1.Un'Opera d'Arte Alla Settimana - La Repubblica 04-01-13

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    Tutti i musei in cui sono stata, le gallerie, le esposizioni,le chiese, le cripte, i gabinetti di disegni e stampe, i si-ti archeologici, le caverne, le regge, le rovine, mi han-no lasciato qualcosa. A volte un ricordo molto con-creto. Per molto tempo, ho scattato la foto oppure

    comprato la cartolina dellopera che aveva dato un senso alla pe-nosa fila in strada magari sotto la pioggia, alla fatica di aver at-traversato cento stanze di un museo sterminato, al viaggio stes-so che mi aveva condotto, che so, ad Algeri, a Teheran, a Wa-

    shington, alla Chaise-Dieu Con gli anni, quel mucchio disor-dinato eppure non casuale diventato alto come una colon-na. Poi franato, e ha cominciato a vagare per la mia casa, di sca-tola in scatola, tracimando sul pavimento. Ogni tanto lo frugoalla ricerca di unimmagine. I miei gusti sono cambiati, le mie co-noscenze si sono arricchite. Eppure, ogni cartolina ormai sbia-dita racconta una folgorazione, un innamoramento, talvoltauna rivelazione. O anche linizio di unavventura durata anni eanni e destinata a orientare la mia stessa vita, come fu perLa Pre-sentazione al Tempiodi Tintoretto alla Madonna dellOrto di Ve-nezia.

    C di tutto. Tavole, quadri dipinti a olio, affreschi, graffiti, ve-trate, idoli di legno e di pietra,statue, maschere, cammei, ex-voto, bronzetti, noccioli di pe-sca, disegni, reliquiari, cariati-di, capitelli, miniature Ope-re disparate di cinque conti-nenti e almeno cinquanta se-coli: create come amuleti, pre-ghiere o bestemmie, da

    i i d i t ii i i i il

    Parler solo di pittura chemeglio pu essere riprodottasu un giornale: niente arti pla-stiche, niente land art, body arto arti decorative. Solo opere diartisti coi quali vale la pena tra-scorrere del tempo anche so-lo i dieci minuti che ci voglionoper leggere il mio articolo. Non

    necessariamente i maestri picelebrati, che pure non saran-no certo esclusi. Ma anche gliirregolari, gli anomali, quelliche non hanno fondato scuo-le, non si lasciano etichettare oche hanno vissuto per conce-pire un solo capolavoro.

    Nel mio museo non c bi-glietto dingresso, e dunquenemmeno ingresso. Insom-ma, le opere non sarannoesposte in ordine cronologico.Non ho mai creduto che il tem-po sia una strada a senso uni-co, da percorrere in una soladirezione. Esso pu essere re-versibile. Inoltre dalle devia-zioni e dagli andirivieni si im-para molto, talvolta pi che dauna linea retta. N le opere sa-

    t i dihi i i

    IL MUSEODELMONDO

    Da domenicasu Repubblicala scrittriceracconterunopera ognisettimana

    Un percorso moltopersonale tracapolavori antichie contemporaneialla scopertadella bellezza

    MELANIA MAZZUCCO

    La mia storia dellartequadro per quadro

    Su Repubblica.it daoggi un intero sito dedicato al Museodel Mondo con lavideointervista aMelania Mazzucco,le fotogallerie e i

    profili degli artisti eil d i h

    REPUBBLICA.IT

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    troppo tempo un privilegio deldenaro, degli imperatori, deire, dei finanzieri: i veri musei

    sono spesso una lezione di sto-ria economica, e le opere i tro-fei dei vincitori). Ma perch hoil desiderio di ascoltarla anco-ra, consapevole che essa hatutto da insegnarmi, e nonsmetter mai di parlarmi. Nescrivo appunto per ritrovarla,e rivivere lesperienza di quel-lincontro. Se dopo aver lettoquesti articoli, o qualcuno diessi, sentirete anche voi vogliadi vedere (o rivedere) questa oquellopera coi vostri occhi, al-lora questo museo esisterdavvero e sar nostro.

    aver iniziato un dialogo chenon si pi interrotto. E infine,ma soprattutto, devo deside-rare di rivederla.

    Ildesideriodi unopera lu-

    nico criterio veramente fon-damentale della mia selezio-ne. Non perch abbia mai de-siderato possederla, o colle-zionarla (collezionare da

    stinzioni senza senso: non ilsoggetto che conta, ma la pit-tura stessa. N in ordine geo-

    grafico (intendo la classifica-zione accademica per scuo-le regioni, nazioni, etc.). Gliartisti non vedono larte cos.

    Velzquez pu illuminare Ni-cholas de Stal, anche se nullaapparentemente unisce la pit-tura figurativa di corte di unmaestro spagnolo del XVII se-colo alle sperimentazioni diun giovane russo degli anniTrenta del XX.

    Non seguir nemmeno uncriterio unicamente estetico.Cio, non intendo costruireunantologia dellarte mon-diale n un canone. Mi metto-

    no a disagio quelli degli altri, enon aspiro a crearne uno mio.

    La mia selezione del 2013 ri-specchia solo ci che sono og-gi, e non ci che ero o che sardomani. Siamo fluidi e mute-voli, tutto ci cambia, e il sensodel percorso nel mutamentostesso. Perfino i veri musei siriallestiscono continuamen-te: dai depositi emergono ope-re dimenticate, e nei depositifiniscono opere sopravvaluta-te, degradate dalla nuova ge-nerazione a lavoro di routine odi bottega imitazione o co-

    pia. Ci non mi impedir diparlare di opere canoniche famosissime. Ma inevitabil-mente vi sembreranno sor-prendenti alcune omissioni.

    Inoltre: devo aver visto lo-pera coi miei occhi. Da vicino.

    Averle girato intorno, averlaannusata, aver visto le crepesulla superficie. Devo avernevisto i colori, la dimensione, ilsupporto, la pennellata, la tec-nica usata: la sua pelle, la car-ne, la materia. Insomma, devoessermi trovata davanti a lei

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    Il desideriodi interrogareancora i dipinti lunico criteriodella selezione

    Lopera

    Ad Parnassum di Paul

    Klee lopera con cuiMelania Mazzuccoinaugura domenica la suaserie Il Museo delMondo. Il dipinto (1932) sitrova al Kunstmuseum diBerna. (Nella foto grande,visitatori davanti al doppioritratto dei duchi di Urbinodi Piero della Francesca)