La Settimana n. 10 del 10 marzo 2013

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DI GIULIA SARTI colloquio con Don Ezio Morosi, ordinato sacerdote nel 1957, uno degli "storici" della nostra Diocesi. Con lui abbiamo parlato del papa, del passato e del futuro della chiesa. Quale è il primo papa che ricorda? «Quando venne nominato papa Pio XII ero un bambino. Ricordo le emozioni degli adulti e le loro aspettative per il peso che avrebbe potuto avere nel mondo. Emozioni che sentivo e che mi contagiavano. Poi col tempo ho iniziato a farmi una mia opinione su di lui.» Come sacerdote e come cristiano quanto ha influito questa figura su di lei? La sente una presenza vicina o lontana? «Dal punto di vista religioso il Santo padre è il vertice, e in me ha sempre lasciato un interesse particolare. Lo sento e sentito vicino perchè papa della mia chiesa, quella di cui faccio parte. Questo crea un legame che ci unisce, ma certo, non in modo fisicamente diretto. Per chi poi va verso il sacerdozio, il papa rappresenta un punto di riferimento, un capo-barca nella guida, dalla cui saggezza dipende molto». Lo ha mai incontrato personalmente? «Da Pio XII in poi ho avuto modo di incontrarli tutti, ma mai in modo privato, sempre insieme ad altre persone». Nel corso della sua vita si sono succeduti diversi papi. Come potrebbe caratterizzare ognuno di loro in base al tipo di missione che ha portato avanti? «Di Pio XII ammiro il coraggio. Ha vissuto momenti difficili per la storia del mondo e della chiesa e li ha saputi affrontare. Il suo successore Giovanni XXIII ha brillato per la bontà e santità, di cui emblema è il "Discorso alla luna". Se penso a Paolo VI invece penso alle lacrime, al dolore che ha sofferto, alle difficoltà: Giovanni XXIII aveva fatto decollare l’aereo del Concilio, tutto lo spazio del cielo era lì per lui che iniziava il viaggio, ma poi c’era da farlo atterrare quell’aereo e quella era la parte forse più impegnativa e pericolosa di cui Paolo VI ha sentito la fatica. Giovanni Paolo I poi...lo spazio di un sorriso... Per Giovanni Paolo II userei l’espressione "papa d’acciaio". Ha saputo pendere le redini in un momento storico particolare e ha guidato il suo popolo. Per Benedetto XVI provo molto affetto. Ha accettato una missione non facile a cui ha dato un enorme contributo con la sua vita e le sue opere». Secondo lei c’è una cosa in particolare in cui Benedetto XVI lascia il segno? «Dovrei pensarci molto. Rischierei di indicarne una e rendermi conto dopo poco che ce n’è una più grande». Cosa pensa della sua "rinuncia"? «E’ molto difficile entrare nella mente di una persona, soprattutto se di rilievo. Questo gesto suscita approvazioni e no, ma non c’è da giudicare se abbia fatto bene o male, ma rispettare la scelta di una persona che non è certo sprovveduta e che quindi è arrivata a una decisione pensata e pesata. Non è come decidere quale tra due pietanze mangiare, ma una cosa che porta conseguenze nel mondo». Lei ha quasi la sua stessa età. Questo le ha in qualche modo fatto capire meglio la decisione rispetto ai sacerdoti più giovani? «Forse. Il pensiero potrebbe essere "Se Dio mi chiama, mi darà la forza", ma poi ci sono da fare i conti con il limite umano, con l’età che avanza e i problemi personali che si porta dietro. Lui ha capito di non avere più le energie per guidarci nel modo migliore e lo ha accettato». Il papa che verrà, che chiesa troverà e a cosa dovrà essere preparato? «Dovrà salire sulla barca equipaggiato per il buono e il cattivo tempo, con l’immagine eloquente di Gesù che cammina sulle acque, tende la mano e porta serenità, con la fiducia in un Dio che non ci abbandona. A noi spetterà stare attenti alla sua voce, a quello che propone, pregando per lui». Azzarda un nome? «Non saprei indicarne uno, ma quel che conta di più è che avrà bisogno della nostra preghiera per capire il disegno che Dio ha su di lui e insieme collaboriamo per realizzarlo. Ogni cardinale in coscienza darà il suo voto, guidato dallo Spirito che ha dimostrato di rendere possibili cose che sembravano impossibili. Chiunque sia, dovrà capire il peso che porterà nel cammino della chiesa, creare una chiesa viva, senza pensare di poterlo fare da solo, ma chiedendo aiuto quando sarà necessario». Come vede il futuro della chiesa? «Come una barca che naviga in mare. A volte è calmo, altre in burrasca. L’importante è capire che a guidarla è lo Spirito Santo che non permetterà mai che cada in mani che vogliano rovinarla, e che anzi aiuterà chi sarà ad accompagnarla ad avere responsabilità della sua missione, senza sentirsi solo anche grazie alla nostra preghiera». A Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 10 marzo 2013 d io vorrei dirvi che la Chiesa non è fatta per risolvere i “come” della vita. Forse vi sono stati momenti nei quali, come supplenza, è stata co- stretta ad entrare nel mondo e ad aiutare l’uomo a risolvere i “come”. Non facciamo questa indagine storica che abbiamo tutti presente: forse oggi può essere che in particolari situazioni un sacerdote o la Chiesa debba aiutare un uomo a risolvere il “come” per portarlo alla consapevolezza del “perché”; ma guai se la Chiesa si fermasse al “co- me”: entrerebbe in concorrenza con tutte le altre società e snature- rebbe se stessa e creerebbe un mondo monotono in cui l’uomo si consumerebbe nei “come” senza trovare la soluzione del problema che condiziona i “come”, cioè il problema dei “perché”. “Sacerdoti e Laici nella Chiesa 1969 - Una missione d’accoglienza” E In questo tempo di attesa per il nuovo Papa, abbiamo ripercorso con monsignor Ezio Morosi i successori di Pietro da Pio XII a Benedetto XVI Il soffio dello Spirito: ieri, oggi, sempre L’elezione del pontefice sulle pagine dei «nostri giornali» l clima di attesa di questi giorni, che si respira su stampa e televisione, ha suscitato la curiosità di vedere come la nostra stampa diocesana ha vissuto i tempi dei Conclavi che hanno portato all’elezione degli ultimi 5 pontefici. Niente di nuovo sotto il sole! Sono passanti 55 anni dal Conclave che è seguito alla morte di Pio XII il 9 ottobre 1958. Lo troviamo descritto in Fides. Le domande e le curiosità non differiscono dalle attuali: Chi sarà l’eletto? Sarà italiano? Ma don Angeli, nel suo commento, precisa:«Vi è un solo obiettivo da tener presente da parte degli elettori: quello di fare la volontà di Dio. Così appaiono ridicole le previsioni che vengono formulate. Certo, la curiosità è legittima. Sarà italiano?Ci si chiede. Bisogna però riflettere che un Papa non sarà mai “ straniero” perché la S.Sede è il centro ed il cuore di tutte le nazioni cattoliche della terra.» Il Conclave che portò alla elezione di Papa Giovanni XXIII, terminò il 28 ottobre 1958. Vi avevano partecipato 51 Cardinali ed era durato 4 giorni con 14 scrutini. Come spesso accade l’uscita del suo nome rappresentò una sorpresa. Nel 1963 muore Giovanni XXIIII. Il giornale diocesano dell’epoca era La Vita. Fausto Vallainc in risposta ai soliti interrogativi ed al “toto Papa” ricorda: «Il vero protagonista del Conclave è lo Spirito Santo». Il nuovo Papa, Paolo VI, venne eletto da 80 Cardinali il 21 giugno 1963 al termine di un Conclave durato 3 giorni. Morì il 6 agosto 1978. L’elezione di Giovanni Paolo I arrivò dopo 2 giorni di votazioni dei 111 Cardinali elettori. Era il 26 agosto 1978. La Settimana, giornale diocesano dell’epoca, riporta una bella riflessione di Mons. Ablondi. «Quale il nome del nuovo Papa? Giovanni Paolo I; lo chiameremo così. Ma sempre, questo nome sarà preceduto da un altro che gli dà valore, significato, missione: sì prima di tutto dunque anche per questo Papa il vero nome è Pietro. Da dove viene? E’ domanda con due risposte: quella della sua anagrafe e quella più importante della sua missione. Per quest’ultima, come tutti i Papi è un blocco di roccia che viene dalla stessa roccia da cui Gesù estrasse la colonna Pietro. La sua età. Come Papa la sua età non è fatta solo dalla somma dei suoi anni. Perché tutti i Papi sono nati nello stesso giorno in cui Gesù disse a Pietro “Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa”. Cosa farà il Nuovo Papa?Questo masso di roccia si affiancherà, nel Tempio della Chiesa, alle colonne dei Papi che lo hanno preceduto. Ora appena eletto è già blocco di roccia capace di reggere la Chiesa insieme al Collegio dei Vescovi ed al Popolo di Dio; poi con il passare degli anni, sotto l’azione dello Spirito, della storia, della collaborazione di tutti, della faticosa croce di tutti i Papi, il blocco diventerà la colonna Giovanni Paolo I». Dopo soli 33 giorni la morte lo rapì. Il nuovo Conclave, andato avanti per 3 giorni, portò alla nomina, da parte di 111 Cardinali, di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978 dopo 8 scrutini. La sua nomina sbaragliò le previsioni della vigilia dei soliti bene informati che indicavano sul soglio pontificio il Cardinale Siri, il Cardinale Benelli o il Cardinale Ratzinger. La nomina di Benedetto XVI, è stata voluta da 115 Cardinali che al quinto scrutinio, il 19 aprile 2005 lo hanno eletto Papa. Ora sta per aprirsi un nuovo Conclave. I Cardinali elettori saranno 117: 60 sono gli europei, 28 gli italiani. I latino americani saranno invece 19, mentre i nordamericani 14. Dall’Africa ne giungeranno 12 e dall’Asia 11. Uno solo è il cardinale proveniente dall’Oceania. Ancora echeggia la stessa domanda: Chi sarà il nuovo Papa? Sarà Italiano?Quanto durerà il Conclave? Ancora una volta la stessa risposta: sarà Colui che lo Spirito sceglierà per guidare con mano ferma la Barca di Pietro. a cura di Maria Luisa Fogolari direttrice dell’Archivio storico diocesano I IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Tempo di Conclave

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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DI GIULIA SARTI

colloquio con Don EzioMorosi, ordinato sacerdote nel1957, uno degli "storici" dellanostra Diocesi. Con lui

abbiamo parlato del papa, del passato edel futuro della chiesa.

Quale è il primo papa che ricorda?«Quando venne nominato papa PioXII ero un bambino. Ricordo leemozioni degli adulti e le loroaspettative per il peso che avrebbepotuto avere nel mondo. Emozioniche sentivo e che mi contagiavano.Poi col tempo ho iniziato a farmiuna mia opinione su di lui.»

Come sacerdote e come cristianoquanto ha influito questa figura su dilei? La sente una presenza vicina olontana?«Dal punto di vista religioso il Santopadre è il vertice, e in me ha semprelasciato un interesse particolare. Losento e sentito vicino perchè papadella mia chiesa, quella di cui faccioparte. Questo crea un legame che ciunisce, ma certo, non in modofisicamente diretto. Per chi poi vaverso il sacerdozio, il paparappresenta un punto di riferimento,un capo-barca nella guida, dalla cuisaggezza dipende molto».

Lo ha mai incontrato personalmente?«Da Pio XII in poi ho avuto modo diincontrarli tutti, ma mai in modoprivato, sempre insieme ad altrepersone».

Nel corso della sua vita si sonosucceduti diversi papi. Come potrebbecaratterizzare ognuno di loro in baseal tipo di missione che ha portatoavanti?«Di Pio XII ammiro il coraggio. Havissuto momenti difficili per la storiadel mondo e della chiesa e li hasaputi affrontare. Il suo successoreGiovanni XXIII ha brillato per labontà e santità, di cui emblema è il"Discorso alla luna". Se penso aPaolo VI invece penso alle lacrime, aldolore che ha sofferto, alle difficoltà:Giovanni XXIII aveva fatto decollare

l’aereo del Concilio, tutto lo spaziodel cielo era lì per lui che iniziava ilviaggio, ma poi c’era da farloatterrare quell’aereo e quella era laparte forse più impegnativa epericolosa di cui Paolo VI ha sentitola fatica. Giovanni Paolo I poi...lospazio di un sorriso... Per GiovanniPaolo II userei l’espressione "papad’acciaio". Ha saputo pendere leredini in un momento storicoparticolare e ha guidato il suopopolo.Per Benedetto XVI provo moltoaffetto. Ha accettato una missionenon facile a cui ha dato un enormecontributo con la sua vita e le sueopere».

Secondo lei c’è una cosa in particolarein cui Benedetto XVI lascia il segno?«Dovrei pensarci molto. Rischierei diindicarne una e rendermi conto dopopoco che ce n’è una più grande».

Cosa pensa della sua "rinuncia"?«E’ molto difficile entrare nellamente di una persona, soprattutto sedi rilievo. Questo gesto suscitaapprovazioni e no, ma non c’è dagiudicare se abbia fatto bene o male,ma rispettare la scelta di una personache non è certo sprovveduta e chequindi è arrivata a una decisionepensata e pesata. Non è comedecidere quale tra due pietanzemangiare, ma una cosa che portaconseguenze nel mondo».

Lei ha quasi la sua stessa età. Questole ha in qualche modo fatto capiremeglio la decisione rispetto aisacerdoti più giovani?«Forse. Il pensiero potrebbe essere"Se Dio mi chiama, mi darà la forza",ma poi ci sono da fare i conti con il

limite umano, con l’età che avanza ei problemi personali che si portadietro. Lui ha capito di non avere piùle energie per guidarci nel modomigliore e lo ha accettato».

Il papa che verrà, che chiesa troverà ea cosa dovrà essere preparato?«Dovrà salire sulla barcaequipaggiato per il buono e il cattivotempo, con l’immagine eloquente diGesù che cammina sulle acque, tendela mano e porta serenità, con lafiducia in un Dio che non ciabbandona. A noi spetterà stareattenti alla sua voce, a quello chepropone, pregando per lui».

Azzarda un nome?«Non saprei indicarne uno, ma quelche conta di più è che avrà bisognodella nostra preghiera per capire ildisegno che Dio ha su di lui einsieme collaboriamo per realizzarlo.Ogni cardinale in coscienza darà ilsuo voto, guidato dallo Spirito cheha dimostrato di rendere possibilicose che sembravano impossibili.Chiunque sia, dovrà capire il pesoche porterà nel cammino dellachiesa, creare una chiesa viva, senzapensare di poterlo fare da solo, machiedendo aiuto quando sarànecessario».

Come vede il futuro della chiesa?«Come una barca che naviga in mare.A volte è calmo, altre in burrasca.L’importante è capire che a guidarla èlo Spirito Santo che non permetteràmai che cada in mani che voglianorovinarla, e che anzi aiuterà chi saràad accompagnarla ad avereresponsabilità della sua missione,senza sentirsi solo anche grazie allanostra preghiera».

A

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

10 marzo 2013

d io vorrei dirvi che la Chiesa non è fatta per risolvere i “come”della vita.

Forse vi sono stati momenti nei quali, come supplenza, è stata co-stretta ad entrare nel mondo e ad aiutare l’uomo a risolvere i “come”.Non facciamo questa indagine storica che abbiamo tutti presente:forse oggi può essere che in particolari situazioni un sacerdote o laChiesa debba aiutare un uomo a risolvere il “come” per portarlo allaconsapevolezza del “perché”; ma guai se la Chiesa si fermasse al “co-me”: entrerebbe in concorrenza con tutte le altre società e snature-rebbe se stessa e creerebbe un mondo monotono in cui l’uomo siconsumerebbe nei “come” senza trovare la soluzione del problemache condiziona i “come”, cioè il problema dei “perché”.“Sacerdoti e Laici nella Chiesa 1969 - Una missione d’accoglienza”

E

In questo tempo di attesa per il nuovo Papa, abbiamo ripercorso con monsignor Ezio Morosi i successoridi Pietro da Pio XII a Benedetto XVI

Il soffio dello Spirito:ieri, oggi, sempre

L’elezione del ponteficesulle pagine dei «nostri giornali»

l clima di attesa di questi giorni, che si respira su stampae televisione, ha suscitato la curiosità di vedere come la

nostra stampa diocesana ha vissuto i tempi dei Conclaviche hanno portato all’elezione degli ultimi 5 pontefici.Niente di nuovo sotto il sole! Sono passanti 55 anni dalConclave che è seguito alla morte di Pio XII il 9 ottobre1958. Lo troviamo descritto in Fides. Le domande e lecuriosità non differiscono dalle attuali: Chi sarà l’eletto?Sarà italiano? Ma don Angeli, nel suo commento,precisa:«Vi è un solo obiettivo da tener presente da parte deglielettori: quello di fare la volontà di Dio. Così appaiono ridicolele previsioni che vengono formulate. Certo, la curiosità èlegittima. Sarà italiano?Ci si chiede. Bisogna però riflettereche un Papa non sarà mai “ straniero” perché la S.Sede è ilcentro ed il cuore di tutte le nazioni cattoliche della terra.»Il Conclave che portò alla elezione di Papa GiovanniXXIII, terminò il 28 ottobre 1958. Vi avevano partecipato51 Cardinali ed era durato 4 giorni con 14 scrutini. Comespesso accade l’uscita del suo nome rappresentò unasorpresa.Nel 1963 muore Giovanni XXIIII. Il giornale diocesanodell’epoca era La Vita. Fausto Vallainc in risposta ai solitiinterrogativi ed al “toto Papa” ricorda: «Il vero protagonistadel Conclave è lo Spirito Santo».Il nuovo Papa, Paolo VI, venne eletto da 80 Cardinali il 21giugno 1963 al termine di un Conclave durato 3 giorni.Morì il 6 agosto 1978. L’elezione di Giovanni Paolo Iarrivò dopo 2 giorni di votazioni dei 111 Cardinalielettori. Era il 26 agosto 1978.La Settimana, giornale diocesano dell’epoca, riporta unabella riflessione di Mons. Ablondi. «Quale il nome delnuovo Papa? Giovanni Paolo I; lo chiameremo così. Masempre, questo nome sarà preceduto da un altro che gli dàvalore, significato, missione: sì prima di tutto dunque ancheper questo Papa il vero nome è Pietro. Da dove viene? E’domanda con due risposte: quella della sua anagrafe e quellapiù importante della sua missione. Per quest’ultima, come tuttii Papi è un blocco di roccia che viene dalla stessa roccia da cuiGesù estrasse la colonna Pietro. La sua età. Come Papa la suaetà non è fatta solo dalla somma dei suoi anni. Perché tutti iPapi sono nati nello stesso giorno in cui Gesù disse a Pietro “Tusei Pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa”. Cosafarà il Nuovo Papa?Questo masso di roccia si affiancherà, nelTempio della Chiesa, alle colonne dei Papi che lo hannopreceduto. Ora appena eletto è già blocco di roccia capace direggere la Chiesa insieme al Collegio dei Vescovi ed al Popolodi Dio; poi con il passare degli anni, sotto l’azione delloSpirito, della storia, della collaborazione di tutti, della faticosacroce di tutti i Papi, il blocco diventerà la colonna GiovanniPaolo I».Dopo soli 33 giorni la morte lo rapì. Il nuovo Conclave,andato avanti per 3 giorni, portò alla nomina, da parte di111 Cardinali, di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978dopo 8 scrutini. La sua nomina sbaragliò le previsionidella vigilia dei soliti bene informati che indicavano sulsoglio pontificio il Cardinale Siri, il Cardinale Benelli o ilCardinale Ratzinger.La nomina di Benedetto XVI, è stata voluta da 115Cardinali che al quinto scrutinio, il 19 aprile 2005 lohanno eletto Papa.Ora sta per aprirsi un nuovo Conclave. I Cardinali elettorisaranno 117: 60 sono gli europei, 28 gli italiani. I latinoamericani saranno invece 19, mentre i nordamericani 14.Dall’Africa ne giungeranno 12 e dall’Asia 11. Uno solo è ilcardinale proveniente dall’Oceania. Ancora echeggia lastessa domanda: Chi sarà il nuovo Papa? SaràItaliano?Quanto durerà il Conclave? Ancora una volta lastessa risposta: sarà Colui che lo Spirito sceglierà perguidare con mano ferma la Barca di Pietro.

a cura di Maria Luisa Fogolaridirettrice dell’Archivio storico diocesano

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IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Tempodi Conclave

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 marzo 2013II

La parola alla... CARITAS

S.Rosa,una comunitàpronta a donare

l gruppo del SAE di Livorno con ilCe.Do.Mei, ha organizzato presso

la Parrocchia della Sacra Famiglia, unincontro di riflessione sul Padre No-stro a partire da una recente pubbli-cazione del Gruppo di Dombes suquesta preghiera nei Vangeli secondoMatteo e Luca. Da diversi anni leChiese quando si ritrovano, preganola preghiera del Signore con la stessatraduzione e questo deve far si chetutti coloro che per mezzo del Batte-simo diventano figli dello stesso Pa-dre e fratelli e sorelle in Gesù Cristoche è il “Figlio primogenito del PadreNostro” , lo diventino sempre di più.Il prof. Andrea Zargani, diacono, inquesto percorso di conversione, es-senziale alle nostre Chiese nella pro-spettiva dell’unità, ha posto l’atten-zione su come durante i secoli, que-sta che avrebbe dovuto essere com-presa nello stesso modo, ha manife-stato forti tendenze alla “confessio-nalizzazione”, perdendo di vista lacomunione ecclesiale e talvolta addi-rittura la ostacolava. Guardandodunque alla storia, i due più antichicommentari sul Padre Nostro sonoquelli dei Padri della Chiesa: Tertul-liano del II secolo di tradizione lati-na e Origene di quella greca del IIIsecolo. Il primo, ha una impostazio-ne più pratica, anche morale e invitai fedeli a recitarla più volte nella gior-nata; il secondo invece pone più l’at-tenzione all’aspetto spirituale dovutoad un percorso interiore che risenteanche della filosofia del suo ambien-te religioso. Comunque tutti i grandiPadri, tra cui Cipriano, Ambrogio,Cirillo di Gerusalemme, Agostino,hanno sempre guardato a questa pre-ghiera sia per le catechesi battesima-

li, sia quando hanno redatto dei trat-tati sulla preghiera, o hanno scrittorapporti sulle pratiche dei cristianiper uso liturgico e privato. Nel MedioEvo, si continua la tradizione dei Pa-dri e bisogna arrivare al periodo dellaRiforma per coglierne l’aspetto con-fessionale. Infatti Lutero ne eviden-zierà la fedeltà al Vangelo con una re-lazione intima con Dio che perdonadirettamente senza la mediazione sa-cerdotale. Calvino si sofferma piùsull’aspetto del “pane quotidiano”che viene donato da Dio insieme allaremissione dei peccati. La ChiesaCattolica specie con Bellarmino econ la revisione dei catechismi, ponepiù attenzione alle differenze con lealtre Chiese, e per molte generazionii cattolici hanno imparato a pregareper il ritorno dei dissidenti all’unitàdella Chiesa cattolica, nel senso con-fessionale del termine e non a prega-re in comunione con loro. Bisognaarrivare al ‘900 e al Concilio VaticanoII perché come già detto, esso diventila preghiera comune delle Chiese. IlPastore Valdese, Marco Fornerone, apartire dall’analisi biblica ha postol’attenzione sulle radici ebraiche per-ché partendo dal Vangelo secondoMatteo il testo del Padre Nostro pre-senta molte affinità con l’antica tra-dizione che risale all’epoca della co-struzione del secondo tempio, nel VIsecolo a. C. e nella liturgia ebraica si-nagogale, la preghiera del Qaddishrecitata in aramaico presenta doman-de simili a quelle del Padre Nostro.Un accento particolare è stato postosulla richiesta del “non indurci intentazione” che viene vista come unafunzione pedagogica da parte di Dioperché vuole provare la nostra fede eci vuole condurre alla piena comu-nione con lui.

Mo.C.

I

Il Padre nostro comeitinerario per laconversione delle chiese

VOI DUNQUEPREGATE COSÌ

anta Rosa è unaParrocchia forte e aperta,pronta a contrastare igrandi problemi del

quartiere, e che può contare suun gruppo di volontari espertie supportati da una comunitàattenta alle esigenze dei fratellibisognosi. «È un momento molto difficile- spiega Giancarlo Balducci,responsabile della Caritasparrocchiale - purtroppo anchenel nostro quartiere la crisi sifa’ sentire ogni giorno di più, ealla nostra porta bussano quasiesclusivamente italiani: su unatrentina di famiglie, per untotale di circa settanta persone,solo un paio sono composte dastranieri. Ciò ci permette,tuttavia, di poter instaurare undialogo, di essere “Centrod’Ascolto”, non avendo ilproblema della lingua econoscendo cosìpersonalmente quasi tutti ifrequentatori».Il Centro d’ascolto, per icolloqui e la distribuzione delpacco alimentare, è aperto tuttii mercoledì dalle 16.30 alle17.30.Alla Caritas si presentanomadri o padri separati conbambini, anziani o lavoratoricon basso reddito che non ce lafanno a giungere alla fine delmese con la pensione o lostipendio, e numerosidisoccupati di ogni età.«I contributi alimentari ciarrivano esclusivamentedall’AGEA - continua Balducci -ma non sono sufficienti percoprire le esigenze dellepersone che si rivolgono a noi.Per un certo periodo abbiamodovuto anche sospendere ilservizio. Dato che le spese chegravano sulla nostra chiesasono numerose, abbiamopensato di rivolgerci allacomunità e, con nostrasorpresa, moltissime personehanno risposto al nostroappello, contribuendo con

S

sacchetti di viveri, donandouna parte della propria spesasettimanale per aiutare iparrocchiani più bisognosi. El’aiuto continua, nonostante ilperiodo di crisi che stiamovivendo».I volontari della Caritas citengono a sottolineare questoimportante aspetto dell’amoreverso i fratelli, ricordando adogni incontro che il paccoalimentare è offerto dallacomunità parrocchiale nellasua interezza. Inoltre, dato chenon tutti sono frequentatoridella S. Messa, vengonoorganizzati dei momenti dipreghiera comune. Inoccasione della Quaresima,

tutti sono stati invitati apartecipare all’ora diadorazione della Croce delvenerdì, dalle 21 alle 22. «Per gestire gli ingressi - spiegaAnna Maria Nuti, volontaria -utilizziamo delle schedeanagrafiche compilate dagliutenti, in modo da avere unasorta di archivio. Ma non tuttisi presentano al CentroAscolto: Padre Maurizio, giàoccupatissimo nella gestionedella Parrocchia, aiuta spesso ibisognosi che gli chiedonoaiuto e che non passano dallaCaritas per vari motivi.Abbiamo avuto anche personeprovenienti da altre Parrocchiema, per ovvie esigenze di

risorse, abbiamo dovutolimitarci agli abitanti delnostro territorio: uncoordinamento con tutto ilvicariato, così come avevaauspicato il Vescovo Mons.Giusti, sarebbe ottimale perla gestione della situazione».Un grande impegnocaritatevole e su vari fronti,nonostante le molte critichemosse da più parti, acominciare dall’ “adozione”di una bambina livornese: lamadre, non potendomantenerla in quanto ultimadi quattro figli, avrebbeoptato per l’aborto se PadreMaurizio, supportato dallaComunità di S. Rosa, nonfosse intervenutopredisponendo un contocorrente per contribuire almantenimento della piccola.«Speriamo vivamente -continua Anna Maria - dipoter continuare nonostantele difficoltà e di potercoinvolgere alcuni deinumerosi giovani dellaParrocchia, per far scoprireloro la bellezza del dono».

Fabio Figara

Nonostante la crisi, il gruppo del Centrod’ascolto Caritas di padre Maurizio De Sanctis assiste una settantina di persone in difficoltà

Qui sopra: da sinistra Vittoria Pardini, Anna Maria Nuti,Giancarlo Balducci e Antonio VendittiA fianco: il parroco,padre Maurizio De Sanctis

Martedì 2 aprileVINCENZO SAVIOVescovo di Belluno-Feltre già Vescovo Ausiliare di LivornoSalesianoNono anniversario della morteMartedì 2 aprile 2013 - ore 18 - Chiesa Parrocchiale - Osio Sotto (BG)Santa Messa presieduta dal Parroco Don Giuseppe Bosio.Animata dal canto della Corale Santa Cecilia

Porterà la sua testimonianza Don Matia CavagnaAutore della tesi:LA CHIESA, UNA TENDA!La Chiesa nella vita e negli scritti di mons. Vincenzo Savio

Domenica 12 maggio 2013SULLE STRADE DI VINCENZOAlla ricerca dei luoghi cari al Vescovo Vincenzo SavioGita alla Basilica SantuarioSS. Vittore e Corona di FeltreAlle ore 11, Santa Messa di ricordo del Vescovo Vincenzo presso laBasilica-Santuario.Nel pomeriggio si visita il centro storico di Feltre e il Museo dei Sogni edella Memoria presso la Cooperativa Arcobaleno della Comunità di Villae San Francesco.

Insieme ricordiamo il Vescovo SAVIO

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 marzo 2013 III

UN’ANALISI DEL VOTOdei livornesi

Una profondafrattura

tra partiti e cittadini

DI NICOLA SANGIACOMO

l 25 febbraio a Livorno èaccaduto un fatto inedito:dopo quasi sessant’anni,per la prima volta nella

storia della Repubblica, lasinistra non ha ricevuto lamaggioranza assoluta deiconsensi degli elettorilivornesi.E’ un evento certamentestorico: politicamente infattiLivorno, nella storiarepubblicana, ha avutosempre una nettamaggioranza di elettori“monocromatica”. Se i partitihanno cambiato nome ealleanze nel tempo, glielettori livornesi hanno, perquasi sessant’anni, semprevotato in larga maggioranzaper quelle forze politiche chesi riconoscevano, in formediverse, nella sinistra.Se andiamo ad analizzare irisultati elettorali delleultime elezioni nel Comunedi Livorno rileviamo infattiche i partiti che fannoriferimento alla sinistra nonhanno raggiunto il 50% dei100.000 voti espressi dailivornesi: un datosorprendente se pensiamoche un risultato simile non siera mai verificato e forsenessuno lo aveva neppureprevisto per questa tornataelettorale, tale era la distanzada queste cifre nelleprecedenti votazioni. Nelleelezioni regionali del 2010,infatti, il raggruppamentodelle liste che sosteneva ilpresidente Rossi ( a cui nonaderivano tutti i partiti che sicollocavano a sinistra) avevaraccolto nel Comune diLivorno oltre il 71% dei voti.E la cosa ancora piùsorprendente è che questorisultato storico sia avvenutoin coincidenza con unulteriore arretramento di queipartiti che fanno riferimentoalla destra e al centro delloschieramento politico.Analizzare questo datooggettivo è molto importanteanche in vista delle prossimeelezioni amministrative chesi terranno nel 2014.Certamente questo esitoelettorale è conseguenza, inprimo luogo, dell’enormesuccesso del MovimentoCinque Stelle che, anche aLivorno, ha raccolto i voti diun elettore su quattroraggiungendo il 27% deltotale. Capire le ragioni diquesto successo sarà unadelle prime cose che tutticoloro che sono interessatialla politica dovranno farenei prossimi mesi. Ma, al dilà dei motivi che hannoportato al successo delmovimento fondato daBeppe Grillo, resta il fatto chemai, nella storiarepubblicana, una novitàapparsa sulla scena politicacittadina era riuscita amettere in crisi la solidissimabase di consensi raccolti a

ILivorno dalla sinistra.Letti in questa prospettiva irisultati elettorali sono tuttida approfondire perchèindicano una gravissimafrattura tra i partiti politici eil voto espresso dai cittadini,

come se i primi nonriuscissero più adinterpretare, neppure inparte, le attese dei livornesi eavessero perso il contatto conla realtà cittadina.Il 25 febbraio l’allarme nel

mondo politico cittdino èscattato non con il suono diun campanello, ma di unapotentissima sirena. Sarebbedavvero strano che qualcunodegli interessati non l’avesseavvertito.

Per la prima volta a Livorno la sinistra non arriva al 50% dei consensi

mai trite parole che non unoosava”, scriveva Umberto

Saba.Probabilmente “amore” è unaparola trita non menzionabile neicurricoli scolastici.Intendo l’amore universale, chetrascende noi stessi, che rinnega lamorte (a-mors), attraversola procreazione di un’opera, diun’idea, intesa non come mezzoper farci “risparmiare tempo edanaro”, ma come lògosspermatikòs, come idea seminale,generatrice.Eros e Thànatos, ci diceva Platone,sono i due moti propulsori dellavita e l’uomo aspira all’eternitàattraverso l’amore fisico espirituale.Viviamo nella società deicambiamenti e il motivo imperantenelle indicazioni nazionali delMIUR è la gettonata formula“imparare ad apprendere”: il finedella scuola è diventato insegnareagli alunni ad adattarsi ai continuicambiamenti della società, asviluppare competenze trasversali(capacità di diagnosi, di relazione,di problem solving, di decisione, dicomunicazione, di organizzazionedel proprio lavoro, di gestione deltempo, ecc..).Leggendo le indicazioni nazionalisulla scuola, mi è balenata nellamente un’immagine dantesca:quella degli ignavi costretti a girarenudi per l’eternità, inseguendo unainsegna che corre velocissima e girasu se stessa, punti e feriti da vespe emosconi. Secondo Dante, gli ignavierano coloro che mai furono vivi,perché mai nella loro vita “avevanopreso posizione”, mai avevanolottato per un’idea, un valore.Ecco, non vorrei che questaformula circolare “imparare adapprendere” favorisse neglistudenti la tendenza ad inseguiretutto e niente, ad essere efficaci edefficienti, senza maturarequell’idea sacra dell’esistenzabasata sull’amore.Quali sono le vere aspirazioni, lepassioni interiori di bambini egiovani adolescenti? Cosarealmente amano fare? Forse le/gliinsegnanti, i genitori, dovrebberocoltivare in loro quelle moltepliciidee che danno senso alle loro viteche sono indubbiamente uniche.Dovrebbero coltivare quel coraggioad essere e realizzare se stessi, adamarsi gratuitamente, valorizzandopregi e individuando limiti.“Insegnare” implica un’autorità cherealizza “l’espansione, la crescita”degli individui (dal lat. augere:aumentare). Come è possibile averequell’autorità se gli adulti stessiinseguono i cambiamenti, le varieforme della vita e non la sostanzadelle loro esistenze?Probabilmente quando i bambinigridano, fanno confusione,ignorano gli adulti e ciò chedicono, è perché recepisconoquella mancanza di consapevolezzae di senso. Quel non aver scopertola vera missione delle proprie vite.

Alessandra Selmistudentessa di Scienze della

Formazione Primaria – Fi

LA SFIDAEDUCATIVALa riflessione di unastudentessa sul documentodel Progetto Culturale della CEI

Pensieri in LIBERTÀ

DAL 3 AL 5 MAGGIO A PISTOIA

Una Settimana sociale per la Toscanai svolgerà a Pistoia, dal 3 al 5 maggio2013, la prima Settimana Sociale dei cat-tolici Toscani, appuntamento che "dovràaiutare a contestualizzare nell’ambito re-

gionale l’Agenda per l’Italia approvata dopo laSettimana sociale nazionale di Reggio Cala-bria". Lo ha deciso la Conferenza episcopaleToscana riunitasi nei giorni scorsi all’eremo diLecceto (Firenze).I vescovi, aderendo all’invito di Benedetto XVIper l’Anno della Fede, si sono quindi impegnatia pubblicare, nei prossimi mesi, "una Letteradell’episcopato toscano sul tema della fede"con l’obiettivo di "sostenere il cammino dellecomunità e dei singoli fedeli". La Cet, infine,ha analizzato la situazione dei Seminari, prose-guendo una riflessione già avviata in preceden-za.

A TORINODal 12 al 15 Settembrel’appuntamento nazionaleLA FAMIGLIA, SPERANZA E FUTUROPER LA SOCIETÀ ITALIANA

Riparte dal documento conclusivo della Setti-mana Sociale di Reggio Calabria la Lettera concui il Comitato Scientifico e Organizzatore del-le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani invitaal cammino di discernimento in vista dell’ap-puntamento con la 47ª edizione (Torino, 12-15 settembre 2013).

SL’intento è quello che si intensifichi in tutti lapreparazione attorno al tema di quest’anno,“La famiglia, speranza e futuro per la societàitaliana”, nella consapevolezza della “rilevanzadella sfida culturale e dunque politica che laprossima Settimana Sociale rappresenta”.In questo modo, accanto ai punti già ricordatidall’Agenda di Reggio (intraprendere, educare,includere, slegare la mobilità sociale, comple-tare la transizione istituzionale), si toccano “inodi antropologici essenziali per il futuro dellapersona umana”, nella convinzione che “il «fa-vor familiae», sancito dalla legge dello Stato findal suo livello costituzionale, non è in contra-sto ma diventa garanzia anche per i diritti indi-viduali”.Il lavoro di preparazione, spiega il Comitato,coinvolge anche la riflessione anche sul Matri-monio, “via esigente e affascinante”, che per icristiani diviene “sacramento di amore pieno edi speranza”.Nel contempo, dire famiglia “chiama in causadiversi aspetti economici e ci aiuta a conside-rarli anzitutto in rapporto al primato della per-sona”.Il discernimento porterà anche a “ascoltare lasperanza che ci viene dal vissuto di tantissimefamiglie; riconoscere la famiglia come luogonaturale e insostituibile di generazione e di ri-generazione della persona, della società e delsuo sviluppo anche materiale; essere concreta-mente vicini ed essere percepiti come vicinidalle famiglie – genitori e figli – che soffronoper i motivi più diversi…”

MOVIMENTO 5 STELLE 27.134 27,12 %

CENTRO DEMOCRATICO270 0,27 %

PARTITO DEMOCRATICO 39.088 39,06 %

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’4.745 4,74 %

IO AMO L’ITALIA 114 0,11 %

PARTITO COMUNISTA LAVORATORI 825 0,82 %

LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA’ 197 0,2 %

FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA - FINI 267 0,27 %

UNIONE DI CENTRO CASINI 731 0,73 %

SCELTA CIVICA - MONTI 5.967 5,96 %

FORZA NUOVA 185 0,18 %

CASAPOUND ITALIA 113 0,11 %

RIVOLUZIONE CIVILE - INGROIA 4.683 4,68 %

FARE PER FERMARE IL DECLINO 854 0,85 %

FRATELLI D'ITALIA1.322 1,32 %

POPOLO DELLA LIBERTÀ12.688 12,68 %

LEGA NORD436 0,44 %

LA DESTRA - STORACE351 0,35 %

MODERATI ITALIANI IN RIVOLUZIONE 90 0,09 %

Voti totali 100.060

Anche a Livornoè crollato il muro?

Il voto dei livornesi nel 2013(DATI RIFERITI ALL’ELEZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI)

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 marzo 2013IV

VENERDÌ 8 MARZO18.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con i cate-chisti alla parrocchia di S.M. del Soc-corso21.00 Via Crucis per il VI vicariato aStagno

SABATO 9 MARZO10.00 convegno dell’Associazione Ita-liana Persone Down dal titolo: "Sin-drome Down. Le ragioni di una spe-ranza" al Parco del Mulino17.00 convegno diocesano deicatechisti (vedi locandina in pagina)18.30 S. Messa in occasione dell’anni-versario della fondazione della Comu-nità di S. Egidio alla chiesa di S. Gio-vanni

DOMENICA 10 MARZO10.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro S. Messa al-la chiesa della Ss.ma Trinità (Cappuc-cini)11.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con le fami-glie alla parrocchia della Ss.ma Trinità(Cappuccini)

LUNEDÌ 11 MARZONella mattina, udienze clero in vesco-vadoNel pomeriggio, a Roma alla commis-sione CEI per i beni culturali

MARTEDÌ 12 MARZOA Roma alla commissione CEI per ibeni culturali21.15 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con i cate-chisti alla parrocchia dei Sette Santi

MERCOLEDÌ 13 MARZONella mattina udienze clero, in vesco-vado12.30 visita e benedizione del cantiereBenetti17.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con i geni-tori del catechismo alla parrocchia diSan Jacopo19.00 Lectio divina in seminario

GIOVEDÌ 14 MARZO10.00 S. Messa e precetto pasquale in-terforze, al Santuario di MonteneroNella mattina udienze laici in vescova-do18.00 S.Messa in occasione della Pa-squa con gli operatori della comunica-zione in vescovado

VENERDÌ 15 MARZONella mattina udienze laici in vescova-do11.00 incontro con i vicari episcopaliin vescovado15.30 inaugurazione della nuova sededella Fondazione Cassa di Risparmi diLivorno18.30 S. Messa in occasione dell’anni-versario della morte di Chiara Lubich,alla chiesa Beata Madre Teresa di Cal-cutta21.00 Via Crucis per il V vicariato alGabbro

SABATO 16 MARZO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoa Montenero, a seguire S. Messa alSantuario10.30 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con il Con-siglio Pastorale Affari Economici allaparrocchia di S. Agostino18.00 S. Messa per la pastorale scola-stica alla chiesa di S. Lucia

DOMENICA 17 MARZO10.00 S. Messa e visita alla comunitàeucaristica alla chiesa dei Sette Santi11.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con le fami-glie alla parrocchia dei Sette Santi16.00 all’Istituto Immacolata, ritiro diQuaresima delle religiose

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIConvegno AIPDSABATO 9 MARZO ALLE 10.00

Al Parco del Mulino, l’Associazione Italiana personedown organizza un convegno dal titolo "Sindromedown. Le ragioni di una speranza"

Operatori della comunicazioneGIOVEDÌ 14 MARZO ALLE 18.00

Nella cappella del Vescovado, S. Messa con glioperatori della comunicazione, per la Pasqua

Parrocchia dei CappucciniVENERDÌ 15 MARZO ALLE 17.45.

Via Crucis alla Parrocchia dei Cappuccini (chiesaSs.ma Trinità)

Pellegrinaggio diocesano aMonteneroSABATO 16 MARZO ALLE 8.00

Ritrovo in piazza delle Carrozze per il pellegrinaggiodiocesano mensile a Montenero, a seguire S. Messapresieduta da mons. Simone Giusti

Incontro DiaconiDOMENICA 17 MARZO ALLE 15.00

Presso il Monastero delle Suore Trappiste di Valserenaa Guardistallo, ritiro di Quaresima per i diaconi; lariflessione sarà offerta da mons. Paolo Razzauti

USMIDOMENICA 17 MARZO ALLE 16.00

All’Istituto Immacolata, ritiro di Quaresima guidato da mons. Simone Giusti su: "La fede nel mistero pasquale"

A RomaMERCOLEDÌ 10 APRILEIn pellegrinaggio in occasione della Visita Ad Limina, nell’Anno della fede, accompagnati da mons. Simone GiustiQuota di partecipazione: Euro 40,00*possibilità di itinerario di due giorni (9-10 aprile)

MedjugorieDAL 24 AL 29 APRILE In bus e traghetto da LivornoQuota di partecipazione: Euro 380,00 in poltrona(Con visite di Loreto e Santa Maria degli Angeli ad Assisi)

Per informazioni rivolgersi a:PHARUS VIAGGI Via Sant’Andrea 69 - tel. 0586/211294 email:[email protected]

RICORDANDO CHIARA LUBICHl Movimento dei Focolari invita a partecipare alla commemorazionedel quinto anniversario della partenza per il Cielo di Chiara Lubich

VENERDÌ 15 MARZO 2013Chiesa Beata Madre Teresa di CalcuttaVia della Padula, 80 - Salviano 2 (subito dopo v. Bacchelli di Porta aterra) Livorno- ore 17.45- brevi meditazioni su testi di Chiara Lubich- riflessioni ed esperienze- ore 18.30 Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Simone Giusti Vescovodi Livorno

Chi fosse interessato alle iniziative che si svolgeranno altrove (tra le quali unConvegno Internazionale che si terrà a Roma e che vedrà la presenza anchedel Presidente della Repubblica Napolitano) può consultare queste pagine:http://www.focolare.org/anniversary/http://www.focolare.org/wp-content/uploads/2013/01/CarismaSto-riaCultura_program_ITA.pdf

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VIA CRUCISDEL VI VICARIATOVenerdì 8 Marzo alle 21.00

Monsignor Simone Giusti, presiederà laprocessione per le strade di Stagno.

Il percorso si articolerà lungo il seguenteitinerario: Chiesa di San Luca, Via DeGasperi, Piazza di Vittorio, Via Romita, ViaMarx, Via Curiel, Casa Famiglia, Via Buozzi,Via Barontini, Via Fossoli, Corso Italia,Chiesa di San Leonardo.

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare ead accendere un lumino nelle vie, illuminandoquesto cammino di preghiera per tutti.

I viaggi di PHARUS

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 marzo 2013 V

LA PAROLA«Laetare» ovvero «Rallégrati»è l’invito che la liturgia diquesta quarta Domenica diQuaresima rivolge al popolodi Dio affinché si affretti con«fede viva e generosoimpegno verso la Pasquaormai vicina» (Orazionecolletta).Nella celebrazione odiernagustiamo e vediamo quantoè buono il Signore (cfr. Sal33,9) che mediante Cristo ciha riconciliati con sé (cfr.2Cor 5,18). Il Padre, infatti,fa misericordia a tutti queifigli che ritornano a lui contutto il cuore nonimputando ad alcuno ilproprio peccato.Si rallegri, oggi, il Padre cheha ritrovato vivo il suo figlioribelle. Si rallegri il figlio piùgiovane perché il Padre gliha fatto misericordia. Sirallegri il figlio maggioreperché è tornato il fratellosmarrito. Si rallegri ilpopolo di Dio chefinalmente può gustare ifrutti della misericordia. Sirallegri la madre Chiesa cherinnova la sua giovinezzaattraverso la conversione deisuoi figli.

LA MEDITAZIONELa Chiesa è una comunitàconviviale: il banchetto chesazia è per chi è vicino e perchi è lontano, per chi torna eper chi vaga nel deserto.Gesù racconta questaparabola per rispondere aifarisei che mormoravano,perché il Maestro lasciavache i pubblicani e i peccatorisi avvicinassero, mangiando,addirittura, con loro! Gesùcarica il racconto disignificati. Ilfiglio esce di casacon il suo avere esi reca in unpaesesicuramentepagano, dovedilapida le suesostanze vivendonel piaceresfrenato; quandosi trova sullastrico, trovalavoro comeguardiano di porci,l’animale impuro pereccellenza (Lv 11,7). Rientrain sé, spinto dalla fame,decide di ritornare dal padree addirittura prepara undiscorso per commuoverlo,manca però unacomponente essenziale: ilpentimento. A questo puntoentra in scena il padre, cheviene caratterizzato dacinque verbi: lo vede dalontano, perché da semprelo aspetta; si commuove finoalle viscere, perché solo Dioama così profondamente etotalmente l’uomo dasentirsi totalmente preso daquesto sentimento; si mettea correre, perché è il suocuore che lo “comanda”; glisi getta al collo, perimmergerlo nel suo amore,nel suo cuore; non finisce dibaciarlo, segno di perdono edi felicità. Il figlio inizia adirgli il discorso preparato,ma il padre lo interrompeproprio quando sta per diredi non essere degno dichiamarsi figlio ma servo. Ilpadre ordina di metterglitutti i segni del figlio e dinuovo partecipe dell’eredità.Il fratello, sentito l’accaduto,si indigna e rimproveraaspramente il padre. Ladifferenza sostanziale fra idue figli è che il maggiore sisente servo (nel dialogo nonusa mai il termine “padre”)

e non si sente appartenentealla famiglia (chiama ilfratello “questo tuo figlio”).Il giovane, invece, lo chiamapiù volte “padre”. Dio noncerca solo servi che operinobene, ma dei figli che losappiano riconoscere comepadre soprattutto quando ciaccoglie e ci perdona. Laparabola non ci dice se ilfratello maggiore sia entratoe se il minore rimanga a casaper sempre: a volte andiamo,a volte torniamo, a voltegiudichiamo i fratelli. Lacosa certa è che Dio sempreci aspetta per iniziare la festae per donarci la sua eredità,che è indivisibile einestinguibile. Gesù narrache la festa inizia per dirciche si interrompe ogni voltache ci allontaniamo dallacasa del Padre, ma cheprontamente riprende ognivolta che vi torniamo eandrà avanti senzainterruzione solo quandotutti i figli saranno ritornati.

INDICAZIONI PER LA CELEBRAZIONEIn questa Domenica durantela processione introitaleoltre la Croce astile si portianche l’Evangeliarioaccompagnato dai ceri e siprepari un adeguatoaddobbo floreale cheevidenzi sia l’approssimarsidella meta pasquale sia la

“pausa” nel camminopenitenziale.Si preferisca utilizzareparamenti dal coloretradizionale rosaceo,indicato per questaDomenica.

Per l’Atto penitenziale sipotrebbe utilizzare la 3ªformula prevista dal MessaleRomano con le seguentiinvocazioni:- Signore Gesù, che con latua croce ci riconcili con ilPadre;Tu nostra giustizia, abbipietà di noi:Kyrie eleison.

- Cristo Signore, che seivenuto a cercare ciò che eraperduto;Tu nostra misericordia, abbipietà di noi:Christe eleison.

- Signore, che fai festa perogni peccatore pentito;Tu nostra pace, abbi pietà dinoi:Kyrie eleison.

Per la Professione di fede sisuggerisce di utilizzare ilSimbolo degli Apostoli(Messale Romano, pag. 306;Cfr. pag. XLIX ). Laddove èpossibile si preferisca laforma in canto, purché lamelodia prescelta rispetti iltesto e la sua struttura. A tal

proposito si suggerisce dieseguire “Io Credo in Dio –Simbolo apostolico” (RN18), oppure – per favorire lapartecipazione di tutti,anche di assemblee menoabituate al canto – lacomposizione in formaresponsoriale “Simbolodegli Apostoli” (P.Impagliatelli).Per la Benedizione finale sipuò utilizzare la Preghiera dibenedizione sul popolo, 23(Messale Romano,pag. 450).In questa preghiera s’invocala vigore della grazia checonferma e sostiene ilcammino di coloro cheritornano al Signore e loproclamano Padre dellemisericordie.

PER LA FAMIGLIAL’alleanza sponsale tra uomoe donna è un’alleanza tradue creature fragili e segnatedal peccato originale,dall’egolatria. L’egolatria,trasforma spesso la relazioneinterpersonale in un campodi battaglia in cui vince ilpiù forte. Scrive Guardini:“dietro ogni matrimonio incrisi c’è una lotta per ilpotere”. La volontà dipotenza sull’altro è il veroesilio dall’amore, tornareall’amore significa discesanell’umiltà e nel servizio,ritorno obbediente al donodi sé, per celebrare le lodi diDio.

UNA BUONA PRATICAI genitori, insieme, alla lucedella loro esperienza,provino a raccontare ai figlicome Dio è “colui che di dueha fatto una cosa sola”.

Preghiamo: “Signore donaciuno spirito di umiltà eperseveranza”.

Questo tuo fratello eramorto ed è tornato in vita

SUSSIDIO PER LA QUARESIMA: QUARTA DOMENICA.........

«La cosa certa è che Dio sempre ci aspetta per iniziare la festa e per donarci la sua eredità, che è indivisibile e inestinguibile. Gesù narra che la festa inizia per dirciche si interrompe ogni volta che ci allontaniamo dalla casa del Padre, ma che prontamente riprende ogni volta che vi torniamo e andrà avanti senzainterruzione solo quando tutti i figli saranno ritornati» Q

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 marzo 2013VI

L’arte «deve tornare popolare»Convegno su Arte e fede in Vescovado

CooperatoriPaolini, nelproseguo dellariflessione sul

Concilio Vaticano II,hanno organizzato unconvegno su “Arte efede: A partire dallateologia dell’operad’arte”. L’iniziativa ,ricordando don FrancoPatruno, una grandefigura della cultura edell’arte della Chiesaferrarese della secondametà del ‘900, mortoprematuramente seianni fa e per la cuimemoria, monsignorGiusti ha concelebratola s. Messa, ha invitatoanche un artista e ungiornalista adanalizzare lo spinosoproblema della fratturaesistente tra il mondodell’arte e la Chiesa edanche con la culturapopolare in genere.Pochissimi, anzirarissimi sono gli artistiche nel Novecentohanno cercato diproporre un’arte cheandasse incontro allagente, a tal punto che sipuò quasi dire che nonvi sia più un’arte sacra.Don Franco Patruno,come ha esposto PietroLenzini di Faenza,artista, scenografo estorico dell’Arte hasempre manifestatouna particolareattenzione a questalontananza e ha semprevoluto evidenziarel’accoglienza dellaChiesa nella suamissione di ascolto e didialogo, nellaconsapevolezza che

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occorre coniugarel’annuncio del Vangeloe della sua Verità, cioèla persona di Cristo.Don Franco era statoun grande sollecitatoreper un arte religiosa elibera, e nei suoi scrittimolto profondi vi era ildesiderio e l’anelito diproporre l’opera d’artecome espressione delDivino. Il testopubblicato “Per unateologia dall’operad’arte”, ci aiuta ariappropriarci dell’artecome mezzo dicomunicazione dellafede non in modoaccademico, macoraggioso per unapprofondimentospirituale non solo coni fedeli ma anche per ilaici.Il giornalista di RAI 3 Massimo Lucchesi,evidenziando ledifficoltà insite nelcomunicare oggi,perché manca unaricerca, ha visto nellafigura di Patruno unesempio di limpidezza,intensità e profonditàperché nella ricercaespressiva aveva comedesiderio quello diincontrare l’altro.

Bellissima edemblematical’espressione del grandefilosofo Guardini cheaveva fatto propria: “ Sel’incontro è completo,ecco che si verifical’incontro tra due volti,uno sguardo trapassanell’altro”. La teologia el’arte sacra, non sonouna dimensione soloper religiosi, ma sonodei riferimenti e deimetodi che favorisconola ricerca della nostraintelligenza. Ilgiornalista, quando “sanarrare” riporta l’artealla sua vocazione diespressione del misterodell’uomo, credente enon credente. Quandol’opera d’arte dunquein colui che l’osservaaiuta a scavare e ascendere nel profondo,ecco che suscita deisentimenti e se l’operad’arte è sacra “ha inGesù la chiave diinterpretazione perchéun artista possa conl’arte esprimere sestesso”.

Monsignor Giusti nelsuo intervento havoluto porrel’attenzione sulla crisi

artistica in tutti i suoiambiti: dalla musica,alla scultura,all’architettura ed èrarissimo trovare opereimportanti dicontemporanei. E’ fortela discrasia fra popolo earte e fra arte e Chiesa ese l’antica arte cristiana,nata per esigenzeliturgiche ha vissuto insimbiosi con la cultura,addirittura creando unacontinuità fra sacro eprofano per moltisecoli, purtroppo inquesto ultimo secoloregistra una grandearretratezza. DonFranco che avevacercato di affrontare ilproblema e avevainvitato al dialogo tutti,è stato uno dei pochi asentire questa esigenzae a capire quanto fossenecessario usciredall’individualismo edal narcisismo perchél’arte svolge unafunzione sociale.

Monsignor Giusti hainvitato tutto il mondoculturale a collaboraredi più e ad elaborare unmanifesto popolare chedia voce ai sentimentidel popolo e che siriappropri di quelladimensione che mettein dialogo le varierealtà. Ecco che comegià dal Concilio laChiesa che si apriva allasocietà e a tutte le suecomplessità, si proponedi sostenere gli artistipromuovendone lenuove tendenze eadattandole ai nostritempi “secondol’indole delle diversenazioni e regioni”. L’iniziativa deiCooperatori Paolini haavuto la collaborazionedell’Apostolato dellaPregheira,dell’AssociazioneMaestri Cattolici e delCentro ItalianoFemminile.

Monica Cuzzocrea

Giornata Mondiale di Preghiera delle donne

EROSTRANIEROE MIACCOGLIESTE

enerdì 1 marzo, come ormai datradizione, la Chiesa Valdese ha

ospitato la Preghiera Mondiale delledonne. Così le donne cristiane della cittàdi Livorno si sono unite alle altrecomunità seguendo i testi preparati dalledonne di Francia. Il tema dell’esserestraniere, migranti diverse per lingua edialetti con le difficili, faticose, tristiesperienze, sono state meditate alla lucedella Scrittura.Nel Levitico infatti il Signore invita il suopopolo a trattare lo straniero come se fosseuno dei connazionali e ad amarloricordando che anche lui è stato stranieroin terra d’Egitto.Nel Vangelo di Matteo, Gesù stesso diceche nel giorno del Giudizio saranno

benedetti da suoPadre coloro chehanno incontratoGesù nel forestiero,nel nudo, nelprigioniero ecc.Pertanto nelcamminoecumenico forte èl’impegno perchéciascuno diventiresponsabile egeneroso nelprendersi curadell’altro. Lacolletta raccoltaverrà destinata aduna Casa di

Accoglienza che ha sede a Strasburgo cheda trent’anni accoglie stranieri e oltre adoffrire l’insegnamento del francese, fa dasupporto amministrativo e legale nellapreparazione della documentazione deirichiedenti asilo da presentare agli ufficicompetenti.Merita una annotazione il quadro dipinto(nella foto) per questa Giornata da Anne-Lise Hammann JEANNOT nata in Svizzeranel 1967. In questo quadro graficamenteastratto ha cercato di rappresentare lostraniero con una sagoma dipinta solo neitoni dei grigi, volutamente separato daglialtri colori a causa del fatto che, insostanza, egli è diverso. Giocando conlinee e colori più chiari, ha cercato dirappresentare la luce che viene dall’alto,dal cielo, e che comprende lo straniero.Allo stesso modo, la luce risplende dalgruppo, rappresentato da forme o pietrenella parte inferiore del dipinto. Si creacosì un cerchio che accoglie la figura. Lascena è immersa in un ambiente vivace eaccogliente, per questo ho usato i coloriper dimostrare il carattere festivo, l’impattodell’incontro, l’apertura verso gli altri.

Monica Cuzzocrea

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È forte la discrasia fra popolo e arte e fraarte e Chiesa e se l’antica arte cristiana,nata per esigenze liturgiche ha vissuto in simbiosi con la cultura, addiritturacreando una continuità fra sacro e profano per molti secoli, purtroppo in questo ultimo secolo registra una grande arretratezza

Nelle foto duemomenti dellaconferenza nellasala Piccioni equi sopra donFranco Patrunoin una foto direpertorio

ue giorni interi dedicati alla famiglia e ai giovani, è questa la«novità diocesana» di quest’anno pastorale, in programmal’8 e 9 giugno a conclusione delle attività in calendario.L’iniziativa, che è ancora in fase di organizzazione, è curata

dell’ufficio diocesano di pastorale per la famiglia, in collaborazionecon l’ufficio di pastorale giovanile, l’ufficio catechistico e la consultadelle aggregazioni laicali.La due giorni vedrà momenti di festa, di gioco, di approfondimento,di preghiera, un concorso artistico e molto altro ancora e si svolgeràalla parrocchia della SS. Annunziata a La Leccia. Questoappuntamento vedrà anche il coinvolgimento delle scuole cattolichecittadine; naturalmente la partecipazione è aperta a tutti, ma inparticolare ai giovani e alle famiglie.

D

Nel camminoecumenicoforte è l’impegnoperchéciascunodiventiresponsabile e generoso nel prendersicura dell’altro

8 e 9 giugno: ecco la due giorni diocesana dedicata a giovani e alle famiglie

Fede e famiglia... si può!Momenti di festa, di approfondimento,di preghiera... ma soprattutto momenti per conoscersi e stare insieme!

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI10 marzo 2013 VII

NEL BICENTENARIO DIFederico Ozanam

La Caritàè ANSIA di GIUSTIZIA

DI CHIARA DOMENICI

ontinuano gli studi didon Gino Franchi,parroco della chiesaintitolata a Madre

Seton: dopo i libri dedicati allaSanta patrona, che nel suooperare adottò il carisma dicarità dei Vincenziani, donFranchi ha ampliato le suericerche pubblicando un librosulla figura di Federico Ozanam,tra i fondatori della Società di S.Vincenzo de’ Paoli. Una figuraquella di Ozanam, di cuiquest’anno ricorre ilbicentenario della nascita, moltoattuale, nelle idee e nellasolidarietà ai più deboli, chemerita di essere conosciuta eapprofondita, anche perchésoggiornò diversi mesi nellanostra città, proprio poco tempoprima della sua morte, lasciandolegate a Livorno numerose letteree testimonianze del suo operato.Abbiamo parlato con don Ginoper sapere di più.

Don Gino da dove nasce l’ideadel libro?«Tutto è cominciato quandoPaolo Maiani, alla fine del2010, nell’affrescare la paretedella chiesa diMadre Seton coni santi dellafamigliavincenziana vollerappresentareanche FedericoOzanam conaccanto laFortezza diLivorno, visto ilsuo soggiorno incittà poco primadella sua morte.Fu allora che mivenne voglia diconoscere meglioquesta figura.Purtroppo laSocietà di SanVincenzo dePaoli, che aLivorno aveva radici antiche(fin dal 1851), seconda inItalia dopo Genova, da alcunianni non esiste più, perquesto ho dovuto ricercare indiverse biblioteche italiane.Poi l’amicizia con la famigliaQuaratesi di Pisa mi haportato a conoscere un’altrafamiglia: quella deiPalazzuoli Bevilacqua, cheaccolsero Ozanam a Livorno esi presero cura di lui e dellasua famiglia durante ilsoggiorno labronico. Dopovari contatti sono riuscito adincontrare gli eredi aMontopoli e da loro ho avutoun grande dono: otto volumidelle opere di FedericoOzanam, cinque dei quali condedica personale e poisuccessivamente cinquequaderni di lettere originalidel Beato, che adessoconserviamo qui a Livornocome vere e proprie reliquie.

CCon questo libro, che cerca diraccontare un po’ della vita diOzanam, in special modo delsuo soggiorno a Livornoattraverso le sue lettere mipiacerebbe contribuire a farconoscere quest’uomo e le sueidee così attuali e utili ancheper i giorni che stiamovivendo».

In questa sua ricerca ha avutoanche una “collaborazionefrancese”…«L’estate scorsa sono stato aParigi a Rue du Bac, nellaCappella dove nel 1830l’Immacolata apparve a S.Caterina Labouré e le disse diconiare una Medaglia con laSua immagine, quella che èstata chiamata la "MedagliaMiracolosa", e lì hoincontrato anche Amin deTarrazi, che per tanti anniPresidente Mondiale dellaSocietà di S. Vincenzo de’Paoli (tra le altre cose il 29giugno del 1974 era adAntignano per un Convegnodella S. Vincenzo e venne adincontrare il Padre Generaledei Vincenziani che era abenedire la Prima Pietra dellanostra chiesa: sulla

pergamena chemettemmo c’èanche la suafirma). È lui chemi haaccompagnatoalla sede centraledella S. Vincenzo,al Museo che luiha messo insiemecon i ricordi delBeato FedericoOzanam e mi haregalato i volumidei documentisulla suaBeatificazione e ivolumi delle suelettere: unagrande fatica poiper portarli, mache ho fatto con il

grande piacere di avere questobel patrimonio culturale e diricerca. A Parigi poi sono statosulla Tomba di S. Vincenzo dePaoli a Rue de Sèvres e hoavuto la possibilità diconcelebrare con la Comunità

dei Padri Vincenziani ed hoavuto la fortuna di trovare trai concelebranti anche PadreLuigi Mezzadri, Postulatoredella Congregazione, con luiho potuto concelebrare nellaCripta della chiesa di S.Giuseppe des Carmes dove c’èla Tomba di FedericoOzanam».

Il libro accompagna anche ungrande evento…«Si, in occasione quest’annodel bicentenario della suanascita, il 21 Settembre sisvolgerà proprio a Livornonella chiesa di Madre Seton,un convegno nazionale distudi su Ozanam. Ma già aMaggio, nell’ambito delleiniziative per la festa di S.Giulia, ricorderemo il beatoFederico con una giornata dicommemorazione e il

ripristino della lapide in suoricordo che si trovava nelchiostro del vescovado».

Secondo lei come mai la S.Vincenzo a Livorno si èestinta?«A questo proposito vorreiricordare Giovanni Bosi, che èstato l’ultimo presidente dellaSocietà e che è morto proprioin questi giorni. Secondo meè stato a causa di unequivoco, forse si è vistonell’avvento delle Caritasparrocchiali una naturalesostituzione dei gruppi divolontariato caritativo che giàesistevano, mentre la Caritasdovrebbe avere più un ruolopastorale, di educazione allacarità che non solo unimpegno concreto con ipoveri; poi negli anni sononate realtà nuove come laSant’Egidio ed altre, forse piùadatte ai tempi moderni».

Qual è la missione della SanVincenzo, diciamo, il cuore diquesta realtà?«Dimostrare la fede attraversole opere e anche BenedettoXVI negli ultimi anni del suopontificato ha richiamatocostantemente a questoaspetto. Opere di carità intesenel senso più ampio però,come le intendeva FedericoOzanam, politica compresa,perché fare carità è lavorareper il bene comune. Perché laCarità non è una sempliceelemosina ma una vera epropria ansia di giustizia».

A Maggio, durantela festa di S. Giuliauna giornata in ricordo di Ozanam e a Settembre il convegno di studia Livorno, a cuiparteciperannoesponenti della S. Vincenzoprovenientidall’Italia e dall’Europa

Pubblicato dalla casa editrice diocesana «Pharus» ecco il nuovo libro di don Gino Franchi sulla figura del beato FedericoOzanam. Il suo soggiorno a Livorno attraverso le lettere e la Società di S. Vincenzo in Toscana

al gennaio alla fine di agosto del1853 Federico Ozanam è a Livorno:

è la ricerca del sole e del clima che loportano tra noi per ritrovare la salute de-finitivamente compromessa da unapleurite che si trasforma in tubercolosi enefrite. Oltre tutto quell’anno il temponon lo aiutò, visto che da quando arrivòa Livorno la pioggia continua lo accom-pagnò fino alla tarda primavera.Nonostante la malattia e il clima, se-guendo gli ordini di Amelia, “l’angelodolcissimo ma anche tanto severo” chegli faceva rispettare le prescrizioni delmedico, Federico si alzava ogni mattina,faceva colazione accanto al fuoco, e,tempo permettendo, usciva. A Pisa lechiese, il Campo Santo, la ricchissimabiblioteca dell’Università sono le suemete. “Maria, la figlioletta, ci rallegracon mille smorfiette e nello stesso tem-po vedo con interesse i suoi progressinella lingua italiana.” E la tenerezza diAmelia “mi circonda ogni momento epreviene i miei desideri”.Il 23 aprile, suo quarantesimo com-pleanno, scrive il suo meraviglioso testa-mento spirituale. Federico sarebbe volu-to tornare a Parigi, la salute non lo per-mette ancora e i medici consigliano dipassare l’estete al mare. “come uno stor-mo di gabbiani siamo venuti a posarcisulle rocce di San Jacopo” alla periferiadi Livorno. I membri della San Vincenzo, che gliavevano trovato la casa, subito, il 1° dimaggio, lo invitano alla loro assemblea:già da due anni a Livorno era nata la pri-ma Conferenza in Toscana. Ed i confra-telli per quattro mesi gli saranno vicinicon assiduità ed amore, soprattutto ilPresidente che sarà anche il suo medico,i fratelli Giovanni e Francesco Bevilac-qua, il Padre Massucco, vincenziano,che aveva fondato la Conferenza. Il 18agosto 1853, aggravandosi la sua malat-tia, dopo aver ricevuto, il 15, la sua ulti-ma Comunione nella chiesa di Antigna-no, volle riaprire il suo testamento peraggiungervi: “Io aggiungo qui i più tene-ri ringraziamenti per i fratelli Bevilac-qua, il Dr. Prato e il Rev. Massucco chemi hanno manifestato la loro amicizia:Dio solo può ricompensarli degnamen-te”.La preoccupazione costante, nonostantela malattia, va comunque alle Conferen-ze di San Vincenzo, a quelle di Livorno,Pisa, Pontedera, Firenze, a quella di Pra-to, nata solo da pochi mesi. Le visita per-sonalmente e nel mese di luglio fa undettagliato rapporto al Consiglio Gene-rale. Dopo la visita a Siena, assistendoanche allo spettacolo del Palio, la mera-vigliosa lettera al Padre Pendola, diretto-re del Collegio Tolomei, dove lo invita afondare anche lì una conferenza: “Voiospitate giovani ricchi. Oh Padre mio,quale utile ammaestramento per fortifi-care quei cuori deboli potrebbe essere ilcommovente spettacolo di mostrare lo-ro dei poveri! Di mostrare loro NostroSignore Gesù Cristo, non solo nelle im-magini dipinte dai più grandi maestri,splendenti d’oro e di luci sugli altari, madi mostrare loro Gesù Cristo e le sue pia-ghe nella persona dei poveri”.Può ancora godere della nomina amembro dell’Accademia della Crusca,può godere di cogliere un ramoscello dimirto fiorito per offrirlo ad Amalia, puògodere dello spettacolo del mare a S. Ja-copo con il mare popolato di barche e diisole, può godere di farsi pellegrino alSantuario della Madonna di Montenero,può ancora sognare di scrivere e, mentrenutre la propria anima con la Parola del-la Scrittura, può pensare di essere utileagli altri anche sul piano spirituale:“Questa cara Amelia, che s’ingegna sem-pre per farmi occupare dolcemente lospirito, mi ha fatto iniziare il piano diun Libro dei malati dove verranno riuni-ti i passi più toccanti della Bibbia, deiPadri e dei santi sulle malattie, le soffe-renze, i sentimenti che esse devono ispi-rare, l’uso che bisogna farne”. La situazione della sua salute precipita,dalla Francia vengono i fratelli Alfonso eCarlo, il 31 di agosto la famiglia Oza-nam parte dal porto di Livorno: i fratelliBevilacqua corrono a casa a prendereuna poltrona per farlo adagiare durantela traversata. Un ultimo gesto di amici-zia fraterna che, con la famiglia, sarà an-cora viva dopo più di cinquant’anni.

Don Gino Franchi

D

FedericoOzanamin Toscana

Nelle foto: la tomba di Ozanam a Parigi; la copertina del libro che raffigura l’immagine delBeato dipinta da Maiani sulla chiesa di Madre Seton a Livorno (Stampa Editasca);don Gino Franchi insieme a Amin de Tarrazi, per tanti anni Presidente Mondiale della Società di S.Vincenzo de’Paoli.

PER APPROFONDIREuscito per le edizioni Lindau il libro di Giorgio Bernardelli intitolato“Federico Ozanam, l’uomo che non aveva paura della crisi”. Eccone

una breve recensione che può sicuramente arricchire la conoscenza di questafigura così attuale. Una fase storica segnata da profonde trasformazioni, conequilibri che si credevano eterni andati improvvisamente in frantumi. Un’epocain cui gli “indignati”scendevano in piazza, infiammati dalla questione sociale.Ma anche un tempo in cui nella Chiesa c’erano idee diverse sul rapporto con lamodernità e in cui si facevano i conti con un laicismo sempre più padrone dellasocietà. Non sembra la fotografia degli anni che stiamo vivendo? E invece è lospaccato della Parigi in cui si dipana l’avventura umana di Frédéric Ozanam,laico cristiano, intellettuale, giornalista, ma soprattutto grande testimone diuna carità inseparabile dalla giustizia. Aveva appena vent’anni quando –insieme a un gruppo di amici universitari – fondò la Società di San Vincenzode’ Paoli, fatta di giovani cattolici che volevano operare tra i poveri dellacapitale francese, non per un’opera di mera filantropia, ma come primo passodi una rifondazione dell’intera società a partire dal Vangelo.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI10 marzo 2013VIII