La Settimana n. 25 del 29 giugno 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 29 giugno 2014 L a Chiesa è una comunione coinvolgente, quasi un circolo in cui si crea uno scambio continuo , perché il Padre manda e riceve il Fi- glio, il Figlio riceve dal Padre e si dona al Padre, lo Spirito Santo riceve e e ripresenta al Padre e al Figlio la sua Chiesa. Il cristiano è un "coinvolto" in questo itinerario, in questo pellegrinaggio trinitario; un pellegrinaggio che, a sua volta, deve raggiungere altri. Il cristiano è come il Padre che riceve e comunica. Finchè avremo una chiesa di gente che riceve solamente, avremo spettatori. Chi riceve, co- munica; chi accoglie, dona; dobbiamo essere dei cristiani che ascolta- no e che dicono; fino a che non diranno non avranno ascoltato. Ivrea 1982- Una missione d’accolgienza EUCARESTIA: farmaco d’immortalità el 170° anniversario della morte di don Giovanni Battista Quilici la celebrazione del Corpus Domini di quest’anno ha visto il suo inizio nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo, fondata proprio dal sacerdote livornese. I fedeli, in una chiesa gremita, hanno partecipato al canto dei Secondi Vespri a cui ha fatto seguito la lettura breve di un brano tratto dalla I Lettera ai Corinzi di San Paolo e l’omelia di mons. Giusti che ha parlato della "concretezza" della realtà della Eucarestia, che è realmente il Corpo e il Sangue di Cristo. Anche l’apostolo Giovanni -ha continuato il Vescovo- insiste su questo fatto con grande forza, non è qualcosa di "simbolico" ma è l’incarnazione di Nostro Signore, così Cristo nella sua carne e nel suo sangue è accanto a noi, "è una presenza reale, corporea, che fa divenire noi stessi Corpo di Cristo". E’ un mistero d’amore, un segno di convivialità, è un pane da mangiare, nella misura in cui mi nutro di Cristo, divento Cristo, è l’antidoto alla morte, il farmaco d’immortalità. Per questo dobbiamo aprirci agli altri, sentirci che siamo Chiesa, che siamo un popolo che si ritrova unito intorno all’altare. L’Eucarestia "non è un fatto intimistico, individuale, privato" è invece acquisire il "noi" di essere Chiesa. Al termine dell’omelia il pastore della Chiesa livornese ha ricordato "l’ardore sacerdotale" di don Giovanni Battista Quilici e ha aggiunto: "chiediamogli una grazia", sta a noi invocarlo perché egli "dal cielo ci dia una carezza" affinché ci possa così dimostrare la grandezza del suo amore e della sua vicinanza. Il Vescovo ha poi istituito 40 nuovi ministri straordinari della Comunione e ha terminato il rito con la preghiera di benedizione rivolta ai prossimi candidati. Al termine della celebrazione, aperta dal labaro della Arciconfraternita di Santa Giulia, ha preso il via la processione con il Santissimo, che si è snodata da Via Indipendenza, Piazza Cavour, Via Cairoli, Largo Duomo, per giungere in Cattedrale. Durante la processione sono stati intonati canti ed inni e sono stati recitati alcuni brani tratti dagli scritti di don Quilici che avevano come tema l’Eucarestia, infatti la sua vita è stata continuamente illuminata da questo Sacramento. La processione si è conclusa all’interno della Cattedrale con la benedizione eucaristica. Gi. Gi. N SACERDOTI Don Alberto Vanzi vicario giudiziale, impegnato col tribunale ecclesiastico a Firenze, sarà parroco a Quercianella. Don Ivano Costa, vicario generale, sarà parroco a S. Jacopo. Don Fabio Menicagli, sarà collaboratore a N.S. del Rosario. Don Remigio Chola che si appresta ad iniziare gli studi specialistici a Roma in Diritto Canonico, sarà vice parroco all’Unità Pastorale dei Tre Arcangeli. Don Rosario Tambaro, è stato confermato amministratore parrocchiale a S. Nicola e S. M. Assunta in Capraia. Don Marcio Nogueira è stato confermato amministratore parrocchiale a San Giuseppe. Don Michele Esposto, sarà titolare della Parrocchia Studentesca. Don Valentino Kakobo, sarà collaboratore della parrocchia Santa Croce a Rosignano e a servizio del Vicariato. DIACONI Responsabile Comunità Diaconale: Diacono Roberto Bargelli Diacono Roberto Bargelli in servizio all’Unità Pastorale dei Tre Arcangeli. Diacono Renato Rossi in servizio alla parrocchia S. Luca a Stagno. Diacono Mauro Giolli in attesa di chiarimento della sua situazione personale Diacono Giovanni Visconti in servizio alla Parrocchia del Rosario. DIRETTORI UFFICI PASTORALI PERIODO 2014- 2019 Progetto Culturale: referente diocesano Nicola Sangiacomo; vice referente Luca Lischi Ufficio Comunicazioni Sociali: Chiara Domenici Responsabile Consulta Laici: Giovanna Falleni Direttore Ufficio Eventi: Luciano Della Bella Delegati per il Diaconato: Don Piergiorgio Paolini; Diacono Roberto Bargelli Responsabile del CENTRO PASTORALE PER L’ACCOGLIENZA E CARITÀ: Don Placido Bevinetto Ufficio di Pastorale della Carità : Diacono Enrico Sassano e Suor Raffaella Spezio Ufficio Pastorale Sanità: Suor Costanza Galli Ufficio Migrantes e Stella Maris: Padre Emilio Kolaczyk Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro: Nicola Sangiacomo Responsabile del CENTRO PASTORALE PER L’EVANGELIZZAZIONE: Don Luciano Musi Ufficio Missionario: Don Giuseppe Coperchini Servizio Diocesano Catecumenato: Marco e Sara Battaglini Ufficio Tempo Libero, Sport: Don Gabriele Bezzi Ufficio Scuola: Prof. Pierluigi Giovannetti Ufficio per la Pastorale Scolastica: Don Michele Esposto; vice responsabili: Diacono Andrea Zargani, Luca Paolini, Giovanni Stellati Responsabile del CENTRO PASTORALE PER LA FORMAZIONE CRISTIANA: don Fabio Menicagli Ufficio Liturgico: don Luciano Musi Ufficio Catechistico: Suor Gabriella Gigliucci Pastorale Giovanile: Annalisa Mennella; vice responsabili: Andrea Risaliti, Caterina Lo Russo Centro Diocesano Vocazioni: don Jacek Macki; Con direttore don Rosario Esposito Ufficio Famiglia: Diacono Domenici Riccardo e Rita Di Cecca. Ufficio per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso e CEDOMEI : don Pietro Kownacki Quest’estate non dimentichiamoci il Signore on dimenticare il Signore». L’ uomo vive di pane, di lavoro, di festa, di relazione, di famiglia, di comu- nità. Ma non vive di solo pane! L’estate sia un tempo per non dimenticare che le porte della Chiesa sono aperte. Che il Signore è ovunque e non si assenta mai. Sappiamo trova- re almeno minuti intensi di preghiera per non dimenticare il nostro vero alimento. Colui che è «il pane di vita». Var- chiamo le porte delle Chiese in ogni luogo in cui andiamo. Basterà osservare ciò che contengono nella loro sacralità e bellezza per pronunciare «mia forza e mio canto è il Signo- re». N « I responsabili dei diversi ambiti tra clero e laici Nuove nomine in Diocesi La festa del Corpus Domini che chiude le celebrazioni dell’anno pastorale, ricordando la figura di don Giovanni Battista Quilici. La processione dalla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo fino alla Cattedrale A don Quilici chiediamo una grazia, sta a noi invocarlo perché egli dal cielo ci dia una carezza LINEA di Pensiero di Luca Lischi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

29 giugno 2014

La Chiesa è una comunione coinvolgente, quasi un circolo in cui sicrea uno scambio continuo , perché il Padre manda e riceve il Fi-glio, il Figlio riceve dal Padre e si dona al Padre, lo Spirito Santo

riceve e e ripresenta al Padre e al Figlio la sua Chiesa. Il cristiano è un"coinvolto" in questo itinerario, in questo pellegrinaggio trinitario;un pellegrinaggio che, a sua volta, deve raggiungere altri.Il cristiano è come il Padre che riceve e comunica. Finchè avremo unachiesa di gente che riceve solamente, avremo spettatori. Chi riceve, co-munica; chi accoglie, dona; dobbiamo essere dei cristiani che ascolta-no e che dicono; fino a che non diranno non avranno ascoltato.

Ivrea 1982- Una missione d’accolgienza

EUCARESTIA: farmaco d’immortalità

el 170°anniversariodella morte didon Giovanni

Battista Quilici lacelebrazione del CorpusDomini di quest’anno havisto il suo inizio nellachiesa dei SS. Pietro ePaolo, fondata propriodal sacerdote livornese. Ifedeli, in una chiesagremita, hannopartecipato al canto deiSecondi Vespri a cui hafatto seguito la letturabreve di un brano trattodalla I Lettera ai Corinzidi San Paolo e l’omelia dimons. Giusti che haparlato della"concretezza" della realtàdella Eucarestia, che èrealmente il Corpo e ilSangue di Cristo.Anche l’apostoloGiovanni -ha continuatoil Vescovo- insiste suquesto fatto con grandeforza, non è qualcosa di"simbolico" ma èl’incarnazione di NostroSignore, così Cristo nella

sua carne e nel suosangue è accanto a noi, "èuna presenza reale,corporea, che fa divenirenoi stessi Corpo diCristo". E’ un misterod’amore, un segno diconvivialità, è un pane damangiare, nella misura incui mi nutro di Cristo,divento Cristo, èl’antidoto alla morte, ilfarmaco d’immortalità.Per questo dobbiamo

aprirci agli altri, sentirciche siamo Chiesa, chesiamo un popolo che siritrova unito intornoall’altare. L’Eucarestia"non è un fattointimistico, individuale,privato" è inveceacquisire il "noi" diessere Chiesa.Al termine dell’omelia ilpastore della Chiesalivornese ha ricordato"l’ardore sacerdotale" di

don Giovanni BattistaQuilici e ha aggiunto:"chiediamogli unagrazia", sta a noiinvocarlo perché egli "dalcielo ci dia una carezza"affinché ci possa cosìdimostrare la grandezzadel suo amore e della suavicinanza. Il Vescovo hapoi istituito 40 nuoviministri straordinari dellaComunione e haterminato il rito con lapreghiera di benedizionerivolta ai prossimicandidati.Al termine dellacelebrazione, aperta dallabaro dellaArciconfraternita di SantaGiulia, ha preso il via laprocessione con ilSantissimo, che si èsnodata da ViaIndipendenza, PiazzaCavour, Via Cairoli, LargoDuomo, per giungere inCattedrale. Durante laprocessione sono statiintonati canti ed inni esono stati recitati alcunibrani tratti dagli scritti didon Quilici che avevanocome tema l’Eucarestia,infatti la sua vita è statacontinuamenteilluminata da questoSacramento.La processione si èconclusa all’interno dellaCattedrale con labenedizione eucaristica.

Gi. Gi.

N

SACERDOTIDon Alberto Vanzi vicario giudiziale, impegnato col tribunaleecclesiastico a Firenze, sarà parroco a Quercianella.Don Ivano Costa, vicario generale, sarà parroco a S. Jacopo.Don Fabio Menicagli, sarà collaboratore a N.S. del Rosario.Don Remigio Chola che si appresta ad iniziare gli studispecialistici a Roma in Diritto Canonico, sarà vice parrocoall’Unità Pastorale dei Tre Arcangeli.Don Rosario Tambaro, è stato confermato amministratoreparrocchiale a S. Nicola e S. M. Assunta in Capraia.Don Marcio Nogueira è stato confermato amministratoreparrocchiale a San Giuseppe.Don Michele Esposto, sarà titolare della Parrocchia Studentesca.Don Valentino Kakobo, sarà collaboratore della parrocchia SantaCroce a Rosignano e a servizio del Vicariato.

DIACONIResponsabile Comunità Diaconale: Diacono Roberto BargelliDiacono Roberto Bargelli in servizio all’Unità Pastorale dei TreArcangeli.Diacono Renato Rossi in servizio alla parrocchia S. Luca aStagno.Diacono Mauro Giolli in attesa di chiarimento della suasituazione personaleDiacono Giovanni Visconti in servizio alla Parrocchia delRosario.

DIRETTORI UFFICI PASTORALI PERIODO 2014- 2019Progetto Culturale: referente diocesano Nicola Sangiacomo; vicereferente Luca LischiUfficio Comunicazioni Sociali: Chiara DomeniciResponsabile Consulta Laici: Giovanna FalleniDirettore Ufficio Eventi: Luciano Della BellaDelegati per il Diaconato: Don Piergiorgio Paolini; DiaconoRoberto Bargelli

Responsabile del CENTRO PASTORALE PER L’ACCOGLIENZA ECARITÀ: Don Placido BevinettoUfficio di Pastorale della Carità : Diacono Enrico Sassano e SuorRaffaella SpezioUfficio Pastorale Sanità: Suor Costanza GalliUfficio Migrantes e Stella Maris: Padre Emilio KolaczykUfficio Pastorale Sociale e del Lavoro: Nicola Sangiacomo

Responsabile del CENTRO PASTORALE PER L’EVANGELIZZAZIONE: Don Luciano Musi Ufficio Missionario: Don Giuseppe CoperchiniServizio Diocesano Catecumenato: Marco e Sara BattagliniUfficio Tempo Libero, Sport: Don Gabriele BezziUfficio Scuola: Prof. Pierluigi GiovannettiUfficio per la Pastorale Scolastica: Don Michele Esposto; viceresponsabili: Diacono Andrea Zargani, Luca Paolini, GiovanniStellati

Responsabile del CENTRO PASTORALE PER LA FORMAZIONECRISTIANA: don Fabio MenicagliUfficio Liturgico: don Luciano MusiUfficio Catechistico: Suor Gabriella GigliucciPastorale Giovanile: Annalisa Mennella; vice responsabili: Andrea Risaliti, Caterina Lo RussoCentro Diocesano Vocazioni: don Jacek Macki; Con direttore don Rosario EspositoUfficio Famiglia: Diacono Domenici Riccardo e Rita Di Cecca.Ufficio per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso eCEDOMEI : don Pietro Kownacki

Quest’estate non dimentichiamoci il Signore

on dimenticare il Signore». L’ uomo vive di pane, dilavoro, di festa, di relazione, di famiglia, di comu-

nità. Ma non vive di solo pane! L’estate sia un tempo pernon dimenticare che le porte della Chiesa sono aperte. Cheil Signore è ovunque e non si assenta mai. Sappiamo trova-re almeno minuti intensi di preghiera per non dimenticareil nostro vero alimento. Colui che è «il pane di vita». Var-chiamo le porte delle Chiese in ogni luogo in cui andiamo.Basterà osservare ciò che contengono nella loro sacralità ebellezza per pronunciare «mia forza e mio canto è il Signo-re».

I responsabili dei diversi ambiti tra clero e laici

Nuove nomine in DiocesiLa festa del Corpus Domini che chiude le celebrazioni dell’anno pastorale,ricordando la figura di don GiovanniBattista Quilici.La processione dalla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo fino alla Cattedrale

A don Quilicichiediamo unagrazia, sta a noiinvocarlo perchéegli dal cielo ci diauna carezza

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 giugno 2014II

Mondo GIOVANI La prima festa degli oratori estivi della diocesi di Livorno

Villa Corridic’è stato uneventostraordinario

che ha riguardato tuttigli oratori estividiocesani: una giornatacomunitaria, a cuihanno partecipato"Estate ragazzi" deiSalesiani, "grest" dellaparrocchia di Pio X e"Guastagno" dellaparrocchia S.Luca. Comesiamo giunti a questo?L’idea è nata dall’ UfficioCatechistico Diocesano,quando si è costituitauna CommissioneOratori che ha ritenuto

Anecessario conosceretutte le realta’ diocesaneper iniziare un progettounico, che coinvolgessetutte le parrocchie. Inprimo luogo è statainviata una lettera a tuttii parroci e airesponsabili deglioratori: un invito aincontrarsi perconoscersi, raccontare leproprie esperienze eorganizzare qualcosa disemplice masignificativo.Dopo alcuni incontri, èstato deciso di iniziarecon un eventostraordinario, il primo

nella diocesi, chepotesse essere il primopasso di unacollaborazione futura.Don Francesco Galante,responsabiledell’oratorio deiSalesiani, AlessandraBicchi di Pio X e MonicaCalvaruso responsabilelaica del Guastagno eper l’UfficioCatechistico, con lerispettive equipes, sottola direzione di donFabio Menicagli, hannoorganizzatoESTATE...SENZAFRONTIERE, unagiornata di giochi e

preghiera che si svolgeràogni anno nel periododegli oratori estivi.La location scelta è statail parco cittadino VillaCorridi, sia perchéraggiungibile facilmentesia per i grandi spaziall’ombra el’ambientazionenaturale.ESTATE...SENZAFRONTIERE 2014 èiniziata alle 10.00 circacon i bans e canti diaccoglienza dei ragazzi,seguiti da una preghiera,verso le 11.00 tutti iragazzi sono statimescolati e divisi indieci gruppi, in cui glianimatori delle tre realtàdiocesane, anche loromescolati e divisi a caso,hanno guidato varigiochi di conoscenzache hanno reso allegritutti.Dopo il pranzo al saccoé stato dato un po’ ditempo libero a tutti, iragazzi erano sempresorvegliati daglianimatori e staff, poi leattività sono riprese conil gioco di ruolo: unagara competitiva tra i treoratori in cui i ragazzihanno dovuto fare delleprove, per poi trovare ilpersonaggio cattivo. Inpremio un trofeo, chequest’anno hanno vinto

la squadra rossa deiSalesiani, e che saràmesso ogni anno inpalio. Alle 16.00, dopo la visitadi don Italo Caciagli,don Pietro Grajper edon Fabio Menicagli, èarrivato il vescovo,mons. Simone Giusti,accolto dai canti e dagliapplausi dei ragazzi:uno scambio di battute,una preghiera insieme ela benedizione di tutti ipresenti hanno conclusola giornata.È stato un incontrocomunitario che halasciato il segno: ognibambino era felice eall’arrivo dei genitori haraccontato ciò che avevafatto nei minimiparticolari. Ed è stato unevento visibile anche aifrequentatori del parco,attratti da questi vivacibambini che correvanosorridenti,inciampavano e sirialzavano, tutti sporchima liberi e felici. Unaneddoto: un anzianosignore mi chiede "manon organizzate maiqualcosa anche per noi?Così anche noi si vafuori di tenda"...comediceva l’inno deisalesiani e che tuttigridavano allegramente.

Monica Calvaruso

erzo appuntamento ai Salesiani delpercorso formativo di animazione

alla prossimità "Dall’io all’altro: ani-mare per condividere". Dopo i primidue incontri teorici, i cui relatori han-no analizzato il tema della prossimitàdal punto di vista biblico e pedagogi-co, il terzo è stato più di tipo esperien-ziale.La conferenza, infatti, tenuta da Mat-teo Gandini, operatore della Caritas diReggio Emilia, aveva come titolo "Rac-conto di un’esperienza: come testimo-niare la condivisione".Matteo, che si occupa principalmentedi formazione ed animazione alla ca-rità, ha raccontato ai presenti l’espe-rienza della carovana della carità vis-suta all’interno della sua diocesi di ap-partenenza. La carovana è un’iniziati-va di animazione e sensibilizzazionedelle parrocchie al tema della carità,che la Caritas di Reggio Emilia ha pro-gettato e che ormai porta avanti da cir-ca dieci anni. La carovana della caritàconsiste nell’organizzazione di unasettimana di eventi in parrocchia chepossano far riflettere su tale tema.Questi eventi possono essere di tantitipi diversi: celebrazioni eucaristiche,preghiere, incontri con i bambini delcatechismo, del gruppo giovani, delconsiglio pastorale, iniziative di bene-ficenza, ecc. La roulotte predispostadalla Caritas diocesana, fuori dallaparrocchia, diventa il simbolo che inquella settimana la comunità parroc-chiale aderisce all’iniziativa. Essa ri-chiede un lungo periodo di prepara-zione ed un particolare coinvolgimen-to e impegno da parte della comunitàospitante. L’idea della carovana nascein seguito ad un momento di preghie-ra e riflessione degli operatori dellaCaritas di Reggio Emilia sulla parabo-la del buon Samaritano, da cui si puòtrarre una diversa concezione di carità.Essa non può ridursi ad una fredda esterile offerta di denaro o donazionidi pacchi o vestiti, ma richiede altro ela parabola lo spiega.La parabola narra la vicenda di un uo-mo che da Gerico scendeva a Gerusa-lemme. Durante il viaggio è derubatoe malmenato da dei briganti che lo la-sciano ferito e sanguinante sul cigliodella strada. Passano di lì un sacerdotee un levita che rispondendo a normemorali e di culto, tirano dritto senzaprestargli soccorso. Solo un samarita-no, un uomo considerato di poco ri-spetto si avvicina, gli presta le primeed immediate cure e poi, caricandolosulla sua cavalcatura, lo conduce allalocanda per provvedere alla cura com-pleta.L’approccio del Samaritano con cuisoccorre e aiuta il malcapitato ci mo-stra come possiamo farci prossimi al-l’altro. Il Samaritano ha compassionedel pover’uomo, si prende carico e cu-ra di lui con estrema dedizione, masoprattutto si mette in relazione conlui.Da questa figura evangelica possiamocomprendere che per farsi prossimidobbiamo metterci in un clima diascolto e relazione, fare spazio all’al-tro, ma soprattutto dobbiamo metter-ci in discussione. Come dice PapaFrancesco, infatti: "dobbiamo uscireda noi stessi per andare verso le perife-rie esistenziali, da un modo di viverela fede stanca e abitudinaria, dalla ten-tazione di chiudersi nei propri schemiche finiscono per chiudere l’orizzontedell’azione creativa di Dio".

Caterina Lo Russo

T

Una giornataall’insegna deldivertimento,

dell’incontro edella preghiera

per tutti i bambini

e ragazzi chefrequentano i vari oratori

estivi dellaDiocesi

Cometestimoniarela condivisione

Il terzo incontroformativo della Caritas

uando Padre Mario è arrivato quasidue anni fa, il Circolo ACLI Pio X era

una realtà della parrocchia consolidatanegli anni, ma quello che si era un po’perso era la partecipazione dei più giovaniche nel tempo se ne erano allontanati.Oggi, a turno la sveglia della domenica per11 di loro, 6 dei quali sotto i 35 anni (e acui si aggiungono gli instancabili baristidal lunedi al venerdi) suona presto perchéalle 7.30 arrivano le paste e c’è da aprire ilcancello per il parcheggio, comprare ilgiornale, controllare che non manchiniente...E poi via, dietro al bancone del barcon l’incubo della schiuma per ilcappuccino, la sfida più difficile per ognibarista inesperto! Ma se oggi è diventatoun caffellatte, si chiude un occhio perchéalcuni di quei "bimbi" i parrocchiani chevanno a fare colazione dopo la Messa lihanno visti crescere.I "giovani di ieri" animano i pomeriggi delCircolo dal lunedì al venerdì con le provedel coro guidato da padre Alessandro, latombola, gli incontri sul Vangelo con ilparroco padre Mario e con alcune figureormai storiche a cui il Circolo deve tanto,che si assicurano che tutto sia a posto.I "giovani di oggi" sono a scuola, a lavoro,persi negli impegni quotidiani. Ma appenapossono ci sono anche loro. Per le feste diNatale e Carnevale organizzate per la

Q parrocchia, le cene a tema, il maxi-schermoper i mondiali di calcio e il Cine-Circolino,con un film di genere diverso 2 volte almese, l’ultima novità. E anche perl’appuntamento diventato ormai fisso delmercoledì con "Ponci e gio’i", una seratada passare intorno a un tavolo per fare duechiacchiere, sfidarsi in un gioco da tavoloe...bere "ir ponce"!Proprio per poter portare avanti tuttequeste attività era necessario far parte diun’Associazione e anche per il 2014 si èdeciso di aderire all’ACLI con nuoveelezioni e nuovo Consiglio che ha vistoscendere in campo alcuni ragazzi dellaparrocchia, ma che non ha significatorottura col passato, ma qualche novità, tracui un biliardino, un pezzo di storia ditutti coloro che hanno vissuto inparrocchia e che attira ancora grandi epiccini.Un giardino da fare invidia è il luogo per"frescheggiare" la sera dopo cena e poi glispettacoli, con il cruccio del teatro darisistemare. Dopo i danni al tetto che lohanno reso inagibile nel 2009 dovrebberopartire entro breve i lavori diristrutturazione per poter tornare ariempire i muri di locandine degli eventi inscena. Una parte del costo dell’opera saràcoperta dai fondi CEI, ma il Circolo si staadoperando per trovare le risorse

mancanti. Ad aiutarlo il 6 luglio ci sarannoanche i TAU che riproporranno il lorospettacolo per raccogliere fondi.Ripercorrendo gli scritti di Padre Nazareno,frate a Livorno negli anni ’60, e rinfrescatoil motivo che spinse agli inizi del ’900 adaprire una struttura del genere il ConsiglioPastorale si è impegnato all’inizio del 2013perchè questo spazio vivesse il suo sensonel servizio alla comunità, "aiutandola avivere il senso della festa, dell’incontro, delvolontariato e della condivisione, dellanostra umanità e della nostra fede".Scriveva infatti Padre Nazareno: "(ilCircolo) Sorgeva anche per dare a tutti iparrocchiani una "casa del popolo", unluogo di ritrovo, un’oasi di pace dovetrovarsi, tenersi uniti vicino alla chiesa,giocare insieme una partita, partecipare adun onesto divertimento, sentire una buonaparola e (augurabile), sentire in questoambiente caldo di carità anche un invitoad una vita più cristiana". Chi volessesperimentarla (anche gente di "fòriparrocchia"), è ben accetto.

Giulia Sarti

ESTATE...senza frontiere 2014

Non più solo caffè e brioches...

LA RINASCITA DEL CIRCOLO ACLI PIO X DELLA PARROCCHIA DEI CAPPUCCINI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 giugno 2014 III

SEM

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■ PAGINA A CURA DEL SEMINARISTA Andrea Salomone

L’intervista a don Ivano Costa,tra gli educatori del Seminario

Una propostadi accoglienza

DON REMIGIO E DON FEDERICORACCONTANO...

I ragazzi delle parrocchie in visita al Seminario

on Remigio Chola e don FedericoLocatelli, giovani sacerdoti che hanno

frequentato il Seminario Gavi prima diessere consacrati sacerdoti proprio aLivorno hanno portato i ragazzi delle loroparrocchie in visita proprio al Seminario.Queste le loro impressioni:Don Remigio Chola, hai vissutoun’esperienza di preghiera inSeminario con alcuni cresimandidella Parrocchia di S.Croce): cheambiente avete trovato?«Il Seminario per me è sempre stato unluogo in cui sentivo un ambientefamiliare: posso confermarlo che daseminarista l’ho vissuto così, come unafamiglia dove si condivide, si cresceinsieme, si cerca di capire qual è lapropria strada, dove Dio ti vuoleperché tu lo possa servire sempremeglio, poiché non è detto che chientra in Seminario debba uscirne daprete, può anche trovare una stradadiversa, però può diventare sempre uncristiano migliore che si impegna nellavita quotidiana,portando avanti i valoricristiani; infatti un uomosi riconosce dalle scelteche fa, un cristiano siriconosce in quanto vivee decide secondo ilVangelo. Ho trovato inSeminario un posto incui si respira la famiglia,dove c’è questopreoccuparsi l’unodell’altro, condividere lecose, gli impegni,aiutarsi: anche quando ciavete accolti tuttiinsieme, ognuno di voi aveva unimpegno particolare, fra di voi c’è stataquesta divisione degli impegni, il chevuol dire che c’è questacollaborazione, questo aiutarsi avicenda, questo essere una famiglia, e adire la verità mi aspettavo questoclima familiare. Leggendoultimamente un libro molto bello hotrovato una definizione dellavocazione, che in qualche modocorrisponde al clima che ho trovato inSeminario: un teologo, FrederickaBuechnera, scrive che "Dio ha sceltoper noi questo posto in cui la nostrapiù grande gioia si incontra con il piùgrande bisogno del mondo", perciòvenendo da voi ho trovato questa gioiache è ben collocata, il che vuol dire cheognuno dei seminaristi ha trovato il

suo posto, l’importante è che poi nellavita questo si realizzi concretamente».

Pensi che sia stata un’esperienzautile per i ragazzi?«Sì, di sicuro: venire a conoscereun’esperienza di Seminario è moltoutile perché fa vedere aigiovani di oggi che ci sonoaltri giovani, anche se piùgrandi, che decidono diintraprendere questastrada, di dedicare la lorovita al Signore, di fare dellapropria vita un dono per glialtri. Penso che questo siamolto importante. Poianche per smascheraredelle false opinioni sulSeminario, visto a volte èvisto come un luogo cupo,triste, severo, dove tuttisono molto seri, invecequest’esperienza fa vedere che ilSeminario è un luogo dove far crescereun seme, ed il seme cresce con la gioia,la partecipazione, la preghiera ed ildivertimento, nello stare insieme in unclima di serenità. Attraversoquest’esperienza, che abbiamo vissutoanche l’anno scorso e due anni fa,

anch’io sto imparandoqualcosa di nuovo, ancheper riflettere sulla miastessa vocazione; inoltre iragazzi scoprono che ilSignore chiamacontinuamente, chepotrebbe chiamare anchequalcuno di loro, e con illoro modo di porredomande, con i loro occhisi vede qualcosa di nuovo,perché quando sicondivide si moltiplica.Tu fai una certa parte dellavoro, sei uno strumento,

ma poi c’è il Signore che lavora, è Luiche chiama».

Ecco due impressioni scritte da duegiovani partecipanti all’incontro: "Lapreghiera è un’unione con Dio, dovedevi concentrarti per ascoltarlo esentirlo con il cuore............. Inquest’esperienza ho davvero capito ilsignificato della preghiera, il pregare ilmio Padre nel segreto, la gioia disentire Gesù". ".......Quest’esperienzami ha fatto capire molto, perché mi hafatto riflettere sul vero senso dellaCresima che riceverò tra qualche mese.E’ una bellissima esperienza che rifareianche altre volte".

Anche Don Federico Locatelli haaccompagnato, il 9 maggio, alcuni

ragazzi in Seminario: come mai haipensato a quest’esperienza per loro?«Alla Parrocchia S.Giovanni Batt. eIlario io ci sono da poco, ho trovatoquesto gruppo di ragazzi interessante epromettente, e mi sembra una cosanaturale, che viene anche dalla mia

formazione, di farconoscere la realtà delSeminario ai giovaniche si stanno avviandoal momento della vitain cui fare le scelte, chiprima chi dopo, a cuiuna proposta comequella di conoscere ilSeminario vasicuramente fatta, unaproposta che sapevoesserci da parte delSeminario, rivolta atutti i gruppi,purtroppo poco

sfruttata: ho ritenuto opportunocogliere un momento entro il periododell’anno pastorale per far conoscere ilSeminario ai ragazzi».

Sono stati contenti di come si èsvolta l’esperienza?«I ragazzi sono stati molto contenti,quello che ho notato in quella serata èstato che il loro atteggiamentoscherzoso, giocoso, di allegria,soprattutto nel momento convivialedella cena non era frenato o inibito masi erano sciolti come nei momentinormali, ed era un segno evidente chesi erano trovati bene, forse un po’ piùintimiditi solo al momento di entrarein cappella, quando i seminaristi eranotutti presenti, superato quel momentosi sono veramente sciolti; questo èquello che ho visto io, ma loro stessimi hanno dato piena conferma. Delresto in Seminario abbiamo trovato unclima piacevolmente allegro, unambiente dove appare questo climafraterno, di armonia, e sono statopiacevolmente sorpreso anch’io come iragazzi dall’allegria, specialmentedurante la cena, segno che se anche difronte a degli ospiti i ragazzi simettono in gioco, così anche iseminaristi non erano inibiti, timidima a proprio agio di fronte ad ungruppo di ragazzi. Un’altra cosa cheapprezzo sia personalmente, sia neiconfronti dei ragazzi è statol’intervento di sintesi del rettore mons.Paolo Razzauti tra il momento deivespri e la cena, una sintesi chedescriveva bene sia cosa vuol direvivere il cammino del Seminario, sia lasituazione dei seminaristi, il clima delSeminario, in modo realistico, schiettoma anche sintetico».

D

Nelle foto: a lato, don Ivano Costa,vicario generale; sottodon Remigio Chola e don FedericoLocatelli

on Ivano Costa, vicariogenerale della Diocesi e

membro dell’équipe diformazione del Seminario,risponde ad alcune domande suquesta realtàDon Ivano Costa, che ricordiha del Seminario?«Un ottimo ricordo, i mieirapporti con i superiori cheerano molto attenti alle nostreesigenze umane, dipreparazione spirituale eculturale, buoni rapportianche con i miei vecchicompagni, dal 1964/65 fino al1969».

Che differenze riscontrarispetto ad oggi?«Devo confessare che nonnoto grandi differenze: ai mieitempi ho avuto la fortuna diavere superiori molto cordiali,molto umani, molto vicini aiseminaristi, per cui in questanostra Diocesi c’è sempre statoun rapporto di familiarità, dicordialità, di comprensioneumana, ad essere sincero nonnoto grandi differenze».

Essendo Vicario Generale,

D inevitabilmente ha a che farecon il Seminario: il contattocon i giovani seminaristi chesensazioni suscita in Lei?«Mi arricchisce molto, ho lafortuna di frequentare ancorauna volta come ospite ilSeminario, ed è un rapportomolto arricchente, stimolante;noto poi negli attualiseminaristi una grandepreparazione culturale,spirituale, una sensibilitàprofonda, una consapevolezzadella delicatezza del ministeroal quale si preparano, e vedointorno a me giovani moltoconsapevoli, attenti a questo».

Lei ha predicato anche gliesercizi spirituali di Oga diBormio del 2012, prima diessere nominato VicarioGenerale. Che esperienza èstata?«Un’esperienza molto bella,era la prima volta che vedevo iseminaristi che avrebberoriempito poi il nostroSeminario: ho notato, e fecipresente anche ad altri, laserietà, la compostezza,l’attenzione che avevano

questi candidati al Seminario.E’ stato un periodo moltobello, anche per l’ambientenaturale che ci circondava.Affrontai in questi esercizi untema non molto comune,perché si basavano soprattuttosui Padri della Chiesa, che nonè un argomento molto facile,molto diffuso e molto usatonegli esercizi spirituali, peròraccolse subito un grandeinteresse su questi temi diriflessione».

Come valuta la presenza e ladiversa provenienza diseminaristi di altre partid’Italia o del mondo?«Molto arricchente, penso inmaniera positiva a questo, esarà un grande arricchimentoper la nostra Diocesi, che del

resto è sempre stata aperta adaccoglienze di questo genere,di sacerdoti che provenivanoda altre regioni, zonegeografiche, per cui è già unaDiocesi preparata a questotipo di accoglienza che saràsecondo me molto fruttuosa».

Che c’è da migliorare nelrapporto tra il Seminario ed ilterritorio, le parrocchie?«Credo che ci sia da mettere inatto semplicemente la volontà,l’esigenza di una maggiore,reciproca conoscenza: talvoltacerte diffidenze si hannoperché non si ha il tempo, ildesiderio, la volontà diparlarsi, di conoscersi e diincontrarsi, ma credo chesaranno superate senz’altroqueste diffidenze».

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 giugno 2014IV

VENERDÌ 27 GIUGNO9.30 ritiro del clero alla chiesa di S.Stefano a Castelnuovo della Miseri-cordia

SABATO 28 GIUGNO12.00 incontro con i catechisti dellecomunità neocatecumenali in vesco-vado

DOMENICA 29 GIUGNO11.30 saluto all’assemblea del SAIS(Centro Assistenza e informazione Sa-nitaria) in Via La Pira

LUNEDÌ 30 GIUGNO11.00 S. Messa per la festa patronaledella polizia penitenziaria alla CasaCircondariale delle Sughere18.00 S. Messa per il 50° di ordinazio-ne di monsignor Luciano Musi e donGiuseppe Coperchini alla chiesa di S.Giovanni Bosco a Coteto

MARTEDÌ 1 LUGLIONella mattina, udienze clero in vesco-vado17.00 incontro con l’equipe di pasto-rale giovanile alla Casa S. Giuseppe aQuercianella

MERCOLEDÌ 2 LUGLIO18.30 consiglio pastorale diocesano econsiglio presbiterale in vescovado

GIOVEDÌ 3 LUGLIO9.30 incontro con i vicari foranei invescovado

VENERDÌ 4 LUGLIONella mattina, udienze laici in vesco-vado

Sabato 5 luglio e domenica 6 Luglio ilVescovo è all’isola di Capraia inoccasione della visita della MadonnaPellegrina di Fatima

Agenda del VESCOVO

Una vita al servizio dei giovani

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Placentino M. - Papa Luciani il gigante dell’u-miltà.- Ed. Paoline, pp.148, euro13,00

L’anno in corso vede sulla scena ben cinquePontefici: l’attuale papa Francesco, con unpontificato a dir poco coinvolgente; il papaemerito Benedetto XVI, quanto mai presentenei momenti rilevanti, i defunti GiovanniXXIII e Giovanni Paolo II, finalmente santi ,epapa Paolo VI che ad ottobresarà beatificatoNon per questo lo studioso Marco Placentinoha rinunciato ad affrontare l’ardua impresadi scrivere la vita di un uomo straordinarioquale è papa Luciani che ha ricoperto questoincarico per soli trentatré giorni e verso ilquale nutre un’ammirazione incondizionata.E’ riuscito, ripercorrendo la sua vita ad evi-denziarne i grandi insegnamenti e ad indivi-duare quale sia l’eredità che egli ci ha lascia-to. Nonostante la sua immensa cultura, il suoscalare la gerarchia ecclesiastica fino a rag-giungere il soglio di Pietro, è rimasto piccolo,nascosto, operando nel silenzio la perfettacarità cristiana. Egli ha portato a tutti la bel-lezza dell’annuncio salvifico di Cristo, indi-stintamente e con i suoi gesti e la sua tenerez-za colpiva l’attenzione di tutti che si sentiva-no amati da un pastore buono sempre pron-to ad ascoltare e confortare. Ha fatto dell’u-miltà la virtù per eccellenza che trascendevaogni sua azione. Nel breve pontificato ha po-sto le basi per una riforma radicale dellaChiesa perché potesse essere ancor più vicinaa tutti e pienamente fedele al messaggio diCristo, cosa che oggi ritroviamo in perfettasintonia in papa Francesco.

I giovedì di luglio CON L’AZIONE CATTOLICA

LECTIO DIVINA NEL CHIOSTRONei Giovedì nel Chiostro 2014 l’Azione Cattolica torna alle origini,riproponendo 4 incontri in cui riscoprire ed esercitarsi nella praticadella lectio.

Come è ormai consuetudine da molti anni, il mese di luglio per la nostradiocesi è anche sinonimo di Giovedì nel Chiostro, il tradizionaleappuntamento estivo organizzato dall’Azione Cattolica diocesana nelChiostro del Vescovado.Quest’anno la scelta è stata quella di un ritorno alle origini dei Giovedì,quando l’allora Settore Giovani di AC proponeva nel chiostro del Vescovado 4incontri di preghiera sullo stile della lectio divina. Oggi sia papa Francescoche papa Benedetto XVI hanno riproposto in più occasioni l’urgenza per laChiesa di questa antica pratica di preghiera: "Esiste una modalità concretaper ascoltare quello che il Signore vuole dirci nella sua Parola e per lasciarcitrasformare dal suo Spirito. È ciò che chiamiamo "lectio divina". Consistenella lettura della Parola di Dio all’interno di un momento di preghiera perpermetterle di illuminarci e rinnovarci"; e ancora: "Essa consiste nel rimanerea lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ruminandolocome dicono i Padri, e spremendone per così dire tutto il succo, perché nutrala meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vitaconcreta." Cos’è la lectio divina? È un metodo di preghiera che affonda le sue radicinella tradizione ebraica di lettura biblica e nell’interpretazione patristica dellaSacra Scrittura. Sviluppatosi nel Medioevo in ambito monastico, è statoriscoperto con il Concilio Vaticano II. Attualmente è praticato in numerosi

ambienti ecclesiali, coinvolgendo sia laici che consacrati.Nei 4 giovedì di luglio oggetto di lectio saranno in particolare i Vangeli delladomenica successiva: dopo l’invocazione allo Spirito, attraverso le quattrotappe canoniche della lettura (lectio), meditazione (meditatio), preghiera(oratio) e contemplazione (contemplatio), cui i maestri spirituali odierniaggiungono anche l’azione (actio), ossia un proponimento operativoconseguente a quanto si è meditato, si cercherà di riscoprire il valore diquesta antica pratica di preghiera per la nostra vita concreta. Attraverso diessa è Dio stesso che interpella, orienta e plasma la nostra esistenza con lasua Parola.Ancora con le parole di papa Francesco, tratte dall’ultima esortazioneapostolica Evangelii gaudium: "Dio invita sempre a fare un passo in più, manon esige una risposta completa se ancora non abbiamo percorso il camminoche la rende possibile. Semplicemente desidera che guardiamo con sinceritàalla nostra esistenza e la presentiamo senza finzioni ai suoi occhi, che siamodisposti a continuare a crescere, e che domandiamo a Lui ciò che ancora nonriusciamo ad ottenere."QUESTO IL PROGRAMMA COMPLETO: 3 luglio: Io sono mite ed umile di cuore10 luglio: Il seminatore uscì a seminare17 luglio: Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura24 luglio: Vende tutti i suoi averi e compra quel campo

Tutti gli incontri si svolgeranno nel Chiostro del Vescovado di Livorno,dalle ore 21,15 alle ore 23,00 (vedi locandina pag.VIII)

er l’ anniversario della morte di don MarioGirardi ( 30 giugno 1998), domenica 29

giugno, alle ore 12.00, presso la Parrocchiadi N.S. del S. Rosario di Pompei, saràcelebrata la S. Messa in suffragio.Vogliamo ricordare don Mario Girardi con leparole che il Vescovo Vincenzo Savio proclamòdurante l’ omelia della messa esequiale nellaparrocchia di S.Giuseppe ad una assembleagremita di giovani universitari, insegnanti,collaboratori e amici del sacerdote.

“ (…) Fedele alla logica della sua terra,questa convivenza serena e costante con lamorte non gli faceva incrociare le braccia,ma lo impegnava a vivere in pienezza lasua esistenza. Don Mario Girardi era natoa Mogliano Veneto nell’ottobre del 1925.Diventava sacerdote a Livorno il 28 giugno1968 all’età di oltre 40 anni, dopo esserestato impiegato nella provincia di Treviso,aver fatto il militare ed essere statosegretario politico del suo partito nelpaese natio. Aveva frequentato ilseminario di Firenze e l’Angelicum aRoma, come seminarista adulto diLivorno, perché affascinato dalla grandefigura del vescovo Guano e interpellatodalla scarsità di vocazioni della nostrazona. Della chiamata al sacerdozio nonavrà mai pentimenti. La sua devozione allachiesa locale e ai suoi vescovi eraproverbiale, senza tentennamenti e nonammetteva leggerezze. Nella bara è statocollocato lo zucchetto di mons. Guano,quello stesso che il vescovo aveva nelmomento dell’ordinarlo prete e che avevaconservato con cura in questi anni quasifosse una reliquia. La sua presenza nelleparrocchie dove è stato (2 anni a

P Rosignano-s.Teresa; 4 alla Rosa; dal 1974al ’78 ad Antignano; e poi al Rosario, as.Agostino e recentemente s. Giuseppe) halasciato tracce evidenti e generose. La suavocazione sbocciata in età adulta dopouna lunga militanza nell’associazionismocattolico del dopoguerra, lo aveva resoparticolarmente sensibile al tema dellaicato. Competente e convinto fino araggiungere asprezze nei confronti di ogniatteggiamento che tradissequesta dimensione resacosì vivida nella riflessioneconciliare e post conciliare.Chi non ricorda lapuntigliosità chedimostrava nel bloccareogni tentativo di svenditadegli stili laicali neiconfronti di chi giravatroppo attorno ai preti oalle sacrestie? Sono inmolti ad essere stati dotatidi pubblicazioni o difotocopie su questi temi osulle figure ispiranti il laicato impegnato:Lazzati, Bachelet... In questo contesto sirende più evidente la sua passione e il suoimpegno verso gli insegnanti di religioneche hanno dovuto fare i conti con la suavoglia di formazione e competenza. Ma glistessi insegnati lo hanno trovato vicinonella ricerca di una giusta garanzia dei lorodiritti.Si è reso disponibile senza riserve al"suo" vescovo nello svolgere in annidifficili ed esaltanti il ruolo di assistentesettore giovani di A. C. e delegatopastorale giovanile. Come assistente dellaFUCI, membro del centro vocazionisacerdotali, insegnante di religione per

molti anni e per tanti giovani. Possiamoconfermare la sua costante attenzione e lasua prontezza a mettersi a disposizione ditanti giovani che lo hanno stimato,ricercato come consigliere spirituale. Nongli ha fatto velo l’età avanzata. Moltigiovani hanno continuato a sentirlo vicinoperché fondamentalmente credeva chefosse ben spesa ogni energia messa adisposizione per qualsiasi esigenza.

Quante volte si facevapresente a giovaniimpegnati nella difficilemissione in Bosnia Cari fratelli, questaeucarestia colloca donMario nella morte e nellaresurrezione di Cristo e ciaiuta a intercedere a Dioper lui, ma è anche perdire grazie a Dio diavercelo donato. Un verodono. Avrebbe potutoaccoccolarsi tra le piùfacili esperienze pastorali

della sua zona d’origine; ma si è lasciatosospingere dallo Spirito fino a noi. Grazie,Signore, per avercelo donato. La suaappartenenza alla nostra comunità ciimpegna a raccomandarlo a te. Se pressodi te mantiene un poco del suo stile, siamocerti che in paradiso la vita sarà un po’ piùmovimentata. Ma questo, insieme, cirassicura che con l’amore e la dedizionecon cui ha amato la chiesa livornese eseguito la nostra gente, ce lo pone pressodi te come sicuro, ulteriore intercessore deinostri immensi bisogni.Amen.”(VINCENZO SAVIO)

Ufficio Scuola IRC

UNA MESSA IN RICORDO DI DON MARIO GIRARDI

LUTTONei giorni scorsi è venuto a mancarel’architetto Remo Baroni, suocero diNicola Sangiacomo, nostrocoordinatore. La redazione anche anome dei lettori, è vicina a Nicola, asua moglie Giulia e a tutta la famiglia

Diocesi informa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 giugno 2014 V

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■ LA LETTURA DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA di Papa Francesco

La Chiesa «in uscita» è unaChiesa con le porte aperteLA MISSIONE CHE SI INCARNANEI LIMITI UMANI40. La Chiesa, che è discepolamissionaria, ha bisogno di cre-scere nella sua interpretazionedella Parola rivelata e nella suacomprensione della verità. Ilcompito degli esegeti e dei teolo-gi aiuta a maturare «il giudiziodella Chiesa».[42] In altro modolo fanno anche le altre scienze.Riferendosi alle scienze sociali,per esempio, Giovanni Paolo IIha detto che la Chiesa presta at-tenzione ai suoi contributi «perricavare indicazioni concrete chela aiutino a svolgere la sua mis-sione di Magistero».[43] Inoltre,in seno alla Chiesa vi sono innu-merevoli questioni intorno allequali si ricerca e si riflette congrande libertà. Le diverse linee dipensiero filosofico, teologico epastorale, se si lasciano armo-nizzare dallo Spirito nel rispettoe nell’amore, possono far cresce-re la Chiesa, in quanto aiutanoad esplicitare meglio il ricchissi-mo tesoro della Parola. A quantisognano una dottrina monoliti-ca difesa da tutti senza sfumatu-re, ciò può sembrare un’imper-fetta dispersione. Ma la realtà èche tale varietà aiuta a manife-stare e a sviluppare meglio i di-versi aspetti dell’inesauribile ric-chezza del Vangelo.[44]

41. Allo stesso tempo, gli enormie rapidi cambiamenti culturalirichiedono che prestiamo unacostante attenzione per cercaredi esprimere le verità di semprein un linguaggio che consenta diriconoscere la sua permanentenovità. Poiché, nel deposito del-la dottrina cristiana «una cosa èla sostanza […] eun’altra la manie-ra di formulare lasua espressio-ne».[45] A volte,ascoltando un lin-guaggio completa-mente ortodosso,quello che i fedeliricevono, a causadel linguaggio cheessi utilizzano ecomprendono, èqualcosa che noncorrisponde al ve-ro Vangelo di Gesù Cristo. Conla santa intenzione di comunica-re loro la verità su Dio e sull’es-sere umano, in alcune occasionidiamo loro un falso dio o unideale umano che non è vera-mente cristiano. In tal modo,siamo fedeli a una formulazionema non trasmettiamo la sostan-za. Questo è il rischio più grave.Ricordiamo che «l’espressionedella verità può essere multifor-me, e il rinnovamento delle for-me di espressione si rende neces-sario per trasmettere all’uomo dioggi il messaggio evangelico nelsuo immutabile significato».[46]

42. Questo ha una grande rile-vanza nell’annuncio del Vange-lo, se veramente abbiamo a cuo-re di far percepire meglio la suabellezza e di farla accogliere datutti. Ad ogni modo, non potre-mo mai rendere gli insegnamen-ti della Chiesa qualcosa di facil-mente comprensibile e felice-mente apprezzato da tutti. La fe-de conserva sempre un aspettodi croce, qualche oscurità chenon toglie fermezza alla sua ade-sione. Vi sono cose che si com-prendono e si apprezzano solo apartire da questa adesione che èsorella dell’amore, al di là dellachiarezza con cui se ne possanocogliere le ragioni e gli argomen-ti. Per questo occorre ricordareche ogni insegnamento delladottrina deve situarsi nell’atteg-giamento evangelizzatore che ri-

svegli l’adesione del cuore con lavicinanza, l’amore e la testimo-nianza.

43. Nel suo costante discerni-mento, la Chiesa può anchegiungere a riconoscere consuetu-dini proprie non direttamentelegate al nucleo del Vangelo, al-cune molto radicate nel corsodella storia, che oggi ormai nonsono più interpretate allo stessomodo e il cui messaggio non è disolito percepito adeguatamente.Possono essere belle, però oranon rendono lo stesso servizioin ordine alla trasmissione delVangelo. Non abbiamo paura dirivederle. Allo stesso modo, cisono norme o precetti ecclesialiche possono essere stati moltoefficaci in altre epoche, ma che

non hanno più lastessa forza edu-cativa come cana-li di vita. SanTommaso d’A-quino sottolinea-va che i precettidati da Cristo edagli Apostoli alpopolo di Dio«sono pochissi-mi».[47] Citandosant ’Agostino,notava che i pre-cetti aggiunti dal-

la Chiesa posteriormente si de-vono esigere con moderazione«per non appesantire la vita aifedeli» e trasformare la nostra re-ligione in una schiavitù, quando«la misericordia di Dio ha volu-to che fosse libera».[48] Questoavvertimento, fatto diversi secolifa, ha una tremenda attualità.Dovrebbe essere uno dei criterida considerare al momento dipensare una riforma della Chie-sa e della sua predicazione chepermetta realmente di giungerea tutti.

44. D’altra parte, tanto i Pastoricome tutti i fedeli che accompa-gnano i loro fratelli nella fede oin un cammino di apertura aDio, non possono dimenticareciò che con tanta chiarezza inse-gna il Catechismo della ChiesaCattolica: «L’imputabilità e la re-sponsabilità di un’azione posso-no essere sminuite o annullatedall’ignoranza, dall’inavverten-za, dalla violenza, dal timore,dalle abitudini, dagli affetti smo-dati e da altri fattori psichici op-pure sociali».[49]Pertanto, senza sminuire il valo-re dell’ideale evangelico, biso-gna accompagnare con miseri-cordia e pazienza le possibilitappe di crescita delle personeche si vanno costruendo giornoper giorno.[50] Ai sacerdoti ri-cordo che il confessionale nondev’essere una sala di torturabensì il luogo della misericordia

del Signore che ci stimola a fareil bene possibile. Un piccolopasso, in mezzo a grandi limitiumani, può essere più gradito aDio della vita esteriormente cor-retta di chi trascorre i suoi giornisenza fronteggiare importantidifficoltà. A tutti deve giungerela consolazione e lo stimolo del-l’amore salvifico di Dio, cheopera misteriosamente in ognipersona, al di là dei suoi difetti edelle sue cadute.

45. Vediamo così che l’impegnoevangelizzatore si muove tra i li-miti del linguaggio e delle circo-stanze. Esso cerca sempre di co-municare meglio la verità delVangelo in un contesto determi-nato, senza rinunciare alla ve-rità, al bene e alla luce che puòapportare quando la perfezionenon è possibile. Un cuore mis-sionario è consapevole di questilimiti e si fa «debole con i deboli[…] tutto per tutti» (1 Cor 9,22).Mai si chiude, mai si ripiega sul-le proprie sicurezze, mai optaper la rigidità autodifensiva. Sache egli stesso deve crescere nellacomprensione del Vangelo e neldiscernimento dei sentieri delloSpirito, e allora non rinuncia albene possibile, benché corra ilrischio di sporcarsi con il fangodella strada

UNA MADRE DAL CUORE APERTO46. La Chiesa “in uscita” è unaChiesa con le porte aperte. Usci-re verso gli altri per giungere alleperiferie umane non vuol direcorrere verso il mondo senzauna direzione e senza senso.Molte volte è meglio rallentare ilpasso, mettere da parte l’ansietàper guardare negli occhi e ascol-tare, o rinunciare alle urgenzeper accompagnare chi è rimastoal bordo della strada. A volte ècome il padre del figlio prodigo,che rimane con le porte aperteperché quando ritornerà possaentrare senza difficoltà.

47. La Chiesa è chiamata ad es-sere sempre la casa aperta del Pa-dre. Uno dei segni concreti diquesta apertura è avere dapper-tutto chiese con le porte aperte.Così che, se qualcuno vuole se-guire un mozione dello Spirito esi avvicina cercando Dio, non siincontrerà con la freddezza diuna porta chiusa. Ma ci sono al-tre porte che neppure si devonochiudere. Tutti possono parteci-pare in qualche modo alla vitaecclesiale, tutti possono far partedella comunità, e nemmeno leporte dei Sacramenti si dovreb-bero chiudere per una ragionequalsiasi. Questo vale soprattut-

to quando si tratta di quel sacra-mento che è “la porta”, il Battesi-mo. L’Eucaristia, sebbene costi-tuisca la pienezza della vita sa-cramentale, non è un premio peri perfetti ma un generoso rime-dio e un alimento per i debo-li.[51] Queste convinzioni han-no anche conseguenze pastoraliche siamo chiamati a considera-re con prudenza e audacia. Difrequente ci comportiamo comecontrollori della grazia e non co-me facilitatori. Ma la Chiesa nonè una dogana, è la casa paternadove c’è posto per ciascuno conla sua vita faticosa.

48. Se la Chiesa intera assumequesto dinamismo missionariodeve arrivare a tutti, senza ecce-zioni. Però chi dovrebbe privile-giare? Quando uno legge il Van-gelo incontra un orientamentomolto chiaro: non tanto gli ami-ci e vicini ricchi bensì soprattut-to i poveri e gli infermi, coloroche spesso sono disprezzati e di-menticati, «coloro che non han-no da ricambiarti» (Lc 14,14).Non devono restare dubbi nésussistono spiegazioni che inde-boliscano questo messaggio tan-to chiaro. Oggi e sempre, «i po-veri sono i destinatari privilegiatidel Vangelo»,[52] e l’evangeliz-zazione rivolta gratuitamente adessi è segno del Regno che Gesùè venuto a portare. Occorre affer-mare senza giri di parole che esi-ste un vincolo inseparabile tra lanostra fede e i poveri. Non la-sciamoli mai soli.

49. Usciamo, usciamo ad offrirea tutti la vita di Gesù Cristo. Ri-peto qui per tutta la Chiesa ciòche molte volte ho detto ai sacer-doti e laici di Buenos Aires: pre-ferisco una Chiesa accidentata,ferita e sporca per essere uscitaper le strade, piuttosto che unaChiesa malata per la chiusura ela comodità di aggrapparsi alleproprie sicurezze. Non vogliouna Chiesa preoccupata di esse-re il centro e che finisce rinchiu-sa in un groviglio di ossessioni eprocedimenti. Se qualcosa devesantamente inquietarci e preoc-cupare la nostra coscienza è chetanti nostri fratelli vivono senzala forza, la luce e la consolazionedell’amicizia con Gesù Cristo,senza una comunità di fede cheli accolga, senza un orizzonte disenso e di vita. Più della paura disbagliare spero che ci muova lapaura di rinchiuderci nelle strut-ture che ci danno una falsa pro-tezione, nelle norme che ci tra-sformano in giudici implacabili,nelle abitudini in cui ci sentia-mo tranquilli, mentre fuori c’èuna moltitudine affamata e Ge-sù ci ripete senza sosta: «Voi stes-si date loro da mangiare» (Mc6,37).

Fotografia: Andrea Orlandi

A tutti devegiungere la consolazione e lo stimolodell’amoresalvifico di Dio,che operamisteriosamentein ogni persona,al di là dei suoidifetti e delle suecadute

Ogni insegnamento della dottrina deve situarsinell’atteggiamentoevangelizzatore che risvegli l’adesione del cuore con lavicinanza, l’amore e la testimonianza

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 giugno 2014VI

Farsi prossimi

iniziato loscorso marzo e siè concluso neigiorni scorsi,

nella festa del CorpusDomini, il percorso diformazione liturgico-pastorale, “Farsiprossimi” che ha visto ipartecipanti diventareanche ministristraordinaridell’Eucarestia.Già da diversi anni,diverse donne euomini della nostradiocesi, collaboranocon i parroci nellavisita degli ammalati eai sofferenti, un aiutoprezioso perl’evangelizzazione, el’assistenza ai piùdeboli.Abbiamo intervistatosuor GabriellaGigliucci per farciraccontare com’èandata questa primaesperienza formativa.

Quante persone hannoseguito il corso dipastorale "farsiprossimi"? Qual’eral’etàmedia ? Da qualiparrocchie

Èdprovenivano e qualisono state lemotivazioni che lihanno spinti a seguireil corso?«Hanno frequentato inmedia 70 persone, divaria età, purtroppopochi giovani ma nelcomplesso personeabbastanza giovani.Nonostante le diverseetà il cuore di tutti ègiovane e la voglia dimettere il tempo, lecapacità, le energie aservizio degli altri ègrande.Le parrocchie diprovenienza sonoquelle della città anchese non tutte eranorappresentate: laCappellaniadell’Ospedale, il SacroCuore, S. Seton, Ss.maTrinità, S. Agostino, S.Matteo, S. Jacopo,Unità Pastorale "I TreArcangeli", N. Signoradel Rosario.Le motivazioni chehanno spinto questifratelli a seguire ilcorso sono stateunicamente quelle didare una risposta a chi

li ha interpellati per unservizio nella propriarealtà comunitaria, afavore dei più anzianio dei più provati nelcorpo e nello spirito, eanche di essereprossimo, uscendodalle realtà dellepropria parrocchia, perportare la Parola diDio, per avvicinare allaComunione e per fareun cammino con chi èpiù lontano».

Il "corso" si è conclusocon la festa del CorpusDomini dove il Vescovoli ha istituiti Ministristraordinari dellaComunione: hairaccolto le impressionidi queste persone?Hanno già degliimpegni a cui sarannochiamati?«Il corso è statofrequentato sia dapersone che da temposono MinistriStraordinari dellaComunione, sia dapersone che hannoiniziato da poco questopercorso. I primi sonostati protagonisti di

esperienze molto belle,che messe in comune,hanno spinto i nuoviad aprirsi con maggioreslancio in questoministero, del qualemai ti senti degno, masempre "servo". In essisi è consolidata lavolontà di esseresempre disponibili perandare a portare Gesù achi ha delle difficoltà».

Essendo il primo annocosa andrà migliorato ocambiato nellaprossima edizione?«Credo che vadamigliorato il modo dicoinvolgere un po’ piùtutti, con incontri chesiano dedicati alloscambio di esperienze,a momenti dipreghiera… inoltre c’èda organizzare il corsoper il V Vicariato.Per non moltiplicaretanti impegni, credoche la SFOP, o laScuola di Formazionein genere, potrebberodedicare delle lezioniallargando allapresenza dei MinistriStraordinari della

Comunione,specialmente quandosi fa FormazioneBiblica, o Liturgica,considerando poi iltuttonell’aggiornamento peril rinnovo delMandato».

Cosa vorresti dire acoloro che hannofrequentato e a coloroche vorrebbero farlo ilprossimo anno?«Per quelli che hannofrequentato questoanno l’unica parola chedirei è: GRAZIE, grazieper il clima di stimache si è creato, perl’attenzione, lapartecipazione. Perquelli che desideranopartecipare l’annoprossimo, direi:GRAZIE, per lo spiritodi gratuito servizio concui vi appresterete avivere come "mandati"sul vostro territorio-quartiere, a favore deipiù lontani e di coloroche devono essereaccompagnati verso ilSignore Gesù».

c.d.

L’intervista a Suor Gabriella

Giugliucci, trai responsabili

della formazionedei volontari

della pastoraledegli anziani.

Durante la festadel Corpus

Dominii partecipantial corso sono

diventatiMinistri

straordinaridell’Eucaristia

Unatestimonianzaricca di opere

el giardino della Barcarola, dovel’estate faceva sentire in anticipo i

suoi "bollori", si è tenuta la serataconclusiva dell’anno sociale del SerraClub le cui finalità sono al sostegnodelle vocazioni al Seminario di Livor-no. Presente il Vescovo, mons. Simo-ne Giusti, il presidente, Paolo Lugettiha passato il martelletto al nuovo pre-sidente che ricoprirà l’incarico perl’anno 2014-15, Giovanni Mancusi(nella foto).L’anno appena trascorso è stato moltodenso e fitto di avvenimenti e il temasul quale l’anno si è tenuto poneva at-tenzione alle virtù teologali: Fede,Speranza, Carità Molto interessantigli incontri di cui molti aperti alla cit-tadinanza con tematiche assai attuali.Fra le presenze prestigiose ricordiamoil Cardinale di Firenze, Giuseppe Be-tori che ha presentato l’Encliclica diPapa Francesco Evangelii Gaudium, ilCaporedattore della Radio Vaticana ilDr. Luca Collodi che ha parlato de "La Chiesa nel mercato dei media", ilSostituto Procuratore di Livorno, ilDr, Massimo Mannucci che ha tratta-to il delicatissimo tema del binomiocarità e giustizia e del Comandantedell’Accademia l’Ammiraglio Giusep-pe Cavo Dragone che ha tenuto unarelazione su "La centralità dell’eticanel processo formativo". Una men-zione particolare va all’incontro tenu-tosi alla Leccia dove don RaffaelloSchiavone, teologo morale, ha trattatoil delicatissimo tema sui divorziati ri-sposati che bussano alla porta dellaChiesa.Il Vescovo, ringraziando il Serra per ilsostegno costante al Seminario che inquesti ultimi anni ha visto crescere lepresenze, sono ben quattordici i se-minaristi e quattro giovani hanno fat-to domanda per entrare prossima-mente, ha poi accolto sette nuovi soci:Franca Antonacci, Marcello Barghigia-ni, Roberto Barbieri, Luigi Casale,Giancarlo Cauteruccio, Mario Di Ste-fano e Nicolò Tinebra. Ospiti d’onoredella serata il Dr. Mannino da poconominato Commissario della Miseri-cordia di Livorno e l’ex Prefetto di Li-vorno il Dr. Andrea De Martino. Lasala vedeva per ogni tavolo dei pie-ghevoli che ricordavano le tappe si-gnificative del recentissimo viaggio diPapa Francesco in Israele con riporta-te alcune sue espressioni durante lavisita.Il cappellano del Serra, padre Gabrie-le Bezzi a chiusura della serata, ha in-vitato a fare delle parole "onore", "re-sponsabilità" e "onestà" un vademe-cum per il nostro agire; spesso sentia-mo tante parole, ma sono inconsi-stenti perché non accompagnate dalleopere; c’è bisogno di maggior silenzioe di una testimonianza ricca di opere.Dobbiamo pertanto supplicare lo Spi-rito Santo che rinnovi la Pentecoste,benedica la nostra città e sostenga levocazioni per la nostra amata Diocesi.

Mo.C.

N

ALLA PARROCCHIA DI SANTA LUCIA, LA CONCLUSIONE DELL’ANNO ECUMENICO

Lo Spirito ci insegna a parlare la stessa linguaresso la Chiesa di S.Lucia ad Antignano

si è tenuto l’incontrodi preghieraecumenico conclusivodell’anno pastorale. LeConfessioni presenti ealcuni rappresentatidelle Aggregazionilaicali diocesane,hanno voluto cosìringraziare il Signoreper il cammino fattoinsieme segno etestimonianza diunità. Don Piotr,delegato ecumenicodella Diocesi, haribadito infatti che purnon potendo avereuna unitàorganizzativa èpossibile però avere quella dellacondivisione e dell’agire.Lo Spirito, nonostante noi parliamo"diversi dialetti" ci insegna a parlare lastessa lingua; spesso c’è la paura dellelingue che non conosciamo, che nonriusciamo a comprendere; ma ladiversità non ci deve spaventare. NelCenacolo, pur venendo da esperienzediverse, gli apostoli riuscivano a parlaree ad esprimere la bellezza dell’unicalingua.Sono state ricordate anche le parole diPapa Francesco alla Delegazione delConsiglio Ecumenico delle Chiese chesottolineano come dal ConcilioVaticano II, superando leincomprensioni reciproche siamopervenuti ad una sincera collaborazione

P

ecumenica e ad uncrescente "scambio didoni" tra le diversecomunità. La via verso lacomunione piena evisibile pur essendo uncammino ancora arduo ein salita ha bisognofondamentalmente dellapreghiera. "Solo conspirito di preghiera umilee insistente si potrà avere la necessarialungimiranza, il discernimento e lemotivazioni per offrire il nostro servizioalla famiglia umana, in tutte le suedebolezze e le sue necessità, siaspirituali che materiali".Al termine delle preghiere è stto rivoltoun caldo e affettuoso saluto alla Pastora

Avventista Stefania Tramutola, che inquesti ultimi due anni ha guidato lecomunità di Pisa e Livorno. Essaringraziando ha espresso la gioia per itanti amici incontrati, ricordando chel’amicizia nasce se siamo noi i primi adessere amici per gli altri.

Mo.C.

■ UNA NUOVA ESPERIENZA PASTORALE Stare vicino alle persone sole e agli anzianiIl nuovo presidentedel Serra Club

Nella foto a lato, da sinistra: ilpastore valdese Daniele Bouchard,il pastore Thomas Hagen e la pastora battista Lidia Giorgi,don Piotr Kownacki e la pastoraavventista Stefania Tramutola

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 giugno 2014 VII

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■ L’APPROFONDIMENTO STORICO A CURA DI padre Luca Giustarini osbv

Serbate a Maria il più saldo degli affettiNell’anno 1895 il primo pellegrinaggio regionale toscano a Montenero

pellegrinaggiantichi, cui abbiamoaccennato, fatti intempi che

richiedevano grandisacrifici per lamancanza di mezzi dicomunicazione,sebbene devoti efrequenti, non possonostare a confronto con iPellegrinaggi Regionalidella Toscana cheiniziarono nel 1895.Il 10 Dicembre 1894compivasi il sestocentenario dellatraslazione della SantaCasa dalla Dalmazia aLoreto; onde, dal primodi detto mese a tutto il1895, era stato apertoun generalepellegrinaggio a quelcelebre Santuario. Diquesto avvenimentoparlavano alcuniecclesiastici, convenutiper la festa allaParrocchia dei SantiCosma e Damiano aNugola, pressoCollesalvetti, nelDicembre 1894, quandoil curato di essa DonBeniamino Scaiano ebbela felice ispirazione diproporre che fossesolennizzatopromovendo unPellegrinaggio Toscanoal Santuario diMontenero, affinché gliabitanti di questaregione, che nonpotevano recarsi aLoreto, avessero modopiù facile di manifestarela loro devozione e illoro amore alla Vergine.Ebbe buona accoglienzail progetto; promisero divolerlo effettuare, e lopresentarono a Mons.Vescovo di Livorno, chelo approvò. Chiese egli ilparere degli altri Vescovitoscani, e, avutolofavorevole, nominò unComitato Centrale diquaranta soci attivi perl’esecuzione, nel quale aMons. Vescovo era datala Presidenza onoraria eal suo Vicario, Mons.Eugenio Poggi, quellaeffettiva.Sorse, nello stessotempo, secondo il votoespresso nel CongressoEucaristico di Torino,l’idea di convocare unprimo CongressoNazionale Mariano. Eperò vennero formate

I

due Commissioniesecutrici; una per ilPellegrinaggio e una peril Congresso.Ebbe la presidenza per laprima il signor Cav.Emanuele D’Achiardi, edella seconda il P.Filippo Villa, Barnabita.Con la lettera pastoraledel 12 Maggio 1895Mons. Vescovo LeopoldoFranchi annunziò allaDiocesi l’attuazione delPellegrinaggio e delCongresso, esortandotutti a prendervi partedevotamente, ad onore egloria della gran Madredi Dio ed a vantaggiospirituale delle anime.Intanto dichiaravaaperto il Pellegrinaggiodal 23 Maggio, giornodell’Ascensione, al 15Settembre dell’annomedesimo. La mattinadell’Ascensione pertantoavvenne l’inaugurazionedel Pellegrinaggio aMontenero conl’intervento delComitato Centrale, deirappresentanti di tutte leCompagnie con moltilivornesi, non pochipopolani di Nugola colloro curato promotore,del Collegio Salesiano diCollesalvetti, i quali tuttiascoltarono la Messa diMons. Vescovo diLivorno, e assistetteroalla Messa pontificaledell°Abate delMonastero.Il periodo deipellegrinaggi, che dovevachiudersi alla metà diSettembre, si protrasse dipoi al 10 Novembre, incui avvenne quello dichiusura. In questo

tempo si fecero dallediverse parti di Toscana32 pellegrinaggi alSantuario di Montenero,ai quali presero partenon meno diottantamila persone,senza contar quelle cheda Livorno e daicircostanti paesi sempresi univano ai pellegrini,specialmente nei giornifestivi. Fu dunquedavvero uno spettacolomeraviglioso didevozione, di amore allaVergine Madre, dato dagente di ogni età, di ognisesso, di ognicondizione sociale, che,senza rispetto umano,da ogni luogo muovevada questa bella regioned’Italia, colla crocetta inpetto, su cui era scritto:“In hoc signo vínces ”, ipiù non curando i disagie le sofferenze dellagrande estate, e facendonon pochi la penitenzadi venire a piedi anche

da lontani paesi”. Questipellegrinaggi furonoricordati pure da LeoneXIII.Il 6 Maggio 1896, neldiscorso che questogrande Pontefice tenneai pellegrini toscani,convenuti in Vaticano,parlando delladevozione alla Vergine eal Vicario di Gesù Cristo,pronunziò queste belle ecommoventi parole:“Quante aberrazioni,quante sciagure dimeno, se la devozioneall’apostolato saggiofosse universalmentecompresa e sentita nelmondo, come la sentitee comprendete voi!Quanti beni di più sefosse la gran Vergineinvocata e onorataconcordemente da tutticon quell’amore filiale,onde mostrate diinvocarla e onorarla voi!Certo Iddio è tutto: Egliè redenzione,

misericordia, salvezza,beatitudine; ma dopo diLui, la Vergine Madresua, e S. Pietro suoVicario, ecco i due astrimaggiori delfirmamento dellaChiesa, i due poli delmondo cristiano.Quindi amarecaramente Maria, perchéfonte sovrana disperanza e Madre digrazia; amare il Vicariodi Dio, perché Maestrodi verità e Guidasuprema delle coscienze.Questi due amori sonofatti per andarecompagni nelle animeredente, conformevanno, per grazia di Dio,nel cuore vostro. Vero èche troppo sovente ilsecolo li disconosce o liavversa entrambi, ma einon sa con quantodanno. Ben lo saprà nonappena il soffio di Diomisericordioso avràdissipato la nebbia deipregiudizi e loscetticismo dellepassioni. E venga prestoquel giorno.Quanto a voi, dilettifigli, come oggi viaccogliamo e salutiamoamorosamente in questoluogo, e in voi salutiamoaltresì i vostri fratelliassenti, similmenteseguimmo l’anno scorsocon soave compiacenzaquel movimentospontaneo di pietà, chetrasse tanta parte dellagentil Toscana alSantuario di Montenero.Non resterà senzamercede la carità checolà Ci usaste dellevostre preghiere. Dalcanto nostro da quelrisveglio di fede lietipresagi traemmo inordine alla prosperitàmorale e materiale diToscana tutta. Dipendein gran parte da voi loavverarsi, mediante laperseveranza. Fate ditutto per tenervi stretti aquesta sede del SommoPontificato: serbategelosamente a Maria,dopo Dio, il maggiore epiù saldo dei vostriaffetti; e se, partendo daRoma, vi venisse fatto direcarne quindi con voiuna favilla di più, questosarebbe forse il più belfrutto del vostropellegrinaggio”.

NELL’AGOSTO DEL 1895

IL PRIMO CONGRESSONAZIONALE MARIANO

obbiamo anche dire una paroladel primo Congresso Nazionale

Mariano,(primo pure del mondocattolico), perché eseguito a Livor-no nel tempo e in occasione delPellegrinaggio Toscano a Montene-ro, e perché anche i Vescovi che viintervennero fecero il loro pellegri-naggio al Santuario. Esso si tenne,coll’approvazione e benedizionedel Papa, nella Chiesa di S. Mariadel Soccorso, trasformata in granparte, in aula dall’Ingegnere Bada-loni. Durò dal 18 al 22 Agosto del1895 e le funzioni di apertura e di

ringraziamento ebbero luogo, la prima nellaCattedrale, e la seconda nella Basilica diMontenero.Il suo scopo fu naturalmente la gloria di Ma-ria Santissima, l’utilità degli individui e dellasocietà. Si studiarono e si svolsero in esso iseguenti quattro temi: Influenza di Marianella società, come tipo perfetto della donnain ciascuno stato della medesima; Vittorie ebeneficenze di Maria a favore della società;Gratitudíne della società a Maria; Maria e l’I-talia.Intervennero venti autorità ecclesiastice traArcivescovi e Vescovi, presieduti da Sua Emi-nenza il Cardinale Agostino Bausa, e parecchiillustri ecclesiastici e laici delle diverse partidella nostra penisola. Altri Cardinali e Prelatimandarono le loro adesioni.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 giugno 2014VIII