La Settimana - n. 5 del 7 febbraio 2010

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 7 febbraio 2010 Il VOTO a MARIA: la devozione e la fede intelligente iamo ad adempier un voto formulato nel gennaio del 1742 quando Livorno fu colpita da una serie di forti scosse di terremoto, che ebbero inizio il 16 gennaio e continuarono a ripetersi fino al 20, seminando terrore tra la gente. Il 27 gennaio poi alle due antimeridiane si fece sentire la scossa più tremenda preceduta da uno spaventoso boato. Un cronista dell’epoca ha scritto che delle 30.000 persone residenti, dopo il terremoto ne rimasero in città circa 3000! Sembra di vedere le scene di Haiti. Allora il ricorso alla Madonna di Montenero nacque spontaneo. Unanime fu la richiesta di portare in città il quadro della Vergine. Il 28 gennaio mattina, era la domenica di Sessagesima, si formò la lunga processione che da Montenero giunse davanti alla Collegiata. E il terremoto cessò. Peregrinando fra le gallerie di Montenero costatiamo quanto l’intervento divino per mezzo di Maria, segna la storia di tante famiglie Livornesi di ieri e di oggi. Quanti ex voto ho già benedetto in questi due anni nella sacrestia di Montenero. Sembra quasi che per il buon Dio sia del tutto abituale intervenire, in maniera a volte eclatante, nella vita dei Livornesi.C’è un legame singolare fra questo popolo e il Padre di tutti noi. Un legame nel nome di Maria. (...)» UNA FEDE INTELLIGENTE Prende spunto dal legame tra Maria e Livorno monsignor Giusti, nell’omelia della festa del Voto, per invitare i cristiani ad una fede matura, che sia «suggerimento S « all’intelligenza», che non esima affatto la persona dall’essere ragionevole, dal saper cercare, dal saper dubitare, dal dialogare con tutti, ma anche dal saper discernere il tempo presente per capire quali siano le cause dei «terremoti» che segnano la propria vita e quindi affidarsi all’amore di Maria. «Un grande terremoto culturale è in atto - ha sottolineato il Vescovo - siamo spettatori e al contempo in qualche misura, protagonisti, del tentativo del nascere di una nuova cultura che tenta di mettere al centro la vita biologica e non più l’uomo. Si afferma: tutto è frutto di meccanismi biologici i quali di fatto, svuotano ogni senso pieno della vita e ogni etica. Tutto è relativo e quindi non c’è bene né male ma solo ciò che è opportuno per un certo gruppo sociale in quel determinato momento. Non esiste speranza terrena né ultra terrena e non c’è da attendere alcuna redenzione storica né metastorica. La scienza positivistica è affermata sopra ogni etica perché presunta fonte della verità. Le neuroscienze per alcuni ricercatori, vorrebbero prendere il ruolo della filosofia classica nonchè della teologia affermando che l’unico principio originante è la materia eterna. Si vuol fare credere che solo le scienze di tipo matematico sono attendibili, che soltanto una conoscenza di tipo positivistico può essere definita tale con buona pace di tante mamme che non potrebbero conoscere proprio nulla del proprio figlio perché le loro osservazioni non sono di tipo sforzi compiuti dalle Amministrazioni per venire incontro alle fasce più deboli ed emarginate della società, in vista della promozione di una convivenza più giusta e solidale. Al riguardo, vorrei però invitare a porre ogni cura perché la centralità della persona umana e della famiglia costituiscano il principio ispiratore di ogni vostra scelta. A esso, in particolare, occorre far riferimento nella realizzazione dei nuovi insediamenti della città, perché i complessi abitativi che vanno sorgendo non siano solo quartieri dormitorio, ma siano arricchiti con strutture che favoriscano i processi di socializzazione. Preoccupazione principale dovranno essere l’educazione delle giovani generazioni e la promozione della famiglia, l’aiuto a quanti, specie in questo momento di crisi, vivono e vivranno una stagione difficile». A questo proposito il vescovo Simone ha annunciato che nella prossima Quaresima la Comunità Cristiana ma con essa tutta la Comunità civile, sarà coinvolta in una ulteriore raccolta di fondi per sostenere forme di microcredito solidale per le famiglie in difficoltà economiche, meglio conosciute dallo slogan nazionale, come «Prestito della speranza» e si procederà nel progetto di raddoppio dei servizi Caritas facendo sorgere un altro centro nel Villaggio Scolastico di Corea. c.d. Nelle foto di Roberto Manera, in alto la celebrazione in duomo; sotto la celebrazione a Montenero. LA FESTA DEL VOTO LA CERA E L’OMAGGIO FLOREALE A MARIA a tradizionale festa del voto alla Madonna di Montenero ha avuto inizio al Santuario con l’offerta della cera votiva da parte dell’Arci- confraternita di Santa Giulia a nome di tutti i livornesi, poi il Vicario generale monsignor Ezio Morosi ha celebrato l’eucaristia. Nel pomeriggio la giornata è continuata in Piazza Grande, prima con il Rosario, poi con l’aiuto dei vigili del fuoco con la deposizione dei fiori all’immagine della Madonna situata sopra i portici del Pieroni. Monsignor Simo- ne Giusti, in cattedrale, ha quindi celebrata la Mes- sa. In apertura il Vescovo ha sottolineato il «legame singolare» tra Livorno e Maria, quasi una protezio- ne speciale da parte di Dio per intercessione della Vergine. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato il terre- moto del 1742 e il voto dei livornesi che portarono in città il quadro della Madonna di Montenero. Un evento che segna la storia di tante famiglie livornesi di ieri e di oggi come dimostrano gli ex voto pre- senti nel Santuario, che costituisce «il codice geneti- co» di questa città. Anche oggi è in atto un terremo- to, siamo spettatori di una nuova cultura che tenta di mettere al centro la vita biologica e non l’uomo, la persona. È una cultura che ci tratta alla stessa stregua degli animali, dove tutto è relativo, e quindi non c’è ne il bene ne il male per cui tutto è permes- so. La cultura consumista basata sull’appagamento continuo dei desideri crea dei giovani sazi di tutto ma insoddisfatti, perché manca in loro la gioia, la contentezza della vita presente, Ecco perché ai cri- stiani spetta una proposta di civiltà, ecco il perché del progetto culturale: perché i cristiani non siano «critici pedanti», ma persone progettuali. La civiltà dell’amore ci spinge al bene per la nostra città e per le fasce più deboli. Per venire incontro alle famiglie che sono in difficoltà economica, il Vescovo al ter- mine dell’omelia ha ricordato la raccolta di fondi, proposta dalla CEI, destinati a forme di microcredi- to (in consonanza con quanto proposto dall’eco- nomista bengalese Yanus) che va sotto il nome di «Prestito della Speranza». Ha inoltre ricordato il re- cente progetto di raddoppiare il Centro Caritas di Torretta con un nuova struttura da realizzare nell’ex Villaggio Scolastico che sorge nel quartiere di Co- rea. Gianni Giovangiacomo L Nella celebrazione che ricorda il Voto dei livornesi alla Madonna dopo il terremoto del 1742 la Diocesi raccoglie le offerte per i terremotati di Haiti. Il Vescovo nell’omelia parla di urgenza culturale e invita i cristiani a essere di esempio per la costruzione di una nuova civiltà. L’ELENCO DELLE OFFERTE PER I TERREMOTATI DI HAITI, RACCOLTE DURANTE LA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DEL VOTO C attedrale 1351, 80; s. benedetto 250, s. caterina 260, sacro cuore e s. nicola – capraia 65, s. Sebastiano 1350 n.s. di fatima 500, s. andrea 1200, sacro cuore 3500, s. matteo 1080, n.s. del rosario 2000, s. agostino 1230, seton 2000, s. Jacopo 2700, S.M. del soccorso 2150, u.p. tre arcangeli 1908,28, s. anna quercianella 590; s. giovanni bosco 1500, s. giovanni gualberto + villa serena + pascoli 235, s. maria Montenero 3600; s. simone 2020, ss. giovanni b. e ilario - rosignano marittimo 561,10; s. giuseppe – nibbiaia 173,38, s. leopoldo – vada 534; s. michele – gabbro 200; s. teresa - rosignano solvay 1900, s. giusto – parrana 405, s. ranieri – guasticce 400, celebrazione eucaristica domenicale in casa di don carlo leoni 300, n.n. 300; n.n. 5 azione cattolica 133 totale generale 34.401,56 «La forza della vita: una sfida» Sabato 6 febbraio Ore 21.00 Centro culturale diocesano (Via delle Galere 35) Incontro dibattito «La forza della vita: una sfida». Intervengono: dr. Dino Boffo, giornalista, già direttore di Avvenire; dr. Antonio Oriente ostetrico Ospedale Messina; dr. Edoardo Micheletti primario Pediatra Ospedale Livorno. Domenica 7 febbraio Ore 18.30 in Cattedrale – Giornata per la vita: S. Messa presieduta dal Vescovo Mercoledì 10 febbraio Ore 18.00 nell’auditorium dell’Accademia Navale (viale Italia).Tavola rotonda sul tema: «Dalla stalla alle stelle. Riflessioni nell’Anno Internazionale dell’Astronomia». Relatore Prof. Piero Benvenuti – Università di Padova.Tavola rotonda con: Prof. Ludovico Galleni, Università di Pisa; Ing.Valfredo Zolesi, Kaiser Italia; Mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno; Amm. Pierluigi Rosati, Accademia Navale di Livorno; modera: dott. Nicola Sangiacomo, resp. Progetto culturale diocesano Giovedì 11 febbraio Ore 16.00 cappella Ospedale - Giornata diocesana del malato: S. Messa e adorazione. Venerdì 12 febbraio Ore 21.00 parrocchia Salesiani conferenza dr. Puccetti medico docente Pontificio Ateneo Regina Apostolorum per la bioetica, sul tema «L’uomo indesiderato», incontro aperto alle giovani coppie SERVIZIO A PAGINA 3 NELL ALTRO FASCICOLO matematico». In questa nuova genesi culturale - afferma monsignor Giusti - «l’ordine è dato dall’assoluto primato dell’individuo e dalla qualità della vita colma del soddisfacimento di tutte le pulsioni qualunque esse siano. La libertà appare totale ed anzi fine stesso dell’esistenza accanto al piacere, divenuto ormai criterio determinante, per la valutazione etica degli atti. Il problema che vive questa cultura consumistica è l’alimentazione continua del desiderio e per questo è strutturalmente triste e produttrice di infelicità: la meta non è mai raggiunta, c’è sempre qualcosa che mi manca». Per questo - continua il Vescovo - è necessario opporre a questa nuova cultura il concetto di «eternità della vita» e la civiltà dell’amore». «È indubbiamente una sfida culturale a cui sono chiamati i cristiani e tutte le persone di buona volontà. È necessario costruire «spazi dove l’uomo è al centro, realtà dove il senso della vita non è la libertà né il piacere bensì l’amore e far sperimentare un Amore che vince la disperazione e la morte». LA PERSONA AL CENTRO DI OGNI AZIONE La Chiesa ha il compito di ricordare ai suoi figli che grande deve essere lo sforzo corale per la ricerca del bene comune. «Al centro dell’azione politica - ha sottolineato- deve esserci sempre la persona umana. La sua crescita morale e spirituale non può non essere, la prima preoccupazione per coloro che sono stati chiamati ad amministrare la comunità civile. Per questo, dunque, è fondamentale che quanti hanno ricevuto dalla fiducia dei cittadini l’alta responsabilità di governare le istituzioni, avvertano come prioritaria l’esigenza di perseguire costantemente il bene comune del popolo, in maniera integrale. Promuovendo tutto l’uomo. In tale contesto, desidero esprimere apprezzamento per gli

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

7 febbraio 2010

Il VOTO a MARIA: la devozionee la fede intelligente

iamo adadempier unvotoformulato nel

gennaio del 1742quando Livorno fucolpita da una serie diforti scosse di terremoto,che ebbero inizio il 16gennaio e continuaronoa ripetersi fino al 20,seminando terrore tra lagente. Il 27 gennaio poialle due antimeridiane sifece sentire la scossa piùtremenda preceduta dauno spaventoso boato.Un cronista dell’epoca hascritto che delle 30.000persone residenti, dopo ilterremoto ne rimasero incittà circa 3000! Sembradi vedere le scene diHaiti. Allora il ricorso allaMadonna di Monteneronacque spontaneo.Unanime fu la richiestadi portare in città ilquadro della Vergine. Il28 gennaio mattina, erala domenica diSessagesima, si formò lalunga processione che daMontenero giunsedavanti alla Collegiata. Eil terremoto cessò.Peregrinando fra legallerie di Montenerocostatiamo quantol’intervento divino permezzo di Maria, segna lastoria di tante famiglieLivornesi di ieri e di oggi.Quanti ex voto ho giàbenedetto in questi dueanni nella sacrestia diMontenero. Sembraquasi che per il buon Diosia del tutto abitualeintervenire, in maniera avolte eclatante, nella vitadei Livornesi.C’è unlegame singolare fraquesto popolo e il Padredi tutti noi. Un legamenel nome di Maria. (...)»

UNA FEDE INTELLIGENTEPrende spunto dallegame tra Maria eLivorno monsignorGiusti, nell’omelia dellafesta del Voto, perinvitare i cristiani ad unafede matura, che sia«suggerimento

S«all’intelligenza», che nonesima affatto la personadall’essere ragionevole,dal saper cercare, dalsaper dubitare, daldialogare con tutti, maanche dal saperdiscernere il tempopresente per capire qualisiano le cause dei«terremoti» che segnanola propria vita e quindiaffidarsi all’amore diMaria.«Un grande terremotoculturale è in atto - hasottolineato il Vescovo -siamo spettatori e alcontempo in qualchemisura, protagonisti, deltentativo del nascere diuna nuova cultura chetenta di mettere al centrola vita biologica e nonpiù l’uomo. Si afferma:tutto è frutto dimeccanismi biologici iquali di fatto, svuotanoogni senso pieno dellavita e ogni etica. Tutto èrelativo e quindi non c’èbene né male ma solo ciòche è opportuno per uncerto gruppo sociale inquel determinatomomento. Non esistesperanza terrena né ultraterrena e non c’è daattendere alcunaredenzione storica németastorica. La scienzapositivistica è affermatasopra ogni etica perchépresunta fonte dellaverità. Le neuroscienzeper alcuni ricercatori,vorrebbero prendere ilruolo della filosofiaclassica nonchè dellateologia affermando chel’unico principiooriginante è la materiaeterna. Si vuol farecredere che solo lescienze di tipomatematico sonoattendibili, che soltantouna conoscenza di tipopositivistico può esseredefinita tale con buonapace di tante mamme chenon potrebberoconoscere proprio nulladel proprio figlio perchéle loro osservazioni nonsono di tipo

sforzi compiuti dalleAmministrazioni pervenire incontro alle fascepiù deboli ed emarginatedella società, in vistadella promozione di unaconvivenza più giusta esolidale. Al riguardo,vorrei però invitare aporre ogni cura perché lacentralità della personaumana e della famigliacostituiscano il principioispiratore di ogni vostrascelta. A esso, inparticolare, occorre farriferimento nellarealizzazione dei nuoviinsediamenti della città,perché i complessiabitativi che vannosorgendo non siano soloquartieri dormitorio, masiano arricchiti construtture che favoriscano iprocessi disocializzazione.Preoccupazioneprincipale dovrannoessere l’educazione dellegiovani generazioni e lapromozione dellafamiglia, l’aiuto a quanti,specie in questomomento di crisi, vivonoe vivranno una stagionedifficile».A questo proposito ilvescovo Simone haannunciato che nellaprossima Quaresima laComunità Cristiana macon essa tutta laComunità civile, saràcoinvolta in una ulterioreraccolta di fondi persostenere forme dimicrocredito solidale perle famiglie in difficoltàeconomiche, meglioconosciute dallo slogannazionale, come «Prestitodella speranza» e siprocederà nel progetto diraddoppio dei serviziCaritas facendo sorgereun altro centro nelVillaggio Scolastico diCorea.

c.d.

Nelle foto di RobertoManera, in alto lacelebrazione in duomo;sotto la celebrazione aMontenero.

LA FESTA DEL VOTO

LA CERA E L’OMAGGIOFLOREALE A MARIA

a tradizionale festa del voto alla Madonna diMontenero ha avuto inizio al Santuario conl’offerta della cera votiva da parte dell’Arci-confraternita di Santa Giulia a nome di tutti i

livornesi, poi il Vicario generale monsignor EzioMorosi ha celebrato l’eucaristia. Nel pomeriggio lagiornata è continuata in Piazza Grande, prima conil Rosario, poi con l’aiuto dei vigili del fuoco con ladeposizione dei fiori all’immagine della Madonnasituata sopra i portici del Pieroni. Monsignor Simo-ne Giusti, in cattedrale, ha quindi celebrata la Mes-sa. In apertura il Vescovo ha sottolineato il «legamesingolare» tra Livorno e Maria, quasi una protezio-ne speciale da parte di Dio per intercessione dellaVergine. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato il terre-moto del 1742 e il voto dei livornesi che portaronoin città il quadro della Madonna di Montenero. Unevento che segna la storia di tante famiglie livornesidi ieri e di oggi come dimostrano gli ex voto pre-senti nel Santuario, che costituisce «il codice geneti-co» di questa città. Anche oggi è in atto un terremo-to, siamo spettatori di una nuova cultura che tentadi mettere al centro la vita biologica e non l’uomo,la persona. È una cultura che ci tratta alla stessastregua degli animali, dove tutto è relativo, e quindinon c’è ne il bene ne il male per cui tutto è permes-so. La cultura consumista basata sull’appagamentocontinuo dei desideri crea dei giovani sazi di tuttoma insoddisfatti, perché manca in loro la gioia, lacontentezza della vita presente, Ecco perché ai cri-stiani spetta una proposta di civiltà, ecco il perchédel progetto culturale: perché i cristiani non siano«critici pedanti», ma persone progettuali. La civiltàdell’amore ci spinge al bene per la nostra città e perle fasce più deboli. Per venire incontro alle famiglieche sono in difficoltà economica, il Vescovo al ter-mine dell’omelia ha ricordato la raccolta di fondi,proposta dalla CEI, destinati a forme di microcredi-to (in consonanza con quanto proposto dall’eco-nomista bengalese Yanus) che va sotto il nome di«Prestito della Speranza». Ha inoltre ricordato il re-cente progetto di raddoppiare il Centro Caritas diTorretta con un nuova struttura da realizzare nell’exVillaggio Scolastico che sorge nel quartiere di Co-rea.

Gianni Giovangiacomo

L

Nella celebrazione che ricorda il Voto dei livornesi alla Madonna dopo il terremoto del 1742 la Diocesi raccoglie le offerte per i terremotati di Haiti.Il Vescovo nell’omelia parla di urgenza culturale e invita i cristiani a essere di esempio per la costruzione di una nuova civiltà.

L’ELENCO DELLE OFFERTE PER I TERREMOTATIDI HAITI, RACCOLTE DURANTELA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DEL VOTO

Cattedrale 1351, 80; s. benedetto 250, s.caterina 260, sacro cuore e s. nicola – capraia

65, s. Sebastiano 1350 n.s. di fatima 500, s.andrea 1200, sacro cuore 3500, s. matteo 1080,n.s. del rosario 2000, s. agostino 1230, seton2000, s. Jacopo 2700, S.M. del soccorso 2150,u.p. tre arcangeli 1908,28, s. anna quercianella590; s. giovanni bosco 1500, s. giovannigualberto + villa serena + pascoli 235, s. mariaMontenero 3600; s. simone 2020, ss. giovanni b.e ilario - rosignano marittimo 561,10; s.giuseppe – nibbiaia 173,38, s. leopoldo – vada534; s. michele – gabbro 200; s. teresa -rosignano solvay 1900, s. giusto – parrana 405,s. ranieri – guasticce 400, celebrazioneeucaristica domenicale in casa di don carlo leoni300, n.n. 300; n.n. 5 azione cattolica 133

totale generale 34.401,56

«La forza della vita: una sfida»Sabato 6 febbraioOre 21.00 Centro culturale diocesano (Viadelle Galere 35) Incontro dibattito «Laforza della vita: una sfida». Intervengono:dr. Dino Boffo, giornalista, già direttore diAvvenire; dr. Antonio Oriente ostetricoOspedale Messina; dr. Edoardo Michelettiprimario Pediatra Ospedale Livorno.

Domenica 7 febbraioOre 18.30 in Cattedrale – Giornata per lavita: S. Messa presieduta dal Vescovo

Mercoledì 10 febbraioOre 18.00 nell’auditorium dell’AccademiaNavale (viale Italia).Tavola rotonda sultema: «Dalla stalla alle stelle.Riflessioni nell’Anno Internazionaledell’Astronomia». Relatore Prof. PieroBenvenuti – Università di Padova.Tavola

rotonda con: Prof. Ludovico Galleni,Università di Pisa; Ing.Valfredo Zolesi,Kaiser Italia; Mons. Simone Giusti, vescovodi Livorno; Amm. Pierluigi Rosati,Accademia Navale di Livorno; modera:dott. Nicola Sangiacomo, resp. Progettoculturale diocesano

Giovedì 11 febbraioOre 16.00 cappella Ospedale - Giornatadiocesana del malato: S. Messa eadorazione.

Venerdì 12 febbraioOre 21.00 parrocchia Salesianiconferenza dr. Puccetti medico docentePontificio Ateneo Regina Apostolorum perla bioetica, sul tema «L’uomo indesiderato»,incontro aperto alle giovani coppie

SERVIZIO A PAGINA 3 NELL’ALTRO FASCICOLO

matematico». In questa nuova genesiculturale - affermamonsignor Giusti -«l’ordine è datodall’assoluto primatodell’individuo e dallaqualità della vita colmadel soddisfacimento ditutte le pulsioniqualunque esse siano. Lalibertà appare totale edanzi fine stessodell’esistenza accanto alpiacere, divenuto ormaicriterio determinante,per la valutazione eticadegli atti. Il problema chevive questa culturaconsumistica èl’alimentazione continuadel desiderio e per questoè strutturalmente triste eproduttrice di infelicità:la meta non è mairaggiunta, c’è semprequalcosa che mi manca».Per questo - continua ilVescovo - è necessarioopporre a questa nuovacultura il concetto di«eternità della vita» e laciviltà dell’amore». «Èindubbiamente una sfidaculturale a cui sonochiamati i cristiani e tuttele persone di buonavolontà. È necessariocostruire «spazi dovel’uomo è al centro, realtàdove il senso della vita

non è la libertà né ilpiacere bensì l’amore efar sperimentare unAmore che vince ladisperazione e la morte».

LA PERSONA AL CENTRODI OGNI AZIONELa Chiesa ha il compitodi ricordare ai suoi figliche grande deve essere losforzo corale per laricerca del bene comune.«Al centro dell’azionepolitica - ha sottolineato-deve esserci sempre lapersona umana. La suacrescita morale espirituale non può nonessere, la primapreoccupazione percoloro che sono statichiamati adamministrare lacomunità civile. Perquesto, dunque, èfondamentale che quantihanno ricevuto dallafiducia dei cittadini l’altaresponsabilità digovernare le istituzioni,avvertano comeprioritaria l’esigenza diperseguire costantementeil bene comune delpopolo, in manieraintegrale. Promuovendotutto l’uomo. In talecontesto, desideroesprimereapprezzamento per gli

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI7 febbraio 2010II

el «giorno della memoria”», il 27gennaio, per la cittadinanzalivornese si è aperta la mostra(nella foto un momento

dell’inaugurazione) dedicata a «PrimoLevi. I giorni e le opere». L’evento terribiledella Shoa rivive nella sala allestitaall’interno del complesso dellaGherardesca: attraverso molteplici pannelliche illustrano la vita, le vicende storiche,l’attività letteraria, gli interessi di un uomo(nella foto) che rappresenta non solo unatestimonianza dell’olocausto masoprattutto il desiderio di riprendere avivere e di lasciare, finalmente, il ruolo ed ildestino di sopravvissuto. Molti coloro che hanno percorso la mostranel giorno dell’inaugurazione, tra cuianche alcuni rappresentanti dellacomunità ebraica livornese, il rabbino capoYair Didi, il rappresentante della comunitàebraica livornese Samuel Zarrugh e GuidoGuastalla, ma soprattutto grandel’attenzione e la partecipazione ad unastoria che, piuttosto che restare relegata neimusei e nelle scuole, costringe ciascuno adentrarvi dentro attraverso il racconto di unavita che lentamente si costruisce, nonsoltanto delle vicende tragiche del nazismoma anche facendo rivivere un chimico,uno scrittore, un amante della montagna edell’alpinismo, un ebreo e molte altrefotografie che si compongono in un unicoquadro vivo, presente, attuale.Nello stesso spazio allestito all’interno delcomplesso della Gherardesca troviamo

anche la mostra «2000-2010. La giornatadella memoria. 10 anni di iniziative» cheaiuta a ripercorrere le tappe di questocammino iniziato proprio 10 anni fa edinteso a mantenere viva la memoria di unpassato sulle cui rovine è basata la nostraepoca. A seguire a tutti i partecipanti è stataofferta una degustazione di cibi kasherdella tradizione sefardita.Le mostre resteranno aperte fino al 19febbraio permettendo così alla città diLivorno un luogo in cui poter ricordare eprendere coscienza di questo tragicomomento della storia e della immensadimensione dell’ uomo al quale non bastasoltanto conservarsi in vita ma desideravivere pienamente.

Flavia Marco

N

Il non profit per un’economia più umana

el trentesimoanniversariodella morte dimonsignor

Piccioni, Vescovo diLivorno dal 1921 al1959, don RenatoRoberti scrisse unarticolo sul settimanale«Darsena Toscana»(n. 16del 22.04.89; si puòconsultare sul libro «AiConfini dell’Ortodossia»,pg 255-257).Il legame che univa donRenato al vescovoPiccioni è stato unlegame forte, filiale, diobbedienza,intellettualmentedinamico. Un legamecondiviso con altri duesacerdoti della diocesi:don Roberto Angeli edon Amedeo Tintori.«In pochi anni-scrivevadon Renato- monsignorPiccioni aveva contagiatoclero e fedeli di quellasua grande passione cheavrebbe fortementecaratterizzato lafisionomia pastorale ditutto il suo episcopato:insegnare catechismo».Piccioni ha dunquelasciato alla Chiesa diLivorno un patrimoniodi idee e di esperienzesull’educazione alla fedein generale ed in

Nparticolare sullacatechesi. Ma gli anni incui Piccioni sprigionaintuizioni nuove e nuovemodalità di catechesisono-così verga donRenato- «annistraordinariamenteintensi e sconvolgenti,anni che hanno bruciato,come vecchie foreste,secoli di storiaprovocando svolte ecapovolgimentisorprendenti. Nasce emuore il fascismo,tramonta la monarchia esorge la Repubblica, unaguerra totalitaria in terra,in mare e in cielo,incendia il pianeta esotto le sue macerie restasepolto il colonialismodei paesi occidentali, mase ne instaura unoancora più disumano,quello stalinista, nelmondo orientale. Nellastessa Chiesa si fannosempre più ingombrantivecchie scorie del passatoe lievitano nuovifermenti che porterannoal Concilio». Un«vulcanico e franosoprecipitare dei tempi»che prepara la novitàconciliare e ilrinnovamento pastorale.In questa compagine lafigura di monsignor

Piccioni «appare ancorapiù grande per lachiarezza e lungimiranzadelle sue scelte, perquell’intuito profeticoche i grandi spiriti hannoper discernere quello cheveramente vale oltre lademagogia delle offerte,nel riconoscere l’umileape che fa il miele tra ilronzio delle inutilivespe», annota ancoradon Renato. Nelprezioso articologiornalistico, il nostrosacerdote riporta unepisodio significativo.Durante la celebrazionedell’ottantesimocompleanno del vescovoPiccioni, don RenatoRoberti parlò a nome ditutto il clero livornese. «La sua dolce figura- glidisse- mai ci è apparsagrande e cara come ora.Prima ci colpivaspecialmente il suoeccezionale sapere, ora cista davanti, ricca difascino evangelico, la SuaPersona. L’amore che loha tenuto sempre tra ilsuo popolo, anche nelpericolo; per difenderloanche nella densaatmosfera delpessimismo postbellico;per servirloevangelicamente anche

nell’opera dellaricostruzione materiale;la cristiana fierezza concui si è levatosuperiormente sullaflessibilità degli uomini;lo spirito di povertà edistacco che edifica ecommuove tuttaLivorno; il senso dellaChiesa amata edubbidita con l’umileeroismo dei Padri; sonoper noi, tra le tante suevirtù, un sublimeesempio di condottapastorale e di concretorichiamo a tutti i nostrisacerdotale doveri. Perquesto Eccellenza, leinon ha cessato di farciscuola, d’insegnarci lecose belle e sante dellavita.»

In occasione deltredicesimoanniversario dellamorte di don RenatoRoberti, un incontrocon il diacono Andrea

Zargani, Vicedirettoredell’Archivio Diocesano,farà ulteriormente lucesui tre sacerdoti«contagiati» damonsignor Piccioni(sulla cui figura edopera sono incorsoiniziative ecclesiali) e«consanguinei..digrazia» (le feliciespressioni sono delvescovo emerito AlbertoAblondi): don RenatoRoberti, don RobertoAngeli e don AmedeoTintori.Sfondo integratoredell’incontro che siterrà nella Parrocchia diS. Matteo, venerdì 19febbraio prossimo, alleore 21.00 la Lettera perl’Indizione dell’ AnnoSacerdotale diBenedetto XVI.

Enrica Talà, “Gruppo Amicidi don Renato Roberti”

e direttore “Centro Studi don Roberto Angeli”

Studiosi a colloquio a Pisa150 dopo Darwin

i svolgerà a Pisa il 19 e 20 febbraioil terzo colloquio italo russo sul

tema «Darwin, la scienza e la fede:scuole europee e russe a confrontocentocinquanta anni dopo l’originedella specie».Nei due giorni sono previsti interventidi numerosi accademici europei tracui padre Fiorenzo Reati e il professorLudovico Galleni che hannopromosso il prestigioso eventoculturale. Per informazioni:[email protected]

S

risi, disoccupazione,economia, etica, terzosettore, Caritas in veritate,sono stati questi gli

argomenti al centro del Convegno distudio organizzato dalle Acli livornesiin collaborazione con l’Università diPisa, Borsa italiana e Cesvot e con ilpatrocinio, tra gli altri, dellaPresidenza del Consiglio, del Senatodella Repubblica e della Bancad’Italia, sul tema: L’economia nelsociale, lo sviluppo sostenibile e leopportunità di avanzamento culturalegrazie alle aziende non profit. I lavorisono stati aperti da Nicola Gualerci diSviluppo Grandi Progetti mentreGabriele Parenti, giornalista di Rai 3,ha coordinato gli interventi. Ilsindaco, Alessandro Cosimi, nelporgere il saluto ai convegnisti, haletto la lettera beneauguranteinviata dal Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano, e si èespresso favorevolmente sul temache veniva proposto. Nel corsodell’intervento Cosimi ha citato piùvolte la Caritas in veritate e la Spesalvi dimostrando di conoscerle afondo. I valori etici e la centralitàdell’individuo sono stati anche imotivi che hanno animato la vita dellaico livornese Nicola Badaloni.L’etica – ha concluso – è da mettereal centro anche della questioneamministrativa perché attraversol’agire quotidiano si possa creare unmondo migliore. Al termine deilavori, il Presidente provinciale delleAcli,Valerio Luci, dopo averringraziato i presenti tra cui idiplomatici dell’Angola e l’addetto alconsolato russo di Roma, Popov, hadefinito l’incontro «ricco di spunti etestimonianze». Infatti avevaincominciato il Professore MarcoAllegrini, presidente del Corso diLaurea in Economia Aziendaledell’Università di Pisa, a chiarire ilrapporto tra etica ed economia da unpunto di vista aziendale. Il relatoreha sottolineato che negli ultimi annisi sono avuti clamorosi scandalisocietari e i risparmiatori e lefamiglie ne hanno pagate leconseguenze. Allegrini ha citato piùvolte la Caritas in veritateterminando con le paroledell’enciclica «l’economia ha bisogno

Cdi un etica amica della persona». AdAllegrini ha fatto da contraltare larappresentante di Borsa Italiana cheha detto che le aziende quotate inborsa hanno una maggiore credibilitàanche da un punto di vista fiscale esono caratterizzate da visibilità etrasparenza. Anche l’assessoreregionale al Diritto alla Salute,Enrico Rossi, ha detto che l’economiasenza regole e senza vincoli è unfatto negativo e che nella Caritas inveritate è presente la critica controquesti effetti distruttivi dell’economiaal cui centro deve invece stare losviluppo umano, della persona, comedel resto dice l’articolo terzo dellaCostituzione. E ha certamenteparlato della Caritas in veritate ilVescovo, Simone Giusti, che ha datolettura del messaggio inviato dalPapa, tramite la Segreteria di StatoVaticana, ai partecipanti. Il Vescovoha sostenuto che uno svilupposostenibile deve affrontare ladicotomia tra sfera economica e sferasociale. Per quanto riguarda i paesi

africani ha sottolineato che il ruolo dimolte multinazionali farmaceuticheva oltre ogni etica e porta soloall’esasperazione dell’individuo e delsuo profitto e si è chiesto se larecente pandemia influenzale non siastata costruita da alcuni abilioperatori di marketing. Le dosi divaccino non smerciate in Occidentesono state poi vendute ai paesidell’Africa dove le multinazionalifarmaceutiche conducono anchedelle sperimentazioni selvagge suquei popoli e rifiutono di dar loroquei medicinali che potrebberosalvare la vita di migliaia di bambini.Dalla diversità delle culture si puòarrivare ad una etica condivisaabbattendo il «nuovo Re Sole che sichiama Società per Azioni», infatti ilbene comune esige di intendersi. LaCaritas in veritate ci invita acambiare il sistema, a cambiare «ilregime oligarchico che dominal’economia mondiale» mentre dono efraternità sono le due parole chiavedell’enciclica. Non si tratta più di fare

la carità ma di dare con amoreperché nessuno sia più nel bisogno.L’impresa deve fare posto allagratuità, il modello sano dell’impresadeve essere rivolto «all’utilità socialecomplessiva» promovendo il benecomune di un popolo. Ecco allora lanascita di una economia civile di una«economia di comunione» che ilPapa tanto incoraggia. MonsignorGiusti, riferendosi sempreall’enciclica, ha evidenziato come gliorganismi internazionali, l’Onu primadi tutti, devono essere in grado diproporre soluzioni riguardanti, adesempio, il problema dell’acqua cheè un diritto primario e non puòessere accaparrata o privatizzata,così come ci dovrebbe essere unafunzionante Agenzia mondiale perl’immigrazione e per l’ambiente ingrado di governare i processi scaturitidalla globalizzazione. In questa età di«turbolenza» dei mercati, dobbiamoattrezzarci meglio compiendo unenorme sforzo di innovazione dellepiccole e medie imprese che sonol’ossatura della nostra economia. C’èinoltre una emergenza credito dafronteggiare e il sistema bancariodeve sostenere le imprese. Si puòuscire dalla crisi solo con un alleanzatra istituzioni, imprese, mondopolitico e sociale. Kutufà ha detto chela crisi avrebbe dovuto mettere indiscussione il modo di sviluppo delmondo occidentale come moltisperavano, così invece non è statoperché il meccanismo è ripartito conle stesse caratteristiche di prima, sivedano gli Stati Uniti dove il denaropubblico è servito solo alle banche eai banchieri per continuare i propriinteressi. Sono gli Stati Uniti e laCina che guidano l’uscita dalla crisi enon l’Europa, ciò è scoraggiante e ilcambiamento non avviene.Purtroppo l’enciclica ha avuto unaeco molto ridotta, gli stessi mass-media ne hanno dato una ricadutamolto modesta. Nel nostro territorio– ha terminato Kutufà- nonostantetutto, la qualità della vita è ancorarilevante perché deriva dalla nostracoesione sociale, dalla capacità ditenuta dovuta anche alla rete dicooperazione sociale e di non profitche è presente sul nostro territorio.

Gianni Giovangiacomo

NEL GIORNO DELLA MEMORIA:PER NON DIMENTICARE!

La mostrasu Primo Levi

Al convegno provinciale delle Acli si parla di sviluppo sostenibile

L’ufficio catechistico diocesano propone

Sussidi per la Quaresimaiamo ormai vicini alla Quaresima e ogni parrocchia si sta già preparando aviverla. L’Ufficio Catechistico della Diocesi, vuole essere di aiuto a questo

lavoro proponendo due sussidi diversi, in particolare, rivolti alle famiglie deiragazzi che stanno facendo Iniziazione Cristiana. Le proposte saranno tutteorientate alle letture domenicali in modo da aiutare un approfondimento delpercorso liturgico che vive la comunità.La prima proposta è un Sussidio vero e proprio per iniziare un piccolocammino di Catechesi Familiare, rivolto a tutte quelle parrocchie che stannofaticando ad iniziare questo itinerario catechetico. Il sussidio prevede delleschede per i genitori e delle schede per i ragazzi da fare con i genitori, inoltreè interessante la proposta di alcuni simboli che possono aiutare a rendere piùvisibile ciò che vogliamo trasmettere. La seconda proposta è un Sussidio perla Preghiera in famiglia rivolto a tutta la comunità, è una proposta che puòessere un segno visibile di unità parrocchiale che vive la stessa preghiera inogni casa. Il Sussidio sarà composto da due fascicoli, uno per tutta la famigliae uno per i genitori o gli adulti in cui si troveranno degli approfondimenti sulleletture delle domeniche quaresimali. I sussidi sono disponibili presso laportineria della Curia e saranno stampati dalla Diocesi stessa, per questo èopportuno ordinarli alla stamperia facendo riferimento a Cristian La Rosa.Questa iniziativa è un modo per essere e vivere insieme la Quaresima incomunione con tutta la Diocesi.

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A San Matteo un incontro nel tredicesimoanniversario della morte di don Renato Roberti

TRE PRETI «CONTAGIATI»DAL VESCOVO PICCIONI

Page 3: La Settimana - n. 5 del 7 febbraio 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI7 febbraio 2010 III

AGENDA DIOCESANAVENERDÌ 5 FEBBRAIO- 17.30 nella Chiesa della Madonna il Vescovopresiede la celebrazione eucaristica per il 10°anniversario dell’ordinazione di don Placido Bevinetto

SABATO 6 FEBBRAIO- 12.30 il Vescovo a Genova tiene un incontro con icatechisti della diocesi ligure sul tema «Il linguaggiodella fede e i linguaggi dei ragazzi di oggi: mutuorapporto»- 21.00 presso il centro culturale diocesano (via delleGalere) primo incontro della settimana per la vita(progr. pag I)

DOMENICA 7 FEBBRAIO- 10.00 il Vescovo celebra la Messa al Santuario diMontenero trasmessa in diretta su Rete Quattro- 11.30 il Vescovo celebra le Cresime nella parrocchiadi S.Rosa- 18.30 il Vescovo celebra la Messa per la giornata perla vita in cattedrale

lunedì 8 e martedì 9 febbraio il Vescovopartecipa all’Assemblea ordinaria dellaCET

MARTEDÌ 9 FEBBRAIO- 21.00 alla chiesa di S. Lucia Adorazione eucaristicaorganizzata dalla comunità Santo Spirito

MERCOLEDÌ 10 FEBBRAIO- 9.30 in vescovado incontro con i vicari foranei- 18.00 presso l’Accademia Navale di Livorno «Dallestalle alle stelle» nell’ambito della Settimana per la vita

GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO-9.30 il Vescovo saluta i dirigenti scolastici della scuolasecondaria in Vescovado- 16.00 alla cappella dell’ospedale il Vescovo celebrala Messa per la giornata del malato (pag I)-18.30 il Vescovo a S. Giulia celebra la Messa inricordo di padre Giussani

VENERDÌ 12 FEBBRAIO- 9.30 il Vescovo saluta i dirigenti scolastici della scuolaprimaria in vescovado- 15.30 il Vescovo partecipa alla scoperta della lapidein ricordo di padre Piccirillo presso l’Aula Magna delCentro Culturale Diocesano (Via delle Galere), a seguirecelebrazione della Messa e presso l’Aula Magna delliceo classico commemorazione del padre francescano.

SABATO 13 FEBBRAIO- 16.00 presso il salone delle suore di Shangay (viaVan Berger) Convegno provinciale CSI- 18.00 il Vescovo celebra la Messa per la comunità disant’Egidio nella chiesa di San Giovanni- 21.00 alla chiesa dei Salesiani incontro sui temi dellavita con il dr. Puccetti (prg.pag I)

DOMENICA 14 FEBBRAIO- 10.30 il Vescovo celebra le cresime nella parrocchiadi N.S. di Lourdes (Collinaia)- 18.00 il Vescovo celebra le cresime nella parrocchiadei Sette Santi Fondatori

Una chiesa antica:quella di S. Leonardoe Guido ed una piùmoderna: quella di S. Luca, per servire una comunità giovane che tenta di risvegliare unquartiere «dormitorio»Due chiese per un paese

DI GIAMPAOLO DONATI

na modernastruttura conuna facciata dimattoni rosso

fuoco, che fa da contrastoal verde ombroso del boscodi querce secolari in cui sitrova immersa. Così si pre-senta agli occhi del visita-tore la chiesa di San Lucaa Stagno. Una parrocchiagiovane, nata solo nel1970, che dal 2004 perdecreto del vescovo Colettiè stata unificata a quellache da sempre è considera-ta la parrocchia «storica»di Stagno, quella di SanLeonardo e Guido nellaparte vecchia del paese,che affonda le sue radiciniente meno che nel bassoMedioevo. Attuale parrocoè don Piotr Grajper, che sitrova solo da pochi mesialla guida della comunità.Don Grajper, quindi leiadesso è il parroco ditutto il paese di Sta-gno…… «Esatto: la parrocchia at-tuale comprende tutti i4100 circa abitanti delpaese anche se, come ac-cade ovunque, quelliche partecipano alla vitadella parrocchia sonopurtroppo molti me-no». Prima di venire a Sta-gno, lei era parroco a

U

Parrana San Martino:che analogie e differen-ze ha trovato? «Si tratta in realtà di dueesperienze molto diver-se fra loro: Parrana è unpaese vero e proprio,lontano dalla città,mentre Stagno è in pra-tica un quartiere di Li-vorno, dove la gente statutto il giorno fuori a la-voro e rientra la sera: un“quartiere dormitorio”con tutti i problemi chequesto può comporta-re».Parliamo della vita del-la parrocchia: quali so-no i gruppi e le attivitàche svolgete?«La vita pastorale ruotaattorno a vari gruppi:primo fra tutti la Caritasparrocchiale, che ha alle

spalle una lunga storiadi collaborazione con laCasa Famiglia Borrellidi Stagno, ma che ulti-mamente si trova sem-pre più a dover aiutarefamiglie del paese indifficoltà per la perditadel lavoro, che non ce lafanno più ad andareavanti. Esiste poi ungruppo di teatro che fral’altro, qualche anno fa,è stato ospite niente me-no che della “Corrida”di Canale 5. Tuttavia, leattività principali dellaparrocchia sono legatealla formazione giova-nile, in particolare algruppo del dopocresi-ma che, grazie agli sforzidegli animatori, è di-ventato il vero fiore al-l’occhiello della parroc-

chia. Attualmente attor-no al dopocresima ruo-tano circa 40 ragazzi dai12 ai 19 anni, suddivisiin quattro gruppi e, ol-tre agli incontri settima-nali, vengono organiz-zati periodicamente riti-ri spirituali e campeggidi formazione». Altre attività?«Propedeutico al dopo-cresima è il catechismodei bambini, con circa90 iscritti, che qui co-mincia già a sei anni, esi svolge per lo più inorario infrasettimanale;per i più piccoli, esisto-no anche laboratori conattività ludico-formati-ve, che culminano nelmese di giugno con il“Guastagno”, quindicigiorni in cui bambini eragazzi si ritrovano ognigiorno con gli animatoriper giochi, gite, e anchepreghiera. Importanteda ricordare è anche l’at-tività dell’oratorio, cherimane aperto tutti igiorni, e il “campino”da pallacanestro. E nonè da dimenticare che, le-gato alla parrocchia, èanche l’asilo delle suoredi Santa Dorotea, (a cuifa capo il gruppo livor-nese dei laici Operatoridi Santa Dorotea), cheper anni è stata l’unicastruttura per l’infanzia

esistente nel paese».Fra qualche domenicasi svolgeranno le ele-zioni del nuovo consi-glio parrocchiale, chelei ha deciso di creareex novo, dato che pri-ma esisteva solo una«commissione pastora-le»: potrebbe spiegarciin breve le differenzefra i due organismi ecome mai lei ha sceltodi optare per il secon-do?«In realtà non si tratta diuna opzione mia, ma diun obbligo che scaturi-sce dalla legge: la miaintenzione è in questimesi di preparane la ele-zione dei membri chedevono essere scelti inparte dalla comunità.Credo comunque che ilconsiglio comincerà alavorare ormai nel nuo-vo anno pastorale,2010/2011».Idee e progetti per il fu-turo?«I nostri progetti, attual-mente, prevedono lacreazione di un entrataper gli handicappatimentre, per il futuro, ilnostro sogno sarebbequello di edificare uncampanile proprio difronte alla chiesa, perchiamare i fedeli allamessa la domenica mat-tina»

PARROCCHIA DI SAN LUCA,SAN LEONARDO E SAN GUIDOVia De Gasperi 2 57017 Stagno (LI)Tel./fax: 0586/942387E mail: [email protected] internet: www.gabbianistagno.orgParroco: don Piotr Grajper (da ottobre 2009)Orario messe: feriali ore 18 (invernale) ore 8(estivo); prefestivo: ore 18; festivo: ore 9:30(San Leonardo) ore 11:15 (San Luca). È in fa-se di valutazione il ripristino della messa fe-stiva alle ore 8 del mattino per venire incon-tro a varie richieste pervenute dai parrocchia-ni.

La chiesa di San LucaLa storia del garage che divenne parrocchia

era una volta ungarage…..Potrebbe cominciare

così il racconto della storia dellaparrocchia di San Luca, fondata nel1970 quando appariva ormai chiaroche la parte alta del paese, costituitaallora da poche isolate villette,sarebbe stata destinata ad un rapidosviluppo, e avrebbe avuto spazio peruna parrocchia propria. Così fudecisa la nascita di una nuova chiesaa Stagno, accanto a quella storica diSan Leonardo nella parte «vecchia»del paese. Il parroco, don OrfeoBosello, che sarebbe rimasto al suoposto fino al 1993, inaugurò laparrocchia quando la chiesa eraancora in costruzione e,provvisoriamente, celebrava lefunzioni proprio in un piccolo garageprivato, dove la prima piccolacomunità cominciò a poco a poco aritrovarsi. La chiesa vera e propria fuinaugurata qualche anno più tardi, e

C rimase invariata nel corso degli annicon l’eccezione di un importantelavoro di ampliamento terminato nel1985, coronato dalla solenneconsacrazione dell’altare da partedel vescovo Ablondi nell’aprile dellostesso anno. Successivamente fu donMario Ametta, parroco dal 1993 al2000 ad avere l’intraprendenza direalizzare una grande costruzione ditre piani adiacente alla chiesa dautilizzare per le attività pastorali.Attualmente è in progetto larealizzazione di uno scivolo perpermettere l’accesso ai disabili e,soprattutto, la costruzione di uncampanile di fronte alla chiesa, contanto di orologio e campane perchiamare i fedeli alla preghiera.Guardandosi alle spalle, dal piccologarage di quaranta anni fa di stradane è stata fatta tanta. Del tuttodiversa la storia di San Leonardo, lecui origini affondano addirittura nel

Medioevo. Sull’attuale sito dellachiesa, infatti, già nel 1200,esisteva l’Ospedale di SanLeonardo, che ospitava ipellegrini che, percorrendo la ViaEmilia, si dirigevano versoRoma. La sua posizione, neipressi del Portus Pisanus ne feceper un secolo uno dei piùimportanti hospitales delMedioevo, e furono circa unadecina i papi che, con circa 200bolle, si occupano dellastruttura, fino alla sua chiusuraavvenuta nel 1254, per sospettirapporti con eretici.

La chiesa di San Leonardo e GuidoIl ristoro dei pellegrini in viaggio per Roma

e San Luca rappresenta la nuova realtà di Stagno, la chiesa“storica” del paese è senza dubbio quella di San Leonardo, le cui

origini risalgono addirittura al basso Medioevo. Sull’attuale sito dellachiesa, infatti, si trovava l’Ospedale di San Leonardo, costruito nel XIIsecolo inizialmente con lo scopo di curare i cavalieri feriti di ritornodalla Terrasanta (ricordiamo che all’epoca il sito si trovava nelle

immediate vicinanze delPortus Pisanus), ma benpresto cominciò adoffrire ristoro e ospitalitàai pellegrini che sidirigevano verso Romapassando per la vicinaVia Emilia. La suaposizione strategica,adiacente al porto e aduna delle principali viedi comunicazione, nefece per un secolo unodei più importantihospitales del Medioevo,e furono circa unadecina i papi che, concirca 200 bolle, si

occupano della struttura, fino all’anno della sua soppressione,avvenuta nel 1254, per sospetti rapporti con eretici. Molti secoli dopo,sul sito del vecchio ospedale, fu costruita la attuale chiesa, checonserva il nome di San Leonardo, e che fu inaugurata nel 1860,precisamente il giorno 14 marzo, come ricorda una scritta sul anticapavimentazione in ciottolo di fiume, riportata recentemente alla lucein occasione di un restauro, che presenta anche una grande crocepisana. San Leonardo, infatti, appartiene storicamente alla Arcidiocesidi Pisa, che però, nel 1980, la concesse in comodato d’uso allaDiocesi di Livorno per un periodo di 99 anni. All’interno della chiesa,che si trova sotto il vincolo delle Belle Arti, si trovano alcune operepregevoli artistiche: un capo di San Giovanni Battista in cartapesta,che è il bozzetto fatto dall’artista stesso di quello presente nelBattistero di Pisa, una reliquia di san Leonardo e un fonte battesimaleproveniente dal giardino della Curia Arcivescovile di Pisa.

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LA STRUTTURA PER DISABILIA COLLESALVETTI

Prende forma il nuovo«Santa Caterina»

ercoledì 10 febbraio, alle 10.30, LuigiMarchetti, presidente della fondazione Maffi

che gestisce la struttura, l’arcivescovo di PisaGiovanni Paolo Benotto, il sindaco di CollesalvettiLorenzo Bacci, il direttore generale dell’aziendaUsl 6 Monica Calamai e l’assessore regionale aldiritto alla salute Enrico Rossi, inaugureranno inuovi ambulatori, la nuova piscina e una piccolaforesteria. I nuovi ambulatori sorgono in unedificio semicircolare, ormai divenuto punto diriferimento per molti pisani e livornesi provati daictus cerebrali, sclerosi multipla, morbo diParkinson o fratture. Coloro che necessitano di unpercorso di riabilitazione anche in acqua, potrannoadesso usufruire di di una vasca grande e di unapiccola, di un percorso kneipp freddo e di unocaldo. Le piscine mantengono una temperaturacostante e si svuotano più volte ogni giorno.ALTRO SERVIZIO NEL FASCICOLOREGIONALE A PAGINA 9

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VIAGGIO NELLE PARROCCHIE

Page 4: La Settimana - n. 5 del 7 febbraio 2010

SPIRITUALITÀTOSCANA OGGI7 febbraio 2010IV

I PIU’VENDUTI NELLE LIBRERIE CATTOLICHE

1 MESSALE QUOTIDIANO San Paolo2 P. Brosio A UN PASSO DAL BARATRO Piemme3 W. Poltawska DIARIO DI UN’AMICIZIA San Paolo4 C. M. Martini QUALCOSA DI COSI’PERSONALE Mondadori5 V. Mancuso LA VITA AUTENTICA Cortina6 S. Oder PERCHÉ È SANTO Rizzoli7 M.Vannini PREGO DIO CHE MI LIBERI DA DIO Bompiani8 G.Vannucci FEDE - SPERANZA - AMORE Romena9 V. Paglia LA PAROLA DI DIO OGNI GIORNO Leonardo I.10 C. M. Martini PROVE E CONSOLAZIONI DEL PRETEAncora

ono tre i titoli che entranoquesta settimana per la pri-

ma volta nella nostra classifica:al decimoposto unaraccolta dimeditazio-ni sul sa-cerdozio del cardinale CarloMaria Martini, corredate da di-segni del pittore Radaelli, al-l’ottavo una raccolta di testi,pensieri e poesie del padre Gio-vanni Vannucci, con un testoinedito di padre Davide MariaTuroldo e al sesto un saggio su

Giovanni Paolo II, raccontatodal postulatore della causa dibeatificazione. Il messale quo-

tidiano conla nuovatradizionedella Cei siriconferma

al primo posto. Questa setti-mana, dal 25 al 30 gennaio, laclassifica ha visto interessate al-la rilevazione le librerie SanPaolo di Pisa, Santa Chiara diCarrara, La Cometa di Scandic-ci e San Jacopo di Pistoia.

A cura di Stefano Zecchi

SIn classifica pensieri e poesiedi padre Giovanni Vannucci

iò di cui l’uomo hapiù bisogno nonpuò essergligarantito per

legge» ma «per godere diun’esistenza in pienezza, gli ènecessario qualcosa di piùintimo che può essergliaccordato solo gratuitamente:potremmo dire che l’uomo vivedi quell’amore che solo Dio puòcomunicargli avendolo creato asua immagine e somiglianza». Ilmessaggio di Benedetto XVI perla Quaresima (testo completo su www.toscanaoggi.it) è unariflessione «sul vasto tema dellagiustizia» che invita acomprendere «come e più delpane» l’uomo ha «bisogno diDio» perché «sono certamenteutili e necessari i beni materiali -del resto Gesù stesso si èpreoccupato di guarire i malati,di sfamare le folle che loseguivano e di certo condannal’indifferenza che anche oggicostringe centinaia di milioni diesseri umani alla morte permancanza di cibo, di acqua e dimedicine -, ma la giustizia“distributiva” non rendeall’essere umano tutto il “suo”che gli è dovuto».

ILLUSIONE E CHIUSURAUna «tentazione permanentedell’uomo», ricorda il Pontefice,è «quella di individuare l’originedel male in una causa esteriore»e «molte delle moderneideologie hanno, a ben vedere,questo presupposto: poichél’ingiustizia viene “da fuori”,affinché regni la giustizia è

C«sufficiente rimuovere le causeesteriori che ne impedisconol’attuazione». Tuttavia questomodo di pensare, comeammonisce Gesù, è «ingenuo emiope» perché «l’ingiustizia,frutto del male, non ha radiciesclusivamente esterne» ma «haorigine nel cuore umano, dove sitrovano i germi di unamisteriosa connivenza col male».Il Santo Padre sottolinea che«l’uomo è reso fragile da unaspinta profonda, che lo mortificanella capacità di entrare incomunione con l’altro» e «apertoper natura al libero flusso dellacondivisione, avverte dentro disé una strana forza di gravità chelo porta a ripiegarsi su se stesso,ad affermarsi sopra e contro glialtri: è l’egoismo, conseguenzadella colpa originale». Sonoproprio Adamo ed Eva che«sedotti dalla menzogna diSatana», ricorda il Papa,afferrano «il misterioso fruttocontro il comando divino» esostituiscono «alla logica delconfidare nell’Amore quella delsospetto e della competizione» e«alla logica del ricevere,dell’attendere fiduciosodall’Altro, quella ansiosadell’afferrare e del fare da sé»sperimentando «come risultatoun senso di inquietudine e diincertezza». Dentro al «cuoredella saggezza di Israeletroviamo un legame profondotra fede nel Dio che “sollevadalla polvere il debole” (Sal113,7) e giustizia verso ilprossimo», spiega BenedettoXVI, e «la parola stessa con cui in

ebraico si indica la virtù dellagiustizia, sedaqah, ben loesprime» significando «da unaparte, accettazione piena dellavolontà del Dio di Israele;dall’altra, equità nei confrontidel prossimo» soprattutto «delpovero, del forestiero,dell’orfano e della vedova». I«due significati sono legati»,ribadisce il Papa, »perché il dareal povero, per l’israelita, non èaltro che il contraccambiodovuto a Dio, che ha avuto pietàdella miseria del suo popolo» e«per entrare nella giustizia èpertanto necessario uscire daquell’illusione di auto-sufficienza, da quello statoprofondo di chiusura, che èl’origine stessa dell’ingiustizia».

SOCIETÀ GIUSTE«Quale è dunque la giustizia diCristo?», si domanda il SantoPadre: «È anzitutto la giustiziache viene dalla grazia, dove nonè l’uomo che ripara, guarisce sestesso e gli altri» e «il fatto chel’«espiazione» avvenga nel“sangue” di Gesù significa chenon sono i sacrifici dell’uomo aliberarlo dal peso delle colpe, mail gesto dell’amore di Dio che siapre fino all’estremo, fino a farpassare in sé “la maledizione”che spetta all’uomo, pertrasmettergli in cambio la“benedizione” che spetta a Dio».La giustizia divina, precisa ilPontefice, è «profondamentediversa da quella umana» perché

«Dio ha pagato per noi nel suoFiglio il prezzo del riscatto, unprezzo davvero esorbitante» ma«di fronte alla giustizia dellaCroce l’uomo si può ribellare,perché essa mette in evidenzache l’uomo non è un essereautarchico, ma ha bisogno di unAltro per essere pienamente sestesso». In questo senso,prosegue il Papa, «convertirsi aCristo, credere al Vangelo»significa «uscire dall’illusionedell’autosufficienza per scopriree accettare la propria indigenza -indigenza degli altri e di Dio,esigenza del suo perdono e dellasua amicizia» e «si capisce alloracome la fede sia tutt’altro che unfatto naturale, comodo, ovvio»perché «occorre umiltà peraccettare di aver bisogno che unAltro mi liberi del “mio”, perdarmi gratuitamente il “suo”». Conclude Benedetto XVI:«Grazie all’azione di Cristo, noipossiamo entrare nella giustizia“più grande”, che è quelladell’amore (cfr Rm 13,8-10), lagiustizia di chi si sente in ognicaso sempre più debitore checreditore, perché ha ricevuto piùdi quanto si possa aspettare.Proprio forte di questaesperienza, il cristiano è spinto acontribuire a formare societàgiuste, dove tutti ricevono ilnecessario per vivere secondo lapropria dignità di uomini e dovela giustizia è vivificatadall’amore».

Sir

iovedì 28 gennaio Papa Benedetto XVIha ricevuto i rappresentanti delle setteAccademie Pontificie (di SanTommaso d’Aquino, di Teologia, di

Archeologia, «Cultorum martyrum», MarianaInternazionale, dell’Immacolata, dei Virtuosidel Pantheon). Il compito e la responsabilitàdelle Accademie Pontificie - ha detto il Papa - èquello di servire la Chiesa e la Santa Sede ,rinnovando nel tempo presente il ricco ediversificato impegno che già ha prodottopreziosi frutti anche nel recente passato.Benedetto XVI ha poi osservato che l’odiernacultura risente fortemente di una visionedominata sia dal relativismo e dalsoggettivismo, sia da metodi e atteggiamentiche danneggiano la serietà della ricerca e dellariflessione, e di conseguenza, anche del dialogoe della comunicazione personale. Appare,pertanto urgente e necessario - ha continuato ilPontefice - ricreare le condizioni essenziali diuna reale capacità di approfondimento nellostudio, perche ragionevolmente edefficacemente ci si confronti sulle diverseproblematiche, nella prospettiva di una crescita

comune e di una formazione che promuoval’uomo nella sua integralità e completezza. Allacarenza di punti di riferimento morali - haproseguito Benedetto XVI - che penalizzaparticolarmente la giovani generazioni, devecorrispondere un’offerta ideale e pratica divalori e di verità, di ragioni forti di vita e disperanza, che possa e debba interessare tutti.San Tommaso d’Aquino - ha affermato il Papa -è un modello sempre attuale a cui ispirarel’azione delle Accademie Pontificie. Egli lasciògià nei suoi contemporanei un ricordoprofondo e indelebile, proprio per lastraordinaria finezza e acutezza della suaintelligenza e la grandezza e originalità del suogenio. Il pensiero e la testimonianza di SanTommaso d’Aquino - ha aggiunto il Pontefice -ci suggeriscono di studiare con grandeattenzione i problemi emergenti per offrirerisposte adeguate e creative. Fiduciosi nellapossibilità della ragione umana, nella pienafedeltà all’immutabile «depositum fidei», occorre- ha concluso il Papa - attingere sempre allericchezze della Tradizione, nella costantericerca della verità delle cose.

GL’infinitàdello spazioe del tempoci separada Dio.È Dioche attraversal’Universoe vienefino a noi.Noi possiamosemplicementeacconsentiread accoglierloo a rifiutarlo.

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Il discorso alle Accademie:offrire verità e speranzacontro la carenza di valori moraliPRENDERE

IL LARGO7 febbraio, 5ª domenica del tempo ordinario: Is 6,1-2a. 3-8; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11

Luca invita i suoi lettori a seguireGesù nello svolgimento del suo

programma, una itineranza dallaGalilea (Lc 4,31) alla Giudea (Lc 4,44)perché «è necessario che io annunci labuona notizia del Regno di Dio» (Lc4,43) ovunque. Vale a dire la vicinanzadi un Dio che, nella parola ricca diautorità e di potenza di Gesù (Lc 4,32.36), svela la sua regalità in termini diliberazione dell’uomo da ciò che gliimpedisce di essere veramente uomo. Èin questo contesto che avviene lachiamata dei primi quattro discepoli.Luca ama sottolineare che Simone e,sottinteso, Andrea, vedi i plurali deiversetti 5,6.7, e i loro compagniGiacomo e Giovanni già frequentavanoGesù assieme alla folla. Unafrequentazione che ora diviene sequela:«lasciarono tutto e lo seguirono».

Il passaggio dal lasciare al seguire èesemplificato nel dialogo Gesù -

Simone che inizia con una parola diGesù: «Prendi il largo»; prosegue contre parole di Simone: «Maestro,abbiamo faticato tutta la notte e nonabbiamo preso nulla», «Maestro, sullatua parola getterò le reti», «Signore,allontanati da me che sono unpeccatore»; e si conclude con unaparola di Gesù: «Non temere; d’ora inpoi sarai pescatore di uomini».Dall’insieme di questi passaggi emergeevidente il tragitto di Simone: dalladelusione al riprendere il largo in forzadi una parola che è sempre via d’uscitaall’amara e fallimentare situazione delpresente.La parola di un già riconosciutoMaestro (Lc 5,3) che a seguito dellapesca sovrabbondante, e il pensiero vaal racconto post-pasquale giovanneo(Gv 21,1-14), verrà confessato comeSignore unicamente allaproclamazione di sé comepeccatore,una distanza che il Santocolma con una vicinanza dimisericordia e con una parola chedischiude Simone a un imprevistoorizzonte, da pescatore di pesci apescatore di uomini oltre ogni timoreunicamente affidato alla parola chechiama. La risposta di Simone e deglialtri tre a questa uscita verso mondiinsperati e forse sospirati è stata la«sequela», vale a dire l’essersi lasciatipescare - catturare dalla parola delMaestro - Signore per stare con lui e percondividere il suo sogno di catturare -pescare uomini dalle oscure profonditàdel male, di cui in quel contesto il mareè metafora, per farli emergere alla lucedi una vita orientata dalla sua parola diluce.

E la barca di Simone da cui Gesùammaestrava (Lc 5,3) diventano

Simone stesso, i tre e noi chiamati aprendere il largo dalle nostre stanche eabitudinarie consuetudini mentali,pratiche e ecclesiali per divenire, pescatida lui, barche attraverso cui la Sapienzacontinua ad attrarre uomini e donneconducendoli al largo nello spazio diDio e del suo pensare.

*Eremo delle StinchePanzano in Chianti

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di Giancarlo Bruni*leggere LA PAROLA la parola del

PAPAdi Andrea Drigani

Il messaggio del Papa per la Quaresima:«Contribuire a formare società giuste»

a cura della Fraternità di RomenaPENSIERI scelti

Lunedì 8 febbraioSan Girolamo Emiliani; Santa Giuseppina Bakhita.A Firenze Santi Pietro Igneo e Bernardo degliUberti; a San Miniato San Pietro Igneo«Introdussero l’arca dell’alleanza nel Santo dei Santi e lanube riempì il tempio del Signore» (1Re 8,1-7.9-13);«Quanti lo toccavano venivano salvati» (Mc 6,53-56)Martedì 9 febbraioFeria.A Grosseto Santa Scolastica«Tu hai detto, Signore: «Lì porrò il mio nome!» (1Re8,22-23.27-30); «Trascurando il comandamento di Dio,voi osservate la tradizione degli uomini» (Mc 7,1-13) Mercoledì 10 febbraioSanta Scolastica.A Grosseto San Guglielmo d’A-quitania«La regina di Saba vide tutta la sapienza di Salomone»(1Re 10,1-10); «Ciò che esce dall’uomo è quello cherende impuro l’uomo» (Mc 7,14-23)Giovedì 11 febbraioBeata Vergine Maria di Lourdes. Giornata Mondia-le del Malato«Poiché non hai osservato la mia alleanza ti strapperòvia il regno; ma una tribù la darò a tuo figlio, per amoredi Davide» (1Re 11,4-13); «I cagnolini sotto la tavolamangiano le briciole dei figli» (Mc 7,24-30)Venerdì 12 febbraioFeria«Israele si ribellò alla casa di Davide» (1Re 11,29-32;12,19); «Fa udire i sordi e fa parlare i muti» (Mc 7,31-37)Sabato 13 febbraioBeata Vergine Maria in Sabato«Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno aBetel e l’altro lo mise a Dan» (1Re 12,26-32; 13,33-34); «Mangiarono a sazietà» (Mc 8,1-10)

agendaLITURGICA

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DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI7 febbraio 2010 V

i sono svolti, sabato 30 gennaio, ifunerali di mons. Giuseppe Raspini.Mons. Raspini, 101 anni compiuti, eranato a Figline Valdarno il 9 ottobre

1908. Il Vescovo nell’omelia ha sottolineatola sua duplice figura: quella di pastore nellaparrocchia di S. Martino a Mensola e quellodi appassionato cultore delle memorie dellaChiesa fiesolana. Si può affermare senz’altroche mons. Raspini ha speso la sua vita acompleto servizio della diocesi, inparticolare studiandone le vicende storichedal medioevo all’età moderna, ma senzamai venire meno ai suoi impegni pastoralinella parrocchia di Mensola per ben 47anni. Qui fu a contatto con il celebre storicodell’arte Bernardo Berenson residentepresso la villa-museo «I Tatti» alla qualedonò molti dei libri suoi e del cugino donCorrado Raspini. Rimangono di lui migliaiadi schede sulla storia fiesolana conservatepresso gli Archivi Vescovile e Capitolare enelle sue carte personali. Fra lecaratteristiche che più si ammiravano in luivogliamo sottolineare la sua prodigiosamemoria grazie alla quale era in grado dinarrare le vicende di monasteri e chiese ebiografie degli ecclesiastici fiesolani. Inoltresi è sempre mostrato disponibilissimonell’accogliere i visitatori e ricercatoridell’archivio: è anche grazie al suo caratteregeneroso che i nostri archivi fiesolani sonosempre stati frequentati da numerosistudiosi e godono di una buonareputazione fra gli addetti ai lavori. Mons.Raspini aveva compiuto gli studi letterari,filosofici e teologici nel Seminario di Fiesolee fu ordinato sacerdote nella Cattedralefiesolana il 10 giugno 1933. Fu cappellanodella Collegiata di Figline Valdarno e poivicerettore e insegnante del Seminario diFiesole e mansionario del Capitolo dellaCattedrale. Dal 1938 al 1985 fu parrocodella Chiesa di S. Martino a Mensola(Firenze) rinunziando all’insegnamento inSeminario e dedicandosi alla ricerca storicasulla Chiesa fìesolana. Dal 1938 al 1954 fuanche rettore diocesano delle PontificieOpere Missionarie e Delegato diocesanodell’Università Cattolica del S. Cuore.Diplomato in Diplomatica, Paleografia edArchivistica, dal 1954, per incarico delvescovo Antonio Bagnoli, lavorònell’Archivio Vescovile di Fiesole e in quelloCapitolare, che egli riordinò e inventariòdiventandone direttore dal 1969. Dal 1966fu anche Convisitatore per gli ArchiviParrocchiali e Ispettore Onorario dei BeniStorici e Artistici della Diocesi di Fiesole.Dal 1968 era canonico del Capitolo dellaCattedrale. Fin dal 1952 collaborò anumerosi periodici e suoi articoli sonoapparsi anche nella EnciclopediaBibliotheca Sanctorum e nel Dizionario deiConcili; la vicinanza con la città di Firenzegli permise poi la frequentazionedell’Università, Archivi, Biblioteche e altriIstituti. È stato autore di innumerevolipubblicazioni, dai primi opuscoli su Faellae Rignano stampati presso la tipografiaSbolci di Fiesole fino alle più impegnativericerche degli ultimi anni su Castelfranco diSopra, Cintoia, la visita Camaiani (editi daPagnini); da ultimo vogliamo ricordare laristampa anastatica, sempre presso Pagnininel 2006, dei suoi fondamentali lavori su«Gli archivi ecclesiastici della Diocesi diFiesole» e su «Il movimento eremitico,monastico, conventuale e religioso nellaDiocesi di Fiesole». Nell’ambito del PremioFiesole, la Diocesi di Fiesole gli conferì inriconoscenza, il 6 luglio 1980, una targabronzea, scolpita da Amalia Ciardi Duprè.In suo onore, nel 40° anniversario del suolavoro nell’Archivio Vescovile di Fiesole, il13 maggio del 1995 l’AmministrazioneComunale di Fiesole, con il patrociniodell’Università di Firenze, tenne a Fiesoleuna giornata di studio dal tema «UnArchivio, una Diocesi». In quellacircostanza il sindaco, a nomedell’amministrazione e della popolazione,gli consegnò una targa d’argento con questaiscrizione incisa: «A Monsignor GiuseppeRaspini / Direttore dell’Archivio Vescovile diFiesole / per l’impegno profuso per oltre 40anni / nella ricerca e diffusione della storiadi Fiesole e della sua Diocesi». Il 9 ottobre1998, al compimento del suo novantesimocompleanno, il vescovo Giovannetti, insegno di gratitudine e di riconoscenza, gliconsegnò una pergamena per il lavorocompiuto nella Diocesi come vice-rettore edinsegnante in Seminario, come parroco di S.Martino a Mensola e per il riordinamento ela catalogazione dell’Archivio Vescovile eper avere illustrato, per quasi mezzo secolo,la storia della Diocesi fiesolana. Ha ricevutoinoltre altri riconoscimenti sia in Italia cheall’estero.

S.S.

S

FIESOLE .........

NOSTRO SERVIZIO

mminente il decollo delProgetto beneficoInternazionale «Cuore dellaLunigiana» a favore dei

bambini di Betlemme, nato inseguito all’esperienza di unviaggio in Terra Santa effettuatoda don Roberto Turini nell’autunno scorso. Visitando lacittà di Betlemme, don Robertorimase molto colpito daibambini ospiti de «La Creche»,bambini bisognosi, spessoabbandonati dai genitori,specialmente se indesiderati,ammalati o portatori dihandicap. Il suo rientro è statoaccompagnato da un grandedesiderio: fare qualcosa di utileper quei bambini. Ne ha parlatocon Manuela Bondielli,Presidente di «Amici di Elsa»,Associazione molto conosciutanel territorio per l’ operato afavore dei bambini diversamenteabili. Il grande meritodell’Associazione è quello di avercreato le condizioni perché ibambini possano migliorare laqualità della loro vita,usufruendo di terapiecoadiuvanti la medicinatradizionale, quali: piscina-terapia, peth-terapy, ippoterapia,laboratorio creativo, danza-terapia. Il benessere fisico epsicologico che l’uso di questeterapie offre è riscontrabile nelmiglioramento della capacitàmotoria dei bambini, a livellofisico e sotto l’aspetto cognitivo erelazionale. Naturalmente ilracconto di Don Roberto hafatto nascere in Manuela ildesiderio di poter offrire ancheai bambini di Betlemme ciò che ibimbi dell’ «A.Ami.El.» hannoqui gratuitamente, e da questodesiderio è nato «Cuore dellaLunigiana» progetto che vede lapartecipazione del «CentroCardinal Ferrari» di Fontanellato(Parma), e dell’ AssociazioneGenitori «Alice e Flavio» di Aulla.Il «Cardinal Ferrari» è unimportante Centro Riabilitativodell’ Emilia Romagna, Clinicaprivata che opera inconvenzione con il ServizioSanitario Nazionale, ed il dottorAntonio De Tanti, Direttore dellaStruttura, è stato subitoentusiasta di collaborare adun’iniziativa a favore deibambini di Betlemme,

offrendosi per la Formazione deiTerapisti sul territorio, senzasradicare i bambini dalla loroterra. Naturalmente un’iniziativadi questo tipo ha richiestopubbliche relazioni edun’operazione diplomaticaimportante, aspetto del quale si èoccupata l’A.Ge. «È necessarioavere contatti sul posto affinchél’ aiuto che intendiamo portarepossa essere esteso a tutti ibambini senza alcun tipo dipregiudizio, sia politico chereligioso», dice la presidenteMarina Pratici che annuncia lanecessità di recarsipersonalmente a Betlemmeinsieme a don Roberto, al dottorDe Tanti, Manuela Bondielli,Daniela Mastrini e Nilla Luciani,Consigliere del Direttivo A.Ge, laquale ha personalmente curato icontatti con Betlemme,Gerusalemme e Tel Aviv Il primoviaggio (dall’ 8 all’ 11 febbraio),ha lo scopo di entrare incontatto con la realtà del posto,conoscere le persone, perdefinire le modalità disvolgimento del Corso diFormazione che diventeràoperativo dal mese di giugno.«Un aspetto importante è laricerca di personale atto allaFormazione, ricerca che rispecchiil principio di uguaglianza senzadiscriminante politico - religiosa,per non alimentare divisioni ointeressi di parte» dice Nilla

Luciani e chiarisce: «Ecco perchési sono resi necessari numerosicontatti. Il primo suggerimentoci è pervenuto dal nostroVescovo, Mons. Eugenio Binini,il quale ci ha messo in contattocon Mons. Rodolfo Cetoloni,Vescovo della DiocesiMontepulciano-Arezzo. Questici ha riferito sul "Caritas BabyHospital" di Betlemme (il piùgrande Ospedale Pediatrico dellaPalestina), e sulla FondazioneGiovanni Paolo II. Si è trattato diun contatto provvidenzialeperché ci ha permesso diconoscere Suor Donatella Lessio,Assistente al Caritas B. H. che si èimmediatamente attivatacoinvolgendo ben sette Struttureche aspettano con gioia il nostroarrivo. Naturalmente abbiamocontattato anche "La Creche"attraverso Suor Sophie Bouerì, edon Mario Cornioli, impegnatoda anni in Terra Santa, profondoconoscitore delle persone e deiluoghi, perciò capace di saggi edappropriati consigli. Nel corsodel soggiorno in Terra Santa,incontreremo anche ManuelaDviri, scrittrice Israeliana, daanni residente in Lunigiana, chesi è resa disponibile all’incontroa nome della Fondazione "MareNostrum". Ricevere rispostepositive e gratificanti mi ha fattopensare che si poteva estenderela conoscenza del Progettoanche ad altre sedi, al fine di

tutelare lo stesso e per proteggerele persone che ne avrebbero fattoparte» ammette la Luciani econtinua «Ho informato perciò l’Ufficio Comunicazioni Socialidella CEI in Vaticano, dopo diche mi sono rivolta a PadrePierbattista Pizzaballa, Custodedi Terra Santa ed a Sua Ecc.Mons. Antonio Franco, NunzioApostolico in Israele. LaSegreteria della Custodia hacomunicato un appuntamentoper martedì 9 febbraio, mentrela Segreteria della Nunziaturaattende il rientro di del Vescovoper definire la data dell’incontro, probabilmente nelmese di giugno, in occasione delnostro secondo viaggio. Lanostra idea originaria era diproporre un unico corso aperto aCristiani, Ebrei e Musulmani,ma la situazione politicoreligiosa lo impedisce. Stiamopensando alla possibilità di unCorso a doppio binario, incontemporanea, per il territorioPalestinese e per il territorioIsraeliano. A tal fine abbiamopreso contatti con Tsad Kadima,un’importante Associazione diGerusalemme, incontreremo ilPresidente Alessandro Viterbofra pochi giorni per valutarequesta opzione. Realizzare anchequesta parte del Progetto,sarebbe un risultato senzaprecedenti, anche perchél’Ambasciata Italiana a Tel Aviv,ha comunicato la suadisponibilità per tutto ciò cheriguarda il territorio Israeliano,naturalmente è stato interpellatoanche il Consolato Generale diGerusalemme per il territorioPalestinese». Il Progetto «Cuoredella Lunigiana» ha destatomolto interesse anche nelleIstituzioni, ricevendo ilPatrocinio dell’ ASL 1, delComune di Aulla, dellaProvincia di Massa Carrara, dellaComunità Montana e dellaRegione Toscana, mentre sistanno attivando in tal senso, laRegione Liguria, il Comune di S.Stefano Magra, di Sarzana e di LaSpezia. I rappresentanti delleAssociazioni sono stati ricevutidal Prefetto di Massa Carrara,Giuseppe Merendino, da mons.Antonio Vigo e dal DirettoreGenerale ASL 1, dottor AntonioDelvino il quale si è detto felicedi diventare parte attiva di unprogetto così significativo.

I

Il «Cuore della Lunigiana»vola fino a Betlemme

DI MARTA CORTI

alentina Bartoloni ha ventitre anni edè stata in missione in Ecuador.

L’abbiamo incontrata a breve distanza dalsuo ritorno ed abbiamo ricostruitoinsieme a lei un’esperienza unica, difficilee ricchissima. Le fotografie che ci mostraesprimono le sensazioni del trovarsi lì,nel fango e nella miseria, aiutano a capiregli aspetti più pratici della vita quotidianae le difficoltà di chi, abituato ad uno stiledi vita ben diverso, si deve ingegnare eentrare nell’ottica di una popolazionepriva di strumenti. Valentina si stalaureando in ostetricia, era stata inmissione già due anni fa tramite le suoredomenicane di Iolo di Prato ed è tornatain Ecuador con l’obiettivo di mettere afrutto le sue competenze. Tramite contattilegati ai suoi studi è riuscita a partire il 25settembre 2009, per fare ritorno il 20dicembre. La missione si svolge a S.Lorenzo, un paese di circa settemilaabitanti nella provincia di Esmeraldas,dove si trova un ospedale in cuiconfluiscono 35 mila persone dai paesivicini. Il sistema sanitario, di stampoamericano, prevede che tutto vengapagato dal paziente a partire daimedicinali, questo rende difficoltoso perla maggior parte decidere di farsi curare.Muoversi, anche per quattordici ore dimacchina, e restare in città in attesa dellecure ha un costo anche per i familiari, espesso arrivano persone con situazioni già

gravi. Sono previsti aiuti statali, così comeun controllo sui bambini nei primicinque anni di età. «I casi di denutrizione- spiega Valentina - arrivano al 60% deibambini, per questo è necessariomonitorare la situazione continuamente,ma i farmaci che arrivano in ospedalebastano per la prima metà del mese esono farmaci fondamentali. Il confrontocon la situazione italiana è drammatico:in Ecuador - aggiunge la ragazza - vienepreparata la ricetta poi sono i familiari acomprare la siringa e il farmaco dasomministrare. Ad esempio, unatrasfusione costa circa 120 dollari, che lìequivale ad uno stipendio». Valentinaparla soprattutto del reparto diginecologia, delle ragazze che spessohanno il primo parto in etàadolescenziale, e le descrive come donnecoraggiose. «Purtroppo, per una banaleinfezione non curata in tempo, si puòarrivare all’aborto; le emergenze sono lamaggior parte dei casi e non tutte ledonne partoriscono in ospedale, ma soloquelle di S. Lorenzo o che hanno avutogià molti parti».Le fotografie descrivono insieme alleparole questo mondo lontano: ci sonogravi problemi di igiene, nello stessoospedale si combatte contro insetti,ruggine, sporcizia. Tutti si lavano nelfiume e la mancanza di acqua potabile èuna costante. Ai neonati solo in pochi casiviene fatto il bagnetto, quasi tuttivengono puliti con batuffoli di cotone e

olio. «Spesso - dice Valentina - manca laluce anche in sala operatoria, dove ènecessario tenere una torcia di emergenzaperché ci vogliono fino a trenta minutiprima di poter riavere l’illuminazione». Lagiovane pratese ha fatto anchel’esperienza del lavoro in trasferta neivillaggi, dove lo staff si recava con scatoledi medicinali e provviste. «Lì è necessariopiù che mai adattarsi alle situazioni; -conclude Valentina - nell’emergenzasiamo arrivati ad usare il profumo alposto dell’alcool e le bandane come lacciemostatici». Il racconto è denso di episodie immagini, Valentina ci tiene asottolineare il grande lavoro di tutti imissionari presenti e lascia i suoi contattiper chi volesse informazioni: il cellulare331-9503097, la [email protected].

V

Valentina,giovane ostetrica pratese in Ecuador

MONS.RASPINI,UNA VITAPER LA STORIA

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INFORMAZIONE RELIGIOSATOSCANA OGGI7 febbraio 2010VI

«Un pezzo di eternità»:dal 15 al 20 febbraioa Padova l’ostensione del corpo di sant’Antonio

al 15 al 20 febbraio, specialeostensione del corpo di sant’Antonio

all’interno della basilica del Santo aPadova. Questa sì che è una notizia!Anche se, nel coro entusiastico dei più,c’è chi la reputa una notizia fuori luogo.In un mondo flagellato da terremoti, nelbel mezzo di una crisi economica, chesenso ha un evento così insolito comel’esposizione ai fedeli di ossa vecchie diottocento anni?Un buon motivo per richiamare duenozioni di storia e fare chiarezza.Il cristianesimo affonda le radici nelsangue dei martiri. Sulle loro tombe sicelebrava l’Eucaristia e intorno ai restimortali di questi fratelli «testimoni dellafede» si radunava la comunità cristiana.Terminate le persecuzioni, a partire dalIV secolo il culto liturgico reso ai martirisi rivolge anche ai santi, uomini e donnedi singolari virtù. Il santo, secondol’espressione di Paolino di Nola (355-431), è un «martire che non stillasangue», nel senso che dona la sua vitaper la causa di Cristo in modo totale maincruento.Anche il rapporto particolare con l’aldilàqualifica il santo cristiano:generalmente la sua festa liturgica ècollocata proprio nel giorno della morte(dies natalis: giorno della nascita allanuova vita), e il suo corpo è vissuto dachi resta come un ponte tra terra e cielo.Diversamente dal mondo greco-romanoche aborriva la morte e collocava idefunti nelle «necropoli» (letteralmente:città dei morti), i corpi dei cristiani sonodeposti nei cimiteri (letteralmente:dormitori) in vista della risurrezione, equelli dei santi in luoghi pubblici eaccessibili come chiese e basiliche, chedivengono ben presto mete dipellegrinaggio. Nell’antichità la morte èspartiacque tra due mondi noncomunicanti, per i cristiani la«comunione dei santi» amplia lacomunità credente fino al cielo.Tendono alla santità coloro che sullaterra sono incamminati al cielo, lagodono in Dio le schiere dei santi.Senza questo presupposto non si puòcapire perché i santi e, quindi, i loro resti(«reliquia» significa «ciò che resta»: ilcorpo o parte di esso) sono, ieri comeoggi, percepiti come segno etestimonianza di una vita vissuta inamicizia con Dio e a servizio degliuomini. Le reliquie rendono il santovivo e operante agli occhi degli uomini.Esse, infatti, non hanno valore nellaloro materialità, ma in quantorichiamano un corpo che è traccia diuna vita pienamente cristiana e, quindi,realizzata.Da qui si comprende perché la gente siavvicini con fiducia ai santi e alle lororeliquie. Attraverso di esse un pezzo dieternità entra nella storia e diventaaccessibile. E sono poco convincentiquelle razionalizzazioni cheimmaginano una fede pura, senza segni,tutta idee precise e valori buonisti. Lanostra fede si fonda sull’incarnazione,realtà di spessore, concreta, che nondiserta mai la storia. Chi si reca aisantuari ha forse una fede semplice -ricordiamo che cristianamente lasemplicità è un valore - ma sana, tenace,autentica, creativa. La religiosità deipoveri (e la povertà non è solo quella dibeni materiali) non è certamente unareligiosità povera, anzi: lascia spazioall’azione, al gesto, al cuore, chiede divedere e di toccare, di sperimentareattraverso un «sentire immediato». Questa religiosità (che qualcuno chiamafede) popolare, contiene la grammaticastessa dell’esperienza religiosa cristianache «sente», «prega», «vive», «partecipa».Perciò, nella sostanza, le sue forme nonsono cambiate di molto attraverso isecoli. La domanda non è perché lagente va in pellegrinaggio, si reca aisantuari, prega i santi e venera lereliquie. E nemmeno che senso ha, nelterzo millennio, l’ostensione del corpodi un santo. Si tratta di eventi cherivitalizzano le radici della fede, chericompattano e irrorano l’identitàcredente, che coniugano di nuovotradizione e modernità. «La gente delpopolo - scrive il teologo don PaoloGiannoni - attinge alla rivelazione conla tazza della sua vita: una povertà cheinvoca, una fiducia che si affida,un’ammirazione che loda, un sensovivo della mediazione dei santi che sache ogni santo - e in modo particolaresant’Antonio - con la sua vita è un vero egrande commento di Gesù-Vangelo».Oggi purtroppo è la sete che manca, maquesto non è un buon motivo perdubitare della tazza con la quale ilpopolo cristiano si disseta.

Ugo SartorioDirettore del Messaggero di sant’Antonio

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n appello allaresponsabilità, avivere congrande

coscienza civica e credentequesto momento importantedi partecipazione». A lanciarloè stato il 29 gennaio mons.Mariano Crociata, segretariogenerale della Cei,rispondendo alle domandedei giornalisti durate laconferenza stampa dipresentazione del comunicatofinale del Consiglio episcopalepermanente. Interpellato sullaprossima scadenza elettorale,mons. Crociata l’ha definita«un momento importante divita sociale, civile, politica, diespressione più alta dellapartecipazione dei cittadini».Per questo, ha aggiunto, leprossime elezioni regionali,come altri momenti analoghi,vanno affrontati «con senso diresponsabilità per la vitapubblica». Interpellato sueventuali indicazioni dellaCei, mons. Crociata haricordato che la Chiesa«guarda alle esigenze generalipiù importanti», ed esorta a«seguire criteri che permettanola realizzazione del bene piùgrande del Paese, delle Regionie delle realtà interessate dalmomento elettorale». Due iriferimenti: il recente discorsodel Papa agli amministratoridi Roma e del Lazio e laprolusione del card. Bagnascoall’ultimo Consigliopermanente.

L’IMPEGNO DEI POLITICI:SEGUIRE IL BENE COMUNE«Se la prima preoccupazionedi chi amministra la cosapubblica deve essere il benecomune - ha spiegato mons.Crociata - la primapreoccupazione dei cittadinideve essere quella di eleggerepersone che megliorispondano al perseguimentodi questo obiettivo». È stato lostesso presidente della Cei,nella sua prolusione, haricordato mons. Crociata, adelencare i «criteri» ispiratoriper realizzare il «sogno» di unagenerazione nuova di «italianie cattolici», anche in politica:«La vita umana comunque sipresenti e ovunque palpiti, lafamiglia formata da un uomoe una donna e fondata sulmatrimonio, la responsabilitàeducativa, la solidarietà versogli altri, il lavoro». Quanto alle

scuole di formazione socio-politica promosse in ambitocattolico, mons. Crociata harisposto ai giornalisti che «nonè mai stata dimenticatal’attenzione a questo ambito:tante scuole hanno continuatoa svolgere la loro attività».Mons. Crociata ha comunqueassicurato che «torneranno adessere oggetto» dell’attenzionedei vescovi, «sulla sciadell’attuazione degliOrientamenti pastoralisull’educazione, di cuil’ambito socio-politico èimportante, specialmente pernoi credenti, e anche nelquadro della ripresa diattenzione alla questionemeridionale come attenzioneal cammino e allo sviluppodel Paese nella sua interezza»,al centro del documento suChiesa e Mezzogiorno.

ASSICURARE E FAR CRESCEREI POSTI DI LAVORO«Laddove ci sono strutture chehanno dato lavoro fino ad ora,credo sia auspicabile che sicontinui a cercare il modoperché il lavoro sia assicuratoancora». Interpellato in meritoalla questione deglistabilimenti Fiat a TerminiImerese e ad altre emergenzeoccupazionali, mons. Crociataha risposto che quello dellaCei è «un incoraggiamento adassicurare e a far crescere postidi lavoro»: «Credo siaauspicabile per tutti - haaggiunto - affrontare ildramma delle famiglie cheoggi si ritrovano in mezzo aduna strada. È un grido daraccogliere, e occorre trovare le

vie giuste». «Nel riconoscere ledifficoltà e nel rispetto delleresponsabilità», i vescoviitaliani rivolgono dunque «unincoraggiamento perché illavoro sia mantenuto eaccresciuto». Quantoall’analisi sullo stato attualedella crisi, «nel salutare consoddisfazione quanto dipositivo si sta facendo», ivescovi raccomandano di «fareattenzione che le fascemaggiormente in difficoltànon continuino a soffriretroppo a lungo». Inparticolare, nel Mezzogiorno«occupazione e salario sonoquestioni fondamentali perchi lavora».

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA:CONDANNA SENZA RISERVE«Non posso che confermare lacondanna senza riserve neiconfronti di questi organismie di chi ne fa parte». Cosìmons. Crociata ha riposto alledomande dei giornalistisull’atteggiamento dellaChiesa nei confronti dellacriminalità organizzata. Tema,questo, che sarà presenteanche nel documento suChiesa e Mezzogiorno, diprossima pubblicazione e sulquale si sono confrontati ivescovi nell’ultimo Consigliopermanente. «L’atteggiamentodella Chiesa - ha ricordatomons. Crociata - consegue allacondanna così vibrante diGiovanni Paolo II, delleConferenze episcopaliregionali e di singoli vescovi,chiarendo la contraddizionetra l’appartenenza a questeorganizzazioni, il condividere

queste organizzazioni el’appartenenza ecclesiale». TraVangelo e mafia, insomma,«c’è una contraddizioneinsanabile, per cui la Chiesainvita a ravvedersi, acomprendere la gravitàdell’appartenenza e dicomportamenti di questogenere». «Un invito alravvedimento e allaconversione», questo, che «sitraduce anche in un richiamoforte, che vale anzitutto per lacoscienza, e che si esprime inmisure pastorali quando cisono condizioni eterne cheevidenziano questaappartenenza, comeatteggiamento consolidato ericonoscibile».

ITALIANI E STRANIERI,STESSO TASSO DI CRIMINALITÀEsiste un rapporto tral’immigrazione clandestina ela mafia? "Le nostre statistiche- ha risposto mons. Crociata -dimostrano che la percentualedi criminalità tra italiani estranieri è uguale, se nonidentica". L’ottica con cui laChiesa guardaall’immigrazione, ha ricordatomons. Crociata durante laconferenza stampa, "è quelladi cui ha parlato anche il Papain un suo recente Angelus: ladignità di ogni personaumana, che non può essere apriori oggetto di pregiudizi edi discriminazioni". Di quil’esigenza di "guardare conattenzione alla dignità dellepersone migranti, e quindi alleesigenze fondamentali dellapersona".

DI GIUSEPPE RINALDI*

l 2 febbraio, festa liturgica della Presen-tazione del Signore al Tempio, la Chie-sa ha celebrato la Giornata mondialedella vita consacrata. Benedetto XVI

nella basilica vaticana ha presieduto la ce-lebrazione dei Vespri con i rappresentantidegli Istituti di vita consacrata e delle So-cietà di vita apostolica.I religiosi e le religiose la Chiesa li inviasui fronti più avanzati, delle missioni, del-la cultura, della carità, della contempla-zione. Nel mondo oggi sono oltre 1 milio-ne: 220 mila uomini e 790 mila donneimpegnati nel campo delle missioni all’e-stero, dell’educazione della gioventù, del-la sanità, della cultura, della carità tra i piùemarginati, nella contemplazione.Non c’è settore della vita sociale che non liveda occupati a tempo pieno.«Misura alta della vita cristiana» ha defini-to il loro genere di esistenza Giovanni

Paolo II. «Una vita intagliata sull’essenzia-le» hanno scritto i vescovi italiani nel mes-saggio per la Giornata di quest’anno. Si tratta di un mondo vasto e variegatoquello di questi corpi speciali: 226 Con-gregazioni religiose maschili con un totaledi 220 mila religiosi tra sacerdoti e «fratel-li»; 1.900 Congregazioni femminili di di-ritto pontificio o diocesano, con circa 790mila suore.Particolare ammirazione suscitano i mo-nasteri di clausura femminili che nelmondo sono 3.589 con circa 55 mila mo-nache.Nella Chiesa italiana sono 90 mila le suo-re, mentre i religiosi sono 24 mila.Se, per ipotesi assurda, dovessero venirmeno si creerebbe un immenso buco neronella Chiesa e nel mondo. Non potrebbevivere la Chiesa senza di loro. Per questo ilConcilio Vaticano II ha dedicato loro unimportante documento, il decreto sul rin-novamento della vita religiosa (Perfectae

caritatis) dove definisce il loro tipo parti-colare di vita «una splendida caratteristicadel Regno dei cieli». Giovanni Paolo II haconsegnato loro una preziosa enciclica daltitolo Vita consecrata (1996).Dopo il Concilio è rifiorito nella Chiesal’antichissimo Ordo virginum, l’Ordine del-le vergini, «categoria di donne» che vivonosenza formare un particolare Istituto. Se-gnata da una consacrazione conferita dalvescovo, ognuna vive, nella Chiesa dioce-sana, una regola di vita personale appro-vata dal vescovo. In Italia sono circa 400 e200 in formazione in ben 85 diocesi. Nelmondo raggiungono il numero di 3.000in più di 50 Paesi.Il poeta Thomas Eliot (1888- 1965) pre-mio Nobel per la letteratura nel 1948, hachiamato i religiosi «i folli di Dio» chepercorrono le strade del mondo a gridarea tutti gli uomini che lassù c’è un Dio cheli ama.

*Saveriano

I

«Con senso di responsabilità di fronte alle attese del Paese»

Vita consacrata: ecco chi sono i «folli di Dio»

La conferenza stampadi mons. Crociatadopo il Consigliopermanente della Cei

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CHIESE TOSCANE TOSCANA OGGI7 febbraio 2010 VII

«Il Vangelo che abbiamoricevuto»: questo sabatonuovo incontro a Firenze

i ritrova di nuovo a Firenze il gruppodi cattolici che lo scorso maggio ha

avviato una riflessione sul tema «Ilvangelo che abbiamo ricevuto».L’appuntamento, sul tema «Il Vangelo cilibera, non la legge» è per sabato 6febbraio, a Rifredi nella sala dellaparrocchia di Santo Stefano in Pane (viadelle Panche 36) con inizio alle 9. Unaseconda giornata di riflessione ascambio che intende proseguire ilpercorso avviato nel 2009. «Siamopartiti col voler affrontare il disagio cheviviamo nella Chiesa – spiega donPaolo Giannoni, presbitero ed eremita -ma, pensando all’episodio delle nozzedi Cana, abbiamo scelto di non stare acontestare il vino scadente: abbiamointeso seguire la via difficile di offrire aDio la povertà della nostra acquainsieme alla fede, che in tutti i “segni” èla necessaria congiunzione della povertàumana con la potenza di Dio». Unincontro che si ripropone all’insegna deldialogo: «Non vogliamo parlare contronessuno, ma preferiamo riflettere suifondamenti e sui dati originari dellanostra fede». La giornata di sabato 6febbraio inizierà alle 9 con la Lettura delVangelo, la preghiera del Padre nostro el’introduzione di Paolo Giannoni. Duele relazioni in programma la mattina: laprima è affidata a Romano Penna,professore emerito di esegesineotestamentaria dell’UniversitàLateranense, quindi sarà la volta delteologo Pino Ruggieri, docente alloStudio teologico di Catania, all’Issr diBologna e direttore della rivista«Cristianesimo nella storia». ModeraEnrico Peyretti, docente di filosofia epubblicista. I lavori del pomeriggio siapriranno con due testimonianze,rispettivamente di Rita Intiso, piccolasorella di Gesù, e di don DanieleSimonazzi (parroco e responsabile dellaCasa di accoglienza di Pratofontana).Quindi un intervento a due voci con lafilosofa e teologa Maria CristinaBartolomei, docente nell’Universitàstatale di Milano e il sociologopadovano Italo De Sandre(dipartimento di sociologiadell’Università di Padova). ModeraSilvia Scatena, dell’Istituto superiore diScienze religiose di Bologna. Dopo ladiscussione le conclusioni sarannoaffidate a Paolo Giannoni.

Rinnovato il Consiglioregionale dell’Ordinefrancescano secolare

elle giornate di sabato 30 edomenica 31 gennaio i Ministri

delle Fraternità locali della Toscana sisono riuniti per il rinnovo del Consiglioregionale dell’Ordine francescanosecolare che guiderà ed animerà leattività delle Fraternità della Regione neltriennio 2010-2013. Il Capitolo Elettivo,celebrato presso il Convento di Montealle Croci di Firenze, ha confermatoStefano Miniati come Ministro e MaraBalli come Vice Ministro. Consiglierisono invece risultati eletti Pier GiorgioViviani, Piero Pieri, Fabio Fibbi,Giuseppe Martini, Matteo Claudione,Gian Michele Mostardini e GiulianaBucchioni. Il Capitolo si è concluso conla celebrazione Eucaristica presieduta damons. Fausto Tardelli, al termine dellaquale il nuovo Consiglio ha ricevuto ilmandato da parte del MinistroNazionale Giuseppe Failla.

In un libro la storiadell’oratorio di Limitea Campi Bisenzio

ra il 1441 quando la nobile famigliadei Davanzati acquistò alcuni poderi

nel territorio di Campi Bisenzio. Inquesti, poco dopo, nacque l’oratorio diSanta Maria della Consolazione aLimite. Luogo di aggregazione edidentità per la popolazione locale, sededi compagnie religiose e custode diopere pregevoli, l’oratorio ha significatoper oltre cinque secoli un crocevia perchierici, laici, soldati e uomini di fede.Lunedì 1 febbraio è stato presentato aPalazzo Bastogi, a Firenze, il volume «Santa Maria della Consolazione a Limite»,pregevole studio sulle vicende storiche,artistiche ed ecclesiastiche di questoedificio religioso. «Un lavoroimportante, che riflette la centralità chequesto luogo ha avuto per la comunitàcampigiana, simbolo a sua volta di tanterealtà toscane» ha detto il consigliereregionale Marco Carraresi. Eranopresenti anche i due autori, AlessioInnocenti ed Enrico Sartoni. Il ricavatodel lavoro sarà devoluto al sostegno diuna scuola di Madinga, in Congo.

E

N

SUn Sinodo per la Diocesidi Massa Marittima-Piombino

DI RICCARDO BIGI

l prossimo 23 marzo siaprirà il Sinodo della diocesidi Massa Marittima-Piombino. L’annuncio è

stato dato dal vescovo GiovanniSantucci con una lettera chedomenica scorsa è stata letta intute le chiese: «Chiamo laChiesa Massana-piombinese ariunirsi - scrive monsignorSantucci - perché nellapreghiera si ponga in ascoltodello Spirito che guida allaconoscenza della verità». «Ogniepoca della storia - scrive ancorail Vescovo - ha spinto i credentia trovare vie nuove pertestimoniare la propria fede,parole nuove per l’annuncio delVangelo; anche ai nostri giornisembra urgente compierequesto sforzo perché il Vangelorisuoni ancora come speranzadi salvezza per il mondo».Sappiamo, sottolinea Santucci,che «Gesù Cristo è la Parola divita che il Padre dona agliuomini»: la domanda allora è«come dire tutto questo alledonne e agli uomini in mezzoai quali viviamo? Con i qualicondividiamo il lavoro, lascuola, il tempo libero? Comeesprimere la gioia di avertrovato nell’incontro con ilCristo nella Chiesa l’anima delnostro andare, la forza divincere le stanchezze della vita,la speranza che accompagna eillumina l’esperienza dellasofferenza e della morte?». AlVescovo di Massa Marittima-

I

Piombino abbiamo chiesto dispiegarci con quali attese laDiocesi si prepara a vivere ilSinodo.Quali sono le ragioni di questo«ritrovarsi»?«Per noi cristiani il ritrovarsi ègesto comune del vivere edell’agire. La dimensione dellafraternità e della comunioneche la caratterizza è essenzialecome il rapporto personale conil Signore. Tutta la vitaspirituale, dalla preghiera allamissione, è frutto dellacomunione. Il Sinodo èoccasione solenne in cui ilvescovo convoca la Chiesaperché, nell’ascolto delloSpirito, sappiamo fare le sceltepastorali più opportune al finedell’evangelizzazione». Come annunciare il Vangeloalle donne e agli uomini delnostro tempo? È questa ladomanda che lei rivolge asacerdoti, religiosi, laici dellasua Chiesa. Proporrà, percercare una risposta, alcunepiste di riflessione? Nella sualettera fa riferimento ad

esempio alle famiglie, aigiovani, alla carità…«Il Sinodo viene convocatodopo la visita pastorale allaDiocesi vissuta in questi ultimianni (2006 - 2008). Dallariflessione fatta sui datiacquisiti emergono alcuneindicazioni. La nostra sceltadegli ambiti di studio viene cosìdeterminata: la famiglia, igiovani, la carità, tutto legatoalla trasmissione della fede,iniziazione cristiana e catechesi,tenendo conto della nostrastoria».Il Sinodo è già stato oggetto diriflessione nel consigliopresbiterale, nel consigliopastorale, nelle assemblee delclero: i prossimi mesiserviranno a preparare leparrocchie a questo evento.Quali saranno i vari passaggi?«La commissione preparatoriadel Sinodo sta elaborando letracce utili per una riflessionenelle comunità parrocchiali chedovrà poi convergere nelleassemblee sinodali. Nonabbiamo molta esperienza in

questa organizzazione.Guardiamo all’esperienza dialtre Chiese, cerchiamo dimuoverci con prudenza eattenzione allo scopo dicoinvolgere tutti in questoevento».Nella lettera di annuncio leiparla delle testimonianzaantiche di presenza cristiananella maremma enell’arcipelago toscano: dallecatacombe di Pianosa allaMadonna del Frassine, dallavenerata memoria di SanCerbone al monastero diPalazzolo. Oggi queste radicisono ancora vitali?«Le tracce del passato sono benvisibili sul territorio dellaDiocesi sia nelle tradizioni dellecomunità. Sono convinto che lastoria sia importante non ciòche davvero conta è il futuro,quanto il Signore ci chiede, lanostra vocazione, il nostroessere testimoni e missionari.Siamo grati del nostro passatocerchiamo di essere altrettantogenerosi nel donarci. La storiadi questa terra meravigliosa ciconforta e ci dà forza».

L’annuncio è statodato dal vescovoSantucci: «Trovarevie nuove per testimoniare la fede, parole nuoveper annunciareil Vangelo»

La cattedrale di Massa Marittima.Sopra, il vescovoGiovanni Santucci

Il prete,tra contemplazione e «cura delle anime»DI DANTE CAROLLA

enerdì 29 gennaio, accolto dallacordiale ospitalità del rettore del se-minario, mons. Stefano Manetti,un discreto gruppo di sacerdoti,

diocesani e religiosi, alla presenza dell’Arci-vescovo Giuseppe Betori e del Vescovo ausi-liare Claudio Maniago, ha partecipato al pri-mo dei quattro incontri di spiritualità pro-grammati dall’Arcidiocesi di Firenze in occa-sione dell’anno sacerdotale.Il tema della riflessione è stato: «Benedetto eGregorio Magno: il rapporto fra pastorale econtemplazione». Madre Monica Della Vol-pe, Badessa del Monastero trappista di Valse-rena in località Guardistallo (Cecina) haproposto una ricchissima e profondissimameditazione su questo tema che è certamen-te centrale per la vita dei presbiteri. Nel rap-porto fra pastorale e contemplazione la Ba-dessa ha individuato come questione decisi-va e discriminante la categoria di «cura delleanime», un’espressione completamente fuo-ri moda, ma che la relatrice ha ritrovato inJan Patocka, il maggior pensatore ceco delXX secolo. Naturalmente per cura dell’animaqui si intende la «formazione di una coscien-za salda e incrollabile», «un’aspirazione a in-carnare l’eterno nel tempo e nel proprio es-sere, un’aspirazione, nello stesso tempo, a re-sistere all’uragano del tempo». Il sudettopensatore «ci ha indicato la cura dell’animacome uno dei grandi fondamenti dell’iden-tità europea». «L’Europa è nata da questomotivo, vale a dire dalla cura dell’anima ed èmorta perché la cura dell’anima si è lasciatacadere nuovamente nell’oblio». La relatricesi è chiesta: perché abbiamo abbandonato lacura dell’anima?La risposta l’ha individuata nel filone marxi-sta e nel filone freudiano confluiti nel nichi-lismo di Nietzsche che hanno di fatto uccisol’anima. A questa profonda crisi dell’Europa

di cui soffriamo tuttora, la relatrice ha pro-posto come via di uscita le vie spirituali diBenedetto e Gregorio.La vita di Benedetto è tutta segnata da grandipassaggi. Egli, nuovo Socrate, disprezzò ipiaceri del mondo «consapevolmente ignaroe sapientemente ignorante». Ma nonostantequesto primo passo, Benedetto per diventare«vir», uomo di Dio, deve affrontare e supera-re due ostacoli: la ricer-ca di sé nella vanagloriae la tentazione della car-ne. La vanagloria, l’af-fermazione di sé, èun’insidia particolar-mente presente nella vi-ta del sacerdote. Bene-detto allora fugge a Su-biaco ed è lì che avvieneil passaggio da puer a vir, vir Dei. Ma nellospeco di Subiaco Benedetto deve superareun altro scoglio: la tentazione della carne.Essa, prima ancora di essere un problemabiologico, ha affermato la Badessa, vienepresentata come un errore della mente. «Sitratta di una illusione diabolica, che stru-mentalizza il bene dell’incontro per eccel-lenza con l’altro essere umano alla chiusuraper eccellenza, la soddisfazione di sé». Con ilfuoco dello Spirito e la luce della Grazia Be-nedetto si apre alla verità e diventa capace diriconoscere la menzogna del peccato. Così sigetta in un cespuglio pieno di rovi e di orti-che e ne esce «col corpo piagato ma con l’a-nimo guarito».A questo punto Benedetto è diventato Magi-ster, maestro. Un maestro che non insegna e,tanto meno, impone la dura penitenza cheha fatto lui, ma trasmette il criterio della ve-rità, la conoscenza di sé davanti allo sguardodi Dio. «È impossibile diventare maestro de-gli altri prima di aver accettato la verità disé». È questa la via contemplativa della co-

noscenza di sé e della conoscenza di Dio.Come allora la contemplazione si può unireall’azione pastorale? Dove sta la verità del sa-cerdozio? Nella vita di S. Benedetto si legge ilracconto del suo incontro con un sacerdote;in tale racconto appare con chiarezza lacomplementarietà dei due carismi «Benedet-to ha bisogno del sacerdote per ricevere l’an-nuncio della Pasqua e per celebrarla, il sacer-

dote ha bisogno di Bene-detto per essere richia-mato alla verità di ciòche celebra». In conclu-sione la contemplazionenon è un’evasione senti-mentale, ma conoscenzadi sé che apre la via allaconoscenza di Dio. Dopo la relazione dellaMadre Monica si sonosusseguiti numerosi in-

terventi che, come è stato notato, non sonostati interventi «politici», ma interventi per-sonali che miravano alla verità della personadel presbitero. È emerso il desiderio di co-struire sempre più l’unità nella vita del pre-sbitero fra il suo essere e il suo agire ministe-riale: essere contemplativi nell’azione e attivinella contemplazione. La Badessa di Valsere-na, con la ricchezza della sua esperienzamonastica, ci ha aiutato e incoraggiato a pro-seguire su questa strada.

PROSSIMO APPUNTAMENTOCON IL CARDINALE RUINIIl ciclo di incontri per sacerdoti e religiosi,promosso dall’Arcidiocesi di Firenze nell’An-no sacerdotale, prosegue giovedì 25 feb-braio con una relazione del cardinale Ca-millo Ruini su «Gesù Cristo, sorgente e cen-tro della vita e della missione del sacerdote».L’incontro, nel Seminario arcivescovile di Fi-renze (Lungarno Soderini 19) inizia alle 10 esi conclude con il pranzo.

VLa Badessa del monasterotrappista di Valserena ha offerto ai sacerdoti della diocesi di Firenze una suggestiva meditazionesul rapporto tra spiritualitàe azione pastorale

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INFORMAZIONE RELIGIOSA/DOSSIERTOSCANA OGGI7 febbraio 2010VIII

SETTEGIORNInella Chiesa

di Riccardo Bigi

Il Papa alla Rota Romana:la carità presupponeil rispetto della verità

vitare il rischio di «soddisfare lerichieste soggettive per giungere ad

ogni costo alla dichiarazione di nullitàdel matrimonio»: è questo il richiamoche papa Benedetto XVI ha fatto venerdì29 gennaio nel discorso rivolto aicomponenti del Tribunale della RotaRomana, ricevuti in udienza inoccasione dell’inaugurazione dell’AnnoGiudiziario. Benedetto XVI ha postol’accento su alcuni aspetti dei processicanonici sulla nullità matrimoniale. «Ilprocesso e la sentenza – ha affermato -hanno una grande rilevanza sia per leparti, sia per l’intera compagineecclesiale e ciò acquista un valore deltutto singolare quando si tratta dipronunciarsi sulla nullità di unmatrimonio, il quale riguardadirettamente il bene umano esoprannaturale dei coniugi, nonché ilbene pubblico della Chiesa». Dopo averinvocato «la dovuta tempestività in ognifase del processo», il Papa ha richiamatoal «rispetto della verità delle prove»,invitando anche a «non dimenticare chesi è sempre davanti a persone segnate daproblemi e sofferenze». «In pari tempo– ha poi aggiunto – è importanteadoperarsi fattivamente ogni qualvoltasi intraveda una speranza di buon esito,per indurre i coniugi a convalidareeventualmente il matrimonio e aristabilire la convivenza coniugale».Circa l’attività dei giudici, ha detto che«il giudice deve sempre guardarsi dalrischio di una malintesa compassioneche scadrebbe in sentimentalismo, soloapparentemente pastorale». Ha quindiinvitato a «considerare l’autentico benedelle persone», che non significaappunto accettare sempre le richiestesoggettive. Nella parte conclusiva deldiscorso, Benedetto XVI ha messo inluce «la possibilità di raggiungere laverità sull’essenza del matrimonio»,notando che «senza verità la caritàscivola nel sentimentalismo. L’amorediventa un guscio vuoto, da riempirearbitrariamente. È il fatale rischiodell’amore in una cultura senza verità.Esso è preda delle emozioni e delleopinioni contingenti dei soggetti, unaparola abusata e distorta, fino asignificare il contrario». Ha quindimesso in rilievo che «la considerazioneesistenziale, personalistica e relazionaledell’unione coniugale non può maiessere fatta a scapito dell’indissolubilità,essenziale proprietà che nel matrimoniocristiano consegue, con l’unità, unapeculiare stabilità in ragione delsacramento». Il Papa ha quindiaffermato che il matrimonio «si deveintendere valido fino a che non sia statoprovato il contrario». Il Papa ha poinotato un altro aspetto problematico:«Il Diritto Canonico, a volte, èsottovalutato, come se esso fosse unmero strumento tecnico al servizio diqualsiasi interesse soggettivo, anchenon fondato sulla verità». Invece, ha poinotato, «nella Chiesa l’attività giuridicaha come fine la salvezza delle anime».

Vita consacrata:un «ponte verso Dio»anche per i lontani

e non ci fosse, quanto sarebbe piùpovero il mondo!». Con questa

esclamazione, il Papa ha sintetizzatomartedì 2 febbraio il senso e il valoredella vita consacrata, nei vespri celebratinella basilica di S. Pietro per la Festadella Presentazione del Signore, inoccasione della Giornata mondialedella Vita consacrata. «La vita consacrata– ha spiegato Benedetto XVI - èimportante proprio per il suo esseresegno di gratuità e d’amore, e ciò tantopiù in una società che rischia di esseresoffocata nel vortice dell’effimero edell’utile». La vita consacrata, infatti,«testimonia la sovrabbondanza d’amoreche spinge a “perdere” la propria vita,come risposta alla sovrabbondanza diamore del Signore, che per primo ha“perduto” la sua vita per noi». «Lapersona consacrata, per il fatto stesso diesserci – ha detto il Papa - rappresentacome un ponte verso Dio per tutticoloro che la incontrano, un richiamo,un rinvio»: le persone consacrate, hasottolineato il Papa, «sperimentano lagrazia, la misericordia e il perdono diDio non solo per sé, ma anche per ifratelli, essendo chiamate a portare nelcuore e nella preghiera le angosce e leattese degli uomini, specie di quelli chesono lontani da Dio».

E

DI RENATO GHILARDI*

nche quest’anno, nellaricorrenza dellaGiornata Mondiale delMalato che si celebra

l’11 febbraio, la Chiesa permezzo della parola del Papa edei Vescovi invita a mantenerealte l’attenzione umana epastorale verso i malati e lariflessione sulla sofferenza. Nelsuo Messaggio Benedetto XVIriprende e sviluppa temiimpegnativi per il pensieroteologico e antropologico,troppo spesso dimenticati orimossi perché stridenti con lamentalità e la cultura chepervadono la società odierna.Il dolore e i suoi «perché»provocano da sempre l’uomo e icristiani non possono sottrarsiai tanti interrogativi che da essoprovengono, soprattuttoquando chi soffre è l’innocente,l’indifeso, il debole. Il Papainvita a rispondere anzituttocon la «logica dell’amore» che,tramite la sofferenza, riesce aricavare il bene anche dal maleattraverso strade misteriose eprovvidenziali che sono difficilida interpretare se lette con unavisione soltanto umana e senzal’apertura ad una trascendenteeconomia di salvezza.Contrariamente a ciò chepotremmo pensare, proprio imalati riescono spesso adinterpretare in profondità ilmistero del dolore. Ce lo diconole numerose testimonianze,anche scritte, di personeimmerse nella sofferenza che,misurandosi con i propri limitifisici, talora molto gravi, hannoriscoperto forze e valori interiorisconosciuti ai sani. BenedettoXVI ricorda che l’esperienzadella malattia e della sofferenzapuò diventare «scuola disperanza» e che «non è loscansare la sofferenza, la fugadavanti al dolore, che guariscel’uomo». Poiché nell’Enciclica «Deus caritas est» il Papa avevaaffermato che l’amore ha

A

bisogno anche diorganizzazione qualepresupposto per un serviziocomunitario ordinato, in questacircostanza la sua riflessione sisofferma su coloro chequotidianamente, all’internodelle istituzioni eorganizzazioni sanitarieecclesiali o di ispirazionecristiana diffuse in tutto ilmondo, accolgono, si fannocarico, assistono e si prendonocura dell’uomo sofferente. Sitratta di ospedali, centri diriabilitazione, istituti scientifici,anche a carattere universitario,associazioni di volontariato,dove lavorano professionisti,amministratori e anche semplicicittadini che offrono il lorotempo e le loro energie perassistere gratuitamente gliinfermi. Queste numerose epreziose realtà sono la rispostafedele e generosa al mandato diGesù: «Predicate il Vangelo ecurate gli infermi».Il servizio della Chiesa nelmondo sanitario, servizio chedavvero può definirsi «amoreper i sofferenti», nell’attualecontesto storico-culturale deveconcretizzarsi nel promuoverela tutela della vita umana inogni sua fase e nel favorire, inun ambito in cui sappiamobenissimo quali e quanto sianoforti gli interessi in gioco, lacomunione e il coordinamento

tra le diverse realtà socio-sanitarie ecclesiali e la loroattiva integrazione con laprogettualità pastorale dellediocesi e delle parrocchie,affinché il loro messaggio siasempre più ricco di unapresenza missionaria eprofetica.Da parte sua, la ConferenzaEpiscopale Italiana nelMessaggio proposto allariflessione della comunitàecclesiale italiana, rivolge unforte invito ad analizzare erimuovere le cause strutturaliche provocano dolore, povertà edisagio, promuovendo sinergiee collaborazioni con tutti coloroche sono interessati al vero benedell’uomo. L’Episcopatoitaliano affronta in manieraincisiva un tema che staanimando il dibattito nazionalee internazionale, quello dellegravi disuguaglianze nella tuteladella salute. È infatticonsolidata la convinzione chela salute dipende soltanto peruna percentuale inferiore al50% dai progressi dellamedicina o dall’organizzazionedei servizi. Ben più alta è lacomponente dovuta allapovertà, al disagio, al lavoro, aldiverso grado di istruzione.Soltanto per fare un esempio, inpresenza di bassi livelli diistruzione, di lavoro precario odi disoccupazione siriscontrano stili di vita(dipendenza da fumo, alcol,droga, scorretta alimentazione,ecc.) che minano fortemente lasalute fisica e psichica dellapersona e anche l’accesso aiservizi socio-sanitari ègravemente compromesso.La Regione Toscana, persuperare situazioni crescenti didisuguaglianza, in particolareper quanto riguarda i pazientiaffetti da patologie croniche egli anziani in condizioni difragilità o di nonautosuficienza, ha promossodue progetti, quello dellacosiddetta «sanità di iniziativa»

e quello riferito alla «assistenzacontinua della persona nonautosufficiente». Due sono gliobiettivi fondamentaliprefissati: da una parte, creareun sistema che non si limiti adattendere il bisogno nei servizi enegli ambulatori, ma lo cerchi,lo faccia emergere al fine diprevenire esiti di maggioregravità, dall’altra, limitare il piùpossibile l’istituzionalizzazionedella persona anziana,favorendone la permanenza nelproprio nucleo familiare. Sonotemi e obiettivi che richiamanoad un’assistenza che devesempre più affrancarsidall’ospedale e abitare ilterritorio, rispondendo inmaniera integrata, sotto ilprofilo sia sanitario che sociale,ai bisogni che in misuracrescente si rivelano complessi eper i quali non è sufficienteun’esclusiva, ancorché buona,risposta medica.Tutto questo provoca lapastorale della salute e lastimola ad estendere la propriaazione dalle strutture di ricoveroal territorio, ove le necessitàsono sempre più forti e urgenti.La capillare distribuzione delleparrocchie e delle associazioniecclesiali e di ispirazionecristiana, la presenza di unlaicato cattolico motivato egeneroso e l’esperienzamaturata nel corso del temposono elementi preziosi chedevono essere valorizzati,affinché la missione pastoralepossa raggiungere le case eincrociare le strade dell’uomo eil cristiano sia sempre più ingrado di «farsi prossimo» alfratello nel bisogno. A ciò invital’immagine di S. Francesco cheabbraccia il lebbroso riprodottanei sussidi di questa GiornataMondiale del Malato qualeicona del Buon Samaritano.

*Incaricato regionaleper la Pastorale della Salute

MESSAGGIO DEL PAPA SU WWW.TOSCANAOGGI.IT

l 6 febbraio prossimo pressola Villa del Palco a Prato siterrà il IX Congresso regionaledell’Associazione cattolica

operatori sanitari. L’Acos è un’as-sociazione a cui possono libera-mente iscriversi operatori sanitaridi tutti i profili e categorie. L’asso-ciazione si propone in particolarela formazione e lo studio di pro-blemi che affermano il valore e ilrispetto della dignità umana eche ponendosi chiari obiettiviprofessionali si sforza di svilup-pare competenza, coscienza ecoerenza tramite una concretacollaborazione fondata sullo sta-to dell’arte della cultura nelle va-rie problematiche oggetto di stu-dio. Il tema scelto per il Congresso«Federalismo solidale in sanità»ha lo scopo di valorizzare propriol’importanza di operare in colla-borazione, sia negli ambiti socialiche sanitari, del volontariato edell’associazionismo a serviziodel cittadino con uno spirito disolidarietà e sussidiarietà, valoriz-zando la persona affinché in ognisituazione assistenziale si trovi alcentro degli obiettivi di cura.Il tema del federalismo in sanità èsempre più attuale e, nel prossi-mo futuro, il legislatore dovràoperare scelte il cui indirizzo nonpotrà non tener conto di valenze

etiche fondamentali che hanno ache fare con la dignità della per-sona, con l’equità, con il dovereche abbiamo di non lasciare in-dietro i più deboli.Il programma prevede la parteci-pazione di relatori che affronte-ranno l’argomento secondo espe-rienze diverse.In apertura del Congresso, l’As-sessore alle politiche sociali dellaRegione Toscana, Gianni Salvato-ri, affronterà gli aspetti dell’inte-grazione socio sanitaria alla per-sona non autosufficiente e l’avvo-cato Gabriele Pica Alfieri, descri-verà il significato del federalismoe gli effetti sul sistema sanitario.Durante la giornata seguirannotavole rotonde a cui si alterneran-no rappresentanti delle istituzio-ni locali in ambito socio sanita-rio, del Centro di Bioetica S.Gianna Beretta Molla di Prato,dell’associazionismo ed esperien-ze assistenziali.Le tavole rotonde saranno coor-dinate dal Direttore dell’UfficioDiocesano per la pastorale sanita-ria di Prato, Paolo Brachi e darappresentanti dell’Acos del Lazioche amplieranno la visone degliargomenti trattati e stimolerannoil dibattito ed il confronto sullevarie tematiche affrontate.

Stefania CecchiPresidente regionale Acos

IA Prato il convegno degli operatori sanitari cattolici:nella sanità il federalismo deve essere «solidale»

L’amore è la rispostada dare a chi soffre

Nel messaggio per la Giornatadel Malato, che si celebra

l’11 febbraio, il Papa ricordache l’esperienza del dolore puòdiventare «scuola di speranza»