La Settimana n. 16 del 29 aprile 2012

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DI MARTINA BONGINI ilenzio, raccoglimento, partecipazione, solitamente te li aspetti entrando in una chiesa; questa volta sono la perfetta descrizione di uno stadio, lo stadio dell’Armando Picchi di Livorno che martedì 17 aprile ha rivolto l’ultimo saluto ad uno degli ultimi giocatori arrivati in città; un ragazzo giovane, che in punta di piedi è entrato nello spogliatoio della nuova squadra e che ha lasciato il segno con il suo silenzio, la sua grinta e il suo sorriso, Piermario Morosini. Livorno ha perso un suo “bimbo”, sconosciuto a molti ma oggi nei pensieri di tutti, come spesso accade in queste occasioni. La storia del “Moro”, la sua lotta quotidiana con una vita che lo aveva visto crescere forse troppo in fretta, portandogli via gli affetti più cari, una vita alla quale però sorrideva sempre perché nonostante tutto sapeva di essere amato. Un insegnamento che in particolar modo i tifosi porteranno nel cuore, che non dimenticheranno, perché Piermario ha perso la vita sul campo con la maglia amaranto. Riccardo e Gianluca, sono due di loro, due ragazzi che sabato scorso seguivano la loro squadra del cuore in televisione quando all’improvviso i loro occhi hanno visto che qualcosa non quadrava «subito» ci racconta Gianluca «ci siamo accorti che la cosa era grave, non era un semplice malore, ma inconsciamente non pensavamo al peggio». «Dai volti dei compagni e degli avversari abbiamo capito che la cosa era piuttosto grave - continua Riccardo - subito, la televisione, la radio, i siti internet mandavano aggiornamenti sullo stato di salute di Piermario, fino a quando purtroppo abbiamo ricevuto la notizia che non avremmo mai voluto ricevere». Quella notizia che in poche ore ha fatto non soltanto il giro d’Italia, fermando tutti i campionati di calcio, ma che ha raggiunto tutto il mondo. I tifosi ma soprattutto la città di Livorno, si sono stretti intorno ai giocatori, ai familiari di Piermario, «la sera stessa, ci siamo sentiti in dovere di stare vicino ai ragazzi, che per lo più sono ancora giovani, magari lontano dalle loro famiglie, dagli affetti proprio come lo era il “Moro” e che si sono improvvisamente trovati a dover combattere con il dolore della morte di un proprio compagno di squadra». «Vedersi morire accanto un tuo amico, in campo, mentre stai giocando - aggiunge Riccardo - credo sia un dolore inspiegabile. Le loro facce, i loro occhi gonfi, lo sguardo perso nel vuoto e la testa bassa mentre scendevano dal pullman che li riportava dalla trasferta di Pescara, sono immagini che porteremo dentro di noi per molto tempo». Dal sabato pomeriggio migliaia sono state le persone che in qualche modo hanno voluto ricordare, conoscere, la storia di questo giovane ragazzo «non solo noi tifosi ma anche famiglie che magari allo stadio non vengono, nonni, bambini, tutti insieme hanno voluto salutare Piermario», «le tifoserie delle altre squadre hanno partecipato al nostro lutto - presegue Gianluca - di fronte alla morte non ci sono colori che dividono, tutti indossiamo un’unica maglia, quella della sofferenza». «La commozione e il raccoglimento di quasi ottomila persone allo stadio martedì scorso non sono possibili da raccontare - racconta Riccardo - il lungo silenzio, in segno di rispetto e di ringraziamento al momento della benedizione della salma da parte del Vescovo e le sue parole semplici e dirette hanno toccato il cuore dei presenti ed hanno lasciato il segno». «Difficile sarà ritornare allo stadio, perché quelle immagini rimarranno impresse nelle nostre menti credo a vita, ma purtroppo dobbiamo andare avanti, consapevoli che il “Moro” è morto con la maglia amaranto indosso, un ragazzo che ha lottato fino alla fine nella vita e in campo». «Per chi non è tifoso forse questo non ha molto significato - confessa Riccardo - ma per noi ha un valore importantissimo, anche se qui a Livorno è rimasto poco tempo, nei nostri cuori non ci abbandonerà mai». Livorno spesso viene citata per i molti difetti che ha, ma a fronte di tutto ciò manifesta sempre un gran cuore e una grande generosità e tutto questo affetto e riconoscimento lo dimostrano; a Morosini probabilmente sarà dedicata la gradinata dello stadio, ma la cosa più importante è che durante le prossime partite saranno raccolti fondi per l’acquisto di defibrillatori per i campi minori perché come Gianluca e Riccardo tengono a sottolineare «una vita salvata è più importante di una vittoria sul campo, ed è necessario che le strutture dove i nostri ragazzi giocano siano il più sicure possibili». S Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 29 aprile 2012 n grande teologo parla del matrimonio come di un “secondo tempo” dell’amore. Il primo tempo è il fidanzamento. Il matrimonio non è soltanto la realizzazione dell’amore immediato che unisce l’uomo alla donna, ma la loro lenta trasformazione a contatto con l’esperienza della realtà. Il primo tempo dell’amore non scorge ancora pienamente questa realtà. L’esuberanza dei sensi e del cuore, la circonda d’incanto ricamandole intorno una trama infinita di sogno. Soltanto grado a grado si fa strada, di mano in mano che l’uno coglie nell’altro e la sa accettare, la consuetudine, l’insufficienza, la debolezza. Questo secondo tempo sopravanza di tanto il primo quanto la persona ha raggiunto la maturità del cuore che semplicemente si dona. U Il racconto di due tifosi che hanno vissuto la tragedia davanti al televisore e poi hanno reso omaggio al calciatore con la loro presenza allo stadio. Immagini che non dimenticheranno presto LE PAROLE DEL GIORNALISTA RENZO MARMUGI Un segno di croce che ha unito credenti e non credenti n discorso breve, da stadio. Monsignor Simone Giusti, il vescovo, accompagnato dal vicario mons. Paolo Razzauti, ha benedetto ieri la salma di Piermario Morosini prima della partenza del feretro verso Bergamo dove domani si terranno i funerali. Un religioso silenzio per un funerale laico. Dentro un “Picchi” riempito da ottomila persone in un martedì qualunque. Tutti commossi, muti, non volava una mosca. Una grande dimostrazione di maturità, come, quando vuole, Livorno sa dare. E questa era un’occasione da non perdere. E’ stato un abbraccio forte, intenso, intriso di significati. «Noi siamo nati per vivere – ha detto il vescovo - nati per la vita e non per la morte. Solo con l’amore si può vincere la morte e quindi accogliere e accettare la sofferenza. Piermario, in coloro che hai amato tu sei vivo per sempre, in coloro che hai amato tu sarai per sempre. E ora tu raggiungerai i tuoi cari, salutato anche da questa città che ti ha apprezzato e voluto bene. Vai, accompagnato da tutta la nostra gratitudine. Buon viaggio». Un messaggio di commiato pieno di speranza, più che di dolore. La certezza, per un credente come è stato Piermario Morosini, che una volta superata la morte saremo tutti uniti per l’eternità. Monsignor Giusti ha pronunciato queste brevi parole in un’atmosfera di raccoglimento assoluto. E alla fine, al momento di benedire la salma, il segno della croce è stato qualcosa che ha unito anche i non credenti. Seguito da un applauso lunghissimo, incessante, prolungato fino al momento di veder uscire dallo stadio quella Mercedes metallizzata con le spoglie del “Moro”. Il coronamento più bello a una cerimonia asciutta, composta, misurata. Senza retorica e senza eccessi. Semplice ma al tempo stesso bellissima. U Il sorriso del «MORO» lla morte di Morosini la Radio Vaticana ha dedicato diversi servizi, tra questi anche un’intervista a monsignor Giusti, che è possibile ascoltare cliccando sul link disponibile sul sito diocesano (www.diocesilivorno.it). Il giornalista Luca Collodi, ha chiesto al Vescovo come questa morte in diretta abbia colpito molto più di tante prediche: «La morte, quando prende un giovane, sano, e per di più mentre gioca a pallone, è qualcosa di sconvolgente. La morte è un tabù di quest’epoca: nessuno ne parla, non si riflette più sul senso della vita, ma invece è un tema da affrontare. Bisogna dirlo chiaro e soprattutto ricordarlo ai giovani, che la medicina può allungare la vita ma non vince la morte. Però c’è una strada per vincere la morte: è quella dell’amore, è quella insegnata da Cristo». Morosini ha fatto notizia anche per le vicende umane di grande sofferenza che ha vissuto, ha ricordato Collodi nell’intervista: «Sicuramente – ha risposto monsignor Giusti - quella di questo ragazzo è una testimonianza importante e significativa: nonostante il grande dolore che si portava dentro si impegnava per i familiari, per i più deboli, frequentava i campeggi parrocchiali; ha dimostrato come, con Gesù nel cuore, si possa affrontare la sofferenza e continuare a vivere nella gioia. Gesù nel cuore non è un’idea è una presenza vera, viva, che cambia la vita. Noi non siamo supereroi, abbiamo dei limiti e i ragazzi questo se lo devono ricordare. Ma occorre avere il coraggio di affrontarli i propri limiti. Pier Mario non aveva paura sul campo come nella vita, perché ha seguito la vita dell’amore». ALTRI SERVIZI A PAGINA 5 DEL FASCICOLO REGIONALE A Se la vita è vissuta con Gesù nel cuore... L’intervista della Radio Vaticana a monsignor Giusti Non siamo supereroi, bisogna avere il coraggio di affrontare i propri limiti, ma chi segue la via dell’amore non ha paura degli «scontri», sul campo e nella vita IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di monsignor Ezio Morosi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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DI MARTINA BONGINI

ilenzio, raccoglimento,partecipazione,solitamente te li aspettientrando in una chiesa;

questa volta sono la perfettadescrizione di uno stadio, lostadio dell’Armando Picchi diLivorno che martedì 17 aprileha rivolto l’ultimo saluto aduno degli ultimi giocatoriarrivati in città; un ragazzogiovane, che in punta di piediè entrato nello spogliatoiodella nuova squadra e che halasciato il segno con il suosilenzio, la sua grinta e il suosorriso, Piermario Morosini.Livorno ha perso un suo“bimbo”, sconosciuto a moltima oggi nei pensieri di tutti,come spesso accade in questeoccasioni.La storia del “Moro”, la sualotta quotidiana con una vitache lo aveva visto crescereforse troppo in fretta,portandogli via gli affetti piùcari, una vita alla quale peròsorrideva sempre perchénonostante tutto sapeva diessere amato.Un insegnamento che inparticolar modo i tifosiporteranno nel cuore, che nondimenticheranno, perchéPiermario ha perso la vita sulcampo con la magliaamaranto.Riccardo e Gianluca, sono duedi loro, due ragazzi che sabatoscorso seguivano la lorosquadra del cuore intelevisione quandoall’improvviso i loro occhihanno visto che qualcosa nonquadrava «subito» ci raccontaGianluca «ci siamo accorti chela cosa era grave, non era unsemplice malore, mainconsciamente nonpensavamo al peggio». «Dai volti dei compagni edegli avversari abbiamocapito che la cosa era

piuttosto grave - continuaRiccardo - subito, latelevisione, la radio, i sitiinternet mandavanoaggiornamenti sullo stato disalute di Piermario, fino aquando purtroppo abbiamoricevuto la notizia che nonavremmo mai volutoricevere».Quella notizia che in pocheore ha fatto non soltanto ilgiro d’Italia, fermando tutti icampionati di calcio, ma cheha raggiunto tutto il mondo.I tifosi ma soprattutto la cittàdi Livorno, si sono strettiintorno ai giocatori, aifamiliari di Piermario, «la serastessa, ci siamo sentiti indovere di stare vicino airagazzi, che per lo più sonoancora giovani, magarilontano dalle loro famiglie,dagli affetti proprio come loera il “Moro” e che si sonoimprovvisamente trovati adover combattere con ildolore della morte di unproprio compagno disquadra». «Vedersi morireaccanto un tuo amico, incampo, mentre stai giocando -aggiunge Riccardo - credo siaun dolore inspiegabile. Leloro facce, i loro occhi gonfi,lo sguardo perso nel vuoto ela testa bassa mentrescendevano dal pullman cheli riportava dalla trasferta diPescara, sono immagini cheporteremo dentro di noi permolto tempo».Dal sabato pomeriggiomigliaia sono state le personeche in qualche modo hannovoluto ricordare, conoscere, lastoria di questo giovaneragazzo «non solo noi tifosima anche famiglie che magariallo stadio non vengono,nonni, bambini, tutti insiemehanno voluto salutarePiermario», «le tifoserie dellealtre squadre hannopartecipato al nostro lutto -

presegue Gianluca - di frontealla morte non ci sono coloriche dividono, tuttiindossiamo un’unica maglia,quella della sofferenza».«La commozione e ilraccoglimento di quasiottomila persone allo stadiomartedì scorso non sonopossibili da raccontare -racconta Riccardo - il lungosilenzio, in segno di rispetto edi ringraziamento almomento della benedizionedella salma da parte delVescovo e le sue parolesemplici e dirette hanno

toccato il cuore dei presentied hanno lasciato il segno».«Difficile sarà ritornare allostadio, perché quelleimmagini rimarrannoimpresse nelle nostre menticredo a vita, ma purtroppodobbiamo andare avanti,consapevoli che il “Moro” èmorto con la magliaamaranto indosso, un ragazzoche ha lottato fino alla finenella vita e in campo».«Per chi non è tifoso forsequesto non ha moltosignificato - confessa Riccardo- ma per noi ha un valoreimportantissimo, anche se quia Livorno è rimasto pocotempo, nei nostri cuori non ciabbandonerà mai».Livorno spesso viene citataper i molti difetti che ha, ma afronte di tutto ciò manifestasempre un gran cuore e unagrande generosità e tuttoquesto affetto e

riconoscimentolo dimostrano; aMorosiniprobabilmentesarà dedicata lagradinata dellostadio, ma lacosa piùimportante è chedurante leprossime partitesaranno raccoltifondi perl’acquisto didefibrillatori per

i campi minori perché comeGianluca e Riccardo tengonoa sottolineare «una vitasalvata è più importante diuna vittoria sul campo, ed ènecessario che le strutturedove i nostri ragazzi giocanosiano il più sicure possibili».

S

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

29 aprile 2012

n grande teologo parla del matrimonio come di un“secondo tempo” dell’amore. Il primo tempo è il fidanzamento. Il matrimonio non èsoltanto la realizzazione dell’amore immediato che unisce

l’uomo alla donna, ma la loro lenta trasformazione a contatto conl’esperienza della realtà.Il primo tempo dell’amore non scorge ancora pienamente questarealtà. L’esuberanza dei sensi e del cuore, la circonda d’incantoricamandole intorno una trama infinita di sogno. Soltanto grado agrado si fa strada, di mano in mano che l’uno coglie nell’altro e la saaccettare, la consuetudine, l’insufficienza, la debolezza. Questosecondo tempo sopravanza di tanto il primo quanto la persona haraggiunto la maturità del cuore che semplicemente si dona.

U

Il racconto di due tifosi che hanno vissuto latragedia davanti al televisoree poi hanno reso omaggio al calciatore con la loropresenza allo stadio.Immagini che nondimenticheranno presto

LE PAROLE DEL GIORNALISTA RENZO MARMUGI

Un segno di croce che ha unito credenti e non credentin discorso breve, da stadio. Monsignor Simone Giusti, il vescovo, accompagnato dal vicariomons. Paolo Razzauti, ha benedetto ieri la salma di Piermario Morosini prima della partenza

del feretro verso Bergamo dove domani si terranno i funerali. Un religioso silenzio per unfunerale laico. Dentro un “Picchi” riempito da ottomila persone in un martedì qualunque. Tutticommossi, muti, non volava una mosca. Una grandedimostrazione di maturità, come, quando vuole, Livorno sadare. E questa era un’occasione da non perdere. E’ stato unabbraccio forte, intenso, intriso di significati. «Noi siamo natiper vivere – ha detto il vescovo - nati per la vita e non per lamorte. Solo con l’amore si può vincere la morte e quindiaccogliere e accettare la sofferenza. Piermario, in coloro che haiamato tu sei vivo per sempre, in coloro che hai amato tu saraiper sempre. E ora tu raggiungerai i tuoi cari, salutato anche daquesta città che ti ha apprezzato e voluto bene. Vai,accompagnato da tutta la nostra gratitudine. Buon viaggio».Un messaggio di commiato pieno di speranza, più che didolore. La certezza, per un credente come è stato PiermarioMorosini, che una volta superata la morte saremo tutti uniti perl’eternità. Monsignor Giusti ha pronunciato queste brevi parolein un’atmosfera di raccoglimento assoluto. E alla fine, al momento di benedire la salma, il segnodella croce è stato qualcosa che ha unito anche i non credenti. Seguito da un applausolunghissimo, incessante, prolungato fino al momento di veder uscire dallo stadio quellaMercedes metallizzata con le spoglie del “Moro”. Il coronamento più bello a una cerimoniaasciutta, composta, misurata. Senza retorica e senza eccessi. Semplice ma al tempo stessobellissima.

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Il sorrisodel «MORO»

lla morte di Morosini la Radio Vaticana hadedicato diversi servizi, tra questi anche

un’intervista a monsignor Giusti, che è possibileascoltare cliccando sul link disponibile sul sitodiocesano (www.diocesilivorno.it).Il giornalista Luca Collodi, ha chiesto al Vescovocome questa morte in diretta abbia colpito moltopiù di tante prediche: «La morte, quando prende ungiovane, sano, e per di più mentre gioca a pallone, èqualcosa di sconvolgente. La morte è un tabù diquest’epoca: nessuno ne parla, non si riflette più sulsenso della vita, ma invece è un tema da affrontare.Bisogna dirlo chiaro e soprattutto ricordarlo aigiovani, che la medicina può allungare la vita manon vince la morte. Però c’è una strada per vincerela morte: è quella dell’amore, è quella insegnata daCristo».Morosini ha fatto notizia anche per le vicendeumane di grande sofferenza che ha vissuto, haricordato Collodi nell’intervista: «Sicuramente – harisposto monsignor Giusti - quella di questoragazzo è una testimonianza importante esignificativa: nonostante il grande dolore che siportava dentro si impegnava per i familiari, per i piùdeboli, frequentava i campeggi parrocchiali; hadimostrato come, con Gesù nel cuore, si possaaffrontare la sofferenza e continuare a vivere nellagioia. Gesù nel cuore non è un’idea è una presenzavera, viva, che cambia la vita. Noi non siamosupereroi, abbiamo dei limiti e i ragazzi questo se lodevono ricordare. Ma occorre avere il coraggio diaffrontarli i propri limiti. Pier Mario non avevapaura sul campo come nella vita, perché ha seguitola vita dell’amore».

ALTRI SERVIZI A PAGINA 5 DEL FASCICOLO REGIONALE

A

Se la vita è vissutacon Gesù nel cuore...

L’intervista della RadioVaticana a monsignor Giusti

Non siamo supereroi, bisognaavere il coraggio di affrontare i propri limiti, ma chi segue la via dell’amorenon ha paura degli «scontri», sul campo e nella vita

IL GRANELLODI SENAPEper gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 aprile 2012II

Simposio ecumenico 2012

opo l’introduzione dimonsignor Giusti altema generale delSimposio «Le religioni

e il problema del male», donGino Battaglia, direttoreufficio per l’ecumenismo e ildialogo interreligioso dellaCEI, interviene sul Myisteriuminiquitatis , partendo dalladomanda di Ionas se siapossibile, dopo Auschwitz,credere in un Dio onnipotentee buono. Un mondoabbandonato a se stesso tornaa sconfessare il mondoordinato della Teodicea.L’esposizione del relatoreevidenzia qui un profondo atteggiamentoreligioso che può aprire alla trascendenzadi Dio, sconfiggendo i nostri tentativi dicapirlo.Solo nell’amore –prosegue padreGermano Marani, docente alla PontificiaUniversità Gregoriana, nel suo interventosu Inferi e Inferno nella tradizione delleChiese Orientali- è possibile capire gliInferi, anche quelli dell’oggi, della nostravita quotidiana e lottare per sfuggire allapresa del male. Del resto il male si puòsubire, ma ad esso ci si può ancheribellare, interrogandoci sul perché dellasua presenza.Il rischio di oggi –è il contributo diAdriano Fabris, professore di Filosofiaall’Università di Pisa, ad evidenziarlo- èdi porsi male la domanda. Le due scuole,dell’ambito filosofico e dell’ambitoreligioso, si pongono sul livello delladomanda di senso, piuttosto che nellaricerca di spiegazioni. Da qui lapossibilità di distinguere il malesofferenza da quello che si chiama malemorale, il peccato. La domanda è da doveproviene il male che facciamo. Se Dio lopermette è per dare spazio all’uomo, suopartner, che non lascia di accompagnareanche nella traversata del male. È così chei cristiani pensano a un Dio che siincarna e fa l’esperienza della croce perrisorgere. Tra Torah, intesa come progettodi Dio, sede celeste del Signore, eTeshuwà, possibilità di riconciliazionecon la comunità, si apre all’uomo lapossibilità dirialzarsi e diricominciare.Nell’interpretazioneebraica, il maestroKaim, dellaComunità ebraica diLivorno, ci proponel’albero della vita,che è la Torah, comeil Principio dicostruzione delmondo, nellaconvinzione cheall’uomo, che èl’intera umanità, siastato dato un solocomando e latentazione è quellache l’uomo possafarsi Diosostituendosi a Lui.Abramo è colui chericonoscendo inmodo giusto Dio,risponde a Lui nellamaniera giusta.Giobbe, nella lettura

del testo biblico offertaci da mons.Mansueto Bianchi, presidente dellaCommissione per l’Ecumenismo e ilDialogo interreligioso della CEI, è coluiche, lasciandosi abbracciare dal Misteroluminoso e sovrarazionale, cui approdaprendendo sul serio la propriaumanità,vive la consegna del sofferente,che è ciascuno di noi, capace di diventarecredente. Una buona lettura della Bibbiapuò portare a un modello diresponsabilizzazione - afferma HanzGutierrez, docente all’Istituto Avventistadi cultura biblica di Firenze, nella suaanalisi del male tra antropologia ecosmologia-. Infine, incentrando la suariflessione sulla Shoà, il pastore PaoloRicca, docente alla Facoltà teologica

Valdese di Roma, presentail male come seduzione.Il male può infattitravestirsi da bene ed ècosa spaventosa. Lapossibilità di trovarsi alconfronto con lo stessoSatana è testimoniata dalesorcista, padre Damioli,parroco alla comunità diS. Sebastiano a Livorno,nella sua breveesposizione dei tormentiche il demonio nonrisparmia alle sue vittime.Ma credere vuol direproprio vincere il malecon il bene,

individuandolo, resistendogli ecombattendolo.Il Simposio si conclude con gli interventidi Antonio Cuciniello, studioso di culturaaraba, e Silvio Calzolari, docente di storiadelle religioni alla Facoltà Teologicadell’Italia centrale, rispettivamente sulmale nell’Islam e nel Buddismo e con latestimonianza del monaco buddistaRaffaello Longo della Comunità diPomaia. Per quanto riguarda l’Islam le trefonti sul male sono il Corano, la Sunna eil Libro della Scala. In quest’ultimo sinarra di Mohammed portatodall’arcangelo Gabriele a compiere unviaggio in Cielo e nell’Inferno,considerato da alcuni studiosi come iltesto alla base della Divina Commedia. Si

parla anche diSatana, il tentatore,che tenta Gesù comenel Vangelo. Letradizioni buddistesono varie, anche setutte riportanoall’Illuminato, per ilquale l’anima,insostanziale eimpermanente, èlegata alla nostrafisicità. Anche qui siparla di tentazionisimili a quelle diGesù nel Vangelo e ditanti Inferni. Ma nelBuddismo tutto partedalla mente conconseguenze positivee negative, le qualiultime devono esserecontrastate e superatecon l’amore.

A cura delSegretariato Attività

Ecumeniche diLivorno

D

erchè non dare vita ad un giornalein cui raccontare tutto ciò che

avviene alla Caritas diocesana? Èquesta una delle idee emersenell’ambito degli incontri tra ospiti edoperatori della Caritas al Porto diFraternità.Così uno dei volontari, Luca Santoni,ha accompagnato Ivo Barsellotti eRomano Turri a fare la loro primaintervista...e a chi se non al Vescovo??!Nei giorni che hanno preceduto laPasqua i due nuovi giornalisti hannoincontrato monsignor Giusti invescovado e lo hanno intervistato conuna serie di domande che hannospaziato dalla sua vocazionesacerdotale, alle sue aspirazionigiovanili, fino alla missioneepiscopale a Livorno; l’intervista èuscita sul numero zero del giornaledistribuito in Caritas in occasionedella Pasqua, ma già fervono ipreparativi per l’uscita del primonumero.

P

Un giornale per il Porto di Fraternità

Gli amicidella Caritas

La realtà del male siconfonde con quella delpeccato; la battagliadell’uomo contro le forze delmale è combattuta ognigiorno sulla terra, nelquotidiano e la lettura dellaBibbia potrebbe insegnaremolto su come vincere

Il Simposio del CeDoMEI di Livornopotrebbe divenire dal prossimo annol’appuntamento nazionale di aggiornamento per tutti i delegati per l’ecumenismo e il dialogointerreligioso. L’idea, proposta da donGino Battaglia, ha riscosso consensi tra i presenti alla due giorni

Il Soccorso dell’Ordine di Malta impegnato a livello toscano

L’esercitazione«Pegaso 2012»

ue giorni intensi di attività per i volontari del CorpoItaliano di Soccorso dell’Ordine di Malta chiamati

ad operare in una simulazione di emergenzadeterminata dal cedimento di una diga conconseguente necessità di operare sia nel settorelogistico che nell’ambito sanitario.L’attività è stata eseguita presso i campi diaddestramento della Brigata Paracadutisti Folgore conil coinvolgimento anche di un elicottero messo adisposizione dalla Guardia di Finanza nel quadro di unprotocollo di intesa oramai ben collaudato.I gruppi della Toscana interessati hanno, in poche ore,provveduto alla installazione di una tendopoli perospitare, oltre i volontari, un centinaio di persone.Successivamente hanno affinato le tecniche diintervento simulando il recupero di traumatizzati, cheuna volta trasportati in ambulanza, sono stati trattatipresso il Punto Medico Avanzato del campo. Il settorelogistico del Corpo operava contestualmente con lemotopompe per liberare delle abitazioni dall’acqua eripristinare la loro agibilità.«Sono felice della riuscita di questa esercitazione che èstata apprezzata sia dal Direttore Nazionale del Corpo,sia dalle Autorità Provinciali e Comunali intervenute. Miattendo che questo tipo di attività avvicini nuovivolontari che possono contattarci presso la sede di ViaFagiuoli n. 1, o inviando una email all’indirizzo:[email protected], o contattandoci al388.3423514» queste le parole piene di orgoglio delCapo Gruppo Pier Paolo Sardi.CISOM - Gruppo di LivornoEmail: [email protected] – cell.388.3423514 – Via Fagiuoli, 1

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Religioni a confrontosul problema del male

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 aprile 2012 III

L’INTERVISTA AGianluca Montanini

Quandola «rete»trova le

soluzioni

DI ELENA CERINI

uello che più mi hacolpito dellachiacchierata conGianluca Montanini,Amministratore

delegato e Rappresentantelegale di «Aste Giudiziarie»non è soltanto la brillante ideache ha avuto(insieme ad altrisoci): mettere on-line un servizio dinon facileconsultazione -almeno per i nonesperti - ma ilfatto che aspingereGianluca e i suoisoci verso questotipo di lavoro ci sia anche lavolontà di aiutare persone indifficoltà a causa di unfallimento, del pignoramentodel proprio appartamento,persone che spesso nonriescono ad orientarsi in ununiverso così farraginoso e cherischiano di non riuscire arealizzare le loro aspettative divendita.«La nostra Azienda – raccontaMontanini - ha origine dallacoincidenza della nascita della"navigazione" internet (1993-94) e dalla contemporaneaconsapevolezza che sirealizzavano delle condizioninuove e uniche per ladiffusione delle informazionitramite la «rete».Dall’esperienza di alcuni deifondatori in merito all’attivitàgiudiziaria e da quella diingegneri o sistemisti, sirealizzò la possibilità diavviare un progetto dedicato.Era evidente che si potevautilizzare internet per farconoscere l’esistenza dellevendite giudiziarie checomunque si tenevanoregolarmente presso iTribunali, ma che restavanosconosciute ai più conevidente svantaggio per tutti:per il debitore che vedevasvenduta la casa, per i creditoriche non recuperavano ilcredito. Gli unici avvantaggiatierano pochi speculatori, chesapevano come muoversiall’interno di questimeccanismi e che compravanoa prezzi stracciati in assenza diconcorrenza.Nel 1995 fu creata la nostraprima Azienda, «Inlinea Srl»,che curò le primepubblicazioni di venditefallimentari (e ospitògratuitamente il sito dellaDiocesi ndr) mentre nelfrattempo veniva attivato unostrumento specialistico: ilportale www.astegiudiziarie.it,dedicato alla pubblicazionelegale delle stesse. Nel 1999 ilprogetto, uscito dalla fasesperimentale fu portatodefinitivamente avanti graziealla creazione di una societàappositamente costituita,l’attuale Aste GiudiziarieInlinea Spa, che oggi opera intutta Italia, offrendo servizi dipubblicità (e non solo) a oltre

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dato la certezza di visibilità atutte le vendite promosseperché se una persona cercaun’asta sa che potrà accederefacilmente alle informazionidelle vendite tramite il portale.Le informazioni completesulle vendite sono inseritesolamente e completamentenel fascicolo di vendita delTribunale e per questoAstegiudiziarie.it, pubblicandotali fascicoli, ha consentito atutti (e non solo a quelli chesapevano come consultarequesti documenti in tribunale)di orientarsi. Già nel 1995 cirendemmo conto che internetera un mezzo perfettamenteidoneo alla pubblicazione diquesto tipo di informazioni: ilbando di vendita, l’ordinanza,le perizie complete di foto, leplanimetrie.Il serviziowww.astegiudiziarie.it èautorizzato ufficialmente dalMinistero della Giustizia per lapubblicazione delle venditegiudiziarie su tutto il territorionazionale per tutti i Tribunaliitaliani e distretti di Corte diAppello».

Come «funziona» il vostrolavoro?«Il servizio acquisisce la partedel fascicolo contenente idocumenti che descrivono ibeni da vendere e i terminidella stessa vendita, provvedealla corretta classificazione edigitalizzazione delleinformazioni e quindi,attraverso numerosi passaggitecnici e in un costantedialogo con il professionistaincaricato, cura lapubblicazione suwww.astegiudiziarie.it.A questa attività principale sene collegano molte altre tra cuil’estrazione di apposita sintesidella vendita verso iquotidiani prescelti per lapubblicazionecomplementare, l’attivazionedi funzioni di dialogo con iprofessionisti nominati nellaprocedura e altri servizi qualiad esempio la possibilità dipoter tenere direttamente

140 uffici giudiziari italiani dicui molti in Toscana. ALivorno collaboriamo sia conil Tribunale(www.tribunale.livorno.it) checon la Procura dellaRepubblica(www.procura.livorno.it)».

Ma cosa caratterizza «AsteGiudiziarie»?«Le cosiddette "aste" sono dasempre la crudamanifestazione della necessitàdi riequilibrare un rapporto difatto e di diritto tra creditore edebitore che porta prima allospossessamento e poi alladefinitiva perdita dei benipignorati perché il debitorenon ha provveduto allarestituzione del suo debito.Molte volte però sono statelette come un "affare" proprioperché la vendita avveniva incondizioni di forte squilibriotra la domanda e l’offerta,soprattutto in terminiinformativi.Prima dello sviluppo della reteinternet e del portalewww.astegiudiziarie.it, lapubblicità legale veniva assoltacon una pubblicazioneufficiale: il "F.A.L. FoglioAnnunzi Legali" edito datipografie autorizzate edistribuito presso la Questura.Praticamente ignoto ai più. Adesso si aggiungeva l’affissionedella vendita alla porta delTribunale e un estratto, moltocostoso ancora oggi, su alcuniquotidiani scelti dal giudice.L’accesso awww.astegiudiziarie.it ègratuito, illimitatotemporalmente equantitativamente, ogniinformazione sulla vendita èfruibile e stampabile senzalimiti.Astegiudiziarie.it è il primosito che offre tale servizio intermini temporali e divisibilità; primo sito nellaricerca della parola "aste"anche senza immettere iltermine "giudiziarie" inmotori come Google. Il sitopropone una media di 35.000beni visibili quotidianamentecon un numero medio dibandi consultati superiore ai20 milioni/mese.Questo è il successo diastegiudiziarie.it, ovvero aver

online le vendite giudiziarie,tramite il serviziocomplementarewww.astetelematiche.it».

Quale è la sua esperienza inAzienda?«Sono l’ideatore del progettoAstegiudiziarie.it ed uno deifondatori della società.

Attualmentesvolgo lafunzione diAmministratoredelegato eRappresentantelegale. Mi occupodirettamentedelle relazionicon gli UfficiGiudiziariitaliani».

Molte ditte sono in crisi.Questa crisi viene, da voi,percepita? Come cercate diaffrontarla?«Purtroppo nessuna aziendapuò dirsi esente dall’attualecrisi. Noi la percepiamo in unamaniera diversa rispetto adaltre ditte; non nel lavoroprincipale che èproporzionatamenteaumentato, ma negli aspettilegati al finanziamento. Itribunali hanno risorse semprepiù limitate; i tempi dipagamento sono sempre piùdilatati - sia per loro e quindidi conseguenza anche per noi-e gli oneri, seppure contenuti,non vengono corrisposti senon dopo molti mesi, a voltedopo l’anno. Anche i tribunalistanno affrontando unasituazione di emergenza che,spero, non sarà confermatacon gli attuali volumi diprocedure nei prossimi anni.Al momento l’Azienda cerca didefinire, nel miglior modopossibile, la pianificazionedegli investimenti tenendoconto della maggiorelunghezza dei termini dipagamento».

Avete progetti per il futuro?«Fino ad oggi abbiamomitigato gli effetti pesanti diun’esecuzione forzata, neifallimenti o nelle esecuzioniindividuali, favorendo lavendita giudiziaria che risolve,anche se come estrema ratio,una situazione che non potevaessere diversamente gestita.Oggi siamo pronti per fornireil nostro supporto anche nellefasi preliminari alle venditegiudiziarie e stiamo lavorandoperché si comprenda come unservizio serio e gestito conimpegno e professionalità, giàutilizzato da oltre 100Tribunali e da 16 anni sia ununicum nel suo genere.Lavoreremo per favorire lacomposizione delle crisiaiutando chi deve vendere a"non svendere", integrandosempre più strumenti divisibilità non solo nellevendite giudiziarie ma anchein quelle stragiudiziali a cui lanostra piattaforma potrà daresicuramente il massimobeneficio oggi possibile».

L’Agenda della Speranza per Livorno,questa settimana parla di «Aste Giudiziarie», un’Azienda livorneseche si occupa della pubblicazione e pubblicizzazione delle vendite giudiziariemediante internet

n un periodo di mancanza di lavorocome questo, Federico Iacoponi, un

ragazzo di ventidue anni ha deciso dicrearsi da solo un’opportunità, dacirca due anni gestisce infatti unamacelleria.Dato che l’attività storica del suopaese aveva chiuso da tempo, hapensato bene di prendere in affitto unfondo commerciale e iniziare a porrele basi per questa esperienza. Per circaotto mesi ha preso lezioni da unmacellaio di Cecina, per apprenderele diverse tipologie di carne , in chemodo deve essere tagliata e come sigestisce un’attività di questo tipo.Nel giro di poco tempo ha così aperto«La Tua Macelleria», che è riuscita adattirare una clientela molto numerosain arrivo da tutta la Toscana. Federicoha inoltre provveduto ad arredare ilnegozio, aggiungendo scaffalidedicati alla vendita di formaggi, cibiconfezionati, prodotti surgelati ebevande. Ma in tutto questo nonmanca un tocco di inventivapersonale, uno dei pregi del negozio èla possibilità di acquistare prodottiartigianali, che spesso nascono dallacreatività di questo ragazzo: come itramezzini e le piadine di carne, e gliinsaccati di produzione propria.Naturalmente il periodo iniziale diapertura è stato un po’ difficoltoso,ma adesso Federico è riuscito astabilire un ottimo rapporto con iclienti, che tutti i giorni entranopuntualmente ad acquistare nel suonegozio, e a cui spesso dà consigli sulmodo migliore di preparare la carne.Insomma un lavoro divertente edinamico realizzato da un ragazzoche con un po’ di rischio e coraggio èriuscito a stabilizzarsi in un settorepiuttosto produttivo e redditizio,sicuramente un esempio per moltigiovani.

Alice Carpentiere

I

Il coraggio di iniziareun’attività nuova

«La tuamacelleria»

Aste giudiziarie:un’Azienda livornese

leader nel settore

La storia di FedericoIacoponi, che a ventidueanni ha deciso di aprireun negozio «di qualità»al Gabbro

Un’agendadellasperanzaper Livorno

Page 4: La Settimana n. 16 del 29 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 aprile 2012IV

VENERDÌ 27 APRILENella mattinata, udienze laici in ve-scovado17.00 convegno catechistico regionalea Poggio a Caiano

SABATO 28 APRILEConvegno catechistico regionale aPoggio a Caiano

DOMENICA 29 APRILE 10.30 S. Messa e cresime alla chiesa diSan Giovanni Bosco a Coteto17.00 alla chiesa di Santa Caterina,conferenza sulle opere realizzate conil contributo della Fondazione Cassadi Risparmi di Livorno18.00 S. Messa per la festa patronalealla chiesa di Santa Caterina

Lunedì 30 aprile e Martedì 1 Maggio ilVescovo è in visita pastorale all’isoladi Capraia

MERCOLEDÌ 2 MAGGIO 9.30 incontro con i vicari foranei invescovado18.00 incontro all’Associazione Amicidella Zizzi

GIOVEDÌ 3 MAGGIO9.30 incontro con i direttori del centrodi pastorale per la formazione cristia-na in vescovado16.30 S. Messa per la festa patronale aBagnone (Massa Carrara)

VENERDÌ 4 MAGGIONella mattina, udienze laici in vesco-vado18.30 in vescovado, incontro con i cre-simandi, genitori, padrini, e catechisti21.00 assemblea delle aggregazioni lai-cali in vescovado

SABATO 5 MAGGIO11.00 S. Messa per il convegno regio-nale della madonnina, Movimento diGenstat, alla chiesa di Santa Teresa aRosignano Solvay15.30 pellegrinaggio vocazionale deibambini al Santuario di Montenero

DOMENICA 6 MAGGIO11.00 S. Messa alla chiesa di SS.Cosmae Damiano a Nugola17.30 Celebrazione di ringraziamentoper la beatificazione di Giuseppe To-niolo al Duomo di Pisa

Agenda del VESCOVO

In tutta la DIOCESI Veglie di Preghiera in preparazione alla Giornata di Preghiera per le Vocazioni

Rispondere all’Amore si può !

Martedì 1 Maggio ai SALESIANI

l prossimo 1° maggio, festa di S.Giuseppe lavoratore, l’Azio-ne Cattolica diocesana, in collaborazione con il MLAC - Mo-

vimento Lavoratori di Azione Cattolica, organizza l’oramaiconsueta Veglia di preghiera per il lavoro.Il titolo dell’edizione di quest’anno è «Divorano il mio popolocome il pane», tratto dal Salmo 14.In questo momento di crisi e di sofferenza diffusa nelle fami-glie a causa del lavoro, che diminuisce, si impoverisce o, peg-gio, si perde e non si trova, vogliamo farci guidare e sosteneredall’affermazione di Sant’Agostino: «La speranza ha due figliebellissime, lo sdegno per le cose che non vanno ed il coraggio percambiarle».In questo senso la Veglia intende interpretare ed esprimere unduplice atteggiamento, oggi sempre più richiesto ai fedeli lai-ci: lo sdegno per l’ingiustizia e il coraggio del cambiamentoattraverso la partecipazione sociale e politica.Nel corso della Veglia di preghiera saranno letti anche alcunibrani tratti dagli scritti di Giuseppe Toniolo (1845 -- 1918),economista d’ispirazione cattolica e uno dei padri del movi-mento cattolico in Italia, che sarà proclamato Beato il prossi-mo 29 aprile a Roma.L’appuntamento è per martedì 1° maggio, alle ore 21, presso laparrocchia dei Salesiani.

I

BREVI DALLA DIOCESIConsulta pastorale familiareSABATO 28 APRILE 15.45Presso il Vescovado, incontro della consulta di pastorale fa-miliare«La Pastorale dei separati, divorziati o risposati:l’esperienza dellaDiocesi di Grosseto»Interverranno Simonella e Fiorenzo Tucciodi GrossetoPer informazioni:- Antonio e Rita Domenici tel. 335 354216 – 0586 501418- Giuseppe e Monica Ciampaglia tel. 339 3972116 – 0586890185

Assemblea Diocesana DOMENICA 20 MAGGIO ALLE 15.30Presso la chiesa S. Lucia - Antignano, assemblea diocesanadal tema «Misericordia io voglio»

Veglia di preghieraper il lavoro

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Carosio E., Cenini A. - Accomodati, qui sista bene. Viaggio tra teoria e pratica nell’ani-mazione di gruppo.- Ed. Paoline, pp.153,euro 13,00

Enrico Carosio, laureato in Scienza deiprocessi formativi, si occupa della forma-zione di insegnanti, educatori e operatorisociali, insieme ad Alfredo Cennini, inse-gnante di religione nelle scuole superioriche è stato per diversi anni capo Scoutdell’Agesci. Prezioso compito il loro inquanto negli ultimi anni assistiamo ad unprogressivo abbandono della pratica del-l’accoglienza con conseguente aumentodelle difficoltà nella gestione di gruppi,sia di giovane età che di adulti. Gli autorioffrono vari percorsi e indicazioni neiquali offrono buone pratiche da attuareall’ interno dei gruppi a favore delle per-sone per contrastare l’estremo individua-lismo imperante. Per una maggiore com-prensione e per un buon utilizzo deglistrumenti proposti, viene data una corni-ce teorica essenziale, relativa al significatodi gruppo e di animazione accompagnatada una serie di tecniche di presentazionedell’animatore, di gestione del gruppo,per concludere con la parte dedicata alfeedback necessario per adeguare e mi-gliorare la proposta.

Al Clero della Diocesi

arissimi,il prossimo 29 Aprile sicelebrerà la 49^ Gior-nata di Preghiera per le

Vocazioni.Aderendo ad un preciso co-mandamento di Nostro Signo-re Gesù Cristo, anche quest’an-no ci ritroveremo in preghieraper implorare dal Signore voca-zioni di speciale consacrazionealla Vita Sacerdotale e Religiosaè un impegno ineludibile per

ogni Comunità Parrocchiale.Il Centro Diocesano Vocazioniha promosso 6 Veglie di pre-ghiera nei 6 Vicariati della Dio-cesi.Voglio ben sperare che niente sianteponga ad esse e si invititutto il popolo cristiano a par-tecipare a detti appuntamenti,mi attendo una corale parteci-pazione di tutti i Presbiteri,Diaconi, Religiosi, nonché inparticolare dei Gruppi Giova-nili Parrocchiali in specie i Cre-simandi.

Certo dell’attenzione, un ricor-do nella preghiera,

+ Simone, Vescovo

PROGRAMMA VEGLIE DI PREGHIERA

I Vicariato: Istituto S. M. Mad-dalena, Venerdì 27 Aprile ore21

II Vicariato: Chiesa S. Cuore –Salesiani, Giovedì 26 Aprile

III Vicariato: Chiesa S. Agosti-

no, Giovedì 26 Aprile

IV Vicariato: Santuario Monte-nero, Giovedì 26 Aprile

V Vicariato: Chiesa Ss. Giovan-ni B. e Ilario, Rosignano Marit-timo, Giovedì 26 Aprile

VI Vicariato: Chiesa S. Luca,Stagno, Giovedì 26 AprileGiovedì 3 Maggio, Chiesa S. Ro-sa – ore 21 Adorazione EucaristicaDiocesana per le Vocazioni

C

Diocesiinforma

A PAGINA 11 DEL FASCICOLO REGIONALE L’INTERVENTO DEL VESCOVO ALLA PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA CATTEDRALE DI MASSA MARITTIMA

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 aprile 2012 V

Fare memoriaSu questo tema la Diocesi diLivorno ha già avuto modo diriflettere molto e ha giàindicato scelte importanti a cuiritengo di dover darecontinuità e sviluppo, leriassumiamo brevementeaffinché il procedere di oggi siain continuità e sviluppo con ilcammino già compiuto dallanostra Chiesa. Dal documento finale “Con igiovani per andare oltre” del IVSinodo diocesano di Livorno,gli itinerari educativi:* n 68. La comunità cristianatestimonia da semprel’importanza e l’utilità dioffrire itinerari scanditi datappe che conducanogradualmente verso una meta(catecumenato per ilbattesimo, anno liturgico...)Nell’itinerario educativooccorre armonizzare laradicalità del messaggioevangelico con la realtàesistenziale nella quale ilgiovane si trova. * n 69. Per una formazioneattenta alla vita delle persone ènecessario che la comunitàecclesiale dia spazio al propriointerno ad un reale pluralismodi percorsi formativicomplementari, integrati traloro in ordine all’ età, allesituazioni e al cammino difede. […]* n 70. Gli itinerari vannopensati tenendo presenteanche la dimensione:antropologica, cristologica,trinitaria. Nell’ambitoantropologico è di particolareattualità il tema del linguaggio,con il quale comunicare la fedeai giovani. Abbiamo scopertoin questi anni gravi lacunecirca la nostra capacità diannuncio efficace a giovani chenon utilizzano più soltanto leforme tradizionali dicomunicazione. Appareurgente approfondire ilinguaggi nuovi tramite cuisintonizzarci con quantosentono, pensano, sperano igiovani di oggi. I linguaggitipicamente giovanili, comequello musicale, non soloesprimono idee e sentimenti,ma creano aggregazione edesprimono appartenenza a stilidi vita. Risulta fondamentale,inoltre, in questa dimensione,il tema delle domandeesistenziali la cui dà senso allavita. La dimensionecristologica, che introducenella pienezza dell’umanità diCristo, fa entrare anche nellapienezza della sua divinità. La

dimensione trinitariaintroduce alla dimensionedella donazione gratuitadell’amore, mistero ultimo cherealizza il progetto globale delPadre.

Premessa contestualeLa pastorale dei giovaniinserita nel progetto educativodiocesano si propone dieducare alla fede i giovani chestanno attraversando unaspecie di soglia, quella delprendere le decisioni per dareuna svolta al proprio futuro.Ciò avviene in misuramaggiore al momento in cui lascuola dell’obbligo terminadopo avere accompagnato lapersona fin dalla propriainfanzia. In misura moltominore avviene già almomento di scegliere qualescuola “superiore” frequentare.La meta finale che ci sipropone è quella di generaregiovani cristiani capaci diprendere le scelte del propriofuturo coerenti con la propriascelta di fede. Nell’educazione alla fedecompiuta oggi nelle comunitàparrocchiali sussistono ancoradelle “pseudo-linee”normative radicate nellamentalità comune cherisultano diseducative perchériflettono un’immaginedistorta di Dio e della Chiesa.Esse ci sembrano essere:- L’educazione alla fedeavviene secondo la logica delcorso, con le promozioni ed iregali, in analogia conl’educazione scolastica esportiva. Si formano i gruppiche vanno avanti in blocco,come le classi o le squadre,senza tener conto dei tempidiversi di maturazione dellafede nelle persone. Sipreparano ai sacramentigruppi di bambini, ragazzi egiovani provenienti da famiglieindifferenti alla fede, dallequali ricevono principiindipendenti (se nonaddirittura contrari) a quellicristiani.- L’attività parrocchialeassomiglia ad un macchinario icui ingranaggi girano in modoabitudinario ed èeffettivamente difficilemodificare le dinamiche degli“ingranaggi”. Di conseguenza

una comunità fa fatica atestimoniare Cristo con lalogica della continua novità,centrale e determinante inquanto fondata sulla Pasqua, epreferisce testimoniarlo conl’abitudine.- Troppo spesso le famiglie deiragazzi danno per ovvio che iloro figli riceveranno isacramenti perché preti ecatechisti sono “buoni”; questamentalità porta a fare sconti ead eludere le semplici normedi buon senso che si cerca didare (legame tra incontro dicatechismo e messadomenicale, continuità, ecc.).

Un’altra precisazione si rendenecessaria a proposito deidestinatari di una progettoeducativo. Il mondo giovanile si presentaoggi composto da due diversetipologie di giovani: - quelli provenienti da uncammino di catechesi e quindipresenti in parrocchia, anchese con una percezionedell’appartenenza ecclesialeancora parziale (i vicini);- quelli assenti da tempo dalcontesto ecclesiale ocompletamente estranei allafede (lontani).I due termini “vicini” e“lontani” pur essendoconvenzionali sono assailimitati e imprecisi. Fermorestando che vi è un comuneintento, quello di annunciareil Vangelo di Cristo, occorretenere presente la diversità dieducazione alla fede per le duecategorie di giovani. Èimportante tenere conto dellediverse tipologie di ragazzi, percui si dovrà differenziare leproposte pastorali rivolte aigiovani della parrocchia e leiniziative pastorali rivolte aigiovani cosi detti lontani.

LINEE PASTORALI NORMATIVE A) Alcune linee determinanticome delle regole sono:- Educare alle scelte, basare lacatechesi stessa e l’educazionegiovanile sulle scelte fattevolontariamente, evitando disuscitare l’impressione che ilgruppo si muove sempre ecomunque insieme. Centrale èil valore della richiestapersonale, come avviene,

seppur con alcuni limiti, per ilmatrimonio o per il battesimodei figli o in un itinerariotipicamente catecumenale. - Tenere insieme la dimensioneantropologica e quellacristologica. Il cammino digruppo risponde alle esigenzedei giovani di aggregarsi, maciò va visto sulla base diun’icona cristologica: Gesù e idiscepoli. I giovani che siritrovano perché invitati aseguire una persona che rendenuova la loro vita. Il verogruppo è quello dei discepolidi Gesù: visto così, il senso diappartenenza non svanisce netermina nemmeno quando ilgruppo di ragazzi smette difare qualcosa insieme.- La comunità educante èchiamata a rendere visibile lapersona di Gesù. I giovani, e non solo loro,vogliono vedere un di più neitestimoni della fede. Questo dipiù è dato fra l’altro dallapresenza di una figurasacerdotale vista come unpadre spirituale e non solocome un animatore alternativoo un amicone giovanile osimili.B) Le quattro dimensioni dapromuovere nella pastoralegiovanileVengono ora presenta lequattro dimensioni chedovranno sempre piùcaratterizzare, nei prossimianni, la pastorale degliadolescenti, sono in essefacilmente riscontrabili le tredimensioni antropologica,cristologica e trinitaria,richiamate nella premessa eprovenienti dal documentofinale “Con i giovani perandare oltre” del IV Sinododiocesano di Livorno: fareincontrare Gesù il maestro.Rendere visibile il Misterodella nostra salvezza. Renderevisibile il sì all’amore umano ealla vita. Rendere visibile lagioia cristiana.C) Le prime scelte da compiereDa due anni si sono costituiti igruppi di animazione vicariale(GAV) guidati da alcunigiovani presbiteri e formatidagli educatori dei pre-adolescenti e adolescenti delleparrocchie e associazioni emovimenti ecclesiali presentinel territorio.

(nel numero della quartadomenica di maggioriporteremo l’approfondimentodei punti B e C delle lineenormative del ProgettoEducativo Diocesano)

LE LINEE NORMATIVE DEL TERZO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO.........

I giovani e la sogliadelle decisioni

Idee e proposte per aiutare i gruppia passare da una fede creduta a una fede vissuta

Rendere ragione di una fede cosciente

EDU

CATI

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ida

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 aprile 2012VI

Domenica 29 aprile FESTA PATRONALE A SANTA CATERINA

Due anniversari da ricordare

avoro,welfare, volon-tariato: la risposta deicattolici» è stato que-sto il tema della tavo-

la rotonda proposta dall’Associa-zione Idea.Li alla quale sono in-tervenuti il vescovo di Livornomonsignor Simone Giusti, l’ono-revole Beppe Fioroni, già Mini-stro della Pubblica Istruzione,Marco Impagliazzo, professore diStoria Contemporanea all’Uni-versità per stranieri di Perugianonché Presidente nazionale del-la Comunità di Sant’Egidio, An-drea Olivero, Presidente naziona-le delle Acli e portavoce del Fo-rum del Terzo Settore. L’iniziativa è stata aperta da Ga-briele Scognamiglio dell’Associa-zione Idea.Li che ha sottolineatocome i giovani siano preoccupatiper il lavoro futuro a causa dellasua instabilità e precarietà men-tre la politica è in preda ad unacrisi etica.

Il saluto del VescovoIl Vescovo Giusti, nel suo inter-vento di saluto, ha affermato co-me “il capitalismo sfrenato sem-bra ormai dare il meglio di sénon nel risolvere i problemi, manel crearli, dissolvendo il propriostorico legame con il lavoro, il la-voro stabile, e preferendo ad essoil lavoro-campeggio (secondouna definizione di Bauman): siva dove momentaneamente l’in-dustria sta meglio come se l’altro’non esistesse. E per ’l’altro’ è inprimo luogo da intendersi pro-prio il lavoratore”. “Davanti allostrapotere della finanza - ha ag-giunto - la politica è assoluta-mente necessaria, e deve mettersiin grado di regolare la finanzaperché sia a servizio del bene ge-nerale e non della speculazione”.“Il dubbio ha proseguito - è chesi voglia proprio dimostrare or-mai l’incompetenza dell’autoritàpolitica rispetto ai processi eco-nomici, come se una tecnocraziatransnazionale anonima dovesseprevalere sulle forme della demo-crazia fino a qui conosciuta, Ha quindi chiesto pubblicamen-te un confronto con gli intellet-

tuali della città “su parole anti-che, ma sempre attuali e urgenti,che fanno parte dell’uomo stessoe del suo destino, come vita e fa-miglia, lavoro e partecipazione,libertà e relazione, politica e rap-presentanza”.

La politicaLa successiva tavola rotonda,coordinata da Francesco Gazzettidi Granducato TV, è cominciatacon l’intervento di Beppe Fioroniche ha detto che la politica è indi-spensabile, ma questo non èscontato per molti italiani, dalmomento che dai sondaggi sem-bra che il oggi 50% degli italianinon andrebbe a votare. I cittadiniche erano abituati a credere nelbene comune, sono stati spinti acredere “in qualcuno”, al “ti pro-metto qualcosa se mi dai qualco-sa”. Perciò se vuole ripartire, lapolitica si deve riformare e rifon-dare, ritrovare valori condivisi incui il cittadino può credere.Andrea Olivero ha aggiunto chela situazione attuale è la risultan-te dell’individualismo sfrenato eil Terzo Settore, di fronte a questaideologia, è stato lo scandalo. L’i-dea della gratuità e del dono perdare senso alla nostra vita è l’am-bito su cui bisogna andare adoperare. Come cattolici dobbia-mo dare speranza e su questa co-struire un nuovo desiderio del fa-re, abbattendo l’individualismodel privilegio. Il mondo cattolicopuò restituire a questo paese unacultura politica che abbia a cuore“i diritti sociali” che sono il riferi-mento per costruire un disegnopolitico. Il cattolicesimo nel pas-sato ha dato un contributo rifor-

mista al nostro paese guardandoall’ultimo, all’escluso, al riscattopersonale e sociale. Persone co-me Vanoni, Fanfani, Marcora,hanno posto attenzione al lega-me con la comunità, unita alla re-sponsabilizzazione personale.Il professor Marco Impagliazzo,riguardo al problema degli im-migrati, ha evidenziato la presen-za di una “cultura del disprezzo”che si è accresciuta dopo l’11 set-tembre. Una cultura dello scon-tro che ha emarginato i più pove-ri e ha alimentato la paura“del-l’altro”. La Comunità di Sant’Egi-dio e anche le Acli si sono impe-gnate contro questa concezione,dobbiamo quindi diffondere unacultura della simpatia perché, dasoli, siamo destinati ad esseresconfitti. Viviamo poi in un epo-ca in cui chi non può consumareè un escluso, perciò dobbiamofare in modo di creare politicheche includano tutti. La paura na-sce dal ripiegarci in noi stessi epotremo uscirne se saremo menopessimisti verso il futuro. Vivia-mo un momento in cui si voglio-no escludere gli immigrati perpoi arrivare ad escludere anchegli anziani, bisogna invece risco-prire la loro forza e rinverdire ilrapporto tra le generazioni e lasolidarietà all’interno della fami-glia. La famiglia è ancora un im-portante ammortizzatore socialeperciò ha bisogno di sgravi e disostegni concreti, il pessimismo èpurtroppo anche visibile nellacrisi demografica che stiamo at-traversando.

La coesione socialeDinanzi alla domanda su quali

possono essere gli strumenti perarrivare alla coesione sociale Fio-roni ha risposto che costruirequalcosa è più complicato checriticare, si tratta di tagliare il de-bito pubblico e di aumentare unaricchezza che non c’è. Intanto -ha proposto - si potrebbero ven-dere i canali televisivi Rai che nonvede nessuno, rivedere le conces-sioni aeroportuali e stradali, na-turalmente ridurre il finanzia-mento pubblico ai partiti. Per Olivero bisogna parlare dellavoro che deve dare cittadinanzae un reddito dignitoso. È propriola mancanza di lavoro che minala coesione sociale. Bisogna crea-re un piano di intervento nazio-nale per l’occupazione giovanilecon un patto tra le generazioniche tuteli tutti, giovani e anziani.Il volontariato è l’elemento adat-to per poter uscire dalla crisi, bi-sogna perciò potenziare il TerzoSettore con la riorganizzazionedei bisogni rivolti alla cura dellapersona, dando posti di lavorodignitosi. Bisogna considerareche il 30% dei giovani che ogginon lavorano non possono nem-meno versare i contributi e quin-di il loro futuro previdenziale èmolto incerto.Impagliazzo ha sottolineato cheper una vera coesione è necessa-ria una vera integrazione, perquesto l’istanza avanzata dallaComunità di Sant’Egidio è quelladel cambiamento dell’attuale leg-ge sulla cittadinanza. Nello stessotempo bisogna dare impulso allacooperazione internazionale peraiutare gli immigrati a vivere au-tonomamente nei loro paesi.

Gianni Giovangiacomo

rovare tesori nelle nostre parrocchie è piùfacile di quanto si possa immaginare.

Questa volta ne ho trovati quattro tutti in unavolta: sono quattro angeli che fanno partedella stessa opera di ornamento dei pennacchidella volta centrale. Sono stati realizzati instucco dalla mano dell’artista Paolo EmilioDemi (Livorno 1798- Livorno 1863). Quandoentro in chiesa mi risulta più spontaneo che inaltre occasioni guardare verso l’alto e, lassù, ametà strada tra la terra e il cielo ci sono gliangeli. Non sono putti, ma veri e propri angelicon le ali spiegate che sembrano indicare lastrada. Dal mio punto di osservazione potreidire che sono grandi quanto una persona, ma,vista la distanza, sono sicuramente molto piùgrandi di quello che sembrano. Nella chiesa,restaurata di recente, risaltano nel loro colorechiaro. Portano tra le mani i simboli dellacroce, del calice, del libro, dello scettro e dellastola. Indossano panneggi svolazzanti comenuvole e sembrano sorridere, mentre dabbassofervono i preparativi per la Messa feriale.

T

Nella chiesa di San Benedetto

Basta alzarelo sguardo

Relatori illustrinell’iniziativa

dell’associazioneIdeaLI

omenica 29 aprile, laParrocchia di Santa Caterina,in occasione deifesteggiamenti per la Santa

patrona, onorerà con un eventocelebrativo il ventesimoanniversario della Fondazione Cassa

di Risparmi diLivorno.L’iniziativa vuoleessere un gesto diringraziamentonei confrontidell’Istituzioneche da oltre undecennio sostieneeconomicamentei progettipromossi dallaParrocchia per ilrestauro e lavalorizzazione diuno dei gioiellidel patrimoniostorico artisticolivornese, e nonsolo.Molteplici sonoinfatti gliinterventicondotti inquesto arco di

tempo sulla Chiesa di SantaCaterina e sulle opere che essaconserva realizzati grazie al preziosoaiuto della Fondazione; sempretempestivi, appropriati e consistentia tal punto che in più di unaoccasione hanno scongiurato il

pericolo di danni irreversibili sulpatrimonio. Non a caso, talvolta èsorto spontaneo dire che la Chiesasia stata "adottata" dallaFondazione. Unitamente a quellodella Parrocchia si aggiunge ilringraziamento della Diocesi, perl’attenzione prestata ai progetti degliEnti che operano sul territorio.

V.C.

QUESTO IL PROGRAMMA:Alle 17 Il Presidente dellaFondazione Cassa di Risparmi diLivorno Luciano Barsotti presenta ilavori di restauro finanziati dallaFondazione, insieme a Don DonatoMollica, Parroco della Chiesa di

Santa Caterina con interventi diLoredana Brancaccio dellaSoprintendenza per i BeniArchitettonici, Paesaggistici, Storici,Artistici ed Etnoantropologici per leprovince di Pisa e Livorno eAnnamaria Pecchioli, Presidentedell’Associazione Amici dei Musei diLivornoAlle 18 S.E. Mons. Simone Giusti,Vescovo di Livorno celebra la SantaMessa Solenne e a seguire Concertodi Stefano Pellini all’organo eFrancesco Gibellini alla trombaNelle foto l’interno della chiesa e ilCoro restaurato (Bottegafiorentina (1604)- Legnointagliato)

D

INCONTRO CON L’AUTORE: UNLIBRO SU SR LUCIA DE GASPERIVENERDÌ 4 MAGGIO ALLE 17.30 nella ex chiesadegli Armeni (via della Madonna) lo scrittoregiornalista Angelo Montonati presenterà il nuovo librodi Francesco Giovannini su Suor Lucia De Gasperi.L’incontro, al quale sarà presente l’autore, è promossodalle Edizioni San Paolo, dall’Associazione Il Centro edai Cooperatori Paolini.

Lavoro,welfare,volontariato:la risposta dei cattolici

PICCOLITESORIa curadi AngelaBlanco

Page 7: La Settimana n. 16 del 29 aprile 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 aprile 2012 VII

ra il 1986 quandoi fedeli dellaparrocchia MadreSeton decisero di

creare una compagniateatrale per bambini eragazzi chefrequentavano laparrocchia, un’attivitàche potesse aggregare edivertire, cercando peròdi portare, attraverso ilteatro, il messaggiocristiano.Tutto ebbe vita graziesoprattutto allapassione di donRaffaello Schiavone,all’epoca vice parrocodella Comunità, cheseppe coinvolgere eletteralmente “portarein scena” tantiparrocchiani di tutte leetà, dando vita allacompagnia teatrale“L’asinello” (come labestiola che apparespesso nel Vangelo,mettendosi a serviziodegli altri). Iniziò così larealizzazione dispettacoli e musical,realizzati grazie ancheall’aiuto di tanti che divolta in volta si sonoimprovvisati registi,scenografi e costumisti.Con il tempol’entusiasmo deipartecipanti ha fatto sìche la compagniadell’Asinello valicasseanche il teatroparrocchiale,partecipando anumerose rassegneteatrali ed esibendosi supalchi ancheextracittadini; tra lerecite più impegnativericordiamo “Paradiso,paradiso”, liberamentetratta dalla storia di SanFilippo Neri e la pièceche raccontava la storiadi Santa Elisabetta AnnaSeton, scritta, musicatae recitata interamentedai parrocchiani ed oggidisponile anche tra icopioni in vendita nellelibrerie.Anche il piccolo teatroFilicchi, adiacente allachiesa, realizzato

proprio sulla scia diquesto entusiasmo einizialmente usato dallacompagnia parrocchialeha aperto le sue porteanche ad altrecompagnie teatralicittadine e italiane, essoinfatti è stato per moltianni la sede di cartelloniinteressanti conspettacoli e recite riunitein una rassegnaintitolata “Una città, unteatro”.La presenza di moltibambini e ragazzi, chefrequentavanol’ambiente del teatroparrocchiale portònaturalmente alcoinvolgimento di tantigenitori, che sientusiasmarono a talpunto da decidere dicreare un loro gruppo,per l’appunto “Lacompagnia deigenitori”, che debuttònel ’94 con una parodiadi Cenerentola da lorointeramente scritta einterpretata.Una passione, quellateatrale, che nel corsodegli anni haaccompagnatocostantemente i fedelidella parrocchia Seton,al punto che perqualche tempo furonopresenti ben quattrocompagnie: quella deigenitori, quella deigiovani adulti, quelladei ragazzi e quella deipiccolissimi delcatechismo.Nel corso degli anni poii gruppi teatrali sonocambiati: sono

cambiate le età degliinterpreti, deiresponsabili, sonocambiati i generi deglispettacoli (comici,drammatici,cabarettistici, religiosi,ecc.) ed anche il teatroha dovuto fare i conti

con la riduzione deiragazzi chefrequentavano laparrocchia, maquest’attività non è maistata abbandonata deltutto, rimanendo capacedi aggregare confantasia ed entusiasmo

chiunque siavvicinasse adessa.Anche lacompagnia deigenitori, chedopo lascomparsa diuna componentedel gruppo oggiporta un nuovonome: “Gli amicidi Elsa”,continua amettere in scenaspettacoli dalletematiche piùvarie, per lo piùsul genere dellafarsa teatrale,riadattando lestesure originalie aggiungendo senecessario

personaggi inventati,perché tutti icomponenti possanotrovare un ruolo, che siadatti alle propriecapacità e possa inqualche modo arricchirele performance deglialtri, perché sia evidenteche tutto il gruppo èimportante!Gli attori si ritrovanoper le prove una voltaalla settimana, ma ilrapporto continuaanche fuori dal teatro, siè infatti creata una forteamicizia che li haportati a realizzare festee cene anche in altricontesti dellaparrocchia; lo scopoprincipale infatti diquesta attività è quellodi stare insiemedivertendosi, diaggregare, e magaricoinvolgere nuoviamici, nonnecessariamenteportandoli sulla scena,ma anche facendolipartecipare aglispettacoli realizzando icostumi, le scene osemplicementechiedendo loro di fareda suggeritori per lebattute.Molto attivo è rimastoanche il gruppo dei piùgiovani, che ancora èalla ricerca di un nome:vede coinvolti ragazzitra i sei e i tredici anni,proponendo il teatro findall’infanzia comeun’esperienza di gioco edi svago, capace ditrasmettere messaggi dipace, di amore, di gioia.Uno spettacolo vienerealizzato in circa duemesi, grazie ad un teamormai consolidatoformato anche daigenitori, che sioccupano dellemusiche, dei costumi edi tanti altre piccole, maimportantissime cose.All’interno di ognispettacolo viene datomolto spazio anche alladanza e anche lecoreografie sono curateed inventate dai ragazzi,perché ogni dimensionelegata al teatro possarappresentare per questigiovani un’occasioneper esprimersi e viverecon i coetanei tantimomenti di crescita.

A.C. e C.D.

E

La premiazionedel concorso

Ragazzi, giovani,adulti e bambini,tutti riuniti intornoall’attività del teatroper divertirsi e viverela fede insieme

Lapassioneper ilteatro

QUANDO RECITAREFA CRESCERE!

Una compagnia che ha lasciato il segno

l primo allestimento importante è stato, nel 1988, Isentieri di Elisabeth, un musical ispirato alla vita della

Santa patrona della Parrocchia, che già vedevaimpegnati, come giovanissime comparse, alcuni attoridell’attuale Compagnia. A questo lavoro ha fatto seguito,nel 1992, la partecipazione al premio teatrale “C.Goldoni”, presso il Teatro “La Gran Guardia”di Livorno,con la commedia dello stesso autore veneziano Ilcavaliere e la dama.Continuando il suo progetto di sperimentazione di varigeneri teatrali, anche con un rinnovamentogenerazionale, la Compagnia ha messo in scena: Miseriae nobiltà di E. Scarpetta, L’avaro e Il medico per forza diMoliere, L’alchimista di B. Johnson, Giobbe di K.Wojtyla,My fair lady di G.B. Shaw,Trappola per topi di A. Christie,I fisici di F. Dürrenmatt e due musical Sister Act e MaryPoppins, tratti dagli omonimi film.Nel marzo 2002, la Compagnia, unitamente ad artisti dilivello internazionale del calibro di Jeff Jones, NehemiahH. Brown e Sybil Smooth, ha preso parte al musicalgospel Freedom, presso il Teatro “La Gran Guardia”diLivorno, sperimentando, per la prima volta e con ottimirisultati, il linguaggio della danza e del corpo.Per soddisfare l’esigenza di potersi esprimere anche al difuori dell’ambito cittadino, nel gennaio 2002 nasce ilprogetto “AsinelloTour ”, che ha permesso allaCompagnia di mettere in scena l’ultimo lavoro, lacommedia Sarto per signora di G. Feydeau, in varierealtà della Regione.Inoltre con la medesima commedia, nell’aprile 2002, hapotuto partecipare al premio teatrale “ Città di Firenze ”presso il Teatro “Le Laudi”, essendo risultata tra le seifinaliste, e, nel luglio 2002, al premio teatrale “ VetrinaTeatro ”organizzato dal comune di Castelfranco di sotto(PI); in entrambe le occasioni, la Compagnia ha ricevutodiscreti giudizi da parte della critica specializzata.

I

Nelle foto: in alto unmomento della commedia«I sentieri di Elisabeth», alcentro la «Compagniadegli amici di Elsa» nel loroultimo lavoro «Il paese èpiccolo, la gentemormora», che ha visto lapartecipazione anche delparroco don Gino Franchi,nel ruolo del percussionistadella banda del paese(l’ultimo a destra) e, inbasso, gli attori più piccoli.

Alla parrocchia SANTA SETON

el giardino di Villa Letizia, sededel Centro Attività Educative del

Comune di Livorno, sono statipremiati dal Responsabile dellaComunicazione di ATL RiccardoNannipieri e dalla Responsabile delCRED Nella Benfatto, alla presenzadella stampa, gli oltre 200 bambiniche hanno partecipato al Progetto“Amico bus” ideato da ATL con lacollaborazione del CRED e dellaCooperativa Itinera.Il progetto al suo terzo anno di vita,quest’anno è stato arricchito dellapartecipazione di Unicoop Tirrenocon sopralluoghi e visite presso ilcentro mercato di Via Settembrini aLivorno.Ad ogni alunno è stato consegnatoun attestato di partecipazione;inoltre, la giuria ha premiato con unabbonamento annuale al bus unalunno per ciascuna classe e tre diquesti bambini vedranno il lorolavoro riprodotto sul retro di un bus.Tutti i lavori rimarranno in mostranella sala del CRED fino a tutta laprossima settimana. Visto l’ottimoriscontro ottenuto, il progetto saràripetuto anche nel prossimo annoscolastico 2012/2013 con identificaformula.Il progetto si propone infatti dipromuovere attività didattico-educative e ludiche, ed è finalizzatoad incentivare l’uso dei mezzipubblici da parte dei più piccoli,come mezzi alternativi all’auto, perraggiungere la scuola e muoversi neltempo libero nella propria città, nelpieno rispetto dell’ambiente e conun evidente miglioramento dellaqualità della vita.

Vincitori:Scuola primaria Rodari classe VAndrea Repetti ( il suo disegno vasul retro dell’autobus)Scuola primaria Collodi classe V CAurora Evangelisti Scuola primaria Collodi classe V DSimon SarcinaScuola secondaria primo gradoMicali classe II F Emma Pieri (ilsuo disegno va sul retrodell’autobus)Scuola primaria C.Bini classe IV AGiada BorghiniScuola primaria C.Bini classe IV BEmily LanfrancaScuola primaria Fattori classe VAFortunato NicolasScuola primaria Fattori classe V BJacopo Serrini ( il suo disegno va sulretro dell’autobus)Scuola primaria Bini classe V AChiara BrugnoniScuola primaria Bini classe V BDiego Ceccarini

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I bambini el’Amico bus

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