Comunicazione Presidente 20 Febbraio 2012
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Ancona, 21 febbraio 2012
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE
SULL’EMERGENZA NEVE NELLE MARCHE
Signor Presidente, Signori Consiglieri,
a meno di un anno dalla terribile alluvione del marzo 2011, le
Marche sono state nuovamente colpite e ferite dalla natura.
La Regione Marche, insieme ad altre regioni italiane, è stata
colpita da straordinarie condizioni di maltempo i cui effetti sono
ancora in atto e, purtroppo, si prolungheranno nel tempo. Con lo
scioglimento della neve infatti potrebbero verificarsi criticità
idrogeologiche, danni alle infrastrutture pubbliche, alle attività
produttive agricole ed extra agricole, alle abitazioni.
Lo ricorderemo come il “nevone del „12” che purtroppo, oltre
ai danni materiali, ha causato anche la perdita di vite umane.
Il nostro primo pensiero, dunque, è dedicato al ricordo delle
persone scomparse in relazione a questa eccezionale ondata di
maltempo: alle loro famiglie esprimiamo il dolore e il cordoglio
della Regione Marche.
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VALUTAZIONI SINTETICHE DEL CENTRO FUNZIONALE DELLA
PROTEZIONE CIVILE REGIONALE.
Una particolare configurazione, creatasi nelle giornate di
fine gennaio, ha favorito intensi flussi settentrionali associati ad aria
gelida di origine siberiana che, attraverso la porta del Rodano,
hanno determinato la formazione di una serie di sistemi
depressionari sugli strati medio-bassi dell'atmosfera sul Golfo del
Leone e sul Golfo di Genova.
In particolare un primo minimo depressionario ben
marcato in quota durante la giornata di Mercoledì 1 Febbraio si è
velocemente spostato verso l'Italia centrale per poi colmarsi
sull'Adriatico meridionale, favorendo sulla nostra regione, ed in
particolare sui settori centro-settentrionali, un marcato rientro dai
quadranti orientali.
Le strutture convettive hanno determinato fino alla sera
precipitazioni diffuse di forte intensità, con picchi di 60 cm di neve
sul Montefeltro e 120 mm di acqua lungo la costa pesarese. Per
l'intera giornata le nevicate, il cui limite si è attestato attorno ai 100
m. non hanno mai interessato direttamente la costa.
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A partire dalla giornata di giovedì 2 febbraio fino alla
prima parte della giornata di lunedì 6 febbraio si sono avute
nevicate diffuse molto abbondanti sull'intera regione.
I quantitativi sui settori interni sono ovviamente risultati
maggiori a causa delle condizioni di stau lungo la fascia collinare
e l'intera dorsale appenninica.
Nelle zone interne le stazioni nivometriche della rete
regionale hanno registrato altezze di neve fino a 200 cm.
sull‟Appennino settentrionale, più duramente colpito dalle
precipitazioni nevose, mentre sulla porzione meridionale si sono
registrate altezze di neve superiori al metro. Il forte vento che ha
soffiato in questi giorni ha però creato accumuli di neve superiori
ai 4 metri, anche in ambito urbano. Sulle aree costiere e baso
collinari si sono registrate altezza di neve anche di 40 centimetri.
Le giornate di martedì 7, mercoledì 8 e giovedì 9 hanno
visto una tregua dei fenomeni, con schiarite che sono divenute
progressivamente più ampie e diffuse.
Una seconda ondata di mal tempo ha interessato l'intera
regione a partire dalla notte tra le giornate di giovedì 9 e venerdì
10 con nevicate estese anche alla costa. Il nucleo di aria fredda è
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entrato questa volta direttamente da nord - est strutturando un
minimo depressionario a tutti i livelli atmosferici e stazionando sul
Tirreno centro-settentrionale favorendo il richiamo di aria dal mare
molto umida ed instabile. Le basse temperature di partenza
hanno fatto sì che fin dal primo momento tutte le precipitazioni
fossero a carattere nevoso. Le precipitazioni sono continuate fino
alla giornata di domenica 12 febbraio. Il litorale meridionale è
stato solo parzialmente interessato.
In questa seconda fase si sono registrati quantitativi elevati
sia sui settori interni, con accumuli superiori ai 150 cm. anche
quote collinari, sia lungo la costa centro-settentrionale dove
durante la seconda parte della giornata di sabato 11 si sono
registrati fino a 70 cm. in poche ore.
Il Centro Funzionale Multirischi delle Protezione Civile
Regionale ha emesso 7 avvisi di condizioni meteo avverse, che
complessivamente hanno coperto il periodo dal 31 gennaio fino
al 13 febbraio, con una pausa dalle 12.00 dell‟8 febbraio fino alle
0.00 del 10 febbraio.
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LA RISPOSTA OPERATIVA.
Dalla diramazione del primo avviso di condizioni meteo
avverse, tutte le componenti del sistema regionale hanno
adottato le disposizioni organizzative necessarie per assicurare
la risposta operativa.
Il sistema di protezione civile è complesso, perché è costituito
da tante componenti autonome e non gerarchicamente
subordinate, che però concorrono per un obiettivo comune.
Nel caso della neve, ciascuno degli enti proprietari di strade
(Autostrade, Anas, Province e Comuni) deve garantire la loro
fruibilità.
Il Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per
la protezione civile ha provveduto a raddoppiare il personale
turnista che opera nella Sala Operativa Unificata Permanente,
ha disposto l‟attivazione delle Sale Operative Integrate (SOI)
provinciali , ha mobilitato il volontariato di protezione civile, e,
come previsto in occasione di situazioni emergenziali, ha
convocato il Centro Operativo Regionale (COR) che si è riunito
collegandosi in videoconferenza con le SOI delle Province,
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nonché con il Dipartimento della Protezione Civile della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Facevano capo alle SOI, coordinate da Province e
Prefetture, i Sindaci ed i Comuni di ciascuna provincia.
Inoltre, le Prefetture che hanno la responsabilità della
circolazione stradale, hanno convocato i COV (Centri Operativi
Viabilità) presso le SOI, realizzando quella saldatura
istituzionale/operativa che ha garantito la piena e completa
funzionalità del sistema di protezione civile di questa Regione.
Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Stradale, Guardia di
Finanza, Corpo Forestale dello Stato hanno operato con turni
raddoppiati e con la sospensione di ferie, riposi e permessi; si
calcola che, complessivamente, il personale degli Enti e delle
istituzioni impiegato ammonti, mediamente, ad oltre 3.000 unità
al giorno; nelle giornate più critiche si è toccata la soglia di 4.000
unità.
Tutti i 190 gruppi comunali di protezione civile delle Marche
sono stati impiegati direttamente dai Sindaci dei rispettivi
Comuni di appartenenza, mentre le associazioni sono state
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mobilitate tramite la SOUP e le SOI. Complessivamente hanno
operato oltre 1.000 volontari al giorno.
La CRI e l‟ANPASS, oltre a quanto ordinariamente in
servizio, hanno impiegato 123 mezzi aggiuntivi, tra cui 6
ambulanze fuori strada e tre ambulanze rialzate del Corpo
Militare della Croce Rossa. Tali mezzi hanno operato nell‟ambito
del sistema regionale 118.
La capacità operativa è stata incrementata grazie al
personale ed ad alle attrezzature pervenuti dalle Regioni Valle
d‟Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria,
Puglia, Veneto, Toscana, dalle Province di Brescia e di Belluno e
di quelli inviati dalle organizzazioni di volontariato nazionali,
nonché da altre amministrazioni o da società erogatrici di servizi
pubblici.
Come è noto la protezione civile è un sistema complesso,
all‟interno del quale operano tante amministrazioni autonome
ed indipendenti; la cifra che ha caratterizzato la gestione di
questa emergenza è stata, oltre alla generosità ed alla infinita
capacità di lavoro degli operatori, il fatto che è stata posta in
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essere una azione sinergica da parte di tutte le componenti del
sistema.
Nessuna di esse si è arroccata dietro competenze formali e
tutti hanno operato in maniera tale che l‟attività è stata
arricchita da un valore aggiunto senza il quale le conseguenze
dell‟evento sarebbero state molto più gravi, soprattutto quando
si sperava di aver cominciato a riconquistare un minimo di
normalità ed invece è giunta la seconda ondata di maltempo a
cominciare dalla giornata del 10 febbraio.
La situazione è stata di estrema complessità: le criticità
principali hanno riguardato il sistema viario e dei trasporti in
generale (in particolare quello ferroviario), le problematiche
derivanti dalle interruzioni nell‟erogazione di energia elettrica, la
necessità di garantire i servizi essenziali, in particolare quelli
ospedalieri e comunque sanitari, l‟assistenza alla popolazione e
la impossibilità di operare da parte delle attività produttive.
SISTEMA VIARIO E DEI TRASPORTI.
Il sistema viario è fondamentale per assicurare la possibilità di
compiere qualunque altro tipo di intervento.
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Per quanto attiene alla viabilità principale, relativamente ai
mezzi leggeri, per la maggior parte delle giornate fra l‟1 ed il 10
febbraio, la circolazione è stata praticamente sempre possibile,
anche se talora a corsia unica, con dotazioni invernali e con
l‟eccezione dei valichi di Bocca Trabaria e Forca di Presta,
anche se si è stati costretti ad affrontare i notevolissimi i
problemi derivanti alla circolazione da numerosi mezzi pesanti
intraversati che hanno comportato la temporanea chiusura
delle strade ed ore ed ore di lavoro per liberarle.
Tutto è peggiorato nel corso della notte tra il10 e l‟11: mentre
in gran parte della regione la situazione è rimasta comunque
stazionaria, nel pesarese le precipitazioni hanno chiuso
praticamente tutte le strade, in quanto era materialmente
impossibile effettuare le operazioni di rimozione della neve che
cadeva copiosissima e veniva ammucchiata dal vento in
cumuli alti anche quattro metri.
E‟ stata a più riprese segnalata l‟assoluta esigenza di un
maggior raccordo con Autostrade per l‟Italia per favorire la
gestione del traffico di mezzi pesanti, perché in molte occasioni
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l‟uscita non programmata e controllata di TIR dall‟autostrada ha
portato quasi al collasso della viabilità statale, provinciale e
comunale, costringendo gli appartenenti alla Polizia stradale,
alle Polizie locali ed alle altre forze di polizia ad interventi
complessi ed imprevisti per assicurare la viabilità non solo agli
utenti, ma soprattutto ai soccorritori.
La situazione peggiore si è verificata nella giornata dell‟11
febbraio, quando è stato chiuso totalmente al traffico il tratto
tra Rimini Sud ed Ancona Nord in direzione sud ed in direzione
nord è stato consentito solo il traffico leggero. La statale 16 è
rimasta totalmente bloccata anche perché alcuni mezzi si sono
intraversati.
Nelle città di Fano e Pesaro, tagliate in due dalla statale 16,
questo ha comportato la quasi impossibilità di assicurare i
soccorsi anche all‟interno delle città stesse.
A tal proposito va segnalato che l‟amministratore delegato
di Autostrade per l‟Italia, Giovanni Castellucci, ha con me
concordato che a partire dalle prossime situazioni di
emergenza, Autostrade per l‟Italia alimenterà direttamente di
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informazioni anche la Soup (la Sala operativa regionale) per
permettere una più tempestiva gestione delle criticità nella
circolazione autostradale.
Altrettanto critica la situazione sulla viabilità minore nelle
zone alto-collinari e montane, dove lo strato della neve ha
superato i due metri e pertanto poteva essere rimosso solo da
mezzi speciali.
Notevole la collaborazione fornita da tutte le componenti
del sistema soprattutto con l‟arrivo di mezzi e personale da altre
parti d‟Italia.
Tutte le attrezzature dei 239 Comuni e delle Province della
regione, quelli di ditte private e di pubbliche amministrazioni,
mezzi agricoli di proprietà degli agricoltori, turbine e pale
meccaniche inviate altre regioni dal Corpo Nazionale dei Vigili
del Fuoco e dalle Forze Armate hanno operato
ininterrottamente. Mezzi antineve sono stati messi a disposizione
anche da Autostrade per l‟Italia nel pieno dell‟emergenza.
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Un grazie particolare va rivolto agli operatori di tali mezzi
che hanno lavorato consecutivamente per molti giorni in
condizioni spesso difficilissime.
Anche i mezzi hanno risentito dello sforzo derivante dall‟uso
continuo e per consentire la loro operatività si è reso necessario
chiedere ad alcune officine di garantire l‟apertura, per
provvedere alle riparazioni nel minor tempo possibile anche nei
giorni festivi.
Le raffiche di vento ad oltre 52 nodi hanno causato la
chiusura del porto di Ancona dalle 14,00 del 1° alle 05.00 del 2
febbraio e quattro navi sono quindi dovute restare in rada.
Un problema particolare è stato rappresentato dai TIR
presenti sui traghetti ed in sosta al porto di Ancona, sia perché
privi di catene o pneumatici da neve, sia perché le strade verso
le quali erano diretti non erano sempre agibili in particolare per i
mezzi pesanti. Grazie alla collaborazione di tutte le forze
dell‟ordine e dell‟ANAS che ha messo a disposizione le
attrezzature per assicurare la viabilità fino ai caselli autostradali
è stato possibile, man mano che si ristabiliva la transitabilità
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sull‟autostrada, convogliare gruppi di circa 20 TIR per volta e,
contemporaneamente accompagnare un pari numero di TIR
dai luoghi ove erano stati provvisoriamente ricoverati fino al
porto per l‟imbarco.
Di notevole aiuto è stata la comunicazione inviata
dall‟Autorità Portuale e dalla Capitaneria di Porto alle omologhe
strutture dei porti di partenza delle navi dirette al porto di
Ancona, in ordine alle difficoltà esistenti, che ha ridotto il
numero degli autocarri in arrivo.
Complessivamente è stato necessario assistere in qualche
modo (mezzi per rimuovere autotreni intraversati, pasti per gli
autisti rimasti bloccati, scorte da e per l‟autostrada) ad oltre
2.500 TIR solo nella viabilità intorno al capoluogo.
L‟aeroporto Raffaello Sanzio, è stato più volte chiuso al
traffico. I voli sono stati dirottati, alternativamente, sugli aeroporti
di Pescara, Perugia e Bologna, con successivo trasporto via
superficie dei passeggeri.
I trasporti ferroviari hanno registrato e registrano i ritardi
dovuti essenzialmente alle difficoltà nell‟arrivo dei convogli e del
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materiale, soprattutto da nord, ed al fatto che treni ed i
dispositivi che utilizzano strumentazioni elettroniche risentono
delle temperature gelide.
Nonostante le Ferrovie dello Stato abbiano fin da subito
attivato il piano neve che prevede una riduzione dei treni in
partenza, notevoli sono state le difficoltà, che hanno riguardato
una percentuale elevatissima di convogli.
In alcuni casi si i treni si sono fermati o per guasti causati dal
freddo intenso o per la presenza sui binari di cumuli di neve
generati dal vento e si è dovuto provvedere a trasbordare i
passeggeri su altri treni o su autobus, oppure a fermare i
convogli nelle stazioni.
Nei giorni fra il 10 ed il 12 è stato totalmente interrotto il
traffico sulle linee interne, tentando di mantenere attive almeno
la adriatica e la romana. Si è sempre potuto fornire, se richiesto,
assistenza e generi di conforto ai passeggeri.
E‟ stato compiuto ogni sforzo, in coordinamento con la
Polizia Stradale, l‟ANAS ed Autostrade per l‟Italia, per consentire
il transito ai mezzi pesanti trasportanti i rifornimenti essenziali di
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carburante, derrate alimentari, farmaci ed attrezzature sanitarie,
nonché mangimi per gli animali e sale per diminuire il pericolo
derivante dal formarsi di ghiaccio sulle strade. Bisogna ricordare
infatti che l‟ondata di maltempo è giunta subito dopo un
periodo nel quale tali rifornimenti erano bloccati a seguito delle
manifestazioni degli autotrasportatori.
RFI ha dato, inoltre, la disponibilità ad aprire nelle ore
notturne le sale d‟aspetto delle stazioni ferroviarie per ospitare
persone in difficoltà.
L’EROGAZIONE DI ENERGIA ELETTRICA.
Per quanto riguarda la mancata erogazione dell‟energia
elettrica sono state migliaia le utenze scollegate, per i guasti
continui causati soprattutto dalla caduta di rami sulle linee.
Buona è stata la risposta organizzativa di Enel Distribuzione,
che ha operato senza sosta, impiegando anche squadre
aggiuntive fatte confluire da altre regioni.
In alcuni casi gli accumuli di neve erano tali da rendere
impossibile raggiungere il luogo ove si è verificato il guasto,
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anche con mezzi speciali messi a disposizione da altre
componenti del sistema della protezione civile.
Visto che l‟interruzione nella erogazione dell‟energia
elettrica comporta in molti casi anche il blocco delle pompe
degli acquedotti, il fermo degli impianti di riscaldamento, le
disattivazioni dei ponti radio che supportano le comunicazioni di
alcuni servizi pubblici essenziali, ogni volta che è stato possibile si
è ovviato collegando le cabine interessate con generatori di
corrente.
Si è provveduto inoltre a richiedere nuove scorte di cavi
per sostituire quelli spezzati e, dato che le stesse dovevano
arrivare da fuori regione, è stato necessario assicurare che il
mezzo che le trasportava potesse comunque raggiungere il
nostro territorio.
Per tale problematica le SOI hanno volta per volta
esaminato le richieste di intervento stabilendo una sorta di scala
di priorità legata alla presenza nella abitazioni di anziani, malati,
bambini piccoli o comunque persone in difficoltà.
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Vale la pena ricordare a questo proposito, che i problemi
legati all‟erogazione di energia elettrica si sono verificati
laddove era presente una linea di trasmissione con cavi “aerei”.
Una riflessione andrà quindi presto fatta in merito
all‟adeguamento della rete di trasmissione nella nostra regione,
perché problemi legati alla neve e al ghiaccio non si sarebbero
verificati in presenza di una più estesa rete interrata.
L’ASSISTENZA SANITARIA.
Per quanto attiene al servizio sanitario sostanzialmente non
si sono registrate difficoltà particolari, solo grazie al
coordinamento di tutto il sistema.
Ad esempio il trasporto di personale sanitario presso gli
ospedali è stato assicurato inizialmente da ANPASs e CRI, ma
dato il protrarsi della situazione emergenziale si è ritenuto
opportuno organizzare il servizio in maniera più strutturata
mediante l‟impiego di navette; questo ha consentito di liberare
mezzi che sono stati utilizzati per il trasporto di materiale
ematico.
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Sempre per supportare il carico di lavoro del 118, si è
organizzato un trasporto integrativo di persone che dovevano
sottoporsi a dialisi o ad analisi e terapie non rinviabili.
Complessivamente si è registrato un incremento degli interventi
fino al sessanta per cento, a seconda delle zone.
Medici di famiglia e pediatri hanno risposto all‟esigenza di
rimanere in servizio durante i fine settimana, le farmacie,
soprattutto nelle zone maggiormente colpite, sono rimaste
aperte in permanenza.
Per raggiungere le case sparse ed i nuclei abitati isolati, si è
provveduto a trasportare medici e farmaci con motoslitte e
gatti delle nevi. In questo modo tra l‟altro sono state assistite
alcune partorienti.
Nei giorni dell‟11 e 12 febbraio si sono rivelati di estrema
utilità i mezzi speciali messi a disposizione della componente
militare della CRI che si sono aggiunti alla dotazione di
ambulanze con assetto fuoristrada, già in servizio fin dai primi
giorni dell‟emergenza.
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Negli ultimi giorni di criticità la situazione anche psicologica
delle persone rimaste isolate aveva raggiunto ormai livelli tali da
comportare forte intralcio ai centralini del sistema di soccorso
(112, 113, 115, 118 ecc.).
Per risolvere tale problema si è ritenuto opportuno attivare
un servizio di supporto psicologico telefonico.
Il sistema della sanità ha provveduto e sta ancora
provvedendo anche allo smaltimento delle carcasse degli
animali uccisi dal freddo o a seguito del crollo di capannoni e
stalle.
L’ ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE.
Centinaia in tutta la regione le case impossibili da raggiungere
per la impercorribilità delle strade. In tali situazioni si sono
mantenuti comunque contatti, anche se solo telefonici.
In casi particolari contatti e rifornimenti sono stati assicurati
addirittura da personale a piedi con l‟uso delle ciaspole oppure
con gli sci.
Sono stati inoltre organizzati servizi di consegna a domicilio
di generi di assoluta necessità per anziani e neonati.
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Per avere un‟idea della gravità della situazione basterà
pensare che solo nella porzione collinare del territorio di
Ancona, caratterizzato da una particolare conformazione
orografica, sono stati consegnati centinaia di pacchi con
materiale indispensabile (generi alimentari, pannolini per
neonati ed omogeneizzati, pannoloni, ecc.).
Per evitare ulteriori gravi difficoltà, i Comitati provinciali di
Protezione Civile ed i Sindaci dei Comuni interessati hanno
provveduto ad allontanare da case a rischio di isolamento i
residenti, con priorità per anziani, bambini e persone che
utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita.
Molte le persone alloggiate in alberghi o in ricoveri
appositamente allestiti oppure presso parenti.
Le scuole della Regione sono state chiuse per giorni.
Per questa chiusura straordinaria ed imprevista, si rende
necessario adeguare il calendario scolastico in maniera che sia
comunque assicurata la effettuazione dei giorni di didattica
previsti.
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Per consentire ai Sindaci di avere la disponibilità di un
maggior numero di persone per assicurare la viabilità interna e
facilitare quindi la mobilità dei cittadini, lo scorso 6 febbraio la
Giunta ha adottato la deliberazione n° 155 con la quale si è
data la possibilità di utilizzare, mediante l‟uso di vouchers, il cui
costo resterà a carico della Regione, lavoratori cassintegrati,
ordinari, straordinari e in deroga e soggetti in mobilità.
Con deliberazione della Giunta Regionale n. 156 del 13
febbraio 2012 tale possibilità è stata estesa anche ai
disoccupati.
LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE.
La situazione si prospetta particolarmente grave e
complessa. Per quanto riguarda la pesca le cattive condizioni
del mare, la chiusura dei mercati ittici, le difficoltà nella
consegna del prodotto, la scarsa attività dei ristoranti hanno
generato di fatto il blocco del mercato.
I danni in agricoltura non sono ancora esattamente
quantificabili, ma facilmente ipotizzabili.
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Gli allevamenti hanno avuto difficoltà ad assicurare
l‟approvvigionamento di mangimi e di acqua al bestiame e,
naturalmente, di trasportare i capi verso i macelli.
Oltre ai danni alle colture, si sono verificati continui crolli
delle coperture di capannoni e stalle.
Anche per le altre tipologie di attività produttive si sono
verificate continue interruzioni e chiusure, dovute:
all‟impossibilità per il personale di prendere servizio, mancata
erogazione di energia elettrica, mancato arrivo di materie prime
e semilavorati, impossibilità di spedire i prodotti finiti.
Tutti i comparti produttivi hanno segnalato danni alle
infrastrutture.
Anche in assenza di specifiche disposizioni da parte dello
Stato, la Regione ha avviato un censimento di questa tipologia
di danni.
RICOGNIZIONE DELLE SPESE INDIFFERIBILI ED URGENTI SOSTENUTE
DAGLI ENTI LOCALI.
Il perdurare della situazione di maltempo e di criticità non
ha consentito per ora la quantificazione delle spese sostenute
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da Comuni e Province e dalla Regione stessa per garantire la
transitabilità delle strade e l‟assistenza alle persone, nonché
dalle inevitabili conseguenze di carattere idrogeologico e sulle
infrastrutture pubbliche.
Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile ha
disposto una ricognizione di tale tipologia di spese, che sarà
elaborata dopo il 22 febbraio.
ALCUNI PROVVEDIMENTI REGIONALI IMMEDIATI.
Il Governo regionale ha adottato anche ulteriori
provvedimenti fin nei primi giorni durante l'emergenza neve,
anche per avviare subito la fase successiva.
Già nel corso della fase più acuta dell‟emergenza è stato
stanziato un fondo di 1 milione di euro da utilizzare tramite voucher
per supportare i Comuni nelle operazioni di spalatura e rimozione
della neve, autorizzandoli ad utilizzare i lavoratori cassintegrati, in
mobilità e in disoccupazione.
Sono stati attivati, come rilevato, i servizi attivita` produttive,
agricoltura e beni culturali per avviare una prima stima dei danni
provocati dall'eccezionale ondata di maltempo.
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Con una prospettiva rivolto al futuro, il Dipartimento Sicurezza
e protezione Civile della Regione è stato incaricato di potenziare i
presidi della dorsale appenninica da Ascoli fino ad Urbino per una
organizzazione in grado di rispondere in modo sempre più
tempestivo alle emergenze (neve, incendi boschivi, ecc.).
Sempre al Dipartimento sicurezza spetterà il compito di
redigere la mappa dei luoghi sensibili che, in caso di emergenza,
ricadranno immediatamente e direttamente sotto il
coordinamento e controllo della Protezione civile regionale, in
collaborazione con i soggetti deputati.
Il Governo regionale si è subito attivato anche per verificare
la possibile attivazione del Fondo Europeo di Solidarietà (FSUE).
Tale intervento deve essere richiesto dallo Stato membro per
tutte le Regioni interessate entro 10 settimane dall‟inizio
dell‟evento.
Abbiamo per questo sollevato la questione in sede di
Conferenza delle Regioni.
Questo argomento sarà trattato anche nell‟incontro
programmato per domani a Roma con il Capo del Dipartimento
Nazionale della Protezione Civile Gabrielli.
Pag.25
LO STATO DI CALAMITÀ NATURALE ED EMERGENZA.
La Regione può dichiarare in maniera autonoma lo stato di
calamità naturale, che come noto riguarda solo i danni in
agricoltura.
Ben diversa è la situazione, come dolorosamente la nostra
regione ha dovuto constatare in occasione dell‟alluvione dello
scorso marzo, per quanto attiene l‟eventuale dichiarazione dello
stato di emergenza di cui all‟art. 5 della legge 225 del 1992.
Sulla scorta di tale esperienza, in accordo con gli altri
Presidenti delle Regioni colpite, non avevo allora richiesto la
dichiarazione dello stato di emergenza.
In un incontro con il Governo che ha avuto luogo giovedì 9
febbraio alla presenza delle Regioni e delle rappresentanze degli
Enti Locali, è emerso che l‟orientamento del Governo per questa
grave situazione era quello di accollarsi le eventuali spese
limitatamente agli interventi necessari a tutelare la pubblica e
privata incolumità, al ripristino della circolazione stradale ed alla
assistenza alle persone, per un periodo limitato.
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Lo scorso 8 febbraio è stato adottato il Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri concernente “dichiarazione
dell‟eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a
causa delle eccezionali avversità atmosferiche che stanno
colpendo il territorio nazionale nel corrente mese”.
Con detto decreto, fra l‟altro, il Capo del Dipartimento
della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Prefetto Franco Gabrielli, è stato incaricato di coordinare gli
interventi secondo quanto previsto dall‟art. 3, comma 1 del
decreto legge 4/11/2002, n°245, convertito con modificazioni nella
legge 27/12/2002 n. 286.
Nella stessa giornata il Prefetto Gabrielli ha emanato alcune
disposizioni relative alle modalità di attivazione di risorse pubbliche
e private che hanno consentito la possibilità di
approvvigionamento anche sul libero mercato.
Questo scenario si è fortunatamente improvvisamente
modificato a seguito del deposito della sentenza della Corte
Costituzionale n. 22 del 13.02.2012, che ha dichiarato
l‟illegittimità costituzionale dell‟art. 2, comma 2-quater, del
Pag.27
decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225 (proroga di termini
previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia
tributaria e di sostegno alle imprese ed alle famiglie), convertito
in legge, con modificazioni, dall‟art. 1, comma 1, della legge 26
febbraio 2011, n. 10, nella parte in cui introduce i commi 5-
quater e 5-quinquies, primo periodo, nell‟art. 5 della legge 24
febbraio 1992, n. 225 (istituzione del servizio nazionale della
protezione civile).
Essendo venuta meno la cosiddetta “tassa sulla disgrazia”,
lo stesso giorno in cui si è avuta la notizia della sentenza, ho
provveduto a chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri la
dichiarazione dello stato di emergenza per le nevicate di questi
giorni.
Naturalmente restano in piedi una serie di problemi che
dovranno essere affrontati con il Governo appena cessata la fase
acuta di questa ondata di maltempo, in primis il problema del
patto di stabilità relativamente alle spese sostenute dagli enti
locali, quello dei danni enormi subiti da privati, attività produttive
ed infrastrutture pubbliche e, da ultimo ma non ultimo, quello
Pag.28
dell‟assetto del sistema nazionale della protezione civile reso
meno efficace dalla normativa entrata in vigore nel 2011.
EFFICIENZA E RESPONSABILITA’ DELLA COMUNITA’ MARCHIGIANA.
A questo proposito consentitemi di ricordare con orgoglio
che il “modello Marche” di protezione civile è stato anche in
questa occasione apprezzato da tutti e considerato come quello
che ha consentito una risposta efficace ed ordinata ad un evento
assolutamente straordinario.
Nell‟arco di meno di un anno, dunque, abbiamo dovuto
gestire due emergenze e affrontare tutti i danni che ne sono
seguiti. Per entrambe, il sistema della Protezione civile regionale
ha dato prova di grande efficienza e capacità di coordinamento
in rete, pur di fronte a un‟emergenza, come quella nevosa, che
ha registrato un picco di intensità senza precedenti nell‟ultimo
secolo. E‟ l‟Osservatorio Meteorologico dell‟Università di Urbino a
certificare che l‟evento nevoso appena trascorso “è da ritenersi il
più importante dal 1884”.
Rivolgo perciò un ringraziamento anche a nome della
Giunta e dell‟Assemblea Legislativa al nostro “Sistema regionale di
protezione civile” ed a tutte le sue componenti: Volontari, Cri,
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Anpass, Cnsas, Vigili del Fuoco, Forze Armate, Forze di Polizia,
Corpo Forestale dello Stato, Sindaci e Comuni, Province,
Organizzazioni sanitarie, Confservizi, Aeroporto, Autorità portuale,
personale dell‟Enel, delle Ferrovie e dell‟Anas ed alle
Organizzazioni dei trasportatori.
Desidero ringraziare in maniera particolare i Prefetti ed il
personale delle Prefetture che, all‟interno del nostro sistema,
hanno egregiamente garantito il raccordo tra la componente
statale e quella locale, contribuendo anche a risolvere i problemi
di integrazione della tematica della circolazione stradale nel
contesto emergenziale.
Allo stesso modo devo rivolgere un sentito ringraziamento al
Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio
dei Ministri ed al suo capo Franco Gabrielli che, anche in questa
occasione, non ha mancato di assicurare collaborazione e
vicinanza, provvedendo ad inviare nelle Marche tutti gli uomini ed
i mezzi rinvenibili nel territorio nazionale.
Pur dovendo affrontare disagi inauditi. ha sempre prevalso la
volontà di collaborazione e il lavoro di squadra, senza mai cedere
spazio a polemiche sterili, come avvenuto invece in altre realtà
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nazionali peraltro in condizioni di difficoltà assolutamente meno
gravi.
A tutti va la gratitudine della Regione e della nostra
comunità: i Marchigiani, ancora una volta, hanno saputo
testimoniare lo straordinario senso di responsabilità che da sempre
li caratterizza.
IL RITORNO ALLA NORMALITA’.
Ora si apre la fase del ritorno alla normalità. Sarà un
passaggio lungo e complesso perché sono ancora molte le
incertezze.
La sentenza con cui la Corte ha sancito l‟incostituzionalità
della legge nazionale conosciuta come “tassa sulle disgrazie” va
considerata, infatti, un punto di partenza e non di arrivo, sia per
l‟evento nevoso di febbraio che per l‟alluvione del 2011.
Da un lato siamo rimasti molto soddisfatti dell‟autorevolissimo
riconoscimento delle ragioni di incostituzionalità della “tassa sulle
disgrazie” che abbiamo sostenuto fin da subito dopo l‟alluvione.
Abbiamo contrastato l‟iniquità di questa legge nazionale
con grande determinazione attraverso un immediato ricorso alla
Corte Costituzionale, deliberato dal Governo regionale fin
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dall‟aprile dell‟anno scorso sulla base del parere del Presidente
emerito della Consulta Prof. Valerio Onida. Ora, giustamente, tutti
esultano, ma ricordo anche lo scetticismo che aleggiava sull‟esito
di tale iniziativa del Governo regionale.
Abbiamo fatto da “apripista” a livello nazionale, tirandoci
dietro pioneristicamente le regioni che sperimentavano
direttamente, a causa di altre calamità, l‟ingiustizia della “tassa
sulle disgrazie” e il suo paradosso di aggiungere al danno anche
la beffa.
Era un‟assurdità che negava il principio di solidarietà: il
pronunciamento di illegittimità della Corte Costituzionale ha
certificato le nostre tesi, riconoscendo “l‟irragionevolezza” - così
riporta il dispositivo della sentenza n. 22 - di costringere ad
aumentare i tributi ai territori già duramente martoriati, perché
colpiti da calamità, prima dell‟intervento dello Stato.
Intervento statale che nel caso delle Marche - la prima
Regione che ha obbligatoriamente dovuto applicare la
l‟incremento delle accise - addirittura non si è ancora realizzato.
Come già rilevato, immediatamente dopo il
pronunciamento della Consulta ho provveduto a richiedere al
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Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di
emergenza per l‟ondata di maltempo di questo mese. Prima di
tale sentenza ci eravamo astenuti da questa iniziativa per evitare
di far ricadere nuovi oneri sui cittadini marchigiani, come
prevedeva il milleproroghe.
Il riconoscimento dell‟illegittimità della “tassa sulle disgrazie”,
infatti, ha aperto un nuovo scenario giuridico di riferimento,
creando le condizioni per ripristinare il principio di leale
collaborazione tra Stato e Regioni anche nel settore delle
calamità.
Tuttavia, perché ciò si realizzi concretamente bisogna che il
Governo nazionale e il Parlamento passino “dalle parole ai fatti”.
L‟incostituzionalità della “tassa sulle disgrazie”, come già
sottolineato, non è un punto di arrivo, bensì di partenza per le
iniziativa da intraprendere a tutela dei diritti della comunità
marchigiana.
Per evitare una seconda beffa, e dare risposte concrete a
cittadini, imprese ed Enti locali, è necessaria una determinata
unità di intenti su obiettivi precisi e condivisi.
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ALLUVIONE MARZO 2011.
Deve essere subito concretizzata l‟erogazione alla Regione
delle risorse statali per l‟emergenza alluvione dell‟anno scorso,
riconosciuta anche in forma solenne dal Consiglio dei Ministri
senza alcun seguito finanziario.
La Regione Marche ha presentato la stima dei danni dopo
poche settimane dall‟evento. Il Capo del Dipartimento Nazionale
della Protezione Civile Prefetto Gabrielli ha inoltrato al Ministero
dell‟Economia la richiesta di anticipare con il Fondo Nazionale la
cifra di 50 milioni di euro.
Abbiamo sollecitato ufficialmente tale erogazione al
Governo Monti, in particolare al Sottosegretario Catricalà e al
Ministro Cancellieri, anche nel corso della riunione a Palazzo Chigi
della scorsa settimana. Dopo la sentenza della Consulta ogni
ulteriore ritardo diventa, oltre che inaccettabile, anche illegittimo.
Cari Colleghi, in questa sede il Governo regionale conferma
anche la disponibilità a revocare fin da subito l‟incremento delle
accise obbligato dalla normativa nazionale, da realizzarsi di
concerto con il Ministero dell‟Economia.
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Tuttavia, è evidente che l‟effettiva erogazione delle risorse
statali diventa la precondizione indispensabile per tale revoca: il
ristoro dei danni sarebbe altrimenti impossibile, con grave
pregiudizio agli Enti locali.
Per questo chiediamo un impegno straordinario, oltre che al
Governo, anche ai Parlamentari marchigiani, per velocizzare
l‟attuazione della sentenza n. 22 della Consulta e il trasferimento
effettivo delle risorse nazionali, consentendo così l‟abbassamento
delle accise regionali sui carburanti.
EMERGENZA NEVE FEBBRAIO 2012.
Oltre allo stato di calamità per l‟agricoltura, abbiamo
avanzato la richiesta più generale dello stato di emergenza e
stiamo procedendo alla stima dei danni.
Il Governo, ancor prima della sentenza n. 22, si era
impegnato a sostenere le spese per l‟emergenza neve.
Ora è necessario che sia concretizzato velocemente il
riconoscimento dello stato di emergenza abbinato al sostegno
finanziario statale diretto per il ristoro sia delle spese sostenute da
Regioni, Province e Comuni, sia dei danni subiti in tutti i settori,
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dall‟agricoltura, alle attività produttive, ai beni culturali e altri
ancora.
Altrettanto importanti sono le agevolazioni normative statali
per gli adempimenti fiscali e previdenziali delle imprese: ne
abbiamo chiesto la sospensione temporanea o perlomeno la
disapplicazione delle sanzioni nei casi di ritardi.
LEALE COLLABORAZIONE STATO-REGIONI PER LE CALAMITÀ.
Abbiamo subito sollecitato anche un rinnovato confronto
istituzionale Stato-Regioni alla luce del nuovo quadro giuridico di
riferimento.
E‟ necessario ripristinare nella sostanza il principio di leale
collaborazione Stato-Regioni nel campo delle calamità,
riaffermando una gestione solidaristica delle emergenze sia con il
nuovo quadro normativo definito dalla sentenza n. 22, sia
soprattutto con fatti concreti e decisioni attuative conseguenti.
Per tale finalità l‟incostituzionalità della “tassa sulle disgrazie”
è una condizione necessaria ma non sufficiente: servono tempi
rapidi e determinazioni coerenti sul piano dei trasferimenti statali di
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risorse finanziarie per il ristoro delle spese sostenute e dei danni
subiti in conseguenza delle emergenze.
Vigileremo senza sconti perché ciò si realizzi, insieme a tutta
l‟Assemblea Legislativa, con la più ampia disponibilità a una
collaborazione istituzionale bipartisan finalizzata a realizzare gli
obiettivi indicati, per la difesa dei diritti e degli interessi legittimi di
tutta la comunità marchigiana.