La Settimana n. 37 del 21 ottobre 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 21 ottobre 2012 50 anni fa UN EVENTO STORICO ono la luce di un cero. O meglio, sono qualcosa di più: sono la fiamma di una fiaccola, sono un simbolo, un segno della fede in Dio che anima milioni di persone nel mondo. Sono stata accesa una prima volta 50 anni fa, l’11 ottobre 1962, a Roma. Era una tiepida serata di inizio autunno, io ero tenuta in mano da una bambina tutta occhioni e guance morbidose, aggrappata con l’altra mano al suo babbo. Intorno a noi migliaia di altre fiaccole in processione, da Castel S.Angelo su su fino a S.Pietro, un fiume tremolante di luce che sotto la luna si è raccolto proprio sotto la finestra del papa. Era la sera della prima giornata del Concilio, e tutti speravano in una parola del papa. E papa Giovanni, in modo del tutto improvvisato, si affacciò e parlò: Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera . . . osservatela in alto, a guardare questo spettacolo . . . Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà... Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza... La bambina che mi teneva in mano guardava ora il Papa, ora il suo babbo, e non si accorgeva nemmeno che pian piano mi stavo consumando e colavo cera sulla sua manina... Sono passati 50 anni e questa sera, 11 ottobre 2012, mi hanno acceso di nuovo. Il luogo è diverso, certo: mi trovo a Livorno, in piazza della Repubblica, non fa freddo anche se sento un po’ di umido addosso. Rispetto a 50 anni fa ho anche un piccolo paravento bianco intorno a me, per ripararmi dal vento che ogni tanto cerca di spengermi. Mi tiene in mano una donna adulta, non so se è la bambina di allora, di certo le somiglia molto. Si è fatta grande e con l’altra mano si tiene legata al marito. Intorno c’è un po’ meno gente, meno fiaccole accese, ma la fede in Dio è la stessa, i volti illuminati dal basso sono gli stessi, il canto che intonano è lo stesso. Dopo una piccola preghiera iniziale ci incamminiamo in processione verso il Duomo, il tragitto è breve, il gruppo di persone è un piccolo rivolo su un lato della strada, canta in mezzo a portici bui e semideserti, la mano della donna adulta a volte si distrae e rischio di incendiare il mio paravento. Il portone del Duomo è socchiuso e dentro, nel buio della chiesa, intravedo solo il crocifisso illuminato. Il piccolo gruppo di persone S indugia sul sagrato, poi il portone si apre pian piano e finalmente entriamo. Le fiaccole si dirigono tutte verso il Cristo illuminato, come attratte da Lui, poi si sparpagliano di qua e di là nelle panche: è bello non vedere le persone, ma solo queste fiammelle che riempiono tutta la chiesa! Ed ecco, improvvisa dagli altoparlanti, la voce di papa Giovanni che ripete il discorso di 50 fa. Da qua sotto vedo il viso della donna adulta che si increspa, si commuove, la sua mano mi stringe più forte mentre io lentamente mi consumo di nuovo, ma anche ora la mia cera calda sulla sua mano non sembra farle tanto effetto... Poi le luci del Duomo si accendono: io non servo più e la donna mi spenge con un soffio dolce. Vengo raccolta con le altre fiaccole in un bel cestino, ma anche così sdraiata partecipo alla veglia dedicata alla “Chiesa bella del Concilio”. All’altare ora è apparso il vescovo Simone che saluta i presenti e dà inizio alla serata. Questa sera – dice - è l’anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II e l’inizio dell’anno delle Fede, e noi vogliamo celebrarli entrambi con questa veglia di preghiera organizzata dalle nostre aggregazioni laicali. Mi metto con tutti in ascolto della parola di Dio e della parola del Concilio, proclamata dai rappresentanti di Azione Cattolica, Agesci, Apostolato della preghiera, Comunione e Liberazione, Comunità di S.Egidio, Cooperatori Paolini, Movimento dei Focolari, Movimento per la vita, Misericordie. Colgo qualche frase: Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito santo, desidera ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura, illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa... Il sacro Concilio con viva premura si rivolge ai fedeli laici, dei quali ha già ricordato il ruolo proprio e assolutamente necessario che essi svolgono nella missione della Chiesa... I nostri tempi non richiedono un minor zelo da parte dei laici, anzi le circostanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso... Il mondo che il Concilio ha presente è quello degli uomini, ossia l’intera famiglia umana nel contesto di quelle realtà entro le quali essa vive... Sarà decisivo nel corso di quest’Anno ripercorrere la storia della nostra fede... In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo: in Lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della Sua Incarnazione... Poi prende la parola il Vescovo: fa una piccola cronistoria del Concilio, parla di Giovanni XXIII e di Paolo VI, spiega la Chiesa bella del Concilio, che senza deviare dalle verità immutabili della Fede vuole guardare anche al presente, misurarsi con il mondo moderno, operare una lettura dei segni dei tempi per proseguire la missione affidatale da Gesù Cristo. Tutto questo si è poi tradotto nei frutti abbondanti del Concilio, come la riscoperta della Scrittura; una rinnovata visione della Chiesa e del suo legame costitutivo con Cristo, per cui essa è a servizio del disegno salvifico di Dio per tutta l’umanità che in Gesù ha avuto la manifestazione definitiva; l’introduzione della liturgia in lingua corrente; il confronto su tematiche particolari legate al momento storico quali l’economia, la politica, la cultura, la famiglia, la promozione della pace; la valorizzazione del dialogo ecumenico e del confronto con i non credenti. Canti, invocazioni, preghiere, poi la veglia finisce: le persone chiacchierano un po’ fra loro, poi escono di chiesa, anche il Vescovo se ne va, il parroco spenge le ultime luci. Io rimango qui nella cesta, spenta come le altre mie compagne, rivolta con lo sguardo verso il crocifisso rimasto illuminato. Perché io non sono solo la luce di un cero, sono qualcosa di più: sono la fiamma di una fiaccola, sono un simbolo, un segno della fede in Dio che anima milioni di persone nel mondo. E nessuno può spengermi. E quest’anno sarò pronta a riaccendermi tutte le volte che qualcuno vorrà mostrare la sua Fede. Gabriele Maremmani La Chiesa bella DEL CONCILIO La veglia di preghiera in Cattedrale per i 50 anni del Concilio e l’inizio dell’Anno della Fede, raccontata da una protagonista d’eccezione! 11 ottobre 1962 si aprì il più par- tecipato tra tutti i 21 concili ecu- menici. A ciascuna delle quattro ses- sioni del Vaticano II presero parte fi- no a 2500 vescovi. Fu chiamato primavera della Chiesa. Pietra angolare nella storia della sal- vezza lo definì Papa Giovanni Paolo II. Eppure, oggi, tanti che furono testi- moni di quell’evento fanno fatica a spiegare ai giovani (anche preti e se- minaristi) non solo quanto esso abbia inciso sulla loro vita di fede, ma la sua stessa importanza per la chiesa tutta. Credo che il significato del Concilio non stia solo nei 16 documenti che ne sono scaturiti. Il Concilio è importan- te anche perché è stato momento esemplare di Chiesa; ci ha mostrato ciò che la Chiesa è e dovrebbe essere, almeno sotto due aspetti: 1) Quel gran numero di vescovi, car- dinali, preti, teologi – e anche qualche laico, che si incontrarono e discussero in quei tre anni di lavoro, dicono di una Chiesa grande, universale, unita nelle diversità. Un plastico esempio di cattolicità dialogante, capace di ri- comprendere differenti prospettive e punti di vista. Il Concilio ci mostra una Chiesa che dialoga, in cui tutti si sentono disce- poli. Il Papa in ascolto dei vescovi, i vescovi in ascolto gli uni degli altri, i pastori in ascolto dei teologi, ministri ordinati e laici in ascolto vicendevole. Il Concilio ci insegna che la precondi- zione di un vero discernimento è la convinzione che nessuno di noi pos- siede tutte le risposte. Ogni cristiano è obbligato al dialogo rispettoso con quanti possono pensarla anche molto diversamente, consapevole che ognu- no porta un frammento di quella ve- rità che tutta intera si rivelerà nel compimento ultimo delle parole di Dio. 2) Il Concilio ci indica la strada dell’a- pertura al mondo. Ha guardato e ci di- ce di guardare al mondo con gli occhi della fede, che non sono quelli dei profeti di sventura, ma quelli di chi sa leggere i segni dei tempi. I padri con- ciliari, pur senza arrendersi al male, ri- fiutano di porsi su un piedistallo di fronte al mondo in atteggiamento di giudizio severo. Oggi, come ieri, ancora ci sono troppi profeti di sventura, troppo ripiegati a vedere dappertutto “cultura di morte”, “un mondo senza fede” , “la scompar- sa dei valori” e così via. È vero, il male è presente nel mondo, ma non possia- mo chiudere gli occhi verso i segni della grazia presenti dove gli uomini e le donne di questo mondo cercano giustizia e verità, e si interrogano sul senso ultimo della loro esistenza. Ricordare oggi quell’evento non è no- stalgia di vecchietti un po’ fissati, pri- gionieri dei loro giovanili entusiasmi. È testimoniare la volontà di vivere una Chiesa povera di potere, ma ricca della Parola di Dio; una chiesa popo- lo che valorizza la responsabilità di ciascuno; una chiesa strumento della misericordia di Dio per tutti. Roberto Pini L Oggi come ieri i segni della Grazia Quella fiammella che non si spegne IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi ra tanti problemi che si agitano oggi nella famiglia, questa missio- ne di evangelizzazione non è un problema ultimo, che suppone risolti tutti gli altri; non è neppure un problema di lusso o di raffina- tezza religiosa ceh possa essere preso in considerazione solo dai più buoni o dai santi. Le parole del Signore "dal modo con cui vi amerete conosceranno che siete miei discepoli", danno alla evangelizzazione una ampiezza tale da raggiungere e coinvolgere il matrimonio e ogni suo momen- to per farne un messaggio che traduce Dio e arricchisce l’uomo. Così diventano "messaggio" tutti i momenti della coppia, dal fidanza- mento, al matrimonio, all’educazione dei figli. F Da come vi amerete...

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

21 ottobre 2012

50 anni fa UN EVENTO STORICO

ono la luce di un cero.O meglio, sonoqualcosa di più: sonola fiamma di una

fiaccola, sono un simbolo,un segno della fede in Dioche anima milioni dipersone nel mondo. Sono stata accesa una primavolta 50 anni fa, l’11 ottobre1962, a Roma. Era unatiepida serata di inizioautunno, io ero tenuta inmano da una bambina tuttaocchioni e guancemorbidose, aggrappata conl’altra mano al suo babbo.Intorno a noi migliaia dialtre fiaccole in processione,da Castel S.Angelo su sufino a S.Pietro, un fiumetremolante di luce che sottola luna si è raccolto propriosotto la finestra del papa.Era la sera della primagiornata del Concilio, etutti speravano in unaparola del papa. E papaGiovanni, in modo del tuttoimprovvisato, si affacciò eparlò: Cari figlioli, sento levostre voci. La mia è una vocesola, ma riassume la voce delmondo intero; qui tutto ilmondo è rappresentato. Sidirebbe che persino la luna si èaffrettata stasera . . .osservatela in alto, a guardarequesto spettacolo . . . Gloria aDio, e pace agli uomini dibuona volontà... Tornando acasa, troverete i bambini. Dateuna carezza ai vostri bambinie dite: "Questa è la carezzadel Papa". Troverete qualchelacrima da asciugare, dite unaparola buona. Il Papa è connoi specialmente nelle oredella tristezza edell’amarezza... La bambinache mi teneva in manoguardava ora il Papa, ora ilsuo babbo, e non siaccorgeva nemmeno chepian piano mi stavoconsumando e colavo cerasulla sua manina... Sono passati 50 anni equesta sera, 11 ottobre2012, mi hanno acceso dinuovo. Il luogo è diverso,certo: mi trovo a Livorno, inpiazza della Repubblica,non fa freddo anche sesento un po’ di umidoaddosso. Rispetto a 50 annifa ho anche un piccoloparavento bianco intorno ame, per ripararmi dal ventoche ogni tanto cerca dispengermi. Mi tiene inmano una donna adulta,non so se è la bambina diallora, di certo le somigliamolto. Si è fatta grande econ l’altra mano si tienelegata al marito. Intorno c’èun po’ meno gente, menofiaccole accese, ma la fedein Dio è la stessa, i voltiilluminati dal basso sonogli stessi, il canto cheintonano è lo stesso. Dopo una piccola preghierainiziale ci incamminiamoin processione verso ilDuomo, il tragitto è breve,il gruppo di persone è unpiccolo rivolo su un latodella strada, canta in mezzoa portici bui e semideserti,la mano della donna adultaa volte si distrae e rischio diincendiare il mio paravento. Il portone del Duomo èsocchiuso e dentro, nelbuio della chiesa, intravedosolo il crocifisso illuminato.Il piccolo gruppo di persone

S

indugia sul sagrato, poi ilportone si apre pian piano efinalmente entriamo. Lefiaccole si dirigono tutteverso il Cristo illuminato,come attratte da Lui, poi sisparpagliano di qua e di lànelle panche: è bello nonvedere le persone, ma soloqueste fiammelle cheriempiono tutta la chiesa!Ed ecco, improvvisa daglialtoparlanti, la voce di papaGiovanni che ripete ildiscorso di 50 fa. Da quasotto vedo il viso della

donna adulta che siincrespa, si commuove, lasua mano mi stringe piùforte mentre io lentamentemi consumo di nuovo, maanche ora la mia cera caldasulla sua mano non sembrafarle tanto effetto...Poi le luci del Duomo siaccendono: io non servopiù e la donna mi spengecon un soffio dolce. Vengoraccolta con le altre fiaccolein un bel cestino, ma anchecosì sdraiata partecipo allaveglia dedicata alla “Chiesa

bella del Concilio”.All’altare ora è apparso ilvescovo Simone che saluta ipresenti e dà inizio allaserata. Questa sera – dice -è l’anniversario dell’iniziodel Concilio Vaticano II el’inizio dell’anno delleFede, e noi vogliamocelebrarli entrambi conquesta veglia di preghieraorganizzata dalle nostreaggregazioni laicali. Mimetto con tutti in ascoltodella parola di Dio e dellaparola del Concilio,

proclamata dairappresentanti di AzioneCattolica, Agesci,Apostolato della preghiera,Comunione e Liberazione,Comunità di S.Egidio,Cooperatori Paolini,Movimento dei Focolari,Movimento per la vita,Misericordie.Colgo qualche frase: Cristo èla luce delle genti: questosanto Concilio, adunato nelloSpirito santo, desideraardentemente, annunciando ilVangelo ad ogni creatura,

illuminare tutti gli uomini conla luce del Cristo che risplendesul volto della Chiesa... Ilsacro Concilio con vivapremura si rivolge ai fedelilaici, dei quali ha giàricordato il ruolo proprio eassolutamente necessario cheessi svolgono nella missionedella Chiesa... I nostri tempinon richiedono un minor zeloda parte dei laici, anzi lecircostanze odierne richiedonoassolutamente che il loroapostolato sia più intenso e piùesteso... Il mondo che ilConcilio ha presente è quellodegli uomini, ossia l’interafamiglia umana nel contestodi quelle realtà entro le qualiessa vive... Sarà decisivo nelcorso di quest’Annoripercorrere la storia dellanostra fede... In questo tempoterremo fisso lo sguardo suGesù Cristo: in Lui trovacompimento ogni travaglio edanelito del cuore umano. Lagioia dell’amore, la risposta aldramma della sofferenza e deldolore, la forza del perdonodavanti all’offesa ricevuta e lavittoria della vita dinanzi alvuoto della morte, tutto trovacompimento nel mistero dellaSua Incarnazione...Poi prende la parola ilVescovo: fa una piccolacronistoria del Concilio,parla di Giovanni XXIII e diPaolo VI, spiega la Chiesabella del Concilio, chesenza deviare dalle veritàimmutabili della Fede vuoleguardare anche al presente,misurarsi con il mondomoderno, operare unalettura dei segni dei tempiper proseguire la missioneaffidatale da Gesù Cristo.Tutto questo si è poitradotto nei fruttiabbondanti del Concilio,come la riscoperta dellaScrittura; una rinnovatavisione della Chiesa e delsuo legame costitutivo conCristo, per cui essa è aservizio del disegnosalvifico di Dio per tuttal’umanità che in Gesù haavuto la manifestazionedefinitiva; l’introduzionedella liturgia in linguacorrente; il confronto sutematiche particolari legateal momento storico qualil’economia, la politica, lacultura, la famiglia, lapromozione della pace; lavalorizzazione del dialogoecumenico e del confrontocon i non credenti. Canti, invocazioni,preghiere, poi la vegliafinisce: le personechiacchierano un po’ fraloro, poi escono di chiesa,anche il Vescovo se ne va, ilparroco spenge le ultimeluci. Io rimango qui nellacesta, spenta come le altremie compagne, rivolta conlo sguardo verso ilcrocifisso rimastoilluminato. Perché io non sono solo laluce di un cero, sonoqualcosa di più: sono lafiamma di una fiaccola,sono un simbolo, un segnodella fede in Dio che animamilioni di persone nelmondo. E nessuno puòspengermi. E quest’annosarò pronta a riaccendermitutte le volte che qualcunovorrà mostrare la sua Fede.

Gabriele Maremmani

La Chiesa bella DEL CONCILIO La veglia di preghiera in Cattedrale per i 50 anni del Concilio e l’inizio dell’Annodella Fede, raccontata da una protagonista d’eccezione!

11 ottobre 1962 si aprì il più par-tecipato tra tutti i 21 concili ecu-

menici. A ciascuna delle quattro ses-sioni del Vaticano II presero parte fi-no a 2500 vescovi. Fu chiamato primavera della Chiesa.Pietra angolare nella storia della sal-vezza lo definì Papa Giovanni PaoloII. Eppure, oggi, tanti che furono testi-moni di quell’evento fanno fatica aspiegare ai giovani (anche preti e se-minaristi) non solo quanto esso abbiainciso sulla loro vita di fede, ma la suastessa importanza per la chiesa tutta. Credo che il significato del Concilionon stia solo nei 16 documenti che nesono scaturiti. Il Concilio è importan-te anche perché è stato momentoesemplare di Chiesa; ci ha mostratociò che la Chiesa è e dovrebbe essere,almeno sotto due aspetti:1) Quel gran numero di vescovi, car-dinali, preti, teologi – e anche qualchelaico, che si incontrarono e discusseroin quei tre anni di lavoro, dicono diuna Chiesa grande, universale, unita

nelle diversità. Un plastico esempio dicattolicità dialogante, capace di ri-comprendere differenti prospettive epunti di vista.Il Concilio ci mostra una Chiesa chedialoga, in cui tutti si sentono disce-poli. Il Papa in ascolto dei vescovi, ivescovi in ascolto gli uni degli altri, ipastori in ascolto dei teologi, ministriordinati e laici in ascolto vicendevole.Il Concilio ci insegna che la precondi-zione di un vero discernimento è laconvinzione che nessuno di noi pos-siede tutte le risposte. Ogni cristiano èobbligato al dialogo rispettoso conquanti possono pensarla anche moltodiversamente, consapevole che ognu-no porta un frammento di quella ve-rità che tutta intera si rivelerà nelcompimento ultimo delle parole diDio.2) Il Concilio ci indica la strada dell’a-pertura al mondo. Ha guardato e ci di-ce di guardare al mondo con gli occhidella fede, che non sono quelli deiprofeti di sventura, ma quelli di chi sa

leggere i segni dei tempi. I padri con-ciliari, pur senza arrendersi al male, ri-fiutano di porsi su un piedistallo difronte al mondo in atteggiamento digiudizio severo. Oggi, come ieri, ancora ci sono troppiprofeti di sventura, troppo ripiegati avedere dappertutto “cultura di morte”,“un mondo senza fede” , “la scompar-sa dei valori” e così via. È vero, il maleè presente nel mondo, ma non possia-mo chiudere gli occhi verso i segnidella grazia presenti dove gli uomini ele donne di questo mondo cercanogiustizia e verità, e si interrogano sulsenso ultimo della loro esistenza.Ricordare oggi quell’evento non è no-stalgia di vecchietti un po’ fissati, pri-gionieri dei loro giovanili entusiasmi.È testimoniare la volontà di vivereuna Chiesa povera di potere, ma riccadella Parola di Dio; una chiesa popo-lo che valorizza la responsabilità diciascuno; una chiesa strumento dellamisericordia di Dio per tutti.

Roberto Pini

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Oggi come ieri i segni della Grazia

Quella fiammella che non si spegne

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

ra tanti problemi che si agitano oggi nella famiglia, questa missio-ne di evangelizzazione non è un problema ultimo, che suppone

risolti tutti gli altri; non è neppure un problema di lusso o di raffina-tezza religiosa ceh possa essere preso in considerazione solo dai piùbuoni o dai santi.Le parole del Signore "dal modo con cui vi amerete conoscerannoche siete miei discepoli", danno alla evangelizzazione una ampiezzatale da raggiungere e coinvolgere il matrimonio e ogni suo momen-to per farne un messaggio che traduce Dio e arricchisce l’uomo. Cosìdiventano "messaggio" tutti i momenti della coppia, dal fidanza-mento, al matrimonio, all’educazione dei figli.

FDa come vi amerete...

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI21 ottobre 2012II

La Scuola di Formazione Teologica Diocesana

Al via il nuovo anno della SFOPesperienza diquesti ultimianni haribadito che

una Scuola diFormazione TeologicaDiocesana è destinataprincipalmente acoloro che intendonocrescere nellaconoscenza enell’incontro con Gesùanche attraversol’approfondimentodella Fede personale enell’assunzione dellapiena consapevolezzadell’impegno ecclesiale.Una formazione alivello cosiddetto“popolare” ècertamente pensabile eva assolutamentesollecitata ma nonrientra negli obiettivi diquesta Scuola.La nuova propostascaturita dall’analisi deidati raccolti in questianni, dalle istanzeraccolte dagli studentiche l’anno frequentata,da un confronto traalcuni docenti, edanche sulla base dellacollaudata esperienzapassata, presentaun’offerta formativaarticolata in tre anni(un anno propedeuticoe due di ulterioreapprofondimento).Il curricolo pensatoconsidera e ed èorientato a soddisfare leseguenti esigenze:1. Riguardo agliobiettivi quello dioffrire un livello mediodi conoscenza deglielementi fondamentalidella Fede e nelcontempo di stimolareall’approfondimentopersonale e alla crescitadel proprio itinerariospirituale.2. Riguardo aicontenuti il fine èquello di offrire unaserie di percorsi mirati a

conoscereinnanzitutto lapreparazione, larealizzazione e leconseguenze dellaRivelazione(primo anno);Successivamente,e a partire daquesti percorsi,offrire vie diulterioreapprofondimentosu questo temache dovrebbe allafine essere ildenominatorecomune di tutto ilcurricolo scolastico.3. Riguardo aidestinatari la Scuola, dasempre, è diretta aquanti sono davverointeressati a formarsicome operatoripastorali delle singoleparrocchie e, ingenerale, a coloro chevogliono pensare eapprofondire la propriafede. Inoltre, preparaquanti, su indicazionedei parroci, voglionoprepararsi a svolgere iMinisteri di Lettore e diAccolito.Le grosse novità diquest’anno sono due.Innanzitutto è statofatto un accordo condon Roberto Filippini,preside dell’ISSR“Nicolò Stenone” diPisa, per ilriconoscimento dialcuno corsi dellaScuola. Poi lasperimentazione di unorario, 19.00-21.00 chedovrebbe favorirequanti escono tardi dalavoro e nel contempoterminare in un orariopiù comodo.

IL PRIMO ANNOIl primo anno èarticolato in quattropercorsi fortementeconnessi tra loro di 28ore l’uno (14 lezioni a

corso a cadenzasettimanale nell’ambitodi un semestre):1. Teologia Morale(Chiamati ad essereconformi al Cristo nelportare frutti di Caritàper la vita delmondo)2. Introduzione alpensiero cristiano3. Ecclesiologia4. Introduzione allaSacra ScritturaI titoli sono indicatividi quattro vie chedovrebbero orientareverso i fondamentidella conoscenza dellaScrittura, verso laricerca del senso di Dioe del Dio di GesùCristo, verso laconoscenzal’ecclesiologia e dellamorale cristiana.L’obiettivo specifico èquello di porre alprimo postodell’approfondimentoteologico tutta laRivelazione di Dio,aspetto fondamentaledella nostra fede, lacentralità di GesùCristo, centro di questaRivelazione; leconseguenze chel’accoglienza dellaRivelazione comportaper la vita del credentee, infine, laconsiderazione del

gruppo che si crea apartire da questaFede e che sicostituisce comeChiesa, popolo diDio che fonda ilsuo essere proprionella Rivelazione.

IL SECONDO ANNO EIL TERZO ANNO Il secondo anno e ilterzo anno, hannol’obiettivo diapprofondirequanto giàsedimentato nelprimo e potrebbero

essere attivati o aseguirecronologicamente. Il secondo anno saràarticolato in quattropercorsi, tre dei qualicollegati direttamente aquelli del primo anno.In particolare, dopo lariflessione sullapreparazione e sulcompimento dellaRivelazione di Dio inGesù Cristo ci sisofferma sull’identitàtrinitaria di Dio; allariflessione sulla Chiesasegue quella sullaLiturgia e alla moralefondamentale seguel’approfondimento sualcuni specifici, attuali edelicati aspetti dellavita del credente comequelli riguardanti lamorale sessuale ematrimoniale oppurequelli riguardanti i varitemi della bioetica. A completare ilprogramma sonoprevisti, in alternativa eattivabili in base alnumero degli iscritti, didue corsi monografici:uno di Sacra Scrittura euno di TeologiaDogmatica.Il terzo anno, anch’essoarticolato in quattropercorsi, stimolaall’indagine sull’aspettopastorale di alcune parti

del Diritto Canonicoche riguardanospecialmente i laici.Permette inoltre diapprofondire l’identitàdi Gesù, unico Dio evero uomo, nell’ambitodella riflessionecristologica piùprofonda e specifica edi pensare a Lui come ilriferimento esclusivo ditutta l’antropologia. La riflessione sullaChiesa si concludeponendo l’accentosull’economiasacramentale. Nel varo di talerevisione,inevitabilmenteselettiva, abbiamoconsiderato la necessitàdi offrire un percorsogenerale utile perassicurare unaformazione di baseorganica e di elevatolivello. L’urgenza dellasfida educativa, nel cuiambito si collocal’educazione alla Fede,e i problemi ad essaconnessa derivantiprevalentemente dalcontesto storico attuale,impongono distimolare quantivogliono oggiimpegnarsi a vari livellinella Chiesa localeall’acquisizione diconoscenze adeguate adire la Fede cristiana,oltre che con lacoerenza dellatestimonianzaautentica, anche converità e consapevolezza.Il dato dellaRivelazione, cosìpensatonell’approfondimentocristologico, teologicoed ecclesiale,rappresenta la viapreferenziale per ilraggiungimento di taleobiettivo.

Il Direttorediac. Franco Caccavale

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Calendario delle Lezionidella Scuola di Formazione Teologicaper l’anno 2012-2013Iº ANNO – Iº QUADRIMESTRE1. Martedì 23 ottobre ore 19: Teologia

Morale1. Giovedì 25 ottobre ore 19: Introduzio-

ne al Pensiero Cristiano2. Martedì 30 ottobre ore 19: Teologia

Morale2. Mercoledì 31 ottobre ore 19: Introdu-

zione al Pensiero Cristiano3. Martedì 6 novembre ore 19: Teologia

Morale3. Giovedì 8 novembre ore 19: Introdu-

zione al Pensiero Cristiano4. Martedì 13 novembre ore 19: Teologia

Morale4. Giovedì 15 novembre ore 19: Introdu-

zione al Pensiero Cristiano5. Martedì 20 novembre ore 19: Teologia

Morale5. Giovedì 22 novembre ore 19: Introdu-

zione al Pensiero Cristiano6. Martedì 27 novembre ore 19: Teologia

Morale6. Giovedì 29 novembre ore 19: Introdu-

zione al Pensiero Cristiano7. Martedì 4 dicembre ore 19: Teologia

Morale7. Giovedì 6 dicembre ore 19: Introduzio-

ne al Pensiero Cristiano8. Martedì 11 dicembre ore 19: Teologia

Morale8. Giovedì 13 dicembre ore 19.30: Intro-

duzione al Pensiero Cristiano• Giovedì 13 dicembre ore 18.30: Cele-

brazione Eucaristica nella Cappella delVescovado presieduta dal Vescovo e scam-bio degli auguri di Natale

9. Martedì 18 dicembre ore 19: TeologiaMorale

9. Giovedì 20 dicembre ore 19: Introdu-zione al Pensiero Cristiano

• Da venerdì 21 dicembre 2012 a lunedì14 gennaio 2013 Vacanze di Natale

10. Martedì 15 gennaio ore 19: TeologiaMorale

10. Giovedì 17 gennaio ore 19: Introduzio-ne al Pensiero Cristiano

11. Martedì 22 gennaio ore 19: TeologiaMorale

11. Giovedì 24 gennaio ore 19: Introduzio-ne al Pensiero Cristiano

12. Martedì 29 gennaio ore 19: TeologiaMorale

12. Giovedì 31 gennaio ore 19: Introduzio-ne al Pensiero Cristiano

13. Martedì 5 febbraio ore 19: TeologiaMorale

13. Giovedì 7 febbraio ore 19: Introduzio-ne al Pensiero Cristiano

14. Martedì 12 febbraio ore 19: TeologiaMorale

14. Giovedì 14 febbraio ore 19: Introduzio-ne al Pensiero Cristiano

• Da lunedì 18 febbraio a lunedì marzo 4febbraio: Esami sessione invernale

Iº ANNO – IIº QUADRIMESTRE1. Martedì 28 febbraio ore 19: Ecclesiolo-

gia1. Giovedì 1 marzo ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura2. Martedì 5 marzo ore 19: Ecclesiologia2. Giovedì 7 marzo ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura3. Martedì 12 marzo ore 19: Ecclesiologia3. Giovedì 14 marzo ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura4. Martedì 19 marzo ore 19: Ecclesiologia4. Giovedì 21 marzo ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura5. Martedì 26 marzo ore 19: Ecclesiologia5. Giovedì 28 marzo ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura• Da venerdì 29 marzo a lunedì 15 aprile:

Vacanze di Pasqua6. Martedì 16 aprile ore 19: Ecclesiologia6. Giovedì 18 aprile ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura7. Martedì 23 aprile ore 19: Ecclesiologia7. Mercoledì 24 aprile ore 19: Introduzio-

ne alla Sacra Scrittura8. Martedì 30 aprile ore 19: Ecclesiologia8. Giovedì 2 maggio ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura9. Mercoledì 7 maggio ore 19: Ecclesiolo-

gia9. Giovedì 9 maggio ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura10. Martedì 14 maggio ore 19: Ecclesiolo-

gia10. Giovedì 16 maggio ore 19: Introduzio-

ne alla Sacra Scrittura11. Martedì 21 maggio ore 19: Ecclesiologia11. Giovedì 23 maggio ore 19: Introduzio-

ne alla Sacra Scrittura12. Mercoledì 28 maggio ore 19: Ecclesio-

logia12. Giovedì 30 maggio ore 19: Introduzio-

ne alla Sacra Scrittura13. Martedì 4 giugno ore 19: Ecclesiologia13. Giovedì 6 giugno ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura14. Martedì 11 giugno ore 19: Ecclesiologia14. Giovedì 13 giugno ore 19: Introduzione

alla Sacra Scrittura• Da lunedì 17 giugno a venerdì 28 giu-

gno: Esami sessione estiva

iscrizione alla scuola di Gesù costamolto”: con questa espressione

che aveva come punto di riferimento ilVangelo della liturgia della domenicadella XXVIII Settimana, il vescovoSimone ha introdotto la celebrazioneeucaristica per l’inizio dell’annoscolastico presso la Parrocchia di S.Agostino, organizzata dall’Ufficio scuoladella Diocesi e dalla PastoraleScolastica.Infatti l’evangelista Marco nel narrarcil’incontro tra un uomo senza nome mache è sincero e appassionato chedesidera avere la vita eterna, inizia ildialogo con Gesù chiamandolo“Maestro buono”, e chiede “cosa devefare” per ereditare la vita eterna, quasiaccampando dei diritti come se sitrattasse semplicemente di fare qualcosache lui doveva scegliere con unatteggiamento di presunzione neiconfronti di Dio, e non si preoccupainvece di “chi deve essere”. Per questofariseo osservante è sufficiente osservarela seconda parte del decalogo, quellache riguarda i rapporti con il prossimo equando Gesù nel proseguo del dialogogli fa capire che si trova nellacondizione non di “salvarsi”, ma dilasciarsi “salvare da Dio”, di farepertanto quell’ulteriore passo per ilquale non abbiamo dato nulla a Dio senon siamo pronti a dare tutto, ecco chesi rattrista e se ne va afflitto perché avevamolti beni.Monsignor Giusti ha sottolineatol’attualità di questo brano evangelico:mettersi alla “scuola” di Gesù vuol direfidarsi di Lui, della sua bontà;amandolo, rinunciamo a tutti gli idoli erispondiamo alla prima parte delDecalogo. È l’invito ad un dono totale,che si concretizza in una chiamata

precisa: “vieni e seguimi”. Non si trattapiù di legge morale, o di ascesi, ma diuna sequela per cui non ha più sensodistinguere tra i precetti e i consigli, malasciare che sia Lui a trasformarci e moltisono gli esempi luminosi: Madre Teresadi Calcutta che considerò gli ultimiabbandonati come se fossero Gesù oFrancesco d’Assisi che solo dopo averbaciato il lebbroso divenne capace dilasciare alle sue spalle “il mondoCortese” e amò il prossimo certo soloche perdendo tutto in questa vita,avrebbe guadagnato tutto nei cieli.

Mo.C.

’L“

LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER L’INIZIO ANNO SCOLASTICO

La scuola di Gesù «costa» una donazione totale

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI21 ottobre 2012 III

L’INTERVISTA AL DIACONOPaolo Bencreati

Unapresenza

serenavicino a

chi soffre

urante l’estate abbiamointervistato il cappellanodella chiesa di SanGiuseppe che si trova

all’interno dell’ospedale, donPlacido Bevinetto. Il suo lavorodi aiuto ai malati è supportatodalla presenza di altri sacerdoti,ma anche dalla presenza di duediaconi:il diacono PaoloBencreati ed il diacono MassimoBartolini. Abbiamo incontratoanche loro cercando di capirecome svolgono il loro servizio.Ecco l’intervista al diaconoPaolo.

«Prima di rispondere alledomande - tiene a precisareBencreati- vorrei precisareche, svolgendo ilministero atempo pieno, lamia presenza inospedale, èdiversa da quelladel diaconoMassimo, inquanto legata aobblighicontrattualidovutiall’assunzionecome assistentereligioso in basealla convenzionetra la CET e laRegione Toscana.Tali obblighiprincipali sono la presenzaminima giornaliera e lareperibilità 24 ore su 24, diconseguenza il mio oltre cheun servizio è un vero eproprio lavoro».

Ma come si svolge la giornatadei diaconi che operano inOspedale? «Il mio lavoro in ospedaleconsiste principalmente nellavisita agli ammalati deireparti che mi sono statiaffidati e cioè Ortopedia,Neurochirurgia, Ospedale diComunità, MedicinaGenerale e questo occupapraticamente tutta lagiornata. Il rimanente tempolo dedico aiutando ilCappellano nella gestionedelle iniziative svolte dallaCappellania e nella curaliturgica delle celebrazioni.Tenendo conto che andandoogni giorno negli stessireparti ed essendo aconoscenza dei momenti incui non conviene andare(vedi quando il personalelava e cambia i degenti), lamia presenza si aggiraintorno alle tre-quattro oregiornaliere distribuite suiquattro reparti. A questovanno aggiunte le eventualiComunioni da portare aquelle persone di altri repartinei quali, quel giorno, unaltro Assistente Religioso nonpuò portarle. È ovvio che il

Dtempo di permanenza neireparti è condizionato moltosia da quanto i malativogliono parlare, sia dallasituazione che c’è in quelmomento, quindi è difficilepoter fare una stima precisadi questo impegno».

In quale modo si avvicina aipazienti?«Cerco sempre di mettere inpratica il “mio” metodo:entro nella stanza salutando,chiedendo come stanno,(soprattutto quando il giornoprecedente stavano male ohanno avuto un interventochirurgico). Mi presento senoto qualcuno che è entrato

il giorno prima eche quindi nonmi ha mai visto.Poi una battutatira l’altra e sifinisce per parlareun po’ di tutto.Ovvio che ormail’esperienza fattadal 2004 ti portaa riconoscere chiha bisogno diuna parola in piùo a riconoscerechi, magarivergognandosi dichi ha intorno, siperita a chiedereuna preghiera,

una benedizione oppure laComunione. Ma devo direche, salvo pochi casi, lepersone che lo desideranochiedono apertamente dipregare insieme o di fare laComunione e le loro richiestespesso sono seguite da altre».

C’è un episodio che ricorda inmodo particolare?«Di episodi da ricordare ce nesarebbero diversi: tantepersone visitate in ospedaleper strada mi fermano e misalutano. Altre volte trovo

persone ricoverate che miriconoscono perché anniprima (quando facevoservizio al CimiteroComunale) ho celebrato leesequie a un loro caro.Un episodio che ricordo conparticolare affetto è quellolegato ad una signora anzianaricoverata in ortopedia: adistanza di due anni dalprecedente ricovero, misalutò calorosamentedicendomi: “ecco il mioDiacono!!”. E in risposta almio: "mi scusi, ma non miricordo di lei”, mi disse: “Macome, non mi riconosce?Sono la sua sorellamaggiore!” riferendosi alfatto che era di religioneEbraica».

Qualche malato ha rifiutato lasua presenza?«Non ricordo un vero rifiuto,se non quello di un uomoche ogni volta che entravonella stanza a portare laComunione ad un altro chela desiderava ogni giorno, simetteva il lenzuolo sulla testagirandosi dall’altra parte emugugnando qualcosa».

Come sono i rapporti con

malati di altre religioni?«Non ho mai avuto problemicon i malati delle altrereligioni: con tutti ho sempreavuto dialogo e talvoltaabbiamo anche pregatoinsieme. Ho incontrato Ebrei,Musulmani, Cristiani noncattolici e perfino un Sikh!Gli unici con i quali c’èsempre stato appena unsaluto, (e talvolta nemmenoquello) sono stati alcuniappartenenti ai Testimoni diGeova. Il primo incontro conun malato non cristiano èstato con il Rabbino IsidoroKahn proprio a pochi mesidal nostro ingresso inospedale e con lui, allapresenza della moglie, hopregato».

Ed i rapporti con il personaledell’ospedale?«Generalmente i rapportisono buoni: con molti cisono anche momenti didialogo, sia di caratterereligioso, sia generale, mentrecon altri ci salutiamo sia inospedale sia quando ciincontriamo fuori. Pochicontinuano a mostraresoltanto indifferenza».

E.C.

Il primo incontrocon un malato non cristianoè stato con il Rabbino IsidoroKahn proprio a pochi mesi dal nostro ingressoin ospedale e con lui e suamoglie ho pregato

Per il diacono Paolo il servizio in ospedaleè un vero e proprio lavoro, ma la presenzaamica e il coinvolgimento nella preghierafanno parte della sua vocazione

uando inizia il canto, o ilsacerdote e i chierichetti si recano

all’altare, ci si alza in piedi e sipartecipa al canto. Si risponde aidialoghi con il celebrante. Si partecipaai canti, seguendoli sull’appositolibro, cercando di uniformare lapropria voce con quella degli altri.

Durante la celebrazione si sta in piedi,seduti, in ginocchio secondo imomenti liturgici. Si ascoltanoattentamente le letture e l’omelia,evitando di disturbare.«La Parola del Signore è paragonata alseme che viene seminato in un campo:quelli che l’ascoltano con fede eappartengono al piccolo gregge diCristo hanno accolto il Regno stesso diDio; poi il seme per virtù propriagermoglia e cresce fino al tempo delraccolto» (Concilio Vaticano II).Al momento della consacrazione resta

in ginocchio,senza paure e“vergogne”.Evita diaccostarti alSacramentodellaRiconciliazionedurante laMessa. Puoiconfessartiprima o in altrimomentiopportuni. Almomento dellaComunioneaccostatiall’altare inmodo ordinato,mantenendo lafila. Se vifossero anziani

o disabili, si faranno volentieri passareavanti.Chi intende ricevere l’Ostia in bocca, siavvicina al celebrante il quale dice «IlCorpo di Cristo», il fedele risponde«Amen», poi apre la bocca per riceverel’Ostia consacrata e ritorna al posto.Chi intende ricevere l’Ostia sullamano, si avvicina al celebrante con lamano destra sotto la sinistra alleparole «Il Corpo di Cristo» risponde«Amen», alza un poco le mani verso ilcelebrante, riceve l’Ostia sulla mano, sisposta di un passo a lato, porta l’Ostiain bocca con la mano destra e poiritorna al posto. In ambedue i casi nonsi devono fare segni di croce ogenuflessioni.

Cerca di usare in modo fruttuoso iltempo di silenzio che segue ladistribuzione della Santa Comunione:vivi il consiglio di S. Teresa cheesortava a vivere con la maggioreintensità d’amore il ringraziamentodopo la Comunione: appenacomunicati chiudete gli occhi del corpo eaprite quelli dell’anima per fissarli infondo al vostro cuore dove il Signore èdisceso. Vi dico, vitorno a dire e velo ripetereiall’infinito, chese vi abituate aquesta praticaogni volta che viaccostate allaComunione, ilSignore non sinasconderà mai(Cammino diperfezione cap.34, a.12).

Q

L’INIZIO DELLACELEBRAZIONE E LA COMUNIONE

DAL 9 NOVEMBRE 2012

Torna «Chiesa informa» su Granducato Tv

Dopo due puntate speciali dedicate allacelebrazione dell’8 settembre e alla

ripresa dell’anno pastorale, andate in ondail mese scorso, il prossimo 9 novembreriprenderà la trasmissione televisiva «Chiesainforma», curata dalla redazione de «LaSettimana» in collaborazione con«Granducato TV».L’appuntamento quindicinale con le notiziee gli approfondimenti dalla diocesi diLivorno tornerà con qualche novità:anzitutto la prima messa in onda avverrà ilvenerdì sera alle 20.00 (e non il sabatocome avvenuto fino ad ora) e poi saràreplicata il sabato alle 14.15 e alle 21.05 e ladomenica alle 10.15; ci saranno un nuovo

logo e nuove sigle che caratterizzeranno latrasmissione e la sezione finale dellatrasmissione chiamata «Chiesa informaflash», andrà in onda anche nel Tg runner inprogrammazione su Granducato TV, ed inuna versione diversa nella settimana in cuila trasmissione non è presente nelpalinsesto, il tutto per garantire unamaggiore tempestività nell’informare suglieventi ecclesiali.La prima puntata di «Chiesa Livornoinforma» sarà interamente dedicataall’apertura dell’anno della Fede in diocesi(in programma il 4 novembre in cattedrale,vedi locandina pag VIII ndr) conun’intervista in esclusiva al cardinal Ruini.

LE BUONEmaniere

di Elena Cerini

Durante lacelebrazionesi sta inpiedi, seduti,in ginocchiosecondoi momentiliturgici. Si ascoltanoattentamentele letture e l’omelia,evitando di disturbare

Qualche novità e una presenza settimanale

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI21 ottobre 2012IV

VENERDÌ 19 OTTOBRENella mattina, convegno a Fiuggi20.00 incontro con monsignor Gervas,Vescovo di Dodoma

SABATO 20 OTTOBRE8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoal Santuario di Montenero e a seguireS. Messa17.00 S. Messa per il pellegrinaggio delvicariato Pian di Pisa al Santuario diMontenero21.00 veglia di preghiera per la festapatronale alla parrocchia di S. Rosa

DOMENICA 21 OTTOBRE11.00 S. Messa e cresime in occasionedella festa patronale di S. Luca (Sta-gno)16.00 S. Messa e cresime alla chiesadel Sacro Cuore (Salesiani)21.00 processione di Santo Stefano aCastelnuovo della Misericordia

LUNEDÌ 22 OTTOBRENella mattina, udienze clero in vesco-vado

MARTEDÌ 23 OTTOBRE9.30 incontro con il clero giovane, invescovado21.00 incontro con il consiglio pasto-rale del VI vicariato per la presentazio-ne della seconda parte della lettera pa-storale, alla parrocchia di S. Luca (Sta-gno)

MERCOLEDÌ 24 OTTOBRE9.30 in vescovado, incontro con i vica-ri foraneiNella mattina, udienze clero in vesco-vado18.00 il Vescovo è a Fabriano in occa-sione dell’apertura dell’Anno della Fe-de

GIOVEDÌ 25 OTTOBRENella mattina, il Vescovo è a Fabrianoin occasione dell’apertura dell’Annodella Fede17.45 Il Vescovo partecipa al convegno“Niccolò Stenone e Theilard de Char-din: tra scienza e spiritualità in tensio-ne verso Dio” all’ITIS Galilei (vd. Bre-vi)

VENERDÌ 26 OTTOBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado18.30 incontro con i cresimandi in ve-scovado21.00 il Vescovo partecipa al consigliopastorale parrocchiale della parroc-chia dei Sette Santi

DOMENICA 28 OTTOBRE11.00 a Fornacette, per il decimo anni-versario della chiesa progettata damonsignor Giusti15.30 S. Messa e ingresso del nuovoparroco, don Cristian Leonardelli, al-la chiesa di San Giovanni Gualberto(Valle Benedetta)In serata il Vescovo è a Roma per lacommissione CEI per i Beni Culturali

Agenda del VESCOVO

Lunedì 29 ottobre alle 21.15

distanza di soli due anni l’organista del Papa, il Maestro GianlucaLibertucci, torna a Livorno. Fu invitato, infatti, nell’aprile 2010 in

occasione dell’annuale Convegno Diocesano per Animatori Musicalidella Liturgia e già allora, oltre a due splendide relazioni, deliziò glispettatori con la sua arte musicale su un piccolo ma delizioso organomontato appositamente per lui in una giornata dalla Ditta Chichi inSanta Giulia. Questa volta avremo però l’occasione di gustare nella sua interezzal’abilità tecnica e artistica del maestro su di un organo maestoso, poli-valente e adatto all’esecuzione di un ampissimo repertorio, dotatod’innumerevoli registri, colori, timbri e di una peculiare potenza evo-cativa: l’organo di Coteto. Lunedì 29 ottobre alle ore 21.15, a conclu-sione dei festeggiamenti per il 50° anniversario di erezione della Par-rocchia di San Giovanni Bosco in Coteto, il Maestro Libertucci, forte-mente desiderato per questo concerto dal parroco don Luciano affin-ché i suoi fedeli possano godere a pieno dell’armonie celestiali del-l’organo, eseguirà un programma entusiasmante e molto diversificatonei generi dei vari autori. Per tutti coloro che intendono elevare la loro anima fino al cielo e go-dere di un’eccellente serata di elevato livello musicale, sarà certamenteun’occasione da non farsi sfuggire. Il Maestro Libertucci, fra i numero-si suoi titoli è Organista del Vicariato della Città del Vaticano nella Ba-silica di San Pietro, della Guardia Svizzera Pontificia, delle UdienzeGenerali del Santo Padre, della Chiesa di Santa Maria dell’Orto in Tra-stevere; dal 2001 è titolare della cattedra di "Organo e composizioneorganistica" presso il Conservatorio statale di Musica "Agostino Stef-fani" di Castelfranco Veneto (Treviso); svolge inoltre un’intensa atti-vità concertistica solistica nell’ambito dei maggiori festivals organisti-ci nazionali ed internazionaliCollabora come organista con il TeatroMassimo Vincenzo Bellini di Catania, con l’Accademia Nazionale diSanta Cecilia e, sotto la direzione di Riccardo Muti, con il Teatro del-l’Opera di Roma.Per gli amanti della musica organistica, inseriamo di seguito il pro-

gramma della serata: J. S. Bach, Toccata e fuga in re minore "Dorica"BWV 538 (1685-1750); G. Böhm, Vater unser im Himmelreich (1661-1733); N. Moretti, Rondò ad uso orchestra (1763-1821); M. E. Bossi,Ave Maria Op. 104 n. 2 (1861-1925); F. Liszt, Präludium und Fugueüber B-A-C-H (1811-1886); J. G. Rheinberger, Cantilena (1839-1901)(da "Sonata op. 148 n. 11"); F. Mendelssohn-Bartholdy, Allegro mo-derato maestoso (1809-1847); G. Thalben-Ball, Elegy (1896-1987);Lefébure-Wély, Sortie in E flat major (1817-1869).

A

BREVI DALLA DIOCESISerata ConcilioDOMENICA 22 OTTOBRE, ALLE 21.00Alla parrocchia dei salesiani, incontro dal titolo"Serata Concilio. La storia e le idee". Saranno presentiRiccardo Burigana esperto di ecumenismo nonché au-tore, per la casa editrice Lindau, di una pubblicazionesul Vaticano II; e Claudio Frontera, Presidente dellaFondazione Sistema Toscana. L’incontro verrà coordi-nato da Alessandro Longobardi, giornalista.

Niccolò Stenone e Teilhard de Chardin tra scienza e spiritualità in tensione verso DioGIOVEDÌ 25 OTTOBRE 2012 ALLE 17.45

AULA MAGNA - I.T.I.S GALILEIRelatori:Monsignor Simone Giusti, Vescovo di Li-vornoLudovico Galleni, prof. Zoologia Natura-le- Università di Pisa, Valfredo Zolesi, in-gegnere, fondatore Kaiser Li-vorno, Fabio Caporali, prof.Ecologia Agraria- Universitàdella Tuscia, Marco Bacci, IdRLiceo Scientifico F. Cecioni,Piero Tani, M.e.i. c.Introduce e coordina EnricaTalà, dir. Ufficio Scuola Dio-cesi di Livorno. In Collabora-zione con Progetto CulturaleDiocesi di Livorno; GruppoAmici di don Renato Roberti,Progetto permanente “Il co-raggio della Ricerca”(IdR)

Incontro Diaconi

SABATO 27 OTTOBRE ALLE 16.00

Presso il salone parrocchiale di S. Rosa, confronto sullalettera apostolica "Porta Fidei" di Papa Benedetto XVI.Alle 18.15 primi vespri della domenica presieduti daldiacono Carlo Vivaldi

Una giornata per mons. Pio Alberto Del CoronaSABATO 3 NOVEMBRE ALLE 16.30

Il coro polifonico “Pio Alberto del Corona” e la Scho-la Cantorum Gregoriana organizza presso la chiesa diSan Ferdinando la S. Messa XII Pater Cuncta con canti

gregoriani concelebrata damonsignor Tardelli Vesco-vo di San Miniato e monsi-gnor Giusti Vescovo di Li-vorno. Canto finale com-posto e interpretato dal so-prano Rosalia GallardoGonzalezAlle 17.30 Tavola Rotonda:"Mons. Pio AlbertoDel Coro-na. Primo centenario dellamorte di un livornese illu-stre".Relatori: Angelo Montona-ti, giornalista, agiografo:“Fare la carità della verità.Un esempio luminoso:mons. Del Corona”; Ric-cardo Novi, direttore gene-rale Fondazione Madonna

del Soccorso di Fauglia: “mons. Del Corona e le “Fi-glie” del Quilici”; moderatore Marco Marrocchini, cu-ratore della nuova biografia

L’organista del Papa torna a Livorno

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Militello G. – Papa Luciani ci insegna a pregare.Commento agli atti di fede, speranza, carità- Ed. SanPaolo, pp.83, euro 6,50

Il 17 ottobre 2012, ricorre il centenario della nascita diAlbino Luciani, divenuto Papa Giovanni Paolo I per solitrentatré giorni di pontificato. A Canale d’Agordo,saranno numerosi i pellegrini che si recheranno perricordarlo e per pregare nella Chiesa che luifrequentava negli anni giovanili. Lo stesso GiovanniPaolo II, ad un anno dalla sua elezione, volle recarsi inquesti luoghi e rimarcò le doti di grande pastore e diimpareggiabile catechista, dalla profonda interiorità edalla parola semplice e chiara per tutti. Il teologoGiuseppe Militello, a partire dalle catechesi da luitenute nel breve pontificato e facendo riferimento altesto del Catechismo della Chiesa Cattolica, presenta lepreghiere dell’atto di fede, speranza e carità, illuminatidal pensiero di Papa Luciani, caratterizzato dallafreschezza di verità e di attualità che offre ancheall’uomo contemporaneo ancora alla ricerca di valoriprofondi, la possibilità di riscoprire sempre piùprofondamente cosa vuol dire credere, sperare e amare.

CONSULTA REGIONALE DELLE AGGREGAZIONI LAICALIDELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Convegno annuale della ConsultaLivorno 18 novembre 2012, Villa Alma Pace (VialeVespucci 50, Antignano)"Il contributo dei cattolici nella scuola" relazione dott.ssaRosa De Pasquale, componente della commissione cul-tura, scienza e istruzione della Camera dei DeputatiPROGRAMMA9.30 Accoglienza9.45 Preghiera e saluto di S.E. Mons. Simone Giusti, Ve-scovo di Livorno10.00 Relazione della dott.ssa Rosa De Pasquale11.00 Pausa11.15 Testimonianze a confronto:

AGESC, dott.ssa Maria Grazia ColomboMSAC, sig. Paolo RamettaAIMC, prof.ssa Cristina GiuntiniUCIIM, prof. Pierangelo Coltelli

12.15 Interventi e dibattito13.00 pranzo14.30 Assemblea della Consulta16.30 Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Giovanni DeVivo, Vescovo di Pescia, delegato regionale CET per illaicato

La partecipazione è libera e gratuitaContributo per il pranzo 20,00 euro

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI21 ottobre 2012 V

Gli anni difficilidella guerra: un Vescovo a fianco del suo popolo

MONS. GIOVANNI PICCIONI, UNDICESIMO VESCOVO DI LIVORNO.........

d amministrarela Diocesidurante la sedevacante venne

inviato dalla S.SedeMons. Andrea MaseraVescovo di Colle . Pocoprima di esaurire il suomandato egli chiuse ilgiornale diocesanoFides il giornalefondato dal vescovoMatteoli nel 1899.Il nuovo vescovo fuGiovanni Piccioni. Natoil 30 maggio 1876 aLongone Sabino (Rieti)I suoi genitori eranomaestri nella scuola delpaese. All’età di noveanni andò a Pistoia afrequentare il CollegioEugeniano dove scoprìla vocazionesacerdotale. Proseguì glistudi nel ConvittoEnrico Bini e nelSeminario diocesano.Nel 1901 si interessò alMovimentodemocratico Cristianoe venne eletto nel 1903nel ConsiglioComunale di Pistoia.Divenne direttore delsettimanale diocesanoLa Difesa . Nel 1909 funominato Canonico eparroco dellaCattedrale. Istituì laCongregazione delladottrina cristiana

dedicandosi adiffondere la culturareligiosa. Curò dopo lafine della prima guerrala ripresa dell’Azionecattolica. Vennenominato Vicariogenerale della diocesi diPistoia nel 1920.Dopo la suadesignazione alladiocesi di Livorno,venne consacratoVescovo il 7 ottobre1921 nel duomo diPistoia. Il giorno dellasua consacrazioneindirizzò una lettera alclero e popolo di

Livorno nella qualericordava ai cattolicil’importanza diaccogliere il Vangelonella sua essenza. Il 23ottobre fece il suoingresso a Livorno.Erano presenti imembri dellaassociazioni Cattoliche,

molto popolo, alcuneautorità. Assente ilSindaco.Poiché il problema delSeminario era gravemons. Piccioni nellasua notificazione diingresso esorta apregare: perché ilSignore mandi operaiper la sua messe. Laformazione del clero fusempre in cima ai suoipensieri. Fu insegnantedi lettere nel Seminarioe si dedicò allaformazione deiSeminaristi intessendocon loro quotidianirapporti personali.Rilanciò la catechesiconvinto chel’educazione dei primianni influiscepotentemente sul corsodella vita. Per ovviarealla scarsità deicatechisti si rivolse alleassociazioni cattolicheperché affiancassero iparroci. Fondò ilBollettino diocesanonel 1923. Fondò pure lePiccole Missionarie delS.Cuore che aprironoad Antignano l’IstitutoS. Giuseppe cheospitava l’asilo, ilricreatorio ed unascuola di cucito ericamo.I temi delle sue letterepastorali del 1922 e1923 furono La Fede.l’Eucarestia e ladevozione alla Vergine.Nel 1924 venneincaricato di reggereanche la diocesi diMassa Marittima ePopulonia. Nel 1927indisse il primo sinododella Chiesa livorneseche promulgò le leggiriguardanti il culto e lacura pastorale.Nel 1927 e 28 lanciò un

richiamo sulla difficilesituazione religiosa. Nel1931 vennero chiusi daparte del regime i circolicattolici e il Vescovo sulbollettino protestòvivacementeprendendone le difese.Nel 1938 venne indettoil secondo sinodo nelquale oltre alle leggiriguardanti i sacerdoti,il Catechismo, leConfraternite, laformazione deiChierichetti, venneroemanate regole per lacura degli archiviparrocchiali.Nel tempo delle leggirazziali e della guerradel 1940-45 mons.Piccioni aiutò moltiebrei a sfuggire allapersecuzione ed icattolici a formarsi unacoscienza civica piùconsapevole. Aiutò illavoro di don RobertoAngeli che formava lecoscienze con ilCenacolo di Studi di S.Giulia e la FUCI. Nelperiodo bellico, altempo deibombardamenti e dellosfollamento e nellafaticosa ripresa dopo laliberazione, fu sempreal fianco del suopopolo. Fu amato erispettato da tutti ilivornesi. Fino dal 1955gli era stato affiancato acausa dell’età, unvescovo ausiliare, condiritto di successione,mons. AndreaPangrazio, che resse ladiocesi dal 1955 al1959 comeAmministratoreApostolico. Morì il 10febbraio 1959 nelcompianto unanime.

a cura di Maria LuisaFogolari

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«Rilanciò la catechesi convinto chel’educazione dei primi anni influiscepotentemente sul corso della vita.Per ovviare alla scarsità dei catechistisi rivolse alle associazioni cattolicheperché affiancassero i parroci»

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI21 ottobre 2012VI

er tre giorni la parrocchia del SacroCuore dei Salesiani si è riunita per

discutere il progetto: “Una comunità cheeduca alla vita buona del Vangelo”, allacui stesura avevano partecipato sia igiovani che gli adulti e sia i membridelle varie Commissioni parrocchiali.Aprendo il primo incontro il parroco,don Gino Berto, si è chiesto: Perché unprogetto? Perché -ha detto- per unacomunità ci sono sempre due rischi: ilrischio della ripetizione, cioè di fare lecose che si sono sempre fatte, e quindidella passività; il secondo rischio èquello dell’attivismo sfrenato, del fareper il fare in modo inconcludente. Ilprogetto vuole invece prospettarci delleidee e delle linee d’azione che vogliamocalare nel nostro vissuto. Nel farlo sisono tenute presenti alcune istanze.Quali? Prima di tutto il carismasalesiano, poi il contesto socio-ambientale in cui siamo inseriti enaturalmente la Diocesi con le sueindicazioni. Il progetto tiene presenteuna doppia realtà: quella sociale e quellaecclesiale, non ha pretese scientifiche,ma mette in primo piano l’esigenzadell’evangelizzazione. Le seiCommissioni che compongono ilConsiglio Pastorale Parrocchiale sonoluoghi fondamentali di formazione e diazione educativa e sono essenziali percompiere un cammino di fede. Ci sonopoi -ha terminato don Gino- delle nuovefrontiere da esplorare, dove si vive illimite, sono i giovani poveri, la famigliaminacciata da un diffuso relativismoetico, la comunicazione sociale con lesue novità.

La prima serata ha visto al centro igiovani e don Marco Cimini,responsabile dell’oratorio, ha ricordatoche bisogna tendere alla ricerca di unrapporto continuo e personale conCristo, perché non ha senso proporreiniziative se al centro non c’è Cristo e sequeste non portano a Cristo. Hanno poipreso la parola i giovani: Antonella,Andrea, Anna Carla, Lisa e Chiara. Dailoro interventi è emerso che i genitorisono i primi soggetti da incontrare e lacomunità ecclesiale deve venire loroincontro a partire dalla Ludomessa,proseguire nell’iniziazione cristiana enel dopo-cresima. Ai catechisti devonoessere proposti dei cammini diformazione e per i genitori momenti diservizio attivo, ma al centro di tutto è laMessa che è il momento in cui si attingeper poter vivere nella fede. Animare ungruppo del dopo-cresima significaimpegnarsi in un percorso che dura seianni e nel processo formativo si devepuntare all’omogeneità dei gruppi edagire in modo organico. Tre sono icapisaldi su cui lavorare: la fede, la vitamorale, l’attenzione al prossimo, tredimensioni che dovranno permearetutto il cammino del dopo-cresima. Cisono poi tre aree da valorizzare: l’areadella identità personale e il rapporto conil prossimo, l’area della presenzaecclesiale che vede la Chiesa come sensodi appartenenza, l’area del rapporto conDio. Gli animatori hanno notato che neigiovani ci sono grosse lacune riguardantile stesse basi del cristianesimo, bisognaperciò formarli sulla figura di Cristo,togliere i dubbi che possono avere, darloro delle indicazioni sulla vita moralecon l’obiettivo di svegliare i ragazzi dallapassività per metterli in gioco e farlipartecipi della comunità giovani.Dai 18 anni in poi l’accompagnamentodei giovani si attua attraverso tematichedi attualità e di fede per dotarli dicertezze. I giovani possono così venireimpegnati nel volontariato, con idisabili, nell’aiuto ai Rom, tutti elementiche contribuiscono alla loro crescitapersonale. A questo fine sonoprogrammati anche gli incontri a livellodiocesano e ispettoriale, intanto sono inatto tre laboratori: fede, salesianità,morale cristiana.Particolare attenzione viene dato aldisagio giovanile (droga, alcol, aids) conle iniziative del Ceis Tre Ponti e con ilCantiere Giovani per farli studiare edivertire. Il progetto Rom oltre all’aiutosi prefigge di portare la loro civiltàall’interno del nostro vivere. C’èbisogno anche di laici cristiani con unaapertura di cuore animata dalla fede adimostrazione di una “comunità cheama”.

Gi.Gi.

P

■ PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO L’accoglienza al parroco e l’inizio dell’anno pastorale

Tagliamo tutto ciò che ci divide

a comunità parrocchialedei Ss. Pietro e Paolo havissuto un momentoimportante di fede,

fraternità e comunione.Don Annibale Reyes, il nuovoparroco colombiano, ha infattipresentato il programmadell’anno pastorale. La serata ècominciata con la celebrazionedell’Eucaristia e all’internodella Messa è stato celebrato ilBattesimo di una bambina dinome Costanza. È statosignificativo iniziare l’annopastorale con la celebrazione diun Battesimo, perché ha dato lapossibilità alla comunità dirinnovare la propriaprofessione di fede ed invocareil dono dello Spirito Santo. Equesto perché la parrocchiapossa “tagliare” tutto ciò che leè di ostacolo a vivere concoerenza la propria fede.Invocare incessantemente ildono dello Spirito Santo èfondamentale perché si possarealizzare una vera conversione– come ha sottolineato don

L

Annibale – lo Spirito Santo è inciascuno di noi e spinge adabbandonarci a Dio nelcammino della nostra vita. IlSignore – ha detto ancora –terminando la sua omelia – ciaiuti a tenere presente la Paroladi Dio perché come dice ilritornello del Salmo, i precettidel Signore fanno gioire ilcuore.Nel continuare la celebrazione,don Annibale ha scelto lapreghiera eucaristica dellariconciliazione, perché èimportante che la comunità

viva la dimensione dellacomunione e la propriamissione all’interno dellaChiesa, all’insegna dellaRiconciliazione. Il Signorepieghi la durezza dell’uomocon la forza dello Spirito, entrinei cuori…l’Amore vincel’odio.Al termine dell’Eucaristia hapreso la parola don Annibale:«Sono arrivato due mesi fa – hadetto il parroco – sono venutoa prestare servizio a tutte lepersone. Il parroco deve esseredisponibile verso tutti ed è per

tutti. Il parroco deve essere ilpunto di riferimento, non devefare preferenze di persone. Ionon vi conosco, stiamocercando di conoscerci. Laparrocchia deve essere aperta atutti e non ci devono esseregruppi chiusi: i gruppi devonocollaborare insieme perchél’unità fa la forza e due testepensano più di una. Dobbiamocombattere il nostro egoismo,dobbiamo andare oltre lenostre fragilità per tagliare tuttociò che ci divide.La gelosia è il peccato piùgrave! Tutto quello che vienefatto, deve essere fatto nelnome del Signore: tutti siamochiamati a dare il nostrocontributo per alimentare ladimensione della comunioneall’interno della comunità:tutto questo è possibile seviviamo l’amore, la fede e lacarità. Come dice il Papa sarà laporta della nostra fede ametterci in contatto con Dio.Come la Samaritana, siamochiamati ad avvicinarci perprendere l’acqua vivadell’Eucaristia e dell’ascoltodella Parola.L’Eucaristia come sottolinea ilPapa è il culmine della nostravita cristiana: la nostracomunità parrocchiale èchiamata a vivere questomomento e a renderetestimonianza di essoattraverso i propri atti personalie comunitari».Dopo questo significativointervento don Annibale hapresentato le varie iniziative chesi snoderanno in calendario daottobre a giugno e cheaccompagneranno il camminodella parrocchia: iniziative cheruoteranno intorno all’ascoltodella Parola e alla dimensionedella preghiera.La serata si è conclusaall’insegna della convivialità edella fraternità con la cenainsieme. Durante la serata laparrocchia ha donato alparroco un calice ed una patenasegno del desiderio dellacomunità di crescere incomunione con il suo nuovopastore, accostandosi ad unostesso calice, segno dellapassione, morte e resurrezionedi nostro Signore Gesù Cristo.

GIOVEDÌ 18 OTTOBRE18.00 Santa Messa del triduo21.00 Giosy Cento in concerto

VENERDÌ 19 OTTOBRE18.00 Santa Messa del triduo21.00 Santa Messa con mons.Giovanni D’Ercole,Vescovoausiliare de L’Aquila, conpresentazione del libro “Nullaandrà perduto”

SABATO 20 OTTOBRE18.00 Santa Messa del triduo21.00 Adorazione Eucaristicaalla presenza di mons. SimoneGiusti

DOMENICA 21 OTTOBRE11.00 Santa Messa solenne ebenedizione del pane di S.Rosa18.00 Eucarestia presiedutada Sua Eminenza card. SilvanoPiovanelli

Gli appuntamenti per la FESTA DI SANTA ROSA

La comunità Salesianain assemblea

LA PRIMASERATA:I GIOVANI

ei giorni scorsi è venuta amancare la sorella di Pa-

dre Maurizio De Sanctis. Laredazione, anche a nome deilettori de La Settimana è vici-na al parroco della chiesa di S.Rosa.

NLUTTO

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI21 ottobre 2012 VII

Un gioco che aiutaa crescere

La realtà degli scout sembra increscita: i numeri dicono che sonomolti i bambini che vi siaffacciano. Voi che siete Capizona riscontrate questo aumento?«Possiamo senza dubbio dire chela proposta scout è ancora oggiattuale, per cui molte famiglie emolti ragazzi scelgono di entrarein questo clima fraterno e gioiosoper “imparare da piccoli adiventare grandi”: era uno slogandi un progetto nazionale agesci diqualche anno fa, ma in effetti èdavvero un’ottima sinesi dellospirito che sostiene il nostropercorso educativo. Come numeri possiamo dire chele richieste di ingresso deibambini nella fascia 8-10 anni,quella con cui si inizia ilcammino scout, sono semprenumerosissime e spessopurtroppo non riusciamo, tratutti gli 8 gruppi sul territoriodella Diocesi, a far fronte a tuttequeste richieste perché il numerodei Capi, volontari impegnati neivari gruppi del territorio, èlimitato e per offrire un buonservizio a tutti preferiamomantenere rapporti Capi/ragazziben proporzionati che sianogaranzia di qualità. Sul territoriodella Diocesi abbiamoattualmente 10 branchi -ognunodi circa 20/25 lupetti- tra Livorno,Guasticce e Rosignano Solvay.La fascia dei ragazzi di 11-15 anniè quella che subisce maggioroscillazioni perché le difficoltàdei ragazzi nellafaseadolescenzialespesso mettonoin crisi lacontinuitàdell’impegno cheviene richiesto daiCapi.Attualmente sonoin attività 8reparti di 25ragazzi ciascuno.La fascia deiragazzi piùgrandi, quella 16-20 anni, è inveceormaistoricamentestabile su numerimedi che siaggirano intornoai 15 ragazzi per gruppo,attualmente suddivisi in 6 clan sututto il territorio diocesano».

Ma i bambini che vengono davoi sono consapevoli dellarealtà scout o la prendonocome una delle tante attività acui vengono spesso "portati"?«La consapevolezza cresce conl’età: lo scoutismo è un gioco, cheprogressivamente, seguendo ilnaturale e personale percorso dimaturazione del bambino delragazzo, diventa uno stile di vita,un modo di approcciarsi allarealtà ed al mondo che cicirconda e forma ad essereuomini e donne, cristiani e

cittadini completi. Non manca chi inizia a giocarequesto gioco come se fosse unodei tanti impegni che riempionola vita dei nostri bambini, masenza fare col tempo un salto diqualità nell’approcciodifficilmente si riesce a seguiretutto il percorso con serenità edserietà, per questo èfondamentale che la propostaeducativa dei Capi, siaconosciuta, condivisa esupportata dalle famiglie».

Cosa è cambiato nella realtàscout negli ultimi anni?Riuscite a fare un quadro di ciòche è rimasto uguale e deicambiamenti?«Quello che rimane sempreoriginale ed attuale sono, edevono essere, i valori e lo stile:ovvero tutto quello che èrappresentato per tutti, Capi eragazzi, dal riconoscersi nellapromessa e nella legge scout.E poi, per i Capi, dall’adesione alpatto associativo che èfondamento per riconoscere che

la propriavocazione comeeducatori possaessere spesaattraverso lapropostaeducativadell’agesci.Tuttavia è sottogli occhi di tuttiche sonocambiate le realtàsociali sia deiCapi che deiragazzi: i primi, iCapi, sonospesso vittimedella precarietàsul lavoro, chenon consenteloro di progettarea lungo termine

il servizio e la loro formazionecome educatori realizzandoquella stabilità economica eaffettiva che fino agli anninovanta consentiva invece aiCapi di garantire una lungacontinuità che si traduceva inmaggior esperienza, solidità epresenza con i ragazzi; i secondisono molto più “stressati” daimpegni di ogni genere e tipo chetroppo spesso riempiono le lorogiornate senza lasciar loro iltempo e lo spazio per dareprofondità agli stimoli chevengono loro offerti.Questi cambiamenti, che stannointerrogando l’Associazione nel

suo complesso, trovano risposte adiversi livelli: * nella nostra zona, organismo dicoordinamento di tutti i Capi delterritorio diocesano, che nelnuovo progetto per ilquadriennio 2012-2016 hannodeciso di mettere al centrodell’attività proprio la cura dellafigura dell’adulto, favorendooccasioni di formazioneconfronto che sappiano fornire aiCapi strumenti nuovi ed efficaciper vivere con maggiorconsapevolezza e serenità emiglior risultati la gestione dellaprecarietà senza alcunpregiudizio per l’azioneeducativa;* nei singoli gruppi, cheattraverso i rispettivi progettieducativi quadriennali cercano difocalizzare l’attenzione su quelleemergenze educative che i ragazzidimostrano come più delicate edemergenti in riferimento alproprio territorio».

Vi siete incontrati aCastiglioncello. Quanti eravate?Da dove venivate? Perchèproprio a castiglioncello?«Il convegno di Castiglioncello èstato il convegno di tutti Capidella regione toscana, circa 600presenti provenienti da tutte lecomunità Capi della regione.La scelta di castello Pasquini aCastiglioncello è seguita ad unaproposta che noi responsabili dizona di Livorno abbiamolanciato ai responsabili del livelloregionale dell’Associazione: lanostra zona in questi ultimi anniha dato grandi contributi allaregione, sia in termini di personeche dal nostro territorio sonoandate a ricoprire incarichiregionali e nazionali; sia intermini di attività e proposte percui la partecipazione dei nostriCapi è stata occasione di crescitareciproca ed allora ci sembravauna buona dimostrazione diaccoglienza e spirito di serviziooffrire la nostra collaborazione eproporre il nostro territorio cometeatro dell’incontro piùimportante che l’Associazionepropone a tutti i propri Capi alivello regionale, ogni 4 anni».

Quando vi incontrate qualisono gli argomenti di cuiparlate? Le cose da decidere? Iprogrammi da fare?«Il convegno regionale è lamassima occasione didemocrazia associativa, in cuitutti i Capi insieme sono

chiamati a sviluppare le ideeprogettuali per il quadriennio avenire: in termini di formazioneper i Capi, di eventi educativi peri ragazzi e di condivisione diesperienze e proposte chepossano essere di stimolo allacrescita di tutti; questo è quello dicui abbiamo discusso a castelloPasquini: ed il frutto del nostrolavoro è il progetto regionale2012/2016 che è già disponibilesul sito dell’agesci regioneToscana».

Ogni realtà camminaautonomamente o siseguono programminazionali oregionali? Vi sentite"radicati" in città oessere a Livorno èindifferente esarebbe ugualeessere in unaqualsiasi altra città?«L’Associazione hauna strutturaorganizzata in 4livelli: nazionale,regionale, zona egruppo, tutti questilivelli sono collegatitra loro da organismielettivi rappresentantidel livello inferiore equesto è garanzia didemocrazia e dipartecipazione allescelte ed alle propostea tutti i livelli.Ovviamente ogni livello hacompiti e funzioni diverse equindi i progetti nazionali,regionali e di zona impattanosulle realtà dei gruppi ognunosecondo la propria competenza:identità associativa ed orizzontieducativi il progetto nazionale;formazione Capi il livelloregionale; coordinamento,confronto e condivisone dibuone prassi il livello di zona. Ogni comunità Capi poi agiràsecondo il proprio progettoeducativo di gruppo perl’educazione dei ragazzi,integrando e completando ilquadro della proposta all’internodei progetti dei livelli superiori.Il territorio è un elementofondamentale del nostro fareeducazione, ed anzi l’intenzioneemersa in questi anni dai gruppidella nostra zona – in cuiabbiamo la fortuna, rara inassociazione, di vivere taledimensione in un territorio checombacia perfettamente conquello di una sola Diocesi - èquella di valorizzarlo sempre dipiù: l’esperienza del convegnoregionale appena svoltosi acastello Pasquini grazieall’essenziale intervento e serviziodei due gruppi scout Rosignano 1e Rosignano 2, è esemplare di unproficuo rapporto di identità escambio reciproco con lacomunità civile che ci ospita».

c.d.

L’intervista a Elena Marini e Andrea Monachini,responsabili di Zona “Agesci Livorno”.La realtà degli Scout vista da chi la vive in prima persona

Dopo il Convegno regionale diCastiglioncello quale sarà il prossimoincontro?«Il prossimo convegno regionale saràtra 4 anni, ma il progetto cheabbiamo creato in questa occasione èdenso di proposte per Capi e perragazzi; i nostri calendari sonofittissimi di incontri: d’altra parte sisa, la passione educativa che ci animanon deve conoscere faticanell’impegno a migliorarcicontinuamente per il bene deiragazzi che nostro signore ha affidatoalle nostre cure».

Qual è il futuro degli scout secondovoi?«Con l’aiuto di Dio prometto sul mioonore di fare del mio meglio:- per compiere il mio dovere verso Dio everso il mio paese;- per aiutare gli altri in ogni circostanza;- per osservare la Legge scoutQuesto recita la nostra promessa equesto è il nostro impegno per ilfuturo di tutti, ragazzi ed adulti:promuovere una civiltà in cui ogniindividuo faccia la sua parte percostruire una cultura di legalità,solidarietà e rispetto, lasciando ilmondo migliore di come l’abbiamotrovato, sicuri che il regno di Dioinizia a costruirsi con un gransorriso, giorno dopo giorno, quisulla terra».

Ancora due domande

L’Associazione ha una strutturaorganizzata in4 livelli: nazionale,regionale, zona egruppo, tutti sonocollegati tra loro da organismi elettivie questo è garanziadi democrazia e di partecipazione alle scelte ed alle proposte a tutti i livelli

Nelle foto, quì sopra, Elena Marini e AndreaMonachini e, in alto, un momento del convegnoregionale svoltosi a Settembre a Castiglioncello,

Lo Scoutismo è un gioco, cheprogressivamente,seguendo il naturalee personale percorsodi maturazione del bambino edel ragazzo, diventauno stile di vita, un modo di approcciarsi alla realtà ed al mondo che ci circonda e forma ad essereuomini e donne,cristiani e cittadinicompleti

L’AGESCIsi racconta

Il futurocosariserva?

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI21 ottobre 2012VIII