La Settimana n. 22 del 9 giugno 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 9 giugno 2013 L a famiglia infatti è chiamata ad essere Chiesa, non in un momento particolare ma in tutti i momenti che sono essenziali e normali in una famiglia, quali: l’amore che unisce i membri, la vicendevole promozione, la generazione della vita e la crescita, il profondo dialogo educativo all’interno e all’esterno della famiglia, sino alla corresponsabilità che i genitori assumono di fronte alla vocazione dei figli che sono chiamati al Battesimo, alla Cresima, alla Eucarestia. Così la famiglia cristiana non è una comunità nella Chiesa solo perché ha degli atteggiamenti o degli incarichi ecclesiali; è diventata Chiesa, come famiglia, in quanto famiglia di battezzati. "È Chiesa la famiglia?", Una Missione d’accoglienza, 1974 Il pellegrinaggio come un’occasione di vacanza dall’impellenze materiali e quindi tempo di riscoperta della propria fede cristiana. Tutti gli itinerari proposti dall’agenzia della Diocesi Non solo vacanze… ndare in pellegrinaggio è sempre stato, fin dai tempi antichi, una forma di "purificazione" dell’anima; partire per un luogo lontano, offrire le fatiche, i rischi e i sacrifici in cambio di salvezza o di perdono, è sempre stata riconosciuta come una forte necessità da parte dell’uomo. Ancora oggi, sono molte le persone che partono con questo spirito, che si confrontano con le avventure e che hanno voglia di "mettersi in cammino". Roma, Loreto, Fatima, Lourdes, Santiago di Compostela, Gerusalemme e non ultima Medjugorje, sono le mete che il cristiano ma non solo lui, percorrere, così come i nostri antenati hanno fatto prima di noi. Non tutti però hanno la forza fisica e psicologica per affrontare un lungo cammino a piedi ma soprattutto, spesso, a causa dei tempi ristretti, non c’è la possibilità di fare un pellegrinaggio come quello dei nostri padri. Questo però non deve limitare la volontà e il desiderio di visitare questi luoghi ma anzi, deve spingere comunque ognuno di noi a poterlo fare, magari anche in modo più organizzato. La Diocesi di Livorno, ormai da anni, con la sua agenzia, Pharus Viaggi, mette a disposizione proposte con itinerari conosciuti e meno conosciuti, tentando di soddisfare le esigenze di tutti. Alcuni di questi pellegrinaggi, anche quest’anno, saranno accompagnati dal Vescovo mons. Simone Giusti, che offrirà ai partecipanti non soltanto la propria "guida" ma anche una partecipazione e condivisione del viaggio. «Durante i pellegrinaggi- come ci spiega monsignor Giusti - mi è sempre capitato di incontrare persone "lontane" dalla Chiesa ma che, vuoi per curiosità, vuoi A per desiderio, sono "capitate" insieme a me nel viaggio. Condividere tanti momenti di preghiera, parlare ed ascoltare ma soprattutto "vivere" questi luoghi, suscitano una sorta di desiderio profondo, una riscoperta della propria fede, che molto spesso sorprende». «I pellegrinaggi- continua il Vescovo- sono di per sé un dono di fede, una grande ricchezza, che ciascuno di noi ha la possibilità di sfruttare per crescere nella fede e nell’amore». Quindi perché non pensare a questa forma diversa di vacanza? Potrebbe essere un’opportunità non solo di conoscenza e di arricchimento culturale ma anche di approfondimento spirituale, un modo diverso di vivere la propria fede "toccando" con mano, rivivendo e respirando i luoghi che Gesù ha calpestato molti secoli fa andando in Terra Santa oppure andando in luoghi visitati dalla Vergine o impregnati dalla presenza di grandi santi come Assisi o San Giovanni Rotondo. Martina Bongini CASCIA 6 - 7 LUGLIO FATIMA con il Vescovo 11 - 16 LUGLIO TERRA SANTA con il Vescovo 18 - 24 AGOSTO SAN GIOVANNI ROTONDO con il Vescovo 2 - 4 SETTEMBRE ASSISI 4 - 6 SETTEMBRE POLONIA con il Vescovo 09 - 14 SETTEMBRE LOURDES IN AEREO DA PISA 24 - 27 SETTEMBRE MEDJUGORJE con il Vescovo 23 - 26 OTTOBRE (Volo diretto Pisa- Mostar) MEDJUGORJE 9-12 AGOSTO CON DON LUCA GIUSTARINI PARROCO DI MONTENE- RO (tutto bus) S. GIOVANNI ROTONDO PIETRELCINA - MONTEVERGINE E SANTUARIO DELL’INCORONATA DI FOGGIA 13 - 15 LUGLIO CON DON LUCA GIUSTARINI, PARROCO DI MONTENERO MEDJUGORJE (bus + traghetto) 23 - 28 SETTEMBRE CON DON PLACIDO BEVINETTO, PARROCO DELLA MADONNA Le proposte di PHARUS VIAGGI ALCUNE CURIOSITÀ’ La storia del pellegrinaggio IL PELLEGRINAGGIO PER I PRIMI CRISTIANI Per i primi cristiani Gerusalemme diventa la meta di un viaggio spirituale ambito nel desiderio di conoscere i luoghi dove Gesù visse, predicò e morì. Le radici del pellegrinaggio cristiano si ri- trovano anche in illustri esempi biblici, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento: da Adamo che dovette abbandonare l’Eden, ad Abramo, Isacco e Giacobbe che peregrinavano senza una fissa dimora, o come il popolo d’Israele che errò nel deserto. Il pellegrinaggio a Gerusalemme divenne per i cristiani un’usanza fissa a partire dal 313 d.C. con l’editto di Costantino e la li- bertà di culto nell’Impero Romano. Si andava per cercare la Croce, i chiodi, la tunica di Cristo, la Scala Santa o per ripercorrere i luoghi della sua sofferenza. A mano a mano che il culto cri- stiano si espandeva, cresceva anche la devozione per gli Apostoli Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, e ritenuti i fondatori della Chiesa. Così Roma diventa la città benedetta, battezzata dal sangue dei due apostoli di Cristo. Roma acquista un’importanza sempre maggiore rispetto a Gerusalemme, di pari passo con la decadenza dell’Impero Romano e sotto la pressione dei bar- bari che depredavano e devastavano città e vie di comunicazione. Fino a diventare la seconda Gerusalemme dal 638 d.C., anno in cui la città santa viene conquistata dagli Arabi e diventa sempre più difficile recarsi in pellegrinaggio ad Oriente. ALTO MEDIOEVO (DAL 500 AL 1000) Dal 500 fin verso l’anno 1000 il pellegrinaggio era un fenomeno prevalentemente individuale. Verso la fine del primo millennio, invece, prende corpo il pellegrinaggio collettivo, meglio pre- parato e senza dubbio meno rischioso. Una svolta nel carattere stesso del pellegrinaggio si ebbe a partire dal VII secolo, quando si cominciò a prescriverlo o ad imporlo, assieme all’elemosina, come penitenza per peccati di una certa gravità. Si andava in pellegrinaggio non solo per visita- re i luoghi santi di culto, ma anche per sciogliere un voto. Il pellegrinaggio come pratica di pe- nitenza e di riscatto morale coinvolge anche le classi sociali più alte, senza escludere re e impe- ratori. Il primo sovrano a recarsi a Roma fu Carlo Magno, nella Pasqua del 774. http://lcalighieri.racine.ra.it/Giubileo/pellegrinaggio.html IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Speciale PELLEGRINAGGI

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

9 giugno 2013

La famiglia infatti è chiamata ad essere Chiesa, non in unmomento particolare ma in tutti i momenti che sono essenziali e

normali in una famiglia, quali: l’amore che unisce i membri, lavicendevole promozione, la generazione della vita e la crescita, ilprofondo dialogo educativo all’interno e all’esterno della famiglia,sino alla corresponsabilità che i genitori assumono di fronte allavocazione dei figli che sono chiamati al Battesimo, alla Cresima,alla Eucarestia.Così la famiglia cristiana non è una comunità nella Chiesa soloperché ha degli atteggiamenti o degli incarichi ecclesiali; è diventataChiesa, come famiglia, in quanto famiglia di battezzati.

"È Chiesa la famiglia?", Una Missione d’accoglienza, 1974

Il pellegrinaggio comeun’occasione di vacanzadall’impellenze materiali e quindi tempo di riscopertadella propria fede cristiana.

Tutti gli itinerari propostidall’agenzia della Diocesi

Non solo vacanze…

ndare inpellegrinaggio èsempre stato, fin daitempi antichi, una

forma di "purificazione"dell’anima; partire per unluogo lontano, offrire lefatiche, i rischi e i sacrifici incambio di salvezza o diperdono, è sempre statariconosciuta come una fortenecessità da parte dell’uomo.Ancora oggi, sono molte lepersone che partono conquesto spirito, che siconfrontano con le avventuree che hanno voglia di"mettersi in cammino".Roma, Loreto, Fatima,Lourdes, Santiago diCompostela, Gerusalemme enon ultima Medjugorje, sonole mete che il cristiano manon solo lui, percorrere, cosìcome i nostri antenati hannofatto prima di noi. Non tutti però hanno la forzafisica e psicologica peraffrontare un lungo camminoa piedi ma soprattutto,spesso, a causa dei tempiristretti, non c’è la possibilitàdi fare un pellegrinaggiocome quello dei nostri padri.Questo però non develimitare la volontà e ildesiderio di visitare questiluoghi ma anzi, deve spingerecomunque ognuno di noi apoterlo fare, magari anche inmodo più organizzato.La Diocesi di Livorno, ormaida anni, con la sua agenzia,Pharus Viaggi, mette adisposizione proposte conitinerari conosciuti e menoconosciuti, tentando disoddisfare le esigenze di tutti.Alcuni di questi pellegrinaggi,anche quest’anno, sarannoaccompagnati dal Vescovomons. Simone Giusti, cheoffrirà ai partecipanti nonsoltanto la propria "guida"ma anche una partecipazionee condivisione del viaggio.«Durante i pellegrinaggi-come ci spiega monsignorGiusti - mi è sempre capitatodi incontrare persone"lontane" dalla Chiesa mache, vuoi per curiosità, vuoi

Aper desiderio, sono "capitate"insieme a me nel viaggio.Condividere tanti momentidi preghiera, parlare edascoltare ma soprattutto"vivere" questi luoghi,suscitano una sorta didesiderio profondo, unariscoperta della propria fede,che molto spesso sorprende».«I pellegrinaggi- continua ilVescovo- sono di per sé undono di fede, una grandericchezza, che ciascuno di noiha la possibilità di sfruttareper crescere nella fede enell’amore».Quindi perché non pensare aquesta forma diversa divacanza?Potrebbe essereun’opportunità non solo diconoscenza e diarricchimento culturale maanche di approfondimento

spirituale, un modo diversodi vivere la propria fede"toccando" con mano,rivivendo e respirando iluoghi che Gesù ha calpestatomolti secoli fa andando in

Terra Santa oppure andandoin luoghi visitati dalla Vergineo impregnati dalla presenzadi grandi santi come Assisi oSan Giovanni Rotondo.

Martina Bongini

CASCIA6 - 7 LUGLIO

FATIMA con il Vescovo11 - 16 LUGLIO

TERRA SANTA con il Vescovo18 - 24 AGOSTO

SAN GIOVANNI ROTONDO con il Vescovo 2 - 4 SETTEMBRE

ASSISI4 - 6 SETTEMBRE

POLONIA con il Vescovo 09 - 14 SETTEMBRE

LOURDES IN AEREO DA PISA24 - 27 SETTEMBRE

MEDJUGORJE con il Vescovo 23 - 26 OTTOBRE (Volo diretto Pisa- Mostar)

MEDJUGORJE9-12 AGOSTOCON DON LUCA GIUSTARINI PARROCO DI MONTENE-RO (tutto bus)

S. GIOVANNI ROTONDOPIETRELCINA - MONTEVERGINE E SANTUARIODELL’INCORONATA DI FOGGIA 13 - 15 LUGLIOCON DON LUCA GIUSTARINI, PARROCO DI MONTENERO

MEDJUGORJE (bus + traghetto)23 - 28 SETTEMBRE CON DON PLACIDO BEVINETTO,PARROCO DELLA MADONNA

Le proposte di PHARUS VIAGGI

ALCUNE CURIOSITÀ’

La storia del pellegrinaggioIL PELLEGRINAGGIO PER I PRIMI CRISTIANI Per i primi cristiani Gerusalemme diventa la meta di un viaggio spirituale ambito nel desideriodi conoscere i luoghi dove Gesù visse, predicò e morì. Le radici del pellegrinaggio cristiano si ri-trovano anche in illustri esempi biblici, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento: da Adamoche dovette abbandonare l’Eden, ad Abramo, Isacco e Giacobbe che peregrinavano senza unafissa dimora, o come il popolo d’Israele che errò nel deserto. Il pellegrinaggio a Gerusalemmedivenne per i cristiani un’usanza fissa a partire dal 313 d.C. con l’editto di Costantino e la li-bertà di culto nell’Impero Romano. Si andava per cercare la Croce, i chiodi, la tunica di Cristo,la Scala Santa o per ripercorrere i luoghi della sua sofferenza. A mano a mano che il culto cri-stiano si espandeva, cresceva anche la devozione per gli Apostoli Pietro e Paolo, martirizzati aRoma, e ritenuti i fondatori della Chiesa. Così Roma diventa la città benedetta, battezzata dalsangue dei due apostoli di Cristo. Roma acquista un’importanza sempre maggiore rispetto aGerusalemme, di pari passo con la decadenza dell’Impero Romano e sotto la pressione dei bar-bari che depredavano e devastavano città e vie di comunicazione. Fino a diventare la secondaGerusalemme dal 638 d.C., anno in cui la città santa viene conquistata dagli Arabi e diventasempre più difficile recarsi in pellegrinaggio ad Oriente.

ALTO MEDIOEVO (DAL 500 AL 1000)Dal 500 fin verso l’anno 1000 il pellegrinaggio era un fenomeno prevalentemente individuale.Verso la fine del primo millennio, invece, prende corpo il pellegrinaggio collettivo, meglio pre-parato e senza dubbio meno rischioso. Una svolta nel carattere stesso del pellegrinaggio si ebbea partire dal VII secolo, quando si cominciò a prescriverlo o ad imporlo, assieme all’elemosina,come penitenza per peccati di una certa gravità. Si andava in pellegrinaggio non solo per visita-re i luoghi santi di culto, ma anche per sciogliere un voto. Il pellegrinaggio come pratica di pe-nitenza e di riscatto morale coinvolge anche le classi sociali più alte, senza escludere re e impe-ratori. Il primo sovrano a recarsi a Roma fu Carlo Magno, nella Pasqua del 774.

http://lcalighieri.racine.ra.it/Giubileo/pellegrinaggio.html

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

SpecialePELLEGRINAGGI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 giugno 2013II

verso la festa diocesana DELLA FAMIGLIA

Siamo nati coni cromosomi di Dio

on un caldo sole primaverile, cosamolto rara di questi tempi, i vari

gruppi del. Apostolato dellaPreghiera provenienti da molteDiocesi della Toscana fra cui Empoli,Pistoia, Pescia, San Miniato, insiemea quello di Livorno (erano ben 200!)si sono dati appuntamento alSantuario di Montenero perl’annuale Pellegrinaggio ai piedi diMaria, patrona della Toscana e cosìconcludere l’anno sociale.Ad attenderli c’era don Willy Blanco,responsabile del gruppo livornesecon il quale hanno recitato sulsagrato, il Santo Rosario. Quindi alle11 il vescovo Giusti ha presieduto lacelebrazione eucaristica dentro ilSantuario e ha ringraziato per lanumerosa presenza dell’Apostolatodella Preghiera nella sua Diocesi, icui gruppi sono dediti ad unapreghiera vissuta intensamente. Haquindi esortato tutti i presenti acontinuare in questo cammino e inquesto prezioso servizio per laChiesa e per il mondo sempre piùammalato di efficientismo. Moltointense le intenzioni di preghierapreparate dai rappresentanti dei varigruppi delle Diocesi intervenute chehanno chiesto a Maria la protezionesul Papa, i Vescovi e i sacerdoti.Al termine della Messa un pranzoconviviale per poi trovarsinuovamente nel Santuario nel primopomeriggio per la preghiera dichiusura del Pellegrinaggio. Lasegretaria regionale dell’Apostolatodella Preghiera, Stefania Tempesti haraccontato una testimonianza moltocommovente riguardo la sua recentepartecipazione al campo diconcentramento di Mauthauseninsieme ad un gruppo laico di exdeportati nei campi nazisti ANED.Nelle frasi virgolettate possiamocogliere l’esperienza di preghiera cheha fatto: “...contrariamente a tutte lecerimonie, dove le parole dellepersone che si sono avvicendate perdeporre le corone di alloro allamemoria, erano vuote, la Parola diDio, impronunciabile come la ParolaCroce, nel mio cuore risuonava pienadi speranza…. Si vorrei tantoritornare a Mauthausen, ma non coni gonfaloni della Provincia e deiComuni, ma con i nostri stendardi ecelebrare là, su quelle terre intrise delsangue dei martiri, l’Eucarestia”. L’appuntamento per l’inizio delnuovo anno dell’Apostolato dellaPreghiera è per il 9 Ottobre 2013 adEmpoli dove si terrà il ConvegnoRegionale.

Monica Cuzzocrea

C

LA MOSTRA IN DUOMO

stata inaugurata in cattedrale lamostra «Videro e Credettero- labellezza e la giuria di sentirsi cri-stiani». La rassegna è stata realiz-

zata dall’associazione «Itaca» per l’An-no della Fede, col patrocinio del Ponti-ficio consiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione, del ProgettoCulturale, dell’Ufficio ComunicazioniSociali della CEI e promossa dal centroculturale «Il Portico di Salomone». Il ta-glio del nastro con la presenza del ve-scovo Giusti e di Del Pane, curatore del-la mostra che, come da lui stesso di-chiarato nella presentazione «è unostrumento itinerante composto da 32pannelli, a disposizione delle diocesi,per una comunicazione città per cittàdei contenuti essenziali della fede edella vita cristiana».In cattedrale rimarrà sino al 7 giugnodopodiché si sposterà per due giorni al-la Festa diocesana della famiglia nella

parrocchia della SS.Annunziata a LaLeccia.«L’Anno della Fede - ha detto il Vescovo- ci porti a rinnovare il nostro Credoperché senza Fede in Dio si crea una so-cietà della morte dove, su tutto e tutti,prevale il nulla, portandoci allosconforto ed ad un senso di vuoto, chepensiamo di riempire con cose mate-riali, per soddisfare egoisticamente so-lo i nostri personali bisogni, ma chepoi si rivelano insufficienti ad appagarela richiesta d’amore insita nel nostroDNA». E ancora: «Solo Dio è onnipo-tente, eterno, perfetto e chiunque pensidi poter fare a meno di Lui dovrà rive-dersi.Abbiamo già avuto esempi nellastoria, dove uomini potenti e grandiimperi sono caduti uno dopo l’altro,ma Dio è sempre lì e questo è uno degliscopi della mostra».La serie dei 32 pannelli che partendodalla storia prima della venuta di Gesù,ci accompagna sino ai giorni nostri, èuna suggestiva e toccante carrellata diflash, correlata da frasi evangeliche epensieri di Benedetto XVI che induco-no il visitatore ad un profondo esamedi coscienza.

Roberto Olivato

È

Il pellegrinaggioregionale a Montenero

L’Apostolato dellapreghiera: unprezioso servizioalla Chiesa

Trasmettere la fede ai figli.Perché oggi sembra cosìdifficile farlo?«Il dramma di oggi è questo:non si parla più del propriorapporto personale con Dio,ma di un qualcosa che stafuori. Invece devo raccontare ilmio Dio e far vedere quantosia bello. L’importante è primadi tutto vivere la fede in primapersona, poi creare unrapporto di amicizia con i figli,che non escluda certol’autorità, ma un’amiciziacristiana che parli della propriafede».

Siamo arrivati a parlare di crisidi valori, con le chiese che sisvuotano di giovani. La "colpa"di tutto questo è nellagenerazione dei figli, deigenitori, di entrambi?«Trasmettere la fede non vuoldire più, o non ha mai volutodire, insegnare regole, madiventare testimoni per riuscirea farci seguire. Prima c’èbisogno di capire come"funzionano" i ragazzi. Ci siaccorgerebbe che nonpossiamo fare lo stesso lavoroche i nostri genitori hannofatto con noi».

E a livello di chiesa cosamanca?«La Chiesa dovrebbe esserecome un pellicano. Questoanimale vola alto sul mare, poi

si butta sul pesce, lo mastica elo dona i figli. Anche noi,come Chiesa dovremmomasticare il Vangelo, erenderlo nello stesso modo deipellicani ai nostri giovani chevivono nella società delleemozioni.Anche i sacerdoti devono avereil coraggio di dire che Gesù è lacosa più bella che esiste. Erenderlo visibile a tutti conuna vita che sostanzi la Parola.Proprio come fa PapaFrancesco».

In che senso?«Prima di iniziare l’udienza,gira per un’ora intera tutta lapiazza per salutare la gente, lovive il Vangelo in mezzo a loro,poi inizia a parlarne. Forse èper questo che riesce aconquistare tante persone,perché lo fa e lo fa con gioia. Equando qualcuno vede questo,quei cromosomi particolariche già sono dentro di lui,prendono vita».

Di quali cromosomi parla?

«Dei cromosomi di Dio.Quando veniamo concepiti,non siamo formati solo daicromosomi di mamma ebabbo. Ci sono anche quelli diDio che ci rendono personecapaci di intessere relazioni,programmati per amare, capacidi provare gioia ogni volta chevediamo una cosa vera etristezza se capiamo che èfalsa. Cromosomi che ci dannola luce per vivere l’attimopresente».

Giulia Sarti

Sarà Ezio Aceti a guidare il convegnodi sabato 8 giugno alle 15,30 alla

Festa della famiglia. Aceti, laureatoin psicologia e diplomato poi in

Scienze Religiose con una tesisull’Educazione al Sacro nel bambino

da 0 a 6 anni, si occupa da anni del rapporto tra genitorie figli. Il suo intervento alla festa

metterà insieme le sue competenzecon un convegno dal titolo:

«La trasmissione della fede ai figli».Gli abbiamo chiesto una piccola

anticipazione che vi riassumiamo

La mostra sarà in cattedralefino al 7 giugno, poi si sposterà alla Festadella Famiglia alla Leccia

L’8 E 9 GIUGNO ALLA PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA DEI GRECI (VIA OLANDA)

Riepiloghiamo i momenti della Festaabato 8 Giugno ore 11.00 “Petali dal cielo”, musical preparato dalla scuola cattolica l’Imma-colata.

Nel frattempo nel porticato della chiesa della SS. Annunziata dei Greci: bancarelle, stand, mo-stra “Videro e Credettero”, esposizione dei lavori del concorso artistico e fotografico.Alle 15.30 convegno interattivo con lo psicologo Ezio Aceti, sul tema della fede.Alle 20 cena al sacco e concorso gastronomico: della schiacciata fatta in mille modi e dei dolciin fantasia (iscrizioni sul sito http://www.diocesilivorno.it/sezione/pastorale-familiare)Sabato sera a partire dalle 21.00 musical su don Quilici, poi i cori Springtime, Musictime eDoReMi, intervallati da alcune testimonianze di fede di giovani e famiglie.Nella notte, animata dagli Scout e dai giovani della Pastorale giovanile diocesana, adorazioneeucaristica continuata.Domenica 9 Giugno alle 8.00 Lodi, alle 9.30 convegno su “Fede e socialnetwork” insieme adon Danilo Costantino; alle 11.00 S. Messa celebrata dal vescovo Simone e poi il pranzo incondivisione.Alle 15.00: i giochi insieme, genitori e figli e premiazione dei concorsi.Alle 17,00 al Palamodigliani sarà presente Kiko Arguello, fondatore del camminoNeocatecumenale.

S

Videro e Credettero: la gioia di essere cristiani

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 giugno 2013 III

Un impegnodi servizioe spiritualitàDon Ivano Costa, originario diPiombino, classe 1950, ordinato aLivorno il 26 Maggio del 1979, èstato nominato dal Vescovo nuovoVicario generale.Dalla sua ordinazione don Ivano haricoperto numerosi compiti: è statocappellano a S. Matteo,collaboratore a S. Lucia, hainsegnato alle Scuole Magistrali eal Seminario di Pisa, nonché allaScuola Interdiocesana di Teologia aCamaiore, è stato viceparroco ai Sette Santi,parroco a Ss. Pietro e Paoloin Colognole, vice cancellieredella Curia e ultimamenteCanonico Penitenziere dellaCattedrale e assistentedell’Istituto Immacolata

o scorso 22 Maggio RolandoBaldacci, Fulvio Falleni, Giulio

Galletti, Umberto Paolini, e nelricordo anche Gianluigi Merlo hannofesteggiato 25 anni di ordinazionediaconale.25 a servizio della Chiesa livornese,impegnati in ruoli diversi e ugualmenteimportanti. Anche a nome dei lettori, laredazione de «La Settimana», ringrazia iDiaconi per il loro impegno e auguraloro buon proseguimento di cammino,allargando il ringraziamento el’augurio a tutti i diaconi permanentidella Diocesi!

L

Un anniversarioda ricordare

25 annidi diaconia

ei giorni scorsi il Vescovo Simone, aseguito di una votazione a cui hapartecipato tutto il clero livornese,ha nominato Don Ivano Costa

nuovo Vicario Generale della Diocesi. Uncompito che lo renderà forse più visibile pertutti quelli che finora non hanno avuto mododi conoscerlo, visti i suoi compiti non“appariscenti” come ci dice lui stesso.

Don Ivano, fino ad oggi di che cosa sioccupava?«Prima di questa nomina ho avuto tantiincarichi, ma spesso di caratterespirituale. Mi potevate trovare soprattuttoin Duomo, visto che il mio ruolo eraquello di canonico penitenziere dellaCattedrale. Mi sono dedicato allaconfessione, un compito importante manon appariscente a livello cittadino edecclesiale. Anche negli incarichi comevice parroco mi sono dedicato alleconfessioni, alle celebrazioni eucaristichee al dialogo personale con i fedeli.Sempre in questo ambito anchel’impegno che mi è stato affidatoquest’anno; quello di guidare i ritirispirituali mensili che si svolgonoall’Istituto S. Caterina».

Questa nuova nomina in cosa consiste?«I miei compiti saranno soprattutto quellidi sostenere il Vescovo nella sua missione,nella sua opera pastorale qui a Livorno,aiutarlo nel suo ministero e servirlo nelmigliore dei modi. Ma anche i mieiconfratelli potranno fare affidamento sudi me per ogni tipo di aiuto, sia a livellopersonale che a livello pastorale».

Sono stati anche loro a sostenere la suanomina. Quale è il suo rapporto con isacerdoti della Diocesi?«Credo che sia un buon rapporto, lospero! Con questo mio nuovo incaricocercherò di mettermi al loro servizioseguendo le parole di Papa Francescoquando ha affermato che nella Chiesa iposti di “potere” sono soprattutto posti diumile servizio nei confronti degli altri, inquesto caso dei miei confratelli».

Lei anche docente?«Sì, ho insegnato al seminario di Pisa e aLido di Camaiore, ho insegnato alleMagistrali e nella nostra Diocesi sonostato docente della Scuola di teologia. Alivello teologico mi sono specializzatonella Patristica, lo studio dei grandi Padrie scrittori della Chiesa dei primi secoli,questo è quello a cui mi sono dedicato inmodo quasi totale, rendendo la patristicala mia principale competenza».

G.S.

NIL LIVORNO IN SERIE A

Una promozione non solo calcistica

Nelle foto, dall’alto: Umberto Paolini, Gianluigi Merlo,Fulvio Falleni, Rolando Baldacci e Giulio Galletti

n anno iniziato con il solo desiderio di salvezza, frastornato dalla precedente stagione che havisto il Livorno salvarsi all’ultima giornata, ma soprattutto devastato dalla morte prematura sulcampo di Pescara di Piermario Morosini, la storia della stagione 2012/2013 è tutta un’altracosa.

Forse nella partita di Natale contro il Sassuolo, forse il match più significativo dell’anno, come un regalosotto l’albero, la squadra inizia a pensare di poter trasformare la stagione in una favola, quella che ognigiocatore almeno una volta in carriera vorrebbe veder realizzata: la promozione in serie A.Certo, non sarà come vincere il mondiale ma la gioia dei loro volti domenica scorsa all’Armando Picchi eracommovente.Uno stadio intero, come da anni non si vedeva, ha incitato per novanta minuti la squadra labronica nelderby toscano contro l’Empoli, un solo imperativo, quello lanciato dalla curva nord ad inizio partita"Combatti"; un messaggio semplice, che sembra quasi andare al di là delle mura dello stadio per incitaretutta la città.Gli undici uomini in campo lo hanno fatto, fino all’ultimo secondo, guidati da un giovane allenatore alleprime armi, Davide Nicola, che ha saputo fin dal ritiro estivo, trasmettere ai giocatori la fiducia e la forza digruppo necessarie per raggiungere questo obiettivo; undici uomini in campo che hanno espresso un "calciopulito"con la voglia di giocare sempre fino in fondo, al massimo delle proprie possibilità, senza sprecarenessun pallone e rispettando l’avversario sempre e comunque.Una squadra che ha saputo fare dell’umiltà e del lavoro le sue armi più micidiali, che è riuscita a rialzarsidopo grandi sconfitte, dopo episodi non troppo sportivi bensì sempre più fortificata.Un gruppo unito nel ricordo di Piermario Morosini, al quale la squadra ha dedicato la promozione nellamassima serie; "il Moro" anche se rimasto poco tempo a Livorno ha segnato i cuori non solo dei giocatorima anche dei tifosi, una figura che da lassù farà sempre il tifo per "noi".

Martina Bongini

LE PAROLE DI MONSIGNOR GIUSTI INTERVISTATO DALLA RADIO VATICANA A PROPOSITODELLA PROMOZIONE DEL LIVORNO CALCIO«Mi auguro che la promozione in serie A sia un segno di buon auspicio per tutta la città. Soprattutto perl’aspetto del lavoro. La città si è sentita molto coinvolta e mi auguro che l’ottimismo della vittoria, dedicata aMorosini, possa stimolare anche altri settori della vita cittadina. La vittoria del Livorno è stata accolta da unatifoseria festosa e tranquilla. Nonostante quello che spesso si dice, su migliaia e migliaia di tifosi labronicisolo una cinquantina sono quelli seguiti dalla Questura. Ma sono comunque lo sport ed i giovani a vincere!»

U

CONOSCIAMOil nuovo Vicario Generale

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 giugno 2013IV

VENERDÌ 7 GIUGNO9.30 ritiro del clero alla chiesa di S.An-drea Apostolo18.30 S. Messa in occasione del termi-ne dell’anno scolastico all’Istituto Sa-cro Cuore

SABATO 8 GIUGNOFesta della Famiglia, alla chiesa dellaSantissima Annunziata dei Greci nelquartiere della Leccia13.00 pranzo alla Casa famiglia "Scot-to" a Stagno18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Ranieri a Guasticce

DOMENICA 9 GIUGNO11.00 S. Messa in occasione della Festadella Famiglia alla chiesa della SS. An-nunziata dei Greci alla Leccia17.00 Saluto al convegno dei Neocate-cumenali con Kiko Arguello, al Pala-modigliani

Da lunedì 10 a giovedì 13 Giugno ilVescovo partecipa all’assembleaitinerante della CET a Bolzano eBressanone

VENERDÌ 14 GIUGNO9.30 incontro con il clero giovane invescovado20.30 chiusura dell’anno sociale delSerra Club

SABATO 15 GIUGNO8.00 pellegrinaggio diocesano mensileal Santuario di Montenero, S.Messa ebenedizione dei fidanzati11.30 premiazione degli studenti all’I-stituto Nautico Cappellini14.00 incontro diocesano dei mini-stranti (vd. Locandina pag 8)21.00 processione in occasione dellafesta del santo patrono a Cascine diButi

DOMENICA 16 GIUGNO10.00 S. Messa, cresime e prime comu-nioni alla chiesa di S. Giuseppe a Nib-biaia12.00 Saluto all’assemblea SAIS in ViaLa Pira16.00 incontro con le religiose

Agenda del VESCOVO

ALLA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE

Si può dire “Dio”, oggi?Incontri sulla nuova evangelizzazione

La fede è un dono da condivideretrovando la sintonia con una realtàsociale e culturale che interpella ilcredente e chiede di rendere ragione diquello che si è. Si aprono nuovi scenariche il credente non può ignorare. E’questa la sfida, ma anche la promessa, lagrazia che ci viene data di "ricominciare acredere", per questo la parrocchia deiSalesiani ha organizzato un ciclo di treincontri sul tema “È ancora possibile direDio, oggi?”.Questo il programma degli incontri:

GIOVEDI 6 GIUGNO“Luoghi e metodi della Nuovaevangelizzazione”. Relatore sarà monsignorSimone Giusti

LUNEDÌ 10 GIUGNO“Contenuti del primo e secondo annuncio”.Relatore don Severino Dianich

GIOVEDÌ 13 GIUGNO“Tre parroci si interrogano: quale nuovaevangelizzazione a Livorno”. Realatori: donRaffaello Schiavone, don Luciano Musi,don Gino Berto. Modera l’incontroAlessandro Latorraca.

Gli incontri avranno inizio alle 21,00 e sisvolgeranno nei locali della Parrocchia S. Cuore (Viale Risorgimento,77).

In ricordo di MARTIN RICHARDuando all’inizio dell’anno avevamofatto il programma delle varie inizia-

tive per festeggiare il mio 25° anniversa-rio di sacerdozio, avevamo pensato a tan-ti progetti tutti in favore dei bambini delmondo: Betlemme, Brasile, Perù, Ecua-dor, Roma ecc. ma non avevamo messoin conto nella nostra lista Boston. La cittàamericana è entrata a far parte del nostroprogetto dopo il tragico, vile attentatodel 15 Aprile scorso, e con questo eventoè entrato nel nostro cuore il piccolo Mar-tin. Martin Richard è il bambino di otto anniucciso dalla esplosione della bomba; Bo-ston, sua città natale, al traguardo dellaMaratona e con lui altre due giovani vite Era in attesa dell’arrivo del papà, manonella mano con la mamma Denise e conla sorellina di sei anni che giocava pocolontano con il fratellino più grande, inuna mattina di festa in questa primaveraappena iniziata, era il "Patriot Day" gior-no di festa nazionale statunitense. Ma alleore 20,50, ora italiana, tutti i suoi sogni dibambino sono stati bruciati dall’esplosio-ne di una bomba. L’onda d’urto è statatroppo forte ed il piccolo corpo di Martinnon ha retto. Hanno lacerato un piccolofiore primaverile ma ancora una voltanon sono riusciti a cancellare la Primave-ra; Martin continuerà a vivere nei cuoridegli uomini e delle donne che ogni gior-no lottano e vivono per far vincere Vita.Lo porteremo nelle nostre corse, nelle no-stre gare, nei giorni lieti e belli come inquelli impegnativi dove fatica e dolorespesso di fanno credere che non ce la fa-

rai. Martin continuerà a correre con noi!Per onorare il suo ricordo abbiamo datovita ad serie di eventi: primo dei qualiuna salita di corsa al santuario mariano diMontenero per accende una luce e recita-re una preghiera. Lo abbiamo fatto incompagnia di Laura Baldanzi, nota run-ner labronica e mamma di due bambini.Una corsa per dire no al male e alla vio-lenza. Poi, Il giorno della gara cittadina"Corriprimavera" è stato distribuito a tut-ti i partecipanti il fiocco bianco di Martinda apporre alle nostre maglie, raccoglien-do dalla generosità dei partecipanti, lasomma di $ 275 che abbiamo versato suun speciale Fondo creato dalla città di Bo-ston per le vittime.https://secure.onefundboston.org/pa-

ge/-/donate8.htmlIl cartello di Martin è stato esposto il gior-no della "Camminata della solidarietà" ein occasione della "Giornata della sicu-rezza", che ci è tenuta al Parco Pertini ilgiorno 31 Maggio scorso, in tali occasionisono stati liberati in cielo anche mongol-fiere colorate in segno di speranza.E’ stata anche composta una preghierache vi lasciamo di seguito perché anchevoi possiate pregare per lui e per la sua fa-miglia che ora è nel dolore. Pensate la so-rellina ha subito una amputazione e lamamma è stata operata alla testa.Siamo sicuri che ri-incontreremo il picco-lo Martin e lo potremo ri-abbracciare,quando anche noi, varcata la linea deltraguardo., oltre la linea del finish dellanostra Grande Maratona. lo troveremoad attenderci con il suo sorriso di bambi-no sulle labbra per darci il benvenuto. ADio Piccolo Martin Maratoneta della Vita,A Dio, non ti scorderemo mai!

gibi

Preghiera per MartinSignore della Vita e della Gioia, che ci atten-di al traguardo della nostra storia, dopo unacorsa esaltante, lunga e faticosa come puo’ es-sere una Maratona.Questa sera ti preghiamo per Martin, era soloal primo chilometro della sua corsa, e atten-deva il papa’, in un giorno di festa per poterloabbracciare.Tu che sei Padre, tienilo tra le Tue braccia econ lui la sua famiglia che ora e’ nel dolore.Amen

Q

IL PORTICO DI SALOMONE RILEGGE

«Il Potere dei senzaPotere di Vàclav Havel»

erché rileggere oggi Il potere dei senza potere, un testo scritto nel1978 quando il blocco sovietico era ben saldo e Havel un "dissidente"

tenuto sotto stretto controllo dalla polizia?Il tempo ha poi reso giustizia all’uomo, divenutopresidente della Cecoslovacchia prima e dellaRepubblica Ceca dopo, scomparso qualche annofa.A questa domanda risponderà il filosofo AlexandrFilonenko nell’incontro organizzato dal CentroCulturale Il Portico di Salomone , lunedì 10giugno presso l’auditorium Pamela Ognissantidella circoscrizione 1 a Livorno - piazza Saragat 1(ingresso via Gioberti).Nel contesto di crisi e di crisi di identità che daanni affligge l’Italia e l’Europa, quest’operasollecita a interrogarsi sul rapporto tra l’uomo e lapolitica, tra l’"io" e il potere.Descrivendo un sistema post-totalitario, in cuil’"io" sembrerebbe condannato all’irrilevanza,sorprendentemente Havel ne fa invece il perno e il

protagonista della vita pubblica perché "tutti coloro che vivono nellamenzogna ad ogni momento possono essere folgorati dalla forza dellaverità" con esiti imprevedibili sul piano sociale: "nessuno sa quando unaqualsiasi palla di neve può provocare una valanga".La vita stessa di Havel mostra che un "io" non de-moralizzato, cioè nonrassegnato alla menzogna, può diventare attore della trasformazionedella storia di un Paese e dell’intera Europa: "Solo con una vita miglioresi può costruire anche un sistema migliore".

A cura di A. Capaccioli

P

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 giugno 2013 V

DI MAURO DONATEO

ppena si apre la porta,Clara, un bellissimogolden retriever di 12anni, ci viene incontro

per farci le feste. Quindi eccoarrivare subito anche Elena, 5anni, una bambina moltosveglia e affettuosa, chefrequenta l’asilo dei Girasoli. Eovviamente poi ci sono ancheloro: Claudio Mattioli, 38 anni,educatore di comunità al Ceisdi Livorno, e Chiara La Rocca,38 anni, insegnante diLettere alle Mazzini.Mentre ciaccomodiamo altavolo, "mammaChiara" finisce diallattare la piccolaAurora, 6 mesi eprossima al battesimo.Sposati da dieci anni,con altrettanti anni difidanzamento allespalle, Claudio eChiara sono unabellissimatestimonianza di cosavuol dire esserefamiglia oggi.

Veniamo subito aldunque: quali sono ledifficoltà maggiori incui vi imbattete comefamiglia?«Potremmoriassumerle tuttemoltosemplicemente inun’unica frase: lamancanza di tempo.Oggi tutti corrono,anche gli amici, i colleghi, ebisogna stare al passo, con ilrischio di avere meno tempoper noi. Don Roberto[Corretti] alla preparazioneper le coppie al matrimonioci diceva sempre di ritagliare15 minuti per ogni cosa, lecoccole, la Bibbia, il giornaleecc…ma oggi con questiritmi e i figli è impossibile.»

Quindi se uno vi chiedesse dicosa avreste bisognomaggiormente….?«Ore di tempo, senza dubbio.Questo problema si èaccentuato dopo la nascitadei bimbi. Se hai i nonni che

A

danno una mano, allora vagià meglio, ma se non li hai,come nel nostro caso, lacarenza di tempo diventafondamentale. Inoltre lasocietà e la sanità ti seguonofinché il bimbo lo hai inpancia, poi…..»

In che senso?«Per fare un esempio moltoconcreto: il bimbo si ammalanel week end? Il pediatra nonc’è, quindi devi andaredirettamente al prontosoccorso, o in alcuni casi,contattare il medico solodalle 8 alle 10 del sabatomattina. Insomma, non un

grande aiuto per chi si ritrovacon dei bambini malati,specialmente le prime volte.Un altro esempio? Gli spaziesterni. A Livorno non ce nesono tanti per i bimbi dai 2ai 5 anni. In Villa Fabbricotti,tanto per dirne una, ci sonopochi giochini per quell’età equesto comporta che sonosempre pieni.»

Che cosa consigliate allora?«Oggi manca pensarequalcosa che supporti lafamiglia, non solo a livelloeconomico, ma comedicevamo prima, anche piùin generale. L’entrata

flessibile agli asili,ad esempio, è unaltro modo perandare incontroalle famiglie chelavorano. Occorreche la società cambimodo di pensare lafamiglia, che non laconsideri più solocome fonte diacquisto, ma anchecome risorsaumana. Ci vuole unprogetto culturaleche metta lafamiglia con le sueproblematicheconcrete al centrodi tutto. Inoltrepotrebbero essereincentivati i corsialla formazione

genitoriale, ne esistonoalcuni, ma attraggono solopoche persone, bisogna,invece, attirare un numeromaggiore di madri e padrialle prime armi. Noi moltecose le abbiamo imparatesulla nostra pelle…. »

Ultima domanda: la Chiesacome la avvertite?«Non sempre anche inambito ecclesiale si pensacon gli occhi della famiglia.Alcune messe sono a orariimproponibili e strutturate inmodo disagevole per igenitori con figli. Stessodiscorso per riunioni eincontri. Prima di avere Elenae Aurora, siamo statianimatori e poi formatoridegli animatori, semprepresenti agli impegniparrocchiali. Poi con la loronascita la nostra vita ècambiata, non abbiamo piùpartecipato come primae…siamo stati tagliati fuori,nessuno ci ha più cercato. Avolte prevale più il chiedereche il dare...ma la Chiesa èuna grande famiglia, anche sefa molta fatica a esserecomunità.»

E quindi?«Bisogna arrivare tuttiinsieme, una comunità èbella perché unita. Sipotrebbero pensare dellemesse più a portata dellefamiglie, con omelie piùcorte, più musiche e canzoni,senza separare i genitori daifigli, questo non occorre, sideve vivere la messa tuttiinsieme, se no che senso hala comunione? Forsequalcuno si sentirebbesacrificato dal punto di vistaintellettuale della fede, ma neguadagnerebbe la comunità alivello di comunione.»

TRA GIOIE E DIFFICOLITA’: LA TESTIMONIANZA DI UNA GIOVANE COPPIA CON DUE FIGLI.........

Due giovanigenitori

raccontano le difficoltà

principali con cui lottano

quotidianamente

hiara La Rocca ha conseguito ildottorato di ricerca in Storia moderna

e contemporanea all’Università di Pisa,interessandosi soprattutto della storiadella famiglia e delle separazioni. I suoistudi hanno portato alla luce un’operadavvero interessante sulla storia delleseparazioni a Livorno nel Settecento: Tramoglie e marito (edizioni il Mulino).

Chiara, già in passato i livornesitendevano a separarsi con frequenza?«È difficile fare una ricostruzione reale,possiamo studiare solo quelli che sirivolgevano ai tribunali, quindi manca ilsommerso che invece si separava senzaufficializzare la cosa. Ma in questo camponon possiamo fare una storia quantitativa.Tuttavia, in confronto a Siena e Torino,eravamo già avanti. Sarebbe interessante,invece, studiare la concezione delmatrimonio, soprattutto nell’Ottocento,quando si accentuano gli elementi classicidella stabilità e della donna come angelo

del focolare.»

Chi si separava di solito?«La maggior parte era di ceto medio-basso.Il tribunale era una piazza, i nobili quindievitavano di ricorrervi. Le cause principalidi separazione erano legate a motivieconomici e alla violenza domestica.»

Si possono rilevare elementi storici dellanostra città che spingono allaseparazione?«No, non credo proprio. Gli stereotipidell’anticlericalismo e del caratterebellicoso non danno spiegazioniattendibili scientificamente. Certo ci sonoelementi che possono aver influenzato,come ad esempio il fatto di essere unacittà abitata da gente di passaggio,abituata a muoversi, e al numero esiguodel clero, che aveva scarsa capacità dicontrollo territoriale. Ma ripeto, non cipossiamo basare su questi elementi».

M.D

C

Tra moglie e maritoLA STORIA DELLA FAMIGLIA E DELLE SEPARAZIONI

“La famiglia è una risorsa”

FAM

IGLI

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è

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 giugno 2013VI

Comunità di SANT’EGIDIO

La memoria e la speranzaLa decima giornata cittadina della pace aconclusione dei festeggiamenti per S. Giulia

a tragedia delbombardamentodi Livorno del 28maggio 1943 è

stata ricordata con la10° Giornata cittadinaper la pace. L’iniziativa,promossa dal Comunee dalla Comunità diSant’Egidio, ha avutoorigine in Piazza delMunicipio, ed è stataincentrata sul tema: “Lamemoria e la speranza”.Sabatino Caso dellaComunità diSant’Egidio ha aperto lamanifestazionericordando chel’iniziativa era partitadieci anni primaproprio dalla suaComunità attraversouna petizione,corredata dalla firma dimiglia di cittadini, chechiedeva al Comune diindire una giornata chericordasse quegliavvenimenti. Caso haaggiunto che lamemoria del 28 maggio1943 è ancheimportante per trovarela forza per far frontealle sfide di oggi e hachiarito che laComunità durantequesti anni ha lavorato

per lapacificazionedella città e peruna maggioreconvivenza. Unlavoro quindisvolto perunire, perintegrare, pertessere legaminellaprospettiva delvivere in pace, eha espressogioia egratitudine perquesti anni di

cammino compiutoinsieme a tante personevolenterose. Ha presopoi la parola il Vescovo,monsignor SimoneGiusti, che hasottolineato che«parlare di pacequando la pace c’èsembra un parlareaccademico», ma èinvece sempreconsigliabileraccomandare questovalore così importanteper ciascuno di noi. Inmolte parti del mondola guerra è ancora unfatto drammatico, èperciò fondamentaleche non si perda ilvalore della pace anchese, quando ci si abituaad essa, sembra quasi diessere dei “fissati”rivolgersi al passato. Gliscenari di guerra inSiria ci dicono che, «peri loro interessi siscontrano le grandipotenze e, comesempre, muore lapovera gente» cosìcome è morta nel 1943a Livorno. Dobbiamorenderci conto -haterminato il Vescovo-che non è con la guerrache si risolvono lequestioni: ci vuole ildialogo, l’incontro tra ipopoli, la pacificazione.E ricordiamoci ancheche quello che si èconquistato si puòperdere se non c’è unaattenzione vigile daparte di tutti. Ilpresidente dellaProvincia, GiorgioKutufà, ritornando aitragici avvenimenti del1943, ha detto chequella stessa Piazza erastata bombardata e

L

distrutta, ma la cittàseppe risorgere perché,da parte di tutti, c’erastata una capacità e unavolontà di ripresa.Livorno già conosciutaper la convivenza dipopoli e di religionidiverse, seppe ritrovarela via dello svilupponell’impegno e nellafraternità. Grazieall’accordo unitariodelle forze politiche lacittà, allora sconvolta,fu in grado dirisollevarsi. Kutufà hapoi rivolto il suo plausoalla Comunità diSant’Egidio che hasaputo riscoprire leradici originarie dellacittà, una Comunitàche opera perché lapace si attuiconcretamente creando,nella fraternità e nellaconcordia, una societàcoesa, che spinge tuttiad aver fiducia in unfuturo migliore.L’assessore alla Cultura,Mario Tredici,intervenendo insostituzione delSindaco, ha evidenziato

che i bombardamentisulla città sono ancoravisibili ai Bottinidell’Olio e nella Chiesadel Luogo Pio, la cittàha ricevuto delle feritenegli edifici che sonopoi stati ricostruiti, mamolto gravi sono statele “ferite umane”, imorti, la devastazionedelle famiglie, glisfollamenti. Lesofferenze e il terroredei bombardamenti diallora rimangono unperenne monito perricordare che la pace è ilbene supremo, una

pace da mantenere conla democrazia, con lafratellanza, con lapossibilità di lavoro pertutti. Tredici haterminato leggendo unbrano tratto da unacommedia di BeppeOrlandi, “Gli sfollati”in cui ricordava construggimento isentimenti dei livornesisparsi per tutta laToscana. Da Piazza delMunicipio ha presol’avvio il corteo che hafatto una prima sostadavanti alla Cattedraledove sono iniziate le

testimonianze e leriflessioni sullaguerra e sulla paceritrovata. Unaanziana signora,Gloria, ha detto:«Con la guerra siperde tutto. E ildolore si preferiscedimenticarlo, anchese in verità resta lì,in un angolo del tuocuore ….Dobbiamotenere stretta questamemoria dellaguerra, ma perchédiventi patrimoniodi tutti, deverimanere viva perfarne “speranza epace” nel mondo».Il corteo è poiproseguito in PiazzaCavour e ha fattososta nella “cantina”degli Scali d’Azeglio

dove trovarono lamorte tanti cittadinilivornesi. Quest’anno lamanifestazione haavuto una notaaggiuntiva, tra Via S.Omobono e PiazzaCavallotti, due luoghiin cui i bombardamentidel 1943 avevanoinfierito, è statacollocata, ad alcunimetri dal suolo, una“bomba”, opera degliartisti ValerioMichelucci e StefanoPilato, con un precisosignificato, «questa“seed bomb” vuoleessere una bomba disemi, uno strumento dipace che genera vita,“semina la tua città diidee, il futuro è nellevostre mani”». Altermine dellamanifestazione alle 21in Piazza XX Settembre,i bambini, di tutte lenazionalità presenti aLivorno, hanno presoparte alla Festa inPiazza “W la Pace”, concanti, balli e giochi.

GianniGiovangiacomo

l 24 Maggio, nella Parrocchia diSanti Pietro e Paolo, durante la

Peregrinatio Mariae della Madonnadi Fatima, il vescovo Giusti haconsacrato al Cuore Immacolato diMaria 42 persone. Questi laici“messaggeri” sono entrati a far partedel Movimento del Messaggio diFatima per diffondere il messaggiodella Bianca Signora. Tutto questo aconclusione dei 10 giorni trascorsiinsieme alla preziosa statuaproveniente dal Portogallo.Oltre alle consacrazioni dei laici ilVescovo ha poi consacrato laparrocchia al Cuore Immacolato diMaria affidandole anche tutta lacomunità. Possiamo dire che Marialascia sempre un segno in ogniparrocchia che visita ma soprattuttolo lascia nei cuori dei suoi figli.Inoltre il parroco don AnnibaleReyes ha costituito una sede delMovimento ed è stata nominatacoordinatrice parrocchiale, lasignora Anna De Vito, che sarà digrande aiuto per il Movimento e perorganizzare in parrocchia la praticadei Primi Sabati del Mese comerichiesti a Fatima dalla Madonna.Le referenti ringraziano di cuore

Anna per la sua preziosadisponibilità e per aver accettatoquesto incarico molto importanteche sarà di aiuto alle anime, aipiani di Maria Santissima, e alMovimento collegato ai pianipastorali del Santuario di N.S. diFatima in Portogallo.Una giornata indimenticabile ancheperchè dopo le consacrazioni ilMovimento ha donato una statuadel Cuore Immacolato di Maria allasede del Movimento del Messaggiodi Fatima costituita a Civitavecchianel Lazio nel settembre 2012. Eranopresenti don Salvatore Nicotra,parroco militare, Ida e suo maritoMichele. A loro sarà affidato ilcompito di portare la Pellegrinanelle famiglie pregando il Rosario ediffondendo le richieste dellaMadonna. La statua è statabenedetta dal vescovo SimonePresidente del Movimento.Un grazie speciale a don Annibaleper la stima che nutre verso ilMovimento Messaggio di Fatimache ha visto "nascere" in Diocesi, eper il grande amore che nutre versola Madre di Dio.

Alessandra Bimbi

I

CONSACRATIAL CUOREDI MARIA

Davanti all’immaginepellegrina di Fatima

UN OPUSCOLO PER RICORDARE LA STORIA DEI BOMBARDAMENTI

ra le iniziative indette per la Giornata cittadi-na per la pace c’è stata anche quella della

presentazione, alla Biblioteca Labronica di VillaFabbricotti, della pubblicazione “28-5-1943.“Era di maggio”-Notte e giorno le sirene annun-ciavano i bombardamenti”, realizzato dal dalComune di Livorno in collaborazione con l’Isti-tuto Storico della Resistenza (Istoreco) e con laComunità di Sant’Egidio. Nell’aprire l’incontrol’assessore alla Cultura, Mario Tredici, ha messoin evidenza che sono passati 70 anni dal 1943,un anno che oltre ai bombardamenti ricorda lacaduta del fascismo, la creazione del C.L.N.,l’armistizio con le forze alleate, temi sui quali siintende fare degli approfondimenti. Ha poichiarito che 10 anni fa il Consiglio comunaleper merito della Comunità di Sant’Egidio avevaaccolto la loro proposta di istituire una “giorna-ta per la pace” venendo così incontro ad “unavasta sensibilità popolare” che voleva ricordarequegli avvenimenti. Anna Ajello della Comu-nità di Sant’Egidio ha poi spiegato che «la Gior-nata per la pace è nata da un legame affettivo,dalle lunghe chiacchierate avute con gli anzianiche avevano vissuta quella tragedia, per cui si èvoluta conservare la loro memoria per poter in-dicare ai giovani delle scelte di vita pacifica e vi-vere il futuro con un senso di speranza». «LaGiornata per la pace -ha concluso- vuole perciòcreare interazione tra giovani e anziani, tra citta-dini e istituzioni, integrazione tra popoli diversie coesione sociale, inoltre le memorie scritteraccolte dalla Comunità sono importanti permantenere salda “l’identità della città”». Unadonna anziana ha poi dato la sua testimonianzadiretta di quello che avvenne: «me ne ricorderòfin che campo», «io c’ero, avevo vent’anni, fate ivostri calcoli!». Ha preso quindi la parola Catia

Sonetti, direttrice dell’Istoreco, che ha rilevatoche sui bombardamenti sono pervenute varienotizie, quelle scaturite dalle memorie persona-li, qualche volta cristallizzate, e quelle prove-nienti dalle fonti storiografiche dell’Archiviocentrale di Stato di Roma, da quello di Livorno,dalla Protezione Antiaerea, per cui dei bombar-damenti oggi si può conoscere tutto. Nel perio-do 43/44 ce ne furono 56, il primo bombarda-mento però avvenne il 16 giugno 1940 da partedell’aviazione francese e l’ultimo il 25 luglio1944 che è quello che si ricorda di meno perchéla città era presa dall’euforia dell’imminente li-berazione. Sui bombardamenti sono stati scrittivari libri e vengono percepiti in modo diverso,le persone comuni ne sono rimaste terrorizzate,mentre altri li hanno considerati in modo posi-tivo come i prigionieri politici detenuti nellecarceri e nei campi di concentramento infatti ilcrollo di un muro poteva dare accesso alla li-bertà e comunque stavano a significare che gliAlleati stavano arrivando a liberarli. Ha termi-nato dicendo di non essere d’accordo quando sidice “bombardamenti criminali”, infatti se nonci fossero stati la guerra l’avrebbero vinta i tede-schi con le conseguenze immaginabili. La proie-zione di alcune diapositive da parte di MassimoMatteucci, autore di un progetto simile a quellorealizzato in Russia per la città di San Pietrobur-go-Leningrado, ha concluso l’incontro: forogra-fie della città bombardata si sovrapponevano aquelle degli edifici ricostruiti. Ne sono uscitedelle immagini stupende ed eloquenti, frutto diuna pazienza certosina. Le fotografie della Li-vorno distrutta, alcune mai viste, sono statepubblicate nella seconda parte dell’opuscoloche ne fanno una opera unica nel suo genere.

Gi. Gi.

T

«Era di Maggio...»

Nelle foto: un momento della manifestazione e qui sopravia della Madonna distrutta dai bombardamenti

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI9 giugno 2013 VII

l presidente del Consiglio diAmministrazione che gestiscee gestirà per i prossimivent’anni il Pala Livorno

chiamato ora Amedeo ModiglianiForum è Riccardo Rossato.Riccardo ha 48 anni, è laureatoin Economia e commercio, èsposato con Angela, ha duesplendidi bambini adottati dalBrasile, Sheila e Luis Carlos, èautore di un volume, oraesaurito, “Dove nascono ibambini” in cui narra tutte leperipezie che, insieme allamoglie, è stato costretto adaffrontare per arrivare alla gioiadell’adozione, libro che èdivenuto un prezioso manuale perle coppie che intendono seguire isuoi passi. Tra le altre coseRiccardo è, ormai da parecchianni, componente dellaPresidenza delle Acli livornesi. Inmerito alla sua attività gliabbiamo posto alcune domande:

Ti puoi definire unimprenditore dello spettacolo?«Penso di sì, ed è una storialunga. Ho incominciato adorganizzare le feste di fineanno nelle parrocchie e conquello che riuscivo aracimolare mi pagavo gli studiuniversitari. Il primo grandeevento che sono riuscito adorganizzare per mezzo dicooperative legate alle Acli èstato quello di far venire aLivorno, Vasco Rossi, era il 23maggio 1987 e avevo 22 anni,due anni dopo sono riuscitoad avere i Pink Floyd, unaesperienza irripetibile per lanostra città, in quel momentoFirenze non era agibile evennero a Livorno. Da 25 annigestisco il settore spettacoli deiBagni Pancaldi e sono stato ilcreatore del “marchio” MissLivorno, il fine è stato quellodi creare un momento ludico enon quello di dare falsesperanze alle concorrenticome può essere Miss Italia.Devo però dire che qualchepartecipante è riuscita adaffermarsi nel campo dellamoda, come hostess, comepromoter nei centricommerciali e ad inserirsinella società. Sono poi sociofondatore di Assomusica, cheè una grande associazionenazionale riguardante lamusica dal vivo, ora, con altrisoci ho preso la gestione delPala Livorno vincendo unbando europeo, lo abbiamochiamato Amedeo ModiglianiForum, seguendo l’indicazioneculturale di Firenze, il famosoPala Mandela, l’intestazione èstata scelta dai livornesiattraverso una pubblicavotazione».

Cosa ti proponi per il futuro?«Mi propongo di far vivere ilModigliani Forum a 360 gradi,

I

quindi non solo spettacolimusicali ma anche sport eeventi culturali. Poco tempo faabbiamo ospitato l’Operanazionale di Karatè e anovembre è prevista una garaamichevole della Nazionale diVolley. Il 9 giugno ci sarà lapresenza di Kiko Arguellofondatore del “Camminoneocatecumenale”: daremoospitalità a novemila giovaniprovenienti da tutt’Italia “peruna chiamata alla fede”, perquesta occasione sarannopresenti tutti i Vescovi dellaToscana e alcuni altridell’Italia centrale. Dopoquesta tappa iNeocatecumenali avranno, inseguito, un incontro a Rio deJaneiro, dove sono previste 35mila persone. Posso dire cheorganizzare questoavvenimento a Livorno miriempie di gioia anche comeaclista».

La struttura può essereutilizzata anche per altre cose?«Si, sarà la sede del prossimoconcorso per l’ammissione inruolo dei nuovi Vigili Urbani,sarà anche la sede delconcorso per l’ammissionedelle matricole alla Facoltà diMedicina dell’Università diPisa. A partire da settembre cisaranno degli expo.

L’intenzione è quella di creare“un polo fieristico”, nel sensodi un vero e proprio agorà, diuna piazza aperta a tutti,quindi non un polo fieristicostatico ma interattivo, chepossa cioè servire a dare unarisposta al come passare unagiornata piacevole con l’interafamiglia con prezzi d’entratapiù che popolari dove genitorie figli possono svagarsisecondo i diversi interessi. Perquesto il 26, 27 e 28 settembrestiamo organizzandol’iniziativa “Children” con varitipi di giochi, attrezzature per

bambini, favorendo anche ilcontatto con gli animali. Un’altra possibilità è quella dicreare uno “spazio live” per iragazzi dai 16 ai 22 anni,questo perché moltediscoteche sono state chiuse, sipuò quindi organizzare unluogo protetto che risponda atutte le garanzie di sicurezza eagibilità richieste dagli odierniregolamenti di legge».

E per quanto riguardal’economia livornese?«Il Pala Modigliani può essereun volano per il mondo dellavoro. Può creare ricchezzacon il così detto “indotto”. Adesempio nel campo musicaleesiste la “data zero”, uncantante prima di andare intournée prova lo spettacolo,può cioè allestire unanteprima nella nostra cittàche può durare una quindicinadi giorni, durante quei giorniavremo tecnici, orchestrali,scenografi, addetti, facchini,che vivono e consumano,quindi ristoranti, alberghi,commercianti, ne traggono unvantaggio che si ripercuote sulbenessere dell’intera città, nondimentichiamoci anche che lastruttura come capienza è trale prime cinque in Italia ed è laprima in Europa con il tetto inlegno lamellare».

Cosa ti auguri per i prossimimesi?«Mi auguro, in camposportivo, che Livorno possaesprimere una squadra ad altolivello, specialmente perquanto riguarda il basket e ilvolley che ospitiamo, lericadute sarebbero positive pertutti. Questa intervista mipermette anche di fare unpubblico ringraziamento allaCoop Tirreno e alla MukkiLatte, i soci cioè che hannocreduto in questo progettoquando era ancora allo statoembrionale e lo hanno vistoaffermarsi».

Gianni Giovangiacomo

L’intervistaa Riccardo

Rossato,manager

dellospettacolo,aclista, che

gestirà lastruttura del

PalaModìper i

prossimianni

uelfo Civinini: chi era costui? Diquesto eclettico livornese ne ha

diffusamente parlato il dottor Gio-vanni Giorgetti nel corso di una delleconferenze programmate dall’Associa-zione Culturale Borsi nella sala confe-renze Badaloni di Villa Fabbricotti.Il dottor Giorgetti è un cultore di sto-ria locale benché la sua vita professio-nale l’abbia trascorsa come funziona-rio della Stanic, la società petroliferache, tra le altre cose, lo aveva mandatoad addestrare il personale anche nelloZambia e in Tanzania. Il tema affron-tato da Giorgetti è stato: "Guelfo Civi-nini: giornalista, corrispondente, poe-ta, scrittore, librettista, patriota, esplo-ratore ...", le sue spoglie, come tantialtri livornesi illustri, sono custoditenel Famedio di Montenero, la cui tu-tela è stata affidata dal Comune pro-prio all’Associazione Borsi.Guelfo Civinini (1873-1954) era natoa Livorno in quanto la sua famiglia sitrasferì dalla Maremma nella nostracittà per sfuggire alla malaria. Fu, anzitutto, un giornalista e uno scrittoreche, come ha affermato il relatore,"descriveva i personaggi mettendosisempre dalla parte dei più deboli". Fi-gura aitante, con il suo caratteristicomonocolo non passava inosservato,elegante nel vestire, era però molto di-sordinato e lo testimoniano le foto-grafie che lo ritraggono davanti a scri-vanie sempre stracolme di libri, fogli,plichi. Il giornalismo fu l’attività chelo attrasse di più, si recò giovanissimoa Roma e con diversi pseudonimi col-laborò ai più conosciuti giornali dellacapitale. Partecipò alla vita intellet-tuale romana ed è nota la sua fre-quentazione del Caffè Aragno, luogodi incontro degli scrittori, dei poeti,dei politici, più in voga. La sua prosaviene notata da Ugo Ojetti, saggista difama indiscussa, che lo segnala a Lui-gi Albertini, direttore del Corriere del-

la Sera. Civininidiviene nel 1907corrispondentedel Corriere, fucosì testimonedel primo voloin Italia del pio-niere dell’avia-zione Delagran-ge e fu l’unicoche, con unos t r a t a g e m m a ,riuscì ad intervi-stare la BellaOtero. Uomod’azione, preseparte nel 1911 al

raid Parigi-Roma, interventista, parte-cipa poi alla prima guerra mondialein prima linea, vestito come un mili-tare ma senza le stellette e dal fronteinvia i suoi articoli alla rivista mensiledel Corriere "La Lettura", sul Frontedel Carso viene insignito della meda-glia di bronzo. Il suo temperamentospericolato lo fa incontrare con Ga-briele d’Annunzio con il quale nell’ot-tobre del 1917, partendo dall’aero-porto di Gioia del Colle con un aereoCaproni, va a bombardare le Bocchedi Cattaro che erano allora in posses-so dell’Austria. Segue d’Annunzio an-che a Fiume ma l’impresa non è gradi-ta al direttore del Corriere e per que-sto la sua collaborazione si interrom-pe. Andrà poi in Africa, in Eritrea sulleorme di Vittorio Bottego e ne scoprela tomba vicino al Lago Rodolfo. Scri-ve libri di notevole spessore sull’Africae sulle sue esperienze, tra questi: "Ri-cordi di carovana", "Morto in Libia".Nel 1931 scrive commedie per la ra-dio e per il teatro, precedentementeaveva composto il libretto dell’operadi Giacomo Puccini "La fanciulla delWest". A 62 anni nel 1935 parte vo-lontario per la guerra d’Etiopia, quan-do non è impegnato torna volentieri aLivorno, Giorgetti ha mostrato unadiapositiva in cui lo si vede ai BagniPancaldi in compagnia di CostanzoCiano. Ottiene il Premio Viareggionel 1937 con "Trattoria di paese",scrive anche un libro per ragazzi"Scricciolo e c.". Finalmente nel 1939viene nominato Accademico d’Italia.Negli ultimi tempi della sua vita subi-sce un tracollo finanziario e nel 1953muore a causa di un ictus, la sua tom-ba, come dicevamo, è ora custodita alFamedio.

Gi. Gi.

G

Le conferenzedell’Associazione Borsi

Lo scrittoreGuelfo CivininiIL PALASPORT?

A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTEdel Modigliani Forum

L’intenzione è quella di creare «un polofieristico», nel senso di un vero

e proprio agorà, di una piazza aperta a tutti, quindi non un polo fieristicostatico ma interattivo, che possa cioèservire a dare una risposta al come

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI9 giugno 2013VIII