La Settimana n. 7 del 20 febbraio 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 20 febbraio 2011 L’esperienza di solito insegna che dove ci sono molte opposizioni, lì si può sperare un frutto più grande. (S. IGNAZIO DI LOYOLA) uante volte, di fronte alla difficoltà che incontriamo nel nostro lavoro, nel portare avanti i nostri progetti e le nostre scelte, siamo stati tentati di arrenderci, di mollare tutto? Quando non lo abbiamo fatto, e ci siamo messi in ascolto anche delle opposizioni incontrate, ci siamo poi ritrovati diversi e rinnovati. Perché proprio quell’ostacolo ci ha permesso di affidarci di più, in una logica di fede, alla Parola di Dio che ci ha aperto percorsi inaspet- tati e ci ha svelato capacità di resistenza insospettate. Quale grazia po- ter raccogliere frutti così maturi! Q Il Tavolo dell’Oggettività: per l’uomo, tra scienza e buon senso a tre anni i medici Primari dell’ospedale di Livorno si ritrovano periodicamente con il Vescovo monsignor Simone Giusti e con il Cappellano dell’ospedale don Placido Bevinetto, insieme ad altri membri della Commissione di pastorale delle Salute del Progetto Culturale diocesano, per riflettere insieme su argomenti di interesse pubblico. La riflessione, nel rispetto delle convinzioni personali di ciascuno, parte da una base di dati scientifici oggettivi ed ha come obiettivo quello di favorire ragionamenti che contribuiscano alla crescita del bene comune. Quest’anno la riflessione del «Tavolo» è stata incentrata sulla Legge 194, più conosciuta come la legge sull’interruzione di gravidanza, e per aprire alla città questo approfondimento sul tema, nei prossimi giorni è stato preparato un convegno in tre giornate intitolato «Tutti dalla parte della vita». Il programma (che è possibile leggere per intero nell’ultima pagina di questo numero) si rivolge alle categorie più varie: medici e personale medico, alle famiglie, alle associazioni di volontariato, ai fidanzati, agli operatori pastorali e alle istituzioni, perché la vita è un bene di tutti. Per introdurre ai prossimi appuntamenti del Tavolo abbiamo rivolto alcune domande a due primari dell’Ospedale di Livorno che da tempo seguono gli incontri con il Vescovo: il dottor Giuseppe Meucci, primario di Neurologia ed il dottor Manrico Bosio, primario di Radioterapia. Cosa ne pensa del Tavolo del- l’oggettività e perchè ha deci- so di farne parte? MEUCCI: «Il Tavolo dell’oggettività è un’occasione di incontro e di approfondimento, per guardare la realtà che viviamo tutti i giorni come operatori sanitari e confrontarla con i valori che stanno alla base del nostro agire. Ho accolto l’invito del Vescovo a partecipare pensando di trovare un ambiente positivo di confronto, uno spazio di libertà, e così è stato». BOSIO: «Ritengo il tavolo dell’oggettività un momento formativo e di approfondimento per tutti noi. Ne faccio parte perchè condivido l’obiettivo per cui è nato: favorire i ragionamenti che contribuiscano alla crescita del bene comune, partendo da una base di dati scientifici oggettivi. La nostra missione, del resto, è quella di assicurare la salute ai nostri pazienti». Quali sono le «sfide» più ardue che questo gruppo dovrà affrontare nel proseguire con il confronto? MEUCCI: «Le sfide più difficili si presentano quando si tenta di tradurre dei "principi" in una realtà complessa e sfaccettata, in cui operano persone diverse per formazione, per cultura, per ruolo. Ad esempio nel tentativo di coniugare i principi etici a garanzia di una assistenza alla vita con le risorse da investire in sanità, che sono sempre più ridotte». BOSIO: «Già quella di quest’anno risulta una sfida ardua. Speriamo vivamente che questo nostro impegno trovi qualche riscontro positivo. Altre sfide? Potrebbero essere: il testamento biologico, l’accanimento terapeutico. Gli argomenti da affrontare, comunque, non mancano». Vi siete mai trovati in disaccordo al punto da pensare di sciogliere» il tavolo? BOSIO: «C’è sempre stato un assoluto rispetto per ogni punto di vista anche se diametralmente opposto. Anzi, quanto sopra ha suscitato discussione-dialogo ed appunto riflessione sicuramente formativa per tutti i partecipanti. Mai pensato di chiudere l’esperienza». MEUCCI: «Nel Tavolo, proprio per le sue caratteristiche di ricerca libera e di dialogo aperto, hanno diritto di cittadinanza tutte le opinioni e quindi non è sempre possibile trovare un accordo. La cosa interessante è comunque trovare, al di là del disaccordo, una base comune, condividendo dei valori di fondo, dall’etica professionale al rispetto dei diritti della persona, passando attraverso l’affermazione dei principi della solidarietà sociale». Il dottor Massimo Ceccarini faceva parte del Tavolo quale ricordo ha di lui legato a questa iniziativa? BOSIO: «Non voglio far retorica, ma ricorderò per sempre Massimo Ceccarini, sia come uomo che come collega. Fra noi c’è stata una profonda amicizia e stima reciproca. Restano i successi terapeutici della nostra collaborazione per la patologia cutanea ed anche qualche insuccesso e, soprattutto, il grande insegnamento di vita che mi ha trasmesso». MEUCCI: «Massimo Ceccarini ha preso parte attiva al Tavolo, animando incontri e progetti. Due le parole che sintetizzano la presenza di Massimo in mezzo a noi: l’intelligenza, propria di chi è in grado di coniugare una solida formazione scientifica con una forte iniziativa politica; la passione sincera, che caratterizza un uomo in ricerca, a tutto campo». Sente cambiato il suo lavoro da quando partecipa a questo Tavolo? MEUCCI: «Non credo che l’iniziativa del Tavolo possa avere una ricaduta immediata nel modo in cui si opera nell’articolazione del lavoro nei nostri reparti e nell’organizzazione dei percorsi assistenziali più in generale. Almeno per ora. È comunque un segnale, una proposta, uno spunto positivo da sviluppare». BOSIO: «Il mio lavoro non è cambiato, ma, personalmente, mi sento arricchito da questa esperienza». Chiara Domenici D 19, 23 e 25 febbraio: sono queste le date del convegno in tre atti intitolato «Tutti dalla parte della vita» promosso dal «Tavolo dell’Oggettività», la realtà nata dall’incontro tra monsignor Giusti ed i medici primari dell’Ospedale di Livorno. Il ricordo del dott. Ceccarini IL SIMBOLO DEL «TAVOLO» Cerco l’UOMO! PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL GRANELLO di senape di Eleazar n giorno il filosofo Diogene, tenendo in mano una lampada accesa, passeggiava nel Foro di Atene. Gli si avvicinò un amico e lo interrogò sul perché avesse acceso una lanterna pur essendo pieno giorno: «Cerco l’uomo» - rispose il filosofo. È sulla base di questo aneddoto che il Tavolo dell’Oggettività ha scelto come simbolo il filosofo Diogene con la lanterna in mano. Un simbolo che è stato riportato anche nella brochure del convegno sulla legge 194. Questo perché la riflessione del Tavolo vuole per prima cosa mettere al centro la persona, l’uomo, inteso in tut- ta la sua integrità e per esso sta lavorando, perché ogni scelta, ogni azione, ogni parola, siano spese a favore del suo bene, del bene dell’uomo. U

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 7 del 20 febbraio 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

20 febbraio 2011

L’esperienza di solito insegna che dove ci sono molteopposizioni, lì si può sperare un frutto più grande.

(S. IGNAZIO DI LOYOLA)

uante volte, di fronte alla difficoltà che incontriamo nel nostrolavoro, nel portare avanti i nostri progetti e le nostre scelte, siamo

stati tentati di arrenderci, di mollare tutto?Quando non lo abbiamo fatto, e ci siamo messi in ascolto anchedelle opposizioni incontrate, ci siamo poi ritrovati diversi e rinnovati.Perché proprio quell’ostacolo ci ha permesso di affidarci di più, inuna logica di fede, alla Parola di Dio che ci ha aperto percorsi inaspet-tati e ci ha svelato capacità di resistenza insospettate. Quale grazia po-ter raccogliere frutti così maturi!

Q

Il Tavolodell’Oggettività:per l’uomo,tra scienzae buon senso

a tre anni i mediciPrimari dell’ospedaledi Livorno si ritrovanoperiodicamente con il

Vescovo monsignor SimoneGiusti e con il Cappellanodell’ospedale don PlacidoBevinetto, insieme ad altrimembri della Commissionedi pastorale delle Salute delProgetto Culturale diocesano,per riflettere insieme suargomenti di interessepubblico.La riflessione, nel rispettodelle convinzioni personali diciascuno, parte da una base didati scientifici oggettivi ed hacome obiettivo quello difavorire ragionamenti checontribuiscano alla crescitadel bene comune. Quest’anno la riflessione del«Tavolo» è stata incentratasulla Legge 194, piùconosciuta come la leggesull’interruzione digravidanza, e per aprire allacittà questo approfondimentosul tema, nei prossimi giorni èstato preparato un convegnoin tre giornate intitolato «Tuttidalla parte della vita».

Il programma (che è possibileleggere per intero nell’ultimapagina di questo numero) sirivolge alle categorie più varie:medici e personale medico,alle famiglie, alle associazionidi volontariato, ai fidanzati,agli operatori pastorali e alleistituzioni, perché la vita è unbene di tutti.

Per introdurre ai prossimiappuntamenti del Tavoloabbiamo rivolto alcunedomande a due primaridell’Ospedale di Livorno cheda tempo seguono gli incontricon il Vescovo: il dottor

Giuseppe Meucci, primario diNeurologia ed il dottorManrico Bosio, primario diRadioterapia.

Cosa ne pensa del Tavolo del-l’oggettività e perchè ha deci-so di farne parte?MEUCCI: «Il Tavolodell’oggettività è un’occasionedi incontro e diapprofondimento, perguardare la realtà che viviamotutti i giorni come operatorisanitari e confrontarla con ivalori che stanno alla base delnostro agire. Ho accoltol’invito del Vescovo apartecipare pensando ditrovare un ambiente positivodi confronto, uno spazio dilibertà, e così è stato».

BOSIO: «Ritengo il tavolodell’oggettività un momentoformativo e diapprofondimento per tuttinoi. Ne faccio parte perchècondivido l’obiettivo per cuiè nato: favorire i ragionamentiche contribuiscano allacrescita del bene comune,partendo da una base di datiscientifici oggettivi. La nostramissione, del resto, è quella diassicurare la salute ai nostripazienti».

Quali sono le «sfide» piùardue che questo gruppodovrà affrontare nelproseguire con il confronto?MEUCCI: «Le sfide più difficilisi presentano quando si tentadi tradurre dei "principi" inuna realtà complessa esfaccettata, in cui operanopersone diverse performazione, per cultura, perruolo. Ad esempio neltentativo di coniugare iprincipi etici a garanzia di una

assistenza alla vita con lerisorse da investire in sanità,che sono sempre più ridotte».

BOSIO: «Già quella diquest’anno risulta una sfidaardua. Speriamo vivamenteche questo nostro impegnotrovi qualche riscontropositivo. Altre sfide?Potrebbero essere: iltestamento biologico,l’accanimento terapeutico.Gli argomenti da affrontare,comunque, non mancano».

Vi siete mai trovati indisaccordo al punto dapensare di sciogliere» iltavolo?BOSIO: «C’è sempre stato unassoluto rispetto per ognipunto di vista anche sediametralmente opposto.Anzi, quanto sopra hasuscitato discussione-dialogoed appunto riflessionesicuramente formativa pertutti i partecipanti. Maipensato di chiuderel’esperienza».

MEUCCI: «Nel Tavolo, proprioper le sue caratteristiche diricerca libera e di dialogoaperto, hanno diritto dicittadinanza tutte le opinionie quindi non è semprepossibile trovare un accordo.La cosa interessante ècomunque trovare, al di là deldisaccordo, una base comune,condividendo dei valori difondo, dall’etica professionaleal rispetto dei diritti dellapersona, passando attraversol’affermazione dei principidella solidarietà sociale».

Il dottor Massimo Ceccarinifaceva parte del Tavolo qualericordo ha di lui legato a

questa iniziativa?BOSIO: «Non voglio farretorica, ma ricorderò persempre Massimo Ceccarini,sia come uomo che comecollega. Fra noi c’è stata unaprofonda amicizia e stimareciproca. Restano i successiterapeutici della nostracollaborazione per lapatologia cutanea ed anchequalche insuccesso e,soprattutto, il grandeinsegnamento di vita che miha trasmesso».

MEUCCI: «Massimo Ceccariniha preso parte attiva al Tavolo,animando incontri e progetti.Due le parole che sintetizzanola presenza di Massimo inmezzo a noi: l’intelligenza,propria di chi è in grado diconiugare una solidaformazione scientifica conuna forte iniziativa politica; lapassione sincera, checaratterizza un uomo inricerca, a tutto campo».

Sente cambiato il suo lavoroda quando partecipa a questoTavolo?MEUCCI: «Non credo chel’iniziativa del Tavolo possaavere una ricaduta immediatanel modo in cui si operanell’articolazione del lavoronei nostri reparti enell’organizzazione deipercorsi assistenziali più ingenerale. Almeno per ora. Ècomunque un segnale, unaproposta, uno spunto positivoda sviluppare».

BOSIO: «Il mio lavoro non ècambiato, ma,personalmente, mi sentoarricchito da questaesperienza».

Chiara Domenici

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19, 23 e 25 febbraio: sono queste le date del convegno in tre atti intitolato «Tutti dalla parte della vita» promosso dal «Tavolo dell’Oggettività», la realtà nata dall’incontro tra monsignor Giusti ed i medici primari dell’Ospedale di Livorno. Il ricordo del dott. Ceccarini

IL SIMBOLO DEL «TAVOLO»

Cercol’UOMO!

PROGETTOCULTURALEDIOCESANO

IL GRANELLOdi senape

di Eleazar

n giorno il filosofo Diogene, tenendo in mano unalampada accesa, passeggiava nel Foro di Atene.Gli si avvicinò un amico e lo interrogò sul perchéavesse acceso una lanterna pur essendo pieno

giorno: «Cerco l’uomo» - rispose il filosofo.È sulla base di questo aneddoto che il Tavolodell’Oggettività ha scelto come simbolo il filosofoDiogene con la lanterna in mano. Un simbolo che èstato riportato anche nella brochure del convegno sullalegge 194.Questo perché la riflessione del Tavolo vuole per primacosa mettere al centro la persona, l’uomo, inteso in tut-ta la sua integrità e per esso sta lavorando, perché ogniscelta, ogni azione, ogni parola, siano spese a favore delsuo bene, del bene dell’uomo.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 febbraio 2011II

Speciale AZIONE CATTOLICA

«Studio e spiritualità,i fondamenti del laico di Ac»

Scelte le priorità per i prossimitre anni dell'associazione

a riflessione dell’Azione Cattolica sull’attualitàdella vita politica del nostro Paese.

All’assemblea diocesana dell’AC si è parlatoanche delle vicende che chiamano in causa ilPresidente del Consiglio e dello scenario cheemerge in tutta la sua crudezza, gravità esquallore.Chi è intervenuto sull’argomento ne hasottolineato le ripercussioni etiche ed educative,richiamandosi esplicitamente al documentoprodotto dalla presidenza nazionale di AC e fruttodi un confronto con la base associativa.

Nel documento si premette che “Il rischio è che lerecenti vicende, che trovano ampio spazio neimedia, facciano emergere la desiderabilità di stilidi vita per i quali «il potere può tutto». È perquesto motivo che torniamo a dire una parolanon sui risvolti politici, ma su quelli, appunto,educativi”.“NON È EDUCATIVA – SI LEGGE - L’IMMAGINEDELLA DONNA EMERSA NEI NUMEROSIRACCONTI GIUDIZIARI E MEDIATICI. NE ÈSTATA RIPETUTAMENTE E INSISTENTEMENTEVIOLATA L’INTANGIBILE DIGNITÀ, LIBERTÀ,UGUAGLIANZA. NON È EDUCATIVA, ALLOSTESSO TEMPO E CON LA STESSA INTENSITÀ,L’IMMAGINE DELL’UOMO INCAPACE DIRICONOSCERE NEL CORPO DELLA DONNA, ENEL PROPRIO, UN DONO STRAORDINARIO,CERTAMENTE NON FINALIZZATO ADAPPAGARE UN DESIDERIO EGOISTICO DIPOSSESSO.”“NON È EDUCATIVA l’idea che i giovani e gliadolescenti, per realizzarsi, debbano mettere daparte i propri talenti, seguendo tristi scorciatoie. Èdifficile costruire un mondo diverso e migliore sel’unico insegnamento trasmesso alle nuovegenerazioni è quello di cercare ostinatamente ifavori del potente.““NON È EDUCATIVO CHE SUL SISTEMA DELLAGIUSTIZIA SI ADDENSI L’OMBRA DELLAMANIPOLAZIONE DI PARTE. ALLO STESSOTEMPO, DISEDUCA AL VALOREDELL’INFORMAZIONE ASSISTERE SUI MEDIAAD UNA GUERRA FRONTALE, CARATTERIZZATADA ‘DOSSIERAGGI’E ‘KILLERAGGI’CONTRO IPROPRI ‘NEMICI’, CHE SIANO POLITICI DELLAPARTE AVVERSA O MAGISTRATI O UOMINIDELLA CULTURA E DELL’INFORMAZIONE.”“NON È EDUCATIVO coinvolgere nei conflittigiudiziari, mediatici e politici le istituzioni dellaRepubblica. Siamo ad un passo da un baratroche porterebbe i cittadini a ritenere le istituzionicome parte in causa dei conflitti tra persone egruppi di potere, e non più come luoghi di tutela.“DI FRONTE A TUTTO QUESTO – SOTTOLINEAL’AC - NON È EDUCATIVA LA PASSIVITÀDELL’OPINIONE PUBBLICA.OCCORRE DUNQUE – CHIEDE E SI IMPEGNA AFARE L’AC- “RIDIRE CON FORZA, CON PAROLECONDIVISIBILI DA TUTTI, LA BELLEZZA VERA DIOGNI ETÀ E DI OGNI SOGGETTIVITÀ, IL SENSOPROFONDO DELL’ESSERE UOMO EDELL’ESSERE DONNA. SI SCELGANO MODELLICULTURALI CHE, SENZA MORALISMI DIFACCIATA,VALORIZZINO I GIOVANI TALENTIDELLO STUDIO, DELLA RICERCA, DEIMESTIERI E DELLE PROFESSIONI, I GIOVANIDEL VOLONTARIATO E DEL SERVIZIOGRATUITO AGLI ALTRI. SI PROMUOVA UNINTENSO SFORZO PER TENERE LEISTITUZIONI FUORI DALLA BAGARRE,RESTITUIRLE ALLA LORO CREDIBILITÀPUBBLICA E ALLA LORO FUNZIONE DISERVIZIO, FACENDO IN MODO CHE POSSANOESSERE PUNTI DI RIFERIMENTO SALDI, E NONPARTI IN GIOCO.”L’AC RITIENE PERCIÒ NECESSARIOL’ESERCIZIO DI UNA CITTADINANZA ATTIVA ERESPONSABILE, PER “VALORIZZARE IL TANTOCHE DI BUONO, OPEROSO, LUNGIMIRANTE,CONCRETO OFFRE ANCORA OGGI IL NOSTROPAESE”. IL RIFERIMENTO È A QUELLE REALTÀCHE QUOTIDIANAMENTE SI SPENDONO PERCOSTRUIRE UN TESSUTO DI VALORI POSITIVI ECONDIVISI. E AL PRIMO POSTO, NELLARIFLESSIONE DELL’AC, CI SONO LA FAMIGLIAE LA SCUOLA. MA L’APPELLO ULTIMODELL’AC, IMMEDIATO E DIRETTO, E AIPROTAGONISTI DELLE ATTUALI VICENDE“PERCHÉ RECUPERINO URGENTEMENTE, PERIL BENE DEL PAESE, IL SENSO DELLA MISURA,DEL DECORO, DEL RISPETTO”.“L’ITALIA -CONCLUDE IL DOCUMENTO DELL’AC -NECESSITA DI GIOVANI SERENI, COSCIENZIOSIE OPEROSI; DI ADULTI SOBRI, RESPONSABILIE APERTI. SU ITALIANI COME QUESTI SI PUÒCOSTRUIRE UN DOMANI MIGLIORE”.

Per chi vuole leggere il documento nel suotesto integrale può consultare il sitowww.azionecattolica.it

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Misura,decoro,rispetto

Un documento della Presidenzanazionale presentatoanche a Livorno

L’assemblea di Azionecattolica ha eletto il nuovo Consigliodiocesano

DI GABRIELE MAREMMANI

stata unagiornata che nonha certo deluso leattese dei

partecipanti: la XIVassemblea diocesanaelettiva dell’AzioneCattolica, che si ècelebrata nei locali delVescovado, è stataun’occasione preziosaper vivere in formaconcentrata ed intensaalcune scelte tipichedell’identità associativa,in particolare quellaunitaria e quellademocratica: adulti,giovani e rappresentantidei ragazzi si sonoritrovati insieme adiscutere le linee diindirizzo futurodell’associazione e adeleggere i nuovirappresentantidiocesani. I 50 delegati,in rappresentanza delle11 parrocchie in cui l’Acè presente in diocesi edei 418 aderenti, hannoinfatti discusso eapprovato il documentoprogrammatico cheguiderà l’associazionenel prossimo triennio2011-2014, ed eletto imembri del nuovoConsiglio diocesano,cui spetterà il compitodi concretizzare questoprogramma a misura diadulti, giovani eragazzi.

L’INTERVENTO DEL VESCOVO SIMONEL’assemblea è stataaperta dalla S.Messacelebrata dal Vescovo,mons. Simone Giusti,assieme ai sacerdotiassistenti dell’Acdiocesana. In essa ilVescovo, prendendospunto dalle parole diVittorio Bachelet, primopresidente nazionaledell’Ac dopo la svoltaconciliare, e dalmagistero di Paolo VIsull’Azione Cattolica,ha ricordato i caratteri

Ètipici dell’associazionee della figura di laiciche essa devecontribuire a formare.

IL RICORDO COMMOSSODI MONSIGNORABLONDIÈ stata poi la volta delpresidente diocesanouscente GiulioSangiacomo, che nellasua relazione,parafrasando le singolestrofe del Padre Nostro,ha riassunto ilcamminodell’associazionenell’ultimo triennio,con un ricordoparticolarmentetoccante del VescovoAblondi, proiettandosida ultimo sullelineeprogrammatichefuture. Infine, anome dell’Acnazionale, èintervenuta SaraMartini,presidentenazionale dellaFUCI, che haparlato sul tema"Fede e vita,divisione osintesi per lenuovegenerazioni",ribadendo lanecessità di undialogo tra legenerazioni perrilanciare la propostaassociativa.

UN RINNOVATOIMPEGNO EDUCATIVODopo gli interventi diMauro Garuglieri,delegato regionale diAc, e di Giorgio Kutufà,presidente dellaProvincia, ex iscritto,ma da sempre vicinoall’associazione, si èsviluppato il dibattito,ricco anche diriferimenti all’attualità(in particolare sui 150anni dell’unità d’Italia),sulla bozza didocumentoassembleare contenente

le piste di impegnodell’associazione per ilprossimo triennio:anzitutto un rinnovatoimpegno educativo,secondo quello che è ilcarisma storicodell’associazione e sullabase degli Orientamentipastorali dei Vescoviitaliani per questodecennio, dedicatiall’emergenza educativae dal titolo "Educarealla vita buona delVangelo". In secondoluogo, un particolareimpegno nell’ambito diquella che è statadefinita come “laparticolare dedizione

dell’Ac alla Chiesalocale”, in base a cuil’Azione Cattolica, perla sua lunga tradizionestorica dicollaborazione direttacon i Pastori dellaChiesa, ha anche oggititolo per assumere eaffrontare lepreoccupazioni e leproblematiche dellacostruzione dellaChiesa particolare,offrendo ai Pastori uncontributo di idee e dicreatività, di riflessionee di proposta. Infine,un’attenzione maggiorealla città e al territorioin cui viviamo, con

particolareriferimento a treemergenzeindividuatecome prioritarie:il lavoro,l’accoglienzaagli immigrati eil distaccosempremaggiore fraistituzionipolitico-amministrativee cittadini.

I NUOVI RESPONSABILIDIOCESANI Al termine, come daStatuto, si è procedutoall’elezione dei membridel nuovo Consigliodiocesano eall’approvazione dellabozza programmatica.Per il Consigliodiocesano sono statieletti: BernardiniLavinia, Caroti Martina,De Biase Maria,Donateo Mauro,Grimaldi Simone,Maremmani Gabriele,Martella Antonio,Martella Michele,Nobili Chiara, PiniRoberto e Rosi Simone.

In alto: la relazione del presidenteAC, Giulio Sangiacomo

Qui sopra: un momentodella celebrazione

In basso: l’assemlea

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 febbraio 2011 III

Carità,educazionee giovaniIl 10 e 11 marzo sarà tempo di convegno diocesano, promossoquest’anno dal Centro pastorale per il Territorio e organizzato dagli Uffici di Pastorale Giovanile,Pastorale Scolastica, Pastorale della Carità, dall’Ufficio Scuola,Terzo Tempo Giovani (parrocchia studentesca),dalla Associazione Progetto Strada (Progetto Porto Franco) e dal Movimento Giovanile Salesiano

l tradizionaleincontro di inizioQuaresima èproposto quest’anno

dal Centro pastorale peril Territorio eorganizzato dagli Ufficidi Pastorale Giovanile,Pastorale Scolastica,Pastorale della Carità,dall’Ufficio Scuola, TerzoTempo Giovani(parrocchiastudentesca), dallaAssociazione ProgettoStrada (Progetto PortoFranco) e dalMovimento GiovanileSalesiano.Diversamente dalpassato il primo giornosarà dedicatoall’incontro con ilmondo esterno allaChiesa. In questo casosarà la Scuola,a cui èaffidato dal nostro paeseil compito educativo. Ilmotivo si intuiscefacilmente ma dueparole per ripeterlo sonoopportune. La Diocesi,sotto la spinta dimonsignor Giusti, stacreando una serie diponti con tutta lacomunità livornese. IlVescovo si sta spendendomolto per stimolare,sostenere, promuoveretutto ciò che aiutal’uomo del nostrotempo ad essere piùfelice. I giovani hannosicuramente bisogno diquestoaccompagnamento perriaccendere la speranzadi poter operare per unmondo migliore.Abbiamo allora decisodi andare ad incontrarlinel loro fondamentaleluogo formativo peroffrire il nostrocontributo per la crescitadei valori che riteniamoinnervati dal messaggiocristiano. Speriamo chequesto sia l’inizio di uncammino dicollaborazione con laScuola costante eproficuo.La seconda giornata saràun dialogo-confrontopiù interno alla Chiesa:discuteremo insieme sulcome la Comunitàcristiana, educatrice pernatura, può realizzare lasua missione insieme aigiovani di oggi. Anche

Iqui ci sarà una piccolanovità nel metodo: sicostituiranno subitoquattro laboratoricentrati su due tematichee guidati da esperti chevivono quotidianamentele situazioni del nostroterritorio.

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIAI temi su cui ruoterannoi due incontri saranno«Fragilità» e «Forza», duefacce della stessamedaglia cercando diriflettere su come lefragilità dei giovani,delle comunità cristianepossono diventare forza.Il segno sarà appuntouna medaglia con le suedue facce.

PER I GIOVANI DELLA SCUOLAL’organizzazione di unagiornata del genere hanecessitato unimportante lavoro con ilmondo della scuola.Sappiamo bene le attualicondizioni dell’agenziaeducativa del nostropaese. Difficoltà di tipostrutturale che siassommano a riformenon pienamentecondivise; difficoltà ditipo culturale chevedono non di rado gliinsegnanti bisognosi disostegno per affrontarecompiti in cui anche lealtre agenzie educative(famiglia, istituzioni,chiesa) stannoarrancando. Lasituazione richiededavvero un impegnocollettivo, un sostegnovicendevole che dia aigiovani quellepossibilità, quellesperanze di cui noisiamo responsabili. Allaproposta è stata riservataun’accoglienza e unsostegno davvero sinceroda parte dei DirigentiScolastici degli IstitutiSuperiori, segno di unavolontà che vuolesuperare ogni altraconsiderazione perguardare al bene delnostro futuro. Unringraziamento a loro eagli insegnanti, inparticolare a quelli diReligione e un impegno:rafforzare il rapporto per

farlo diventare unacollaborazione sincera econtinuativa.

1° GIORNO (10 MARZO ORE 10 –12)Il titolo “«Il Rovesciodella Medaglia» punti diforza e di fragilitàpresenti nei giovani: undualismo da risolversi inpositivo. Il luogo: l’AulaMagna dell’ITI (g.c.)nella quale confluirannoalcune classi quarte (250giovani), rappresentantidi tutti gli IstitutiSuperiori di Livorno eprovincia (nellamattinata tra le h.10 e leh.12).

PreparazioneGrazie allacollaborazione degliinsegnanti di religione,nelle ultime duesettimane di febbraio èprevisto che, alcunigiovani facenti partedella PastoraleGiovanile, del TerzoTempo Giovani, delProgetto Porto Franco edel Movimentogiovanile salesiano, tuttiimpegnati nellaformazione al sociale,passeranno nelle classiper preparare esensibilizzare i giovaniche parteciperannoall’incontro, discutendocon loro il tema.

SvolgimentoL’incontro del 10 marzosarà diviso in tre tempi:nel primo interverrà ilcantante-attore comico,impegnato nel socialeSergio Casabianca che,attraverso un raccontocanovaccio, metterà inevidenza gli aspetti legatial tema.Successivamente l’attoree Luca Santoni, ungiovane del ProgettoPorto Franco e delMovimento giovanilesalesiano, si metterannoin dialogo con i giovani.Infine, terzo momento,saranno lanciateproposte per vivereesperienze di carità,solidarietà e servizio.

Il dopoGli Uffici diocesani chein diversi modi sonoattenti al mondo

giovanile, si propongonodi rendere stabile unacollaborazione educativacon il mondo dellaScuola. Per questoelaboreranno alcuneproposte da presentareagli Istituti Superiori darealizzare nell’annoscolastico 2011-2012. Sitratterà di proposterivolte ai singoli, e agruppi, da attuarsi inluoghi di accoglienzache educano allaprossimità.

Per la comunità diocesanatutta e i giovani della cittàPur con qualcheeccezione, la Comunitàcristiana diocesana, nellesue articolazioni, soffre ilrapporto con il mondogiovanile. Non riesce atrovare le chiavi giusteper entrare in dialogo evivere un rapportosereno, sincero,educativo. Il Convegnonon vuole soffermarsitroppo sui motivi diquesto ma, prendendoatto di questa realtà, da lìripartire per scoprire lepotenzialità positive chepossono nascere nel dareai giovani un giustospazio nelle comunità,nel chiamarli aresponsabilità eimpegni; nel renderlisoggetti attivi dipastorale e per ciò stessoeducati alla fede e alservizio della comunità ein particolare della suaparte più povera.

2° GIORNO (11 MARZO ORE 18-22)La Chiesa, ed inparticolare le Comunitàparrocchiali, leAssociazioni, iMovimenti e i Gruppiecclesiali saranno perciòinvitati a riflettere sullanecessità che la Chiesatutta sia impegnata asuperare le difficoltà, aricercare e trovare undialogo costruttivo colmondo giovanile. Nellostesso tempo le nostrecomunità dovrannocostruire spazi dipresenza e di sostegno aigiovani per ascoltarli neiloro bisogni. Il titolodell’incontro: «LaComunità educa allacarità», come accogliere e

accompagnare i giovani,vuol significare proprioquesta necessità dieducare per non tradirela propria missione.

SvolgimentoL’incontro si svolgeràpresso la parrocchia diSanta Seton in orario18,00-22,00 con cena alsacco.La preghiera e lariflessione iniziale saràproposta dal Vescovo.Un breve interventorichiamerà poi lagiornata precedente, nelsuo svolgimento e nellesensazioni vissute esuscitate. Saranno infinepresentati, edinizieranno subito dopoil loro lavoro, quattrolaboratori divisi in duearee tematiche.Don Flavio Rosa e donStefano Aspettati sisoffermeranno sul temaLa comunità che educa igiovani. Richiamerannoper questo l’impegnodella Comunitàeducante (la comunitàparrocchiale) le fragilitàche vi sono e lepossibilità ditrasformarle in forza.Suor Raffaella Spiezio eil diac. Andrea Zargani ciguideranno invece sultema La carità comeluogo educativo,guardando a tutte lepossibilità che lacomunità, le persone,i giovani hanno dicrescere nel rapportopersonale anche con ipoveri.

Il dopo Saranno proposti asingoli, parrocchie evicariati Laboratori su«La Carità educa». Ilaboratori sirealizzeranno, presso laCaritas Diocesana, nelleparrocchie o in altrerealtà territoriali,attraverso piccolipercorsi formativi,tendenti a stimolare-sensibilizzare singoli egruppi a fare esperienzadi prossimità e lecomunità a creare iluoghi di carità al lorointerno.

Enrico Sassano,direttore ufficio

diocesano per la carità

MONS. RAZZAUTI RISPONDE

COS’È IL CENTRO STUDI«PIAZZA GRANDE»

rande rilievo mediatico è stato dato inquesti giorni all’iniziativa di monsignor

Razzauti di fondare un centro studi intitolato«Piazza Grande», per mettere insieme proget-ti e idee per il futuro della città. Le reazioniemerse in città dopo il primo incontro sonostate le più diverse, positive e negative. Per co-noscere meglio questa iniziativa e fare chia-rezza abbiamo rivolto alcune domande a donPaolo.

Innanzitutto perché questo Centro Studi?«In seguito all’invito del Vescovo di curarei rapporti con i non credenti in seno alProgetto culturale ed all’impegno di ap-profondire maggiormente il mio ruolo diVicario per la Città, ho pensato che sareb-be stato utile ascoltare le più diverse per-sone su che cosa ne pensano della vita aLivorno ed , insieme, cercare di preparareprogetti che poi possano essere utili sia alcammino della città che al progetto cultu-rale diocesano».

Ti aspettavi una così vasta partecipazio-ne?«Non sono stati fatti inviti particolari, mal’invito è stato trasmesso attraverso face-book, i quotidiani e le televisioni locali.Sono stato contento che siano state pre-senti tante persone, ma mi è dispiaciutoche altri non siano venuti pensando dinon essere stati invitati. Il mio vuole esse-re un progetto di tutti per tutta la città»

Che impressione hai avuto di questo pri-mo incontro?«Qualcuno ha pensato e detto che è unprogetto in concorrenza con il camminodel progetto culturale della Diocesi: que-sto non è vero, tanto che prima di lancia-re l’idea ne avevo parlato con il Vescovoche mi aveva dato il suo consenso ed in-coraggiamento. Il rammarico è che a Li-vorno, quando a qualcuno viene un’ideache può essere positiva, si debba, per for-za, pensare che sia “contro” qualcuno,mai a pensare che sia “per” qualcuno.L’impressione del primo incontro è che cisia un grande desiderio di parlare dellapropria città, delle sue ricchezze e soprat-tutto come poterle sfruttare al meglio;l’importanza di preparare persone chepossano validamente tenere le sorti dellacittà e degli enti e soprattutto scovare, dasotto la cenere, le grandi potenzialità chepossiede».

Le reazioni sono state le più diversificate,ma forse qualcuno non ha compreso lospirito giusto di questo centro studi?«Mi dispiace che qualche persona non ab-bia compreso l’iniziativa e, soprattutto,abbia criticato senza essere stato presente.Proprio all’inizio della mia relazione hoaffermato che intraprendevo questo cam-mino con spirito libero da ogni legame inquanto non potevo avere aspirazioni né afondare un partito, né a candidarmi aqualsiasi carica: lo impedisce il codice didiritto canonico e personalmente non loriterrei giusto.Ho affermato che volevo fare un centrostudi dove si potessero approfondire te-matiche utili per progetti della città. Tuttele altre interpretazioni sono soltanto digiornalisti o di persone da loro intervista-te. Credo non sia né un delitto né un di-sonore che un prete-cittadino, che vuolebene alla propria città, desideri fare qual-cosa per rendere la stessa più amabile e vi-vibile. Ritengo che negli impegni di un“Pastore” ci possano essere anche questi.

D’altra parte anche ilnostro Vescovo, piùvolte, ha preso posi-zione sui problemidella città».

Gli incontri prosegui-ranno? «Per ora non c’è uncalendario anche per-ché il primo impegnoè quello di trovareuna sede che possaospitare la segreteriadel centro.

Vorrei fare una raccomandazione: quan-do qualcuno, anche prete, cerca di farequalcosa cerchiamo di non farci prendereda strani “dolori di fegato” e dì mettersicontro o peggio fare maldicenza su ciòche è stato fatto. Personalmente quandovedo qualcuno che ha un’idea, un proget-to, e riesce a metterlo in pratica, gioiscoperché comprendo che non lo fa per sestesso, ma per gli altri e quindi tutti ciguadagnano. Voglio augurarmi che anchequesto Centro Studi possa essere vistocon serenità ed possa trovare la partecipa-zione di quante più persone possibili. Ioci credo e spero che anche altri con me cipossano credere, perché come ho semprefatto nei miei 41 anni di sacerdozio cercodi lavorare per il bene di tutti e non con-tro qualcuno».

c.d.

G

verso il CONVEGNO DIOCESANO DI QUARESIMA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 febbraio 2011IV

VENERDÌ 18 FEBBRAIO- 9.00 a Lucca Cresime ai paracadutistiin partenza per l’Afghanistan

SABATO 19 FEBBRAIO- 8.00 pellegrinaggio mensile al Santua-rio di Montenero, a seguire S. Messa- 10.00 nella cappella dell’ospedale pri-mo incontro del convegno sulla Legge194 a cura del Tavolo dell’Oggettività(vedi pag 8)- 15.30 convegno diocesano dei catechi-sti alla parrocchia SS. Annunziata LaLeccia

DOMENICA 20 FEBBRAIO- 10.30 visita alla comunità eucaristicadi N.S. di Fatima in Corea- 18.00 S. Messa e benedizione dellanuova sede della Misericordia al Gab-bro

MARTEDÌ 22 FEBBRAIO- 19.00 nella chiesa di Santa Giulia, S.Messa di Comunione Liberazione in ri-cordo di don Giussani

MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO- 17.00 nella chiesa di S. Rosa, incontrodel convegno sulla Legge 194 a cura delTavolo dell’Oggettività e Assemblea delProgetto culturale

GIOVEDÌ 24 FEBBRAIO- 10.00 visita alla Caritas- 11.00 visita ai Vigili del fuoco

VENERDÌ 25 FEBBRAIO- 21.00 nella chiesa dei Salesiani, incon-tro del convegno sulla Legge 194 a curadel Tavolo dell’Oggettività

SABATO 26 FEBBRAIO- 9.00 incontro allo STI di Camaiore- 18.00 nella chiesa di San Giovanni,Messa per l’anniversario di Sant’Egidio

DOMENICA 27 FEBBRAIO- 11.00 alla chiesa di S. Andrea a Casti-glioncello, S. Messa e conferimento del-le cresime

Agenda del VESCOVO

Mondo GIOVANI Tutti i giovani della Diocesi si incontrano con il Vescovo Simone

In camminoa piccoli passi verso...

Libri da LEGGEREdi M.C.

Bagnasco A. - Educare. Dialogo con la vita- Ed.San Paolo, pp.43, € 5,00Il Cardinale Bagnasco, riflettendo sul grandetema dell’educazione, oggetto degli orienta-menti pastorali che i vescovi hanno scelto peril decennio che è appena iniziato, si domandacome poter parlare per richiamare l’attenzionedi tutti, laici, consacrati e sacerdoti a quellache appare una sfida urgente e difficile, a causadel grande disorientamento in cui ci troviamoa vivere. Non mancano i fabulatori, i fabbri-canti di parole che non nascono dall’onestà,dal silenzio, dalla coerenza di vita. Per contro,ci sono persone che parlano poco, ma in quelpoco dicono molto. Vivono alla scuola di Ge-sù, fatta di parole e silenzi, di gesti quotidianie di miracoli, di rimproveri e di tenerezza. Ge-sù non è solo il maestro perfetto, ma anche ilmodello pieno ed affascinante da guardare pereducare ed educarci; è l’unità di misura del ve-ro umanesimo. In Lui, vero Dio, scopriamoinfatti anche il volto dell’uomo vero e comple-to.

Corini G. - Educati all’amore- Ed. Paoline,pp.176, € 12,50.Come dice l’autore: “Noi non crediamo sem-plicemente ad un insieme di valori o di idee,noi non ci siamo innamorati di un teorema,ma noi crediamo nell’amore vivente di unapersona: Gesù Cristo”. L’autore con questo te-sto ci vuole infatti presentare un itinerario bi-blico dove possiamo riscoprire il senso dell’a-more secondo il disegno di Dio. Egli, ricalca letappe dell’Enciclica di Benedetto XVI Deus ca-ritas attraverso la lettura di alcuni brani biblici,articolandoli in due momenti: una prima par-te dedicata all’amore umano nelle sue compo-nenti fondamentali (amicizia, eros, filantro-pia, volontariato); una seconda parte riguar-dante una possibile conoscenza dell’amore di-vino come fonte e alimento dell’amore uma-no ( amore come agape, come perdono, comefrutto dello Spirito, come relazione con Dio).Le due parti del libro si richiamano e si illumi-nano reciprocamente, permettendo a chi leggedi compiere un vero e proprio cammino, allascoperta dell’essenza dell’amore come fonda-mento della sua stessa identità di persona.

ante volte si parla di GiornataMondiale della Gioventù,come qualcosa che riguardasolo i pochi eletti che vanno

nei luoghi del mondo a incontrarsiintorno al Papa, quasi fosse l’eventodella salvezza! ma questo non èvero, anzi la GMG così chiamatariguarda tutti i giovani e ilmessaggio del Papa è rivolto a tutti!Allora ecco l’idea, la proposta di treincontri o meglio piccoli passi checi aiuteranno a riflette comeGiovani della Diocesi sul nostroessere “Radicati in Cristo, saldinella fede”.Cosa aspettare? Basta iniziare acamminare! E il primo passo sarà venerdì 4 marzo alle ore 21, 15 presso la Parrocchia dei Sette SantiFondatori (vedi manifestino quiaccanto) “… prima di partire:fermiamoci a pregare”, un momentodi preghiera insieme con il VescovoSimone. Ricordiamocelo: Pregarenon riguarda poche persone, matutti!

Don Federico LocatelliResponsabile Servizio Diocesano

di Pastorale Giovanile

T

BREVI DALLA DIOCESIConvegno CatechistiSABATO 19 FEBBRAIO ALLE15.30Convegno diocesano dei catechisti alla parrocchia SS. Annun-ziata La Leccia

Chiesa ValdeseDOMENICA 20 FEBBRAIO ALLE 10.30Presso la Chiesa Valdese di Via Verdi 15, Culto del XVII Feb-braio, a seguire festa dei valdesi per l’emancipazione del 17febbraio 1848

Assemblea Progetto CulturaleMERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO ALLE 17.00Presso la chiesa di Santa Rosa, in occasione del convegno sullaLegge 194 a cura del Tavolo dell’Oggettività, assemblea delprogetto culturale

Incontro Diaconi PermanentiSABATO 26 FEBBRAIO ALLE 16.00Nel salone parrocchiale della chiesa di Santa Croce a Rosigna-no Solvay, presentazione e discussione sulla prima scheda delprogetto educativo a cura del diacono Andrea Zargani

Serra ClubLUNEDÌ 28 FEBBRAIO ALLE ORE 21Presso la sala riunioni della parrocchia di Santa Lucia ad Anti-gnano si terrà l’incontro sul tema “Profili di sacerdoti e religiosidella Chiesa Livornese” organizzato dal Serra Club di Livornopresieduto dal Dott. Luca Mastrosimone. Il relatore, Prof. An-drea Zargani, illustrerà come nella nostra città ci sia stata neisecoli una importante fioritura di persone dedite a Cristo e allasua chiesa, testimonianza di una vitale spiritualità del popololivornese.

IN RICORDO DI DON RENATOROBERTINELL’ANNIVERSARIODELLA SUA MORTE“Ora che gli atomi e le mole-cole della piccola Ostia/ nonpiù carichi di fisiche forze/ma delle divine energie delCristo Risorto/ irrompono/nell’intimo misterioso deltuo io/ lascia- perché tu solopuoi volerlo- che queste par-ticelle eucaristiche/ questemolecole d’amore ricostrui-scano in te/ il pianeta delVangelo. Riviva/ il tuo spiritola grande gioia del Tabor/ co-sì come dal caos del cosmo/la potenza di Dio/ trassequesto prato fiorito”.[Renato Roberti, Campeggioparrocchiale a Plout- Valle d’Aosta]

a cura del” Gruppo Amicidon Renato Roberti” e

Ufficio Scuola

Nell’anniversario dellamorte di don Renato Roberti(1997-2011), dal 1950 al1997 parroco della chiesa di“San Matteo” domenica 20febbraio, alle ore 11.00,presso la Parrocchia di S.Matteo (Via ProvincialePisana)sarà celebrata laCelebrazione Eucaristica insuo ricordo e suffragio.

Diocesi informa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 febbraio 2011 V

ederico Ozanam fu uno deifondatori delle Conferenzedi Carità: l’inizio della oggipiù conosciuta Società di S.

Vincenzo de’ Paoli, la società,diffusa in tutto il mondo, che sioccupa di poveri ed emarginati.Riconosciuta dalla Santa Sedecon il Breve Pontificio di GregorioXVI il 10 Gennaio 1845, oggiessa continua ad operare,diffondendo intatto il propriospirito di carità, quello spirito cheOzanam ed i suoi compagniimpressero nell’Opera: vedere nelpovero il volto di Cristo,ricongiungere i fratelli tra loro,ricercando la giustizia sociale cheelimina l’odio fra le classi, comeebbe a dire alla Conferenza diLivorno nel 1853: «lo scopo diquest’opera è di non permettereche si scinda la società fra quelliche hanno e quelli che nonhanno».Durante la sua vita impegnata alservizio dei più poveri Ozanamscrisse numerose lettere e parlò inmolte occasioni: perle preziose disaggezza che ancora oggi hanno ilsapore dell’attualità.Dopo aver raccontato la sua vitanella pagina «Santi e Beati» digennaio, in questa paginariportiamo alcuni passi delle sueconsiderazioni.

Dalle lettere diFederico Ozanam

LA CHIESA DEI POVERI«La sapienza della Chiesa e lasincerità del suo amore per ipoveri risplendonoprecisamente nel fatto che essaconosce troppo l’estensionedei loro mali ed è troppocompenetrata dei loro doloriper credere di riuscir mai amettervi fine. Ecco perchériabilita una condizione chenon spera di sopprimere, eccoperché circonda la povertà colrispetto della terra e lepromesse del cielo» (LesOrigines du Socialisme -Mélanges, Oeuvres Complètes,vol.VII, pag. 921).

«I santi erano pazzi d’amore. Illoro amore smisuratoabbracciava Dio, l’umanità, lanatura e, considerando che Diosi era fatto povero per viverenella terra, che una gran partedell’umanità è povera e che lanatura stessa, pur nella suamagnificenza, è povera inquanto soggetta alla morte,anch’essi hanno voluto esserepoveri: è proprio dell’amorerendersi simile, per quantopossibile, alle cose amate. Enoi, amico carissimo, nonfaremo nulla per assomigliarea questi santi che amiamo?» (aLouis Janmot, Parigi, 13novembre 1836 - Un’ampiaparte di questa lettera èdiventata la seconda letturadella celebrazione della liturgiadelle ore e della messa inmemoria del beato F. Ozanamnel giorno 9 settembre).

I POVERI«Sembra che per amare sidebba veder, e noi nonvediamo Dio se non con gliocchi della fede, e la nostra

F

fede è così debole! Ma, gliuomini, ma i poveri, livediamo con gli occhi dellacarne, sono qua e noipossiamo mettere il dito e lamano nelle loro piaghe e isegni della corona di spinesono visibili sulla loro fronte, enoi dovremmo cadere ai loropiedi e dire loro conl’apostolo: Tu sei il mioSignore e il mio Dio. Voi siete inostri padroni e noi saremo ivostri servitori, voi siete per noil’immagine sacra di quel Dioche non vediamo, e nonsapendolo amare in altromodo, noi l’ameremo nellavostra persona" (a LouisJanmot, Lione, 13 novembre1836).

«L’assistenza onora, quandocongiunge al pane che nutre, lavisita che consola, il consiglioche illumina, la stretta di manoche ravviva il coraggioabbattuto; quando tratta il

povero con rispetto, non comeun eguale ma come unsuperiore, giacché eglisopporta ciò che forse noi nonsapremmo sopportare, giacchèsi trova fra noi come un inviatodi Dio per provare la nostragiustizia e la nostra carità e persalvarci mediante le nostreopere» (da "L’Ere Nouvelle" -in Oeuvres Complètes, vol. VII- Mèlanges pag. 239).

«Oh, quante volte, preso daqualche sofferenza interiore,tormentato dalla mia salutegravemente deteriorata, colmodi tristezza, io sono entratonella casa di un povero affidatoalle mie cure, e là, alla vista ditante miserie che meritavanopiù compassione di me, misono rimproverato il mioscoraggiamento, mi sonosentito più forte contro la miasofferenza, e ho ringraziatoquel povero che mi avevaconsolato e ridato forza alla

vista delle sue miserie. E come,dopo allora, io l’ho amatoancora di più» (discorso alleConferenze di Firenze, gennaio1853).

LA CARITÀ«La carità appartiene a tutti iluoghi e a tutti i tempi; equesta cosa eterna è al tempostesso estremamente evolutiva,perché ha questa caratteristica,di non accontentarsi di nessunprogresso, di non trovareriposo finché c’è un male senzarimedio» (Rapportoall’Assemblea Generale, Parigi,19 luglio 1849 - Bulletin, vol. Ipag. 254).

«La fede e la carità dei primisecoli? Non è troppo per lanostra epoca! Non siamo forsecome i cristiani dei primitempi, gettati in mezzo ad unaciviltà corrotta, ad una societàcadente? Un rapido sguardo almondo che ci circonda: gliuomini ricchi e gli uominifelici, valgono forse molto dipiù di quelli che rispondevanoa San Paolo: "Ti ascolteremoun’altra volta?". E i poveri ed ilpopolo, godono forse piùbenessere di coloro ai qualipredicavano gli apostoli?…laterra si è raffreddata e tocca anoi cattolici ricominciare l’eradei martiri…essere martiresignifica dare la propria vitaper Dio e per i proprifratelli…significa dare al cielotutto quel che se ne è ricevuto,la nostra ricchezza, il nostrosangue, la nostra intera anima.Questa offerta è nelle nostremani, noi possiamo farequesto sacrificio» (a LéonceCurnier, Parigi, 23 febbraio1835).

«In tempi meno burrascosinon avremmo che da fare lacarità, oggi dobbiamoriabilitarla. Sì, la confusione siè fatta tale nelle idee e nellinguaggio degli uomini, chenel momento in cui lafraternità cristiana è scrittasulla facciata di tutti imonumenti, la carità, e cioèl’espressione più tenera dellafraternità cristiana, è divenutasospetta all’orecchio delpopolo, e per parlarglieneoccorrono dellecircumlocuzioni e delleperifrasi.Gli è che la carità fucompromessa da coloro che lapraticarono male, dallafilantropia, più prodiga didiscorsi che di sacrifici, dallabeneficenza sdegnosa, dallozelo indiscreto. Sta a noisradicare questi vizi cherendono l’elemosina umilianteal povero e sterile davanti aDio. Sta a noi sopprimere lafreddezza che guasta unbeneficio, l’impulsività e leimprudenze che locompromettono e di riportarela carità, come la vuole ilVangelo, in mezzo a questopopolo che non aspetta che divederla nei suoi veri tratti perriconoscerla e benedirla»(Rapporto all’AssembleaGenerale, Parigi, 2 agosto 1848- Bulletin, vol. I, pag. 39).Informazioni tratte dal sitodella Famiglia Vincenziana

La caritàè in tutti i luoghi e in tutti i tempi

LA STORIA E GLI SCRITTI DI FEDERICO OZANAM/2.........

urante il suo soggiorno ad Antignano, Ozanam scrive moltelettere. In una di queste indirizzata a padre Tommaso Pendo-

la, educatore, specializzato nel sostegno ai sordomuti, parla deigiovani

LA CARITÀ E GIOVANI«Voi avete dei discepoli ricchi. Quale utile lezione per forti-ficare i cuori molli, quale benefico spettacolo mostrare lorodei poveri, mostrare loro nostro Signore Gesù Cristo nonsolo in immagini dipinte dei più insigni maestri, o su altaririsplendenti d’oro e di luce; ma mostrare loro Gesù Cristo ele sue piaghe nelle persone dei poveri!Spesso abbiamo parlato della debolezza, della frivolezza,della nullità di uomini anche cristiani. Ma io sono certoche sono così perché una cosa è mancata nella loro educa-zione. Una cosa che a loro non si è affatto insegnata, unacosa che essi conoscono soltanto di nome e che occorreaver visto soffrire dagli altri per imparare a soffrirla quandopresto o tardi verrà. Questa cosa è il dolore, è la privazione,è il bisogno… Occorre che questi signorini apprendano checosa è la fame, la sete, lo squallore d’una soffitta; occorreche vedano dei miserabili, dei fanciulli malati, dei fanciulliin pianto. Occorre che li vedano e che li amino. O tale spet-tacolo sveglierà qualche battito nel loro cuore, o questa ge-nerazione è perduta. Ma non si deve mai credere alla morted’una giovine anima cristiana. Non è morta, ma dorme»(1853)

D

Una lettera DA LIVORNO

SAN

TI e

BEATI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 febbraio 2011VI

Educarealla pienezzadella vita

nprogettodi vitaperché la

vita sia veramente vita-Un percorso fra popoli,situazioni e musica» èstato l’argomento dellaTavola rotonda che hadato inizio alla«Settimana della vita»promossa dallaConsulta delleAggregazioni laicali.L’incontro si è svoltonei locali dell’IstitutoMusicale Mascagni ed èstato introdotto daldirettore, il MaestroAgostini, che haricordato che l’Istitutoè sede abituale dieventi qualificanti perla città e hasottolineato lapositività dellacontaminazione dellamusica con il sapere econ i vari aspetti dellacultura, ha quindipresentato due flautisteche hanno eseguitobrani del franceseKoeplin, di Nino Rota edell’americanoMazuski.

LA VITA COME MISTEROAlla tavola rotonda,moderata da NicolaSangiacomo,responsabile delProgetto CulturaleDiocesano, il Vescovoha approfonditol’aspetto del «mistero»del vita, mentre ilprofessor LudovicoGalleni, zoologo edivulgatore delpensiero di Theylard deChardin, hasottolineato come lavalorizzazione dellavita debba avvenire con

azioni reali. Il relatoreha condotto unariflessione sull’Americae sull’Africa, popoli dasempre dotati di unacultura della vita: nelMali, già nel 1222 isaggi del luogo furonoautori di una «carta deidiritti dell’uomo» dovesi difendeva la vita.Il genetista, professorMarcello Buiatti,riprendendo il concettodi mistero sviluppatodal Vescovo, haaggiunto che il misteroper ogni scienziato sitrova nella gioia dellaricerca. La biologiaspinge all’amore per ladiversità e nello stessotempo alla fraternità.Gli esseri umani sono«unici» e i cambiamentinon avvengono mai perselezione naturale masecondo un «progetto»che loro stessi sipropongono. Ladiversità è essenziale eil concetto di razza nonha alcun fondamentobiologico. Il relatore ha

terminato dicendo checi stiamo dimenticandodi essere vivi, perchésembriamo fatti solo disoldi. Le statistichedicono che mangiamodi meno ma chespendiamo di più incellulari, macompriamo i cellulariperché non siamo piùcapaci di parlare tranoi!

SCONFIGGERE LAPOVERTÀ Il dottor FrancescoPetrelli, presidentenazionale delleAssociazioni delleONG (Organizzazioninon governative), inrappresentanza delCentro Mondialità, hamesso in risalto chel’accesso alla dignità diogni uomo si dacombattendo lapovertà, certesituazioni che stannomaturando in Italiadimostrano che ledisuguaglianzeaumentano da noi

come in Americalatina.Dobbiamoperciò lavoraresu un futurocomune giocatosullaresponsabilità,sullacondivisione esulla fraternità.La povertà èdeterminata

spesso dall’assenza diautodeterminazione,dalla mancanza diaccesso ai beni primaricome l’acqua. Ènecessario mettere indiscussione il nostrostile di vita e il nostromodello di sviluppo.Garantire la vitasignifica anche pensareai posteri, perciòpensare ad una«economia dellasostenibilità»: occorreridefinire i termini diun «nuovo pattosociale globale».

IL PROGETTO DREAMIrene Marrapese dellaComunità di S.Egidioha presentato ilprogetto «Dream»(sogno) che lacomunità porta avantida alcuni anni: si trattadella prevenzione edella cura dell’Aids inAfrica secondo ilprincipio del dirittoalle cure per tutti. 98mila persone affettedalla malattia sono

curate in 31 centri, ilprogetto è animato dapersonale africano chesi batte per dare unfuturo migliore alproprio paese, ed èbello vedere deipazienti che siprendono cura di altripazienti. Oltre aiproblemi dell’Aids inMozambico e inMalawi c’è anchequello degli anzianiche vengonoparagonati a stregoniche «tolgono la vita aigiovani» per cui siverificano casi dilinciaggio. Èindispensabile perciòdiffondere una «culturadella vita» attraverso unprogramma sanitario eculturale come quellodi Dream che richiedevarie forme disolidarietà: dallaraccolta di fondi alleadozioni a distanza.Davanti alle migliaia disituazioni di difficoltà acui assistiamo oggi inogni parte del mondo irelatori hanno invitatoi presenti adimpegnarsipersonalmente e nelleAssociazioni, perchépossa diffondersisempre di più unaCULTURA della vita el’agire quotidiano diogni uomo sia segno disperanza.

GianniGiovangiacomo

ella parrocchia di San Martino inParrana, Roberto Vecce ha ricevuto

per le mani del Vescovo Simone il mi-nistero di Accolito. Grande festa per lacomunità parrocchiale e per la fami-glia di Roberto, momento importante edi particolare grazia di Dio per laChiesa di Livorno, perché Roberto è ilterzo Accolito istituito dal Vescovo Si-mone in questi primi mesi del nuovoanno, prima Silvano Benenati il 2gennaio, poi Giuseppe Benenati il 15gennaio.Con Roberto e la sua moglie Annama-ria ci siamo conosciuti a fine del2002, insieme a don Didier Okito, inoccasione del nostro comune servizioalla parrocchia di San Giusto in Par-rana, esperienza che ha segnato le no-stre vite, la nostra amicizia, la nostrastima; negli anni alcuni di noi sonostati inviati, dal Vescovo, ad altre co-munità, e nel 2010 Roberto ha iniziatola presenza a San Martino, ma il lega-me tra di noi continua arricchito an-

che dalla diversità di esperienze che almomento stiamo vivendo, e propriocon questo spirito domenica sono an-data a San Martino per insieme lodaree ringraziare il Signore per una altroSuo dono alla Chiesa di Livorno.Ma chi sono gli Accoliti? Penso chel’Accolito sia l’uomo o la donna chenella comunità cristiana devono comu-nicare la bellezza, l’importanza e l’a-more verso l’Eucaristia, cioè verso Ge-sù che si dona all’umanità intera perricordarli che tutti siamo salvati neldal Suo Amore e questa deve essere laSperanza di tutti i battezzati che li so-stiene nel cammino.Ecco perché l’Accolito deve essere benvisibile al servizio della mensa eucari-stica, e testimone con il proprio impe-gno quotidiano che nonostante tutto:famiglia, lavoro, ecc., al primo postoci deve essere sempre l’attenzione ed iltempo per Gesù con la preghiera, l’Eu-caristia, e la disponibilità alla comu-nità cristiana, aiutando la stessa adincontrare ed amare il Signore con l’a-scolto della Sua Parola ed il nutrimen-to con il Suo Pane, tutto il resto vieneda se: le attività, i gruppi, le iniziati-ve, le gite, ecc.Auguro che Roberto, Silvano e Giusep-pe, con l’aiuto di tutti, in particolaredei presbiteri con i quali collaboranonelle parrocchie dove sono inseriti, edel proprio Vescovo, possano donare al-la Chiesa di Livorno questo segno, peressere faro per altri uomini e donneche desidereranno servire la comunitàcristiana attraverso i ministeri istitui-ti.Grazie Roberto, Silvano e Giuseppe perquanto saprete donare, nella diversitàdella vostra storia personale, ed espe-rienza di chiesa, alla comunità cristia-na livornese.

Giusy D’Agostino

N

Roberto VECCE

Un nuovoaccolitoper la diocesi

Il messaggio della tavolarotonda: «Diffondiamo la Cultura della vita perché nel mondo ci sia speranza»

MUSICA E PITTURA A S. FERDINANDO

L’arte è vitaomeriggio particolare alla Parrocchia San ferdinando che ha privilegiatol’aspetto della vita inteso come espressione del «mistero», insito nell’esistenzadi ciascuno di noi. L’arte è quell’espressione che maggiormente mette in risaltol’interiorità, il lato più intimo dell’uomo e cerca nella varie forme di rendersi

conoscibile. Per tale occasione, la musica e la pittura, hanno svelato le sensibilità e lavita interiore di ragazzi e donne che hanno scelto di comunicare la bellezza della vitacon i «talenti» di cui il Signore li ha dotati.Per la musica, il giovane Lorenzo Arditti, accompagnato da un quartetto d’archidell’orchestra Note Libere, formato in maggioranza da studenti dell’Istituto Mascagni,ha eseguito la composizione «Ode e Libertà» vincitrice del concorso per le scuole checelebrava l’VIII centenario del mosaico di San Tommaso in Formis al Celio a Roma. Ilgiovane Lorenzo da noi intervistato sul significato dell’ode da lui composta si è cosìespresso: «Nella mia musica c’è un tema centrale che esprime l’Unità, il Principio dacui si parte ed a cui si ritorna. Come nel mosaico il Cristo prende la mano agli uominiin catene e li libera, così, nel mio quartetto, una serie di variazioni del tema esprimonola liberazione, la libertà e la diversità delle note ed al tempo stesso l’Unità, il legamereciproco attraverso un principio unitario comune. Alla fine l’unità si ricompone comeun cerchio, però durante il percorso si è arricchita.Per me che ho 20 anni tutto questo significa che solo dall’arricchimento reciproco,dall’accettazione e dal rispetto dell’altro può nascere la Libertà ma questa libertàdeve essere “armonica”e deve avere un principio cui ispirarsi con fiducia, come ilcentro di un cerchio.Se noi tutti siamo capaci di vederci come i raggi colorati di un cerchio tendenti alCentro o,anche, come emanazioni di un centro comune, come variazioni di note, ditimbri, di ritmi di una musica comune, ritroviamo una perfezione, un’unità, unsignificato veri e semplici».La pittura invece coglie un’altra interiorità: lo sostiene la pittrice Gabriella Ulivieri, cheda 50 anni si esprime con l’arte figurativa, «rappresentazione del vissuto». E qualegioia nel dipingere negli occhi di un bambino quel senso di meraviglia perché siaffaccia al mondo e vuole scoprire le bellezze e il «mistero» che si trova davanti! O nelraffigurare la dolcezza di una maternità o paternità per una vita che viene accolta eaccompagnarla nella crescita. Gabriella con un innato senso del colore e della luce,tutto questo ci fa gustare nella mostra esposta a San Ferdinando. Monsignor Giusti el’Ammiraglio Rosati che hanno presenziato all’inaugurazione hanno voluto entrambisottolineare l’importanza di fare spazio alla cultura perché la vita siaqualitativamente migliore.

Monica Cuzzocrea

P

LA PREGHIERA PER LA VITA IN OSPEDALE

Omaggio floreale alle neo-mamme ra le iniziative per la «Settimana per la vita» parti-colarmente seguita è stata quella promossa dal-

l’Apostolato della preghiera, dal Rinnovamento del-lo Spirito e dal Movimento della vita, che nella Cap-pella dell’Ospedale hanno partecipato ad un mo-mento di raccoglimento e preghiera. L’incontro èiniziato con una Santa Messa officiata da don Placi-do Bevinetto assistito dal diacono Paolo Bencreati.Iniziando il rito don Placido ha invitato tutti ad unameditazione approfondita sui termini «educare» e«pienezza» inseriti nel tema dell’incontro. Nell’ome-lia, riferendosi al brano della Genesi, ha sottolinea-to l’amore di Dio per l’uomo e la sua benedizionequando dice: siate fecondi e moltiplicatevi. Com-mentando il vangelo don Placido ha aggiunto chenon dobbiamo giudicare e condannare, ma essereattenti alla sostanza delle cose e non alle forme, di-sposti sempre ad educare e «accogliere l’altro» pro-prio secondo gli intendimenti della Settimana per lavita.Dopo la Messa è seguita l’Adorazione eucaristica e ilSanto rosario sul tema della vita, dove è stato dettoche fra i tanti mali che affliggono la nostra societàquelli morali costituiscono certamente la parte piùgrande e tristemente importante. Lo spinoso proble-ma dell’aborto, questo male anzitutto morale è di-venuto, ai nostri tempi, tanto più grave perché tendesempre più a perdere, nella coscienza di molti, il ca-rattere di delitto e ad assumere paradossalmentequello di diritto. Il momento di preghiera si è con-cluso con la recita del Salve Regina e con il canto fi-nale in cui si è rinnov ato l’impegno a costruire unaciviltà a favore della vita. Un gruppo di aderenti alleAssociazioni organizzatrici si è poi recato in visita alReparto maternità dove ha offerto alle neo-mammeun omaggio floreale.

Gi. Gi.

T

LE INIZIATIVE DELLASettimana per la vita

Il racconto di un’amica che è stata vicino a lui e alla sua famiglia

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI20 febbraio 2011 VII

L’ETICANELLO SPORT: UN VALOREANCORA ATTUALE

l Centro Culturale diocesano di Via delleGalere, ha ospitato un convegno dalla

tematica dell’etica nello sport. I relatori,invitati dal Serra Club di Livorno, eranoqualificati e hanno dato un contributonotevole all’approfondimento di unargomento sul quale si dibatte da molti anni.Il vescovo Simone Giusti all’apertura deilavori, ha voluto ricordare un’espressioneche ha fatto sua fin dall’inizio del suomandato nella Diocesi «A venti anni sani».Questo slogan che coinvolge tutte le realtàper dare luogo ad un progetto educativointegrato, vuole vedere impegnate le scuole,le parrocchie,le associazioni sportive,affinché, al di là delle idee, si adoperino peraiutare i giovani a superare quelle esperienzeche possono minare la vita stessa: droga,varie forme di alcol, devianze e debbonoporre dei limiti nelle loro vita. Purtroppoesiste il problema delle società sportive cheseguono i giovani solo fino a quando hanno

delle prospettive; se non sonoeccellenti, vengono abbandonati. Èquanto mai necessario avere strutturedove si dia un senso alle sconfitte ebisogna “inventare” società checoinvolgano e sostengano i giovani;nello sport si possono pertanto averedelle grandi risorse se alla base c’è undiscorso etico.L’Ammiraglio Pierluigi Rosati,Comandante dell’Accademia haricordato come lo sport contribuiscaalla formazione degli ufficiali, nonper i risultati raggiunti, ma per ilmodo in cui si devono formare.Devono impegnarsi, sacrificarsi, perdiventare poi i futuri manager delleforze armate; il confronto è genuino,ci sono vincitori e vinti, ma vienepremiato anche l’ultimo perché si èimpegnato,.Il dottor Piero Dinelli, pediatraall’Ospedale di Livorno, ha spiegatocome il termine «etica» abbia a chefare con il rispetto delle regole e sia il

mezzo per la costruzione interiore. La societàriflette la presenza o meno dei valori etici, epurtroppo anche nello sport si vanno semprepiù assumendo nuove modalità legate alleleggi di mercato; il business domina ed eccoprendere sempre più rilevanza i fenomenilesivi quali la violenza, l’intolleranza, ladiscriminazione razziale e il doping.È proprio da Claudio Ripolo, sportivo dasempre, diplomato all’Isef, ma purtropposulla sedia a rotelle dall’86 per un incidentesul lavoro, che viene data una rispostapositiva ed attuativa nell’ambito dello sport,quando questo diventa un mezzoriabilitativo. Il tennis lo ha aiutato ariscoprire le sensazioni agonistiche; nel 1995è divenuto campione italiano, ha partecipatoa due paraolimpiadi e attualmente fal’allenatore di tennis e grazie all’aiuto diamici ha costituito un’associazione che aiutai ragazzi disabili e normodotati. Se quindivarie categorie di persone e istituzionicollaborano ecco che abbiamo un buonsportivo, ma anche un buon cittadino.L’ex calciatore Giovanni Galli, “un fortunatodel calcio” (a 14 anni lascia Pisa per Firenzedove diventerà uno dei più grandi portieridel Milan e della Nazionale Italiana)partendo dall’assunto che l’anima dellosportivo consiste nel rispetto verso se stesso eper gli avversari, ha amaramente rilevatocome nel mondo del calcio si creino deipiccoli mostri. Infatti, fin dai primi anni divita, i genitori investono sui ragazzi,creandosi delle illusioni spropositate. I 14anni sono la soglia fatidica dell’inizio delledifficoltà e le scorciatoie spesso diventanoun mezzo per raggiungere velocemente itraguardi. I miti proposti ai ragazzi, nonsono certamente figure autorevoli, macostruiti dai media. Viene rimossa semprepiù la cultura della sconfitta, e si cercasemplicemente di essere più furbi; non piùbravi. È invece proprio nella sconfitta che sicomprende che c’è qualcuno più bravo dinoi e quando si riconosce la bravuradell’altro è allora che si cresce e si matura.Ha poi voluto ricordare la propria tragediafamiliare, quando al culmine della carriera edella felicità nella propria famiglia, nel 2001,ha perso per un incidente stradale il figlio di17 anni. L’amore per gli altri figli, la moglie,unitamente ad una fede forte, lo hannoaiutato a comprendere e ad accettare questaterribile realtà, e ha rimesso nelle mani diDio la propria vita che nonostante tutto devecontinuare ad essere dono per gli altri.

M. C.

I

Nella Bibbia i fondamenti teologici del matrimonio

La famiglia come icona della Trinitàubblichiamo alcunibranidell’interessanterelazione del

diacono FrancoCaccavale, esposta aglioperatori di pastoralefamiliare. Chi volesseleggere la relazione perintero può farlo sullepagine dedicate nel sitodella diocesi:www.diocesilivorno.it

Gn 2,18: “Non è beneche l’uomo sia solo…All’interno del raccontopiù antico dellaCreazione (Gn 2,4b-24)la narrazione dellacreazione dell’umanitàè introdotta e concepitacome generazione dalcielo e dalla terra. Vale adire che l’uomo èconsiderato all’internodel Creato comel’animatore e il custodedell’armonia realizzatadal Creatore (…)Ma la comprensione diquesto obiettivo di Dioper l’uomo necessitadell’eliminazione delproblema dellasolitudine. Se l’uomo èsolo non puòcomprendere né ilsignificato el’importanza dellarelazione, né ildestinatario ultimo delsuo relazionarsi. Eallora il Signore Diocrea prima gli animali.Ma questi presentanoun limite. Essi, adifferenza dell’uomo,non sono i destinataridel soffio di Dio equindi non gli sonosimili, cioè nonpossono porsi inrelazione con lui. AlloraDio crea la donna (ol’uoma secondo iltermine ebraico). Anchela donna non ricevedirettamente il soffiovitale di Dio. Mal’immagineantropomorficadell’operazionechirurgica che Dio fasull’uomo rivela che ladonna, attraversol’uomo, riceve anch’essail soffio vitale di Dio. Èpossibile ancheaffermare che le duecreazioni sonoconsequenziali solo perun fatto redazionale.Ma nel significato piùprofondo del messaggiola creazione dell’uomoe della donna vannoconsiderate come unfatto avvenuto nellostesso tempo e pensatoda Dio come un attocreativo unico.È poi l’uomo stesso chesigilla solennemente lacreazione della donnada parte di Dioattraverso l’urlo di gioiaper aver riconosciuto inlei il suo simile. (…)

«Il Signore Dio plasmòcon la costola, che avevatolta all’uomo, unadonna e la condusseall’uomo»Il simbolismo biblicodella creazionedell’uomo e delladonna è similare. Dioplasma, cioè modella.L’azione del modellaredice la cura,l’amorevolezza,l’attenzione da parte diDio di creare qualcosadi esclusivo, diparticolarmente bello egradito ai suoi occhi. (…)

P

«Per questo l’uomoabbandonerà suo padree sua madre e si unirà asua moglie e i duesaranno una solacarne»In forza dellaconnaturalità e delprogetto di alleanza idue rimangono agliocchi di Dio comeunità. La distinzione èsolo per la funzionediversa. L’uomo è illatore presso Dioperché la donna esistacome suo simile ((la sichiamerà donna perchédall’uomo è stata tolta).La donna assume unapropria specificaidentità comegeneratrice degli altrisimili (essa fu la madredi tutti i viventi).(…)

Mt 19,3-6 - Il sigillo diGesù: «Per questol’uomo abbandoneràsuo padre e sua madre esi unirà a sua moglie e idue saranno una solacarne… quello dunqueche Dio ha congiunto,l’uomo non lo separi»«Se il Signore ha creatol’uomo e la donnaincompleti è segno cheli ha destinati a vivereinsieme, in modo daeliminare le loronaturali e difettoselacune. Il matrimonio èun’istituzione sacrafacente partedell’ordine creativo,precedente e superiore aqualsiasi iniziativaumana. Per questo ciòche proviene da taleordine non può esseremodificato dalla libera

volontà dell’uomo». (…)

1Gv 4,8 - «Chi non amanon ha conosciuto Dio,perché Dio è Amore»-La dimensione trinitariaÈ possibile affermareche all’origine dellafamiglia c’è il Dio diGesù Cristo e la suapermanente volontà dicomunicazione del suoAmore per la felicitàdell’intera umanità.Alla coppia vieneaffidato fin dall’inizio ilcompito di accogliere eriproporre l’Amore cheDio, in virtù dell’attocreativo, ha volutoparteciparle. Nellapartecipazioneall’Amore di Dio sta larisposta dell’uomo. Sitratta di un Amore chechiede di essere vissutoa 360°. La vita di

coppia nell’unità e nellafedeltà, la volontàpermanente di dare vitae la custodia del Creatosono le forme cherivelano questo Amore. (…)La coppia che partecipadell’Amore di Dio èquella che mantienefermo, in ognicircostanza, il suoriferimento a Cristo.Questa dinamicadell’Amore la coppia èchiamata a viverlamediante un processodi continua espansione.Dall’amore tra marito emoglie, si passaall’amore per i figli,all’amore per i nipoti,all’amore per i genitorianziani, all’amore diquanti hanno bisogno,all’amore per la Chiesa,all’amore per il mondo,ecc. È la logica della

donazione totale che hacaratterizzato inmaniera esclusiva e conun crescendoimpressionante lavicenda storica di GesùCristo e ha dato lucealla Rivelazione di quelDio che da sempre, perAmore, affianca l’uomonella storia. E lo fagratuitamente! L’uomoe la donna, costituiti inforza dellenozze/sacramentocome coppia/unità chevive di, in, e per Gesù,rendono visibile,donandosi totalmentenella reciprocità, e poidonandosi, assieme, atutti gli altri con cuiinteragiscono, il circolodi Amore specifico delPadre, del Figlio e delloSpirito Santo. (…)La granderesponsabilità, ancheecclesiale, che investe lacoppia/unità checelebra il MatrimonioSacramento è proprioquella di dar vita ad uncircolo di Amore ingrado da un lato digenerare alla vita,dall’altro di generarealla Fede in Cristo. Lacoppia/unità, avendocompreso di esserefrutto dell’Amore delsuo Creatore eaccogliendo Gesù comeprotagonista esclusivodella relazioneconiugale, è chiamata arendere permanentel’atto creativo iniziale diDio mediante la ricercacontinua di persone esituazioni su cuiriversareabbondantementel’Amore di Dio.

Testimonianzedi un impegno nellaconferenza del Serra club

IL PRIMO INCONTRO DI FORMAZIONE PER GLI ANIMATORI

Un inizio «scoppiettante»PROSSIMO APPUNTAMENTO: IL 19 MARZO

Incontri di PASTORALE FAMILIARE

a serie degli incontri organizzati dall’ufficio dio-cesano per gli operatori di pastorale familiare è

cominciata davvero in modo “scoppiettante”.La riflessione presentata dal diacono Franco Cac-cavale è stata davvero molto bella e piena di spuntiinteressanti che hanno dato luogo ad un interes-sante scambio di esperienze e commenti.Presentando infatti la coppia come una tra le“chiavi di lettura” più importanti della sacra scrit-tura per poter comprendere in essa il progetto diDio per l’uomo, il diacono Caccavale ha sviluppa-to il suo intervento con una esegesi di Gen, 2 mol-to ricca ed approfondita, sottolineando alcuni ele-menti fondamentali del rapporto tra l’uomo e ladonna uniti nel sacramento del matrimonio.La relazione come via per la piena realizzazionedell’uomo e della donna, l’essere specchio l’unodell’altro, l’aiuto reciproco, il perdono come ri-conferma dell’identità della coppia alla luce dellavolontà di Dio su di essa sono stati alcuni dei tanti

temi trattati sia da un punto di vista teologico siada un punto di vista esperienziale. Interessanti so-no stati infatti anche gli “spaccati di vita” offertidal diacono che hanno integrato l’aspetto spiritua-le e ne hanno facilitato la comprensione.L’intervento è terminato con una riflessione sulla“dimensione trinitaria” della coppia. MettendoCristo al centro del rapporto, la coppia è chiamatanon solo a vivere l’amore verso Dio e verso il part-ner ma ad estendere tale amore al “creato”. La cop-pia può diventare così uno strumento fondamen-tale per la diffusione dell’amore di Dio nel mon-do.Le impressioni lasciate dai presenti sono state tuttemolto positive e lo scambio di esperienze è prose-guito ben oltre l’orario previsto di conclusione.Prossimo incontro il 19 marzo ed il tema sarà: Laspiritualità coniugale (La vita cristiana in atto co-me famiglia; la famiglia Chiesa domestica)

A.D.

L

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI20 febbraio 2011VIII

SABATO 19 FEBBRAIO ore 10.00

Cappella S. Giuseppe (OSPEDALE)

La legge 194 e Livorno

(incontro per gli operatori sanitari e sociali, ai medici di famiglia,agli infermieri, alle associazioni di volontariato)

1° Momento

I DATI E LA LORO INTERPRETAZIONE

Dr. Luciano CianferoniDirettore u.o. di ginecologia e ostetricia - Ospedale di Livorno

Dott.ssa Rosa MarantoResponsabile servizi consultoriali zona livornese

prof. Massimo AmpolaDocente di sociologia presso la facoltà di Scienze Politiche -

Università degli studi di Pisa

2° Momento

IL DIBATTITOInterventi dei rappresentanti delle comunità di stranieri in

Livorno

a cura del- Coordinamento Comunità Straniere di Livorno

- Ce.S.D.I. (Centro Servizi Donne Immigrate) - Centro Mondialità Sviluppo Reciproco

- Comunità S. Egidio

(Coffee break a cura dell'Associazione "Il parco del Mulino")

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MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO ore 17.00

Salone parrocchia S. Rosa (via Machiavelli 32)

L’accoglienza di una nuova vitaI servizi sociali necessari alla maternità

(incontro aperto alle famiglie, alle associazioni di volontariato,agli operatori del settore)

11°° MMoommeennttoo

QQUUEELLLLOO CCHHEE EESSIISSTTEE EE QQUUEELLLLOO CCHHEE PPOOTTRREEMMMMOO OOFFFFRRIIRREE

Esperienze in attoGabriele Cantù

Assessore alle politiche sociali del Comune di Livorno

Dott. Edoardo MichelettiDirettore del dipartimento materno infantile

Azienda Usl 6 di Livorno

diacono Enrico SassanoDirettore ufficio diocesano pastorale della carità

Dott.ssa Rosa MarantoResponsabile servizi consultoriali zona livornese

Dott.ssa Chiara PiniDirezione infermieristica Azienda Usl 6 di Livorno

22°° MMoommeennttoo

LLEE QQUUEESSTTIIOONNII EETTIICCHHEE AA 3300 AANNNNII DDAALLLLAA LLEEGGGGEE 119944

Dibattito con:mons. Simone Giusti

Vescovo di Livorno

Alessandro CosimiSindaco di Livorno

Giorgio KutufàPresidente Provincia di Livorno

Monica CalamaiDirettore generale Azienda Usl 6 di Livorno

Modera il giornalista Antonello Riccelli

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VENERDÌ 25 FEBBRAIO ore 21.00

Cripta parrocchia Sacro Cuore (Salesiani - via del Risorgimento)

La forza della vita: dono e responsabilitàConoscere per saper scegliere

(incontro aperto ai giovani,alle coppie di fidanzati e ai giovani sposi)

11°° MMoommeennttoo

II DDAATTII

Dott. Alfredo PardiniMedico ginecologo ospedale di Livorno

Dott.ssa Daniela Vaccaicoordinamento Ostetriche ospedale di Livorno

Dott.ssa Costanza GalliResponsabile reparto cure palliative ospedale di Livorno

22°° MMoommeennttoo

TTEESSTTIIMMOONNIIAANNZZEE EE DDIIBBAATTTTIITTOO

Presentazione di un vademecum per orientarsi sulle scelte della maternità

e paternità responsabile

TUTTI DALLA PARTE DELLA VITAConvegno in tre atti promosso dal «Tavolo dell'Oggettività»