La Settimana - n. 10 del 13 marzo 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 13 marzo 2011 Ospitare significa che qualcuno sta “fuori” e che lo si accoglie “dentro”, nella propria intimità, nella propria casa. Il senso riposto dell’ospitalità sta in ciò: che un uomo offre all’altro una sosta, nella grande pregrinazione verso l’eter- na dimora, una pausa per l’anima, e pace, forza, fiducia (R. GUARDINI) L’ospitalità è un tratto dell’umanità bella che sceglie di non chiudersi in se stessa, a difesa dei propri interessi, ma si apre all’esperienza del far posto all’altro, del prenderlo con sé. E la casa è il luogo reale e simbolico che evoca, più di altri, il senso au- tentico dell’ospitalità: dire una parola o fare un gesto che facciano sen- tire l’altro come a casa propria, possono rappresentare –talvolta in mo- do più sorprendente rispetto alle intenzioni- una sosta rinfrancante e un incoraggiamento delicato in mezzo alle fatiche della vita; possono essere un balsamo che fa riprendere il cammino verso la meta fissata, con maggior slancio e scioltezza. Perché non provarci? MUSEO DIOCESANO APERTO LA SERA DEL 16 MARZO In preparazione alla giornata nazionale di festa per il 150° dell’Unità d’Italia, tutti i musei cittadini resteranno aperti e saranno gratuiti nella notte del 16 marzo. Anche il museo diocesano aderisce a questa iniziativa e resterà aperto dalle 21.00 alle 22.30 Ha ancora senso sposarsi? istituto del matrimonio civile nell’odierno contesto sociale rappresenta forse una scelta «obsoleta». Si va sempre più consolidando la prassi delle «convivenze di fatto» per le quali la legislazione, specie regionale, chiede effetti equivalenti a quelli del matrimonio. Un tema civile e giuridico che si amplia notevolmente se poi si diversifica la questione in convivenze eterosessuali e omosessuali. Ha dunque ancora senso il matrimonio civile? Una domanda a cui proveranno a rispondere dal punto di vista civile e costituzionale due professori dell’Università di Pisa. Mentre si va ricostituendo a Livorno l’Unione dei Giuristi Cattolici, la Commissione giuridica del Progetto Culturale offre alla città un appuntamento quanto mai attuale. Per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Ugo De Carlo, giudice presso il TAR della Lombardia e responsabile della Commissione diocesana. Il progetto culturale diocesano con la commissione giuridica ha dato nuova vita a quella che era l’unione dei giuristi cattolici? Oppure sono due cose completamente diverse? «L’unione Giuristi cattolici a Livorno è rinata per iniziativa di alcuni, anche se non ha ancora presentato iniziative in città. La commissione giuridica spera anche nella collaborazione di coloro che fanno parte dei giuristi cattolici, ma è nata all’interno del progetto culturale per la città voluto dal Vescovo e non è direttamente collegata all’Unione dei Giuristi Cattolici». Il Convegno sul tema del matrimonio è il primo appuntamento organizzato dalla commissione a livello cittadino. Si avverte molta confusione tra la gente in merito a tante tematiche che poi si traducono in leggi, regolamenti, ecc. Si assiste inoltre ad un notevole disorientamento anche tra i cattolici su quelle che sono le indicazioni della Chiesa su questi argomenti: questo convegno potrebbe essere l’inizio di una serie di approfondimenti? «Speriamo di sì e noi come commissione siamo disponibili per affrontare qualunque argomento tutte le volte che ci sarà chiesto dalla comunità ecclesiale. Devo precisare che il convegno in questione non nasce per chiarire quali siano le indicazione della Chiesa sull’argomento tanto è vero che non si parlerà affatto di matrimonio religioso, ma solo dell’istituto giuridico del matrimonio in una società civile. Sulla dottrina della Chiesa in merito all’istituzione del matrimonio ci saranno altre occasioni per approfondire». Perché si è scelto proprio il tema del matrimonio? «La scelta del tema è nata da una precisa indicazione del Vescovo che è interessato a capire, nell’ambito del confronto che sta portando avanti con la società civile livornese, soprattutto in ambito sanitario (si pensi alle iniziative del Tavolo dell’oggettività), quali siano le ragioni per cui ancora oggi sia giusto nella nostra società, che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, valorizzare questo strumento giuridico. Non si può dimenticare, infatti, che molte coppie scelgono di non dare forma legale dinnanzi alla società alla loro unione, decidono cioè di non sposarsi né in Comune né in Chiesa, ma nonostante queste situazioni aumentino, spesso salgono richieste per dare una forma di riconoscimento a queste realtà che in ambito giurisprudenziale hanno visto in più circostanze l’ottenimento di una sorta di equiparazione alle coppie sposate. Allora bisogna chiedersi se ha ancora un senso ricorrere al matrimonio, che dà una dimensione sociale ad una realtà affettiva, che di per sé dovrebbe riguardare solo i protagonisti, proprio perché ne riconosce l’importanza come ambito privilegiato in cui favorire la crescita delle nuove generazioni che danno la continuità storica ad un popolo. In un’epoca di affermazione dei diritti, spesso slegata dal riconoscimento di corrispondenti doveri, l’istituto del matrimonio sembra porre un vincolo che lega al di là della permanenza delle volontà di voler continuare a vivere insieme. È un bene che questo ci sia? O dobbiamo concludere, ispirandoci al sociologo Bauman che la nostra è una società liquida che non può più fondarsi sulla stabilità dei legami, ma su forme passeggere di unione che debbono essere regolate in misura minima per garantire la parte debole del rapporto? Il convegno del 25 vuole essere un tentativo di riflessione su questa prospettiva». c.d. L I professori Francesco Busnelli, emerito di diritto civile, e Francesco Dal Canto, ordinario di diritto costituzionale entrambi presso l’università di Pisa, guideranno il confronto sui temi dell’Istituto del matrimonio. Il convegno, promosso e organizzato dalla Commissione giuridica del Progetto culturale diocesano, sarà aperto a tutta la cittadinanza PROGETTO CULTURALE DIOCESANO IL GRANELLO di senape di Eleazar

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

13 marzo 2011

Ospitare significa che qualcuno sta “fuori” e che lo si accoglie “dentro”, nellapropria intimità, nella propria casa. Il senso riposto dell’ospitalità sta in ciò:che un uomo offre all’altro una sosta, nella grande pregrinazione verso l’eter-na dimora, una pausa per l’anima, e pace, forza, fiducia (R. GUARDINI)L’ospitalità è un tratto dell’umanità bella che sceglie di non chiudersi inse stessa, a difesa dei propri interessi, ma si apre all’esperienza del farposto all’altro, del prenderlo con sé. E la casa è il luogo reale e simbolico che evoca, più di altri, il senso au-tentico dell’ospitalità: dire una parola o fare un gesto che facciano sen-tire l’altro come a casa propria, possono rappresentare –talvolta in mo-do più sorprendente rispetto alle intenzioni- una sosta rinfrancante eun incoraggiamento delicato in mezzo alle fatiche della vita; possonoessere un balsamo che fa riprendere il cammino verso la meta fissata,con maggior slancio e scioltezza. Perché non provarci?

MUSEO DIOCESANOAPERTO LA SERA DEL 16 MARZO

In preparazione alla giornatanazionale di festa per il 150° dell’Unità d’Italia,tutti i musei cittadiniresteranno aperti e saranno gratuiti nella notte del 16 marzo.

Anche il museo diocesanoaderisce a questa iniziativa e resterà aperto dalle 21.00 alle 22.30

Ha ancorasenso sposarsi?

istituto del matrimoniocivile nell’odiernocontesto socialerappresenta forse una

scelta «obsoleta». Si va sempre piùconsolidando la prassi delle«convivenze di fatto» per le qualila legislazione, specie regionale,chiede effetti equivalenti a quellidel matrimonio. Un tema civile egiuridico che si amplianotevolmente se poi si diversificala questione in convivenzeeterosessuali e omosessuali. Hadunque ancora senso ilmatrimonio civile? Una domandaa cui proveranno a rispondere dalpunto di vista civile ecostituzionale due professoridell’Università di Pisa.Mentre si va ricostituendo aLivorno l’Unione dei GiuristiCattolici, la Commissionegiuridica del Progetto Culturaleoffre alla città un appuntamentoquanto mai attuale. Per sapernedi più abbiamo intervistato ildottor Ugo De Carlo, giudicepresso il TAR della Lombardia eresponsabile della Commissionediocesana.

Il progetto culturalediocesano con lacommissione giuridica hadato nuova vita a quella cheera l’unione dei giuristicattolici? Oppure sono duecose completamente diverse?«L’unione Giuristi cattolici aLivorno è rinata per iniziativadi alcuni, anche se non haancora presentato iniziative incittà.La commissione giuridicaspera anche nellacollaborazione di coloro chefanno parte dei giuristicattolici, ma è nata all’interno

del progetto culturale per lacittà voluto dal Vescovo e nonè direttamente collegataall’Unione dei GiuristiCattolici».

Il Convegno sul tema delmatrimonio è il primoappuntamento organizzatodalla commissione a livellocittadino.Si avverte molta confusionetra la gente in merito a tantetematiche che poi sitraducono in leggi,regolamenti, ecc. Si assisteinoltre ad un notevoledisorientamento anche tra icattolici su quelle che sono leindicazioni della Chiesa suquesti argomenti: questoconvegno potrebbe esserel’inizio di una serie diapprofondimenti?

«Speriamo di sì e noi comecommissione siamodisponibili per affrontarequalunque argomento tutte levolte che ci sarà chiesto dallacomunità ecclesiale.Devo precisare che il convegnoin questione non nasce perchiarire quali siano leindicazione della Chiesa

sull’argomento tanto è veroche non si parlerà affatto dimatrimonio religioso, ma solodell’istituto giuridico delmatrimonio in una societàcivile. Sulla dottrina dellaChiesa in merito all’istituzionedel matrimonio ci sarannoaltre occasioni perapprofondire».

Perché si è scelto proprio iltema del matrimonio?«La scelta del tema è nata dauna precisa indicazione delVescovo che è interessato acapire, nell’ambito delconfronto che sta portandoavanti con la società civilelivornese, soprattutto inambito sanitario (si pensi alleiniziative del Tavolodell’oggettività), quali siano leragioni per cui ancora oggi siagiusto nella nostra società, chericonosce la famiglia comesocietà naturale fondata sulmatrimonio, valorizzarequesto strumento giuridico.Non si può dimenticare,infatti, che molte coppiescelgono di non dare formalegale dinnanzi alla societàalla loro unione, decidonocioè di non sposarsi né in

Comune né in Chiesa, manonostante queste situazioniaumentino, spesso salgonorichieste per dare una formadi riconoscimento a questerealtà che in ambitogiurisprudenziale hannovisto in più circostanzel’ottenimento di una sorta diequiparazione alle coppiesposate.Allora bisogna chiedersi se haancora un senso ricorrere almatrimonio, che dà unadimensione sociale ad unarealtà affettiva, che di per sédovrebbe riguardare solo iprotagonisti, proprio perchéne riconosce l’importanzacome ambito privilegiato incui favorire la crescita dellenuove generazioni che dannola continuità storica ad unpopolo.In un’epoca di affermazionedei diritti, spesso slegata dalriconoscimento dicorrispondenti doveri,l’istituto del matrimoniosembra porre un vincolo chelega al di là della permanenzadelle volontà di volercontinuare a vivere insieme.È un bene che questo ci sia?O dobbiamo concludere,ispirandoci al sociologoBauman che la nostra è unasocietà liquida che non puòpiù fondarsi sulla stabilità deilegami, ma su formepasseggere di unione chedebbono essere regolate inmisura minima per garantirela parte debole del rapporto?Il convegno del 25 vuoleessere un tentativo diriflessione su questaprospettiva».

c.d.

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I professori Francesco Busnelli, emerito di diritto civile, e Francesco Dal Canto,ordinario di diritto costituzionale entrambipresso l’università di Pisa, guideranno il confronto sui temi dell’Istituto del matrimonio.Il convegno, promosso e organizzato dallaCommissione giuridica del Progetto culturalediocesano, sarà aperto a tutta la cittadinanza

PROGETTOCULTURALEDIOCESANO

IL GRANELLOdi senape

di Eleazar

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 marzo 2011II

Il prossimo 19 marzo alle 10

Il «nuovo» asilo «Lido Rossi»apre le porte ai bambini

L’intervista a suor Gabriella Gigliucci,superiora della Congregazione a Livorno

disponibile per tutte le parrocchieche la richiedessero la mostra

«Ablondi uomo del dialogo»: settegrandi pannelli (facilmentetrasportabili – sono provvisti disupporti tre piedi e custodia),preparati dall’équipe del CeDoMEI(Centro di Documentazione delMovimento Ecumenico di Livorno)con fotografie e scritti di monsignorAblondi, che vogliono essere unpiccolo omaggio per ricordare ilvescovo Alberto nel primo anno dallasua morte.Le immagini ritraggono il Vescovocon i fratelli cristiani e con il mondoebraico e su di essi si possono leggerele sue parole a proposito delcammino ecumenico.La mostra è prenotabile presso laportineria del vescovado.

È

ABLONDIUOMO DEL DIALOGOA disposizione delleparrocchie i pannellidella mostra

abato 19 il Vescovomonsignor Simone Giusti eil Sindaco AlessandroCosimi inaugureranno i

locali ripristinati della Scuolad’Infanzia Lido Rossi a Salviano.La scuola delle Maestre PieVenerini venne aperta a Salvianoil 14 luglio1949 con labenedizione delparroco donAngelo Vincenticon il nome di“Asilo InfantileCarlo Lamotte”della Societàdegli Asili diCarità. Inseguito il 24marzo 1968,dietrosollecitazionedell’ingegnerTonelli, ilVescovo ausiliaremonsignorAlberto Ablondiaccolse laproposta diintitolare l’Asiloal dottor LidoRossi, il giovane medico livornesedeceduto in Africa durante la suaopera missionaria.Ma come furono gli inizi? Nella“cronaca” degli anni ’50, scrittadalle stesse suore, si dice che esse«furono accolte con moltabenevolenza ma senza alcunamanifestazione esteriore, infattila popolazione di un quartierepoliticamente “rosso” era «ingran parte ostile a questo asiloparrocchiale» benché rispettosaverso le suore e «fu usato ognimezzo perché le famiglie nonmandassero i loro bimbi all’asilodel prete». Ma piano piano lesuore riuscirono a penetrare icuori più duri e i bambinicominciarono a correre a frotte inun ambiente dove si sentivanoaccolti, difesi, amorevolmentetutelati.

A suor Gabriella Gigliucci,superiora dal 2005 delleMaestre Pie Venerini, abbiamorivolto alcune domande.Qual era la vita delle primesuore a Salviano?«Le suore abitavano in unacasa più piccola dell’attuale inuna situazione di povertà.Povere con i poveri e al loroservizio, insieme a donRoberto Angeli siimpegnavano per la mensa deibisognosi e nel doposcuola dei

bimbi che avevano bisogno diessere aiutati nel fare icompiti. Per sopperire alleloro poche necessità e a quelledei più poveri la sera, dopo lascuola e la preghiera, facevanomaglioni a cottimo per viveree aiutare a vivere con dignità».

Quali sono state le suore chehanno lasciato una improntaindelebile nella Casa?«Direi tutte! Tra le altrericordo suor Leonia, suorElvira, suor Marzia, suor Flora,ma più di tutte suor EmiliaPerciballi, una piccola suoracon gli occhi grandi e azzurri,piccola come Madre Teresa diCalcutta, ma come lei con uncuore grande, nessuno siallontanava dalla sua presenzasenza aver ricevuto qualcosa,da un sorriso a una carezza, dauna semplice caramella a unpo’ di cibo sottratto allamensa, già povera, delle suore.Anche suor Alfredina Togni hadedicato tutta la sua vita allascuola e in particolare si èinteressata ai ragazziproblematici del CEIS».

Il 2 ottobre del 2009 c’è statala chiusura da parte delleautorità politico-amministrative (Vigili delfuoco, Polizia di Stato, etc.)

dell’asilo.Perché?«Il così detto“lume” delsalone, troppoampio, hacausatol’inflessionedellapavimentazione,da qui lanecessità diristrutturarel’ambiente. Ilavori sonoiniziati il 10aprile 2010 e laCasa è stata

ristrutturata nella sua totalità,sia all’interno che all’esterno,ed è stata abbellita neiparticolari per renderla piùaccogliente, luminosa egraziosa. Sulla base dei progetti dell’ing.Fabrizio Angelici dello StudioProtecno, nella Scuola sonostati eseguitiinterventi chehannointeressato lestrutture portantidel fabbricato,gli impianti e laquasi totalitàdegli elementinon strutturali,eseguiti dallaDitta S.M.E.I.seguita dalgeometra AndreaIacopini.In particolare daun punto di vista strutturale èstato consolidato il solaio delprimo piano sovrastante ilsalone polifunzionale e sonostate realizzate una serie diopere che hanno migliorato,in maniera rilevante, larisposta sismica delle strutturee, quindi, hanno diminuito,sostanzialmente, la suavulnerabilità nei confronti dieventi tellurici. Anche la provadi carico eseguita dalla Sigma,fatta con 400 kg di peso permetro quadrato, per misurarela sicurezza del soffitto delprimo piano, ha dato risultatieccellenti, il movimento inuna intera giornata di prova haspostato il soffitto di unquarto di millimetro.Il giardino poi potrà esseremesso a disposizione degliabitanti del quartiere per leattività sociali, anche laCappella potrà accoglierequelle persone che vorrannopregare insieme alle suore».

E i finanziamenti per questenuove opere?«Li abbiamo ottenuti con uncerto affanno. Unringraziamento particolare va

al nipote di don Piero Cerettiche con il suo contributo hapermesso di dedicare a donPiero l’Altare della Cappella.Anche l’Ufficio scuola delComune ci ha datol’opportunità di acquistare leattrezzature per le aule e ilgiardino. La famiglia Bani, inoccasione del 65° anniversariodei genitori, ha donato illeggio della Cappella. Altriamici con le loro donazionihanno permesso di renderepiù gradevole le aule e ilsalone polifunzionale».

Avete pensato di dedicare aqualcuno i locali della nuovastruttura?«I locali principali consistonoin due aule, la mensa e unsalone polifunzionale. Un’aulal’abbiamo dedicatanaturalmente a S. RosaVenerini e al suoinsegnamento basato sul

motto “liberareper salvare”:voleva liberareda ognischiavitù:umana, sociale,relazionale;liberaredall’ignoranza èil compito diogni scuola. Laseconda aulal’abbiamointitolata a donRoberto Angeli:la sua figura è

stata esemplare nel servizioagli ultimi, è stato lui a crearenel dopoguerra il ComitatoLivornese di Assistenza e ci hainsegnato che la libertà, lagiustizia e la pace richiedonoun impegno continuo. A suorEmilia Perciballi abbiamodedicato la mensa proprio peril suo spirito di condivisione,per la sua volontà di dare,comunque e sempre, ai poveri.Per il salone polifunzionaleabbiamo voluto invecericordare un giovane: LucaRondina, il tifoso del Livornomorto in un incidente stradaleal momento della partenzadella squadra. Era un giovanepieno di vita e sempre attivoche per anni aveva frequentatoi nostri ambienti».

Cosa desidera oggi per leMaestre Pie Venerini?«Vogliamo essere donne conun cuore grande, capaci diaccogliere, di ascoltare, di farsognare le vie immensedell’amore di Dio e dellagenerosità. Siamo poche manon siamo sole, l’amicizia ditutti ci rende forti».

Gianni Giovangiacomo

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Dopo il restauro dei locali, resi inagibilida un cedimentostrutturale, torna adaccogliere i bambinil’asilo d’infanzia Lido Rossi, guidatodalla suore MaestrePie Venerini

Comunicare la cooperazionee la solidarietàinternazionale

SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA

a Scuola Superiore Sant’Annaorganizza a Pisa dal 17 al 17 di Aprile

la IVa Edizione del corso: “Comunicarela cooperazione e la solidarietàinternazionale - strumenti operativi ebuone pratiche”.Il Corso ha il patrocinio della RegioneToscana, di UPI (Unione ProvinceItaliane), di AnciToscana, di UNRIC(Centro Regionale di Informazionedelle Nazioni Unite), e del CSV.netCoordinamento Nazionale dei Centri diServizio per il Volontariato.Obiettivo del Corso è accrescere lacapacità degli operatori dellacooperazione internazionale allosviluppo di comunicare/divulgare leattività promosse e diffondere i risultatiraggiunti nel settore. Coniugando aspetti teorici e pratici ilCorso si propone di:- analizzare l’importanza e il ruolo dellacomunicazione nelle attività dicooperazione internazionale;- offrire una panoramica sui principalimezzi di comunicazione e sul loroutilizzo;- presentare le metodologie dicomunicazione utili per raggiungeretarget specifici;- analizzare gli elementi e le modalità dicostruzione di una campagna disensibilizzazione;- presentare alcune buone pratiche ecasi studi nel settore dellacomunicazione in ambito dicooperazione internazionale.

Il Corso è aperto ad un massimo di 25PARTECIPANTI. Le ISCRIZIONI ON-LINE sono aperte FINO AL 21 MARZO2011 . La quota di iscrizione al Corso è fissatain 400,00 Euro.Per informazioni:http://www.sssup.it/comunicare

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 marzo 2011 III

L’intervista a... PAOLO FENZIdi Nicola Sangiacomo

«Nelle prossime scelteurbanistiche si giocal’identità della citt໫Perché non ho votato a favore del certificato di famiglia anagrafica»

LE INTENZIONIPER LAQUARESIMADI CARITÀ 1.SOSTEGNO AI SERVIZI OFFERTI DALLAFONDAZIONE CARITASPer ampliare e migliorare i servizi secondo le necessità2.NEL MONDO TRA I PIÙ POVERI: L’ERITREAUna attenzione che non può mancare per i fratelli inpovertà estrema 3.FAMIGLIE IN STATO DI INDIGENZAContinuano le difficoltà delle famiglia a causa della crisi

1.Sostegno ai servizi offerti dalla Fondazione CaritasSe lo «strumento caritas» per eccellenza è il Centro diAscolto per la sua funzione di accoglienza, ascolto eaccompagnamento alle persone che lì si rivolgono, i serviziche offre la Fondazione Caritas, il braccio operante, sono laprima, importante risposta al bisogno immediato, che lacarità cristiana della diocesi mette a disposizione di chi neha la necessità.Li ricordiamo: i centri di prima Accoglienza G.B.Quilici (Livorno) e OasiEmilia (5°Vicariato a Rosignano), dotati di mensa e servizidocce e guardaroba; i servizi alla persona per: l’emergenza abitativatemporanea, gestito in collaborazione con il Comune diLivorno e l’Arci; l’assistenza economica di base conl’erogazione da parte della Fondazione dei contributieconomici dei Servizi Sociali del Comune;l’accoglienza abitativa con: la casa «Don Renato Angeli»,per persone prive di abitazione; la casa «l’Incontro», peraccoglienza nell’ambito del mondo del carcere; la casa«Viale dei Pini», per donne sole con bambini; n. 6appartamenti per altrettante necessità specifiche.L’analisi dei bisogni, insieme alla provvidenza che, comesappiamo, non dimentica i suoi figli più poveri, portano adimpegnarsi nell’ampliamento di alcuni servizi, due inparticolare:Centro per accoglienza della vitaSi tratta di una casa di accoglienza per 5 nuclei familiarimonogenitoriali composti da madri, o future madri, solecon bambini da accompagnare in un percorso di reintegronella vita normale per raggiungere la piena autonomia. Unprogetto molto bello che avrà nelle Figlie di S. Anna e nellaloro struttura, un punto di forza e nella Caritas, e nellacomunità diocesana, un sostegno determinante.Ampliamento dei servizi docce e guardarobaLe capacità attuale dei servizi sono inadeguate. Molti sonocoloro che non hanno possibilità di lavarsi decentementenei diversi momenti della giornata (la città non offrealcuna possibilità in merito). Con questo progetto siintende raddoppiare il servizio ed ampliarlo per più ore delgiorno. Ne deriveranno un maggior impegno economico edi volontariato.

2.Nel mondo tra i più poveri: L’EritreaL’attenzione alla mondialità è tradizionalmente una delleintenzioni della quaresima di carità. Quest’anno vogliamodestinare una parte delle offerte a un paese poverissimo,tra i più poveri del mondo per risorse e possibilità: l’Eritrea.Il sostegno a due dei progetti delle Figlie della Carità inquel paese, è anche un segno di riconoscenza per lagenerosità con cui hanno donato una loro figlia (tra l’altroresponsabile in Italia di tali progetti) a servizio della caritasdiocesana.Sostegno alimentareAd un piccolo villaggio a sud di Asmara, HEBO, compostoda circa 360 famiglie per un totale di circa 3000 persone,con un piccolo asilo ospitato all’interno dei locali dellavecchia chiesa. Nel complesso della scuola è stato creatoun centro per la distribuzione quotidiana di almeno unpasto a circa 300 bambini e donne in attesa di un figlio.Quotidianamente le suore, coadiuvate da due cuoche delvillaggio, preparano un pasto per questi bambini, molti deiquali vengono da villaggi vicini e fanno anche due o tre oredi cammino per avere un piatto di pasta, l’unico pasto cheriescono ad avere in un giorno.MICROCREDITO E PROMOZIONE DELLA DONNALe donne in Eritrea sono il fulcro e il cardine dello sviluppodella famiglia e della comunità. Il progetto è finalizzato acreare occasioni di sviluppo che consentano la generazionedi un reddito al nucleo familiare. La donna, in talecontesto, rappresenta il soggetto primario di questointervento.Il progetto si fonda sul microcredito: per ogni famigliavengono acquistate 5 caprette. Le caprette inizieranno ariprodursi ed a produrre il latte che in Eritrea è moltousato per l’alimentazione dei bambini. Il beneficio che lafamiglia ne trarrà sarà sia in termini economici che dialimentazione.Il programma di microcredito ha come obiettivo educarealla condivisione: la famiglia, di cui la donna èresponsabile, si dovrà impegnare a garantire che ilprogetto si possa ripetere attraverso la restituzione di unaparte dei capretti che verranno generati. In questo modo lesuore potranno farne dono ad un’altra famiglia.

3) famiglie in stato di indigenzaIl numero delle famiglie in stato di indigenza è inprogressivo aumento. È forse il fatto più drammatico diquesto periodo. La crisi, ormai perdurante, ha portatomolte famiglie impoverite a non poter far più fronteneppure all’impegno del pagamento dell’affitto. Sonosituazioni verificate sia dal centro ascolto diocesano, chedai parroci e dalle Caritas parrocchiali in numeroconsiderevole. Il nostro impegno è indirizzato soprattutto alsostegno alimentare, nelle varie forme possibili. Per questorinnoviamo la richiesta di aiuto economico e l’impegno allaraccolta di generi alimentari in tutte le parrocchie almenodurante tutto il tempo di Quaresima. Le parrocchie che nonhanno necessità dei generi alimentari potranno destinarliad altre parrocchie direttamente o tramite la Caritasdiocesana.

E.S.

ecentemente IlConsiglioComunale diLivorno ha

approvato la mozione chedelibera l’istituzione delcertificato di famigliaanagrafica, uno strumentoamministrativo che,secondo i promotoridell’iniziativa, dovrebbeconsentire di arrivare allalegittimazione delleunioni di fatto. Ha fattonotizia che, all’internodella maggioranzacompatta, si sia distaccatonel voto, astenendosi, unesponente del PartitoDemocratico: è PaoloFenzi, attuale presidentedella Commissione sullePolitiche Sociali. Laureatoin Scienze Politiche aPisa, master in«Comunicazione pubblicae politica», è cresciuto nelmondodell’associazionismo,anche ecclesiale.Abbiamo voluto capiremeglio il suo punto divista su questa vicenda.Con Fenzi poi il colloquiosi è allargato su altrequestioni fondamentaliper il futuro della cittàcome il Piano Strutturale,il Porto come motoredell’economia cittadina ela questionedell’accoglienza deicredenti di religionemusulmana.

Lei, unico esponente delpartito di maggioranza,si è astenuto sulcertificato di famigliaanagrafica. Perché?«Sono convinto che sualcuni temi come idiritti, dove si toccanosensibilità diverse, dovele appartenenze sifanno naturalmente piùproblematiche sianecessario massimorispetto delle posizioniche ognuno esprime.Soprattutto in ambitoistituzionale – come èun Consiglio Comunale– è necessario, a mioparere, rimanere il piùpossibile su un pianooggettivo e realistico,sforzandosi di saldareidealità e concretezza,progetti e fattibilità. Èinvece nel dibattitopubblico, nel confrontoil più possibile sereno ecostruttivo, che unacomunità anchenazionale, puòcrescere su valoricomuni e perciòconsolidati.Fatta questa premessa,la mia astensione èmotivata dallasostanziale inutilitàdell’atto, non spetta

Rinfatti all’anagrafestabilire quale vincolointercorre tra duecittadini, se non inpresenza di un attopubblico. Nel casoinfatti del certificato difamiglia anagrafica si hasemplicemente unarimessa alladichiarazione resadall’interessatoall’Ufficiale ma puòsoltanto essere attestatadalla PubblicaAmministrazione,sulla scorta della stessadichiarazione di coluiche l’ha resa e che l’hapoi confermata almomento dellarichiesta della relativaattestazione.L’atto dunqueapprovato, non ampliala sfera giuridica deisoggetti interessati, nonchiarisce la posta deivalori in gioco, leresponsabilità, i doveri,le competenze ancheistituzionali a cuirichiamarsi e per questomotivo l’ho ritenutoinutile, di nessun effettogiuridico e pertanto hodichiarato la miaastensione».

Il Consiglio Comunaleha cominciato adaffrontare la questionedel Piano strutturale,un atto amministrativofondamentale per ilfuturo della città. Suquali questioni vertel’attuale discussione ?Come potrebbecambiare la città?«L’ultimo PianoRegolatore Generale(PRG) della città è del1999. E se è vero chein circa 15 anni nonpuò considerarsiesaurita la vita di unPRG, è anche vero, che imutamenti intervenutiin questi anni nellanostra città necessitanodi una revisione.Superata infatti lavisione cosiddetta“policentrica” della cittàalla base delle scelteurbanistiche delprecedente Pianoregolatore, e condivisal’idea di escludereun’ulteriore espansioneurbanizzata della città,non appare piùrinviabile unariconsiderazione deglistrumenti diretti afavorire larivitalizzazione delcentro nelle suespecificità (Il Pentagonodel Buontalenti, LaVenezia, l’areacommerciale che sisviluppa lungo l’asse

Via Cairoli- ViaMarradi, i Borghi.) Talerivitalizzazione potràrealizzarsi attraverso,anzitutto, scelteurbanistiche dirette amigliorare la qualitàdella vita in centro, ilsistema di viabilità e diaccesso, lavalorizzazione dei suoipercorsi culturali ecommerciali, e ciòanche al fine dimigliorare il sistema diaccoglienza turistica. Èquesto il percorsonecessario per tentare diattrarre nuovi servizi enuove funzioniall’interno del centrocittadino e per unmigliore recupero delpatrimonio edilizioesistente. È, tuttavia,solo attraverso unavisione globale delletrasformazioni già inatto e di quelle che sirealizzeranno nelprossimo futuro chetale “ripensamento”sarà possibile: la Porta aTerra, il Quartiere SanMartino, le opereoggetto dei programmiPIUUS, larifunzionalizzazionedell’area dell’Ospedalee la creazione delNuovo Ospedale.Trasformazioni che,oggi più che mai,impongono di rivederecomplessivamente ilpiano strutturale eurbanistico della nostracittà».

Tra i recenti atti delConsiglio c’è statal’approvazione di unamozione per assicurareun luogo di cultodignitoso per i cittadinidi fede musulmana. Dacosa nasce e qualiconseguenze potrebbeavere nel prossimofuturo?

«È giusto partire propriodal termine usato:“luogo di culto”. Sia ilSindaco, sia lacomunità di fedemusulmana, nonhanno mai parlato dimoschea, ma di luogodi culto. L’avvio diquesto percorso nascedall’esigenza diassicurare un luogo dipreghiera più dignitosodi Via Oberdan, ungarage dove lacomunità musulmana èspesso costretta ilvenerdì a pregare suimarciapiedi. Perrispettare i diritti umanifondamentali non puòessere permesso che imusulmani frequentinoluoghi di preghiera incontesti degradati,insicuri od addiritturaper strada come in ViaOberdan. Credo che difronte a questo processodi immigrazione, che èirreversibile, va presoatto del fatto chequando una persona sisposta non si muovesolo una cultura,quando interi popoliemigrano, non sispostano solo i loromodi di vivere, macambia anche il mododi rappresentare lapropria fede. Eaccogliere la lororappresentazione difede è accogliere la vitaqualunque linguaggioparli. Noi vogliamoiniziare questo percorsodi reciprocoriconoscimento,rispetto e opportunitàdi crescita comune,fissando limiti edobiettivi. La nostraCostituzione prevedenei suoi articoliprincipali la libertàreligiosa e il suoesercizio come dirittoumano fondamentale

della persona.Attraverso lo strumentodelle intese fra Statoitaliano e confessionireligiose, l’esercizio diquesto diritto èriconosciuto e tutelatonel nostro Paese. Molticomuni stannoautorizzando l’aperturadi luoghi di culto sullabase di accordi con lecomunità musulmaneche definiscono regole,doveri e dirittivincolanti per tutti.Anche noi intendiamoiniziare questopercorso».

Port Autority,Compagnia lavoratoriportuali, DarsenaEuropa: in ambitoportuale non mancano idossier impegnativi perla politica cittadina. Cheprospettive vede per laprincipale “azienda”cittadina?«Negli ultimi mesi èvero che abbiamoparlato tantissimo diporto, forse troppo deinomi. Ma di Porto eraed è necessario parlare.Il 21% del PIL(prodotto internolordo) livornese è legatoall’economia portuale.È intorno al porto edalle scelte urbanisticheche saranno compiutesulla destinazione egestione delle sueinfrastrutture che talerinnovata identità dellacittà avrà una delle piùsignificative espressioni:si pensi solo alladestinazione ed ad unutilizzo più funzionalee coerente delle areeretroportuali ed alsistema delleinfrastrutture e deitrasporti; si pensi aquali trasformazioni intermini di viabilità e diservizi interesserannoquella parte di città chesi affaccia sull’areaportuale per effettodelle nuovedestinazioni e delleopere delineate nelP.O.T 2010 – 2012 cheè stato presentato e chedevono ancora tradursiin decisioniurbanistiche.Trasformazioni cheinvestiranno anche ilcentro cittadino e tuttoil suo lungomare, benoltre la Bellana. La sfidasarà nella capacità, nonsolo delle aziendelivornesi che lavoranoin questo settore,compresa laCompagnia Portuale,ma di tutto il territoriodi affermare una suanuova identità chetenga conto dellaprofondetrasformazioni chesoprattutto nell’ultimodecennio hannoattraversato il nostrosistema economico eproduttivo ed hannomodificato lacomposizione socialedella nostra città»

A colloquio con PaoloFenzi, presidente dellaCommissione del ConsiglioComunale per lePolitiche Sociali

Per rispettare i diritti umanifondamentali non può esserepermesso che i musulmani

frequentino luoghi di preghierain contesti degradati

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 marzo 2011IV

VENERDÌ 11 MARZO- 18.00 Intervento al Convegnodiocesano di Quaresima alla parrocchiadella Seton- 21.00 in vescovado, consigliopastorale diocesano

SABATO 12 MARZO- 18.30 S. Messa e conferimento dellecresime alla chiesa di San Sebastiano

DOMENICA 13 MARZO- 11.00 S. Messa e incontro con lacomunità eucaristica di Santa Caterina- 17.00 in cattedrale, ammissione deicatecumeni- 17.30 S. Messa e benedizione delleambulanze della Misericordia incattedrale

MARTEDÌ 15 MARZO- 19.00 in vescovado, incontro del Con-siglio diocesano affari economici

MERCOLEDÌ 16 MARZO- 10.00 incontro con i sacerdoti della pa-storale giovanile e l’èquipe vocazionalein vescovado- 18.00 S. Messa per la Festa dell’Unitàd’Italia nella chiesa di Santa Caterina(vd. Pag. 8)- 21.00 in vescovado, incontro con i cre-simandi della SS. Trinità

GIOVEDÌ 17 MARZO- 12.00 riunione della commissioneeducativa in seminario- 18.00 il Vescovo incontra i laici del I°,II°, III° e IV° vicariato

VENERDÌ 18 MARZO- 9.30 incontro con i direttori dei centripastorali in vescovado- 21.00 riunione delle aggregazioni lai-cali in vescovado

SABATO 19 MARZO- 8.00 pellegrinaggio mensile a Monte-nero e a seguire S. Messa- 10.00 benedizione della scuola d’in-fanzia Lido Rossi a Salviano (vd. Pag 2)- 18.00 S. Messa e cresime a San Luca aStagno

DOMENICA 20 MARZO- 9.30 incontro con la comunità eucari-stica in occasione della festa patronalea Nibbiaia- 11.00 S. Messa e incontro con la comu-nità eucaristica di San Sebastiano- 16.00 ritiro spirituale per i genitori del-la diocesi di Pisa

Agenda del VESCOVO

Libri da LEGGEREdi M.C.

Ravasi G. - Che cos’è l’uomo? Sentimenti e lega-mi umani nella Bibbia- Ed. San Paolo, pp.152, 16,00

Gianfranco Ravasi, Presidente del PontificioConsiglio della Cultura, con questa sua ulti-ma pubblicazione, ci vuole offrire una una ri-flessione sull’uomo, alla luce della Bibbia.Egli ci fa compiere un doppio itinerario: do-po una chiarificazione sul concetto biblico di“cuore”, ci fa riflettere su alcune esperienzecontrastanti del sentire: la mitezza,la paura,la gioia della festa e il mistero oscuro del sof-frire, che diventano anche atteggiamenti e di-sposizioni di vita. Ravasi, ci conduce poi adapprofondire alcuni volti dell’amore pubbli-co che si esprimono in un atteggiamento diconsegna all’altro: l’amore di coppia, l’amici-zia. Rivolge quindi un’attenzione particolarealla famiglia, e di in seno ad essa, alla figuradell’anziano, tanto spesso dimenticata.

AA.VV.- 150° Storie d’Italia a fumetti.- Ed. Pao-line, pp. 126, 9,90.E’ questo un volume di storie raccontate dallagente comune e proposte a fumetti. Sono sto-rie d’Italia che mettono in luce il costituirsi diuna nazione. Si racconta l’unità d’Italia par-tendo dalla quotidianità, dall’impegno e dalsacrificio di molte persone, dai momenti diseparazione che l’Italia ha affrontato e supe-rato, un percorso, un viaggio avventuroso,dove si ricostruiscono le trame della forma-zione del carattere nazionale, frutto di lotte emovimenti, di conquiste civili, di generositàe altre idealità. Storie da leggere e assaporaregrazie all’apporto di alcuni fra i più grandi fu-mettisti italiani.

BREVI DALLA DIOCESIPortico di SalomoneLUNEDÌ 14 MARZO ALLE ORE 21.15Presso l’auditorium della Fondazione San Carlo Borromeo(ex Istituto Pie Venerini), via Lopez, 44 Livorno,Il Centro Culturale Il Portico di Salomone ha organizzatoun incontro di presentazione del libro/intervista di PeterSeewald-Benedetto XVI:"Luce del Mondo".Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Inter-viene Padre Joseph Luzuy

Messa per l’Unità d’ItaliaMERCOLEDÌ 16 MARZO ALLE 18.00 Nella chiesa di Santa Caterina, S. Messa per la Festa dell’U-nità d’Italia (vedi pag 8)

Incontro VocazioniGIOVEDÌ 17 MARZO ALLE 17.30Presso la chiesa santa Giulia incontro di preghiera per levocazioni

DA RICORDARE:Cresime adulti DOMENICA 1 MAGGIO,FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIAALLE 10.30 IN CATTEDRALE

L’angolo dei VIAGGI

AVVISOSi comunica che GIOVEDÌ 17 MARZO, gli uffici dellaCuria diocesana rimarranno chiusi in occasione deifesteggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.Riapriranno regolarmente il 18 Marzo.

Diocesi informa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 marzo 2011 V

DI GIULIA SARTI

o zaino non è ancorapronto per esser messosulle spalle e partire,ma già ci avviamo

verso la seconda tappa dellaprossima Gmg.Sì, perché la prima è stataalla chiesa dei Sette SantiFondatori; per una serata iragazzi si sono fermati inadorazione davanti alSantissimo meditandoinsieme al vescovo Simonesu alcuni passi del Vangelo. Nella scelta del titolodell’incontro, preparato dauna commissione dellaconsulta della Pastoralegiovanile formata ad hocper accompagnare i ragazziverso la Gmg, c’era infattil’invito a raccogliersi unmomento per prendereconsapevolezza di quelloche avverràdurante i giornidi Madrid:“Prima dipartire:fermiamoci apregare - Alberostabile ealimentato dalleradici”.Il perché diquesti incontrice lo spiega DonFedericoLocatelli, unodei responsabiliper la Pastoralegiovanile:«Quello chevogliamo farcapire ai ragazziè che la Gmgnon è il puntodi arrivo, mauna delle tappedi un percorsodi fede. Nondobbiamopensare algrande eventocome fine a sestesso, mainserirlo in un prima e inun dopo. E questo perciòcoinvolge non solo chiandrà a Madrid, ma tutticoloro che vogliono viverepasso dopo passo il propriopercorso di fede. Queigiorni possono essere lo

L

spunto, il punto di avvioper qualcuno, ma ci deveessere un poi».Ai ragazzi in partenza DonFederico augura prima ditutto la possibilità di fareesperienza di Cristo, e poiaggiunge: «Vorrei dare loro

un consiglio: armarsi dipazienza perché saremodavvero tanti!»E lo stesso augurio vienedal vescovo che si è rivoltocosì ai suoi giovani: «Lacosa più bella che ci puòcapitare è passare da un Dio

in cui credere, auno che sentituo compagno.E non solo unDio da credere,ma soprattuttoda accogliere,non da amare,ma dal qualelasciarsi amare.Se uno ti vuolecosì bene, nonpuoi fare ameno diricambiare e daquel momentola casa di Diodiventerà il tuocuore».MonsignorGiusti seguirà igiovani in terraspagnola e se c’èqualcosa chesarà felice diportare nel suobagaglio alritorno, èl’entusiasmo ditutti questiragazzi. Ma

anche, aggiunge, tanti beimomenti di preghiera davivere con le facce di gentedi tutto il mondo. Da Livorno partiranno circain 160, chi per una, chi perdue settimane. «Sonoproprio soddisfatto – diceancora il vescovo Simone –perché abbiamo iniziatoprevedendo un centinaio dipartecipanti ma oggi ilnumero effettivo è già salitodi tanto. E anche tuttiquesti ragazzi di staserasono la confermadell’interesse che c’è inloro».Prossimo incontro, aperto atutti, il 17 aprile, domenicadelle palme con una Gmg“in miniatura” per le stradedella città: ”Prima dipartire: insieme conosciamola nostra Chiesa - Una casastabile dalle fondamenta”.

RICORDIAMO CHE CI SONOANCORA POSTI LIBERI, SIAIN PULLMAN SIA IN NAVEPER PARTECIPARE ALLAGMG DI MADRID. Perinformazioni contattare donFabio Menicagli (328-1676307) o don FedericoLocatelli (338-3329604)

Prima di partirefermiamoci

a PREGAREmico e Signore nostro Gesù Cristo,come sei grande!

Con le tue parole e le tue opere ci hai rivelato chi èDio, Padre tuo e Padre di tutti noi, e chi sei Tu: ilnostro Salvatore.Ci chiami a rimanere con te.Vogliamo seguirti ovunque tu vada.Ti rendiamo grazie della tua Incarnazione; sei il FiglioEterno di Dio, ma non hai esitato a discendere e fartiuomo.Ti rendiamo grazie per la tua Morte e la tuaResurrezione; hai obbedito alla volontà del Padre finoalla fine e per questo sei il Signore di tutti e di tuttele cose.Ti rendiamo grazie perché sei venuto in mezzo a noinell’Eucarestia; la tua Presenza, il tuo Sacrificio, iltuo Banchetto ci invitano sempre a unirci a Te.Ci chiami a lavorare con teVogliamo andare dovunque tu ci invii,

ad annunciare il tuo Nome, a guarire nel tuo nome,ad accompagnare i nostri fratelli fino a Te.

Dacci il tuo Spirito, perché ci illumini e ci rafforzi.La Vergine Maria, la Madre che ci hai consegnatodalla croce, ci anima sempre a fare quello che Tu cidici.Tu sei la Vita. che il nostro pensiero, il nostro amore ele nostre opere abbiano in Te le proprie radici!Tu sei la nostra Roccia. Che la fede in Te sia ilfondamento solido di tutta la nostra vita!

Ti preghiamo per il Papa Benedetto XVI, per i Vescovie per tutti quelli che preparano la prossima GiornataMondiale della Gioventù a Madrid.Ti preghiamo per le nostre famiglie e per i nostriamici, in modo particolare per i giovani che ticonosceranno in questo incontro attraverso latestimonianza ferma e gioiosa della fede.

A

Preghiera per la preparazione alla GMG di MADRID

EDIZIONI PASSATE101 livornesi a Parigi 19974 livornesi a Toronto 20021 centinaio circa di livornesi a Roma 2000 eColonia 2005135.000 italiani alla GMG di Colonia agosto2005 17 livornesi a Sidney 200816.000 italiani alla GMG di Sydney luglio2008, terzo Paese per numero di partecipantidopo l’Australia e gli USA4 continenti toccati dalle GMG10 nazioni ospitanti dal 1985

MADRID 2011Circa 1200 famiglie ospitanti, numero ancorain crescita3.800 posti garantiti, in media 3 persone afamiglia1.800 centri pronti per l’accoglienza (scuole,

centri sportivi, parrocchie)80% delle 709 parrocchie della regione diMadrid che ha messo a disposizione i proprispazi260.810 iscritti (febbraio 2011)145.582 partecipanti ai Giorni nelle Diocesi(febbraio 2011)49.099 italiani (febbraio 2011)150 e oltre partecipanti da Livorno3 momenti della GMG: 2010 anno dellapartenza, 2011 anno dell’incontro, 2012 annodel racconto9 santi patroni della GMG2 luoghi di svolgimento: piazza di Cibeles eaeroporto militare "Cuatro Vientos" 1 zaino con: Vangelo, rosario, libro delpellegrino, guida GMG, YouCat (catechismopreparato per giovani adulti), abbonamentoper trasporto pubblico, cappellino, ventaglio,maglietta della GMG

Curiosità GMG IN PILLOLE

GIO

VA

NI

LA PRIMA TAPPA DEI GIOVANI DELLA DIOCESI VERSO LA GMG DI MADRID....... ..

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 marzo 2011VI

Economia di COMUNIONE

Dalla «cultura del dare»possiamo trarre profitto, tutti

Il primo aprile il professor Bruni a Livorno

enedetto XVI rappresentaancora oggi per moltiuna figura controversa,difficile da capire,

ancorata a dei cliché chedecisamente non gli rendonogiustizia.L’incontro con Andrea Tornielli,vaticanista del Giornale, harappresentato un’iniziativavolta a illuminare lo spessoreumano e intellettuale di questogrande pontefice. Nelle paroleintroduttive di MonsignorGiusti e del Presidente dellaProvincia di Livorno GiorgioKutufà si è delineato il filo rossocha ha segnato il restodell’incontro: Benedetto XVI èun pontefice che sta dando ilmassimo di sé, senzarisparmiarsi, cercando diapplicare fedelmente il ConcilioVaticano II, del quale è statotestimone privilegiato. Conprofonda e acuta intelligenzacerca di andare a fondo aiproblemi, ragionando etentando di far ragionare, per ilbene dell’uomo e della società,perché il credente è prima ditutto una persona ragionevole,che usa una ragione illuminatadalla fede.Le sue tre enciclicherappresentano un validoesempio di quanto affermato, elo accreditano come guida saldain questi tempi tormentati. Ed è proprio riferendosi alprologo della prima enciclicadel Santo Padre, Deus Caritasest, che il dottor Tornielli iniziail suo intervento: «Abbiamocreduto all’amore di Dio- così ilcristiano può esprimere la sceltafondamentale della sua vita.All’inizio dell’essere cristianonon c’è una decisione etica ouna grande idea, bensìl’incontro con un avvenimento,con una Persona, che dà allavita un nuovo orizzonte e conciò la direzione decisiva».

Le parole piùpronunciate da questoPapa, in quasi sei annidi pontificato sonoamore, gioia ebellezza. Purtroppodal punto di vistamediatico, BenedettoXVI non gode diun’immaginecorrispondente. Findagli anni ottanta, daquando cioè GiovanniPaolo II gli affidò laguida dellaCongregazione per laDottrina della Fede, exSant’Uffizio, attornoalla persona di JosephRatzinger cominciò adaleggiare una sorta dipregiudizio.Ignorando il fatto che moltidocumenti estremamenteimportanti, come il nuovoCatechismo della ChiesaCattolica, sono nati dalla suastretta collaborazione con papaWojtyla, si è preferito dipingereRatzinger come una personaintransigente e reazionaria. La realtà ci parla di un uomo,

cardinale della chiesa cattolicache all’età di 78 anni haaccettato l’enorme fardello delpontificato con un’umiltàgenuina, che nasce dallaprofonda consapevolezza che laChiesa non è opera dell’uomo,bensì di Dio. Fin dalla mattinasuccessiva all’elezione, parlandocon i cardinali, Benedetto XVIsottolineò l’importanza del suo

compito: far risplendere nelmondo la luce di Cristo. In altritermini, non è il Papa ilprotagonista, ma Gesù.Tornielli, attraverso il libro«Luce del mondo», offre altrisguardi sulla persona diBenedetto XVI. In meritoall’ormai abusato confronto traBenedetto XVI e il suo

grandissimo predecessore, ilSanto Padre ha risposto consincerità: «Mi sonosemplicemente detto che sonoquel che sono. Non cerco diessere un altro. Quel che possodare do, e quel che non possonon cerco nemmeno di darlo.Non tento di fare di mequalcosa che non sono. Sonostato eletto- cosa di cui sono

"colpevoli" anche icardinali- e faccioquello che posso.»Certo è che in unmondo malato diprotagonismo, in cui sifa strada chi alza di piùla voce e non esisteconsapevolezza deipropri limiti, questarisposta rappresenta unpreziosoinsegnamento.Continuamente,attraverso i gesti e leparole, Benedetto XVIrichiama all’essenzialedella fede, allaconversione, intesacome la capacità diguardare le cose da unaltro punto di vista.

Oggigiorno siamocostantemente affannati aguardare alle conseguenzesociali, culturali e politichedella fede, ignorando il fattoche effettivamente non semprela fede c’è. Il richiamo aiprincipi può essere utile manon basta. Il sempliceenunciato non arriva allepersone, affascina invecel’incontro con dei veri credenti,che siano testimoni credibili. Il cristianesimo è la rispostaincommensurabile data da Dioall’uomo, attraverso la personadi Cristo. L’uomo da solo nonavrebbe potuto colmarel’infinita distanza tra cielo eterra: soltanto Dio ha potutochinarsi sull’uomo. Pertanto ilsentimento principale di ognicredente deve essere diprofonda gratitudine e non diorgoglio, deve esser viva lacoscienza dei nostri limiti e deinostri peccati: questo è il grandee fondamentale insegnamentodel nostro Papa. Questo èl’invito e la sfida per i credentidi oggi.

Benedetta Agretti

B

Il messaggio di Benedetto XVI all’uomo di oggi

biografie EDDA FAGNI

l Vangelo è esigente.Ed esigenti devonoessere le iniziativevolte a tradurne i vari

passi in praticaquotidiana. L’Economiadi Comunione (EdC) èsicuramente una diquesta iniziative. L’EdCpossiamo definirla unascuola di pensieroeconomicocontemporanea, tesa adintendere l’economiacome unione dellanecessità di generare diun utile conl’aspirazione di mettereal centro la personaumana di quelle stesseattività economiche eproduttive. Di fatto perl’EdC utile ed efficienzaproduttiva non sono isoli obiettivi daraggiungere perun’azienda che intendaaderire al progetto.L’utile, infatti, vaprodotto e gestitoseguendo una linea dicondotta ispirata alla"cultura del dare",intesa come aperturaverso il prossimo. Unalogica completamenteopposta a quella

Igeneralmente usatanell’economiacapitalista. Il suoobiettivo è sicuramenteambizioso: realizzare ilsogno di una societàsenza più poveriattraverso un nuovo stiledi agire economico.

Il progetto è statolanciato da ChiaraLubich nel 1991 inBrasile. Oggi coinvolgegià centinaia di impresedei cinque continenti.Cardine importantedell’Edc è la modalità digestione degli utili. Inparticolare 1/3 di essi vadedicato allo sviluppodell’azienda e di chi cilavora, inteso comecrescita produttiva, maanche crescita umana eprofessionale dellepersone, siano essi ilavoratori ol’imprenditore;1/3 vadedicato all’assistenza aibisognosi, in modo daaffrancarli dallasituazione di indigenzae renderli anche essielementi attivi e quindia loro volta occasione diaiuto ad altri indigenti;

1/3 va dedicato allacrescita ed espansionedella cultura del dare, darealizzarsi con laformazione di "uomininuovi", ovvero dipersone che operinosecondo tale paradigmaovvero aperti alprossimo.

I fondamenti di questascuola di pensierorisiedono nelleintuizioni dellafondatrice delMovimento deiFocolari, infatti essanasce da una spiritualitàdi comunione, vissutanella vita economica ecivile cercando diconiugare efficienza esolidarietà. Attornoall’idea della Edc sononati veri e propriodistretti industriali. IlPolo Lionello Bonfantidel Burchio, IncisaValdarno, è il primo.Nel mondo se contanoaltri otto, di cui quattrogià funzionanti e tre infase di realizzazione.Attorno al tema c’èinoltre un dibattitoculturale molto fitto che

conta più di cento tesi dilaurea, nonchénumerosi convegniaccademici epubblicazioniscientifiche nate daldesiderio dicomprendere il segretodi imprese che riesconoad essere competitive inmercati globalizzati e altempo stesso a viverel’attività economicacome luogo di rapportiautenticamente umani.

La nostra Diocesi avràmodo di affrontare unariflessione più ampia suquesto argomento ilprossimo venerdì 1

aprile grazie allapresenza in città diLuigino Bruni,professore di EconomiaPolitica pressol’Università Milano-Bicocca ed esperto deitemi della EdC. Questitemi sono da tempoall’attenzione delProgetto CulturaleDiocesano che nelpomeriggio di venerdì 1aprile invita ad esserepresenti all’incontro conil professor Bruniimprenditori eamministratori, maanche semplici curiosidi queste tematiche

Marco Bennici

Nell’ambito delle iniziative della commissione economica del Progetto culturale diocesano il 1° aprile sarà dedicato alla riflessione sulle esperienze di Economia di Comunione.Interverrà il professor Luigino Bruni docente all’Università Bicocca di Milano, esperto del settore

La conferenza del giornalista vaticanista Andrea Tornielli

attività culturale, pedagogica e politica cheha animato nel corso della vita Edda Fagni èstata messa in rilievo, nella sala conferenzedi Villa Fabbricotti, nel corso della

presentazione del volume di Alessandra Mancini cheaveva appunto come titolo “Edda Fagni”. Una biografiavalida, intensa e puntuale, ha detto l’assessoreall’Istruzione Carla Roncaglia, sottolineando poi che laFagni è stata l’esponente politica più significativa cheha avuto Livorno nel dopoguerra. Fu fautrice di unapolitica coerente con le sue scelte, rigorosa comeamministratrice, lungimirante perché riusciva adanticipare i problemi, dotata di una generosità umananon comune, ebbe sempre un grandissimo rispetto perchi non la pensava come lei, sempre autorevole comeinsegnante, insomma “un punto di riferimento per cuifa bene, anche oggi, poter incontrare persone comeEdda. E’ stata -ha continuato Carla Roncaglia- unalettura emozionante quella del libro nella quale horiscoperto tanti punti di contatto e di comunanza con ilmio percorso anche se non c’è mai stato un sodaliziocomune. Uno dei punti di contatto è stato il clima deglianni 70/80 dove la ricerca pedagogica ha rivestito unagrande importanza, un clima che oggi non c’è piùperché assistiamo ad un depauperamento culturaleincredibile. Un altro punto di contatto è sta

l’Università, ilMagistero a Firenze,dove lei si dedicavaalla ricerca didatticasul tema delladisabilità, cercandopoi di realizzare nelconcreto gli aspettiteorici, mentre io miinteressavo disociologiadell’educazione.Entrambe abbiamodiscusso la tesi nellostesso giorno,entrambe 110 e lodecon lo stesso controrelatore, il professor

Santoni Ruiu. Impegnata in politica Edda divennepresto assessore e con lei ebbi un proficuo scambio diidee quando ero insegnante in una scuolaemblematica come quella di Corea. Questa esperienzafu da lei sempre incoraggiata, dimostrando sensibilitàe capacità di comprendere i cambiamenti cheavvenivano nella scuola. Il suo pensiero pedagogico fuilluminante e propose nuovi modelli di organizzazionedell’infanzia, ebbe un ruolo di innovazione nellapolitica scolastica locale, molte delle sue idee hannoavuto una concretezza che è ancora presente sulterritorio, il libro -ha concluso- è dunque una ricercapreziosa che ci permette di conoscerla meglio.Ha preso poi la parola lo psicopedagogo Mauro Pardiniche ha detto di essere stato uno degli allievi dellaFagni e della Volpi, e ha aggiunto che la Fagni nellasua proposta educativa aveva insistito molto sulconcetto di integrazione. Integrazione dei saperi, dellecompetenze, delle persone nella loro interezza, in unascuola che aiuta a fare domande e poi a dare dellerisposte aiutando i ragazzi a comprendere il mondo incui vivono. Gli insegnanti erano quindi strumenti percercare insieme ai ragazzi delle risposte, suscitareinteressi, dare valore alle cose di tutti i giorni.Volle laludoteca come motivo per lavorare “sul cuore”deiragazzi, così come volle il centro assistenza famigliareper lavorare insieme alle famiglie, e quindi nellascuola, nella ludoteca e nella famiglia si realizzaval’integrazione del bambino in tutti i suoi tempi di vita.L’autrice della biografia, Alessandra Mancini, ha dettoche Edda Fagni è “rimasta nel cuore di chiunquel’abbia conosciuta” e questo lo aveva potutoconstatare contattando le persone che con lei avevanooperato. Nei vari ruoli che aveva ricoperto ha semprecercato di aiutare tutti convinta di quello che faceva, fuuna laica ma nello stesso tempo religiosa con unaspiritualità accentuata. Nella scuola diede unaimportanza preminente agli animatori e non solo aglieducatori, fu grande il suo apprezzamento per GianniRodari in quanto riteneva i bambini una ricchezza efonte di molte risorse fornendo loro gli stimoli piùdiversi. Il suo percorso politico e pedagogico si èsviluppato e integrato parallelamente nel tempomettendosi sempre in gioco in prima personaL’incontro è terminato con l’assessore alla Cultura,Mario Tredici, che ha evidenziato la personalitàpoliedrica di Edda, una persona concreta che havissuto il proprio tempo, una persona che riusciva adunire posizioni diverse anche nel suo partito il PCI.Volle sempre dare una risposta agli operai in lotta e aiproblemi di Livorno, lo stesso completamento dellaFi.Pi.Li. Lo si deve molto alla Fagni, ebbe una caraturamorale che ha avuto per Livorno solo MonsignorAblondi. Oggi avremmo molto bisogno di personecome Edda e come il Vescovo Alberto. A queste parolechi scrive vuole aggiungere un breve ricordo, EddaFagni diceva lei stessa di non essere praticante maleggeva costantemente l’Osservatore Romano adimostrazione della sua sensibilità verso la Chiesa euna fede non sopita, quando nel 1991 monsignorAblondi compì il 25° anno di episcopato, Edda glimandò in regalo una croce pettorale cesellata in legno,con le parole: “Tra venticinque anni dove ci troveremo?Io non so ma ho tanta speranza”. Monsignor Ablondi,confortandola, al momento della morte le disse:“Signorina, questo è il momento di vivere la parolache lei mi ha scritto: la speranza. Essa se non ci lasciapiù spazio per il passato e per il presente, ci apreluminoso il futuro”.

Gianni Giovangiacomo

’L

Una donna che halasciato il segno

Continuamente, attraverso i gesti e le parole, Benedetto XVI richiama

all’essenziale della fede

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 marzo 2011 VII

La giornatadi preghieraper le donne

nche quest’anno a Livorno, come ormaida lunga consuetudine, si è tenutapresso la Chiesa Valdese la GiornataMondiale di Preghiera, alla quale hanno

partecipato le donne delle diverse Confessionipresenti nella città labronica. Ogni anno le donne diuna nazione diversa preparano questa Giornata equest’anno lo hanno fatto le donne del Cile.La Giornata Mondiale di Preghiera, in Cile, risale al1980, ma solo dall’ottobre 2000 è stato eletto uncomitato nazionale. Preparare il materiale per laGMP 2011 le ha aiutate a consolidare ancora dipiù il movimento in Cile. Negli anni che vanno dal1973 al 1989 infatti, il Cile ha vissuto una dellepeggiori dittature sotto il generale AugustoPinochet, dopo il golpe militare che ha destituito ilgoverno di Salvator Allende. Come durante altredittature in Sud America, molti furono i morti, gliarrestati e i desaparecidos.Tanti altri, che avrebberopotuto dare un contributo al loro paese, furonocostretti all’esilio e poterono sopravvivere solograzie agli aiuti, elargiti dalle organizzazioni dellevedove di Sarepta per tutto il tempo in cui lefamiglie erano divise. Durante gli anni ‘80,malgrado la repressione si espandesse,cominciarono a ricomparire espressioni disolidarietà: centri sociali e gruppi locali siorganizzarono per soddisfare necessità altrimentiignorate. Questi centri hanno sfidato le azionirepressive del governo. Riapparvero organizzazionilocali, in modo particolare le Soup Kitchens, deivolontari che non solo provvedevano alle necessitàmateriali dei più bisognosi, ma davano anchel’opportunità di condividere i problemi personaligiornalieri e cercareinsieme delle soluzioni.Dopo 17 anni didittatura, il Cile haintrapreso un processo ditrasformazione ericostruzione e, nel 2006,ha eletto la sua primaPresidente donna,Michelle Bachelet Jeria.Altre donne importantivanno ricordate:GabrielaMistral, Premio Nobel perla letteratura nel 1945;Violeta Parra (1917-1967),esperta in folklore, cantante e pittrice; IsabelAllende, scrittrice contemporanea. Le donne cilenesono da poco inserite nel mondo del lavoro dovesvolgono attività meno prestigiose e menoretribuite degli uomini. Il diritto alla maternità ègarantito da leggi che tutelano le donne incinte equelle che hanno bambini piccoli. Il Cile ha la piùalta incidenza di violenza domestica in AmericaLatina; i dati ufficiali parlano di 28,1% di violenzefisiche e sessuali, del e 19,9% di violenzepsicologiche. A questi dati bisogna aggiungere leviolenze non denunciate. Le chiese offronolaboratori di prevenzione e forniscono supportolegale e spirituale alle donne vittime di violenza.Riguardo la Religione, la popolazione per L’89% siprofessa cattolica, il 10% protestante e il restante1% è formato da piccole comunità ebraiche,ortodosse e musulmane. Nel 1999 si ottenne lalibertà di culto. Il 31 ottobre è la Giornata

Nazionale degli Evangelici ed è una festaufficiale.La scelta del brano evangelico di Marco 6,30-44, fa riferimento alla realtà cilenadove il pane è ancora l’elemento piùimportante sulla tavola. Anche su quellepiù umili questo impasto lievitato èsempre presente per dare sostentamento.La gente lavora a lungo, alcuni persino 11o 12 ore al giorno, con mezz’ora di pausaper il pranzo. Quando a fine mese ricevonola paga,molti vedono che basta solo per lespese basilari come l’elettricità, l’acqua,ilgas o la legna, e s’indebitano presso inegozi. Spesso restano pochissimi soldi peril cibo. Il vangelo di Marco è uno scandaloper il sistema economico capitalistico chesi basa sull’unico principio di ottenere ilmassimo profitto anche a discapito delladignità degli esseri umani. Se ladistribuzione dei beni della terra fosseequa, tutti avrebbero accesso ai suoi frutti,come Dio li ha garantiti per tutti all’iniziodella creazione. In un’economia mondialeglobalizzata, l’avere ha calpestato l’essere.Il movimento – la Giornata Mondiale diPreghiera – è in condizione di portareavanti il “miracolo dei pani e dei pesci”attraverso le tante donne, in tutto ilmondo, che si siedono sull’erba e mettonoin comune ciò che hanno, dando damangiare a chi non ne ha e pregando ilSignore della vita, Colui che ci ha affidatouna grande missione: scoprire insieme chec’è un’unica tavola inclusiva, dove nessunodeve sentirsi discriminato a causa di razza,cultura, colore, malattia, età, sesso, credo oistruzione. È una tavola aperta a tutti, dovenon manca il pane, anzi dove vengonoriempiti i cestini di pani e pesci da dare achiunque ne abbia bisogno nel mondo.Tutti gli esseri umani avrebberonutrimento a sufficienza. Se la ricchezzafosse distribuita equamente, ognuno di noicondividerebbe ciò che ha, come la vedovadi Sarepta.

Monica Cuzzocrea

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Il Cristo coronato di spineL’opera del Beato Angelico in duomo attrae l’attenzione di molti visitatori

entro ilDuomodiLivorno,

nella cappelladel Santissimo,c’è una piccolatavola su cui èraffigurato il“CRISTO CORONATODI SPINE” del BeatoAngelico. L’immagine èdavvero forte. Cattiveria,dolore, sofferenza,rassegnazione, sangue espine, eppurecontinuando a guardarequegli occhi sembra disentire anche quello cheverrà dopo: la rinascita eil perdono.Melania Di Sarno,laureata in lettere eprofessoressa di storiadell’arte alle ScuoleSuperiori ci aiuta ascoprire questo tesorodell’arte.L’autore, Guido di PietroTrosini (1387-1455),detto Beato Angelico erauna persona semplice eumile; aveva, infatti,abbracciato la vita dellapredicazione e dellameditazione divenendomonaco domenicano.Era, tuttavia, ancheuomo attivo e concretovisto che conciliava lapredicazione e la fedecon la sua principaleattività: quella di pittore.Non è stato difficile,dunque, per un monacoDomenicano trovare deivalidi committenti. Chimeglio di lui potevainterpretare eassecondare le richiestedella Chiesa? La pitturaera diventata la miglioreforma di devozione e dipredicazione perl’Angelico e la suasemplicità, dovuta anchea quelli che erano idettami della regoladomenicana, povertà edascetismo, si traducevanelle sue opere in unlinguaggiocomprensibile a tutti.Facile immaginaredunque il successoriscosso dai suoi dipinti.

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Questo gli ha permessodi credere veramente inquesta attività, tanto cheil suo stile e la sua tecnicadiventarono sempre piùraffinati.

La tavola dipinta delCristo incoronato dispine è stata ritrovata egiudicata come operadell’Angelico soloall’inizio del secoloscorso da RobertoLonghi. Una piccolatavola (55cmx39cm) cheha suscitato una certaammirazione ma anchetanti dubbi sulla suaeffettiva provenienza. Lateoria più accreditatavuole che la tavola siacomparsa, dopo varie esconosciute vicissitudinial mercato antiquarionella Livorno del 1837 esia poi stata donata daun certo SilvestroSilvestri alla chiesa dellaMadonna del Soccorso,che per renderla fruibile

a tutti i livornesi l’hagentilmente prestata allacattedrale.Fu monsignor DiegoColetti, grazie alcontributo della famigliaCaponi, a volerne ilrestauro e la collocazionein duomo, avvenuta nelnovembre del 2006.

Questa rappresentazionedel Cristo incoronato dispine coglie il momentodella sofferenza e delloschernimento, quandomaggiormente Gesù èstato chiamato asopportare il dolore perredimere l’umanità conla sua passione e mortedolente. In quest’operapossiamo vedere ildolore da vicino,attraverso il drammaticoprimo piano dellostraordinario voltostraziato dagli aculeidelle spine che neincoronano la testa,strazio esaltato dalla

veste rosso scarlatta,simbolo regale; lo stessorosso presente anchenell’aureola dorata con imonogrammi dellaPassione (IHS IesusHumanitatis Salvator -XPS iniziali greche delnome di Cristo).Il collare decorato edimpreziosito da pietrepreziose riportante lascritta REX REGUMDOMINANSDOMINANTIUM (Re deiRe Signore dei Signori).Gli occhi iniettati disangue e gonfi di lacrimecosì come le sopraccigliainarcate verso il bassoaccentuano il sentimentodella passione. Un voltoche comunica sofferenzama che allo stesso tempoci fissa e ci guarda,consapevole e fermo.

Beato Angelico harappresentato più voltemomenti della vita diCristo e nella maggiorparte dei casi hacomunicato serenità. Inquesto caso, invece, forseinfluenzato dalle operedi artisti fiamminghi

presenti nella collezionedi Papa Eugenio IV, unodei suoi più importanticommittenti, ha fattoindubbiamente unascelta diversa. Il Volto di Cristo, dipintoda Beato Angelico, fapensare, inoltre, adun’immagineantichissima ritenuta lavera icona di Cristo, che,secondo la tradizione,non è stata eseguita damano umana (IlMandylion o laVeronica). I dati conducono ad unasupposta data diesecuzione dell’opera chepotrebbe essere il 1440.Il Cristo incoronato dispine del Beato Angelicoè un’opera che nonlasciava indifferenti glispettatori di ieri e nonlascia indifferenti glispettatori di oggi che,nonostante le tantedomande sulle originidel quadro ancora senzaprecise risposte, sentono,percepiscono e osservanola tavola dell’Angelico esi emozionano ancora.

Angela Blanco

a nostra Diocesi è riccadi molti “tesori”; il

Beato Angelico è il primodei tanti che abbiamovoluto raccontarvi. Da questo numero infattiperiodicamente “LaSettimana” viaccompagnerà nelviaggio alla scopertadelle diverse opere d’artenascoste del nostroterritorio, dalla piùgrandi come la pala delVasari in Santa Caterina,alle più piccole come lesuppellettili sacreospitate nel museodiocesano.

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Acolloquio con la professoressa Di Sarno per conoscere questo tesoro più da vicino

PICCOLI Tesori

di Angela Blanco

La croce di Giotto della chiesa di OgnissantiA Firenze la presentazione del restauro e la lettura teologica di un capolavoro

LE SORELLE DEL CILE

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 marzo 2011VIII