La Settimana n. 6 del 9 febbraio 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 9 febbraio 2014 a Chiesa può offrire una garanzia al mondo quando, proponendo una fede, offre all’uomo la possibilità di non lasciarsi chiudere nel- le ideologie, di non abbandonarsi totalmente ad esse, di non lasciarsi deformare dai loro momenti di crisi. È garanzia la Chiesa per il mondo, quando di fronte alle crisi che sor- gono dall’equivoco sulle parole fondamentali della convivenza uma- na (uomo, pace, libertà, ecc), offre l’univoca e immutabile parola di Dio; quando al mondo che sente la tentazione dell’avere, la Chiesa presenta un Vangelo in cui tutti gli uomini possano capire che se per alcuni l’avere è una questione di vita o di morte, per altri è questione di vita o di morte il condividere. (Lettera “Come la Chiesa vede il mondo oggi” 1974) L L’assemblea dell’Azione Cattolica ha eletto il nuovo Consiglio diocesano. Sarà poi ilVescovo, su proposta del Consiglio ad eleggere il Presidente Azione Cattolica, una giornata speciale DI GABRIELE MAREMMANI oveva essere una giornata speciale per l’Azione Cattolica diocesana e così è stato. Domenica 2 Febbraio, si è svolta infatti la XV assemblea diocesana dell’associazione, preziosa occasione in cui allo scadere di ogni triennio l’AC vive in forma concentrata alcune scelte tipiche della sua identità, in particolare quella unitaria e quella democratica: adulti, giovani e ragazzi, attraverso i loro rappresentanti e delegati, si ritrovano insieme per verificare il cammino fatto, discutere quello futuro ed eleggere in modo democratico i nuovi responsabili per il triennio successivo. L’assemblea è stata aperta dalla recita dell’Ora Media alla presenza del Vescovo. Nel suo intervento, mons. Giusti ha invitato l’AC a curare in particolare alcuni aspetti di quella "missionarietà educativa" tipica dell’associazione: la fascia dei piccolissimi (0-6 anni); l’ambiente della scuola e del lavoro, attraverso la creazione del MSAC, il Movimento Studenti, e del MLAC, il Movimento Lavoratori; la cura affinché le associazioni parrocchiali siano complete dei 3 settori Adulti, Giovani e Ragazzi, in modo da indicarle come esempio "educativo" efficace per altre realtà; una maggiore capacità di intervento sui media come laici a proposito di tematiche riguardanti il territorio. Dopo la presentazione della bozza di documento programmatico ed una sintesi con diapositive di quanto realizzato dai vari settori nello scorso triennio, è stata la volta del presidente diocesano uscente, Antonio Martella, che nella sua relazione ha anzitutto messo a fuoco la situazione numerica dell’AC diocesana (circa 400 iscritti, presenza in 12 parrocchie ma solo in 4 di queste in modo completo e significativo), si è poi soffermato su alcune criticità associative e del più generale contesto diocesano, e ha concluso con l’indicazione di alcuni atteggiamenti necessari a chi farà parte del nuovo Consiglio: la disponibilità seria ad assumersi una responsabilità associativa, l’urgenza di dialogare con tutti, la volontà di lavorare insieme, secondo quella che è la caratteristica principale dell’essere associati. Infine, a nome del Centro nazionale, è intervenuta Elena Poser, segretario nazionale del MSAC, Movimento Studenti di AC, che prendendo spunto dal documento dell’assemblea nazionale Persone nuove in Cristo Gesù – Corresponsabili della gioia di vivere, ha indicato soprattutto tre urgenze: la famiglia, invitando ad una sempre maggiore collaborazione tra Adulti e ACR; la parrocchia, cercando di portare l’AC laddove non è ancora conosciuta; e la città, con l’impegno ad una maggiore attenzione al territorio e alle sue problematiche. Il dibattito è stato molto partecipato, con numerosi interventi di riflessione e proposta. Ad intervallare il tutto ci sono stati poi alcuni momenti significativi: accompagnati da diapositive raffiguranti le loro raccolte personali di tessere, sono intervenuti con la loro testimonianza alcuni grandi "vecchi" di AC, tra cui Lucia Menga, Zita Falleni e Ugo Canonici, mentre di altri non più presenti sono state ricordati nomi e storie. E’ stato il doveroso e commosso omaggio ai "giganti" sulle cui spalle e grazie ai quali anche oggi l’AC può proseguire la sua storia più che secolare di servizio alla diocesi e alla città di Livorno. D inequità è la radice dei mali sociali» afferma Papa Francesco nella esortazione «Evangelii gaudium». Questa Esortazione apostolica, ci incita, ci induce a fare qualcosa per rialzare le nostre città. Occorre mettere in discussione un’economia predatoria, ed occuparsi tutti del bene comune e rivedere le nostre istituzioni estrattive e non più inclusive. C’é bisogno di una nuova solidarietà che favorisca la condivisione, la moltiplicazione e la distribuzione equa dei beni: «questo pane è per tutti!» Cominciamo dalle piccole cose riportando giustizia nella distribuzione dei beni. Stanando i furbi e gli egoisti. Eliminando i privilegi che gridano indignazione e sconforto. Non lasciamo sole le istituzioni malate, abitiamole e favoriamo azioni che assicurino ad ogni persona un tetto, un lavoro. È tempo di osare per costruire una città coesa e solidale. L « I membri del nuovo Consiglio diocesano li eletti del nuovo Consiglio diocesano di AC per il triennio 2014-2017 sono i seguenti: Settore Ragazzi: Alessio Puccini, Veronica Bolognesi, Michele Roffi, Simone Grimaldi Settore Giovani: Michele Martella, Giacomo Foresi Settore Adulti: Maria De Biasi, Lavinia Bernardini, Leonardo Cavallini, Gabriele Maremmani, Antonio Martella, Serena Godioli, Angelo Gaudio, Mirella Tonini. G Una nuova solidarietà Il Vescovo chiede all’AC un impegno di missionarietà nelle parrocchie, nel lavoro e nella scuola IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 6 del 9 febbraio 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

9 febbraio 2014

a Chiesa può offrire una garanzia al mondo quando, proponendouna fede, offre all’uomo la possibilità di non lasciarsi chiudere nel-

le ideologie, di non abbandonarsi totalmente ad esse, di non lasciarsideformare dai loro momenti di crisi.È garanzia la Chiesa per il mondo, quando di fronte alle crisi che sor-gono dall’equivoco sulle parole fondamentali della convivenza uma-na (uomo, pace, libertà, ecc), offre l’univoca e immutabile parola diDio; quando al mondo che sente la tentazione dell’avere, la Chiesapresenta un Vangelo in cui tutti gli uomini possano capire che se peralcuni l’avere è una questione di vita o di morte, per altri è questionedi vita o di morte il condividere.

(Lettera “Come la Chiesa vede il mondo oggi” 1974)

L

L’assemblea dell’Azione Cattolica ha eletto il nuovo Consiglio diocesano.Sarà poi il Vescovo,su proposta del Consiglio ad eleggere il Presidente

Azione Cattolica,una giornata speciale

DI GABRIELE MAREMMANI

oveva essere unagiornata specialeper l’AzioneCattolica diocesana

e così è stato. Domenica 2Febbraio, si è svolta infattila XV assemblea diocesanadell’associazione, preziosaoccasione in cui alloscadere di ogni trienniol’AC vive in formaconcentrata alcune sceltetipiche della sua identità, inparticolare quella unitaria equella democratica: adulti,giovani e ragazzi, attraversoi loro rappresentanti edelegati, si ritrovanoinsieme per verificare ilcammino fatto, discuterequello futuro ed eleggere inmodo democratico i nuoviresponsabili per il trienniosuccessivo. L’assemblea è stata apertadalla recita dell’Ora Mediaalla presenza del Vescovo.Nel suo intervento, mons.Giusti ha invitato l’AC acurare in particolare alcuniaspetti di quella"missionarietà educativa"tipica dell’associazione: lafascia dei piccolissimi (0-6anni); l’ambiente dellascuola e del lavoro,attraverso la creazione delMSAC, il MovimentoStudenti, e del MLAC, ilMovimento Lavoratori; lacura affinché le associazioniparrocchiali siano completedei 3 settori Adulti, Giovanie Ragazzi, in modo daindicarle come esempio"educativo" efficace per altrerealtà; una maggiorecapacità di intervento suimedia come laici aproposito di tematicheriguardanti il territorio.

Dopo la presentazione dellabozza di documentoprogrammatico ed unasintesi con diapositive diquanto realizzato dai varisettori nello scorso triennio,è stata la volta delpresidente diocesanouscente, Antonio Martella,

che nella sua relazione haanzitutto messo a fuoco lasituazione numerica dell’ACdiocesana (circa 400 iscritti,presenza in 12 parrocchiema solo in 4 di queste inmodo completo esignificativo), si è poisoffermato su alcunecriticità associative e del piùgenerale contestodiocesano, e ha conclusocon l’indicazione di alcuniatteggiamenti necessari a chifarà parte del nuovoConsiglio: la disponibilitàseria ad assumersi unaresponsabilità associativa,

l’urgenza di dialogare contutti, la volontà di lavorareinsieme, secondo quella cheè la caratteristica principaledell’essere associati.

Infine, a nome del Centronazionale, è intervenutaElena Poser, segretarionazionale del MSAC,Movimento Studenti di AC,che prendendo spunto daldocumento dell’assembleanazionale Persone nuove inCristo Gesù –Corresponsabili della gioiadi vivere, ha indicatosoprattutto tre urgenze: la

famiglia, invitando ad unasempre maggiorecollaborazione tra Adulti eACR; la parrocchia,cercando di portare l’ACladdove non è ancoraconosciuta; e la città, conl’impegno ad una maggioreattenzione al territorio e allesue problematiche. Il dibattito è stato moltopartecipato, con numerosiinterventi di riflessione eproposta.

Ad intervallare il tutto cisono stati poi alcunimomenti significativi:accompagnati da diapositiveraffiguranti le loro raccoltepersonali di tessere, sonointervenuti con la lorotestimonianza alcuni grandi"vecchi" di AC, tra cui LuciaMenga, Zita Falleni e UgoCanonici, mentre di altrinon più presenti sono statericordati nomi e storie. E’stato il doveroso ecommosso omaggio ai"giganti" sulle cui spalle egrazie ai quali anche oggil’AC può proseguire la suastoria più che secolare diservizio alla diocesi e allacittà di Livorno.

Dinequità è la radice dei mali sociali» afferma PapaFrancesco nella esortazione «Evangelii gaudium».

Questa Esortazione apostolica, ci incita, ci inducea fare qualcosa per rialzare le nostre città. Occorre

mettere in discussione un’economia predatoria, edoccuparsi tutti del bene comune e rivedere le nostreistituzioni estrattive e non più inclusive. C’é bisogno diuna nuova solidarietà che favorisca la condivisione, lamoltiplicazione e la distribuzione equa dei beni: «questopane è per tutti!»Cominciamo dalle piccole cose riportando giustizia nelladistribuzione dei beni. Stanando i furbi e gli egoisti.Eliminando i privilegi che gridano indignazione esconforto. Non lasciamo sole le istituzioni malate,abitiamole e favoriamo azioni che assicurino ad ognipersona un tetto, un lavoro. È tempo di osare per costruireuna città coesa e solidale.

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I membri del nuovo Consiglio diocesano

li eletti del nuovo Consiglio diocesano di AC peril triennio 2014-2017 sono i seguenti:

Settore Ragazzi: Alessio Puccini, Veronica Bolognesi,Michele Roffi, Simone GrimaldiSettore Giovani: Michele Martella, Giacomo ForesiSettore Adulti: Maria De Biasi, Lavinia Bernardini,Leonardo Cavallini, Gabriele Maremmani, AntonioMartella, Serena Godioli, Angelo Gaudio, MirellaTonini.

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Una nuova solidarietà

Il Vescovo chiede all’AC un impegno di missionarietà nelle parrocchie, nel lavoro e nella scuola

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Page 2: La Settimana n. 6 del 9 febbraio 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 febbraio 2014II

relatori: PADRE MAURIZIO DE SANCTIS E MAURIZIO SCHOEPFLIN

er le Edizioni Porziuncola di Assisi, Simone Troisie Cristiana Paccini hanno dato alle stampe il

volume: «Siamo nati e non moriremo mai più»,Storia di Chiara Corbella Petrillo. Un libroparticolarmente sentito dagli autori perché Chiaraera stata una loro cara amica. Padre Vito D’Amato,assistente spirituale di Chiara, scrive che si tratta di«una vicenda che stupisce e, allo stesso tempo,terrorizza, affascina». Nella prefazione il maritoEnrico specifica: «questo libro serve semplicementeper testimoniare, a chi vuole aprire il suo cuore, cheDio è buono e che si può morire felici». «Unapersona muore -scrivono gli autori- come havissuto. Chiara è morta in maniera incredibile,sorridendo in faccia alla morte. Molto più cheserena: felice. Stare accanto a lei è vedere vivere emorire un figlio di Dio». Chiara ed Enrico siincontrano nel 2002 a Medjugorje, si frequentanopoi a Roma, stanno insieme, il fidanzamento durasei anni costellato da molte rotture ma anchedall’appoggio di Padre Vito, il loro comuneconsigliere spirituale.Partecipano alla MarciaFrancescana per arrivarealla Porziuncola che «perEnrico e Chiara è uncammino di guarigione delcuore». Dicono gli autori:«Forse la storia di Chiara èchiamata proprio a questo,a mostrare la bellezza delmatrimonio che con le sueurgenze, i suoi doni e le suefatiche, è realmente una viache santifica. Gli sposiinfatti rivelano al mondocome Dio ama». Dopo unmese dal matrimonioChiara rimane incinta, mala bambina che ha in grembo ha unamalformazione alla testa: non ha la scatola cranica,potrebbe abortire ma è una scelta che non le passanemmeno per la testa. Ha timore di dirlo al marito,ma Enrico le dice «Non preoccuparti. E’nostrafiglia: la accompagneremo fin dove possiamo».Chiara ed Enrico portano avanti una idea di vitache molti trovano scomoda. Ma è proprio quellaprofessata dalla Chiesa. L’idea di una vita che valedi per sé, a prescindere dall’intelligenza, dallacapacità di ragionare e dalla bellezza.All’avvicinarsi del parto i volti di Enrico e Chiaraesprimono una pace che lascia tutti disorientati.Anche i medici. Guardare negli occhi chi, nella suasofferenza, non si stacca da Dio fa effetto.Conoscere qualcuno che ha Gesù come unicasperanza aggiunge qualcosa alla propria vita. Labimba vivrà per 40 minuti e Padre Vito ha il tempodi battezzarla con il nome di Maria Grazia Letizia.Grazie a questa figlia silenziosa i due coniugiimparano che la morte non è brutta come sembra.La bimba è passata dalle loro braccia a quelle delPadre e di questo sanno riconoscere la bellezza.Chiara ha una seconda gravidanza e anche questavolta l’ecografia mostra che il bambino, si chiameràDavide Giovanni, ha una grave malformazione allegambe. Sarà un disabile, i genitori, ancora unavolta diranno «Sì», e si apprestano ad accoglierlo.Si scopre, con una successiva ecografia, chemancano i reni, e quindi anche lui non vivrà, machi va a trovarli a casa «sperimenta la pace di chiha lasciato entrare Dio nel proprio cuore». PadreVito verrà da Assisi a battezzare il piccolo che vivràper soli 38 minuti. Chiara rimane di nuovo incintaper la terza volta e il bambino è sano. Il bimbocresce nel seno della mamma ma a Chiara vienediagnosticato un carcinoma. Sono presenti anchedei linfonodi sul collo, ma la chirurgia oncologicapotrebbe danneggiare il bambino e i dottoripropongono di farlo nascere prima. Chiara nonl’accetta, «il suo unico pensiero è quello di dare aFrancesco tutto ciò di cui ha bisogno». Il 30 maggio2011 nasce un bambino bellissimo. Il 3 giugnoChiara viene operata di nuovo: due linfonodi sonomaligni, deve iniziare la chemio e la radioterapia esospendere l’allattamento. I problemi aumentano:si manifestano delle lesioni ai polmoni, a marzodell’anno successivo Chiara sta meglio va a Loretoe a Assisi insieme al marito e affidano, allaPorziuncola, il piccolo Francesco nelle mani dellaVergine Maria. Il 27 marzo una tac mostrametastasi anche al seno, al fegato e all’occhio. MaChiara «sorride anche lì, nell’ospedale, doveindossa una maglietta blu con un brano delVangelo di Giovanni che parla del Figlio di Dio».Esce dall’ospedale anche se i medici sono contrari.Attua il suo ultimo desiderio: quello di ritornare aMedjugorje dove aveva conosciuto Enrico. Il 2maggio Enrico e Chiara che ha un occhio chiuso dauna benda, durante l’udienza del mercoledìincontrano Papa Benedetto XVI che, sentendo lasua storia, si commuove e l’abbraccia. Gli ultimigiorni li passa nella casa dei genitori in campagna,che diventa il luogo in cui tante persone vengono atrovarla. Il 13 giugno Chiara muore, «Vi vogliobene a tutti», dice. Ha 28 anni.

Gianni Giovangiacomo

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LA MESSA CON I RAGAZZI DELLE SCUOLE SALESIANE

os’hanno in comune don Bosco, leWinx e i Fantastici 4? A prima vistaniente, ma se analizziamo lecaratteristiche tipiche dei supereroi,

scorgiamo un filo rosso che uniscepersonaggi e mondi apparentementeinconciliabili. È quanto ha detto il Vescovodurante l’omelia per la festa di SanGiovanni Bosco, in una chiesaletteralmente gremita. Quali sono dunque le famosecaratteristiche dei supereroi? Il coraggio innanzitutto, la forza e poi il voler bene.Tuttavia il rischio è di confinare questipersonaggi nel solo mondo della fantasia edi non scorgerli nel mondo reale. Ma nelmondo reale essi esistono… se un uomo ècapace di vedere nel futuro, di guarire imalati, persino di leggere nel più profondodel cuore delle persone, allora altro non èche un supereroe, come don Boscoappunto.Don Bosco si trovò solo, nella Torinoanticlericale del 1800, e cercò di aiutare iragazzi che venivano sfruttati per i lavoripiù pesanti. Don Bosco li accoglieva, creavadelle scuole, si adoperava senza sosta per laloro felicità e le decisioni più importanti leprendeva in sogno.Qual è perciò il segreto per diventare unsupereroe o, per definirlo in altro modo,un santo? Il segreto è uno solo e monsignorGiusti lo illustra mirabilmente usando illinguaggio tipico dei ragazzi d’oggi: esseresempre connessi con Dio. Don Bosco erasempre in rete, con l’ADSL, con nostro

Signore … in altre parole aveva semprecampo. E da questo legame con Dio, donBosco ereditò il dono dell’intelligenza,della furbizia e dell’allegria. La sua vita dipreghiera era esemplare, tanto da farlodiventare grande nell’Amore.Quindi per diventare grandi personagginon è necessario partecipare al GrandeFratello, tutt’altro! Per la piena riuscitadella nostra vita è necessario essere sempreconnessi con Dio, essere grandi nell’amoree essere sempre contenti, perché la gioia èDio stesso. E non bisogna aver paura disognare: don Bosco aveva grandi sogni, eraun po’ matto come tutti i santi. Un po’matto come può apparire agli occhi di

qualcuno anche Papa Francesco, ma lamaggior parte delle persone compie viaggiinterminabili, affrontando mille disagi purdi vederlo perché in lui vede un uomocompleto.L’insegnamento di don Bosco chedobbiamo portarci nel cuore è che non sideve arrivare al successo calpestando tuttoe tutti, ma aiutandoci gli uni gli altri.Ricordando che, la cosa che rende bellauna persona è il suo cuore … i super poterisono tutti custoditi là dentro!

Benedetta Agretti

Si ringrazia Alessandro Solimani per lafoto

C

Siamo natie non moriremomai più

a Settimana per Vita2014 incentrata sultema «Generare futuro»ha avuto inizio nel

Salone parrocchiale dellaChiesa di S. Rosa con lapresentazione del libro diAntonello Vanni «Lui el’aborto». L’incontro è statoaperto dal Vescovo Giusti cheha chiarito che l’argomentodi cui si voleva parlare eral’aborto, un tema sul quale«si pensa sempre alla donna emai all’uomo», ed è inveceopportuno cogliere anchequesto aspetto certamentenon secondario. Oggi -hacontinuato- assistiamo allacrisi del «padre» e la stessalegge 194 lascia molto inombra la responsabilità delpadre, «il figlio è di tutti edue i genitori!». Il Vescovo haanche ricordato l’apertura delConsultorio Diocesano in ViaDonnini per incontrare ibisogni delle coppie, «è unbell’impegno che stiamoportando avanti al fine disviluppare anche unamaternità e una paternitàresponsabile».

Daniela Musumeci,responsabile del Movimentoper la Vita, ha presentato idue relatori della serata: Padre Maurizio De Sanctis,psicologo e parroco di S.Rosa, e il professor MaurizioSchoepflin, docente diFilosofia alla facoltà diScienze Religiose a Roma,noto giornalista, pubblicaarticoli e recensioni su moltiperiodici cattolici tra cuiAvvenire e Toscana Oggi.Schoepflin ha iniziato

Ldicendo che iltesto del Vanni fariflettere e che luilo ha volutointerpretareattraverso cinqueparole chiave:ideologia –cuore -solitudine -individualismo–de responsabilità.Su tutte è il fattoreideologico che lesovrasta e lacondiziona, infattil’aborto è un datoideologico checomprime la realtàvera, l’uomo viene ritenutofuori dall’aborto ma anchelui vive sempre unasituazione dicoinvolgimento, ma in nomedella ideologia i padri sonocostretti al silenzio. Il cuore -ha continuato-”ha delleragioni che la ragione noncomprende!”, il grave disagiopsicologico che anche l’uomoaffronta non deve essereconsiderato, negando così lasua profonda dimensioneumana. L’aborto è poi unavicenda di solitudine, primadi tutto è quella del bambinonon nato, poi la solitudineprofonda del padre e dellamadre che “è uno deidrammi dellacontemporaneità”, donna euomo si sentono dunquesoli, e solo i Consultori

cercano di bucare il murodella solitudine.L’individualismo è poi tipicodella società attuale, “ognunopuò fare da solo, ognuno èmetro per se stesso”, il“secondo me” è diventatouna specie di dogma, non c’èuna speranza di trovarequalcosa che valga per tutto,una verità, una convinzionecomune. La de responsabilitàè dovuta al fatto che sipreferisce “liberarsi delfardello” perché non si vuolefar fronte ai propri impegni, èinvece necessario accettare lasfida della responsabilità, perquesto è opportuno farnascere “un terreno culturalefertile” educando le nuovegenerazioni, il libro di Vanni-ha concluso- è importanteperché è attento alle

esperienze concrete chevengono riportate e spiegate.

Padre Maurizio ha esorditodicendo che il volume èinteressante proprio per forterisvolto psicologico e per laricchezza delle testimonianzevissute. Si evince chel’assenza del padre è moltevolte alla base dell’abortostesso. La donna ha bisognodel sostegno dell’altro, èfondamentale che l’altro lestia vicino. Padre Maurizio hapoi parlato della suaesperienza vissuta due anni fa

con una coppiache aveva giàl’appuntamentoin clinica perl’interruzionedella gravidanza.“Mi sono messodalla loro parte”,non solo da unpunto di vistaeconomico,hanno percepitocosì che unsacerdote, unacomunità, si“erano presi acuore la lorostoria, che li hafatti sentire nonpiù soli”.L’autore del libro-ha aggiuntoPadre Maurizio-

spiega che noi ci troviamo inuna società senza padri, unasocietà dunque che ha creatouna sorta di paura neiconfronti della paternità. Ilrapporto della madre e delpadre nei confronti delbambino è essenziale perchécon lui si intreccia unrapporto di relazione.Citando infine Hans Jonas eil principio di responsabilità,Padre Maurizio ha terminatodicendo che il libro èdedicato a quei bambini cherischiano di cadere nel nulla.Il nostro pianeta va custoditoper le muove generazioni e ilproblema della “qualità dellavita” è una grande bugia:“quello che importa è la vita,non la sua qualità”, “la vitava sempre accettata e amata”.

Gianni Giovangiacomo

Nel primo incontrodella settimanadedicata alla vita si èparlato del drammadell’aborto visto dalla parte dell’uomo

Monsignor Giusti parla airagazzi con il loro linguaggio

I superpoteri di San Giovanni Bosco

Sostenere la vita è sempre una vittoriaTESTIMONI

Chiara Corbella Petrillo

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 febbraio 2014 III

L’INTERVISTA ALL’INGEGNERValfredo Zolesi

Sognando...la LUNA!

DI MARTINA BONGINI

e dovessimo immaginareun luogo ideale dovepoter far sorgereun’azienda, quale

sarebbe?Molti penserebbero ad ungrattacielo, altri in unimportante palazzo al centrodella città, altri ancora magariin un’area dedicata alleimprese ma per chi vuolesognare e magari "andare sullaLuna" il posto giusto è inmezzo alla natura.Ed è proprio che immersa nelverde e tra i boschi dellecolline livornesi sorge la KayserItalia, l’agenzia aerospazialeche dal 1986 ha messo leradici nella nostra città.Una realtà piuttosto singolare,nata dall’incontro traun’ingegnere tedesco e l’attualeproprietario, ingegner ValfredoZolesi, che più di trent’anni fadecisero di buttarsi in questaavventura; un esperimento benriuscito e che continua aprodurre sempre più frutti.«Il nostro intento è quello ditrasformare i sogni degliscienziati in realtà, come cispiega l’ingegner Zolesi».E ci riescono molto bene.Dalla sua nascita fino ad oggila Kayser Italia è andata nellospazio ben cinquantaquattrovolte con più di ottantaesperimenti, con un tasso disuccesso del cento per centoperché «nello spazio c’èun’unica chance».«Per ottenere il massimo è

Snecessario puntare al massimoed oltre: non è vero che lepiccole imprese sonoricchezze, o meglio, lo sononella misura in cui un’aziendapiccola tende a diventaregrande, perché solo così puòrendere al massimo delle suepotenzialità offrendo alterritorio grandi opportunità.Livorno purtroppo, continuaZolesi, ha perso gran partedelle grandi aziende e peruscire da questa situazionetragica deve riuscire a diventareattrattiva ed attraente. Cidobbiamo chiedere perché uninvestitore dovrebbe venirequi.Questa città ha un grandevantaggio: è un ambientepiacevole dal punto di vista diqualità della vita ma questonon basta; è necessario che cisi chieda se ci sono aree equalifiche adeguate».Un elemento, quello dellaqualifica, che sta molto a cuoreall’ingegnere: «negli ultimitempi l’età di laurea si èallungata, magari si punta almassimo voto ma ci si laurea apiù di trent’anni; prima miarrivavano almeno quattro,cinque curricula al giorno, oggisono diminuiti: i giovanisembrano avere menoaspettative.Ma proprio nei momenti dicrisi sono convinto chebisogna investire ed eccoinfatti che lo scorso annoabbiamo assunto quattro ocinque persone».In merito alla formazione

degli ingegneri non ci sonodubbi, «è bene che qualcunovada all’estero: andare fuoripaga perché si respira un’ariadiversa da quella di casa masoprattutto ci si approccia allavoro e in una linguacompletamente diversa dallanostra.»Ma come è possibile risorgereda una crisi?Zolesi, cita quelli che sono icinque pilastri per luifondamentali, racchiusi in unasola parola, FIRST:formazione, innovazione,ricerca, sviluppo e tecnologia.«Queste colonne sonoessenziali per guardare alfuturo. Sarebbe possibileattuarle grazie ad un progettoper il nostro territorio ad altocontenuto di sfida.

Così facendo, ci renderemmoconto che non abbiamo lecompetenze adatte e l’esigenzadi ottenerle metterebbe inmoto la necessità di creare unprogetto».La Kayser è una realtà checollabora ed interagiscesoprattutto all’estero, con gliStati Uniti, la Germania manonostante ciò, la produzioneingegneristica è "home made"mentre la produzionemeccanica è affidata adaziende esterne, comunquelocali: un modo per farlecrescere ed ampliare gliorizzonti.«Il nostro, è un settore adaltissima specializzazione,spiega Zolesi, il prodotto èconcepito per andare nellospazio ma proprio perché inorbita è più facile capire checosa accade a terra, si cerca difare ricadere protocolli ericerche aerospaziali in ambitocivile..anche se non è poi cosìsemplice!Al momento, abbiamo incantiere venti progetti equattro lanci spaziali inoltreabbiamo la responsabilitàdella spedizione del nostroastronauta SamanthaCristoforetti, che trascorrerà seimesi nello spazio».Un lavoro piuttostoparticolare, di quelli che sisognano da bambini, quandoti chiedono "che cosa vuoi fareda grande?" e tu rispondi"l’astronauta": un sogno chenon è poi così difficilerealizzare, basta crederci.«Avere la capacità di sognare èla base di tutto. Mi auguro chela mia passione continui adessere tramandata, nonsmettendo mai di sognare eavendo la capacità di andareoltre le proprie sensibilità.In fin dei conti ancheGiuseppe fa delle scelte, chesono conseguenza di unsogno!».

L’ingegner Valfredo Zolesi, alla guida della Kayser Italia, ci racconta come è nata questa azienda e sogna nuovi progetti per la città

l Serra Club ha invitato il giovanesacerdote Valerio Barbieri presso la

Parrocchia di San Jacopo perraccontare la propria esperienzadurante la permanenza in TerraSanta per approfondire gli studiBiblici. Don Valerio nella premessaha osservato che pur essendo queiluoghi affidati dalla Santa Sede aifrati francescani, non devono essereconsiderati “luoghi superiori inordine alla salvezza”, in quanto lasalvezza viene solo da Gesù Cristo.L’episodio della samaritana al pozzoè esplicito in tal senso, perché è solonell’Antico Testamento che Dio erapresente solo in quei luoghi.Pertanto a noi è dato in dono divisitare quei luoghi facendomemoria durante il pellegrinaggio,degli eventi salvifici; gli studi biblicie archeologici, hanno lo scopo diaiutarci ad approfondire laconoscenza della sacra Scrittura.Paradossalmente, per chi non sipone con lo spirito giusto durante ilpellegrinaggio, “la Terra Santadiventa il luogo dove si può perderela fede”. Questo per tre ordini dimotivi: il primo in quanto vi èassenza di pace; sui giornalileggiamo dei continui conflitti equindi è spontanea la domanda delcome mai nella terra di Gesù non cisia la pace. Il secondo motivo èdovuto al fatto che nei luoghi dovesi ricordano gli episodi piùimportanti della vita di Gesù: grottadella Natività e Santo Sepolcro,oltre ad essere spartiti tra le varieConfessioni Cristiane, assistiamo adepisodi di inimicizia che dividonoanziché unire i credenti battezzatinell’Unico Cristo! Il terzo ordine dimotivi è dovuto alla diversaconcezione della storia edell’autenticità dei luoghi; per cuidobbiamo sempre considerare cheessendo stati i primi secoli deicristiani un periodo dove erano inminoranza (solo con Costantino cisarà la libertà e il lororiconoscimento), non c’è stata unaidentificazione precisa per alcuniluoghi e anche durante le Crociate,coloro che erano deputati allasalvaguardia, non si preoccuparonodi accertarsi dell’autenticità deiluoghi e anche i toponimi sono staticambiati. La ricerca archeologica haora un modo scientifico per

determinare l’autenticità del luogoper cui restano molte ricerche dafare.Passando poi don Valerio araccontare i due anni di permanenzain Terra Santa ha ricordato la forteamicizia instaurata con i frati eanche la difficoltà a vivere unadimensione dove la relazione conuna comunità parrocchiale è venutameno in quanto lo studio lo tenevalontano dal contatto con l’esterno.Gli è anche mancata la dimensionedel “pellegrino” che si augura in unfuturo di poter sperimentareinvitando i presenti a pregare e asostenere quei cristiani speciearabo-palestinesi che vivono tantedifficoltà e nel giorno del VenerdìSanto le preghiere e le offertedovrebbero essere solo per loro.

Mo.C.

I

Don Valerio Barbieriracconta ai Serrani la sua esperienza di studi

La Terra Santaluogo dellamia fede

CHE COS’È LA KAYSERayser Italia è una Piccola Media Impresa (PMI), una società di ingegneria di sistema aero-spaziale privata e indipendente, di proprietà della famiglia del Dr. Valfredo Zolesi. E ’stata

costituita nel 1986 e dal 1995 è al 100% di proprietà italiana.In un edificio moderno, l’azienda ha 5.000 metri quadrati di proprietà, organizzati in uffici,sale riunioni, sala conferenze, laboratori, camera pulita, la produzione, l’ispezione e area di in-tegrazione, e di un centro di supporto utente Funzionamento (USOC) per il sostegno alla l’e-secuzione di esperimenti con gli astronauti a bordo della ISS. L’area di lavoro è circondata dauna proprietà di 22.000 mq di macchia mediterranea.Fin dall’inizio, Kayser Italia ha partecipato a più di 50 missioni spaziali con oltre 80 carichi uti-li, tutti a termine con pieno successo scientifico, tecnico, economico e programmatico. Lo staffè composto da 50 alti ingegneri specializzati, con esperienza in elettronica, aeronautica, mec-canica, termodinamica, fisica, informatica, ottica e biologia molecolare. Le loro capacità diprogettazione e produzione, si unì con un profondo background di ingegneria, hanno per-messo la partecipazione della società sia come prime-contractor così come sub-contractor amolti programmi dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI), so-prattutto in l’area delle scienze della vita (biologia e fisiologia umana).Le payloads sviluppati da Kayser Italia sono stati volato sulle capsule russe Bion, Foton, Pro-gresso, Soyuz, il Sistema di Trasporto Shuttle (STS), sul modulo HTV giapponese, il cineseShenzhou-8, sul modulo ATV europea, naturalmente, sulla Stazione Spaziale Internazionale(ISS). L’azienda è certificata ISO 9001, e il personale è qualificato per la produzione di circuitielettronici e cablaggio, e la loro ispezione, in conformità con gli standard ESA.Kayser Italia sostiene borse di studio e programmi di partenariato con le università e gli istitutidi ricerca ed è attivamente coinvolto nella promozione del processo di integrazione tra grandie piccole e medie imprese che lavorano nello spazio.

K

Alcune INFORMAZIONI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 febbraio 2014IV

VENERDÌ 7 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado18.30 incontro con i cresimandi, i ge-nitori, i catechisti e i parroci in vesco-vado

DOMENICA 9 FEBBRAIO10.30 S. Messa alla chiesa di San Giu-sto a Parrana San Giusto in occasionedella visita pastorale al VI vicariato

LUNEDÌ 10 FEBBRAIO18.30 in ospedale, tavolo dell’oggetti-vità con i primari

MARTEDÌ 11 FEBBRAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado16.00 S. Messa in ospedale, in occasio-ne della Giornata del Malato

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO9.30 incontro con il clero giovane allaVilla del Seminario in Via Numa Cam-pi

GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO21.00 nell’ambito della visita pastoraleal VI vicariato, il Vescovo incontra igenitori dei ragazzi del catechismodella parrocchia di San Luca a Stagno

VENERDÌ 14 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado19.00 Lectio divina in seminario

SABATO 15 FEBBRAIO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero, a seguireS. Messa

DOMENICA 16 FEBBRAIO10.30 S. Messa e cresime di un gruppodi adulti alla chiesa di SantAgostino

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESI

Diamo Ali alle stradeVENERDÌ 7 FEBBRAIO ALLE 21.15Presso la Sala "Beckett" del CentroArtistico "Il grattacielo" in Via delPlatano incontro dal titolo: "Nonpossiamo rimanere inetri di frontealla globalizzazionedell’indifferenza", intervieneAntonietta Potente, teologadomenicana.

Incontro dei diaconiSABATO 8 FEBBRAIO ALLE 16.00Incontro con don AntonioCecconi dal titolo "Come coniugarela Carità e la Giustizia"

Settimana per la vitaMartedì 11 febbraio, “Giornata del malato” S. Messa inospedale alle ore 16.00, a seguireincontro: ”Tra accanimentoterapeutico ed eutanasia” LauraGuerrini (neonatologa AOPUPisa).

Venerdì 21 febbraio ore 21.00,Teatro Salesiani: “Bene comune”atto unico di Mimmo Muolo conla compagnia Spes on stage, aseguire incontro tra attori epubblico (vedi locandina inpagina).

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Zanini R.I. - Natuzza Evolo. Come Bibbia per isemplici. - Ed. San Paolo. pp. 214, euro 14,00.

Chi era Natuzza Evolo? Che cosa rimane del-la sua eredità spirituale? Che significato dareai fenomeni che hanno accompagnato la suavita? Come interpretare quella sorta di Bibbiavivente che era diventato il suo stesso corpo?.Il giornalista della redazione romana di Avve-nire, Roberto Italo Zanini che si occupa dipolitica dei mass media, aiuta il lettore a pe-netrare nel mondo interiore della mistica diParavati. Cerca di ricostruire la relazione de-cisiva tra la storia personale e la vicenda inte-riore di una donna che continua ad invitaread alzare gli occhi al cielo, verso quel Paradi-so che troppo spesso dimentichiamo e versoun Dio che, come spesso ama ripetere PapaFrancesco, ha un solo desiderio: amare ledonne e gli uomini, soprattutto quelli chesoffrono. E’ questa un’inchiesta condotta conmolta serietà che ci fa comprendere comeuna donna incolta, povera ma ricca di Dio siadiventata punto di riferimento per milioni dipersone. Era solita dire: " Non cercate me, al-zate lo sguardo verso Gesù e la Madonna. Iosono con voi e prego".

PASTORALE GIOVANILEVINCENZIANA14 febbraioPreghiera Giovane "Il dono dellafortezza"ore 20.00 Casa S. Giuseppe -Quercianella (LI) a seguire, cenafrugale

15 febbraioIncontro sulla mondialità - per tutti(vedi volantino)"Usciamo ad offrire a tutti la Chiesa diGesù Cristo" interverrà don GinoBerto sdbore 10.00 - 12.30 presso laParrocchia del Sacro Cuore diLivorno

Nel pomeriggio dello stesso 15febbraio, incontro con i giovani chevorrebbero partecipare all’esperienzamissione in Eritrea 2014.L’incontro terminerà nel tardopomeriggio.

N.B. Per chi viene da lontano c’ècome sempre la possibilità dirimanere a dormire, è importantecomunicarlo quanto prima perorganizzare l’ospitalità.

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 febbraio 2014 V

Il diavolo entranel mondo dallaporta dell’invidia

PAPA FRANCESCO: DUE DELLE SUE OMELIE GIORNALIERE.........

La riconoscenza verso i nostri sacerdoti e l’amarezza nell’essere invidiosi verso i fratelli:due temi significativi affrontati dal Pontefice

CASA

S.M

ART

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Grazie ai tantisacerdoti santi che danno la loro vitanel silenzio

a Chiesa non si può capirecome sempliceorganizzazione umana, ladifferenza la fa l’unzione

che dona a vescovi e sacerdoti laforza dello Spirito per servire ilpopolo di Dio. Il Pontefice haringraziato i tanti sacerdoti santiche danno la vitanell’anonimato del loro servizioquotidiano. Commentando la prima letturadel giorno, che parla delle tribùd’Israele che ungono Davidecome loro re, il Papa spiega ilsignificato spiritualedell’unzione. “Senza questaunzione – ha affermato - Davidesarebbe stato soltanto il capo”di “un’azienda”, di una “societàpolitica, che era il Regnod’Israele”, sarebbe stato unsemplice “organizzatorepolitico”. Invece, “dopol’unzione, lo Spirito delSignore” scende su Davide erimane con lui. E la Scritturadice: “Davide andava semprepiù crescendo in potenza e ilSignore Dio degli eserciti eracon lui”. “Questa – osserva PapaFrancesco - è proprio ladifferenza dell’unzione”. L’untoè una persona scelta dal Signore.Così è nella Chiesa per i vescovie i preti: “I vescovi non sonoeletti soltanto per portare avantiun’organizzazione, che sichiama Chiesa particolare, sonounti, hanno l’unzione e loSpirito del Signore è con loro.Ma tutti i vescovi, tutti siamopeccatori, tutti! Ma siamo unti.Ma tutti vogliamo essere piùsanti ogni giorno, più fedeli aquesta unzione. E quello che fala Chiesa proprio, quello che dàl’unità alla Chiesa, è la personadel vescovo, in nome di GesùCristo, perché è unto, nonperché è stato votato dallamaggioranza. Perché è unto. Ein questa unzione una Chiesaparticolare ha la sua forza. E perpartecipazione anche i pretisono unti”.L’unzione – prosegue il Papa –avvicina i vescovi e i preti alSignore e dà loro la gioia e laforza “di portare avanti unpopolo, di aiutare un popolo, divivere al servizio di un popolo”.Dona la gioia di sentirsi “elettidal Signore, guardati dalSignore, con quell’amore concui il Signore ci guarda, tuttinoi”. Così, “quando pensiamoai vescovi e ai preti, dobbiamopensarli così: unti”:“Al contrario non si capisce laChiesa, ma non solo non sicapisce, non si può spiegarecome la Chiesa vada avantisoltanto con le forze umane.Questa diocesi va avanti perchéha un popolo santo, tantecose, e anche un unto che laporta, che l’aiuta a crescere.Questa parrocchia va avantiperché ha tanteorganizzazioni, tante cose, maanche ha un prete, un unto chela porta avanti. E noi nellastoria conosciamo una minimaparte, ma quanti vescovi santi,quanti sacerdoti, quanti preti

L

santi che hanno lasciato laloro vita al servizio delladiocesi, della parrocchia;quanta gente ha ricevuto laforza della fede, la forzadell’amore, la speranza daquesti parroci anonimi, chenoi non conosciamo. Ce nesono tanti!”.Sono tanti – dice PapaFrancesco – “i parroci dicampagna o parroci di città, checon la loro unzione hanno datoforza al popolo, hannotrasmesso la dottrina, hannodato i sacramenti, cioè lasantità”:“’Ma, padre, io ho letto su ungiornale che un vescovo ha fattotal cosa o che un prete ha fattotal cosa!’. ‘Eh sì, anche io l’holetto, ma, dimmi, sui giornalivengono le notizie di quello chefanno tanti sacerdoti, tanti pretiin tante parrocchie di città e dicampagna, tanta carità chefanno, tanto lavoro che fannoper portare avanti il loropopolo?’. Ah, no! Questa non ènotizia. Eh, quello di sempre: fapiù rumore un albero che cade,che una foresta che cresce. Oggipensando a questa unzione diDavide, ci farà bene pensare ainostri vescovi e ai nostri preticoraggiosi, santi, buoni, fedeli epregare per loro. Grazie a lorooggi noi siamo qui!”.

Gelosie, invidie e chiacchieredividono e distruggono le comunità cristiane

Icristiani chiudano le porte agelosie, invidie e chiacchiere

che dividono e distruggono le

nostre comunità. La riflessionedel Papa è partita dalla primalettura del giorno che parla dellavittoria degli israeliti sui filisteigrazie al coraggio del giovaneDavide. La gioia della vittoria sitrasforma presto in tristezza egelosia per il re Saul di frontealle donne che lodano Davideper aver ucciso Golia. Allora,“quella grande vittoria –afferma Papa Francesco -incomincia a diventare sconfittanel cuore del re” in cui siinsinua, come accadde inCaino, il “verme della gelosia edell’invidia”. E come Caino conAbele, il re decide di uccidereDavide. “Così fa la gelosia neinostri cuori – osserva il Papa - èun’inquietudine cattiva, chenon tollera che un fratello o unasorella abbia qualcosa che ionon ho”. Saul, “invece di lodareDio, come facevano le donned’Israele, per questa vittoria,preferisce chiudersi in se stesso,rammaricarsi” e “cucinare i suoisentimenti nel brododell’amarezza”:“La gelosia porta ad uccidere.L’invidia porta ad uccidere. E’stata proprio questa porta, laporta dell’invidia, per la quale ildiavolo è entrato nel mondo. LaBibbia dice: ‘Per l’invidia deldiavolo è entrato il male nelmondo’. La gelosia e l’invidiaaprono le porte a tutte le cosecattive. Anche divide lacomunità. Una comunitàcristiana, quando soffre – alcunidei membri – di invidia, digelosia, finisce divisa: unocontro l’altro. E’ un veleno fortequesto. E’ un veleno chetroviamo nella prima paginadella Bibbia con Caino”.Nel cuore di una personacolpita dalla gelosia edall’invidia – sottolinea ancora

il Papa - accadono “due cosechiarissime”. La prima cosa èl’amarezza:“La persona invidiosa, lapersona gelosa è una personaamara: non sa cantare, non salodare, non sa cosa sia la gioia,sempre guarda ‘che cosa haquello ed io non ne ho’. Equesto lo porta all’amarezza,un’amarezza che si diffonde sututta la comunità. Sono,questi, seminatori di amarezza.E il secondo atteggiamento,che porta la gelosia e l’invidia,sono le chiacchiere. Perchéquesto non tollera che quelloabbia qualcosa, la soluzione èabbassare l’altro, perché io siaun po’ alto. E lo strumentosono le chiacchiere. Cercasempre e vedrai che dietro unachiacchiera c’è la gelosia e c’èl’invidia. E le chiacchieredividono la comunità,distruggono la comunità. Sonole armi del diavolo”.“Quante belle comunitàcristiane” – ha esclamato il Papa– procedevano bene, ma poi inuno dei membri è entrato ilverme della gelosia edell’invidia e, con questo, latristezza, il risentimento deicuori e le chiacchiere. “Unapersona che è sotto l’influssodell’invidia e della gelosia –ribadisce – uccide”, come dicel’apostolo Giovanni: “Chi odiail suo fratello è un omicida”. E“l’invidioso, il geloso,incomincia ad odiare il fratello”.Quindi, conclude:“Oggi, in questa Messa,preghiamo per le nostrecomunità cristiane, perchéquesto seme della gelosia nonvenga seminato fra noi, perchél’invidia non prenda posto nelnostro cuore, nel cuore dellenostre comunità, e cosìpossiamo andare avanti con lalode del Signore, lodando ilSignore, con la gioia. E’ unagrazia grande, la grazia di noncadere nella tristezza, nell’essererisentiti, nella gelosia enell’invidia”.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 febbraio 2014VI

Il Movimento Messaggio di Fatima zelatore del Seminario Vescovile G. Gavi

In preghiera per i giovani seminaristirande gioia al Semi-nario Vescovile G.Ga-vi per l’accoglienzadella Madonna di Fa-

tima Pellegrina, provenientedal Santuario portoghese. Do-po la Peregrinatio Mariae cura-ta dal Movimento del Messag-gio di Fatima nella Diocesi diCivita Castellana, nella parroc-chia di S. Giuseppe dal caroamico don Luca Gottardi, lapreziosa statua è “approdata”a Livorno nel seminario Vesco-vile.Per l’accoglienza i seminaristihanno preparato in un angolodella cappellina del seminarioun altare contornato di stoffecelesti e bianche, dove è statacollocata la Bianca Signora.Nei giorni che la statua ha so-stato in seminario ci sono statediverse iniziative organizzatedal Vice-Rettore Don RosarioEsposito e dai seminaristi: Lo-di, Sante Messe, meditazioni elettura del Messaggio di Fati-

Gma, Vespri, Esposizioni Eucari-stiche, Veglia con Adorazionenotturna dove ogni seminari-sta, a turno, nell’arco delle orenotturne, ha fatto compagniaa Nostra Signora. Questa visitaMaterna non è rimasta una vi-sita occasionale, ma accompa-gnerà questi ragazzi nel lorocammino formativo verso unavita di servizio a Dio e allaChiesa. Il Movimento del Mes-saggio di Fatima pregherà pertutti i seminaristi e per le voca-zioni future anche perché ci èstato proposto di diventare“zelatore” del Seminario dellaDiocesi di Livorno dal Rettoredon Paolo Razzauti, e noi, ab-biamo accettato con grandegioia. Essere stati chiamati aquesto nuovo percorso è unagrazia e una benedizione per ilM.M.F: accompagnare questiragazzi spiritualmente e an-che, se sarà necessario mate-rialmente, sarà nostro doverefacendoci partecipi al processo

formativo dei futuri sacerdoti.Il Movimento del Messaggiodi Fatima durante la Peregri-natio Mariae 2014, organiz-zerà momenti di preghiera eanimazione con i seminaristida poter incrementare nellecomunità la preghiera per levocazioni e portare a cono-scenza nelle famiglie la vita

del seminario e il gusto dellavita come vocazione. Nel mesedi luglio dal 9 al 16, sarà orga-nizzato il pellegrinaggio na-zionale del Movimento delMessaggio di Fatima al Santua-rio Portoghese e sarà presentetutto il seminario con il Vesco-vo Simone.

Alessandra e Silvia M.M.F.

Una serie di appuntamenti accompa-gneranno i GAV del I-II-III-IV vicaria-to da questo mese fino maggio. In-contri formativi per animatori ma an-che per giovani che non svolgono atti-vità formativa in parrocchia che vo-gliano comunque partecipare.

Questi gli appuntamenti:

-mercoledì 5 febbraio ore 21:15 pres-so la parrocchia s. Lucia:“Io sto in mezzo a voi come colui cheserve” – Lectio Divina sul testo di Lc22,24-30-mercoledì 26 febbraio ore 21:15 pres-so la parrocchia di s. Luca (VillaggioEmilio):“Come comunicare oggi con i giova-ni” – Incontro con il dott. P. G. Cur-ti, psicologo e psicoterapeuta-lunedì 10 marzo ore 21:15 presso laparrocchia di s. Jacopo:Elaborazione e condivisione a partiredall’incontro del 26 febbraio-lunedì 7 aprile ore 21:15 presso laparrocchia di s. Matteo:Liturgia penitenziale e possibilità diconfessarsi-sabato 17 e domenica 18 maggioPartecipazione al Festival della carità

Giovani a perdere?Indicazioni per i catechisti

a Commissione Re-gionale Toscana perla Dottrina della fe-de e la Catechesi ha

organizzato un ConvegnoCatechistico Regionale,aperto a tutti i membri de-gli Uffici Catechistici Dio-cesani, al Centro Comu-nitario di Casalguidi (PT),per aprire un dibattito sulnodo pastorale dell’edu-cazione dei preadolescen-ti e adolescenti alla fedeoggi e per proporre unaprospettiva pastorale e ca-techetica adeguata alle co-munità parrocchiali delterritorio.Il vescovo di Livorno e de-legato CET per l’evange-lizzazione mons. SimoneGiusti ha presentato ilConvegno spiegando il ti-tolo provocatorio, ma no-do dei nodi, «giovani aperdere?» scelto per indi-care agli educatori comeaiutare i ragazzi a capireche la Cresima è un mo-mento di passaggio che vain tutta l’Iniziazione Cri-stiana verso la solenneProfessione di Fede. L’effi-cacia del post cresima èdovuta a come i ragazzihanno fatto la preparazio-ne alla Cresima: se unonon vede l’ora di andarevia non è colpa sua, ma dicome è stato impostato ilcatechismo, dal rapportocon la comunità. Il rischioche abbiamo nelle nostrecomunità è quello di nonaccogliere i giovani, comeinvece avviene nelle Asso-ciazioni, o di ignorarli: iragazzi non sono visti co-me risorsa ma come unproblema e per questo bi-sogna cambiare la menta-lità.

UNA COMUNITÀEDUCANTELa comunità deve essereeducante, cosa significa?La comunità deve renderepartecipi i giovani, maquali cambiamenti dovràattuare? Come deve ri-pensarsi? I ragazzi sonouna ricchezza, come valo-rizzarli? C’è una scuola dipreghiera che li aiuti a in-contrare il Signore? Siamocapaci? Questi i quesiti daaffrontare. Per contestua-lizzare la riflessione e in-

Ldicare le attenzioni pasto-rali e pedagogiche fonda-mentali, c’è stato l’inter-vento di don Salvatore So-reca dell’Ufficio Catechi-stico.In un primo tempo haspiegato il significato dimistagogia e le cinquetensioni fondamentaliche vi si ritrovano: liturgi-ca, catechetico/educativa,biblica, ecclesiologica, vo-cazionale/esistenziale; haaffrontato il nodo pasto-rale, vale a dire, l’impor-tanza della presenza deigiovani in una comunità,il significato ecclesialedella loro presenza e la lo-ro accoglienza in comu-nità. Ha indicato che, perun’adeguata IniziazioneCristiana ai ragazzi, le co-munità sono chiamate aesprimere la loro respon-sabilità, a pensare itineraridiversi di IC, a garantireagli adolescenti la possibi-lità di curare la propria vi-ta spirituale attraversopercorsi mistagogici co-struiti su 4 fulcri: l’espe-rienza, la catechesi essen-ziale, la liturgia, l’educa-zione all’affettività re-sponsabile.In un secondo tempo donSalvatore Soreca ha riflet-tuto sulle attenzioni pa-storali e pedagogiche peruna Pastorale per/con gliadolescenti che sono: pre-diligere la categoria del-l’appartenenza al gruppoe di riflesso alla comunità,prevedere un ingresso gra-duale e rispettare i tempi,accompagnare gli adole-scenti nell’apprendimen-to, privilegiare la sinergiatra esperienza e narrazio-ne, coinvolgere le fami-glie, fare capire all’adole-scente che il camminoiniziato lo guiderà allarealizzazione di un pro-prio progetto di vita. Ipunti di forza di un itine-rario mistagogico sono: ilNuovo Annuncio, educa-tori maschio e femminache fanno un servizio in-sieme agli animatori gio-vani e dinamici, il valorepastorale ed educativo delsacramento della Riconci-liazione. Don SalvatoreSoreca ha concluso citan-do le quattro attenzioni

fondamentali per una mi-stagogia che sia veramen-te punto di aggancio adun cammino di formazio-ne permanente, per "cura-re e coltivare" l’adolescen-za:1. Sinergia tra la conti-nuità con tutto il processodi IC e la necessaria di-scontinuità.2. Il ruolo chiave dell’ap-partenenza ad una comu-nità responsabile3. Annunciare il Vangeloattraverso una letturaevangelica della vita4. Aperture pedagogicheper gli educatori: allacomplessità, all’integra-zione, alla riflessione,alla spiritualità.

DUE ESPERIENZEIl Convegno è proseguitocon la testimonianza del-la solenne professione difede di due diocesi dellaToscana: Diocesi di Fieso-le e Diocesi di Livorno. AFiesole l’esperienza c’è daoltre 25 anni ed è unaprovocazione pastoralesotto quella dell’esorta-zione apostolica missio-naria, per ricercare i giova-ni che hanno lasciato do-po la Cresima; è un tenta-tivo di ricontattare i giova-ni, ha un atteggiamentodi gratuità e fiducia. Ilmodo è affidato alle par-rocchie che devono indi-viduare qualcuno dispo-sto a fare questa ricerca,spesso i giovani che l’han-no fatta la propongono.L’itinerario volge a porsidelle domande in stile diGesù nel Vangelo di Gio-vanni, a presentare il vol-to di Dio, offrire la possi-bilità di fare la professio-ne di fede. Questo cam-mino, a causa della mobi-lità, è molto calato da 25anni fa ad oggi. Don Fa-bio Menicagli, direttoredell’Ufficio Catechistico

di Livorno, ha affermatoche a Livorno c’è un pro-getto diocesano in discus-sione ed elaborazione daalmeno 6 anni e che at-tualmente riflette alcuneesperienze, al nord e alsud e in alcune parrocchiedella città. Il percorso è infase di elaborazione e di-scussione da parte deipreti giovani, in cui c’è at-tenzione al gruppo e alsingolo e che riguarda fa-sce di età dai preadole-scenti, agli adolescenti,per arrivare alla solenneprofessione di fede a 19anni. Don Fabio evidenzal’importanza del coinvol-gimento della comunità,di un cammino seguitoda educatori formati, dapresbiteri sempre presentie dalla famiglia. Nella seconda giornatadon Gianni Gualtieri del-l’Ufficio Catechistico Re-gionale ha proposto trelaboratori su: vivibilità, ir-rinunciabilità, significati-vità. I presenti al Conve-gno si sono divisi in tregruppi ed hanno condivi-so le loro esperienze ri-spondendo a tre doman-de: quali educatori, qualecomunità e quali stru-menti. E’ seguito un di-battito e confronto in as-semblea dove sono emer-se principalmente le ca-renze, gli obiettivi e leaspettative.Il Convegno è terminatocon le conclusioni del ve-scovo Giusti, il quale hasottolineato l’esigenza didare un volto nuovo all’ICper poter compiere unatappa verso la solenneProfessione di Fede, l’esi-genza di formare giovanicristiani. Come? Il sogget-to educante è la comunitàche non fa, ma è testimo-nianza attraverso la litur-gia, la carità, la comunio-ne, la capacità di volersi

bene, di accettare i limitidell’altro senza giudicareo criticare. Occorre aper-tura verso le aggregazionilaicali, annunciare il Van-gelo ai giovani e agli adul-ti, annunciare la fede del-la Chiesa.

I GIOVANI VOGLIONO LA VERITÀParlare ai giovani delle Ve-rità attraverso un linguag-gio adeguato, narrare lafede, puntando al cuore,che è Gesù Cristo, affasci-nando i ragazzi con la mi-stica. Bisogna sapere nar-rare la fede alle categoriedi oggi affrontando con laragione illuminata dallafede. I ragazzi non voglio-no discorsi personali, mala Verità, vogliono crederecon il cuore e con la men-te; per questo è necessarioformare gli adulti, fare ca-techesi familiare, averegruppi da quello dei fi-danzati a quello dei cate-chisti perchè la catechesinon ha una fine. La par-rocchia deve dare soste-gno alla famiglia, rassicu-rare i cuori con la grazia diDio; la comunità deve es-sere giovanile, condivisio-ne, accoglienza e soprat-tutto non si possono vive-re le grandi comunità senon c’è fraternità. Allora iragazzi scopriranno inparrocchia una secondacasa, sperimenteranno co-me è bello stare con il Si-gnore, avranno oratoriaperti, ascolteranno,avranno dialogo con ipresbiteri giocando conloro, vivranno nel Vange-lo, coinvolti nella vita co-munitaria, seguiranno laVia della Bellezza che liporta a scegliere l’amoreper Gesù Cristo, colpitidallo stupore per come sivive bene in Cristo, non sene andranno più.

Monica Calvaruso

Il convegno regionalea PistoiaPARROCCHIE

& Co.di Giulia Sarti

A San Ferdinando UNA COMUNITÀ INPREGHIERA PER PADRECOSIMO E SUOR DANIELA

inizio del nuovo anno per la comunitàTrinitaria di Livorno, non è nato sotto i

migliori auspici. Le suore della scuola ma-terna San Ferdinando hanno visto la loroMadre Superiore Suor Daniela Moschetta,venir colpita da un ictus a metà gennaio esubito sottoposta ad un delicato interventochirurgico. A distanza di pochi giorni il Su-periore dei padri Trinitari, Padre CosimoBleve, da tempo dolorante al petto, è statosottoposto ad un importante intervento car-diovascolare. Le preghiere dei confratelli esorelle, a cui si sono unite quelle dei fedelidella parrocchia, hanno sortito l’effetto spe-rato e, nonostante l’età avanzata dei due pa-zienti (ottantuno anni padre Cosimo e set-tantotto Suor Daniela) il lento ma costantemiglioramento delle condizioni di entrambiporta a ben sperare. L’improvvisa assenzadei Superiori non ha ostacolato la vita dellacomunità trinitaria, che ha sopperito alleduplici mancanze moltiplicando il proprioimpegno nelle attività parrocchiali, pur digarantire la presenza di confratelli in ospe-dale ai due pazienti.A rincuorare e supportare le tre Trinitariedella scuola materna nelle loro attività, sonogiunte a Livorno, a dare una mano a suorMargherita e suor Lucia, la Madre GeneraleSuor Maria Clotilde e suor Enrichetta, men-tre padre Michele Siggillino, cappellano delcarcere livornese, si è trasformato in ‘’tassi-sta’’, accompagnando le consorelle ed i pa-renti di Suor Daniela al suo capezzale, pergarantirle il costante affetto e la necessariaassistenza spirituale, aiutandola con le pre-ghiere ad uscire dal coma post operatorio edi timidi segnali di ripresa di questi giorni dimetà gennaio, sono confortanti. Ma il buon‘’tassista’’ non poteva dimenticare il suo Su-periore padre Cosimo e così, passando daun ospedale all’altro (Suor Daniela ricovera-ta a Livorno e padre Cosimo a marina diMassa), garantiva la presenza di parenti econfratelli, anche all’anziano superiore che,ripresosi dal delicato intervento, è ormai infase di guarigione per far rientro in comu-nità. Una comunità paradossalmente resaancor più salda da questi due tristi eventi,che hanno portato tanti fedeli a riunirsi inpreghiera col loro giovane parroco padreEmilio Kolaczyk, a recitare il Rosario davantiall’immagine della Madonna del Buon Ri-medio.

R.O.

’L

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 febbraio 2014 VII

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Il Santuario di Montenero tra storia e racconto

La Peste del 1564er la storia universale l’anno 1564 èimportantissimo perché il 15 febbraionasceva a Pisa Galileo Galilei checoncluderà la sua vita terrena ad Arcetri

(Firenze) 78 anni dopo. Galileo Galilei, nel1574, trasferitosi da Pisa a Firenze, tramite iVallombrosani di Santa Trìnita, fu novizio aVallombrosa ed ivi fece i suoi primi esercizidell’ammirabile ingegno. Ma suo padreVincenzo, con il pretesto di portarlo aFirenze per curarlo di una grave oftalmia, loindusse a lasciare la vita monastica. Infatti dauna lettera di Muzio Tebaldi indirizzata alpadre Vincenzo del 29 aprile 1578 sicomprende tutto il progetto di riportare nelsecolo Galileo Galilei. Ma le relazioni traGalileo e i suoi antichi maestrivallombrosani durarono nel tempo: nel1588 lo troviamo a Badia a Passignano(Firenze) ad insegnare matematica e neglianni successivi Galileo esporrà le sue ricerchescientifiche al suo grande maestro l’AbateGenerale di Vallombrosa don OrazioMorandi che morirà nel carcere romano diTordinona il 7 ottobre 1630 per le trame delCardinale Richelieu.

Proprio nell’anno della nascita del grandeGalileo una fiera pestilenza fece grandestrage in Toscana che pareva un deserto. Edecco che il morbo era giunto anche alle portedi Livorno; l’autorità cittadina aveva datotutte le disposizioni sanitarie chepermettevano i tempi. In quei giorni Livornodiede uno spettacolo edificante di fede, diprofonda pietà e di grande devozione allaMadonna di Montenero. Era unpellegrinaggio continuo: gente di ogni età edi condizione saliva a piedi scalzi alSantuario e genuflessi davanti alla sacraimmagine con preghiere e con lacrimeinvocavano la divina misericordia. I vecchi ei bimbi che non potevano salire il colle siinginocchiavano sulle piazze e sullepubbliche vie e gridavano: "Madonna diMontenero Salvateci!". E Livorno fu salva eda allora Maria Vergine fu la sua Patrona.Per questo quest’anno si ricorda il 450°anniversario della sua proclamazione apatrona principale della città.

P

l Santuario di Montenero va pure intimamentecongiunta la memoria del grande apostolo di Livorno

"frate Giunipero da Barga" cappuccino, chiamato Il SanVincenzo de Paoli della Toscana. Aveva vestito l’abitocappuccino nella Provincia Monastica Bolognese il 29ottobre 1645 ma poi, in seguito,venne ascritto allaProvincia Monastica della Toscana e venne mandato aLivorno dai suoi superiori nel 1667, in qualità dicappellano del bagno penale, e per 42 anni fu il veroangelo consolatore di tanti infelici, più disgraziati checolpevoli, e che allora la società puniva con tanta severitàche confinava con la crudeltà. Nel 1696 pubblicò in Luccal’operetta «I nomi di Gesù e di Maria».Ogni settimana il buon Padre Cappuccino saliva a piediscalzi a Montenero dicendo «vado dalla Padrona» e,secondo l’uso del tempo, portava anche lui una piccolapietra per depositarla ai piedi della croce quasi in cima allasalita (è la croce che oggi è all’ingresso dei localiparrocchiali del Monteroso). Frate Giunipero quando sitrovava di fronte ad un caso straordinario, o quando erarichiesto per un importante consiglio, non prendevaalcuna decisione e non dava il suo parere se prima nonsaliva a Montenero a prendere lume e ispirazione «dallaPadrona».Un giorno nel 1686 Frate Girolamo Gerini, di nobilissimafamiglia fiorentina ma umile converso del convento diBorgo Cappuccini, era stato destinato dai Superiori per lemissioni in Congo, ma non volle partire senza il consigliodi Fra Giunipero il quale salì a Montenero e solo doporispose al confratello che poteva partire tranquillamenteper il Congo. La Madonna di Montenero vollericompensare Frate Giunipero di tante grazie che coronònel momento della sua morte avvenuta senza dolore edagonia il 23 gennaio 1709. Le sue esequie furono untrionfo. Dopo la sua morte l’Abate Generale deiVallombrosani don Colombino Bassi- livornese efondatore di Valle Benedetta-indirizzò al Sommo Ponteficeun memoriale per procedere alla beatificazione dell’umilefrate di Barga.

A

SALVATI DAGLI OPPRESSORI

Maria stella del marea tradizione fa venire l’immagine della Madonna diMontenero da Negroponte (isola del mare Egeovicina alla Grecia) all’Ardenza ed il Santuario è sopraun colle che guarda il mare Tirreno. Il 21 settembre

1916, in una lettera di Papa Benedetto XV, il Pontefice siaugurava di veder aumentare la devozione alla Madonnadi Montenero "che protegge il nostro mare".Papa Pio XI in una lettera del 20 aprile 1923 così scrivevaal Superiore di Montenero: "Essendo a Montenero da piùsecoli venerata grandemente l’Immagine della Gran Madredi Dio, è incredibile quanto la Pia Vergine abbia a sé rivoltidi continuo i desideri ed i voti dei fedeli, e ciò per molti

benefici elargiti atutti. Di ciò ne fa fede,non solo la memoriadei miracoli, maancora lo stessotempio, con tantosplendore innalzatosul colle, da cui laCeleste Regina, comeda augusta sede,protegge, conparticolarebenevolenza, ilTirreno Mare".Nell’anno 1496l’ImperatoreMassimiliano Id’Asburgo messosi acapo di una legaformata da pisani,veneziani, genovesi emilanesi per assediareLivorno che eral’emporio principaledei fiorentini. Icongiurati gridarono:"a Livorno dunque,aLivorno". Il 27

ottobre l’Asburgo si muoveva da Pisa con un esercito pervia terra contro Livorno e dal mare, invece la flotta diGenova e Venezia. Intanto i Livornesi il 7 settembre, vigiliadella Natività della Madonna, erano saliti a Montenero perchiedere la grazia della liberazione della città dall’Asburgooppressore. Intanto dalla Francia erano partite le navi insoccorso di Livorno. Ormai tutto sembrava perduto maecco, all’improvviso,un inaspettato libeccio sbaragliò edistrusse la flotta nemica e l’Asburgo oppressore dovettefuggire.Livorno era salva ed il popolo ascrisse anche questaliberazione alla potente intercessione della sua Regina chedal Colle di Montenero veglia sempre sulla sua Città.

L UN SANTOfrate cappuccino

Frà Giunipero da Barga

Pagina a cura di don Luca BernardoGiustarini osb vall,Curato di Montenero

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 febbraio 2014VIII