La Settimana n. 24 del 22 giugno 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 22 giugno 2014 na Chiesa nella quale l’Eucarestia sia veramente fonte di vita non può chiedere soltanto di "andare a Messa"; essa deve insegnare ai suoi figli il cammino che l’Eucarestia richiede: "Egli ha dato la sua vita per noi, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli". Versante dunque di celebrazione del rito, ma anche versante di cele- brazione della vita. È questo il ritmo che Gesù ha assunto dalla cele- brazione della Pasqua ebraica, consumata attorno ad una tavola sì, ma anche con i calzari ai piedi e con il bastone in mano per andare ol- tre: l’oltre di Gesù che, dopo la cena, va verso il Calvario; l’oltre del Vangelo di Giovanni dove Gesù raccomanda il servizio sino alla la- vanda dei piedi...l’oltre di una Chiesa comunione che deve diventare Chiesa missione. ("Il dopo Sinodo" - 8 settembre 1985) U el 450° anniversario della proclamazione della Madonna di Montenero a patrona della città di Livorno, la Diocesi ha voluto dare visibilità ad un ricchissimo patrimonio di devozione popolare che spesso resta nascosto: le edicole votive. Tempietti, immagini, bassorilievi, sculture che raffigurano la Vergine, spesso l’icona di Montenero, visibili agli angoli delle strade, sopra i portoni, piccole opere d’arte realizzate grazie al contributo del popolo livornese, tanto devoto a Maria. E come dare visibilità a queste raffigurazioni, se non attraverso Internet: nell’epoca degli smartphone e dei tablet si è deciso di “georeferenziare” le immagini, cioè renderle disponibili su una mappa google perché attraverso i nuovi mezzi tecnologici possano essere raggiunte, osservate e magari, davanti ad essere possa sgorgare spontanea una preghiera, una richiesta di aiuto e intercessione ed infatti ad ogni immagine è stata abbinata una litania mariana. Abbiamo intervistato Gaetano Mastrorilli, che ha curato e realizzato questo progetto per la Diocesi Un progetto ambizioso ma fattibile quello della diocesi: catalogare le edicole mariane e metterle online per avere questo patrimonio a portata di smartphone... in che modo hai deciso di procedere per realizzarlo? Come si accede alla mappa? «Indubbiamente si è trattato di un lavoro molto interessante: raccogliere, se pur in un mondo virtuale, la ricchezza culturale costituita da queste testimonianze di fede che sono le edicole votive. Per farlo ho valutato gli strumenti che la tecnologia rende disponibili e la scelta è ricaduta sulla piattaforma di Google “Maps Engine”. Si tratta di un’applicazione su server web (basta un browser per accedervi) che consente di georeferenziare la posizione di un oggetto (ovvero di assegnargli una coppia di coordinate geografiche) per la sua visualizzazione su mappa. Punto di riferimento del lavoro svolto è stato il libro-guida di Brugnoli-Cecchi Toncelli-Montecucco, risalente all’Aprile del 1997 e contenente un parziale censimento delle edicole, da cui è stata creata una base di dati con le informazioni delle edicole, in particolare gli indirizzi. Database alla mano, sono stati fatti sopralluoghi su tutte le edicole censite per stabilirne con precisione al metro la posizione (in termini di coordinate geografiche) e per l’individuazione dell’indirizzo (specificando il numero civico, laddove possibile, altrimenti i due civici consecutivi entro i quali risulta posta l’edicola, o attraverso di un incrocio d’angolo). In questa fase è stato fatto il servizio fotografico di tutte le edicole individuate, per una media di otto scatti per ciascuna di esse, secondo le migliori condizioni di luce, posizione fotocamera, apertura diaframma e velocità di scatto. Durante i sopralluoghi sono state individuate ulteriori postazioni, non censite nel libro, che sono state inserite nel database, foto incluse. Poi è stata selezionata la foto migliore per ciascun’edicola (in alcuni casi ne sono state scelte due o tre per rappresentarne meglio la collocazione) ed è stato applicato il fotoritocco della foto (per il ritaglio dell’immagine, per l’eventuale correzione della distorsione prospettica, dove la posizione reciproca fotocamera-edicola non ha consentito una perfetta rappresentazione dell’immagine, per l’eventuale bilanciamento dei toni cromatici). Una volta perseguite le azioni suddette, si è proceduto con due azioni parallele: il caricamento delle immagini in alta qualità sul server web della Diocesi e quello del database sulla piattaforma Google Maps Engine. Attraverso la digitazione di un link web pubblico (http://goo.gl/VTYxfD), ogni utente da PC, senza obbligo di registrazione, potrà individuare le edicole sulla mappa interattiva di Google, cliccando sul segnaposto di ciascuna di esse, visualizzandone il cartiglio con l’immagine (di cui potrà scaricare anche la versione in alta definizione) e le informazioni. L’utilizzo da smartphone o tablet è similare, ma prima occorre scaricare da Play Store l’APP “Google Maps Engine” (ne esiste una similare anche per I-Phone)». Tu hai realizzato il portale della parrocchia di S. Sebastiano e quello della Caritas, come valuti questo progetto anche alla luce di questi tuoi lavori? Pensi che avere le edicole su internet possa essere utile? Le persone sono invogliate a "curiosare"? «Indubbiamente il progetto delle edicole potrà essere diffuso e distribuito anche tramite i portali come quelli citati. Predisporrò un bottone di navigazione su ciascun sito web grazie al quale gli utenti saranno direttamente collegati alla mappa delle edicole. Il patrimonio delle edicole votive di Livorno potrà così essere facilmente e “viralmente” diffuso con i canali web e social. Le comunicazioni viaggiano per il oltre il 50 % su internet: sarebbe stato un peccato rinunciare a quest’opportunità». Ad ogni edicola è stata abbinata una litania alla Madonna eventualmente da recitare davanti all’immagine, secondo te può diventare davvero internet anche un veicolo per far crescere la dimensione spirituale? «Abbiamo sotto gli occhi che oggetti come La Bibbia, i libri agiografici, le raccolte di preghiera, i giornali d’ispirazione religiosa, le pubblicazioni di pastorale, hanno anche un’anima digitale. Non di rado ci è capitato di vedere un sacerdote viaggiare al seguito di un e-book reader, magari contenente, oltre la Bibbia e il breviario, chissà quanti libri e forse anche gli mp3 del Rosario. Abbiamo visto i giovani della Pastorale giovanile di Livorno darsi appuntamento sul blog e sulla loro pagina Facebook. Non so se internet farà crescere la dimensione spirituale, certamente è un mezzo sul quale viaggiano informazioni, notizie, opere letterarie, poesia, musica e tutto ciò che qualche tempo fa era disponibile solo in modalità cartacea. Per questo motivo non si può non essere presenti: auspichiamo che forme di accesso alle risorse “comode” e veloci possano comunque favorire l’accostamento al senso del divino». Cosa ti resterà di questo lavoro? «Innanzitutto il piacere di avere creato qualcosa di utile per tutti, fedeli e non. Avendo girato in lungo e in largo la città, soprattutto nei sabato e domenica, ho avuto il tempo di riflettere sul fatto che Livorno è un luogo che vive dei propri quartieri, dove in ciascuno si respira un’aria differente per abitudini, costumi, tratti urbanistici, condizioni economiche. Il quartiere che più mi è parso forte della sua autonomia culturale è Antignano, quasi una roccaforte, bello per la sua posizione più elevata rispetto al cuore della città e accarezzato dalla brezza marina. Ho avuto anche l’occasione di interloquire con qualche passante che mi chiedeva incuriosito che cosa stessi fotografando. Più che mai ho avuto testimonianza che Livorno è un “Cacciucco” di culture, idee, convinzioni. Chi spavaldamente mi ha deriso per quello che stavo facendo, chi mi ha ringraziato per avergli fatto notare quell’immagine che mai prima aveva visto, chi mi aperto le porte per consentire di fotografare meglio un’immagine interna a un cortile, chi ha sentenziato che in certi luoghi l’accesso non è consentito “per nessun motivo”, chi mi ha raccontato che quell’edicola con la statua della Madonna esiste perché voluta in memoria di sua figlia, morta nelle vicinanze falciata da un’auto in corsa nel 1989. Infine, ricordo un piccione disorientato che, poggiato alla base di una nicchia vuota, sembrava dire: “Ma quando ce la rimettete l’immagine della Madonna?”» c.d. N Nel 450° anniversario di Maria di Montenero patrona della città, le 120 edicole di Livorno adesso visibili sul web. L’intervista a Gaetano Mastrorilli, autore del progetto La google map di Maria I tempietti dedicati ai Misteri del Rosario lungo la via di Montenero ed un’edicola rimasta vuota. Nelle altre foto alcune delle edicole più belle: quella a sinistra in via fratelli del Conte; l’altra dedicata a Maria di Montenero in via S. Carlo angolo via Crimea e sotto Sul link web http://goo.gl/VTYxfD ogni utente potrà individuare le edicole sulla mappa di Google IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 24 del 22 giugno 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

22 giugno 2014

na Chiesa nella quale l’Eucarestia sia veramente fonte di vita nonpuò chiedere soltanto di "andare a Messa"; essa deve insegnare ai

suoi figli il cammino che l’Eucarestia richiede: "Egli ha dato la sua vitaper noi, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli".Versante dunque di celebrazione del rito, ma anche versante di cele-brazione della vita. È questo il ritmo che Gesù ha assunto dalla cele-brazione della Pasqua ebraica, consumata attorno ad una tavola sì,ma anche con i calzari ai piedi e con il bastone in mano per andare ol-tre: l’oltre di Gesù che, dopo la cena, va verso il Calvario; l’oltre delVangelo di Giovanni dove Gesù raccomanda il servizio sino alla la-vanda dei piedi...l’oltre di una Chiesa comunione che deve diventareChiesa missione.

("Il dopo Sinodo" - 8 settembre 1985)

U

el 450° anniversario dellaproclamazione dellaMadonna di Montenero apatrona della città di Livorno,

la Diocesi ha voluto dare visibilità adun ricchissimo patrimonio di devozionepopolare che spesso resta nascosto: leedicole votive. Tempietti, immagini,bassorilievi, sculture che raffigurano laVergine, spesso l’iconadi Montenero, visibiliagli angoli dellestrade, sopra i portoni,piccole opere d’arterealizzate grazie alcontributo del popololivornese, tanto devotoa Maria.E come dare visibilitàa questeraffigurazioni, se non attraversoInternet: nell’epoca degli smartphone edei tablet si è deciso di“georeferenziare” le immagini, cioèrenderle disponibili su una mappagoogle perché attraverso i nuovi mezzitecnologici possano essere raggiunte,osservate e magari, davanti ad esserepossa sgorgare spontanea unapreghiera, una richiesta di aiuto eintercessione ed infatti ad ogniimmagine è stata abbinata una litaniamariana. Abbiamo intervistatoGaetano Mastrorilli, che ha curato erealizzato questo progetto per la Diocesi

Un progetto ambizioso mafattibile quello della diocesi:catalogare le edicole mariane emetterle online per avere questopatrimonio a portata dismartphone... in che modo haideciso di procedere perrealizzarlo? Come si accede allamappa?«Indubbiamente si è trattato di unlavoro molto interessante:raccogliere, se pur in un mondovirtuale, la ricchezza culturalecostituita da queste testimonianzedi fede che sono le edicole votive.Per farlo ho valutato gli strumentiche la tecnologia rende disponibili ela scelta è ricaduta sulla piattaformadi Google “Maps Engine”. Si tratta di

un’applicazione su server web(basta un browser per accedervi) checonsente di georeferenziare laposizione di un oggetto (ovvero diassegnargli una coppia dicoordinate geografiche) per la suavisualizzazione su mappa.Punto di riferimento del lavorosvolto è stato il libro-guida di

Brugnoli-CecchiToncelli-Montecucco,risalente all’Apriledel 1997 econtenente unparziale censimentodelle edicole, da cui èstata creata una basedi dati con leinformazioni delleedicole, in particolare

gli indirizzi. Database alla mano,sono stati fatti sopralluoghi su tuttele edicole censite per stabilirne conprecisione al metro la posizione (intermini di coordinate geografiche) eper l’individuazione dell’indirizzo(specificando il numero civico,laddove possibile, altrimenti i duecivici consecutivi entro i qualirisulta posta l’edicola, o attraversodi un incrocio d’angolo). In questafase è stato fatto il serviziofotografico di tutte le edicoleindividuate, per una media di ottoscatti per ciascuna di esse, secondole migliori condizioni di luce,posizione fotocamera, aperturadiaframma e velocità di scatto.Durante i sopralluoghi sono stateindividuate ulteriori postazioni,non censite nel libro, che sono stateinserite nel database, foto incluse. Poi è stata selezionata la fotomigliore per ciascun’edicola (inalcuni casi ne sono state scelte due otre per rappresentarne meglio lacollocazione) ed è stato applicato ilfotoritocco della foto (per il ritagliodell’immagine, per l’eventualecorrezione della distorsioneprospettica, dove la posizionereciproca fotocamera-edicola nonha consentito una perfettarappresentazione dell’immagine,per l’eventuale bilanciamento dei

toni cromatici). Unavolta perseguite leazioni suddette, si èproceduto con dueazioni parallele: ilcaricamento delleimmagini in altaqualità sul server webdella Diocesi e quellodel database sullapiattaforma GoogleMaps Engine.Attraverso ladigitazione di un linkweb pubblico(http://goo.gl/VTYxfD), ogni utenteda PC, senza obbligo diregistrazione, potrà individuare leedicole sulla mappa interattiva diGoogle, cliccando sul segnaposto diciascuna di esse, visualizzandone ilcartiglio con l’immagine (di cuipotrà scaricare anche la versione inalta definizione) e le informazioni.L’utilizzo da smartphone o tablet èsimilare, ma prima occorre scaricareda Play Store l’APP “Google MapsEngine” (ne esiste una similareanche per I-Phone)».

Tu hai realizzato il portale dellaparrocchia di S. Sebastiano equello della Caritas, come valutiquesto progetto anche alla luce diquesti tuoi lavori? Pensi che averele edicole su internet possa essereutile? Le persone sono invogliatea "curiosare"?«Indubbiamente il progetto delleedicole potrà essere diffuso edistribuito anche tramite i portalicome quelli citati. Predisporrò unbottone di navigazione su ciascunsito web grazie al quale gli utentisaranno direttamente collegati allamappa delle edicole. Il patrimoniodelle edicole votive di Livorno potràcosì essere facilmente e “viralmente”diffuso con i canali web e social. Lecomunicazioni viaggiano per il oltreil 50 % su internet: sarebbe stato unpeccato rinunciare aquest’opportunità».

Ad ogni edicola è stata abbinata

una litania allaMadonna eventualmente darecitare davanti all’immagine,secondo te può diventare davverointernet anche un veicolo per farcrescere la dimensione spirituale?«Abbiamo sotto gli occhi che oggetticome La Bibbia, i libri agiografici, leraccolte di preghiera, i giornalid’ispirazione religiosa, lepubblicazioni di pastorale, hannoanche un’anima digitale. Non dirado ci è capitato di vedere unsacerdote viaggiare al seguito di une-book reader, magari contenente,oltre la Bibbia e il breviario, chissàquanti libri e forse anche gli mp3del Rosario. Abbiamo visto i giovanidella Pastorale giovanile di Livornodarsi appuntamento sul blog e sullaloro pagina Facebook. Non so seinternet farà crescere la dimensionespirituale, certamente è un mezzosul quale viaggiano informazioni,notizie, opere letterarie, poesia,musica e tutto ciò che qualchetempo fa era disponibile solo inmodalità cartacea.Per questo motivo non si può nonessere presenti: auspichiamo cheforme di accesso alle risorse“comode” e veloci possanocomunque favorire l’accostamentoal senso del divino».

Cosa ti resterà di questo lavoro?«Innanzitutto il piacere di averecreato qualcosa di utile per tutti,fedeli e non. Avendo girato in lungoe in largo la città, soprattutto neisabato e domenica, ho avuto il

tempo di riflettere sul fatto cheLivorno è un luogo che vive deipropri quartieri, dove in ciascuno sirespira un’aria differente perabitudini, costumi, tratti urbanistici,condizioni economiche. Il quartiereche più mi è parso forte della suaautonomia culturale è Antignano,quasi una roccaforte, bello per lasua posizione più elevata rispetto alcuore della città e accarezzato dallabrezza marina.Ho avuto anche l’occasione diinterloquire con qualche passanteche mi chiedeva incuriosito che cosastessi fotografando. Più che mai hoavuto testimonianza che Livorno èun “Cacciucco” di culture, idee,convinzioni. Chi spavaldamente miha deriso per quello che stavofacendo, chi mi ha ringraziato peravergli fatto notare quell’immagineche mai prima aveva visto, chi miaperto le porte per consentire difotografare meglio un’immagineinterna a un cortile, chi hasentenziato che in certi luoghil’accesso non è consentito “pernessun motivo”, chi mi haraccontato che quell’edicola con lastatua della Madonna esiste perchévoluta in memoria di sua figlia,morta nelle vicinanze falciata daun’auto in corsa nel 1989.Infine, ricordo un piccionedisorientato che, poggiato alla basedi una nicchia vuota, sembrava dire:“Ma quando ce la rimettetel’immagine della Madonna?”»

c.d.

N

Nel 450° anniversario di Maria di Montenero patrona della città, le 120 edicole di Livorno adesso visibili sul web.L’intervista a Gaetano Mastrorilli, autore del progetto

La google map di Maria

I tempietti dedicati ai Misteri del Rosario lungo la via di Montenero edun’edicola rimasta vuota. Nelle altre foto alcune delle edicole più belle:quella a sinistra in via fratelli del Conte; l’altra dedicata a Maria diMontenero in via S. Carlo angolo via Crimea e sotto

Sul link webhttp://goo.gl/VTYxfDogni utente potràindividuare le edicolesulla mappa di Google

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI22 giugno 2014II

Il Dalai Lama A LIVORNO

L’amore è la via che unisceLo storico incontro con il Vescovo Giusti

l 2 giugno sarà ricordato per il dialogo traebrei e cristiani di Livorno come un

importantissimo evento storico per le dueReligioni. Infatti, il Rabbino Capo di LivornoRav Yair Didi, la Corale Ebraica ErnestoVentura e moltissimi aderentiall’Associazione dell’Amicizia Ebraico-Cristiana di Livorno, rispondendo all’invitofatto nel febbraio scorso dal Direttore delCentro Ecumenico Mondiale dell’OrdineFrancescano, frate Silvestro Bejan, si sonorecati ad Assisi per presentare all’OrdineFrancescano e agli abitanti di Assisi, latradizione dei Salmi nella Liturgia. Padre Maurizio Gambetti, Custode del SacroConvento di San Francesco, nel porgere isaluti, ha espresso sentimenti di rispetto ereciproca comunione con nel cuorel’aspettativa di vivere un momento diprofonda preghiera attraverso la musicaperché proprio da Assisi si innalza lapreghiera per la Pace all’unico Dio che anchePapa Francesco nel recente Pellegrinaggio aGerusalemme ha invocato con vigore. Haquindi consegnato al Rabbino Capo YairDidi la medesima lampada che ardeperennemente sulla tomba di San Francesco,segno della fede nel Dio di Abramo chepercorre le strade di riconciliazione, pace efraternità.Il Rabbino Capo Rav Yair Didi ha quindipresentato la preghiera del Salmi chesecondo il Talmud è stata scritta da Davidinsieme a dieci uomini anziani. La preghierainizia sempre con la lode, segue la richiesta esi conclude con il ringraziamento. Pur nonavendo Dio bisogno della lode perchél’uomo non può conoscere Dio nel mondo,come si può allora conoscere Dio? Larisposta è nell’ammirare le meravigliecompiute da Dio nella creazione; a talproposito il Salmo 111 esprime la gratitudineper le grandi opere del Signore. Se con lalode arriviamo a conoscere Dio, questo perònon basta; dalla preparazione alla preghieracon la lode è necessario arrivare allapreghiera stessa che consiste nel contatto conDio: la Torah dice che va servito tutto ilcuore. Segue poi il ringraziamento perchériconosciamo che tutto viene da Dio e cheogni giorno rinnova il mondo.Il dr. Daniele Bedarida, ConsigliereNazionale dell’Unione Comunità EbraicheItaliane ha fatto notare come i Salmi nelSantuario di Gerusalemme venivano eseguitiaccompagnati da molti strumenti cheriproducevano la musica dello spirito. NelTalmud si narra che il re David tenesse soprail letto un’arpa la quale, con la brezza delvento risuonava, ed egli svegliandosicomponeva i Salmi. Tutti giorni gli ebrei lirecitano e ve ne sono per tutte le circostanzedella vita; e l’uomo facendoli propri,

acquisisce il senso più profondo della DivinaProvvidenza.La corale della Comunità Ebraica di Livorno,diretta dal Maestro Paolo Filidei ha eseguito iSalmi delle diverse festività, secondo latradizione musicale labronica.Come ha sottolineato il Direttore del CentroEcumenico Mondiale, frate Bejan, questicanti risuonati nel chiostro, simbolo delParadiso descritto nel Genesi e nel Canticodei Cantici, hanno ricreato "un piccolocosmo ordinato avvolto da aria e luce, con laterra coltivata dall’uomo, l’acqua fonte divita che vi sgorga dal pozzo. L’uomo nascecome uno che procede da Dio e con questoprocedere insieme paradisiaco è avanzaredialogando, è avanzare lodando. L’uomoperciò cammina nel mondo creato come unpellegrino che loda il suo Creatore, comefrate Francesco "cantore della bellezza delcreato".Questo primo incontro, con spirito di umiltàe di amicizia contribuisce certamente aprovocare sempre più profonde tessiture dispiritualità ecumenica non per attenuare ladiversità delle molte spiritualità specifiche,che sono ricchezza, bensì per farle maturareattraverso incontri e confronti fecondi.

Mo.C.

I

n incontro tra dueuomini che hannofatto l’esperienza diDio, due testimoni di

fede, due operai dell’amoreuniversale, quello tra mons.Simone Giusti, vescovo diLivorno e Tenzin Gyatso, XIVdalai lama del Tibet.Una stretta di mano lungatutto il colloquio e parole diunità che sgorgano dal cuore,senza discorsi ufficiali epreconfezionati. Gli uominidi oggi –si sono detti ilVescovo e il Dalai lama -hanno perso la bellezzadell’incontro con Dio,dobbiamo collaborare peraiutarli a ritrovare la lorodimensione spirituale, madobbiamo farlo non solo conle parole, ma attraverso ilnostro essere, il nostro vivere,raccontarlo con la vita.Quanti uomini che vivono lafede solo di facciata, “sugliabiti”, dobbiamo esserecapaci di testimoniare Dio,l’amore universale, conl’esempio. E il Dio cheabbiamo incontrato e chedobbiamo portare agli altrinon è che l’amore. L’amoreuniversale per tutti gli esseri:è questo che ci unisce; lofacciamo conoscere agli altriin modi diversi, secondotradizioni diverse, ma con lostesso intento. L’amore èl’unica via, solo l’amore salva.

Poi insieme, sempre permano, il Dalai lama ed ilVescovo, unitamente anche adon Piotr Kownacki,responsabile dell’ufficiodiocesano per il dialogointerreligioso, sono saliti sulpalco del Modigliani forumper salutare la platea. «Civedete vestiti diversamente –ha detto il Dalai lama aipresenti – ma siamo fratellispirituali, con lo stessointento: portare l’amore tragli uomini. Diverso èl’approccio, ma non la meta».Mentre il Vescovo Simone, ha

U

ringraziato il Dalai lama perla sua presenza e per la suatestimonianza di uomo diDio: «il mondo di oggi – hadetto mons. Giusti – credesolo a dei testimoni; Dio nonè un’idea, un teoremamatematico, che se “mitorna” credo, altrimenti no,non è un prodotto del nostrocervello, ma è il frutto diun’esperienza: chi l’ha

incontrato sa cos’è l’amore,chi invece non l’ha incontratoè come colui che, perso in unbosco, cerca ancora la stradadi casa». E poi scherzando hacontinuato: « E il Dalai lama èun’ottima guida alpina, che sacondurre a Dio per trovare lavia di casa».

Mons. Giusti si è scusato dinon poter restare oltre, perché

alla parrocchia dei Ss. Cosmae Damiano di Nugola loaspettavano per le Cresime,ma, ridendo,il Dalai lama si èdetto “contento” di questadipartita, perché essendo unagiornata di iniziazionespirituale, avrebbe parlato daltrono e si sarebbe sentito adisagio con un fratellospirituale, come il Vescovo,seduto su una sedia più bassae sarebbe stato difficiletrovare una sedia di parialtezza all’ultimo momento!

Il dono di una sciarpacandida da parte del Dalailama, l’inchino di saluto edun abbraccio fraterno hannoconcluso questo incontrostorico per la città di Livorno,ma anche per i protagonisti:«Questo momento non lodimenticherò mai – ha dettomons. Giusti, uscendo dalPalasport – trovarsi faccia afaccia con un uomo che haincontrato Dio è sempre undono che arricchisce».

Chiara Domenici

Cristiani ed Ebrei insiemead Assisi

I Salmi nella tradizioneebraica

Un viaggio ecumenico, quello intrapreso nei giorniscorsi da alcuni vescovi della Toscana in Grecia.

Accompagnati da don Piotr Kownacki, direttore del Ce.DoMEI e responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e ildialogo interreligioso della diocesi di Livorno, Mons.Simone Giusti (Livorno), Mons. Fausto Tardelli (SanMiniato), Mons. Giovanni Santucci (Massa Carrara),Mons. Antonio Buoncristiani (Siena), Card. GiuseppeBetori (Arcivescovo di Firenze), Mons. Claudio Maniago(vescovo ausiliare di Firenze), Mons. Carlo Ciattini (MassaMarittima), Mons. Stefano Manetti (Montepulciano),Mons. Alberto Silvani (Volterra), hanno conosciuto escoperto il mondo ortodosso incontrando i vescoviAgathangelos titolare della sede di Fanari , e il Metropilitadi Tebe, Giorgio membro del Santo Sinodo ortodosso.I vescovi durante la loro permanenza in Grecia hannoavuto la possibilità inoltre di incontrare l’arcivescovocattolico di Atene Mons. Nikolao Foskolo e il vicariogenerale dell’esarcato greco cattolico Mons. Salachas.

Queste alcune delle fotografie scattate durante il viaggio;sul sito http://www.diocesilivorno.it/news/articoli/alla-scoperta-del-mondo-ortodosso, l’album completo

Alla scoperta del mondo ortodossoIL VIAGGIO ECUMENICO DEI VESCOVI DELLA TOSCANA IN GRECIA

In alto: i vescovi insieme al vescovo ortodosso AgathangelosA lato: i vescovi a colloquio con l’arcivescovo cattolico di Atene Mons. Nikolao FoskoloQui sopra: i vescovi toscani con i vescovi ortodossi: Agathangelos vescovo titolredi Fanari , e il Metropolita di Tebe, Giorgio, membro del Santo Sinodo ortodosso

«Ci vedetevestiti

diversamentema siamo

fratellispirituali,

con lo stessointento:portare

l’amore tragli uomini.

Diversoè l’approccio,

ma non lameta»

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI22 giugno 2014 III

CONOSCIAMO LA FAMIGLIASatriano

A disposizione di Dio!

i chiamano Cristiano eNoemi, sono sposati daquindici anni e hannocinque figli: Olga 13 anni,

Mattia 10, Ester 7, Pietro 5,Davide 3 e fra poco nasceràun’altra bimba che si chiameràGiaele.Li abbiamo incontrati eabbiamo chiesto loro diraccontarci la bellissimaavventura che si apprestano avivere tra qualche mese

A settembre lascerete illavoro, la vostra casa perandare in Asia: che cosaandrete a fare?«La nostra famiglia fa parte diuna missio ad gentes inpartenza per andare adevangelizzare in Asia.La missio ad gentes è unaforma di implantatioecclesiae; cioè un gruppo dipersone, che dannodisponibilità a Dio, perportare la buona notizia, cheCristo è risorto, in parti delmondo dove Dio non èconosciuto o dove la Chiesa èpresente ma non è radicatanella vita delle persone.In pratica si tratta di andare arendere presente che Dioesiste, che ci ha salvato la vitae dirlo a chi non lo conosce.Nel caso della missio adgentes, è una testimonianzache si fa soprattutto con lapresenza; una testimonianzasilenziosa, come quella diCristo sulla croce.Ci sono persone qua chehanno bisogno di questoannuncio…ci sono personeanche in altre parti delmondo che hanno diritto allostesso annuncio».

Allora perché non rimanerequi?«Per rispondere a questadomanda è necessario fare unpasso indietro.Io e Noemi, già da fidanzatieravamo innestati nellaChiesa, anche se in dueparrocchie diverse di Livorno.Quando ci siamo sposatieravamo due baldi giovanientusiasti per l’avventura chestavano per intraprendere:formare una nuova famigliacristiana,…ma mai avremmopensato tutto questo!Dopo il matrimonioabbiamo continuato insiemeun cammino di fede basatosu un ascolto più regolare eapprofondito della parola diDio.Negli anni successivi, la vitasi è rivelata a noi con tutte lesue difficoltà e i

Scombattimenti di ognigiorno: problemi di relazionenel matrimonio, soldi,affanni nel crescere i figli.Di pari passo però ècontinuato anche questorapporto con Dio attraversole scritture, che lentamentenegli anni ci ha portato a fareun’esperienza concreta diCristo risorto nella nostravita.E’ da qui che tutto è nato.Nel tempo ci accorgevamoche nonostante le nostreincapacità e limiti, in GesùCristo riuscivamo a trovareconsolazione, sollievo per lenostre paure, un’esperienzache è diventata sempre piùconcreta.Da questo incontro conCristo abbiamo preso la forzaper accogliere i figli e adeducarli alla fede, nonostantetutte le difficoltà e le fatiche,fino a che il vederlo operarecon così tanta potenza nellanostra vita ha fatto nasceredentro di noi un forte sensodi gratitudine verso Dio.Ecco che abbiamo sentitodentro di noi il desiderio dimettere la nostra vita e quelladei nostri figli a disposizionedi Dio per l’evangelizzazionedel mondo.Abbiamo ricevuto unachiamata…abbiamo dettosi…e a Dio piacendo nelmese di Settembre partiremoper l’Asia, lasciando lavoro,amici e parenti».

Quante personeparteciperanno aquesta esperienza?«La missio ad gentesche il Signore hapreparato, oltre cheda noi, è formata daun’altra famigliaitaliana con duefigli, una famiglia spagnolacon quattro figli, unafamiglia croata con otto figli,due ragazze italiane, unaragazza cinese, un ragazzoitaliano e dal presbitero che èspagnolo».

Con tanti bambini comefarete?«L’argomento figli sta a cuorea noi genitori ma anche allaChiesa, che è molto attenta atutto quello che riguarda laloro crescita spirituale,culturale, sociale e affettiva.Quando saremo là penso chefaremo come facciamo qui,ci affideremo a Dio che sapràguidarci nelle scelte daprendere passo dopo passo.Sicuramente i primi tempi

saranno duri e dovrannoaccettare anche loro di faredei sacrifici, ma non abbiamodubbi che serviranno per laloro crescita come persone ecome cristiani.Non sarà facile, ma quelloche ci consola è aver parlatopersonalmente con famigliein missione sia in Asia che inEuropa e vedere che i lorofigli stanno bene. Abbiamocontatti con loro econtinuamente ci dicono cheDio è fedele».

I vostri figli come hannopreso questa decisione?«All’inizio c’è stata moltasorpresa e un po’ dicombattimento, soprattuttoper i più grandi che hannogià messo "radici" edovranno allontanarsi dailoro amici e dalle loroabitudini.Però i figli vedono anchelontano e riescono a coglierequest’esperienza comeun’avventura e siamoconvinti che per loro sarà unbagaglio che si porterannodietro tutta la vita e che nondimenticheranno mai».

I parenti e gli amici comehanno reagito?«Senza dubbio è stata unanotizia che ha scosso tuttiquelli che ci conoscono estanno intorno a noi.È stata e sarà un’esperienzaedificante nonostante anche

noi avessimo dellepaure; c’è però unasoluzione a tuttequeste paure che noiportiamo dentro,altrimenti se non leavessimo saremmoincoscienti.Ma sappiamo dipoterle superare

grazie alla presenza e allaforza dello Spirito Santo edella Provvidenza.Così come il Signore ha agitoqui fino ad oggi per noi e loabbiamo visto vivo, cosìandiamo con questa certezzache Il Signore ci accompagnae ci precederà.A noi basta avere la certezzadella sua presenza».

Che cos avi aspettate daquesta esperienza?«Sicuramente di trovare lafelicità, per noi, e di trovareCristo.Il Signore ci aspetta lì perchépossiamo essere felici…e sequalcuno conoscerà Cristograzie alla nostra presenza,saremo ancora più contenti

per aver dato gloria a Dio!»

Chi vi aiuta inquest’avventura?«Tutto questo non sarebbepossibile se alle nostre spallenon ci fosse una Chiesa e unacomunità di fratelli che pregacon noi e per noi e con i qualicondividiamo le esperienzeimportanti della nostra vita.Questo cammino, iniziatoquindici anni fa in diverseparrocchie, ha fatto sì chenascesse e crescesse in noiquesto desiderio.Sicuramente è un dono diDio ed è il fruttodell’incontro che tutti noiabbiamo fatto con Cristorisorto. E’ lui che ogni giorno,nella preghiera personale,nella preghiera in comunionecon la Chiesa, nei sacramenti,ci ha fatto vedere, nei fatti,che è possibile stare insiemesenza limiti di età o diprovenienza sociale, che èpossibile amarsi nonostantelitigi e combattimenti e tuttoquesto perché lui ci ha amatiper primi.In questi anni ci hannoaiutato anche diversisacerdoti, ed è tuttorafondamentale per noi averedei catechisti che ci guidanoin questo percorso di fededove, grazie allo SpiritoSanto, ci aiutano a vedere lanostra vita con gli occhi diDio.E’ importante la comunionecon la Chiesa livornese e conil nostro Vescovo SimoneGiusti, che subito dopo laconferma della nostrachiamata ci ha incontrati ericordandoci l’importanzadella missione di Cristo nelmondo, ci ha incoraggiati adandare avanti con la suabenedizione, riconfermatacon l’incontro in cattedraledel 2 Febbraio scorso».

Come possiamo aiutarvi noida quaggiù?«Non abbiamoneéfinanziatori né soldi daparte. Per questo stiamocercando fondi necessari peril viaggio e per tutte quellespese che si presenteranno.Quindi approfitto di questaoccasione per dire che sequalcuno fosse ispirato daDio a partecipareall’evangelizzazione in Asia evuole aiutarci, può farloinviando un’offerta. In ognicaso pregate per noi!...e seDio vuole vi terremoaggiornati»

m.b.

Missione ad gentes:

una famiglialivornese

racconta comeha deciso di partire

per andare ad annunciare

la Parola diGesù, laddove

non c’èll percorso formativo di animazionealla prossimità, che ogni settima si

svolge nella cripta dei Salesiani ha pertitolo"Dall’io all’altro: animare percondividere"; la seconda conferenzaera incentrata sul tema: "Educare dauna fragilità come risorsa a unaprossimità come dono" ed è statatenuta da Don Francesco Galante,responsabile dell’oratorio della

Parrocchiasalesiana delSacro Cuore.Partendodalla letturadi unapagina dellibro diAlessandroD’Avenia"Cose chenessuno sa",chetratteggia il

disagio e il malessere dell’adolescenteMargherita, don Francesco haanalizzato il tema dell’animazione inchiave pedagogica- antropologica.Che cosa dovrebbe fare un animatoredi fronte al disagio di un ragazzo chesi sente solo, deluso, insoddisfatto? Ascoltarlo, rassicurarlo, aiutarlo, fargliscoprire il bello che è in lui, masoprattutto, accogliere le sue fragilità,non vedendole come un aspettonegativo cui va posto inesorabilmenterimedio, ma piuttosto come un ponteche lo apre all’altro.Quando si parla di educazione, non sipuò, infatti, non considerare il fattoche l’uomo è un essere sociale.

L’uomo nasce dalla relazione e viveper la relazione. La sua identità sicostruisce e diventa autentica solorelazionandosi con l’altro e questo loattesta anche la realtà e le SacreScritture. Chi educa, dunque non deve vedere laformazione come un mero processo ditrasmissione di nozioni, ma piuttostocome un accompagnamento delragazzo all’acquisizione di conoscenzee valori, che non può esimersi da unadimensione comunitaria, di gruppo.E’ solo dunque, nella prossimità che cisi realizza, si cresce e si impara aconvivere con le proprie fragilità,compensandoci a vicenda perchéquello che manca a me è riempitodall’altro, perché è solo nellareciprocità che c’è l’arricchimento.

Caterina Lo Russo

I

Il secondo incontro diformazione della Caritas

Quando la fragilitàdiventaun ponteche ci apreall'altro

EVANGELIZZAZIONE IN ASIAcon bonifico bancario:BANCA CR FIRENZESatriano Cristiano / Pampana NoemiIBAN: IT51F0616013920148800313178

con bollettino postale:POSTE ITALIANESatriano Cristianon° conto: 1020078166

Chi educa, nondeve vedere laformazione comeun processo di trasmissione di nozioni, ma come unaccompagnamento

Se voletesostenerci...in ogni casopregateper noi!

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI22 giugno 2014IV

VENERDÌ 20 GIUGNONella mattina, udienze laici in vesco-vado11.00 Benedizione di una nuova im-barcazione della ditta Neri e consegnadelle borse di studio19.00 Canto del vespro e lectio con iseminaristi in seminario

SABATO 21 GIUGNO8.00 Pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero, animatodal III vicariato e ricordo dell’abateZambernardi nel centenario della na-scita10.00 incontro con i pellegrini dellaTerra Santa del 2012 e 2013 al Santua-rio di Montenero18.00 S. Messa alla Chiesa di S. Cateri-na per gli ordini cavallereschi di Livor-no

DOMENICA 22 GIUGNO11.30 Processione del Corpus Domini,S. Messa e conferimento Cresime allaparrocchia di San Giovanni Gualbertoalla Vale Benedetta18.00 Festa del SS. Corpo e Sangue diCristo- Canto del Vespro e processionedalla chiesa di SS. Pietro e Paolo allacattedrale (vedi locandina pag. VIII)

MERCOLEDÌ 24 GIUGNONella mattina, udienze clero in vesco-vado18.00 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di S. GiovanniBattista e Ilario a Rosignano Marittimo

MERCOLEDÌ 25 GIUGNO9.15 in vescovado, convegno edilizia eculto dal titolo "Il progetto edilizio el’impatto economico. Il metodo Life CycleCost"

GIOVEDÌ 26 GIUGNO10.00 incontro con i sacerdoti del V vi-cariato alla chiesa di S. Teresa a Rosi-gnano Solvay19.00 incontro con l’ufficio di consultadi pastorale familiare in vescovado

VENERDÌ 27 GIUGNO9.30 ritiro del clero alla chiesa di S. Ste-fano a Castelnuovo della Misericordia

SABATO 28 GIUGNO12.00 incontro con i catechisti dellecomunità neocatecumenali in vescova-do

DOMENICA 29 GIUGNO11.30 saluto all’assemblea del SAIS(Centro Assistenza e informazione Sa-nitaria) in Via La Pira

Agenda del VESCOVO

Diocesiinforma

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Verdone L.- Le idee curano la mente.- Ed Paoline,pp. 160, euro 13,00

"La saggezza è la medicina dell’anima" è una dellemassime più conosciute del filosofo greco Epicuro. Unamassima quanto mai attuale. Oggi infatti, sempre piùpersone tornano a chiedere alla filosofia soluzioni per iproblemi quotidiani. Non a caso, negli ultimi decenni siè affermata, soprattutto nel mondo anglosassone, lafigura professionale del consulente filosofico.Chi vive un disturbo emotivo va dallo psicologo, ma chiè in crisi esistenziale o deve compiere scelte importantio è alla ricerca di parametri razionali, etici, valoriali, habisogno di idee, di sistemi organici di risposta enecessita di terapia filosofica.Da questa considerazionenasce il nuovo libro di Luciano Verdone "Il pensierocome terapia". Scrive l’autore: "La frustrazioneesistenziale, provocata dalla mancanza di senso, simanifesta in fenomeni di massa quali: depressione ?suicidio; aggressività ? omicidio; droghe ? suicidiodifferito nel tempo. Le droghe sono, appunto, la ricercaesasperata di soddisfazione compensatoria immediataper superare l’insopportabile senso di vuotoesistenziale". Per accompagnare chi cerca di costruire ilpercorso di coscientizzazione, evitando quindi queipericoli a cui la mancanza di senso può portare,Verdonefornisce un possibile quadro di risposte, ancorato aipensatori classici. Ogni volta, egli parte da unamassima filosofica, analizzandola teoricamente.Seguono, quindi, esercizi applicativi e approfondimentidi tipo filosofico e psicologico.

a Federazione Anziani Pensionati (FAP) fa parte della strutturaorganizzativa delle Acli e opera, senza fini di lucro, per favorire

l’impegno personale, sindacale e politico degli anziani pensionati. LaFederazione si propone quindi di lottare per l’affermazione dei dirittidei pensionati e per contribuire al loro inserimento in una società chenon discrimini gli anziani ma che invece ne assicuri lo sviluppointegrale della loro personalità. A Livorno la Federazione ha sede nellostesso edificio delle Acli di Via Cecconi e si propone di tutelare gli

anziani iscrittiattraverso tutti i serviziche vengono messi aloro disposizione dalPatronato e inoltre conapposite convenzioniche li possonoagevolare negli acquistiin vari settorimerceologici. In vistadel prossimoCongresso regionale edi quello nazionale è

stata indetta una assemblea degli iscritti, con la presenza del Presidentedella FAP regionale, Paolo Fornelli, per l’elezione del ComitatoProvinciale livornese. L’assemblea che si è tenuta presso il Circolo AcliPio X di Borgo Cappuccini, alla quale hanno partecipato il Presidenteprovinciale delle Acli, Antonio Melani, e della responsabile delPatronato Acli, Cecilia Pamio, ha eletto come Segretario della FAP,Gianni Giovangiacomo, come vice segretario, Giulio Tagliaferro, glialtri membri del Comitato, tenuto conto della dimensione provincialedella Federazione sono: Lorenzo Resta, con delega alle problematichedel welfare, Rossano Bonsignori e Vincenzo Graziani, con delega alsettore organizzativo e allo sviluppo associativo. Il Comitato a brevetermine deciderà chi dovrà partecipare al Congresso regionale di Arezzodel 30 giugno e al Congresso nazionale di Trento per l’8, 9 e 10 luglio.

Gi.Gi

L

Eletto il Comitato provincialedegli anziani delle Acli

LA FORMAZIONE CARITAS

DALL’IOALL’ALTRO

Prosegue il percorso diformazione per credenti enon credenti, organizzatodalla Caritas diocesana incollaborazione con laparrocchia dei Salesiani diLivorno.Gli ultimi due incontrisaranno:

GIOVEDÌ 19 GIUGNO“Racconto di un’esperienza:come testimoniare la

condivisione”Matteo Gandini-Caritas DiocesanaReggio Emilia

GIOVEDÌ 26 GIUGNO“Voglio svegliarel’aurora”Il territorio comeannuncio di incontroSr Mercedes,animatrice di strada,Romadon Marco Aspettatisdb

Gli incontri si svolgeranno nella Cripta deiSalesiani ed avranno inizio alle ore 21.00

Animare per condividere

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI22 giugno 2014 V

Come si diventaun buon cristiano?

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........

CASA

S.M

ART

Ada

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Il Papa ai sacerdoti:Gesù, il “primoamore”non sidimentica maiPastori, prima che studiosi, chenon dimenticano mai Cristo, illoro “primo amore”, e restanosempre alla sua sequela: èquesto il ritratto che PapaFrancesco ha fatto di tutti gliuomini consacrati a Dio nelsacerdozio. “Come va il primo amore?”.Cioè, sono innamorato di tecome il primo giorno? Sonofelice con te o ti ignoro?Domande universali chebisogna farsi spesso, dice PapaFrancesco. E non solo i coniugiall’interno di una coppia, maanche preti, vescovi, di fronte aGesù. Perché è Lui, afferma, checi domanda come un giornofece con Pietro: “Simone, figliodi Giovanni, mi vuoi bene?”.L’omelia del Papa prende avvioproprio da questo dialogo delVangelo in cui Cristo chiede pertre volte al primo degli Apostolise lo ami più degli altri, unmodo - osserva – per portarlo"al primo amore":

“Questa è la domanda chefaccio a me, ai miei fratellivescovi e ai sacerdoti: come fal’amore di oggi, quello che faGesù, no? E’ come il primo?Sono innamorato come ilprimo giorno? O il lavoro, lepreoccupazioni un po’ mifanno guardare altre cose, edimenticare un po’ l’amore? Mai coniugi litigano, litigano. Equello è normale. Ma quandonon c’è amore, non si litiga: sirompe".

"Mai dimenticare il primoamore. Mai", ribadisce PapaFrancesco, il quale mette inrisalto altri tre aspetti da tenerepresenti nel rapporto di dialogodi un sacerdote con Gesù.Essere prima di tutto – primadello studio, prima del volerdiventare “un intellettuale dellafilosofia o della teologia o dellapatrologia – un “pastore”, cosìcome Gesù sollecitò Pietro:“Pasci le mie pecorelle”. Il resto,sostiene il Papa, viene “dopo”:

“Pasci. Con la teologia, con lafilosofia, con la patrologia, conquello che studi, ma pasci. Siipastore. Perché il Signore ci hachiamati per questo. E le manidel vescovo sulla nostra testa èper essere pastori. E’ unaseconda domanda, no? Laprima è: ‘Come va il primoamore?’. Questa, la seconda:‘Sono pastore, o sono unimpiegato di questa ong che sichiama Chiesa?’. C’è unadifferenza. Sono pastore? Unadomanda che io devo farmi, ivescovi devono fare, anche ipreti: tutti. Pasci. Pascola. Vaiavanti”.

E non c’è “gloria” né “maestà”,osserva Papa Francesco, per ilpastore consacrato a Gesù: “No,fratello. Finirà nel modo piùcomune, anche più umiliante,tante volte: a letto, che ti dannoda mangiare, che ti devonovestire… Ma inutile, lì,ammalato…”. Il destino è“finire – ripete – come è finitoLui”: amore che muore “come ilseme del grano e così poi verràil frutto. Ma io non lo vedrò”.Infine, il quarto aspetto, la“parola più forte”, indica PapaFrancesco, con la quale Gesù

conclude il suo dialogo conPietro, “seguimi”:

“Se noi abbiamo persol’orientamento o nonsappiamo come risponderesull’amore, non sappiamocome rispondere su questoessere pastori, non sappiamocome rispondere o nonabbiamo la certezza che ilSignore non ci lascerà da solianche nei momenti più bruttidella vita, nella malattia, Luidice: ‘Seguimi’. E’ questa, lanostra certezza. Sulle improntedi Gesù. Su quella strada.‘Seguimi’”.

A tutti noi sacerdoti e vescovi,termina Papa Francesco, ilSignore dia “la grazia di trovaresempre o ricordare il primoamore, di essere pastori, di nonavere vergogna di finire umiliatisu un letto o anche persi ditesta. E che sempre ci dia lagrazia di andare dietro a Gesù,sulle impronte di Gesù: lagrazia di seguirlo”.

Il Papa:le Beatitudini,programma pratico di santitàLe Beatitudini sono ilprogramma di vita delcristiano. Il Pontefice haincentrato proprio sulleBeatitudini la sua omelia,rimarcando – all’indomanidello storico incontro di pace inVaticano – che bisogna avere ilcoraggio della mitezza persconfiggere l’odio.Le Beatitudini sono il“programma”, “la cartad’identità del cristiano”. PapaFrancesco ha offerto, nella suaomelia, una intensameditazione sulle Beatitudini,di cui parla il Vangelo odierno.“Se qualcuno di noi – haaffermato – fa la domanda:‘Come si fa per diventare unbuon cristiano?’”, qui troviamola risposta di Gesù che ci indicacose “tanto controcorrente”rispetto a quello cheabitualmente “si fa nel mondo”.Beati i poveri in spirito. “Le

ricchezze – ha avvertito il Papa– non ti assicurano niente. Dipiù: quando il cuore è ricco, ètanto soddisfatto di se stesso,che non ha posto per la Paroladi Dio”. Beati quelli che sononel pianto, perché sarannoconsolati:

“Ma il mondo ci dice: la gioia,la felicità, il divertimento,quello è il bello della vita. Eignora, guarda da un’altra parte,quando ci sono problemi dimalattia, problemi di dolorenella famiglia. Il mondo nonvuole piangere, preferisceignorare le situazioni dolorose,coprirle. Soltanto la personache vede le cose come sono, epiange nel suo cuore, è felice esarà consolata. La consolazionedi Gesù, non quella del mondo.Beati i miti in questo mondoche dall’inizio è un mondo diguerre, un mondo dovedappertutto si litiga, dovedappertutto c’è l’odio. E Gesùdice: niente guerre, niente odio,pace, mitezza”.

Se io sono “mite nella vita”, haproseguito, “penseranno che iosono uno stolto”. Pensino purequello, ha detto il Papa, “ma tusei mite, perché con questamitezza avrai in eredità laTerra”. Beati quelli che hannofame e sete della giustizia, beati– ha soggiunto – quelli “chelottano per la giustizia, perchéci sia giustizia nel mondo”. “E’tanto facile – ha ammonito –entrare nelle cricche dellacorruzione”, “quella politicaquotidiana del do ut des.Tutto è affari”. E “quanteingiustizie. Quanta gente chesoffre per queste ingiustizie”. EGesù dice: “Sono beati quelliche lottano contro questeingiustizie”. Beati imisericordiosi, perchétroveranno misericordia. Imisericordiosi, ha affermato,“quelli che perdonano, checapiscono gli errori degli altri”.Gesù, ha evidenziato il Papa,non dice “beati quelli chefanno la vendetta, che sivendicano”:

“Beati quelli che perdonano,misericordiosi. Perché tutti noi

siamo un esercito di perdonati!Tutti noi siamo stati perdonati.E per questo è beato quello cheva per questa strada delperdono. Beati i puri di cuore,che hanno un cuore semplice,puro, senza sporcizie, un cuoreche sa amare con quella puritàtanto bella. Beati gli operatoridi pace. Ma, è tanto comune danoi essere operatori di guerre oalmeno operatori di malintesi!Quando io sento una cosa daquesto e vado da quello e ladico e anche faccio unaseconda edizione un po’allargata e la riporto… Ilmondo delle chiacchiere.Questa gente che chiacchiera,non fa pace, sono nemici dellapace. Non sono beati”.

Beati i perseguitati per lagiustizia. Quanta gente, haconstatato, “è perseguitata, èstata perseguitatasemplicemente per avere lottatoper la giustizia”. Questo delleBeatitudini, ha ripreso il Papa,“è il programma di vita che cipropone Gesù”, “tantosemplice, ma tanto difficile”. E,ha proseguito, “se noivolessimo qualcosa di più,Gesù ci dà anche altreindicazioni”, quel “protocollosul quale noi saremo giudicati”,nel capitolo 25 del Vangelo diMatteo: “Sono stato affamato emi hai dato da mangiare, eroassetato e mi hai dato da bere,ero ammalato e mi hai visitato,ero in carcere e sei venuto atrovarmi”. Con queste due cose– Beatitudini e Matteo 25 – “sipuò vivere la vita cristiana alivello di santità”:

“Poche parole, semplici parole,ma pratiche a tutti, perché ilcristianesimo è una religionepratica: non è per pensarla, èper praticarla, per farla. Oggi, sevoi avete un po’ di tempo acasa, prendete il Vangelo, ilVangelo di Matteo, capitoloquinto, all’inizio ci sono questeBeatitudini; capitolo 25, cisono le altre. E vi farà beneleggerlo una volta, due volte, trevolte. Ma leggere questo, che èil programma di santità. Che ilSignore ci dia la grazia di capirequesto suo messaggio”.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI22 giugno 2014VI

100 piazze PER IL VANGELO

La virtùdella volontà

L’iniziativa della famiglia Paolina

approssimarsidei mondiali dicalcio in Brasilein

concomitanza con lapubblicazione fresca distampa dell’ultimolibro "Il mio allenatoresi chiama Gesù", scrittodal noto giornalistasportivo della Rai,Carlo Nesti (nella fotopiccola a destra), è statal’occasione per invitarequesto significativopersonaggio delmondo radiotelevisivoe farlo incontrare conchi lo sport lo praticanon per guadagno, maperché lo sport in sépossiede un potenzialeeducativo anche nellaformazione dellapersona e come dicePapa Francesco:«Bellezza, gratuità,cameratismo, sitrovano riassunti nellaparola dilettante».Queste parole traccianoun profilo dellosportivo molto preciso:una persona chedivertendosi, è in gradodi esprimere almassimo la volontà diconoscere lo spirito digruppo e di essererispettosa delle regole.Carlo Nesti partendoda questo basilareprincipio,incontrandosi con unfolto gruppo di sportivitra questi moltissimi digiovane età, hadialogato con lorofacendo precedere ilvivace dibattito da unmultivideo realizzatocon il regista LucianoSomma di Torino epresentato inanteprima a Livorno,nel quale la visione diimmagini che hannotoccato l’arco di unsecolo e le più svariatediscipline commentatee accompagnate damusiche bellissime,hanno fatto riflettere sualcuni valori declinabiliin una prospettivapedagogica a partiredalle parole chiave:rivalità, inferiorità,attesa, patriottismo,razzismo, furbizia,solitudine, incredulità,dolore, volontà,rivincita.Il dibattito che èseguito ha visto gliinterventi di alcuniallenatori delle squadregiovanili: Marco Pilududi baseball, AlbertoToni di Karate, diChiara Cusimano diDanza,dell’associazionePang’ono che peraiutare un progetto nelMalawi, ogni annoorganizza una partita"Un calcio alla fame"per raccogliere fondi.Presenti inoltre, ospitid’eccezione: l’exportiere della JuventusRoberto Tancredi, ilbomber degli anni 70-

’L

80 Nicola Zanone,l’arbitro PaoloBergamo e il cantanteSandro Giacobbe. Unmomento moltotoccante è stata latestimonianza delragazzo di originealbanese Indrit che pur

costretto ad una sedia arotelle è diventato uncampione di scherma.In questo caso lo sportlo ha aiutato ariprendere fiducia in sestesso e ad usciredall’isolamentofacendo addirittura

coltivare in lui il gransogno di partecipare inun futuro non moltolontano alleParaolimpiadi; e secome dice Nesti"vincere dipende datante variabili cheappartengono solo a

determinatiatleti…impegnarsi almassimo per vincereinvece è alla portata ditutti, perché tuttipossediamo la virtùdella volontà: si trattadi coltivarla".

Mo.C.

a solenne Veglia di Pentecoste quest’anno èstata preceduta dalla celebrazione della

Famiglia Paolina che quest’anno festeggia ilcentenario della sua presenza nella Chiesa. E’quella della Famiglia Paolina, una realtà moltoricca, ben dieci rami, voluta dal Beato donGiacomo Alberione che nel passaggio dal XIX al XXsecolo, davanti al S.S.Sacramento ha sentito lavocazione di dedicare la propria vitaall’evangelizzazione con i nuovi mezzi dellacomunicazione sociale.Coadiuvato da religiosi, religiose e laici, nel giro dipochi anni ha cominciato a formare la Famiglia,avendo come esempio San Paolo e come MaestroGesù,Via Verità e Vita, e dando luogo alla diffusionedella Bibbia in tutti i continenti traducendo i SacriTesti nelle lingue non ancora conosciute. I Paolinisono diffusi nel mondo e anche nella nostraDiocesi, vi è una ricca presenza che risale aldopoguerra con le Figlie di SanPaolo che hanno lastorica libreria, punto di riferimento per i cristiani ma ancheper gli ebrei . L’Istituto Santa Famiglia, i Gabriellini, leNunziatine, Istituto Gesù Sacerdote e i Cooperatori Paolini,offrono insieme alle Figlie di San Paolo il loro servizio allaDiocesi nei vari ambiti della comunicazione, catechesi, liturgiae progetto culturale. All’inizio della veglia, illuminata dallalampada a dieci fiamme, simbolo dei dieci rami della FamigliaPaolina, è stata posta accanto all’altare, una bellissima iconaitinerante, proveniente da Firenze, che rappresenta GesùMaestro benedicente che regge in mano il Vangelo aperto, la"buona notizia" che lui incarna e ci trasmette. L’icona è statascritta dall’iconografo greco Leonidas Evdiriadis di Salonicco,seguendo le antiche regole della scuola macedone del MonteAthos e queste prevedono tra l’altro l’utilizzo di colori naturali,ottenuti sciogliendo minerali in polvere nel tuorlo d’uovo; ladoratura è fatta con una sottilissima foglia di oro zecchino.

L’icona è scritta su un tronco di platano orientale, scavato alsuo interno e trattato con una speciale sostanza anticorrosioneanch’essa naturale; è alta 187 cm e pesa 50 Kg. E’ un pezzounico.Durante la celebrazione, il Vescovo all’omelia, ha ricordatocome lo Spirito ci insegna a comprendere la presenza delSignore al di là delle apparenze e ci aiuta ad interpretare isegni che ce lo fanno riconoscere. La nostra vita deve essereritmata da questa presenza che ci infiamma e ci fa camminareanche nei momenti più bui perché nessun ostacolo sifrapponga a questo nostro andare verso il Signore. L’uomospirituale è quello che nella Chiesa fa luce ed è guida.Quest’ultimo secolo ha avuto come guida dei Papi che per laloro testimonianza e per il loro magistero sono stati segnovisibile della presenza dello Spirito nella Chiesa.

Monica Cuzzocrea

L

La veglia di PENTECOSTE

DON LUCIANOMUSI: 50 ANNIDA PRETE

niziano i festeggiamenti per il 50°anniversario di ordinazione sacer-

dotale di don Luciano Musi: cin-quant’anni dei quali gli ultimi trentavissuti nella parrocchia di San Gio-vanni Bosco in Coteto come parroco.La settimana si aprirà con un’antepri-ma venerdì 20 alle ore 21,00. Sarannoi più piccoli, i bambini che frequenta-no il catechismo, guidati dalle lorocatechiste, a ringraziare il loro parro-co con uno spettacolo sulla storia deininiviti e del profeta Giona. Seguirànella stessa serata, che si svolgerà nelteatrino parrocchiale, un revival dellefoto più belle della vita di don Lucia-no, dalla nascita ad oggi, preparatocon cura raccogliendo numerosissimiscatti appositamente per l’occasione. L’intera settimana avrà per tema il sa-cerdozio, un tema fortemente richie-sto dal parroco il cui desiderio è pro-prio quello di offrire ai parrocchiani ea tutti coloro che vorranno partecipa-re meditazioni di valore per ringrazia-re il Signore Gesù per questo Suo me-raviglioso dono alla Sua Chiesa.Lunedì 23, alle ore 21.00, Mons. Ga-stone Simoni, Vescovo emerito di Pra-to, terrà la prima meditazione nellachiesa parrocchiale: Cristo sommo edeterno sacerdote. Il giorno seguente, martedì 24, sempre alle ore 21.00, Mons.Rodolfo Cetoloni,Vescovo di Grosseto, terrà laseconda meditazione: Il sacerdote secondo ilpensiero di San Francesco. Una terza medita-zione, mercoledì 25 alle ore 21.00, saràtenuta dal biblista Mons. BenedettoRossi: Il sacerdote alla luce dell’Anti-co e del Nuovo Testamento. Dopo leprime tre meditazioni sul sacerdozio,nella serata di giovedì 26 saranno inostri seminaristi, invitati da don Lu-ciano, a partecipare alla vita della par-rocchia e ai suoi festeggiamenti. Alleore 21.00, in occasione della consuetaAdorazione Eucaristica, i seminaristisaranno chiamati a dare una loro te-stimonianza, rispondendo in partico-lar modo alla domanda: Perché mifaccio prete oggi? Il giorno seguente,venerdì 27, durante la santa messa delSacro Cuore delle ore 18.00, come or-mai consuetudine in Coteto, sarà am-ministrata l’unione degli infermi aimalati e agli anziani della parrocchia.Seguiranno nelle serate di sabato edomenica due eventi artistico-musi-cali. Sabato 28, alle ore 21.00, il Con-certo della corale parrocchiale e delcoro dei piccoli, diretti da EmanueleCarbonell e Simone Barbieri. I duecori, come già in occasioni preceden-ti, dopo aver eseguito alcuni brani se-paratamente, si uniranno per ringra-ziare don Luciano e offrire lui, in oc-casione della sua festa, un canto a co-ri riuniti. Domenica 29, ancora alleore 21.00, il grande Concerto d’orga-no del maestro Claudia Termini. An-ch’ella, infatti, è stata ben lieta di par-tecipare a questi giorni di festa e dimanifestare la sua amicizia e il suo af-fetto a don Luciano. Lunedì 30 al-le ore 18.00,infine, donLuciano cele-brerà una so-lenne SantaMessa nelgiorno delsuo 50° an-niversario disacerdozio ,con la pre-senza di S. E.Mons Simo-ne Giusti, Ve-scovo di Li-vorno, rin-g r a z i a n d onell’Eucare-stia il Signoreper i doni ri-cevuti in que-sti cinquant’anni del suo ministerosacerdotale. Sono invitati alla solennecelebrazione i sacerdoti, i diaconi, iseminaristi e tutti coloro che nellanostra chiesa livornese vorranno ren-dere gloria a Dio per il dono del sa-cerdozio e unirsi a don Luciano in ungiorno così significativo per la sua vi-ta sacerdotale. Al termine della cele-brazione, nei locali parrocchiali, siterrà una cena comunitaria, che con-cluderà i festeggiamenti.

S. B.

I

Lo Spirito indica la presenza del Signore

Francesco Anfossi intervistato dal giornalista Antonello Riccelli

«Il Vangelo secondo gli italiani 2»opo il successo de Il Vange-lo secondo gli italiani usci-

to nel 2013 e scritto a quattromani da un vaticanista (AldoMaria Valli) e da un giornalistaappassionato delle vicende ita-liane (Francesco Anfossi), do-ve i cattolici italiani "guelfi pernascita ma ghibellini per voca-zione", venivano rappresentatitutti dichiaratamente cattolici,ma altrettanto apertamente ereti-ci, tanto da porre sulla copertinaPinocchio quale simbolo nazio-nale; ecco che nel volgere di pocotempo, dagli scandali alle dimis-sioni di Papa Benedetto XVI, ab-biamo assistito ad una specie dirivoluzione in seno alla Chiesada spingere i due autori a dare se-guito al primo libro per capire l’I-talia "cattolica" che cambia. Fre-sco di stampa, «Il Vangelo secon-do gli italiani2» per iniziativa del-la Famiglia Paolina di Livorno èstato presentato presso la criptadei Salesiani di Livorno con dueospiti (nella foto) molto bravi ebrillanti: Antonello Riccelli, Pre-sidente dell’Ucsi Toscana e gior-

nalista di Granducato TV, e il Ca-poredattore di Famiglia CristianaFrancesco Anfossi, autore di mol-te inchieste dedicate alla politica,all’economia e alla società italia-na. Riccelli, con un ritmo serratoha intervistato Anfossi con unasequenza di domande che hannospaziato dalle dimissioni di Bene-detto XVI allo scandalo Ior, dallaLega che difende il Crocifisso, marespinge i barconi degli immigra-ti, alla polverizzazione dei catto-lici in politica, dell’avvento diRenzi e del fenomeno Grillo.Certamente è un libro "poco or-todosso" che non risparmia nep-pure la gerarchia ecclesiastica eche evidenzia in modo netto co-

me i cattolici purtroppo si di-vidono sui valori del Vangeloanziché sulle tematiche politi-che.Naturalmente si è parlato an-che del ciclone Francesco cheha spinto sull’acceleratore del-la comunicazione in un modoche ha sorpreso tutti e a secon-da dei punti di vista ha entu-siasmato o scandalizzato.

Questo Papa venuto "dalla finedel mondo" che con un propriostile ha acquisito una forte credi-bilità anche fra i non credenti eche cerca di andare al cuore deiproblemi mettendosi in gioco inprima linea; vedi Lampedusa, laFamiglia, la riforma della Curia edello Ior. Il dibattito con il pub-blico presente è stato molto viva-ce, numerose le domande e a pro-posito di Ior, Anfossi ha comuni-cato che sta completando un’in-chiesta che darà luogo ad unapubblicazione; le premesse sonostate così coinvolgenti che il gior-nalista è stato invitato a presenta-re la sua prossima pubblicazionenon appena sarà in libreria.

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Parrocchia di Coteto in festa

L’incontro con ilgiornalistasportivo CarloNesti ed il libro di Anfossi: due momentidell’iniziativaPaolina a Livorno

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI22 giugno 2014 VII

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Un dono per Marial Santuario diMontenero, pur essendo

sufficientemente fornitodi arredi sacri per decorodelle sacre funzioni,tuttavia mancava di unparato che per l’arte e laricchezza fosse degnodella sua fama mondiale,tanto che lo stesso AbateViscardi, aveva già pensatoa raccogliere offerte perprovvederlo. Questadiscreta somma però erainsufficiente per il lavoroprogettato, e perciò,avvicinandosi l’epoca deipellegrinaggi, fu inviata atutti i delegati Diocesianiuna circolare in cui siproponeva di portarel’offerta delle diverseDiocesi in danaro, colquale poi si sarebbepensato a fare un artisticoparato, che sarebbe statoinsieme un sublimeattestato di affetto aMaria. La proposta fuaccettata; i fedeli risposerocon entusiasmo egenerosità all’appello lororivolto dai propri parroci enel giorno delpellegrinaggio le varieDiocesi della Toscanapresentarono allaMadonna le loro offerte,delle quali riportiamol’elenco: Archidiocesi diPisa 5221; Archidiocesi diLucca 2233; Diocesi diPistoia 1650; Diocesi diPrato 1500; Diocesi diPescia 1000; Diocesi diMassa Carrara 600; Dioc.di Pontremoli e Sarzana368,85; Diocesi diVolterra 2000; Diocesi diFiesole 2000; Diocesi diMassa Marittíma 531,60;Diocesi di S.Miniato6720; Archidiocesi diFirenze 1670,25; TotaleLire 25494,70Raccolto il danarosufficiente, si incaricò peril disegno, il Prof.Architetto GiuseppeCastellucci delle Belle Artidi Firenze. Avuto ildisegno, dopo circa dueanni di ricerche, quandogià si disperava, perchènessuno si sentiva ingrado di eseguire questolavoro, a Firenze, culladell’arte e del buon gusto,si trovarono due Maestredi ricamo, le SignorineVittoria Gori e RitaParrini specializzate inquesto genere, le quali,dopo lunga riflessione,

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presero l’impegno difarlo, dando la loro scuolala più seria garanzia che ildisegno sarebbe eseguitocon coscienza ecompetenza d’artista.Riportiamo di seguito lasommaria descrizionefatta dal P.Abate DonBasilio Domenichetti: “Ilparato sicompone diuna pianeta, didue tonacelle,di un piviale edi un veloomerale,ricamati emontati inteletta diargento tessutacon metodospeciale sopraordito di puraseta bianco-avorio. Ildisegno siispira allo stile delquattrocento e vennerilevato dai miglioricampioni dell’epoca dalSignor Innocenti sotto laguida e direzione artisticadel Comm. Prof.Architetto GiuseppeCastellucci, che conamore e competenzasomma ne dirige oral’esecuzione. Il ricamo,che è già molto avanti, ètutto a punto serrato e apunto velato in oro fino eseta a colori pallidi antichiespressamente preparati

secondo il metodo che siusava al tempo cuirimonta il disegno. Equesto è di talidimensioni da occupareoltre la metà dellasuperficie della stoffa;ossia nella pianeta ricopretutta la parte centraletanto sul davanti che sul

di dietro e cosìnelle duetonacelle di cuiorna pure conricco bordo lemaniche; nelpiviale tutto lostolone, ilcappuccio e ilbordo inferiore.Il ricamo dellapianeta è aforma di croce,e tanto inquesta comesulle altre partidel parato è

costituito da tanteformelle di differentidimensioni distribuitecon gusto squisito, cherecano nel loro internofigure di Santi dell’OrdineVallombrosano e nelmezzo, al posto d’onore,la Vergine di Montenerocontornata da riccacornice a foggia ditabernacolo. Nelleformelle minori sonodelle anfore da cuipartono rami di fiori evolute graziosissime chene riempiono tutta la

superficie. A convenientiintervalli, tanto nellapianeta quanto nelle duetonacelle, si ammirano glistemmi del’OrdineVallombrosano a delSantuario stesso e delleDiocesi Toscane checoncorsero con loroobolo alla spesa e cioè:Pisa, Lucca, Pistoia ePrato, Pescia, Fiesole,Massa Carrara,Sarzana,Pontremoli,Volterra, Massa Marittima,Grosseto, Pitigliano, S.Miniato, Livorno eFirenze.Di tali stemmi èprincipalmente decoratoil bordo inferiore delpiviale che nel ricchissimostolone e relativocappuccio porta altresì lefigure della Madonna colBambino, di S. GiovanniGualberto e di S.Benedetto. Le figure nelparato sono sette, noncomputata quella dellaVergine che orna lapianeta e il piviale, e cioè,le due sopra nominate,San Pietro Igneo Vescovoe Cardinale, San BernardoUberti, Sant’ Atto, SantaUmiltà, Santa Verdiana.Le immagini, condottecon somma maestria, dasembrare vere miniature,sono tutte ad ago, inatteggiamento devoto coisimboli propri di ciascunae contenute, come si è

detto sopra, in un riccocontorno a foggia ditabernacolo arcuato afondo di oro velato. Ognitabernacolo, ogniformella e tutto l’nsiemedella bella composizioneè incorniciata da un riccogallone a rilievo in oro apunto di ricamo, di formadel tutto nuova e graziosa,il quale dà maggior risaltoai fondi ora rosso cupi,ora celesti o d’altroappropriato colore su cuispiccano le decorazioni egli ornamenti floreali dicui è coperta la stoffa. Icolori stessi sonodistribuiti con sobrietà egusto estetico ammirabile;l’occhio vi riposaindisturbato e prova ungodimento indicibile nelmirarli pei riflessi dellaseta e dell’oro pallidi esmorti, ora vivaci eiridescenti a secondo delpunto di luce.” Ledifficoltà che le abiliricamatrici hanno dovutosuperare sono state molteperchè, a parte la mole dellavoro, questo a giudiziodei competenti era arduoe da impensierire: matanto la Signorina Goriquanto la SignorinaParrini, ben note per laloro abilità nel campodell’arte del ricamo, lehanno vinte tutte collatenacia che loro ispiral”amore alle cose belle.

I privilegi ottenuti dal Santuario di Montenero presso la Santa Sede

Per accrescere la venerazione dei fedeliolti sono i privilegi che i Mona-ci Vallombrosani hanno otte-nuto dalla Santa Sede a vantag-gio del Santuario onde accre-

scere sempre più la venerazione e devo-zione dei fedeli.Il 19 Agosto 1817 il Padre Abate DonAverardo Bruni impetrò il privilegio dipoter cantare ogni sabato la Messa dellaMadonna; l’anno dopo, il 21 Agosto del1818 , ottenne dal Pontefice Pio VII chela Chiesa di Montenero fosse innalzata algrado di Basilica minore con tutti i privi-legi, grazie e indulti che ne sono uniti;così venne arricchita di molte indulgenzea vantaggio dei fedeli ed anche in suffra-gio dei defunti. Il 20 Marzo 1823 Mons.Angelo Maria Gilardoni, Vescovo di Livo-mo, accolte favorevolmente le istanze delPadre Abate Don Giuseppe Goretti, assi-stito dal Capitolo della Cattedrale e dallafamiglia Vallombrosana, ne faceva laconsacrazione solenne.Il 24 Agosto del 1876 Pio IX approvò lafesta della Madonna di Montenero sottoil titolo "Madonna delle Grazie"; il 14Aprile del 1899 l’Abate Viscardi ottenneche tutti i Sacerdoti pellegrini potessero

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celebrare nel Santuario la Messa comunedella Madonna, e il 13 Gennaio del 1926si ottenne di poter celebrare la Messapropria della Madonna di Montenero,concessa da Leone XIII il 24 Aprile del1900. Per iniziativa del Padre Don Mauro Erco-lani il 20 Luglio 1915 ebbe origine laSanta Lega Mariana, il cui nuovo Statutoe Regolamento fu approvato e benedetto

dal Sommo Pontefice Pio XI il 5 Marzodel 1923, mentre arricchiva di sante in-dulgenze la pia Associazione, e l"AbateGenerale Don Fedele Tarani rendeva par-tecipi in perpetuo, in vita e in morte, ditutto il bene spirituale che ogni giorno sifa nel Santuario di Montenero, gli iscrittialla Santa Lega Mariana, privilegio che il21 Novembre 1925 estendeva a tutti co-loro che in qualsiasi modo avessero con-corso alla costruzione dell’alloggio deiPellegrini.Il 2 Luglio 1916 Benedetto XV concedeva300 giorni di indulgenza a chiunque reci-tasse la giaculatoria: "Maria Santissimadi Montenero, pregate per noi". Il Som-mo Pontefice Pio XI poi coronava la be-nevolenza dei suoi Antecessori verso ilSantuario quando, il 7 Agosto 1926 con-cedeva, in perpetuo, |’insigne privilegiodi potere cominciare la celebrazione del-la Santa Messa mezz’ora dopo la mezza-notte del 7 Settembre, e di poter comuni-care i fedeli, che numerosissimi accorro-no per la festa dell’8 Settembre e passanola notte antecedente in santa veglia coninni e cantici spirituali, con fervorosepreghiere davanti alla Santa Immagine.

■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Giustarini osbv

Le signorineVittoria Gorie Rita Parrinimaestre di ricamo a Firenze,dopo lungariflessione,preserol’impegno di farlo

Il parato artistico con il contributo di tutte le Diocesi toscane

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