La Settimana n. 21 del 1 giugno 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 1 giugno 2014 Certe parole bisognerebbe cancellarle dal vocabolario, perché scriverle è già tradirle! Certe parole bisognerebbe non pronunciarle per non deformarle. E poi, sulle labbra e sul vocabolario, anche se tradotte nella forma più obiettiva sono…ferme e statiche; e perdono così tanta della loro forza. No, certe parole come povertà, o meglio, miseria, bisogna solo incontrarle per capirle; e forse, anche dire di averle incontrate nella realtà, è ancora po- co! Si, perché la miseria in cui mi sono imbattuto mi ha trascinato in un vortice, sempre più profondo e oscuro; e quando credevo di aver toccato il fondo, nuove sofferenze e più vaste si presentavano, capaci di trascinare tante creature e popoli interi. È un fantasma carico di morte e di umiliazione di ogni genere la miseria. Per le vie del mondo, 1983- Una missione d’accoglienza A settembre la nuova lettera pastorale di monsignor Giusti, in sintonia con il Sinodo straordinario dei Vescovi di tutto il mondo sulle tematiche della famiglia L’evangelizzazione inizia in famiglia DI NICOLA SANGIACOMO uesta volta per eleggere il loro sindaco i livornesi dovranno andare a votare una seconda volta: non era mai successo che nelle elezioni amministrative cittadine si arrivasse al ballottaggio. Un fatto storico: dal dopoguerra infatti la scelta di chi avrebbe amministrato il Comune non era mai stato messa in discussione dall’esito elettorale: nelle sue varie forme e denominazioni ha sempre prevalso in modo netto il partitone di sinistra. Questa volta la frammentazione di partiti e liste (undici candidati sindaci) e la crescita di movimenti nuovi non catalogabili nelle categorie tradizionali di sinistra, centro o destra ha portato gli elettori livornesi a non dare la maggioranza assoluta ad un candidato. Un risultato clamoroso e controtendenza se si pensa al trionfo riportato dal Partito Democratico a livello nazionale e praticamente in tutti i comuni e regioni dove si è votato per le elezioni amministrative. Marco Ruggeri candidato sindaco del Pd, sostenuto anche da altre quattro liste (Sel, Idv, Socialisti e una lista civica), ha raggiunto quasi il 40% dei consensi (39,92 per la precisione), il 16% in meno di quelli ottenuti dal solo PD nelle elezioni europee che si sono svolte nello stesso giorno. L’elezione del nuovo sindaco di Livorno si presentava già alla vigilia come una sfida storica. Tanti candidati come in questa occasione non c’erano mai stati; la sfida era al blocco politico che ha governato la città praticamente da settanta anni, dalla fine della seconda guerra mondiale. Dopo le elezioni politiche del 2013, che avevano fatto parlare qualcuno di un tramonto rosso, questa tornata elettorale si presentava molto incerta, ma l’effetto Renzi avrebbe potuto confermare l’egemonia del PD anche in questa occasione. Qualche presagio negativo per il PD si poteva però trarre dalla rinuncia dell’ultima ora del Presidente del Consiglio a chiudere personalmente la campagna elettorale livornese come è successo invece a Firenze e Prato. Sarà l’ingegnere aereospaziale Nogarin. espressione del Movimento Cinque Stelle, a sfidare Ruggeri, già capogruppo del PD in Consiglio Regionale, per diventare sindaco. Una situazione inedita a Livorno che presenta parecchie incognite, anche se il vantaggio di Ruggeri al primo turno è molto corposo (quasi il 20%) avendo raccolto più del doppio dei voti di Nogarin. Sarà fondamentale il ruolo degli elettori della lista civica Buongiorno Livorno che, con Andrea Raspanti, ha conteso il secondo posto al Movimento fondato da Grillo raccogliendo oltre il 16% dei voti. Deludente il risultato del centro destra che, con almeno quattro candidati sindaco che facevano riferimento a quell’area, non ha raggiunto numeri significativi al primo turno e non sembra quindi prevedibile che possa risultare determinante al ballottaggio. Dietro questi freddi numeri la crisi profonda di una città in cui la povertà aumenta ogni giorno come hanno potuto verificare di persona i vari candidati sindaco quando, su invito della Caritas diocesana, hanno partecipato alla consegna dei pacchi alimentari alle famiglie bisognose. Una situazione dinanzi alla quale la politica non può rimanere indifferente, come ha affermato con forza il Vescovo Simone in occasione della festa di Santa Giulia. Nei giorni che precederanno il ballottaggio che deciderà chi sarà il nuovo sindaco di Livorno sarà importante capire quali impegni i due candidati intendono prendere per affrontare la questione della povertà a Livorno. Una questione che si deve concretizzare nell’operare per far avere a tutti un lavoro, una casa e una famiglia. Gli elettori potranno così compiere la loro scelta più consapevoli. Q I poveri e la scelta del nuovo sindaco VERSO UN BALLOTTAGGIO STORICO I beni essenziali: lavoro, casa e famiglia ndare per le strade e saper ve- dere le ferite della gente. Esse- re samaritani che vedono, che so- no mossi da compassione, che sanno chinarsi e offrono risposte. Abbiamo bisogno di entrare con timore e tremore a porte spalanca- te nella parabola del samaritano, un breve ed intenso compendio di tutto il Vangelo. Facciamo questo e vivremo, infonderemo vita alle nostre città pervase dalla nebbia dell’indifferenza. Saremmo final- mente capaci di incontrare un Dio che è sempre sulla strada. E che at- tende di essere accolto. A i intitola «La famiglia vive il primo annuncio ai figli» la nuova lettera pastorale che il Vescovo sta scrivendo e che consegnerà il prossimo 8 Settembre, alla ripresa dell’anno pastorale. In sintonia con l’operare della Chiesa universale che dedicherà il Sinodo straordinario proprio alle tematiche della famiglia, lo scritto del pastore della Chiesa livornese vuol essere un puntare l’attenzione sull’evangelizzazione e l’educazione alla risposta di fede, nella prospettiva di come si vive questo aspetto della vita proprio in famiglia. «Continuiamo a camminare nel solco che abbiamo tracciato, ormai da diversi anni, attraverso il Progetto Educativo Diocesano –afferma mons. Giusti nell’introduzione- In esso abbiamo definito, come ambito da privilegiare, quello della famiglia e appunto su “chiesa domestica e evangelizzazione” vorremo incentrare l’azione pastorale nel prossimo anno. La Chiesa tutta, per due anni, vivrà due Sinodi sulla Famiglia, la Diocesi di Livorno seguirà con attenzione la riflessione e la ricerca in atto, in attesa che il Santo Padre offra poi il suo magistero in proposito». «Questa Lettera Pastorale – continua - è un invito alla Chiesa di Livorno a mettersi anch’essa in riflessione e ricerca su alcune specifiche tematiche. Espone alcune considerazione su alcuni ambiti e propone un discernimento comunitario in vista di nuove scelte pastorali da compiere. E’ quindi una lettera che apre un dibattito e si mette in ascolto di tutti». Momento specifico per parlare comunitariamente di questo percorso ecclesiale sarà il Convegno Diocesano del prossimo 5-6-7 ottobre ed infatti nella lettera sono a disposizione numerosi spazi bianchi, sotto i vari ambiti, in modo che chi legge il documento possa appuntarsi alcuni concetti da riproporre poi nell’ambito del Convegno. Gli ambiti di riflessione e ricerca a cui la lettera dedica capitoli specifici sono: La genesi di una famiglia cristiana I percorsi di formazione verso la famiglia cristiana Quale proposta ai conviventi sovente credenti e anche praticanti? Nascita e sostegno alla famiglia cristiana Il gruppo giovani coppie: stile, metodologia, aree tematiche I figli dono di Dio Il discernimento di coppia nell’apertura alla vita I genitori e la responsabilità delle scelte che sono comunque chiamati a compiere Il discernimento verso il battesimo del figlio La Comunità Cristiana e la preparazione al battesimo: una proposta La Comunità accompagna le famiglie nei primi anni di vita del figlio Le tappe da promuovere nell’arco 0-3 anni Lasciate che i bambini vengano a me: una proposta di evangelizzazione I genitori primi ma non esclusivi evangelizzatori dei figli: il ruolo dei nonni e degli altri parenti, in primis i fratelli più grandi Il ruolo della Comunità Cristiana E se i genitori non sono sposati in Chiesa e non sono neppure credenti? L’importanza della scuola cattolica nell’evangelizzazione dei bambini Una proposta educativa per tutti i bambini: la scuola materna parrocchiale L’Oratorio Una proposta educativa per tutti i bambini battezzati e non Argomenti diversi dunque, che lasciano sicuramente spazio ad ulteriori riflessioni e approfondimenti, che chiedono il contributo della Chiesa livornese. c.d. S DALLA LETTERA PASTORALE II LEGAME PERSONA-FAMIGLIA È FORSE NELLA VITA UMANA UNA DELLE RELAZIONI PIÙ RICCHE E MISTERIOSE Il semplice ma sconcertante fatto che ogni persona deve il proprio esistere a due altre persone indica sia il mistero della persona sia il mistero della famiglia che si costituisce proprio in questa nuova rela- zione a tre. In questa luce la coppia si manifesta origine naturale di ogni persona. Conoscere la persona in modo sapienziale vorrà dire guardarla alla luce della sua origine, vale a dire alla luce della coppia. Nella misura in cui conosciamo la coppia, potremo avvicinarci al mi- stero della persona umana L’ACCOMPAGNAMENTO DELLE PERSONE CHE CONVIVONO Oggi molte coppie si presentano a chiedere il matrimonio cristiano e a compiere il cammino di preparazione in una condizione di convi- venza. È una situazione che richiede un’ulteriore riflessione, per as- sumere un criterio pastorale unitario e appropriato. Se da una parte dobbiamo accompagnare per tutto il tempo possibile le coppie già conviventi che chiedono il matrimonio cristiano, perché comprenda- no la realtà del sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore, dall’altra non possiamo rassegnarci a un generale senso di impotenza di fronte al dilagare di un fenomeno che coinvolge sempre più perso- ne verso le quali la comunità cristiana deve sviluppare una prudente attenzione pastorale. LINEA di Pensiero di Luca Lischi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 21 del 1 giugno 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

1 giugno 2014

Certe parole bisognerebbe cancellarle dal vocabolario, perché scriverle ègià tradirle!Certe parole bisognerebbe non pronunciarle per non deformarle. E poi,sulle labbra e sul vocabolario, anche se tradotte nella forma più obiettivasono…ferme e statiche; e perdono così tanta della loro forza.No, certe parole come povertà, o meglio, miseria, bisogna solo incontrarleper capirle; e forse, anche dire di averle incontrate nella realtà, è ancora po-co! Si, perché la miseria in cui mi sono imbattuto mi ha trascinato in unvortice, sempre più profondo e oscuro; e quando credevo di aver toccato ilfondo, nuove sofferenze e più vaste si presentavano, capaci di trascinaretante creature e popoli interi.È un fantasma carico di morte e di umiliazione di ogni genere la miseria.Per le vie del mondo, 1983- Una missione d’accoglienza

A settembre la nuova letterapastorale di monsignorGiusti, in sintonia con ilSinodo straordinario deiVescovi di tutto il mondo sulletematiche della famiglia

L’evangelizzazioneinizia in famiglia

DI NICOLA SANGIACOMO

uesta volta per eleggere il lorosindaco i livornesi dovranno andare a

votare una seconda volta: non era maisuccesso che nelle elezioniamministrative cittadine si arrivasse alballottaggio. Un fatto storico: daldopoguerra infatti la scelta di chi avrebbeamministrato il Comune non era maistato messa in discussione dall’esitoelettorale: nelle sue varie forme edenominazioni ha sempre prevalso inmodo netto il partitone di sinistra.Questa volta la frammentazione di partitie liste (undici candidati sindaci) e lacrescita di movimenti nuovi noncatalogabili nelle categorie tradizionali disinistra, centro o destra ha portato glielettori livornesi a non dare lamaggioranza assoluta ad un candidato.Un risultato clamoroso e controtendenzase si pensa al trionfo riportato dal PartitoDemocratico a livello nazionale epraticamente in tutti i comuni e regionidove si è votato per le elezioniamministrative.Marco Ruggeri candidato sindaco del Pd,sostenuto anche da altre quattro liste (Sel,Idv, Socialisti e una lista civica), haraggiunto quasi il 40% dei consensi(39,92 per la precisione), il 16% in menodi quelli ottenuti dal solo PD nelleelezioni europee che si sono svolte nellostesso giorno.L’elezione del nuovo sindaco di Livorno sipresentava già alla vigilia come una sfidastorica. Tanti candidati come in questaoccasione non c’erano mai stati; la sfidaera al blocco politico che ha governato lacittà praticamente da settanta anni, dallafine della seconda guerra mondiale.Dopo le elezioni politiche del 2013, cheavevano fatto parlare qualcuno di untramonto rosso, questa tornata elettoralesi presentava molto incerta, ma l’effettoRenzi avrebbe potuto confermarel’egemonia del PD anche in questaoccasione. Qualche presagio negativo per

il PD si poteva però trarre dalla rinunciadell’ultima ora del Presidente delConsiglio a chiudere personalmente lacampagna elettorale livornese come èsuccesso invece a Firenze e Prato.Sarà l’ingegnere aereospaziale Nogarin.espressione del Movimento Cinque Stelle,a sfidare Ruggeri, già capogruppo del PDin Consiglio Regionale, per diventaresindaco. Una situazione inedita a Livornoche presenta parecchie incognite, anche seil vantaggio di Ruggeri al primo turno èmolto corposo (quasi il 20%) avendoraccolto più del doppio dei voti diNogarin. Sarà fondamentale il ruolo degli elettoridella lista civica Buongiorno Livorno che,con Andrea Raspanti, ha conteso ilsecondo posto al Movimento fondato daGrillo raccogliendo oltre il 16% dei voti.Deludente il risultato del centro destrache, con almeno quattro candidatisindaco che facevano riferimento aquell’area, non ha raggiunto numerisignificativi al primo turno e non sembraquindi prevedibile che possa risultaredeterminante al ballottaggio.Dietro questi freddi numeri la crisiprofonda di una città in cui la povertàaumenta ogni giorno come hanno potutoverificare di persona i vari candidatisindaco quando, su invito della Caritasdiocesana, hanno partecipato allaconsegna dei pacchi alimentari allefamiglie bisognose. Una situazionedinanzi alla quale la politica non puòrimanere indifferente, come ha affermatocon forza il Vescovo Simone in occasionedella festa di Santa Giulia.Nei giorni che precederanno ilballottaggio che deciderà chi sarà il nuovosindaco di Livorno sarà importante capirequali impegni i due candidati intendonoprendere per affrontare la questione dellapovertà a Livorno. Una questione che sideve concretizzare nell’operare per faravere a tutti un lavoro, una casa e unafamiglia. Gli elettori potranno cosìcompiere la loro scelta più consapevoli.

Q

I poveri e la sceltadel nuovo sindaco

VERSO UN BALLOTTAGGIO STORICO

I beni essenziali: lavoro, casa e famiglia

ndare per le strade e saper ve-dere le ferite della gente. Esse-

re samaritani che vedono, che so-no mossi da compassione, chesanno chinarsi e offrono risposte.Abbiamo bisogno di entrare contimore e tremore a porte spalanca-te nella parabola del samaritano,un breve ed intenso compendio ditutto il Vangelo. Facciamo questoe vivremo, infonderemo vita allenostre città pervase dalla nebbiadell’indifferenza. Saremmo final-mente capaci di incontrare un Dioche è sempre sulla strada. E che at-tende di essere accolto.

A

i intitola «La famigliavive il primo annuncioai figli» la nuova letterapastorale che il Vescovo

sta scrivendo e checonsegnerà il prossimo 8Settembre, alla ripresadell’anno pastorale.In sintonia con l’operaredella Chiesa universale chededicherà il Sinodostraordinario proprio alletematiche della famiglia, loscritto del pastore dellaChiesa livornese vuol essereun puntare l’attenzionesull’evangelizzazione el’educazione alla risposta difede, nella prospettiva dicome si vive questo aspettodella vita proprio in famiglia. «Continuiamo a camminarenel solco che abbiamotracciato, ormai da diversianni, attraverso il ProgettoEducativo Diocesano–afferma mons. Giustinell’introduzione- In essoabbiamo definito, comeambito da privilegiare,quello della famiglia eappunto su “chiesadomestica eevangelizzazione” vorremoincentrare l’azione pastoralenel prossimo anno. LaChiesa tutta, per due anni,vivrà due Sinodi sullaFamiglia, la Diocesi diLivorno seguirà conattenzione la riflessione e laricerca in atto, in attesa che ilSanto Padre offra poi il suomagistero in proposito». «Questa Lettera Pastorale –continua - è un invito allaChiesa di Livorno a mettersianch’essa in riflessione ericerca su alcune specifichetematiche. Espone alcuneconsiderazione su alcuniambiti e propone undiscernimento comunitarioin vista di nuove sceltepastorali da compiere. E’quindi una lettera che apreun dibattito e si mette inascolto di tutti». Momentospecifico per parlarecomunitariamente di questopercorso ecclesiale sarà ilConvegno Diocesano delprossimo 5-6-7 ottobre edinfatti nella lettera sono adisposizione numerosi spazi

bianchi, sotto i vari ambiti,in modo che chi legge ildocumento possa appuntarsialcuni concetti da riproporrepoi nell’ambito delConvegno.

Gli ambiti di riflessione ericerca a cui la lettera dedicacapitoli specifici sono:La genesi di una famigliacristianaI percorsi di formazioneverso la famiglia cristianaQuale proposta ai conviventisovente credenti e anchepraticanti?

Nascita e sostegno allafamiglia cristianaIl gruppo giovani coppie:stile, metodologia, areetematiche

I figli dono di Dio Il discernimento di coppianell’apertura alla vitaI genitori e la responsabilitàdelle scelte che sonocomunque chiamati acompiereIl discernimento verso ilbattesimo del figlioLa Comunità Cristiana e lapreparazione al battesimo:una proposta

La Comunità accompagna le

famiglie nei primi anni divita del figlioLe tappe da promuoverenell’arco 0-3 anniLasciate che i bambinivengano a me: una propostadi evangelizzazioneI genitori primi ma nonesclusivi evangelizzatori deifigli: il ruolo dei nonni edegli altri parenti, in primis ifratelli più grandiIl ruolo della ComunitàCristianaE se i genitori non sonosposati in Chiesa e non sononeppure credenti?

L’importanza della scuolacattolicanell’evangelizzazione deibambiniUna proposta educativa pertutti i bambini: la scuolamaterna parrocchiale

L’OratorioUna proposta educativa pertutti i bambini battezzati enon

Argomenti diversi dunque,che lasciano sicuramentespazio ad ulteriori riflessionie approfondimenti, chechiedono il contributo dellaChiesa livornese.

c.d.

SDALLA LETTERA PASTORALE

II LEGAME PERSONA-FAMIGLIA È FORSE NELLA VITA UMANA UNADELLE RELAZIONI PIÙ RICCHE E MISTERIOSE

Il semplice ma sconcertante fatto che ogni persona deve il proprioesistere a due altre persone indica sia il mistero della persona sia ilmistero della famiglia che si costituisce proprio in questa nuova rela-zione a tre.In questa luce la coppia si manifesta origine naturale di ogni persona.Conoscere la persona in modo sapienziale vorrà dire guardarla allaluce della sua origine, vale a dire alla luce della coppia.Nella misura in cui conosciamo la coppia, potremo avvicinarci al mi-stero della persona umana

L’ACCOMPAGNAMENTO DELLE PERSONE CHE CONVIVONO Oggi molte coppie si presentano a chiedere il matrimonio cristiano ea compiere il cammino di preparazione in una condizione di convi-venza. È una situazione che richiede un’ulteriore riflessione, per as-sumere un criterio pastorale unitario e appropriato. Se da una partedobbiamo accompagnare per tutto il tempo possibile le coppie giàconviventi che chiedono il matrimonio cristiano, perché comprenda-no la realtà del sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore,dall’altra non possiamo rassegnarci a un generale senso di impotenzadi fronte al dilagare di un fenomeno che coinvolge sempre più perso-ne verso le quali la comunità cristiana deve sviluppare una prudenteattenzione pastorale.

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 giugno 2014II

VENERDÌ 30 MAGGIONella mattina, udienze laici in vesco-vado

DOMENICA 1 GIUGNO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Rosa

LUNEDÌ 2 GIUGNOIl Vescovo partecipa alle manifestazio-ni per la Festa della Repubblica

MARTEDÌ 3 GIUGNO9.30 in vescovado, consiglio presbite-rale18.30 consiglio diocesano affari eco-nomici in vescovado

MERCOLEDÌ 4 GIUGNONella mattina, udienze clero in vesco-vado18.30 in vescovado, tavolo dell’ogget-tività con i primari dell’ospedale

GIOVEDÌ 5 GIUGNO10.00 in occasione della visita pastora-le al VI vicariato, visita agli ammalatidella parrocchia di SS. Cosma e Da-miano a Nugola21.15 in vescovado, incontro con l’e-quipe di pastorale giovanile

VENERDÌ 6 GIUGNO10.00 consiglio dei vescovi allo studioteologico interdiocesano a Camaiore18.30 il Vescovo incontra i cresimandi,i genitori, i catechisti e i parroci in ve-scovado

SABATO 7 GIUGNONella mattina, il Vescovo partecipa adun convegno a Volterra18.30 saluto e canto del vespro all’in-contro dei diaconi permanenti allachiesa della SS.ma Annunziata deiGreci alla Leccia21.15 veglia di pentecoste alla chiesadi S. Lucia ad Antignano (vedi locan-dina pag. VIII)

DOMENICA 8 GIUGNO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Caterina16.00 a villa Tirrena, riflessione all’as-semblea dell’USMI17.30 saluto e conclusione della setti-mana mariana alla parrocchia di S.Ferdinando21.15 il Vescovo è alla parrocchia di S.M. del Soccorso per impegni pastorali

Agenda del VESCOVO

Diocesiinforma

sattamente dieci anni fa, il 31 Maggio 2004, durante l’eucari-stia per la ricorrenza della “Visitazione della B. V. Maria” cele-

brata nella chiesa di S. Giuseppe in Ospedale, il Vescovo di allo-ra, Mons. Diego Coletti, immetteva il nuovo Cappellano, il Be-nedettino dom Placido Bevinetto, alla guida del Servizio di As-sistenza Religiosa nel nosocomio livornese. Insieme a lui, duediaconi permanenti: Paolo Bencreati e Massimo Bartolini.Con essi, la Diocesi di Livorno concretizzava l’accordo Chie-sa/Regione e, da subito si assumeva l’impegno di garantire unservizio così importante che si rendeva immediatamente vacan-

te per il forzatorientro, nel proprioOrdine, dei fratiCappuccini (Andreae Sergio) ivi presen-ti da dodici anni.Per qualche anno, ilservizio è stato sup-portato e spesso af-fiancato, anche dal-le suore “Cottolen-ghine” ancora ope-ranti in vari reparti.Vogliamo ricordarlecon gratitudine estima: la Madre Sr.Ernesta Alberto, an-cora preziosamente

presente soprattutto con gli studenti ospedalieri e, poi, le altre:Suor Maristella Fabbian, Sr. Rosa Galimberti, Sr. Eugenia Rimol-di e Sr. Vittoria Raimondi, tutte, attualmente, ad altra destina-zione.Nel tempo, poi, per rendere sempre più puntuale e capillare ilservizio, a diversi intervalli hanno collaborato altri sacerdoti; ri-cordiamo don Giuseppe Ferrari, don Donato Mollica, don An-tonio Sapienza ed altri, fino all’attuale don Cristoforo Pastu-szak.Questo ha permesso di garantire sempre la Presenza e la cele-brazione Eucaristica in chiesa, per la gioia di un buon numerodi fedeli che provengono anche dalle Parrocchie limitrofe, non-ché, quando richiesto, per le esequie cristiane.Questa realtà fu ben accolta, allora e lo è tuttora, da tutto l’O-spedale e, soprattutto, dai pazienti e dai loro familiari, spesso aldi là del loro stesso “credo” o della loro etnia, grazie ad un at-teggiamento di non invadenza, discreto, prudente e senza per-sonalismi e tale da avvicinare e farsi prossimi a tante situazionidi sofferenza, anche estrema, dove, spesso, c’è un terreno fertileda lavorare e dove, per questo, Gesù vuole essere portato.Per una memoria, dalla Cappellania,

diacono Massimo Bartolini

E

UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERELa parrocchia della SS.ma Trinità a piedia MonteneroNon si ha ricordo dell’inizio di questa tradizione che ognianno si ripete alla Parrocchia dei Cappuccini nel giornodell’Ascensione del Signore. Si parte quando il sole è anco-ra nascosto dalla Parrocchia di Borgo Cappuccini e passodopo passo si arriva verso le 8 al Santuario.Bambini, ragaz-zi e adulti che ogni anno non si perdono questo camminoverso la Madonna, per dire grazie, per mettersi alla prova,per chiedere una grazia. L’appuntamento è per il 1° giugnoalle 6 alla Parrocchia dei Cappuccini.

Chinarsi sul povero sofferente

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Durante F. -Storie da Lourdes. Incontri di spe-ranza. - Ed Paoline, pp168, euro 13,00

Colpisce molto la straordinaria ricchezza diumanità dei pellegrini, dei malati e dei vo-lontari che giungono al santuario mariano diLourdes. Sono persone che davanti alla grottadi Massabielle si affidano a Maria, alla sua te-nerezza materna e alla sua costante interces-sione: chi offre la preghiera per la propria oaltrui sofferenza; chi la gratitudine per la gua-rigione nel corpo o nello spirito; chi la faticae la gioia dei traguardi conquistati ogni gior-no con coraggio; chi l’impegno accanto aimalati nella dedizione e nella solidarietà. Al-cune di queste storie, raccontate dal giornali-sta Francesco Durante fin dal maggio del2012 nella trasmissione "Storie da Lourdes"(in onda su TV2000), vengono ora fissatenelle pagine del libro che riprende il titolodella trasmissione.Così come nel programma televisivo, nel li-bro non si troverà alcun esibizionismo, for-zatura, pietismo. Ciò che accomuna le storiedi questi bambini, ragazzi, giovani, adulti,coppie, famiglie è la fede in Dio e la fiducianella Vergine; l’affidamento, la ricerca since-ra, il desiderio di trovare forza interiore e unsenso profondo alla sofferenza, al dolore, al-la fatica di vivere. A Lourdes il grido dellacreatura si fa preghiera fiduciosa e incessante,si esprime in gratitudine, in coraggio di risol-levarsi, di ritrovare la speranza, di cambiarevita.

Nel decimo anniversariodella Cappellaniadell’Ospedale di Livorno

CERCASI VOLONTARIPER GUARDAROBALa Caritas diocesana cerca personedi buona volontà per supporto alguardarobaOrario: da lunedì a venerdì tra le9.00 e le 12.00 e tra le 15.00 e le18.00 Per informazioni e disponibilità, èpossibile contattare la segreteriaallo 0586-884693

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 giugno 2014 III

1117 Per mezzo dello Spiritoche la guida «alla verità tuttaintera»(Gv 16,13), la Chiesaha riconosciuto a poco a pocoquesto tesoro ricevuto daCristo e ne ha precisato la«dispensazione», come hafatto per il canone delledivine Scritture e la dottrinadella fede, quale fedeleamministratrice dei misteri diDio. Così la Chiesa, nel corsodei secoli, è stata in grado didiscernere che, tra le suecelebrazioni liturgiche, ve nesono sette le qualicostituiscono, nel sensoproprio del termine,sacramenti istituiti dalSignore.

1118 I sacramenti sono «dellaChiesa» in un duplicesignificato: sono «da essa» e«per essa». Sono «dallaChiesa» per il fatto che questaè il sacramento dell’azione diCristo che opera in lei graziealla missione dello SpiritoSanto. E sono «per la Chiesa»,sono cioè «sacramenti[...] chefanno la Chiesa», in quantomanifestano e comunicanoagli uomini, soprattuttonell’Eucaristia, il mistero dellacomunione del Dio Amore,uno in tre Persone.

1119 Poiché con il Cristo-Capoforma «quasi un’unica [...]persona mistica», la Chiesaagisce nei sacramenti come«comunità sacerdotale»,«organicamente strutturata»:mediante il Battesimo e laConfermazione, il popolosacerdotale è reso idoneo acelebrare la liturgia; d’altraparte alcuni fedeli, insignitidell’Ordine sacro, «sono postiinnome di Cristo a pascere laChiesa con la parola e lagrazia di Dio».

1120 Il ministero ordinato o«sacerdozio ministeriale» è alservizio del sacerdoziobattesimale. Esso garantisceche, nei sacramenti, è proprioil Cristo che agisce per mezzodello Spirito Santo a favoredella Chiesa.La missione disalvezzaaffidata dalPadre alproprio Figlioincarnato èconsegnataagli Apostoli eda essi ai lorosuccessori;questiricevono loSpirito Santodi Gesù peroperare in suonome e in suapersona. Ilministroordinato èdunque illegamesacramentale che collegal’azione liturgica a ciò chehanno detto e fatto gliApostoli, e, tramite loro, a ciòche ha detto e operato Cristo,sorgente e fondamento deisacramenti.

1121 I tre sacramenti delBattesimo, dellaConfermazione e dell’Ordine,conferiscono, oltre la grazia,un carattere sacramentale o«sigillo» in forza del quale ilcristiano partecipa alsacerdozio di Cristo e fa partedella Chiesa secondo stati efunzioni diverse. Questa

configurazione a Cristo e allaChiesa, realizzata dalloSpirito, è indelebile; essarimane per sempre nelcristiano come disposizionepositiva alla grazia, comepromessa e garanzia dellaprotezione divina e comevocazione al culto divino e alservizio della Chiesa. Talisacramenti non possonodunque mai essere ripetuti.

I SACRAMENTI DELLA FEDE1122 Cristo ha inviato i suoiApostoli perché «nel suonome», siano « predicati a

tutte le genti laconversione eil perdono deipeccati» (Lc24,47).«Ammaestratetutte lenazioni,battezzandolenel nome delPadre e delFiglio e delloSpirito Santo»(Mt 28,19). Lamissione dibattezzare,dunque lamissionesacramentale, èimplicita nellamissione dievangelizzare,

poiché il sacramento èpreparato dalla Parola di Dioe dalla fede, la quale èconsenso a questa Parola:«Ilpopolo di Dio viene adunatoinnanzi tutto per mezzo dellaParola del Dio vivente. [...] Lapredicazione della Parola ènecessaria per lo stessoministero dei sacramenti,trattandosi di sacramenti dellafede, laquale nasce e si alimenta conla Parola».

1123 «I sacramenti sonoordinati alla santificazionedegli uomini, all’edificazione

del corpo di Cristo, e, infine, arendere culto a Dio; in quantosegni, hanno poi anche lafunzione di istruire. Non solosuppongono la fede, ma conle parole e gli elementi ritualila nutrono, la irrobustiscono ela esprimono; perciò vengonochiamati sacramenti dellafede».

1124 La fede della Chiesaprecede la fede del credente,che è invitato ad aderirvi.Quando la Chiesa celebra isacramenti, confessa la federicevuta dagli Apostoli. Da quil’antico adagio: «Lex orandi,lex credendi» (oppure:«Legemcredendi lex statuatsupplicandi», secondoProspero di Aquitania [secoloquinto]). La legge dellapreghiera è la legge della fede,la Chiesa crede come prega.La liturgia è un elementocostitutivo della santa evivente Tradizione.

1125 Per questo motivonessun rito sacramentale puòessere modificato omanipolato dal ministro odalla comunità a loropiacimento. Neppurel’autorità suprema nellaChiesa può cambiare laliturgia a sua discrezione, maunicamente nell’obbedienzadella fede e nel religiosorispetto del mistero dellaliturgia.

1126 Inoltre, poiché isacramenti esprimono esviluppano la comunione difede nella Chiesa, la lexorandi è uno dei criteriessenziali del dialogo checerca di ricomporre l’unità deicristiani.

I SACRAMENTI DELLASALVEZZA1127 Degnamente celebratinella fede, i sacramenticonferiscono la grazia che

significano. Sono efficaciperché in essi agisce Cristostesso: è lui che battezza, è luiche opera nei suoi sacramentiper comunicare la grazia che ilsacramento significa. Il Padreesaudisce sempre la preghieradella Chiesa di suo Figlio, laquale, nell’epiclesi di ciascunsacramento, esprime lapropria fede nella potenzadello Spirito. Come il fuocotrasforma in sé tutto ciò chetocca, così lo Spirito Santotrasforma in vita divina ciòche è sottomesso alla suapotenza.

1128 È questo il significatodell’affermazione dellaChiesa: i sacramenti agisconoex opere operato (lett. « per ilfatto stesso che l’azione vienecompiuta »), cioè in virtùdell’opera salvifica di Cristo,compiuta una volta per tutte.Ne consegue che «ilsacramento non è realizzatodalla giustizia dell’uomo chelo conferisce o lo riceve, madalla potenza di Dio».Quandoun sacramento viene celebratoin conformità all’intenzionedella Chiesa, la potenza diCristo e del suo Spirito agiscein esso e per mezzo di esso,indipendentemente dallasantità personale del ministro.Tuttavia i frutti dei sacramentidipendono anche dalledisposizioni di colui che liriceve.

1129 La Chiesa afferma cheper i credenti i sacramentidella Nuova Alleanza sononecessari alla salvezza. La«grazia sacramentale» è lagrazia dello Spirito Santodonata da Cristo e propria diciascun sacramento. LoSpirito guarisce e trasformacoloro che li ricevonoconformandoli al Figlio diDio. Il frutto della vitasacramentale è che lo Spiritodi adozione deifica i fedeliunendoli vitalmente al Figliounico, il Salvatore.

I SACRAMENTI DELLA VITAETERNA1130 La Chiesa celebra ilmistero del suo Signore«finché egli venga» (1 Cor11,26) e «Dio sia tutto intutti» (1 Cor 15,28). Dall’etàapostolica la liturgia è attirataverso il suo fine dal gemitodello Spirito nella Chiesa: «Maranatha! » (1 Cor 16,22).La liturgia condivide così ildesiderio di Gesù: «Hodesiderato ardentemente dimangiare questa Pasqua convoi, [...] finché essa non sicompia nel regno di Dio » (Lc22,15-16). Nei sacramenti diCristo la Chiesa già riceve lacaparra della sua eredità, giàpartecipa alla vita eterna, pur«nell’attesa della beatasperanza e dellamanifestazione della gloriadel nostro grande Dio eSalvatore Gesù Cristo» (Tt2,13). «Lo Spirito e la Sposadicono: “Vieni!” [...]. Vieni,Signore Gesù! » (Ap22,17.20). San Tommasoriassume così le diversedimensioni del segnosacramentale: «Il sacramento èsegno commemorativo delpassato, ossia della passionedel Signore; è segnodimostrativo del fruttoprodotto in noi dalla suapassione, cioè della grazia; èsegno profetico, chepreannunzia la gloria futura ».

I sacramenti dellaChiesa Cattolica

DAL CATECHISMO....... ..

In questi mesi di primavera dove siintensificano le celebrazioni di primeComunioni, Cresime, Matrimoni e Battesimi,approfondiamo la conoscenza dei Sacramenti

I tre sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Ordine,conferiscono, oltre la grazia, un caratteresacramentale o «sigillo» in forza del quale il cristianopartecipa al sacerdoziodi Cristo e fa partedella Chiesa secondostati e funzioni diverse C

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uest’anno lacelebrazione incattedrale della festivitàdella Patrona Santa

Giulia ha avuto unapartecipazione dei fedelimaggiore del solito, la cattedraleera gremita all’inverosimile e laprocessione del popolo di Diocon le reliquie della Santa per levie del centro, accompagnatadalla Banda Musicale dellaBrigata Paracadutisti “Folgore” epreceduta dal gruppofolkloristico medievale della“Livornina”si è fatta davverolunghissima.La celebrazione è stata presiedutadal Vescovo monsignor Giustiinsieme all’Abate vallombrosanodi Montenero mons. Casetta econ il Vicario generale generaledon Costa. In apertura del ritomonsignor Giusti dopo averringraziato le autorità e i fedeliper la loro presenza ha chiesto aSanta Giulia “aiuto, grazia esostegno” perché aiuti la nostracittà che, da sempre, è legata a lei.

La storia eroica di santaGiulia si tramanda dagenerazione in generazione,da padre in figlio, ma queitempi eroici per lacristianità continuanoancora, infatti -hacontinuato il Vescovo-anche oggi “stiamo vivendocasi simili altrettantodrammatici” ed ha ricordatoil caso di Meriam la mammaincarcerata in Sudan perchècristiana che non vuoleconvertirsi all’Islam, mentrerimane sempre drammaticala carcerazione di Asia Bibi;situazioni che “ci sono diesempio e di sprone per noicristiani occidentali chesiamo un po’ pusillanimi”,mentre Papa Francesco conla sua parola “ci sprona allaradicalità del Vangelo”.Nell’omelia il Vescovo haricordato come i livornesi,

oggi come in passato, ricevonograzie e miracoli da Santa Giulia,essa ci insegna a non aver pauraperché “la caratteristica delcristiano è la gioia”, come ricordacontinuamente il Pontefice, “lagioia è frutto della grazia di Dio”.Infatti come dice San Paolo“tutto posso in colui che mi da laforza”. La forza dovutaall’abbandonarsi a Dio è oggitestimoniata dai martiri, ilmartire rischia la morte pur dinon tradire l’amore per Dio, ilmartire -ha aggiunto il Presule-“è una persona che ama tanto,ama come lo può fare unamamma verso il proprio figlio”.Anche in certi paesi europei èdiventato rischioso esserecristiani e “certe avvisaglie nonmancano anche in Italia” - hacontinuato il Vescovo Simone - Il

compito dei cristiani è quello diessere dei testimoni. Ma comeesserlo? Facendoci prossimi aglialtri. Le situazioni di povertà nelnostro territorio sono sempre piùnumerose, il farsi prossimo èsempre oneroso perchédobbiamo metterci nella parte dichi ha bisogno. Lo dobbiamofare tutti, sacerdoti e fedeli. PapaFrancesco ci invita a vivereintegralmente la nostratestimonianza di sacerdoti, ciinvita ad essere sempre alservizio del gregge, “a sentire e adavere sul nostro corpo l’odore delgregge”. I fedeli non solo devonocomportarsi come il buonsamaritano ma devono entrarenella stessa dimensionedell’uomo malmenato e

derubato che giaceva in mezzoalla strada. Dobbiamoimmedesimarci in chi è stesoper terra e chiede aiuto. Citroviamo di fronte -ha ribaditoil Vescovo- “a povertà marcate edrammatiche”. La caritas ascoltamigliaia di persone, tante

famiglie hanno bisogno dirisposta, e subito!”. Nondobbiamo dire: tocca ad altri, ma“tocca a me”. Stiamo pensando -ha precisato il Vescovo- ad “unacittadella della carità” perché lestrutture che abbiamo nonbastano più. Allora “occorre faredi più”, fortunatamente hotrovato il sostegno delleistituzioni e di persone che sonodisposte a darmi una mano. IlSignore che è venuto a liberarcidalla morte ci invita a farciprossimo. Monsignor Giusti hapoi ricordato che i diversicandidati a sindaco che hannovisitato la Caritas sono rimastisconvolti perché “hanno vedutodavanti a sé delle realtàbrucianti”. Tutti perciò si devono

rendere conto di queste urgenze,e “bisogna anche farla finita conla burocrazia, perché è unimpedimento al lavoro, è unimpedimento alla crescita e allosviluppo”. Di fronte ai dannicausati dalla burocrazia, ilVescovo ha più volte detto “masiamo matti!”. Monsignor Giustiha terminato l’omelia dicendoche bisogna avere “il coraggio difare le riforme”, la gente habisogno di casa e di lavoro,perciò bisogna “scardinare lostatus quo”, bisogna far venireimprenditori per creare nuoviposti di lavoro creando lecondizioni necessarie, edobbiamo avere “la capacità disentire con il cuore di Dio lasofferenza dei più poveri”.Dobbiamo perciò fare di più edessere più presenti come cristiani.Monsignor Giusti ha conclusorecitando una preghiera a SantaGiulia “perché ci liberi dallaschiavitù del potere” e “ci aiuti eci sorregga a vivere da cristiani”.

Gianni Giovangiacomo

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 giugno 2014IV

Giulia martirenostra patronahai vissuto un amoregrande e fedeleper il tuo SignoreVogliamo spendere le nostre energie più bellenella dedizione di noi stessia coloro che amiamo per amore di Gesù

Hai consegnato la tua vitae il tuo giovane corpoal legno della croceper amore di Cristo

Hai sopportato con coraggiola violenza ingiusta e crudeledei persecutorisenza rispondere con altra violenza.

Invochiamo il dono dello Spiritoche ci renda liberi dalla schiavitù del poteree dal fascino della forzacausa di morte e fonte di vendettae ci insegni il perdonocome unico fermento di vera paceAmen

accoglienza alle reliquiedella Santa Patrona

Giulia è avvenuta sul sagratodella chiesa di San Jacopoproprio di fronte al mare, ilcastello dorato che contieneuna parte dei resti dellagiovane martire cartaginese èarrivato scortata dai mezzidi soccorso, accolo dallaBanda della Brigata Folgore,dal Sindaco Cosimi e dalVescovo Giusti.

Il Sindaco, emozionato perla sua ultima festa di SantaGiulia da primo cittadino,ha ringraziato la patrona peraverlo sostenuto durantequesti dieci anni, e con lei,ha ringraziato la comunitàcattolica per la vicinanza e lapresenza concreta e costantenella vita della città.Il Vescovo Simone ha salutato i presenti eaccolto le reliquie chiedendo l’intercessionedella Santa per la città di Livorno, dove tante

famiglie vivono il drammadella disoccupazione edella povertà.Poi la preghiera del Paliomarinaro, letta dalpresidente del ComitatoVittorio Pasqui e labenedizione del nuovocencio del Palio (nellafoto), disegnato dall’artistaPaolo Grigò, autore dellaMadonna dei Popoli alporto, che i gozzi dellacittà si contenderannonella prima Domenica di

Luglio. Un momento liturgico all’internodella chiesa ed infine la conclusione dellaserata con la magia dei fuochi d’artificio.

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L’accoglienza a San Jacopo IN NOTTURNA

festa di Santa GiuliaSPECIALE.........

Nell’omelia del Vescovo:la gioia dell’esserecristiani e il coraggio dicambiare lo status quoper aiutare i più poveri

Santa Giulia liberacidal nostro egoismo

LAPREGHIERAA SANTAGIULIA

Il saluto del Sindaco:Grazie alla patrona

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abato 24 maggio iragazzi dei gruppidi catechesi delleparrocchie e i

bambini delle scuoleparitarie di Livorno sisono incontrati con lefamiglie, i catechisti,gli animatori e gliinsegnanti aMontenero, perfesteggiare il mesemariano e la Giornatadell’infanziamissionaria.Radunati nel piazzale"Giovanni XXIII", adaspettarli c’era l’equipeorganizzativa, formatadai rappresentantidell’Ufficiomissionario diocesanoe dell’Ufficiocatechistico, guidati dadon Fabio Menicagli ela Sig.ra Cecchi. Ognigruppo all’arrivo haconsegnato unelaborato perpartecipare al concorso"Con Maria verso..." edha ricevuto in dono unrosario a "decina" perpotere pregare insiemee salire verso ilsantuario della

Madonna diMontenero.Ad ognigruppo erastato affidatoun continente,quindi sullapiazzasventolavanobandiere ecartelloni dicoloristupendi.All’arrivo delvescovoSimone,salutati ibambini e lefamigliepresenti, sonoiniziati i cantie i bans,preparati daiseminaristi,per creareun’atmosferaaccogliente e allegra:tutti hanno iniziato acantare e danzaresorridendo, pronti peril pellegrinaggio. Lescuole paritariepresenti hanno curatoil momento dipreghiera: i bambinihanno letto e

commentato i tremisteri del rosario,mentre la processionedi persone li seguivaverso il sagrato delsantuario. All’arrivo, i vari gruppisi sono sistematiall’ombra, essendo unameravigliosa giornatadi sole, aspettando le

indicazioni per iniziarele attività. Con glianimatori e iseminaristi, i ragazzihanno cominciato acantare pregando,perché anche il cantoalla Madonnina èpreghiera, a saltare eridere, pronti adimparare dei ballitipici del continenteche rappresentavano.Dunque, divisi invicariati-continenti,hanno avuto circaun’ora di tempo perpreparare un ballo e uncanto, coinvolgendocatechisti, insegnanti egenitori.Al momentodell’esibizione, ognivicariato ha primarappresentato la danzatipica, poi ha spiegatoil significato, infine haletto la preghiera aMaria in linguastraniera contraduzione.Con Maria verso questicontinenti:1’ vicariato: canzoneafricana2’ vicariato: canto eballo indiano3’ vicariato: danzapolacca4’ e 5’ vicariato: dueballi brasiliani6’ vicariato: danza

maori HakaAl termine dellagiornata c’è stata laconsacrazione a Maria,seguita dal lancio deipalloncini, cherappresentavanoogni continente:tutti i presentihanno recitatoinsieme unapreghiera per laMamma, strumentodell’amore di Dio. È stata una giornatastupenda, in cuitutti si sonodivertiti, cantandoe danzando...pianopiano il sagrato diMontenero ètornato libero, ognifamiglia ha fattoritorno a casa: chi apiedi, chi correndoper non perdere lafunicolare, chi haterminato con unapreghiera in chiesa edha acceso una candelaa Maria. Tutti contentidi ciò che avevanofatto. I bambinisaltavano ancoradicendo alle mamme:"ci si ritorna".Un’atmosfera di pace efratellanza: il migliormodo per lodare Mariae celebrare la giornatadell’infanzia.

Monica Calvaruso

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 giugno 2014 V

enultimo giorno dellamanifestazione Gioco-sport. Ore

8:30 ritrovo al Campo Scuola in ViaDei Pensieri. Migliaia di bambinidella prima e della secondaelementare hanno lo zainetto per lamerenda e il cappellino, le maestrestanno dando ancora qualcheindicazioni ai genitori, quando arrivail momento di cominciare la sfilata eraggiungere le proprie postazionidavanti alle tribune.I bambini colorano lo spazio delcampo e ascoltano l’Inno di Italiacon la mano sul petto. Subito dopocominciano i giochi, che a rotazionecoinvolgeranno più classi possibile.Ogni gioco, però, richiede unminimo di preparazione: si fanno lesquadre e poi si parte di corsazigzagando tra i segnali, superando

ostacoli, facendo capriole,mantenendo l’equilibrio e laconcentrazione e poi si batte ilcinque e si lascia il posto al giocatoresuccessivo. Oppure si sceglie chi stadentro il cerchio e chi fuori: alcunibambini possono fare finta di esseredelle galline e stare dentro il cerchiocreato da altri bambini che fannofinta di essere delle volpi. Le volpi,restando ferme, devono riuscire acolpire con la palla le galline chescorrazzano.Arriva anche il momento di andare al"ristorante" e di inventarsi chepietanza essere per poi correre come"patatine" per non farsi acchiapparedal "cliente affamato". I bambini sidivertono veramente tanto giocandoinsieme, fanno attività fisica,imparano anche ad aspettare il loroturno, a volte vedono che ci si puòfare un po’ male, ma non sarà certouna piccola sbucciatura sul gomito afermare i giochi. Anzi, i bambinicontinuerebbero un altro po’, masono già le 11:15 ed è arrivato ilmomento dei ringraziamenti. Nondimentichiamoci, però, di prendereappuntamento per l’anno prossimo. Qualche giorno dopo i bambinitornano a casa con l’attestato dipartecipazione che riporta lo slogan:"è il bambino che sceglie lo sport enon lo sport che sceglie il bambino".

Angela Blanco

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al Santuario di MonteneroIL PELLEGRINAGGIO DEI RAGAZZI.........

Con Maria verso il mondo

a festeggiato ventiquattro anni laCoppa Santa Giulia, la sfida acronometro tra i gozzi, che ha datol’inizio alle gare remiere di questa

stagione.Dopo la tradizionale Messa per festeggiarela patrona e la processione per le vie dellacittà, l’attenzione si è spostata sui fossi pergustarsi quel particolare sapore di tradizionee di sano sport che la città labronica ogniprimavera offre.Un po’ dimenticate, un po’ sottovalutate, legare remiere sono un piccolo gioiello daconservare e tenere ben stretto soprattuttoperché sono uniche nel loro genere.Gare che si distinguono per la durata e per ilpercorso.-la Coppa Santa Giulia: una gara adinseguimento dove gli otto armi si sfidanosu un percorso di circa 800 metri nellospecchio d’acqua degli Scali delle Cantine.(Quest’anno la Coppa S. Giulia se l’èaggiudicata il Borgo Cappuccini che ha battutoin finale l’Ovosodo. La cantina bianconera siaggiudica anche il primo posto per il minipalio eper l’equipaggio femminile)-la Risi’atori: giunta alla trentaseiesimaedizione è la gara forse più affascinante siadal punto di vista storico (si narra infatti chei Risicatori fossero schivi marinai esperti e

coraggiosi cheandavano per marein cerca di fortuna,sperando di esserechiamati a bordodelle navi vicine aLivorno per pilotarlefino al Porto oppuresperando di essereprescelti per il caricoe lo scarico dellenavi), sia perl’enorme sforzofisico che gli atletidevonosopportare,percorrendo circa7.600 metri inmare aperto, dallatorre della Meloriafino ad arrivare alponte girevoledella Darsena.-la Coppa Barontini: una gara a cronometrodi 3800 metri lungo i fossi della città-il Palio: la gara per eccellenza, uno scontrodiretto di 2000 metri che vede protagonistitutti gli otto gozzi in contemporanea nellacornice di mare di fronte alla TerrazzaMascagni.

Ancora tre dunque, gli appuntamenti inprogramma per questo inizio d’estate,ancora tre le opportunità per assaporare,vivere ed imparare forse a conoscerequalcosa di particolare che caratterizzaLivorno.

Martina BonginiLa foto è di Daniele Barghi

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La stagione remiera È INIZIATA

Inserita tra le iniziative di S. Giulia anche la giornata missionaria ragazzi

Una giornatadi gioco sport

È il bambino chesceglie lo sportNell’ambito dellemanifestazioni collateraliper la festa patronaleanche quella dei bambinial campo scuola

Gozzi: tra fatiche e tradizioni livornesi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 giugno 2014VI

La parola alla... CARITAS DIOCESANA

Un corso per ciclo...meccanici! anchetti era solito ripetere una frase, usata

in occasione di una campagna per iltesseramento di tanti anni fa, che metteva inrilievo la triplice “fedeltà”del movimentoaclista e dei suoi aderenti: fedeltà alla Chiesa,fedeltà alla democrazia, fedeltà al mondo dellavoro. Questa frase mi è rimasta impressanella memoria e anch’io, sul suo esempio, l’horipetuta più volte. La fedeltà alla ChiesaBanchetti l’ha dimostrata sempre, e a questoproposito sono state chiare le parolepronunciate da padre Maurizio durantel’omelia funebre:«quando sono arrivato inquesta parrocchia -ha detto- mi ha accoltoamichevolmente, si è messo a miadisposizione, dando un suo apporto concreto,questa chiesa è stata abbellita anche con ladonazione di un suo quadro che abbiamovoluto festeggiare con la sua presenza». DonFelice Munaro che ha celebrato il rito funebreinsieme a padre Maurizio, ha ricordato i ventianni passati con lui come assistente ecclesialedelle Acli, vent’anni trascorsi a visitare icircoli, da quelli della città, alla Val di Cornia,all’Elba.Tutto questo quando le passioniideologiche erano accese e la classe operaiaera più numerosa e più importante di adesso.Malgrado le differenze e le diversità,Banchetti, aiutato dalla fede, sapeva creareamicizie durature, perché con il suo sensodella “fraternità”e del dialogo superava ognidiffidenza, e per questo riusciva ad ottenere lastima anche degli avversari. Cosa dire dellasua adesione alla democrazia? Mi raccontavache da bambino abitava in un paese delleMarche situato non molto lontano dallafamosa “Linea Gotica”dove tedeschi e anglo-americani si combattevano, molte notti lepassava insonne a causa del deflagrare dellebombe, del rumore dei colpi di cannone e delcrepitare delle mitragliatrici, e per questo nonpoteva che essere un uomo di pace, amantedella libertà e della democrazia. Quando PapaRoncalli proclamò la “Pacem in terris”, ne fuun acceso propagandista all’interno delle Acli.L’amore per la libertà e la democrazia lo

aveva sorretto anche in questi ultimi tempispingendolo ad aderire al comitato per ladifesa della Carta Costituzionale e all’ANPPIA,l’Associazione dei perseguitati politiciantifascisti. La fedeltà al mondo del lavoro erain lui connaturata, fu presente quando “illavoratore della Solvay”, Karol Wojtila, vennea Livorno, e quando lo incontrò, a nome delleAcli, in Vescovado, gli consegnò un calice, e ilPapa gli disse: «questo è per le missioni». Daquel momento le Acli livornesi organizzarono

un convegnoannuale sulleproblematiche dellavoro, convegno chesi proponeva diricordare la visita delPapa a Livorno e chevidero sempre la

presenza del vescovo Ablondi.Anacleto Banchetti, per i famigliari e per gliamici più cari era Giustino, e mi piace quiricordare che il martire San Giustino è statol’autore delle “Due Apologie”, un testoimportante del cristianesimo delle origini, incui scriveva: “...viviamo in comunità epreghiamo per i nemici e ci sforziamo dipersuadere quanti ingiustamente ci odianoaffinché, vivendo secondo i buonicomandamenti di Cristo, abbiano la bellasperanza di ottenere, insieme con noi, lastessa ricompensa da parte di Dio, signore ditutte le cose”. Giustino ha ora la suaricompensa in cielo, ed io purtroppo ho persoun amico che mi ha dato tanto e che mi èstato vicino in tanti momenti della mia vita,anche nei più dolorosi; con me lo piangono inmolti. Ma soprattutto i suoi cari figli, Fabiola,Alessandro e Cecilia, orgogliosi di aver avutoun padre che ha dato alla nostra città, allacomunità ecclesiale e a quella politica ilmeglio di se stesso.

Gianni Giovangiacomo

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INCONTRO DI FORMAZIONE DEI DIACONI PERMANENTI CON DON AGOSTINO

L’impegno a favore dei Rom:esperienza di cammino di comunione

impegno a favore dei Rom:esperienza di cammino in

comunione con il fratello che la societàopulenta emargina”. Questo è il temadell’Incontro di Formazione dei DiaconiPermanenti svolto da Don Agostino RotarMartir, presbitero di provenienzasaveriana, che da 18 anni condivide lavita di chi la società considera inutile oscarto, prima vivendo fra gli immigraticlandestini a Mazara De Vallo, poi fra inomadi in vari campi in Toscana ed inquesti ultimi anni nel “villaggio Rom” inColtano. Nello spirito del Concilio Vaticano II, laChiesa riconosce che anche la vita deiRom è sacra e benedetta da Dio ed èquindi possibile leggere il Vangelo inquesta realtà e scoprire germi della Paroladi Dio nonostante le contraddizioniesistenti. È con questo intento, seguendoil carisma di Charles De Foucauld, chedon Agostino ha considerato questinomadi l’”Ad Gentes” verso cui rivolgerel’attenzione alla stessa stregua degliIndios per l’America latina o i Fuori Castaper il Bangladesh. Sono circa 130 i nomadi che vivono aColtano, in parte Sinti, che già da tempoin Italia provenienti dai Balcani, sonocittadini italiani (circa 80000) e in parteRom che provengono prevalentementedalla ex Jugoslavia e dalla Romania (circa70000). I Rom, con radice diverse, hannoorigine in tempi remoti in India di cuimantengono ancora radici linguistiche, ilSanscrito, ed hanno la prerogativa dimantenere il nomadismo, senza identità

nazionale. Secoli di persecuzione, periodidi schiavitù, hanno segnato l’animo deiRom fino a considerarsi vittime inutiliche non portano valori da tramandare;basti ricordare la leggenda che indica inuno zingaro il costruttore dei chiodi chehanno crocifisso Gesù. Da qui ilpregiudizio e la diffidenza verso questagente che non si amalgama alla civiltà incui vive, come l’olio nell’acqua.L’impegno di don Agostino, che vive 24ore su 24 in roulotte nel villaggio, èquello di svestirsi del ruolo di prete econdividere tutto con i Romcomportandosi come uno di loro,cercando la valorizzazione di quanto digenuino e positivo porta questa gente: - Il ruolo fondamentale della famiglia sucui si basa esclusivamentel’organizzazione sociale dei Rom.- La relazione fra le singole persone che èla legge essenziale che regola tutta la vitadel campo, compresi i contrasti e dissidi.- La ricchezza spirituale derivante dallaloro prevalente religione. Sonomussulmani “Dervisci” di estrazione“Sufi” che risente dell’ascetismo espiritualità indiana che interpreta ilCorano e prega in confraternite. Capire i germi del Vangelo nella vitaordinaria dei Rom, significa per donAgostino, vivere la semplice vita, assistereper esempio ad un funerale e parteciparealla “catechesi” che in quell’occasione gliuomini fanno ricordando la vita e la fededel defunto e parlare di Dio, della Bibbia,del Corano; oppure bere un “caffè”insieme, che per loro è segno di vera

amicizia e relazione autentica. DonAgostino è uno di loro, non è consideratocome “controllore” e omologatore allanostra mentalità come spesso leAssociazioni o assistenti sociali sono.Egli partecipa alla vita faticosa e a voltelitigiosa del campo, è legato in particolaread alcune famiglie dai cui figli èconsiderato babbo. “Non puoi esserebuono con tutti” - ripeteva una suora concui don Agostino condivideval’esperienza con i Rom – cerca di volerbene a una o due famiglie, così potrai poicapire e avere buone relazioni anche conle altre”.Ci sarà un futuro migliore per questi Romquando saranno in grado di affrontare lanostra civiltà senza diffidenza e da partenostra avere la consapevolezza diaccogliere in modo diverso questo loromondo senza la pretesa di arrivare con lemani piene ma saper accogliere le lororicchezze come perle. Occorre fiducia perrealizzare un cammino comune che portiquesti Rom a fare essi stessi scelte positivee consapevoli per la loro vita e il lorofuturo.Dobbiamo, ci dice con passione donAgostino, far sentire a questa gente cheDio è qui “non si mette i guanti di lattice”come fanno i poliziotti, è semprepresente. C’è un una grazia, un “kairòs”, ecome ci ricorda Papa Francesco, per uncristiano “c’è un’opzione che non puòmai mancare: quella per gli ultimi, perquelli che la società scarta e getta via”come i Rom.

diacono Roberto Bargelli

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Ancora un ricordo di Anacleto Banchetti

UN ACLISTA,UN AMICO

l ciclismo rappresenta unagrande passione per moltisportivi, sul territorio siregistrano decine di

associazioni dilettantistiche edi professionisti checoinvolgono anche i piùgiovani in attività agonistichedi vario livello. Ma pochi sonocoloro che saprebbero riparareil proprio mezzo: un mestiere,questo, "in via d’estinzione",come molti, in cui siincontrano amore per lo sporte tradizione artigianale. NellaScuola dei Mestieri dellastruttura "Sorgenti della Carità"gli operatori Caritas hanno cosìpensato alla creazione di uncorso per manutentori eriparatori di biciclette, rivolto achi deve inserirsi nel mondodel lavoro o a coloro chesemplicemente dimostranointeresse verso questa attività,affidandone la guida aFernando Messeri, un passatoda corridore e una più chequarantennale esperienza daartigiano, sia come capo-cantiere delle Cementerie Sacci,sia come apprezzato meccanicodi biciclette sportive in tuttaItalia. Fernando si avvicina alla

ICaritas grazie ad un vicino chegli parla dei progetti dellaScuola. «Non è certo facile apprenderein poche lezioni i principi dellameccanica - spiega Fernando - ènecessario anzituttoconoscere gli attrezzidel mestiere e saperecome e dove metterele mani, in tuttasicurezza, riuscendoa lavorare sullabicicletta in modo completo,sia sul telaio, che sul cambio,sulle ruote, sulle guarnizioni esu molto altro. Ma ho trovatouna "classe" di ragazzi attenti evolenterosi e, proprio perquesto, abbiamo inprogramma di aggiungere, sepossibile, almeno un altro paiodi lezioni». Il corso, infatti,prevede otto incontri di tre ore

ciascuno, che si svolgono ognivenerdì dalle 9 alle 12, con unprogramma pensato per fornireallo studente gli strumenti e leconoscenze minime perriparare una o più biciclette in

disuso di proprietàdi privati o diservizi pubbliciquali la Poliziamunicipale. Pereffettuare le lezionipratiche è stata

anche creata una piccolaofficina adiacente la strutturadi via Donnini.«Non è facile avvicinarsi allavoro manuale - spiega MarcoFiglié, operatore della Caritasdiocesana e aiutante diFernando - oggi non sonomolte le persone disposte adapprendere un mestiere diquesto tipo. Muovere le mani

non piace. L’artigianatorichiede pazienza, costanza epassione». Inoltre, in unmondo che «corre» e in unmercato del lavoro in cui sicerca soltanto flessibilità, siperdono pratica ed esperienzadi attività che invecerichiederebbero anni diapplicazione.«L’importante è non fermarsi -continua Fernando - se sirimane "senza far niente" èdifficile riprendere ad essereattivi, e fondamentale è ancheinvogliare i giovani o chi haperso l’occupazione a crederenel proprio lavoro: proprio perquesto la Scuola dei Mestierirappresenta una grandesperanza per tutti coloro chevogliono cambiare la propriasituazione».

Fabio Figara

Alle “Sorgenti diCarità”sono iniziate lelezioni per imparare ariparare biciclette, con

approfondimentiteorici su metodi

e materiali, seguiti da interventi pratici

individuali e in gruppo

Nella fotografiaFernando Messeri e Marco Figlié

Innamoratodellademocraziae della libertà

L’importanteè non fermarsimai

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI1 giugno 2014 VII

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■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di padre Luca Giustarini osbv

La guerra e il colera,flagelli dei livornesiLa decima e undicesima benedizione della cittàcon l’icona della Vergine di Montenero11 MAGGIO 1849"Il Maggio del 1849 fu unmese di infausta memoriaper la Toscana eparticolarmente perLivorno, poiché perpunirla di colpe, che inmassima parte noncommise, vennecondannata ad unainvasione ed occupazioneaustriaca, la quale durò seianni e finì col rendereimpopolare e odioso ilgoverno del Granduca".Nella città regnava ilmassimo disordine; chiaspettava come unabenedizione quelletruppe, dalle quali siriprometteva latranquillità, l’ordine e lapace, chi le detestava innome del santo amore dipatria, di cui vedevaconculcati i diritti.A ventimila soldatiaustriaci, protetti dacinquanta cannonipuntati contro la città,Livorno non opponevache le mura della cintadaziaria e duemila insortipronti a difenderla coneroico valore.Amministratore dellaDiocesi era il santoVescovo Mons. GirolamoGavi, il quale, nellaimpossibilità in cui sitrovava di allontanare dalsuo popolo gli orrori diun’invasione nemica,pensò di metterlo sotto laprotezione dellaMadonna, e il giorno 9Maggio 1849 scrisseall’Abate Don SilvanoGori, Superiore delSantuario, facendo"conoscere il desiderioche il giorno 10 (epoca incui le truppe austriachedovevano dare l’assalto aLivorno) fosse benedettala città colla SacraImmagine di Nostrasignora ed Avvocata".Detta Lettera, non si sa perquale causa, fu recapitatala mattina del giorno 11.Da principio i Monacirimasero indecisi sul dafarsi, essendo già passatodi un giorno il tempofissato dal Vescovo, mapoi "udendo che inLivorno continuavatuttora il fuoco dellamoschetteria", al mezzogiorno vennero nelladeterminazione di fare larichiesta funzione nellasera stessa, verso le ore sei.Ne fu dato l’avviso, cheben presto si propagò nonsolo a Montenero, mapure nei limitrofi paesi, dimodo, che all’orastabilita, la benedizione fudata alla presenza dimoltissima gente, venutada ogni parte dei dintorni.Le Memorie delMonastero soggiungono:"La Sacra Immagine futenuta esposta sopral’altare anche nel giorno12 e 13, e nella sera diquest’ultimo, essendogiorno di Domenica, adora avanzata fu di nuovocollocata nel Tabernacolo.In detti giorni funumeroso concorso chevenne a venerare la SacraImmagine dal di cuipatrocinio ogni buoncristiano ripeteva asalvezza della Patria ".Un altro cronista, purecontemporaneo, scrive:"In tale descritta guisa si èdissipata questa tremendaburrasca militare... mercésoprattutto l’onnipotente

grazioso patrocinio dellaceleste nostra Protettrice,Maria Santissima ".Tra gli ex voto, latestimonianza di questadataAvendo tolti gli ex-voto investi, per conservarli sottovetro in un armadio, sonovenute alla luce iscrizioniche si riferiscono alle duepalle di ferro. Unaiscrizione è su cartaincollata sopra unatavoletta di legno e dice: P.G. R. da M. SS. diMontenero le FamiglieCecchi e Belli il dì 11Maggio 1849. L’altraiscrizione, racchiusa inuna cornice, è delseguente tenore: AllaVergine Madre del Verbodi Dio - Protettrice diLivorno - questa pallaaustriaca che il dì 11Maggio 1849 - traforavauna intera abitazione -senza ferire persona - la

famiglia di AntonioLunghi salvata da taleflagello - offre e consacra -in contrassegno di eternamemoria diringraziamento solenne -di amore sincero. Dallascoperta di queste dueiscrizioni è manifesto chele due palle,contrariamente a quelloche si diceva pertradizione, non furonoportate dai cristianiliberati dai turchi nel1616, ma furono donateda tre famiglie livornesi,scampatemiracolosamente allamorte nell’assalto delletruppe austriache dell’ 11Maggio 1849. Latradizione poi potéformarsi, perchérealmente i cristiani,liberati dalla prigionia deiturchi portarono aMontenero i ferri dellaloro schiavitù, come

attesta il Vivoli. E’ adeplorare che questecatene e palle di ferrosiano andate smarrite atanti altri preziosi ricordi.

15 AGOSTO 1854Sei anni dopo l’invasionedelle truppe austriache,Livorno fu funestatadall’ingresso di un nemicoancora più terribile, dalcolera che vi portarono,l’I1 Luglio 1854, duebastimenti napoletaniprovenienti da Marsiglia.Ai primi casi lo spaventodivenne generale: iforestieri e i facoltosifuggirono e in quindicigiorni ben quarantamilapersone avevanoabbandonato Livorno, cheben presto, cessato ogni

commercio, si trovò nellapiù squallida miseria.Rapida fu la diffusione delmale che si propagò anchenelle campagne e siebbero persino cinquantacasi al giorno con moltimorti "motivo per cui daMons. Vescovo e dalMunicipio fu pregatol’Abate di Montenero dibenedire la città diLivorno colla SacraImmagine di MariaSantissima nella mattinadel giorno 15 Agosto,ricorrendo la solennitàdell’Assunzione, il che fueseguito alle ore 8antimeridiane allapresenza dinumerosissimo popolo:tale funzione riuscì moltocommovente ".In quell’occasione erapure stato ordinato untriduo che, cominciato il14, terminò il 16, giornoin cui la Santa Immagine,dopo di essere statabaciata da popoloinnumerevole vennericollocata al proprioposto.Rapida come l’aumentofu, dopo la benedizionedella Madonna, ladecrescenza del male, cheai primi di Settembre sipoteva dire vinto, tantoera diminuito.

STORIA DELLA BANDIERA AL SANTUARIO

La Madonna di Montenero e i moti del 1948uando cominciò la prima guerra dellaindipendenza italiana il popolo

accompagnava i volontari che, partendo,salivano a Montenero per mettersi sotto laprotezione della Madonna e, tornando, vi sirecavano di nuovo per offrire la bandierasotto la quale avevano combattuto da eroi.Ne fa fede la seguente lettera.Ill.mo e Rev.mo Padre Abate,La Civica di Livorno unita ai volontaritornati dall’Armata, volenterosi di offrire aMaria Santissima, che si venera in cotestoSantuario, la Bandiera, che purariportarono alle loro Case, sono determinatidi portarsi domani, verso le 7, al dettoSantuario per ivi depositare la suddettaBandiera. Sperano che quest’atto dipietosa devozione, sarà gradito alle SS. LL.M. RR. e frattanto il sottoscritto, si pregia diripetersi.Delle SS. LL. M. RR.Livorno, Dal Comando Militare il 7 Settembre 1848 Per il Comandante Dev.mo e Obb.moservitoreCESARE V.

La consegna della Bandiera, infatti,avvenne con tutta solennità il giorno 8Settembre 1848. La Legione dei volontari,comandata dal Maggiore Ghelardi, e conalla testa il suo Cappellano a cavallo e conla Guardia Civica, giunse a Monteneroverso le cinque dei pomeriggio, ed entròsubito nel Santuario.Nell’atto in cui i volontari consegnavano labandiera all’altare della Madonna, ilCappellano pronunziò un discorso cosìcommovente che fece piangere tutto ilpopolo che numeroso si trovava in chiesa,poiché quel giorno ricorreva la più grandefestività della Madonna di Montenero.Vicino alla Bandiera vollero che vi fosseuna scritta che a tutti i visitatori neridicesse la storia. Gli Austriaci, entrati inLivorno 1’11 Maggio 1849 ordinarono alSuperiore del Santuario, in data del 19Maggio, di portare immediatamente alComando Militare Austriaco di Livorno unquadro, rappresentante la distruzione chealcuni popolani livornesi avevano fatto,nell’Ottobre del 1848, della vettura del

Q Cav. Leonetto Cipriani, Colonnello eCommissario straordinario del Governo inLivorno. Il quadro fu tolto dalle tavolettevotive e consegnato secondo gli ordini, enon si è più saputo dove sia andato afinire.Nello stesso tempo gli Austriaci laceraronol’iscrizione che i Volontari avevano messovicino alla loro Bandiera. Ai primi del 1855terminò l’occupazione Austriaca a Livorno,e il 27 Aprile 1859 Leopoldo II fuggiva daFirenze, spinto a questa fuga da unarivoluzione pacifica che faceva cessare ilgoverno lorenese in Toscana, la qualeinalberava così la bandiera nazionale.Livorno che aveva preparato questarivoluzione col giornale "Il Romito", checominciò a pubblicarsi dal 1 Gennaio1859, in quell’occasione, ricordò i Volontaridi Montanara, e rimise al suo postol’iscrizione colla quale questi avevanoaccompagnato il dono della loro Bandieraal Santuario.

UNA GRANDE OFFESA FATTA DAL-LA SOCIETA’DI MUTUO SOCCORSOUn’offesa ancor più grande diquella Austriaca era riservata aquella gloriosa Bandiera. La So-cietà di Mutuo Soccorso tra i Vete-rani del 1848, mossa dallo spiritomassonico, che era riuscito a in-quinare anche i nobili movimenti,le sante agitazioni del nostro riscat-to nazionale, nel Novembre del1871 deliberava di togliere dal San-tuario quell’onorato Vessillo e tra-sportarlo nella sede sociale a Livor-no, con dolore e scandalo dei vericredenti, cui parve cosa sacrilegatoglier dal sacro tempio un donogià solennemente offerto a pubbli-ca testimonianza di amore e grati-tudine. La presa deliberazione ve-niva comunicata con lettera, porta-ta a mano dagli incaricati di ritirarela Bandiera:Stimatissimo Sig. Curato, Il latoredella presente è incaricato con altridella stessa Società di Reduci dellaCampagna 1848 a ritirare da cote-sto Santuario la Bandiera di quel-

l’epoca: Ella si compiaccia darne ilpermesso e per parte mia Le faran-no sentire i loro più vivi ringrazia-menti. La riverisco intanto insiemecol P. Abate e Le mi dichiaro contutta la stima e rispettoD. V. S. Molto Rev.da Dev.mo Ser-vo: Amico PIETRO VOLPINILivorno 14 Novembre 1871

Lettera accompagnata dal seguentedocumento:SOCIETÀ DI MUTUO SOCCOR-SO VETERANI 1848Il Seggio Direttivo della Società diMutuo Soccorso dei Veterani del1848, nell ’adunanza del 14 No-vembre 1871, e dietro il rapportodella Commissione incaricata difare le opportune pratiche per riti-rare la Bandiera chefu depositatadai Volontari del 1848 al ritornodalla Campagna di Lombardia nelSantuario di Montenero, ad unani-mità deliberava doversi immedia-tamente andarsi a prendere la sud-detta Bandiera e trasferirla nella Sa-la Sociale, e delegava una commis-sione composta dei Signori: VecchiCesare - Vignoli Cav. Giuseppe -Bernardini Virgilio - Bardigli Giu-seppe - Lomi Giuseppe - CiprianiTommaso - Radighieri Magg. Gio-vanni - Nardi Capitano Giuliano -Toccafondi Cap. Salvino incaricatadi recarsi al Santuario di Montene-ro, ritirarne la Bandiera suddetta etrasferirla nella Sala Sociale.Livorno dalla Sede Sociale15 Novembre 1871

Le firme conseguirono l’effetto de-siderato e la Bandiera rimase nellaSede della Società, in attesa di esse-re riportata al Santuario con quellasolennità colla quale vi fu accom-pagnata dal Battaglione dei ReduciP8 Settembre del 1848. Solo cosìavrebbe potuto essere riparato, condignità, l’atto sacrilego, commessoverso quella Bandiera, nel Novem-bre del 1871.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI1 giugno 2014VIII