La Settimana n. 6 del 12 febbraio 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 12 febbraio 2012 Celebrare il matrimonio è come affrontare una grande giornata, lunga come una vita. C ome ogni giornata ha un mattino, un pomeriggio e un tramonto. Chiedete al Signore la grazia di saper vivere in pienezza questi tre momenti, ognuno dei quali ha un suo profondo valore. Il mattino è carico di speranza, di energia, di luce, di entusiasmo. Tutte cose che servono per una buona partenza, per mettere buone fondamenta, per ac- cumulare energia. Il pomeriggio è il tempo della pienezza dell’amore, orami consolidato, dove si affrontano le difficoltà, gli impegni, nell’aiuto reciproco; dove si accettano li- miti e si comprendono le differenze. Il tramonto è la terza età: un momento speciale dove si è raggiunta la saggezza, dove si raccolgono le fatiche e si testimonia agli altri la missione di una vita vis- suta nell’amore vicendevole. Nei giorni più freddi vicini ai più poveri na situazione fuori dall’ordinario e la volontà di esserci per tutelare la vita di coloro che non hanno una dimora. L’emergenza freddo che si è abbattuta sulla nostra città ha visto l’impegno dell’amministrazione comunale con l’allestimento tra il resto di posti letto e pasti caldi presso la Rsa Pascoli, ma parte delle persone che frequentano abitualmente il Porto di Fraternità in via delle Cateratte appartengono alla categoria senzatetto, sono fuori dai circuiti di supporto sociale e non hanno in alcuni casi neanche la volontà di raggiungere un’altra struttura. Già da qualche tempo la sala d’attesa del Centro Caritas Diocesana è un rifugio per molti, per poter stare un po’ al coperto, bere una bevanda calda ed intrattenersi con qualcuno a parlare o magari con una partita a scacchi. Per questo nella condizione straordinaria del freddo di questi giorni gli operatori e volontari Caritas hanno deciso di mettersi alla prova ed è così che il salone della mensa dalla notte di mercoledì 1 febbraio dopo la cena e la visione di un film, è stato adibito per il riposo notturno. L’esperienza è partita con la permanenza di 5 ospiti che nelle notti successive sono diventati 25 e anche di più. La Misericordia e la Croce Rossa hanno pensato a fornire le brandine, ma che con nostra grande sorpresa non sono state utilizzate da tutti. Alcuni hanno scelto di non cullarsi troppo in comodità che passata l’emergenza non faranno più parte della loro quotidianità e hanno preferito dormire in terra. C’è chi quasi si è lamentato per il salone troppo caldo, perché al ritorno alla normalità avrebbe corso il rischio di ammalarsi. Considerazioni dettate dall’esperienza di chi vive sempre all’aperto e che abbiamo accettato con rispetto, ma quello che più abbiamo sentito e visto in modo nitido e lampante è stata la felicità di queste persone, che hanno davvero apprezzato quello che, anche per gli operatori rappresentava un esperimento. Gli ospiti che in questa emergenza sono stati con noi hanno espresso anche la loro gratitudine, soprattutto con una forte voglia di collaborare con i volontari, di essere protagonisti attivi dell’esperimento e di dare una mano per quanto potevano. In questi giorni una delle carenze più significative riscontrate è stata quella di scarpe: la disponibilità era limitata ed in molti avevano i piedi bagnati o delle calzature inadatte a neve e ghiaccio. Personalmente sono stata molto colpita da questa necessità: un’immagine che porterò sempre con me è quella dei piedi scalzi nei letti improvvisati, una visione intima che mi ha avvicinato una volta di più a queste esistenze così fragili. La Caritas ha prolungato l’esperimento dell’apertura notturna finché durerà questo freddo pungente e si è attivata per cercare di recuperare quante più scarpe possibile, ma anche giubbotti, coperte e sacchi a pelo. Mentre si cercano altre persone disposte a dare il turno ai volontari per assistere gli ospiti. Valentina Vaccari U DI NICOLA SANGIACOMO n esperto internazionale di Bioetica si confronta con i primari dell’ospedale di Livorno sull’essere dell’uomo, il Progetto Culturale livornese apre un’altra strada interessante per il dibattito culturale cittadino. Dopo le belle esperienze vissute in occasione della presentazione del rapporto proposta sulla demografia con l’intervento di Dino Boffo e del dibattito su un nuovo welfare per la famiglia che si è realizzato nella sala del Consiglio Comunale con l’intervento del professor Belletti e del Sindaco Cosimi, questa volta al centro dell’attenzione sarà la grande questione antropologica, ovvero la domanda “Chi sei uomo ?”. Una domanda fondamentale da sempre, ma particolarmente rilevante in questo tempo di relativismo culturale in cui alcune teorie filosofiche cominciano a diffondere l’idea che non ci sia differenza genetica tra un bambino e un pollo o un maiale. Su questo interrogativo interverrà il prossimo 17 febbraio il professor Stefano Semplici, docente di Etica presso l’università Tor Vergata di Roma e membro del comitato internazionale di Bioetica dell’Unesco; un grande esperto di questi temi la cui competenza è riconosciuta a livello mondiale visto nell’ultimo semestre del 2011 è stato anche presidente di questo Comitato dell’Unesco. Dopo la relazione principale, il dibattito sarà animato dalle riflessioni dei primari dell’ospedale di Livorno che, su questo tema, hanno svolto il loro confronto all’interno del tavolo dell’Oggettività, quel gruppo di studio che, da qualche anno, realizzano insieme con il vescovo monsignor Giusti. Sarà interessante confrontare le più recenti teorie filosofiche con il pensiero e la prassi di coloro che sono i più autorevoli responsabili della scienza medica nella nostra città. Un percorso di riflessione interessante ed originale che il progetto culturale diocesano propone alla città ancora una volta in una sede pubblica ed istituzionale come la sala consiliare della Provincia. Infine una curiosità: per il professor Stefano Semplici sarà l’occasione di ritornare nella città dove è cresciuto e ha compiuto i suoi studi liceali, per i suoi tanti amici livornesi l’occasione di incontrare una persona cara che, in questi anni, ha compiuto un percorso scientifico davvero straordinario. U NEL PROSSIMO NUMERO UNO SPECIALE SULLA SETTIMANA PER LA VITA Un consultorio diocesano per la famiglia n occasione della giornata per la vita è stata presentata l’idea di realizzare un nuovo Consultorio per la promozione della maternità e della famiglia. Un vero e proprio centro diocesano di sostegno, che collabori con i consultori Asl già esistenti e si ponga come fine quello di rafforzare quegli aspetti della 194 che prevedono la tutela sociale della maternità. Una struttura di ascolto e di accoglienza prima di tutto, che segua le madri e i padri che si presentano e individui per loro un percorso diversificato in base ai bisogni e alla difficoltà che si presentano. Del progetto ne parleremo più ampiamente nel prossimo numero de «La Settimana» in cui dedicheremo uno speciale alle iniziative della Settimana per la vita. I CHI SEI UOMO? FILOSOFIA E MEDICINA SI CONFRONTANO Il 17 febbraio il professor Semplici ne discuterà con i Primari NELLA SALA DELLA PROVINCIA In questi giorni di freddo intenso che ha colpito la città, il Porto di Fraternità ha aperto i suoi locali per accogliere i poveri anche durante le ore notturne. 24 ore su 24 a sostegno di chi vive in difficoltà. La testimonianza di un’operatrice Caritas IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi Emergenza freddo e neve

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

12 febbraio 2012

Celebrare il matrimonio è come affrontare una grande giornata, lunga come una vita.

Come ogni giornata ha un mattino, un pomeriggio e un tramonto. Chiedeteal Signore la grazia di saper vivere in pienezza questi tre momenti, ognuno

dei quali ha un suo profondo valore.Il mattino è carico di speranza, di energia, di luce, di entusiasmo. Tutte coseche servono per una buona partenza, per mettere buone fondamenta, per ac-cumulare energia.Il pomeriggio è il tempo della pienezza dell’amore, orami consolidato, dove siaffrontano le difficoltà, gli impegni, nell’aiuto reciproco; dove si accettano li-miti e si comprendono le differenze.Il tramonto è la terza età: un momento speciale dove si è raggiunta la saggezza,dove si raccolgono le fatiche e si testimonia agli altri la missione di una vita vis-suta nell’amore vicendevole.

Nei giorni più freddivicini ai più poveri

na situazione fuoridall’ordinario e lavolontà di esserciper tutelare la vita

di coloro che non hannouna dimora. L’emergenzafreddo che si è abbattutasulla nostra città ha vistol’impegnodell’amministrazionecomunale con l’allestimentotra il resto di posti letto epasti caldi presso la RsaPascoli, ma parte dellepersone che frequentanoabitualmente il Porto diFraternità in via delleCateratte appartengono allacategoria senzatetto, sonofuori dai circuiti di supportosociale e non hanno inalcuni casi neanche lavolontà di raggiungereun’altra struttura.Già da qualche tempo lasala d’attesa del CentroCaritas Diocesana è unrifugio per molti, per poterstare un po’ al coperto, bereuna bevanda calda edintrattenersi con qualcuno aparlare o magari con unapartita a scacchi.Per questo nella condizionestraordinaria del freddo diquesti giorni gli operatori evolontari Caritas hannodeciso di mettersi alla provaed è così che il salone dellamensa dalla notte dimercoledì 1 febbraio dopola cena e la visione di unfilm, è stato adibito per il

riposo notturno.L’esperienza è partita con lapermanenza di 5 ospiti chenelle notti successive sonodiventati 25 e anche di più.La Misericordia e la CroceRossa hanno pensato afornire le brandine, ma checon nostra grande sorpresanon sono state utilizzate datutti. Alcuni hanno sceltodi non cullarsi troppo incomodità che passatal’emergenza non farannopiù parte della loroquotidianità e hannopreferito dormire in terra.C’è chi quasi si è lamentatoper il salone troppo caldo,perché al ritorno allanormalità avrebbe corso ilrischio di ammalarsi.Considerazioni dettatedall’esperienza di chi vivesempre all’aperto e che

abbiamo accettato conrispetto, ma quello che piùabbiamo sentito e visto inmodo nitido e lampante èstata la felicità di questepersone, che hanno davveroapprezzato quello che,anche per gli operatorirappresentava unesperimento. Gli ospiti chein questa emergenza sonostati con noi hanno espressoanche la loro gratitudine,soprattutto con una fortevoglia di collaborare con ivolontari, di essereprotagonisti attividell’esperimento e di dareuna mano per quantopotevano.In questi giorni una dellecarenze più significativeriscontrate è stata quella discarpe: la disponibilità eralimitata ed in molti avevano

i piedi bagnati o dellecalzature inadatte a neve eghiaccio.Personalmente sono statamolto colpita da questanecessità: un’immagine cheporterò sempre con me èquella dei piedi scalzi neiletti improvvisati, unavisione intima che mi haavvicinato una volta di più aqueste esistenze così fragili.La Caritas ha prolungatol’esperimento dell’aperturanotturna finché dureràquesto freddo pungente e siè attivata per cercare direcuperare quante piùscarpe possibile, ma anchegiubbotti, coperte e sacchi apelo. Mentre si cercano altrepersone disposte a dare ilturno ai volontari perassistere gli ospiti.

Valentina Vaccari

UDI NICOLA SANGIACOMO

n esperto internazionale di Bioetica si confronta con iprimari dell’ospedale di Livorno sull’essere dell’uomo,

il Progetto Culturale livornese apre un’altra stradainteressante per il dibattito culturale cittadino. Dopo le belle esperienze vissute in occasione dellapresentazione del rapporto proposta sulla demografia conl’intervento di Dino Boffo e del dibattito su un nuovowelfare per la famiglia che si è realizzato nella sala delConsiglio Comunale con l’intervento del professor Bellettie del Sindaco Cosimi, questa volta al centro dell’attenzionesarà la grande questione antropologica, ovvero ladomanda “Chi sei uomo ?”.Una domanda fondamentale da sempre, maparticolarmente rilevante in questo tempo di relativismoculturale in cui alcune teorie filosofiche cominciano adiffondere l’idea che non ci sia differenza genetica tra unbambino e un pollo o un maiale.Su questo interrogativo interverrà il prossimo 17 febbraioil professor Stefano Semplici, docente di Etica pressol’università Tor Vergata di Roma e membro del comitatointernazionale di Bioetica dell’Unesco; un grande espertodi questi temi la cui competenza è riconosciuta a livellomondiale visto nell’ultimo semestre del 2011 è stato anchepresidente di questo Comitato dell’Unesco.Dopo la relazione principale, il dibattito sarà animatodalle riflessioni dei primari dell’ospedale di Livorno che,su questo tema, hanno svolto il loro confronto all’internodel tavolo dell’Oggettività, quel gruppo di studio che, daqualche anno, realizzano insieme con il vescovomonsignor Giusti.Sarà interessante confrontare le più recenti teoriefilosofiche con il pensiero e la prassi di coloro che sono ipiù autorevoli responsabili della scienza medica nellanostra città.Un percorso di riflessione interessante ed originale che ilprogetto culturale diocesano propone alla città ancora unavolta in una sede pubblica ed istituzionale come la salaconsiliare della Provincia.Infine una curiosità: per il professor Stefano Semplici saràl’occasione di ritornare nella città dove è cresciuto e hacompiuto i suoi studi liceali, per i suoi tanti amici livornesil’occasione di incontrare una persona cara che, in questianni, ha compiuto un percorso scientifico davverostraordinario.

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NEL PROSSIMO NUMERO UNO SPECIALE SULLA SETTIMANA PER LA VITA

Un consultorio diocesano per la famiglian occasione della giornata per la vita è stata presentata l’idea di realizzare un nuovoConsultorio per la promozione della maternità e della famiglia.

Un vero e proprio centro diocesano di sostegno, che collabori con i consultori Asl giàesistenti e si ponga come fine quello di rafforzare quegli aspetti della 194 che prevedonola tutela sociale della maternità.Una struttura di ascolto e di accoglienza prima di tutto, che segua le madri e i padri chesi presentano e individui per loro un percorso diversificato in base ai bisogni e alladifficoltà che si presentano.Del progetto ne parleremo più ampiamente nel prossimo numero de «La Settimana» incui dedicheremo uno speciale alle iniziative della Settimana per la vita.

I

CHI SEI UOMO?FILOSOFIAE MEDICINASI CONFRONTANO

Il 17 febbraio il professor Semplicine discuterà con i Primari

NELLA SALA DELLA PROVINCIA

In questi giorni di freddointenso che ha colpito la città,il Porto di Fraternità ha aperto i suoi locali per accogliere i poveri anche durante le ore notturne. 24 ore su 24 a sostegno di chi vive in difficoltà. La testimonianza di un’operatrice Caritas

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

Emergenzafreddoe neve

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 febbraio 2012II

La mensa Caritas ALLA PARROCCHIA DI S. LUCIA

Da 12 anni al serviziodei bisognosi

ncora una volta, quest’anno,sono stati organizzati in diocesi

dei ritiri spirituali mensili, secondouna tradizione iniziata anni fa coni Gesuiti, e raccolta l’anno scorsoda don Andrea Brutto: si deve apadre Domenico Moriconi S.J. –che ha passato alcuni anni aLivorno e che attualmente viene daMilano - se questo tempo preziosodi raccoglimento e di preghierapuò continuare.L’accoglienza e la largapartecipazione dei livornesi hannoconfermato il valore di questaesperienza: è una propostasemplice ma incisiva, che offre ilsilenzio pur nella città, è “lontana”dalla vita di tutti i giorni, ma èanche “vicina” e facilmenteraggiungibile. Gli incontri si svolgono il primosabato di ogni mese (ad eccezionedell’aprile) presso le SuoreCarmelitane di Santa Teresa, adAntignano, in una casa ridente etranquilla, ben organizzata e calda,che spalanca le sue porte e il suocuore per accogliere le persone, chegiungono dalle diverse parrocchiedella diocesi. Alcune ormaiabituate a questi appuntamenti,altre incerte per la prima scoperta,tutte coinvolte dalla voce chiara epenetrante di padre Moriconi, chenella sua parola unisce la profondaconoscenza biblica ad un vivoardore spirituale e che introducegli ascoltatori alla preghiera perquanto possibile “solitaria” comedialogo diretto con Dio.Il centro dei suoi ricchi interventi èl’incontro personale col Risorto,nel concreto della vita di ognuno,la consapevolezza dei doni di Dio ela risposta generosa a Lui. Con lasua lunga esperienza degli EserciziSpirituali di S. Ignazio, riesce aimprontare anche questi tempi cosìbrevi al metodo e allo spirito degliEsercizi propriamente detti. Il tempo infatti è breve, condottocon ordine e in assoluto silenzio:le ore scivolano veloci dal primomattino all’ora di pranzo. Primadella recita delle Lodi qualchesistemazione organizzativa, dopole Lodi una meditazione, nellatarda mattinata una secondameditazione e successivamentel’Eucarestia. Questa è il culminedella mattinata, raccoglie comeofferta al Signore quanto è statoseminato nelle ore precedenti, equanto è stato vissutoindividualmente diventaespressione comunitaria. Durante il tempo libero padreMoriconi incontra e confessa moltepersone, che riescono in un purbreve colloquio a trovare serenità,incoraggiamento, chiarificazione.Dopo la Messa alcuni si fermanoper il pranzo e una verifica: sono imomenti più cordiali, in cui nascespontanea l’amicizia e lacomunicazione fraterna. Alcuni hanno trovato il calendariodei ritiri nella parrocchia, altrisono legati al padre Moriconi daantica amicizia, altri sono statiinvitati da un conoscente, ma tuttihanno la stessa sete di preghiera,sia pure con linguaggi diversi, conun vissuto diverso, con età edesperienze diverse. Accomuna tuttila ricerca sincera di vivere in modopiù autentico l’amicizia col Signoree la fraternità nella Chiesa. Questiincontri testimoniano comel’impegno nella preghiera faccianascere il calore dell’amicizia e lagioia che nasce spontanea, quasiinattesa, dal dimenticare se stessi emettersi in ascolto di Dio.Prossimi appuntamenti: sabato 3marzo, sabato 31 marzo, sabato 5maggio, ore 8,30. Presso le SuoreCarmelitane di S. Teresa, Via delLitorale 27 – Antignano.

Maria Zalum

A

UNA DOVEROSA PRECISAZIONE

Antignano: molto piùche una mensa!

ualche tempo fa sulle pagine del Tirreno il Sindaco rendi-contò su quanto il Comune spendeva per i poveri in termi-

ni di milioni di euro.Tra le strutture che venivano sovvenzionate dai fondi comuna-li, appariva anche la parrocchia S. Lucia, a cui si diceva che era-no affidati annualmente 26.00 euro per la mensa per gli indi-genti.In realtà la parrocchia non percepisce questo contributo in ter-mini monetari, né mai l’ha fatto.I 26.000 euro destinati alla mensa di Antignano in realtà ven-gono dati dal Comune ad una cooperativa livornese che prepa-ra i pasti per la rsa Villa Serena: la stessa cooperativa è stata in-caricata di prepararne 22 in più ogni giorno (365 in un annopari ad un costo di 3,23 euro a pasto) per servire anche la men-sa di Antignano.

Questa precisazione ci è sembrata doverosa, innanzitutto perrendere noto che i 26.000 non vengono gestiti direttamentedalla parrocchia, inoltre che il loro utilizzo è finalizzato esclu-sivamente alla preparazione di 22 pasti, mentre la mensa diAntignano dà cibo ogni giorno ad un numero maggiore di per-sone. Oltretutto la mensa in realtà è molto più che una sempli-ce mensa, visto che sostiene gli indigenti anche nel vestiario,nei medicinali e consegna ogni giorno numerosi pacchi a di-verse famiglie che non vanno alla mensa, ma che non sapreb-bero come mangiare.

Il contributo comunale è senz’altro generoso per questo servi-zio, ci chiediamo se da quegli stessi 26.000 euro si potesse rica-vare un sostegno ancora più grande, al momento in cui venis-sero destinati direttamente al servizio stesso, dove forse si èmaggiormente abituati a fare economie e a beneficiare dellagrande risorsa del volontariato.

c.d.

Q

I ritiri spiritualimensili continuano

Andarono e si fermaronopresso di Lui

DI SIMONE MARCIS

«Dio su questa terra ha fame e se-te nella persona di tutti i poveri,come ha detto egli stesso. Ogni volta che avete fatto questecose a uno di questi miei fratellipiù piccoli, lo avete fatto a me(Mt 25,42)».

eve, gelo, pioggianon bastano perfermare i volontaridella parrocchia di

S.Lucia di Antignano che daoltre 12 anni offrono 365giorni l’anno, senzainterruzioni, un pasto caldo apersone in difficoltà, che nonpossono essere dimenticatedalla gente.Alla fine degli anni novantavenne costruita la nuova chiesadel quartiere di Antignano, asud della città, perchè lavecchia pieve non era piùsufficiente ad accogliere unacomunità in forte aumentodemografico.L’abbondanza di spazi internidella nuova costruzione,doveva essere sfruttata almeglio e soprattutto accoglierei fratelli più bisognosi, così ilparroco, all’epoca don PaoloRazzauti, grazie alla generositàdella comunità parrocchiale,fece partire un progetto chesarebbe stato una dellecolonne portanti della diocesi,caritas e cittadinanza livornese.Il cuore e la grandedisponibilità di forze edimpegno di molti parrocchianidi S.Lucia , con l’appoggio deiServizi Sociali del Comune diLivorno che convenziona unmassimo di 22 pastigiornalieri, oltre alla Coop delquartiere La Rosa con ilProgetto del Buon Samaritano,la mensa dell’Istituto VillaSerena di Montenero, guidanouna grande macchina disolidarietà che richiede unimpegno forte, continuo emette in campo molte personeche offrono tempo, amore,passione, per coloro che sitrovano in situazioni talvoltadisperate, ma che possonotrovare un posto dove sedersi emangiare a tavola, in localichiusi e puliti, tutti i giorni ,assaporando un pastocompleto, dal primo al dolce,bevande incluse, naturalmente.Il Progetto del BuonSamaritano, al qualeaderiscono molti supermercatied ipermercati come la Coopdel quartiere La Rosa, prevedeche alimenti non piùcommercializzabili ma ancoracommestibili, non scaduti,possono essere recuperati econsegnati ad enti assistenzialiper indigenti (legge 155/03).Scuole, mense aziendali,supermercati possono esserepotenzialmente delle risorseper molte persone in difficoltà;pane, frutta, latticini, generivari, scatolame sono soloalcuni degli alimentirecuperabili, anche seinvenduti al pubblico, suibanchi dei negozi.La logica della legge è quella diincoraggiare e facilitare ilrecupero di cibo e prodottialimentari ancoraperfettamente commestibili, ilcui unico svantaggio è quellodi avere perso valorecommerciale e di essere quindiesclusi dal mercatotradizionale.Allo stesso tempo essa vuolepromuoverel’autoresponsabilizzazione deisoggetti che decidono di farsicoinvolgere nell’attività direcupero, con laconsapevolezza dell’elevatadeperibilità del cibo ritirato e

N

della delicatezza dei rapporticon i destinatari ultimi dellafiliera: soggetti spessoindeboliti e dalla saluteprecaria. La mensa della CaritasParrocchiale di S.Lucia ospitauna media di 25/28 persone algiorno, tutte conosciute da chile accoglie, a cominciare dagli"stewart" , che la mattina dalle10,30, davanti al cancello deilocali al piano inferiore dellaparrocchia stessa.: Franz eRaphael, sono le due personeche si occupanodell’accoglienza di chi viene apranzo tutti i giorni; la lorostoria è un messaggio che varicordato perchè rappresentauna testimonianza vera daraccontare al mondo intero.Questi due uomini sono statidue ospiti della mensa eadesso ne sono i custodi; aloro è stata data una casetta nelgiardino della parrocchia eoltre alla mensa sono stateaffidate loro altre mansioni.I clienti abituali vengonoselezionati in base ai buonipasto parrocchiali, ainominativi inviati dalComune, ma c’è anche chi nonappartiene ad alcuna lista, maalla mensa di Antignano sicerca di accontentare tutti;l’orario però va rispettato

perchè dalle 11,30 inizia ilservizio tavoli ed alle 12,15chiude il cancello esterno.Non sono tutti stranieri ma visono anche italiani cheusufruiscono di questaopportunità, come del restoanche nelle altre due realtàcaritas di Torretta eCastiglioncello, con dati diaffluenza comunque diversi.Tre volontari al giorno sonopresenti in cucina: di questiuno va a prelevare i contenitoricon le vivande calde dalle11,30 alle 11,45 presso la

mensa della Villa Serena (allaquale restituirà i vuoti e lavatidopo pranzo), che preparapasti anche per altredestinazioni, tramite unacooperativa specializzata daanni; poi ci sono 24 personedella parrocchia, divise in dueturni (mattina e sera) perandare alla Coop La Rosa aprelevare alimenti grazie allacatena del Buon Samaritano.Banco alimentare efarmaceutico a rotazione,arricchiscono i magazzini dellaparrocchia dove altri volontaridepongono o preparano lenecessità richieste daibisognosi.Tutto questocostituisce l’animadella grande realtà che moltiforse non conoscono o forsene hanno sentito parlare poco.La signora Lucchesi,parrocchiana, si occupa da 11anni della gestione e dellaraccolta degli alimenti e delvestiario (anche oggettistica)che viene raccolto inparrocchia il giovedì dalle15,30 alle 17,30. Gli alimenti ele offerte per la mensavengono raccolte la secondadomenica del mese durante laMessa, nelle apposite ceste,comunque sempre in chiesaper chi volesse portare durantela settimana qualcosa. Moltaoggettistica e vestiario, sempreselezionati con cura, vengonodistribuiti anche ad istitutireligiosi ed al CEIS di Livorno.Il parroco, don Gustavo èresponsabile della mensa esegue molto in prima personail servizio diurno nei localiadibiti all’accoglienza deibisognosi.Un aspetto che mi ha colpito èstata l’assoluta compostezzadegli ospiti, l’educazione ed ilrispetto anche tra persone didiverse etnie, viste le numerosenazionalità rappresentate nelrefettorio tutti i giorni.Qualcuno si alza a fine pranzoe spazza in terra, chi aiuta ariordinare, collaborando a suomodo, perchè la grandefamiglia è qui!

Prossimoappuntamentosabato 3 marzo

Nella foto la chiesadi S. Lucia,sotto tre volontaridella mensa:Gabriele Cuchel,Chiara Mangini e DanielaSerangeli

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 III

L’NTERVISTA A...don Giuseppe Coperchini, ex-cappellano delle navi Costa

«La faccendadell’“inchino”?Una montatura»

n seguito al naufragio dellaCosta Concordia, sulle cuicause ancora non c’èchiarezza, abbiamo pensato

di intervistare don GiuseppeCoperchini, prete livorneseimpegnato in numerosiincarichi nella nostra Diocesi,che dal 2003 al 2005 è statoanche cappellano proprio sullenavi da crociera della Costa.

Come mai ha svolto questoservizio sulle navi?«Il vescovo Coletti mi disse chec’era bisogno di un cappellanoper le navi da crociera, ioaccettai, feci uncorso dipreparazione esalpai. Fuun’esperienzabellissima che fuicostretto adinterrompere permotivi di salute».

Com’è la vita di uncappellano dellenavi?«Anzitutto ilcappellano è unufficiale di primogrado quindi cenasempre con ilComandante, vestecome gli ufficiali ed è semprein servizio: mi alzavo alle 6della mattina e andavo adormire alle 2 della notte! Ilcappellano, poi, è l’unicapersona con cui ilComandante può parlare,raccontarsi perché gli altri sonotutti suoi sottoposti per cui hopotuto conoscere bene, anchedal punto di vista umano,tutto l’equipaggio».

Quali persone incontra e“cura” un cappellano di nave?«Le più svariate e soprattutto di

Idiverse nazionalità e condiverse abitudini: la nave ècome un paese di 4000abitanti. Le persone venivanospesso a parlare con me, aconfessarsi… sapevano chenon mi avrebbero più rivistoperciò erano più disposte adaprirsi».

Ha mai viaggiato sullaConcordia?«No perché è stata varata più omeno l’anno nel quale hoterminato il mio servizio. Sonostato sulle navi Allegra,Classica e Atlantica con la

quale sono arrivatofino alla Terra delfuoco».

Ha mai incontrato ilComandanteSchettino? Cheimpressione haavuto deiComandanti che haconosciuto?«Non ho maiconosciuto ilComandanteSchettino, losentivo nominaredagli altriComandanti manon l’ho mai visto.

Al di là di questo comunque,tutti i comandanti che hoconosciuto sono personeeccellenti, competenti nel loromestiere e brave dal punto divista umano. Quando siamoarrivati alla Terra del fuocoabbiamo dovuto affrontare unmare forza 10 ed ilcomandante se l’è cavatabenissimo.Ho conosciuto però ilcomandante in secondaDimitri Christidis: quandonavigava con me eraresponsabile della sicurezza ed

era un ottimo ufficiale cheanche nel caso della Concordiaha “smascherato” la negligenzadi Schettino».

Che cosa mi dice del restodell’equipaggio?«Sicuramente per quantoriguarda i sotto-ufficiali possoesprimere alcune critiche omeglio, sono ragazzi appenausciti dalle scuole e non hannoancora molta esperienza.Inoltre l’equipaggio “basso”lavora per soldi, non sentemolto l’onore e laresponsabilità di condurre unacittà galleggiante.Una curiosità: l’equipaggio èsempre tutto di religionecristiana questo per non crearemotivi di contese e didisordine interno».

La tragedia della CostaConcordia sembra essereiniziata con un inchino. Erauna pratica diffusa?«Io non ne ho mai sentitoparlare e non ho mai visto unavvicinamento alla costa aquella velocità. Credo che lafaccenda dell’inchino sia unamontatura per coprireresponsabilità ben più gravi».

A questo proposito si parla diuna donna che accompagnavail comandante. Com’ è, daquesto punto di vista,

l’ambiente della nave?«Dal punto di vista etico emorale la nave lascia molto adesiderare. Per mare la gente sisente più libera, abbandonasulla terra ferma molti limiti eposso dire che effettivamentec’era molta promiscuità».

Si è parlato di clandestini abordo della Concordia. Che nepensa?«È probabile. Ogni ufficialeaveva la possibilità di farimbarcare una persona:potevano essere membri dellasua famiglia… oppure no».

Come si spiega il naufragiodella Concordia?«Fin dal primo momento nelquale ho appreso dellatragedia ho sospettato che ilComandante non fosse nellaplancia di comando o che,comunque non fosse intento aseguire la rotta della naveanche perché quando è scesoera vestito in abiti civili: sefosse stato in plancia avrebbedovuto essere vestito con ladivisa. Al di là di questaterribile negligenza ha poiabbandonato la nave conestrema codardia. Questonaufragio è dovuto, secondome, esclusivamenteall’irresponsabilità delcomandante».

Flavia Marco

Non ho maiconosciutoil ComandanteSchettino,ma lo sentivonominaredagli altri, peròho conosciutoil comandante in secondaDimitriChristidis

Per tre anni a bordo delle navi da crocieraCosta, don Giuseppe ha incontrato molticomandanti e uomini degli equipaggi: un mondo particolare dove c’è molta libertà e pochi limiti

enedetto XVI, l’11 ottobre prossimo,aprirà l’Anno della Fede, in occasio-

ne delle celebrazioni del 50° anno del-l’apertura del Concilio Ecumenico Vati-cano II e del 20° anno della promulga-zione del Catechismo della Chiesa Cat-tolica, perché sente la necessità di porreal centro dell’attenzione della Chiesa lavirtù teologale della Fede.Il presidente del Serra, Marco Creatini,riproponendo una frase del Papa, hafatto presente come la Chiesa stia attra-versando un momento difficile parago-nabile all’epoca dei Concili dei primisecoli: «San Basilio nel suo libro sulloSpirito Santo, paragona la situazionedella Chiesa dopo il Concilio di Niceaad una battaglia navale di notte, dovenessuno più conosce l’altro, ma tuttisono contro tutti». Benedetto XVI haproposto queste parole perchè nonvuole che all’interno della Chiesa si vi-va una contrapposizione drammaticache porti a delle fratture, ma che il pas-sato prezioso non venga abbandonatoe che il Vangelo risplenda con tutta lasua forza e vigore.Don Giovanni Poggiali sacerdote diMilano che vive a Pontremoli nella co-munità di don Pietro Cantoni, autoredel libro che è stato da lui presentatoalla conferenza del Serra, ha quindipremesso la necessità di rispondere al-l’invito del Pontefice e il testo da pocoedito serve proprio a cercare di dirime-re le controversie circa le errate inter-pretazioni del Concilio Vaticano II. In-fatti quasi tutti oggi siamo figli delConcilio, ma la crisi che sempre si veri-fica dopo ogni grande concilio ancoranon ha spento le contrapposizioni alsuo interno. È quanto mai necessariodare una giusta interpretazione di essoe stemperare le due posizioni estremedel «progressismo» e dell’ «anticoncilia-rismo radicale» entrambe sbagliate. Laprima infatti vede nel passato come setutto fosse stato sbagliato e nell’oggi lanuova Pentecoste; ma il termine pro-gressismo è errato in quanto non tieneconto invece che è la parola “progres-so” che dà dinamicità alla Chiesa senzaper questo rompere con la tradizione.La seconda posizione è quella anticon-ciliare che ha in Marcel Lefebre l’espo-nente più in vista, e insieme ad altrimovimenti similari che rinnegano ilConcilio, il cammino ecumenico dellaChiesa; vedono positivo solo il periodoprima del Concilio, accusando anchedi eresia alcuni documenti conciliari.Una giusta riflessione ci porta comeprima cosa a dover guardare alla storiae al perché Giovanni XXIII aveva senti-to la necessità di celebrare questo Con-cilio. Lo aveva fatto in quanto vedevacome la Chiesa fosse ormai relegata inun angolo, senza più energia e nessunapossibilità di influire realmente nelledinamiche della cultura e della vita;con il Concilio voleva riannunciare ilVangelo al mondo; cambiando se ne-cessario il linguaggio, il modo di pro-porre il messaggio, ma conservandoscrupolosamente il messaggio di sem-pre. Si trattava dunque di «togliere lapolvere, che a causa del tempo e anchedell’incuria degli uomini, si era accu-mulata su un tesoro e che impediva adesso di brillare in tutta la sua forza e in-terezza». Aveva percepito la necessità diuna nuova evangelizzazione, e questaprovvidenziale operazione avvenne al-la vigilia di un rivolgimento delle co-scienze, della cultura e della vita del-l’uomo di cui dobbiamo ancora finiredi comprendere: il famoso ’68. Tuttiquesti avvenimenti hanno dato luogo avarie interpretazioni con conseguenticrisi anche all’interno della Chiesa stes-sa.Questo saggio vuole dunque mettersial fianco di chiunque voglia cercare difare luce e comprendere il valore delVaticano II che non volle «cambiaretutto» o dare origine ad una nuovaChiesa, ma nella sua concretezza vollerealizzare una «riforma nella conti-nuità».

Monica CuzzocreaIl libro: P. Cantoni. «Riforma nellacontinuità: Vaticano II eanticonciliarismo». Ed. Sugarco

B

Le conferenze al Serraclub di Livorno

Un nuovolibro sulVaticano II

ESPERIENZE SALESIANE A LIVORNO

Tre percorsi di frontiera nella nostra cittàonostante i tempi di crisi icredenti sanno con san Paoloche forse proprio per questovivono un tempo di grazia.

La Chiesa è aperta più che mai ad ogniumanità sofferente, ora e qui, nelle stradedi Livorno.Così Alessandro Latorraca haintrodotto l’incontro che la FamigliaSalesiana livornese ha dedicato ai trepercorsi di frontiera presenti nella nostracittà, punte avanzate di un cammino cheprende le mosse da una presenzapastorale e formativa antica, quellasalesiana, da sempre con uno sguardomolto attento all’universo giovanile.

CASA TRE PONTI: oltre, dove c’ènuova emergenza. Fin dalla primacasetta a Salviano trent’anni fa,l’accoglienza degli ultimi, degli ’oltre’ chetutti rimuovono o rifiutano, è stato losnodo portante di un progetto natodall’entusiasmo di un salesiano econdiviso da un gruppo di laici volontariche negli anni hanno saputo inserirsianche istituzionalmente nel territorio.Anticipando però le menti e i cuori dellacomunità, superando sempre i precedenti’servizi’ per andare dove si

Nmanifestavano nuove emergenze. Per cuise l’inizio il disagio era latossicodipendenza, dopo è stata lasieropositività e la malattia emarginante,oggi ’ultimo’porta il nome diextracomunitario, di famiglie daricongiungere, senza casa, prive di tutelelegali e di sostentamentoeconomico…Una presenza costante econtinua nel tempo a Livorno, nellariservatezza e nel rispettosonascondimento, ma attraverso unaappassionata testimonianza reciproca(non ’io’ contrapposto a un ’tu’, ma ’noiinsieme’ sottolinea Fabrizia Marsiglia) cherende ’conosciuti’ in mezzo alla gente.

I RAGAZZI DI STRADA: UN ORATORIO LAICODopo il Sinodo dei Giovani, comedialogare con i giovani lontani dal mondoecclesiale e, spesso, dal contesto civile?Nacque il Progetto Strada per incontrarci,’noi che frequentavamo la chiesa con chila chiesa spesso non la conoscevaneppure’ sintetizza il responsabileGiovanni La Sala. Da lì sorse una piccolastrutura e il Cantiere Giovani sugli ScaliManzoni: una sorta di oratorio laico in cuiuno psicologo (don Paolo Gambini)formò

gruppi di mutuo aiuto. Oggi accoglie,come sempre, gli ultimi: giovani, ancheextracomunitari, lontani dalle loro originidi provenienza e lontani (ancora) dalmondo in cui sono arrivati. Per glioperatori la passione del loro impegnonon può staccarsi da un sentirsi’salesiani’nella formazione e nello stile,pensando che Don Bosco facevaaltrettanto nella Torino dell’800. Lachiave di lettura sta nel fatto che ilservizio sociale non può dissociarsi daquello pastorale e religioso.

CON I GIOVANI ROM:INTERCULTURALITÀ E RECIPROCITÀTutto è partito da un semplice sostegnoscolastico, come accompagnare a scuolain auto alcuni bambini di un camponomadi. Poi il rapporto, consolidandosi, siè esteso alla partecipazione ad ’estateragazzi’ ed alcuni hanno seguito ilcatechismo ed hanno ricevuto la primacomunione. Luca Santoni insiste peròsulla reciprocità: "noi viviamo con loro lacondivisione. Sono loro che hanno fattoaccoglienza nelle loro abitazioni, nei lorogruppi. I giovani hanno fatto da ponte tranoi (la città) ed i loro genitori, le loro

famiglie. In primo luogo sono loro adaccogliere noi".

UNA COMUNITÀ IN MEZZO AL GUADODon Gigi Zoppi, iniziatore della prima diqueste storie di frontiera, ricorda che làdove non c’è nessuno a fare argine ad undisagio, noi dobbiamo andare, ancheoggi, come abbiamo fatto fin dai tempi dimonsignor Ablondi o del cardinalPellegrino a Torino. Lì dove c’è unnaufrago, noi dobbiamo essere in mezzoal guado, per portalo all’altra riva. Unacomunità pastorale e parrocchiale, più èradicata in mezzo alla gente ed è seguitae vissuta, più deve sorreggere, motivare epromuovere questi richiami di aiuto, dicarità che vengono da lontano e dalprofondo. E domani, come sempre, saràla strada (meglio, la vita) ad indicarci lenuove mete, i nuovi passi incerti su cuiincamminarci con passione, quelle nuoveemergenze che ancora nessuno ha scortoo ha assunto come proprie.Viene allamente il passo di Matteo: il discepolo delregno dei cieli è simile a un padrone dicasa che estrae dal suo tesoro cose nuovee cose antiche.(Mt 13,52)

Paolo Della Nina

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 febbraio 2012IV

Da giovedì 9 febbraio a sabato 11 feb-braio il Vescovo è a Roma per il conve-gno del Progetto Culturale Nazionaledal titolo “Gesù nostro contemporaneo”

DOMENICA 12 FEBBRAIO10.30 S. Messa per il 50° della fonda-zione della parrocchia di N.S. di Fati-ma nel quartiere di Corea

LUNEDÌ 13 FEBBRAIO10.00 incontro con il centro pastoraleper la formazione cristiana in vescova-doNella mattina, udienze del clero in ve-scovado17.00 a Roma per il comitato per iprogetti dei beni culturali della CEI

MARTEDÌ 14 FEBBRAIOA Roma, comitato per i progetti deibeni culturali della CEI

MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO9.30 udienze sacerdoti in vescovado11.00 incontro con i vicari episcopaliin vescovado21.00 incontro con il centro di pasto-rale per l’evangelizzazione in vescova-do

GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO9.30 ritiro spirituale del clero alla par-rocchia della SS. Trinità guidato dal-l’arcivescovo di Pisa, mons. GiovanniPaolo Benotto

VENERDÌ 17 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado17.30 nella sala consiliare della Pro-vincia di Livorno, in occasione dellaSettimana per la vita, incontro con ilprof. Stefano Semplici dal titolo "Uo-mo chi sei?"

SABATO 18 FEBBRAIO8.00 pellegrinaggio mensile a Monte-nero guidato dalla Comunità diSant’Egidio, a seguire S. Messa al San-tuario11.00 incontro con i responsabili dio-cesani dell’Agesci18.00 S. Messa in occasione dell’anni-versario della Comunità di Sant’Egi-dio alla chiesa di San Giovanni

DOMENICA 19 FEBBRAIO10.00 S. Messa e cresime alla parroc-chia della SS. Trinità16.30 il Vescovo partecipa alla primamessa del nuovo cardinale GiuseppeBetori

Agenda del VESCOVO

L’esperienza di una COPPIA Al convegno regionaledella pastorale familiare

Verso le nozze: comunità cristianae accompagnamento dei fidanzati

avanti il mare che era unatavola, alle spalle le vette delleApuane ammantate di candidaneve: questa la cornice ove si è

svolta la due giorni di Marina diMassa, in un susseguirsi di relazioni,dibattiti e lavori di gruppo.Una vera e propria boccata di ossigenoche ha ritemprato cuore ed intelletto!Relatori, coordinatori, esperti, laici,sacerdoti, religiosi, tutti di alto livello,ma con i piedi ben piantati a terra,coscienti della realtà delle comunità

cristiane e testimoni credibili dellanecessità di avere un ideale, perchéesso ci serve per andare avanti.È necessaria un’educazione ad ampioraggio, l’educazione al matrimonionon si deve collocare in un momentospecifico, dovrebbe essere parte delbagaglio educativo di ciascuno, poichédovrebbe essere educazione all’Amore,in quanto solo l’Amore salva. Abbiamo vissuto un bel momento diChiesa regionale, nellaconsapevolezza che esiste una

dimensione comunionale tra la Chiesae le famiglie.Questo convegno ha aperto piste, hailluminato strade, ha suscitatodomande; ha aperto ad impegni nuovida radicare nelle singole Diocesi, nellesingole Parrocchie, nei singolioperatori, in tutti i cristiani!L’Amore, secondo il piano di Dio, èfatto per durare, se mi impegnonell’Amore, se mi apro all’Amore, miapro a qualcosa di divino…….

O e MT

D

BREVI DALLA DIOCESIMendicanti di LuceGIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ALLE 21.00Don Luigi Verdi della fraternità romena offrirà unmomento di riflessione alla parrocchia diSant’Agostino dal tema della veglia è "Mendicanti diluce"

Convegno diocesanodei catechistiGIOVEDÌ 9 FEBBRAIO ALLE 21.15chiesa di S. Andrea, riunione per tutto il IIVicariato

S. Messa in ricordodel diacono ScarpelliVENERDÌ 10 FEBBRAIO ALLE 18.00 Presso la Parrocchia di S. Andrea S. Messa inricordo della famiglia del diacono Franco Scarpelliin occasione dell’undicesimo anno dal suo ritornoalla casa del Padre.

SAEMARTEDÌ 14 FEBBRAIO, ALLE 17,45Presso la parrocchia di N.S. del Rosario (viaMangini, 30) ci sarà l’incontro organizzato dal SAE,con il vespro ortodosso e la commemorazione deisanti Cirillo e Metodio, celebrati da padre Ciprian,parroco ortodosso romeno.

Incontri PastoralevincenzianaIl tema di quest’incontro sarà: "L’arte di Amare"crescere oggi nella relazione d’amore, quali ostacolie quali opportunità? "

A QUERCIANELLA DAL 24 AL 26 FEBBRAIO, conarrivi previsti il venerdì sera, per cena (h 19.00) epartenze la domenica dopo pranzo. per informazioni sr Raffaella FdC, p Francesco e pNicola

Cooperatori PaoliniL’incontro biblico del 4 febbraio dalle Figlie di sanPaolo con don Alessandro Castegnaro di Roma èstato rinviato a causa della neve a SABATO 18FEBBRAIO ALLE 15.45

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Scaraffia L. - Custodi e interpreti della vita. At-tualità dell’enciclica “Humanae Vitae”.- Ed. La-teran University Press, pp. 253, € 35,00.

Questo saggio raccoglie le relazioni degli in-terventi al Convegno tenutosi al Laterano perricordare il 50° dall’enciclica Humanae Vitaeche trovò molti ostacoli anche all’internodella Chiesa stessa. Dalle relazioni emergequanto il messaggio di PaoloVI non solo siasempre attuale, ma anche più comprensibiledi quaranta anni fa. Infatti paradossalmente,dopo che le società occidentali hanno perquarant’anni trasgredito le norme moraliproposte dall’Enciclica, oggi è più facile farcapire il loro valore e la loro necessità. Il falli-mento clamoroso della rivoluzione sessuale,che non ha portato la felicità sperata, ma alcontrario disperazione e solitudine, oltre ilproliferare di malattie sessuali, e la delusionedavanti al crollo dell’utopia del figlio deside-rato, rende la società più sensibile ad un di-scorso diverso, pronunciato da chi, come laChiesa, conosce bene l’essere umano e perquesto non ha mai creduto alle utopie mo-derne.

3° INCONTRO DELLA CONSULTA DELLA PASTORALE PER LAFAMIGLIA E PER GLI OPERATORI DI PASTORALE FAMILIARE

LA PASTORALE DEI SEPARATI,DIVORZIATI O RISPOSATIL’ACCOGLIENZA 2ª PARTE(Incontro interattivo…)Interverrà la dott.ssa Anna Cei Paggini

18 FEBBRAIO 2012dalle 15,45 alle 18,30 al vescovadoVia del Seminario, 61 - LIVORNO(posteggio auto all’interno del cortile)

PROGRAMMAore 15.45 Ritrovoore 16.00 Riflessione ore 17,00 Lavori di gruppo ore 18,30 Conclusione

Per i bambini è previsto il servizio di baby-sitter

PER INFORMAZIONI:- Antonio e Rita Domenici tel. 335 354216 – 0586 501418- Giuseppe e Monica Ciampaglia tel. 339 3972116 – 0586 890185

Ufficio per laPASTORALE FAMILIARE

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 V

DI GIULIA SARTI

lla luce del messaggiodel papa “Educare igiovani alla giustiziae alla pace“, per la

giornata della pace 2012, ab-biamo provato a riflettere in-sieme a Flavia Marco su alcunipunti di esso, non solo perchélei appartiene alla categoria“giovane”, ma anche perchè ilsuo servizio civile si svolge inuna scuola, primo centro edu-cativo dopo la famiglia dove siaiutano a crescere i bambini,che saranno i giovani di doma-ni.I giovani“con il loro entusia-smo e la loro spinta ideale, pos-sono offrire una nuova speran-za al mondo”.

QUALE È LA SPERANZA DI UNGIOVANE DI OGGI? «La speranza di un giovane,come di chiunque altro,oggi come di ieri, è quella ditrovare la felicità e, per me,vi si arriva soltantoattraverso la verità».

IL PAPA CHIEDE A TUTTE LECOMPONENTI EDUCATIVE DI“Essere attenti al mondogiovanile, saperlo ascoltare evalorizzare”.PENSI CHE NELLA SCUOLAQUESTO AVVENGA?«Credo, per quello che neconosco, che la maggiorparte degli insegnanti mettatutto il suo impegno nellasfida educativa sempre piùardua, ma che piuttosto ilresto della società siadistante dal considerarsi inprima linea nell’educazionedei giovani. La scuola intesacome struttura e comeistituzione costringe semprepiù gli insegnanti stessi avivere il loroimportantissimo mestierecome un lavoro tecnico,senza aver più la possibilitàdi formare gli alunni, malimitandosi ad informali».

“Sono molti gli aspetti cheessi vivono con apprensione:il desiderio di ricevere unaformazione che li prepari inmodo più profondo adaffrontare la realtà”.PENSI CHE LA LORORICHIESTA DI ESSEREFORMATI SIA ASCOLTATADALLA CHIESA?«E’ evidente che esiste unproblema di approccio aigiovani: credo, basandomisulla mia esperienza, cheladdove la parrocchia“ammorbidisce” ilmessaggio cristiano perpaura di scandalizzaretroppo, sperimenta lo stessofallimento della società.Dove invece mantiene fortee chiaro il messaggio diCristo, e sa testimoniarlocon cristiani credibili, igiovani, certo dopo unperiodo di aspri rifiuti econtestazioni, riescono a

Avedere la novitàattualissima del Vangeloe se ne innamorino».

“La Chiesa guarda aigiovani con speranza, hafiducia in loro e liincoraggia a ricercare laverità, a difendere il benecomune”TI SENTI INCORAGGIATA ESPRONATA DALLA CHIESAIN QUESTO COMPITO?«L’esperienza che ho io, èquella del Camminoneocatecumenale.Attraverso questo hosentito e la sento comemadre e trovo sempre lacapacità di guardaredavvero con occhi nuovi,prima di tutto a mestessa. Credo che laChiesa sia l’unica àncoradi salvezza di questotempo forse più che dialtri tempi».

“Educare richiede laresponsabilità deldiscepolo, che deve essereaperto a lasciarsi guidarealla conoscenza dellarealtà, e quelladell’educatore, che deveessere disposto a donarese stesso. Per questo sonopiù che mai necessariautentici testimoni, e nonmeri dispensatori diregole e di informazioni”.SECONDO TE I GIOVANI DIOGGI SONO DISPOSTI AFARSI EDUCARE?«Secondo me i giovani dioggi stanno implorando chequalcuno mostri loro la via.Come dice il Santo Padre,però, hanno bisogno ditestimoni che li conducanoal Maestro, non di falsimaestri che li obblighino adadorarli».

“L’educazione, riguarda laformazione integrale dellapersona, inclusa ladimensione morale espirituale dell’essere, invista del suo fine ultimo edel bene della società di cuiè membro”. NELLA TUA ESPERIENZA DISTUDENTESSA E ADESSO DIEDUCATRICE, PENSI CHE SIFACCIA ATTENZIONE AQUESTI ASPETTI O CHE SIPENSI A DAREUN’EDUCAZIONE DI TIPONOZIONISTICO?«Questo è l’aspetto dellascuola più carente cherispecchia però la crisi divalori che è in atto nellanostra società. Il “fineultimo della persona ed il

bene” sono due concettimolto confusi per cui forse èpiù educativo in questosenso il comportamentoserio, onesto, umile,disponibile di uninsegnante che diventa unafigura di riferimento per isuoi alunni rispetto a molteparole e discussioni sullamorale».

“Invito in particolare igiovani, che hanno sempreviva la tensione verso gliideali, ad avere la pazienzae la tenacia di ricercare lagiustizia e la pace, dicoltivare il gusto per ciò cheè giusto e vero, anchequando ciò può comportaresacrificio e andarecontrocorrente”.È FACILE ESSERE GIOVANEOGGI? «Nelle “sceltecontrocorrente” che hofatto, ho trovato,differentemente da quelloche mi sarei aspettata,appoggio, entusiasmo eprofonda comprensioneproprio dai giovani i quali,

come me, ho capitoessere assetati di vitavera, mentre ho trovatospesso contrarietà,disillusione escoraggiamento dagliadulti».

“Cari giovani, voi sieteun dono prezioso per lasocietà”. TI SENTI DONO O PESO?«Mi sento un dono, poifate voi!»

“Non abbiate paura diimpegnarvi, diaffrontare la fatica e ilsacrificio, di scegliere levie che richiedonofedeltà e costanza,umiltà e dedizione”. VEDI NEI TUOI COETANEILA VOLONTÀ DI FARETUTTO QUESTO?«Sì, la vedo.Sento peròun silenzio assordantein tutti gli ambiti dellanostra società, unsilenzio pieno di graviresponsabilità, unsilenzio del quale nonvoglio fare parte e dalquale spero che chi haincontrato Cristo facciadi tutto per uscire»

“Siate coscienti di esserevoi stessi di esempio e distimolo per gli adulti, elo sarete quanto più visforzate di superare leingiustizie e la

corruzione, quanto piùdesiderate un futuromigliore e vi impegnate acostruirlo”. SECONDO TE COSA PUÒINSEGNARE UN GIOVANE AUN ADULTO?«La forza e la tenacia di daretutto se stesso nelle cose incui si crede ma soprattuttola malleabilità, lapermeabilità, ladisponibilità ad essere,appunto, educati».

“Uniamo le nostre forze,spirituali, morali emateriali, per «educare igiovani alla giustizia e allapace»”. COSA POTREBBE FARE LACHIESA PER RAGGIUNGEREQUESTO OBIETTIVO?«Cercare strenuamentel’unità. Tra cristiani cattolicie non cattolici, traparrocchie, tra gruppi,dentro ciascuno per crearefinalmente cristianicredibili: "Siano una cosasola (…) perché il mondocreda che tu mi haimandato"».

L’INTERVISTA AD UNA GIOVANE VOLONTARIA... ......

«Verso le mie scelteho ricevuto entusiasmoe comprensionedai coetanei, mentreho trovato spessocontrarietà, disillusionee scoraggiamentodagli adulti»

GIO

VAN

I

I giovani e il silenzioassordante della società

Flavia Marco, impegnata nel servizio civilenelle scuole, risponde ad alcune domandesulla condizione giovanile, che prendono spuntodal messaggio del Papa

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 febbraio 2012VI

Ancora INSIEME Gli incontri dei ragazziche hanno partecipato alla GMG

n occasione del 220°anniversario della

nascita del sacerdote, gliAmici del Quilici,l’Istituto Santa MariaMaddalena,l’Associazione Libera,l’Associazione Ceis-Comunità di Livorno,con il patrocino dellaDiocesi, della Provincia edel Comune di Livorno,hanno deciso di offrire atutta la città alcuneoccasioni per riflettere econfrontarsi sui temi carial sacerdote livornese,come esempio di vita.Tali incontri, intitolati“Diamo ali alle strade “,svolti in diversi luoghisignificativi di Livorno,hanno cadenza mensilesino all’aprile diquest’anno.“La formazione deisacerdoti e la formazionedei laici: quanto i laicisono consapevoli dellaloro vocazione o siaccontentano di esseresolo i “cristiani” delladomenica e quantaattenzione c’è allaformazione dei sacerdotifinalizzata ad aumentarela loro comunioneall’interno della chiesa?”è il tema trattatonell’ultimoappuntamento.L’argomento, attuale oggipiù che mai, è statoapprofondito da DonClaudio Orsi, rettore delPontificio SeminarioInterdiocesano di Siena eMauro Nobili, giàdirettore della Caritasdiocesana, presentati dalgiornalista AlessandroLongobardi.Come far partecipare ilaici alla vita della Chiesadi Cristo? È stata ladomanda da cui è partitoNobili, perché diventinosempre più consapevolidella loro missionedevono largamente edintensamente partecipare,essere partecipi, della SuaVita: la vita dei laici è lapregnante“scuola” dellaloro formazione! Perchiarire, Nobili haraccontato la suaesperienza, condivisa conla moglie incinquant’anni di servizio:

I

dal primo gruppo diSpiritualità Familiare nel‘71; a 23-24 anni,occuparsi della PastoraleFamiliare e scrivere unDirettorio sullaPreparazione alMatrimonio nel ‘78,come chiese loromonsignor Ablondi;l’esperienza dell’attivitànei due Sinodi; il loroessere i primi Direttorilaici della Caritas in Italia,come chiese loromonsignor Coletti, perunire – come disseespressamente il vescovo- “Amore Eros ad AmoreCaritas”; e così via sinoad oggi.E citando il ConcilioVaticano II, iniziando daln°12 della LumenGentium “...a ciascuno lamanifestazione delloSpirito è data perché tornia comune vantaggio...” (1Cor 12,7), ha ricordatoquanto i laici sianochiamati allapartecipazione ecorresponsabilità nellaChiesa, perché esperti in“mondo”...” e già prontiper l’uso”. Ed ancora: cheil primo luogo dellaformazione ordinaria ditutti i laici, oltre allecelebrazioni eucaristiche,la lettura condivisa dellaParola di Dio, lapartecipazione agliorgani ecclesiali: è la vita!Leggendo inoltre dalDecreto sull’apostolatodei laici, Apostolicam

Actuositatem n°10...” hasottolineato come i laicisiano partecipi dellamissione di Cristosacerdote, profeta e re, ilaici hanno la loro parteattiva nella vita enell’azione della Chiesa.All’interno dellecomunità ecclesiali laloro azione è talmentenecessaria che senza diessa lo stesso apostolatodei pastori non può perlo più ottenere il suopieno effetto”. Invita allarilettura ed esame di“Evangelizzazione ePromozione Umana” ed“Evangelizzazione eSacramento delMatrimonio” (1975!), incui si definiscono i laicinella loro specificità,capacità, missione, performare la Chiesa siadomestica che universale;in quanto i cristiani, inforza del Battesimo, sonotutti sacerdoti-re-profeti.Infine Nobili, citando un

discorso di Benedetto XVIdel 26 maggio 2009, sultema “Appartenenzaecclesiale ecorresponsabilitàpastorale”, ha detto chepurtroppo esiste ancorala tendenza a identificarela Chiesa con lagerarchia, dimenticandola comune responsabilità,la comune missione delPopolo di Dio, che siamoin Cristo noi tutti: dalPapa fino all’ultimobambino battezzato.Troppi battezzati non sisentono parte dellacomunità ecclesiale evivono ai margini di essa,rivolgendosi alleparrocchie solo in alcunecircostanze per ricevereservizi religiosi. Don Claudio Orsi,nell’aprire il suointervento, ha raccontatola sua esperienza inseminario e la suapreparazione teologicaper parlarci della

formazione dei sacerdoti.In particolare partendodalla “Esortazioneapostolica post-sinodalePastore dabo vobis diGiovanni Paolo IIall’episcopato al clero e aifedeli circa la formazionedei sacerdoti nellecircostanze attuali” del 25marzo 1992, hasintetizzato in modomolto chiaro che “...ipastori sono: al servizionella Fede, Speranza eCarità e cristiani insiemeai laici”; S. Agostinodiceva: “per Voi sonoVescovo, ma con Voisono Cristiano” e donQuilici: “insieme pastorie laici per servire ilpopolo”.La Chiesa è Ministero,Comunione e Missione.Mistero, perché opera diDio presente nella nostravita; dobbiamo averel’intuizione di sentire ipreti: un dono; segno delsacerdozio ministeriale èche Dio è con noi peraiutarci nella nostra vita,sacramento nella vitadell’uomo; Comunione:il ministero del ministroordinato è lo scopo diriunire la famiglia di Diocome fraternità animataalla carità e condurla aDio. Offrire tutta lanostra vita nell’amore eunità...suscitarecorresponsabilità intutti...sacerdoti in unpresbiterio che siafamiglia di amore;Missione: rendere lacomunità annunciatrice etestimone del Vangelo epromotrice dell’unità cheproviene dalla Trinità:nella parrocchia, nellacittà, nella politica e nelsociale. Questa è la viadella formazione, chefortunatamente nonfinisce mai!Prossimo appuntamentocon “Diamo ali allestrade” il 1 marzo allachiesa dei Ss. Pietro ePaolo alle 21: “Larelazione con Dio: Dio èper tutti… quale volto diDio oggi noi cerchiamo eadoriamo…” Intervienedon Luigi Verdi dellaFraternità di Romena.

Mauro Pacchiani

«Diamo ali alle strade»

IN COTETO RIECHEGGIANO I SUONI DEL CREATO

IL CONCERTO D’ORGANO

a sempre, e a ragione, l’organo è designatocome il re degli strumenti, perché riprende

tutti i suoni del creato e fa vibrare la pienezza deisentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dallalode al lamento". Così il Santo Padre dipinge suamaestà, l’organo.Il suono della creazione e la vita stessa dell’uomo sifondono e insieme riecheggiano nelle note dellemusiche di Bach e Boëllmann, interpretate nelpomeriggio di domenica scorsa dal maestroClaudia Termini all’organo della Chiesa di SanGiovanni Bosco in Coteto.Quale modo migliore per celebrare la vita, se noneducando le nostre orecchie all’ascolto della buonamusica, la sola che può elevare le nostre anime aDio? Il grande compositore G. F. Händel, al terminedella prima esecuzione del celebre oratorio Messiahebbe una sola preoccupazione: in cuor suo speravache la sua musica avesse potuto aiutare gli uditoria uscire dalla chiesa e tornare alle proprie caseuomini migliori. È con questo augurio che cirechiamo ogni volta, con grande piacere, presso laChiesa di Coteto a gustare le sonorità e i colori delsuo organo.Il programma, per gran parte bachiano e coronatodalla splendida Suite Gothique di Boëllmann, bensi è prestato ancora una volta in questa stagione amettere in risalto quante più possibili varietàtimbriche, sfumature e tinte del maestoso organo. Ipresenti hanno potuto assaporare nuovamente ilvivace gioco sonoro che il nuovo corpo dell’organoproduce avvicendandosi con il corpo principale; ilsuono corre nella chiesa avvolgendo l’ascoltatore erendendolo parte - in qualche modo -dell’esecuzione stessa, infondendo in lui il suosoffio vitale. La musica è vita… la vita è musica!Quando le parole non bastano per esprimerel’assoluto di Dio non rimane che affidarsi allamusica.A tutti gli appassionati di concerti d’organocomunicheremo presto le date dei prossimiappuntamenti.

S. B.

D"

ur sperimentando ai nostri giornila situazione dolorosa della divi-

sione, noi cristiani possiamo e dob-biamo guardare al futuro con speran-za. La presenza di Cristo risorto chia-ma tutti noi cristiani ad agire insiemenella causa del bene. Uniti in Cristosiamo chiamati a condividere la suamissione che è quella di portare lasperanza là dove dominano l’ingiusti-zia, l’odio, la disperazione”. Con que-ste parole Papa Benedetto XVI ha con-cluso a Roma nella Basilica di SanPaolo la Settimana di preghiera perl’unità dei cristiani.Anche a Livorno la Settimana di pre-ghiera, incentrata sulle parole di SanPaolo ai Corinzi “Tutti saremo trasfor-mati dalla vittoria di Cristo” ha avutoil suo epilogo alla Chiesa della SS. Tri-nità in Piazza Gavi. La preghiera ini-ziale è stata proclamata dal parrocopadre Fabrizio Civili a cui ha fatto se-guito la corale della Cattedrale direttada don Barbieri.L’incontro ha visto l’alternarsi di cantie preghiere, sono intervenuti LorenzaLitrico e Daniele Capecchi della Co-munità di S. Egidio; il diacono AndreaZargani; il diacono seminarista LuigiFalanga; il Pastore Giuseppe Scarcelladella Chiesa Avventista. Infatti è conla preghiera, realtà potente per ognicristiano, che inizia in ogni individuoe comunità la propria “trasformazio-ne” in Cristo.Lorenza Litrico nella sua preghiera haproposto una intensa riflessione par-tendo dalla Passione del Signore cheinduce tutti i cristiani a condividere la“passione” per i poveri e a dare “testi-monianza di un cristianesimo autenti-co vissuto per i fratelli”, “bisogna per-ciò vivere il Vangelo nella nostra vita”e “non rassegnarsi al male”. Tanti ipresenti: oltre ai cattolici hanno parte-cipato alcuni membri della ChiesaValdese e Avventista, e il pastore dellaChiesa Battista dottor Thomas Hagen.L’incontro è terminato con il salutodel Vescovo, monsignor Simone Giu-sti e di don Piotr Kowanacki, direttoredell’Ufficio per la pastorale per l’ecu-menismo e il dialogo e del CEDOMEI.

Gi. Gi.

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er i ragazzi della GMGMadrid 2011 e i loroeducatori il percorsospirituale iniziato

durante il viaggio verso lacapitale spagnola, sede dellaGiornata Mondiale dellaGioventù, non è finito conl’arrivo a casa. Quello è statosolo l’inizio, l’inizio diun’amicizia in Gesù Cristo.Il gruppo, composto dapersone di varie età, diverse traloro ma aventi in comunel’amore per nostro Signore, hascelto di mettere a frutto tutti idoni ricevuti a Madrid,quindi, "radicati in Cristo esaldi nella fede", non solo hadeciso di condividere nuovimomenti di preghiera, ma haaperto la porta anche a nuovianimatori in formazione, chedesiderano meditare la Parola.Sotto la guida spirituale didon Fabio Menicagli, una

volta al mese gli educatori e iragazzi si incontrano con gioiain parrocchia per la lectiodivina, l’adorazioneEucaristica, la confessione eterminano con una cenacondivisa.Il mese di novembre donRaffaele Schiavone ha ospitatoil gruppo alla parrocchia deiTre Arcangeli alla Scopaia, ilmese di gennaio don PiotrGrajper ha accolto tutti nellaparrocchia S. Luca evangelistaa Stagno. Un cammino importante, uncammino di conversionepersonale in cui la preghieradi adorazione è ciò che hannopiù a cuore, perché quandosono con il Signore è fortel’abbraccio caritatevole delPadre misericordioso cheaiuta a vivere insieme comefratelli.

Monica Calvaruso

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«Troppi battezzati non sisentono parte della comunità

ecclesiale e vivono ai margini diessa, rivolgendosi alle parrocchie

solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi»

Trasformati da Cristo

La conclusione della “Settimana di preghiera perl'unità dei cristiani”

Le iniziative per i 220 anni dalla nascita di don Quilici

Dopo Madrid...il cammino continua!

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 VII

Alla parrocchia NOSTRA SIGNORA DI FATIMA

Un anno per cercare risposte

omenica 12febbraio ricorreil cinquantesimoanniversario

della fondazione dellaParrocchia di NostraSignora di Fatima. Ildecreto di fondazionedella Parrocchia, infatti,firmato da Mons.Andrea Pangrazio portala data del 12 febbraio1962.Il parroco don AlfredoNesi nella sua primalettera di saluto aiparrocchiani,presentando la nuovaparrocchia sottolinea: lascelta del titolo dellaParrocchia, il fatto che èl’anno di indizione delConcilio Vaticano II,(riportato anche neltimbro parrocchiale) eche la Parrocchia èaffidata ai sacerdotidell’Opera Madonninadel Grappa fondata aFirenze da don Facibeni. Mi colpisce lacoincidenza dell’annodi fondazione conl’indizione del Concilioe raccolgo una frase didon Nesi:«Il Papachiede incessantementeche si preghi per ilConcilio, e la nostraparrocchia, fondatanell’anno del Concilio,vorrà vivere dellospirito che animaquesta riunioneuniversale, questoincontro di portatastorica incalcolabile».Se conto bene, sono il6° parroco che succedea don Alfredo Nesi, hostudiato teologiaproprio durante gli annidel Concilio e ho unaparticolaresensibilizzazione perquesto avvenimento diportata storicaincalcolabile.Il Papa Giovanni XXIII.nella CostituzioneApostolica “Humanaesalutis” (1961) con cuiindice il Concilio,esordisce dicendo: “LaChiesa, oggi, assiste aduna crisi in atto nellasocietà. Mentrel’umanità è alla svolta diun’era nuova, compitidi una gravità eampiezza immensaattendono la Chiesa,come nelle epoche piùtragiche della sua storia.Si tratta infatti dimettere a contatto conle energie vivifìcatrici eperenni dell’ Evangelo ilmondo moderno" (‘n.2).Questo evento mi hamesso dentro fin dagiovane prete, unasperanza e una sete dirinnovamento chespesso è sfociata ininquietudine edisappunto. Condomenica 12 febbraiomi piacerebbe, nonsemplicementericordare o celebrareuna ricorrenza, maaprire un tempo, unanno di riflessione

cercando risposte vere econdivise a unadomanda che inquieta eche dovremmo porcitutti: dove va laParrocchia? A cosa servela Parrocchia? Cosa neabbiamo fatto dellaParrocchia?Cinquanta anni sonopassati e l’aria intornoalla parrocchia si vararefacendo. Intendo inquesta parrocchia esenza eccezione, in tuttoil tessuto diocesano eoltre. Perché l’aria si vararefacendo? Nondatemi risposte banali opseudoreligiose. Certosi è perso il senso delsacro, ma la Chiesa nonè nata per dare all’uomoil senso del sacro. E lacrisi non si risolveràritrovando il senso delsacro magari aiutati dalrifiuto di un “progresso”dall’aria minacciosa. LaChiesa non muore conla crisi del sacro.Forse a lungo la chiesa(c- minuscola) havissuto “comoda”all’ombra del sacro enon si è lasciata piùscomodare dal suomaestro posto come«segno dicontraddizione perchésiano svelati i pensieri

di molti cuori» (Lc 2,34-35). Ed ora che lemanca il “sacro”, perchéil mondo è diventatoadulto, strilla come se lemancasse l’aria. Non ilsacro comune a tutte lereligioni è la sua vita,ma il Vangelo delCrocifisso, vincitore delpeccato e della morte. IlVangelo che parlaall’uomo di tutti i tempiperché sempre è tempodi Vangelo.

Ma il Vangelo sembraanestetizzato daquando alle parrocchiesono arrivati mode, eguru, e tecniche dipromozione umana espiritualità compiacenticol sacro, il tuttoverniciato di Concilio,ma il Concilio è rimastoassente perchéscomodo. Il Concilionon è arrivato alleparrocchie, e questo hail suo aspetto positivo

che ancora mi colma disperanza, perché sefosse arrivato, midovrebbero spiegare, econvincermi, che lafrase di Papa Giovanniera solo un’iperbole.Con la sola forza delsacro i riti deiSacramenti sonodestinati alla totaleincomprensione: comesi vede. Il Vangelo è laloro forza, il Vangelodel Vivente. Perchéquesta è la fede:l’incontro col Viventeche dà vita e crea lacomunione, l’agapè, laChiesa, il miracolo diuna comunione operadello Spirito delRisorto: in questaComunione prendonovita i Sacramenti. LaChiesa del dopoConcilio deve esserepreoccupata solo di unacosa, che si facciavisibile questomiracolo. E tutti iprogetti pastorali invecedi perdersi nei tantirivoletti del sacro,dovrebbero essereindirizzati all’uomonudo, alla penitenza,alla metanoia, acominciare daibattezzati, preti evescovi, perché nessunoverrà alla fede delRisorto senza toccare uncristiano,il corpo diCristo, la Chiesa.

don Giorgio Eschini

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Le iniziative nel quartiere per i 50 anni della parrocchiaCollinaia in festa

Nostra Signora di Lourdes: le iniziative

icorre quest’anno il 50° anniversario della erezione di due nostre par-rocchie situate una al nord ed una al sud della città, entrambe dedica-

te alla Vergine Maria. Parliamo di Nostra Signora di Fatima in Corea eNostra Signora di Lourdes in Collinaia . Entrambe furono “pensate “ co-me parrocchie dal Vescovo Mons. Pangrazio che emanò il relativo decretoil 12 febbraio 1962.Nel bum della ricostruzione si aggiungevano così altre due chiese dedica-te a Maria all’elenco di quelle sorte in passato: il Santuario della Madon-na delle grazie di Montenero, la chiesa di S.Maria del Soccorso,il Santua-rio di N.Signora del Rosario, la chiesa di S.Maria Assunta in Torretta. Era allora Cancelliere vescovile, in stretta collaborazione con il VescovoPangrazio, Mons. Ricciardiello. Egli era molto devoto alla Vergine. Tuttigli anni accompagnava a Lourdes il treno dei malati della organizzazioneUNITALSI. L’affidamento di due quartieri di Livorno alla protezione del-la Madonna di Fatima e della Madonna di Lourdes deve avergli riempitoil cuore di gioia.La Parrocchia di Corea e quella di Collinaia ebbero il riconoscimento ci-vile con decreto presidenziale il 13 novembre 1963.Erette nello stesso momento per venire incontro ai

bisogni spirituali di due quartieri popolosi dellacittà non ebbero la stessa sorte per quel che riguardala costruzione. La costruzione di N.Signora di Fati-ma venne curata dall’Opera Madonnina del Grappa,su terreno ceduto dal Comune alla Curia Vescovile ela posa della prima venne benedetta dal vescovoGuano il 5 settembre 1964. La chiesa venne consa-crata Mons. Enrico Bartoletti l’11 giugno 1966.Per Nostra .Signora di Lourdes si attese un po’ piùtempo .La prima pietra fu benedetta da mons. Gau-no l’8 ottobre 1967 e l’edificio venne costruito suprogetto degli architetti genovesi Luciano GrossiBianchi e Cesare Frera.. La Chiesa è stata ultimata eaperta al culto nel 1973.Notevoli sono all’interno della chiesa i sedici pan-nelli dipinti dal pittore livornese Giancarlo Cocchiae la statua di N.S. di Lourdes dello scultore Elio DeAngelis .

Maria Luisa Fogolari,direttrice archivio storico diocesano

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nche la parrocchia di Nostra Signora diLourdes festeggerà il 50° anniversario

parrocchiale con alcune iniziative speciali,mentre proseguono le quotidiane attivitàdella parrocchia.VENERDÌ 10 FEBBRAIO: 18:00 – Santa Messa per l’unità delle tre chiese eper i sacerdoti con rito dell’unzione degli infermi.

SABATO 11 FEBBRAIO: 16:45 – Ritrovo in chiesa e partenza per laprocessione solenne con la statua della Madonna(secondo l’itinerario via Corridi, via di Popogna finoalla nuova rotatoria delle Corti e ritorno sullo stessopercorso)18:00 – Santa Messa mensile con la partecipazionedelle famiglie del catechismo di tutta la ComunitàPastorale, a seguire pizzata nel salone.

DOMENICA 12 FEBBRAIO: In questa occasione inaugureremo l’anno difesteggiamenti e la nuova tana degli scout.10:30 – Santa Messa unica della comunitàpresieduta da Mons. Bertelli Vescovo Emerito diVolterra, animata dalla comunità scout; 11:45 –Giochi ed attività per l’inaugurazione della tana;13:00 – Pranzo comunitario; 15:00 – Pomeriggio dipresentazione del calendario attività, obiettivi efinalità di questo cinquantenario; intervento dellacomunità capi scout; interventi del consigliodirettivo dell’Associazione Tre Arcangeli

SABATO 18 FEBBRAIO:17:00 – Festa di carnevale della Comunità Pastorale

DOMENICA 19 FEBBRAIO: 10:30 – Santa Messa; 12:30 – La Parrocchiainsieme con il clan e la comunità capi scout offriràun pranzo presso il salone parrocchiale ad anziani,ammalati ed assistiti di Unitalsi, Centro Volontaridella Sofferenza e Caritas.

Notizie CARITAS PARROCCHIALE Da circa un anno è attiva presso la parrocchia unapastorale della carità. Con la collaborazione dellecomunità della SS.ma Annunziata dei Greci allaLeccia – Scopaia e di San Martino in Salviano èstata adibita una parte della sala Giovanni Paolo IIsottostante al sagrato della nostra chiesa a centroper la raccolta di vestiario, la distribuzione el’ascolto.Con questa attività vengono aiutate regolarmentecirca 40 persone, garantendo loro, nel limite delledisponibilità, vestiario secondo la stagionalità,biancheria e quant’altro per la casa, coperte etalvolta mobili ed arredi.Per garantire ciò abbiamo bisogno della continuacollaborazione di chi abita nel territorio e non solo.Al momento ad esempio il vestiario per bambini eragazzi di tutte le età scarseggia. Chi volesseaiutarci, ci trova presenti ogni LUNEDI DALLE 17ALLE 19 presso LA SALA PARROCCHIALE.Grazie alle offerte di alcuni e alla collaborazionedell’Associazione Tre Arcangeli della ComunitàPastorale, la parrocchia sta attivando una borsalavoro per i nostri amici con pagamento attraversoVoucher INPS.In occasione di questo anniversario la parrocchiaringrazia quanti finora non hanno fatto mancare ilproprio aiuto e chiediamo, a chi volesse donare un

po’ del proprio tempo, la collaborazioneagli unici due volontari al momentoimpegnati, in modo da rendere ancorapiù efficiente il nostro servizio. A talefine vorremmo avviare una “Banca delTempo”: anche una sola ora allasettimana o al mese, donata conregolarità facendo rete con altre personedisponibili sarebbe un aiuto prezioso.Chi vorrà può compilare e riconsegnarein parrocchia il seguente tagliando ocontattarci telefonicamente il lunedìdopo le 16e30 allo 0586501170.

LA STORIA DELLA PARROCCHIAContinua inoltre la raccolta delmateriale fotografico, racconti etestimonianze per allestire nuovamentela mostra fotografica nel salone ericostruire la storia della parrocchia neisuoi primi trentanni, nei quali furonoparroci don Silvio Dal Santo e don

Gabriele Mura.(la foto a fianco della chiesa di N.s. diLourdes è di Francesco Bonini )

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Dalla storia: due parrocchielo stesso anniversario12 febbraio 1962 – 12 febbraio 2012

La riflessione del parroco don Giorgio Eschini

Domenica 12 febbraio alle 10.30 nella chiesa di N.S. diFatima il Vescovo celebrerà la Messa per l’anniversariodella parrocchia. A seguire la comunità si ritroverà per il pranzo insieme eper la proiezione del filmato “Come eravamo”, con tutti iricordi della storia della parrocchia.

Speciale50°parrocchiali

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI12 febbraio 2012VIII