LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 40 - Una copia 1,10 - Domenica 20 ottobre 2013 - (Esce il giovedì) RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio EDITORIALE Le tasse e lo Stato FRANCESCO BONINI Crisi fiscale dello Stato e incertezza delle tasse. Una richiesta legitti- ma: l’obbligo per tutti i palazzi del potere di co- municare, all’inizio di ogni anno solare, il nume- ro delle tasse che dobbia- mo pagare (fa parte a suo modo della certezza del diritto) e chi ce le impone (Stato-Regione-Comune e indirette) Gli Stati Uniti sono alle prese con lo “shut down”, il rischio di “défault”: noi, molto più modesta- mente con la legge di sta- bilità. Nulla di compara- bile, da nessun punto di vista. Ma si tratta di due aspetti di una questione che ci trasciniamo ormai dalla fine del secolo scor- so e che, come le bombe a lenta combustione, co- mincia silenziosamente a produrre i suoi effetti: la crisi fiscale dello Stato. Nel brevissimo ter- mine si troveranno le soluzioni tecniche, ma i palliativi non fanno che confermare la patologia. Nel frattempo quello che tutti gli analisti da tempo prevedevano, si comincia a toccare con mano: si sta modificando la struttura sociale delle democrazie avanzate. E non certo nel senso dell’uguaglianza, così da mettere in discus- sione proprio le forme otto-novecentesche della democrazia. Che ha tra i suoi fon- damenti proprio il patto fiscale. In realtà, per quel che ci riguarda da vicino, il famoso limite europeo del tre per cento del de- bito pubblico rispetto al Pil (Prodotto interno lor- do), oppure l’obbligo di pareggio del bilancio, che addirittura è stato inseri- to nella nostra Costituzio- ne lo scorso anno, vorreb- bero significare proprio questo: l’impegno del- lo Stato di comportarsi come il cosiddetto buon padre (o madre) di fami- glia. Ovvero, far quadra- re i conti per assicurare un presente e soprattutto un futuro sostenibile per sé e, quel che più conta, per i propri figli. Eppu- re, è proprio questo che manca. Ce lo ha mostrato lo psicodramma dell’Imu e dell’Iva, che si è intrec- ciato con le recenti, ro- cambolesche vicende del sistema politico. Tutto sembra giocar- si, nella comunicazione politica – ma negli Stati Uniti è lo stesso, fatte le debite proporzioni – sul momentaneo. Cosicché, comunque vada a finire, l’unica certezza resta che l’Italia continuerà a esse- re uno dei Paesi europei e del mondo (causa debito pubblico mastodontico) a più alta tassazione gene- rale. Perché, attraverso il bricolage tra livelli (loca- le, regionale e nazionale) e ambiti di tassazione, la giungla fiscale, eliminato un balzello, ne produce immediatamente altri. Per questo bisogna co- minciare con piccoli pas- si. Ma urgenti e coerenti. Il primo: che l’abbat- timento del cuneo fiscale di cui oggi si parla sia la prima eccezione alla leg- ge delle giungla fiscale taglia-gambe ai cittadini: non sia cioè compensato da altri tributi. Il secondo passo non costa nulla. Se è vero che quello fiscale è uno dei patti fondanti la demo- crazia, e dunque anche della nostra Repubblica, ne consegue un obbligo di chiarezza. Accanto al pareggio di bilancio dovremmo scri- vere se non nella Costitu- zione, comunque su tutti i palazzi del potere l’ob- bligo che sia pubblicato all’inizio di ogni anno solare il numero delle tasse che dobbiamo pa- gare (fa parte a suo modo della certezza del diritto) e chi ce le impone (Stato- Regione-Comune e indi- rette). Sarà più facile la lotta all’evasione e all’elusione e si tranquillizzeranno i cittadini onesti, che sono la stragrande maggioran- za e oggi sono non solo tartassati, ma anche spes- so inutilmente vessati. GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2013 Tutti in missione Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria mondiale: “Vorrei incoraggiare tutti a farsi portatori della buona notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici - sempre più numerosi - che, accogliendo la chiamata del Signore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diverse”. Giornata Mariana con Papa Francesco A pag. 10 pag. 10 pag. 6

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la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 40 - Una copia € 1,10 - Domenica 20 ottobre 2013 - (Esce il giovedì)

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EDITORIALE

Le tasse e lo StatoFrancesco Bonini

Crisi fiscale dello Stato e incertezza delle tasse.

Una richiesta legitti-ma: l’obbligo per tutti i palazzi del potere di co-municare, all’inizio di ogni anno solare, il nume-ro delle tasse che dobbia-mo pagare (fa parte a suo modo della certezza del diritto) e chi ce le impone (Stato-Regione-Comune e indirette)

Gli Stati Uniti sono alle prese con lo “shut down”, il rischio di “défault”: noi, molto più modesta-mente con la legge di sta-bilità. Nulla di compara-bile, da nessun punto di vista. Ma si tratta di due aspetti di una questione che ci trasciniamo ormai dalla fine del secolo scor-so e che, come le bombe a lenta combustione, co-mincia silenziosamente a produrre i suoi effetti: la crisi fiscale dello Stato.

Nel brevissimo ter-mine si troveranno le soluzioni tecniche, ma i palliativi non fanno che confermare la patologia. Nel frattempo quello che tutti gli analisti da tempo prevedevano, si comincia a toccare con mano: si sta modificando la struttura sociale delle democrazie avanzate. E non certo nel senso dell’uguaglianza, così da mettere in discus-sione proprio le forme otto-novecentesche della democrazia.

Che ha tra i suoi fon-damenti proprio il patto fiscale. In realtà, per quel che ci riguarda da vicino, il famoso limite europeo del tre per cento del de-bito pubblico rispetto al Pil (Prodotto interno lor-do), oppure l’obbligo di pareggio del bilancio, che addirittura è stato inseri-to nella nostra Costituzio-ne lo scorso anno, vorreb-bero significare proprio questo: l’impegno del-lo Stato di comportarsi come il cosiddetto buon padre (o madre) di fami-glia. Ovvero, far quadra-re i conti per assicurare un presente e soprattutto un futuro sostenibile per sé e, quel che più conta,

per i propri figli. Eppu-re, è proprio questo che manca. Ce lo ha mostrato lo psicodramma dell’Imu e dell’Iva, che si è intrec-ciato con le recenti, ro-cambolesche vicende del sistema politico.

Tutto sembra giocar-si, nella comunicazione politica – ma negli Stati Uniti è lo stesso, fatte le debite proporzioni – sul momentaneo. Cosicché, comunque vada a finire, l’unica certezza resta che l’Italia continuerà a esse-re uno dei Paesi europei e del mondo (causa debito pubblico mastodontico) a più alta tassazione gene-rale. Perché, attraverso il bricolage tra livelli (loca-le, regionale e nazionale) e ambiti di tassazione, la giungla fiscale, eliminato un balzello, ne produce immediatamente altri.

Per questo bisogna co-minciare con piccoli pas-si. Ma urgenti e coerenti.

Il primo: che l’abbat-timento del cuneo fiscale di cui oggi si parla sia la prima eccezione alla leg-ge delle giungla fiscale taglia-gambe ai cittadini: non sia cioè compensato da altri tributi.

Il secondo passo non costa nulla. Se è vero che quello fiscale è uno dei patti fondanti la demo-crazia, e dunque anche della nostra Repubblica, ne consegue un obbligo di chiarezza.

Accanto al pareggio di bilancio dovremmo scri-vere se non nella Costitu-zione, comunque su tutti i palazzi del potere l’ob-bligo che sia pubblicato all’inizio di ogni anno solare il numero delle tasse che dobbiamo pa-gare (fa parte a suo modo della certezza del diritto) e chi ce le impone (Stato-Regione-Comune e indi-rette).

Sarà più facile la lotta all’evasione e all’elusione e si tranquillizzeranno i cittadini onesti, che sono la stragrande maggioran-za e oggi sono non solo tartassati, ma anche spes-so inutilmente vessati.

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2013

Tutti in missione Papa Francesco nel Messaggio

per la Giornata Missionaria mondiale:

“Vorrei incoraggiare tutti a farsi portatori della buona

notizia di Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e alle missionarie, ai presbiteri

fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici - sempre più numerosi - che,

accogliendo la chiamata del Signore,

lasciano la propria patria

per servire il Vangelo in

terre e culture diverse”.

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La solennità di Cristo Re dell’universo corona l’anno liturgica e la Chiesa italiana la dedica alla raccolta di offerte per sostenere i nostri sacerdo-ti! C’è innanzitutto l’impegno per la preghiera. Non solo una intenzione nella celebrazione delle Messe, ma una giornata preghiera che domandi a Dio che li assista, protegga e li ren-da secondo il cuore di Cristo . La loro continua presenza tra il popolo di Dio, ce lo fa spesso … dimenticare.

La nostra preghieraLa nostra preghiera perché

essi abbiano il cuore e la mente in Dio e sempre e solo a Lui ser-vano e a noi rendano familiare la presenza del Signore buono e misericordioso.

L’impegno per il loro so-stentamento deve farsi fidu-ciosa domanda al Signore di nuovi e numerosi sacerdoti. Ce lo domanda Gesù stesso: “pre-gate il Padrone della messe che

mandi operai nella sua messe …”. Ci si dimentica talvolta che la preghiera è il fondamen-to per ottenere grazie e doni dal Signore. Queste settimane che ci avvicinano al 24 novembre, siano occasione costante per la nostra preghiera.

Il nostro impegnoDomenica 24 novembre

prossimo è chiesto che siano i fedeli laici a fare appello ai partecipanti all’Eucaristia sia per il dono della preghiera che per l’impegno di sostenere eco-nomicamente tutti i sacerdoti d’Italia. Si tratta di aprire il

nostro sguar-d o oltre i l i m i t i d e l l e comu-n i t à parroc-c h i a l i che di quel l i

della nostra Chiesa diocesana per sentirci Chiesa italiana. Mi auguro anche che non man-chino laici – Donne e Uomini – che si rendono disponibili a distribuire i pieghevoli che sono giunti in tutte le parroc-chie e che contendono un conto corrente già pre-preparato per inviare all’Istituto Centrale del Sostentamento del Clero anche solo una piccola offerta.

Le nostre offerteLe offerte possono anche es-

sere fatte all’Istituto Diocesano del Sostentamento del Clero di piazzale Duomo a Rovigo. Lo scorso anno vi sono stati fedeli che hanno fatto la loro offer-ta in 107 parrocchie su 109! I dati sono forniti dall’I.C.S.C. di Roma.

Mi auguro che questo anno nessuna comunità parrocchiale manchi all’appello e che cresca il numero di quanti, nonostan-te le attuali difficoltà, pensano a sostenere i sacerdoti italiani. Siamo tutti impegnati ad aiuta-re i nostri preti a essere sempre davanti a Dio e a Lui solo servi-re, confortati pure dal sostegno che ricevono da tutti noi. In va-rie parrocchie vi è un “re

ferente parrocchiale”, chis-sà che questo 24 novembre 2013 non segni il traguardo che vi sia un “referente” in ogniuna delle nostre parrocchie.Servizio Diocesano Sovvenire

2 la Settimana domenica 20 ottobre 2013comunità

La Parola... famiglia, giovani e poveriGesù disse ai suoi

discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguar-do per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio av-versario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Famiglia e povertà sono ben evidenzia-te dalla persona e dalle richieste della ve-dova. Due rapporti esigono chiarimenti: il giudice presuntuoso, impietoso e disone-sto a confronto con Dio giudice pietoso e sollecito, e il rapporto preghiera-giustizia.

Dio è giudice di giustizia e la preghie-ra è finalizzata alla giustizia. Nei tribunali è scritto che “la legge è uguale per tutti”, ma è l’applicazione della legge, cioè la giu-stizia che non è uguale per tutti. La prima resta “scritta” per tutti, la seconda si può comprarla in tanti modi: denaro, interes-si, corruzione, scarica barile “perché non venga ad importunarmi”... La preghiera, allora, è via alla giustizia, ma a una condi-zione: la fede, che sostiene ed autentica la preghiera e porta alla esigente e insistente attesa della giustizia. “Ma il Figlio dell’uo-mo, quando verrà, troverà la fede sulla ter-ra?”. Il confronto è tra presunzione, iniqui-tà, disonestà e fede, preghiera, giustizia. Un giudice ritarda l’amministrazione della

giustizia: chiusura della piccola apocalisse. Preoccupazione di Gesù: infondere la cer-tezza che una preghiera persistente possa ottenere il cambiamento delle cose.

Pregare sempre senza stancarsi è lo scopo della parabola: esortazione ai cristia-ni a non fare della preghiera un adempi-mento di norme rigidamente stabilite, ma uno stile di fondo che fecondi la vita nel tempo presente, in attesa dei tempi di Dio. “Pregate incessantemente” (1 Ts 5,17).

Un giudice senza fede e senza legge, senza timore di Dio e sensibilità per l’uo-mo è un tradimento ai codici di alleanza e santità a favore dei poveri e degli emar-ginati in Israele: “Non maltratterai la ve-

dova e l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiu-to, io ascolterò il suo grido” (Es 22, 21-22). Una vedova che non può evitare quel giu-dice, trovandosi nella

sua giurisdizione. Gli chiede che sostenga la sua causa: le viene negato un pagamen-to. Non potendo pagare il magistrato, non viene da questi ascoltata. Debole e senza protezione, subisce ingiustizia dalla “giu-stizia”; non le resta che insistere.

Lo strumento narrativo del soliloquio del giudice è qui ispirato all’egoismo, ma è anche un inizio di revisione del cuore. Affrontato dall’insistenza di lei, che le pro-cura fastidio, quel giudice cede alla vedo-va importuna e le rende giustizia. In Luca è un atteggiamento di forza quell’insisten-za: “«Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli da-vanti; e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorro-no almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto” (11, 5-10).

Luca esorta a vivere il momento pre-sente, qualunque esso sia, nella certezza di una risoluzione positiva. Intanto ogni cre-dente sia pronto: èla cosa più importante per Luca: nessuno corra il rischio di essere privo di fede di fronte al Figlio dell’uomo, nel suo giorno.

d. Dante

XXIX Domenica del Tempo Ordinario - C

La preghiera insistenteLuca 18, 1-8

Perché la malattia e il dolore? E’ una domanda e spesso un grido che abbia-mo sentito dentro di noi e intorno a noi. E’ l’interroga-tivo drammatico che l’uomo pone a se stesso, agli altri uo-mini e a Dio stesso. Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica “Salvifici doloris” dice: “L’uomo, infatti,non pone questo interrogativo al mondo, benché molte volte la sofferenza gli provenga da esso, ma lo pone a Dio come al Creatore e Signore del mondo. Ed è ben noto come sul terreno di questo interrogativo si arrivi non solo a molteplici frustrazioni e con-flitti nei rapporti dell’uomo con Dio, ma capiti anche che si giunga alla negazione di Dio”. Al dramma del dolore si unisce sempre il dramma della fede.

Solo la fede in quel Dio “che ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio” può es-sere “la sorgente di ogni rispo-sta all’interrogativo sul senso della sofferenza. Questa rispo-sta è stata data da Dio all’uomo nella croce di Gesù Cristo”. Con la passione e la sua morte sulla croce, Cristo ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può ormai configurarci a lui e unirci alla sua passione redentrice.

Questa fede è certo una grazia, ma esige in noi quella sensibilità umana che ci rende capaci di stare vicino e metterci con amore concreto al servizio di coloro che soffrono. Solo chi crede e ama vede al di là del dolore.

Il Messaggio del Concilio Vaticano II a tutti coloro che soffrono (8 dicembre 1965) di-ceva: “Per voi tutti, fratelli pro-vati, visitati dalla sofferenza dai mille volti, il Concilio ha un messaggio tutto speciale. Sente fissi su di sé i vostri occhi im-ploranti, che cercano invano il perché della sofferenza umana e domandano ansiosamente quando e da dove verrà il con-forto.

Il Cristo non ha soppresso la sofferenza; non ha neppure voluto svelarcene interamente il mistero: l’ha presa su di sé, e questo basta perché ne com-prendiamo tutto il valore. Ecco la scienza cristiana della soffe-renza, la sola che doni la pace. Sappiate che non siete soli, né separati, né abbandonati, né inutili: siete i chiamati da Cristo, la sua immagine viven-te e trasparente. Nel suo nome, il Concilio vi saluta con amore, vi ringrazia, vi assicura l’amici-zia e l’assistenza della Chiesa e vi benedice”.

Paolo VI parlava del me-rito della sofferenza: “E a voi, carissimi, che siete o siete stati infermi, e tuttora portate nel vostro corpo lo stigma delle pene patite, vogliamo sottoli-neare il merito della sofferenza. Voi non soffrite, non avete sof-ferto invano: perché il dolore vi ha maturati nello spirito, vi ha datom una visione realistica e giusta delle cose del mondo, una quadratura di giudizio e di

pazienza, vi ha aperto orizzon-ti sterminati di bontà, di lon-ganimità, di pace, di perfetta letizia. Soltanto nell’economia cristiana il dolore acquista la sua dimensione più alta e più vera; esso ci configura a Cristo, ci dà la forza per accogliere la sua croce, e ci dispone alle più alte ascensioni. Se man-casse l’accettazione di questa realtà, svanirebbe il merito, e resterebbe, sola, la sofferenza come peso tremendo e incom-prensibile, per taluni persino insopportabile. Sarebbe la più grande disgrazia. Ma voi ave-te la fortuna di avere scoperto Cristo accanto a voi, che vi dà la sua stessa forza, vi invita ad essere i suoi Cirenei accanto a lui”.

Giovanni Paolo II scriveva: “Avendo condiviso anch’io, in questi anni, a più riprese l’espe-rienza della malattia, ho com-preso sempre più chiaramente il suo valore per il mio ministe-ro petrino e per la vita stessa della Chiesa. Nell’esprimere af-fettuosa solidarietà a coloro che soffrono, li invito a contempla-re con fede il mistero di Cristo, crocifisso e risorto, per arrivare a scoprire nelle proprie vicende dolorose l’amorevole disegno di Dio. Solo guardando a Gesù “uomo dei dolori, che ben co-nosce il patire” (Is 53,3), è pos-sibile trovare serenità e fiducia.

Ogni giorno mi reco ideal-mente in pellegrinaggio negli ospedali e nei luoghi di cura, dove vivono persone di ogni età e di ogni ceto sociale. Vorrei soprattutto sostare al fianco dei degenti, dei familiari e del personale sanitario. Sono luo-ghi che costituiscono come dei santuari, nei quali le persone partecipano al mistero pasqua-le di Cristo.

Anche il più distratto è lì portato a porsi domande sulla propria esistenza e sul suo si-gnificato, sul perché del male, della sofferenza e della morte. Ecco perché è importante che mai manchi in tali strutture una presenza qualificata e si-gnificativa dei credenti”

Si può così scoprire il sen-so pieno dell’invito di Papa Francesco il giorno di Pasqua: “Vorrei che l’annuncio che Gesù è risorto giungesse in ogni casa, in ogni famiglia, specialmente dove ‘è più sof-ferenza, negli ospedali, nelle carceri”.

d. Dante Bellinati

Anno della Fede

Evangelizzazionee malattia

Per Sacerdoti e ReligiosiEsercizi spirituali

Torreglia 4 – 8 novembrePrima che si concluda l’Anno della Fede mons. Vescovo in-

vita a partecipare agli Esercizi spirituali Sacerdoti e Religiosi. Essi si svolgeranno a Torreglia (PD) nella Casa del S. Cuore, dal 4 all’8 novembre 2013. Detterà le riflessioni S.E. mons. Renato Corti vescovo emerito di Novara. Le iscrizioni si raccolgono in Cancelleria della Curia a Rovigo.

Carmelo di Rovigo

Icona della TrasfigurazioneDomenica 20 ottobre 2013 alle ore 16, nella cappella del

Carmelo della Trasfigurazione di Rovigo, con ingresso da via Curiel, suor Maria Grazia, carmelitana scalza, terrà una lectio divina su La Samaritana.

Corso sui dieci comandamentiOgni martedì alle ore 21, nella cappella del Carmelo del-

la Trasfigurazione, a Rovigo, padre Mario Gallian, domeni-cano, tiene un corso sui dieci comandamenti.

Domenica 20 ottobre: Ore 9.00 - Fratta Polesine: celebra la S. Messa ed ammini-stra il sacramento della Cresima. Ore 11.00 - Ceregnano: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima.Martedì 22 ottobre: Ore 9.30 - Zelarino: pre-siede la riunione regionale di “Sovvenire”. Ore 18.15 - Lendinara, S. Biagio: presiede la celebrazione della S. Messa in onore del beato

Giovanni Paolo IIMercoledì 23 ottobre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Villadose: partecipa alla riunione del Consiglio Pastorale Vicariale.Giovedì 24 ottobre: Ore 9.30 - Rovigo, Seminario: partecipa al riti-ro spirituale diocesano dei presbiteri: Ore 21.00 - Adria: partecipa all’incontro vicariale degli Adulti di Azione Cattolica.Venerdì 25 ottobre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udien-za. Ore 18.00 - Rovigo, Accademia dei Concordi: partecipa all’in-contro ecumenico promosso dal SAE.Sabato 26 ottobre: Ore 17.00 - Frassinelle Chiesa: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima.Domenica 27 ottobre: Ore 9.00 - Ariano: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 11.00 - Polesella: ce-lebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 17.00 - Borsea: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima. Ore 19.00 - Rovigo, Concattedrale: presiede la cele-brazione della S. Messa in onore della B.V. delle Grazie.

Attività del Vescovo

Anno della Fede

1

Per tutti noi,perché l’Anno della fede ci sia propizioper vivere la missione di annunziare il Vangelonei luoghi di lavoro, di studio, di svago, preghiamo.

Per i giovani,perché la sequela personale del Maestrosia rinvigorita dall’abbondanza di grazie spiritualiche Egli concede alla Chiesa in questo Anno della Fede, preghiamo.

DOMENICA XXVII DEL TEMPO ORDINARIO 6 ottobre 2013

DOMENICA XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO 13 ottobre 2013

DOMENICA XXIX DEL TEMPO ORDINARIO 20 ottobre 2013

Il mi-oa-iu - to__ vie-ne dal Si- gno - re.

Per le famiglie,perché siano chiese domestichein cui la fede viene vissuta e trasmessa,di generazione in generazione, preghiamo.

Verso la domenica 24 novembre

Preghiera ed offerte deducibiliPer aiutare i nostri sacerdoti

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3la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 attualità

Cari fratelli e sorelle, quest’anno celebriamo la Gior-nata Missionaria Mondiale mentre si sta concludendo l’Anno della fede, occasione importante per rafforzare la nostra amicizia con il Signore e il nostro cammino come Chie-sa che annuncia con coraggio il Vangelo. In questa prospet-tiva, vorrei proporre alcune riflessioni.

1. La fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché lo possiamo co-noscere ed amare. Egli vuole entrare in relazione con noi per farci partecipi della sua stessa vita e rendere la nostra vita più piena di significato, più buona, più bella. Dio ci ama! La fede, però, chiede di essere accolta, chiede cioè la nostra personale risposta, il coraggio di affidar-ci a Dio, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita miseri-cordia. E’ un dono, poi, che non è riservato a pochi, ma che vie-ne offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimenta-re la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Ed è un dono che non si può te-nere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. L’annuncio del Vangelo fa parte dell’esse-re discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima tutta la vita della Chiesa. «Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale» (Bene-detto XVI, Esort. ap. Verbum Domini, 95). Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annun-cia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “pe-riferie”, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo. La solidi-tà della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffon-derla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci incon-trano e condividono con noi il cammino della vita.

2. L’Anno della fede, a cin-quant’anni dall’inizio del Con-cilio Vaticano II, è di stimolo perché l’intera Chiesa abbia una rinnovata consapevolezza della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua mis-sione tra i popoli e le nazioni. La missionarietà non è solo una questione di territori geo-grafici, ma di popoli, di cultu-re e di singole persone, proprio perché i “confini” della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna, Il Concilio Vaticano II ha sottolineato in modo spe-ciale come il compito missio-nario, il compito di allargare i confini della fede, sia proprio di ogni battezzato e di tutte le comunità cristiane: «Poiché il popolo di Dio vive nelle co-munità, specialmente in quelle diocesane e parrocchiali, ed in esse in qualche modo appare in forma visibile, tocca anche a queste comunità rendere te-stimonianza a Cristo di fronte alle nazioni» (Decr. Ad gen-tes, 37). Ciascuna comunità è quindi interpellata e invitata a fare proprio il mandato affi-dato da Gesù agli Apostoli di essere suoi «testimoni a Geru-salemme, in tutta la Giudea e

la Sama-ria e fino ai confini della ter-ra» (At 1,8), non come un aspetto secondario della vita cr ist iana, ma come un aspetto essenziale: tutti siamo inviati sulle strade del mondo per cammina-re con i fra-telli, pro-f e s s a ndo e testimo-niando la nostra fede in Cristo e facendoci annuncia-tori del suo Va n g e l o . Invito i Ve-scovi, i Presbiteri, i Consigli presbiterali e pastorali, ogni persona e gruppo responsabi-le nella Chiesa a dare rilievo alla dimensione missionaria nei programmi pastorali e for-mativi, sentendo che il proprio impegno apostolico non è com-pleto se non contiene il propo-sito di “rendere testimonianza a Cristo di fronte alle nazioni”, di fronte a tutti i popoli. La missionarietà non è solamente una dimensione programma-tica nella vita cristiana, ma an-che una dimensione paradig-matica che riguarda tutti gli aspetti della vita cristiana.

3. Spesso l’opera di evan-gelizzazione trova ostacoli non solo all’esterno, ma all’in-terno della stessa comunità ecclesiale. A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo e nell’aiutare gli uomini del no-stro tempo ad incontrarlo. A volte si pensa ancora che por-tare la verità del Vangelo sia fare violenza alla libertà. Paolo VI ha parole illuminanti al ri-guardo: «Sarebbe ... un errore imporre qualcosa alla coscien-za dei nostri fratelli. Ma pro-porre a questa coscienza la ve-rità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarez-za e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che essa farà ... è un omaggio a questa libertà» (Esort, ap. Evangelii nuntiandi, 80). Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di propor-re, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo. Gesù è venuto in mezzo a noi per indicare la via della salvezza, ed ha affidato anche a noi la missione di farla conoscere a tutti, fino ai confi-ni della terra. Spesso vediamo che sono la violenza, la menzo-gna, l’errore ad essere messi in risalto e proposti. E’ urgente far risplendere nel nostro tempo la vita buona del Vangelo con l’annuncio e la testimonianza, e questo dall’interno stesso della Chiesa. Perché, in questa prospettiva, è importante non dimenticare mai un principio fondamentale per ogni evan-gelizzatore: non si può annun-ciare Cristo senza la Chiesa. Evangelizzare non è mai un atto isolato, individuale, priva-to, ma sempre ecclesiale. Paolo VI scriveva che «quando il più sconosciuto predicatore, mis-sionario, catechista o Pastore, annuncia il Vangelo, raduna la

comunità, tra-smette la fede, amministra un S a c r a m e nt o, anche se è solo, compie un atto di Chiesa». Egli non agisce «per una missio-ne arrogatasi, né in forza di un’ispirazione personale, ma in unione con la missione del-la Chiesa e in nome di essa» (ibidem). E que-sto dà forza alla missione e fa sentire ad ogni missionario ed evangelizzatore che non è mai solo, ma parte di un unico Corpo animato dallo Spirito Santo.

4. Nella no-stra epoca, la mobilità diffusa e la facilità di comunicazione attraverso i new media hanno mescolato tra loro i popoli, le conoscenze, le esperienze. Per motivi di lavoro intere famiglie si spostano da un continente all’altro; gli scambi professio-nali e culturali, poi, il turismo e fenomeni analoghi spingono a un ampio movimento di per-sone. A volte risulta difficile persino per le comunità par-rocchiali conoscere in modo sicuro e approfondito chi è di passaggio o chi vive stabil-mente sul territorio. Inoltre, in aree sempre più ampie delle regioni tradizionalmente cri-stiane cresce il numero di colo-ro che sono estranei alla fede, indifferenti alla dimensione religiosa o animati da altre cre-denze. Non di rado poi, alcuni battezzati fanno scelte di vita che li conducono lontano dalla fede, rendendoli così bisognosi di una “nuova evangelizza-zione”. A tutto ciò si aggiunge il fatto che ancora un’ampia parte dell’umanità non è stata raggiunta dalla buona notizia di Gesù Cristo. Viviamo poi in un momento di crisi che toc-ca vari settori dell’esistenza, non solo quello dell’economia, della finanza, della sicurezza alimentare, dell’ambiente, ma anche quello del senso profon-do della vita e dei valori fonda-

mentali che la animano. Anche la convivenza umana è segna-ta da tensioni e conflitti che provocano insicurezza e fatica di trovare la via per una pace stabile. In questa complessa situazione, dove l’orizzonte del presente e del futuro sembra-no percorsi da nubi minaccio-se, si rende ancora più urgente portare con coraggio in ogni realtà il Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di ri-conciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene. L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare. Portiamo a questo mondo, con la nostra testimo-nianza, con amore, la speranza donata dalla fede! La missio-narietà della Chiesa non è pro-selitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammi-no, che porta speranza e amo-re. La Chiesa - lo ripeto ancora una volta - non è un’organiz-zazione assistenziale, un’im-presa, una ONG, ma è una comunità di persone, animate

dall’azione dello Spi-rito Santo, che hanno vissuto e vivono lo s t u p o r e d e l l ’ i n -contro con Gesù Cri-sto e de-s i d e r a n o condivide-re questa esperienza di profonda gioia, con-dividere il Messaggio di salvez-za che il Signore ci ha portato. E’ proprio lo Spiri-to Santo che guida la Chiesa in questo cammino.

5. Vorrei in-coraggiare tutti a farsi portatori della buona no-tizia di Cristo e sono grato in modo particola-re ai missionari e alle missiona-rie, ai presbiteri fidei donum, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici - sempre più numerosi - che, accogliendo la chiamata del Si-gnore, lasciano la propria patria per servire il Vangelo in terre e culture diver-se. Ma vorrei anche sottoli-neare come le stesse giovani Chiese si stiano i mp eg n a ndo generosamen-te nell’invio di missionari alle Chiese che si trovano in difficoltà - non

raramente Chiese di antica cri-stianità - portando così la fre-schezza e l’entusiasmo con cui esse vivano la fede che rinnova la vita e dona speranza. Vivere in questo respiro universale, rispondendo al mandato di Gesù «andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28, 19) è una ricchezza per ogni Chiesa particolare, per ogni comunità, e donare missionari e missionarie non è mai una perdita, ma un guadagno. Fac-cio appello a quanti avvertono tale chiamata a corrispondere generosamente alla voce dello Spirito, secondo il proprio sta-to di vita, e a non aver paura dì essere generosi con il Signore. Invito anche i Vescovi, le fa-miglie religiose, le comunità e tutte le aggregazioni cristiane a sostenere, con lungimiran-za e attento discernimento, la chiamata missionaria ad gen-tes e ad aiutare le Chiese che hanno necessità di sacerdoti, di religiosi e religiose e di lai-ci per rafforzare la comunità cristiana. E questa dovrebbe essere un’attenzione presente anche tra le Chiese che fanno parte di una stessa Conferenza Episcopale o di una Regione: è importante che le Chiese più ricche di vocazioni aiutino con

generosità quelle che soffrono per la loro scarsità.

Insieme esorto i missionari e le missionarie, specialmen-te i presbiteri fidei donum e i laici, a vivere con gioia il loro prezioso servizio nelle Chiese a cui sono inviati, e a portare la loro gioia e la loro esperienza alle Chiese da cui provengono, ricordando come Paolo e Bar-naba al termine del loro primo viaggio missionario «riferiro-no tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la por-ta della fede» (At 14,27). Essi possono diventare una via per una sorta di “restituzione” del-la fede, portando la freschezza delle giovani Chiese, affinché le Chiese di antica cristianità ritrovino l’entusiasmo e la gio-ia di condividere la fede in uno scambio che è arricchimento reciproco nel cammino di se-quela del Signore.

La sollecitudine verso tut-te le Chiese, che il Vescovo di Roma condivide con i confra-telli Vescovi, trova un’impor-tante attuazione nell’impegno delle Pontificie Opere Mis-sionarie, che hanno lo scopo di animare e approfondire la coscienza missionaria di ogni battezzato e di ogni comunità, sia richiamando la necessità di una più profonda formazione missionaria dell’intero Popo-lo di Dio, sia alimentando la sensibilità delle Comunità cri-stiane ad offrire il loro aiuto per favorire la diffusione del Vangelo nel mondo.

Un pensiero infine ai cri-stiani che, in varie parti del mondo, si trovano in difficoltà nel professare apertamente la propria fede e nel vedere ri-conosciuto il diritto a viverla dignitosamente. Sono nostri fratelli e sorelle, testimoni co-raggiosi - ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli - che sopportano con perseve-ranza apostolica le varie forme attuali di persecuzione, Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo. Desidero assicurare che sono vicino con la preghie-ra alle persone, alle famiglie e alle comunità che soffrono violenza e intolleranza e ripe-to loro le parole consolanti di Gesù: «Coraggio, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33).

Benedetto XVI esortava: «“La Parola del Signore corra e sia glorificata’’ (2Ts 3,1): possa questo Anno della fede rende-re sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guar-dare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duratu-ro» (Lett. ap. Porta fidei, 15). È il mio auspicio per la Gior-nata Missionaria Mondiale di quest’anno. Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti coloro che accompagnano e sostengono questo fonda-mentale impegno della Chiesa affinché l’annuncio del Vange-lo possa risuonare in tutti gli angoli della terra, e noi, mini-stri del Vangelo e missionari, sperimenteremo “la dolce e confortante gioia di evange-lizzare” (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80).

Dal Vaticano, 19 maggio 2013, Solennità di Pentecoste

Giornata Missionaria Mondiale 2013

Sulle strade del mondoMessaggio del Santo Padre Francesco

Page 4: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

Il Consiglio d’Ammini-strazione del Consorzio per lo Sviluppo del Polesine ha volu-to salutare, il suo Coordinatore dei Settori, Fabio Volpe, che, dopo più di 43 anni, avendone i requisiti contributivi, ha de-ciso di chiudere la sua lunga esperienza lavorativa, lascian-do l’Ente, nel quale era entrato nel 1996, per godere della me-ritata pensione.

Fabio Volpe, 64 anni, ha così concluso una carriera che era iniziata, quando, dopo es-sersi diplomato come Addetto alla contabilità all’Istituto Professionale di Stato per il Commercio di Rovigo, si era occupato proprio di contabilità presso l’Unione Agricola Polesana di Rovigo. Dal 1973 al 1991 era poi sta-to il Responsabile dei Servizi di Stato Civile, Anagrafe, Leva, Elettorale e Statistica del Comune di Pontecchio Polesine, per approdare, quin-di, alla Provincia di Rovigo, dalla quale era, infine, passato al Consorzio per lo Sviluppo del Polesine. Ha anche rico-perto importanti incarichi a livello provinciale e nazio-nale, da quello di Segretario Provinciale dei dipendenti pubblici della CISL a quello di funzionario del Ministero per le Partecipazioni Statali a Roma, lavorando nello Staff del Ministro Carlo Fracanzani. Fabio Volpe in quegli anni è stato anche un importante dirigente della Federazione Italiana della Pallavolo (FIPAV), dapprima come Presidente del Veneto e poi come Vicepresidente naziona-le, vivendo da attivo protago-nista, alla guida della delega-zione azzurra, la storica vitto-ria degli europei in Svezia nel 1989 ed il trionfo mondiale in Brasile nel 1990, con la mitica squadra allenata da Velasco.

Negli ultimi anni Volpe ha messo la sua prestigiosa espe-rienza sportiva e la sua passio-ne a disposizione della Beng Volley Rovigo della quale è, tutt’ora, apprezzato dirigente.

Il Presidente del Consorzio,

Angelo Zanellato, ha con-segnato a Volpe una targa ricordo che vuole testimonia-re l’affetto e la riconoscenza dell’Ente nei confronti del fun-zionario.

Zanellato, che è legato a

Volpe anche da una lunga amicizia personale, ha espres-so all’ormai ex dipendente del Consorzio l’augurio affinché questa nuova fase della sua vita gli porti nuove e migliori soddisfazioni.

Consvipo

Festa per Fabio VolpeAndato in pensione

Stanno per iniziare final-mente i lavori per 12 milioni onde sistemare defini-tivamente il Cavo Maestro, cono-sciuto dalla gen-te come Perenno o Collettore Padano; ciò a cura del consorzio di bonifica Adige Po. Trattasi del più grosso inve-stimento di pub-blica utilità mai implementato qui per cui la soddisfazione del sindaco Massimo Biancardi è legittima. “Certo un’opera idraulica di assoluto rilievo – ha osservato il primo cittadino – e questo nell’interesse irriguo generale. In particolare verrà sanata una volta per tutte la disastrosa situazione dei fron-tisti in via Argine Valle alle prese da sempre con problemi ecologici di vario genere mai affrontati prima. A tal propo-sito ho chiesto espressamente ad Adige Po che i lavori, certo complessi e di lungo periodo, comincino ora proprio parten-do dalla riviera Argine Valle”.

In merito nella mattinata dell’8 ottobre u.s. in municipio si è tenuta una specifica riunio-ne operativa tra l’amministra-zione locale, rappresentata dal sindaco Massimo Biancardi e dal tecnico comunale Paolo Cavaggion, ed il consorzio di bonifica Adige Po trami-te il vice direttore Giovanni Veronese insieme ai collabo-ratori il geometra Pavani ed il custode idraulico Baratella.

“L’appalto delle opere è sta-to aggiudicato, in virtù dell’of-ferta economicamente più van-taggiosa, ad un’associazione temporanea d’imprese polesa-ne con capofila la Cogese Sas di Porto Viro. Ciò permetterà di avere – ha aggiunto l’ing. Giovanni Veronese - alcune migliorie sia per quanto riguar-da i presidi di sponda che per il contenimento degli espropri. I tecnici consorziali sono già al lavoro per contattare i frontisti per le preliminari operazioni di occupazione delle aree per-manenti o temporanee”.

L’intervento di durata triennale, finanziato dal mini-stero delle politiche agricole, alimentari e forestali, interes-sa i bacini idraulici di Melara-Bergantino, Aranova e Zelo. Si continuerà a sistemare a mon-te per ulteriori 9 km. il Cavo Maestro dal ponte di sostegno Canova a San Pietro Polesine (qui i lavori di ripristino a valle si sono fermati qualche anno fa) sino ai confini polesani di Melara. Due gli appalti com-plementari: uno di 3.855.835,22

per lo scavo e il presidio di buona parte delle sponde; l’al-tro di 3.434.164,78 riguardante interventi su manufatti, ponti, chiaviche e sostegni. Le altre somme riguardano le spese generali per un 15%, l’Iva per il 22%, gli espropri ed “alcune spese in diretta amministra-zione per l’adeguamento dei si-stemi di derivazione principali alla chiavica di Calto e a Passo Cavallotti”.

Lungo la riviera di via Argine Valle verrà risezionato il canale onde creare una pista di manutenzione adiacente al corso d’acqua con grande be-neficio dei cortili e delle abita-zioni situate in fregio al ciglio. Tutti i relativi manufatti idrau-lici, chiaviche, sostegni e simili saranno ridisegnati ed amplia-ti; per i ponti sono previsti solo interventi di manutenzione straordinaria, tipo stuccature e sostituzione di qualche mat-tone.

Nelle foto: I fronti-sti dell’Argine Valle; l’ing. Giovanni Veronese.

4 la Settimana domenica 20 ottobre 2013società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Borsea – Centro Parrocchiale “Cuore nuovo”

Missionari sulla Via della PaceIncontri di “preghiera-for-

mazione” proposti dall’Asso-ciazione VIA PACIS in colla-borazione con la Parrocchia di Borsea.

Tutte le notizie sull’Asso-ciazione VIA PACIS si possono trovare sul sito www.viapacis.info, mentre per quanto ri-guarda Rovigo, espressione locale di questa Associazione i recapiti sono: Responsabile: Cabassa Sabrina Tel: 0425-780326 cell.: 346 0850517 - mail: [email protected]

Questi incontri, si svolge-ranno con una cadenza quindi-cinale e il primo ha avuto luogo martedì 15 ottobre, vedranno la preziosa partecipazione dei fondatori e, tra gli altri, anche del prof. Gregorio Vivaldelli membro di questa associazio-ne e noto conferenziere anche nella nostra diocesi.

Sabrina ed Emanuele

Programma incontri Via Pacis 2013/2014

Ottobre: martedì 29, guida Gregorio Vivaldelli.Novembre: martedì 12, guida Eliana Aloisi Maino; martedì 26, guida Sabrina e Emanuele.Dicembre: martedì 10, guida Lorenzo Parisi.Gennaio 2014: martedì 7, gui-

da Sabrina e Emanuele, marte-dì 21, guida Paolo Maino.Febbraio: martedì 4, guida Sabrina e Emanuele, martedì 18, guida Gregorio Vivaldelli.

Marzo: martedì 4, guida Lorenzo Parisi, martedì 18, guida Sabrina e Emanuele.Aprile: martedì 1, guida Paolo Maino.

Via PacisI martedì di

“...e dirigere i nostri passi sulla via della pace”

(dal Cantico di Zaccaria Lc 1,68-79)

Responsabile: Sabrina Cabassacell. 346.0850517 - [email protected]

www.viapacis.info

Gli incontri sono aperti a tutti

Associazione Via Pacis

Incontri quindicinali di preghiera e formazione

presso la Sala Madre Teresadel centro parrocchiale “Cuore Nuovo”

dalle 20.45 alle 22.00

®

in collaborazione conla Parrocchia

di Borsea

E’ stato dedicato a Questione sessuale e questione della vita, oggi. Nuove sfide per il vo-lontariato pro-life il Convegno regionale della Federazione veneta dei Centri e dei Movimenti per la vita guidata da Guido De Candia, svoltosi domenica 6 ottobre a Camposampiero (Pd). Il re-latore Giulio Bianchi ha analizzato soprattutto il tema della differenza uomo-donna, data per cer-ta in natura nel corso di millenni, recentemente messa in discussione dal femminismo radicale e dall’ideologia del gender. “La differenza tra uomo e donna – ha sottolineato fra l’altro - è sta-ta considerata per secoli e secoli una cosa molto bella. Ma è venuta poi la diffidenza, la contesta-zione, la negazione della differenza”.

Alla radice di questo epocale mutamento di prospettiva anche l’evoluzione del pensiero femminista, che non poteva ignorare il fallace pseudo-ragionamento ripetuto in ogni epoca, secondo il quale la donna è diversa dall’uomo, dunque è inferiore.

“In un primo momento – ha fatto presente Bianchi - il movimento delle donne ha chiesto la parità: diritto di voto, diritto all’istruzione an-che ai massimi livelli, accesso a tutte le profes-sioni; le stesse possibilità, le stesse opportunità, le stesse libertà degli uomini”. Ma in seguito, e in particolare nei Paesi più sviluppati, nei quali la parità giuridica è stata sostanzialmente rea-lizzata, il femminismo radicale ha attribuito alla conformazione fisica della donna una rile-vanza decisiva in ordine alla sua inferiorità di fatto. Di qui l’appello alla scienza e alla tecnolo-

gia, per liberare la donna dalla costrizione del-la sua specifica conformazione materna, e una tendenziale diffidenza nei confronti della stes-sa maternità, che mostra la rilevanza del tema della differenza sessuale in ordine alla riprodu-zione, alla questione della vita. Convergente, a questo riguardo, la spinta ideologica delle teorie gender e queer, volte a vanificare la differenza come dato naturale da riconoscere, e a proporre una libera auto creazione della identità sessua-le, anche insofferente dell’alternativa maschile/femminile.

La forma di generazione congeniale alla re-cente costellazione ideologica del femminismo radicale, delle teorie gender, e della comune ri-vendicazione della piena libertà e dei pari diritti di ogni orientamento sessuale, è la procreazione medicalmente assistita, la fecondazione in vitro. La quale – si è detto – incoraggia di fatto nel no-stro occidente la produzione dei figli su misura e la selezione di tipo eugenetico, che già peral-tro ricorre con una certa frequenza, sotto altro nome e finzione (“aborto terapeutico”), nella prassi naturale della generazione.

Intensa la riflessione nei tre gruppi di ricerca che hanno fatto seguito alla relazione di apertu-ra del convegno, che ha evidenziato la propen-sione dei dirigenti e operatori dei Centri di aiuto alla vita e Movimenti per la vita veneti per una presenza dialogante e nello stesso tempo “profe-tica” nel mondo d’oggi, ovvero animata da una convinta e premurosa attenzione a salvare e pro-muovere l’umano nell’ odierna città dell’uomo.

SAE - Gruppo di Rovigo

Incontri ecumenicie di dialogo interreligioso

IL REGNO DI DIO: speranza per l’umanità o utopia?Relatore: Paolo Ricca Teologo protestanteVenerdì 25 ottobre 2013 ore 18.00Presso la Sala Arazzi dell’Acca-demia dei Concordi in Piazza Vittorio Emanuele II, 14 a Rovigo.

Il S.A.E. (Segretariato Attività Ecumeniche) è un movimen-•to interconfessionale di laici per l’ecumenismo e il dialogo ebraico-cristiano. È nato a Venezia nel 1947 per iniziativa di Maria Vingiani, sua attuale Presidente emerita. La sede nazio-nale è a Milano in Piazza S. Eufemia n. 2. Tel.: 02878569 - Fax: 0286465295 [email protected] - www.saenotizie.itIl S.A.E. è soggetto accreditato dal Ministero dell’istru-•zione per la formazione del personale della scuola (D.M. 177/2000 e D.M. 26/7/2007 prot. n. 15325)Dal 2006 è nato a Rovigo un “gruppo SAE” interconfessio-•nale che si riunisce una volta al mese, di lunedì, in Via Al-berto Mario n. 36, presso le Missionarie della Redenzione.L’attività del gruppo vuole favorire l’esperienza del dialo-•go e il servizio di formazione ecumenica.Responsabile del gruppo SAE è la Dott.ssa Alessandra Mo-•retto tel. 0425 28122.

A tema la differenza uomo - donna

A favore della vita e dell’amoreConvegno regionale della Federazione Movimenti e Centri di Aiuto alla Vita - Regione Veneto

Castelnovo Bariano

Difesa del territorioAl via i lavori per 12 milioni onde sistemare il Cavo Maestro

Page 5: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

5la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 polesine

Rovigo - Iniziativa proposta presso la parrocchia di Sant’Antonio

I Nomi dell’amorePagine nuziali della Scrittura

Lo scorso anno, at-traverso i testi dell’An-tico Testamento, che la Chiesa ha sempre proclamato nella litur-gia, abbiamo scoperto che molti di quegli at-teggiamenti lontani ci appartengono ancora e che, soprattutto, non è cambiato nel tempo l’amore fedele di Dio per noi.

Quest’anno voglia-mo andare più decisa-mente verso Cristo, lo Sposo della Chiesa, e lo facciamo mediante il linguaggio dell’amo-re umano che anche questa volta parte da lontano. E’ Dio stesso che ci autorizza a far-lo, rivelandosi molte volte nella Scrittura e pa rla ndo -ci di sé con l ’a l f a b e t o degli affetti: l’amore tra un uomo e una donna, l ’i n n a mo - ramento, il tradimento, la paternità e la maternità, la vedovan-za. Se Lui si è fatto cono-scere così significa che anche noi possiamo, a ritroso, esplorare i nostri affetti e scoprirli abitati da Dio.

Scegliamo un percorso tematico, che prevede ogni sera l’accostamento di due o tre brani bibli-ci. Non faremo un corso per fidanzati, o di spi-ritualità coniugale, ma accoglieremo il realismo

con cui la Scrittura ac-costa la coppia umana e la famiglia e ci faremo aiutare a scoprire an-che attraverso questa esperienza elementare, nella quale ciascuno di noi è nato e vive, si può fare esperienza di Dio; anch’essa infatti, come tutti i momenti uma-ni, è segnata da limiti e fragilità, ha bisogno della redenzione ope-rata dal Figlio che sal-va tutto l’uomo e la donna, compresi i loro affetti.

Dio tante volte ha rivelato se stesso e il suo Amore attraverso il linguaggio dell’amore umano. Possiamo dun-que percorrerlo per com-prendere Lui ed il legame perenne con il quale ha

deciso di unirsi a noi.

p La voce dello Sposo: Giovedì 17 ottobrep L’innamoramento: Giovedì 21 novembre p Le nozze: Giovedì 19 dicembrep Il levirato: Giovedì 16 gennaiop Fedeltà e infedeltà: Giovedì 20 febbraiop La Samaritana e l’adultera: Giovedì 20 marzop Dio come padre e madre: Giovedì 17 aprilep Rinascere in Cristo: Giovedì 15 maggio.

Tutti gli incontri avranno luogo alle ore 21, pres-so la parrocchia di S. Antonio di Padova, V.le De Gasperi 7 - E’ utile portare la Bibbia.

Il primo documen-to certo su Castelnovo Bariano risale al 1109 e riguarda un minimo e fluviale luogo fortifi-cato (Bariano) donato da Matilde di Canossa al vescovo ferrarese Landolfo; la cessione venne firmata di pro-prio pungo dalla cele-bre contessa. Tale picco-lo castello venne assa-lito dai mantovani nel 1199 e probabilmente distrutto sin da allora. Un altro lo costruirono gli estensi nei primi anni del 15° secolo e venne chiamato appunto Castelnovo per di-stinguerlo dall’antico, sorgen-do sempre sul Po nei pressi dell’ancor esistente fornace.

Il matildico feudo Bariano comprendeva la chiesa di San Bartolomeo situata nell’attuale golena Cybo intorno ad un ro-busto luogo abitato a ridosso dell’argine Mayol; tale luogo abitato venne cancellato dal-la grande alluvione del 1601. Poco dopo iniziò la grande bonificazione Bentivoglio che rese fertili le zone altopolesa-ne tanto che la gente nostra lentamente si spostò oltre l’at-tuale argine maestro avendo come riferimento la località denominata Sabbioni; qui esi-steva un piccolo oratorio dedi-cato a S. Antonio di Padova. Al

suo posto nel 1671 sarà eretta una modesta chiesa a titolo di curazia dipendente dalla vi-caria di Massa Superiore sino al 1929. Patrono sin da allora il patavino S. Antonio.

Nel 1927 il curato Beniamino Vianello si rivolse all’amministrazione comuna-le onde coinvolgerla nella co-struzione di una nuova chie-sa, stanti le tristi condizioni di quella secentesca. Per concre-tizzare l’idea lo stesso mons. Vianello la sera del 27 ottobre del ’27 fece la proposta alla cittadinanza radunata fitta in un luogo civico per una con-ferenza. Entusiasmo generale e tutti si mossero, popolazio-ne ed istituzioni locali tanto che la demolizione del vec-chio tempio iniziò il 9 luglio 1928 per fare posto al nuovo. La posa ufficiale della prima pietra avvenne il 25 ottobre 1928 per mano del vescovo Anselmo Rizzi.

Il 13 ottobre 1929 l’attua-le chiesa (patrono sempre S. Antonio) fu inaugurata e benedetta dal vescovo Rizzi con la contestuale costituzio-ne della parrocchia. Vennero cresimati 252 bambini dai 6 ai 13 anni. In 9 mesi il tempio in pulito stile neogotico era nato e ciò per merito dell’in-tera comunità ispirata da don Beniamino Vianello pure pri-mo parroco, stante la nomina papale di Pio XI dell’11 no-vembre successivo. Da notare che l’attuale torre campanaria risale al 1921 ma fu iniziata sin dal 1913: i lavori furono portati avanti con grandi dif-ficoltà a motivo della povertà estrema castelnovese e del primo conflitto mondiale.

La parrocchiale antoniana sino ad oggi è stata un punto di aggregazione sicuro a livel-lo devoto e sociale e la gente di qui, su input dei vari par-roci succedutisi, ha sempre dimostrato grande generosità per le esigenze di manuten-

zione ordinaria e straordina-ria insieme all’amministra-zione comunale, ciò oltre ogni divisione particolaristica.

Problema urgente di que-sti ultimi tempi il rifacimen-to del tetto a motivo delle infiltrazioni d’acqua che da vari anni si riscontrano nel soffitto del presbiterio. Don Alex Miglioli ha predisposto un progetto che prevede la rimozione dell’attuale manto di copertura; l’ispezione e la verifica della struttura lignea; la sostituzione dei canali di gronda inidonei; la posa di un manto impermeabilizzante e di nuovi coppi (metà saranno conservati). Una spesa note-vole per cui parrocchia e Pro Loco si sono mobilitate per la raccolta fondi a vario titolo (ferro vecchio, tappi e cassette di plastica, offerte volontarie). Il sindaco Massimo Biancardi osserva che “s’è dato il patro-cinio comunale a tale merito-ria iniziativa e facciamo un appello un po’ a tutti per tale indifferibile lavoro straordi-nario”.

In merito è stata ultima-mente organizzata al teatro Indipendenza una serata mu-sicale a cura del coro parroc-chiale S. Antonio di Padova ad ingresso con offerta libera mirata e la gente ha rispo-sto. Athos Verzola e l’ing. Leonardo Bimbatti hanno illustrato l’intervento da ese-guire.

Uno spettacolo lirico perfettamente riuscito a cura del direttore Alessio Verzola, dell’accompagna-trice Simonetta Furini, della violinista Paola Ramazzina e dei solisti Alice Rognini, Alessandra Bolognati e Paolo Barbato; come sempre di pre-gio la prestazione del team corale.

Sono stati eseguiti brani di Cortona-Ortolani, Bach, Haendel, De Marzi, Verdi e Rossini, oltre a due spiritual.

Il giorno 24 ottobre 1784 le Suore Terziarie Francescane riunite in Capitolo approva-rono la vestizione religiosa di Anna Baseggio. La gio-vane era stata accolta come educanda e aveva iniziato il Probandato il 14 Luglio del-lo stesso anno “ con facoltà e mandato del Vescovo ( Arnaldo Speroni degli Alvarotti ) in data 16 c. m. assegnandole per gra-zia e privilegio la prova di soli tre mesi “ anziché un anno. Il giorno 8 Novembre succes-sivo “ premessi i santi esercizi vestì l’abito di queste religiose Terziarie di San Francesco pren-dendo il nome di suor Maria Felicita Fortunata, per mano e con l’assistenza di me infra-scritto con la celebrazione in questo pubblico oratorio della Santa Messa.” Così scrive sul Registro delle elezioni delle superiore, delle vestizioni e professioni, Mons. Giovanni Battista Lachini, Arciprete del Duomo in Rovigo e con-fessore delle Terziarie.

Mons. Lachini, “ persona di pronto ingegno, perspicacia di giudizio, oratore sacro, con soda cultura letteraria, filosofica e teologica, infaticabile nello zelo pastorale “ è figura sacerdotale molto importante nella vita di suor Baseggio. La accompa-

gnò, spiritualmente, durante la vita nel mondo, dopo che ella ebbe fatto voto di vergi-nità, e per circa trent'anni fu suo confessore e Direttore spirituale. E’ grazie a mons. Lachini che noi abbiamo oggi a nostra disposizione testimo-nianze dirette sulla Baseggio fin dal primo momento nel quale ella fu accolta fra le Terziarie Francescane. In vir-tù del voto di obbedienza, al quale le religiose sono tenute, il sacerdote comandò ad al-cune suore, fra le quali suor M. Luigia Griffi, Priora del Convento, di annotare scru-polosamente quegli episodi straordinari ( mistici ) vissuti dalla Baseggio, dei quali esse erano state testimoni. Sono episodi che confermano in-direttamente quanto si legge nei racconti autobiografici di suor M. Felicita, ma queste testimonianze sono rilevan-ti perché danno una visione d’insieme del rapporto tra quanto avviene alla Baseggio e quanto veniva percepito in convento. L’Arciprete Lachini raccoglieva tutti gli scritti. Ed è lo stesso sacerdote che scrive due testimonianze, re-lative a fatti prodigiosi avve-

nuti a suor Baseggio dei quali riportiamo parziale e piccola sintesi.

Scrive Mons. Lachini: “Laus Deo. La sera 21. Maggio 1785. Alle ore 3. Circa. Sopravvenuta a Suor Maria Felicita Baseggio, Novizia nel Convento delle Monache Terziarie di San Francesco di que-sta Città di Rovigo, una delle solite visioni in cui tiene colloquio, spesso ad occhi chiusi, con un bellissimo cele-ste giovanetto che ella chiama il suo Bambolo, essendole egli compar-

so mentre ella stava in sua cella, appoggiata e quasi sedente sopra il suo letto, in compagnia della Madre Priora di detto Convento, Suor Maria Luigia Griffi, e di Suor Maria Giuseppa Casellati, alle quali però non era visibile il detto Bambolo. Udirono dette due Religiose la suddetta Suor Maria Felicita Baseggio fare al suo Giovanetto varie ricerche, fra le quali la udirono dimandargli che cosa facesse allora il Signor Canonico Niccolò Campanari, ed egli le rispose che stava prepa-rando una lettera. Dimandando essa che lettera, Egli le rispose che era una lettera da mandare a lei il dì seguente. Dimandò Felicita che cosa contenesse co-desta lettera, ed egli a lei ne ri-velò il contenuto. ... Comandai a Maria Felicita che capitando la lettera non la leggesse, ma la consegnasse subito alla Madre Priora. Venne di fatto il dì se-guente, 22 Maggio la lettera, e tosto la Novizia la consegnò alla Priora, la quale indi la consegnò a me ancor sigillata com’era. Con la lettera sigillata mi conse-gnò la Priora anco la cartina, su di cui aveva ella esteso il rivelato contenuto; la qual cartina scrit-ta di pugno della Madre Priora, (fu) poi sottoscritta anco da me.

Apersi io dunque la lettera, e venni ad osservar col confronto se fosse verace la rivelazione, e si uniformasse il rivelato conte-nuto scritto nella cartina, prima che fosse aperta la lettera, coi sentimenti della lettera stessa. Rilevai con mio stupore, come può veder ciascheduno, che fu a Maria Felicita rivelata benissi-mo la sostanza tutta di quanto le scrivea il Campanari.

Ho ordinato che tengasi da alcune Religiose testimonj ocu-lari registrato fedelmente, bensì ma con tutta la gelosia ben cu-stodito ed occulto. Di tutto ciò io sottoscritto mi sento inspirato a fare attestazione e memoria (da essere questa ancora tenuta oc-culta e segreta unitamente co’ fo-gli in cui registran le Monache) e ciò per gloria di Dio Signore in qualunque futuro caso di suo volere.”

G.G.

Chiediamo alla SS. Trinità la glorificazione della Serva di Dio suor M. Felicita Baseggio

Fatti prodigiosi avvenuti alla mistica polesanaGiovedì 24 Ottobre 2013 alle 18,30, nella chiesa di S.Domenico a Rovigo, sarà celebrata una S. Messa

Adria - Azienda Ulss 19Convegno sulla malattia di alzheimer

Vivace la partecipazione da parte del pubblicoIl 27 settembre scorso, a pochi giorni dalla

Giornata Mondiale dell’Alzheimer, l’Azienda Ulss 19 ha organizzato presso la sala convegni del Comune di Rosolina un incontro di formazione nell’ambito del Progetto Alzheimer, promosso e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. L’incontro, al quale hanno partecipato circa duecen-to persone, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori medici, magistrati, psicologi e assistenti sociali im-pegnati ad affrontare, in un’ottica multidisciplinare, alcuni aspetti sull’assistenza e sulla tutela delle per-sone affette da demenza che riguardano, soprattutto, le famiglie impegnate in prima linea in un percorso lungo e accidentato, spesso pieno di ricadute emotive, relazionali ed economiche.

Ogni relazione, seppure da una diversa prospettiva, ha avuto l’obiettivo principale di indivi-duare percorsi e pratiche volte a garantire il rispetto dei diritti e della dignità dell’anziano affetto da decadimento cognitivo o da demenza.

Vivace è stata la partecipazione da parte del pubblico con numerose domande e osservazioni, grazie ai diversi spunti di riflessione offerti dai relatori. Grande la soddisfazione degli organizzatori: il responsabile del Centro per il decadimento cognitivo Ulss 19 Luciano Finotti e il vicepresiden-te della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Sandro Fioravanti hanno concluso la giornata auspicando nuove occasioni di discussione pubblica sui temi complessi che la demenza propone a operatori, familiari e mondo del volontariato.

Castelnovo Bariano

Chiesa da restaurare, paese mobilitatoIniziative di promozione

Diocesi

Ufficiocatechistico

OrariL’ufficio Catechistico

diocesano è aperto in Curia Vescovile nei gior-ni martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9,00 alle 12,30. E-mail [email protected]

Page 6: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

6 la Settimana domenica 20 ottobre 2013polesine

Diocesi di Adria - Rovigo Ufficio Diocesano per la Pastorale SocialeScuola di Formazione Anno 2013 - 2014

Corso di Formazione all’impegno sociale e politico

Rovigo - Tempio de La Rotonda

La fede nel canto e nella musicaPrima serata “Rhodigium Gospel Festival”

Sabato 12 ottobre 2013, alle ore 21.15, presso il tempio della Rotonda di Rovigo, si è tenuta la prima serata della manife-stazione “Rhodigium Gospel Festival”, in occasione dell’otto-bre rodigino. L’evento ha otte-nuto il patrocinio della Regio-ne Veneto e della Provincia di Rovigo.

Si sono esibiti due cori, il Melos Idé di Verona e il Janua-ry 24 di Chioggia (VE).

I brani eseguiti dal primo coro, di tutte voci femminili, diretto da Chiara Pinazzi, evo-cano tutti il significato della fede, portano un messaggio di speranza. I più belli sono stati “Amazing grace”, “Eve-rybody sing freedom”, che rievoca la tratta degli schiavi nelle piantagioni di cotone, e “Nobody knows”, ma poi sono stati proposti anche “Heaven”, “Go down, Moses”, “Hush! So-mebody’s calling my name”, “This little thing of mine”, tutti accompagnati dalla gestualità.

Durante l’esibizione di questo coro, don Lorenzo, fon-datore dell’associazione “Mes-saggeri di speranza” ONLUS, ha proposto alcune riflessioni, visto che questo è l’anno della fede.

Ha sottolineato che la musi-ca gospel è un modo di pregare e ha invitato tutti a pregare di più, soprattutto in famiglia.

L’associazione da lui fonda-ta è composta da persone che portano speranza, le quali cre-dono che da un” piccolo seme nasca un albero”.

Ha sottolineato, infine, che la fede nasce e cresce sul terre-no fertile dell’amore.

Il secondo coro, composto da voci maschili e femminili, è accompagnato da chitarre, ta-stiera e percussioni. I brani più gioiosi eseguiti da questo coro sono stati “Ain’t no mountain” e “Lovely day”, brani proposti da diversi gruppi in varie ver-sioni e “Shout to the Lord”, che

celebra tutte le creature della natura, come creature di Dio, poi sono stati proposti “Soon and very soon”, “Motherless child”, “King Jesus”, “Salve Re-gina”.

Tutto il pubblico accompa-gnava i canti col battito delle mani.

Dopo il concerto, ha preso la parola l’assessore alla cultu-ra del Comune di Rovigo, prof.ssa Anna Paola Nezzo, che ha ringraziato i due cori e ha sotto-lineato che musica gospel è un messaggio di pace e di fede.

Subito dopo, il Presidente del Comitato della Rotonda, Giovanni Boschetti, ha conse-

gnato ai direttori dei cori un libro sul tempio della Beata Vergine del Soccorso.

Il pubblico era numeroso e ha molto applaudito i cori, che hanno proposto musica fresca, spontanea, che nasce dal cuo-re, attraverso la quale si può pregare e ringraziare il Signore per tutti i doni e per invocare aiuto nelle situazioni più dif-ficili. L’iniziativa è veramen-te importante, perché offre a tutte le persone un messaggio che risveglia veramente la fede e la speranza, è una sonorità diversa da portare sempre nel cuore.

Francesca Ledda

Adria - Centro Territoriale Permanente

Corsi di lingue e informaticaIniziative per il nuovo anno scolastico

Con l’inizio del nuovo anno riprende con qualche novità l’of-ferta formativa per la cittadinan-za del Centro Territoriale Perma-nente di Adria.

Tra i corsi solitamente attiva-ti si segnala quello di inglese sia per principianti che per coloro che hanno già frequentato l’anno precedente, indicativamente nei giorni di martedì e giovedì, sia quello di informatica di livello base, internet e posta elettronica. Siamo inoltre in attesa di avere altre iscrizioni per arrivare ad un numero minimo di 12 - 14 corsisti per un corso di informatica per quanti conoscano già i rudimen-ti di Word e che desiderano ap-profondirlo ed essere introdotti al pacchetto di Office; ovviamente altre richieste più specifiche, (gestione di cartelle, inserimento immagini, ecc..) una volta attivato il corso, potreb-bero essere concordate con il nuovo docente, che ha dato la disponibilità anche per corsi di autocad base 2D, disegno tecnico – geometrico e costru-zioni / topografia / tecnologia delle costruzioni.

Sono poi in procinto di partire due nuovi corsi, Tedesco e Spagnolo, livello base, indicativamente a fine mese.

Sono anche aperte le iscrizioni al corso di pittura, che prosegue una tradizione ormai plu-riennale e che ogni anno attira gli aspiranti artisti di Adria e dintorni, di cui si auspica al più presto l’attivazione, non appena si sia raggiunto un nu-mero adeguato di corsisti.

Il costo di ogni singolo corso è di 65 euro, (più 5 di iscrizione se non si partecipa già ad al-

tre iniziative), per una frequenza complessiva di ben 30 ore di le-zione, a conferma della valenza e dell’intento culturale e non eco-nomico di tali attività. Chi non lo avesse già fatto può iscriversi ai corsi presso la sede del CTP, sita al Liceo di Adria, telefonando al n° 0426 / 21107 chiedendo poi di essere messo in contatto con il nostro ufficio del CTP (sig. Anto-nella Quagliato).

Per quanto riguarda i corsi già portati a termine, si apprende con una certa soddisfazione, che sono arrivati sia i risultati dell’Univer-sità di Roma 3 e del CILS di Siena relativi agli esami di certifica-zione linguistica di italiano per stranieri di livello A2 e B1, dai

quali risulta che tutti i corsisti hanno superato tali esami, alcuni anche con ottimi esiti. Per quanto riguarda invece i corsi di livello A1, svoltisi secon-do le indicazioni del progetto CIVIS per l’integra-zione dei cittadini non comunitari, gli esami sono stati tenuti all’interno dell’istituto. Considerando che la maggior parte di questi corsisti svolge un regolare lavoro, ha una propria famiglia da se-guire ed i normali impegni della vita quotidiana, l’aver partecipato regolarmente alle lezioni, l’aver studiato adeguatamente per l’esame ed aver otte-nuto questo lusinghiero risultato è per loro e per gli insegnanti del CTP un motivo di grande sod-disfazione. Per chi lo volesse è infine possibile sia iscriversi ad ulteriori corsi di approfondimento della lingua italiana sia, per chi è appena giunto, ai corsi di livello base, che stanno iniziando pro-prio in questi giorni.

Isi Coppola, assessore all’economia e sviluppo, ri-cerca e innovazione della Re-gione del Veneto, ha ricevuto nei giorni scorsi a Bruxelles l’EPA 2013 (European Projects Awards), nell’ambito della Conferenza EPA 2013 dedicata alle “Prospettive di Coopera-zione 2014-2020. Aspettative dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea”. La con-ferenza ed il Premio sono pro-mossi dal Parlamento Europeo, dalla Commissione Europea e dal Comitato delle Regioni al

quale Isi Coppola partecipa, designata dalla Conferenza delle Regioni, dal 2007.

L’EPA - European Projects Association - è un’organizza-zione non profit con finalità di sviluppo innovazione, interna-zionalizzazione. La sua mis-sion è dedicata a migliorare le prospettive di cooperazione territoriale e a riconoscere i protagonisti nell’ambito dello sviluppo regionale e locale che si adoperano per diffondere i valori di una cultura europea. L’EPA sostiene inoltre l’utiliz-

zo delle nuove tecnologie e di strumenti di comunicazione innovativi e svolge un ruolo attivo nel trasferire conoscen-ze, esperienze e buone pratiche nei confronti dei governi locali degli Stati membri, soprattutto entrati recentemente a far par-te dell’Unione Europea.

“Progettare – sottolinea l’as-sessore - vuol dire soprattutto guardare in avanti e il premio EPA vuole riconoscere l’impe-gno dei governi locali che, at-traverso i loro rappresentanti, hanno saputo trasferire infor-mazioni e conoscenze e met-terle a disposizione degli stati membri più giovani, immagi-nando, già da tempo gli scenari attuali. Il Veneto, ancora una volta ha qualcosa di importan-te da dire. A livello personale è una grande soddisfazione ve-dere riconosciuto un percorso che dura da anni. La presenza costante, il lavoro nelle Com-missioni, l’essere costantemente in rete con gli altri interlocutori istituzionali portano a risultati di grande importanza per i ter-ritori che siamo chiamati a rap-presentare”.

Tra le attività a livello eu-ropeo dell’assessore Coppola, c’è anche il recente parere sugli orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’acqua-coltura europea, adottato poi all’unanimità dalla Commissio-ne NAT risorse naturali del Co-mitato europeo delle Regioni.

Parlamento europeo

Prestigioso riconoscimento a Isi Coppola

Insignita dell’ePa 2013 a Bruxelles

La scuola di scrittura creativa Palomar è la prima in tutto il Veneto che si avvale di professio-nisti che provengono dal mondo dell’editoria.

È nata all’inizio dell’estate da un’idea dello scrittore Mattia Signorini, il fondatore, ed ha tro-vato il suo partner naturale nell’Accademia dei Concordi di Rovigo che ha sposato il progetto con forte convinzione. La scuola Palomar offre un master di narrazione che inizia sabato 19 ottobre e proseguirà fino a maggio, dove gli iscritti studie-ranno in modo approfondito le tecniche di scrit-tura creativa, incontreranno talent scout, agenti, editori e scrittori di importanza nazionale e por-teranno a termine la stesura di un romanzo; corsi di scrittura creativa che partiranno mercoledì 16 ottobre e un servizio professionale di Valutazione dattiloscritti.

Le iscrizioni, a meno di un mese dell’apertura alla fine di luglio 2013, sono andate subito esau-rite. Al sito della scuola arrivano giornalmente richieste di iscrizione per i nuovi corsi che inizie-

ranno alla fine di gennaio 2014 e per cui le iscri-zioni saranno attive da fine novembre.

“La scelta che abbiamo portato avanti con for-za è stata quella di non superare i 15 iscritti nei corsi di scrittura e i 10 nel master di narrazione, nonostante abbiamo avuto quasi il triplo delle richieste” dice Mattia Signorini. “Solo in questo modo possiamo garantire la qualità del percorso che stiamo proponendo. Se in futuro le richieste dovessero aumentare ulteriormente, è probabile che l’offerta si amplierà con nuovi corsi e nuovi insegnanti. La regola per me è sempre una sola: alla scuola Palomar insegnerà solo chi provie-ne dal mondo dell’editoria”. I 15 iscritti ai Corsi di scrittura provengono da tutta la provincia di Rovigo, e uno addirittura da Verona. Per quanto riguarda i 10 studenti del Master di narrazione, la scuola Palomar esce dai confini della nostra città e anche da quelli del Veneto. Gli studenti vengono dalle provincie di Rovigo, Padova, Vicenza, Vero-na, Treviso, Ancona e Foggia.

Scuola Palomar

Tanti alunni vogliono imparare a scrivereLa scuola inaugura i corsi gratuiti per i ragazzi delle scuole superiori di Rovigo e Provincia

Adria - Tomba

Il transito di San FrancescoNella Basilica S. M. Assunta della Tomba di Adria il 3

ottobre i Frati dell’Immacolata, secondo la tradizione france-scana, hanno ricordato il Transito di S. Francesco e alla fine i fratelli dell’OFS hanno rinnovato l’impegno a vivere la Rego-la con la promessa consolante del Parroco: “E io vi prometto la Vita Eterna”.

Il 4 ottobre nella Messa solenne del Vespro, Padre Ave Maria ci ha parlato di S. Francesco così innamorato di Gesù da meritare le stimmate nel suo corpo come gemme vivide d’amore.

Continuando la gentile tradizione iniziata tre anni fa da Padre Romano, anche quest’anno l’OFS ha offerto ai presenti i mostaccioli di Jacopa de’ Sette Soli che S. Francesco aveva desiderato alla fine della sua vita e ogni sacchetto portava una frase di S. Francesco.

E’ stato un momento bello di fraternità.Luciana Pozzati Stoppa

Centro Giovanile S.Giovanni Bosco - Giovedì 18.00 - 20.00

In collaborazione con L’Osser-vatorio Internazionale sulla Dottri-na Sociale della Chiesa “Card. Van Thuan” e la Fondazione Lanza di Padova - Con il Patrocinio dell’Am-ministrazione Comunale della Città di Rovigo - Con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Rovigo Con il Patrocinio della Camera di Commercio di Rovigo

*Tutti gli altri incontri si svolge-

ranno presso il Centro Giovanile S.G. Don Bosco, in Viale Marconi, 5 a Rovigo

*7 Novembre ore 18.00 Dott. Ste-

fano Fontana - Direttore dell’Os-servatorio Internazionale sulla Dottrina Sociale della Chiesa “Card. Van Thuan” La colonizzazione della vita umana: l’ideologia di genere, nuovo fronte della Dot-trina Sociale

21 Novembre ore 18.00 Prof. Don Gianlu-

ca Guerzoni - Docente di Teologia Morale - Collabora con l’Osserva-torio Internazionale “Card. Van Thuan”

Il ruolo pubblico della fede cristiana: gli umanesimi senza Cristo si trasforma-no in ideologie

5 Dicembre ore 18.00 Mons. Lu-cio Soravito De Franceschi - Vesco-vo di Adria - Rovigo - Già docente di Teologia Pastorale e Catechetica

Il senso cristiano della vita o la “vita buona” del Vangelo

6 Febbraio 2014 Prof. Simone Morandini - Docente di Matema-tica, Fisica e Teologia Ecumenica. Collabora con la Fondazione Lanza Per una nuova convivenza civile: il con-tributo dei Cristiani

20 Febbraio 2014 Dott. Matteo Mascia - coordinatore del “Progetto Etica e politiche ambientali” della Fondazione Lanza.

Strumenti e pratiche per un civismo attivo in ambito economico, sociale e ambientale.

Page 7: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

7la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 polesine

Come abbiamo già detto nei precedenti numeri de La Setti-mana, venerdì 4 ottobre è ini-ziato il nuovo anno scolastico.

Sicuramente è stato un ini-zio un po’ particolare visto che fino a quella data c’erano state solamente due nuove iscrizioni e perciò si pensava che non sa-rebbe stato possibile attivare il primo anno.

Invece ecco che, poco pri-ma dell’inizio delle lezioni, si aggiungono altre cinque nuo-vi studenti e così si decide di far partire il primo anno, an-che se gli iscritti sono pochi. Decisione che si è dimostrata saggia in quanto, nella setti-mana seguente, sono arrivate nuove iscrizioni e, al momento, abbiamo una classe di dodici persone.

Quando ancora si pensava che non ci sarebbe stato il pri-mo anno, ci siamo interrogati

sulle motivazioni che potevano tenere lontane le persone dalla Scuola: si era pensato all’attua-le contesto politico-culturale, alla crisi economica, alla crisi dei valori, ai media.

Invece la soluzione era quanto mai semplice: queste persone si sono iscritte così in ritardo perché hanno sapu-to dell’esistenza della Scuola Teologia in maniera del tutto fortuita. Eppure da ormai tre anni mettiamo a disposizio-ne dei fedeli nelle parrocchie del materiale illustrativo della scuola in maniera organizzata, ed i nostri parroci sono ben in-formati dell’attività che questo servizio diocesano svolge per la nostra chiesa locale. I nostri studenti sono attivi nel pro-muovere la scuola nel mese di settembre presso le parrocchie con brevi interventi al termine della S.Messa: e questa stessa

rubrica viene pubblicata inin-terrottamente da centosettanta settimane. Allora come pos-siamo far conoscere questo servizio a tutti coloro che desi-derano approfondire le ragioni della loro fede?

Forse il modo migliore di trovare soluzioni è quello di chiedere suggerimenti a chiun-que abbia interesse al nostro servizio ed in particolare a co-loro che ci seguono su “la Setti-mana”. Vi invitiamo quindi ad inviarci le vostre idee all’indi-rizzo e-mail [email protected] .

Si ricorda che è ancora pos-sibile iscriversi a singoli corsi e concordare piani di studio per-sonalizzati.

Per informazioni: Ufficio Scuola Diocesano c/o centro don Bosco, tel. 0425411568; cell.346.3395166; e-mail: [email protected].; sito internet: www.teologiarovigo.it

Servizio Pellegrinaggio Diocesi Adria-Rovigo

Natale a BetlemmeDal 23 al 27 dicembre 2013

Il Servizio Pellegrinaggi della Diocesi di Adria-Rovigo propone di vivere a Betlemme il Natale 2013. Per poter partecipare alla Messa di Mezzanotte nella Basilica della Natività è necessario confermare la propria adesione (allegando la fotocopia del passaporto) con un anticipo di tre mesi. Nei giorni di permanenza è in programma, a cura dell’Agenzia organizzatrice I.O.T. d Gorizia, la visita ai più significativi luoghi della Terrasanta. Per informazioni rivolgersi a don Guido Borin (Rovigo, Corso del Popolo 252 - tel. 0425 25839).

Notizie dalla Scuola di TeologiaConosciamo

la scuola di Teologia

Unitalsi - Sottosezione di Rovigo

Per-correre a LendinaraRitrovo del gruppo giovani dell’Unitalsi Triveneta

Il prossimo 2 e 3 novembre i giovani dell’ Unitalsi Trive-neta si incontreranno per due giorni di spiritualità e forma-zione, presso il Santuario No-stra Signora del Pilastrello di Lendinara. Sarà l’occasione per ritrovarsi dopo la straordinaria esperienza di Loreto e per con-tinuare a crescere come singoli e come gruppo all’ interno dell’ Associazione creando nuove relazioni fra le persone.

Nel Santuario e nell’attiguo Salone del Pellegrino, si svol-geranno momenti di preghiera e riflessione, ma anche di alle-gria con canti e balli e di con-vivialità.

L’incontro vedrà come mo-menti salienti: la Veglia del sa-bato sera, i lavori di gruppo su tematiche personali e sociali ispirate alla preghiera delle 5 dita di Papa Francesco e la San-ta Messa della domenica cele-brata dal Vescovo Lucio.

I ragazzi verranno accolti dai Monaci del Santuario, e rin-graziamo anche i Frati Cappuc-cini di Rovigo che ospiteranno i partecipanti per la notte.

L’evento è aperto a tutti i giovani che desiderano cono-scere la nostra Associazione!

Sarà un momento di cre-scita sia spirituale che perso-nale. Ci saranno momenti di

confronto su varie tematiche sociali avendo sempre lo scopo di includere tutte le persone, abbattendo le difficoltà cercan-do di favorire il dialogo e crea-re relazioni.

Dalla Casa della Madonna Nera di Loreto alla Casa della Madonna Nera di Lendinara per arrivare alla Casa della Madonna Nera di Czestocho-wa: affideremo il Cammino dei nostri Giovani verso la GMG di Cracovia alla Madre Celeste con la certezza che Veglierà su di loro.

Per info e adesioni entro il 27 ottobre: Roberto 380 5237469; Mara 338 7638019.

Ulss 18 e 19

Diabete: il servizio rimaneDiabetici, l’impegno delle aziende sanitarie di Adria e RovigoChi soffre di diabete nella

provincia di Rovigo, ha la piena garanzia di ricevere una cura appropriata, adeguata e di buo-na qualità. Con queste parole i Direttori Generali di Rovigo e Adria, Arturo Orsini e Pietro Girardi vogliono essere vicini e rassicurare i pazienti e i loro familiari: “La nuova program-mazione regionale (schede ospedaliere), che esce dall’ap-profondito dibattito tenutosi all’interno della commissione sanità del consiglio regionale, prevede il mantenimento della funzione di diabetologia per l’Ulss 18- spiega Arturo Orsi-ni – che continuerà quindi a erogare adeguata assistenza ai pazienti in tutte le tipologie di prestazioni necessarie di rico-vero e ambulatoriali”.

“Ad Adria il modello è in-tegrato, in collaborazione con i medici di base e gli specialisti ospedalieri, anche nell’Azien-da del Delta – precisa il Diret-tore Girardi – nessun impove-rimento, ma anzi, intendiamo rafforzare il servizio. Con l’isti-tuzione di una struttura dedi-cata a questa patologia”.

A dimostrazione della particolare attenzione dedica-ta a questo tipo di patologia, si è svolto anche quest’anno, a Misano Adriatico dal 2 al 7 settembre, il Campo Scuola per giovani diabetici presso la Casa per ferie San Pellegrino.

In una “giovane” realtà in divenire come quella Diabeto-logica Pediatrica - venutasi a creare presso l’UOC di Pedia-tria di Rovigo nel luglio 2011 e costituita da pazienti dagli 11 mesi ai 15 anni - il punto di for-

za che ha portato al raggiun-gimento di traguardi concreti come quello del campo scuola è sicuramente dato dalla comu-nanza di obiettivi con i genito-ri. Ogni singolo passo è infatti finalizzato al benessere globale di bambini che, nonostante si fatichi a chiamare malati, han-no comunque il diabete. Nella loro quotidianità - scandita dai molteplici controlli glicemici, dalle iniezioni di insulina e dalle regole che la malattia im-pone - i piccoli pazienti sono e rimangono dei bambini con necessità, gioie e difficoltà tipi-che della loro età. Ed è proprio nel percorso di perseguimento del benessere globale di questi giovani che nell’inverno scorso è nata l’idea di organizzare il primo campo scuola per gio-vani diabetici dell’UOC di Pe-diatria di Rovigo.

Da segnalare che, lo scorso 14 settembre è nata l’Associa-zione Giovani Diabetici (AGD) di Rovigo. Un altro grande tra-guardo per la realtà polesana, un punto di partenza per con-dividere esperienze e informa-zione con le altre AGD del Ve-neto e di Italia, per continuare ad organizzare eventi forma-

tivi e per sensibilizzare la po-polazione sul fatto che anche i bambini, fin dal primo anno di vita, possono ammalarsi di diabete.

“Vogliamo sottolineare che – concludono i direttori generali - le due aziende sani-tarie polesane continuano con fattiva e concreta sollecitudine la loro collaborazione con le associazioni di pazienti diabe-tici, auspicando la crescita e lo sviluppo di progetti condivisi e sempre più importanti peri malati e i loro familiari”.

Rovigo - Settima Rassegna ‘Voci del Polesine’

Jole Petrowna Bellonzi in Migliorini La sensibilità e l’azione sociale raccontata dal prof. Severino Mora

In una sala Oliva riempita in ogni ordine di posto, è co-minciata ieri pomeriggio la set-tima edizione della rassegna ‘Voci del Polesine’, organizza-ta dall’Associazione cultura-le ‘Renzo Barbujani’ assieme all’Accademia dei Concordi di Rovgio. E proprio la prestigiosa sala ha accolto l’inizio della nuo-va rassegna, che come primo appuntamento ha visto il pro-fessor Severino Mora raccon-tare la figura di Jole Petrowna Bellonzi in Migliorini, definita una maestra femminista ante litteram a Fiesso Umbertiano. Il presidente dell’Accademia rodigina, Enrico Zerbinati, ha accolto i presenti portando an-che i saluti del sindaco di Fiesso Umbertiano, Luigia Modonesi. Quindi, per l’Associazione Bar-bujani è stata Eva Grandi, già nel direttivo dell’associazione e presidentessa delle commissio-ne Pari opportunità di Rovigo, a presentare la rivisitazione. “La rassegna di quest’anno – le parole di Eva Grandi -, è dedi-cata a quattro donne straordi-narie, che hanno avuto grande sensibilità sociale, tempera-mento e coraggio. Conosce-remo le quattro protagoniste grazie al racconto dei relatori, a cui siamo grati per l’impegno spontaneo offerto”. Eva Grandi ha poi ricordato l’attività della Barbujani, ringraziando il pre-sidente, Arnaldo Pavarin, a cui ha dedicato un pensiero. “Tutti noi abbiamo potuto arricchire le nostre conoscenze grazie al presidente Pavarin”.

Presente in sala anche l’as-sessore alla cultura del Comu-ne di Rovigo, Anna Paola Nez-zo. “L’Associazione Barbujani è una realtà importante e signifi-cativa per la nostra città, perché mantiene l’identità culturale del territorio”.

La rassegna di quest’an-no, che vedrà l’Associazione

Barbujani protagonista in Ac-cademia dei Concordi tutti i mercoledì del mese, prevede appunto la rivisitazione delle opere di quattro importanti donne del passato. Nello spe-cifico, oltre alla figura di Jole Petrowna Bellonzi, per le Voci del Polesine ecco ‘Il Polesine nelle inchieste sociali di Jessie White Mario’ (mercoledì 16 ot-tobre), ‘Adalgisa Calzavarini’ (mercoledì 23 ottobre), e ‘Argia Castiglioni Vitalis’ (mercoledì 30 ottobre).

Chi era Jole Petrowna Bellonzi in Migliorini

Jole Petrowna Bellonzi in Migliorni, diplomatasi mae-stra elementare, si dedicò con passione all’insegnamento nel paese natale. Nel suo lavoro, che riteneva una missione, non

profuse soltanto intelligenza e capacità didattiche, ma dimo-strò un’eccezionale sensibilità sociale, adoperandosi per fa-vorire le condizioni di vita dei ceti meno abbienti. In partico-lare consacrò le sue forze per difendere e promuovere i diritti e l’elevazione socio culturale e morale della donna. A questo scopo aveva già preparato per le stampe una stesura quasi de-finitiva di meditate riflessioni. Inoltre il suo impegno fu indi-rizzato a divulgare nelle scuole e tra i lavoratori l’insostituibile funzione dell’Istituto di Previ-denza Sociale, che permetteva di assicurarsi contro l’invalidità e la vecchiaia attraverso la Cas-sa Nazionale per le Assicura-zioni Sociali. Un grande succes-so in tutta Italia, a riguardo, lo ebbe un suo opuscolo intitolato ‘Previdenza’, a cura dell’Istituto Previdenza Sociale.

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LotteriaDi seguito riportiamo i numeri dei biglietti vincenti del-

la lotteria del BSC Rovigo estratti domenica 6 ottobre.Viaggio: 2701; Orologio: 0342; Trolley: 0527; Macchina Caffé:

2177; Prosciutto: 1239; Tuta Sportiva: 3862; Borsa Sportiva: 1202; Mazza Baseball: 0127; Accappattoio: 0607; Tshirt Italia: 2175.

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Page 8: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

Non sembra vero, ma sono ormai passati quarant’anni da quando nella nostra parrocchia fu consacrato dal Vescovo Mons. Giovanni Mocellpini e celebrò la sua prima Messa solenne il no-stro concittadino Don Vincenzo Cerutti. La festa si completò con il “battesimo” del coro “Monte Cimon”, voluto dal parroco del tempo Don Giacomo Prandini. Il primo direttore fu Walter Zonta. Domenica 6 ottobre il quarantesimo è stato festeggiato in un cli-ma di gioia e di ricordi. Negli anni avvenire il coro rinnovandosi assunse il nome di corale “La Rocca”.

La consacrazione sacerdotale di Don Vincenzo Cerutti fu per Melara un grande avvenimento. Erano più di trent’anni che la parrocchia non esprimeva una vocazione al sacerdozio. L’ultimo prete melarese fu Don Giulio Orioli. I festeggiamenti di domenica hanno avuto come protagonisti, inutile dirlo, i festeggiati dell’an-niversario: Don Vincenzo e la corale completata anche da chi non ne fa più parte. All’omelia della Messa solenne Don Vincenzo, ac-colto dalla comunità, presente in gran numero, molto commosso, ha ricordato quella sua prima Messa: era l’anno 1973. Da allora sono trascorsi ben quarant’anni che lo stesso sacerdote ha defi-nito felici e gioiosi al servizio di Dio, del prossimo e dei più bi-sognosi. Ha quindi ringraziato tutti i presenti alla cerimonia e in particolare tutti i religiosi che gli sono stati vicini: la sua famiglia e il parroco del tempo Don Mario Fogagnolo che lo ha avviato al seminario, Don Giacomo Prandini che lo ha assistito negli ultimi anni da chierico. Poi ancora il parroco di Polesella dove da novello sacerdote incominciò il suo apostolato e i suoi 12 anni trascorsi in missione in Brasile ed ora parroco a Boara Polesine. Grande consi-derazione viene attribuita dai fedeli melaresi a Don Vincenzo per la sua vocazione missionaria vissuta tra tanta miseria e povertà.

Dopo la Messa tutti a festeggiare l’illustre cittadino saluta-to dalle autorità civili e religiose che gli hanno conferito grande riconoscimento. Il sindaco Francesco Losi gli ha donato un ma-nufatto artistico rappresentante S. Francesco d’Assisi e realizzato dall’artista locale Gianfranco Andreoli. Il parroco Don Daniele Donegà invece gli ha consegnato una riproduzione del quadro della Madonna del Lume.

Successivamente i coristi di oggi e di ieri del coro “La Rocca” si sono ritrovati presso la Base Scout di S. Stefano per pranzare insieme e trascorrere qualche ora in compagnia. Fra gli ospiti il parroco Don Daniele Donegà, Don Giacomo Prandini, il primo direttore Walter Zonta e naturalmente il festeggiato della giornata Don Vincenzo Cerutti accompagnato da rappresentanti della sua attuale parrocchia.

La storia della corale è stata per Melara sinonimo di cultura e socialità. Due sono certamente i momenti più significativi del-la gloriosa attività della corale: l’Inno a Melara scritto dal corista Nunzio Zanini e musicato dal maestro direttore del coro stesso Carlo Marangoni e l’esibizione tenuta in Francia in occasione del gemellaggio Melara-Saint Saturnin Le Avignon suscitando ap-plausi ed entusiasmo. Per la sua fama la corale è stata richiesta ad esibirsi anche fuori paese in tante Chiese e Santuari.

Continuando i festeggiamenti della giornata, alle 21, nell’atrio delle scuole elementari la corale al gran completo: vecchi e nuovi, ha tenuto il suo concerto esibendosi in diciotto pezzi di canti popo-lari fra i quali i celebri inni del nostro Risorgimento. Nell’intervallo il nostro parroco Don Daniele Donegà ha dedicato e donato a Don Vincenzo, in ricordo della giornata, una bella poesia, che nel leg-gerla è stata tutto uno scroscio di applausi interrompendo la let-

tura più volte.Al termine il Sindaco Francesco Losi, in segno di riconoscenza

per la disponibilità del coro nelle varie ricorrenze civili, ha dona-to al presidente Giuliano Benatti una targa ricordo. A loro volta i coristi hanno dato una riconoscenza al maestro direttore Carlo Marangoni per la sua bravura nella composizione e direzione. C’è stato quindi uno scambio reciproco di doni: il presidente Giuliano Benatti ha dato un ricordo a tutti i coristi i quali lo hanno contrac-cambiato con una bella targa fra commozione e applausi.

La serata si è conclusa con un rinfresco patrocinato dalla Pro Loco. Ildo Testoni

polesinela Settimana domenica 20 ottobre 2013

8

Villamarzana - 69 anni fa!Con due giorni di anticipo, domenica scorsa 13 c.m., si sono ricor-dati i 43 martiri trucidati barbaramente 69 anni fa a Villamrazana. Alle 10.30 presso il Monumento è stata celebrata l’Eucaristia in suffragio per i caduti e si è pregato per non dimenticare e rinnova-re e rafforzare l’impegno per costruire oggi la pace nella giustizia e nella libertà. Anche il mensile della Parrocchia ha ricordato l’anni-versario dell’eccidio scrivendo tra l’altro: “ … ci stringeremo attor-no ai nostri 43 martiri, eroi della resistenza, cioè della liberazione della nostra patria da barbari interni ed esterni …”. A presiedere la celebrazione è stato l’Arciprete don Giovanni Brancaleoni.Iscrizioni per l’anno catechisticoI tempi attuali impongono anche ritmi diversi per la catechesi parrocchiale: bisogna attendere l’orario definitivo della scuola Elementare e Media, prima di fissare quello delle Catechesi par-rocchiali, così come determinano l’inizio e la conclusione dell’anno scolastico sia la partenza ed il ritorno dalla villeggiatura di molte famiglie. Tra le novità che vanno estendendosi vi è “l’iscrizione”! “Quest’anno – scrive il periodico della parrocchia di San Biagio di Lendinara – è stata introdotta l’iscrizione. Non è un semplice gesto burocratico per raccogliere i dati personali; ma è un atto consapevole di adesione e di accompagnamento alla iniziazione e al cammino della fede dei nostri bambini da parte dei genitori … la scheda vuole essere l’espressione della precisa volontà dei genitori di seguire, aiutare, accompagnare i loro figli nel cammino di crescita nella fede …”.Bosaro - Don Diego Pisani nuovo parrocoE’ stato accolto festosamente il nuovo parroco della parrocchia di San Sebastiano Martire in Bosaro, don Diego Pisani. Egli succede a don Camillo Magarotto che ha assunto il ministero pastorale nell’Ospedale civile rodigino S. Maria della Misericordia. Don Pisani manterrà anche il compito di parroco di San Domenico di Guarda Veneta. Era gremita domenica la chiesa sia dai nuovi parrocchiani che dalla rappresentanza di Guarda Veneta capeg-giata dal Sindaco. Il Sindaco di Bosaro,a nome dell’intera Civica Amministrazione, ha offerto a Don Pisani una icona e Gli ha porto il saluto di benvenuto, dicendosi certo che saprà farsi amare e gui-dare la comunità credente di Bosaro.Canda - “… per il Burundi!”E’ nata nel 2000 nell’incontro con il Vescovo della Diocesi di Rutana in Burundi, l’idea per la realizzazione di una “scuola – agricola” pastorale in quella Diocesi. Micol Andreasi si era data da fare ed aveva ottenuto dalla Regione Veneto un contributo si €. 100.000,00 (centomila). Si era trovato il terreno ed i lavori era-no partiti. Nel marzo di quest’anno, accompagnato da Maurizio Carazzolo il candese Dall’Aglio Flavio è andato in Burundi per vedere lo stato dei lavori, è ritornato soddisfatto ed ha fatto una buona relazione: la stalla è completata, ci sono già le mucche che danno il latte per i tanti bambini della zona, ci sono campi coltiva-ti. Mancano gli ambienti e le strutture per la lavorazione del latte per fare formaggio e burro! C’è ferma speranza che arriveranno. Si ringraziano la Regione Veneto e la Civica Amministrazione di Canda per quanto hanno fatto.Castelguglielmo - Catechesi e animazione giovaniA Castelguglielmo resta il “Sabato” il giorno classico per la cate-chesi dei fanciulli! Essi si incontreranno ogni settimana alle ore 15.00 nelle aule del Centro parrocchiale, hanno come meta i sacra-menti della Riconciliazione e della Eucaristia. Gli studenti delle Medie e della prima Superiore si incontreranno nei giovedì, ve-nerdì e sabato, negli orari concordati e si preparano al Sacramento della Confermazione. Il lunedì è riservato per gli incontri dei Catechisti e degli animatori e dei Genitori sia dei bambini che de-gli adolescenti.Lendinara S. SofiaTestimoniare la Fede e la caritàSi è tenuto al Mignon di Lendinara, venerdì 18 c.m. il convegno voluto dalla locale Caritas su “Testimoniare la Fede e la Carità”. E’ iniziato alle ore 21.00 e si sono susseguiti i saluti dell’Arciprete, del Sindaco e della Presidente della Provincia e gli interventi di S.E. il Vescovo Lucio Soravito, di Don Salvatore Ferdinandi della Caritas italiana, di don Dino Pizzolato della Caritas di Venezia e di Livio Ferrari del Centro francescano di Ascolto di Rovigo. Ha mo-derato l’incontro il dott. Davide Girotto della Caritas di Rovigo. L’incontro ha coronato l’attività caritativa dell’anno della Fede e ha proposto le linee operative per l’anno pastorale 2013 – 2014.Chiesa - Santi “bambini”!Quando ero ragazzino i “Santi ragazzini” canonizzati erano quelli vissuti negli anni dell’Impero Romano ed erano martiri! Chi non ricorda Tarcisio, Pancrazio e Agnese! Poi la Chiesa canonizzò S. Domenico Savio, un alunno di Don Bosco e nel bel mezzo del se-colo scorso, Pio XII canonizzò Maria Goretti. Ai giorni nostri sono stati canonizzati, Teresa Manganiello, Chiara Badano. 15 giorni fà, la Chiesa ha proclamato Beato Rolando Rivi, 14 anni. In lista di attesa vi sono - tutti italiani e tutti martiri - e i loro nomi sono scritti nella chiesetta di Fornaciari, Beltrami Romano, Bertacca Lamberto, Castelli Costante Cattabriga angiolino, Donadelli Pietra, Greco Sante, Merlo Umbero, Pallotti Maria Luisa, Pallotti Luciano, Riccò Angelo, Tosi Valeria (Da “San Bellino e Paolino” 2013, n° 10 pag.8). Chissà se a qualcuno non viene alla mente qualche nome dei nostri ragazzi vissuto da santo e non lo propon-ga … per la beatificazione?

Gruppo di Preghiera S. Padre Pio - RovigoPellegrinaggio a Loreto,

S. Giovanni Rotondo e PietrelcinaDall’8 al 10 Novembre 2013

QuotaQuota individuale di partecipazione

(minimo 40 partecipanti) € 220,00; sup-plemento camera singola € 40,00. La quo-ta comprende: trasporto in Pullman G.T.; sistemazione in Hotel 3 stelle con came-re singole/doppie/triple; servizi interni privati, trattamento di pensione comple-ta con le bevande ai pasti comprese dal pranzo del 1° giorno al pranzo del 3° gior-

no; servizio visite guidate ed inoltre l’assicurazione Medico Bagaglio.

Modalità e AdesioniAcconto di € 100,00 da versare al momento dell’iscrizio-

ne; saldo entro e non oltre il 30 ottobre 2013.Informazioni: Tel 3405310821. In collaborazione con

Tiesse Viaggi srl Corso dei Popolo n° 201 Rovigo.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo ri-volto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascol-to informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, ve-nerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

Boara Polesine

Grande festa per il 40° di sacerdozioDel Parroco don Vincenzo Cerutti

Melara

Festa di amici e parrocchianiDedicata a don Vincenzo e alla Corale “La Rocca”

Domenica 13 ottobre, la Comunità Parrocchiale di Boara Polesine, si è stretta attorno al proprio parroco, don Vincenzo Cerutti, per festeggiare i suoi 40 anni di Consacrazione Sacerdotale.

La liturgia eucaristica è stata celebrata nella Chiesa Parrocchiale, alle ore 10.00, nel giorno della Patrona del paese, S. Eurosia.

L’animazione della Santa Messa è stata curata in modo impeccabile dalla locale co-rale di S. Eurosia, diretta dal Maestro Gianluca Baratella e accompagnata dall’organista Pierandrea Gusella e dalle voci soliste di Monica Stecca e Michael Miazzi.

Durante l’omelia, don Vincenzo ha ringraziato il Signore per il dono della vita consacrata.

Ha poi sottolineato che la scelta del sacerdozio, gli ha chiuso in apparenza alcune porte, imponendogli la ri-nuncia a crearsi una famiglia, a inseguire una carriera, a

perseguire un successo eco-nomico, ma in realtà ha reso la sua vita più piena e felice. Dopo 40 anni non si è mai pentito di aver risposto alla chiamata del Signore e sente solo il desiderio di “ ringra-ziare tutti coloro che gli han-no voluto bene e a cui lui ha voluto bene”. Si è infine au-gurato di aver fatto sempre proprie le parole di Robert Baden Powell : “Il vero modo di essere felici è quello di pro-curare felicità agli altri”

Al termine della celebra-zione, è stata consegnata, a nome della comunità, una bellissima pergamena con la benedizione apostolica del Santo Padre Papa Francesco.

La giornata di festa è pro-seguita poi con un pranzo sociale presso il locale stand gastronomico a cui hanno

partecipato un centinaio di persone della comunità e a cui ha voluto essere presente per un saluto anche il sindaco di Rovigo Bruno Piva.

Alla fine del pranzo, è stato consegnato un dono a nome di tutti i parrocchiani unitamente ad un simpatico biglietto nel quale sono sta-te raccolte tutte le preghiere e i ringraziamenti che ogni gruppo ha voluto formulare per la ricorrenza.

Ringraziando il Signore per questa bellissima giorna-ta, auguriamo a don Vincenzo di poter continuare col suo abituale entusiasmo e la sua passione, la missione per cui Dio l’ha scelto e l’ha posto in mezzo a noi.

Nelle foto: alcuni mo-menti della giornata.

Page 9: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

A Sarzano una iniziativa nell’ambito dell’Anno della Fede: la mostra “Sulla via di Damasco: l’inizio di una vita nuova”.

L’inaugurazione e la presen-tazione della giovedì 24 ottobre alle ore 21 presso la Parrocchia Santa Margherita di Sarzano. Interverrà Eugenio Dal Pane ideatore e coordinatore della mostra. Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova è il titolo della mostra itinerante realizzata da Itaca, società edi-trice e di promozione culturale, e dal Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Chiesa Italiana. La mostra, ideata e co-ordinata da Eugenio Dal Pane, è curata da p. Giorgio M. Vigna, ofm, in collaborazione con lo Studium Biblicum Francisca-num di Gerusalemme, da Gian-luca Attanasio e Jonah Lynch, della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borro-meo, e da Sandro Chierici, auto-re della ricerca e del commento iconografico.

L’esposizione si articola in due sezioni e in un epilogo. La prima sezione, seguendo la narrazione degli Atti degli Apostoli, ricostruisce i momen-ti salienti della vita di san Paolo, da Gerusalemme (martirio di

santo Stefano) a Roma (martirio di san Paolo), considerata nel contesto della storia e della mis-sione della Chiesa delle origini.

Ogni pannello presenta un’immagine a carattere arti-stico o archeologico sui luoghi paolini; la cartina geografica; il raccordo narrativo; citazioni tratte dagli Atti o dalle Lettere; il commento che fa emergere stili e contenuti della predica-zione di Paolo, la sua opera di edificatore della Chiesa, la per-sonalità di uomo afferrato dal Signore.

La seconda sezione, attra-verso un ricco apparato icono-grafico, ci inoltra nella umanità di Paolo, nella sua nuova iden-tità, frutto della sorprendente iniziativa di Dio, sorgente di vera libertà. Ghermito da Cri-sto, Paolo lo annuncia a tutti come l’unico in cui c’è salvezza: così, ovunque arriva, genera co-munità. Immedesimato con Lui fino a condividerne la passione, egli partecipa alla sua vittoria e mostra il destino di gloria cui è chiamato ogni uomo.

L’epilogo condensa in un’immagine la missione del-la Chiesa nel mondo. Grazie all’azione dello Spirito Santo, stretta attorno a Pietro e Paolo, essa si mostra come una nuo-va città in cui si concretizza «un modo nuovo e autentico di essere fratelli, reso possibi-le dal Vangelo di Gesù Cristo» (Benedetto XVI), offerto a tutti gli uomini. La mostra è accom-pagnata da un pregevole volu-me, edito da Itaca e da Libreria Editrice Vaticana, che contiene contributi di Marta Sordi – de-ceduta nel 2009, di cui l’inter-vista costituisce l’ultimo testo pubblicato – e di Eugenio Dal Pane, e i discorsi e le omelie di Benedetto XVI su san Paolo. Il catalogo è stato edito anche in spagnolo e in araboinglese a cura del Patriarcato greco-mel-chita cattolico che ha sede a Da-masco. Dopo l’inaugurazione nel 2008 a Roma presso la Basi-lica di San Paolo fuori le Mura, sono stati fatti 139 allestimenti in Italia con oltre 300.000 visita-tori e 2.500 guide volontarie.

La mostra è stata tradotta in russo, inglese, spagnolo, croato, olandese, arabo, ebraico, per esposizioni in diversi Paesi nel mondo (Russia, Malta, Croazia, Olanda, Perù, Uganda, Siria) e in alcune città della Terra Santa (Gerusalemme, Nazareth, Acri, Betlemme).

9la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 polesine

abbonati

Rovigo - Commenda

Un pellegrinaggio davvero specialeA Roma per il 50º di ordinazione del parroco don Antonio Boccardo

Sono tanti i motivi per cui abbiamo voluto definire “spe-ciale” il pellegrinaggio a Roma che la nostra Parrocchia della Commenda (Santuario della Madonna Pellegrina) ha vissuto nei giorni 7,8,9 ottobre insieme con il suo Parroco, don Antonio Boccardo, nel 50° della sua or-dinazione sacerdotale avvenu-ta il 29 giugno 1963 e con Suor Agnese, direttrice della Scuola Materna “Mamma Margheri-ta”, nel 50° della sua professione religiosa.

L’idea del pellegrinaggio è nata nel mese di giugno duran-te gli incontri di organizzazione dei festeggiamenti dei due im-portanti anniversari che vole-vamo vivere e far vivere “ai fe-steggiati” in maniera particolar-mente significativa : un giubileo di vita sacerdotale e religiosa meritava un evento “speciale” da vivere come comunità.

Le 50 persone che vi hanno partecipato rappresentavano infatti l’intera Comunità parroc-chiale, spiritualmente presente e in comunione di preghiera. Con noi c’era anche don Gior-gio, che ormai da tre anni vive e presta il suo servizio in Com-menda e a cui siamo tutti molto affezionati.

Ma “speciale” anche per lo scopo stesso del pellegri-naggio, cioè la partecipazione all’udienza del mercoledì di Papa Francesco. Partecipare ad un’udienza pontificia è sempre un momento forte, ma la perso-nalità di questo Papa, capace di farsi vicino a tutti e attento a cia-scuno, lo rende ancor più straor-dinario e la “marea” di persone che ogni mercoledì da ogni parte del mondo invade Roma ne è la prova evidente. È uno spettacolo indescrivibile quello che si presenta allo sguardo del pellegrino quando arriva in una piazza S. Pietro che dalle prime ore del mattino fino alla conclu-sione dell’udienza si colora di bandiere, striscioni, insegne di tutte le nazioni del mondo; si riempie di voci e lingue diverse; si popola di persone che, pur nella differenza di cultura e di

sensibilità, hanno in comune il desiderio di vedere e ascoltare la parola del Santo Padre……e la catechesi di Papa Francesco di quel mercoledì 9 ottobre sem-brava proprio sintonizzarsi con lo spettacolo di questa moltitu-dine variopinta che si mostrava ai nostri occhi pieni di stupore:

“La Chiesa è cattolica, perché è la “Casa dell’armonia” dove unità e diversità sanno coniugarsi insie-me per essere ricchezza. Pensiamo all’immagine della sinfonia, che vuol dire accordo, armonia, diversi strumenti suonano insieme; ognu-no mantiene il suo timbro incon-fondibile e le sue caratteristiche di suono si accordano su qualcosa di comune. Poi c’è chi guida, il di-rettore, e nella sinfonia che viene eseguita tutti suonano insieme in “armonia”, ma non viene cancel-lato il timbro di ogni strumento; la peculiarità di ciascuno, anzi, è valo-rizzata al massimo!

È una bella immagine che ci dice che la Chiesa è come una gran-de orchestra in cui c’è varietà. Non siamo tutti uguali e non dobbiamo essere tutti uguali. Tutti siamo di-versi, differenti, ognuno con le pro-prie qualità. E questo è il bello della Chiesa: ognuno porta il suo, quello che Dio gli ha dato, per arricchire gli altri. E tra i componenti c’è que-sta diversità, ma è una diversità che non entra in conflitto, non si con-trappone; è una varietà che si lascia fondere in armonia dallo Spirito Santo; è Lui il vero “Maestro”, Lui stesso è armonia”.

Prima della catechesi il Papa compie sulla jeep il percorso lungo le transenne che delimi-tano i vari settori della piazza fra le urla esultanti delle perso-ne che lo acclamano, lo salutano, gli porgono oggetti vari, ma gli affidano anche, attraverso lette-re, i loro drammi e le loro ango-sce, sicuri che Egli saprà farsi ca-

rico dei tanti dolori e delle tante sofferenze del cuore umano.

Uno dei gesti che caratteriz-zano ormai questo pontificato è il bacio e la benedizione dei bambini presenti nella piazza. Fra questi c’erano i due gemel-lini di Simona e Stefano Coltro, Pietro e Filippo, che partecipa-vano al nostro pellegrinaggio insieme con i nonni paterni e materni. Quale stupore per i genitori vedere i loro piccoli sollevati all’altezza del Santo Padre e baciati sulla fronte con una tenerezza tutta “speciale”! Le istantanee che hanno fissato quei momenti rimarranno im-presse nel cuore, oltre che nella telecamera e il bacio del Papa diventerà per quei bambini la memoria di un “bacio” di Gesù e l’impegno, quando saranno cresciuti, di conservare quell’in-fanzia spirituale che apre le por-te del regno dei cieli.

E per concludere altre due esperienze hanno reso “specia-le” il nostro pellegrinaggio:

1 - la celebrazione della San-ta Messa nel Santuario “Ma-ria Theotókos” (Madre di Dio) di Loppiano, la Cittadella del Movimento dei Focolari, dove siamo stati accolti con gioio-sa ospitalità da alcuni giovani che qui vivono e che ci hanno illustrato la ricca simbologia religiosa delle diverse parti del Santuario, inaugurato nel 2004 e voluto fortemente da Chiara Lubich come punto centrale di riferimento per gli abitanti e per i numerosi visitatori della Citta-della;

2 - l’intervista in diretta fatta da TV 2000 al nostro gruppo alla conclusione dell’udienza che ha permesso a chi è rimasto a casa di vederci per televisione.

Non ultimo motivo che ha reso particolarmente bella que-sta esperienza è stato il clima di fraterna amicizia che si è vis-suto durante i tre giorni di vita insieme, giovani e non più gio-vani, diversi gli uni dagli altri, ma uniti in armonia e spirito di servizio reciproco…

…e questa è “cattolicità”.Una partecipante

SarzanoMostra

“Sulla via di Damasco”Iniziativa nell’Anno della fede

Rovigo

I dieci anni di attività della Biblioteca ‘Antonio Carlizzi’Festeggiati con la rivisitazione del suo volume ‘El Zelese’

Nella Sala Flumina del Mu-seo dei Grandi Fiumi, sabato pomeriggio è stato festeggiato il decennale della biblioteca comunale ‘Antonio Carlizzi’, sede dell’associazione ‘Renzo Barbujani’, attraverso la rivisi-tazione del volume ‘El Zèlese’, scritto proprio dal professor Carlizzi.

L’evento ha visto la parteci-pazione straordinaria del Coro Monte Pasubio, nato nel 1966 e diretto, dal 2004, da Pieran-gelo Tempesta, che si è esibito all’inizio ed alla fine della ceri-monia.

“Con questo incontro – così il presidente dell’Associazione Barbujani, Arnaldo Pavarin,

ha dato il benvenuto ai tan-ti presenti che hanno voluto festeggiare il ‘compleanno’ della biblioteca -, vogliamo ri-cordare i primi 10 anni di atti-vità della biblioteca ‘Carlizzi’, ripercorrendo il cammino di vita dell’indimenticato ami-co Antonio Carlizzi, illustre uomo di cultura, attraverso la rivisitazione del suo volume El Zèlese”.

Il presidente Pavarin, che ha voluto inoltre ricordare e ringraziare il grande lavoro quotidiano prestato dai volon-tari dell’associazione, ha chia-mato accanto a se il professo-re di origini albanesi Dimitri Arallambi. Il quale, per l’occa-

sione, ha realizzato un magni-fico bassorilievo del volto di Antonio Carlizzi, applaudito con grande sentimento da par-te del folto pubblico presente. “Il mio lavoro è solo un mode-sto contributo – ha affermato il maestro Dimitri Arallambi -. Mi impegnerò a realizzarne un altro differente”. In segno di ringraziamento per la sua opera, l’associazione Barbujani ha inoltre consegnato una tar-ga a Dimitri Arallambi.

Quindi, è stata l’assesso-re alla cultura del Comune di Rovigo, Anna Paola Nezzo, ad offrire un pensiero alla figura di Carlizzi. “In famiglia il suo nome ricorreva spesso. Abbia-mo di lui un ricordo meravi-glioso che portiamo nel cuore. Grazie, per la serata, all’asso-ciazione Barbujani, che rima-ne un gioiellino della nostra città”.

Anche l’assessore alla cul-tura della Provincia di Rovi-go, Laura Negri, è intervenuta alla cerimonia. “L’associazio-ne Barbujani è un motore di animazione culturale e credo sia un orgoglio anche per An-tonio Carlizzi sapere che una biblioteca così è intitolata alla sua memoria. Un luogo dove si respira la cultura della nostra città”.

All’evento è intervenuto an-che Ennio Pasqualin, sindaco di Frassinelle, il paese che ha dato i natali ad Antonio Carliz-zi. “Voglio ricordare ‘El Zèlese’ come il luogo dove ho vissuto la mia giovinezza. Con i suoi scritti, Carlizzi ha riportato alla luce la poesia della vita di un tempo”.

La manifestazione, dopo l’intervento di Enrico Zerbina-ti, presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, che si è congratulato per l’iniziativa ed ha ribadito l’importanza della figura di Antonio Carlizzi, è continuata con la proiezione di un video realizzato da Alberto Schiesaro, con Claudio Garba-to e la moglie Mariemma voci

narranti, che hanno ricostrui-to le tappe fondamentali della vita di Antonio Carlizzi.

Moderata dallo stesso Claudio Garbato, la serata ha accolto gli interventi di Sergio Garbato e di Fausto Merchiori. Presenti, in sala, anche Isabella e Sandra, figlie di Antonio Car-lizzi, oltre alla moglie di Renzo Barbujani, la signora Adelina.

Al termine della manife-stazione, l’Associazione ‘Renzo Barbujani’ ha voluto ringrazia-re i tanti presenti che hanno ri-empito la prestigiosa Sala Flu-mina, nonché i volontari che hanno aiutato all’organizza-zione dell’importante evento.

Ufficio StampaAssociazione Renzo Barbujani

Page 10: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

10 la Settimana domenica 20 ottobre 2013speciale

L’Anno della fede si sta avviando alla conclusione. E’ stato un tempo particola-re di preghiera, di confronto, un tempo bello che con il trascorrere dei mesi si è dimostrato necessario, ricco di momenti di riflessione per tutta la Chiesa, per i presbiteri, le persone di vita consacrata, gli operatori pastorali, catechisti, fedeli laici credenti e non credenti, che in modi diversi si sono soffermati a riflettere sul tema tanto antico e sempre nuovo della fede, del credo. Abbiamo offerto ai let-tori opportunità di riflessione attraver-so interviste e articoli. In questo numero parliamo dell’Anno della fede con una giovane religiosa, Sr. Michela Marinello della Congregazione delle Serve di Ma-ria Riparatrici. Suor Michela è polesana originaria della comunità di Villadose, attualmente vive presso la Comunità di Costa di Rovigo; è insegnante di Religio-ne cattolica presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Primo Levi” di Badia Polesine e collabora in alcune attività parroc-chiali e diocesane.

D - Sr. Michela, l’anno della fede sta volgen-do al termine. E’ stato un tempo prezioso che Papa Benedetto XVI ha voluto donare alla Chiesa e al mondo. Le chiedo: come sta viven-do questo tempo?R - Nella laboriosità di

un quotidiano intenso e sfidante, che mi stimola a diventare “dono” in comu-nità, tra le sorelle della Con-gregazione, tra i giovani e altre persone che avvicino, ma anche nel crescente de-siderio di silenzio, di interiorità, di una maggio-re radicalità evangelica ed essenzialità di vita.

D - La fede cristiano-cattolica sta attraver-sando un momento difficile...R - ... sì, molto difficile e delicato. Qualche

decennio fa la fede in Gesù Cristo si ereditava dai propri genitori o dall’ambiente circostante cristianizzato. Oggi, non più. Nella società seco-larizzata la fede è, soprattutto, ricerca interiore, a volte oscura e faticosa, scelta personale, incon-tro con una Presenza viva che può cambiare la vita. Per noi cristiani questo tempo difficile può essere una grande opportunità, da vivere con creatività e coraggio. Dovremmo ritornare a giocare la “partita” della storia, affrontando le grandi sfide della contemporaneità, con umiltà, mitezza e franchezza.

D - Oggi la gente fatica a credere, trova dif-ficile pronunciare la parola “credo”. Cosa pensa di questa affermazione?R - Oggi sempre più gente vive un quotidia-

no pesante e senza grandi prospettive. Molti faticano a fidarsi del prossimo, soprattutto, di chi ha responsabilità, sono delusi, demotivati, feriti, disorientati. La crisi economica ha fatto crollare alcune “certezze” umane, appiattendo le attese in un quotidiano difficile da accogliere e da gestire. Venuta meno la fiducia umana, cioè l’attitudine a fidarsi di chi ci sta accanto ed è visi-bile e concreto, vacilla ancora di più la fiducia in Colui che è sempre Presente, ma non si vede. Ma forse, più che una crisi di fede, quella dell’uma-nità attuale è una crisi di speranza, di futuro.

D - Concretamente, per lei cosa vuol dire credere, avere fede?R - Per me credere significa affidarmi a

Qualcuno – Gesù Cristo - che si è innamorato di me, mi ha chiamato, per pura gratuità, a seguir-lo nella forma di vita di speciale consacrazione nella famiglia delle Serve di Maria Riparatrici; abbandonarmi con fiducia a Colui che mi ha usato misericordia e ogni giorno mi rinnova con il suo amore fedele. Ancora, credere significa ri-spondere a tale chiamata d’amore, rinnovando, come Maria, il mio sì lungo i sentieri di un quo-tidiano, a volte faticoso e incomprensibile, ma sempre carico di salvezza e di novità.

D - Sr. Michela, lei insegna da vari anni nella scuola statale ed è a contatto con vari giovani. Cosa ci può dire del rapporto gio-vani e fede?R - Se andiamo oltre a ciò che appare, i giova-

ni di oggi sono meno superficiali di quello che noi adulti pensiamo: ci provocano, ci stimola-no, ci mettono in discussione, perché vogliono capire se noi per primi crediamo e viviamo le cose che raccontiamo loro. Con molta umiltà e libertà dovremmo aiutarli ad intraprendere per-corsi di crescita umana e spirituale, liberando in essi interrogativi, paure, dubbi, speranze, sogni, provocazioni, critiche costruttive. Se li accom-pagneremo in questo processo di rielaborazio-ne della fede, un giorno ci aiuteranno a trova-re nuove risposte per incarnare meglio la fede nell’attualità.

D - Le coppie, le famiglie vivono oggi un tempo dif-ficile, di crisi economica ma anche di fragilità rela-zionale. Secondo lei la fede può avere ancora un posto importante nella famiglia di oggi?

R – Si, e un posto es-senziale. Personalmente ho appreso la fede nella mia famiglia, soprattutto, da mia madre, donna sem-plice, tenace ed essenzia-le. Fino a qualche anno fa erano le madri ad iniziare i figli all’esperienza religio-sa. Così è stato anche per me. Oggi le cose sembra-

no cambiate: le donne, soprattutto più giovani, appaiono più critiche, talvolta, diffidenti e ostili verso la Chiesa e la fede cristiana. Al contrario, gli uomini, soprattutto più giovani, sembrano più sensibili e disponibili verso tali realtà. Sa-rebbe interessante comprendere perchè ciò sta succedendo e interrogare soprattutto le donne. In particolare, sarebbe auspicabile una seria ri-flessione sul rapporto donna e Chiesa - come tra l’altro sta sollecitando Papa Francesco - e sul servizio reciproco che donne e uomini di Chiesa possono offrirsi per un rinnovato e più efficace impegno di evangelizzazione. Ne va della stessa trasmissione della fede.

D - Il credente e chi vive una scelta di spe-ciale consacrazione come la sua, cos’ha in più rispetto a chi non crede?R - Non credo di avere nulla di più di altri cre-

denti e non credenti (o diversamente credenti). Mi sento solo responsabile dei doni, conoscenze, esperienze, strumenti, opportunità che Dio mi hanno regalato. La mia scelta di vita – al di là di inadeguatezze e incoerenze – resta memoria del primato di Dio nella vita di ogni creatura. Non sono infatti i servizi apostolici e sociali, i ti-toli, i ruoli, le responsabilità... che caratterizzano primariamente la vita di una suora. Entrando nello specifico, il dono della fede è offerto a tutti, ma la risposta di ciascuno è diversa. Resta per me un grande mistero che uomini e donne di grande rettitudine, onestà intellettuale e ricerca sincera non riescano prima o poi ad approdare all’esperienza di fede (penso a loro come ai mo-derni Nicodemo che cercano Gesù di notte). Vi sono invece altri che vi approdano con grande facilità e naturalezza o, al contrario, dopo gran-di dolori e traumi esistenziali. Infine, c’è chi è indifferente o nutre grandi ostilità e pregiudizi nei confronti di Dio e dei cristiani. Non capisco perché succeda questo, ma so che ognuno ha il suo percorso da compiere e talenti da far frut-tificare, attraverso strade diverse e, a volte, con-traddittorie. Mi piace molto l’attenzione che in questo anno pastorale 2013-2014 il nostro vesco-vo, mons. Soravito sta dando al dialogo con fra-telli e sorelle non credenti, in preparazione alla missione diocesana. E’ un obiettivo importante e di grande attualità e sono contenta che questo invito sia accompagnato dal costante richiamo alla Parola di Dio da annunciare a tutti, vicini e lontani. Nel contempo, mi interrogo sulle moda-lità di questo dialogo, sui percorsi concreti per attuarlo ma, soprattutto, sullo stile da coltivare per renderlo vero ed efficace.

D - L’anno della fede volge al termine. Qua-li attese nutre da questa esperienza? Come poter mantenere vivo tale cammino?R - L’attesa è quella di mantenere desta nel

mio cuore la luce della fede, per ravvivare la speranza e rinnovare l’impegno dell’amore, del dono di me stessa a Dio e ai fratelli nella quoti-dianità. E questo, non da sola, ma insieme alle mie sorelle e ai fratelli che la vita mi pone ac-canto.

A cura di Settimio Rigolin

Nei giorni 12 e 13 ottobre, un gruppo di Amici del san-tuario Beata vergine Addolo-rata, insieme agli associati ha partecipato alla GIORNATA MARIANA “BEATA PER-CHE’ HAI CREDUTO”, indet-ta dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.

L’esperienza prevedeva, al mattino di sabato, il pellegri-naggio alla Tomba dell’apo-stolo Pietro per confessare la nostra fede nel Signore Gesù e nella Chiesa, con la possi-bilità dell’Adorazione eucari-stica e la Confessione sacra-mentale nelle chiese vicine a San Pietro. Nel pomeriggio, in Piazza San Pietro, c’è stata l’accoglienza della statua del-la Madonna di Fatima, con la celebrazione della Via Matris e la catechesi mariana di papa Francesco. Momento signi-ficativo che ci ha fatto sentire la presenza di Maria in mez-zo a noi: Lei è stata una don-na di fede, una vera credente.

Verso sera la statua del-la Madonna è stata portata al Santuario del Divino Amore, ove in collega-mento con vari santuari ma-riani a livello internaziona-le, c’è stata la preghiera del Rosario e la Veglia “Con Maria oltre la notte”, vissuta da tanti giova-ni con musica, canti e pre-ghiera.

D o m e n i -ca 13, la Santa Messa presie-duta da Papa Francesco è stata parte-c ipat i s s i m a:

piazza gremita, e nel sagrato anche i rappresentanti dei vari santuari mariani. Per noi Luciano Tessarin di Arquà Polesine, dell’Ordine secolare dei Servi di Maria, innalzava lo stendardo dell’immagine dell’’Addolorata di Rovigo, in sì bella e grande manifesta-zione di fede e d’amore. Al termine dell’Eucaristia Papa Francesco ha affidato il mon-do a Maria, pregando: “... Sia-mo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.

Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante ca-rezza del tuo sorriso.

Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la

fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cam-mino della santità:

Insegnaci il tuo stesso amo-re di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e si sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù”.

Nel pomeriggio di dome-nica abbiamo preso la via del ritorno a Rovigo, con in cuo-re tanta gioia e con l’invito di papa Francesco a invocare l’in-tercessione della Vergine, per-ché ci aiuti a lasciarci sorpren-dere da Dio senza resistenze, ad essergli fedele ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo perché Lui è la nostra forza.

Suor Maria GraziaComparini

Anno della Fede

Vi racconto la mia fedeIntervista a Suor Michela Marinello

Roma 12-13 ottobre - Giornata Mariana

“Beata perché hai Creduto”Da Rovigo la partecipazione delle Serve di Maria Riparatrici

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11la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 speciale

Costa di Rovigo

L’affascinante mistero della SindoneScienza, fede e devozione popolare illustrate dai Professori Giulio Fanti e Adriano Mazzetti“Sindone e Sacra

Spina. Scienza, Fede e Mistero”, attorno a questo tema si è svolta la conferen-za dibattito tenuta dai professori Giulio Fanti e Adriano Maz-zetti. L’incontro ha avuto luogo presso il Centro Poliservizi di Costa venerdì 11 ottobre 2013, è stato promosso dal Comu-ne di Costa di Rovi-go, unitamente alla locale Pro Loco, con il patrocinio ed il soste-gno della Provincia di Rovigo e della Regio-ne Veneto. La serata rientrava nel novero delle manifestazio-ni religiose e civili indette in occasione della 225 ricorrenza della festa liturgica della Sacra Spina.

Il dottor Mazzetti, già direttore della Ac-cademia dei Concordi di Rovigo, autore di diverse pubblicazioni riguardanti la storia ecclesiale e civile di Costa, ha presentato quella che è stata l’antica storia e devozione della gente di Costa ma anche della Diocesi di Adria verso questa importante reliquia. Mazzet-ti ha inoltre ricordato il forte legame storico ed ecclesiale della parrocchia di Costa con il Patriarcato di Venezia e con gli stessi Patriarchi, molti dei quali si sono recati in vista alla parrocchia di Costa, che giuri-dicamente apparteneva al pa-triarcato di Venezia. Il legame si è protratto per molti secoli, fino ai nostri giorni. Il relatore ha osservato come la comuni-tà costense fosse “orgogliosa” di questo antico legame. La presenza nella chiesa di Costa della reliquia della Sacra Spina è stato un dono del Patriarca di Venezia alla comunità di Costa quale segno di comu-nione ecclesiale, di amicizia e di fraternità. Questo fatto per la parrocchia di Costa segna l’origine della festa liturgica della Sacra Spina.

Ha preso la parola il pro-fessor Fanti, docente universi-tario presso l’Ateneo padova-no, nonché grande studioso ed esperto di tematiche legate alla misteriosa reliquia che è la Sa-cra Sindone attorno alla quale il professore ha pubblicato di-versi e importanti volumi di studi, ricerche e analisi. Fanti attraverso tutta una serie di dimostrazioni oggettive, stori-che, bibliche, mediche e tecni-che ha voluto far comprende-re al pubblico presente che la Sacra Sindone è una reliquia antichissima che ha duemila anni di storia, reliquia che è sì ancora avvolta dal mistero ma che nello stesso tempo sempre più si dimostra che in questo misterioso telo fu avvolto il corpo del Signore Gesù morto e risorto. Il relatore ha inoltre osservato che la fede aiuta a scoprire nella Sacra Sindone ciò che ancora, né la scienza, né la tecnologia sono riuscite a dire. Infine il professore ha affermato che veramente la Sacra Sindone ha avvolto un cadavere, un corpo morto, e non un uomo in coma, come alcuni ancora vogliono far cre-dere. Un uomo morto che però non è rimasto prigioniero del-la morte ma è risorto.

Abbiamo rivolto alcune domande al prof. Giulio Fanti.

D - Professore, in poche parole possiamo descri-vere la Sacra Sindone?

R - Secondo la tradizione la Sindone è il lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù Cristo morto, però dal punto di vista scientifico ci sono molti punti aperti e tutti interessanti. An-zitutto la doppia immagine corporea, f r o nt a le e dorsa-le, questo fatto non è scienti-ficamente spiegabile e tanto meno ri-produci-bile alme-no fino ad oggi. Per cercare di compren-dere me-glio que-sto fatto sono state avanzate d i v e r s e i p o t e s i che più o meno sono riuscite ad avvicinarsi al fenomeno sindonico. Quel-lo che è più vero simile è una esplosione di energia molto intensa e di breve durata le-gata ad un fortissimo campo elettrico, definito effetto coro-na. Pensiamo a 50 fulmini che nello stesso istante colpiscono la Sindone per generare que-sta immagine corporea.

D - Lei ingegnere, come è giunto a studiare la Sin-done?R - Da sempre queste tema-

tiche hanno catturato il mio in-

teresse, in un primo tempo ad un livello molto generale, ma poi insegnando ai miei alun-ni quelli che sono oggi i nuovi metodi e sistemi di visione ar-tificiale al computer ho voluto tentare una strada nuova cioè

cercare di s t ud ia re la Sindo-ne attra-verso que-sti nuove tecnologie e nuovi si-stemi, con l’i ntento di ricava-re qualche n o t i z i a in più ri-g u a r d o a questa i m p o r -tante reli-quia. Così in questi anni ho p o t u t o raccoglie-re mol-t i s s i m o

materiale e oggi posso dire che mi è impossibile non con-tinuare questa mia ricerca.

D - Siamo nell’Anno del-la Fede, guardare questo lenzuolo ancora avvolto nel mistero può essere di aiuto alla fede?R - Certamente, anzi se-

condo me divulgare la verità sulla Sindone è molto utile, soprattutto per coloro che non credono o credono in modo superficiale. Certo che la pri-ma verità da credere è la re-surrezione, ma questa verità

ci riporta di nuovo a guardare alla Sindone.

D - Si potrà un giorno poter dire con certezza che veramente il lenzuolo della Sindone ha avvolto il corpo morto di Gesù?R - Secondo me no dal

punto di vista scientifico, an-che perché la Sindone non de-riva dall’uomo, ma è il Signore che ha donato all’uomo questa reliquia per aiutarci a credere, ma senza mai imporre la fede, è così che l’uomo è sempre li-bero, mai schiacciato da una prova per credere in Gesù e nella sua resurrezione. Ci sono innumerevoli indizi che ci guidano a confermare quel-lo che pensiamo ma non c’è un indizio, una prova sicura che ci “obbliga” a credere.

D - Quale messaggio tra-smette la Sindone?R - Secondo me due sono

i messaggi, uno è quello che è legato alla sofferenza della pas-sione, ma poi il messaggio più importante, più forte, è quello che viene dopo la morte cioè la resurrezione. Ecco la verità, la Sindone ha avvolto il Risorto, e questo sì da consolazione, ci fa sperare che anche noi dopo la nostra morte la vita non fi-nisce, possiamo allora pensare che oggi siamo pellegrini sulla terra per essere poi un domani cittadini del cielo.

Settimio Rigolin

Nelle foto: in alto il pro-fessor Fanti mentre parla del-la Sindone al centro il dottor Adriano Mazzetti e in basso un aspetto della sala.

Dalle “idee ricostruttive” al Codice di Camaldoli, il 1943 fu un anno fondamentale per porre le basi della Repubblica democratica e portare il Paese fuori dall’avventura tragica del Fascismo e della guerra

Sotto il segno di San Giuseppe, settanta anni fa. La par-tecipazione attiva dei cattolici alla vita politica italiana trovò un primo coagulo a Roma il 19 marzo 1943, in casa di Giu-seppe Spata-ro, dove, per festeggiarne l’onomastico - un pretesto per depistare la polizia del regime - , si trovarono al-cuni esponen-ti della futura Democrazia C r i s t i a n a . Spataro ave-va tenuto le fila dei con-tatti fra i vec-chi popolari costretti dal fascismo al silenzio, colti-vando anche rapporti con rappresentan-ti del mondo e c c l e s i a l e , come il sostituto alla Segreteria di Stato monsignor Giovanni Battista Montini, i dirigenti della Fuci, dei Laureati cattolici, dell’Azione Cattolica.

Quel giorno del ‘43 fu discusso un documento (il principa-le estensore ne era Alcide De Gasperi), “Linee di ricostruzio-ne”, che diventerà poi “Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana”. Quel testo fu fatto diffondere dallo stesso Spataro, all’indomani del 25 luglio, aiutato da Enrico Falck che a Mila-no ne curò la stampa di un milione di copie.

Non si trattò di una iniziativa improvvisata e solitaria. Fra i cattolici da tempo - le leggi razziali del ‘38 avevano aliena-to al regime molte simpatie e la guerra non aveva migliorato le cose - fermentava l’esigenza di un coordinamento con lo sguardo rivolto a un avvenire senza il fascismo. I contatti si moltiplicavano, anche se mancava fra i vecchi popolari una struttura politica unitaria, a differenza di comunisti, socialisti e azionisti. Ma, quasi per germinazione spontanea, dal 1941, più marcatamente nel 1942 e con crescente consapevolezza nel 1943, fiorivano le iniziative, anche sulla scia del radiomessag-gio del Natale precedente di Pio XII, un’esortazione verso la pace e la legalità, intesa come un invito all’azione.

Era maturata, in quegli anni, la coscienza politica di una futura classe dirigente. Si era concretata, nel 1942 a Milano, in incontri in casa di Edoardo Clerici cui avevano partecipato Pie-ro Malvestiti, esponente con Clerici dei cosiddetti “neoguelfi”, Enrico Falck e Vittorio Giro, che in seguito erano andati da De Gasperi a Sella di Valsugana. A Torino Giuseppe Rapelli e Giovanni Gronchi contattavano ex sindacalisti “bianchi” ed esponenti della sinistra del Partito popolare italiano. A Roma, colloqui fra neoguelfi, ex popolari e cristiano-sociali (protago-nisti Guido Gonella, Mario Scelba e, naturalmente, De Gaspe-ri), mentre a Genova Paolo Emilio Taviani animava un gruppo di intellettuali di ispirazione cristiana.

E ancora, in Toscana, attorno ai cristiano-sociali di Gerar-do Bruni svolgeva opera di testimonianza e di pensiero don Roberto Angeli, da anni anticipatore della necessità di una presenza dei cattolici in politica, attivo nella Resistenza, arre-stato e deportato in un Lager. In Emilia Giuseppe Dossetti ela-borava in piena lotta clandestina idee largamente penetrate, in seguito, nella Democrazia Cristiana, a partire dalla famo-sa “lettera ai parroci” che chiariva il senso “progressista” da imprimere alla Dc, rifiutando schematismi sociologici e lotte di classe. A Napoli la coppia Angelo Raffaele Jervolino-Maria De Unterrichter, in contatto con l’ex popolare Giulio Rodinò e l’economista Pasquale Saraceno, elaborava le future linee di una politica meridionalistica.

A dare spessore ideologico alla costituenda formazione contribuirà l’incontro di Camaldoli, dal 19 al 23 luglio 1943. Dopo il congresso dei Laureati cattolici, in gennaio, un comi-tato ristretto fu convocato per impostare un “codice” che, sulla base della dottrina sociale della Chiesa, affrontasse i problemi della società e dello Stato in modo di uscire - si scrisse - “da un passato pieno di ingiustizia ed errori”.

In una visione cristiana del mondo furono individuati, nel “Codice di Camaldoli”, 76 punti su temi quali la concezione personalistica della comunità nazionale, la sollecitazione ver-so l’economia mista, la tutela della famiglia, la vita interna-zionale basata sulla pace e la giustizia. Se ne trovano note-voli tracce nella Costituzione; ma l’importanza di Camaldoli consiste essenzialmente nel patrimonio di un sentire comune e nello scambio di idee e di esperienze fra protagonisti, in se-guito, della vita nazionale.

Gli avvenimenti seguiti all’8 settembre 1943 non interrom-peranno la trama dei rapporti: la partecipazione dei cattolici alla Resistenza si concretò nel rischio della vita quotidiana, con un impegno che non ha visto attendismi, legittimando la successiva presenza nella ricostruzione del Paese. Una pagina di storia che merita di essere ricordata.

Angelo Paoluzi

Meglio ricordare

Settanta anni fa nasceva l’impegno politicodei cattolici italiani

Page 12: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

L’associazione famiglie aperte all’accoglienza di Rovigo, esiste istituzional-mente dal 2007, riconosciuta come ODV dal 2008, ma la de-nominazione stessa, che non si è voluto perdere in questi ultimi passaggi formali, risa-le ad un gruppo di famiglie che opera nell’ambito dell’ac-coglienza di minori da oltre 20anni.

L’associazione è ora com-posta da un’equipe di fami-glie, che si suddividono l’atti-vità di servizio per il gruppo di famiglie di volontari che si dichiarano disponibili ad af-frontare il percorso di avvici-namento all’accoglienza.

Lo sviluppo economico della nostra società è stato no-tevole, ma ha anche prodotto nuove povertà, il degrado di antiche solidarietà, il dilaga-re di egocentrismi, abbando-

ni, malesseri psichici diffusi e indefiniti. Oggi si impone una vigorosa reazione volta a cercare nuove convivialità, a ricreare uno spirito di solida-rietà, a intessere nuovi legami sociali, nuove forme di acco-glienza e condivisione, a far affiorare quelle fonti spirituali che sono state soffocate.

Il progetto “SEMI... CI METTO IN GIOCO” 2013/2014 parte da questa analisi e vuole stimolare in ognuno, singolo o famiglia, la voglia di met-tersi in gioco e di contribuire a costruire solidarietà e condi-visione, con il proprio “seme”, unico e irripetibile.

Sappiamo che i grandi cambiamenti sono invisibi-li e logicamente impossibili prima della loro attuazione. Siamo però convinti che la metamorfosi sia alla portata di tutti.

L’affido è considerato stru-mento adeguato e indispen-sabile quando il minore cre-sce in un ambiente familiare che, temporaneamente, non può offrirgli cure adeguate. Esso, perciò, consiste nell’in-serimento del minore in una famiglia diversa da quella di origine, per la temporanea privazione di un ambiente fa-miliare idoneo ed è, dunque, determinato da una situazio-ne di abbandono psicologico-morale e materiale, a valenza transitoria.

Lo Stato, dunque, cerca di sopperire a talune mancanze, attraverso una forma di so-lidarietà familiare, al fine di garantire il diritto del minore a una forma di educazione, che può favorirne lo sviluppo psico-fisico. Negli ultimi anni si assiste ad un aumento dei minori in affidamento presso famiglie, ma più spesso collo-cati in comunità per mancan-za di famiglie disponibili.

A confermare tutto ciò e ad essere sempre in continua trasformazione e formazio-ne l’Associazione ONLUS “ Famiglie aperte all’accoglien-za di Rovigo” organizza un Convegno per il 26 Ottobre 2013 presso la sede del CSV di Rovigo Viale tre Martiri 67/F (dalle ore 8.30 alle 13.00) per dare luce alle problema-tiche minorili e per trovare insieme una via comune di sensibilizzazione ai problemi

alle loro chiarificazioni per passare insieme all’azione. Il tema: “UN APPROCCIO FORMATIVO all’EDUCA-ZIONE FAMILIARE” con la presenza di: Anteo Guglielmo Presidente dell’associazione Famiglie aperte all’Accoglien-za di Rovigo, Dott.ssa Silvia Allegro (Save the Children), Dott.ssa Maria Teresa Pedrocco (psicologa psicoterapeuta, CISMAI), Dr.ssa Federica Cavarzere (psicologa C.A.S.F. e del Consultorio Familiare ULSS N°19), Dr.ssa Maria Chiara Roccato (responsabi-le C.A.S.F. e del Consultorio Familiare ULSS N°19), Dr.ssa Gloria Soavi (psicologa e psi-coterapeuta vice presidente CISMAI). Sono previsti cre-diti ECM e crediti formativi AICCeF. Per informazioni e preiscrizioni telefonare al 335 7513914 [email protected]

Vi spettiamo tutti. D.P.

12 la Settimana domenica 20 ottobre 2013polesineNotizie fiscali

La detrazioneper acquisto di mobili

Con il D.L. n. 63 del 4giu-gno 2013, convertito in Legge 3 agosto 2013, n. 90, ed entrato in vigore il 6 giugno 2013, ha in-trodotto un’ulteriore detrazione fiscale per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici.

La nuova detrazione spet-ta per le spese sostenute dal 6 giugno al 31 dicembre 2013 per l’acquisto, il trasporto e il mon-taggio di:

- mobili nuovi (a titolo esemplificativo: letti, armadi, cassettiere, librerie, tavoli, se-die, comodini, divani, poltrone, materassi, apparecchi d’illumi-nazione). E’ escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, nonché di altri com-plementi di arredo;

- grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i for-ni), per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Rientrano ad esem-pio: frigoriferi, congelatori, lava-trici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elet-triche, forni a microonde, appa-recchi elettrici di riscaldamento, radiatori e ventilatori elettrici.

L’acquisto di mobili o di grandi elettrodomestici è age-volabile anche se i beni sono de-stinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto d’intervento edilizio. La detrazione è del 50% su un im-porto massimo di 10.000 euro di spesa (riferito, complessivamen-te, alle spese sostenute per l’ac-

quisto di mobili e grandi elettro-domestici) ed è da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo. Questo limite riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristruttu-razione. Il contribuente che ese-gue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio. Per ottenere la detrazione sugli ac-quisti di mobili e di grandi elet-trodomestici, occorre effettuare i pagamenti con bonifici bancari o postali, sui quali va indicato la causale del versamento (attual-mente utilizzata dalle banche e da Poste Italiane SPA per i boni-fici relativi ai lavori di ristruttu-razione fiscalmente agevolati), il codice fiscale del beneficiano della detrazione, il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bo-nifico è effettuato.

L’Agenzia delle Entrate con circolare n. 29 del 18 settembre 2013, ha inoltre precisato che, per le spese in esame, è con-sentito eseguire il pagamento anche mediante carte di cre-dito o carte di debito, mentre non è consentito effettuare il pagamento mediante assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. E’ necessario conservare la documentazione attestante l’effettivo pagamento e le fatture di acquisto dei beni, con l’usuale specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e servizi acquisiti.

Canaro

Ore felici al Campo Solare 2013Proposto dalla parrocchia

Dal 19 al 24 agosto scorsi l’Antica Roma e il suo impe-ratore Nerone hanno invaso Canaro. Questo il tema del-la 20^ edizione del Campo Solare “Enrico”, storico ap-puntamento per i bambini - e non solo - della Parrocchia dedicato alla memoria del giovane Enrico Guarnieri.

Il Campo ha visto la par-tecipazione di 42 minori dai 5 ai 12 anni e 21 ragazzi hanno svolto il ruolo di ani-matori, coordinati da Andrea Sgualdo e Eleonora Zerbinati: Alessandro Bertagnon, Giada Secchiero, Nicola Crepaldi, Giulia e Federico Ghiraldello, Anna Ferracin, Mattia Barotti, Andrea Marchesano, Pietro Osti, Alessio Buffo, Alessia Longhi, Alessandra e Chiara Scaramelli, Marta Caniato, Valentino Rossi, Giorgia Gementi, Greta Zarano, Anna Novello, Sofia Grigolo, Elisa Zamboni e Alberto Dal Ben.

Le mattine di campo, aperte dal parroco don Mario Turatti e da diversi canti, co-minciavano con la rappre-sentazione di una scenetta, totalmente pensata dagli ani-matori, che serviva da lancio dei giochi. A sfidarsi cinque squadre, i cui nomi sono sta-ti ispirati da antiche famiglie romane.

Dopo la merenda, come

sempre preparata da un gruppo di signore - le Signore Panini -, iniziavano i laborato-ri creativi. Le cinque attività di quest’anno, scelte con un occhio di riguardo al rici-clo, hanno interessato e con-vinto le diverse fasce d’età degli iscritti: il Tamburello musicale, l’Acchiappaso-gni, il Burattino di pezza e, finalizzati alla buona ri-uscita della serata finale, il Laboratorio Manuale (sceno-grafie e decorazioni di scena) e il Laboratorio Artistico, con preparazione di balli e piccoli sketch ispirati alle pubblicità più famose di oggi.

Sabato 24 le attività hanno avuto inizio alle 16. Trascorse le prime due ore, nelle quali si sono svolte le prove genera-li dello spettacolo finale, alle

18 è iniziata la Festa di fine campo con la più grande di tutte le feste: la Santa Messa. I ragazzi, accompagnati da-gli animatori che suonavano, hanno ravvivato la celebra-zione partecipando attiva-mente nei canti e colorando l’ambiente della Chiesa par-rocchiale grazie ai mille colo-ri delle loro maglie.

Dopo la Messa un altro momento emozionante: ac-compagnati da foto e dal rac-conto di chi c’era, sono stati festeggiati i primi 20 anni di Campo Solare. Sul palco del Teatro, tanti ex animatori sa-liti per raccogliere il merita-to applauso attribuitogli per aver contribuito a rendere questa settimana un appun-tamento irrinunciabile per tanti giovani.

Lo spettacolo finale, ini-ziato dopo un piccolo rinfre-sco, ha come sempre stupito e fatto sorridere.

La prima parte è stata de-dicata alla visione dei balletti e degli sketch preparati du-rante il laboratorio artistico. I balli, al passo con i tempi, si ispiravano a musiche latine e allo Zumba. Tante le emozio-ni suscitate: dall’emozione di qualche genitore alle risate della platea per alcune pub-blicità.

Terminati i balli, Nerone ha premiato le squadre dei giochi. Questa la classifica: prima la squadra blu, secondi i rossi, terzi i gialli, quarti gli arancio e quinti i verdi. Per i vincitori è stata consegna-ta una medaglia mentre alle altre squadra un piccolo ma gustoso premio di consola-zione.

Ultima parte dello spetta-colo la visione delle foto scat-tate durante la settimana e la consegna dei lavoretti.

Anche quest’anno la sod-disfazione per gli animatori, per i ragazzi e per i loro ge-nitori è stata molta. Non ci resta che lanciare l’appunta-mento per il 21esimo anno, un anno che sarà ricco di novità. Arrivederci all’agosto del 2014!

Gli animatori

Ficarolo

Il Rosario conla “Lumen Fidei”

Il mese di ottobre è con maggio, uno dei mesi dedicati alla Madre di Dio e alla preghiera del Rosario. E’ anche vero che tutti i giorni nelle parrocchie si recita la preghiera tan-to cara alla Madre del Signore e al popolo cristiano. A ottobre la recita diviene comunitaria e gioiosa, parte-cipano più fedeli e spesso la presiede il sacerdote. L’Arciprete di Ficarolo ha pensato di offrire alla meditazio-ne con i “misteri del rosario”, anche tratti della lettera enciclica di Papa Francesco, “Lumen Fidei”.

Questo di leggere e meditare ogni giorno un tratto di un documento del Magistero, è un uso durato fino alla metà del secolo scorso. Le lettere pastorali del Vescovo venivano lette nelle cinque domeniche di Quaresima. Mons. Crepaldi forte di questa tradizione, propone per i 27 giorni non festivi di ottobre cinque paragrafi delle Enciclica, che egli presenta come” momen-ti” e li fa seguire da un tempo di silenzio, dal “Padre nostro”, dalle 10 “Ave Maria” e dal “Gloria al Padre” e ogni giorno la preghiera viene conclusa dalle “Litanie di Maria Regina del Rosario” e dalla “preghiera del Popolo di Dio in missione” preparata dal nostro Vescovo Lucio Soravito. Scrive mons. Crepaldi presentando il sussidio: “... così al termine del cammino di ottobre abbiamo letto tutta l’Enciclica facendola oggetto di meditazione e di preghiera”.

La Comunità cristiana, i sacerdoti, le Religiose, i Consacrati curano “l’anno della Fede”, pregando e meditando l’Enciclica, approfondendo la conoscenza delle verità da creder, traducen-dole nel rinnovato vivere, per essere testimoni e missionari del Signore che salva. “La fede senza le opere è morta”! Tradurre la fede vivendola in atti di amore per i fratelli, è camminare sulla strada della santità personale ed è confermare che è possibile per tutti conseguire la vocazione naturale di ogni battezzato che è la vita santa, che è anche fare di tutti noi “un popolo in missione”.

DG

Rovigo

Un approccio innovativo all'educazione familiare26 ottobre ore 8,30 presso il CSV di Rovigo

Adria - S.M. Assunta

Iscrizioni al catechismoSono aperte le iscrizioni al catechismo della parrocchia

Santa Maria Assunta detta della Tomba di Adria, è previsto per sabato 19 ottobre ore 15 un gioioso incontro nella basili-ca con ragazzi e i loro genitori, Catechisti e i Frati Francescani dell’immacolata e il tutto si concluderà poi con giochi e anima-zione in oratorio.

Il modulo per l'iscrizione al catechismo si può trovare all'in-terno della Basilica e dovrà essere riconsegnato ai Frati prima del 19 ottobre.

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13la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 speciale

Adria - Cattedrale

Applaudito Concerto d’organoLa cultura musicale nella nostra società

Concerti nell’anno dedicato a Gaetano Callido

Musica d’organo a Santa Maria di Villanova MarchesanaEsegue il maestro Andrea Macinanti

“ANTICHI ORGANI DEL POLESINE”, questo è il tema che accompagna l’XI edizio-ne di concerti d’organo che in questo anno 2013 sono stati pensati “In memoria del cele-bre organaro veneto Gaetano Callido (1727 – 1813)”

Sabato 19 ottobre 2013 alle ore 21.00 il secondo appunta-mento presso la Chiesa di S. Maria Assunta di Villanova Marchesana.

Come scriviamo in pagi-na, il progetto, che si inserisce nel circuito Regionale “Can-tantibus Organis”, propone un programma ambizioso e ricco dal punto di vista musi-cale e artistico, e prevede tutta una serie di importanti con-certi d’organo. L’iniziativa è stata ideata da “Asolo Musica – Veneto Musica”, e viene rea-lizzata grazie al sostegno eco-nomico della Regione Veneto, del Ministero dei beni e delle attività culturali ed in collabo-razione con Provincia di Ro-vigo e dei Comuni di Adria, Ariano Polesine, Costa di Ro-vigo, Giacciano con Baruchel-la, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo, S. Bellino e Villanova Marchesana. L’Organo della Chiesa di s. Maria Assunta è stato costruito da autore igno-to di Scuola Veneta del primo Ottocento.

Il concerto sarà eseguito da maestro Andrea Macinanti, nato a Bologna nel 1958, diplo-mato in Organo, Clavicembalo e Canto ai Conservatori di Bo-logna e di Parma perfezionan-dosi poi con Klemens Schnorr a Monaco di Baviera. Si è lau-reato cum laude alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Univer-sità di Bologna. E’ docente di Organo al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

Tra le sue numerose regi-strazioni si segnalano le opere complete per organo di Otto-rino Respighi e di Goffredo

Giarda per Tactus (Casa di-scografica con la quale è ora impegnato nella registrazione dell’opera omnia organistica di Marco Enrico Bossi) e di Guido Alberto Fano e Gio-vanni Tebaldini per Elegia. Ha curato numerose revisio-ni critiche, tra le quali i Fiori Musicali di G. Frescobaldi, l’opera integrale per tastiera di A. Scarlatti e di G.B. Martini (UT ORPHEUS), un’antolo-gia in nove volumi di musica italiana per organo, l’Opera Omnia Organistica di M.E. Bossi e uno studio sull’analisi e l’interpretazione dei Trois Chorals di Cesar Franck edi-zioni CARRARA. Dal 1994 è co-direttore editoriale della rivista “Arte Organaria & Or-ganistica”.

E’ direttore artistico della rassegna concertistica inter-nazionale “Organi antichi, un patrimonio da ascoltare”.

Nel marzo del 2005 ha suo-nato alla Musashino-Hall di Tokyo, nell’ottobre 2006 nella Grace Cathedral di San Fran-

cisco e nel maggio 2008 ha te-nuto una tournée di concerti in Russia. Nel 2009 e nel 2011 ha tenuto lezioni sulla musica italiana alla Facoltà di Musico-logia di Ginevra.

L’organo della Chiesa di Villanova Marchesana (RO) fu realizzato nell’ultimo quar-to del Settecento da un ignoto costruttore di Scuola Veneta. Non rimane, purtroppo, alcu-na documentazione d’archivio relativa all’organo anterior-mente al 1817. Si tratta di uno strumento di grande qualità, ebbe un importante restauro, nel 1930, ad opera della Ditta Zordan, che vi apportò alcune modifiche in gran parte elimi-nate nel corso del restauro, ad eccezione del mantice a lan-terna e della bellissima (unica in Polesine) tastiera ricoperta in legno di ulivo.Lo strumen-to funzionò fino al 1968, anno in cui fu gravemente danneg-giato dal disastroso incendio che colpì la Chiesa. L’ultimo importante restauro risale al 2012. S.R.

Un programma interes-sante dal punto di vista mu-sicale e culturale quello pro-posto nel Concerto d’Organo che ha avuto luogo sabato 12 ottobre 2013 presso la Cat-tedrale di Adria, interpreti i musicisti Michele Croese e Izabela Szlachetko.

Croese si è diplomato in pianoforte, organo e compo-sizione organistica, clavicem-balo, musica corale e direzio-ne di coro. Ha tenuto nume-rosi concerti, in qualità di so-lista o di accompagnatore in Italia e all’estero. E’ direttore artistico del Festival Organi-stico Internazionale “Agati in concerto” e della Rassegna di Musica Classica “Al lume del-le stelle”.

Szlachetko, polacca, ha terminato gli studi musicali superiori presso l’Accademia di Musica “Chopin” di Var-savia nel 1995, conseguendo la laurea in tromba. Nel lu-glio del 1996 ha conseguito il diploma di tromba anche presso il Conservatorio “Pa-ganini” di Genova. Dal 2001 è docente di tromba presso l’Istituto Statale Comprensi-vo di Varazze (Sv). In duo con Michele Croese ha pubblicato un cd di musiche sei-settecen-tesche per tromba e organo. Nel corso della serata sono state eseguite musiche di: J. S. Bach e A. Vivaldi. Inoltre sono state proposte musiche dell’Ottocento italiano, e un omaggio a Giuseppe Verdi, del quale ricorre, proprio in questi giorni, il 200° anniversario della nascita. Fuori programma è stato eseguito un brano di Arban – Fantasia su Nabucco.

All’inizio della serata il saluto del parroco della cattedrale mons. M. Furini e della Prof.ssa Mara Bellettato, assessore alla cultura della città di Adria.

L’Organo della Cattedrale di Adria è opera di Giuseppe Malvestio di Padova, realizzato all’inizio degli anni ‘30, in seguito rimaneggiato, ammodernato ed ampliato negli anni ‘70 dalla Ditta F.lli Ruffatti di Padova. Abbiamo rivolto alcune domande all’organista maestro Michele Croese.

D - Viviamo un tempo di crisi che pesa su ogni realtà, e perciò anche sulla cultura musicale e sui valori che essa contiene. Le chiedo quale significato assume proporre un concerto d’organo in un tempo come questo?R - La crisi che ci affligge ormai da alcuni

anni, e che, tendenzialmente, riconduciamo so-prattutto alla dimensione economica in cui vi-viamo, è, a mio avviso, un problema complesso, che investe tutti gli ambiti della nostra civiltà. Mi spingerei ad affermare che la crisi econo-mica è una conseguenza, indubbiamente la più tangibile ed appariscente, di una crisi culturale generale, per cultura intendendo l’insieme degli aspetti (storici, sociali, politici, economici ed ar-tistici) che determinano la vita e l’evoluzione di una nazione.

La realtà è una dimensione in cui interagi-scono tutti gli elementi che fanno parte della nostra vita, dall’economia, alla politica, all’arte. Anche perché si sono persi di vista determina-ti valori artistici (non dimentichiamoci che ab-biamo ascoltato ministri che hanno affermato, in un recente passato, che “con la cultura non si mangia”) e si è portata avanti, per anni, una certa politica, con precise implicazioni etiche, si è arrivati al punto in cui ci troviamo.

Una “ricostruzione”, nel senso più lato del termine, deve partire indubbiamente da una ri-formulazione della nostra economia, ma, di pari passo, deve riappropriarsi di un patrimonio ar-tistico (musicale e non solo) immenso, che, nei secoli passati, ci ha resi grandi. Riteniamo che anche un concerto d’organo possa dare, in que-sta prospettiva, un piccolo e significativo contri-buto.

D - L’organo è da secoli lo strumento litur-gico per eccellenza. Oggi purtroppo non è più così, e al suo posto sono entrati nella liturgia altri strumenti. Lei cosa ne pensa di questa realtà?R - Quando all’estero (ad esempio in Germa-

nia, Danimarca o Polonia) mi capita di dire che in Italia la figura professionale dell’organista non esiste (per organista professionale inten-dendo un impiegato della chiesa, regolarmente assunto, che si occupa di programmare e gesti-

re l’aspetto musicale della liturgia tutto l’anno, organizzare un coro e coordinare la partecipa-zione eventuale di altri strumentisti), in genere gli interlocutori mi guardano con una sorta di divertito stupore, come se avessi detto loro che in Italia non abbiamo medici o avvocati. Pur-troppo la mancanza di una figura professionale di riferimento, in quest’ambito, lascia, in Italia, lo spazio a qualsiasi tipo di ingerenza ed intro-missione (quasi sempre a fin di bene e in buona fede), e spesso capita di ascoltare, durante le fun-zioni, musiche che avrebbero senso in altri con-testi, ma che, onestamente, con la liturgia hanno ben poco a che fare. Ripiegare su queste solu-zioni pensando di invogliare, in questo modo, i giovani ad andare a messa, mi sembra, perdoni il gioco di parole, una pia illusione...

D - Molti organi sono abbandonati nelle chiese, più nessuno li suona, strumenti pre-ziosi che meriterebbero di essere restaura-ti e suonati, ma poi nella realtà non è cosi perché nessuno o quasi si presta a suonare l’organo nella liturgia. Riguardo a questa triste realtà lei cosa sente di poter dire? A chi la responsabilità di tutto questo?R - Mi riallaccio a quanto detto in preceden-

za. Gli organi storici sono abbandonati perché si è persa, col tempo, a seguito di un progressivo degrado culturale, la consapevolezza del loro valore liturgico ed artistico; consapevolezza che non mancava, evidentemente, a coloro i quali, centinai di anni fa, a prezzo di grandi fatiche e sacrifici, hanno acquistato quegli organi. Che proprio nessuno si presti a suonarli non credo sia del tutto esatto. Càpita anche che gli orga-nisti ci siano, solo che non vengono presi in considerazione. Io so per certo che alcuni col-leghi hanno creato, una decina d’anni fa circa, un’associazione volta ad ottenere un riconosci-mento ufficiale, da parte della Chiesa, del ruolo istituzionale dell’organista liturgico, nell’ottica di far fronte ai problemi emersi nel corso di que-sta discussione; purtroppo non sono riusciti, al momento, nel loro intento, e l’iniziativa dopo alcuni anni di tentativi di dialogo, si è arenata. Credo che un segnale importante e decisivo debba venire dalla Chiesa: finché, in determi-nati ambienti, non si prenderà coscienza di tutti gli aspetti e di tutte le implicazioni (liturgiche, artistiche e culturali) che riguardano la musica sacra, la situazione resterà sospesa, ed affidata all’iniziativa del singolo: il problema è che non sempre il singolo è un organista diplomato in conservatorio...

D - Un suo parere riguardo all’organo della Cattedrale di Adria dove lei ha eseguito il suo concerto.R - Si tratta di uno strumento notevole che

consente l’esecuzione di un repertorio molto ampio, ricco di sonorità e di potenzialità timbri-che espressive.

Non posso che dare un parere positivo. Sono stato molto soddisfatto.

S.R.

Concerto d’organo a Santa Maria in Punta

In memoria di Gaetano CallidoNell’anno dedicato al grande organaro veneziano

Domenica 20 ottobre 2013 alle ore 21.00, concerto d’Or-gano nella chiesa di Santa Maria del Traghetto in Santa Maria in Punta, nel Comune di Ariano Polesine. L’inizia-tiva, denominata: “Antichi Organi del Polesine”, intende celebrare la memoria del ce-lebre organaro Gaetano Cal-lido, (1727 – 1813), ed è inse-rita nella rassegna Regionale “Cantantibus Organi”, giunta alla XI edizione. La manife-stazione è promossa da “Aso-lo Musica – Veneto Musica”, è realizzata grazie al sostegno economico della Regione Ve-neto, del Ministero dei beni e delle attività culturali ed in collaborazione con Provincia di Rovigo e dei Comuni di Adria, Ariano Polesine, Co-sta di Rovigo, Giacciano con Baruchella, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo, S. Bellino e Villanova Marchesana.

Il Concerto sarà interpre-tato dal maestro Giovanni Feltrin (nella foto), diploma di Organo e Musica Liturgica Prepolifonica, e in Pianofor-te sotto la guida dei maestri: Giuseppe De Donà, Pellegrino Ernetti e Micaela Mingardo.

Ha frequentato corsi di perfezionamento in Italia e all’estero con T. Koopman, M. Radulescu, L. F. Tagliavini, J. Langlais, B. Leighton, A. Sac-chetti e G. Bovet, e ha quindi

proseguito gli studi organi-stici con Daniel Roth a Parigi. Vincitore di quattro Concorsi organistici Nazionali, ha con-seguito il Secondo Premio as-soluto al 5° Concorso Interna-zionale di Manchester.

Svolge intensa attività concertistica partecipando a prestigiosi Festivals in molti Paesi europei, sia come soli-sta che collaborando all’orga-no e al cembalo con diverse formazioni cameristiche ed orchestrali. Ha eseguito come solista opere per organo e or-chestra di Haendel, Bach, Vi-valdi, Brixi, Mozart, Salieri, Saint-Saëns, Guilmant, Rhein-berger, Hindemith, Poulenc ed Heiller.

È docente presso il Con-servatorio di Rovigo, ed inse-gnante di Organo ai Corsi di Laurea di 1° e 2° livello; dal 1990 è organista titolare della Cattedrale di Treviso. Al suo attivo anche una vastissima produzione discografica.

L’Organo situato nella chiesa di Santa Maria del Traghetto in Santa Maria in Punta, è opera dell’organaro Francesco Dacci, anno 1784, si tratta di uno strumento che in origine era collocato nella Basilica Abbaziale di Nostra Signora del Pilastrello in Len-dinara, trasferito nell’attuale sede all’inizio del Novecento.

Restaurato dalla ditta Sal-vato. S.R.

Page 14: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

14 la Settimana domenica 20 ottobre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

La Vergine AparecidaPatrona del Brasile

Sabato 12 ot-tobre abbiamo fe-steggiato, ancora una volta, il titolo mariano più co-nosciuto e amato in questo paese: la Madonna Apareci-da. Quando si par-la della devozione mariana nell’Ame-rica Latina, quasi sempre si pensa alla Madonna di Gua-dalupe. Questo santuario, con i suoi 14 milioni di pellegrini, è infatti il più visitato in tutto il mondo. Ma poco si parla in Italia del grande santuario brasiliano della Vergine Aparecida – la Vergine Apparsa – che con i quasi dieci milioni di visitatori annuali è il secondo delle Americhe e uno dei più visitati al mondo. Adagiato nell’imponente pa-norama della valle del fiume Paraiba, che si estende ai piedi delle grandiose catene montuose che dal litorale si inoltrano nell’immenso territo-rio brasiliano, il Santuario di Aparecida, grazie alle sue dimensioni (può ospitare 45.000 fedeli), è visibile da una lunga distanza quando si viaggia sull’autostrada che da São Paulo porta a Rio de Janeiro. Nonostante queste grandi dimensioni, il santuario nel suo interno è disposto in modo tale che da ogni angolo sia ben visibile la statuetta di 30 cm di altezza in terracotta oscura, che costituisce l’oggetto di devozione delle moltitudini che vi affluiscono.

Da quasi tre secoli, precisamente dall’alba del 17 ottobre 1717, quando fu ripescata in modo prodigioso nelle acque del fiume, que-sta immagine è al centro delle gioie, delle sofferenze, delle suppliche e dei ringraziamenti di larga parte del popolo brasiliano. Il prodi-gioso fatto della sua “apparizione” accadde dopo tutta una nottata di pesca infruttuosa da parte dei pescatori del fiume. Solo tre di loro, fra i quali un certo João Alves, decidono di insistere nel lanciare le loro reti nel generoso Paraiba che finora non aveva mai negato loro il necessario per sussistere. Finché Alves, in un suo ulteriore e osti-nato tentativo, sente che qualcosa è rimasto impigliato nella rete. É una statuetta decapitata della Madonna dell’Immacolata Concezio-ne di terracotta scura. Butta ancora la rete e questa volta ne viene fuori la testina. Poi Alves convince gli altri due pescatori a lanciare anche loro le reti, avverandosi così una seconda “pesca miracolosa”, con grande abbondanza di grossi pesci di buona qualità. Incollata la testa al corpo, la statua rimase per dieci anni nella casa di Alves, oggetto di venerazione di tutta la famiglia che pregava davanti a Lei il rosario ogni giorno. I figli di Alves, ricevuta la statuetta in eredità, decisero di esporla alla venerazione della gente in una nicchia di legno all’interno di una cappellina e subito incominciò una lunga serie di miracoli che continua fino ai giorni nostri.

Ma fu soltanto nel 1888 che una grande chiesa venne costruita: la cosiddetta “vecchia basilica”, in uno stile architettonico che anco-ra riecheggia quello molto bello portato in Brasile dai colonizzatori portoghesi, e che ha suoi esemplari più splendidi nei templi di São Salvador da Bahia e di Minas Gerais. Nel 1967 fu conclusa, in un vago stile neoromanico, la enorme “basilica nuova” di cui abbiamo parlato prima. Essa non è bella né graziosa nel suo gigantismo, ma il suo grande valore sta nel fatto che, ospitando oggi la sacra imma-gine, è divenuta la capitale mariana del Brasile, il cuore palpitante di questo grande movimento devozionale intorno ad Aparecida. La basilica è retta dai padri redentoristi e il suo territorio costituisce una diocesi che spesso ha avuto come pastore un cardinale.

Forse il miracolo della Madonna Aparecida più rinomato è quel-lo che vide per protagonista uno schiavo nero di nome Zaccaria. Costui viveva in una piantagione di caffè quando scappò in cerca di libertà. Preso da un capitano di schiavi in un bosco vicino San Paolo, passando dinanzi alla cappellina della Madonna Aparecida, Zaccaria implorò la Sua protezione. Immediatamente si sciolse-ro le catene e davanti a un tale fatto, il capitano lo lasciò andare. Forse anche per via di questo evento, era molto devota della Ma-donna Aparecida la principessa Isabella (figlia dell’ultimo impera-tore, Pedro II di Braganza), chiamata “La Redentrice”, perché a lei è dovuta la legge di liberazione della schiavitù nel periodo in cui tenne la reggenza del Paese. Isabella regalò alla Madonna Apare-cida la preziosa corona di oro e diamanti estratti dalle viscere del Brasile. Con tale gioiello la Madonna venne ufficialmente incorona-ta nel 1904 sotto il pontificato di San Pio X. Il 16 luglio 1930, Pio XI la dichiarò Patrona del Brasile in un decreto firmato dal Cardinale Eugenio Pacelli, Segretario di Stato e futuro Pio XII. l 75° anniver-sario di questo evento è stato recentemente commemorato con una lettera del Cardinale Sodano, all’epoca Segretario di Stato, a nome di Benedet-to XVI, nella quale si celebra la “stra-ordinaria ripercussione della provvi-denziale decisione, in vista dell’attuale estensione di tale devozione nella Terra della Santa Croce” (così è noto il Brasile dal tempo della sua scoperta).

Il Santo Padre si augura inoltre “che la Regina e Patrona del Brasile sia sempre più riconosciuta e lodata come Madre di Dio Nostro Signore e Madre nostra, affinché la sua potente intercessione serva da guida sicura che ci porti tutti a Gesù Cristo, nostro Salvatore”.

Don Gabriele

Rovigo - Concattedrale

Veglia missionaria diocesanaTestimonianze di Vangelo vissuto

20 ottobre: XXIX domenica del tempo or-dinario (Es 17,8-13; Sal 120; 2 Tm 3,14-4,2;

Lc 18,1-8)

“Tutto parte dall’Amore e tende all’Amore. L’amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l’annuncia del Vangelo” (Be-nedetto XVI). La carità deve essere il centro della missione. La fede vive nella carità, quando condividiamo l’amore ricevuto da Cristo con il mondo intero, specie con quan-ti ancora non lo conoscono.

Preghiera dei fedeli“Sulle strade del mondo”. La fede in

Cristo ci chiama “ad uscire”: a metterci in cammino con le genti, per annunciare e con-dividere insieme la Buona Notizia. Chie-diamo al Signore di crescere come fratelli e sorelle e, in ogni circostanza, di rendere testimonianza al suo Vangelo.

p Per il Papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché siano sempre fedeli inter-preti e annunciatori della Parola di Dio, guide sicure nella trasmissione della fede, preghiamo.

p Perché con la celebrazione dell’87a Giornata Missionaria Mondiale, il Signore conceda alle nostre Chiese locali di cresce-re nella collaborazione e nel reciproco so-stegno alle giovani Chiese, nell’unità della stessa fede, preghiamo. Per tutti noi, perché sull’esempio di Gesù, nel suo Amore trovia-mo il coraggio di renderci vicini e solidali con l’umanità intera, specie di quanti, affa-mati di giustizia, soffrono l’emarginazione e la discriminazione, preghiamo.

p Per tutti gli operatori missionari uccisi per annunciare il Vangelo e tutti i fratelli de-funti che hanno portato nel cuore le esigen-ze della Missione, preghiamo.

Ti ringraziamo, Padre, del grande dono della fede. Facci sentire l’urgenza di condi-viderlo con chi ancora non ti conosce, anche attraverso il sostegno spirituale e materiale ai missionari in ogni luogo della terra. Per Cristo, nostro Signore.

“Una preghiera che non porta all’azione con-creta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, è una preghiera sterile e incompleta. Ma, allo stesso modo, quando nel servizio ecclesiale si è attenti solo al fare, si dà più peso alle cose, alle funzioni, alle strutture, e ci si dimentica del-la centralità di Cristo, non si riserva tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, si rischia di servire se stessi e non Dio presente nel fratello bisognoso. E’ dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri”. (Papa Francesco 21 luglio 2013)

Ottobre Missionario – IV settimana (20 - 27 ottobre)

Giornata Missionaria Mondiale: Carità“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35)

“Sulle strade del mondo”, è questo l’invito che la Chiesa rivolge a tutti i cristiani in oc-casione della Giornata Missio-naria Mondiale che si celebra in questa domenica 20 ottobre 2013. La Chiesa che è in Adria -Rovigo si è preparata a vive-re questo importante appun-tamento attraverso la Veglia Missionaria Diocesana che ha avuto luogo presso il Duomo Concattedrale di Rovigo saba-to 12 ottobre 2013.

L’incontro è stato proposto dalla Diocesi di Adria-Rovigo, Centro Missionario diocesano. A presiedere l’incontro il Ve-scovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi, mentre a guidare i vari mo-menti della Veglia don Silvio Baccaro direttore dell’Ufficio Missionario diocesano.

La comunità cristiana ha vissuto una Veglia di preghie-ra ricca di testimonianze e di momenti di riflessione, che si è conclu-sa con “la notte bianca di preghie-ra”, l’ado-r a z i o n e prolunga-ta fino alle ore 24.00, presso il C e n t r o Mar iano di Rovigo, in unione con Papa Francesco.

Dopo il momento dell’ac-coglienza e la preghiera del Vescovo sono state proposte le testimonianze, Don Giuseppe Mazzocco, già sacerdote Fi-dei donum presso la missione diocesana di Caetitè ha parlato della collaborazione missiona-ria come di un dono grande di esperienze e di crescita che ha

arricchito la Chiesa di Adria-Rovigo, os-servando che sem-pre la missione è da vivere come una sfida.

Molto bella la testimonianza don Fabio Finotello, re-sponsabile del ser-vizio diocesano di Pastorale Giovanile e di alcuni ragazzi

reduci dalla GMG in Brasile, una esperienza forte di amici-zia, di preghiera e di incontro e condivisione con tanti giovani del mondo, una esperienza di vita che ora sta concretizzando-si incontrando e coinvolgendo altri giovani nelle diverse realtà della Diocesi e come Pastorale Giovanile.

Padre Claudio Altieri, (nella

foto piccola) Missionario Com-boniano di Rovigo, che è stato per molti anni in Etiopia, ha raccontato la sua esperienza

di sacerdote tra le popolazioni che vivono in una terra povera materialmente ma ricca di va-lori di fede e di amore.

Sulla stessa linea anche Imelda, della Famiglia Mis-sionarie della Redenzione che opera nel Burundi. Ha parlato della fede della gente e dei cri-stiani di quel paese che nono-stante la povertà sente di dover camminare sulla strade della vita seguendo il Vangelo di Gesù Risorto.

Da ultimo è intervenuta la nipote di padre Luigi Toffanin, originario della comunità di Pincara scomparso recente-mente, osservando che padre Luigi ha speso tutta la sua vita per annunciare il Vangelo nelle lontane terre delle Filippine e poi dell’India.

Il Vescovo Lucio ha conclu-so richiamando l’attenzione sul programma pastorale diocesa-no “Popolo in missione”, per osservare che ogni battezzato deve sentirsi corresponsabile affinchè il Vangelo sia annun-ciato a tutti gli uomini in ogni parte del mondo.

Durante la vegli sono stati raccolti euro 980 che andranno a favore delle POIM.

Settimio Rigolin

Ottobre 2003 - 2013Madre Teresa è stata beatificata 10 anni fa

NigeriaMissionaria italiana uccisa

da rapinatoriBene per gli ultimi che non muore

Afra Martinelli, 78 anni, missionaria laica originaria di Cili-verghe (Brescia), da 32 anni impegnata in Nigeria è stata massa-crata a colpi di machete ed è morta dopo giorni di agonia.

Pontificie Opere Missionarie

Insieme si può“Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel

suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” (“ Cor, 7)

Chi siamoSiamo l’organismo ufficiale della Chiesa cattolica per aiutare i

missionari e le Chiese del Sud del mondo nell’annuncio del Van-gelo e nella testimonianza di carità. Approvate e fatte proprie dalla Santa Sede nel 1922, siamo presenti in 132 Paesi. In Italia operiamo nell’ambito della Fondazione Miss/o, organismo pastorale della Conferenza Episcopale italiana.

Come operiamoFin dall’inizio le Pontificie Opere Missionarie hanno cercato di

coinvolgere tutti, ragazzi, giovani, adulti, sacerdoti, religiosi, suore e laici, nella costruzione di una umanità più fraterna valorizzando an-che il più piccolo gesto di condivisione. Ciò si realizza attraverso un fondo universale di solidarietà costituito dalle offerte dei fedeli di tutto il mondo, grazie al quale ogni anno provvediamo alle necessi-tà delle Chiese più bisognose evitando favoritismi o particolarismi.

Cosa realizziamo con il tuo aiuto• finanziamo gli studi e la formazione di seminaristi, novizi, no-

vizie e catechisti• costruiamo e manteniamo luoghi di culto, seminari, monasteri

e strutture parrocchiali per le attività pastorali• promuoviamo l’assistenza sanitaria, l’educazione scolastica e

la formazione cristiana di bambini e ragazzi• sosteniamo i mass‑media cattolici locali (Tv, Radio, Stampa...)• forniamo mezzi di trasporto ai missionari (vetture, moto, bi-

ciclette, barche)Nel 2012 sono stati finanziati progetti per $ 160.606.753 di cui $

16.476.102 donati dalle diocesi italiane.Missio – Pontificie opere missionarie

Via Aurelia, 796 – 00165 Roma – [email protected] - www.missioitalia.it

Page 15: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

domenica 20 ottobre 2013 la Settimana

15radio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Ponte Radio - Ospite l’assessore della Provincia di Rovigo, Marinella Mantovani

Un mese per gli anziani e per la prevenzione dei tumoriTante iniziative per la cura dell’Alzheimer e screaning gratuiti per le donne

Il mese di ottobre vede l’Assessorato ai Servizi Sociali e volontariato della Provincia di Rovigo impe-gnato su due fronti: quello degli anziani e quello della prevenzione del tumore al seno. Per parlare delle inizia-tive messe in campo dall’En-te Provinciale in questo mese abbiamo avuto come ospite nei nostri studi, l’assessore Marinella Mantovani. Per quanto concerne l’ottobre mese dell’anziano «sappia-mo che gli anziani sono una grande risorsa e da questa consapevolezza è partita la necessità da parte della Provincia di investire sugli anziani dal punto di vista culturale e quindi abbiamo pensato di promuovere per tutto il mese di ottobre su tutto il territorio polesano, iniziative dedicate agli an-ziani».

Nel 2009 è stato siglato un protocollo apposito da parte dei comuni perché ri-conoscessero l’anziano come risorsa e perché applicassero all’interno della propria co-munità una serie di politiche a favore degli anziani. Siamo poi partiti con questo conte-nitore di iniziative che è stato reso possibile grazie alla rete, alle collaborazioni che come provincia abbiamo messo assieme, perché è vero che come provincia non abbiamo competenze dirette nell’ero-

gare servizi ma abbiamo un ruolo di coordinamento. Abbiamo messo assieme le aziende sanitarie, le associa-zioni di volontariato che si occupano di anziani, i sinda-cati dei pensionati, cioè tutti quei soggetti che gravitano attorno al pianeta anziani». Il mese dell’anziano è ini-ziato con il viaggio a Roma a Palazzo Montecitorio e all’Udienza generale di Papa Francesco nei giorni 1 e 2 ottobre: «le iniziative si svi-luppano su due filoni da una parte stiamo promuovendo l’invecchiamento attivo e sano, attraverso attività che possano portare le persone anziane a non rinchiudersi in casa ma ad essere attivi e partecipi nella propria comu-nità, mantenendo anche un sano stile di vita. Dall’altro lato abbiamo sviluppato una serie di riflessioni e di infor-mazioni per quanto riguarda la fragilità della persona an-ziana, perché abbiamo tan-tissime persone ammalate e bisognose di assistenza».

Durante il mese le ini-ziative sono circa quaranta: «quest’anno abbiamo dato molto spazio alla malattia dell’Alzheimer e al disagio che si trovano a vivere molte famiglie e quindi da una par-te la formazione per chi ope-ra a livello professionale ma anche per le famiglie proprio per dare un aiuto a chi aiu-

ta». Un’altra problematica che verrà trattata in questo mese è il gioco d’azzardo: «la dipendenza dal gioco ha due categorie principali come vit-time: i giovani e gli anziani, in particolare le donne pen-sionate. Per questo abbia-mo cercato di aiutare queste persone andando all’interno di associazioni degli anziani come Auser e Anteas, con personale dei Sert e delle Acat per avvisare e per aiu-tare le persone anziane che hanno un problema di que-sto tipo». Tra gli appunta-menti in calendario, il recital “Io madre di mia madre” con Daniela Poggi, in sala Europa a Porto Tolle domenica 27 ot-tobre alle 20.45. Il mese di ot-tobre poi vede anche al cen-tro dell’attenzione le donne.

Ottobre viene definito infatti “Mese rosa, mese internazio-nale della prevenzione del tumore al seno. Anche in questo caso c’è un calendario intenso di iniziative: «Anche questa è una iniziativa par-tita alcuni anni fa in tutto il mondo. Come provincia as-sieme ad Andos e Lilt abbia-mo messo assieme un calen-dario di incontri sul territo-rio provinciale per promuo-vere la prevenzione, perché la diagnosi precoce è l’arma più efficace per combatte-re il tumore alla mammella. Quindi come assessore, ma soprattutto come donna mi sono schierata a fianco delle due associazioni e alle due aziende sanitarie dell’Ulss 18 e 19 che stanno combattendo questa battaglia». In provin-

cia, nella sala consigliare si è già tenuta l’inaugurazione del mese rosa e poi in tutti i comuni del Polesine sarà ac-cesa davanti al municipio o a qualche luogo simbolico, una luce di colore rosa proprio per richiamare questo mese della prevenzione.

In tutti i comuni saranno organizzati degli incontri, grazie a molti medici che si sono messi a disposizione gratuitamente e poi in quat-tro Comuni della provincia ci saranno delle visite seno-logiche gratuite. In particola-re a Rovigo, presso “Rovigo Medica”, ogni sabato matti-na dalle 9 alle 13; presso la Casa di cura di Santa Maria Maddalena ogni giovedì di ottobre dalle 15.20 alle 17.40, previa prenotazione al nume-ro 0425/768411; a Porto Viro alla Casa di Cura Madonna della Salute, sabato 26 otto-bre dalle 8 alle 13 prenotando al numero 0425/701101 e in-fine a Rosolina presso la sede dell’Andos ogni sabato di ot-tobre dalle 9.30 alle 14.00.

Roberto Giannese

Al centro, Marinella

Mantovani a Radio Kolbe.

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “Maria Maestra di Speranza” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apo-stolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.40 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.15 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni.

MARTEDI 10.00 “Polesine Coast to

coast” 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 18.20 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Maria Bolognesi; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Insieme per prega-

re” a cura di Anna Cecchetto; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi”; 18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 21.15 “Polesine Coast to coast”;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana”

a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine;

11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Polesine coast to coast” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo;

21.30 “ArabRovigo” ru-brica interculturale a cura dell’associazione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “Maria Maestra

di Speranza”” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’As-sociazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film”; 22.30 “Polesine Coast to coast”

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”; 11.30 “Con gli ultimi”; 17.05 “Insieme per pregare”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, ri-flessioni e commenti per la do-menica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 16.30 “Buona Domenica”; 17.40 “Per un pugno di film”; 22.00 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Studi Maria Bolognesi.

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’

9.30 e 20.45 “Dall’alba al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato;

8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa” con Roberto Giannese;

19.00 Santa Messa in di-retta dal Duomo di Rovigo;

12.15 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa.

22.00 Preghiera della sera.

Ponte Radio è in onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Elena e Christian hanno detto sì!

Librando - ospite Stefano Filippi

La vera storia del Papa

Quando?

La nostra Radio fa festa con il Gruppo 98anno0 per il matri-monio di Christian Rosa ed Elena Garavello.

Sabato scorso, 12 ottobre i due giovani hanno pronunciato il loro sì davanti all’al-tare nel Duomo di Rovigo. A celebrare il matrimonio, don Carlo Santato assieme agli amici, don Alessandro Cavallarin, don Silvio Baccaro e don Antonio Rossi. La liturgia è stata anima-ta proprio dai ragazzi del

Gruppo. Sicuramente un esempio da seguire per tanti giovani di oggi.

A Christian ed Elena ri-

volgiamo i migliori auguri di tanta felicità da parte del-la redazione de La Settimana e di Radio Kolbe.

Polesine coast to coast

Federico, esempio per i giovaniQuesta settimana i conduttori

di Polesine Coast to coast ospitano e intervistano Federico Grandesso. Per la nostra radio si tratta di un feli-ce ritorno, visto che Federico era già venuto a trovarci per presentare ai radioascoltatori il suo libro “A ruo-ta libera”, scritto per Alberto Brigo Editore. Il sottotitolo “con il cancro alle spalle”, già ci fa capire che la sua non è semplice corsa in bicicletta, ma è la scalata alla riconquista della vita.

“La vera storia di Papa Francesco” è il libro che ci presenta questa settimana la rubrica “Librando” con-dotta da Dante Cerati. Il libro, scritto dal giornalista Stefano Filippi per Barbera editore, parte dalle origini e ripercorre la vita di Papa Bergoglio attraverso i ricordi e le sensazioni che sono rimasti nella gente. «Il deside-rio di raccontare la storia di Papa Bergoglio – ha detto Filippi – mi è nato anzitutto per approfondi-mento professionale, perché io non seguo il Vaticano re-golarmente, non sono un esperto. Da inviato stavo seguendo i giorni successivi al Conclave e la figura del Papa mi aveva incuriosito tantissimo e c’erano tante domande che mi ponevo vedendo i primi gesti del Papa. Tutti ricorderanno le prime cose: il Papa non can-tava, non parlava le lingue, aveva deciso di non abitare nei palazzi del Vaticano, di non indossare vesti liturgi-che particolari. Quindi ho iniziato la mia ricerca. Molte cose sono state scritte du-rante i primi giorni di pon-tificato di Papa Francesco. Tante le cose che mi hanno colpito: Per esempio il l fat-to che lui non ha un curri-

culum “da Papa” nel senso che molti Cardinali, molti Vescovi hanno frequentato le Università Pontificie, in-vece lui ha seguito il classico percorso da Gesuita. Quindi

dimostra che non occorrono studi speciali per di-ventare Papa. E poi un’altra cosa che mi ha col-pito è il lavoro assolutamente silenzioso che lui ha compiuto a Buenos Aires per difendere alcuni suoi confratelli che erano stati ingiustamente

accusati dal regime dei mili-tari che negli anni ’70 aveva preso il potere in Argentina.

Bergoglio era stato molto criticato in Patria ma aveva mantenuto un riserbo su quello che aveva compiuto. Bergoglio ha dato un se-gnale di rinnovamento già dal nome,- afferma Stefano Filippi - era da più di mille anni che un Papa non sce-glieva un nome nuovo e già questo è un segnale di rin-novamento.

Quando?

Quando?

Ogni martedì alle 10.00, il mer-coledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

In onda ogni lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40

Page 16: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

16 la Settimana domenica 20 ottobre 2013rubricheOrari Sante MesseAdria

Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feria-li: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Pre-festiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

Rovigo

Duomo Concattedrale: Festive: 7,00- 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00Maria SS.ma Madre di Dio (del-

le Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30 Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Francesco e la Vergine MariaSan Da-

miano, San Pietro e Santa Ma-ria della Porziunco-la sono le prime tre chiese dove Francesco ha eserci-tato l’ap-prendistato di murato-re trasfor-mando le sue mani delicate di fine mer-cante a mani callo-se e segnate da ferite e terra. Mentre a San Damiano rice-vette l’incarico del Crocifisso che Francesco prese alla lettera (“ripara la mia casa”) , San Pietro è desunto da critici perché non viene nemmeno nominato dal biografo Tommaso da celano, mentre per Santa Maria c’è una nota particolare per giustificare l’insediamento e l’attività del giovane Francesco al “terzo anno della sua conversione”. Era la Porziuncola un’antica chiesa in onore della Vergine Madre di Dio, ormai abbandonata e negletta”. “Vedendola in quel misero stato, scrive il Celano, mosso a compassione, anche perché aveva una grande devozione per la Madre di ogni bontà, il Santo stabilì la sua dimora e terminò di ripararla”(FF.355). Divente-rà il luogo più amato, il centro dell’incontro e della fraternità di tutti i suoi frati. Qui Maria sarà eletta avvocata dell’ordine francescano: “supplicava insistentemente, scrive San Bona-ventura, Colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della misericordia ottenne con i suoi meriti che lui stesso conce-pisse e partorisse lo spirito di verità evangelica” (FF.1051). Al tempo di Francesco il culto e la devozione alla vergine aveva raggiunto una grande espansione e aveva anche influito sul-la la poesia religiosa dei trovatori, dalla quale il Santo evo-cherà alcune delle sue espressioni di lode alla Madre di Dio. Infatti dopo la sua conversione “intonava lode al Signore e alla gloriosa Vergine Madre sua” ((FF.360). Tra queste lodi ne sono state conservate due di profondo contenuto teologi-co: il Saluto alla vergine e l’antifona che Francesco recitava alla fine di ogni ora dell’Ufficio della Passione. In ambedue

si nota il rapporto speciale di Maria con le tre persone della trinità, tipo e modello di quello che Dio vuole stabilire con ognuno dei credenti. La Santa vergine, infatti, è proclamata: eletta dal santissimo Padre celeste del cielo e da lui, con san-tissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito, consa-crata. Dalla contemplazione del dialogo dell’Arcangelo Ga-briele con Maria nell’Annunciazione, Francesco fa scaturire dalla sua anima poetica e contemplativa altri titoli: Figlia e ancella dell’altissimo sommo re il Padre celeste; Madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo; Sposa dello Spirito santo. Sembra che Francesco sia stato il primo tra gli scrittori a dare alla Vergine Maria il titolo di Sposa dello Spirito Santo, oggi normale nella teologia mariana. Ma il ruolo e la missio-ne di Maria, secondo Francesco, può realizzarsi in qualun-que cristiano docile allo Spirito santo. Santa Chiara e le so-relle povere sono le prime a vivere questa possibilità. Scrive infatti nella Forma di Vita: “Per divina ispirazione vi siete fatte figlie e ancelle dell’altissimo sommo re il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito santo” (FF.139). E nella prima Lettera ai fedeli Francesco spiega anche a coloro ch4e fanno penitenza la relazione con la trinità: “...Siamo Sposi quando l’anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù cristo per vir-tù dello Spirito santo; ...siamo suoi Fratelli quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli; siamo Madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divi-no amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo at-traverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio”. Francesco paragona i cristiani a Maria richiaman-do le parole di Gesù: “...chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50). La vocazione di Maria è la vocazione originaria di ogni uomo: Dio nasce in ogni uomo che è aperto, che ascolta ed accetta la parola di Dio con Maria. Il nostro grande destino è diven-tare Madre del Signore: dare corpo al Figlio di Dio, fino alla statura piena (Ef 4,13). La nostra vocazione è missione come Maria e, come Maria, è diventare Chiesa. E la chiamata del Crocifisso: “Francesco, va e ripara la mia Casa!” è anche la chiamata per noi francescani oggi. Ce lo raccomanda la no-stra Regola che all’art. 9 ci invita a imitare la Vergine Maria, umile serva del Signore, disponibile alla sua parola e a tutti i suoi appelli. Francesco poi, la circondava di indicibile amore e fu designata Protettrice e Avvocata della sua famiglia. An-che a noi spetta di testimoniare il nostro ardente amore alla Madre Santissima, imitandone sì la disponibilità a Dio ma anche rivolgendo a Lei preghiere di fiducia nel totale abban-dono di Figli. Francesco stesso manifesta la sua venerazio-ne per la Madonna soprattutto nella preghiera. Egli, infatti, dice: “Umilmente preghiamo la gloriosa e beatissima Madre sempre Vergine Maria, affinché renda grazie a te, sommo e vero Dio”. (FF.67).

Francesca Magon

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30

C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-TrecentailGiovedìdalleore15alle17

C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•CASTELMASSA -2°Mercoledìdiognimesedalleore15alle17

CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–•BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

In una situazione socio-economica non entusiasmante e con prospettive altrettanto, apparirebbe fuori luogo qualche dato ottimistico. Ma così non è a scorrere quanto pubblicato recen-temente da ISMEA e SINAB (Servizi per il mercato Agroalimentare e Svi-luppo del Biologico) in occasione del SANA di Bologna.

Da 25 anni la città felsinea ospita la fiera mondiale dell’agricoltura bio-logica, termine con il quale s’intende un modo di produrre in parte affran-cato dall’apporto di energia esterna all’azienda di determinati mezzi tec-nici (esempio prodotti chimici di sin-tesi) mentre altri, intesi come “naturali” sono ammessi. E’ la risposta dei rurali a una nuova cultura incentrata su una ri-visitazione in senso più naturalistico nei modi e metodi di coltivare la terra e alle-vare gli animali, reclamata da una società fatta di consumatori ormai satolli di cibo in sorte e quantità grazie all’agricoltura normale..

Occorre subito precisare per correttez-za l’inadeguatezza dell’aggettivo “biolo-gico” che supporta il sostantivo “agricol-

tura”. Il settore primario è tutto biologico nel senso che si esplicita per la quasi tota-lità con il fenomeno fotosintetico e nella trasformazione della produzione deriva-ta. Nel tentativo di precisare un diverso modo di produrre con i metodi prima richiamati, la vulgata popolare si è come impossessata di quest’aggettivo di fatto espropriandolo d’imperio dall’agricoltu-ra tradizionale, come per dare una pattina di eccellenza al nuovo metodo. La tradi-zionale ha dovuto reinventarsi una nuo-

va qualifica trovandola nell’aggettivo “convenzionale”. Se è vero che nulla nasce per caso, l’ambito del biologico è nato e si è sviluppato sotto la spin-ta di una nuova corrente di pensiero intesa vagamente come salutistica che ha coinvolto i primi strati della società a partire da quelle più ricche. Il biolo-gico ha determinato un diverso modo di fare agricoltura che ha coinvolto tutti gli attori, dal campo, alla trasfor-mazione e alla distribuzione. Può sof-frirne la quantità ma recupera la quali-tà e questo giustifica il prezzo.

Il Belpaese ha colto subito que-sta opportunità ed è al primo posto

in Europa per superficie dedicata, il 9 % della SAU, cioè circa 1.167.000 ettari su 12.855.000, dove il biologico è coltivato in 50.000 aziende. La domanda tira con tre miliardi di fatturato fra consumo ed esportazione contribuendo a spingere il primario nel difficile momento economi-co in cui ci si trova.

Sembra un paradosso ma, evidente-mente, il biologico ha le carte in regola.

Alla prossima. Orazio Cappellari

In campagna

Il biologico in controtendenza

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Farmacie di turnoFarmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo

nella settimana dal 20 al 26 ottobre 2013

Domenica 20 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comu-nale n. 4 Boara Polesine.Lunedì 21 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Martedì 22 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Mercoledì 23 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Cur-zio, Sarzano.Giovedì 24 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine.Venerdì 25 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Sabato 26 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; pome-riggio: Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apol-linare.

Pontecchio PolesineParrocchia ‘S. Andrea, apostolo’Circolo “Fabio Galli”

VIII Concorso di PoesiaIn occasione della festa di s. Andrea, apostolo, patrono di

Pontecchio Polesine (30 novembre), il Circolo parrocchiale ‘Fa-bio Galli’, in collaborazione con le Associazioni locali, indice l’VIII concorso di poesia.

Offriamo anche quest’anno l’occasione affinché ciascuno possa manifestare, attraverso la delicatezza della poesia, emo-zioni, stati d’animo, ricordi…, confidando di poter apprezza-re composizioni interessanti, come avvenuto nelle precedenti edizioni.

* * *Il concorso è suddiviso in 2 parti: p a) ragazzi da 6 a 14 anni; p b) adulti.

* * *Ciascuna parte è suddivisa in 3 sezioni: p 1. tema libero; p 2. (alla riscoperta di) gusti e sapori; p 3. sfumature di tenerezza

* * *Ogni concorrente può partecipare con 1 poesia, sulla quale

indicherà: parte, sezione per cui concorre e dati anagrafici (che saranno usati solo per il concorso).

Le composizioni dovranno pervenire presso la Canonica di Pontecchio (Piazza Fraccon, 135 - Cap 45030) entro le ore 21 di domenica 17 novembre 2013.

Una commissione valuterà gli elaborati, attribuendo premi per ognuna delle 3 sezioni.

La premiazione avverrà nella serata di sabato 30 novembre 2013, alle ore 21, presso la chiesa parrocchiale di Pontecchio, nell’intervallo di un concerto vocale (a cui tutti sono invitati a partecipare).

Il Consiglio Direttivo del CircoloPontecchio Polesine, 2 ottobre 2013

Page 17: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

17la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 cultura

Mostra al Roverella: “I mai visti” - Dal 19 ottobre al 12 gennaio

Completata la Veduta di Veneziadi Giovanni Biasin

Fu esposta a Rovigo nella Mostra provinciale del 1877Riapre la Pinacoteca

con un nuovo e più ricco allestimento con opere dal ‘400 al ‘900 della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi e del Seminario vescovile. Ci auguriamo che le opere del Seminario siano più di dodici (in certi periodi solamente due!), altrimenti sarà il caso di cambiare nome alla pi-nacoteca e, per la Curia, di portarsele a casa e di esporle nei propri spazi. Un’occasione per ammi-rare dipinti antichi venuti alla luce dai depositi, ma anche quadri donati da grandi artisti del ‘900 che in Accademia tennero per-sonali curate da Antonio Romagnolo: Enrico Castellani, originario di Castelmassa, Carla Accardi, Afro, Dorazio, Turcato, Santomaso, Perilli, Scialoja, Bruno Munari, Biasi. Rivedremo la spettacolare tem-pera su carta di Giovanni Biasin (Venezia 1835-Rovigo 1912), con la Veduta veneziana del bacino di San Marco, a 360 gradi, dopo il secondo restauro, operato da Valentina Piovan. Esposta alla Venaria Reale nella mostra “La bella Italia. Arte e identità delle città capitali” (17 marzo - 11 set-tembre 2011), fra oltre 350 opere dei grandi maestri dall’antichi-tà all’Unità d’Italia, la Veduta tornò al Roverella arrotolata su un grande cilindro di cartone donato dalla restauratrice. Fu Antonio Romagnolo, nei pri-mi anni Settanta, a recarsi in una casa dell’ex ghetto a vede-re una carta con una Venezia ottocentesca, rimasta nell’oblio in un appartamento disabitato dal 1926, anno della morte di Vittorio Biasin.

La carta alta 175 centimetri e lunga più di 22 metri, non da-tata e firmata G. Biasin, era ma-lamente arrotolata, con pieghe, lacerazioni orizzontali, strappi, abrasioni, rugosità, macchie, strati di polvere e diversi pezzi staccati. Dopo averla stesa in

Accademia, Romagnolo si rese conto della singolarità della Veduta che richiamava i diora-mi ottocenteschi e ipotizzò una prima datazione fra il 1866 e il 1895 per la presenza della ban-diera italiana e l’assenza dei pa-diglioni della Biennale.

A donare la tempera all’Ac-cademia fu la contessa Adelaide Papini Cochetti, entrata in pos-sesso dell’appartamento dei Biasin dopo la morte di Attilio, ultimo figlio di Giovanni, vissu-to a Roma presso la Papini. La Papini donava a un privato una copia della Veduta, ora divisa in cinque parti, pure non datata e firmata G. V. Biasin, iniziali di Giovanni e del figlio Vittorio (Venezia 1860-Rovigo 1926). Attilio Cochetti, che porta il nome di Attilio Biasin che chia-mava zio, mi racconta che la ma-dre, gerarca fascista, a Venezia nascose partigiani e forse ebrei. Fui la prima a notare che Vittorio aveva firmato anche la prima Veduta con B.V. e con un BIASIN ingenuo con i puntini sulle “I”, usando lo stesso colore rosso e un pennello grosso, facendo de-sumere che, se l’autore del pro-getto era il padre, Vittorio aveva collaborato come un ragazzo di bottega. Così sono quattro le imbarcazioni con la bandiera di

commercio italiana con la croce sabauda e non una, come scrit-to da tutti. Nel 1999 la tempera fu restaurata da Maria Beatrice Girotto ma alcuni frammen-ti della parte terminale verso Sant’Elena e forse un frammen-to interno non vennero inseriti. La Veduta, con un allestimento realizzato dal laboratorio di sce-nografia del teatro Sociale, fu esposta prima nella sala Oliva (28 gennaio – 23 marzo 2000) poi a Ferrara nel Salone internazio-nale dell’Arte del Restauro, dove fu ammirata da 26mila visitato-ri. Di nuovo arrotolata, ricom-parve al Roverella nel 2008 con un allestimento meno sugge-stivo di quello del 2000. Poi la scoperta in Accademia di fram-menti della Veduta. Romagnolo ricorda di avere consegnato tutto alla Girotto, senza aver trattenuto nulla. Veduta e fram-menti vennero affidati fra il 2010 e il 2011 a Valentina Piovan che mi riferisce: “I frammenti sono stati ritrovati dentro una scatola, tutti accartocciati, ma non so se la restauratrice Girotto ne fosse a conoscenza o se avesse deci-so con la direzione dei lavori di non collocarli visto il loro degra-do. Siamo riusciti a spianare la carta e a ricomporli”. La tem-pera, che termina a bordo netto

verticale, secondo le prime indicazioni di Romagnolo, ora è stata completata ver-so Sant’Elena nella par-te inferiore e in alto con frammenti di cielo, facen-do slittare le dimensioni verso la parte terminale. “Mi auguro – aggiunge la Piovan - che l’opera trovi una sua giusta collocazio-ne stabile per non essere più arrotolata. Spero che da Venaria siano tornati i pannelli per fissare il car-tone con le calamite, se-condo le mie indicazioni.” Giandomenico Romanelli pone la datazione nei pie-ni anni Settanta e rileva l’unicità dell’opera perve-nutaci con questo soggetto,

anche se la veduta panoramica ebbe grande fortuna in Europa nell’Ottocento. Antonello Nave la pone prima del 2 maggio 1887, giorno dell’inaugurazio-ne a Venezia dell’Esposizio-ne nazionale, in cui figura un “Panorama di Venezia” dipinto a tempera da Giovanni Biasin. Personalmente, in base alle mie ricerche d’archivio, riten-go che la Veduta sia stata ese-guita da Giovanni con l’aiuto di Vittorio nel 1876-77 e che sia stata esposta per la prima volta nella Mostra provinciale aperta a Rovigo il 27 settembre 1877, che assunse dimensioni na-zionali: 222 artisti viventi, fra i quali Fattori, Favretto, Previati, Mentessi, Induno, Boscolo. In quell’occasione Giovanni Biasin chiese uno spazio alto tre metri e lungo trentatré, per le proprie carte da decorazione e vedute. I luoghi dell’esposizione furo-no il vecchio Seminario, il vec-chio Vescovado e lo Stradon della Madonna, non il palazzo Montalti, come scritto erronea-mente da Antonello Nave e da altri [Riproduzione riservata].

Graziella Andreotti

Nella foto di Valentina Piovan i frammenti dell’opera del Biasin.

Rovigo

I perseguitati protettidal cardinal Bergoglio

Nello Scavo: autore di “La lista di Bergoglio” in Accademia dei Concordi

I salvati da papa Francesco. Le storie mai raccontate di Nello Scavo. Un’inchiesta con-dotta sul campo, in Argentina, che fa piena luce sul modo di muoversi di Jorge Mario Bergoglio negli anni dei desa-parecidos. Nello Scavo giorna-lista di “Avvenire” nei giorni scorsi, nella sala degli Arazzi dell’Accademia dei Concordi a Rovigo, ha partecipato al ci-clo di incontri i “Lunedì in ac-cademia” con il suo libro “La lista di Bergoglio” raccontan-do alla platea la sua inchiesta sulle vicende dei salvati dalla repressione della dittatura di Videla, in Argentina dall’allora padre Jorge Mario Bergoglio. II potere delle Forze armate in Argentina culminò con il golpe del 24 marzo 1976. I militari fe-cero sparire almeno trentamila persone, quindicimila furono fucilati per strada, si appropria-rono di oltre cinquecento neo-nati partoriti da donne condan-nate a morte. Più di due milioni furono gli esiliati. A far scatta-re l’intuizione dell’inchiesta in Scavo, i sospetti di delazione e di collusione con il sanguinario regime argentino che emersero subito dopo l’elezione del pon-tefice. Oltre ai racconti in prima persona dei perseguitati pro-tetti dal futuro Papa, il saggio contiene racconti e documenti inediti, tra cui la trascrizione dell’interrogatorio dell’allora cardinal Bergoglio, reso nel 2010 in qualità di persona informata dei fatti, davanti ai magistrati

che indagavano sulla violazio-ne dei diritti umani durante la dittatura. Con forza emerge l’integrità morale, la coerenza, il coraggio, spesso a rischio del-la propria vita, del gesuita che diventerà papa Francesco. Tra le storie accertate e documen-tate, Scavo ha deciso di pubbli-care solo quelle rigorosamente non anonime, anche se i testi-moni sono “affetti”, per così dire, da un «antidivismo che a molti sembrerà fuori moda, un patto non scritto e non dichia-rato con Bergoglio: il bene darà i suoi frutti, ma non saranno loro a strombazzarlo. Vicende di dolore, sofferenza e anche di senso di colpa per non essere finiti con altri 30mila desapare-cidos nel Rio della Plata o fuci-lati come altri 15mila», riferisce l’autore. I salvati? Preti e laici, credenti e non, aiutati a lasciare il Paese con modalità avventu-rose e incredibili. Così padre Bergoglio si ritrova a dare un passaggio in auto al sindacali-sta Gonzalo Mosca per portarlo in convento dicendo ai confra-telli che si tratta di un giovane «in discernimento vocaziona-le», oppure ad accompagnare Alicia Oliveira, la prima donna a diventare giudice penale in Argentina, licenziata dal mi-nistero della Giustizia e ricer-cata dalla polizia, dai suoi figli. L’autore della Lista di Bergoglio è stato introdotto da Virgilio Santato che ha portato i saluti dell’Accademia.

s.f.

Applaudita iniziativa

Musica Rodigina sull’Altopiano“Cante e Ciàcoe” Rovigo e “Corale Parrocchiale” Concadirame

Doppio appuntamento musicale domenica scorsa a Canove di Roana con il Gruppo Musicale Popolare “Cante e Ciacoe” di Rovigo e la “Corale Parrocchiale” di Concadirame.

I due Gruppi Musicali, sono partiti da Rovigo di buon mat-tino, accompagnati anche da alcuni famigliari. Alle 10.00 la Corale di Concadirame ha ani-mato la Santa Messa, accompa-gnata all’organo dal m° Provino Piva e sotto la direzione del m° Filippo Salvan. Al termine, il parroco ha ringraziato la cora-le e con i fedeli presenti, hanno applaudito l’animazione della messa.

Dopo la cerimonia liturgi-ca, i due gruppi hanno visitato la città di Asiago: dal Duomo, la sua rinnovata piazza e il Corso, affollato nonostante la stagione. Nel pomeriggio, presso il Teatro di Canove, il Gruppo Musicale “Cante e Ciàcoe” di Rovigo, diretto dal m° Vaifro Zanforlin, si è esibito con i suoi canti popolari entu-siasmando il pubblico presente che ascoltava attento e silenzio-so, applaudendo calorosamen-te al termine di ogni canzone. Le poesie del poeta Luciano Bonvento e le ciàcoe o ricordi dell’intrattenitore Pasquale Tiberio hanno riscosso consen-

si, apprezzamenti e numerosi applausi.

Al termine dello spettacolo, la Pro Loco di Canove, ha invi-tato tutti i partecipanti ad un momento conviviale e in segno di amicizia ha donato un cuco 2013, mentre “Cante e Ciàcoe”

ha ricambiato con una scultura musicale, costruita dal corista e intrattenitore Pasquale Tiberio.

La promessa reciproca è stata quella di ritrovarsi presto, per trascorrere ancora, allegra-mente insieme, una giornata festosa.

Solo per amoreL’accademia porta la voce di Papa Francesco nell’audito-

rium Polesano. Sintetizziamo così il grande contributo dato dal giornalista di Avvenire, Nello Scavo, con il suo libro-inchiesta intitolato: “La lista di Bergoglio” (Emi Editore). Mille rivoli di domande inquietanti, alcune sollevate dal prof. Santato e poi da numerosi interventi. I temi sullo sfondo sono improntati nella ricerca della verità sul comportamento tenuto da Papa Bergoglio nel periodo della dittatura dei generali, 1976-1983, e nella tragedia dei desaparecidos (“persone fatte scomparire”). L’autore risponde con dei dati, una lista: Padre Jorge Mario Bergoglio ha salvato almeno un centinaio di persone.

Stimolato dall’ombra giornalistico - scandalistica apparsa immediatamente dopo la sua ascesa al soglio pontificio, proprio sul comportamento di padre Bergoglio di quegli anni, l’autore, Scavo, ha trovato, da solo, le risposte, le prove testimoniali sul campo, in Argentina. Gli esempi sono stati numerosi e tutti le-gati a un filo: Papa Francesco ha saputo e voluto salvare le per-sone che si sono rivolte a lui solo per amore, senza mai chiedere carte d’identità o appartenenza a credo religiosi.

Alcuni aggettivi che dipingono il suo modo d’intervento, sono: fantasia, creatività, furbizia, clandestinità, amore. Il fine ora è ripristinare l’autenticità del periodo storico, perchè la ve-rità non va seppellita. L’autore, nelle risposte, a proposito della strategia della liberazione usata da Papa Francesco, cita il van-gelo e cioè non fare sapere alla destra quello che fa la sinistra.

Una per tutte, che merita il bisogno di non soprassedere sugli eventi: l’efferatezza fatta alle mamme, riunite a Plaza de Mayo, è preminente, perché è una duplice violenza: colpisce la creatura e il creatore.

Occorre, dice l’autore riportando il pensiero di Papa Francesco, continuare a lavorare per la giustizia e verità per dare a queste mamme “la risposta” che cercano.

Giovanni Dainese

Page 18: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

18 la Settimana domenica 20 ottobre 2013caritas

Costruire la speranza nell’anno della fede

Troviamo unite tre grandi parole: Fede – Speranza – Carità. La fede da noi professata nasce dalla Carità: Dio è Carità – Amore – Agápe e la Fede è dono Suo che ci giunge attraverso Gesù che opera nel suo corpo che è la Chiesa, nel cui grembo siamo stati generati ed educati alla vita di Fede. Questa vita tende alla Carità, cioè alla pienezza dell'Amore che è Dio stesso. Il dono dello Spirito Santo ci fa vivere e pregustare fin d'ora l'anticipo, le primizie dello Spirito, dice s. Paolo in Rm 8,23, anche se ora gemiamo aspettando la pienezza della redenzione. Gioiamo, gemiamo e aspettiamo: viviamo n e l l a S p e r a n z a e a t t e n d i a m o c o n perseveranza, come dice l'Apostolo Paolo nello stesso passo della lettera ai Romani. Veniamo dalla Carità e tendiamo alla Carità piena: è il cammino di ogni cristiano ma è anche il cammino della comunità cristiana nel suo insieme.Compito fondamentale della “Caritas” nella Chiesa è proprio questo: aiutare tutta la comunità a vivere questo mistero di amore e soprattutto a sperimentarlo; non un sapere teorico ma un conoscere esperienziale, secondo il linguaggio biblico. Si comprende facilmente come l'attività della Caritas non possa essere considerata accessoria all'impegno pastorale di una comunità cristiana ma è il cuore di tutta la pastorale. Ne deriva una grande responsabilità per la Caritas e per ogni parrocchia.

Mons. Arrigo MiglioArcvescovo di Cagliari

Costruire la speranza nell’anno della fede

Troviamo unite tre grandi parole: Fede – Speranza – Carità. La fede da noi professata nasce dalla Carità: Dio è Carità – Amore – Agápe e la Fede è dono Suo che ci giunge attraverso Gesù che opera nel suo corpo che è la Chiesa, nel cui grembo siamo stati generati ed educati alla vita di Fede. Questa vita tende alla Carità, cioè alla pienezza dell'Amore che è Dio stesso. Il dono dello Spirito Santo ci fa vivere e pregustare fin d'ora l'anticipo, le primizie dello Spirito, dice s. Paolo in Rm 8,23, anche se ora gemiamo aspettando la pienezza della redenzione. Gioiamo, gemiamo e aspettiamo: viviamo n e l l a S p e r a n z a e a t t e n d i a m o c o n perseveranza, come dice l'Apostolo Paolo nello stesso passo della lettera ai Romani. Veniamo dalla Carità e tendiamo alla Carità piena: è il cammino di ogni cristiano ma è anche il cammino della comunità cristiana nel suo insieme.Compito fondamentale della “Caritas” nella Chiesa è proprio questo: aiutare tutta la comunità a vivere questo mistero di amore e soprattutto a sperimentarlo; non un sapere teorico ma un conoscere esperienziale, secondo il linguaggio biblico. Si comprende facilmente come l'attività della Caritas non possa essere considerata accessoria all'impegno pastorale di una comunità cristiana ma è il cuore di tutta la pastorale. Ne deriva una grande responsabilità per la Caritas e per ogni parrocchia.

Mons. Arrigo MiglioArcvescovo di Cagliari

Costruire la speranza nell’anno della fede

Troviamo unite tre grandi parole: Fede – Speranza – Carità. La fede da noi professata nasce dalla Carità: Dio è Carità – Amore – Agápe e la Fede è dono Suo che ci giunge attraverso Gesù che opera nel suo corpo che è la Chiesa, nel cui grembo siamo stati generati ed educati alla vita di Fede. Questa vita tende alla Carità, cioè alla pienezza dell'Amore che è Dio stesso. Il dono dello Spirito Santo ci fa vivere e pregustare fin d'ora l'anticipo, le primizie dello Spirito, dice s. Paolo in Rm 8,23, anche se ora gemiamo aspettando la pienezza della redenzione. Gioiamo, gemiamo e aspettiamo: viviamo n e l l a S p e r a n z a e a t t e n d i a m o c o n perseveranza, come dice l'Apostolo Paolo nello stesso passo della lettera ai Romani. Veniamo dalla Carità e tendiamo alla Carità piena: è il cammino di ogni cristiano ma è anche il cammino della comunità cristiana nel suo insieme.Compito fondamentale della “Caritas” nella Chiesa è proprio questo: aiutare tutta la comunità a vivere questo mistero di amore e soprattutto a sperimentarlo; non un sapere teorico ma un conoscere esperienziale, secondo il linguaggio biblico. Si comprende facilmente come l'attività della Caritas non possa essere considerata accessoria all'impegno pastorale di una comunità cristiana ma è il cuore di tutta la pastorale. Ne deriva una grande responsabilità per la Caritas e per ogni parrocchia.

Mons. Arrigo MiglioArcvescovo di Cagliari

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i“Pensavo...”

PRIMO PIANO - I dati diffusi dal Cir con un rapporto che monitora il diritto di accesso alla protezione internazionale. In prevalenza sono eritrei, somali e siriani. Preoccupano i respingimenti sommari degli egiziani trattenuti e rimpatriati senza convalida del giudice.

Profughi, oltre 35 mila arrivati dal mare nel 2013Nel 2013 sono stati 35.085 gli sbarchi sulle cose italiane. Tra le persone arrivate 9.805 sono i siriani, 8.443 gli eritrei e3140 i somali, 1.058 arrivano invece dal Mali e 879 dall'Afghanistan. I dati aggiornati a ieri, sono stati diffusi dal prefetto Riccardo Compagnucci, vice capo dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno, nel corso del convegno organizzato oggi a Roma dal Cir dal titolo “Accesso alle frontiere – accesso alla protezione”. “Sempre più rilevante la presenza di pe r sone b i sognose d i p ro t ez ione internazionale che arrivano con gli sbarchi” dice il Consiglio italiano per i rifugiati. L’iniziativa del Cir ha lo scopo di presentare il rapporto sull’accesso alla protezione finanziato dal Network of European Foundation nell’ambito del Programma europeo per l’integrazione e la migrazione (EPIM).Il Consiglio Italiano per i Rifugiati è capofila de l p roge t t o i n pa r t ena r i a to con l ’ H u n g a r i a n H e l s i n k i C o m m i t t e e ( U n g h e r i a ) , P r o - A s y l Fo u n d a t i o n (Germania), The People for Change Foundation (Malta), il Consiglio Greco per i Rifugiati (Grecia) e la commissione spagnola di aiuto al rifugiato- CEAR (Spagna). L’obiettivo è promuovere un "cambiamento culturale”, favorendo il passaggio da una visione incentrata prevalentemente sulla sicurezza e sulle attività di contrasto all’immigrazione irregolare ad un approccio che bilanci tali esigenze con il rispetto dei diritti umani, in particolare del principio di non-refoulement.Sui respingimenti effettuati dall’Italia non ci sono dati ufficiali nonostante l’obbligo Schengen di tenere statistiche in merito. Dalla sentenza Hirsi (febbraio 2012) è stato denunciato, dall’Agenzia Habeshia, un solo caso di respingimento verso la Libia, che sarebbe avvenuto il 29 giugno 2012. Un gruppo di 76 eritrei sono certi di essere stati

i n t e r c e t t a t i , i n a c q u e i n t e r n a z i o n a l i , d a u n pattugliamento congiunto Italia e Libia per poi essere riconsegnati alle autorità militari libiche. La Guardia di Finanza ha però evidenziato che le autorità italiane non potevano essere coinvolte in tale respingimento perché i pattugliamenti congiunti non sono più stati effettuati dal 18 marzo 2011, data a partire dalla quale il Trattato di Amicizia italo-libico del 2008 è stato sospeso a causa della guerra in Libia.Tra le maggiori problematiche segnalate da Cir, i frequenti respingimenti “sommari” e “differiti” di migranti egiziani e tunisini arrivati sulle coste del Sud Italia. “Dall’inizio del 2013 sono stati infatti centinaia gli stranieri egiziani e tunisini r impat r ia t i senza avere la possibilità di entrare in contatto con le organizzazioni umanitarie – si legge nel rapporto - egiziani e tunisini vengono solitamente separati dagli altri migranti e collocati prevalentemente in Centri di Primo soccorso e accoglienza (CPSA), adibiti a strutture di detenzione pur non essendo dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), oppure in altri centri chiusi, prima di essere rimpatriati. Risulta che il trattenimento dei migranti in tali strutture venga effettuato senza alcuna procedura di convalidaGiurisdizionale”. Solitamente in questi centri i migranti tunisini ed egiziani sono identificati dalle rispettive autorità consolari e rinviati generalmente entro 48 ore dopo il loro ingresso in Italia. Questa prassi non tutela assolutamente il diritto individuale di chiedere protezione internazionale, inoltre le modalità in cui vengono notificati i

provvedimenti non sono in linea con la normativa nazionale. Gli egiziani vengono rimandati in patria, in un paese ancora sconvolto dagli scontri, grazie agli accordi bilaterali, “che non sempre sono pubblici con un’evidente mancanza di trasparenza” sottolinea il Cir. L’Italia ha siglato accordi bilaterali con la Tunisia, L’Egitto, la Libia e l’Algeria. Il rapporto evidenzia che questi accordi “non contemplano disposizioni relative al rispetto dei diritti umani e in nessun caso contengono tutele specifiche per i migranti e i richiedenti asilo”.

da Redattore Sociale

La notizia è di per sé positiva, ma non è il caso di cantar vittoria. Nel mondo l'indice globale della fame sta migliorando: nel 1990 era pari a 19,8 punti, oggi è 13,8 punti. Questo vuol dire che comunque sono attualmente ben 842 milioni le persone che non possono nutrirsi a sufficienza. Tra i tre Paesi dove la situazione è peggiore c'è l'Eritrea (punteggio 35), il che spiega (se mai ce ne fosse stato bisogno) perché migliaia di eritrei sono disposti a rischiare la vita per attraversare il Mediterraneo. Gli altri due stati in fondo alla classifica sono il Burundi (38,8) e le isole Comore (33,6). D i a l t r e naz ion i come Somal ia , Afghanistan, Iraq, Myanmar, Repubblica democratica del Congo e Somalia non ci

sono dati, altrimenti è

probabile che le ritroveremmo in fondo alla classifica. È questa la fotografia della fame scattata dal rapporto sul Global Hunger Index, presentato oggi a Milano dalla ong Cesvi in collaborazione con Ispi e Link2007, con i l patrocinio di Expo2015.L'indice globale della fame è calcolato sulla base di tre indicatori: la percentuale di popolazione denutrita, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni e la percentuale di bambini under 5 sottopeso. I tre più poveri hanno un indice "estremamente allarmante", ce ne sono poi altri 16 in cui la situazione è "allarmante" e tra questi ci troviamo l ' I nd i a , nonos t an t e i l p rog re s so tecnologico ed economico del gigante asiatico. Per altri 37 Stati la fame è grave (tra cui Zimbabwe, Uganda e Kenya).

Se allarghiamo lo sguardo e teniamo in considerazione alcune macro aree della Terra, la situazione peggiore è nell'Asia Meridionale con un indice pare a 20,7, seguita da Africa subsahariana (19,2), Asia orientale e sud est asiatico (7,6), Vicino oriente e nord Africa (5,8), America Latina e Caraibi (4,8) e Europa dell'est (2,7). Il 1990 al 2013, 23 Paesi hanno migliorato, riducendo del 50%, il loro indice della fame. Il migliore è stato il Kwait (riduzione di 88 punti), ma hanno avuto buone performance anche Cuba (-73), il Messico (-70) e la Cina (-58). È peggiorata invece la situazione alle isole Comore con +40 punti di indice, nello Swaziland (+38), in Burundi (+15), in Paraguay (+15) e in Guatemala (+3).

Eritrea tra i paesi dove si soffre di più la fame

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Diario• 21 ottobre, Radio Kolbe x trasmissione radiofonica.• 28 ottobre, Rovigo, Casa Sant’Andrea, 2° incontro corso per

CdA “Conoscere e testomoniare: fondamenti biblici”.

Page 19: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

La regione Podkarpackie si trova nel sud-est della Polonia ed è famosa per il ricco patrimonio culturale, risultato del-la buona posizione geografica al croce-via delle culture d’Oriente e d’Occidente e della penetrazione di diverse religioni e tradizioni. In questa zona per molti se-coli il popolo polacco ha convissuto con Tedeschi, Ebrei, Ucraini e Lemki. Di no-tevole interesse è l’originalità dell’archi-tettura in legno, soprattutto degli edifici sacri, espressione delle diverse tradizio-ni religiose: parliamo delle chiese catto-liche e ortodosse completate dalle carat-teristiche sagome delle sinagoghe.

Sul territorio della regione si può seguire l’Itinerario dell’Architettura in legno che comprende: la chiesa di Bliz-ne (dalla prima metà del XV secolo) e di Haczów (anch’essa risalente alla prima metà del XV secolo, è una delle più grandi e più antiche chiese gotiche in legno presenti in Eu-ropa) e le chiese greco-cattoliche di Chotyniec, Smolnik, Radruż, Turzażsk iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Non manca-no edifici situati nelle piccole città e nelle stazio-ni termali. Degno di nota è uno dei più grandi musei all’aperto esistenti in Europa – il Museo dell’Edilizia Popolare a Sanok. Meritano una vi-sita le antiche residenze e i castelli delle grandi famiglie aristocratiche, ma anche l’architettura storica delle città ed i numerosi musei. Da non perdere l’originale cucina regionale e l’artigiana-to locale. La Regione Podkarpackie comprende la zona montuosa dei Bieszczady e il Beskid Ni-

ski – posti ideali per escursioni a piedi, in bici-cletta e per il turismo di montagna. Da segnalare anche il Lago Solina, luogo perfetto per il riposo e per la vela: qui è persino possibile praticare quasi tutti gli sport invernali.

Alcuni aeroclub offrono voli turistici in ae-reo, corsi di parapendio, di paracadutismo e pi-lotaggio degli alianti. Non manca la possibilità di praticare l’equitazione.

Dall’Italia è facile raggiungere la località polacca. L’aeroporto internazionale che serve la regione è situato a 10 km dalla città di Rze-szów. Inoltre c’è da segnalare l’apertura del collegamento aereo low-cost Roma – Rzeszów, Rzeszów – Roma operato da Eurolot.

19la Settimanadomenica 20 ottobre 2013 polesine

Lettere & opinioniIl funerale negato

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Alla scoperta della Podkarpackie

sostieniediffondi

Egregio Direttore,sono rimasta molto per-

plessa per il rifiuto del Vicaria-to di Roma (almeno stando alle notizie di stampa fino al 14-10), di celebrare i funerali in Chiesa al nazista Priebke, responsabile dell’eccidio alle Fosse Ardea-tine. La decisione viene fatta risalire al Codice di Diritto Ca-nonico (1983?) ed alla casistica ivi contemplata (come fu per Welby) che indica tale scelta. Sono sconcertata se ciò rispon-de al vero e chiedo di capire.

Papa Francesco ha fatto un tratto caratteristico, quasi monotematico, delle sue predi-cazioni l’invito a usare miseri-cordia e a perdonare. Che non significa cancellare la memoria, ignorare i fatti, la storia, perchè quelli restano, ma ci viene chie-sto il perdono che non può es-sere solo intimo, o non può va-lere solo se il “torto” è fatto di-rettamente a te. E non si quan-tifica l’atto di perdonare. Uno o trecento. “Ma ... settanta volte sette...”. Certo la conoscenza e la consapevolezza di ciò che è stato compiuto alle Fosse Ar-deatine per il giudizio della storia è necessario, per formare le coscienze individuali verso il rispetto delle persone, il valore della liberta, della democrazia e della pace. Non dobbiamo dimenticare mai. Ma ci viene chiesto di perdonare.

In tutta questa vicenda poi le posizioni delle istituzioni, Sindaco di Roma, Prefetto, Presidente della provincia, che rifiutano la sepoltura mi sembrano molto ideologiche. Si dice nei libri di storia che quando l’uomo decise di dare sepoltura ai propri morti, ciò ha significato un salto nel cammino dell’umanità. In tale contesto anche il rifiuto del Vi-cariato può essere usato e stru-mentalizzato. Priebke è morto. Ha commesso crimini contro l’umanità. Va condannato. Va ricordato ai giovani questo periodo storico per giudicar-lo, per trarne monito, per non ripeterlo. Ma credo ci venga chiesto come cristiani anche di seminare semi di speranza,

di porre le basi per una società migliore, di indicare ai giovani ideali di pace con gesti consa-pevoli, dolorosi, ma concreti. Viviamo in una società imbar-barita, dove tutto sembra tra-volto, dove è stata smantellata l’etica che ci univa, e queste scelte di rifiuto ci impantano sempre più, senza prospettive di risollevarci. Diamo ai gio-vani il respiro, la prospettiva, il sogno di un cambio di passo radicale. Non è buonismo è la speranza di riuscire a costruire un mondo migliore come dice il Vangelo.

Un’ultima annotazione: il card. Vallini è il vicario del Papa per la diocesi di Roma, ed il Papa lo ha voluto acanto a sé sulla loggia della basilica quando è stato eletto. Il Papa dice spesso che lui è il Vescovo di Roma. Non capisco allora il senso dei suoi richiami al per-dono ed alla misericordia, se il Vicariato assume queste posi-zioni. Ma allora, ripeto, quan-do si deve perdonare, chi deve perdonare, quali fatti sono am-messi al perdono?

Chiedo di essere aiutata a capire. Grazie,

Gabriella Monesi - Rovigo

Il canone 1184 del codi-ce di diritto canonico indica le situazioni nelle quali non è possibile dare le esequie ecclesiastiche e i casi previsti sono i seguenti: §1. Se (i de-funti) prima della morte non diedero alcun segno di penti-mento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 1) quelli che sono notoriamente apostati, eretici, scismatici; 2)

coloro che scelsero la crema-zione del proprio corpo per ragioni contrarie alla fede cri-stiana; 3) gli altri peccatori ma-nifesti, ai quali non è possibi-le concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli.

Sicuramente la questione è stata in tutti i modi possibili resa cruciale per le numerose polemiche incrociate riporta-te dalla stampa. In realtà non dovrebbe esser in questione il giudizio sulla persona e sulle misere spoglie, perché que-sto compete soltanto a Dio: si tratta ora di agire in maniera saggia affinché non ci siano conseguenze negative nella società. Personalmente riten-go che la questione della mi-sericordia non sia da mettere in discussione. Certamente la Chiesa compie con le esequie un gesto soltanto di pietà e di chiaro riferimento alla resurre-zione. A questo punto ribadi-sco che sono da evitare in ogni caso tutti i giudizi e lasciare lo spazio unicamente alla mi-sericordia divina tanto spesso richiamata da Papa Francesco. Dai giornali si apprende che il Vicariato di Roma ha propo-sto la forma strettamente pri-vata delle esequie e mi sem-bra una proposta saggia vista la situazione. Bisognerebbe di fronte alla morte soltanto tacere e spegnere le polemi-che per lasciare lo spazio alla riflessione. Il fatto è che nel nostro paese di ogni morte si fa dibattito ignorando il senso stesso dell’epilogo della vita terrena che conclude il tempo ed introduce nell’eternità.

don Bruno Cappato

Tante idee e prodotti pole-sani a Rovigo Espone 2013 per la Fiera d’ottobre.

Da sabato 19 sino a marte-dì 22 ottobre si terrà la 12esima edizione di Rovigo Espone, la più importante Fiera Cam-pionaria della provincia che si svolgerà presso il Cen. Ser ai Padiglioni E e D.

L’importante vetrina per espositori con circa 150 stand porterà all’attenzione dei vi-sitatori il meglio dei prodotti: dall’arredo casa alla cura della persona, dal giardinaggio al settore alimentare e molto an-cora.

Rovigo Espone è stata pre-sentata nei giorni scorsi in Ca-mera di Commercio dai rap-presentanti delle associazioni

di categoria: Confartigianato, Cna, Confesercenti ed Ascom e dal presidente Lorenzo Belloni che ha detto che: ”l’appunta-mento è una prova del fare rete in momenti di difficoltà “.

All’interno di Rovigo espone Confartigianato sarà presente con la “IV edizione di Alimentazione su misura” che mette in programma molti eventi.

Per tutti i quattro i giorni all’interno dei laboratori si po-trà assistere alle varie fasi di la-vorazione di prodotti di pastic-ceria, pizzeria, panificazione e pasta fresca.

Nei padiglioni dell’ Ascom si potranno trovare palestre e programmi fitness oltre al tu-rismo.

Il piazzale esterno ospiterà la mostra Ascoma incentrata sulle macchine agricole. Rovi-go Espone fa conoscere i pro-dotti delle aziende polesane.

Il taglio del nastro sarà sa-bato alle ore 10

s.f.

L’Associazione “R. Barbujani” onlus di Rovigo, in colla-borazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e l’Accademia dei Concordi propone la VII Edizione di “Voci del Polesine” 2013, rivisitazione delle opere di scrit-tori e poeti del passato, dei loro legami con la terra, l’ambiente e la cultura del Polesine. Gli incontri avranno luogo presso la Sala “P. Oliva” dell’Accademia dei Concordi con inizio alle ore 17.30. La cittadinanza è invitata a partecipare.

Programma dei prossimi incontri- Mercoledì 23 ottobre- Adalgisa Calzavarini, Una voce

eclettica della letteratura polesana del ‘900, Relatore Paolo Zambonin

- Mercoledì 30 ottobre - Argia Castiglioni Vitalis, Una rodi-gina da scoprire, Relatrice Periotto Gennari.

Rovigo

Per la Fiera d’ottobre Il mercato del martedì si terrà domenica 27

L’amministrazione comunale informa che, in occasione del-la Fiera d’ottobre, organizzata dal 19 al 22, il mercato del marte-dì è stato spostato a domenica 27 ottobre.

Iniziativa del Gruppo Bachelet di Rovigo

Mobilità, vivibilità, crescitaRiflessione sulla città con Paolo Avezzù e Fausto Merchiori, già sindaci del capoluogo e con l’arch. Guido PietropoliIl Gruppo politico-cultu-

rale “V.Bachelet” di Rovigo organizza per giovedì 24 ot-tobre p.v. alle ore 18 presso la sala Auser di via Bonatti un incontro pubblico sul tema: ROVIGO: mobilità, vivibili-tà, crescita. Idee a confronto. Porteranno il loro contributo Paolo Avezzù e Fausto Mer-chiori già sindaci di Rovigo e l’arch. Guido Pietropoli, noto professionista della città che ha progettato fra l’altro il nuovo Corso del Popolo.

Dopo l’approvazione in questi giorni da parte della

Giunta Comunale del Piano del Traffico, l’occasione volu-ta dal Gruppo Bachelet può consentire una utile rifles-sione sul capoluogo offerta a tutti i cittadini che potranno esprimere le proprie convin-zioni nel corso del dibattito.

Le idee, le soluzioni, i pro-getti non dovrebbero essere disancorati dalla storia della città e dalla sua identità an-che culturale, per questo ab-biamo ritenuto necessario, in un periodo in cui la memoria delle cose appare spesso tra-scurata, discutere del futuro

innestandolo nel suo pregres-so più recente. L’incontro è inoltre propedeutico alla fase relativa alle osservazioni che possono essere fatte al Piano del Traffico adottato dalla giunta comunale.

Esso si pone in evidente continuità con le altre inizia-tive che il Gruppo Bachelet ha promosso, l’ultima delle quali a giugno con il Sindaco di Rovigo, Bruno Piva e gli architetti Alessandro Massa-rente, Luca Paparella, Rober-to Puggiotto e Fiorenza Ron-sisvalle.

Concorso Letterario Internazionale

“Locanda del Doge”Straordinaria la partecipazione

La prima edizione del Concorso Interna-zionale “Locanda del Doge” 2013 ha visto la straordinaria partecipazione di circa 400 scrit-tori italiani e stranieri che hanno inviato com-plessivamente 608 opere pubblicate da case editrici, non solo italiane.

Il concorso è organizzato in collaborazione con: l’European Financial Adviser Dott. Zan-forlin Luciano – membro del forum Naziona-le Wealth Adviser Fineco Bank, la “Biblioteca Guerrato”, “La Nuova Tribuna Letteraria”, l’“Associazione Culturale Renzo Barbujani” di Rovigo, l’“Accademia Veneta dello Spetta-colo”, il mensile “Athesis” e la rivista “Venta-glio Novanta”.

Al concorso, suddiviso in tre sezioni: nar-rativa edita, poesia edita, saggistica edita, hanno partecipato anche autori di nazionalità olandese, francese, tedesca, spagnola, unghe-rese, slovena e svizzera, con opere in lingua originale.

La giuria composta da: Dott. Stefano Va-lentini (direttore de “La Nuova Tribuna Let-teraria”) – presidente onorario, Angioletta

Masiero (giornalista e scrittrice) – presiden-te di giuria, Rodolfo Vettorello (architetto e scrittore), Prof. Gianfranco Turato (editore, scrittore e commediografo), Dott. Claudio Pa-varin (biologo), Dott. Alberto Cristini (pittore e poeta), Dott.ssa Cristiana Rigobello (esperta d’arte) – segretaria con diritto di voto, ha esa-minato i volumi pervenuti nelle tre sezioni e dopo due selezioni preliminari, renderà nota a breve la graduatoria dei finalisti e dei pre-miati.

Un comitato d’onore, formato dalle mas-sime autorità cittadine, consegnerà i diver-si riconoscimenti ai poeti e agli scrittori che verranno premiati nel corso della cerimonia ufficiale.

L’evento avrà luogo domenica 27 ottobre alle ore 11 nel Salone d’Onore della Curia Vescovile, a Rovigo in via Sichirollo, gentil-mente concessa da S.E. Mons. Lucio Soravito de Franceschi, come concreta apertura della Chiesa al mondo della Cultura. I testi degli autori premiati verranno interpretati dagli at-tori Andrea Zanforlin e Angioletta Masiero.

Fiera di Ottobre

12a Edizione di Rovigo EsponeDal 19 al 22 ottobre

RovigoPescheria Nuova

“Opere in corso”Mostra di Cristini e Bonfante

Alberto Cristini e Dino Bonfante espongono le loro “Opere in corso”. L’allesti-mento si terrà dal 19 al 24 ottobre nella sala della Pe-scheria Nuova in Corso del Popolo a Rovigo. Il visitatore potrà ammirare quadri e scul-ture di Alberto Cristini e foto-grafie di Dino Bonfante, tutti lavori in evoluzione, come lascia intendere anche il titolo della mostra, sia nella ricerca di materiale nuovi che di sog-getti diversi; in alcuni casi ci sono fusioni tra foto e ritocchi artistici del pittore. Durante i giorni della mostra ci saran-no delle presentazioni di libri con la presenza degli auto-ri. Gli orari di apertura della mostra sono: 17-20 domenica 10-12/16.30-20. L’iniziativa ri-entra nelle manifestazioni del calendario dell’Ottobre rodi-gino, promosso dall’assesso-rato alla Cultura del Comune di Rovigo.

Page 20: LA SETTIMANA NUMERO 40 del 20 ottobre 2013

domenica 20 ottobre 2013 - pagina 20la Settimana

Torna l’abbinata di capoluoghi veneti (prima Verona, alla Gran Guardia, dal 26 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014; poi Vicenza, in Basi-lica Palladiana, dal 22 febbraio al 4 maggio 2014) per la seconda, grande esposizione promossa dal Comune di Verona, dal Comune di Vicenza, dalla Fondazione Cariverona e da Linea d’ombra, main sponsor Uni-Credit, special sponsor Segafredo Zanetti, a cura di Marco Goldin.

Questo secondo capitolo è de-dicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal Seicento al Novecento. “Verso Monet” intende raccontare lo studio della natura a partire dal XVII secolo, per giungere alle ninfee dipinte da Claude Monet nella prima parte del Novecento.

Facendo ricorso a oltre novan-ta dipinti e a dieci preziosi disegni provenienti da alcuni tra i maggiori musei del mondo, e da preziose col-lezioni private, la mostra sarà divisa in cinque sezioni, che descriveran-no i momenti fondamentali legati alla narrazione della natura come fatto autonomo e indipendente ri-spetto all’inserimento delle figure. Insomma, quella sorta di eman-cipazione dell’immagine quando il paesaggio non è più visto come semplice fondale scenografico, ma campeggia quale divinità assoluta e dominante.

Per questo motivo la mostra prende in esame i punti di snodo di una vicenda che diventerà sempre più centrale nella storia dell’arte, fino a giungere all’Ottocento, che a buon diritto è stato denominato “il secolo della natura”. Il titolo dell’esposizio-ne sancisce l’idea dell’enorme cam-biamento attuato da Claude Monet a partire dalla seconda metà degli anni sessanta del XIX secolo. Mo-net dunque quale paradigma del nuovo paesaggio, il punto di attra-versamento tra un prima e un poi. Per questo motivo, la sua presenza coprirà una parte ampia dell’intera esposizione, con venti dipinti.

Il percorso della mostra prende il via da “Il Seicento. Il vero e il fal-so della natura” proseguendo in “Il Settecento. L’età della veduta”, quin-di “Romanticismi e Realismi”, poi “L’Impressionismo e il paesaggio” per approdare a “Monet e la natura nuova”.

Per cui la mostra trascorrerà dalle esperienze introduttive di Annibale Carracci e Domenichino, fino a quelle, dai primi due derivate e fondamentali, di Lorrain, Poussin e Salvator Rosa nel XVII secolo per documentare il passaggio dal falso al vero della natura, per andare poi nell’Olanda sempre seicentesca di Van Ruisdael, Seghers, Van Goyen e Hobbema tra gli altri, quando la

verità del vedere fonda il paesaggio moderno. E una decina di disegni da Lorrain a Rembrandt, da Ko-ninck a Van Ruisdael, segneran-no l’importanza di questa tecnica nell’esplorazione diretta della na-tura. Per incontrare quindi subito alcuni artisti che sono stati pietre miliari per la nuova immagine del paesaggio. Per il Settecento si è scel-ta prima la sosta su Van Wittel, per la nascita del concetto di veduta, e poi un suggestivo, e importante, affondo veneziano tra Canaletto, Bellotto e Guardi a sintetizzare la meravigliosa età della veduta vene-ziana.

Per entrare poi nel XIX secolo, con le figure imprescindibili di Tur-ner, Constable e Friedrich, coloro che ridisegnano l’idea della natura entro il nuovo spirito romantico. I vari realismi porteranno quindi la mostra tra la Francia di Barbizon, la Scandinavia, l’Est Europa e l’Ameri-ca della Hudson River School. Fino a Monet che rovescia il concetto di paesaggio dipinto. E lasciandosi così affiancare dai compagni im-pressionisti e post impressionisti, da Renoir a Sisley, da Pissarro a Caillebotte, da Degas a Manet. Per giungere a Van Gogh, Gauguin e Cézanne.

Info e prenotazioni: 0422 429999 / www.lineadombra.it.

“Verso Monet” - Una serie di mostre d’arte in Veneto

Dai boschi e dalle foreste alle candide ninfeeLo studio del paesaggio dal ‘600 al ‘900

La storia del paesaggio in mostra “Verso Monet”

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89° �nniversario della nascita

PROGRAMMA

Presentazione del libro

Profumo d’unguento Ricordo della beata

Maria Bolognesi di Padre Raffaele Talmelli

Sabato 19 ottobre 2013 - ore 16.00presso Chiesa della Sacra Famiglia - Ferrara

relatore Ludovica Mazzuccato delegata della postulazione

Sabato 19 ottobre 2013 - ore 21.00presso Seminario Vescovile S. Pio X - Rovigo

relatore S.E Mons. Lucio Soravito Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo

Sante Messe

Domenica 20 ottobre 2013 - ore 10.30presso Tempio “La Rotonda” - Rovigo

presiede Padre Raffaele Talmellipostulatore

Lunedì 21 ottobre 2013 - ore 16.30presso Chiesa di San Sebastiano

Martire - Bosaro (RO)presiede don Diego Pisani

parroco di Bosaro e di Guarda Veneta

AVVISO SACRO

INFO: [email protected]. 328.7584950

presso Seminario Vescovile S. Pio X - Rovigo

Domenica 20 ottobre 2013 - ore 10.30presso

Lunedì 21 ottobre 2013 - ore 16.30

�ortunati coloro che amano �esù, non mancherà in loro il suo grande aiuto.

�aria �olognesi

Presentazione del libro

Profumo d’unguento

di

Presentazione del libro

Profumo d’unguento

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