilia. «Il Papa non è fuggito da una responsabilità – risponde l’arcivescovo al settimanale cattolico –, ma è stato coraggioso perché si è detto: ‘Io non ho più le forze che sono necessarie in questo momento e allora ridò la responsabilità a Colui che me l’ha data, al Signore’ ». E ora come trascorre le sue giornate il Papa emerito? Preghiera, passeggiate, musica, lettura di libri e della posta e anche qualche incontro, rispondono quasi all’unisono Gänswein e Lombardi. Di certo «è sereno», segno del grande discernimento con il quale è giunto alla decisione annunciata proprio un anno fa. Enrico Lenzi

Un anno fa la ‘rinuncia’ di papa Benedetto

«Benedetto XVI è sereno, con Francesco un ottimo rapporto»

Un’estate diversa, un’esperienza di conoscen-za, di fede e condivisione in Thailandia. I Centri Mis-sionari del Triveneto e i lori missionari fidei donum del-la missione tailandese nella Diocesi di Chiang Mai, danno la possibilità a dieci giovani di trascorrere con loro una ventina di giorni. Scoprire le attività che pro-

muovono, l’ambiente che vivono, l’incontro con cul-ture religioni diverse, e la scoperta del primo annun-cio del Vangelo.

Il percorso preparato-rio/formativo, sarà gestito per i singoli partecipanti, dal Centro Missionario del-la propria Diocesi, secondo le proprie modalità consoli-date nel territorio.

Ci sa-ranno an-che degli i n c o n t r i s p e c i f i -ci per il v i a g g i o in Thailandia, che integre-ranno questo percorso. Per tutte le questioni inerenti al viaggio e alla preparazione specifica si farà riferimento

al Centro Missionario di Verona, nella figura di Rita Pavan.

Per informazioni: don Silvio cell. 347 7639981

Proposta per l’estate 2014

Missione Triveneta in ThailandiaEsperienza interdiocesana di viaggio

e conoscenza della missione dal 13 luglio al 1 agosto

Tanti anni donati alla Missione in Brasile

Page 15: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Ponte Radio - Lorenzo Maggi, Maria Schittarellich e Gigliola Ghersini

I ricordi di Gigliola e Maria, esuli da Istria e Dalmazia

C’è un gruppo pole-sano che è nato per stare insieme e per... difendere l’allegria. Sono i ragazzi di Artinstrada, associazione di volontariato di Adria di cui tre rappresenti sono ospiti questa set-timana a Polesine Coast to Coast. In studio sono venuti a trovarci Federico Paralovo, Nicole Franzo-so e Filippo Trombini. «Il nostro obiettivo più sen-tito è quello del circo so-ciale - ha detto Federico Paralovo - ovvero utiliz-zare le arti circensi, come l’equilibrismo, la giocole-ria nei contesti svantag-giati». I ragazzi nel corso

della puntata, condotta per questa volta solo da Thomas Paparella, hanno raccontato la loro espe-rienza in Emilia dopo il terremoto: «Tramite la Croce Verde di Adria e l’Anpas nazionale - ha spiegato Filippo - è nata l’iniziativa di fare anima-zione in quattro campi di accoglienza, ogni mer-coledì e così abbiamo cercato di portare un po’ di gioia, specialmente ai bambini di questa terra messa a dura prova. Per noi è stata una bellissima esperienza». Come lo è stata sicuramente l’altra esperienza forte vissuta

dal gruppo, in Africa, pre-cisamente in Rwanda. Al social day 2013, sul palco del Teatro Sociale di Rovi-go si sono esibiti assieme ai ragazzi dell’Associa-zione Tappeto di Iqbal di Scampia uno dei quartieri più difficili di Napoli.

Nelle foto alcuni mo-menti della puntata

In occasione del Gior-no del Ricordo, anche quest’anno la nostra radio ha accolto Lorenzo Maggi, Delegato Provinciale della Associazione Nazionale Venezia Giulia e due esu-li, Maria Schittarellich dal-mata, nata a Zara e Giglio-la Ghersini, istriana nata a Parenzo. «La legge del 30 marzo 2004 ha lo scopo di conservare e rinnovare la memoria degli esuli italia-ni uccisi nelle foibe e l’eso-do degli istriani, fiumani e dalmati - ha detto Mag-gi - e anche per studiare e discutere su quegli eventi. Per molti anni questa vi-cenda è stata dimenticata, ma ormai da dieci anni c’è questo ricordo di una par-te importante della nostra storia. Siamo convinti che sia un atto doveroso non soltanto per le persone che hanno vissuto questo dramma ma anche per tenere presente una parte della storia della nostra

nazione e della sua identi-tà. Anche le scuole stanno prendendo sempre più coscienza di tutto ciò. Solo dieci anni fa era impensa-bile fare uno spettacolo te-atrale come il musical che Cristicchi sta portando in giro in questi giorni dal intitolo “Magazzino 18” e che prende spunto dagli oggetti che gli esuli hanno portato con loro fuggendo ma che sono stati costretti ad abbandonare nel ma-gazzino del porto di Trie-ste dove ancora giacciono, perché non avevano una casa dove metterli. Ricor-do che molti esuli hanno vissuto per diversi anni in fatiscenti campi profughi.

«Sono arrivata nel pa-dovano quando ero anco-ra bambina - racconta Gi-gliola - avevo poco più di cinque anni e ho dei ricor-di relativi. La mia è stata anche una storia fortunata perché nella mia famiglia non ci sono stati infoiba-

ti, non ci sono stati morti. Per un periodo breve mio papà è stato portato in bosco e mia mamma non sapeva nulla però ha avu-to la fortuna di rientrare in famiglia. Noi eravamo già nate. Le mie quindi sono emozioni trasmes-se da mio padre e da mia madre. Siamo scappati da Parenzo e siamo giunti a Conselve. I miei genitori hanno lasciato là in Istria i loro genitori e non li hanno

mai più rivisti. A Conselve siamo stati accolti molto bene, il comune ci diede un piccolo appartamento. Il farmacista ha ospitato i nostri mobili a casa sua. Ed è stato molto sensibi-le». Maria è arrivata in Ita-lia quando aveva 15 anni: «mi ricordo tutto perchè abbiamo passato dei mo-menti tristi. Mio papà era volontario nei Vigili del fuoco. I partigiani di Tito lo hanno catturato. Io al

mattino andavo a vedere dove lo avevano portato.

Però siccome mio papà era anche un bravo por-tiere di calcio, era molto conosciuto e stimato. Per questo è stato liberato. Quando nel ‘45 è finita la guerra, noi dalmati dove-vamo decidere se diven-tare iugoslavi o venire via da quelle terre.

Noi eravamo italiani già allora non lo siamo diventati quando siamo

venuti qua». r. g.

A sinistra foto di gruppo, al centro Gigliola Ghesini e a

destra Maria Schitterellich

Capire i “Di-sturbi dello Spet-tro Autistico (ASD) nell’età evolutiva” è quel-lo che si propone il corso di for-mazione teorico pratica promosso dall’Associazione Gea Mater onlus di Rovigo, in col-laborazione con l’associazione Psicologo di Strada di Pa-dova, la Cooperativa Venetica di Padova, e la Cifirl Scarl. Tale corso è rivolto agli operatori delle diverse aree psico-educa-tive e a quanti intendano occuparsi delle persone con ASD in un’ottica inclusiva e multiprofessionale. Per presentarlo agli ascoltatori di Radio Kolbe, sono interve-nute Lorenza Baccaro presidente di Gea Mater Onlus e Mireya Moyano psicolo-ga e coordinatrice del corso.

«I disturbi dello spettro autistico – ha spiegato Mireya Moyano - riguardano disfunzioni del sistema nervoso centrale che determinano conseguenti disabilità a volte molto complesse che colpiscono pervasivamente la comunicazione, la so-cializzazione, l’autonomia e il compor-tamento, dei bambini. L’obiettivo è di dare una formazione teorico-pratica sul-le caratteristiche dello spettro autistico, sui diversi approcci d’intervento e sugli strumenti per metterli in atto in modo ef-ficace e concreto nel territorio rodigino.

Il corso è rivolto agli operatori delle diverse aree psico-educative e a quanti intendano occuparsi delle persone con ASD in un’ottica inclusiva e multiprofes-sionale. Ha una durata complessiva di 60 ore d’aula più 30 ore di stage nelle re-altà associative del territorio, che verran-no così coinvolte in prima persona nella formazione accreditata. Il primo modulo del corso prenderà il via il 7 marzo.

Per la sua valenza scientifica, il corso ha ottenuto il Patrocinio dell’Ulss 18 di Rovigo. È stato accreditato dall’Ordine

Assistenti Sociali del Veneto ed è in fase di accre-ditamento per la formazione con-tinua in medicina (ECM). Gli incon-tri inizieranno a marzo nella sede del Cifir. Alla fine del Corso verran-no resi pubblici i risultati della

formazione con un Convegno pubblico e creato un data base di operatori pro-fessionisti adeguatamente preparati per intervenire a supporto delle famiglie».

Come ha spiegato Lorenza Bacca-ro: «le associazioni coinvolte dal mese di febbraio inizieranno gli incontri con i genitori, il primo dei quali si terrà sa-bato 15 febbraio in viale Tre Martiri a Rovigo, presso la sede del CSV». Il ruolo della famiglia è determinante nella cura dell’autismo, spiega ancora Mireya: «un professionista può fare molto ma se non c’è la famiglia che collabora il bambino fa più fatica, l’ideale sarebbe creare una rete con tutte le persone che collabora-no». Ci si può iscrivere ai corsi entro feb-braio mandando una mail all’indirizzo: [email protected]. C’è anche un sito web dell’associazione GeaMatar: www.gea-mater.it. Per coloro che volessero farsi una idea più precisa dell’autismo posso-no guardare due filmati sul sito Vimeo, uno dei quali si intitola “Autismo, Dove siamo?” e l’altro si intitola “Autismi, vi-vere quotidiano”, sul canale della casa produttrice Glauk.

r. g. Nella foto qui sopraMireya Mooyano e

Lorenza Baccaro.

Quando?

Quando?

Quando?

Ponte Radio Un corso della Gea Mater

Conoscere e curare l’autismoIn studio Lorenza Baccaro e Mireya Moyano

Polesine Coast to Coast

Vi presentiamo ArtinstradaL’arte circense per portare allegria

domenica 16 febbraio 2014

Ponte Radio è in onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Lo speciale Ponte Radio con ospiti Lo-renza e Mireya è in onda martedì alle 18.20, mercoledì alle 11.00 e sabato alle 11.00

Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

Page 16: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

16 la Settimana domenica 16 febbraio 2014rubriche

In campagna

Il futuro che avanza

Pregare con Francesco: uomo fatto preghiera

Pace e bene caris-simi fratelli, ben ritrovati. Oggi vorrei parlare del-la preghiera, cos’è pregare per noi, cosa è pregare per San France-sco. La pre-ghiera non è parlare di Dio, perché è Lui che parla a noi. Allora perché pre-ghiamo? Pre-ghiamo per lasciare che Dio si faccia incontrare, con noi e per noi, e da qui parte il bisogno di par-lare con Dio. È bello e molto fruttuoso pregare con i salmi. Francesco pregava, consultava i salmi, perché lì sperimenta-va il suo stato interiore. Per il nostro serafico padre l’incon-tro con il Signore avvenne in maniera graduale,misteriosa se vogliamo, non sempre comprensibile ai suoi famiglia-ri, nei desideri, nei suoi pensieri. Molte volte entrò in crisi non sapendo cosa fare, gli sembrava che neanche il Signo-re gli desse parole chiare per come procedere Le fonti ci dicono: “Insisteva nella preghiera, affinché il Signore gli indicasse la sua vocazione, o pativa nell’intimo sofferenza indicibile e angoscia, poiché non riusciva a trovare sereni-tà fino a tanto che non avesse realizzato i propositi della sua mente”(FF1409). Ciò che impariamo da Francesco è la coerenza fra il suo stato d’animo, a volte confuso oppure gioioso o afflitto e il suo modo di stare alla presenza di Dio, con la preghiera. Attraverso alcune “preghiere”, o meglio “espressioni” di Francesco, ci rendiamo conto come egli sia divento uomo “fatto preghiera”. E qui, permettetemi, sa-

rebbe bello saperlo imitare. Il nostro fratello chiamava Al-tissimo, Glorioso Dio, riecheggiando le parole del Salmo 91: “E’ bello dar lode al Signore, cantare al tuo nome o Altissimo, annunziare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la not-te”. Il nostro fratello chiede luce, domanda, si trova in una situazione di oscurità, di non chiarezza. Quante volte suc-cede a noi, e magari ci arrendiamo e smettiamo di cercare. Ma anche in un’oscurità profonda con la preghiera si può trovare Dio. Basta impegnarsi e rendersi conto che Dio non ci abbandona mai perché Lui è AMORE. Cosa impariamo da Francesco?, chiedere luce, chiedere aiuto, e questo è già pregare. Francesco chiede “senno”, vuole aprire la mente, ossia, essere capace di intendere, vuole capire, vuole cono-scere la volontà del Signore per poterla compiere, per fare ciò che comanda. Davanti al Crocefisso di San Damiano in-voca l’Altissimo per sé stesso, per avere fede retta, speranza certa e carità perfetta. Come si legge nel Testamento (FF111), Francesco dice che egli pregava in questo modo:” Ti ado-riamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le Chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa Croce hai redento il mondo”. La semplicità di questa formula, quasi liturgica, ci fa capire la chiara esperienza del Signore, in maniera intima, del nostro Serafico fratello, e dice in modo efficace ciò che pensa. In lui è avvenuto un cambiamento di identità, non dice “ti adoro”, ma ti adoriamo. Non parla al plurale perché è in compagnia di un piccolo gruppo di frati; il noi, non indica quantità, un numero di persone, ma la qualità della sua stessa persona che adesso si percepisce insieme ai fratelli. Sempre nel suo Testamento parla della fi-ducia che il Signore gli dette nelle Chiese. Una fiducia che lo porterà a un rispetto devoto, ma non bigotto. San Fran-cesco era diventato preghiera. Era sempre con Gesù, non pregava più con le parole, ma con la sua vita. Gli Apostoli chiedono a Gesù: “Insegnaci a pregare”. Chiediamo anche noi, carissimi, il saper pregare, chiediamo il saper vivere, perché solo chi sa pregare, sa vivere. Non pretendiamo da Dio che ci ascolti subito, questa non è preghiera. Quante volte sentiamo dire, davanti a povertà, miseria, abbando-no, catastrofi, ma Dio dov’è?. E Dio dice: “Tu, uomo, dove sei?, ti ho dato il mio amore, che ne hai fatto?, ho dato la mia vita per te e tu come mi riconosci nei più bisognosi?. Lui soffre la nostra assenza e ci aspetta, sempre. Lasciamoci trovare dal nostro Dio, facciamo che la nostra vita diventi preghiera, come fece il nostro Poverello d’Assisi.

Oriana

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Pre-festiva 19.00.Casa di Riposo: 16.30.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.00.

RovigoDuomo Concattedrale: Festi-ve: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tran-ne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 - Feriali: 7.00 - 18.00Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 - 18.30

S. Bartolomeo Apostolo: Fe-stive: 8.00 - 10.00 (Iras - in-fermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.00. Tempio “La Rotonda”: Festi-va: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feria-le: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Le quattro chiacchiere settimanali dedicate all’ac-qua, parrebbero pleonasti-che, cioè superflue, alla luce di quanto è accaduto nei giorni scorsi. Precipitazioni liquide in pianura e nevose in montagna, tutto a volon-tà. Condizioni difficilmente riscontrabili negli annali della meteorologia. Corsi d’acqua pieni, esondazioni, allagamenti con le idrovore ferme per non immettervi ulteriori quantità d’acqua con il corollario di disagi, danni e dissesti idrogeolo-gici.

Questo a livello naziona-le. Le nostre plaghe, salvo il caso sporadico nell’Alto po-lesine nel territorio di Me-lara dove il Tartaro ha rotto gli argini allagando una cin-quantina di ettari, sono solo sature di acqua piovana.

L’Adige, il Po e il Ca-nalbianco, i principali corsi d’acqua continuano in sicu-rezza il loro compito di con-vogliare al mare la grande quantità di acqua favoriti dalla tregua che Giove plu-

vio ci ha concesso a metà della settimana scorsa.

Le quattro chiacchiere non sono superlue perché all’acqua è fortemente in-teressata l’Unione europea per motivi niente affat-to catastrofici. Anzi. Ne consideriamo uno, inteso come “energia blù” che ben s’identifica con “il Glo-bo Terraacqueo” composto com’è da circa due terzi dell’elemento nel quale si origina e si mantiene la vita. Gli scienziati delle diverse

discipline scientifiche ipo-tizzano la possibilità dello sfruttamento dell’energia contenuta negli oceani. Af-fermano che ce né talmente tanta che, da sola, potrebbe soddisfare il fabbisogno “…presente e futuro dell’intera umanità” (Veneto Agricoltu-ra Europa) . Basta solo pen-sare all’enorme energia che muove il moto delle maree, come fenomeno che cade sotto i nostri sensi al quale aggiungere quello ondoso. Bisognerà affinare ulterior-

mente la tecnologia adatta in un settore che attualmente- affermano le fonti europee- “… da lavoro a 5,4 milioni di persone e produce valore aggiunto per 500 miliardi di euro”. L’obiettivo presenta-to dai commissari marittimi e per l’energia è ambizioso: entro il 2020 occupare set-te milioni di persone con un valore aggiunto di circa 600 miliardi di euro. Per il 2020 occorre raggiungere gli obiettivi che i Paesi Ue si sono dati per contenere le emissioni dei gas serra al raggiungimento dei quali il settore primario vi concorre con l’energia elettrica pro-dotta dalle fonti alternative fatte in casa, come la trasfor-mazione delle biomasse col-tivate e/o spontanee.

Basta osservare il pano-rama delle nostra campa-gne: i digestori stanno sor-gendo come funghi appor-tando un volto nuovo, quasi irreale, negli spazi aperti. E’ il futuro che avanza.

Alla prossima. Orazio Cappellari

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 16 al 22 febbraio 2014

Domenica 16 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Lunedì 17 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine.Martedì 18 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 S. Apollinare.Mercoledì 19 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Giovedì 20 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.Venerdì 21 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine.Sabato 22 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo; pome-riggio: Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comu-nale n. 4 Boara Polesine.

Farmacie di turno

Più sicurezza per gli operatori, utili per una più veloce comprensione della situazione di emergenza. 7 rilevatori di monossido di carbonio, che in pochi secondi possono salvare una vita, sui mezzi del suem da oggi. Una bella storia solidarietà e generosità: lo scorso giugno si è tenuto a Occhiobello il Summer Fest, un evento musicale e cul-turale organizzato dal comune con Iarin Munari, batteri-sta, produttore e titolare della IM Drums School, Michele Milani titolare della Gorilla Eventi, agenzia di animazione spettacolo, e Silvia Sacchetto, titolare di “amoreamaro” foodrink&more.

Fin da subito l’iniziativa era stata apprezzata dal Co-mune, in particolar modo dal Sindaco Daniele Chiarioni, dall’assessore Davide Diegoli e dal comandante della poli-zia locale Raffaele Motta Castriotta, che hanno patrocinato l’evento culturale.

Durante la serata di festa è stata organizzata una sot-toscrizione a premi. Data la somma raccolta, l’organizza-zione ha deciso di fare una donazione all’Azienda Ulss 18, in particolare al 118. “Grazie a questa opportunità abbiamo acquistato sette rilevatori portatili di monossido di carbonio Fi-reAngel, al fine di migliorare lo standard qualitativo dei mezzi di soccorso del 118 di Rovigo” – spiega il Dott. Marco Som-macampagna Direttore della Centrale Operativa 118. I rile-vatori saranno assegnati ai sette mezzi di soccorso del 118, cinque ambulanze e due auto mediche, e hanno una durata di sette anni. Una volta accesi sono continuamente attivi e rilevano la presenza di monossido in 7 secondi, tempo utile anche per gli operatori, in modo che non vengano a loro volta intossicati. Inoltre, l’allarme è fondamentale per capire più velocemente la condizione in cui si trova-no le persone soccorse ed intervenire con la giusta terapia. Velocità di intervento e qualità delle operazioni, sempre a disposizione del cittadino.

Azienda ulss 18

Donati sette nuovi rilevatori di monossido di carbonio

Page 17: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

17la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 cultura

Non affidare quegli av-venimenti all’oblio della Storia, risponde, innanzi-tutto, al dovere di onorare il debito morale che il nostro Paese ha contratto con co-loro che patirono violenze fisiche e morali inenarrabili e la cui vicenda per troppo tempo è stata avvolta nel silenzio connivente delle istituzioni. Per i credenti la necessità della riconcilia-zione che passa attraverso il perdono.

Sono trascorsi due lustri da quando il Parlamento italiano, il 30 marzo 2004, ha istituito il “Giorno del ricordo” scegliendo la data del 10 febbraio come occa-sione per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

Sono trascorsi due lustri da quando il Parlamento italiano, il 30 marzo 2004, ha istituito il “Giorno del ricordo” scegliendo la data del 10 febbraio come occa-sione per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

Giorni di quasi 70 anni; il tempo, sempre più lonta-no, di due o forse tre gene-razioni. I testimoni diretti si riducono di stagione in stagione, eppure – proprio anche per questo – divie-ne ancora più impellente il dovere della memoria. Ma non per antistoriche rivendicazioni territoriali o per pericolosi (e purtroppo sempre ed ovunque presen-ti) rigurgiti nazionalistici.

Non affidare quegli av-venimenti all’oblio della Storia, risponde, innanzi-

tutto, al dovere di onorare il debito morale che il nostro Paese ha contratto con co-loro che patirono violenze fisiche e morali inenarrabili e la cui vicenda per troppo tempo è stata avvolta nel silenzio connivente delle istituzioni. Quasi dovesse essere loro addebitata la colpa per essere state le vit-time di un regime – quello titino – che nella sua cieca violenza non si distaccava da quelli, nazista e fascista, che l’avevano preceduto in quegli stessi territori, cer-cando nell’ideologia la pro-pria giustificazione.

Se quegli uomini e quelle donne a migliaia avevano concluso la loro esistenza terrena nelle foi-be che violentano la pietra del Carso penetrando nella sua anima più profonda; se avevano dovuto abbando-nare, da un giorno all’altro, le loro case di Fiume o di Pola, i loro cari nei cimite-ri sparsi in tanti paesini di Istria e Dalmazia, una Sto-ria personale fatta di appa-rentemente piccole cose; se tutto questo era avvenuto un motivo “validante” do-

veva esserci stato. Dinanzi a chi “pretendeva addirit-tura” di conoscere il luogo dove recitare una preghiera e portare un fiore in ricordo dei propri familiari le porte rimanevano sempre chiuse: era meglio che di loro non si parlasse e che sulle loro storie scendesse una “dam-natio memoriae” durata ol-tre mezzo secolo.

Ma c’è un secondo, for-se ancora più importante motivo, per cui è importan-te celebrare la giornata del 10 febbraio.

Gli avvenimenti di al-lora devono rappresentare un monito per gli europei di oggi, Specie per le nuove generazioni.

Nelle foibe non sono finiti italiani, sloveni, te-deschi, militari, funzionari pubblici, sacerdoti… Sono finiti uomini e donne di lingua, cultura, religione diverse ma divenuti fratelli ed accomunati nello stesso tragico destino dell’essere vittime di una violenza cie-ca e brutale il cui obiettivo principale era distruggere la dignità dell’uomo. Il re-sto (l’ideologia, il credo po-

litico…) erano solo tentativi per cercare di giustificare quello che in ogni caso non poteva né doveva né deve essere giustificato.

A leggere, però, la storia europea di questi ultimi de-cenni, a ripensare a quanto avvenuto nei Paesi della ex Jugoslavia alla fine del secolo scorso, ci rendiamo conto di come troppo breve sia la nostra memoria. Pu-lizia etnica, fosse comuni, deportazioni di massa sono parole ritornate frequente-mente nelle cronache dei mass media. Per essere, altrettanto velocemente, di-menticate. Sino alla prossi-ma occasione.

Eppure, per i credenti, il dovere del ricordo non avrebbe senso se non si ac-compagnasse a un preciso impegno per la riconcilia-zione. Una riconciliazione che va ben oltre il perdono ma indica un gesto da com-piere insieme: “Non possia-mo non intraprendere – ri-cordò il beato Giovanni Pa-olo II durante la sua storica visita a Sarajevo nell’aprile 1997 – il difficile ma neces-sario pellegrinaggio del perdono che porta a una profonda riconciliazione”.

E solo da esso, sia detto senza retorica, può passare la costruzione di un futuro diverso per il nostro Conti-nente.

Un impegno, ancora più impellente e significativo, se espresso in questo 2014 in cui si ricordano i 100 anni dall’inizio di quella che la voce inascoltata e solitaria di Papa Benedetto XV defi-nì la “inutile strage”.

Mauro Ungaro

All’interno degli Orien-tamenti pastorali dell’Epi-scopato italiano “Educare alla vita buona del Vange-lo”, il cammino proposto dalla CEI “La Chiesa per la scuola”, che si concluderà il 10 maggio p. v. incontrando il Papa, dimostra l’attenzio-ne dei Vescovi per tutta la scuola: istituzione,persone e relazioni. Alcune motiva-zione senz’altro possono essere sintetizzabili nelle parole crisi, economica, antropologica e culturale, e sfida, come stimolo per un impegno.

La partecipazione alle diverse commissioni pa-storali per la scuola e la cultura, a livello diocesano e regionale, mi fa scorge-re, invece, una pluralità di punti di vista per quanto riguarda le attese e gli esiti desiderati. Lo stesso titolo lascia aperte diverse possi-bilità: esse possono essere interpretate come ricchezza ma anche come difficoltà della comunità cristiana di costruire una sintonia uni-taria intorno alla questione scuola.

Per certi aspetti noto

che questo cammino di riflessione può essere op-portunità per “volare alto” e riproporre una serie di ideali e valori a livello an-tropologico, culturale ed educativo. Su questa stra-da incontro il lavoro del gruppo di persone che, dopo l’incontro del mag-gio scorso, ha fatto opera di sintesi e proposto otto parole-chiave che pongo-no questioni di fondo nella prospettiva di individuare riferimenti significativi che possano orientare il pensie-ro e le azioni.

Per altri aspetti noto che il dibattito in corso si orien-ta su elementi più concreti e si preoccupa di affermare la libertà di educazione, il diritto e la libertà di scel-ta da parte dei genitori, la necessità delle scuole pa-ritarie, dei finanziamenti pubblici, della presenza dei cattolici nella scuola e di chiedere con forza l’ap-plicazione o l’elaborazione di norme per dare effettivo sostegno a questi valori. Su questa strada incontro i diversi appelli, documen-ti, manifesti che si stanno

elaborando nelle Commis-sioni pastorali e che, se letti settorialmente, rischiano di dare un’immagine della comunità cristiana irrigidi-ta su alcune posizioni.

Il rappresentare un’as-sociazione professionale nelle commissioni ecclesiali mi fa scorgere un’altra pro-spettiva che, a mio parere, resta in ombra. Essa chie-de di rivolgere lo sguardo all’interno della Chiesa e la stimola ad interrogare se stessa: che cosa può pensa-re e dire di sé, per sé, a sé la Chiesa mentre pensa e dice di scuola?

In questo percorso l’in-teresse per l’istituzione si manifesta mediante l’atten-zione ai singoli e ai gruppi che, nel loro essere parte di Chiesa, sono presenti quo-tidianamente nella scuola. Chi può e come si possono sostenere e accompagnare percorsi di spiritualità lai-cale, di studio, di forma-zione continua per vivere il proprio operare nella scuo-la come testimoni credibili del vangelo?

La scuola è luogo di relazioni e può essere oc-casione per sperimentare il senso dell’essere insieme orientato al bene comu-ne. Come sostenere e ac-compagnare gli operatori scolastici nel loro compito

educativo di aiutare a cre-scere tutti e c i a s c u n o ? Come soste-nere e accom-pagnare i ge-nitori nell’ar-ricchire il loro compito verso i pro-pri figli con esperienze di partecipazio-ne e di corre-sponsabilità? Come so-stenere e ac-compagnare gli studenti nel vivere la scuola come opportunità di crescita personale che, insieme agli aspetti cultura-li, valorizza l’incontro con gli altri, l’impegno verso se stessi e la partecipazione al vivere comune?

L’esperienza associa-tiva mi fa sperimentare la bellezza dell’essere insieme in questa ricerca. Le fatiche presenti nei gruppi, nei movimenti, nelle associa-zioni, ma anche negli enti gestori delle scuole cattoli-che, mi fanno pensare alla necessità di un sostegno e di un accompagnamento nei loro confronti. Contem-poraneamente, mi pare che

il cammino di riflessione che stiamo vivendo possa essere opportunità per la ricerca di una loro “presen-za nuova” in ambito eccle-siale e sociale.

Credo che si possa apri-re una prospettiva profeti-ca. Pensando alla lungimi-ranza dei promotori delle associazioni e dei movi-menti, a quella di tanti par-roci che hanno fondato gli asili parrocchiali, dei santi fondatori delle congrega-zioni che si sono interes-sate di educazione, quali bisogni sono da accogliere e sostenere, oggi?, di quale

sguardo lungimirante ab-biamo bisogno?

In questo cammino sia-mo tutti coinvolti e in que-sto contesto potremo acco-gliere l’invito di incontrare Papa Francesco. Anche per questo si possono in-dividuare diverse modali-tà: chi non potrà andare a Roma potrà ascoltarlo alla televisione, magari non da solo, con qualche col-lega, con qualche genitore e studente, con il proprio parroco. Le sue parole po-tranno stimolare pensieri e aprire possibili cammini condivisi.

Per una buona scuola

ContenutiLa Chiesa per la scuola - «La Chiesa è per la scuo-

la, perché la Chiesa ha a cuore i ragazzi e i giovani, ha a cuore la famiglia, ha a cuore la società intera. La Chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte – una parte decisamente essenziale – del bene comune»(S.E. Mons. G. Ambrosio).

Educazione - Educare = aiutare a diventare per-sone adulte inserite in una comunità.Oggi la scuola, così come in generale l’educazione, da “risorsa” pare essere divenuto un “problema”: invece occorre guar-dare alla scuola come bene di tutti e di ciascuno, cuo-re pulsante dell’identità culturale, civile e sociale.

Insegnanti - Gli insegnanti sono la risorsa fon-damentale per una “buona scuola”.Per questo va curata la vocazione dell’insegnante, sia negli aspetti personali e motivazionali (si comunica ciò che si è), sia negli aspetti disciplinari e didattici, e la sua pro-fessionalità.

Generazioni e futuro - L’educazione è compito dei genitori e compimento della loro azione generativa. «È in gioco la libertà dei genitori circa l’educazione dei propri figli. Straordinaria e affascinante avven-tura! Essi, i figli, dopo essere stati generati nel corpo hanno il diritto e chiedono di essere generati nello spirito» (S.E. Card. Angelo Bagnasco)

Umanesimo - Per un’educazione che non sia solo acquisizione di competenze. L’umanesimo, rapporto creativo con la tradizione e il patrimonio culturale, aiuta la dimensione educati-va a riconquistare la sua dignità di “percorso verso l’autenticamente umano”.

Autonomia e sussidiarietà - Per una scuola au-tonoma e uno Stato garante della qualità.Tale condi-zione dovrebbe essere la norma, non l’eccezione, in modo da permettere «alle scuole di svolgere sempre meglio il proprio ruolo di servizio pubblico» (S.E. Card. Angelo Bagnasco), nell’ambito del sistema na-zionale di istruzione varato dalla legge 62/2000.

Comunità - Scuola = comunità che educa, in rete con altre comunità.Solo una scuola organicamente inserita in rete (con altre scuole, con le famiglie, con le comunità del territorio come le parrocchie) può davvero costruire amicizia civile e il bene delle rela-zioni, contributi alla crescita del bene comune.

Alleanza educativa - Un’alleanza prima di tutto tra scuola e famiglia,in una logica di rigorosa lealtà reciproca. Questo implica un confronto comune sul-le questioni, la costruzione di relazioni generative, l’attenzione inclusiva verso gli alunni in difficoltà: la stessa attenzione va manifestata verso la scuola, a sua volta marginale per l’opinione pubblica.

Con questo spirito dobbiamo incontrare e avvi-cinare «tutto il popolo di Dio e … quanti, animati da buona volontà, vorranno condividere la cura e l’attenzione verso la scuola» (S.E. Mons. Mariano Crociata).

La Chiesa per la scuolaIncontro con Papa FrancescoPiazza S. Pietro - 10 maggio 2014

Conferenza Episcopale TrivenetaCommissione sCuola eduCazione università

Queste parole di Papa Francesco, al­lora Arcivescovo a Buenos Aires, sono state riprese da S. E. mons. France­sco Moraglia, Patriarca di Venezia e presidente CET, in occasione della IV Conferenza sulla scuola e formazione professionale a Verona, il 24 novembre 2013.Il Patriarca ha poi proseguito: ‘‘Ci sta a cuore la scuola che è bene pubblico, è

bene comune da valorizzare e da pro­muovere.La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola; infatti, solo una società che sa investire risorse economiche e umane nella formazione e nell'innova­zione, in ambito scolastico, può prepa­rarsi a un futuro nel quale la persona non venga subordinata alle scelte eco­nomiche e finanziarie per cui, alla fine, lo stesso lavoro non è più al servizio

“Educare è di per sé un atto di speranza, non solo perché si educa per costru-ire un futuro, scommettendo su di esso, ma perché il fatto stesso di educare è attraversato da una prospettiva di speranza” (Card. Jorge Mario Bergoglio, Men-saje a las Comunidades Educativas, 23 aprile 2008).

Giorno del ricordo

Foibe, gli europei avranno capito?

Riflessione di Antonio Rocca Presidente regionale Aimc - Associazione Italiana Maestri Cattolici

La Chiesa per la scuola: diverse opportunità per una presenza nuova

Page 18: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

18 la Settimana domenica 16 febbraio 2014caritas

!! Credenti…xenofobi? Anche quest'anno il Centro di iniziative e ricerche sulle migrazioni ha presentato l'Annuario 2013 Immigrazioni e contesti locali per offrire le più aggiornate elaborazioni statistiche e per comprendere le dinamiche del fenomeno e i processi di accoglienza/integrazione a livello locale. Il dato su cui riflettere è il rallentamento dei flussi di ingresso dovuto all'acuirsi della crisi economica e occupazionale in Italia e, di conseguenza, la stabilizzazione di alcuni indicatori di permanenza che vanno di pari passo con altri indicatori di regressione del fenomeno. L'Annuario pubblica anche una elaborazione specifica, promossa dal Comitato direttivo del Cirmib sui dati di una indagine europea Evs in 48 paesi (tra cui l'Italia), che ha misurato l'indice di distanza sociale e l'indice di xenofobia. I dati confermano che l'Italia non risulta interessata da fenomeni acuti di razzismo e xenofobia, per lo meno in confronto di altri Paesi dell'area europea ed extraeuropea. Il dato più interessante che emerge dalla ricerca è che esiste una relazione statistica tra il fatto di dichiararsi credenti praticanti (indice di religiosità ecclesiale), conformi ai precetti religiosi e gli atteggiamenti di distanza sociale e xenofobia: viene smentita l'idea corrente che chi pratica la religione e frequenta ambienti sociali di Chiesa sia più aperto nei confronti degli stranieri, in quanto oggetti di attenzione caritatevole. La spiegazione fornita è che l'appartenenza a una comunità religiosa connota un gruppo di cittadini che hanno in comune tre caratteri spesso associati tra loro: età avanzata (oltre 66 anni si accresce la probabilità di essere xenofobi), basso livello di istruzione e elevata conformità ai precetti religiosi

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PRIMO PIANO - L'iniziativa si rivolge a bambini e ragazzi non accompagnati che giungono in Europa per chiedere protezione internazionale e hanno parenti in uno degli stati membri. “Un diritto di cui pochi di loro sono consapevoli” Nel 2011, 2 mila domande di asilo di minori nell'Ue !

Al via “Pruma”: Oim e Ue per il ricongiungimento dei minori.Facilitare il ricongiungimento dei minori stranieri non accompagnati con i parenti residenti in Paesi dell'Unione europea: è questo, in sintesi, l'obiettivo che si pone “Pruma”, il progetto finanziato dall'Ue e ges to da l l 'Oim (Organizzaz ione internazionale migrazioni) di Roma, dedicato a quei bambini e ragazzi che arrivano in Europa in cerca di protezione internazionale. L'obiettivo è favorire il trasferimento di questi minori nel Paese europeo in cui il parente risiede, così da evitare che il ragazzo prosegua da solo un viaggio difficile e pericoloso, in cui rischia di diventare vittima di tratta o sfruttamento. L'iniziativa è stata avviata a gennaio, in collaborazione con gli uffici Oim di Parigi, Berlino, Atene, Malta e Londra. La rete dei partners comprende la direzione Libertà civili e Immigrazione del

ministero dell’Interno italiano, Save the Children, Civico Zero onlus, l’ong greca Praksis, il British Refugee Council, l’ong tedesca Bund.-Umf, l’ufficio Unhcr di Bruxelles, il ministero greco per l’ordine pubblico e la protezione dei cittadini e la Polizia di Malta. “Nel 2011 sono state oltre 12 mila le domande di asilo di minori stranieri non accompagnati presentate nei 27 paesi dell’Unione Europea - ricorda il direttore dell’Ufficio di coordinamento Oim per il Mediterraneo, José Angel Oropeza - Sono minori che provengono da paesi come Afghanistan, Siria, Iraq, Eritrea e Somalia e che vogliono raggiungere i loro parenti in un paese dell'Ue. Secondo il Regolamento Dublino III (Reg. EU N°604/2013), potrebbero richiedere il ricongiungimento familiare con i parenti entro il quarto grado che si

trovano in maniera regolare in altri Stati dell’Unione, ma purtroppo in pochissimi sanno di questa possibilità e molti cercano di raggiungere i propri cari da soli, correndo il rischio di diventare vittime di sfruttamento o tratta. “Pruma” intende contribuire al rafforzamento del diritto all'unità familiare promuovendo la tempestiva applicazione di questa procedura prevista dal Regolamento Dublino.” Concretamente, “verranno create procedure comuni volte a migliorare la cooperazione fra le Unità Dublino nazionali e le altre autorità competenti spiega ancora Oropeza - Intendiamo contribuire a chiarire e ad accelerare le d i v e r s e t a p p e d e l p r o c e s s o d i ricongiungimento: dall'identificazione del minore fino al suo trasferimento presso lo Stato membro in cui risiedono i suoi parenti, tenendo sempre presente il superiore interesse del minore e le garanzie giuridiche che lo determinano”. Le procedure standard saranno elaborate da un comitato di esperti del settore e ver ranno p ropos te a l l e au to r i t à competenti in Italia, Malta, Grecia, Francia, Regno Unito e Germania. “Il progetto - conclude Oropeza - prevede il coinvolgimento di due strutture di accoglienza per minori non accompagnati in Grecia e in Italia. Saranno inoltre avviate attività di consulenza legale e verrà fornita assistenza al ricongiungimento familiare a m i n o r i n o n a c c o m p a g n a t i particolarmente vulnerabili”. Pruma avrà la durata di 12 mesi e si concluderà a dicembre 2014 con un workshop internazionale, nel corso del quale verranno presentate alla Commissione dell’Unione europea le linee guida condivise dagli Stati membri coinvolti.

Redattore Sociale

Dopo so l i due ann i da l la sua ind ipendenza , i l Sud Sudan è nuovamente sull’orlo di una guerra civile. Dopo gli scontri nella notte del 15 dicembre, nella capitale Juba, si sono sentiti risuonare colpi di armi da fuoco e bombe, e si sono verificati uccisioni indiscriminate di civili inermi in diversi quartieri della città. Da allora, in poco più di un mese, il conflitto ha raggiunto dimensioni catastrofiche. Agli inizi di febbraio si contano oltre 10.000 morti e circa 750.000 sfollati (ovvero il 10%

de l l ’ in te ra popo laz ione sud sudanese). Gli accordi di pace firmati ad Addis Abeba il 23 gennaio, tra Governo e ribelli, non sono riusciti a porre fine alle ostilità e si è costituito un movimento/esercito di resistenza, che punta al rovesciamento del Governo di Juba, accusato di e s s e r e a u t o r i t a r i o e antidemocratico. Dietro il confronto tra Governo e

ribelli, emerge una lotta per il controllo del potere in uno Stato quanto mai ricco di risorse, dall’uranio, a terre fertili e ricche d’acqua, a grandi giacimenti di petrolio. I Vescovi sud sudanesi, insieme ai rappresentanti delle altre Chiese, hanno lanciato un forte appello alla pace: «Interpellati dal messaggio imperativo del Vangelo per la pace e la giustizia, chiediamo un’ immedia ta e incondiz ionata cessazione delle ostilità in ogni parte del Paese: crediamo che il dialogo sia il migliore e l’unico giustificato mezzo per risolvere le controversie e le divisioni tra le parti. La violenza non è mai un’opzione». All’inizio di gennaio viene pronunciato un appe l lo a l la pace da Papa Francesco, rivolto al Sud Sudan: «Abbandonate la via delle armi a uscite per incontrare l’altro con uno spirito di dialogo, perdono e riconciliazione, per ricostruire la Giustizia, la Fiducia e la Speranza attorno a voi». Nel frattempo però i combattimenti continuano, con

un aumento preoccupante delle uccisioni su base etnica, in una spirale di violenza senza fine. E accanto al rumore del le armi, sempre più assordante, si sente oggi il grido della popolazione che chiede aiuto. Caritas Italiana – che ha sempre rilanciato con forza gli appelli al dialogo - è impegnata insieme a Caritas Sud Sudan e alle altre Caritas presenti nel Paese nella risposta all’emergenza, offrendo sostegno ai profughi e agli sfollati e provvedendo a cibo, acqua e servizi essenziali. Negli ultimi anni Caritas Italiana ha sostenuto in Sud Sudan anche progetti di sviluppo agricolo e sicurezza alimentare, promozione dei di r i t t i , pace e riconciliazione, e progetti sanitari in diversi villaggi del Paese. Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Sud Sudan”.

Caritas Italiana

Sud Sudan sull'orlo della guerra civile.

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Lunedì, ore 15.00 - 16.30 (per donne-non garantito) Martedì, ore 9:30 -12:30 (per uomini) Giovedì, ore 15.00 - 16.30 (per donne-non garantito) Venerdì, ore 15:00 - 16:30 (per uomini)

Presso Casa Sant’Andrea, via G. Sichirollo n. 60 - 45100 Rovigo - tel. 0039 0425 0460428

Servizio Mobili Badanti e Famiglie✓ Martedì, ore 10:00 - 12:00 Presso Caritas diocesana. Non è possibile accedere direttamente al servizio; è necessaria la prenotazione.

✓ Lunedì - Venerdì ore 09:00 - 12:00 ✓ Lunedì - Venerdì ore 15:30 - 17:00 Presso Caritas diocesana. Per accedere al servizio è necessaria la prenotazione

Diario • 17 febbraio, Rovigo, IIS "E. De Amicis” per progetto scuole. • 17 febbraio, Vicenza, incontro per OPR Nord-Est. • 18 febbraio, Rovigo, Uffici Pastorali. • 18 febbraio, Baruchella (RO), formazione CdA vicariale. • 19 febbraio, Rovigo, corso di Legambiente a “Vivere in Italia” • 20 febbraio, Rovigo, IIS "E. De Amicis” per progetto scuole. • 20 febbraio, Lendinara (RO), comune per progettazione

nuovo fondo. • 21 febbraio, Rovigo, IIS "E. De Amicis” per progetto scuole. • 21 febbraio, Rovigo, corso su Carità presso Scuola di Teologia. • 22 febbraio, Rovigo, IIS "E. De Amicis” per progetto scuole.

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Lettere & opinioni

19la Settimanadomenica 16 febbraio 2014 rubriche

La Francia continua ad essere la meta preferita dei turisti italia-ni. Lo scorso anno sono stati quasi 8 milioni i connazionali che han-no scelto di visitare o trascorrere periodi di vacanza nel paese d’Ol-tralpe. E per quest’anno le previ-sioni del trend dovrebbero essere rispettate se non addirittura in-crementate. Molte infatti le novità previste nel 2014 per incentivare il turismo.

Valle della Loira. Il 2014 è l’anno del 500° anniversario della morte di Anna di Bretagna, due volte regina di Francia, prima andata sposa a Carlo VIII e poi a Luigi XII. Una donna di straordinario potere, che ha saputo essere mecenate delle arti ed esteta e ha svolto un ruolo chiave nella storia di Francia.

Tutta la Valle della Loira la celebra in una program-mazione culturale, dal castello di Langeais, dove furono celebrate le nozze con Carlo VIII, ai castelli di Blois, Am-boise, Loches e al Clos Lucé, dove è vissuta, fino a Nantes dove è nata. In programma: mostre, concerti, eventi di fe-sta, visite guidate a tema, (www.anne-de-bretagne.net).

Normandia festeggia la libertà. Per il 70° anniver-sario dello sbarco e della battaglia di Normandia, tutta la regione si mobilita per rendere onore agli ultimi vete-rani e celebrare un evento che ha cambiato la storia del mondo. Oltre alla cerimonia ufficiale del 6 giugno 2014 a Ouistreham, alla presenza di molti capi di stato, l’anni-versario si declina da marzo ad agosto con un fitto pro-gramma di commemorazioni e feste e di itinerari turisti-ci della memoria sui temi della pace e la libertà ( www.le70e-normandie.fr). Altro grande appuntamento: dal 23 agosto al 7 settembre 2014, la 7a edizione i Giochi Eque-stri Mondiali, il più grande evento equestre del mondo, per la 1° volta ospitati in Normandia, regione dalla lunga tradizione equestre. (www.jemfeialltech2014normandie.fr; www.normandie-tourisme.fr‎).

Nord Pas de Calais. Porte aperte ai grandi musei. Appena inaugurato a Dunkerque il Frac, all’AP2, ex of-ficina dei Cantieri Navali, una struttura gigantesca, pro-gettata dagli architetti Lacaton & Vassal, per accogliere oltre 1500 opere di arte e design, dall’arte povera alla Pop Art a Fluxus, mostre, performance, concerti, atelier. (www.fracnpdc.fr). Novità a Dunkerque pure il Museo Portuale, che si declina anche su tre velieri ancorati in faccia al museo. Le grandi mostre sono invece al Louvre Lens: Fino al 10 marzo, Les étrusques et la Méditerranée, incentrata sulla città etrusca di Cerveteri - Fino al 21 apri-le, Voir le sacré -Dal 28 maggio al 6 ottobre, Les Désastres de la guerre. 1800-2014, che fa parte del programma La Guerra e la Pace nell’ambito del Centenario della guerra

1914-1918.Marsiglia, votata alla cultu-

ra. Il 4 febbraio riapre il Museo di Belle Arti al Palais Longchamp (XIX secolo), dopo 10 anni di la-vori. 21 febbraio / 22 giugno Vi-sages. Picasso, Magritte, Wharol ... al Centro della Vieille Charité, oltre 90 artisti del XX secolo sull’arte del ritratto. Riaperto il Museo di Storia il più grande d’Europa . Al Mucem, dal 12 marzo mostra sul sito archelogico di Volubilis in Marocco , e dal 26 marzo, Il mon-do alla rovescia, sui Carnevali del

mondo. (www.marseille-tourisme.com)Corsica, il fascino del fuori stagione. L’isola della

bellezza, la “più vicina delle isole lontane”, così como-da da raggiungere dall’Italia a cui è legata da una lunga storia, è un paradiso per le vacanze estive, ma è splendi-da da scoprire anche nel fuori stagione: l’estate comincia prestissimo, in Corsica, e il clima è deliziosamente dolce già in marzo-aprile. E l’estate dura molto a lungo, e sci-vola dolcemente nell’autunno La primavera è la stagione della fioritura, eccezionale: il maquis fiorito è uno spetta-colo e le più belle passeggiare lungo i molti sentieri, lun-go il mare o nell’interno, si fanno proprio in primavera. Splendide escursioni anche in autunno, periodo di festi-val insoliti (come Festiventu a Calvi), di fiere contadine e di regate sul mare. Buona occasione anche per scopri-re i musei dell’isola, dalla casa-museo di Napoleone ad Ajaccio al Museo Fesch, una delle più ricche collezioni di Francia dopo il Louvre, dai primitivi al barocco, con ope-re di Botticelli, Van Dick, Veronese… (www.visit-corsica.com)

Aude, un viaggio sull’acqua… nel Medioevo. An-dar per canali nell’Aude è un piacere, e in più qui è pos-sibile navigare, in battello-crociera o in house-boat, in un corso d’acqua Patrimonio dell’Unesco! Si tratta del Canal du Midi, realizzato nel 1667 da Pierre-Paul Riquet, che convinse il re Luigi XIV della possibilità tecnica di col-legare Atlantico e Mediterraneo: 240 km di lunghezza, 350 chiuse, ponti, acquedotti che sono vere opere d’arte, e cammini d’alzaia bordati di alberi secolari, ideali per passeggiate a piedi o in bicicletta. Il Canal du Midi e il meno conosciuto Canal de la Robine, entrambi inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco, permettono così di scoprire in modo originale alcuni dei luoghi più belli e autentici di Francia. Imperdibile la Cité di Carcassonne, anch’essa Patrimonio dell’Unesco, un

vero flash-back in un Medioevo “reinventato” da Viollet-le-Duc, e scenario di

diversi eventi. (www.festivaldecarcassonne.fr; www.tourisme-carcassonne.fr)

Cartoline di viaggioSinigaglia

Dalla Valle della Loira al sud della Francia, molte le novità e le idee per le vacanze 2014

Sono Luigi Fernando Valim (Vallini), ho 24 anni e sono nato nella città di Jales nello Stato di San Paolo in Brasile. Sono conservatore e restauratore di opere d’arte. Dopo una ricerca per poter avere la cittadinanza italiana, ho sentito la necessità di scrivere la storia della famiglia, perché mi dà tristezza il pensiero che tutto quello che hanno vissuto si perda nel tempo. In questa ricerca at-traverso molte vie ho scoperto che emigrarono in Brasile con le prime partenze di emigranti (giunsero in Brasile il 24 maggio 1888) partendo da Ficarolo. ttraverso i dati che possiedo e riferisco, mi piacerebbe sapere e mantene-re contatti con i parenti rimasti in Italia.

Luigi Vallini (nacque verso l’anno 1847), sposato con Carolina Poppi (nata verso l’anno 1852). Sono i miei tri-snonni. Arrivarono in Brasile con sei figli:

Vallini Franca Delia (in Brasile con il nome di Adelia Vallini). Nacque il 10 luglio 1877.

Vallini Amedeo Gaetano (in Brasile con il nome di Hum-berto Vallini). Nacque il 21 settembre 1878. Probabilmen-te dovrebbe essere mio bisnonno, ma qui in Brasile credo che ebbe il nome di Humberto Gaetano Vallini (non tro-viamo in Italia il certificato di nascita e la data di nascita coincide con quella di Amedeo Gaetano Vallinio).

Vallini Florindo Eusebio (in Brasile con il nome di Silvio Vallini). Nacque il 10 giugno 1880.

Vallini Maria Vanda (nel registro degli immigrati non risulta, ma in quello di battesimo risulta come figlia di Luigi Vallini e Carolina Poppi), Nacque il 4 settembre 1882.

Vallini Maria Gaetana (nel registro degli immigrati non risulta, ma in quello di battesimo risulta come figlia di Luigi Vallini e Carolina Poppi). Nacque l’8 febbraio 1884.

Vallini Guido Gaetano (in Brasile con il nome di Guido Vallini). Nacque il 15 giugno 1886.

Luiz Fernando [email protected] Cupece 6062 Bloco 14 Apto 24Jardim PrudencioCEP: 04366-001São Paulo – SP Brasil

Ritrovare i parenti

A.Ge. Coordinamento di Rovigo

A Roma dal PapaLa data del 10

Maggio p.v. lancia-ta da Papa France-sco, come punto di partenza per una grande festa della Famiglia Italiana, nel primo anno della proclamazione della Festa della Famiglia a livello Internazionale (15 Maggio 2014); è stato un avvenimento grande.

Se pensiamo per un attimo le grandi difficoltà di questa istituzione , base della Società civile, sta attraver-sando quasi in maniera irreversibile per il mutismo del-la Politica e l’incapacità di reagire delle Istituzioni Civili, sentire un Papa come Francesco che a tamburo battente suona l’allarme muovendo gli animi mondiali oltre ché quelli Europei, significa aver dato fiato a quella istitu-zione che il genitore da solo o la famiglia da sola non riusciva a smuovere. La Scuola, la Cultura. Lasciata alla mercè delle speculazioni, non guardando al domani, a quel futuro che i nostri figli di oggi, se non ben preparati e culturali, non sapranno sicuramente reggere le sorti e guidarle a traguardi migliori. Per questo anche la nostra Associazione Genitori (A.Ge.) di comune accordo con il Regionale e Nazionale, a fianco della Chiesa dei suoi Ministri e Istituzioni Scolastiche, vuole scendere in fe-sta con Papa Francesco e far capire al Mondo cosa fa la Chiesa per la Scuola. All’invito della Conferenza Episco-pale Triveneta, rispondiamo positivamente anche noi dell’A.Ge. di Rovigo affinché, le parole di Papa France-sco, possano ancor oggi diventare luce di speranza per la Cultura Italiana in favore delle nostre Comunità e dei nostri Figli.

Programma del 10 maggio 2014 Ore. 6,30 – Ritrovo dei partecipanti in Piazza Perosi a

Rovigo (davanti alla Chiesa di San Pio X). Sistemazione in Pullman Gran Turismo e partenza per Roma. Soste lungo il percorso e arrivo verso le ore 13 a Roma (Zona adiacente a Piazza S. Pietro). Accesso al comparto desti-nato al gruppo Veneto. Pranzo al Sacco. Dalle ore 14,30 alle ore 18,00, passaggio del Santo Padre Papa France-sco, su Papa mobile e a piedi per i vari sentieri predispo-sti per questo tipo di Festa.

Verso le ore 18, terminata la Festa, ritrovo del Grup-po e inizio del viaggio di ritorno. Arrivo a Rovigo previ-sto per le ore 1,00 circa.

Quote di partecipazioneIscritti A.Ge. €. 35 a persona; Non Iscritti A.Ge. €. 40

a persona; Studenti Autosufficienti: dalle Medie in su €. 30 a persona.

Per Informazioni e Adesioni contattare i Signori: Co-minato Vincenzo 0425-27713 casa – cell. 3331986767 - ore pomeridiane e serali; Furini Gino 0425-34460 casa – cell. 3473222594 - sempre, escluse ore notturne.

Fiesso Umbertiano

Celebrata la giornata del MalatoMartedì 11 febbraio

Festa della Beata Vergine Maria di Lourdes, si è ri-cordata la giornata mon-diale del malato. Tanta è stata la partecipazione al S. Rosario, seguito dalla S. Messa con il rito dell’un-zione dei malati.

Il parroco don Giorgio nell’omelia ha ricordato le parole di Papa Francesco: “All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamen-to che spieghi tutto, ma offre la Sua risposta nella forma di una presenza che accompagna. Di una storia di bene che si unisce ad ogni storia di sofferenza,

per aprire in essa un varco di luce”. Ha sottolineato inoltre che per quanti sono ammalati la presenza di Dio è consolazione.

Un riferimento è stato fatto per i pellegrinaggi a Lourdes, si chiedono grazie ma il miracolo più grande in ognuno che va è la guarigione dell’anima e dello spirito, tralascian-do la sofferenza del corpo. Alla celebrazione oltre ai numerosi parrocchiani era presente una rappre-sentanza locale dell’UNI-TALSI.

E’ seguito poi un mo-mento conviviale negli

ambienti dell’oratorio al-lietato dalla musica della fi-sarmonica di don Giorgio. Con l’occasione il Gruppo Vincenziano ha raccolto

offerte per famiglie indi-genti del Paese. Un grazie a chi ha partecipato e orga-nizzato il tutto.

Sofia T.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovi-

go rivolto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascolto informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

In visita il 10 maggio 2014

Page 20: La Settimana n. 7 del 16 febbraio 2014

domenica 16 febbraio 2014 - pagina 20la Settimana

“Il cammino della nuova evan-gelizzazione, che abbiamo iniziato nell’anno pasto-rale 2013 – 2014, ci invita a diventare “Popolo di Dio in missione”, per far conoscere Gesù Cristo e il suo vangelo a tutti, ai vicini e lontani.

Per promuo-vere questa nuova evangelizzazione è necessario che in ogni parroc-chia si formino evangelizzatori ed animatori che portino la Parola di Dio in tutte le famiglie e in ogni ambito vitale…” Così il vescovo Lucio presen-ta questo anno pastorale 2013 – 2014.

Proprio per ri-spondere a questa sollecitazione, si avverte la necessi-tà di sfatare che la Parola di Dio sia per “addetti” ai la-vori o che sia una “noia” il prender-la in mano.

Il corso Em-maus è una pro-posta di formazio-ne per quanti vo-gliano avvicinarsi alla Parola di Dio per innamorarsi di essa, per capire col cuore quanto sia bello e gioioso nutrirsi di essa.

Il corso, nei suoi aspet-ti dinamici e interattivi coi partecipanti, si propone l’obiettivo appunto di far innamorare le persone alla Parola attraverso u n ’ e s p e -rienza con-creta di Gesù Risor-to a partire dalla Parola. L’esperienza dei discepoli di Emmaus è significati-va: l’incontro col Risorto ha dato Speranza alle loro tristezze e ha messo nel loro cuore l’ardente desi-derio di far ritorno a Ge-rusalemme per proclama-re con la loro bocca l’espe-rienza di quell’incontro

che ha radicalmente cam-biato la loro vita.

Il corso si terrà nei giorni 28, 29 e 30 marzo prossimo, presso il Centro

parrocchia-le di Villa-marzana.

Q u e s t a esperienza è rivolta quin-di a tutti e in particolare

agli operatori pastorali, perché oltre ad essere una occasione per fare una forte esperienza spiritua-le personale, è una oppor-tunità anche per acquisire un metodo efficace per l’annuncio del Vangelo in tutti gli ambiti, princi-palmente in quelli tipica-mente pastorali come, la

catechesi, la pastorale fa-miliare, i centri di ascolto, i gruppi biblici, gli incon-tri sul vangelo, etc.

Questa esperienza, ci aiuterà certamente ad essere un “popolo di Dio in missione”, dove sare-mo chiamati a far risuo-nare con nuovo vigore l’annuncio dell’amore di Dio, ad educarci a fidarci di Dio, affidarci a Lui, a “giocare la nostra vita” sulla sua Parola per an-nunciare la fede con la nostra vita e con la Pa-rola.

Per saperne di più sul corso Emmaus, potete visitare il sito www.mes-saggeridisperanza.org.

d. Lorenzo M. Realdon, MdR

Nome Cognome

Indirizzo

Cap – Città – Provincia

Data di Nascita ___/___/___ Sesso M F

Professione

Telefono

Cellulare

E-mail (IN STAMPATELLO)

Movimento Ecclesiale o Associazione

Parrocchia di appartenenza

Vicaria

Diocesi

SEI TEMI DEL CORSO

I. Il cammino di Emmaus

II. 7 immagini della Parola

III. 7 effetti della Parola

IV. L’alleanza con la Parola

V. La sinagoga di Israele

VI. VI. La cena di Emmaus

DIOCESI DI ADRIA ROVIGO

UFFICIO MISSIONARIO DIOCESANO

MESSAGGERI DI SPERANZA

ROVIGOwww.messaggeridisperanza.org

A VILLAMARZANA (RO)28sera, 29 e 30marzo 2014

Esperienza spirituale

EEMMMMAAUUSSInnamorarsi della Parola di Dio

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Domenica 9 febbraio alle ore 21 presso la Chiesa di S. Bartolomeo, ha avuto luogo il concerto di Bianca-maria Furgeri “Pensieri in musica”. Proposto nell’am-bito del “VI Festival Musi-cale Jesu Dulcis Memoria” l’evento ha avuto come sottotitolo “La composizio-ne sacra contemporanea al servizio della parola e della liturgia”.

Esecutori sono stati il Coro “Melos” e l’Orche-stra “Melos” con la parte-cipazione del Coro di voci bianche “Melos”. Direttore artistico ed esecutivo del concerto il maestro Roberto Spremulli.

Il concerto è stato pro-mosso dall’Associazione Corale S. Bortolo insieme alla Fondazione Banca del Monte di Rovigo ed ha avu-to l’onore della presenza di S.E. mons. Vescovo. Risale al 1994 il primo concerto del coro (che ha visto unir-si il coro femminile Melos e quello maschile canto-ria Rhodon); sono passati dieci anni dalla scomparsa di Giuseppina Spremulli, sorella del maestro, a cui il Festival Jesu Dulcis Me-moria è dedicato. Dunque, importanti anniversari da ricordare, il primo per cele-brare 20 anni di attività del Coro, sem-pre tesa alla ricerca musicale e al perfe-zionamen-to di esecuzione, il secondo per coltivare il ricordo e per sensibilizzare il pubblico verso tematiche di solida-rietà. Ricorda il presidente dell’Associazione corale S. Bortolo, Valter Vallin, pro-motrice della manifestazio-ne insieme alla Fondazione Banca del Monte di Rovigo, che “il concerto ha scopi benefici mentre va incontro alla realtà rodigina offrendo attività importanti e raffi-nate, in un momento in cui diventa sempre più difficile realizzarle”. Il concerto pre-senta una monografia di Biancamaria Furgeri, di cui Spremulli è stato allievo e successivamente esecutore di composizioni, un excur-sus dalle composizioni gio-vanili fino al recente brano ispirato alle lamentazioni del profeta Geremia. Tutti i brani, se non inediti, sono stati proposti in prima ese-cuzione assoluta poiché, anche laddove sono stati eseguiti qui venivano rea-lizzati in altra versione.

Biancamaria Furgeri de-

finisce il suo percorso musi-cale attento al settore liturgi-co e legato alla sua persona-le sensibilità in quanto cre-dente. Il Concilio Vaticano II, in particolare, ha segnato le scelte della compositrice: la volontà di dare il proprio contributo alla musica sa-cra in un periodo in cui si stava fondando un nuovo repertorio per coro in ita-liano. Importante anche dal

punto di vista inte-riore, per-ché teso alla medi-tazione e

allo stesso tempo emozio-nante, lo stile compositivo del maestro Furgeri intende contribuire a rendere più comprensibile la comples-sità della musica liturgica sia per la Chiesa sia per i fe-deli. Una scrittura musicale più chiara che non esclude, tuttavia, l’uso del latino per rappresentare “la continu-ità della liturgia e l’unicità della fede”.

Non si tratta quindi di una mera semplificazione della scrittura musicale ma la capacità di usare un lin-guaggio che, mentre favo-risce uno slancio spiritua-le, aderisce alle tendenze della musica contempora-nea rendendola più avvin-cente.

In apertura i brani per coro a 4 voci e organo («Puer natus est» e «Ovet mundus laetabundus» se-guiti da «Tu insegni amo-re») in un dialogo tra stru-mento e coro che si alterna in tutto il programma mo-dulando la fisionomia del coro come per Parole dal

Salmo XXXI, per solo coro a 4 voci, e Ave Regina Cae-lorum, coro a 3 voci, e i bra-ni della “Messa dell’Imma-colata concezione di Maria” per assemblea, coro misto e organo dalla connotazione melodica coinvolgente.

La conclusione è affi-data a due brani inediti non strettamente liturgici, benché musica sacra, che la compositrice ha dedica-to al maestro Spremulli e al suo coro. Ego vir e Re-cordare sono “pensieri” tratti da Geremia, profeta biblico, con cui l’autrice Furgeri intende esprimere, nel primo, la sofferenza e la disperazione dell’uomo che si sente abbandonato da Dio e rappresentare, con il secondo, la speranza e la rinascita.

«Le composizioni di Biancamaria Furgeri, carat-terizzate dall’aderenza al te-sto sacro che ne condiziona la scelta ritmico-melodica, coinvolgono emotivamente sia chi esegue sia chi ascol-ta» sottolinea il direttore Spremulli.

«La serata, per la quali-tà del coro e la capacità di-rettoriale, si presenta ricca ed interessante che rende onore ai talenti di Rovigo e alla generosità di una città espressi nella collaborazio-ne tra associazioni di buo-na volontà ed istituzioni che lavorano per la valoriz-zazione del territorio, nella condivisione di obiettivi e di offrire ai propri concitta-dini servizi e opportunità di grande rilievo» conclude Luigi Costato, presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo.

Chiesa di S. Bartolomeo Ap. - Rovigo

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