La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 13 aprile 2014 o sono la vite e voi i tralci. Se uno rimane in me e io in lui, produce molto frutto (Gv 15,5) la vite che è Cristo e i giovani tralci che sono gli adolescenti dovrebbero portare molto frutto nella Chiesa e nel mondo se nel loro incontro si realizzasse l’invito di Gesù: "rimanete". Per provocare questo incontro occorre insistere su un’azione pastorale che si intoni al momento adolescenziale, valorizzando soprattutto la sua forte ed esuberante carica di amore. Diversamente l’adolescenza sarebbe portata a scaricarsi su poveri e provvisori "amori-attaccapan- ni", invece che esaltarsi e maturare con i grandi amori di Cristo, che sono poi anche i grandi amori dell’uomo. (relazione sulla Pastorale catechistica dei ragazzi -1982) I Con una simpatica lettera inviata a tutti i ragazzi che faranno la Cresima quest’anno, il Vescovo Simone, ha invitato i più giovani a partecipare alla celebrazione della Messa del Crisma in Cattedrale, il Mercoledì Santo Un’occasione per tutti di riflettere sull’importanza di quell’olio profumato, segno impresso sulla fronte di chi è Confermato in Cristo Siate profumo di Cristo nel mondo DI NICOLA SANGIACOMO nche in questa Quaresima il vescovo Simone invita i cattolici impegnati in politica a un giorno di preghiera e riflessione in preparazione alla Pasqua. E’ diventata una bella consuetudine, introdotta da monsignor Giusti dall’inizio del suo episcopato a Livorno, quella di incontrare i politici cattolici nei tempi liturgici dell’Avvento e della Quaresima. L’appuntamento è per sabato 12 aprile al Santuario di Montenero, luogo particolarmente caro ai livornesi, dal quale si contempla dall’alto la città: un luogo simbolo anche per quanti sono chiamati a servire il bene comune dove, al raccoglimento spirituale, si accompagna l’occasione opportuna per chiedere la protezione della Madonna per tutta la città. Dal colle di Montenero i politici hanno la possibilità di contemplare dall’alto la città che sono chiamati a servire. Si tratta quindi di un’opportunità straordinaria per ciascuno di loro: salire in pellegrinaggio al colle, sostare in preghiera davanti all’icona della Madonna di Montenero, fare una riflessione spirituale guidati dal Vescovo, sostare in contemplazione della città che, da lassù, si può abbracciare con lo sguardo in tutta la sua bellezza e complessità. Il tema della riflessione di quest’anno sarà l’ "Evangelii Gaudium" di Papa Francesco, l’esortazione apostolica scritta al termine dell’Anno della Fede, uno testo estremante ricco che sintetizza bene i temi testimoniati dal Papa nel suo primo anno di pontificato. Tra questi un’attenzione speciale dedica a chi ha il compito di amministrare la cosa pubblica: vi si legge, ad esempio, che "la politica - tanto denigrata - è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune". E su questa linea Papa Francesco scrive ancora, con il suo stile sorprendente: " Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri. E’ indispensabile che i governanti e il potere finanziario alzino lo sguardo e allarghino le loro prospettive, che facciano in modo che ci sia un lavoro degno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini". E il Papa indica anche una strada da percorrere in questo servizio così complesso: "E perché non ricorrere a Dio affinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire da un’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe a superare la dicotomia assoluta tra l’economia e il bene comune sociale". Questa convinzione del Papa, a Livorno, porta spontaneamente a guardare al colle di Montenero dove la trascendenza si incontra con i bisogni e le aspirazioni della città. A A Montenero dove si contempla la città da servire SABATO 12 APRILE Il Vescovo incontra i politici in preparazione alla Pasqua Nella foto qui sopra il momento della celebrazione del Mercoledì Santo in cui il Vescovo alita sull’olio perché lo Spirito del Signore scenda su di esso e lo consacri. arissimi Ragazzi e Ragazze, voglio invitarvi tutti quanti mercoledì 18 aprile in Cattedrale, Certamente vi domanderete: "Perché?". Vorrei essere attorniato da voi in una delle celebrazione importante della nostra Diocesi, direi la più importante: la Messa del Crisma. Sento già il coro di quelli che dicono: "No! È una celebrazione lunga!!!!!", Sì è vero, è una celebrazione lunga, ma anche bellissima, perché in quel giorno potrete stare vicino ai vostri preti e sostenerli attraverso la vostra presenza nel rinnovo delle loro promesse presbiterali, sì rinnoveranno davanti a me le promesse che hanno detto il giorno della loro ordinazione, e pensate alcuni di loro le hanno fatte 50 anni fa. Sarà quindi un bellissimo gesto per ringraziarli del loro lavoro e del loro amore per Gesù e la nostra Chiesa. L’altro avvenimento che caratterizza questa Messa, è certamente il Crisma, infatti in questa celebrazione insieme ai nostri presbiteri, preparerò per voi l’olio che vi ungerà la fronte quando verrò nelle vostre parrocchie a celebrare la Cresima. Sì vedrete con i vostri occhi che nell’olia metterò il profumo, che renderà il Crisma diverso dagli altri due olii (quello dei catecumeni e quello degli infermi), perché deve significare un elemento importante del nostro essere cristiani: "essere profumo di Cristo"nel mondo. Un altro gesto che però rende ancora più speciale questo olio sarà che aliterò si di esso tre volte, per sottolineare la discesa dello Spirito Santo e la consacrazione attraverso la preghiera che reciterò in comunione con tutti i preti, mentre imporranno la loro mano. Sarà il Trionfo dello Spirito che aleggerà su di noi e che attraverso la successiva presenza reale di Cristo ci farà Chiesa, comunità, famiglia diocesana. Penso che tutto questo possa valere anche l’annoiarsi un poco, ma nonostante tutto sarà l’occasione per partecipare ad un momento importante della Chiesa della quale siete parte. Non aspettate, non indugiate venite con i vostri catechisti, vi aspetto perché la vostra presenza è preziosa per noi grandi, perché ci dite una cosa molto importante: "aiutateci a far si che anche noi possiamo diventare un profumo di Cristo, grazie alla vostra testimonianza!" Sì vi ringrazio ragazzi perché mi ricordate che devo essere io, come vescovo, a darvi per primo l’esempio, quindi se verrete non sarà solo per voi un’occasione, ma anche per me e per tutta la comunità diocesana che sarà chiamata a riflettere se siamo una Chiesa capace di sostenervi nel vostro cammino. Vi abbraccio tutti quanti, no ad uno, vi aspetto!!! Ciaooooo! Il vostro Vescovo Simone C IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

13 aprile 2014

o sono la vite e voi i tralci. Se uno rimane in me e io in lui, producemolto frutto (Gv 15,5) la vite che è Cristo e i giovani tralci che sono

gli adolescenti dovrebbero portare molto frutto nella Chiesa e nelmondo se nel loro incontro si realizzasse l’invito di Gesù: "rimanete".Per provocare questo incontro occorre insistere su un’azione pastoraleche si intoni al momento adolescenziale, valorizzando soprattutto lasua forte ed esuberante carica di amore. Diversamente l’adolescenzasarebbe portata a scaricarsi su poveri e provvisori "amori-attaccapan-ni", invece che esaltarsi e maturare con i grandi amori di Cristo, chesono poi anche i grandi amori dell’uomo.

(relazione sulla Pastorale catechistica dei ragazzi -1982)

I

Con una simpatica lettera inviataa tutti i ragazzi che faranno laCresima quest’anno, il VescovoSimone, ha invitato i più giovania partecipare alla celebrazionedella Messa del Crisma in Cattedrale, il Mercoledì Santo

Un’occasione per tutti di rifletteresull’importanza di quell’olioprofumato, segno impresso sulla fronte di chi è Confermato in Cristo

Siate profumo di Cristonel mondo

DI NICOLA SANGIACOMO

nche in questa Quaresima il vescovo Simone invita icattolici impegnati in politica a un giorno di preghiera

e riflessione in preparazione alla Pasqua. E’ diventata unabella consuetudine, introdotta da monsignor Giustidall’inizio del suo episcopato a Livorno, quella diincontrare i politici cattolici nei tempi liturgicidell’Avvento e della Quaresima.L’appuntamento è per sabato 12 aprile al Santuario diMontenero, luogo particolarmente caro ai livornesi, dalquale si contempla dall’alto la città: un luogo simboloanche per quanti sono chiamati a servire il bene comunedove, al raccoglimento spirituale, si accompagnal’occasione opportuna per chiedere la protezione dellaMadonna per tutta la città.Dal colle di Montenero i politici hanno la possibilità dicontemplare dall’alto la città che sono chiamati a servire.Si tratta quindi di un’opportunità straordinaria perciascuno di loro: salire in pellegrinaggio al colle, sostare inpreghiera davanti all’icona della Madonna di Montenero,fare una riflessione spirituale guidati dal Vescovo, sostarein contemplazione della città che, da lassù, si puòabbracciare con lo sguardo in tutta la sua bellezza ecomplessità.Il tema della riflessione di quest’anno sarà l’ "EvangeliiGaudium" di Papa Francesco, l’esortazione apostolicascritta al termine dell’Anno della Fede, uno testoestremante ricco che sintetizza bene i temi testimoniati dalPapa nel suo primo anno di pontificato.Tra questi un’attenzione speciale dedica a chi ha il compitodi amministrare la cosa pubblica: vi si legge, ad esempio,che "la politica - tanto denigrata - è una vocazionealtissima, è una delle forme più preziose della carità,perché cerca il bene comune".E su questa linea Papa Francesco scrive ancora, con il suostile sorprendente: " Prego il Signore che ci regali piùpolitici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo,la vita dei poveri. E’ indispensabile che i governanti e ilpotere finanziario alzino lo sguardo e allarghino le loroprospettive, che facciano in modo che ci sia un lavorodegno, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini".E il Papa indica anche una strada da percorrere in questoservizio così complesso: "E perché non ricorrere a Dioaffinché ispiri i loro piani? Sono convinto che a partire daun’apertura alla trascendenza potrebbe formarsi unanuova mentalità politica ed economica che aiuterebbe asuperare la dicotomia assoluta tra l’economia e il benecomune sociale".Questa convinzione del Papa, a Livorno, portaspontaneamente a guardare al colle di Montenero dove latrascendenza si incontra con i bisogni e le aspirazioni dellacittà.

A

A Montenero dove sicontempla la città da servire

SABATO 12 APRILE

Il Vescovo incontra i politici in preparazione alla Pasqua

Nella foto qui sopra il momento dellacelebrazione del Mercoledì Santo in cui il

Vescovo alita sull’olio perché lo Spiritodel Signore scenda su di esso e lo

consacri.

arissimi Ragazzi eRagazze,voglio invitarvitutti quanti

mercoledì 18 aprile inCattedrale, Certamente vidomanderete: "Perché?".Vorrei essere attorniatoda voi in una dellecelebrazione importantedella nostra Diocesi, direila più importante: laMessa del Crisma.

Sento già il coro di quelliche dicono: "No! È unacelebrazione lunga!!!!!",Sì è vero, è unacelebrazione lunga, maanche bellissima, perchéin quel giorno potretestare vicino ai vostri pretie sostenerli attraverso lavostra presenza nelrinnovo delle loropromesse presbiterali, sìrinnoveranno davanti ame le promesse chehanno detto il giornodella loro ordinazione, epensate alcuni di loro lehanno fatte 50 anni fa.Sarà quindi un bellissimogesto per ringraziarli delloro lavoro e del loroamore per Gesù e lanostra Chiesa.

L’altro avvenimento checaratterizza questa Messa,è certamente il Crisma,infatti in questacelebrazione insieme ainostri presbiteri,preparerò per voi l’olioche vi ungerà la frontequando verrò nelle vostreparrocchie a celebrare laCresima. Sì vedrete con ivostri occhi che nell’oliametterò il profumo, cherenderà il Crisma diversodagli altri due olii(quello dei catecumeni equello degli infermi),perché deve significareun elemento importantedel nostro esserecristiani: "essere profumodi Cristo"nel mondo. Unaltro gesto che però

rende ancora più specialequesto olio sarà chealiterò si di esso tre volte,per sottolineare la discesadello Spirito Santo e laconsacrazione attraversola preghiera che reciteròin comunione con tutti ipreti, mentreimporranno la loromano. Sarà il Trionfodello Spirito che aleggeràsu di noi e che attraversola successiva presenzareale di Cristo ci faràChiesa, comunità,famiglia diocesana.

Penso che tutto questopossa valere anchel’annoiarsi un poco, manonostante tutto saràl’occasione perpartecipare ad unmomento importantedella Chiesa della qualesiete parte.

Non aspettate, nonindugiate venite con ivostri catechisti, viaspetto perché la vostrapresenza è preziosa pernoi grandi, perché ci diteuna cosa moltoimportante: "aiutateci afar si che anche noipossiamo diventare unprofumo di Cristo, graziealla vostratestimonianza!" Sì viringrazio ragazzi perchémi ricordate che devoessere io, come vescovo, adarvi per primol’esempio, quindi severrete non sarà solo pervoi un’occasione, maanche per me e per tuttala comunità diocesanache sarà chiamata ariflettere se siamo unaChiesa capace disostenervi nel vostrocammino.

Vi abbraccio tutti quanti,no ad uno, vi aspetto!!!Ciaooooo!

Il vostro Vescovo Simone

C

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 aprile 2014II

La parola alla... CARITAS DIOCESANA

arissimi,ed anche il container con il

materiale scolastico è partito condestinazione le missioni dellaCongregazione Eritrea delle Figliedella Carità di San Vincenzo dèPaoli.L’arrivo nella missione di Decamarein Eritrea, è previsto fra circa 30/40giorni. Grazie prima di tutto ancora allaCooperativa p.za Ciardi che il 1°aprile ha caricato il container ed hamesso a disposizione il magazzinoed il personale necessario per tuttal’operazione.

Un 40 piedi (un container di 12 ml)è stato riempito con tutti i materialiarrivati in donazione od acquistatigrazie al contributo di tanti. Quaderni, penne, cartelle, carta A3ed A4, lavagne, arredi scolastici,cattedre, sedie, armadi, computer,stampanti e fotocopiatrici, cartaigienica, rotoloni di cartaasciugamani, e tanto altro materialeche con pazienza certosina è stipatodentro al container per non perderenemmeno un cm cubo di spazioutile.

Il GRAZIE è per tutti ma vuole essereanche particolare ed unico per tuttele persone, parrocchie, associazioni,aziende, Figlie della carità,Missionari Vincenziani che hannoreso possibile tutto questo.

Un altro grande GRAZIE ai tantivolontari che hanno speso il lorotempo libero per permettere la

raccolta di tutti i materiali.Davvero l’unione fa la forza, uncarico di 63 mc circa, poco per noiqui nell’opulenta Europa, tanto,tantissimo per chi vive in quellaparte del pianeta dove manca tutto,dall’assistenza sanitaria, al cibo,all’acqua, all’istruzione.Il materiale scolastico assicurerà ilfunzionamento della scuola diDecamare frequentata ogni giornoda circa 1450 bambini e ragazzi dallascuola materna alla scuola media.

Approfitto per ringraziare anche chiha permesso di inviare medicinale,di acquistare pannelli solari, il pozzodi Keren, e altri microprogetti cheman mano le suore ci chiedono disostenere. Grazie per il dono chesiete per il popolo Eritreo,

un abbraccio sr Raffaella,P. Francesco

C

Un ringraziamentospeciale

Un container di aiuti per l’Eritrea

l tema scelto per il Convegnoera Con il Vangelo nelleperiferie esistenziali, quindi inperfetta sintonia con le

indicazioni della Chiesa, comepure l’icona biblica "rivestitevi disentimenti di misericordia, dibontà, di mansuetudine, dipazienza" (Col 3,12).Lo svolgimento, nelle quattrogiornate, ha richiamato ladisponibilità di chi opera nellaCaritas, ma potremmo dire diogni cristiano, a seguire unastella, con cuore aperto, docilealle novità, in grado di mettersiin viaggio da un centro verso lemolteplici periferie esistenziali egeografiche dell’umanità. Uncammino molto simile a quellodei tre sapienti - i Magi - di cui siracconta nel Vangelo di Matteo(cap. 2). La meta del cammino èriconoscere che la novitàassoluta della storia si rintracciain una Persona indifesa comeun bambino e ci chiede larelazione come chiave di letturae di scoperta del senso dei fatti edella storia.

COSTRUIRE UN CAMMINO COMUNELe parole del direttore diCaritas Italiana, don FrancescoSodduUn convegno che proseguiva uncammino iniziato dalle Caritasdiocesane lo scorso anno econtinuato attraverso ilrapporto costante con CaritasItaliana. In quel frattempo,infatti, ha visitato tutte ledelegazioni regionali e con loroha concordato piste di lavorocomuni per l’avvicinamentoall’evento. Se il Convegnodell’anno precedente indicava inuovi problemi, durante l’annonon si poteva che rinnovareanche la metodologia diapproccio agli stessi. In questoha aiutato il magistero papalecon il suo invito ad uscire da noistessi, dai nostri schemi mentalie dalla ripetitività delle nostreazioni, per andare a ricercarequalcosa di diverso, partendo danoi stessi, da quello che siamo eda quello che vorremo ovorremmo essere. Ecco allora laguida del segno-cammino deiMagi. Sostanzialmente un invitoal cambiamento per ricollocareopere e stili nelle nuove realtà,alla ricerca di Gesù nei poveri.Da qui è nata la riflessione che,con grande realismo, ha fattopreparare le Caritas diocesane alconfronto sul metodo, lo stile ele prospettive dell’ azione chesono chiamate a svolgere. Duemattinate nei gruppi diconfronto hanno portato arispondere, in manieracomunitaria alle tre domandechiave del Convegno:1. che cosa possiamo aggiungerealla nostra azione?2. che cosa merita di trasformaredi quanto già facciamo?3. con coraggio, che cosadobbiamo lasciare di quantofin’ora fatto?Da questo lavoro svolto da tuttii 660 partecipanti sono emersealcune indicazioni su cui siconcentrerà l’azione dellaCaritas Italiana per sostenere leCaritas diocesane e, diconseguenza, le Caritasparrocchiali:a) Costruire un piano formativostrutturato, coerente,continuativo, che recepisca leindicazioni di un bisogno dimaggiore conoscenza e capacitàdi intervento da parte deglioperatori e volontari di base.Investire percià nellaformazione come leva per ilcambiamento.b) Accogliere i luoghi indicatidai gruppi di confronto e cioè:famiglia, giovani, parrocchie inuscita, in un percorso di

Iprogettazione partecipata.c) Dare agli operatori glistrumenti per poter costruirealleanze sul territorio (reti), ingrado di dar voce ai poveri e dioffrirsi come interlocutoririspetto alle Istituzioni, ecc. …per essere portatori di quellaprofezia che appartiene allaChiesa, alla Caritas, a ciascuncristiano.

COME EVANGELIZZARE LE PERIFERIE ESISTENZIALIL’intervento del priore dellaComunità di Bose Enzo BianchiIl priore di Bose ha ricordato imolti interventi di PapaFrancesco che hanno fattodivenire di uso comunel’espressione periferieesistenziali come luogo in cuic’è sofferenza, sangue versato,cecità che crede di vedere, abitatida chi ha povertà fisica, morale,materiale …; luoghi di chi è piùlontano e/o indifferente; luoghidove Dio non c’è, ma ce ne èbisogno. Luoghi dove abbiamodifficoltà ad andare. Non sono una novità; nellascrittura troviamo le isole deilontani, i confini, i luoghiperiferici dove Jahvè non c’è.Gesù, nel Vangelo, non usaquesta espressione ma haincontrato uomini e donne insituazioni che benrappresentano le periferieesistenziali. Qui unaindicazione importante per chiopera nella carità: non definirleprima. se non sono state viste,sperimentate da dentro,ascoltate e capite: come fa Gesù.Nessun preconcetto, ne pre-definizione. Rischiamoaltrimenti di fare domandesbagliate, tipo quella del dottoredella legge; chi è il mioprossimo? Domanda sbagliatacome quella della periferia.Gesù gliela capovolge, perché

non possiamo guardare ilbisogno (la periferia), ma lapersona: chi si è fatto prossimo?Nella sua vita il Signore haconosciuto sconosciuti con cuisi è messo in relazione.Sappiamo vedere e guardare?Lui si fa vicino o si fa avvicinare,mano nella mano, occhionell’occhio dell’altro: cosìscopre il bisogno: cosa vuoi cheio ti faccia?.Sappiamo come Gesù non si èpreoccupato del peccato madella sofferenza del peccatore;non è venuto per i sani ma per imalati, per i peccatori e non peri giusti. Sappiamo anche che senon ci sentiamo bisognosi noidi Lui, non ha senso andare aglialtri. Perché Lui, al contrario diBudda o Maometto, si èpresentato mettendosi in filaindiana con i peccatori ed èfinito in mezzo a due peccatori.

Oggi, continua poi EnzoBianchi, si fa carità più di primama non siamo capaci diprossimità come prima; mancala connessione pastorale.Passare dall’eucaristia all’uomoper trovarne il bisogno èfaticoso, è un camminoumiliante. Andare dove dice ilVangelo (ai crocicchi) non èfacile perché dimentichiamoche tutti abbiamo attraversatoperiferie o vi transiteremo. Dobbiamo dunque ricuperarelo stile della diaconia, del

servizio perché il Vangelo èbuona notizia anche nello stile;perché così si mostra la carità diDio. La Chiesa può essere per ipoveri solo se è povera. Gesùera povero (non misero!). Èurgente per la Chiesa (per laCaritas) non aggiungere operema crescere nello stile dipovertà.È necessario, poi, essere umilicome i poveri. Gesù avevasimpatia per la prostituta, per,per …., perché peccatorimanifesti. Mitezza, dolcezzaaccompagnano l’azione delcristiano, come dice la EvangeliiNunziandi di Paolo VI, il piùgrande testo dievangelizzazione.Infine il Priore di Bose riflettesulla necessità di decentrarsi,una espressione di PapaFrancesco che trae dal Vangelo;Gesù infatti si chiama Figliodell’uomo e parla in terzapersona: è la sua volontà didecentrarsi. Per noi, per laChiesa non è facile; siamo

tentati di stare al centro, magariassediati e timorosi. Invecedobbiamo uscire e lasciareCristo al centro. Non chiusinella memoria e nellaconservazione. Con una esegesifantasiosa, Papa Francescointerpreta lo sto alla porta ebusso, come un voler uscire diGesù. Dobbiamo vincere,allora, la nostra incapacità dicambiare, di novità. Non ciricordiamo che veniamo dalConcilio Vaticano II? perchéabbiamo paura? Perché siamominoranza? Mai statimaggioranza ma semprepiccolo gregge. Uscire dunqueper essere persone del dialogoche nasce dalla discesa delloSpirito Santo. Uscire per essereChiesa di dialogo, della parola,della conversazione. Nonseparati ma capaci di parlare atutti (lettera a Diogneto).

LE ALTRE VOCIPadre Maurizio Teani s.j. haaiutato l’assemblea a pregarecon le sue meditazioni. Dallalectio sul profeta Osea (6,1-6) èvenuto un richiamo ad unaconversione del cuore: non unaapparente fedeltà a Dio fatta dipratiche religiose. Senza culto sipuò vivere, senza giustizia nonsi può vivere. Il Signore vuoleAmore, non sacrificio, nevittime. Con il brano di Matteo(12,1-8), soffermandosi sullavita separata dei giudei, hamesso in evidenza come Gesùnon vivesse separato dallepersone. Così, facendosicommensale, esprimendosolidarietà e vicinanza con ipeccatori, ha rivelato il voltomisericordioso di Dio.L’esigenza delle persone, hasottolineato, non può esseresuperata dall’osservanza dellalegge.La dott.ssa Chiara Giaccardidocente dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore diMilano ha svolto il suointervento, incentrato su Lapovertà oggi: sintomo, metodo,profezia. Viviamo una crisi nonsolo economica, non soloculturale ma dell’uomo; unacrisi che può distruggerel’uomo, ed essendo l’uomoimmagine di Dio, la crisi èmolto profonda e, per certiversi, sconvolgente. Si è poisoffermata sulla Povertà,partendo dalla sua etimologia,distinguendola subito dallamiseria. Se la miseria è dacombattere, la povertà è inveceuna via da seguire percondividere, essere solidali,fidarsi di Dio. Ha proseguitovedendo nelle periferieesistenziali la miseria, perritornare al tema della povertàche diventa metodo e profezia,un cammino sulla via dellamisericordia. Da qui occorreripartire per immaginare viegenerative.Mons. Cesare Nosiglia,arcivescovo di Milano,presidente del comitatopreparatorio del ConvegnoEcclesiale di Firenze 2015, haraccontato la preparazioneall’evento che è si teologico maguarda all’uomo totale,partendo dall’affermazione cheGesù Cristo è il nuovoumanesimo. L’iter dellapreparazione è partito dallediocesi, con il racconto dellaloro vita e della loro ricerca diguardare alla periferieesistenziali. In autunno verràaffidato a tutte le comunità ildocumento di preparazione alConvegno. La celebrazionedarà spazio, come richiesto daPapa Francesco, a Giovani ePoveri.Mons Youssef Soueif,arcivescovo di Nicosia epresidente di Caritas Cipro eJorge Nuno Mayer, segretariogenerale di Caritas Europa,moderati da Lorena Bianchetti,conduttrice di A Sua Immagine,sono intervenuti alla Tavolarotonda Con il Vangelo nelcentro dell’Europa. Hannoaperto una interessante finestrasul nostro continente; se nonpuò essere sottaciuto ilmomento di forte crisi delleistituzioni europee, non puòessere dimenticata la nascita ela crescita di un sogno diunione, basato sulla libertà e idiritti delle persone, capace dicontagiare il mondo intero.

Gli interventi, nella loro versioneintegrale, si possono trovare sul sitodi Caritas Italiana: www.caritasi-taliana.it.

diacono Enrico Sassanoufficio diocesano per la

pastorale della Carità

Si è svolto a Quartu S.Elena, nella diocesi di Cagliari, l’annuale Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane

uscire da noi stessi, dai nostri schemimentali e dalla ripetitività delle nostre azioni

Il Vangelo nelleperiferie esistenziali

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 aprile 2014 III

«Mi abbandonoal Signore»

DI BENEDETTA AGRETTI

umata bianca per isalesiani, il 27° Capitologenerale ha eletto il nuovoRettor Maggiore: don

Angel Fernandez Artime.Spagnolo di 53 anni, nato aGozòn Luanco, ha percorso lasua formazione salesiana, nelcampo filosofico e teologico conspecializzazione in Teologiapastorale. Sacerdote dal 1987,delegato della pastorale giovaniledell’ispettoria di Leon esuccessivamente ispettore dal2000 al 2006, nel 2009 suobbedienza del rettor maggioredon Pascual Chavez, va aBuenos Aires (Argentina) comeispettore di quella terrasalesiana, dove don Bosco hainviato i primi missionari,in Patagonia, nel 1875.Proprio a Buens Aires hamodo di conoscere ecollaborare personalmentecon l’allora arcivescovoJorge Mario Bergoglio, colquale condivide, parola dichi lo conosce, lo stile dievangelizzazione.Abbiamo chiesto a donGino Berto, segretariocapitolare e parroco dellacomunità dei Salesiani diLivorno, di raccontarcidalla sua posizioneprivilegiata i retroscena diquesto "conclave in miniatura".Queste le sue parole:

«Don Angel è una personasemplice e intelligente, grandecapacità di relazione, dianimazione e di governo.Appena eletto, il presidentedell’assemblea capitolare cheera don Pascual Chavez gli hadetto: "Caro don Angel, Dioattraverso i confratelli ti hachiamato oggi per esseresuccessore di don Bosco,accetti?". La sua risposta inspagnolo, piena dicommozione è stata: "Mi

abbandono nel Signore echiediamo a Don Bosco e aMaria Ausiliatrice che ciaccompagnino e miaccompagnino, nellafraternità dei salesiani e con laCongregazione, e con fedeaccetto". Poco prima, tuttavia, unsimpatico diversivo avevamesso a soqquadrol’assemblea capitolare: primache don Chavez ponesse alsuccessore la domanda di ritoper l’accettazione, era partitospontaneamente un applausoche aveva tratto in inganno i

giornalisti assiepatifuori, i quali hannopensato bene diirrompere nell’aulaprima ancora che ilnuovo Rettor Maggiorepotesse dirsi tale.Chiaramente hannopoi dovuto batter dinuovo in ritirata easpettarel’ufficializzazione dellanomina.Alla sera, poi, nellostile salesiano, unagrande serata dove

ogni regione del mondo si èesibita in canti e danze,espressione della gioia grandedel dono del nuovorappresentante di don Bosco,oggi. In linea con il clima delmomento, concludendo lagiornata con il pensiero dellabuonanotte, don Angel haaffermato: "Non è il momentoper parole programmatiche,ma solo per dare spazio alcuore e ai sentimenti peresprimere fiducia egratitudine. Oggi, più che mai,ho compreso i tanti passivocazionali della Bibbia dove

i chiamati sentono che ilSignore chiede qualcosa chesupera le loro forze, ma allafine si compie la realtà dellafede, dove si comprende chebasta la grazia di Dio. Allafiducia in Dio si accompagnala gratitudine ai tanti salesianiche sono la cosa più preziosache la Congregazionepossieda, per la loro vita e laloro vocazione donatagenerosamente per i giovani".Dopo il Rettor maggiore èstato eletto eletto tutto ilConsiglio generale, compostodi 13 persone che affiancanodon Angel nel governo dellaCongregazione. La lorodiversa provenienza geograficaesprime la mondialità dellaCongregazione: due gliitaliani, due gli indiani, per ilresto unrappresentanteproveniente dallaSpagna, Cile, Corea,Stati Uniti,Germania,Mozambico,Argentina, Messico,Polonia. Lunedì mattina (31marzo) udienzaprivata di tutti i 220capitolari da papaFrancesco, è unmomento moltoatteso per rinnovarela nostra fedeltà dimissione e ditestimonianza,nello stile di DonBosco, alla Chiesa.Il 12 aprile, infine,si concluderà ilCapitolo conl’approvazione diun documentoprogrammatico offerto allaCongregazione, per i prossimisei anni, dal titolo: "Laradicalità evangelica nellostile di don Bosco per esseremistici nello spirito, profeti difraternità, servi dei giovani".

F

Il 12 aprile si concluderà il Capitolo con l’approvazione di un documento programmaticoofferto alla Congregazione, per i prossimi sei anni, dal titolo:«La radicalità evangelica nello stile di don Bosco per esseremistici nello spirito, profeti di fraternità, servi dei giovani»

È spagnolo il nuovo rettore dellaCongregazione Salesiana. Si chiama don

Angel Fernandez Artime ed ha 53 anni.Don Gino Berto racconta il momento

emozionante dell’elezione

d una settimana precisadalla festa ebraica del Purim

(14 Adar- 16 Marzo), presso ilteatrino delle SuoreCalasanziane di Via del Bosco, ibambini della classe 5ª B dellascuola statale Benedetto Brinhanno rappresentato laMeghillà di Estèr, un’operaebraica che per il 14 di Adar intutte le comunità ebraiche delmondo viene letta erappresentata a memoria dellasalvezza dallo sterminioottenuta grazie all ’aiuto dellaregina di origine ebraica, Esterandata in sposa al re persianoAssuero.È stato questo un vero eventoperché almeno in Italia, è laprima volta che dei bambini chenon appartengono ad unacomunità ebraica rappresentano

la storia di Purim. I bambini,insieme alla loro insegnante diReligione e coadiuvati da unaprofessoressa della ComunitàEbraica, Loretta Modiglianihanno approfondito l’ebraismocominciando dalla visita dellaSinagoga e alle "Pietred’Inciampo", per poi proseguirecon lo studio dell’AnticoTestamento e della Shoà, che haavuto due momenti significativicon il Maestro di Musica CarloGolstein ( ha diretto Tosca alGoldoni nello scorso novembre)che ha spiegato loro la musicaebraica liturgica e non e poi conla Giornata della Memoria alLiceo Niccolini Palli.Questa rappresentazione è statadunque il compimento di unpercorso dove i bambini hannopotuto mostrare la loroapprofondita conoscenzaaccompagnata da una buonapadronanza della mente e delcorpo, recitando, cantando eballando testi che non fannoparte della propria tradizione.Sul piano educativo questaesperienza ha contribuito aduna crescita morale e spirituale,improntata al dialogo,all’amicizia, al rispetto eall’amore reciproco neiconfronti dell’altro. Anche ilrabbino Capo della ComunitàEbraica di Livorno, Rav YairDidi ha voluto esprimere ilproprio ringraziamento neiconfronti di coloro che hannoreso possibile questo evento.

Mo.C.

A

Nel teatrino dellesuore Calasanziane

La «Meghillàdi Estèr»

30 nuovi laici consacrati al cuoreimmacolato di Maria

l 13 maggio, giorno della ricorrenza della primaapparizione di Nostra Signora di Fatima, presso laparrocchia che porta il suo nome, ci saranno le primeconsacrazioni al Cuore Immacolato di Maria.

Trenta laici iscritti al Movimento del Messaggio di Fatima siconsacreranno, questi provengono da diverse parrocchie delladiocesi e fuori diocesi e sono stati preparati in questi mesi dalsacerdote don Giorgio Splendido con delle catechesi ispiratedal “Trattato della Vera Devozione Mariana del Monfort”.Il consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria è accogliere Marianella propria vita, un impegno ad imitarla e un mezzo per farvivere in pienezza la prima consacrazione a Dio, che è quellabattesimale. Attraverso la consacrazione al Cuore Immacolatodi Maria i laici si impegnano ad essere i Suoi messaggeri nelmondo per il risveglio della fede per il Trionfo del Suo CuoreImmacolato .

Alessandra -Silvia M.M.F.

I

IL 13 MAGGIO ALLA CHIESA DI N.S. DI FATIMA

I bambini della classe 5ª Bdella scuola stataleBenedetto Brin hannorappresentato un’operaebraica che viene letta intutte le comunità ebraichedel mondo il giorno 14 del mese di Adar

Inviati come messaggeri per il mondo

ELETTO IL NUOVO RETTORE GENERALE dei Salesiani

Page 4: La Settimana n. 15 del 13 aprile 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 aprile 2014IV

VENERDÌ 11 APRILENella mattina, udienze laici in vesco-vado17.30 S. Messa con i volontari Caritasalla chiesa di Torretta21.00 Via Crucis cittadina dalla chiesadella Madonna alla chiesa di S. M. delSoccorso

SABATO 12 APRILE8.10 pellegrinaggio mensile al Santua-rio di Montenero e a seguire S. Messa(locandina in pag.)10.00 ritiro di quaresima dei cattoliciimpegnati in politica al Santuario diMontenero16.00 S. Messa all’Istituto "Ferrari" invia dell’Ambrogiana

DOMENICA 13 APRILE10.30 Domenica delle Palme: S. Messain cattedrale

LUNEDÌ 14 APRILE8.30 S. Messa allo stabilimento ENI12.00 incontro con la Misericordia invia Verdi21.00 incontro con il Serra club "La fe-de nell’arte contemporanea" a Casci-na

MARTEDÌ 15 APRILE9.30 S. Messa di precetto della Poliziaalla chiesa della MadonnaUdienze clero12.00 auguri di pasqua con i rappre-sentanti delle chiese e delle diverseconfessioni religiose di Livorno

MERCOLEDÌ 16 APRILE9.30 Giornata presbiterale, ritiro delclero al Santuario di Montenero17.30 S. Messa crismale in cattedrale

GIOVEDÌ 17 APRILE12.00 incontro con i seminaristi21.30 S. Messa in Coena Domini incattedrale23.00 adorazione eucaristica conclusi-va animata dai giovani

VENERDÌ 18 APRILE9.00 in cattedrale, ufficio delle letture10.30 visita ai sacerdoti e diaconi an-ziani ed ammalati15.00 liturgia della Passione in catte-drale21.15 Via Crucis a Montenero

SABATO 19 APRILE9.00 ufficio delle letture in cattedrale22.30 veglia di Pasqua in cattedrale

DOMENICA 20 APRILE8.45 Domenica di Pasqua- S. Messa alcarcere de " Le Sughere"10.30 in cattedrale S. Messa, pontifica-le di Pasqua e benedizione dei bambi-ni e delle uova

Agenda del VESCOVO

Diocesi informa

ell’auditorium dell’Acquario sono state presentate alla stampa le novitàdella stagione 2014, la presentazione è stata preceduta dall’intervento

dell’assessore Darya Majidi in rappresentanza del sindaco e dell’assessore allacultura Mario Tredici. L’assessore ha voluto subito ricordare il suo legameaffettivo che la univa alle vicende dell’Acquario perché la mamma avevalavorato in quel luogo per alcuni anni della sua vita. Ha poi sottolineato che ilterritorio livornese ha, da sempre, una particolare cultura del mare e l’Acquarioè una delle principali componenti che la caratterizzano. La struttura, che haavuto un notevole sviluppo, si avvale della gestione della Costa Edutmainmentche gestisce anche l’Acquario Village di Genova e, insieme ad altre società,l’Acquario di Cattolica e quello di Cala Gonone in Sardegna. L’Acquariolivornese è dunque un investimento impiegato sul territorio che contribuisce acreare lavoro perciò è opportuno aumentare il target di riferimento concampagne pubblicitarie appropriate. Nel corso dell’incontro è poi emerso che irisultati finora ottenuti sono molto promettenti, infatti lo scorso anno i visitatorisono stati 110 mila con un aumento del 41% rispetto all’anno precedente. Maquali sono le novità? La prima grande novità è l’arrivo dall’Acquario di Genovadi Ari, uno splendido esemplare femmina di tartaruga verde, a suo tempoimportata illegalmente da un turista e per questo sequestrata dal CorpoForestale dello Stato. Perché si chiama Ari? Il suo nome deriva dall’atollo Ari,una delle isolette delle Maldive, in cui l’incauto turista italiano si era recato invacanza. Ari che quando venne consegnata all’Acquario di Genova 11 chili oggine pesa 180, si nutre ogni giorno di quattro chili di cibo tra verdure e molluschi.Ari si va così ad aggiungere ad un altra tartaruga verde già presente nellastruttura, "Cuba", che è un maschio di 150 chili, le femmine infatti raggiungonosempre dimensioni maggiori rispetto ai maschi, dall’incontro potrebberonascere tante tartarughine e se son rose … fioriranno! Le due tartarughenuotano nella vasca "Indo-pacifico" e sono in buona compagnia: due esemplaridi pesce napoleone, alcuni esemplari di squalo pinna nera, pesci scorpione i cuiaculei sono velenosi ma non mortali, e pesci farfalla bandiera. La secondanovità è costituita dall’arrivo di alcuni esemplari di cavallucci tropicali "musolungo" che saranno visibili dal pubblico a partire dalla metà di aprile,attualmente i cavallucci, provenienti dall’Oceano Atlantico, stanno seguendo unperiodo di acclimatamento nell’area tecnica, dietro le vasche espositive, doveviene purificata l’acqua e preparato il cibo per i pesci, a questi simpatici ecolorati pesciolini che riscuotono un notevole successo da parte dei bambiniverrà dedicata una vasca che sarà allestita nella galleria tropicale. E le tariffed’ingresso? Per gli adulti il costo del biglietto è di 13 euro e per i ragazzi7, il prezzo è invece di 6 euro per le scolaresche, mentre l’ingresso ègratis per i bambini al di sotto del metro di altezza, per i disabili e iportatori di handicap. Nell’acquario si può anche festeggiare in modooriginale e divertente il proprio compleanno, sono disponibili dueopzioni: una riguarda i bambini di 4-6 anni e la seconda quella da 7-12 anni.

Gianni Giovangiacomo

N

PARROCCHIA SANTA ROSA

In preparazione della Pasqua queste sono le iniziative che siterranno presso la Parrocchia S.Rosa.Da giovedì 10 aprile a sabato 12 il predicatore passionista PadreGiocondo, rappresentante ufficiale del movimento "Rinnovamentodello Spirito" di cui è stato uno dei fondatori negli anni ’70, ani-merà gli esercizi spirituali in preparazione alla settimana santa. Ilcalendario è il seguente:Giovedi 10 aprile alle ore 17,00 Invocazione dello Spirito e ca-techesi.Alle ore 18,00 Adorazione della croce.Alle ore 19,00 Santa Messa.Alle ore 21,00 Adorazione eucaristica.Venerdi 11 alle ore 17,00 Invocazione dello Spirito e catechesi.Alle ore 18,00 via Crucis animata dagli scout.Alle 19,00 Santa Messa.Alle 21,00 Adorazione della Croce.Sabato alle ore 17,00 Invocazione dello Spirito e catechesi.Alle ore 18,00 Adorazione della Croce.Alle ore 19,00 Santa Messa.Alle ore 21,00 incontro e cena con il consiglio pastorale.La Santa Messa da questa data, per tutto il periodo estivo fino allafesta di S.Rosa, che quest’anno sarà celebrata il 28 settembre, verràspostata dalle ore 18,00 alle ore 19,00.

Sabato 12 aprile alle ore 19,00 S. Messa prefestiva della Do-menica delle Palme con distribuzione dell’ulivo benedetto.Domenica 13 aprile alle ore 10,00 ritrovo dei parrocchiani al"triangolo" di via Schiavazzi, il prato davanti alla centrale elet-trica. Alle 10,30 saranno benedetti i ramoscelli di ulivo e lepalme. La comunità in processione raggiungerà la chiesa dovealle 11,00 sarà celebrata la S. Messa.

Giovedì Santo Messa in "Cena Domini" alle ore 19,00; alle 20 Adorazione della Croce. Alle 21,00 Adorazione Eucaristica.Venerdì Santo alle ore 19,00 commemorazione della Passionee Morte di Gesù. Alle ore 20,00 Adorazione della Croce; se-guirà alle ore 21,00 La via Crucis animata dai ragazzi del ca-techismo.Sabato alle ore 22,30 inizierà la Veglia Pasquale nel corso del-la quale verranno battezzati due adulti e tre bambini.Domenica di Pasqua S. Messa alle ore 8,30, 11,00 e 19,00. Come per Natale Padre Maurizio pranzerà con la comunitàparrocchiale nel salone Giovanni Paolo II.

Lunedì dell’Angelo la Parrocchia si recherà in pellegrinaggio aViterbo dove incontrerà il Vescovo e visiterà i luoghi di SantaRosa.

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Frisina M. - Resurrexit. Canti per le celebrazioni delTempo Pasquale - CD+ Libro-spartito Ed. Paoline

Marco Frisina, Presidente della Commissione Diocesanaper l’Arte Sacra e i Beni culturali di Roma, autore dinumerosi canti liturgici conosciuti ed apprezzati in Italiae all’estero, nel 1884 ha fondato il Coro della Diocesi diRoma con il quale anima le più importanti liturgiediocesane, alcune delle quali presiedute dal Papa. Hacomposto oltre venti Oratori sacri ispirati a personaggibiblici o alla vita di grandi santi, l’opera teatrale "LaDivina Commedia", prima trasposizione musicaledell’omonimo capolavoro dantesco e nel 2013 hamusicato "In Hoc Signo", rappresentata a Belgrado inoccasione del millenario dell’Editto di Milano. Inoccasione della Santa Pasqua periodo in cui la Chiesacanta il trionfo di Cristo sulla morte, con il Coropresenta i testi della Liturgia Pasquale ai quali haaggiunto il Salmo 23 "Domunus pascit me" e il cantoeucaristico "Adoro te devote". Le parti dell’Ordinariosono tratte dalla Messa VIII "De Angelis" realizzata informa dialogata alternando il canto gregorianodell’Assemblea con la polifonia della Schola.Tutti i branipossono anche essere valorizzati come meditazione eascolto per aiutare la preghiera personale e dilatare ilnostro cuore dinanzi al volto del Risorto.

CERCASI VOLONTARI PERAUSILIO SERVIZIO MENSACARITAS DURANTE ILPERIODO PASQUALE

In particolare, è richiestoaiuto nelle seguenti date: 18, 19, 20 (Pasqua), 21 (Pa-squetta), 25 Aprile e 1 Mag-gio.Il servizio si svolge nella fa-scia oraria tra le ore 9.30 ele 13.15.Per aderire contattare la se-greteria al numero telefoni-co: 0586-884693.

SORGENTI DI CARITÀ IN CERCA DI BICICLETTELa Caritas Diocesana di Livorno avrebbe urgente bisognodi biciclette in disuso (anche rottami) e componentisticada donare al corso di ciclofficina per la Scuola dei Mestieri. Potete consegnare ciò che avete in Via Donnini, 165 dal lu-nedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00. Vi ringraziamo anticipatamente per la disponibilità, l’aiutoe il continuo sostegno.

I tre nuovi inquilinidell’Acquario di Livorno

La Caritas cerca AIUTI

Prepararsi alla Pasqua

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 aprile 2014 V

XV. PER MEZZO DI FIGURE ISRAELEIMPARAVA A CONOSCERE DIO E PERSEVERARE NEL SUO SERVIZIO(Dal trattato "Contro le eresie" disant’Ireneo, vescovo. Lib. IV, 14, 2-3; 15, 1; SC 100, 542. 548)

1. DIO SI PREPARA UN POPOLOPER EDUCARLODio creò l’uomo fin dalprincipio allo scopo di colmarlodei suoi doni, scelse i patriarchiper dar loro la salvezza, sipreparò per tempo un popoloper insegnare a servire Dio acoloro che lo ignoravano,predispose il ministero deiprofeti per educare gli uomini aportare in sé lo Spirito e a goderedella comunione con Dio. Egli,che non ha bisogno di nessuno,concesse la comunione con sé àcoloro che avevano bisogno dilui. Per coloro che gli eranograditi disegnò l’edificio dellasalvezza, come farebbe unarchitetto. Fece egli stesso daguida a coloro che nonconoscevano la strada in Egitto.

2. DIO GUIDA IL SUO POPOLOA coloro che andavano errandonel deserto diede una leggequanto mai adatta. Concesse aquelli che entrarono nella terrapromessa una degna eredità.Infine in favore di coloro che siconvertono al Padre, uccise ilvitello grasso e donò loro laveste più bella. Così, in variemaniere, dispose il genereumano in vista della grande"sinfonia" della salvezza.San Giovanni nell’Apocalissedice: "E la sua voce era simile alfragore di grandi acque" (Ap 1,15). E veramente sono molte leacque dello Spirito di Dio,perché il Padre è ricco di infiniterisorse. Il Verbo, passandoattraverso queste acque offrì conliberalità la sua assistenza acoloro che gli erano sottomessi,prescrivendo a ogni creatura unalegge adatta e appropriata. Cosìdiede al popolo le leggi percostruire il tabernacolo, edificareil tempio, eleggere i leviti, comepure per i sacrifici, le offerte e lepurificazioni e ogni altra cosaper il servizio del culto.

3. DALLE FIGURE ALLA VERITÀEgli, a dire il vero, non avevaalcun bisogno di tutto questo.Da sempre fu ricolmo di ognibene, avendo in se stesso ognisoave odore e profumo, ancheprima che venisse Mosè. Mavoleva educare il popolo,portato continuamente atornare agli idoli. Volevadisporlo, con molti interventi esussidi, a perseverare nel serviziodi Dio, richiamandolo permezzo delle cose secondarie alleprimarie, con le figure alle verità,con le cose temporali alle eterne,con quelle carnali alle spiritualie con quelle terrene alle celesti,come fu detto a Mosè: "Guardaed eseguisci secondo il modelloche ti è stato mostrato sulmonte" (Es 25,40).Infatti in quei quaranta giorniMosè imparò a ritenere le paroledi Dio, il suo stile caratteristico,le immagini spirituali e leprefigurazioni delle cose futurecome anche Paolo dice:"Bevevano infatti da una rocciaspirituale che li accompagnava, equella roccia era Cristo" (1 Cor10, 4). E di nuovo accennandoalle cose che sono prescrittenella legge aggiunge: "Tuttequeste cose accaddero a lorocome esempio, e sono statescritte per ammonimentonostro, di noi per i quali è

arrivata la fine dei tempi" (1 Cor10, 11. Per mezzo di figure,dunque, Israele imparava atemere Dio e a perseverare nelsuo servizio. Perciò la legge perloro era insieme una regola divita e una profezia delle cosefuture.

XVI. CELEBRIAMO LA VICINA FESTA DEL SIGNORE CON AUTENTICITÀ DI FEDEDalle "Lettere pasquali", diSant’Atanasio, vescovo. Lett. 14,1-2; PG 36,1419-1420).

1. CRISTO NOSTRA PASQUAIl Verbo, Cristo Signore, datosi anoi interamente ci fa dono dellasua visita. Egli promette direstarci ininterrottamentevicino. Per questo dice: "Ecco, iosono con voi tutti i giorni finoalla fine del mondo" (Mt28,20). Egli è pastore, sommo sacerdote,via e porta e come tale si rendepresente nella celebrazione dellasolennità. Viene fra noi colui cheera atteso, colui del quale sanPaolo dice: "Cristo, nostraPasqua, è stato immolato"(1Cor 5,7). Si verifica anche ciòche dice il salmista: O miaesultanza, liberami da coloroche mi circondano (cfr. Sal31,7). Vera esultanza e verasolennità è quella che libera daimali. Per conseguire questobene ognuno si comportisantamente e dentro di se meditinella pace e nel timore di Dio.Così facevano anche i santi.Mentre erano in vita si sentivanonella gioia come in unacontinua festa. Uno di essi, ilbeato Davide, si alzava di nottenon una volta sola ma settevolte e con la preghiera sirendeva propizio Dio. Un altro,il grande Mosè, esultava coninni, cantava lodi per la vittoriariporta sul faraone e su coloroche avevano oppresso gli Ebrei.E altri ancora, con gioiaincessante attendevano al cultosacro, come Samuele ed ilprofeta Elia. Per questo loro stiledi vita essi raggiunsero la libertàe ora fanno festa in cielo.

2. PREPARARSI ALLA GRANDE FESTAPer prepararci, come si conviene,alla grande solennità che cosadobbiamo fare? Chi dobbiamo

seguire come guida? Nessunaltro certamente, o miei cari, senon colui che voi stessichiamate, come me, "NostroSignore Gesù Cristo". Egli perl’appunto dice: "Io sono la via"(Gv 14,6). Egli è colui che, aldire di san Giovanni, "toglie ilpeccato nel mondo" (Gv 1,29).Egli purifica le nostre anime,come afferma il profetaGeremia: "Fermatevi nelle stradee guardate, e state attenti a qualesia la via buona, e in essatroverete la rigenerazione dellevostre anime" (cfr. 6,16).Un tempo era il sangue dei caprie la cenere di un vitello adaspergere quanti eranoimmondi. Serviva però solo apurificare il corpo. Ora invece,per la grazia del Verbo di Dio,ognuno viene purificato inmodo completo nello spirito.Se seguiremo Cristo potremosentirci già ora negli atri dellaGerusalemme celeste eanticipare e gustare anche lafesta eterna. Così fecero gliapostoli, costituiti maestri dellagrazia per i loro coetanei edanche per noi. Essi non feceroche seguire il Salvatore: "Ecco,noi abbiamo lasciato tutto e tiabbiamo seguito" (Mt 19,27).Seguiamo anche noi il Signore,cioè imitiamolo, così avremotrovato il modo di celebrare lafesta non soltantoesteriormente, ma nella manierapiù attiva, cioè non solo con leparole, ma anche con le opere.

XVII. SE QUALCUNOHA PECCATO,ABBIANO UNAVVOCATO PRESSOIL PADREDal "Commento ai salmi" di sanGiovanni Fisher, vescovo e martire.Sal 129; Opera omnia, ed. 1579;p. 1610)

1. GESÙ È IL NOSTRO PONTEFICEGesù Cristo è il nostro pontefice,il suo prezioso corpo è il nostrosacrificio, che egli ha immolatosull’altare della croce per lasalvezza di tutti gli uommi. Ilsuo sangue, versato per la nostraredenzione, non era sangue divitelli e di capri, come nell’anticalegge, ma dell’innocentissimoagnello Gesù Cristo nostrosalvatore.Il tempio, nel quale il nostropontefice celebrava il sacrificio,non era stato costruito da mano

di uomo, ma soltanto dallapotenza di Dio. Infatti egli versòil suo sangue al cospetto delmondo, che davvero è il tempiocostruito solo dalla sola mano diDio. Ma questo tempio ha dueparti: una è la terra, che noi oraabitiamo; l’altra parte è ancorasconosciuta a noi mortali.

2. FONTE DI MISERICORDIAEd egli immolò il sacrificiodapprima qui sulla terra,quando sopportò una morteacerbissima, e poi quando,rivestito con l’abito nuovo dellaimmortalità, entrò con ilproprio sangue nel santuario,cioè in cielo. Qui presentòdavanti al trono del Padre celestequel sangue d’immenso valoreche aveva versato a profusioneper tutti gli uomini schiavi delpeccato.Questo sacrificio è così gradito eaccetto a Dio, che egli non puòfare a meno - non appena loguarda - di avere pietà di noi e didonare la sua misericordia a tuttiquelli che veramente si pentono.Inoltre è un sacrificio eterno.Esso viene offerto non soltantoogni anno, come avveniva per iGiudei, ma ogni giorno pernostra consolazione, anzi, inogni ora e momento, perché neabbiamo un fortissimo aiuto.Perciò l’Apostolo soggiunge:"procurandoci una redenzioneeterna" (E9,12).

3. CONTRIZIONE E PENITENZADi questo santo ed eternosacrificio divengono partecipitutti coloro che sono veramentecontriti e fanno penitenza deipeccati commessi, e che sonofermamente decisi a nonriprendere più i loro vizi, ma aperseverare con costanza nellaricerca della virtù. È quantoinsegna l’apostolo san Giovannicon queste parole: "Figlioli miei,vi scrivo queste cose perché nonpecchiate; ma se qualcuno hapeccato, abbiamo un avvocatopresso il Padre, Gesù Cristogiusto. Egli è vittima diespiazione per i nostri peccati;non soltanto per i nostri, maanche per quelli di tutto ilmondo" (1Gv 2,1).

Dal terzo fascicolo deiQuaderni di Santa Giulia, a

cura di mons. Mauro Peccioli.Adattamento dalla seconda

lettura dell’Ufficio delle Letturedella Liturgia delle Ore

secondo il Rito Romano,Tempo di QUARESIMA

«Ecco io sono con voi tutti i giorni,fino alla fine del mondo»

SPUNTI DI RIFLESSIONE: LA DOMENICA DELLE PALME.........

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 aprile 2014VI

L’intervista al DIACONO FRANCO CACCAVALE

amore alfratello come

rispostaall’amore di

Dio nella spiritualità enella vita di SanGiuseppe BenedettoCottolengo». Questo è iltema dell’Incontro diFormazione dei DiaconiPermanenti tenuto da Suor Ernesta Alberto,suora cottolenghina da40 anni, che ci ha portatia condividere «cose dicasa nostra» partendodal mondo della PiccolaCasa della DivinaProvvidenza fondata nel1832 da San GiuseppeCottolengo.Una breve ma significativacarrellata sulla vita e il contestostorico in cui è vissuto ilCottolengo, santo sociale torinesedell’800, ci ha fatto riflettere sualcuni aspetti della sua esperienzacon la svolta decisiva el’ispirazione carismatica che parteda un tragico episodio. Chiamatoal capezzale di una donna franceseal sesto mese di gravidanza, affettada tubercolosi e morente, rifiutatadagli ospedali e abbandonatapresso la Chiesa del CorpusDomini, il Cottolengo, dopoaverla assistita e battezzato la suapiccola che poi muore con lamadre, sentì la necessità di creareun ricovero dove potessero essereaccolti i bisognosi che nontrovavano risposta assistenzialealtrove. Si comincia con quattrostanze nel “Deposito della ValleRossa” nel centro di Torino e poi la“Piccola Casa” di Valdocco, unarealtà che sullo stile dei primicristiani cerca di dare una rispostaconcreta alla necessità dei poveri,dei malati abbandonati, degliemarginati per un’esperienza

evangelica stabile. Nasce laPiccola, ma grande cittadella dellaCarità, affidata alle suore sotto laguida della fondatrice MariannaNasi, con lo stile del Cottolengo: “ipiù poveri sono i padronissimi echi si dedica a loro sono i serviperché i poveri sono Gesù inpersona”.Suor Ernesta ci ha portati ariflettere sulla spiritualità specificacottolenghina che parte dallaPreghiera costante. La “LausPerennis” che è ricerca di Dio nelcompimento della sua DivinaVolontà è la “ruota maestra” che facamminare la Piccola Casa. Cisono oggi sei monastericottolenghini contemplativi di cuiuno in Africa. L’abbandono allaDivina Provvidenza è l’altroaspetto importante nellaspiritualità del Cottolengo. UnPadre Buono e Provvidente cheveglia e ama intensamente i suoifigli. “Chi straordinariamenteconfida in Dio, Diostraordinariamente provvede”ricordava il Cottolengo che sidefiniva “Strumento e manovale

della DivinaProvvidenza”. Infine ilservizio gratuito alpovero, al sofferente èconsiderato come veroatto di culto al Cristo.“Charitas Christi urget!”scriveva il Cottolengoriprendendo le parole diSan Paolo. Questo èdiventato il motto dellaPiccola Casa: “L’amoredi Cristo ci possiede”.L’amore di Cristo cispinge ed è la molla checi porta all’amoreuniversale. L’amore diCristo ci spinge ariconoscerlo nei poveri.L’amore di Cristo cispinge allo spirito di

sacrificio e al dono totale di sé.L’amore di Cristo ci spinge acondividere gioie e dolori deinostri fratelli e a dare amore anchea chi non riesce a percepirlo. “LaCarità del Cottolengo deve avereun’unica fiamma che parte da Dioe che è diretta verso il povero, ilprossimo”.L’attualità dello spirito e dell’operadel Cottolengo è rivolta oggi ancheverso le nuove povertà emergenti:anziani, malati terminali,tossicodipendenti,extracomunitari, barboni,depressi, giovani senza speranza. Èla sfida di oggi che coinvolge tuttele Piccole Case presenti in ogniparte d’Italia e nel mondo, inparticolare in Africa e Asia concentri sanitari, assistenziali, diriabilitazione, consultori familiari.È la Fraternità, Accoglienza e sensodi Appartenenza che accompagnal’opera del Cottolengo, avendosempre presente come ai tempi diDon Giovanni Cottolengo:“l’amore di Cristo ci possiede,l’amore di Cristo ci spinge”.

diacono Roberto Bargelli

’L«

Incontro di Formazione DEI DIACONI PERMANENTI

Mentre continuanogli incontri di

formazione per idiaconi

permanenti dellaDiocesi, è ripreso

anche il camminodi formazione per

gli aspiranti. LaDiocesi ha

recentementepubblicato anche

un nuovo direttorioproprio sull’Ordine

Sacro delDiaconato

C’è matrimonioe matrimonio

a recente vicenda dell’Associazione "I Baluardi"mi induce a proporre una riflessione con qualche

interrogativo.Vorrei indirizzare e limitare questariflessione all’ambito ecclesiale, utilizzando lavicenda appena richiamata soltanto come unpretesto per ragionare in termini generali (comeperaltro mi pare che alla stregua di un pretesto neabbiano fatto uso anche altri), e lasciando da parte ilpiano costituzionale, nella convinzione che comecristiani siamo chiamati ad annunciare il Vangeloprima che a difendere la Costituzione (e lo dico ioche quotidianamente pratico il diritto costituzionale).La domanda di fondo che vorrei porre è la seguente:come comunità ecclesiale, quale famigliavogliamo/dobbiamo difendere? E, di conseguenza,quali modelli familiari dobbiamo combattere?La convinzione che si è diffusa, mi pare, è che ilnostro riferimento debba essere la famiglia fondatasul matrimonio: pertanto, dobbiamo contrastare ogniconvivenza che non sia fondata sul matrimonio. Sedunque le cose stanno così, ciò che è decisivo è ilmatrimonio, qualunque esso sia (ovvero: siareligioso, e tra questi cristiano, o civile), mentre ladifferenza tra un matrimonio-sacramento e unmatrimonio celebrato davanti all’ufficiale dello statocivile scalerebbe ad una differenza "minore"(essendo entrambi comunque funzionali allacostituzione della famiglia).Se così è - e mi pare che sia - si tratterebbe di unnetto cambiamento rispetto all’epoca in cui unautorevole monsignore definiva coloro che sisposavano soltanto civilmente dei "pubbliciconcubini": quei "pubblici concubini" oggi sonoritenuti un modello da difendere da parte deicristiani, e da additare secondo il Vangelo.Ma siamo davvero sicuri che debba esser così?Perché come cristiano mi devo sentire impegnato adifendere un matrimonio celebrato da un sindaco,regolato da leggi che magari prevedono la possibilitàdi divorziare senza alcuna formalità, che magari nongarantiscono adeguatamente le parti deboli dellafamiglia, e così via? E solo perché si chiama"matrimonio"? E’ davvero questo che ci chiede ilVangelo? Ed ancora: non è che questa tendenzaconduce a non valorizzare adeguatamente edefficacemente la differente bellezza e importanza delmatrimonio come sacramento? L’altro dubbio che vorrei rappresentare è il seguente:difendere la famiglia fondata sul matrimoniopresuppone contrastare con ogni forza altre forme diconvivenza? Forse anche questa domanda ci porta alpunto appena toccato: se una convivenza, ancorchénon ufficializzata, formalizzata, celebrata, ecc.davanti ad un ufficiale di stato civile, fosse idonea acostituire quella "intima communitas vitae et amoris"che la Costituzione pastorale Gaudium et Spes (n.48) afferma deve essere il matrimonio, comecristiano mi dovrei sentire obbligato a contrastarla? Eciò, ancora un volta, sarebbe coerente con il Vangelodi Gesù?La mia personale e modesta opinione, in definitiva, èche non può essere l’utilizzo del nome "matrimonio"(comunque questo sia regolato dalle leggi statali) arisultare discriminante: piuttosto, è la sostanza dellaregolamentazione che viene in considerazione, al dilà del termine che viene utilizzato. E come cristianidovremmo preoccuparci allora di diffondere (più chedi difendere) la grandezza del matrimonio cristianocome dono reciproco di amore fedele e indissolubileaperto alla fecondità: questa sì mi parrebbe essere lanostra missione, che ci impegna a essere testimonicredibili, e ci richiede di conoscere e comprendere afondo le persone e le loro storie, non limitandosi adesaminarle alla luce di un certificato anagrafico.

Emanuele Rossi

L

L’amore al fratello come rispostaall’amore di Dio in San Cottolengo

iacono Franco,con lapromulgazionee l’entrata in

vigore del DirettorioDiocesano sulDiaconato riprendeufficialmente ilcammino diformazione peraspiranti al DiaconatoPermanente. Quantisono gli uomini incammino e da qualicomunità provengono?«L’invito ai parroci per lapresentazione di personeche a loro parereabbiamo i requisiti perpoter iniziare un percorsodi discernimento peraccedere all’Ordine Sacrodel DiaconatoPermanente è stato fattodal Vescovo ai parrocimeno di un mese fa e almomento non abbiamoancora ricevuto alcunasegnalazione. In veritàqualcuno si è proposto,ma lo ha fatto adesclusivo titolo personalee pertanto non avendoavuto l’assenso delparroco e della comunitàdi appartenenza non èstato preso inconsiderazione».

In questi ultimi anniperché si è fermataquesta formazione?Non c’erano aspiranti?«Quando il Vescovonominò mons. PaoloRazzauti e me comedelegati al diaconatopermanente assieme a luivalutammo edecidemmo che eranecessario fare una sostasul cammino per nuoviaspiranti al diaconatoperché in quel momentoforse era necessario unmomento di riflessionedi tutta la Chiesalivornese, e in particolaredei Diaconi, per unarilettura dell’identità diquesto grado delMinistero Ordinato e deibenefici che esso avevaprodotto nella comunitàdiocesana. C’erano alcuniaspiranti in cammino daanni sui quali i delegati ele commissioni che ciavevano precedutoavevano già espresso unavalutazione di nonidoneità e che noi, insintonia con il parere delVescovo, non facemmoaltro che confermare».

In cosa consiste laformazione di unDiacono permanente equanto dura?«Innanzitutto occorredistinguere diversi aspettidi formazione. Come èpossibile leggere al punto3.6 del nostro Direttorio,che richiama uninteressante documentodella CET sul Diaconatodel 1990, tuttol’itinerario di formazionein vista del ministero "halo scopo di promuovere,sostenere, sviluppare nelcandidato, attraversol’approfondimento

Dbiblico, teologico espirituale il dono delloSpirito e di far prenderecoscienza delleimplicazioni delDiaconato nella Chiesa enel mondo".Pertanto se da un lato èprevisto ed èindispensabile unitinerario di formazioneteologica di livello quasiuguale a quello di coloroche si preparano alsacerdozio, dall’altro ènecessaria unaformazione in grado diverificare, per quanto siapossibile, la maturitàumana, cristiana edecclesiale raggiunta e chepongono la persona ingrado di assumereconsapevolmente unadeterminante, definitiva epubblica responsabilità

nella Chiesa locale».

La comunità diaconalecontinua ad incontrarsiperiodicamente. Aquale tema avetededicato gliappuntamenti diquest’anno?«Quest’anno abbiamopensato di toccare alcunidi quegli ambiti cherendono particolarmentevisibile la dimensione delDiacono come Ministrodella Carità. Ambienticome la strada, gliospedali, le carceri, icampi nomadi sonoluoghi dove la presenzadella Chiesa di Gesù checonsola e dà speranza èquanto mai urgente e percerti aspetti direi quasiesclusiva. Il Diacono, persua stessa natura,

chiamatoall’impegnoanche nellecosiddettepastorali difrontiera, è unadelle figureecclesiali chemeglio di altrerendono visibile ilvolto di Cristoservo che si chinaa curare le ferite di questaumanità sofferente.Coloro che ci stannoaiutando in questariflessione sono tuttiautorevoli ministri dellaChiesa impegnati inprima linea ed in primapersona nei luoghi cherichiamavo prima. Gliincontri, ovviamenteinterattivi, ci aiutanoperciò a crescere nelministero e soprattutto ci

stimolano ad assumercile nostre responsabilità dicredenti cristiani di frontealle povertàcontemporanee».

c.d.Nelle foto: unmomento dellaprocessione di S. Giuliacon alcuni diaconidella Diocesi; ildiacono FrancoCaccavale e sotto S.Giuseppe Cottolengo

Sul caso dell’Associazione “I Baluardi”

SECONDOnoi

ccogliamo volentieri l’intervento delprofessor Emanuele Rossi, ordinario di

diritto costituzionale presso la ScuolaSuperiore S,. Anna di Pisa, a proposito dellavicenda dell’associazione I Baluardi e deldibattito che ne è seguito. Ci piace evidenziareche la questione è stata da noi affrontata sulpiano politico - civile cercando di evidenziare icontrasti manifesti con i principicostituzionali vigenti. Non intendiamo farneuna campagna di ortodossia religiosa masemplicemente difendere, innanzitutto comecittadini, i valori che la Costituzionenazionale riconosce propri dello Statoitaliano. Ogni normativa umana èperfettibile, ma riteniamo che le istituzionipubbliche locali, e gli uffici che ne sono loroemanazione, abbiano il dovere di operare incoerenza con tali principi. Quanto al doveredi cristiani di diffondere la bellezza delmatrimonio cristiano non si può non essered’accordo; credo che avvengaquotidianamente con la testimonianzapersonale di chi lo vive convinto di quanto siaimportante e bello e non è questione che puòessere affrontata nel dibattito politico perevitare di dare a Cesare quello che è di Dio eviceversa.

n.s.

A

IL DIACONO: SERVOCHE SI CHINA A CURARELE FERITE DELL’UMANITÀ

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI13 aprile 2014 VII

■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di padre Luca Giustarini osbv

La storia della Lampada della Pacea appenadue mesil’Italia eraentrata in

guerra, a fiancodelle Potenzealleate contro gliImperi centrali,quando il 20Luglio 1915 fuistituita, comeabbiamo giàaccennato, laSanta LegaMariana. QuestaSanta LegaMariana,ispirandosi almomento storicoin cui nacque,oltre ad esercitaregli altri atti dipietà, comuni adogni piaassociazione,innalzò preghierespeciali per laPatria, promossefunzioni solennicoll’interventodelle societàpolitiche, civili,militari e delleMiilizie chedovevano partireper il fronte,infondendo cosìforza, coraggio erassegnazionetanto ai soldaticome alle lorofamiglie. Si dedicò

all’assistenza deifigli deirichiamati, aprìun Segretariatoper l’invio deipacchi-vestiario,pacchi-provvigione aiprigionieri diguerra; per lacorrispondenza coicombattenti, perrintracciare i dispersi,per raccogliere notiziesui morti e feriti. Offrì ai Santuario unPiviale, due Tonacellericamate in seta e oro, eraccolse il fondonecessario per dueMesse perpetue, mensili,una per i soldati, mortiin guerra, e l’altra per levedove e gli orfani diguerra. La Signora Dina Galeottiaffacciò l’idea di unalampada votiva allaMadonna di Monteneroper la cessazione delflagello, e la proposta fuaccolta da tutti conentusiasmo, sicuri chequesto atto di ossequioavrebbe attiratosull’Italia la benedizionedella Vergine Santissima. Persone volenterose epiene di zelo si miserosubito all’opera, con unacostanza degna diammirazione, e inquattro anni conmodeste offerte raccoltetra il popolo, poteronomettere. insieme lasomma necessaria perl’offerta del dono.Questa Lampada fuofferta il 1 Agosto 1920con una festaindimenticabile, con unentusiasmo così grandeda parte dei cattolici chefece fallirel’ostruzionismo colquale i nemici dellaReligione tentarono diostacolare e diminuire laimponentedimostrazione. La Santa Lega Marianapromosse una santaveglia in onore dellaMadonna, onde ilSantuario per tutta lanotte risuonò di canti edi preghiere per l’alternarsi di lodi esuppliche. All’una dopomezzanotte, l’AbateViscardi fece solenne

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pontificale, a cui seguìininterrottamente lacelebrazione di Messebasse fino al mattino. Alle 9,30 dall’iniziodella salita cominciò losfilamento del lungointerminabile corteo,composto da tutte leParrocchie della Diocesidi Livorno, con tutte leAssociazioni Maschili eFemminili, con i proprivessilli: numeroseAssociazioni di varieDiocesi della Toscanaerano largamenterappresentare.

Dietro al Vescovo, Mons.Gialli che.accompagnato danumeroso clero, seguivail corteo, un bel numerodr bambine, vestite daangelo portavano i doniin danaro, la pergamenadegli Zelatori dellaLampada votiva, ilpiviale e altri paramentisacri. In quell’occasionela Santa Lega Marianaoffrì pure unbassorilievo allusivo altrionfo della pace,eseguito dal Sig.Cavalletti e

rappresentante uncocchio tirato da focosidestrieri, calpestanti ilmalefico genio dellaguerra. raffigurato in undrago: un angelo,sospeso in aria, sorreggela Lampada votiva, cheviene portata alSantuario, mentre, rittasul cocchio, la Vittoriaguida un carro trionfale,il cui passaggio èannunziato da squilli ditrombe, che chiamano araccolta il popolofestante. In quel giorno il carro

riccamenteinfiorato, su cuiera stata posta,sotto un arco diverde, laLampada, dononon solo diLivorno, ma ditutta l’Italia, grataalla Vergine per lapace vittoriosa,non fu trascinatosul monte dainoleggiati bovi,perché, all’ultimomomento, ilproprietariointimidito espaventato daifermentianticlericali, nonmantenne lapromessa, e tuttigli altricontadini,sebben pregati eripregati, sirifiutarono, perlo stessofenomeno diingenua paura. diprestare i lorobovi e i lorocavalli. Vinta la primasorpresadell’inaspettatorifiuto, si alzauna voce chesuscita unentusiasmo neigiovani, i quali,lasciati i proprivessilli, conquelle bracciarobuste chetrasportarono icannoni sullealture di Asiago edel Grappa.prendono il carrofra i canti e gli

evviva del popolo che faala lungo la salita,cantando essi pure, e viadi volata sulla stradafaticosa. Giunti alta gradinata,non si arrestano, e dovenon sarebbero potutigiungere i bovi,giungono i giovani: ilcarro sale rapido lagradinata e si fermapresso l’altare, preparatoin piazza. La vittoriadella fede è completa; eapplauso echeggia dallafolla immensa si agitanoi gonfaloni, le bandiere.In quel giorno i giovanidelle nostre AssociazioniCattoliche scrissero unabella pagina di storiache fa onore alla lorofede viva, al loro sinceroamore di Patria. Leautorità intervenuteavevano già preso postoalla sinistra dell’altare, ela massa del popolo sidispone in bell’ordinedietro un quadrato,formato da un plotonedi Fucilieri del 226°Fanteria, che facevano ilservizio di onore, alcomando del TenenteFilippo Di Franco. Trasportata che fu laSanta Immaginesull’altare dì piazza,Mons. Giani cominciò lacelebrazione dellaMessa: al Vangelopronunziò un discorsocon alta espressione difede e profondo amoredi Patria. All’Offertorioha luogo la cerimoniadella offerta dei doni,che alcune gìovanette, ilnome del popolò,presentano a Mons.Vescovo, il quale a suavolta li consegnava alSuperiore del Santuario.Terminata la Messa, e,data la benedizione, laSanta Immagine, alcanto del Te Deum, furiportata in Chiesa, esubito le fu accesadavanti la Lampadadella Pace.

Dalle pagine dell’epoca dell’«Eco del Santuario di Montenero» la memoria storica della Lampadadella Pace ancora appesa davanti all’altare principale del Santuario

Con la forma di un’antica galea livornesePROTEGGI VERGINE, L’ITALA GENTE

a lampada della Pace ha la forma di una antica galea livornese che porta sulponte un altare, dove perennemente arde una fiamma: davanti all’altare sta

inginocchiata uno nobile matrona (la Patria riconoscente), appoggiata adun’ancora (la Speranza cristiana), e mesce da un’anfora l’olio che dovrà perpe-tuare la vivace fiammella (simbolo della Fede divina e della perennità dellaPatria). L’altare reca nella sua facciata, corrispondente alla prora della nave,l’Immagine della Madonna di Montenero con in alto l’iscrizione: Italos pro-tege, Virgo: - Proteggi,Vergine, l’Itala Gente.Ai due lati reca lo stemma nazionale e quello di Livorno e di faccia alla nobilematrona è incisa la seguente iscrizione, dettata dal compianto Padre Manni: Aringraziare della guerra vinta, a suffragare i caduti, a rassicurare il mondo paci-ficato, arde questa lampada, dono dei tuoi fedeli, a te, o Stella del mare.MCMXIX. Tre mostri, rappresentanti la guerra di terra, di mare e dell’aria, sono incatena-ti in poppa e ai due lati della prora e tutto intorno alla nave è un’aureola di 15lampadine elettriche, simbolo dei 15 misteri del Rosario e la seguente iscrizio-ne: In simbolo della sua fede inestinguibile in Maria SS. Livorno cattolica vol-le viva in perpetuo la fiamma di questa lampada, che la Santa Lega Marianaideò, promosse e condusse a termine. In alto sotto al globo cui sono attaccatele tre catene che, legando il collo dei mostri di guerra, sostengono la lampada,una colomba con sul petto un monogramma di Cristo e nel becco un ramo-scello di olivo, porta l’annunzio della pace vittoriosa, per la quale la S. LegaMariana scioglie grata e festante il suo voto.La lampada che misura 90 cm per 60 è tutta in argento e pesa con l’armatura45 Kg. Il sig. Giacomo Cavalletti di Montenero ne tracciò il primo disegno,che fu poi sviluppato e completato dallo scultore Sebastiano Italo Leonardi edeseguito dal gioielliere fiorentino Silvio Vincenti.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI13 aprile 2014VIII