La Settimana n. 12 del 25 marzo 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 25 marzo 2012 Insieme si raddoppiano le energie, si dimezzano i pesi. L a vita che Dio ci ha donato è comunione. Ce lo dice chi ci ha creato con lo stupendo mistero della Trinità. Ce lo dice la nostra stessa natu- ra, l’uomo infatti da solo non si realizza, è fatto per vivere in relazione. Nella relazione trova l’occasione per ricevere, per completarsi, per cresce- re, per esercitare le virtù che danno valore alla sua vita: la bontà, la pa- zienza, il perdono, la comprensione, la diversità… La relazione non è solo quella della famiglia, ma anche l’amicizia e la co- munità sono realtà fondamentali per il cristiano, realtà che vanno curate e fatte crescere in ogni età della vita. Nella festa di San Giuseppe il ricordo della visita di Giovanni Paolo II a Rosignano. La Messa nel teatro e l’omaggio floreale davanti alla targa che ricorda l’evento all’interno dello Stabilimento Solvay Un incontro che ha lasciato il segno trent’anni trascorsi dalla visita di Giovanni Paolo II a Rosignano e Livorno non hanno offuscato la memoria di chi quell’evento lo visse da vicino. Nella festa di S. Giuseppe, il teatro Solvay si è riempito di persone, nonostante fosse un lunedì mattina lavorativo e con una semplice celebrazione si è ricordato quello storico viaggio del Pontefice alla Solvay e alla città labronica. Alcune voci hanno dato testimonianza di un incontro che non fu solo quello tra un Papa ed i fedeli cristiani di un territorio, ma quello di un uomo, che, attraverso la visita alla fabbrica ricordava il suo passato e incontrava altri uomini come lui, lavoratori. «Sono uno di voi» disse in quell’occasione, mostrando a tutti quelle sue straordinarie doti di umanità che ne hanno caratterizzato l’intero pontificato. Anche la direttrice attuale della Solvay Michelle Huart che non era presente all’epoca, ha sottolineato questo ricordo di umanità, tramandatole dagli altri dirigenti e operai, e, rivolgendosi a tutti i I lavoratori e alle loro famiglie, ha invitato ad avere uno sguardo di fiducia nel futuro dell’azienda, così come aveva fatto il Papa. «Ero la più giovane dipendente dello Stabilimento – ha raccontato Laura Cervelli – il Papa mangiò accanto a me in mensa, insieme con tutti gli altri operai. All’inizio ero emozionata e in soggezione, ma Giovanni Paolo II seppe mettermi a mio agio e fu come pranzare accanto ad un amico». «I ricordi di quella giornata – ha sottolineato l’ingegnere Sergio Sardano, all’epoca dirigente Solvay – sono ancora talmente vivi, che non mi sembra possibile siano passati tanti anni. Fu una giornata memorabile, tanto attesa da noi della fabbrica, ma che fu all’altezza delle aspettative». Anche Valter Poli, allora e ancora oggi progettista tecnico per la Solvay, ha ricordato quella storica visita, ringraziando il Signore per il dono di un uomo come il beato Giovanni Paolo II. Mentre monsignor Paolo Razzauti, che fu nell’équipe organizzatrice dell’evento, ha rammentato come il Papa fosse interessato a tutto e chiedesse spiegazioni su ogni cosa che gli mostravano, al punto da far ritardare e slittare tutto il programma della giornata, che si concluse in piazza della Repubblica con oltre due ore di ritardo. Nell’omelia monsignor Giusti, che insieme ai dirigenti dello Stabilimento di Rosignano si è fatto promotore della celebrazione del XXX dalla Visita, ha parlato del momento difficile che vive il Paese ed in particolare la provincia livornese ricordando come la crisi sia figlia di una crisi molto più ampia, morale, di valori, dell’etica. Riprendendo le parole pronunciate dal Pontefice trent’anni fa, il Vescovo ha ricordato come il lavoro sia uno dei diritti fondamentali dell’uomo: «oggi la Chiesa venera Giuseppe di Nazareth come “artigiano”, come uomo del lavoro. Proprio lui, Giuseppe, ha fatto imparare a Gesù il lavoro della sua professione, lo ha incamminato in essa, gli ha insegnato a superare le difficoltà e la resistenza dell’elemento “materiale” e a trarre dalla materia informe le opere dell’artigianato umano. È lui, Giuseppe di Nazareth, che ha legato una volta per sempre il Figlio di Dio al lavoro umano. Grazie a lui, lo stesso Cristo appartiene anche al mondo del lavoro e rende testimonianza della sua altissima dignità dinanzi agli occhi di Dio». Monsignor Giusti ha richiamato il ruolo della politica al servizio del bene comune, mettendo al centro l’uomo e le sue necessità primarie. Ha fatto appello perché la vita sia sempre difesa ed ha invocato il beato Giovanni Paolo II perché interceda per il territorio livornese, perché ci siano nuove opportunità di lavoro e serenità per le famiglie. Ed infine, così come aveva fatto il Pontefice, ha invitato a non aver paura di prendere Gesù sotto il proprio tetto, seguendo l’esempio di Giuseppe: «”Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria... perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1,20). Popolo di Dio! Chiesa livornese! Non temere di prendere, insieme con Giuseppe di Nazareth, Maria. Non temere di prendere Gesù Cristo, il suo Figlio, in tutta la tua vita. Non temere di prenderlo in una fede simile alla fede di Giuseppe. Non temere di prenderlo sotto i tetti delle tue case – così come Giuseppe ha accolto Gesù sotto il tetto della casa nazaretana. Non temere di prendere Cristo nel tuo lavoro quotidiano. Non temere di prenderlo nel tuo “mondo”. Allora questo “mondo” sarà veramente “umano”. Diventerà sempre più umano. Infatti, soltanto il Dio-Uomo può fare il nostro “mondo umano” pienamente “umano”». c.d. i è aperto solennemente nella splendida basilica di San Lorenzo a Firenze il percorso che condurrà nel maggio del 2013 a celebrare la prima Settimana Sociale dei cattolici toscani. Erano presenti quasi tutti i vescovi della Toscana all’incontro nel quale si sono dati appuntamento centinaia di cattolici, impegnati in ambito socio politico, provenienti da tutte le diocesi toscane. Un incontro che ha sfruttato la scia del percorso virtuoso che ha portato all’appuntamento nazionale di Reggio Calabria per riproporre, su scala regionale, il progetto di costruire un’agenda di speranza per la Toscana. In questa occasione sono state annunciate le date della prima Settimana Sociale toscana che si svolgerà dal 1 al 5 maggio 2013 e precederà di pochi mesi la prossima Settimana Sociale nazionale che è stata programmata per l’autunno del 2013, come ha annunciato monsignor Miglio nella sua relazione introduttiva. Padre Airò,responsabile della pastorale sociale e del lavoro della Toscana, ha presentato questo percorso inedito al termine di una mattinata di preghiera e riflessione in cui hanno portato il loro originale contributo, oltre a monsignor Miglio, presidente del comitato organizzatore nazionale delle Settimane Sociali, anche il Vescovo delegato della CET per la pastorale specifica, monsignor Giovanni Santucci e il professor Giuseppe Savagnone, noto intellettuale cattolico. L’incontro si è concluso con l’Eucarestia, presieduta dal cardinale Giuseppe Betori e concelebrata dai Vescovi della Toscana. Nella sua omelia l’arcivescovo di Firenze ha invitato i presenti ad un “impegno costruttivo per un volto nuovo della società, più ancorato agli irrinunciabili principi del rispetto della persona umana e della ricerca anzitutto del bene comune” Anche la diocesi di Livorno ha partecipato con una delegazione, guidata dal Vescovo Giusti, e composta da una decina di componenti in rappresentanza degli uffici diocesani interessati e di alcuni esponenti delle aggregazioni laicali. In questo anno che precederà la celebrazione della settimana sociale regionale, anche a Livorno si svolgeranno iniziative di sensibilizzazione finalizzate a portare un contributo originale e caratteristico della diocesi livornese all’agenda di speranza toscana. Le iniziative già in programma all’interno del percorso del Progetto Culturale diocesano sembrano del resto già in sintonia con quanto sollecitato dai Vescovi della Toscana. Anche a Livorno sembra ormai urgente un rinnovato protagonismo dei cattolici impegnati in politica. n.s. SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3 DEL FASCICOLO REGIONALE S XXX anniversario della visita di Giovanni Paolo II Verso un’agenda di speranza Nel maggio del 2013 la prima settimana sociale toscana Oggi come allora le parole del Pontefice risuonano vive dalle testimonianze di chi partecipò allo storico incontro. L’invocazione al beato Giovanni Paolo II perché protegga le famiglie del territorio e porti lavoro, diritto fondamentale di ogni uomo IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi LA PARTECIPAZIONE dei livornesi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 12 del 25 marzo 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

25 marzo 2012

Insieme si raddoppiano le energie, si dimezzano i pesi.

La vita che Dio ci ha donato è comunione. Ce lo dice chi ci ha creatocon lo stupendo mistero della Trinità. Ce lo dice la nostra stessa natu-

ra, l’uomo infatti da solo non si realizza, è fatto per vivere in relazione.Nella relazione trova l’occasione per ricevere, per completarsi, per cresce-re, per esercitare le virtù che danno valore alla sua vita: la bontà, la pa-zienza, il perdono, la comprensione, la diversità…La relazione non è solo quella della famiglia, ma anche l’amicizia e la co-munità sono realtà fondamentali per il cristiano, realtà che vanno curatee fatte crescere in ogni età della vita.

Nella festa di San Giuseppe il ricordo della visita di Giovanni Paolo II a Rosignano.La Messa nel teatro e l’omaggiofloreale davanti alla targa che ricorda l’evento all’internodello Stabilimento Solvay

Un incontro che ha lasciato il segno

trent’anni trascorsi dallavisita di Giovanni PaoloII a Rosignano e Livornonon hanno offuscato la

memoria di chi quell’eventolo visse da vicino. Nellafesta di S. Giuseppe, il teatroSolvay si è riempito dipersone, nonostante fosseun lunedì mattinalavorativo e con unasemplice celebrazione si èricordato quello storicoviaggio del Pontefice allaSolvay e alla città labronica.Alcune voci hanno datotestimonianza di unincontro che non fu soloquello tra un Papa ed ifedeli cristiani di unterritorio, ma quello di unuomo, che, attraverso lavisita alla fabbrica ricordavail suo passato e incontravaaltri uomini come lui,lavoratori.«Sono uno di voi» disse inquell’occasione, mostrandoa tutti quelle suestraordinarie doti diumanità che ne hannocaratterizzato l’interopontificato.Anche la direttrice attualedella Solvay Michelle Huartche non era presenteall’epoca, ha sottolineatoquesto ricordo di umanità,tramandatole dagli altridirigenti e operai, e,rivolgendosi a tutti i

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lavoratori e alle lorofamiglie, ha invitato adavere uno sguardo di fiducianel futuro dell’azienda, cosìcome aveva fatto il Papa.«Ero la più giovanedipendente delloStabilimento – haraccontato Laura Cervelli –il Papa mangiò accanto ame in mensa, insieme contutti gli altri operai.All’inizio ero emozionata ein soggezione, ma GiovanniPaolo II seppe mettermi amio agio e fu comepranzare accanto ad unamico».«I ricordi di quella giornata– ha sottolineatol’ingegnereSergio Sardano,all’epocadirigente Solvay– sono ancoratalmente vivi,che non misembra possibilesiano passatitanti anni. Fuuna giornatamemorabile,tanto attesa danoi dellafabbrica, ma chefu all’altezzadelleaspettative».Anche Valter Poli, allora eancora oggi progettistatecnico per la Solvay, haricordato quella storicavisita, ringraziando ilSignore per il dono di unuomo come il beatoGiovanni Paolo II.Mentre monsignor PaoloRazzauti, che fu nell’équipeorganizzatrice dell’evento,ha rammentato come ilPapa fosse interessato atutto e chiedessespiegazioni su ogni cosa chegli mostravano, al punto dafar ritardare e slittare tutto il

programma della giornata,che si concluse in piazzadella Repubblica con oltredue ore di ritardo.Nell’omelia monsignorGiusti, che insieme aidirigenti dello Stabilimentodi Rosignano si è fattopromotore dellacelebrazione del XXX dallaVisita, ha parlato delmomento difficile che viveil Paese ed in particolare laprovincia livornesericordando come la crisi siafiglia di una crisi molto piùampia, morale, di valori,dell’etica.Riprendendo le parolepronunciate dal Pontefice

trent’anni fa, il Vescovo haricordato come il lavoro siauno dei diritti fondamentalidell’uomo: «oggi la Chiesavenera Giuseppe diNazareth come “artigiano”,come uomo del lavoro.Proprio lui, Giuseppe, hafatto imparare a Gesù illavoro della sua professione,lo ha incamminato in essa,gli ha insegnato a superarele difficoltà e la resistenzadell’elemento “materiale” ea trarre dalla materiainforme le operedell’artigianato umano. È

lui, Giuseppe di Nazareth,che ha legato una volta persempre il Figlio di Dio allavoro umano. Grazie a lui,lo stesso Cristo appartieneanche al mondo del lavoroe rende testimonianza dellasua altissima dignitàdinanzi agli occhi di Dio».Monsignor Giusti harichiamato il ruolo dellapolitica al servizio del benecomune, mettendo al centrol’uomo e le sue necessitàprimarie. Ha fatto appelloperché la vita sia sempredifesa ed ha invocato ilbeato Giovanni Paolo IIperché interceda per ilterritorio livornese, perchéci siano nuove opportunitàdi lavoro e serenità per lefamiglie. Ed infine, cosìcome aveva fatto ilPontefice, ha invitato a nonaver paura di prendere Gesùsotto il proprio tetto,seguendo l’esempio diGiuseppe: «”Giuseppe,figlio di Davide, non temere

di prendere con teMaria... perché quelche è generato in leiviene dallo SpiritoSanto” (Mt 1,20).Popolo di Dio!Chiesa livornese!Non temere diprendere, insiemecon Giuseppe diNazareth, Maria.Non temere diprendere GesùCristo, il suo Figlio,in tutta la tua vita.Non temere diprenderlo in unafede simile alla fede

di Giuseppe. Non temere diprenderlo sotto i tetti delletue case – così comeGiuseppe ha accolto Gesùsotto il tetto della casanazaretana. Non temere diprendere Cristo nel tuolavoro quotidiano. Nontemere di prenderlo nel tuo“mondo”. Allora questo“mondo” sarà veramente“umano”. Diventerà semprepiù umano. Infatti, soltantoil Dio-Uomo può fare ilnostro “mondo umano”pienamente “umano”».

c.d.

i è aperto solennemente nella splendida basilica di San Lorenzo aFirenze il percorso che condurrà nel maggio del 2013 a celebrare la

prima Settimana Sociale dei cattolici toscani.Erano presenti quasi tutti i vescovi della Toscana all’incontro nel quale sisono dati appuntamento centinaia di cattolici, impegnati in ambito sociopolitico, provenienti da tutte le diocesi toscane.Un incontro che ha sfruttato la scia del percorso virtuoso che ha portatoall’appuntamento nazionale di Reggio Calabria per riproporre, su scalaregionale, il progetto di costruire un’agenda di speranza per la Toscana. Inquesta occasione sono state annunciate le date della prima SettimanaSociale toscana che si svolgerà dal 1 al 5 maggio 2013 e precederà dipochi mesi la prossima Settimana Sociale nazionale che è stataprogrammata per l’autunno del 2013, come ha annunciato monsignorMiglio nella sua relazione introduttiva.Padre Airò, responsabile della pastorale sociale e del lavoro della Toscana,ha presentato questo percorso inedito al termine di una mattinata dipreghiera e riflessione in cui hanno portato il loro originale contributo, oltrea monsignor Miglio, presidente del comitato organizzatore nazionale delleSettimane Sociali, anche il Vescovo delegato della CET per la pastoralespecifica, monsignor Giovanni Santucci e il professor Giuseppe Savagnone,noto intellettuale cattolico.L’incontro si è concluso con l’Eucarestia, presieduta dal cardinale GiuseppeBetori e concelebrata dai Vescovi della Toscana. Nella sua omelial’arcivescovo di Firenze ha invitato i presenti ad un “impegno costruttivoper un volto nuovo della società, più ancorato agli irrinunciabili principi delrispetto della persona umana e della ricerca anzitutto del bene comune”Anche la diocesi di Livorno ha partecipato con una delegazione, guidata dalVescovo Giusti, e composta da una decina di componenti in rappresentanzadegli uffici diocesani interessati e di alcuni esponenti delle aggregazionilaicali.In questo anno che precederà la celebrazione della settimana socialeregionale, anche a Livorno si svolgeranno iniziative di sensibilizzazionefinalizzate a portare un contributo originale e caratteristico della diocesilivornese all’agenda di speranza toscana. Le iniziative già in programmaall’interno del percorso del Progetto Culturale diocesano sembrano delresto già in sintonia con quanto sollecitato dai Vescovi della Toscana. Anchea Livorno sembra ormai urgente un rinnovato protagonismo dei cattoliciimpegnati in politica.

n.s.

SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3DEL FASCICOLO REGIONALE

S

XXXanniversariodella visita diGiovanni Paolo II

Verso un’agenda di speranzaNel maggio del 2013 la primasettimana sociale toscana

Oggi come allora le parole delPontefice risuonanovive dalletestimonianze di chi partecipò allo storicoincontro.L’invocazione al beato GiovanniPaolo II perchéprotegga le famigliedel territorio e portilavoro, dirittofondamentale di ogni uomo

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

LA PARTECIPAZIONEdei livornesi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 marzo 2012II

La parola alla... CARITAS

Un fondo di solidarietàper le famiglie

biettivo: raccogliere100.000 euro (ma sefosse possibileanche molti di più)

per aiutare le famiglie indifficoltà, in particolarequelle famiglie doveentrambi i coniugi hannoperso il lavoro, dove magarici sono anche figli ed unaffitto da pagare.È questo lo scopo del Fondodi solidarietà famiglie elavoro costituito dallaFondazione Caritas diocesanainsieme alla FondazioneCassa di risparmi di Livorno.60.000 euro sono già adisposizione del progetto,donati dalla Fondazionebancaria, mentre il resto delfondo sarà incrementato conle raccolte della Quaresima diCarità, nelle parrocchie dellaDiocesi e con altre donazionida parte di chiunque vorràpartecipare alla raccolta e perquesto è stato creato unconto corrente apposito (inpagina è visibile l’iban ndr).Il Fondo sarà gestito daun’équipe di persone (dellaFondazione Caritas e dellaFondazione Cassa diRisparmi) che valuterà i casi eassegnerà i contributi informa di microcrediti, diborse lavoro, prestiti d’onoreo anche semplicemente dipagamenti di utenze e aiutiin liquidità. Ogni situazionesarà seguita da un tutor cheverificherà l’urgenza, lagestione e l’impiego delcontributo, per fa sì che ci siaun vero e proprioaccompagnamento degliassistiti, che permetta l’uscitada una situazione di povertàe non sia solo un far fronteall’emergenza del momento.Il progetto, che è statopresentato dal vescovo Giusti,insieme con il Presidente della FondazioneCassa di Risparmi LucianoBarsotti e la dottoressa Luisa

Terzi e con la Presidente dellaFondazione Caritas LivornoSuor Raffaella Spiezio,prevede un coinvolgimentoanche delle parrocchie: Lesituazioni di bisogno infattisaranno segnalatedirettamente dai parroci, acui le persone in difficoltà sirivolgeranno. Negli ultimitempi diverse parrocchie sisono già attivatesingolarmente per aiutaremolte famiglie nel bisogno,

in particolare nel sostegno alpagamento delle utenze, diaffitti e altri necessità urgenti.Con il Fondo adesso saràdunque possibile andareincontro anche alleparrocchie stesse, giàimpegnate in prima linea inquesta forma di aiuto. Il progetto – ha spiegato suorRaffaella – non si basa sulsemplice assistenzialismo,ma propone interventi dipromozione ed educazione e

percorsi condivisi di impegnoe responsabilizzazione,perché esso rappresenti unapossibilità di uscita dallacondizione di povertà, donifiducia alle persone e facciatornare la speranza. Ciauguriamo inoltre cheiniziative come questapossano far crescere un’ideaforte di solidarietà, perché incittà chi ha di più possadonare a chi non ha niente».

c.d.

O

rosegue il Corso di formazione alvolontariato “SOS - See Over the

Sea”, organizzato dall’AssociazioneStella Maris di Livorno insieme conla Stella Maris di Piombino, alComitato locale per il Welfare dellaGente di Mare di Livorno e allaFederazione Nazionale Stella Maris,con il contributo del Centro ServiziVolontariato della Toscana. Si trattadi un corso di formazione alvolontariato nel settoredell’accoglienza ai marittimi intransito nei due porti di Livorno ePiombino. Negli incontri svoltifinora, sono state affrontate varietematiche: dopo un’introduzionegenerale sulle motivazioni alvolontariato, ossia i valori chesoggiacciono alla scelta delvolontariato, la dicotomia tracooperare e competere, la relazioned’aiuto e di fiducia tra il volontario el’Altro, si è passati ad approfondire,insieme con Ivan Bruno, Ufficialedella Capitaneria di Porto di Livorno,la gestione degli aspetti di safety esecurity dentro il sistema portuale. Successivamente sono state affrontatenumerose questioni che, a variotitolo, influenzano l’accoglienza deimarittimi, con specifico riguardo allevisite a bordo: dalla normativacontenuta nella Maritime LabourConvention 2006, alle bandiere diconvenienza, dall’ISPS Code alle naviabbandonate. Sono stati poi illustratii servizi che vengono offerti aimarittimi nei Centri Stella Maris, inItalia e nel mondo, che rendonoriconoscibile quella che vienedefinita “La casa lontano da casa”, eche corrispondono ai principalibisogni espressi dai naviganti.Proseguono anche le lezioni dilingua inglese, declinate come“inglese marittimo”, funzionali cioèalle necessità del volontario StellaMaris, che apprende comecomunicare correttamente a bordodelle navi e con i marittimi. Uno degli elementi più significativiemersi dalle prime lezioni del corso(che proseguirà nei prossimi mesi,per concludersi con un evento finaleprevisto a Livorno per il 7 settembre2012) è stato il progressivorinsaldarsi del gruppo deipartecipanti: si tratta di un insieme dipersone con background moltovariegati, ma la curiosità versol’ambiente porto, l’apertura all’Altro,il desiderio di esprimere solidarietànei confronti degli invisibili del marehanno costituito un collante capacedi creare un bel clima di affiatamentoe condivisione.

Per informazioni ASSOCIAZIONESTELLA MARIS Seafarer’s CentreVia Michelangelo 6 (Calata Pisa) -57123 LIVORNO tel +39 0586072379 www.stellamaris.tv/livorno

P

esù si ferma spesso davantiall’infinita distesa di acque. Siattarda sulle rive passeggiando,sosta sulla spiaggia per mangiare,

o raccogliere la folla per parlare da unabarca, osserva i pescatori al lavoro e scegliealcuni di loro come Apostoli. Gran parte della vita di Gesù si svolge sullosfondo del Mare di Tiberiade. È il lago piùgrande della Galilea, un lago pescoso enavigabile che Gesù attraversa più volte. Il mare è un luogo simbolico, è ostacolo,impedimento, barriera. La storia umana ècome intersecata, sbarrata e recintata daquesto mare. Nel vangelo si racconta laspinta inarrestabile, appassionata di Gesùche vuole attraversare questo mare. Ilviaggio di Gesù esige peròl’attraversamento del cuore umano.L’attraversamento del mare, come delcuore dell’uomo è affrontare un vento intempesta. Il mare e il cuore non si lascianoattraversare facilmente, ma il salmo - 107 e89 - dice che Dio domina il mare e letempeste. Gesù calma la tempesta perchél’amore di Dio è più forte del mare e delcuore degli uomini. Non c’è nessun uomoal mondo che possa sentirsi escluso

Gdall’amore di Dio.Gesù cammina sulle acque, mentre idiscepoli sulla barca lottavano contro ilmare, si fa loro incontro e litranquillizza: «Coraggio, sono io, nonabbiate paura».Gesù cammina sul mare, e mette sotto isuoi piedi le avversità, gli ostacoli, iproblemi e tutto quello che ciimpedisce ad andare avanti. Gesù apre ilsuo ed il nostro cuore.

Chi vive sul mare, la scansione del tempo èdata dal lavoro. I giorni scorronopressoché tutti uguali, immersi nei turni enei servizi alla nave ed alla navigazione; ladomenica passa quasi inosservata e ugualeagli altri giorni. L’approdo ad un porto segna una diversitànello scorrere del tempo: il lavoro cambiaperché c’è da seguire lo scarico e il carico,ma è anche l’occasione di mettere i piediin terra, telefonare a casa, vedere qualchefaccia nuova. Così il porto, proprio per la caratteristicadella sosta, può segnare anche il tempodella Quaresima ed il cammino (la rotta)verso la Pasqua.

Continua il corsoper i volontari

SOS -SeeOver the Sea

Ecco l’iban per contribuire al Fondo:IT08H0622013900000000002551

intestato a «Fondo solidarietà famiglie e lavoro»Cassa di Risparmi Lucca Pisa Livorno

APOSTOLATOdel mare

di O.Z.

In rotta verso la PASQUA L’AIUTO AI MARITTIMI NEL TEMPO DELLA QUARESIMA

I volontari della Stella Maris di Livornocercheranno, in questo tem-po, di farsivicino alle navi accostate per portare unsegno di questo percorso quaresimale: unvolantino redatto in inglese, con unariflessione su Gesù e il mare, una preghieraed un percorso quaresimale fatto diimmagini, qualche frase dei vangelidomenicali con un breve pensiero. Alla Comunità della Diocesi chiederei diaccompagnare questo farsi prossimo ed itanti marittimi che toccano il nostro porto,perché non rimangano invisibili edimenticati. Diremo che la Chiesa diLivorno è loro vicina e che li accompagnacon la preghiera.

Don Luciano Cantini, cappellano Operadell’Apostolato del mare

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 marzo 2012 III

L'ASSOCIAZIONE RANDIcompie venti anni di attività/1

Non per risolvere i problemi,ma per accogliere le persone

DI ELENA CERINI

L’associazione Randicompie 20 anni. Èun’associazioneconosciuta sul territorio

livornese, quale è il suo scopoe quali sono gli ambiti diintervento?ALESSANDRA: «Era il 1992,Rebecca, ragazza dominicana,era in stato interessante. Sola, inuna terra straniera di cui stavaconoscendo solo il peggio,incontra Resi Vitali, ostetrica,che poi sarà la fondatricedell’Associazione. Finalmentecapisce che c’è qualcunodisposto ad ascoltarla senzachiedere niente in cambio.Dopo qualche mese Rebeccapartorisce un bellissimobambino a cui dà il nome diRandi.È questo incontro occasionale ilseme della nostra Associazione,a cui appunto abbiamo volutodare il nome di quel bambinoche, provvidenzialmente, hamesso Resi prima, e poi tuttinoi, su un percorso che maiavremmo immaginato o potutoprevedere. Rebecca fece conoscere a Resi leragazze che lavoravano nei barpresso il porto di Livorno. Eranotutte clandestine, senza alcuntipo di tutela. Era necessariotrovare una stanza cherappresentasse un luogo sicurodove poter parlare e affrontare lediverse problematiche che siponevano con frequenzasempre maggiore.Monsignor Ablondi, alloravescovo di Livorno, ci aprì leporte dell’IstitutoS.M.Maddalena, che tutt’oggi ciospita. I primi tempi ci venivamessa a disposizione unastanzetta con un tavolo equalche sedia, poi piano piano,man mano che le esigenzeaumentavano, una stanza perattività varie, il giardino dove ibambini possono giocareancora oggi, unampio salone cheha assunto neltempo lecaratteristiche diun luogoapparentementeinformale chepotremmochiamarebenissimo "ilgiovedì dellaRandi". In questospazio del giovedì,oltre al sostegno concreto, chiviene può godere di qualche oradi tranquillità e ha la possibilitàdi intessere rapporti umaniimportanti.Lo "spazio aperto" consenteanche di dare risposte allenecessità di chi arriva dall’esterocercando di risolvere leemergenze basilari: la mancanzadel lavoro, l’assenza di una casa,l’urgenza di reperire generiprimari, la scarsa conoscenzadella lingua italiana: chiunqueva in un paese straniero sperasempre di trovare qualcuno chelo sostenga.Uno spazio particolare èdedicato alle donne che, vittimedi violenza, maltrattamenti o

abusi di vario tipo, necessitanodi una rete di interventi checontemplano la presa in carico,il sostegno psicologico, la tutelalegale, l’avvio al mercato dellavoro.Tutto nasce comunquedall’esperienza semplicedell’amicizia tra persone chehanno scoperto il piacere distare insieme: questo permette,in maniera naturale, lo scambiodei valori, delle proprie culture,stimola l’approfondimentodelle proprie radici e aiuta arecuperare la propria identitàreciprocamente comunicata eaccolta».

DON FRANCESCO FIORDALISO,UNO DEI SOCI FONDATORI: «Nel1996 nasce l’esigenza dicostituirci in Associazione perpoterci relazionare in modo piùstrutturato con le istituzioni econ tutte quelle realtà con cuinecessariamente entravamo incontatto.In quegli anni, stava emergendoin maniera preoccupante ilfenomeno della tratta per scopisessuali. Le nostre strade sistavano riempiendo di ragazzestraniere schiavizzate e costrettea prostituirsi. I nostri volontaricominciavano a entrare incontatto con alcune di questeragazze e il vescovo Ablondiintuì che era necessarioaffrontare questa nuova realtà.Venimmo a sapere che Livornoera diventata, proprio in queglianni, un punto di smistamentodelle donne provenienti dall’EstEuropeo e un punto diappoggio per quelle provenientidall’Africa. Il Vescovo Alberto

coinvolsel’Associazione Randi, dicui aveva una granstima. Coinvolse ancheme, perché il territoriodella mia parrocchiaera particolarmenteinteressato dallaprostituzione su strada.Così mi scaraventòletteralmente sullastrada enell’AssociazioneRandi. L’esperienza

dell’unità di strada e i contattidell’Associazione Randispinsero la Chiesa locale,mediante l’impegno sia delvescovo Alberto e poi delsuccessore Diego, ad offrire ladisponibilità di una struttura,cioè della nostra prima casad’accoglienza, che fu quella inTorretta. E lì è iniziatal’esperienza della casa diaccoglienza per donne vittimedi violenza. Dopo la casa di Torretta, ilvescovo Diego volle fortementeun’altra casa per l’AssociazioneRandi, anche contro il parere ditanti che lo sconsigliavano diimpegnarsi in una cosa delgenere. Questa scelta lo avrebbe

concretamente messo di fronteal mondo delle clandestine, loavrebbe portato ad avere a chefare con situazioni ai marginidella legalità. Nel corso degli anni si è ancheresa necessaria una sempremaggiore acquisizione dicompetenza sia per permettercidi affrontare le problematichein modo più adeguato, sia peroffrire al Territorio e alleIstituzioni una collaborazione euna lettura competente delleproblematiche. Da qui nascel’iscrizione al Registro primaprovinciale e poi regionale delleAssociazioni e l’iscrizione alRegistro Nazionale delleAssociazioni abilitate adaffrontare il fenomenodell’immigrazione presso ilMinistero del Lavoro e dellePolitiche Sociali. Da diversi anniportiamo avanti progettifinanziati dal Dipartimentodelle Pari Opportunità dellaPresidenza del Consiglio deiMinistri con e per conto dellaProvincia di Livorno, con iComuni di Collesalvetti, diLivorno, Cecina e Bibbona, conla Questura di Livorno,l’Azienda USL 6 e la Diocesi.Collaboriamo a progettiregionali che mettono in rete lediverse Associazioni che sioccupano di immigrazione e diviolenza. Alcuni volontarihanno partecipato a MasterUniversitari sull’immigrazione,l’integrazione e l’intercultura; daqualche anno organizziamocorsi per operatori sociali e delleforze dell’ordine proprio suquesti temi.Quell’incontro occasionale di20 anni fa, però, continua aessere un punto fermo delnostro metodo, una modalità diapproccio che parte sempredall’ascolto e dallaconsapevolezza che prima ditutto, chi entra in relazione connoi è una persona e non unproblema".

L’Associazione rivolgeparticolare attenzione alledonne immigrate vittime diviolenza familiare: come agisceper aiutarle?«L’Associazione - dice donFrancesco - si rivolge a donneimmigrate, non abbiamo maivoluto "specializzarci" in unsettore in quanto riteniamoindispensabile prima di tuttol’attenzione alla persona. Danoi, il Giovedì, stanno nellastessa stanza donne provenientidal Nord Africa e dall’EstEuropa, dall’America Latina edall’Africa sub sahariana; da noisi incontrano donne che hannomarito e figli in Italia e donneche dormono in una stanzainsieme ad altre immigratevittime dello sfruttamento delmercato nero degliappartamenti. Puoi trovare allo

stesso tavolino, a parlare, unaragazza che è fuggita dal Nightdove lavorava come ballerina euna donna che lavora comebadante presso degli anziani. Inquella stanza ci sono centinaiadi storie, ma per noi ci sonosolo persone e tutti sannodell’altra solo quello che l’altraha voglia di raccontare. In questi20 anni abbiamo incontratomigliaia di storie, alcunemeravigliose, altre tragiche,alcune davvero buffe, altre da faraccapponare la pelle. Noicontinuiamo a non voler avereun metodo e delle soluzioni,noi crediamo nella relazione,nel farci accanto, nell’ascoltare,non nel giudicare, ma nel farsentire amata l’altra.Rispettiamo le loro tradizioni eculture. Per questo, ogni tanto,organizziamo feste e cenemultietniche, proprio per farcapire a queste donne che leloro radici sono importanti enon solo noi le rispettiamo, male vogliamo valorizzare. Èevidente chedall’ascoltonascel’intervento, maspessol’interventonasce e sisviluppa inmaniera quasinaturale, spessoinaspettata:una donna diceche ha unastanza libera inappartamentoper una ragazzache qualcheminuto primastava piangendo perché buttatain strada dai datori di lavoro;una ragazza si offre di tenere ibambini di una donna disperatache ha trovato lavoro ma nonpuò portarli con sé; qualcunoha sentito di un lavoro, qualcunaltro di una casa, e poi ladistribuzione dei vestiti, deigiocattoli. Poi c’è la rete che inquesti anni siamo riusciti adorganizzare per lavoro,alfabetizzazione, messa inregola dei documenti, contatticon i paesi di origine, sostegnolegale e psicologico.Più articolato e delicato è poi ilsostegno alle vittime dellaviolenza, di ogni tipo diviolenza, ma comunque ilmodo di affrontare la questioneè sempre quello di 20 anni fa:"tu sei importante per me!".Riguardo alla violenza neabbiamo viste davvero di tutti icolori e proprio quando pensidi averle viste tutte si apronosituazioni nuove, il nostrosegreto è non abituarci,meravigliandoci, indignandoci esentendoci coinvolti sempreogni volta che una donnasubisce violenza».

(...continua)

Tutto nascedall’esperienzasemplicedell’amicizia trapersone chehanno scopertoil piaceredi stare insieme

L’associazione Randicompie 20 anni:

Alessandra Fierli e donFrancesco Fiordaliso ci

raccontano la loroesperienza, cercando

di farci capirel’importanza del loro

operato, la forza che lispinge «anche contro

corrente» adimpegnarsi per chi, in

un paese straniero, si trova solo e molte

volte finisce per essere sfruttato

Nadia Dahani (13 anni, del Maroc-co):È da quando sono piccola che vengoalla Randi mi piace tanto venire per-ché sto insieme a tante persone sim-patiche, faccio nuove conoscenze. Mipiace molto anche giocare con i bam-bini piccoli.

Sumia (mamma di Nadia, del Ma-rocco):Quando vivevo a Firenze ed ero incin-ta di Asia venivo alla Randi in occasio-ne di cene o feste; poi ci siamo trasfe-riti a Livorno e la Randi è diventato unluogo quotidiano. Il giovedì vengoqui per incontrare i connazionali estare insieme. Inoltre io ho un legamedi sangue con la Randi perché Resi miha fatto partorire Raian.

Leila:Quando finisco il lavoro, vengo qui apassare del tempo e a divertirmi. E poiqui sono tutti molto gentili...io peresempio ho già cenato e quando tor-no a casa sono pronta.

Olli (Romania):Sono venuta alla Randi la prima voltaun anno fa tramite un’amica che co-nosceva Suor Monica. Ho visto chequi la gente era buona e si divertiva equesto era importante; soprattutto ibambini si divertivano e c’erano dolci.Ero spaventata e preoccupata, in unpaese diverso...fra tanta gente diversati senti come se tutti ti stessero guar-dando o che stai sbagliando qualcosa.Ho frequentato delle lezioni di linguaitaliana che sono state utili per il lavo-ro. Ma soprattutto ho ricevuto moltoaiuto per Andrea [suo figlio] e per isuoi problemi; Resi mi ha aiutatomolto con gli ospedali e soprattuttomi diceva sempre che ero una mam-ma troppo apprensiva.

Valbona (Albanese)Queste sono parole di ringraziamen-to, di lacrime, di gioia da dedicare aqueste donne che danno anima e sa-crificio. Sono passati tre anni daquando mi sono salvata dalla malavi-ta. Ho cominciato ad amare la vita enon più la morte, ho cominciato a vi-vere con dignità, accanto a loro hotrovato la forza, il sorriso, la voglia di

vivere, la vo-glia di pen-sare ad undomani, adun futuro.Grazie peraver rischia-to tante vol-te la vostravita per noi,grazie per iltempo checi dedicate,per il vostroaffetto, perle vostre at-t e n z i o n i ,grazie per

tutte le volte che lasciate le vostre fa-miglie per correre da noi pure di not-te, ogni momento, grazie per le vostrepreoccupazioni, grazie perché in que-sto Paese piccolo ci sono persone conil cuore grande, che lavorano in silen-zio, grazie perché ci fate sentire a casa,già! Questa è la nostra casa e lo saràper sempre, grazie Randi.

Linda (volontaria)Questo è il materiale raccolto in unodei nostri Giovedì alla Maddalena.Purtroppo non è molto ma è comun-que utile.È che non è facile approcciare le per-sone quando in qualche modo si sfio-ra il loro intimo...Comunque per me rileggere queste ri-ghe è stato piacevole e mi sono trova-ta a pensare alle mie sensazioni quan-do ho iniziato a frequentare il centroe poi la casa...La spontaneità e l’ironia nell’affronta-re la complessità del vissuto e dei vis-suti sono di sicuro le cose che ho ap-prezzato subito e di più, e un’altra co-sa che mi piace è la concreta capacitàdi agire dal punto di vista pratico.Fondamentalmente e molto semplice-mente quando cammino per strada,di ritorno dalla Maddelena verso casa,mi sento serena e cosciente.

E.C.

I pensieri di chifrequenta la RANDI

CI SENTIAMOA CASA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 marzo 2012IV

VENERDÌ 23 MARZO18.15 in seminario, Lectio Divina per iseminaristi e i giovani della diocesi21.00 il Vescovo presiede la Via crucis

per i martiri missio-nari nella chiesa diSant’Andrea Aposto-lo

SABATO 24 MARZO9.30 inaugurazionedella sede del corpodi soccorso dell’ordi-ne di Malta in via Fa-giuoli11.00 S.Messa perSan Disma al San-tuario di Montenero

DOMENICA 25 MARZO11.00 in occasione della visita pastora-le al I vicariato, S. Messa alla chiesa diSan Benedetto16.00 a Pontedera, incontro con i ge-nitori sull’ “emergenza educativa”

LUNEDÌ 26 MARZO12.00 in prefettura, saluto al prefettoDomenico Mannino18.00 ai Salesiani, S. Messa per gli in-segnanti ed i dirigenti scolastici (vedilocandina in pagina)

MARTEDÌ 27 MARZONella mattina, udienze de i sacerdotiin vescovado17.00 nell’ambito della visita pastora-le al I vicariato, incontro con le comu-nità religiose della parrocchia di SantaCaterina18.00 nell’ambito della visita pastora-le al I vicariato, S. Messa alla chiesa diSanta Caterina

MERCOLEDÌ 28 MARZO8.30 S. Messa allo stabilimento ENI aStagno10.00 alla parrocchia di San Luca a Sta-gno, incontro con il sindaco di Colle-salvetti Lorenzo Bacci11.00 in vescovado, incontro con l’é-quipe del seminario

GIOVEDÌ 29 MARZO10.00 visita e benedizione pasquale al-l’ATL11.00 S. Messa precetto pasquale dellaGuardia di Finanza in cattedrale

VENERDÌ 30 MARZONella mattina, udienze laici in vesco-vado12.00 Benedizione pasquale in Que-stura e S. Messa precetto pasquale del-la Polizia alla chiesa della Purificazio-ne21.15 via crucis per il I, II, III e IV vica-riato nel quartiere di Venezia guidatadal Vescovo con partenza dalla chiesadella Purificazione

SABATO 31 MARZO10.00 in vescovado, ritiro dei cattoliciimpegnati in politica

DOMENICA 1 APRILE10.30 S. Messa delle palme in cattedra-le15.00 Giornata diocesana dei giovanie ammissione agli ordini sacri di Si-mone Barbieri alla chiesa di San Mat-teo (vedi pagg.6 e 8)

Agenda del VESCOVO

I viaggi di PHARUS

re 06,00 partenza dai punti stabiliti per Cortona. All’arrivo, tempo li-bero a disposizione per la visita a piedi dell’antico borgo di Cortona.

La cittadina ha conservato meravigliosamente l’aspetto e la struttura dellacittà medievale assieme a pregevoli architetture rinascimentali. Il centrocittadino nella suggestiva Piazza della Repubblica, è fiancheggiato dal

duecentesco Palazzo Comunalee a pochi passi dal Museo del-l’Accademia Etrusca si trova ilDuomo, eretto sui resti dell’anti-ca Pieve Romanica di Santa Ma-ria. Visita del Santuario di SantaMargherita. Il Santuario sorgenella parte alta della collina diCortona, in una incantevole po-sizione, ed è dedicato alla figuradi S. Margherita, patrona dellacittadina. Santa Messa. Pranzo.Nel pomeriggio proseguimentoper il lago Trasimeno e visita delcentro storico di Castiglione delLago, piccolo borgo di origine

etrusca. Qui normalmente, nel giorno di Pasquetta, viene organizzatauna fiera del fiore con esposizioni di diverse specie. Tempo a disposizio-ne e al termine partenza per il rientro a Livorno con arrivo previsto in se-rata.

QUOTA EURO 60,00 - min. 35 partecipanti

La quota comprende: bus - pranzo con bevande - accompagnatore e assicu-razione La quota non comprende: mance - extra in genere

ISCRIZIONI E SALDO ENTRO IL 25 MARZO Per informazioni e prenotazioni : 336 535354

O

BREVI DALLA DIOCESISan DismaSABATO 24 MARZO Al Santuario di Montenero, Festa di San Disma, pro-tettore dei carcerati dei prigionieri e dei condannatia morte.Alle 11.00 presso il Santuario si celebrerà una funzio-ne religiosa per ricordare il santo protettore.Saranno presenti le autorità civili e religiose e unarappresentanza di carcerati.La cerimonia sarà trasmessa in diretta da Telegran-ducato

Ritiro DiaconiSABATO 24 MARZO ALLE 15.00Presso la cappella del seminario, ritiro dei diaconidella diocesi per una mezza giornata di preghiera in-tensa e silenziosa

OAS25 MARZO 2012 ALLE 15.45Alla chiesa della Ss.ma Annunziata dei Greci allaLeccia-Scopaia incontro sulla Corresponsabilità tramaschile e femminile organizzato dall’OAS.

Apostolato della preghieraLUNEDÌ 26 MARZO ALLE 9.00Ritiro di Quaresima alla parrocchia di S.E. Seton se-condo il seguente programma: Lodi, Meditazione, S.Messa, pausa pranzo, Via Crucis con meditazionespontanea dei partecipanti

Giornata Mondiale della GioventùDOMENICA 1 APRILE ALLE 15.00Alla chiesa di San Matteo, giornata mondiale dellagioventù ed ammissione agli ordini sacri di SimoneBarbieri (vedi pag.6)

Cortona e Castiglione del lago

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Benedetto XVI - Testimoni del messaggio cri-stiano - Ed. Mondadori, pp.156, euro 16,00

Uomini "in cammino" sono quelli che ilPontefice presenta in questi interventi: sonopersonaggi che hanno trasmesso e affermatocon forza il messaggio cristiano attraverso gliscritti e la testimonianza della loro vita. Sonotrenta ritratti di autori la cui profondità dipensiero e la grandezza del loro credo risuo-nano ancora ai nostri giorni. "Maestri dellafede" che con le loro parole hanno segnatol’evoluzione della teologia cristiana, e se-guendo le loro riflessioni, siamo condotti alcuore delle Scritture. Benedetto XVI si soffer-ma tra le altre, sulla figura di Agostino d’Ip-pona, che come spesso dice, è la continuafonte d’ispirazione per il suo pensiero: la tor-mentata vicenda interiore del santo è parago-nabile al travaglio dell’uomo contempora-neo, che fatica a credere, sperare, amare. ConGiovanni Climaco, suggerisce invece il cam-mino lungo la Scala del Paradiso, un itinera-rio per avvicinarsi a Dio: trenta gradini, unasalita certo difficile, ma alla portata dei fedeli.Con Cirillo e Metodio ci invita a riscoprire ilcoraggio dell’annuncio evangelici che ha ca-ratterizzato la loro vita. Modelli ai quali pos-siamo ispirarci e che rischiarano il camminospirituale .

ome ogni anno, iniziano i preparativi perAmichiamoci 2012, la manifestazione che

per 3 settimane anima il mese di settembredi ragazzi e giovani di diverse parrocchie erealtà della nostra diocesi. A quelle dellascorsa edizione, si è già aggiunta laparrocchia di San Luca e il gruppo delCantiere Giovani. Ma lo staff vuole lanciarel’invito a tutte le realtà e parrocchie chevolessero condividere un momento di giocoe preghiera comunitaria. I requisiti?solo uno:due persone con la voglia di mettersi alservizio della loro comunità e che entrino afar parte dello staff in modo attivo. Perqualunque informazione potete scrivereuna email a [email protected] ocontattare uno dei referenti parrocchiali chetrovate sul sito http://www.amichiamoci.it/.Ci sono un sacco di cose da fare e il tempo èpoco e...è più bello insieme!

Lo staff di Amichiamoci

C

AMICHIAMOCI 2012

gni quindici giorni, in onda suTelegranducato il contenitore con le notizie

della Diocesi di Livorno:

Sabato alle 14.15 e alle 21.05Domenica alle 10.15 e alle 00.20Lunedì alle 20.15Martedì alle 17.20

O

Gli orari di Chiesa informa

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 marzo 2012 V

Eucaristia èl’azionemissionaria pereccellenza, perché

contiene ed esprime in se stessa lamissione totale di Cristo e dellaChiesa. La sua radice missionariaè contenuta nel comando delSignore: Fate questo in memoriadi me (Lc 22, 19), e nelladestinazione universale del suosangue sparso per tutti inremissione dei peccati (cfr. Mt26, 28). Il popolo di Dio, con lacelebrazione dell’Eucaristia, entrain comunione con il suo Signoreed è coinvolto con luinell’impegno della salvezzauniversale. La celebrazioneeucaristica deve accogliere eriflettere questa caricamissionaria con un rinnovamentoautentico non solo dei riti, madell’amore che in Cristo ècelebrato» .

Si ricordi sempre bene cheprima di essere un rito,l’Eucaristia è un’esperienza checoinvolge tutta la vita delcredente e della comunitàcristiana. Compito di ognicomunità cristiana è garantire,per quanto possibile, questaesperienza per tutti epermettere a ciascuno ditrovare in essa il cibonecessario per quel giorno eper quella settimana.L’orizzonte di fondo chel’Eucaristia vissuta ci consegnaè quello missionario.L’Eucaristia ci inserisce nellacarità di Cristo che si è offertoal Padre per la remissione deipeccati e per liberare il mondodal male dell’egoismo edell’emarginazione.Dall’eucarestia quindi lamissione per dare un voltonuovo della parrocchia.È a partire quindi da questoorizzonte di fondo che vannorivisitati i tre ambiti pastorali"classici" della catechesi,liturgia e carità per un realerinnovamento della pastorale.

L’ANNUNCIO DELLA BUONANOVELLA DI CRISTO RADUNA I FEDELI

Promuovere l’IniziazioneCristiana dei molti adulti -giovani non battezzati e deibambini battezzati ma i qualidevono completare ilcammino iniziatico. Latrasmissione della fede è unavvenimento ecclesiale, dellafamiglia in primo luogo qualechiesa domestica, dellacomunità parrocchiale qualepopolo radunato dal Signore. Pertanto si dovrà promuoverela:• Formazione globale in ungruppo catecumenale o di tipocatecumenale (se trattasi dibambini già battezzati),incentrata sulla logicainiziatica della Traditio-Redditio. Per cui si riceve dallaChiesa (Traditio) attraverso igenitori, la Comunitàparrocchiale, il gruppo, siridona al mondo e alla Chiesa

’L«(Redditio) con latestimonianza personale e digruppo.• Educazione graduale a unapartecipazione all’Eucaristiadomenicale, appuntamentofondamentale della vita dellacomunità.

Sostenere e promuovere lacatechesi degli adulti,coinvolgendo soprattutto lefamiglie nelle catechesifamiliari, per riattivare ilcircolo virtuosodell’educazione alla fede.

Curare la formazione deicatechisti, il cui ministero ha lasua fonte e il suo modellonell’Eucaristia e la suacentralità nella Parola di Dioconosciuta, amata, meditataquotidianamente. Pertanto: • Si propone che il catechistamediti quotidianamente leScritture aiutatoeventualmente da qualchesussidio.• Si invitano i catechisti allapartecipazione quotidianadell’Eucaristia

LA PAROLA È LA SORGENTENATIVA DELLA PARROCCHIA,L’EUCARESTIA NE ÈIL CENTRO E CULMINE

Educazione alla preghiera Perché il celebrare sia autenticaesperienza di preghiera,occorre mettere maggioreattenzione alla educazione allapreghiera come prologonecessario perché anche lacatechesi liturgica possarespirare pienamente l’azionesempre presente dello SpiritoSanto che opera nei segniliturgici, così come è Eglistesso anima della preghiera.Andrà posta particolareattenzione alla catechesiliturgica: è almeno dai tempidella riforma liturgica che unavera e propria catechesi sullaliturgia, ampia e organica, nonè più esperienza diffusa nellenostre comunità. E non sitratta soltanto di insegnarecome si fa la liturgia, ma checosa è e quale è il suo più veroe autentico significato. Pertanto: • A questo proposito occorreràpromuovere itinerari diformazione per la costituzionein tutte le parrocchie delGruppo Liturgico, con ilcompito prioritario di far"funzionare" al meglio leassemblee celebranti, per nonrischiare di ridurre la liturgia aritualismo senza anima e perevitare di dare consistenza alritualismo attraverso una"girandola di invenzioni" cheben poco hanno a che fare con

la liturgia della Chiesa.• Sarebbe utile ripercorrere agrandi linee lo snodarsi dellacelebrazione eucaristica ecogliere come nello stessosvolgimento del rito siesplicitano le diverseministerialità presenti nellaChiesa: il ministero ordinato,il ministero istituito e ilministero di fatto

Promuovere l’educazione liturgicadei fanciulli e dei ragazziL’anno liturgico è il primoitinerario da valorizzare,perché quello comune a tuttoil popolo di Dio, scanditodalla domenica, giorno delSignore.Pertanto: • Educazione al linguaggioliturgico attraverso lavalorizzazione dei segni,specie nelle assembleeliturgiche dove la loropresenza è prevalente. • Insieme al messale e allezionario per le celebrazionicon i fanciulli e i ragazzi, sifaccia uso del direttorio.

La celebrazione eucaristicadomenicale e feriale e il "servizio"all’EucaristiaÈ stata più volte sottolineatadai Vescovi l’importanza dinon moltiplicare oltre il giustoil numero delle Messedomenicali sia per evitare uneccessivo frazionamento dellacomunità, sia per nonassorbire tutto il tempo e leenergie dei sacerdoti.

• Si tratta allora di ispirarsi aqueste motivazioni perrivedere il numero delle nostrecelebrazioni. • Sottolineare poi la cura dariservare alle messe dei giorniferiali, attraverso una breveomelia, almeno tempi forti, ela preghiera dei fedeli• Si potrebbe favorire lapartecipazione dei giovanialmeno ad una messa ferialeriservando particolareattenzione alla loro sensibilitàe sollecitando il lorocoinvolgimento nellapreparazione enell’animazione dellacelebrazione. Nel contesto diquesta proposta sarebbeimportante dare rilievo alladimensione vocazionale.

LA CARITÀ EFFUSA NEI NOSTRICUORI DALLO SPIRITO SANTO,FA LA PARROCCHIA-COMUNITÀ

La celebrazione eucaristica èper la vita del mondo. Il Panecondiviso nella celebrazioneeucaristica deve tradursi nelpane condiviso con i poveridel mondo, qualunque sia lanatura della loro povertà. Lascelta di ripartire dagli ultimi

vuole essere sempre presentenelle nostre scelte pastorali.La celebrazione dell’eucaristiamanifesterà tutta la suaricchezza quando si attiveràuna circolarità virtuosa tra ritoe vita. La vita, la nostra incomunione con quella delSignore Gesù, è lo spazio dalquale emerge e nel quale siradica l’azione liturgica ed ilcontenuto della celebrazione.Il rito orienta ed indirizza lavita verso quell’oltre che ilSignore mostra come possibilequi ed ora, per ciascuno di noi.

Occorre valorizzare i tempiforti, quali l’Avvento e laQuaresima, anche grazie allepreziose indicazioni offertedalla Caritas Diocesana supercorsi di condivisione e disolidarietà. Lemicrorealizzazioni, propostedalla Caritas Diocesana, oltreal valore di iniziative cheraccontano l’unico volto dellanostra chiesa impegnata inprogetti condivisi, sono segnisignificativi per la loro naturadi proposte verificabili econcrete. Accanto al livellodiocesano, si propone semprel’individuazione dimicroprogetti legati alterritorio sui quali fare lacolletta e coinvolgere, in modie forme diverse tutte lecomponenti del popolo diDio.

Tutti i momenti dellacelebrazione eucaristica sonopermeabili dalla carità: • l’atto penitenziale è il luogonel quale chiedere perdonoper i mali del nostro mondo,dei nostri territori e dellanostra vita.• le intenzioni di preghierasono il momento nel qualeamplificare al Signore i gridispesso soffocati dei poveri. • la presentazione dei doni èlo spazio nel quale faremergere la vita dellacomunità che celebra. Occorreimpegnarci per valorizzare ilsegno della colletta durante laMessa. Potremmo coinvolgerel’assemblea con delle raccoltemirate (una situazione dibisogno, generi alimentari perle mense una volta al mese…)sempre invitando i credenti anon dimenticarsi dei poverinella loro vita quotidiana. • il momento del congedo è ilmomento nel quale lacomunità si assume gliimpegni missionari ditestimonianza del Vangelodella Carità.

La comunità parrocchialepotrebbe individuareun’attenzione annuale di caritàcon la quale abitare lacelebrazione dell’eucaristia(nuovi stili di vita, mondialità,educazione al servizio,educazione alla pace, anziani,giovani, diversamente abili…),e con la quale intrecciare ilcammino di tutto l’annopastorale.

IL SECONDO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/2.........

Dall’Eucarestia alla missione

Continua la presentazione del progettoeducativo diocesano con la lettura delle lineeorientative del secondo ambito d’intervento

EDU

CATI

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ida

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 marzo 2012VI

La domenica delle PALME

Il cammino percorsoLa giornata mondiale della gioventùe l’ammissione agli ordini sacri di Simone

lzi la mano chi ognigiorno non è afflitto dai

dubbi!I dubbi, ci accompagnano,sono di ogni genere e tipo ealle volte lasciano delledomande in sospeso;domande che si sono posti icatechisti della nostra diocesinei mesi scorsi durante gliincontri vicariali e che hannoesposto al convegnocatechistico dei giorni scorsia don Gianfranco Calabrese.Nella conclusione dellaseconda tappa del camminoche l’ufficio catechisticodiocesano ha proposto, allaquale un buon numero dipersone ha risposto, donCalabrese ha cercato ditematizzare il "dubbio"affrontandolo sia dal puntodi vista biblico, sia dal puntodi vista della vita concreta.Non è stata fornita unaricetta speciale o una

soluzione al problema ma èstato più volte sottolineatoche il dubbio è necessario perstimolare la ricerca, percercare di capire e non deve

rimanere una cosa a sé stante.Soltanto attuando questopiccolo passaggio è possibileottenere delle piccole rispostee degli spunti che possano far

riflettere sull’essere catechistie fare catechismo.La presenza di don Calabreseha permesso anche di aprireuna piccola parentesi almomento di riflessione, conun momento "dolce" duranteil quale è stato festeggiatocon una torta a forma dipunto interrogativo, il suocompleanno.Non tutti i dubbi dunquevengono per nuocere!Il cammino dell’ufficio perònon si esaurisce, questo è soloil termine di una tappa: èprevista infatti una gita aMonte Oliveto Maggiore il 25aprile, un’occasione ancoraper stare insieme econdividere il percorso contutti i catechisti. (Per informazioni rivolgersi aPharus Viaggi o scrivere [email protected]).

m.b.

A

hi era Elisabeth Ann Seton? Chinon conoscesse ancora la storia di

questa Santa, di questa Santa Madre, acui è dedicata la Chiesa di PiazzaLavagna, può avere una rispostaleggendo il volume che, grazieall’attenzione e alla solerzia delparroco, don Gino Franchi, è statorecentemente tradotto e pubblicato. Sitratta di “Grazia e coraggio”, scritto daAnne T.Flood, laureata in lettere,dell’ordine, fondato dalla Seton, delleSuore della Carità, di Mount SaintVincent a Reverdale - New York.Il volume reca anche un significativosottotitolo: “La vena poetica degliscritti di Elisabeth Seton”, sì perché loscopo di questo agile libretto è quellodi rivelare la sua inclinazione poetica,una costante della sua vita, che partedai diari dell’infanzia fino allamaturità e alle sue ultime lettereinviate prima della prematurascomparsa avvenuta a soli 47 anni.L’autrice è riuscita a mettere in formapoetica gli scritti della Santa riuscendoa creare dei canti di una dirompenteforza spirituale che partono dalleemozioni scaturite dal cuore inquietoe tumultuoso della Santa. Il volume siavvale della scrupolosa e precisatraduzione di Lara Bellagotti e leillustrazioni riproducono le operepittoriche di Paolo Maiani cheabbelliscono le pareti della chiesa. C’èancora naturalmente “la grande vela”,ma c’è un nuovo dipinto in cui si notala struggente armonia che l’artista hacercato di far rifulgere nella scenadella scuola-famiglia, centrata sullafigura della Seton: Maestra e Madre.Un altro dipinto ci mostra ilcoinvolgimento estatico di AntonioFilicchi e di Elisabeth Seton, davantial tabernacolo, la cui luminositàdimostra la presenza di Dio Vero.Infatti è stato proprio il dogma di fedecattolica della presenza reale di Cristonell’eucarestia a farla abbandonare laChiesa episcopale in cui era cresciutaper convertirsi a quella cattolica. Macome potremmo comprendere oggi la“grazia e il coraggio” della sua vita? E’la stessa autrice a darcene la risposta,sia nelle prime pagine del libro sianella post-fazione, questa grazia ecoraggio -ci dice- deriva da unacoscienza mistica, una forza mistica,perché la coscienza di Dio e dellasantità sono state un elementoricorrente che hanno illuminato eguidato la Santa durante tutta la suavita, sia nel conforto che nelladesolazione. Sono tanti i brani poetici checolpiscono il lettore per il loro acume,a 16 anni scriveva: “Non riesconeanche a capire / come un individuopossa essere nemico di un altro”,durante la malattia del suo adoratomarito William diceva “E’ mio fermoprincipio / sia come cristiana / checome creatura pensante / nonindugiare mai / su pensieri di eventifuturi / che non dipendono da me …Perciò, anima mia, / sono divenutauna che rivolge lo sguardo al cielo /che certamente è / l’unico rimedio /per la mia definizione / di tristezza”.Nel viaggio “della speranza” versol’Italia scriveva: “Non mi guardo maiindietro / né davanti / solo verso l’alto/ là è il mio riposo / e non desideroaltro”. Chi è che per la morte di unapersona cara e amata non ha avuto unmomento di smarrimento? Pensoperciò che tutti ci possiamo sentirevicini alla Seton quando scrive questeparole per la morte della cognataRebecca: “colui che indaga il cuore / econosce la fonte / di ogni reconditoaffetto / solo Lui sa / cosa pensi inquel momento”.

Gianni Giovangiacomo

C

Grazia e coraggio

L’incontro con don Gianfranco

Calabrese per cercaredi trovare una

soluzione ai dubbi dei nostri catechisti

Non tutti i dubbivengono per nuocere

iamo ormai alleporte dellaSettimana Santa ecome ogni anno,

la domenica dellePalme è dedicata allagiornata mondiale dellagioventù: momento diincontro per tutti igiovani della Diocesi.Alla luce anche dellegiornate condivise lascorsa estate durante laGMG di Madrid, lapastorale giovanile hapensato di continuarel’esperienza vissutaproprio con unagiornata dal titolo "Ilcammino percorso" eper capire meglio in checosa consiste ci siamofatti aiutare da donFabio Menicagli.

COME NASCEL’IDEA DEL“CAMMINOPERCORSO”?«All’inizio dellaQuaresima, abbiamoinvitato tutti i ragazzi egiovani della nostraDiocesi appartenenti aigruppi giovaniliparrocchiali e alleassociazioni, apartecipare ad unincontro.Durante questomomento abbiamoloro proposto di

Smescolarsi e lavorareinsieme creando deigemellaggi edattivando dei laboratoriper capire edapprofondire ilcammino e la relazionedi ciascun uomo inprimis verso l’altro epoi con Dio».

COME SI SVOLGERÀ LA GIORNATA?«A differenza degli anniscorsi, non cisposteremo per le viedella città ma resteremoin un unico esignificativo luogo.Il ritrovo è alle 15.00 allaparrocchia di San Matteo

dove ci sarà la "messa incomune" dei laboratoridei sei gemellaggi che sisono creati tra i gruppiparrocchiali ed Agesci acui seguirannomomenti di gioco e disvago.Nella seconda parte delpomeriggio, è previsto

una sorta di "talk show"con Simone Barbieri, ilseminarista che riceveràl’ammissione agli ordinisacri la sera stessa.L’idea scaturisce dallavolontà di trasmettereattraverso questatestimonianza, ilcammino e l’ incontroche Simone ha fatto conDio; una vocazione nataproprio nella parrocchiadi S.Matteo, dove ècresciuto insieme con lasua famiglia e ha iniziatola sua avventura».

CHE COSA VUOIDIRE AIGIOVANI CHECI LEGGONO?«Questo è unappuntamentomolto bello,non solo peraccompagnare,un amico, ungiovane comenoi nel suocammino versoDio; è unmomento dicondivisione,di confrontoche vuolecondurre tuttinoi ad esserparte di unasola cosa, laDiocesi».

Martina Bongini

imone Barbieri è nato a Livorno il 31 marzo1984, secondo di due fratelli (il primo, don

Valerio, presbitero della nostra diocesi si trova aGerusalemme per lo studio della SacraScrittura). Il padre, Stefano, e la madre, Bruna,sono entrambi livornesi. Simone si è diplomatoin flauto traverso nel 2004 presso l’IstitutoMusicale "P. Mascagni" e, sempre nel medesimoistituto, ha conseguito la laurea in disciplinemusicali nel 2007 e successivamente lavoratoper tre anni in qualità di assistente all’attività diproduzione. La prima parte della sua vita nellaChiesa livornese l’ha vissuta nella Parrocchia diSan Matteo, nella quale domanderà domenica1° aprile al Vescovo l’ammissione agli ordinisacri. La sua passione per la musica sacra lo hapoi condotto per numerosi anni fino ad oggi aservire per mezzo della musica la Cattedrale e laDiocesi. Attualmente frequenta il III anno diTeologia presso l’Istituto "E. Bartoletti" diCamaiore e svolge il suo servizio pastoralepresso la parrocchia di San Sebastiano

S

CONOSCIAMO MEGLIOSimone Barbieri

Un volume sulla Santa Seton

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 marzo 2012 VII

Un esempio di lotta alla crisi

DI FABIO FIGARA

esistono e addiritturacercano di vivere inun’ottica di costantemiglioramento, come

nel caso dell’officinameccanica autorizzata Iveco“Fratelli Santucci” di Stagno.Il suo fondatore, GiulianoSantucci, inizia a lavorarecome aiutante e poi comeapprendista in un’Officinadell’Alfa Romeo sita in zona S.Marco sin dall’età di diecianni. Si specializza negli annisu vari tipi di veicoli, inprevalenza ALFA, LANCIA,BREDA, ISOTTA FRASCHINI,BIANCHI, OM e FIAT. Dopo laleva militare si trasferisce conla famiglia a Stagno, vicinoalla località “Biscottino” dove,dentro un fondo di circa 20metri quadrati, inizia l’attivitàin proprio di meccanico per levarie tipologie di automezzisu cui aveva avuto modo diimparare negli anniprecedenti. Presto coinvolge ilfratello Alfredo, già espertonella riparazione dellemacchine agricole e nellalavorazione della carpenteriain ferro. Il lavoro aumenta ecostruiscono un primocapannone. Finalmente, nel1976 riescono ad ottenere ilcartello FIAT VEICOLIINDUSTRIALI, per poidivenire officina autorizzataIVECO (Industrial VEhiclesCOrporation) una voltaavvenuta la fusione di cinquestoriche aziende europee sortealla fine del XIX secolo: lastessa Fiat Veicoli Industrialidi Torino, l’O.M. di Brescia, laLancia VeicoliSpeciali diBolzano, lafrancese U.N.I.C. ela tedesca Magirus-Deutz. Ed oggi, in qualitàrispettivamente dipresidente e divice-presidentedella Società“Fratelli Santucci”,Giuliano e Alfredoaiutano i figli nelproseguire l’operada loro tracciata inanni di sacrifici,raggiungendo altritraguardi, primofra tutti lacostruzione di unnuovo capannone inauguratola scorsa estate. Ma con la crisi attuale, comecontinuano ad affrontare unperiodo così difficile? Conquali aspettative e con qualialternative? «Negli ultimi dieci anni –spiega Carlo Santucci,amministratore delegato euno dei figli di Giuliano -abbiamo vissuto un repentinocambiamento nella modalitàdi comunicazione e delladomanda di informazione eformazione. Normativesempre più stringenti,strumentazioni di bordotecnologiche ed articolate,strumenti di controllocomplessi come il TachigrafoDigitale o il Sistema ditracciabilità dei rifiuti (Sistri).Oltre a questi cambiamenti, èandata delineandosi unarichiesta da parte dei clienti dimaggiore attenzione eprofessionalità, e un serviziomaggiormente dedicato alleproprie esigenze: questaattenzione ci ha costretti a farepolitiche di investimentoimportanti, oltre a portarci acreare un gruppo di personemotivate e professionalmente

R

competenti.»«Negli ultimidieci anni – spiega CarloSantucci, amministratoredelegato e uno dei figli diGiuliano - abbiamo vissuto unrepentino cambiamento nellamodalità di comunicazione edella domanda diinformazione e formazione.Normative sempre piùstringenti, strumentazioni dibordo tecnologiche edarticolate, strumenti dicontrollo complessi come ilTachigrafo Digitale o ilSistema di tracciabilità deirifiuti (Sistri). Oltre a questicambiamenti, è andatadelineandosi una richiesta daparte dei clienti di maggioreattenzione e professionalità, eun servizio maggiormentededicato alle proprie esigenze:questa attenzione ci hacostretti a fare politiche diinvestimento importanti, oltrea portarci a creare un gruppodi persone motivate eprofessionalmentecompetenti.»L’approccio da tenere – emantenere - è quindi su duefronti: esterno, nei confrontidi una clientela moltoesigente e ormai multi-etnica,

ed interno, nei confronti delproprio personale. «I nostriclienti si aspettano di essereserviti bene e velocemente, mal’accoglienza rimanecomunque fondamentale:anzitutto un ambienteconfortevole in cui poterparlare con noi oppureattendere le riparazioni dei

propriautomezzi, unasala d’attesadotata di servizidi ristoro, riviste,televisione edinternet pointgratuito. Moltisono padroncini,cioè proprietaridi singoliautomezzi chetrainano perconto di terzi eprovengono davarie partid’Italia, costrettimagari a fermarsiper riparazionid’emergenza: perloro abbiamo

allestito volutamente ancheun bagno con doccia perrinfrescarsi dopo ore di guida.Per i clienti “storici”, con cuiabbiamo anche instaurato unrapporto di collaborazione espesso di amicizia, abbiamopredisposto anche un’auto “dicortesia” per tornare a casa invista di lunghe e complicateriparazioni dei mezzi, ed uncellulare dedicato per unservizio di soccorsoventiquattr’ore; per tutti gliinteressati inviamo anche unanewsletter mensile con tutte lenovità. Ma anche il personaledeve essere giustamentesoddisfatto e motivato, vista laparticolarità del lavoro chesvolge: al nostro gruppo sonodedicati spazi importanti diaggregazione, come grandispogliatoi, una mensaaziendale e una salamultimediale per laformazione ed i corsi diaggiornamento. Tutte piccoleattenzioni che però, neglianni, insieme alla qualità delservizio reso, ci hannopermesso di “fare ladifferenza”.»Tuttavia, l’innovazione devecontinuare ad andare di pari

passo con la tradizione,soprattutto se ben affermata eradicata sul territorio. ««Daquando siamo nati – continuaSantucci - una politica di“nazionalità” del prodotto ciha sempre accompagnati nellenostre scelte, prima con ilmarchio FIAT e poi con quelloIVECO. Ma negli anni, conl’evolversi del mercato e con lerichieste sempre più pressantidella clientela, non ci siamolimitati a lavorare sui camion,ma abbiamo allargato ilnostro “campo d’azione”anche su altri tipi di attività,ad esempio sulle lavorazionidi rimorchi e di semirimorchi.Abbiamo così potuto iniziaree rafforzare negli anni rapportidi stretta collaborazione conimportanti case costruttrici econ le principali fornitrici diallestimenti per questi veicoliche, come per i motori,attraversano un momento diforte evoluzione, soprattuttotecnologica. I nostri tecnici,ormai da anni, operano sualtre e varie marche, epossiedono le autorizzazionida parte delle primarie casecostruttrici di impianti perveicoli industriali qualiWABCO, HALDEX, KNORR,VDO (per i cronotachigrafidigitali) e molte altre.Recentemente, sempre inquest’ottica di costantemiglioramento che cerchiamodi portare avanti, siamoentrati a far parte del circuitointernazionale TOP TRUCK,una rete di officinemultimarca già attiva in altre14 nazioni europee: speriamocosì di poter affrontare lenuove sfide imposte da unmercato che ci impone unavisione “globalizzata”dell’economia anche nelnostro settore, e di poteraccrescere le nostre esperienzee conoscenze e coprire queiservizi che vanno oltre lanostra rete abituale.»La Fratelli Santucci è una delletante aziende che, sul nostroterritorio, silenziosamenteaffrontano la crisi giorno pergiorno, cercando di cogliere imutamenti della realtàcircostante: bagliori dipositività in un periodo discelte e di difficoltà estreme.

La crisi economicache sta colpendo

l’Occidenteindustrializzato non

dà tregua, e ci stacostando

innumerevoli sacrifici.Ma, nonostante

questo sfondonegativo

generalizzato, alcunerealtà, quali negozi,

piccole e medieimprese, resistono ecercano di far la loroparte nel trainare il

Paese fuori da questobaratro; tra queste,l’officina dei fratelli

Santucci

n antico mestiere all’insegnadella manualità sempre meno

praticato dai giovani, ma che dàgrandi soddisfazioni e fa nascereuna vera e propria passione. Questoè il lavoro del falegname, un’attivitàredditizia anche in momenti difficiliper l’economia, che si basa sullaqualità e non sulla fabbricazione inserie, realizzando così prodotti dimaggior pregio e garanzia . Ne è un

esempio lafalegnameriaVernaccini diMarinai Michelee Balzini Luca.Un’azienda cherisale ai primidell’ottocento eche da sempre haposto la suaattenzione sullacura e lamanualità,realizzando cosìinfissi, porte earmadi con iltoccodell’artigiano,

seguendo il cliente dall’inizio dellaprogettazione fino al montaggiodefinitivo. «Si tratta di una dellepoche aziende che negli ultimi diecianni ha sempre assunto e mailicenziato -ci racconta Michele-abbiamo ricevuto la certificazioneCE e cerchiamo di procurarci il piùpossibile macchinari innovativi,come le macchine a controllonumerico, per garantire ancor piùuna maggior precisione. Lavoriamoquasi esclusivamente per privati,

serviamo solo due imprese edili.Abbiamo realizzato anche alcuniarredi al Vescovado, in particolare almuseo». L’azienda è composta dadue titolari e tre dipendenti. Traquesti troviamo un giovaneapprendista, Emilio Barberio, haventidue anni e vive al Gabbro, dovesi trova la falegnameria. Glichiediamo se è stato difficileimparare il mestiere e quali sono gliaspetti positivi. «Ci vuole tempo perimparare – dice- ci sono cose cheancora non riesco a far bene anchese è da un anno che lavoro. Dasubito però ho apprezzato il fattoche non ci si annoia mai, èinteressante il confronto che ognivolta instauriamo con il cliente, e adifferenza di un lavoro in fabbricadove si è costretti a stare al chiusoper otto ore al giorno, ogni voltalavoriamo in posti nuovi, i rapportiumani sono maggiori, ci sonosempre difficoltà da affrontare maquesto lo rende un lavoro vario eaffascinante».

Alice Carpentiere

U

UN MESTIERED’ALTRITEMPI

AgendadellaSperanzaper Livorno

«Si tratta di una delle pocheaziende che negli ultimi diecianni ha sempreassunto e mai licenziato»

La falegnameriaVernaccini

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 marzo 2012VIII